Daniele Maroni III B Marzo 2016

16 Marzo 2016 ore 5:00, il pullman si è messo in moto: eravamo tutti trepidanti ed entusiasti della nostra partenza per il viaggio di istruzione che ci avrebbe fatto conoscere storia, cultura e arte dell’ Europa germanica.L’idea generale tra noi non era solo quella di divertirci, ma eravamo pronti e curiosi di scoprire quel mondo che 80 anni fa è nato con il nome di Partito Nazista.Il bello di questi viaggi secondo me e’ che si puo’ studiare un fatto, un monumento o un opera sul luogo e non sui libri…Durante il tragitto che ci avrebbe in seguito portato ad Innsbruck, prima tappa del viaggio, le mie occupazioni erano semplici e utili per far passare il tempo: parlare e ascoltare musica.Il pullman non era il top di gamma, ma almeno era comodo e le persone che avevo vicino parlavano volentieri e con voglia, mi era andata di lusso!

Una volta presa in mano la macchina fotografica, mentre ormai eravamo in Austria, ho iniziato

Monaco, Innsbruck, Norimberga, Neuschwanstein ma soprattutto…

“ Dachau e la Storia di un Lager “

a scattare foto a profusione per prenderci bene la mano…

Le montagne per fortuna son sempre belle e disposte per farsi fotografare! Ah ah ah!!!Ad un tratto i nostri occhi hanno incrociato una strana struttura, io e pochi altri sapevamo di cosa si trattasse: un trampolino sciistico olimpionico, ma non uno qualunque: quello di… Innsbruck!

Appena svoltata una curva, la vista di una città e dei suoi monumenti ci ha rinfrescato la mente: una piacevole visuale di un agglomerato urbano immerso nei monti ha reso noi tutti più felici e con un sorriso di compiacimento sul volto; che diversita’ dall’ Italia nel modo di costruire edifici… tutto era in stile gotico!

Una volta arrivati nel centro di Innsbruck il pullman ci ha lasciato in una grande piazza, li’ una guida ci ha accolto con un sorriso e ha cominciato a parlarci delle chiese, della città vecchia e del famosissimo Tettuccio d’oro, il tempo era splendido, tutti gli edifici brillavano e tutto appariva più felice!Era davvero mozzafiato vedere strutture altissime e decorate con oro e preziosi!!

La vita di quella città era molto movimentata: c’erano tantissime persone nell’area commerciale e ho notato anche una notevole presenza di artisti di strada, tutti erano vivaci e attivi.Noi avevamo gli occhi perennemente puntati verso qualcosa a noi estraneo, pensate che per la prima volta nella storia non avevamo tempo per lo smartphone!!! Incredibile per la nostra generazione “digitale”, no?Scherzi a parte, era semplicemente meraviglioso ed interessante quel “Ponte sull’Inn”, sia per le caratteristiche che per la tranquillità generale.Ecco alcuni piccoli scatti dell’area commerciale…

Ci siamo ritrovati per l’una circa nel piazzale e lì, dopo un breve ristoro siamo andati alle famose case colorate, molto graziose, anche se devo dire che simili costruzioni ne ho viste anche in Italia percio’ non mi hanno colpito in modo particolare.

La nostra visita della città si e’ conclusa visitando il museo del Tirolo: una grande quantità di bronzi, opere e una chiesa componevano questo piccolo posticino i cui luoghi erano tutti ben illuminati, traspariva molta nobiltà ed un senso di fierezza da quelle statue dallo sguardo risoluto.

Era tardo pomeriggio, percio’ era ora di incamminarci verso il pullman, e la nostra meta, una volta a bordo e’ stata la fabbrica della Swarowski.Il tragitto e’ durato quasi un ora, lasso di tempo nel quale ho cominciato a riguardare e migliorare le foto appena scattate, pensavo intanto alla grande occasione di visitare Innsbruck, perché è molto importante dal punto di vista storico e culturale.Alla fabbrica della Swarowski abbiamo potuto solo osservare da lontano il parco dei cristalli, c’era anche una buffa e particolare fontana rappresentante il volto di un uomo al quale scende acqua dalla bocca.

