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EDITORIALE Il giorno più bello della nostra storia di CORRADO AUGUSTO PATRIGNANI Nella storia associativa di Confcommercio di Cesena e di Confcommercio di Forli mai un evento aveva coagulato una partecipazione di oltre 900 persone. Dagli autorevoli rappresentati della politica, delle forze dell’ordine, delle istituzioni fino alle scolaresche, attraverso i tanti imprenditori presenti il 25 gennaio al Grand Hotel Da Vinci di Cesenatico con il presidente nazionale Confcommercio Sangalli. Per la prima volta era presente sul territorio il presidente nazionale Confcommercio. Dopo tanti anni di rappresentanza un coronamento alla nostra attività associativa e una benedizione all’Unione provinciale operativa dal 2015: Carlo Sangalli ha ricevuto l’accoglienza che meritava e ha fatto bene il sottosegretario Sandro Gozi, nel suo gradito saluto, a dire che era quella che i romagnoli tributano agli amici veri. È stato un convegno fuori dai ca- noni istituzionali, che ha aggiunto anche un tocco di spettacolo e ro- magnolità. Raoul e Mirko Casadei, amichevoli ospiti, hanno cantato Romagna Mia dopo l’intervento di Sangalli coinvolgendolo festosa- mente nel coro e trascinando tutto l’auditorio. Più che un convegno è stata una festa della rappresentanza. Il vice- presidente dell’Unione provinciale Roberto Vignatelli ed io siamo mol- to orgogliosi e grati per quello che giovedì 25 gennaio si è visto, sentito, vissuto al Grand Hotel Da Vinci. Il dato di fatto, credo visibile a tutti, è che i corpi intermedi, le organizza- zioni di categoria serie con un know how di rilievo come la nostra orga- nizzazione radicata nel territorio da oltre settant’anni, sono ancora forti, alla faccia di chi li riteneva morti e sepolti. Senza rappresentanza non c’è cre- scita. Tanti ci hanno ringraziato, non solo per la splendida location del Grand Hotel da Vinci, ma per le parole ascoltate. Quelle di Sangalli con le sue tre t per innescare la mar- cia più alta: turismo, terziaro, talenti e, nel nostro piccolo, anche quelle di chi scrive che hanno ribadito la centralità delle imprese e la neces- sità di un ambiente favorevole allo sviluppo per intercettare quella ri- presa territoriale delineata anche nell’analisi del segretario generale della camera di Commercio di Ro- magna Antonio Nannini. Per la nostra Unione provinciale di Forlì-Cesena è stata una consacra- zione. Pensavo nel nostro bagno di folla al Da Vinci al ministro per la Solitu- dine istituito in Gran Bretagna. Se giovedì 25 gennaio fosse stato con noi si sarebbe reso conto del primo antidoto alla istituzione della figu- ra politica così paradossale, mi sia consentito dirlo, come quella che rappresenta. L’antidoto l’avrebbe visto in quei 900 assiepati per il convegno: l’unione delle persone, la casa asso- ciativa, i comuni obiettivi, il calore umano che per fortuna è di casa in Romagna ed è capace di tramu- tare un grande evento istituzionale, come quello con Sangalli, in qualco- sa ancora di più: una festa di popolo e di persone. Dalla quale siamo usciti tutti gratifi- cati, rinfrancati e con più speranze per il futuro. Ci ha fatto molto pia- cere che il moderatore, Finucci di La7, un giornalista navigato, ci ab- bia detto che gli era successo molto raramente di moderare eventi così partecipati, e lui opera a Milano e Roma. Ma c’è una spiegazione per tutto, come ho ribadito nel mio in- tervento, citando l’amico Savelli: siamo tutti italiani, ma solo noi sia- mo romagnoli. SIAMO UNA GRANDE ASSOCIAZIONE MAREA DI FOLLA PER IL PRESIDENTE Il presidente dell’Unione provinciale Confcommercio Augusto Patrignani con il presidente nazionale Carlo Sangalli al Grand Hotel da Vinci e il folto pubblico di novecento partecipanti. Nella foto piccola Patrignani stringe la mano al vicepresidente provinciale Roberto Vignatelli. L’Unione rappresenta 3.500 imprese.

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EDITORIALEIl giornopiù bello

della nostra storia

di CORRADO AUGUSTO PATRIGNANI

Nella storia associativa di Confcommercio di Cesena e di Confcommercio di Forli mai un evento aveva coagulato una partecipazione di oltre 900 persone. Dagli autorevoli rappresentati della politica, delle forze dell’ordine, delle istituzioni fino alle scolaresche, attraverso i tanti imprenditori presenti il 25 gennaio al Grand Hotel Da Vinci di Cesenatico con il presidente nazionale Confcommercio Sangalli.Per la prima volta era presente sul

