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DIGITALE EMILIA ROMAGNA DESTINAZIONE WEB UN VIAGGIO VERSO SITI PUBBLICI DI QUALITÀ 11 MANUALE PER RESPONSABILI E REDATTORI DI SITI WEB PUBBLICI

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D I G I T A L EEMILIAROMAGNA

DESTINAZIONE

WEB

UN VIAGGIOVERSO SITIPUBBLICIDI QUALITÀ

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MANUALE PER RESPONSABILIE REDATTORI

DI SITI WEB PUBBLICI

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D I G I T A L EEMILIAROMAGNA

DESTINAZIONE

WEB

UN VIAGGIOVERSO SITIPUBBLICIDI QUALITÀ

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MANUALE PER RESPONSABILIE REDATTORI

DI SITI WEB PUBBLICI

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Collana a cura della Regione Emilia-RomagnaDirezione Generale Organizzazione,Sistemi Informativi e Telematica – Sandra Lotti© Regione Emilia-Romagna 2006

Per informazioniprogeur@regione.emilia-romagna.itwww.regionedigitale.net

Testi di Jacopo Deylain collaborazione con Aurora Lucarelli

RingraziamentiElisa Toschi, Anna Mestitz, Paola Salomoni, Mario Didomenicantonio, Elvis MazzoniLorenzo Spallino, Sara Turra, Luca Basso, Silvia Fiorani, Giovanni Grazia

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Prefazione 5Introduzione 7

Per i responsabili di siti Web pubblici1 Partire o non partire? (le norme) 131.1 Le clausole del viaggio 131.2 Il tipo di viaggio 171.3 Incontri particolari 201.4 Le regole del buon viaggiatore 23

2 Usi e costumi (il Web) 272.1 Le origini 272.2 La storia 292.3 La religione 322.4 Le regole di convivenza 342.5 I nuovi idoli 352.6 La cronaca 37

3 Organizzare il viaggio (il progetto) 393.1 Business o economy? 393.2 I compagni di viaggio 423.3 Cosa portare? 443.4 Nel beauty-case 473.5 Valigia, zaino o trolley? 50

Per redattori di siti Web pubblici4 Preparare il bagaglio (i contenuti) 554.1 Via il superfluo 55

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INDICE

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4.2 Un bagaglio a prova d’urto 584.3 È tutto a posto? 604.3.1 Le pagine si devono vedere su qualunque sistema 614.3.2 Le pagine devono essere collegabili 634.3.3 I collegamenti devono essere visibili e comprensibili 644.3.4 La grafica deve aiutare la lettura 664.3.5 Le pagine devono essere fruibili in ogni condizione ambientale 674.3.6 Le immagini devono avere (quasi) sempre un’alternativa 684.3.7 Le pagine devono essere stampabili correttamente 704.3.8 Le tabelle devono essere adattabili, semplici e usate solo per i dati 714.3.1 Le pagine si devono usare anche senza mouse 734.3.10 Gli allegati e oggetti non X(HTML) devono essere accessibili 74

5 La partenza (verifiche sull’accessibilità) 795.1 Il passaporto 795.2 Finestrino o corridoio? 805.3 Conto alla rovescia 845.3.1 Codice (X)HTML 845.3.2 Colori 855.3.3 Immagini 865.3.4 Tabelle 875.3.5 Link 895.3.6 Allegati 905.3.7 Varie ed eventuali 92

6 Strada facendo (verifiche sull’usabilità) 956.1 I primi passi nel nuovo mondo 956.2 La prova del fuoco 976.3 Piacere di conoscerla 101

Glossario 107

Riferimenti 119

SchedeElenco dei requisiti di accessibilità per i siti Internet 125Siti a norma 129Requisiti di un CMS a norma 133Metodo per la verifica tecnica 137Rapporto conclusivo di accessibilità 139Verifica rapida dell’accessibilità 142

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Prefazione

M i è particolarmente gradito presentare questo ma-nuale, sia per l’importanza dell’argomento in sé che

per il modo originale con cui è stato trattato.Rapidamente, qualche antefatto. Giugno 2006: a Riga viene approvata la Ministerial Decla-ration in cui, ancora una volta, viene data indicazione difare dell’inclusione sociale un obiettivo prioritario dell’ICT.La “Carta di Riga” infatti incita gli Stati Membri a promuo-vere la legislazione sull’accessibilità, a migliorare l’accessi-bilità di prodotti e servizi al fine di ridurre il digital divide. Ci siamo quindi interrogati su cosa potevamo fare noicome Regione Emilia-Romagna più di quanto non avessi-mo già fatto: da anni collaboriamo con Asphi affinché siti eportali vengano periodicamente verificati da gruppi di navi-gatori disabili. Di conseguenza, abbiamo migliorato la strut-tura del portale e dei servizi informativi audio e video;abbiamo introdotto un sistema WCMS per la gestione deicontenuti web per favorire il mantenimento della qualità eaccessibilità dei siti web; mettiamo a disposizione di redat-tori e fornitori Linee guida costantemente aggiornate chespiegano come costruire siti accessibili; il servizio di assi-stenza tecnica “Pubblicaweb” verifica tutti i contenuti stati-ci prima che vadano on-line; abbiamo attivato iniziative persensibilizzare e formare sia tecnici sia redattori; abbiamopartecipato a fiere ed eventi per promuovere la cultura del-l’accessibilità, fino all’attivazione di Sp.Ac.ER, lo sportelloregionale per l’accessibilità del web, nato allo scopo dimigliorare la qualità dei siti e servizi web delle PubblicheAmministrazioni del territorio regionale.Cosa poteva ancora mancare? Qualcosa per i “non tecnici”,

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qualcosa di tagliato su misura per responsabili di siti web eredattori: i primi devono avere la consapevolezza che l’ac-cessibilità si ottiene se la si progetta sin dall’inizio, insiemeal sito o al servizio web, e non dopo; i redattori devonoavere le conoscenze necessarie a conseguirla e mantener-la nel tempo. Fare un sito accessibile significa fare un sitodi qualità, e questo ha un costo. D’altra parte credo che laPA, proprio in virtù dei suoi doveri istituzionali, non possaesimersi almeno dal provarci. L’occasione giusta sembrava il COM.PA 2006, ma comeconciliare tempi, vacanze e viaggi imminenti? Semplice.Mettendoci in viaggio:”Destinazione web”. È un viaggioricco e articolato, proprio come il percorso che ci porta arealizzare siti di qualità. Sono certa che ci seguirete fino infondo, grazie anche all’entusiasmo di Jacopo Deyla che haorganizzato con tenacia ogni tappa e alla collaborazione diAurora Lucarelli che ha contribuito a renderlo più piacevo-le.

Grazia Cesari

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Introduzione

L avori in un ente pubblico? Ti occupi di siti Web? Sei uncomunicatore propenso alle nuove tecnologie o un tec-

nologo sensibile alla comunicazione? Sei consapevole difare un lavoro che non si improvvisa dall’oggi al domani?Se hai risposto sì a queste domande, hai i requisiti perseguirci nel viaggio che ti proponiamo. Come tutti i viaggiresponsabili, è basato anzitutto sul rispetto degli altri. Glialtri sono persone singolari: in un sito pubblico non civanno per passare il tempo, ma per passarne il meno pos-sibile. In genere cercano informazioni e servizi, e hannoaddirittura la pretesa di trovare quello che cercano.Gli altri possono avere caratteristiche particolari: vedercipoco o niente, sentirci poco o niente, problemi nell’usodelle mani, e così via.Se ogni volta che progetti un sito pensi a loro per qualcheminuto, sei sulla strada giusta per fare una cosa graditaanche a quelli che ci vedono, ci sentono e non hanno pro-blemi alle mani, ma non sanno nulla dell’ente o del settorein cui tu passi diverse ore al giorno da un certo numero dianni.Mettersi nei panni altrui quando si concepisce e si sviluppaun sito è un atteggiamento mentale necessario ma non suf-ficiente. Prima o poi bisogna fare i conti con un insieme diregole e tecniche che il Web ha fatto nascere e crescere. Indue parole, stiamo parlando di accessibilità e usabilità(convenzione: tutte le parole verde e grassetto sono defini-te nel glossario). Conoscerne il significato e i risvolti con-creti è indispensabile per avere la ragionevole fiducia che,ai visitatori, i nostri siti non appaiano campi in cui intra-prendere una battaglia ma luoghi ameni, o quanto meno

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interessanti, dove vale la pena tornare.Perché gli Enti pubblici sono tenuti a progettare siti di qua-lità e cosa si deve fare per realizzarli?Lo scopo di questo manuale è fornire gli strumenti utili perconoscere e applicare le regole e le tecniche necessarienelle tante fasi di allestimento di un sito, che vanno dallaprogettazione fino alla verifica della soddisfazione da partedegli utenti. E di tutti gli utenti, anche quelli con disabilità.È bene dire subito che la qualità di un sito dipende in largamisura dal rispetto delle regole previste dalla normativa invigore. Per questo motivo, il manuale si ispira e cerca diseguire il programma che il CNIPA (Centro Nazionale perl’Informatica nelle Pubbliche Amministrazioni) ha indicatoper la formazione obbligatoria sulla Legge 4/2004(“Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabiliagli strumenti informatici”).Abbiamo ritenuto utile dividere il manuale in due sezioni: laprima è rivolta ai responsabili della comunicazione su Web,la seconda ai redattori veri e propri. Non sempre le duefigure coincidono, ed è opportuno che chi ha la responsa-bilità formale dei progetti possieda quelle conoscenze dibase che gli consentano di giudicare, a ragion veduta, laqualità di un sito e la congruità dei risultati rispetto agliobiettivi. Da parte loro, i redattori dovrebbero avere delleconoscenze tecniche in più, tali da garantire che un sitopossieda tutti i requisiti, in termini di accessibilità e usabili-tà, che le norme dettano e gli utenti gradiscono. Pertanto,nella seconda parte del manuale, entreremo via via in det-tagli sempre più tecnici. In ogni caso, abbiamo cercato difarlo con un linguaggio che risulti “accessibile” anche airedattori meno esperti di tecnologia. Questi, in sintesi, i contenuti del manuale:

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� il primo capitolo fa una panoramica delle principalinorme che un sito pubblico deve rispettare;� il secondo capitolo parla del Web, di come è nato e diquali sono le regole principali da seguire per avere succes-so in Rete;� il terzo capitolo parla delle tecnologie per il web e dellefigure che collaborano necessariamente alla realizzazionedi un sito;� il quarto capitolo spiega le qualità che devono avere lepagine e come i redattori devono realizzare ogni tipo dicontenuto;� il quinto capitolo fornisce gli strumenti per eseguire leverifiche da effettuare sulle pagine prima della messa on-line;� il sesto capitolo parla di usabilità e perciò di soddisfa-zione degli utenti, l’obiettivo al quale deve tendere ogni sitoWeb pubblico.

Non ci resta che augurarvi buon viaggio, precisando che cel’abbiamo messa tutta per essere tecnologi comunicativi.

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Peri responsabili

di siti webpubblici

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1Partire o non partire?(le norme)

Principi, direttive, regole da conoscere per decidere see come fare un sito di utilità pubblica e di buonaqualità.

Questo capitolo vuole aiutarti a capire se hai gli stru-menti per intraprendere un viaggio nel Web. Se lavori

per una Pubblica Amministrazione, e a maggior ragione sehai la responsabilità di progetti Web, è necessario che tuabbia consapevolezza dei tanti aspetti che un viaggio delgenere comporta, a cominciare dai principi e dalle normeche sei tenuto a rispettare.

Viaggiare verso il Web significa avere chiari alcuni principicosì essenziali e densi di significato da sembrare banali. Èbene richiamarli subito perché sono la nostra rosa deiventi. Se non ce la portiamo dietro, tanto vale non partireneppure; potremmo perdere l’orientamento appena messoil piede fuori di casa.Dato che siamo in Italia, cominciamo con una cosa che ciriguarda tutti. La Costituzione della Repubblica italiana, e ilsuo articolo 3. È lì a garantirci uguaglianza e partecipazio-ne, con queste parole:«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono ugualidavanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, dilingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni per-sonali e sociali».Di conseguenza:«È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordi-ne economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà el’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo

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1.1Le clausoledel viaggio

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della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti ilavoratori all’organizzazione politica, economica e socialedel Paese». I padri costituenti non sapevano nulla del Web, ma di per-sone e diritti se ne intendevano, al punto da avere usatoconcetti e parole piene di futuro, anche tecnologico. Cinquant’anni dopo, cioè adesso, in era anglo-telematica,usiamo altre parole per esprimere quei concetti: la demo-crazia la chiamiamo e-democracy1, la rimozione degli osta-coli per consentire a tutti di partecipare la chiamiamoaccessibilità. C’è ancora molto da fare per dare piena attuazione a que-sti principi. Ma le possibilità tecniche ci sono, e le direttivenon mancano.La democrazia elettronica ha avuto alcune battute d’arrestodopo i primi tentativi, ma ora si cerca di rilanciarla conmaggiore consapevolezza. L’obiettivo di costruire un luogodi partecipazione senza barriere, come quello che permet-tono le nuove tecnologie, non è semplice da realizzare,proprio perché le tecnologie sono nuove. Ci si è resi contoche fornire un canale di comunicazione non basta a crearela partecipazione. Sarebbe un po’ come dire subito “spo-sami e facciamo tre figli”, non funziona, di solito convieneiniziare con “posso offrirti un caffè?”Piuttosto che puntare subito alla democrazia elettronica, siè scelto un obiettivo diverso, che viene prima della parte-cipazione: rendere più rapide ed efficienti le comunicazioni

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1 Per approfondire le tematiche sull’e-democracy si possono consultare “Le Linee Guida per la promozio-ne della cittadinanza digitale: e-democracy” dal sito del Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie(http://www.innovazione.gov.it/ita/normativa/allegati/Avviso_eDem_lineeguida.pdf).

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tra cittadini e Pubbliche Amministrazioni. È quello che oggisi chiama e-government2. Ma ricordiamoci che questo è solo il “primo appuntamen-to”: la meta resta l’e-democracy.Infatti l’Unione Europea raccomanda ai ministri per l’e-go-vernment di incentivare l’uso delle Tecnologie per l’Infor-mazione e la Comunicazione (ICT - Information and Com-munication Technologies) «per realizzare un governomigliore e più inclusivo. Ciò potrebbe tradursi in servizimigliori e in iniziative che generino – grazie ad una loroprogettazione in tal senso, sin dall’inizio – risultati di mag-gior trasparenza, inclusione, accessibilità, responsabilizza-zione verso i cittadini e partecipazione di questi ultimi aiprocessi decisionali»3.