Dopo anche questa breve visita, il nostro rifugio ci ha finalmente accolto; con un viaggio di due ore circa, finalmente siamo arrivati all’attesissima Monaco di Baviera:

eravamo in Germania, e vi assicuro che le marche di automobili erano solo tedesche e austriache!! Che patriottismo!Però, una volta arrivati all’ostello, non siamo entrati subito… siamo dovuti restare un quarto d’ora fuori, per farci poi consegnare le tessere magnetiche per aprire le rispettive camere.Dopo avere sistemato tutto e fatto la doccia siamo andati tutti a cenare, il cibo era non particolarmente buono, ma perlomeno ci siamo riempiti lo stomaco.Quella sera abbiamo poi seguito la partita calcistica Bayern Monaco-Juventus. Vittoria schiacciante della squadra tedesca!Dopo un sonno di circa 5 ore, ci siamo svegliati per poi fare colazione alle 7:00.Il nostro tour della città e’ iniziato alle 8:00 e, grazie al nostro accompagnatore, abbiamo visitato la città da un vetro del pullman: abbiamo visto i Theresiewiesen, i campi dove si tiene l’Oktoberfest; un museo dedicato ai pompieri; l’albero della cuccagna ed infine…

Marienplatz, la piazza principale della cittadina di Monaco, caratterizzata dal GlokenSpiel con la sua chiesa grande, sfarzosa e alta!Il carillon meccanico che noi abbiamo visto in funzione alle ore 12 e’ davvero particolare, la piazza era infatti affollata e con una grande presenza di visitatori.

Il clima allegro e festoso di Monaco era visibile in ogni particolare, mangiando poi cibo tipico come pretzel, carne e guardando ogni angolo, si intuiva che erano molto tradizionalisti e patriottici:

Ma il vero scopo del nostro viaggio era di istruirci su una delle realtà più crudeli e importanti, per quanto ingiuste, il regime nazista e il suo primo campo di concentramento, creato come risposta alle esigenze del fϋhrer…

Dachau…

Il giorno 18 Marzo 2016 credo che rimarra’ impresso nella mente di molti ..

Siamo arrivati di buon mattino nella cittadina di Dachau,e fin qui nulla di strano, ma quando ci siamo inoltrati nel vicino boschetto la realtà e’ mutata drasticamente : era un clima desolato, silenzioso ed in lontananza si vedeva un muro e delle torrette… li’ abbiamo incontrato la nostra guida, che ci ha spiegato brevemente la storia di Dachau sottolineandone la storia, la creazione, gli imprigionati e le condizioni di vita...Il solo fatto che vivere all’ interno del campo significava disperazione e morte certa..Una volta entrati nel cancello principale, solo il cielo dava colore a quella vasta distesa di ghiaia.Il luogo era enorme ed era caratterizato da uno spazio aperto molto ampio, il tutto era contornato da fossati e filo spinato con qualche minacciosa torre che si stagliava nel cielo.Vedere un luogo di ex detenzione ricordava morte, c’era molto silenzio nell’aria e nessuno osava o avrebbe osato disonorare e sminuire questo passato, che poi e’ passato da solo 70 anni ..In lontananza si scorgevano alcuni luoghi di culto, testimoni dell’orrore e guardie attuali per un futuro migliore.Era un luogo piuttosto ventoso, il sole colpiva gli occhi ed il vento sferzava il viso, immaginate dunque l’inverno, senza calore,acqua,cibo,vestiti e soprattutto umanità per quelle che furono le vittime dell’olocausto.

La storia di Dachau è davvero lunga e interessante:Il campo di concentramento di Dachau e’ stato il primo campo di concentramento nazista, aperto il 22 marzo 1933 su iniziativa di Heinrich Himmler.E’ iniziato così per Dachau un periodo drammatico che ha visto legato indissolubilmente il nome della città al campo di concentramento.Dachau e’ servito da modello a tutti i campi di concentramento, di lavoro forzato e di sterminio nazisti eretti successivamente e fu la scuola d'omicidio delle SS che esportarono negli altri lager Lo spirito di Dachau, il terrore senza pietà. Nel campo hanno transitato circa 200.000 persone e, secondo i dati del Museo di Dachau, 41.500 vi persero la vita. I deportati in arrivo dovevano percorrere una larga strada curata, la Lagerstrasse, al termine della quale era situato il cosiddetto Jourhaus, la "porta dell'inferno", il