territorio il presidente nazionale Confcommercio. Dopo tanti anni di rappresentanza un coronamento alla nostra attività associativa e una benedizione all’Unione provinciale operativa dal 2015: Carlo Sangalli ha ricevuto l’accoglienza che meritava e ha fatto bene il sottosegretario Sandro Gozi, nel suo gradito saluto, a dire che era quella che i romagnoli tributano agli amici veri.È stato un convegno fuori dai ca-noni istituzionali, che ha aggiunto anche un tocco di spettacolo e ro-magnolità. Raoul e Mirko Casadei, amichevoli ospiti, hanno cantato Romagna Mia dopo l’intervento di Sangalli coinvolgendolo festosa-mente nel coro e trascinando tutto l’auditorio.Più che un convegno è stata una festa della rappresentanza. Il vice-presidente dell’Unione provinciale Roberto Vignatelli ed io siamo mol-to orgogliosi e grati per quello che giovedì 25 gennaio si è visto, sentito, vissuto al Grand Hotel Da Vinci.Il dato di fatto, credo visibile a tutti,

è che i corpi intermedi, le organizza-zioni di categoria serie con un know how di rilievo come la nostra orga-nizzazione radicata nel territorio da oltre settant’anni, sono ancora forti, alla faccia di chi li riteneva morti e sepolti.Senza rappresentanza non c’è cre-scita. Tanti ci hanno ringraziato, non solo per la splendida location del Grand Hotel da Vinci, ma per le parole ascoltate. Quelle di Sangalli con le sue tre t per innescare la mar-cia più alta: turismo, terziaro, talenti e, nel nostro piccolo, anche quelle di chi scrive che hanno ribadito la centralità delle imprese e la neces-sità di un ambiente favorevole allo sviluppo per intercettare quella ri-presa territoriale delineata anche nell’analisi del segretario generale della camera di Commercio di Ro-magna Antonio Nannini.Per la nostra Unione provinciale di Forlì-Cesena è stata una consacra-zione.Pensavo nel nostro bagno di folla al Da Vinci al ministro per la Solitu-dine istituito in Gran Bretagna. Se

giovedì 25 gennaio fosse stato con noi si sarebbe reso conto del primo antidoto alla istituzione della figu-ra politica così paradossale, mi sia consentito dirlo, come quella che rappresenta.L’antidoto l’avrebbe visto in quei 900 assiepati per il convegno: l’unione delle persone, la casa asso-ciativa, i comuni obiettivi, il calore umano che per fortuna è di casa in Romagna ed è capace di tramu-tare un grande evento istituzionale, come quello con Sangalli, in qualco-sa ancora di più: una festa di popolo e di persone. Dalla quale siamo usciti tutti gratifi-cati, rinfrancati e con più speranze per il futuro. Ci ha fatto molto pia-cere che il moderatore, Finucci di La7, un giornalista navigato, ci ab-bia detto che gli era successo molto raramente di moderare eventi così partecipati, e lui opera a Milano e Roma. Ma c’è una spiegazione per tutto, come ho ribadito nel mio in-tervento, citando l’amico Savelli: siamo tutti italiani, ma solo noi sia-mo romagnoli.

SIAMO UNA GRANDE ASSOCIAZIONEMAREA DI FOLLA PER IL PRESIDENTE

Il presidente dell’Unione provinciale Confcommercio Augusto Patrignani con il presidente nazionale Carlo Sangalli al Grand Hotel da Vinci e il folto pubblico di novecento partecipanti. Nella foto piccola Patrignani stringe la mano al vicepresidente provinciale Roberto Vignatelli. L’Unione rappresenta 3.500 imprese.

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2 SANGALLI A CESENATICO 25 GENNAIO 2018

L’appassionato intervento del presidente nazionale Confcommercio Sangalli di fronte ad un eccezionale auditorio di 900 partecipanti al Grand Hotel da Vinci

L’omaggio romagnolo di Patrignani a Sangalli

Sangalli con Raoul e Mirko Casadei intona ‘Romagna mia’ nel bel mezzo del convegno

Il commovente momento dell’inno nazionale di Mameli con i presidenti con la mano sul cuore

L’intervento del vicepresidente dell’Unione provinciale Vignatelli

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3OLTRE 900 PERSONE AL GRAND HOTEL DA VINCI ALL’EVENTO DELL’UNIONE PROVINCIALE CONFCOMMERCIO

