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GIOVANI PER I GIOVANI - ragazze IO SONO UNA MISSIONE

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GIOVANI PER I GIOVANI - ragazze

IO SONO UNA MISSIONE

#PER LA VITA DEGLI ALTRILENDINARA – CHIOGGIA

6-7 OTTOBRE 2018GxG -Lendinara, Sabato 6 ottobre

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IO SONO UNA MISSIONETante volte, nella vita, perdiamo tempo a domandarci: “Ma chi sono io?”. Tu puoi domandarti

chi sei tu e fare tutta una vita cercando chi sei tu. Ma domandati: “Per chi sono io?”(Papa Francesco veglia di preghiera in preparazione alla GMG 2017)

Riguardando l’estate appena trascorsa o l’anno passato, per chi sei stato? Quali momenti di servizio hai vissuto? Pensaci un po’ su, ricorda i luoghi, le situazioni, le emozioni e se riesci prova a indicare i servizi che ti hanno reso più felice e perché.

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#PERLAVITADEGLIALTRILa ricerca di una vita felice passa sempre attraverso la mediazione dell’altro: la domanda giusta da farsi è quindi non cosa ho fatto per essere felice bensì: “chi devo rendere felice perché io possa davvero trovare la felicità?”

Rileggi ora le esperienze di servizio che hai scritto sopra e proviamo a guardarle con più profondità.Ero felice solo io o la mia felicità era dovuta alla felicità di qualcun altro? (nomina le persone che ti vengono in mente, ripensa ai loro sorrisi, ai loro grazie)Mi è capitato di mettere la mia unica felicità al primo posto e trasformare il servizio in egocentrismo o egoismo?

IN FIN DI VITA…

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…SULL’ORLO DI UN SOGNO!Giovanni Cagliero, 16 anni, una sera sul finire di agosto, tornando a casa dal lazzaretto si sentì male. Probabilmente, nel caldo asfissiante di quei giorni, aveva mangiato della frutta guasta. Il medico, chiamato subito da don Bosco, fece una diagnosi molto brutta: “È tifo”.La febbre lo tormentò per tutto il mese di settembre. Negli ultimi giorni, ridotto a pelle e ossa, Cagliero si sentiva mancare. Due medici, chiamati per un consulto, dichiararono che il caso era disperato. Consigliarono di amministrargli gli ultimi sacramenti.Don Bosco rimase profondamente turbato. Voleva un bene dell’anima a quel ragazzo. Non ebbe la forza di dargli la tristissima notizia. Pregò Giuseppe Buzzetti di farlo lui, con estrema delicatezza. Intanto scese in chiesa a prendere il Viatico. Giuseppe Buzzetti aveva appena parlato con Giovanni, quand' ecco rientrare don Bosco con la teca del Santissimo. Ma non venne avanti: si fermò per alcuni secondi fissando nel vuoto, come se vedesse qualcosa che gli altri non potevano vedere. Poi avanzò verso il letto del malato, ma qualcosa era profondamente cambiato in lui. La tristezza, il turbamento di poco prima erano scomparsi. Era allegro, sorrideva. Giovanni mormorò:- È la mia ultima confessione? Devo proprio morire? Don Bosco rispose con voce sicura:- Non è ancor tempo di andare in Paradiso. Vi sono ancora molte cose da fare: guarirai, vestirai l'abito chiericale... diventerai sacerdote... e poi... e poi con il tuo breviario sotto il braccio ne avrai a fare dei giri... e il breviario hai da farlo portare a tanti altri... e andrai lontano, lontano.Dette queste parole, don Bosco riportò il Viatico in chiesa.Pochi giorni dopo, la febbre calò di colpo, e Giovanni potè recarsi a Castelnuovo per una lunga convalescenza.Per qualche tempo, Buzzetti e Cagliero si domandarono che cosa avesse “visto” don Bosco entrando nella stanza. La risposta la diede don Bosco stesso, più tardi:“Mettevo il piede sulla soglia, quando all'improvviso vidi una gran luce. Una colomba bianchissima, che portava un ramo d'ulivo, scendeva sul letto dell'ammalato. Si arrestò a pochi centimetri dalla faccia pallida di Cagliero, e gli lasciò cadere sulla fronte il ramo. Subito dopo mi parve che le pareti della stanza si aprissero e sconfinassero in orizzonti lontani e misteriosi. Intorno al letto apparve una moltitudine di strane figure primitive. Sembravano selvaggi di statura gigantesca. Alcuni avevano la pelle scura, tatuata da misteriosi fregi rossastri. Due di quei giganti dal volto fiero e triste si curvarono sopra l'infermo, e trepidanti si misero a bisbigliare:- Se lui muore, chi verrà in nostro soccorso?La visione durò pochi istanti, ma io provai la certezza assoluta che Cagliero sarebbe guarito”.