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2 Sull’e-government sono utili tutte le informazioni presenti sul sito del Dipartimento per l’Innovazione e leTecnologie (http://www.innovazione.gov.it/ita/egovernment/index.shtml)3 Nel DM sull’e-government, Manchester 2005 l’Unione afferma che “fornire servizi inclusivi è un obietti-vo esplicito dei governi e l’utilizzo innovativo delle tecnologie può giocare un ruolo chiave nel ridurre l’e-sclusione. I programmi che affrontano la problematica della eInclusion (l’inclusione di tutti i cittadini nelmondo elettronico) hanno contribuito ad accrescere l’accesso alle Tecnologie per l’Informazione e laComunicazione (ICT) da parte delle persone che non sono in grado o sono meno propense ad utilizzare lenuove tecnologie. DM sull’e-government, Manchester 2005: http://www.crcitalia.it/midcom- serveat-tachmentguid-c2ec7b1a8438b967579d32441074cb04/dichiarazione_ministeriale.PDF.In virtù di questa dichiarazione la Commissione europea ha lanciato l’iniziativa “i2010: European Infor-mation society 2010” (http://europa.eu.int/information_society/eeurope/i2010/index_en.htm) che tra isuoi obiettivi ha appunto quello di costruire una società europea dell’informazione basata sull’inclusione,capace di stimolare la crescita e l’occupazione in modo coerente con lo sviluppo sostenibile e che dia prio-rità al miglioramento dei servizi pubblici e alla qualità della vita. (Fonte CRCItalia: http://www.crcitalia.it/focus/europa/egov_2010)Il 13 giugno 2006 è stata approvata la “Carta di Riga” che ribadisce alcuni concetti fondamentali:� le ICT, rappresentano un fattore di crescita del PIL e della produttività e contribuiscono a migliorare la

qualità della vita e la partecipazione sociale; occorre quindi una particolare attenzione affinché nevenga agevolato l’accesso da parte di disabili e anziani;

� le persone anziane o con bassa scolarizzazione e i disoccupati utilizzano Internet in percentuale net-tamente ridotta rispetto al resto della popolazione;

� a fronte di un 15% della popolazione europea con qualche forma di disabilità, solo il 3% dei siti pub-blici è conforme ai requisiti minimi di accessibilità;

� occorre dimezzare entro il 2010 la differenza percentuale che esiste nell’uso di Internet tra gli utenti

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Il primo obiettivo quindi è che tutti i cittadini possanopartecipare.Il Web è un mezzo straordinario, che può davvero portarea questi traguardi. A patto di non pensare che la tecnologiain sé produca il miracolo, e a condizione di avere chiaroche l’informazione non è ancora comunicazione, la comu-nicazione non è ancora partecipazione.E non c’è partecipazione senza inclusione.In Italia questi principi sono stati accolti dal documento piùimportante e recente su Pubblica Amministrazione (PA) eICT: il “Codice dell’amministrazione digitale” che all’art. 9dice che lo «... Stato favorisce ogni forma di uso dellenuove tecnologie per promuovere una maggiore parteci-pazione dei cittadini, anche residenti all’estero, al processodemocratico e per facilitare l’esercizio dei diritti politici ecivili sia individuali che collettivi».Dobbiamo usare le nuove tecnologie per permettere lapartecipazione. Un documento successivo al codice dellaPA, la “Direttiva per la qualità dei servizi on-line e la misu-razione della soddisfazione degli utenti”4 afferma che “Almomento, il canale più utilizzato per l’erogazione di serviziistituzionali è il Web, stante l’ampiezza e la maturità delletecnologie disponibili».Ecco giustificata la tua destinazione.

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medi e le categorie deboli o svantaggiate;� le politiche di e-inclusion, pur implicando l’inclusività delle tecnologie ICT, richiedono soprattut-

to che l’utilizzo delle ICT sia finalizzato per ottenere una maggiore inclusione.Maggiori approfondimenti su http://www.pubbliaccesso.it/notizie/2006/riga.htm4 “Direttiva per la qualità dei servizi on-line e la misurazione della soddisfazione degli utenti”, G.U. 18 otto-bre 2005, n. 243 (http://www.cnipa.gov.it/site/_files/DIRETTIVA%2027%20luglio%202005.pdf).

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Puoi viaggiare verso il Web per diversi motivi:� per parlare della tua istituzione (sito informativo);� per fornire informazioni e servizi interattivi (sito comuni-

cativo);� per consentire al tuo pubblico di prendere decisioni in-

sieme a te (sito partecipativo).Questo crescendo di obiettivi presuppone un crescendo dirisorse tecnologiche, ma non solo: ci vogliono anche risor-se economiche, organizzative e umane coerenti con la me-ta che si vuole, o si può, raggiungere. Insomma, prima di partire, cerca di misurare le tue forze eaccontentati del risultato che puoi raggiungere al meglio.In certi casi è più saggio non partire affatto, in particolarese non si ha la certezza che ai cittadini serva davvero ciòche si intende realizzare5.Qualunque sia l’obiettivo, non devi dimenticare che ciò chefai è per gli altri. Detto in gergo più tecnico-normativo, siconsiglia di non perdere mai di vista la soddisfazione degliutenti. È accertato che gli utenti si ritengono tanto più soddisfattiquanto più un sito pubblico risponde a queste condizioni:le informazioni sono precise, aggiornate, facili da trovare eda capire; � le informazioni sono organizzate in base alle logiche e ai

bisogni degli utenti nella loro generalità e per fasce spe-cifiche;

� risparmia ai cittadini le peregrinazioni per arrivare all’o-

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1.2Il tipodi viaggio

5 L’ art. 7 del Codice della PA digitale afferma che “Le pubbliche amministrazioni centrali provvedono allariorganizzazione ed aggiornamento dei servizi resi; a tale fine sviluppano l’uso delle tecnologie dell’infor-mazione e della comunicazione, sulla base di una preventiva analisi delle reali esigenze dei cit-tadini e delle imprese, anche utilizzando strumenti per la valutazione del grado di soddisfazione degliutenti“.

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peratore competente;� consente di scaricare moduli, bandi e tutto quel che

serve per avviare una procedura che prevede un sup-porto cartaceo;

� consente di seguire il percorso di una procedura dall’i-nizio alla fine;

� rende possibili vere e proprie transazioni on-line conesborso o rimborso di denaro6.

La direttiva sulla qualità ti consiglia anche quale tipo diviaggio intraprendere:

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6 Nella direttiva sulla Qualità si richiede:a) che il servizio sia autoconsistente; di regola, non deve essere richiesto all’utente di utilizzare un altro

canale, ed in particolare quello tradizionale dello sportello, al fine di completare il processo. Ciò nontoglie che, ove risulti necessario od opportuno, per l’esecuzione delle diverse fasi del servizio si pos-sano utilizzare i diversi canali disponibili e che quindi alcune fasi del processo possano essere svoltecon il ricorso ad altri strumenti di comunicazione a distanza di uso comune (es. il fax o la posta);

b) che il servizio sia facilmente fruibile; deve essere messa a disposizione una guida all’utilizzo semplicee chiara, fornendo collegamenti immediati a contenuti normativi o informativi correlati, deve essereattivato un recapito telefonico o di posta elettronica per la richiesta di chiarimenti e in tutti i messag-gi rivolti all’utente si deve utilizzare un linguaggio che non sia per gli “addetti ai lavori”;

c) che per ogni servizio siano pubblicate organicamente e mantenute aggiornate le domande più fre-quenti poste dagli utenti;

d) che il servizio realizzi una reale semplificazione delle attività che gli utenti devono svolgere, promuo-vendo, per quanto possibile, l’integrazione in un’unica transazione di più adempimenti di competenzadi diversi soggetti istituzionali, ma finalizzati al conseguimento di un risultato unitario per l’utente;

e) che il servizio offra vantaggi concreti e immediatamente percepibili, quali costi inferiori a quelli richie-sti nel caso di utilizzo del tradizionale canale di sportello, scadenze più dilazionate, fruibilità indipen-dente dagli orari di ufficio;

f) che il servizio sia fruibile da tutti; fermo restando, anche in questo ambito, quanto previsto nella giàcitata normativa in materia di accessibilità, è opportuno che si tenga conto delle esigenze degli stra-nieri o dei cittadini italiani di origine estera, sia nella predisposizione della modulistica, sia nel preve-dere, almeno per i servizi di uso più frequente da parte di questa classe di utenti, l’utilizzo delle linguepiù diffuse;

g) che il servizio sia trasparente; è necessario fornire adeguata informazione sulle caratteristiche e fina-lità della transazione ed evidenziare con chiarezza i risultati e gli effetti della transazione una volta atti-vata, indicare gli eventuali tempi di completamento del processo e delle eventuali ulteriori interazioninecessarie, nonché consentire di conoscere lo stato di avanzamento dell’iter;

h) che l’utente abbia la certezza dell’esito della transazione; sia che il procedimento si concluda in temporeale, sia che si completi in tempi differiti rispetto alla sua attivazione, all’utente deve essere fornitaun’attestazione, equivalente a tutti gli effetti a quella fornita allo sportello, atta ad evidenziare i tempie le modalità con le quali ha richiesto il servizio e gli esiti del procedimento.

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� inizia dai servizi più utili;

� valuta le tue capacità e prepara un piano fattibile;

� cerca l’aiuto anche delle altre amministrazioni;

� valuta i risparmi attesi;

� promuovi i servizi anche sui canali comunicativi tradi-

zionali7.

La direttiva, molto chiara e semplice, è il punto d’incontro

di altre indicazioni: dalla normativa sulla comunicazione

pubblica fino al Codice dell’Amministrazione digitale.

Se la direttiva ti fornisce il metodo per l’intero progetto e il

giusto approccio alla comunicazione multicanale di qualità,

gli altri documenti da cui prende origine sono più specifici

e forniscono indicazioni molto precise sulle caratteristiche

che deve avere la comunicazione. Quello che dovrai realiz-

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7 Dalla Direttiva sulla Qualità: “Fattore critico e trainante è la capacità di generare un reale e percepibilevalore aggiunto per importanti segmenti di utilizzatori dei servizi pubblici. Pertanto è auspicabile partire daquei servizi che per loro natura e per tipologia di destinatari hanno una maggiore visibilità e un maggioreimpatto sulla soddisfazione degli utenti. Un’elevata qualità ed efficacia di questi servizi determineranno uneffetto di “emulazione”, ossia l’aumento della richiesta di erogazione on line di ulteriori servizi.Per massimizzare la certezza del risultato è necessario:a) predisporre un piano realistico e fattibile di sviluppo dei servizi on line, in modo da evitare di generare

attese negli utenti eccessivamente elevate rispetto alla capacità di risposta;b) stabilire un chiaro ordine di priorità relativo ai servizi da erogare, verificando nell’ottica degli utenti le

motivazioni a supporto delle priorità individuate, e predisporre un piano di sviluppo “integrato”, chetenga anche presente l’eventuale necessità di attivare on line altri servizi complementari, in mancan-za dei quali il valore aggiunto sarebbe limitato;

c) perseguire la collaborazione tra amministrazioni per la ricerca di soluzioni replicate o replicabili e perla progressiva eliminazione delle duplicazioni di informazioni, sia in fase di richiesta sia in sede dimemorizzazione, attraverso un sempre maggiore utilizzo di processi di cooperazione telematica;

d) garantire un’omogenea e costante erogazione dei servizi attraverso i vari canali, in modo tale da sod-disfare le diverse tipologie di utenza e valutare nel tempo l’evoluzione della domanda fra i diversi cana-li;

e) valutare i risparmi attesi nel breve e medio periodo dall’offerta dei servizi on line, confrontandola coni costi di realizzazione e gestione dei nuovi canali, e predisporre una concreta azione di monitoraggiodel conseguimento di tali risparmi;

f) verificare l’eventuale presenza di impedimenti organizzativi e normativi per l’erogazione dei serviziattraverso i nuovi canali, ed attivare tempestivamente le conseguenti iniziative;

g) pianificare un’adeguata azione di informazione e promozione dell’utilizzo del nuovo canale”.

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zare col tuo viaggio sarà un sito o un servizio su Web edovrai rispettare “i principi di accessibilità, nonché di ele-vata usabilità e reperibilità, anche da parte delle personedisabili, completezza di informazione, chiarezza di linguag-gio, affidabilità, semplicità di consultazione, qualità, omo-geneità ed interoperabilità” 8.Nel corso del manuale proveremo a chiarire alcuni di que-sti requisiti.

Pensare ai cittadini, pensare come loro non basta ancora.La regola aurea per chi fa siti pubblici è che bisogna pen-sare a tutti i cittadini, nessuno escluso. Un sito in cui pos-sono navigare tutti gli utenti, disabili compresi, è accessi-bile. Dunque, per parlare di accessibilità è necessario parlareanche di disabilità. È un argomento delicato perché toccala sensibilità delle persone. Spesso di fronte alla disabilitàci si trova in imbarazzo, a cominciare dalle parole: handi-cappato, disabile, diversamente abile, ecc. Che termine èmeglio usare?Non esistono parole che vadano bene per tutti, che non

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8 Dal Codice dell’Amministrazione digitale:art. 53 (Caratteristiche dei siti)1. Le pubbliche amministrazioni centrali realizzano siti istituzionali su reti telematiche che rispettano i

principi di accessibilità, nonché di elevata usabilità e reperibilità, anche da parte delle persone disabi-li, completezza di informazione, chiarezza di linguaggio, affidabilità, semplicità di consultazione, quali-tà, omogeneità ed interoperabilità.

2. Il CNIPA svolge funzioni consultive e di coordinamento sulla realizzazione e modificazione dei siti delleamministrazioni centrali.

3. Lo Stato promuove intese ed azioni comuni con le regioni e le autonomie locali affinché realizzino sitiistituzionali con le caratteristiche di cui al comma 1.

1.3Incontri

particolari

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offendano nessuno e che ci facciano sentire a nostro agionel pronunciarle; l’importante è tenere presente che inter-giamo con persone dotate di sensibilità, e quindi dobbiamoprima di tutto rispettarle e comprendere le loro diversità edifficoltà. Per capire di cosa parliamo, soffermiamoci sugli aspetti ge-nerali che riguardano menomazione, disabilità, handicap esu come questi concetti si siano evoluti nell’arco di un ven-tennio. Negli anni ottanta venivano definiti in negativo: un nonvedente è una persona che soffre di una menomazione fisi-ca (non vede) che gli procura delle disabilità (non riesce amuoversi, a leggere, a scrivere) che comporta alcuni han-dicap (non può fare certe attività lavorative, ricreative,ecc.). Nel 1980 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) haclassificato in questo modo menomazioni, disabilità e han-dicap nell’International Classification of Impairments,Disabilities and Handicaps (ICIDH). L’aspetto più significati-vo del documento è stato quello di associare per la primavolta lo stato fisico di un individuo agli aspetti riguardantila vita sociale. Negli anni duemila l’ottica in cui sono viste queste stessecondizioni è stata ribaltata e così ora vengono valorizzate lecapacità residue e le attività che queste persone sono ingrado di svolgere nella vita individuale, sociale e di relazio-ne (International Classification of Functioning, Disabilityand Health – ICF OMS 2001).Non si parla più di persone che non possono fare certecose, ma di persone che possono farle con maggiore sfor-zo rispetto ad altri e con l’aiuto di certi strumenti. Un nonvedente, ad esempio, non è in grado di leggere un docu-

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mento su carta, ma può farlo sul computer. Su Web sta anoi fare in modo che la fatica sia ridotta il più possibile e sicreino le condizioni adatte.In coerenza con questa visione della disabilità, anche illegislatore ha preso provvedimenti. La Legge 4 del 2004(“Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabiliagli strumenti informatici”) sancisce che l’accesso alleinformazione è un diritto dei cittadini ed è necessario peruna piena partecipazione.Queste le due definizioni che introduce:accessibilità: la capacità dei sistemi informatici, nelle for-me e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, dierogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discri-minazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabi-lità necessitano di tecnologie assistive o configurazioniparticolari;tecnologie assistive: gli strumenti e le soluzioni tecniche,hardware e software, che permettono alla persona disabi-le, superando o riducendo le condizioni di svantaggio, diaccedere alle informazioni ed ai servizi erogati dai sistemiinformatici.Per i sistemi informatici, le principali disabilità che limitanole persone sul Web, sono:� visive (non vedenti, ipovedenti, daltonici ecc.);� motorie;� uditive;� cognitive e del linguaggio;� epilessia fotosensibile.Anzitutto è importante sottolineare che per tutti questi tipidi disabilità non esistono strumenti capaci, da soli, di ab-battere tutte le barriere:� da una parte, le persone che usano computer e tecno-

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logie assistive devono saperli usare; � dall’altra, chi vuole far arrivare il suo messaggio deve

predisporlo in modo che funzioni efficacemente con talitecnologie.