La giornata perfetta con il nostro presidenteStraordinaria accoglienza in Ro-magna per il presidente nazionale Confcommercio Carlo Sangalli: ol-tre 900 i partecipanti al convegno sull’economia in Romagna pro-mosso dalla Unione provinciale della Confcommercio di Forlì-Ce-sena (3500 imprese associate in trenta Comuni) al Grand Hotel da Vinci con il presidente nazionale Carlo Sangalli. Un record di asso-luto di presenze per gli eventi del territorio.È stato un convegno fuori dai ca-noni strettamente istituzionali: da vedere e da sentire anche per la straordinaria coreografia che ha mixato economia e spettacolo e romagnolità a piè sospinto come quando sul palco Raoul e Mirko Casadei, eredi del mitico Secondo inventore del liscio e amichevoli ospiti canori, hanno cercato di far cantare Romagna mia al presiden-te nazionale Sangalli .Ad accogliere Sangalli il presiden-te dell’Unione Confcommercio di Forlì Cesena Augusto Patrignani e il vicepresidente Roberto Vigna-telli, che guidano un’Unione con 3500 imprese nei trenta Comuni provinciali. Tra il pubblico le mas-sime rappresentanza politiche, militari, istituzionali, economiche, fra cui il sottosegretario Sandro Gozi, i parlamentari locali Mara Valdinosi, Marco Di Maio, il sinda-co di Cesenatico Matteo Gozzoli che è intervenuto in apertura, il sindaco di Cesena Paolo Lucchi e altri sindaci provinciali, il diret-tore regionale di Confcommercio Pietro Fantini, il presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì Roberto Pinza che si è com-plimentato con l’amico forlivese Roberto Vignatelli e con Patri-gnani, per la straordinaria porta-ta dell’evento a cui hanno preso parte anche classi di studenti di scuola superiore, a completare la eterogeneità di un pubblico da re-cord.Apertura con l’inno di Mameli, in piedi, con tanti a cantarlo e un minuto di silenzio per la trage-dia dei morti nel treno di Milano. Applaudito a più riprese l’inter-vento d’apertura del presidente dell’Unione Augusto Patrignani che ha calato a livello locale dei trenta Comuni provinciali la sfida delle sfide, che consiste nell’im-presa di crescere in un ambiente favorevole alle imprese e si è più volte riferito alla guida autorevo-le di Sangalli. Il suo intervento in molti passaggi è stato poi ripreso dal presidente di Confcommercio nazionale.Riprendendo la metafora della nave e del timoniere utilizzata da Patrignani, Sangalli ha rotto il ghiaccio rimarcando che la fortu-na sa fare entrare le navi in porto anche senza timoniere nella vita e nelle difficoltà conta il fattore C. “Ma non equivocate: intendo C come Carluccio e ancor più C come Confcommercio”. Risate e applausi in sala.“Mi si chiede di parlare di una nuo-va marcia per il rilancio dell’eco-

nomia. Nel 2017 - ha sottolineato Sangalli - abbiamo avuto l’accele-razione di molti indicatori econo-mici con un aumento dell’1,5 per cento, ma a inizio anno la spinta risulta affievolita con segnali di rallentamento dei consumi e della produzione industriale. Servono quindi due certezze: eliminare le clausole di salvaguardia 2019 e non aumentare l’Iva e abbassare le tasse per raggiungere la cre-scita del 2% che consentirebbe a famiglie di consumare di più e a imprese di investire. Per ingrana-re le marce - ha proseguito San-galli-, occorre che la frizione fun-zioni. E per farla funzionare serve semplificazione. La burocrazia costa ottomila euro all’anno alle imprese. Una volta che la frizione funziona le marce sono più facili da ingranare. La prima è la dimi-nuzione della pressione fiscale e delle imposte locali attraverso la local tax su tutti gli immobili e totalmente deducibile per i beni strumentali delle imprese. Due deficit sono rappresentati da in-frastrutture e legalità, la seconda e terza marcia per lo sviluppo. Per via delle inefficienze logistiche perdiamo il 2% del Pil. Per vince-re la battaglia contro abusivismo, rapine e estorsioni va promossa e diffusa la cultura della legalità. Servono fermezza e determinazio-ne sostenendo il ruolo delle forze dell’ordine e della Magistratura, servono controlli serrati e pene certe. La nostra iniziativa annuale si chiamerà d’ora in poi non più “Legalità mi piace” ma “ci piace”.“Per ingranare la quarta - ha ag-giunto il presidente - bisogna in-vestire sul turismo, attraverso politiche di destagionalizzazione e diversificazione: per ogni euro investito in eventi turistici si sti-ma 5 euro di valore aggiunto. La seconda t è il terziario arricchito dalle nuove professioni, ma sem-pre salvaguardando l’identità che non à l’antidoto alla modernizza-zione ma alla omologazione. Di-fendendo le botteghe storiche e i negozi di vicinato difendiamo non il passato, ma il futuro. La terza t, dopo turismo e terziario, sono i talenti: la differenza la fanno sem-pre le persone, l’uomo va sempre messo al centro: la tecnologia deve essere al suo servizio, non l’inverso”.Standing ovation per Sangalli e Raoul Casadei gli si è rivolto di-cendo: “Carlo, hai una grinta della Madonna”.Antonio Nannini, segretario gene-rale della Camera di Commercio di Romagna ha poi tratteggiato lo stato dell’economia territoria-le in ripresa (ma il commercio accusa ancora battute d’arresto) e Bruno Piraccini ha portato la testimonianza dell’impresa eccel-lente Orogel, all’incontro guidato dal giornalista Frediano Finucci di La 7 che entra di diritto negli anni dell’Unione provinciale Confcom-mercio di Forlì-Cesena.

