· Web viewLe cinque medaglie sono esemplari di oreficeria romana che recano l’effigie di Sisto...

4
Capolavori Sibillini Le Marche e i luoghi della bellezza Percorso della mostra I Musei della Rete Museale dei Sibillini espongono 56 capolavori al Museo Diocesano di Milano: “Capolavori Sibillini, Le Marche e i Luoghi della Bellezza”, a cura di Daniela Tisi e Vittorio Sgarbi, dal 21 dicembre al 30 giugno 2018. Una prestigiosa selezione di opere provenienti dai luoghi marchigiani colpiti dal terremoto del 2016 presentata al pubblico milanese: in mostra capolavori di grandi maestri come Perugino, Fortunato Duranti, Spadino, Cristoforo Munari, Crivelli, Cristoforo Unterperger, Corrado Giaquinto, Simone De Magistris, Ignazio Stern, Nicola di Ulisse da Siena, Salvatore Monosilio, Vincenzo Pagani. Il percorso espositivo si articola in cinque sezioni, in cui le opere fanno da trait d’union tra i musei Sibillini e il territorio marchigiano, vero protagonista in mostra, con la sua fragile bellezza densa di tradizioni, arte e natura, che deve essere tutelata e valorizzata. Sezione 1: Montefortino La pinacoteca di Montefortino è la prima istituzione museale pubblica di tutte le Marche (fondata nel 1842 grazie a una serie di donazioni di Fortunato Duranti) che raccoglie dipinti di autori come Perugino, Antoniazzo Romano e Giuseppe Bartolomeo Chiari, a cui si aggiungono tre nuclei omogenei di opere di Corrado Giaquinto, le nature morte di Cristoforo Munari (detto Spadino) e di bozzetti di Cristoforo Unterperger. In questa prima sezione dell’esposizione dedicata ai tesori di Montefortino figurano l’Autoritratto di Fortunato Duranti e l’Allegoria con lo Stemma di Montefortino, due opere paradigmatiche e indispensabili per avvicinarsi alla complessa personalità di Fortunato Duranti. Lo Stemma di Montefortino eseguita a penna e acquarellature su carta è un originalissimo tributo a Montefortino, riflesso

Transcript of  · Web viewLe cinque medaglie sono esemplari di oreficeria romana che recano l’effigie di Sisto...

Page 1:  · Web viewLe cinque medaglie sono esemplari di oreficeria romana che recano l’effigie di Sisto V e di Minerva, oltre a stemmi ed emblemi dell’araldica sistina, e sono appesi

Capolavori SibilliniLe Marche e i luoghi della bellezza

Percorso della mostra

I Musei della Rete Museale dei Sibillini espongono 56 capolavori al Museo Diocesano di Milano: “Capolavori Sibillini, Le Marche e i Luoghi della Bellezza”, a cura di Daniela Tisi e Vittorio Sgarbi, dal 21 dicembre al 30 giugno 2018.

Una prestigiosa selezione di opere provenienti dai luoghi marchigiani colpiti dal terremoto del 2016 presentata al pubblico milanese: in mostra capolavori di grandi maestri come Perugino, Fortunato Duranti, Spadino, Cristoforo Munari, Crivelli, Cristoforo Unterperger, Corrado Giaquinto, Simone De Magistris, Ignazio Stern, Nicola di Ulisse da Siena, Salvatore Monosilio, Vincenzo Pagani.Il percorso espositivo si articola in cinque sezioni, in cui le opere fanno da trait d’union tra i musei Sibillini e il territorio marchigiano, vero protagonista in mostra, con la sua fragile bellezza densa di tradizioni, arte e natura, che deve essere tutelata e valorizzata.