Veglia della sera

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Provo a fare silenzioSto in compagnia della Parola che mi è donata questa sera,

mi metto in ascolto di quello che dice alla mia vita.Invoco lo Spirito Santo

Canto di esposizione

ASCOLTODal Vangelo secondo Luca

Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza.

Il Signore semina in noi con perseveranza, non si tira indietro, neanche davanti alle nostre strade, alle nostre pietre e ai nostri rovi…A volte siamo pietra. Altre volte spine. Altre volte cammino. Altre volte

terreno buono.

- In questo momento che tipo di terreno sono?_______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

TEMPO DI ARARE

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- Che resistenza ho nel far entrare la Parola di Dio in me?_______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

- Quali sono i frutti che la Parola di Dio mi sembra stia producendo nella mia vita?____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

CUSTODISCOAscoltiamo due testimonianze

Annalena TonelliMi chiamo Annalena Tonelli. Sono nata in Italia a Forlì il 2 aprile 1943. Lavoro in sanità da trent’anni, ma non sono medico. Sono laureata in legge in Italia. Lasciai l’Italia a gennaio del 1969. Da allora vivo a servizio dei somali. Scelsi di essere per gli altri: i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, i non amati che ero una bambina e così sono stata e confido di continuare a essere fino alla fine della mia vita. Volevo seguire Gesù Cristo. Null’altro mi interessava così fortemente: Lui e i poveri in Lui. Per Lui feci una scelta di povertà radicale…anche se povera come un vero povero…i poveri di cui è piena ogni mia giornata…io non potrò essere mai. Vivo a servizio senza un nome, senza la sicurezza di un ordine religioso, senza appartenere a nessuna organizzazione, senza uno stipendio, senza versamento di contributi volontari per quando sarò vecchia. Sono non sposata perché così scelsi nella gioia quando ero giovane. Volevo essere tutta di Dio. Era una esigenza dell’essere quella di non avere una famiglia mia. E così è stato per grazia di Dio. […] Compresi presto che si può servire e amare dovunque.