SANGALLI A CESENATICO 25 GENNAIO 2018

L’arrivo di Sangalli scortato da Patrignani al Grand Hotel da Vinci

Patrignani e Sangalli con dietro la splendida cornice del pubblico straripante

L’intervento del presidente Carlo Sangalli, fulcro del convegno

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4 SANGALLI A CESENATICO 25 GENNAIO 2018

di AUGUSTO PATRIGNANIQuesto incontro a Cesenatico che per l’Unione Confcommercio di Forlì-Cesena è molto importante. Anzi, per certi versi è un incontro storico, da ri-portare negli annali. Per la prima volta ospitiamo nel nostro territorio Carlo Sangalli, il nostro presidente nazionale, la nostra guida, nelle cui azione propo-sitiva e nelle cui appassionate parole ci siamo sempre intimamente riconosciu-ti perché sempre sono dettate dalla consapevolezza del ruolo centrale del-la piccola impresa per lo sviluppo del paese e dei suoi territori.Non molto tempo fa abbiamo celebrato il Settantesimo della storia associativa di Confcommercio, l’organizzazione imprenditoriale del commercio, del tu-rismo e dei servizi più rappresentativa nel nostro paese. Anche nel territorio provinciale la nostra associazione è ra-dicata dal dopoguerra e se siamo dive-nuti una forza significativa del sistema territoriale lo dobbiamo senza dubbio al nostro lavoro, ma anche all’apparte-nenza ad una più grande famiglia che ci ha sempre indirizzato con lungimiran-za ed efficacia nel compito di tutelare le imprese e dare loro voce. Una grande associazione presente capillarmente nel Paese a cui ci onoriamo di appar-tenere. È quindi per noi oggi un grande onore potere avere con noi chi questa organizzazione la rappresenta e poter ascoltare Carlo Sangalli di cui ricordia-mo ancora il vibrante intervento all’as-semblea nazionale di giugno a Roma, nelle cui parole tutti ci riconoscemmo a tal punto dal non poter esimerci di in-terromperlo più volte con gli applausi a scena aperta. Guardiamoci attorno: il nostro incontro si tiene in un luogo d’eccezione e che si carica di un valo-re simbolico. Il Grand Hotel da Vinci, frutto di una scelta imprenditoriale del caro e compianto Antonio Batani, è un tempio del nostro turismo rivierasco, il cui modello ha reso la Romagna famo-sa nel mondo. Questo modello di ospitalità che si fonda sulla massima cura del cliente e su un approccio familiare nei suoi con-fronti è stato costruito dai nostri padri che negli anni del boom hanno creato la struttura di un’offerta turistica che ha pochi eguali nel mondo. Il nostro caro Batani, che sono certo ci sta se-guendo da lassù, è stato uno dei grandi pionieri e realizzatori di questo model-lo e oggi sarebbe stato felice di essere con noi e con Carlo Sangalli.Ringrazio anche l’ampio auditorio pre-sente in sala, le autorità civili, religiose e miliari, l’ampia rappresentanza del mondo economico e sociale. Sono feli-ce che ci siano anche gli studenti cioè il nostro futuro, pubblico di rilievo che rende onore ad un evento di grande va-lenza non solo per Confcommercio, ma per tutto il territorio. Ringrazio in parti-colare il sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli per la sua presenza. Ringrazio anche Antonio Nannini della Camera di Commercio di Romagna che trattegge-rà la situazione del comparto impren-ditoriale nel nostro territorio, in una fase in cui finalmente si torna a riveder le stelle, dopo il tunnel decennale di una crisi tremenda.Ringrazio infine Bruno Piraccini, ammi-nistratore delegato di Orogel, che oggi terrà una testimonianza sulla storia di questa impresa d’eccellenza che insie-

me ad altre imprese leader cesenati e forlivesi, tiene alto il nome del nostro territorio nel mondo. Dicevo poc’anzi che siamo usciti dal tunnel di una crisi epocale e che siamo tornati a riveder le stelle. Ma per evitare che si tratti di un miraggio, occorre crescere di più e cre-scere meglio. Crescere è un’impresa. L’impresa di crescere, recita non a caso il titolo dell’incontro odierno. Sarà il nostro presidente Sangalli a entrare nel merito di quelli che sono i suggerimenti e le richieste di Confcom-mercio per favorire la crescita e lo svi-luppo, di cui il sistema delle piccole im-prese rappresentano il perno. A livello territoriale stiamo lavorando sodo nei confronti degli interlocutori istituzio-nali e delle amministrazioni locali per

chiedere che venga creato un ambiente favorevole alla crescita d’impresa, cre-scita che si riverbera automaticamente nello sviluppo del territorio.Non chiediamo di essere favoriti, ma semplicemente che siano tolti ostacoli assurdi rendono il percorso quotidiano delle imprese troppo impervio e acci-dentato, come se avessero un peccato originale da scontare. Quale peccato mai avremmo commesso? È forse un peccato rischiare e fare impresa per creare lavoro e ricchezza? I veri peccati sono altri! Ad esempio quelli di omis-sione nel sostegno a chi fa impresa. Non bastano le parole, servono fatti. Ci sono molte cose da fare. Chiediamo che venga allentata la morsa fiscale e burocratica, oggettivamente oppri-