Inoltre, per certi tipi di disabilità (soprattutto cognitive e dellinguaggio), non esistono tecnologie assistive9.Tieni presente che chiunque, per un certo periodo di tem-po, si può trovare in condizioni di disabilità e non è dettoche una menomazione ne sia la causa. Pensa a come è dif-ficile sentire e parlare in un ambiente rumoroso o leggerequando c’è troppa luce, poca luce, quando i caratteri sonomolto piccoli o semplicemente perché si è lontani dal testo.

Soffermiamoci ancora un po’ sulle norme e sulle conse-guenze che derivano dal non conoscerne l’esistenza e dalnon prenderle seriamente in considerazione.La Legge 4/2004 obbliga a inserire nei contratti che si sti-pulano con i fornitori di servizi Web una clausola per ilrispetto dei principi di accessibilità, ed è a tal punto pre-scrittiva da prevedere conseguenze se non lo si fa: respon-sabilità10 per il dirigente pubblico disattento e annullamen-to del contratto per il fornitore11.

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9 Puoi approfondire in una recente pubblicazione multimediale della Regione Emilia-Romagna quali siano iproblemi che incontrano le persone disabili sul Web (http://www.regione.emilia-romagna.it/sin_info/websenzabarriere).10 Approfondimenti su responsabilità dirigenziale: http://www.webimpossibile.net/05/1.1.05.htm11 Per chiarimenti sulla nullità dei contratti http://www.webimpossibile.net/04/12.14.04.htm

1.4Le regoledel buonviaggiatore

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Perciò, se sei tu a sottoscrivere i contratti con i fornitoriWeb e rappresenti una Pubblica Amministrazione12, ricor-dati di inserire una clausola del tipo:“La realizzazione / modifica del sito Internet oggetto delcontratto dovrà rispettare i requisiti di accessibilità stabili-ti dal Decreto Ministeriale 8 agosto 2005 - Allegato A”.Fai attenzione però che negli allegati alla legge, cioè nel DMdell’8 agosto 2005, si estende il concetto di sito Internet a«una qualsiasi applicazione Internet resa disponibile sureti Intranet o su supporti, come CD-ROM, DVD, utilizzabi-li anche in caso di personal computer non collegato allarete».La legge demanda a ciascun ente il compito di applicarlacon una certa autonomia, lasciando che «Le Regioni, gliEnti Locali e le province autonome13 organizzino autono-

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12 L’art. 3 della Legge 4/04 dichiara che:La presente legge si applica alle pubbliche amministrazioni di cui al comma 2 dell’articolo 1 del decre-to legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, agli enti pubblici economici, alleaziende private concessionarie di servizi pubblici, alle aziende municipalizzate regionali, agli enti diassistenza e di riabilitazione pubblici, alle aziende di trasporto e di telecomunicazione a prevalentepartecipazione di capitale pubblico e alle aziende appaltatrici di servizi informatici.

L’art. 1 del DL 30/3/2001 n. 165 definisce:Per amministrazioni pubbliche si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli isti-tuti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Statoad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane. e loro consorzi eassociazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio,industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali,regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, l’Agenzia perla rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) e le Agenzie di cui al decretolegislativo 30 luglio 1999, n. 300.

Un approfondimento sui “soggetti erogatori” individuati nella Legge 4/04, si trova su WebImpossibile:http://www.webimpossibile.net/05/5.9.05.htm 13 Il testo è barrato perché la Provincia Autonoma di Trento ha fatto ricorso per questa frase alla CorteCostituzionale ed ha vinto: alle province autonome, proprio perché autonome lo Stato non può dire cosadebbono fare per vigilare su questa legge. Ma proprio perché a Trento ci sono persone avvedute, cherispettano i principi, il ricorso lo hanno presentato in virtù del fatto che la Provincia si era già organizzataautonomamente a vigilare sull’accessibilità dei propri uffici. Vedi SENTENZA N. 145 del 12.04.2005 - CorteCostituzionale

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mamente e secondo i propri ordinamenti la vigilanza sul-l’attuazione del presente decreto»14

L’esperienza insegna però che è molto difficile costituire uncentro di competenza che vigili su ogni contenuto pubbli-cato su Web, dato il volume di materiale prodotto e lenumerose verifiche da fare. Grazie alla formazione sull’ac-cessibilità, che la legge 4/04 impone come obbligatoria15,diventa responsabilità di ogni redattore produrre materialeaccessibile.Il 1°marzo 2006 è stata introdotta un’altra legge per tutela-re le persone disabili (Legge 67/2006 “Misure per la tutelagiudiziaria delle persone con disabilità vittime di discrimi-nazioni”16). Questa norma dà il diritto ad agire, da soli o tra-mite associazioni, ogni volta che si verifica un comporta-mento discriminatorio: se tu realizzi un prodotto Web non

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14 Legge 4/2004 art. 7 (Compiti amministrativi).15 Legge 4/04 art. 8 (Formazione) 1. Le amministrazioni di cui all’articolo 3, comma 1, nell’ambito delle attività di cui al comma 4 dell’artico-lo 7 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nonché dei corsi di formazione organizzati dalla Scuolasuperiore della pubblica amministrazione, e nell’ambito delle attività per l’alfabetizzazione informatica deipubblici dipendenti di cui all’articolo 27, comma 8, lettera g), della legge 16 gennaio 2003, n. 3, inserisconotra le materie di studio a carattere fondamentale le problematiche relative all’accessibilità e alle tecnolo-gie assistive.2. La formazione professionale di cui al comma 1 è effettuata con tecnologie accessibili.3. Le amministrazioni di cui all’articolo 3, comma 1, nell’ambito delle disponibilità di bilancio, predispongo-no corsi di aggiornamento professionale sull’accessibilità.N.B. La legge non parla solo di siti Internet ma anche di dotazioni hardware e software a disposizio-ne del personale disabile, di prodotti da scaffale, di materiale multimediale ecc. Non sono stateapprofondite queste tematiche perché non rientrano tra gli scopi del manuale, ma se sei un dirigen-te è necessario che tu approfondisca tutti gli aspetti toccati dalla norma.16 Legge 1 marzo 2006, n. 67, Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discri-minazioni. (G.U. n. 54 del 6 Marzo 2006) http://www.welfare.gov.it/EaChannel/MenuIstituzionale/normative/2006/legge1marzo2006.htmInoltre è utile osservare che se l’oggetto Web è rivolto a personale interno esiste un’ulteriore norma a tute-la dei disabili Decreto Legislativo n. 216 del 2003 “Attuazione della direttiva 2000/78/CE per la parità ditrattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro”, http://www.parlamento.it/leggi/dele-ghe/03216dl.htm

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accessibile, che tu sia pubblico o privato, discrimini e quin-di sei perseguibile per legge. Quindi, anche se non esiste un contratto di fornitura (adesempio, se ti fai “in casa” il sito Web) e la legge non pre-veda sanzioni esplicite, i siti pubblici devono necessaria-mente essere accessibili.

Ora che sai il perché del viaggio, si parte: destinazioneWeb!

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2Usi e costumi(il Web)

Il Web è un mondo che ha regole, logiche e dinamicheproprie. Conoscerle aiuta a diventare veri viaggiatori enon semplici turisti.

F inora abbiamo parlato del Web senza entrarci dentro. Inquesto capitolo cercheremo di fare una panoramica di

cosa sia il Web e di chi lo usa. Ti daremo degli esempi disuccesso da seguire. Se pensi di sapere già tutto e di poter saltare il capitolo,allora prova a rispondere a questa domanda: come si chia-ma il cieco da cui dipende il successo di ogni sito su Web?

Non lo sai? Ma è Google il cieco più importante del Web!Forse è meglio cominciare dall’inizio, per capire di cosastiamo parlando. Il Web (in inglese “ragnatela”) è uno dei servizi più usati diInternet, insieme alla posta elettronica. Internet è la rete dicomputer collegati tra loro in tutto il mondo. Ogni sistema,ogni servizio collegato ha un indirizzo: esistono indirizziWeb (URL) e indirizzi di posta elettronica. Spesso chi usaInternet per la prima volta fatica a distinguerli.

Un indirizzo Web comincia di solito con http://www osemplicemente con WWW (che sta per World Wide Web),mentre un indirizzo di posta elettronica contiene il segno @

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2.1Le origini

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(“at”), la famosa chiocciola1. Magari per te sono nozioni scontate, ma non è detto che losiano per tutti quelli che visiteranno il tuo sito. Alcuni di lo-ro, come te una volta, stanno muovendo i primi passi nellaRete. Il Web è un servizio che per funzionare usa uno specificoprotocollo di comunicazione, ossia una particolare conven-zione che consente ai computer di comprendersi recipro-camente. Questo protocollo si chiama “HTTP”, HyperTextTransfert Protocol: è il modo per trasferire un ipertesto daun computer a un altro. Detto semplicemente, un ipertesto è un testo in cui alcuneparole rimandano direttamente ad altri testi, ad altri docu-menti.Il Web è questo: l’ipertesto più grande del mondo, l’insie-me di tutte le risorse di testo – e non solo – collegate traloro, sparse su tutti i computer collegati ad Internet. Tuttoquesto forma, appunto, una vasta ragnatela virtuale.Oggi il Web si “naviga” collegandosi con un computer, maanche con altri mezzi come palmari o cellulari; l’importan-

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1 Un indirizzo di posta elettronica si caratterizza per la famosa @, volgarmente detta cchhiioocccciioo llaa. Gli snobla chiamano aa tt, ma forse arriccerebbero il naso se sapessero l’origine di questa parolina e del segno chela rappresenta. Il simbolo, diventato un’icona della virtualità postmoderna, è nato nel ‘500. Indovinatedove? In Italia, e precisamente a Venezia, quando la Serenissima era dedita ai commerci più sfrenati. Quelsegno, prima di finire nelle nostre e-mail, ha frequentato lettere e contratti commerciali. Il fatto è che icommercianti anche allora vendevano merci; per venderle avevano bisogno di pesarle; per pesarle aveva-no bisogno di un’unità di peso e capacità; per rappresentarla graficamente avevano bisogno di un segno.Cosa di più adatto di una “a” con un ricciolo, che sintetizza la parola “anfora”? Passano gli anni e, attra-verso le rotte mercantili, quello stesso segno sbarca in Inghilterra, dove nell’800 i soliti commercianti loadottano in luogo dell’espressione at a price of (al prezzo di). Passano gli anni e il nostro segno, che glianglosassoni avevano provveduto a sistemare su tutte le loro tastiere, se ne sta lì adagiato annoiandosi amorte. La vecchia Europa si era dimenticata di lui, dopo secoli di onorato servizio. Siamo ormai negli annisettanta del ‘900 e nel nuovo mondo l’elettronica è in fermento; l’ingegner Ray Tomlinson ha messo apunto il sistema per inviare la posta tramite computer; gli serve un simbolino da infilare tra il nome deldestinatario e quello del server che glielo recapita. Quel carattere che occhieggia sulla tastiera sembra dir-gli “prendi me”, e così è stato.

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te è avere un programma per navigarlo: un browser.Quando le persone usano i computer e si muovono attra-verso gli ipertesti, non si domandano come funzionano enon gli interessa saperlo: vogliono navigare e basta. Ognipagina Web deve funzionare in modo semplice e intuitivo,senza che ci sia bisogno di leggere spiegazioni, perché sulWeb le persone cercano informazioni e desiderano averlesenza metterci più tempo del necessario.Chi cerca informazioni sul Web ha due possibilità, unadiretta e l’altra indiretta. La prima presuppone di conoscere un indirizzo preciso,che comincia sempre con http://www e continua con unasequenza, a volte molto lunga, di parole e segni che ci por-tano esattamente dove vogliamo approdare. Se invece non abbiamo l’indirizzo, dobbiamo affidarci astrumenti creati apposta per consentire la ricerca di conte-nuti: i motori di ricerca. E anche qui c’è una storia che valela pena conoscere.