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JoeleAMARE è servire, servire è AMARE!È giovedì 4 marzo, alzo la tapparella della mia camera e vedo il piazzale di casa mia completamente innevato. Penso subito: “Bene, oggi arrivare ad Assisi sarà un’impresa!”. La mia previsione non è stata smentita, arrivo in stazione a Modena e il treno che avrei dovuto prendere è stato cancellato causa maltempo, così come i seguenti. Dentro di me pensavo solo: “Evidentemente dietro a questo servizio c’è qualcosa di veramente grande! Bene, allora non posso mollare!”. Dopo più di 9 ore riesco ad arrivare ad Assisi e scorgendo la facciata di Santa Maria degli Angeli tutte le fatiche svaniscono in un lampo: sono finalmente arrivato!Non sapevo ancora cosa aspettarmi da questa esperienza perché non avevo mai fatto un servizio da solo e non conoscevo gli altri ragazzi; ero un po’ spaventato ma avevo anche una gran carica.Sentivo il bisogno di stare li, di fare un’esperienza di Dio e con Dio anche se non mi sentivo all’altezza.Ero già stato in precedenza ad Assisi, ma solo per frequentare i corsi tenuti dal SOG e non pensavo che il servizio sarebbe stato a sua volta un altro “corso nel corso” caratterizzato da momenti di fraternità, di lettura della Parola e di condivisione.Ho sperimentato ancora una volta il Suo amore, perché attraverso il dono del proprio tempo e delle proprie energie ti rendi conto di quanto è importante la gratuità: infondo Gesù si è donato a noi gratuitamente e tutta la sua vita è stata un servizio verso l’umanità. Sperimentare anche solo un assaggio di questa bellezza ti rende felice, amato e soprattutto ti rende figlio di Dio.In questi giorni sono riuscito finalmente a capire le parole di Gesù quando rivolgendosi a Marta diceva: “Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una sola c’è bisogno”, lì il Signore mi ha fatto capire di quanto sia importante passare attraverso un sepolcro per prendere la parte migliore, di quanto la Sua presenza sia veramente fondamentale per il cammino dell’uomo perché Lui non cerca servitori ma veri amici. Ho riscoperto l’importanza del dono dei fratelli: ho conosciuto infatti altri ragazzi, ognuno con la propria vita e le proprie storie, ma eravamo tutti in piena comunione. In questo tempo mi sono sentito a casa, accolto e accettato per quello che sono e non avrei mai immaginato che alla fine avrei ricevuto più di quello che ho dato.Ho capito che amare vuol dire servire e che attraverso il servizio si può amare in modo smisurato!Torno a casa più consapevole del fatto che lasciar fare a Lui vuol dire giocarsi la vita per un amore più grande, sconfinato ed eterno!

E io… Come mi prendo cura - custodisco il mio terreno?_______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

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Preghiamo insieme

Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo,quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare;quando la mia croce diventa pesante,fammi condividere la croce di un altro;quando non ho tempo,dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento;quando sono umiliato, fa che io abbia qualcuno da lodare;quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare;quando ho bisogno della comprensione degli altri,dammi qualcuno che ha bisogno della mia;quando ho bisogno che ci si occupi di me,mandami qualcuno di cui occuparmi;quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra persona.Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelliChe in tutto il mondo vivono e muoiono poveri ed affamati.Dà loro oggi, usando le nostre mani, il loro pane quotidiano,e dà loro, per mezzo del nostro amore comprensivo, pace e gioia.

Madre Teresa di Calcutta

PRODUCO FRUTTO Scrivo una preghiera per affidare quest’anno, per chiedere al Signore di aiutarmi a lavorare il mio terreno…Che terreno voglio essere? Signore ti affido tutto ciò che porto nel cuore… ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

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Preghiamo a cori alterni

Salmo 36Confida nel Signore e fa' il bene;abita la terra e vivi con fede.Cerca la gioia del Signore,esaudirà i desideri del tuo cuore.

Manifesta al Signore la tua via,confida in lui: compirà la sua opera;farà brillare come luce la tua giustizia,come il meriggio il tuo diritto.Sta' in silenzio davanti al Signore e spera in lui.

Il Signore fa sicuri i passi dell'uomoe segue con amore il suo cammino.Se cade, non rimane a terra,perché il Signore lo tiene per mano.

Sono stato fanciullo e ora sono vecchio,non ho mai visto il giusto abbandonatoné i suoi figli mendicare il pane.Egli ha sempre compassione e dà in prestito,per questo la sua stirpe è benedetta

Sta' lontano dal male e fa' il bene,e avrai sempre una casa.

Perché il Signore ama la giustiziae non abbandona i suoi fedeli.

(mi avvicino all’altare per prendere un sacchetto di terra)

O Dio, che hai creato e governi l'universo, fa' che sperimentiamo la potenza della tua misericordia, per dedicarci con tutte le forze al tuo servizio. Per Cristo nostro Signore.