mente. Le tasse e i tributi vanno pagati e noi vogliamo pagarli, ma in condi-zione di equità. L’impressione è che ancora ricada sulle imprese un antico pregiudizio ideologico mai corretto: quello di considerarle come padroni e non come creatori di lavoro, ricchezza, benessere, opportunità. Di essere con-siderate pecore da tosare e non invece da alimentare con politiche adegua-te, per aiutarle e concorrere in ma-niera attrezzata nella dura partita dello sviluppo. Quell’ Imu per le imprese produtti-ve fissata all’aliquota più alta in non pochi dei nostri trenta Comuni pro-vinciali ne è una prova lampante. Un punto in meno di Imu vale più di tanti proclami.

L’INTERVENTO INTEGRALE DEL PRESIDENTE DELL’UNIONE PROVINCIALE FORLI-CESENA DI CONFCOMMERCIO

L’impresa di crescere, Confcommercio lancia la sfida

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Per non parlare della burocrazia.Certo, essa è necessaria per amministrare, ma quando degenera nel burosauro come purtroppo avviene nel nostro paese, l’imprenditore si trova ad agire in un terreno impervio e nemico. Alla sfida del mercato, sempre più impe-gnativa, si aggiunge così la sfida contro agenti esterni che non di rado finisco-no per irretire e immobilizzare l’impre-sa, metterla in difficoltà, forse per un antico pregiudizio ideologico che non si riesce a eliminare. Quello di conside-rare gli imprenditori come dei padroni e non, come sono in realtà, creatori di lavoro. Non siamo padroni da tosare, ma creatori di lavoro e opportunità. Chi crea lavoro va sostenuto e, se mi permettete, anche coccolato.Ciò non avviene e allora bisogna cam-biare rotta: oltre a diminuire l’Imu per le imprese, diminuiamo i tributi, ab-bassiamo l’iniqua Tari dei rifiuti per la quale chiediamo la tariffa puntuale commisurata ai reali rifiuti smaltiti. Alleggeriamo inoltre gli adempimenti che opprimono le imprese nella misura di uno ogni cinque giorni, unifichiamo i regolamenti che variano da Comune e comune e determinano una giungla normativa della quale non si riesce a venire a capo.Creiamo inoltre le condizioni nei nostri Comuni per una maggiore sicurezza. È la priorità delle priorità. Le nostre forze dell’ordine sono encomiabili e approfit-to dell’occasione per rivolgere loro un sentito ringraziamento per l’abnegazio-ne e l’impegno con cui svolgono il loro operato, e il nostro auspicio è che ven-gano rinforzati e potenziati gli organici.Ma serve prima di tutto una svolta a livello politico. In occasione della ma-nifestazione nazionale Confcommercio “Legalità mi piace” che si è tenuta in novembre, come Unione provinciale abbiamo presentato una indagine sul-la sicurezza percepita da parte di oltre 400 imprese e il quadro che è emerso è di crescente preoccupazione e in-quietudine per i crimini che vengono effettuati, anche a danno delle imprese stesse. A monte servono leggi che af-fermino la certezza della pena. Non è possibile che i delinquenti tornino in tempi brevi nelle condizioni di delin-quere ancora.Senza sicurezza viene meno il prere-quisito fondamentale per avere un am-

biente vivibile per le imprese, oltre che per i cittadini. Creare questo ambiente favorevole è un imperativo categorico.Non farlo diventa un boomerang, un atto masochistico. Chi tratta male le imprese, si fa del male, perché senza imprese c’è solo povertà. Agire su si-curezza, tasse, burocrazia non basta, però. C’è bisogno di politiche incenti-vanti su commercio, turismo e terzia-rio. Il consolidamento e la difesa della rete distributiva è il primo modo per garantire coesione sociale alle nostre città. I negozi sono un presidio di civil-tà e rafforzamento dell’identità del ter-ritorio. Le nostre amministrazioni deb-bono tenerne conto quando si tratta di agire sulla programmazione commer-ciale, sulle poli-tiche del traffico e insediative.La salvaguar-dia del piccolo commercio è un valore ur-bano e politico irrinunciabile. Va rilanciato il commercio nei centri storici e nelle periferie e in tutti e 30 i co-muni provincia-li, in particolare quelli piccoli, dove il commer-cio è un presidio non solo econo-mico, ma di co-esione sociale. Il turismo è il nostro petrolio. E a tutti i livelli, dal nazionale al locale, servono capaci trivella-tori che aiutino le imprese a far fruttare la mate-ria prima. Qui in Roma-gna e in Riviera servono prima di tutto infra-strutture sui col legamenti per rendere le nostre mete più raggiungibili specie dai turisti europei ma anche da quelli italiani. In questo senso il rilancio dell’aeroporto di Ro-magna e il varo della metropolitana di costa sono due obiettivi imprescindi-bili al servizio di un turismo d’eccel-