Cominciamo dall’inizio, procedendo a piccoli passi, a costodi dire anche cose risapute, in modo da capire bene l’evo-luzione del Web.Se uno conosce l’indirizzo preciso di un sito, può digitarlonella casella di testo del browser e ordinargli di mostrare ilcontenuto, la pagina, che si trova a quell’indirizzo. Unavolta entrati nella pagina, tramite i link (di solito parole sot-tolineate) si può andare a caccia dell’informazione che sista cercando.Se invece non si ha l’indirizzo, la faccenda è un po’ piùcomplicata. In un ambiente come il Web, con milioni di

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2.2La storia

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milioni di pagine e milioni di siti che le raccolgono, è diffi-cile trovare l’informazione che si cerca, a meno di avere glistrumenti adatti.Questi strumenti sono i motori di ricerca e le directory, cioèsiti dedicati a cercare. Le prime pagine di questi siti, lehome page, hanno una casella di testo (come il browser),dove si può digitare non l’indirizzo, ma alcune parole cheriassumono l’informazione da trovare.Oggi c’è un motore di ricerca più famoso degli altri. Lo co-nosci di certo: è Google. Ma forse non sai perché è il piùusato. Anche i motori hanno avuto la loro evoluzione:Google è risultato l’esemplare migliore su Web, il processodi selezione naturale lo ha premiato.Per fare un buon progetto Web è interessante conoscerequesta storia, perché è un esempio di vero servizio Web diqualità.All’inizio del Web nacquero delle directory; la più famosa èancora oggi Yahoo. In pratica erano elenchi di siti, ordinatiper categorie. In queste directory esisteva quella famosacasella di testo in cui porre la domanda all’oracolo. Unavolta digitate le parole-chiave da cercare (keyword), ilmotore mostrava (e mostra ancora oggi) una lista di possi-bili risultati tra quelli archiviati. Yahoo aveva una redazione di persone che andavano ingiro per il Web a raccogliere e catalogare pagine suggeriteanche dalle persone che usavano Yahoo. Poi nacquero i motori, che questa caccia alle pagine la face-vano in automatico. Avevano dei “dipendenti” robot, chia-mati bot, spider o crawler, in pratica dei programmi cheautomaticamente erano in grado di leggere una pagina espedirla al motore perché l’archiviasse. Successivamenteraggiungevano le pagine collegate a quella appena spedita

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e ricominciavano il lavoro. Ripetevano, e ripetono ancoroggi, questa operazione senza sosta, per tutte le pagine delWeb. Nacquero centinaia di motori, alcuni più famosi dialtri e si scatenò la lotta per la sopravvivenza.Durante questa guerra, molti motori cambiarono aspettoper attirare più persone: da semplice pagina con una casel-la di testo e qualche link, si trasformarono in “portali”, cioèsiti generalisti che offrivano informazioni un po’ su tutto,quasi testate giornalistiche. Divenne di moda la parola“portale”; se avevi più di 10 pagine, il tuo non era più unsito, ma un portale!Lo scopo principale di questi siti per la ricerca era, e resta,consentire agli utenti di trovare le informazioni desiderate.Un motore di ricerca funziona se offre i risultati più coeren-ti con le domande poste entro le prime 2-3 pagine, perchési sa che le persone hanno una pazienza limitata.I primi portali nacquero dal fallimento dei motori, ma i por-tali fallirono con il successo di un motore che imparò a farebene quello che la gente si aspettava da lui. NacqueGoogle.Di nuovo una semplice casella di testo e qualche link, maera una casella alla quale qualsiasi domanda facevi, ti davarisultati più attinenti rispetto ad altri motori, perché aveva ilsistema di ricerca e archiviazione migliore di tutti.Oggi Google è diventato sinonimo di ricerca sul Web; ènato addirittura il verbo “googolare” (to google) come equi-valente di cercare su Web. Alcuni motori provarono a tor-nare indietro, da portali a motori semplici, ma ormai laguerra era persa.La morale è che non basta essere su Web e offrire il piùpossibile; vinci se dai alle persone quello di cui hanno biso-gno e si aspettano da te.

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Quante persone vanno sul sito di un Comune per conosce-re il proprio oroscopo? È più facile che vadano sul sito diuna testata giornalistica o su un sito dedicato all’astrologia,perché è lì che si aspettano di trovare quel tipo d’informa-zione.

Questa storia evidenzia aspetti importanti per il tuo proget-to. Innanzitutto, non andare in giro a dire che vuoi fare unportale, non è più di moda per chi abita la rete da un po’;sii più umile e parla di sito.La cosa più importante però è il sillogismo che nasce daquanto detto: se la gente trova le informazioni a partiredalle prime 2 o 3 pagine dei motori di ricerca, e se il moto-re di ricerca più usato oggi è Google, devi fare in modo diessere tra i primi risultati di Google.Infatti i cittadini a cui ti rivolgi, non sapendo spesso dovetrovare le informazioni, cominciano proprio a cercare conGoogle, dicendo all’oracolo 2 o 3 parole nell’orecchio.Quindi un sito Web di qualità si riconosce anzitutto per lacapacità di farsi trovare grazie a poche parole che ne espri-mono i contenuti.Ma cosa chiede il dio della ricerca su Web per metterti fra iprimi risultati?Ecco i 10 comandamenti di Google2: Alcune di queste regole sono un po’ tecniche, ma per for-

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2.3La religione

2 http://www.google.it/support/webmasters/bin/answer.py?answer=35769

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1. Non avrai altro motore al di fuori di me.Scherziamo, non è vero. I comandamenti sonosolo 9 e questo non c’è, ma 10 faceva più effetto...

2. Progetta un sito con gerarchia e link testuali com-prensibili. Ogni pagina dovrà essere raggiungibileda almeno un link testuale statico.

3. Offri agli utenti una mappa del sito con link chepuntino alle sezioni più importanti. Se la mappadel sito contiene più di 100 link, suddividila inpagine separate.

4. Crea un sito utile e ricco di informazioni, con pagi-ne che descrivano in modo chiaro e accurato icontenuti del sito.

5. Pensa alle parole che gli utenti potrebbero digita-re per cercare le tue pagine e assicurati che sianoincluse nel tuo sito.

6. Prova ad utilizzare del testo anziché immagini pervisualizzare nomi, contenuti o link importanti. Ilcrawler di Google non riconosce il testo contenu-to nelle immagini.

7. Assicurati che i tag TITLE e ALT siano descrittivi eprecisi.

8. Verifica l’eventuale presenza di link inaccessibili ela correttezza del codice HTML.

9. Se decidi di utilizzare pagine dinamiche (ad esem-pio se l’URL contiene un carattere “?”), ricordatiche non tutti gli spider dei motori di ricerca effet-tuano la scansione delle pagine dinamiche oltre aquelle statiche. È utile prevedere un numero esi-guo di parametri brevi.

10. Limita a un numero ragionevole (meno di 100) icollegamenti a una determinata pagina.

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tuna è più importante capire quelle che lo sono meno.Innanzitutto prendili come consigli pratici, da chi di ricercase ne intende. Considera però che Google ha un grossolimite: non vede. Google, non è in grado di capire tutto quello che c’è nellepagine, ma solo ciò che è testo, esattamente come fanno iprogrammi che usano i non vedenti al computer, gliscreen-reader 3.Google capisce solo ciò che è scritto nel linguaggio che siparla nel Web: l’(X)HTML e cioè il linguaggio per scriverele pagine. È un linguaggio semplice, dove attorno a una parola se nemettono altre (la si “marca”) per darle un significato, omeglio una funzione. In genere, la funzione più frequente èdi fungere da collegamento a un’altra pagina.Le regole valide per Google sono comunque utili anche aituoi utenti potenziali. Se Google, che è un programma, tidice che fa fatica a capire pagine con oltre 100 collega-menti, come puoi pensare che una persona se la cavi suquelle stesse pagine?Evitare ciò significa fare pagine “usabili”, come chiede an-che il Codice della PA digitale: pagine che la gente usa sen-za sforzo. Proprio come le pagine di Google, che si impa-rano a usare dopo 10 secondi di apprendistato: digiti le pa-role lì, fai click là, ed ecco la lista dei siti! Forse non è un risultato di grande effetto, non ci sono paro-le e immagini che arrivano volando e si posano dolcemen-te una accanto all’altra come succede nella presentazioni di

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2.4Le regole

di convivenza

3 Se vuoi approfondire come utilizzino i non vedenti ed altre persone con tipi diversi di disabilità, la RegioneEmilia-Romagna ha pubblicato su Web un CD che ti fornisce una guida esaustiva, all’indirizzo:http://www.regione.emilia-romagna.it/sin_info/websenzabarriere

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certe web-agency. Ma in un sito (pubblico) le persone noncercano effetti speciali, vogliono informazioni, e qualunquecosa ostacoli il loro obiettivo è solo fastidio e ritardo.Secondo la definizione dell’ISO (l’Organizzazione Interna-zionale degli Standard nella parte 11 dell’ISO 9241, “Guidaall’usabilità”) usabilità significa: “efficacia, efficienza esoddisfazione con le quali determinati utenti possonoraggiungere specifici obiettivi in particolari ambienti”.Come fai a capire se il tuo progetto è usabile? Lo vedremomeglio nell’ultimo capitolo; intanto, se progetti seguendole regole consolidate del Web, sei già sulla buona strada. Ela prima regola è mettersi nei panni degli altri, quelli chedovranno usare il sito che realizzi.In altri termini, devi progettare cose semplici, che faccianoesattamente ciò che le persone si aspettano. E se vuoi ve-nire trovato, fa’ in modo di seguire le regole che Google, daquella montagna in cui abita, ha scolpito su un ipertesto.

Google non è l’unico dio del Web, è solo quello dei cerca-tori. Nella Rete ci sono tante altre divinità, con funzioni di-verse. Alcune si occupano, ad esempio, di rendere l’iper-testo un po’ meno noioso. Sono divinità giovani, ma in unmondo multimediale e multicanale si devono onorare.Qualche anno fa la Rete, dopo aver iniziato a parlare conl’(X)HTML, ha cominciato a cantare e ballare: sono nati icontenuti audio e video.Purtroppo sono entità estranee al Web, che è nato comeipertesto fatto di parole, e perciò hanno bisogno di un po’di tempo per venire assimilate. Usare le tecnologie multi-mediali, che sono piacevoli e in certi casi utilissime, ha

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2.5I nuovi idoli

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risvolti negativi che si devono conoscere.Come abbiamo visto, Google chiede “link testuali”; un linkpresente in un oggetto multimediale non è testuale, quindiper Google non esiste e non verrà mai trovato direttamen-te.Gli elementi multimediali sono gestiti dai computer inmodo a volte molto complesso. Questa complessità sfug-ge all’utente, che arriva all’oggetto multimediale navigandoattraverso pagine Web. Di solito, per poter fruire di questotipo di contenuti, occorrono dei programmi che collabora-no col browser e si chiamano plug-in. Il problema di que-sti programmi è che a volte non sono disponibili per tutti icomputer, oppure richiedono requisiti che non tutti gliutenti hanno: dalle capacità tecniche al tipo di computeralla banda necessaria per scaricarli, ecc.Oggi esiste una tecnologia quasi standard per le animazio-ni. Anch’essa è una divinità; si chiama Flash. È una tecno-logia matura, non libera come l’(X)HTML, ma di proprietàdi un’azienda. Visto che rappresenti una Pubblica Ammini-strazione forse non dovresti usarla perché il Codice dellaPA ti chiede di usare tecnologie “aperte”, cioè non proprie-tarie. Tuttavia, se proprio devi animare un contenuto, oggiFlash è il mezzo migliore, perché è un plug-in spesso pre-sente nei vari browser.Come ogni strumento, Flash va usato bene. Usalo comesupporto a quanto stai dicendo, non come unico modo perdirlo. Se vuoi fare una piantina animata per mostrare comesi è sviluppato nel tempo un certo fenomeno sul tuo terri-torio, puoi usare Flash, ma solo dopo aver scritto un testoche dica le stesse cose, vale a dire fornendo una versionetestuale dei dati. Insomma, con le immagini animate devi bilanciare le esi-

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genze: da una parte Google ti deve trovare, dall’altra le per-sone devono capirti e a volte un’animazione ha la sua effi-cacia.Altre divinità minori sono tutte quelle che su Web appaio-no come oggetti inseriti nelle pagine o collegati ad esse enon sono semplice testo. Il problema di queste tecnologie è legato sia alla loro novi-tà sia al fatto che spesso sono sviluppate da un’azienda, enon è detto che tutti le usino o le possano usare.Ogni volta che metterai un contenuto multimediale, oanche solo un documento da scaricare sulle tue pagine, titroverai di fronte a problemi che l’(X)HTML non ti pone.Pertanto, se scegli di pregare altri dei, ricordati che ci sonodei rischi.

Come hai visto, il Web ha la sua storia, le sue divinità e isuoi abitanti. Ma la principale caratteristica del Web è checambia, e cambia in fretta. Oggi si parla di Web 2.0; è unatrasformazione ancora in atto di cui possiamo solo fare unpo’ di cronaca. Ecco cosa si intende col termine Web 2.04: � Non più software da scaricare, ma siti che offrono servi-

zi utilizzabili da qualsiasi piattaforma collegata. Servizicome ad esempio Gmail, che permette di conservare suWeb la propria posta e ha le stessa potenza e interattivi-tà di un programma come Outlook sul tuo computer.

� Non più siti personali, ma blog, ossia veri diari on-line

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2.6La cronaca

4 Un utile articolo in inglese si trova suhttp://www.oreillynet.com/pub/a/oreilly/tim/news/2005/09/30/what-is-web-20.html?page=1

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collegati tra loro, semplici da utilizzare, aperti ai com-menti e alle integrazioni dei lettori.

� Condivisione di risorse non solo tra persone ma anchetra siti, come accade per le notizie tramite gli RSS.

� Siti che collegano le informazioni provenienti da variefonti (“mash-up”), come ad esempio annunci immobiliaridi vari siti, mappe da un altro e foto da altre fonti ancora.

� Partecipazione collettiva: Wikipedia ne è l’esempio lam-pante. A differenza di quanto accade nelle enciclopedietradizionali, qui chiunque può contribuire sia a proporrevoci e fornirne la definizione sia ad aggiornare e com-pletare le voci esistenti.

Insomma servizi utili, interattivi, interconnessi ovunque epartecipativi. Questa è, in sintesi, la nuova via del Web e il viaggio che tiattende.Ricordati però che viaggiare sulla frontiera è roba da esper-ti, e non tutti sono in grado di seguirti. Le tecnologie hannobisogno di maturare e diffondersi. La maggior parte dellepersone, specialmente quelle che hanno bisogno di ausili,non sempre possono utilizzare le ultime tecnologie. Le tec-nologie assistive arrivano dopo le tecnologie a cui si ap-poggiano: ad esempio, prima è nato Windows e poi è natouno screen-reader per Windows. Fino a quel momento, inon vedenti che usavano il computer non potevano usareWindows. Oggi che il Web sta diventando quasi comeWindows e i programmi non sono più solo sul computer,ma si trovano da qualche parte in Rete, questo potrebbesuccedere di nuovo. Al termine di questo viaggio anche tu potrai aiutarci ad evi-tare che questi inconvenienti si ripetano.

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3Organizzare il viaggio(il progetto)

Un sito non si improvvisa. Va pensato e progettato intutte le sue parti, ed è sempre il frutto di un lavorocollettivo.

S ia che tu decida di fare un viaggio “fai da te” sia che tiappoggi a un tour operator, il viaggio avrà senso e ti

lascerà qualcosa, se riuscirai ad avere contatti e farti capiredalle tante persone che incontrerai. Al raggiungimento di questi obiettivi concorrono molteprofessionalità con cui devi essere in grado di dialogare einteragire. Un viaggio Web non si può fare da soli: sarai tua scegliere e guidare i tuoi compagni.

Come abbiamo già detto, ogni sito Web ha un suo indiriz-zo. Questo indirizzo potrebbe essere un nome di dominio,o un suo sottoindirizzo. Ad esempio, “regione.emilia-roma-gna.it” è il nome del dominio in cui si trova il sito dellaRegione Emilia-Romagna, mentre “regione.emilia-romagna.it/sin_info/lineeguida/” è un sottoindirizzo (a proposito, lìtrovi le linee guida per la gestione delle informazioni sulsito della Regione, che ti consigliamo di far leggere ai tec-nici coi quali lavorerai).Dalla scelta del nome di dominio dipende già il futuro deltuo progetto. Il nome ha peso nelle ricerche su qualsiasimotore. Non deve essere troppo lungo, altrimenti è fatico-so da scrivere ed è più è facile sbagliarsi nel digitarlo; inol-tre è meglio che contenga le parole che potrebbero essereutili a trovarlo sui motori.