simmetrico edificio del comando di campo con una posticcia torretta di guardia sul tetto. Lo Jourhaus è attraversato nel mezzo dall'arco d'ingresso al campo e l'arco è completamente chiuso, a sua volta, da un'estesa grata in ferro battuto con un piccolo cancello al centro, che reca la scritta: Arbeit macht frei.Con gli anni questo cinico slogan di Dachau, che significa "Il lavoro rende liberi", e’ stato poi utilizzato in numerosi altri nuovi campi che via via si andavano costruendo, diventando il simbolo stesso della menzogna nazista sui lager. Il lavoro in quei luoghi infatti non ha liberato mai nessuno ma e’ stato usato come strumento di morte primario per il genocidio scientifico degli "indesiderabili", ritenuta vantaggiosa per l'economia del Reich.Il campo di Dachau, insieme a quello di Auschwitz, è divenuto nell'immaginario collettivo il simbolo dei lager nazisti.Personalmente, avevo un po’ di timore nel vedere i particolari del campo, un senso di rispetto e tristezza mi ha assalito.Quello che vedevamo era arte anche se vi erano anche molte opere che rappresentavano o ricordavano gli orrori e rendevano onore agli imprigionati.

Quello che ci separava da cio’che un tempo era assolutamente inumano, incomprensibile era solo un cancelletto..Dietro a delle piante si scorgevano dei camini, presagio dell’arrivo alla nostra destinazione, alla nostra esperienza, per poi parlare e raccontare del dramma dei forni crematori.Li ho visitati nei minimi particolari e ho passato del tempo da solo per riflettere e capire meglio.Non ho scattato fotografie dei forni crematori, ma solo dell’edificio; vi assicuro che non li dimenticherò facilmente.C’era solo silenzio, l’odore nell’aria ricordava disperazione e molta sofferenza, le

targhe e descrizioni illustravano come questa realtà fu messa in atto e praticata negli ultimi anni di guerra.

Altro argomento toccante è stato quello delle Baracche, al loro interno ho scattato diverse fotografie.Esse erano le ricostruzioni delle camere comuni, dei bagni e delle fontane: i nazisti avevano privato di ogni dignità i prigionieri, anche della loro intimità.I bagni erano tutti in un'unica stanza e non c’era nessun apparecchio per rimanere al caldo,spregevole.

Le stanze erano progettate per ospitare più persone possibile, se una baracca ne ospitava 40, quando il campo fu sovraffollato ne conteneva addirittura duecento!

Le condizioni erano inenarrabili, quello che era racchiuso all’interno delle baracche era solo una vigliaccheria, tenuta nascosta dalle menzogne di Hitler e del Nazismo.

“Queste visite aiutano, fanno capire a chi deve crescere, come crescere, come diventare adulto e come evitare che il mondo cada in una disperazione cosi’ totale da commettere ancora tragici errori.Personalmente, la visita mi ha ben svegliato, mi ha reso ancora più consapevole e pronto, per lottare contro l’ingiustizia piccola o grande che sia.Purtroppo, noi umani non siamo ancora così evoluti da non compiere fatalità e non provare invidia, siamo noi tutti che dobbiamo istruirci per capire cosa è bene e male fare, nessuno escluso.Il fatto che spesso le persone ironizzino fino a portare le frasi ad un livello sarcastico riferendosi al nazismo è segno di ignoranza e di scarsa conoscenza dei fatti e degli errori dell’uomo.Solo istruendosi e continuando ad arricchire la propria cultura ogni persona può capire il passato, vivere nel presente e intuire il futuro!”

Tutti i miei compagni restarono molto colpiti dalla visita e dall’esperienza di sentire cosi’ vicino la morte.Nessuno osava fiatare, nessuno era in grado di sostenere lo sguardo per troppo tempo su quegli strumenti ignobili, il nostro pensiero era non di odio verso il nazismo, ma di disprezzo con un senso di giustizia molto spiccato per il presente.Eravamo come in lutto, per tutti i prigionieri morti..Cercavamo cosi’ di condividere nostri pensieri e ci sentivamo comunque rattristati ma certamente piu’ consapevoli…

Dopo questa dolorosa parentesi il nostro viaggio comunque e’ proseguito molto bene, senza nessun inghippo e con una nuova meta…

