Il problema della resistenza agli antibiotici in Italia

Matteo Bassetti

Presidente SITA (Società Italiana di Terapia Antiinfettiva)

Direttore Clinica Malattie Infettive, Università di Udine

Sempre più preoccupante è in Italia il fenomeno della resistenza microbica agli antibiotici. Un recente studio europeo pubblicato su Lancet Infect Dis stima che in Italia ogni anni vi siano 200,000 casi di infezioni sostenute da batteri resistenti agli antibiotici con oltre 10000 morti. Il recente outbreak epidemico nella regione Toscana dove in meno di un anno si sono verificati 32 decessi e 75 pazienti colpiti da batteri che esprimono il meccanismo di resistenza New Delhi Metallo beta-lactamase non è solo che l’ultimo in ordine temporale di una serie di altri eventi epidemici che continuano a occorrere nel nostro paese. Ceppi mutati di E. Coli o di Klebsiella esprimono un meccanismo di resistenza chiamato appunto New Delhi Metallo beta-lactamase (NDM), descritto per la prima volta a Nuova Delhi ormai 10 anni fa. Dall’India si è poi diffuso prima nel Regno Unito e adesso da alcuni anni è descritto come ubiquitario. Questo enzima inattiva gli antibiotici e anche i nuovi, commercializzati negli ultimi anni, non funzionano.

Quando si analizzano le mappe europee relative alla distribuzione dei batteri resistenti in Europa, l’Italia detiene insieme alla Grecia il triste primato della peggiore per diffusione di germi resistenti.

Da uno studio commissionato dal governo Inglese nel 2014 per valutare l’impatto dei batteri resistenti nei prossimi 30 anni si può capire come nel 2050 se non si interverrà ci saranno più morti per infezioni da germi resistenti che per tumore.

Una delle ragioni perché si sta assistendo in Italia e nel mondo a questo aumento di resistenze batteriche è legato all’uso degli antibiotici non sempre appropriato.

In questo scenario che cosa bisogna fare?

Usare meglio gli antibiotici

Gli antibiotici sono farmaci che vanno maneggiati con cura e sapienza, infatti:

- L’uso improprio degli antibiotici favorisce l’insorgenza di antibiotico-resistenza

- Tutti gli operatori possono svolgere un ruolo attivo per invertire la tendenza della resistenza agli antibiotici:

o Prelevare campioni per esami colturali prima di iniziare la terapia antibioticao Consultare l'esperto sulla terapia antibiotica o Razionalizzare la terapia antibiotica sulla base dei risultati della coltura

Molti sono gli usi impropri degli antibiotici, come per esempio:

L’uso inappropriato degli antibiotici può includere una delle seguenti situazioni:

- Quando gli antibiotici sono prescritti senza una reale necessità; - Quando gli antibiotici vengono somministrati in ritardo nei pazienti gravi; - Quando gli antibiotici a largo spettro vengono utilizzati troppo spesso, o quando gli antibiotici a spettro

ristretto vengono usati in maniera errata;- Quando la dose di antibiotici è inferiore o superiore rispetto a quella appropriata per uno specifico

paziente;- Quando la durata del trattamento antibiotico è troppo breve o troppo lunga; - Quando il trattamento antibiotico non è ottimizzato in funzione dei risultati microbiologici della coltura- Quando vengono usati in situazioni in cui non sono utili: influenza, raffreddore comune, bronchiti

E’ evidente che sia importante agire in maniera strutturata a più livelli:

- Ospedale- Territorio- Farmacisti - Pazienti- Popolazione generale - Scuole

Adesso che l’educazione civica entra di nuovo nelle scuole, va usata anche per la salute è necessario tornare ad insegnare le buone regole dell’igiene, che sono il primo baluardo per arginare la diffusione di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, e del buon uso degli antibiotici. Ci sono semplicissime regole da insegnare:

• lavaggio frequente e accurato delle mani durante la giornata;

• mettere la mano o un fazzoletto davanti alla bocca quando si starnuta;

• stare in casa con l’influenza;

• uso appropriato degli antibiotici solo dietro prescrizione del medico di famiglia;

• non assumere antibiotici per il raffreddore o la comune influenza;

• usare gli antibiotici rispettando i dosaggi e i tempi prescritti dal medico di famiglia;

• completare sempre il ciclo di trattamento anche se ci si sente meglio.

Bisogna che gli antibiotici diventino farmaci considerati fondamentali e non presidi quasi da banco. Bisogna limitare la possibilità che questi farmaci vengano venduti senza ricetta o che restino nell’armadietto di casa.

Il secondo appello è rivolto ai governi e alle istituzioni perché trovino soluzioni per premiare le aziende farmaceutiche che investono in ricerca e sviluppo di nuovi antibiotici. Abbiamo estremo bisogno di antibiotici innovativi e che gli antibiotici innovativi possano essere prescritti senza limitazioni quando servono.