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3.1Businesso economy?

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Per acquistare un nome di dominio1 dovrai rivolgerti a deitecnici, perché un dominio esiste se c’è un computer col-legato alla rete, che risponde quando qualcuno lo chiama.I tecnici dovranno fare in modo che ciò avvenga, predispo-nendo un computer a rispondere.Questo computer si chiama server Web, ed è il primo livel-lo del tuo progetto.Proprio adesso devi fare una scelta che può pregiudicare ilfuturo; si tratta di decidere le tecnologie che userà il tuoserver Web: proprietarie o aperte?Ecco che, fin da questa prima operazione, giunge in tuosoccorso il Codice della PA che, nel Capitolo IV, parla di“riuso” 2.Il Codice spinge le Pubbliche Amministrazioni a riusare econdividere il software che acquistano, al fine di ottenereun risparmio. Le tecnologie server più idonee sono quelleopen-source, perché aperte come richiede il riuso. Spessosono anche gratuite, quindi il risparmio è assicurato.L’open-source è un modo di creare e distribuire i propriprodotti in linea col Web 2.0. Una comunità di sviluppatorisparsi in tutto il mondo e collegati tramite la Rete, magaricoordinati da una società, collabora per la realizzazione diun prodotto. Chi sviluppa il prodotto a volte non vienepagato e lo fa per prestigio, visibilità, perché lo vuole usaregratuitamente, collaborare a renderlo migliore e in un certo

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1 Se devi scegliere un nome, anche se sei una PA locale, puoi seguire le indicazioni della Direttiva del30/05/2002 che invitano a creare maggiore uniformità e reperibilità dei siti pubblici, e richiedere un domi-nio .gov.it (http://www.innovazione.gov.it/ita/normativa/documenti/direttiva_portale.shtml)2 Vedi anche la direttiva “Sviluppo ed utilizzazione dei programmi informatici da parte delle PubblicheAmministrazioni” (http://www.innovazione.gov.it/ita/normativa/allegati/Dir191203.pdf) ripresa dal codicedella PA.

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senso guidarne le sorti.I programmi open-source per i server sono già molto dif-fusi e affidabili3. Valuta la tua scelta con attenzione4.Fatta questa prima e importante scelta, hai già caratterizza-to il tuo progetto per due aspetti: tipo di tecnologia e clau-sola dell’accessibilità.A questo punto dovrai decidere l’obiettivo e il taglio dadare al progetto.Secondo i documenti europei, in particolare quelli per lamisurazione dei servizi on-line (benchmarking), un sitopuò porsi su uno di questi livelli:

Comunicazione monodirezionale� Livello 1 – Informativo:

sono disponibili on-line solo le informazioni necessarieper avviare la procedura che porta all’erogazione delservizio (ad esempio contatti, descrizione del servizio,ecc.).

� Livello 2 – Interazione a una via: è possibile scaricare i moduli necessari per avviare laprocedura che porta all’erogazione del servizio.

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3 Ad agosto 2006, i server Web Apache (open) hanno il 60% del mercato server mondiale, rispetto aMicrosoft (proprietario) che ne ha solo il 30%(fonte Netcraft http://news.netcraft.com/archives/2006/08/index.html)4 Se fai parte di un’amministrazione che si trova in un’area depressa, o sei in cerca di idee per rilanciare iltuo territorio, potrebbe esserti utile conoscere il caso dell’Estremadura, una regione spagnola, ora moltopiù ricca di prima grazie proprio all’open-source. In questa regione, è stata fatta la scelta di adattare addi-rittura un sistema operativo, come Windows, ma open-source, e di farlo adottare da tutte le amministra-zioni della regione. Questa scelta ha portato al risparmio di circa 18 milioni di euro. Inoltre ha favorito lacreazione di molte aziende specializzate in software e servizi basati su quelle tecnologie, e ha rilanciato l’e-conomia della zona. Perciò non è detto che il semplice risparmio non significhi anche altri guadagni.(fonte Wired http://www.wired.com/news/business/0,1367,51994,00.html, vedi http://www.linex.org/)

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Comunicazione bidirezionale� Livello 3 – Interazione a due vie:

è possibile avviare on-line la procedura che porta all’e-rogazione del servizio, attraverso l’accoglimento di unarichiesta (ad esempio, fissare l’appuntamento in un uffi-cio dove l’utente può ritirare un documento).

� Livello 4 – Esecuzione on-line dell’intera procedura:è possibile dar corso a tutta la procedura per via tele-matica, compresi eventuali pagamenti, consegne e noti-fiche.

Per passare da un livello al successivo è evidente che sononecessari molti sforzi, anzitutto organizzativi. Come in ogniviaggio, se vorrai renderlo memorabile, punta al massimofin dall’inizio, ma procedi per piccoli passi. La tecnologiaserver che sceglierai come fondamenta del tuo progettolimiterà in pochi casi la tua crescita per passare dal primoall’ultimo livello. Oggi esistono molti modi per far comuni-care le tecnologie open con quelle proprietarie. Potresti tro-varti a scegliere una tecnologia per alcune fasi del lavoro eun’altra per le rimanenti.Il primo passo è capire quale sarà l’intento finale del tuoprogetto. Visto che dare informazioni è il primo livello,vediamo come realizzare un sito di questo tipo e partiamoda qui.

Per poter dare informazioni su Web, occorre realizzare dellepagine in linguaggio (X)HTML. Il primo compagno di viag-gio che ti serve dovrà aiutarti a costruire lo scheletro delprogetto (un programmatore), poi ti servirà chi lo dovràrivestire (un grafico) e quindi chi lo dovrà riempire (un

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3.2I compagnidi viaggio

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redattore, che puoi essere tu o i tuoi collaboratori). Purtroppo il primo dei tuoi compagni parla una linguaastrusa e qualsiasi cosa tu gli chieda la risposta è sempre“no, non è possibile”. Nei casi migliori ti risponderà che “èmolto complicato perché il framework non è in grado diinterfacciarsi con il datasource che si trova dietro al fire-wall… magari se creiamo una policy sul proxy... in ognicaso oggi di sicuro non ci riesco, dobbiamo schedularlo”.Tu lascialo sfogare, è fatto così, per lui tutto è un problema.D’altra parte, mettiti nei suoi panni: deve tradurre ogni tuarichiesta in tutti i passaggi che quell’azione comporta. Perfarlo deve pensare e parlare come i computer: loro fannotutto per passi elementari e parlano in inglese.Quindi se a sviluppare il progetto saranno dei tecnici inter-ni al tuo ente, armati di pazienza. Se ti rivolgi all’esterno, èfacile invece che non parlerai direttamente con i tecnici macon i loro ambasciatori-traduttori (gli “account” o i “com-merciali”). Li riconoscerai perché, a differenza dei tecnici,non indossano sandali e non portano gli occhiali, vestonoin modo elegante, sono abbronzati, hanno un bel sorriso ealle tue richieste rispondono quasi sempre “sì”, almenoall’inizio.Man mano che il progetto andrà avanti però cambierannoatteggiamento, e cominceranno a dire “non so, devo chie-dere ai tecnici”; è il loro modo di dire “no” e scaricare la re-sponsabilità sui tecnici. Di solito dicono “no” quando haicambiato idea troppe volte o quando le tue richieste diven-tano troppo onerose, complicate o contraddittorie.Ecco perché è fondamentale che tu abbia le idee moltochiare fin dall’inizio.

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Visto che abbiamo scelto di cominciare da un sito informa-tivo, sicuramente bisogna portare ciò che chiede il Codicedella PA:

a) l’organigramma, l’articolazione degli uffici, le attribu-zioni e l’organizzazione di ciascun ufficio anche di livel-lo dirigenziale non generale, nonché il settore dell’ordi-namento giuridico riferibile all’attività da essi svolta,corredati dai documenti anche normativi di riferimen-to;

b) l’elenco delle tipologie di procedimento svolte da cia-scun ufficio di livello dirigenziale non generale, il ter-mine per la conclusione di ciascun procedimento edogni altro termine procedimentale, il nome del respon-sabile e l’unità organizzativa responsabile dell’istrutto-ria e di ogni altro adempimento procedimentale, non-ché dell’adozione del provvedimento finale, come indi-viduati ai sensi degli articoli 2, 4 e 5 della legge 7 ago-sto 1990, n. 241;

c) le scadenze e le modalità di adempimento dei procedi-menti individuati ai sensi degli articoli 2 e 4 della legge7 agosto 1990, n. 241;

d) l’elenco completo delle caselle di posta elettronica isti-tuzionali attive, specificando anche se si tratta di unacasella di posta elettronica certificata di cui al decretodel Presidente della Repubblica 11 febbraio 2005, n.68;

e) le pubblicazioni di cui all’articolo 26 della legge 7 ago-sto 1990, n. 241, nonché i messaggi di informazione edi comunicazione previsti dalla legge 7 giugno 2000, n.150;

f) l’elenco di tutti i bandi di gara e di concorso;g) l’elenco dei servizi forniti in rete già disponibili e dei

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3.3Cosa

portare?

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servizi di futura attivazione, indicando i tempi previstiper l’attivazione.

E la Direttiva dice inoltre che il sito dovrà offrire:a) accesso ai servizi strutturato secondo il punto di vista

dei segmenti di utenza ai quali si rivolgono; b) percorsi brevi, omogenei e facilmente individuabili; c) presenza di una mappa del sito chiara e sempre aggior-

nata; d) disponibilità di funzioni di ricerca semplici ed efficaci; e) aggregazione organica e coerente di informazioni e

servizi, correlati fra loro per tematica o finalità, con lapossibilità di accesso diretto dall’uno all’altro.

Poiché è impossibile, per quanto si vogliano prevedere ibisogni dell’utenza, cogliere a priori ogni tipo di esigenza,è necessario che nel portale vengano previsti, e chiara-mente evidenziati, spazi per il contatto diretto attraversoindirizzi di posta elettronica o numeri verdi.Ricordati anche di inserire nella home page, la Partita IVAdel tuo ente, come dice un’altra normativa5. Se recuperare un numero è roba da niente, per tutto il restosarà una fatica nera, che però ha i suoi risvolti positivi: tifarà conoscere e avere relazioni con una quantità di colle-ghi dalle più diverse competenze e personalità.Costruire un sito Web è come costruire una casa; se pre-vedi di entrarci in una certa data, aspettati che sia pronto 2o 3 mesi dopo. Può anche capitare di accorgersi all’ultimomomento che un muro portante va spostato: conviene

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5 Dall’art. 35 DPR 633/72: ”... un numero di partita I.V.A. ... e che deve essere indicato ... nella home-pagedell’eventuale sito web, ...”

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intervenire subito, a costo di ritardare l’inaugurazione.Pensa che il futuro della casa dipende dalla resistenza diquel muro.In un sito i muri portanti sono rappresentati dalla sua strut-tura, cioè dall’organizzazione dei contenuti. Dovrai accor-parli secondo i bisogni e la logica degli utenti, anzichérispecchiando la tua organizzazione interna. Come insegnail caso di Google, devi essere tanto bravo da metterti inogni momento nei panni di chi userà il tuo sito.Ad esempio, se devi ordinare delle voci, è buona idea met-tere per prime quelle più usate dagli utenti; o quelle piùimportanti rispetto agli obiettivi del sito; quasi sempre con-viene ricorrere a criteri neutri come l’ordine alfabetico. Prima di ordinare i contenuti dovrai però definire una strut-tura che li contenga. Per rappresentarla puoi usare unamappa ad albero, dove ogni foglia è un contenuto e si trovasu un ramo insieme a contenuti simili. Puoi usare unamappa mentale, dove le informazioni vengono organizzatesecondo un criterio gerarchico, dal generale ai particolari,in modo da renderle facilmente comprensibili e memoriz-zabili.Qualsiasi tecnica userai, non cominciare mai da zero: guar-da sempre cosa fanno gli altri, i più esperti; ispirati a tuttoquello che funziona e migliora quello che non funziona.Dopo aver disegnato l’architettura del sito, guardala. Deveessere armoniosa, proprio come succede in natura: nontroppi rami o troppo pochi, non troppo lunghi o troppocorti.Oltre alle mappe e agli alberi, puoi dare altri percorsi perarrivare alla meta, usando magari una classificazione a fac-cette (faced). Con questo metodo l’informazione vienerecuperata tramite una sua proprietà, cioè una caratteristi-

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ca attraverso cui l’utente potrebbe cercarla. L’esempio piùcitato riguarda la classificazione di vini: un determinatovino può essere cercato da un utente per colore, tipo, pro-duttore, fascia di prezzo, annata, ecc. Nel caso di unaPubblica Amministrazione, un’informazione potrebbe esse-re cercata secondo l’evento della vita a cui corrisponde(nascita, matrimonio…), o in base al tipo di utente (bambi-no, anziano...), alla sua motivazione (fare denuncia, diver-tirsi...), all’argomento di suo interesse (casa, lavoro...).