CANTO FINALE

GxG -Lendinara, Domenica 7 ottobre

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E’ SEMPRE TEMPO DI SEMINA

I TESTIMONI…«Il Signore chiede tutto, e quello che offre è la vera vita, la felicità... Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente…Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere... Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio» …Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno». Per un cristiano non è possibile pensare alla propria missione sulla terra senza concepirla come un cammino di santità… ogni santo è una missione; è un progetto del Padre per riflettere e incarnare, in un momento determinato della storia, un aspetto del Vangelo. (Papa Francesco, Gaudete ed Exsultate)

… SANDRA E PIERO… APPUNTI DI VIAGGIO…

MENTRE SEMINAVAPer fare il punto…Ripercorro quanto abbiamo vissuto in questi due giorni… Cosa ha fatto più breccia dentro me? Quali parole risuonano di più in me?

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“Ogni uomo e donna è una missione, e questa è la ragione per cui si trova a vivere sulla terra. Essere attratti ed essere inviati sono i due movimenti che il nostro cuore, soprattutto quando è giovane in età, sente come forze interiori dell’amore che promettono futuro e spingono in avanti la nostra esistenza. Nessuno come i giovani sente quanto la vita irrompa e attragga. (Papa Francesco, Evangeli Gaudium)Penso alla mia vita, alle dimensioni che la attraversano (amici, scuola, sport, oratorio ecc.): in questi ambiti cos’è che attira il mio cuore?_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Vivere con gioia la propria responsabilità per il mondo è una grande sfida. (Papa Francesco, EG)Penso alle occasioni che ho per donarmi agli altri, quali sono?_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Cosa attrae il mio cuore in queste occasioni? Cosa gli dà vita?_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Il fatto di trovarci in questo mondo non per nostra decisione, ci fa intuire che c’è un’iniziativa che ci precede e ci fa esistere. Ognuno di noi è chiamato a riflettere su questa realtà: «Io sono una missione in questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo» (Papa Francesco, EG 273).

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Sono una missione in questa terra. Dio ha pensato proprio a me per far felici gli altri. Chi sono questi altri per me in questo momento (i ragazzi in oratorio, qualche persona che posso aiutare, qualche amico…)? Chi posso rendere felice per essere felice? __________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

“Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava…”Il seminatore semina sempre, non si stanca mai, semina senza calcolo. Il Signore scommette sempre su di noi qualsiasi sia il tipo di terreno del nostro cuore. Anche adesso sta seminando in noi…Provo a scrivergli e ad affidargli quanto sono e quanto vivo e provo a prendermi un impegno concreto di servizio fino al prossimo incontro (da chi – per chi - penso che il Signore mi voglia mandare quest’anno?). Magari cerco anche qualcuno con cui potermi confrontare su questo impegno…

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Ma io domanderei: come si ascolta il Signore? Come si ascolta? Dove parla, il Signore? Voi avete il numero del telefonino del Signore, per chiamarlo?…

Come si ascolta il Signore? Vi direi questo, e questo sul serio: il Signore non si ascolta stando in poltrona. Capite? Seduto, la vita comoda, senza far nulla, e vorrei ascoltare il

Signore. Ti assicuro che ascolterai qualsiasi cosa, tranne che il Signore. Il Signore, con la vita comoda, in poltrona, non lo si ascolta.

Rimanere seduti, nella vita crea interferenza con la Parola di Dio, che è dinamica.

La Parola di Dio non è statica, e se tu sei statico non puoi sentirla. Dio si scopre camminando. Se tu non sei in cammino per fare qualcosa, per lavorare per gli altri, per portare una testimonianza, per fare il bene, mai ascolterai il Signore. Per ascoltare

il Signore bisogna essere in cammino, non aspettando che nella vita accada magicamente qualcosa. Lo vediamo nell’affascinante storia di amore che è la Bibbia. Qui il Signore chiama

continuamente gente giovane. Sempre, continuamente. E ama parlare ai giovani mentre sono in cammino.

papa Francesco – incontro con i giovaniPalermo, 15 settembre 2018