Sezione 1: Montefortino La pinacoteca di Montefortino è la prima istituzione museale pubblica di tutte le Marche (fondata nel 1842 grazie a una serie di donazioni di Fortunato Duranti) che raccoglie dipinti di autori come Perugino, Antoniazzo Romano e Giuseppe Bartolomeo Chiari, a cui si aggiungono tre nuclei omogenei di opere di Corrado Giaquinto, le nature morte di Cristoforo Munari (detto Spadino) e di bozzetti di Cristoforo Unterperger.In questa prima sezione dell’esposizione dedicata ai tesori di Montefortino figurano l’Autoritratto di Fortunato Duranti e l’Allegoria con lo Stemma di Montefortino, due opere paradigmatiche e indispensabili per avvicinarsi alla complessa personalità di Fortunato Duranti. Lo Stemma di Montefortino eseguita a penna e acquarellature su carta è un originalissimo tributo a Montefortino, riflesso dell’attaccamento dell’artista e collezionista alla città in cui era nato. L’artista trasforma un emblema araldico in un paesaggio: interpreta lo stemma comunale in cui compaiono tra due olmi i cinque monti d’oro in campo azzurro simbolo del territorio, e tre onde d’argento in campo verde, alludenti ai tre fiumi: Aso, Tenna e Ambro. Il nucleo dedicato a Cristoforo Unterperger include i bozzetti per il Combattimento tra tritoni e grifi, parte della decorazione dell’atrio del torso del Museo Clementino in Vaticano, eseguita nel 1772. Gli altri tre bozzetti esposti sono relativi alle opere: l’Assunzione di Maria per la tela in Santa Maria Assunta a Gallese presso Viterbo; San Ponziano risparmiato dai leoni, modello per la pala del duomo di Spoleto del 1787; e I santi Filippo Neri e Ignazio di Loyola, eseguito nel 1788 e poi tradotto nel grande mosaico destinato alla basilica di Loreto. In mostra anche cinque dipinti di Corrado Giaquinto: La Maga, che accoglie il visitatore all’ingresso della mostra, per via della presenza della bacchetta, del pentacolo, dei libri e di un teschio, è un quadro con allusioni all’occulto e per tale ragione è stata in passato identificata con Circe o con Medea; la Trinità è un bozzetto per la decorazione del soffitto della chiesa romana di

Page 2:  · Web viewLe cinque medaglie sono esemplari di oreficeria romana che recano l’effigie di Sisto V e di Minerva, oltre a stemmi ed emblemi dell’araldica sistina, e sono appesi

San Giovanni Calibita; l’Immacolata Concezione e il profeta Elia, modello per la pala della chiesa del Carmine a Torino; Mosé riceve da Dio Padre le tavole della legge è un modello per l’ovale centrale ad affresco nel soffitto della cappella Ruffo in San Lorenzo in Damaso a Roma; Agar e Ismaele rappresenta l’episodio biblico in cui Agar, schiava egiziana di Abramo, viene scacciata da Sara insieme ad Ismaele, il figlio avuto dallo stesso Abramo.A chiudere la sezione: il Cristo della Passione di Perugino e la Santa Caterina di Antoniazzo Romano, due tra i lavori che meglio rappresentano il nucleo quattrocentesco e cinquecentesco della raccolta montefortinese.