Oltre alla valigia, in viaggio serve anche il beauty-case dovesi trovano tutti quegli oggetti di pronto uso. Allo stessomodo, nel tuo sito dovrai prevedere una serie diservizi/strumenti che gli utenti usano di frequente. Peresempio le notizie, il motore di ricerca, i forum, le news-letter, ecc.Il Web è pieno di questi strumenti; alcuni vivono di vita pro-pria, altri li si deve sorvegliare e governare.Se decidi di inserire una sezione per le notizie, dovrai averedei redattori che le aggiornino con una certa frequenza.Questi redattori devono imparare a scrivere per il Web, cheè diverso dallo scrivere per altri media (qualche consigliosu come scrivere lo daremo più avanti).L’ultima moda per comunicare sono le newsletter, raccol-te di notizie inviate via email agli iscritti. A questo proposi-to ricorda che la legge sulla Privacy è categorica: l’iscrizio-ne è volontaria e a una persona puoi chiedere solo i dati in-dispensabili a fornirle il servizio (per le newsletter ad esem-pio puoi chiedere solo l’email). La legge impone inoltre unaserie di accorgimenti non banali per proteggere i dati, che

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3.4Nelbeauty-case

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necessitano di una certa attenzione e competenza.Le newsletter possono comportare un impegno maggiorerispetto alle notizie, perché, come le riviste cartacee, devo-no uscire quel dato giorno inderogabilmente, o ne va dellatua credibilità.Un strumento di grande utilità per interagire con gli altrisono le mailinglist, dove domande e risposte arrivano di-rettamente sulla casella di posta elettronica di tutti gli iscrit-ti. È evidente che richiedono la presenza di qualcuno chedia le risposte e lo faccia con competenza e tempestività. I forum hanno la stessa funzione delle mailinglist: sonopagine visibili a tutti, in cui chiunque può scrivere dandorisposte o ponendo domande. Ovviamente anch’essirichiedono un presidio e una certa velocità nel rispondere.I forum con poche risposte, e per di più vecchie, sono unadelle cose più desolanti che ci siano su Web, subito dopole pagine “in costruzione”.Altra componente fondamentale del tuo sito sarà l’aspetto,e qui ti serviranno tutte le creme e i trucchi che puoi por-tarti dietro. Stai attento, però: come ogni trucco fatto bene,c’è ma non si vede.L’aspetto di un sito non deve essere fine a se stesso, mafunzionale agli obiettivi e al contenuto. Pensa alla segnale-tica stradale: un cartello in autostrada con l’indicazione diuna città dev’essere grande e leggibile, un cartello che indi-ca un monumento dentro a un paesino può esserlo meno;le strisce pedonali potranno essere bianche o gialle, maigrigie o a pallini. Insomma, la forma è funzione, anche neisiti Web.Per realizzare la grafica del sito è probabile che tu debbarivolgerti a una web-agency; parlerai con i soliti “account”che trasferiranno le tue richieste ai loro tecnici, grafici sta-

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volta. I grafici si riconoscono dal fatto che alle riunioni for-mali, dove tutti sono in giacca e cravatta, loro indossanouna maglietta o una camicia stazzonata, con gran stile,però. Benché siano cultori del bello, sono i primi a sapereche sul web l’estetica non è un orpello gratuito. Ma a voltesi fanno prendere la mano. Sta a te avere il controllo dellasituazione e non scordare mai che fai parte di un ente cheha uno stile e una linea editoriale con cui coordinarsi. Seper connotare il tuo sito ti allontani troppo dall’identità del-l’ente, rischi di disorientare gli utenti, che non capirannopiù dove si trovano.Per far sì che l’aspetto sia funzionale, ci sono delle regoleda seguire, e non mancano manuali in proposito6. Chi rea-lizzerà la grafica del tuo sito probabilmente le seguirà, mavisto che a te compete controllare e approvare, ti diamoalcuni consigli.Allontana dagli occhi la stampa che ti presenteranno: anzi-tutto dovresti cogliere il titolo del sito e il logo, proprio co-me accade quando leggi un giornale; subito dopo, le sezio-ni principali e le notizie, se ci sono. Man mano che avvicinila pagina agli occhi dovresti riuscire a leggere i contenuti,disposti in ordine di importanza, dall’alto verso il basso.Oggetti come link, titoli e bottoni dovrebbero essere rico-noscibili a colpo d’occhio, proprio per la diversità del loroaspetto, strettamente legato alla diversa funzione che svol-gono.Ricordati che la grafica non verrà solo guardata, ma soprat-tutto usata. Il Web non è televisione che si fruisce passiva-mente, e quindi non farti affascinare dai colori, dalle foto o

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6 In bibliografia trovi alcuni testi per approfondire usabilità ed aspetto.

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dalle immagini. Sappi anzi che le immagini possono esse-re la parte della pagina meno guardata. Un esempio? I ban-ner, che spesso affollano le home-page.Di solito, un banner è pubblicità proposta con un’immagi-ne più o meno grande, collocata in qualche parte dellapagina, per richiamare l’attenzione dell’utente, invogliarlo afare click e portarlo nel meraviglioso mondo che reclamiz-za. I banner pubblicitari su Web sono da sempre uno deglioggetti meno significativi, al punto che le persone spessonon li notano neppure. Vengono visitati quasi esclusiva-mente se sono molto attinenti con ciò che si sta cercando.Se i banner fossero efficaci, non sarebbero cambiati moltonel tempo, fino a diventare gli oggetti fastidiosi e invaden-ti che sono oggi: a volte arrivano a sovrapporsi all’interocontenuto delle pagine, come fa un intervallo pubblicitarioin televisione.Anche le immagini, se affollano troppo la pagina, finisconocol creare un “rumore di fondo” che disturba la percezionee la fruizione delle informazioni. Dunque cerca di usarlecon parsimonia e in coerenza con i contenuti che offri.

Dopo tutte le riunioni che avrai fatto per decidere l’archi-tettura, la grafica, i servizi che deve avere il tuo sito, è ilmomento di scegliere in quale contenitore metterli.A seconda della quantità di indumenti e oggetti, il bagagliodeve essere più o meno grande; in base al tipo di viaggio,sarà bene scegliere tra uno zaino o una valigia con le ruote.Per un sito, si tratta di adottare lo strumento che gli per-metterà di crescere secondo i 4 livelli che abbiamo vistoall’inizio. Dovrà essere in grado di accogliere tutti i conte-

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3.5Valigia,

zainoo trolley?

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nuti e sviluppare tutti i servizi che hai deciso di inserire.Qualche anno fa avresti dovuto (far) costruire le pagine unaalla volta, a mano. Puoi ancora fare questa scelta per unsito informativo di poche pagine e che richiede scarsiaggiornamenti. Questo però implica che dovranno lavora-re a quattro mani tecnici e redattori oppure che i redattoridovranno essere formati sugli aspetti più tecnici.Se farai le pagine manualmente ti occorreranno, oltre alleconoscenze di (X)HTML e CSS, anche quelle di accessibi-lità. In più, a ogni cambiamento della struttura del sito, do-vrai modificare tutte le pagine, preoccuparti di archiviare amano le vecchie notizie, ecc. Un lavoraccio insomma.Oggi non ne vale la pena, perché esistono strumenti chia-mati Sistemi di Gestione dei Contenuti (CMS - ContentManagment Systems) che permettono anche ai profani dicostruire interi siti Web. Se ne sente parlare da un po’ e,secondo un sito7 che li raccoglie, quelli più famosi sonooltre 600. Ogni web-agency ne ha uno. Se te ne farai svi-luppare uno ad hoc, ricordati che il Codice della PA chiedesoluzioni “aperte” in quanto devono essere condivisibilicon altre amministrazioni.Di solito i CMS open-source sono corredati gratuitamenteda tutti quegli strumenti che è bello avere sul proprio sito:la gestione delle notizie con archiviazione automatica, ilmotore di ricerca interno, altri strumenti che magari haipensato di inserire nel sito. Oltretutto, essendo sistemiaperti, se in futuro desideri realizzare un particolare servi-zio interattivo, ti consentono di agganciarlo facilmente alsito.

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7 Fonte http://www.cmsmatrix.org

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L’inconveniente dei CMS è che in Italia ce ne sono pochiche rispettano, o aiutano i redattori a rispettare, la leggesull’accessibilità. Quando si dà uno strumento automaticoin mano a chi non ha competenze tecniche, il rischio è diannullare tutto il lavoro fatto in precedenza per rispettare lenorme.L’accessibilità dei siti ha numerose regole da seguire;vedremo come siano automaticamente rispettate nei siti diqualità, anche realizzati tramite CMS.

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Peri redattoridi siti web

pubblici

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4Preparare il bagaglio(i contenuti)

Confezionare il bagaglio è un’arte. Devi farci staretutto e disporre le cose con un certo criterio, propriocome in un sito Web.

Dopo aver fatto la lista delle cose che devi e di quelleche vuoi mettere nel tuo sito, è il momento di comin-

ciare a farlo. Come in valigia, anche nel Web i contenutidevono essere piegati e riposti nel modo giusto, sia peressere trovati che per essere utilizzati.

Il Web ha le sue regole anche per il trattamento dei conte-nuti. Non puoi pensare di cavartela recuperandoli qua e làdalla documentazione ufficiale, dai comunicati stampa, daquanto è stato scritto per altri scopi e infilarli tali e quali nelsito. La prima regola è “semplificare”, cioè intervenire sia nellastruttura delle informazioni che nel linguaggio. Esistonomolti documenti ufficiali1 che aiutano in tal senso. Nel sitodella Regione Emilia-Romagna trovi preziosi consigli prati-ci riassunti nelle linee guida di ERMES2. Nelle ultime pagi-

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4.1Viail superfluo

1 Utili la “Direttiva sulla semplificazione del linguaggio dei testi amministrativi Ministero della FunzionePubblica (8/5/2002 http://www.funzionepubblica.gov.it/chiaro/direttiva.pdf) e la “Direttiva sulla semplifica-zione del linguaggio della Pubblica Amministrazione” (http://www.compubblica.it/binary/compubblica/comunicazione/direttiva_semplificazione_linguaggio.1130247082.pdf) che finalmente parla anche diWeb.2 Vedi http://www.regione.emilia-romagna.it/sin_info/lineeguida/8_linguaggio.htm e il testo da cui è trat-to (http://www.regione.emilia-romagna.it/urp/semplificazione/index.htm)

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ne della pubblicazione “Dar Voce al Web”3, ci sono moltisuggerimenti ed esempi per rendere più chiaro il modo discrivere per il Web.Ecco alcuni consigli estratti da queste fonti.

Primo intervento da fare sui testi: taglia il superfluo. Daraimaggior risalto ai contenuti importanti, renderai ogni pagi-na più leggera e invitante per i lettori.Comincia col togliere quello che sa di ”aria fritta”, come adesempio le frasi autocelebrative: lascia che siano gli altri adire quanto siete bravi.Fatta questa pulizia, preoccupati di strutturare il testo dis-ponendo i concetti in sequenza logica. Generalmente i testiburocratici iniziano con una serie infinita di premesse e ilsucco arriva solo in fondo. Cerca di fare l’esatto contrario:inizia dalla sostanza e poi aggiungi le argomentazioni, gliapprofondimenti e i particolari di contorno che servono acompletare l’informazione. Quando qualcuno arriva sulla tua pagina deve capireimmediatamente se l’argomento è di suo interesse e gliconviene continuare a leggere.Per la leggibilità su Web ha grande importanza anche il for-mat, cioè il modo in cui il testo è impaginato. Il modo peg-giore? Una pagina zeppa, con le righe a pieno schermo. Ilmodo migliore è suddividere il testo in paragrafi, scanditida titoli brevi, significativi e visibili.In certi casi è utile mettere in capo al testo un abstract, chene riassuma i contenuti in poche righe. In ogni caso è opportuno lasciare spazi bianchi, ai margini

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3 Vedi bibliografia.

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e tra i paragrafi: il bianco dà respiro alla pagina, e al letto-re.Su Web le pagine non si leggono subito riga per riga, primasi scorrono cercando punti di ancoraggio visivo, come ilink, le frasi in grassetto e soprattutto i titoli.Se nel corso del testo vuoi evidenziare parole o concetti,usa il grassetto anziché la sottolineatura che nel Web ha unsignificato preciso: segnala un link.Quanto alla comprensibilità del testo, è inutile dire che sitratta di un risultato che richiede esperienza, ma anchepazienza. Ogni buon redattore sa che un testo chiaro ecomprensibile alla prima lettura non si scrive: si riscrive, sirilegge, si riscrive… Le regolette che indichiamo qui sottosono solo la cassetta di primo soccorso: � scrivi periodi brevi e significativi: una frase, un concet-

to;� evita di usare lunghi incisi: fanno perdere il filo del dis-

corso e costringono a rileggere la frase più di una volta;� sfrutta tutta la punteggiatura: il punto e virgola e i due

punti esistono ancora e risolvono molte situazioni altri-menti ingarbugliate;

� usa prevalentemente la forma attiva dei verbi;� scegli le parole del linguaggio naturale;� non usare la forma impersonale, assumiti la responsabi-

lità di ciò che dici;� evita le frasi fatte.Infine, prima di pubblicare le pagine, rileggi attentamente itesti per verificare che non ci siano refusi o errori di orto-grafia. Il revisore automatico aiuta ma non basta perchénon è così intelligente da leggere le parole nel loro conte-sto, perciò molti errori gli scappano. E gli errori sanno disciatteria e squalificano il contenuto.

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Un’ultima raccomandazione: evita il più possibile di scrive-re lunghe istruzioni per l’uso di una pagina; fa’ di tutto per-ché sia navigabile intuitivamente. Spiegare come funzionauna pagina Web suona come spiegare cosa c’è di diver-tente in una barzelletta a cui nessuno ha riso.

Ora che hai organizzato i contenuti delle pagine e control-lato i testi, comincia la parte più difficile. Sia che tu faccia ilsito a mano sia che usi un CMS, sentirai parlare spesso di(X)HTML, è inevitabile. Quella (X) che abbiamo sempre messo davanti ad HTMLsta per eXtensible, e deriva da un linguaggio nato da qual-che anno: l’XML (eXtensible Markup Language). XML permette il dialogo tra computer e programmi cheparlano lingue diverse. Dal momento in cui è nato, si èavuta una piccola rivoluzione nel misterioso mondo dell’in-formatica, da sempre fatto di ambienti chiusi e non comu-nicanti.Visto che il Web, pur essendo fondato su un altro linguag-gio, è il luogo di scambio e dialogo per eccellenza, imme-diatamente HTML è stato adattato a XML. Fortunatamentele due lingue erano piuttosto simili e il passo è stato breve. Con XHTML, se si rispettano sintassi (come si scrive il codi-ce, senza errori) e semantica (ogni termine viene usatosecondo il suo significato), il dialogo tra macchine è piùsemplice. Questo significa anche “compatibilità in avanti”: quello chefai oggi, funzionerà anche in futuro. La compatibilità inavanti è qualcosa che chiunque abbia avuto a che fare coni computer da un po’ sente come esigenza. Quante volte

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4.2Un bagaglio

a prova d’urto

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negli ultimi anni hai cambiato computer, sistema operativoe programmi? Quanto del tuo lavoro di anni fa è andatoperso perché non esistono più i programmi con cui lo avevielaborato?Tutto ciò che scriverai in (X)HTML durerà nel tempo, se loavrai scritto nel modo corretto, perché (X)HTML ha una“grammatica formale pubblicata” (DTD – Document TypeDefinition) alla quale anche le macchine del futuro potran-no accedere per interpretare quanto hai scritto.Le regole dei linguaggi Web, come l’(X)HTML, sono scrittee pubblicate dal W3C (World Wide Web Consortium), checerca di difendere i principi che sono alla base del Web: lasua universalità, il non essere di nessuno in particolare, madi tutti. Questo stesso consorzio, con la speciale iniziativaWAI (Web Accessibility Initiative), ha scritto anche le rego-le (le WCAG) a cui fa riferimento la nostra legge sull’acces-sibilità. Secondo la nostra normativa esistono 22 requisiti4 per i siti;si trovano nell’Allegato A di un Decreto Ministeriale suc-cessivo alla pubblicazione della Legge 4/2004. Il primo diquesti principi, chiede che le pagine di un nuovo sito (ac-cessibile) siano scritte in (X)HTML versione Strict. Esistonoinfatti diverse versioni di (X)HTML; la versione Strict èquella che meglio separa il contenuto dall’aspetto che hasulla pagina.Roba da tecnici, ma il rispetto di questo requisito è in cimaalla lista delle cose che dovrai verificare. Lo dovrai fare perogni pagina che metterai nel sito e, a maggior ragione, perogni pagina che ti darà il tuo fornitore Internet.

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4 Per l’elenco dei requisiti vedi la scheda a fine volume.