lenza che si deve integrare con quelli dell’entroterra, con il turismo artistico dei borghi e delle valli appenniniche. La nostra Confcommercio territoriale sta lavorando molto sul brand Roma-gna terra del buon vivere e della dolce vita. L’intuizione di Nerio Alessandri, patron di Technogym, di realizzare la valle del benessere in un luogo che ha tutte le caratteristiche per divenire un distretto mondiale del buon vivere ci trova in piena sintonia. Su questa scia si innesta anche l’operato di imprese leader del territorio romagnolo.In questi anni Confcommercio è stata tra i promotori di alcune iniziative che hanno rilanciato il brand Romagna, come la Notte del liscio o il rilancio

della valle dei laghi in Alto Savio, a cui stiamo lavo-rando in stret-ta sinergia col ministro all’Ambiente Galletti e il sot-tosegretario Gozi, insieme agli interlocu-tori pubblici territoriali.La strada è questa: priva-ti e pubblico debbono lavo-rare insieme per creare i presupposti del rilancio del territorio. Per cambiare, tut-tavia, dobbia-mo cambiare anche noi stes-si, riformarci, aggiornarci , essere più ade-renti alle sfide dei tempi.L’Unione pro-vinciale Cofn-commerc io , con le realtà forlivese e cesenate che operano in piena sinergia, è un segnale

chiaro contro i persistenti campani-lismi. Un’Unione che si pone come casa dei servizi e tutor delle imprese facendo leva sul know how nella con-sulenza e nella assistenza acquisito in

settant’annni di storia a fianco delle imprese.Imprese che ambiano ad accompagna-re sul mercato con strumenti sempre più affinati e strategici. Ma ci serve la sponda di ci è chiamato ad amministra-re il quale deve dimostrare nei fatti la considerazione che non manca di ave-re a parole per le piccole imprese. Tutti ci riconoscono a parole una centralità per lo sviluppo, ma i fatti sono ancora per molti versi carenti. Le imprese non vogliono pacche sulle spalle e parole di circostanza. La ragione si dà i matti, si dice in Romagna. Noi ci aspettiamo interventi concreti a favore di chi ali-menta la crescita e questo è il nostro metro di giudizio per valutare l’operato dei politici.La sfida dunque è l’impresa di cre-scere. L’Unione Confcommercio di Forlì-Cesena vuole fare la sua parte e continuerà a porsi come soggetto propulsivo che si mette in gioco. La nostra logica è prima dare il nostro apporto, poi chiedere quello che ser-ve e che manca. La nostra Confedera-zione - volevo chiudere da dove sono partito - è un punto di riferimento straordinario, la nostra grande casa associativa, e sta mettendo in campo strumenti mirati in tutti i settori per accompagnare le imprese sul merca-to, in termini di assistenza al credi-to e all’amministrazione finanziaria, politiche del lavoro e formazione at-traverso Confcommercio Academy. La nostra è una Confederazione che dimostra ogni giorno di saper caval-care il cambiamento, di crescere, di diventare più forte di prima. Di voler cambiare per migliorare.Sul cambiamento ci tengo ad aggiun-gere una considerazione. Per cam-biare non serve necessariamente il nuovo purché nuovo. Ci sono tanti giovani in giro che sono già vecchi. E c’ è chi, al contrario, riesce ad essere sempre giovane anche se gli anni pas-sano. Quel che serve a tutti i livelli è capacità di guida, affidabilità, espe-rienza. Chi ha dimostrato di sapere sempre tenere saldamente il timone anche quando il mare è grosso, è bene quindi che continui a guidare la barca nella rotta della sviluppo.In Confederazione questa certezza di guida l’abbiamo e come Confcommer-cio territoriale questa certezza di es-sere a bordo di una nave ben guidata la sperimentiamo in ogni momento. Allora si tratta di continuare in que-sta rotta, per il bene delle imprese e del paese.

SANGALLI A CESENATICO 25 GENNAIO 2018

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6 SANGALLI A CESENATICO 25 GENNAIO 2018

Lo splendido staff di Confcommercio che ha curato l’accoglienza dei partecipanti al convegno

Il saluto del Sottosegretario Sandro Gozi

Il presidente Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì Roberto Pinza con Sangalli, Patrignani e Vignatelli

Il presidente Patrignani intervistato prima del convegno Patrignani con Vignatelli e il direttore della Camera di Commercio di Romagna Nannini

Autorità in piedi durante l’inno nazionale Il sindaco Gozzoli e il moderatore Finucci

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7 SANGALLI A CESENATICO 25 GENNAIO 2018

Crescita in atto, ma per-mangono criticità. È emerso dall’analisi del Segretario generale di Camera di Commercio di Romagna Antonio Nannini che al convegno dell’Unione provinciale Confcommercio del 25 gennaio al Grand Hotel da Vinci ha tracciato l’identikit dello stato dell’economia territoria-le.“La Camera di Commer-cio di Romagna – ha premesso Nannini - è un ente nato un anno fa in seguito a un proces-so di riforma volto a razionalizzare gli istitu-ti camerali che da 105, tanti quanti le province, diventeranno sessan-ta. Quello romagnolo è l’ottavo accorpamento avvenuto in Italia, ed è stato volontario, senza aspettare che l’unione fosse sancita per de-creto. Nel nostro terri-torio che comprende 55 Comuni con 730mila residenti sono presenti circa centomila imprese, una ogni dieci abitanti. Il commercio compren-de una percentuale del