Sezione 2: San GinesioLa Pinacoteca civica Sipione Gentili di San Ginesio, più volte interessata da lavori di ristrutturazione, è stata danneggiata dagli eventi sismici del 2016 al punto tale da rendere necessaria la messa in sicurezza dell’intera raccolta. In questa sezione sono esposti alcuni dei dipinti più antichi e significativi della Pinacoteca: la tavola raffigurante Sant’Andrea e la battaglia fra Ginesini e Fermani (1463 ca) di Nicola di Ulisse da Siena per la chiesa di Sant’ Agostino; l’affresco staccato raffigurante la Madonna del latte di Pierpalma da Fermo (1470 ca); e la tavola con il Matrimonio mistico di Santa Caterina, riferibile alla bottega di Domenico Ghirlandaio, realizzata intorno al 1480 per la chiesa di Santa Caterina.La sezione è arricchita da una serie di pale d’altare: tra queste figura la Madonna in trono con il Bambino e i santi Francesco, Girolamo, Caterina e Maddalena, capolavoro della maturità di Vincenzo Pagani e la Pietà e i santi Bartolomeo, Sebastiano, Rocco e Ginesio (1594) di Simone De Magistris.Il fermento culturale del Settecento marchigiano è documentato in mostra dalla tela i Santi Barnaba apostolo, Antonio abate, Telesforo papa e Tiburzio martire di Salvatore Monosilio e dalla Madonna della cintura con sant’Agostino e santa Monica, realizzata intorno al 1770 da Filippo Ricci. Richiama infine lo stile di Corrado Giaquinto: l’Immacolata, sant’Antonio di Padova e Giovanni Duns Scòto di Filippo Conti. Sezione 3: SarnanoLa Pinacoteca civica di Sarnano, che oggi ha sede all’interno del convento di Santa Chiara, propone una selezione di otto dipinti, tra i più antichi e significativi.La sezione si apre con la Madonna adorante il Bambino con due angeli musicanti di Vittore Crivelli (Venezia 1435/45 – Fermo 1501/1502). Il percorso di mostra prosegue con due tavole di Vincenzo Pagani (Monterubbiano 1490 – 1568): la Santa Lucia e gloria d’Angeli e Il Compianto sul Cristo Morto. Il Seicento sarnanese è documentato in mostra da Simone De Magistris (Caldarola 1530/32 – 1612 ca), pittore allievo di Lorenzo Lotto, tra i rappresentanti più significativi del manierismo italiano. La sua Ultima Cena (1608) si caratterizza per un particolare impianto scenico, con la figura di Cristo nel lato sinistro della tavola anziché al centro. Completano la sezione due tele recentemente attribuite a Ignazio Stern (Salisburgo 1679 – Roma 1748), pittore austriaco migrato a Bologna e successivamente a Roma. L’Immacolata con San Bonaventura e il Beato Andrea dei Conti di Segni e l’angelo, datati negli anni Venti del Settecento, documentano l’attività marchigiana del pittore.

Page 3:  · Web viewLe cinque medaglie sono esemplari di oreficeria romana che recano l’effigie di Sisto V e di Minerva, oltre a stemmi ed emblemi dell’araldica sistina, e sono appesi

Sezione 4: Sisto V e la sua cittàIl piccolo borgo di Montalto delle Marche viene elevato al rango di città nel 1585, quando il suo più illustre figlio Felice Peretti diviene Papa col nome di Sisto V. In mostra, provenienti dal polo museale Città di Sisto V, cimeli come un piccolo rame raffigurante l’Adorazione dei Magi, realizzata nel 1616 da Sebastiano Ghezzi (1580 ca – 1645). La sezione prosegue con il Ritratto di Sisto V e la serie dei documenti figurativi sistini come l’Albero genealogico della famiglia Peretti. Da segnalare in esposizione uno degli abiti dei priori del presidato sistino, che indossavano un abbigliamento composto da un’ampia e lunga veste con maniche e gilet e da una sopravveste, con cappello a larga tesa, simile a quello degli alti prelati. Chiudono la sezione cinque medaglioni d’oro offerti dal Papa nel 1588 per ufficializzare la carica dei cinque magistrati, impreziosendone così l’abbigliamento nelle occasioni solenni. Le cinque medaglie sono esemplari di oreficeria romana che recano l’effigie di Sisto V e di Minerva, oltre a stemmi ed emblemi dell’araldica sistina, e sono appesi a catenelle riunite in una figura d’aquila.

Sezione 5: Loro PicenoLa mostra si chiude con la sezione dedicata a Loro Piceno che espone due tele provenienti dalle chiese del suo territorio: l’Assunzione della Vergine (1588-89) proviene dalla chiesa conventuale di Sant’Antonio da Padova attribuita a Ercole Ramazzani (Arcevia, 1537 ca – 1598 ca), esponente del manierismo marchigiano, e la Madonna del Rosario eseguita per l’altare maggiore della chiesa di San Francesco a Loro Piceno, una grande tela di cui è sconosciuto l’autore.

Per informazioni alla stampa: SEC Spa, via Panfilo Castaldi 11, Tel. 02.624999.1.Giulia Bertolini, [email protected], 333 7891567Maria Anna Vismara, [email protected], 338 9940968