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Questo è uno dei requisiti oggettivamente verificabili, quel-lo che più facilmente potrebbe mettere in crisi il tuo con-tratto se non venisse rispettato.Tieni presente che i CMS migliori correggono gli errori perte; perciò, se vuoi evitare di verificare tutto a mano, scegli-ne uno con questa capacità.L’accessibilità non dipende direttamente dal fatto che lecose siano scritte bene, con codice valido, ma ne beneficia.Il codice deve rispettare gli standard perché programmi eausili che verranno inventati domani, basandosi sugli stes-si standard, saranno ancora in grado di funzionare e inter-pretare ciò che hai scritto oggi. Per ogni disabilità esistono oggetti nelle pagine che dannoproblemi. Adesso scoprirai come le barriere in realtà di-pendano solo dalla cattiva qualità e come pagine ben fattesiano naturalmente accessibili.

Costruire pagine di qualità (accessibili) richiede più tempo,perché bisogna dare un’alternativa a chi non può ricevereil tuo messaggio a causa dei suoi limiti. Richiede anche piùcompetenze perché bisogna saper predisporre l’alternativagiusta. Di conseguenza costa un po’ di più, come tutte lecose di buona qualità. Le qualità delle pagine di un sito individuate dai punti cheseguono, sono automaticamente garantite se si rispettanoi requisiti dell’Allegato A del solito decreto ministeriale:

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4.3È tutto

a posto?

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Su Web ognuno naviga a modo suo, con software o hard-ware diversi. Non puoi sapere come le tue pagine vengonoutilizzate ora e tantomeno in futuro, quindi pensa in modonuovo e migliorerai la salute di tutti5.

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1. le pagine si devono vedere su qualunque siste-ma;

2. le pagine devono essere “collegabili”;3. i collegamenti devono essere visibili e comprensi-

bili;4. la grafica deve aiutare la lettura;5. le pagine devono essere fruibili in ogni condizio-

ne ambientale;6. le immagini devono avere (quasi) sempre un’al-

ternativa;7. le pagine devono essere stampabili;8. le tabelle devono essere adattabili, semplici e solo

per i dati;9. le pagine si devono usare anche senza mouse;10. gli allegati e oggetti non (X)HTML devono essere

accessibili.

4.3.1Le paginesi devono vederesu qualunquesistema

5 Perché la salute? Prova ad osservarti quando lavori col computer e navighi su Internet. Quante voltestrizzi gli occhi o ti pieghi un po’ in avanti per leggere meglio? Non sei l’unico, lo fanno anche i tuoi colle-ghi. Secondo la legge dovresti riuscire a leggere con comodità su monitor distante dagli occhi tra i 50-70cm e tenendo la schiena dritta (D.Lgs. 626/94). Se non ci riesci, o hai bisogno di una visita oculistica o nonsei tu che ci vedi poco: sono i caratteri che sono troppo piccoli! Se occhi e posizione sono a posto signi-fica che la pagina è stata progettata male. Spesso infatti la colpa è più dei progettisti che degli utenti.Su Explorer non è comodo ingrandire il carattere (Visualizza > Carattere), e non lo si può fare se le pagi-ne non sono progettate in modo accessibile. Su altri browser come Firefox è invece molto semplice.Basta premere due tasti e si possono ingrandire i caratteri di qualsiasi pagina. Nel caso tu abbia spessoquesto problema, eventualmente cambia browser.

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Visto che il Web è relativo, non potrai (farti) fare dei siti“ottimizzati per” il tale computer, la tale risoluzione, il talebrowser. Conclusione: devi fare siti per tutti (req. 12). Una pagina può essere elastica, cioè adattarsi alle dimen-sioni della finestra. In alternativa, per avere righe di lun-ghezza fissa, più leggibili quando la finestra è molto gran-de, si devono usare unità di misura ingrandibili (come gliem).Se devi scegliere di che grandezza visualizzare il testo, nonscendere mai sotto all’80% della sua dimensione naturale,perché non verrebbe ingrandito bene; meglio lasciarlo cosìcom’è (100%).

Questo principio è pensato soprattutto per le persone ipo-vedenti che, a causa dei loro difetti visivi, possono esserecostrette a ingrandire molto i caratteri sulla pagina e ridur-re la risoluzione del monitor, fino ad arrivare a vederepochissime lettere alla volta sullo schermo. Se usi dimen-sioni del testo troppo piccole, queste persone non sarannoin grado di ingrandire abbastanza il testo per riuscire a leg-gerlo.

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Figura 1ERMES, il sito della Regione Emilia-Romagna,

visto ad una risoluzione piccoladi 640x480px

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Tieni presente che chi arriva sulle tue pagine per lo più nonlo fa digitandone l’indirizzo, ma attraverso link da altri siti oda motori di ricerca. Pertanto devi aver cura che le tuepagine si aprano correttamente anche in questo caso. Un ostacolo alla corretta apertura delle pagine sono iframe, cioè quelle strutture (X)HTML che permettono diavere pagine con sezioni fisse che non scorrono insieme alresto della pagina. Queste sezioni non sono altro che pagi-ne all’interno della pagina che le contiene: singolarmentenon hanno senso senza il contenitore, all’interno del conte-nitore non sono invece raggiungibili da un collegamentodiretto.

I frame creano problemi a utenti non vedenti che usanoscreen-reader poco recenti e non in grado di interpretarlicorrettamente. I frame sono vecchie strutture HTML chestanno scomparendo nell’(X)HTML. Nella versione Strict iframe non esistono.

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Figura 2ERMES visto circa aldoppio della risoluzione(1024x768px) siadatta al monitordell’utente emantiene unaspetto coerente

4.3.2Le paginedevono essere“collegabili”

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I link devono essere elementi testuali, tali da esprimere inpoche parole la destinazione a cui portano (req. 19). Unlink è come il cartello stradale di cui parlavamo: si devevedere e deve indicare la meta in modo inequivocabile.Diciture come “approfondisci”, “continua”, “leggi notizia”,“clicca qui” non sono propriamente link, ma paroletteappiccicate a un testo, che invece dovrebbe essere con-cepito come un ipertesto e dunque contenere al suo inter-no i collegamenti.Come abbiamo detto, le persone scorrono in fretta le pagi-ne, cercando punti di ancoraggio: i link, oltre ad esserechiari e visibili, devono avere senso proprio per permette-re di seguire la rotta. A questo proposito, è sconsigliabileproporre come link l’indirizzo Web a cui punta il collega-mento: gli indirizzi non dicono molto e sono lunghi. Anche se può sembrare utile, bisognerebbe evitare di apri-re i link in nuove finestre del browser (req. 1). È sconsiglia-bile per diversi motivi. Anzitutto in (X)HTML versione Strictnon esiste il comando per farlo; inoltre può capitare che l’a-pertura di nuove finestre non funzioni o confonda, adesempio perché rende inutilizzabili i comandi avanti e in-dietro del browser; infine, senza link che aprono finestre,

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Figura 3Esempio di pagina

con frames

4.3.3I collegamentidevono essere

visibilie comprensibili

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l’utente riesce a controllare meglio quanto avviene sul suocomputer.

Rendere significativi i link aiuta soprattutto i non vedenti atrovare la destinazione senza costringerli a leggere tutta lapagina. Gli screen-reader che essi usano, leggono sequen-zialmente tutto il contenuto, oppure sono in grado di forni-re la lista dei collegamenti presenti sulle pagine. Se i linksono poco significativi o uguali tra loro, leggendoli fuori dalcontesto, perdono di senso e non indicano più nessunarotta.

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Figura 4Due pagine dello stes-so sito: a sinistra i linksono riconoscibili acolpo d’occhio, adestra lo sono soloquelli in alto

Figura 5Questi due link nonsono “significativi”,sono uguali comeaspetto ma portano inluoghi diversi

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Evita oggetti e scritte lampeggianti o in movimento perchédistraggono (req. 5). Usa titoli, liste puntate o ordinate etutto quello che l’(X)HTML ti mette a disposizione. Oltre allasintassi, devi rispettare la semantica (req. 11). In praticasignifica:� dare titoli brevi che indichino il contenuto delle pagine,

perché sono quelli che appariranno sia nei motori diricerca sia in alto nella finestra del browser sia tra i siti“preferiti”, se qualcuno salverà la tua pagina (si usaTITLE in (X)HTML);

� usare un titolo per la pagina e uno per ogni paragrafo (siindicano da H1 a H6 in base alla loro importanza) perchéi titoli sono quelli che identificano i contenuti e li valo-rizzano sui motori di ricerca;

� usare il grassetto solo per evidenziare le parole impor-tanti; se lo si usa per tutto il testo, risulta fastidioso;

� limitare il più possibile l’uso del corsivo, perché si leggemale, e non usare mai il sottolineato se non per i link;

� usare le liste (ma solo per più di una voce); aiutano asintetizzare e ricordare i concetti;

� allineare i testi a sinistra: si leggono meglio che centra-ti, giustificati o allineati a destra.

Se proprio vuoi inserire immagini che lampeggiano, metti-ne poche e fa’ in modo che non lampeggino con troppa fre-quenza, perché chi soffre di epilessia fotosensibile potreb-be star male guardandole. Le persone con problemi diattenzione, come i disabili cognitivi, possono essere dis-turbate da immagini in movimento o lampeggianti, anchea basse frequenze, al punto da essere distolte dalla letturadella pagina.Se userai correttamente sintassi e semantica, le tue pagi-ne saranno fruibili anche con vecchi browser.

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4.3.4La grafica

deve aiutarela lettura

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Devi fare in modo che testo e sfondo, o voce e musica disottofondo, siano sufficientemente contrastati (req. 6).Questo sarà utile tutte le volte che si dovrà navigare il tuosito da un chiosco informativo all’aperto o in una fiera oquando il sole invade una stanza. Le pagine si dovrebbero leggere anche se la finestra delbrowser è piccola, oppure se il testo viene ingrandito.Questo accorgimento è utile anche quando proietti unapresentazione; se usi Powerpoint, non puoi ingrandire ilcontenuto e chi è lontano rischia di non vederlo. Tieniconto che una presentazione si può realizzare anche con(X)HTML ed è utile proprio in casi come questi6. L’(X)HTMLè il tuo passaporto per qualsiasi destinazione.

Il giusto grado di contrasto luminoso giova a chi vedepoco: evidentemente un testo che si distingue a fatica dal-lo sfondo risulta di difficile lettura. Lo stesso ragionamentovale per il parlato e per chi ha problemi di udito.

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4.3.5Le paginedevono esserefruibiliin ognicondizioneambientale

6 Su http://www.webaim.org/techniques/powerpoint/alternatives.php esiste una delle varie versioni dipresentazioni HTML

Figura 6Un menù pococontrastato

Figura 7Lo stesso menù incondizioni di luce forte

Figura 8Una versione piùcontrastata, leggibilee ugualmentegradevole

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Devi dare un’alternativa (req. 3) a tutto ciò che non testo,come le immagini. Queste non si possono ingrandire e avolte c’è chi non le vede (Google, ad esempio).Il testo alternativo va scritto solo per le immagini chehanno una funzione o contengono del testo. Ad esempio,per il logo di un ente ha senso “nome ente – funzione”; perun bottone basta la sua “funzione”; per una foto o per unelemento grafico puramente decorativi non serve testo. Il testo alternativo deve essere sintetico: � per ogni immagine che ha una funzione o contiene te-

sto, si deve compilare l’attributo ALT delle immagini.Usa poche parole, che spieghino la funzione e/o riassu-mano il testo scritto nell’immagine;

� per le foto e la grafica basta un ALT=”” (vuoto);� se metti un grafico nella pagina, riassumine il senso e

affianca una tabella con i dati che quel grafico rappre-senta.

I non vedenti non possono sapere cosa sia rappresentatoin un’immagine. I loro ausili possono solo leggere del testoassociato all’immagine tramite l’(X)HTML. L’attributo ALT èappunto il testo alternativo che gli screen-reader leggono. Inserire testi alternativi per immagini solo decorative,messe lì per attirare l’attenzione, diventa inutile e affaticala lettura.Visto che l’ALT può contenere solo un breve testo, nel casodi immagini come i grafici, lo spazio potrebbe non esseresufficiente. Anche un ipovedente potrebbe apprezzare untesto, rispetto a un’immagine troppo piccola.

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4.3.6Le immaginidevono avere

(quasi) sempreun’alternativa

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Tutte le volte che decidi di usare un’immagine (ad esempio,una cartina) in cui certe zone sono dei link, devi adottaredegli accorgimenti tecnici perché tutti la possano navigare(req. 7). Le “mappe immagine”, anche se fatte nel modomigliore, non danno garanzia di funzionare in ogni circo-stanza.Spesso c’è chi non conosce il significato di una zona o diun’immagine. A volte le aree da cliccare potrebbero esserepiccole. E poi non è chiaro a priori che si possano cliccare;è appunto per questo che spesso le mappe immagine sonoaffiancate da scritte del tipo “clicca sull’immagine per ...”Se vuoi essere corretto, affianca alla mappa una lista scrit-ta delle zone “sensibili”. Una lista di link rende tutto piùimmediato. Nel caso in cui fosse troppo lunga usa un menùa discesa, che occupa una sola riga e si può aprire pervedere le tutte le voci.

Le mappe immagine sono oggetti che, se fatti male, diven-tano inaccessibili ai non vedenti. In ogni caso sono difficilida usare da parte degli ipovedenti e delle persone con pro-blemi motori: gli ipovedenti fanno fatica a vedere zonetroppo piccole; i disabili motori potrebbero non riuscire acliccare con precisione.

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Figura 9Un’immaginesignificativa con il suotesto alternativo

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Ricorda che non tutti hanno la stampante a colori; perciò,se vuoi dare risalto a una parola o a una frase, non limitar-ti a usare solo il colore, ricorri anche al grassetto; in questomodo darai un’alternativa a chi stampa in nero. Se “i campi in rosso sono obbligatori”, mettici un asteriscoaccanto. Se vuoi usa il giustificato o i font “graziati” come ilTimes in stampa (a video si leggono meglio i caratteri“bastone” come il Verdana). Magari chiedi ai tecnici “unfoglio di stile per la stampa” in cui far sparire tutto quantonon ha che vedere con il contenuto, come i menù di navi-gazione che servono solo a video.

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Figura 10Nella foto, accanto

alla mappa e allaconsueta scritta che

invita a cliccare, èpresente anche una

lista con gli stessielementi

Figura 11La stessa pagina vista

a colori e in bianco enero: si vede chiara-

mente come l’informa-zione “io sono un link”delle ultime due righevenga persa quando è

legata solo al colore

4.3.7Le pagine devonoessere stampabili

correttamente

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A persone come i daltonici o i ciechi (del colore) potrebberisultare impossibile usare le indicazioni basate esclusiva-mente sui colori.