26%, alberghi e ristoranti l’11%, servizi il 26%”.“In questi lunghi anni di crisi si è registrato un calo di imprese che però nel 2017 si è ridotto – ha aggiunto Nannini -. Diffi-coltà si sono riscontrate nel settore agricolo, si consolida la serie positi-va per il manifatturiero, lievi segnali di ripresa si riscontrano nel settore delle costruzioni, si con-ferma la fase complessa nel commercio, cresco-no invece le esportazio-ni. Un dato inquietante è l’aumento della criticità per sofferenze salite dal 2% all’ 11% per cento, un tempo impensabili. In definitiva il 2017 è stato un anno positivo, con la Romagna che ha ha fatto registrare una cre-scita dell’1,5% che però in prospettiva tenderà a rallentare: è stata sti-mata dell’1,4% nel 2018 e dell’1,1% nel 2019. La Spagna, ad esempio, cre-sce tre volte più di noi”.“Il commercio al det-taglio - ha sottolineato Nannini - è l’unico set-tore dove le imprese nel 2017 sono state in legge-

ro calo, una contrazione dovuta ai cambiamenti strutturali del settore, all’avanzata dell’e-com-merce e alla diminuzione degli acquisti nei nego-zi tradizionali, al minor reddito e disponibilità delle famiglie ma anche alle incertezze che ali-mentano la propensio-ne al risparmio. Per il turismo abbiamo invece avuto una stagione di rilievo: i servizi di allog-gio tengono e sono in aumento, con elevata ca-pacità alberghiera e ex-tra, con un incremento del 4,2% e più presenze degli stranieri. Aumen-tano i servizi di ristora-zione e diminuiscono i bar, i servizi ‘fuori casa’ sono sempre più prota-gonisti, crescono inoltre le imprese informatiche e della comunicazione. Nonostante le difficoltà di alcuni settori, princi-palmente agricoltura, costruzioni e commer-cio e la criticità del credi-to, il sistema produttivo conferma performance sempre più difffusa-mente positive”.

Orogel, una storia esemplare d’im-presa. L’ha raccontata condividendo-la col folto pubblico al convegno di Confcommercio all’hotel da Vinci del 25 gennaio scorso, il suo amministra-tore delegato Bruno Piraccini, che il 1° giugno 1967 fu tra i fondatori della Cooperativa agricola produttori or-tofrutticoli. L’unione provinciale Con-fcommercio di Forlì-Cesena ha voluto che nel grande evento col presidente Sangalli fosse compresa anche la nar-razione di una storia esemplare delle più strutturate aziende provinciali. “Oggi il consorzio - ha detto Piracci-ni - ha un fatturato aggregato di oltre 600 milioni di euro, oltre 1500 soci, circa 3200 dipendenti in tre centri principali (Cesena, Ficarolo e Polico-ro) ed è la prima azienda italiana nel settore dei vegetali surgelati freschi. Tra i vari punti di eccellenza che la contraddisinguono la propensione all’innovazione e la capacità di inter-cettare i cambiamenti delle abitudini alimentari degli italiani. Verdurì, il pri-mo gran passato di verdure in gocce. è diventato in breve tempo il piatto

pronto surgelato più venduto in Ita-lia.“Costanti collegamenti con la ricer-ca, l’Università, le scuole di cucina e l’attenzione alle tendenze emer-genti del mercato hanno portato

Orogel - ha proseguito Piraccini - a conquistare sempre nuovi spazi, anche grazie allo sviluppo delle po-litiche ambientali ed ecosostenibili con la messa a regime di impianti di cogenerazione, di produzione

di energia alternativa, di risparmio energetico e di riutilizzo dei prodot-ti di scarto delle lavorazioni. Il pia-no investimenti per il triennio 2016-2018 è di 100 milioni di euro: per il nuovo sito produttivo di Cesena; per il potenziamento degli impianti con innovazione tecnologica per la surgelazione degli ortaggi; per la re-alizzazione di un nuovo sistema di alimentazione a temperatura con-trollata per accogliere e avviare im-mediatamente gli ortaggi freschi in arrivo dalla campagna nella linea di surgelazione; per il potenziamento dello stabilimento di Policoro e per miglioramento dello stabilimento di Ficarolo”. Un’impresa che vuole contribuire anche alla crescita del territorio so-stenendolo concretamente. “L’anno scorso - ha rimarcato Piraccini - è nata la Fondazione For Fruttadoro Orogel che attraverso un contributo di circa il 5% degli utili del Gruppo, pari a un milione di euro, si prefigge di sostenere iniziative culturali e di volontariato sociale”.