NorimbergaNorimberga è una città extracircondariale tedesca situata nel Land della Baviera e non va confusa con Nürburg in Renania-Palatinato.Essa e’ il centro economico e culturale della Franconia e come grandezza è la seconda città della Baviera, con oltre mezzo milione di abitanti.La città è situata sulle rive del fiume Pegnitz che nasce a circa 80 km a nord-est della città e l'attraversa da est a ovest per circa 14 km per poi congiungersi, pochi km a nord della città di Fürth con il fiumeRednitz per formare il Regnitz.Il centro della città è delimitato a nord dalla collina sulla quale si trova il castello con la sua cinta muraria.La nostra visita e’ consistita nell’entrare attraverso la cinta del castello e poi visitare il borgo e le chiese.Mi sembrava veramente di essere catapultato nel periodo medievale con riferimenti ai nostri giorni!Il castello era davvero magnifecente, di un colore rossiccio e all’interno vi erano molte persone.

Dopo questa breve visita del castello, insieme alla nostra simpatica guida abbiamo appreso molto sulla città, sulle case in pietra e a graticcio, sulle costruzioni, sui ponti e soprattutto sulla magnifica chiesa di san Sebaldo!Un vero spettacolo!!!Nessun commento invece per la copia del Colosseo…

Il giorno seguente, la nostra tappa finale, il castello più bello che abbia mai visto:

NeuschwansteinEsso è stato costruito alla fine del XIX secolo e situato nel Sud-ovest della Baviera nei pressi di Füssen, nella località di Schwangau, di fronte al castello di Hohenschwangau.Il nome tedesco Neuschwanstein può essere tradotto in italiano come Nuova pietra del Cigno, con possibile richiamo all'idea di Nuova roccaforte del Cigno; tale nome è collegato infatti alla sua costruzione nel territorio di Schwangau - Contea del Cigno - avvenuta successivamente rispetto ad altri castelli più antichi.Commissionato dal re Ludovico II di Baviera come ritiro personale ed omaggio al genio del musicista Richard Wagner da lui particolarmente amato, Ludovico pagò per la costruzione del palazzo coi propri fondi senza accedere al tesoro di Stato. Il re amava rimanere isolato dal mondo e questo luogo era divenuto per lui un rifugio personale, ma dopo la sua morte nel 1886 esso fu aperto subito al pubblico, desideroso di visitare quello che veniva decantato come un progetto fantasioso.Può essere annoverato fra i castelli e le fortezze più visitati in Europa e pensate che negli ultimi anni è stato proposto per le sette meraviglie del mondo moderno ed è il soggetto di numerosi puzzle e poster… di cui uno ne ho anche io stesso acquistato!Purtroppo era vietato fare le foto ma dell’esterno ne ho fate molte, vi assicuro comunque che l’interno era incantevole e molto sfarzoso.E stata un ‘esperienza molto particolare visitare un castello cosi’ sfarzoso, devo dire davvero in contrapposizione agli orrori che ancora aleggiavano nelle nostre menti della visita del giorno precedente.. quindi direi che si’, il castello e’ stato davvero meraviglioso ma non ho potuto godermi il tutto come avrei sperato…

Comunque, tornando al castello, la facciata esterna è stata restaurata di recente ed abbiamo potuto ammirarlo in tutto il suo splendore.

Durante il viaggio ho preso molti biglietti da visita e volantini di modo da poter testimoniare anche con materiale cartaceo le informazioni dei luoghi. Per esempio ho creato questo composit:Possiamo notare la numerosa presenza di ristoranti di cibo Italiano, purtroppo non ho trovato molto buona la cucina tedesca…ma non siamo andati in un vero ristorante quindi direi che è ancora da studiare.

Resta il fatto che questo viaggio è stato entusiasmante e molto ricco di informazioni utilissime, ci siamo divertiti davvero tanto; ne è valsa la pena, considerando tutto.Ringrazio tutti, professori in primis, non ho parole per descriver la bellezza totale di questi paesi… è… incommensurabile!!

Questa esperienza ci ha fatto sicuramente crescere, e di conseguenza capire, comprendere meglio la realtà complessa del mondo che ci circonda, per renderci conto di cosa possiamo fare per migliorare ed evitare di commettere – o far commettere - errori irreparabili.

Grazie Bavaresi, genti di Innsbruck e Schwangau..Credo che certe volte si possa solo prostrare la propria anima, inginocchiarsi e pregare anche se non si è credenti e quelle vite spezzate, umiliate ci chiedono il terribile sforzo di non scordarci di loro mai finché vita non ci separi.Io di certo non lo faro’.

Daniele Maroni