di ROBERTO VIGNATELLIL’istituzione nel Regno Unito del ministro della Solitudine ha suscita-to una larga eco e si è affrontata la questione in un’ottica soprattutto geo-antropica ed etica, che sono strumenti in-terpretativi degni della massima attenzione, ma non certamente i soli per fornire una lettura adeguata di un evento senza dubbio così sbalorditivo.Non si può limitare la spiegazione, dun-que, ad una diffu-sione maggiore nei Paesi nordici della condizione esisten-ziale della solitudi-ne rispetto a quelli latini e neppure li-mitarsi a deprecare moralisticamente il fatto che se lo Stato è costretto a interve-nire per far fronte a un emergenza prin-cipalmente di carat-tere individuale e sociale, in un settore che attiene al vissu-to dell’individuo, si è toccato veramente il fondo nella convivenza civile-La questione, in real-tà, riguarda anche noi, ad altre latitudini e pur come popolazioni latine che della dimensione so-ciale facciamo il perno attorno a cui ruota la no-stra esistenza: la solitu-dine urbana è un rischio anche dalle nostre parti, e per tante ragioni fra cui l’aumento delle per-sone in condizioni socia-li svantaggiate, l’incre-mento degli anziani soli, ma anche - ed eccoci al punto che volevo rimar-

care - il depauperamen-to commerciale e dei servizi delle nostre città.Noi riteniamo che com-mercio, cultura, valoriz-zazione dei centri storici siano un collante e un fattore di coesione so-ciale. Ne è prova il successo delle mostre ai Musei di San Domenico di Forlì, divenuto polo attrattore nel centro storico, pre-

zioso alleato della rete commerciale. Su cultura e commercio bisogna in-vestire.Lo spopolamento com-merciale non è un fatto ineluttabile, ma un feno-meno che deve essere governato e debitamen-te contrastato. A nostro avviso Governo ed enti locali locali debbono porre ai primi posti del-la loro agenda politica la necessità di incenti-vi e sostegni alla rete distributiva e ai negozi

al dettaglio per aiutarli a rimanere sul merca-to, in quanto il piccolo commercio, insieme ai servizi scolastici e ai servizi ai bisognosi, co-stituisce un intervento a favore della dimensione sociale di un territorio. Il sostegno al piccolo commercio è una forma di welfare e di sostegno allo stato sociale.

In un’epoca in cui la rete distributi-va è insidiata oltre che dalla grande distribuzione sem-pre più anche dal commercio on line, che peraltro non va demonizzato ma in-tegrato con il com-mercio della rete distributiva esisten-te, occorre pertanto agire riequilibrando e sostenendo, con modi e interventi concreti da definite, chi assicura l’eroga-zione dei servizi di-stributivi. Il centro storico, salotto del commercio e casa della cultura, diven-

ta quindi uno spazio ag-gregativo strategico per combattere la solitudine urbana.È bene che i nostri politi-ci candidati alle elezioni del 4 marzo e anche gli amministratori locali ne tengano conto nelle loro azioni per creare città vive e partecipate, a forte dimensione comu-nitaria, per evitare che anche a casa nostra si materializzi lo spettro di un Ministero per la Soli-tudine.

L’ANALISI DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMAGNA SULLO STATO DELLE IMPRESE

Innescata la crescita ma permangono criticità

PRESENTATA AL CONVEGNO DI CESENATICO LA STORIA ESEMPLARE DELLA PRIMA AZIENDA ITALIANA NEL SETTORE DEI SURGELATI FRESCHI

L’ amministratore Piraccini: “Orogel, mezzo secolo di sviluppo”

L’INQUIETANTE MINISTERO ISTITUITO IN GRAN BRETAGNA

Commercio e cultura antidotoalla solitudine urbana

Il Segretario generale della Camera di Commercio di Romagna Antonio Nannini

Page 8: MAREA DI FOLLA PER IL PRESIDENTE SIAMO UNA ......MAREA DI FOLLA PER IL PRESIDENTE Il presidente dell’Unione provinciale Confcommercio Augusto Patrignani con il presidente nazionale

8 SANGALLI A CESENATICO 25 GENNAIO 2018

Sangalli intervistato da Teleromagna

Al centro il direttore di Confcommercio regionale Fantinie il presidente di Confcommercio regionale Postacchini

La spettacolare cornice di pubblico durante il convegno Autorità in prima fila al Grand Hotel da Vinci

Sangalli saluta il Sottosegretario Gozi Il presidente Pinza con i vertici Confcommercio Carlo Sangalli e Raoul Casadei

Il presidente Patrignani fa gli onori di casa Applausi a scena aperta per il presidente Sangalli Parlamentari locali e sindaci durante l’inno di Mameli

La tribuna dei relatori durante l’intervento di Sangalli Il presidente nazionale al suo arrivo Pubblico attento in sala: parla Sangalli

L’affollatissimo buffet al Grand Hotel da Vinci al termine del convegno Una splendida veduta della sala del Grand Hotel da Vinci durante il buffet

L’arrivo del presidente nazionale al Grand Hotel da Vinci Carlo Sangalli e Raoul Casadei parlottano appartati