Usa le tabelle solo se necessario ed esclusivamente permostrare dati. Inoltre, non usare dimensioni “fisse” come ipixel per le colonne, perché non sai quanti pixel di scher-mo hanno a disposizione i tuoi utenti; usando le percen-tuali puoi ovviare a questo problema. Nelle tabelle, “marca” correttamente i titoli delle righe e del-le colonne (req. 9). Quando in (X)HTML si vuole che “Rossi”sia una cella della tabella si scrive: <td>Rossi</td>; sequel dato si trova nella colonna “Cognome”; nell’intesta-zione si dovrà scrivere <th>Cognome</th> (= table hea-der e cioè intestazione tabella).Se usi un CMS, verifica di poter fare questa operazione.Per ogni tabella sarebbe corretto inserire anche un SUM-MARY, cioè una breve spiegazione di cosa contiene. Non ènecessario farlo quando c’è un testo o un titolo che giàspiega il contenuto della tabella.Esistono anche le tabelle cosiddette “complesse”; sonoquelle che hanno più di un livello di intestazione. In questocaso non ti basta usare dei TH, il lavoro è ovviamente più

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4.3.8Le tabelle devonoessere adattabili,semplici e usatesolo per i dati

Figura 12Esempio di tabellasemplice

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impegnativo (req. 10). Se non hai strumenti automatici percreare tabelle complesse e accessibili, dovrai studiare benecome si fanno su un manuale tecnico. Altrimenti, pensa aun’alternativa: spesso si può trasformare una tabella com-plessa in più tabelle semplici. A volte si usano tabelle com-plesse solo per non ripetere una parola nei titoli dellecolonne; questo le rende inutilmente più difficili da com-prendere. Semplificando le cose aiuterai tutti a capire meglio7.

Questo accorgimento serve principalmente perché chi nonvede su Web fa fatica a orientarsi in uno spazio articolatocome quello delle tabelle.

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7 Se non riesci a semplificare, prendi spunto dalle Linee Guida della Regione Emilia-Romagna(http://www.regione.emilia-romagna.it/sin_info/lineeguida/9n_tabelle.htm)

Figura 13Tabella complessa:

la si può semplificarescomponendola in 2

tabelle di dati più unariepilogativa dei totali,e il risultato visivo non

sarà così diverso

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Di solito, le pagine che possono creare problemi a chi nonusa il mouse sono quelle che contengono i form per la ri-chiesta di informazioni. I form sono composti da diversielementi: caselle di testo, caselle da spuntare, menù a di-scesa, bottoni. I form creano ostacoli prima di tutto se le etichette hannodelle diciture poco chiare e poi se non sono precisamenteassociate ai campi cui si riferiscono. Trattandosi di unacosa tecnica, vedremo solo come verificarla (req. 14). Inpratica, si deve fare in modo che all’utente risulti chiaroquale dato scrivere in quella determinata casella. A questoscopo, ogni casella deve avere a fianco la sua etichetta,scritta in modo comprensibile; i bottoni devono apparireoggetti da premere; i campi obbligatori devono esseresegnalati come tali. Altri accorgimenti da seguire: raggruppa i campi simili;chiedi prima le informazioni obbligatorie; chiedi solo i datiminimi necessari nel rispetto della Privacy.Previeni gli errori degli utenti, segnalandoli con messaggicomprensibili; ciò significa che dovrai aiutare i tecnici a tra-durre il loro gergo in linguaggio naturale. Nel caso di un modulo prestampato da compilare, esiste ilmodo di inserire i dati da una pagina Web e poi produrreautomaticamente il PDF compilato. Questo andrà a benefi-cio dei non vedenti che non possono compilare autono-mamente un prestampato. Chiedi ai tuoi tecnici di darsi dafare per offrire questa opportunità.

I moduli sono difficili da compilare sia per i non vedenti cheper gli ipovedenti. Gli screen-reader dei non vedenti richiedo-no che un campo sia associato alla sua etichetta perché solocosì sono in grado di “leggere” il nome del campo mentre l’u-tente li compila.

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4.3.9Le paginesi devono usareanche senzamouse

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Per oggetto non (X)HTML intendiamo tutto quello che nonè testo. Per ogni file audio o video, scrivine almeno un riassunto.Se metti un filmato, sarebbe ideale sincronizzare i sottoti-toli alle immagini, aggiungendo anche qualche spiegazionese il parlato non spiega tutto. Ma questo intervento è costo-so, perciò la legge ti chiede il minimo: se dai anche solo unriassunto, è sufficiente (req. 18). Evita di visualizzare i videoall’interno del browser, falli scaricare, perché i comandi pergestirli da dentro le pagine non sono quasi mai accessibili.Quanto alla documentazione da scaricare (gli allegati) devifare attenzione: fornisci sempre l’originale se vuoi, ma daiun’alternativa in modo che tutti possano fruirli.In ogni caso inserisci un allegato solo per approfondirequanto stai dicendo più in breve nella pagina. Gli allegatiservono per essere stampati o salvati, non per essere lettisu Web. Il Codice della PA dice che dovresti usare formati “aperti”,

Per gli ipovedenti il problema si crea solo se le etichettesono distanti dai campi, perché a volte vedono una porzio-ne di schermo limitata.

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Figura 14Le etichette sono

troppo lontane daicampi a cui

si riferiscono

Figura 15Le etichette sono

sopra ai campie quindi

molto più vicine

4.3.10Gli allegati e

oggetti non(X)HTML

devono essereaccessibili

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e quindi l’(X)HTML è perfetto per fare tutto, ancora unavolta.Evita di far scaricare file di Excel, piuttosto rifai la tabellanella pagina: non tutti hanno quel programma e non esisteuna versione gratuita e accessibile per leggere questi file,neppure alla Microsoft.Evita di mettere presentazioni in Powerpoint, soffronodegli stessi problemi di Excel. Se mai, salvale anche comeRTF; perderanno colori ed effetti, ma “peseranno” meno ele potranno leggere tutti. Dal momento che lavori nella PA, ti capiterà spesso didover fornire documenti e moduli da scaricare: prediligiformati aperti come RTF a formati chiusi come i DOC diWord (in Word basta fare “Salva con nome” e cambiare iltipo di file nella finestra di salvataggio).Se invece vuoi offrire dei PDF, il discorso è più ampio evale anche per Word. Devi renderli accessibili. Se hai inse-rito dei PDF, e li hai fatti in Word, ricordati che devonoavere una struttura corretta e almeno un testo alternativoper ogni immagine (tasto destro sull’immagine > Formatoimmagine > Web).

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Figura 16Ecco come appare inWord la finestrain cui inserireil testo alternativoalle immagini

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Se il tuo PDF è solo un’immagine (cosa che capita se haiscannerizzato un articolo di giornale), non è sicuramenteaccessibile. In questi casi il testo deve tornare testo, e quin-di devi fare un’operazione chiamata “OCR” (OpticalCharacter Recognition – riconoscimento ottico dei caratte-ri). Se non hai modo, tempo o risorse per ritrasformare undocumento da immagine a testo, almeno forniscine unriassunto.Se i documenti che fai scaricare sono complessi, conten-gono immagini e tabelle, hanno impaginazioni particolari,dovrai usare quasi gli stessi accorgimenti che si usano perl’(X)HTML. Cerca di scrivere il testo in una sola colonna,per ogni immagine metti un’alternativa testuale, costruiscitabelle semplici, usa anche gli stili “Titolo 1, 2, 3 …” e seguitutti gli altri consigli validi per l’(X)HTML. Sappi che per realizzare PDF pienamente accessibili il lavo-ro è molto più di quello che ti abbiamo accennato e forseservirebbe un altro manuale8. In definitiva, considerando quanto devi fare per permetterea tutti di vedere quei file, ti consigliamo di fare il lavoro unavolta sola in (X)HTML.Altri oggetti non (X)HTML che si possono inserire nellepagine sono basati su varie tecnologie, come Flash, Java,AJAX, e si usano per rendere le pagine più interattive eaccattivanti. Nel caso tu volessi usarle, pensa che dovrestiverificare le tue pagine con tutti i browser, tutti i sistemioperativi, tutte le tecnologie assistive (req. 17). Ne vale lapena?

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8 Esistono alcuni strumenti forniti da Adobe, un programma per convertire PDF in (X)HTML(http://www.adobe.com/products/acrobat/access_onlinetools.html) e una guida su come fare PDF acces-sibili (http://www.adobe.com/products/acrobat/access_booklet.html)

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Vista l’ampia tipologia di file esistenti e i potenziali proble-mi che possono causare, è difficile farne una casisticaesaustiva. Alcuni file proprietari non hanno strumenti gra-tuiti e accessibili che li possono leggere. I file multimedia-li devono essere sia controllabili che fruibili dall’utente, e inentrambi i casi sono diverse le barriere che si possonovenire a creare. Invece (X)HTML è per sua natura accessi-bile: in quanto testo, è ben interpretato dagli ausili.Lavorando con (X)HTML e usandolo bene, sarai sempresicuro di riuscire a comunicare con tutti gli utenti.

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5La partenza(verifiche sull’accessibilità)

La porta è chiusa, la valigia è pronta. È il momentodi avviarsi a fare il check-in.

Come in ogni partenza verso un paese lontano, anchechi prende la rotta verso il Web deve sottoporsi alle op-

portune verifiche, un po’ come succede al check-in o alladogana. Nel tuo caso le verifiche consistono in alcuni con-trolli per accertare che il sito sia a norma, prima di man-darlo on-line. È necessario che anche tu come redattore nesia consapevole, perchè dovrai controllare sempre quantopubblichi.

Il bollo sul passaporto di un sito accessibile è il logo di con-formità1 rilasciato dal CNIPA a tutti coloro che ne fannorichiesta2.Per ottenere l’attestato di conformità è necessario indivi-duare il responsabile del sito, che di norma è chi ha firma-to il contratto con il fornitore esterno. Su questo la legge dàautonomia di scelta; in ogni caso dev’esserci una persona

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5.1Il passaporto

1 Questo è l’unico logo di conformità che è corretto apporre su un sito di una pubblica ammini-strazione. Da alcuni anni su Web sono disponibili diversi siti e prodotti che verificano automaticamente ilcodice o l’accessibilità di una pagina. A seguito della positiva verifica è possibile apporre al proprio sito un“bollino”. I più noti sono quelli del W3 per il codice (X)HTML e CSS, o WAI-A WAI-AA WAI-AAA per atte-stare i vari livelli di accessibilità. Fino alla Legge 4/04 poteva essere utile segnalare il proprio impegnoanche con uno di questi loghi, oggi però è inutile perché il codice corretto ed il rispetto dei requisiti diaccessibilità sono un obbligo, non una scelta. 2 Per richiedere il logo è necessario seguire la procedura indicata nel sito Pubbliaccesso(http://www.pubbliaccesso.it/logo/index.php)

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che firmi il modulo da inviare al CNIPA. Il modulo si intito-la “Rapporto conclusivo di accessibilità” (lo troverai tra gliallegati al manuale) e prevede tutti i passi da seguire peressere certi che il sito rispetti i requisiti di accessibilità.Si tratta di verificare che il sito funzioni in tutte le condizio-ni, e per far questo è necessario usare più di un browser(Explorer, Firefox, ecc.) e più sistemi operativi (Windows,Mac, Linux). Naturalmente tutto questo deve farlo un tec-nico. Come redattore però dovrai fare sempre anche tu deicontrolli, e qui ti daremo le indicazioni necessarie per farlirapidamente.Le verifiche devono essere fatte sulla home page, su tuttele pagine raggiungibili direttamente da essa, su tutte quel-le che contengono dei form, su quelle di risposta ai form esu un campione pari al 5% delle altre pagine. Se le pagine verificate soddisfano i 22 requisiti previsti e setutte le pagine rispettano il primo dei requisiti, allora potraidirti conforme e procedere con l’invio della documentazio-ne al CNIPA.

Come ogni mezzo di trasporto, anche il Web consente agliutenti delle scelte su come sistemarsi, almeno entro certilimiti. Parliamo della possibilità di scegliere tra diversi siste-mi operativi e browser.Di fatto però circa il 90% dei navigatori, ad oggi, usaInternet Explorer per Windows, e la maggior parte degliausili sono pensati e fatti per Windows. Su Windows ilbrowser più usato è tuttora Explorer 63.

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5.2Finestrino

o corridoio?

3 In questi mesi sta uscendo Internet Explorer 7, per ora in versione di prova. Promette di essere molto piùfedele agli standard come è già Firefox. Questo significherà un certo lavoro per sistemare i siti ottimizzatiper le versioni precedenti di Explorer e sarà l’occasione per rendere accessibili i siti che non lo sono.

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In ordine di importanza, questi sono browser con cui pro-vare le pagine:

NNoommee VVeerrss iioonnee AAmmbbiieennttee OOppeerraatt iivvoo

Internet Explorer 6 WinXP

Internet Explorer 5 Win98 o Win2000

Firefox >1 Qualsiasi

Konqueror KDE >3.4 Linux

Safari4 >2 Mac OSX

Se proprio non hai a disposizione altri sistemi operativi,almeno usa Firefox5 che attualmente è uno dei più fedeliagli standard del W3C e funziona allo stesso modo ovun-que.Quando fai un contratto con una web-agency, chiedi che ilsito si veda in modo “simile” almeno sui browser indicati.La legge non chiede di più, perché sa che ogni programmafunziona in modo diverso e che il Web, a differenza dellacarta stampata, è “relativo”: basta cambiare computer e icolori sono diversi, basta cambiare sistema operativo e legrafica è diversa, basta ingrandire i caratteri e tutto apparediverso. Sul Web ognuno naviga a modo suo, e deve avere la liber-tà di farlo.

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4 Se non hai a disposizione Safari, il test con Firefox dà comunque risultati simili. On-line è presente ancheun browser per Windows che dovrebbe avere la stessa resa di Safari: Swift http://www.getswift.org/5 Firefox si può scaricare gratuitamente da http://www.mozilla.com/

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Supponendo che tu abbia inserito su una pagina dei con-tenuti fatti di testo, grafica, tabelle e multimedia, ti spie-gheremo come fare i controlli su questi oggetti. Se fossimo in un mondo ideale vorremmo che tu control-lassi sempre le pagine, in modo scrupoloso, con tutti ibrowser, usando tutti gli strumenti a disposizione, verifi-cando ogni singolo requisito. Nel mondo reale è auspicabi-le che tu riesca a fare almeno i controlli indispensabili perabbattere gli ostacoli maggiori. Dunque verifica almeno con Explorer e Firefox; scarica einstalla almeno una “barra dell’accessibilità” vale a direuna pulsantiera per il browser, con una serie di strumentiutili per la verifica.Siccome è probabile che tu appartenga a quel 90% di uten-ti che usa Explorer, scarica la “barra dell’accessibilità”6 perExplorer. Ecco quello che dovrai controllare assolutamen-te:1) Codice (X)HTML2) Colori3) Immagini4) Tabelle5) Link6) Allegati7) Varie ed eventualiSe non hai inserito immagini, tabelle, link, allegati né usato

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6 La barra dell’accessibilità in italiano per Explorer:http://www.webaccessibile.org/argomenti/argomento.asp?cat=474Se per caso usi invece Firefox puoi usare la Barra per Sviluppatori Web; non avrai il supporto di questotesto, ma troverai strumenti simili: http://chrispederick.com/work/webdeveloper/Se invece non ti piace essere nelle statistiche e usi Opera, ce n’è anche per te:http://operawiki.info/WebDevToolbar

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o cambiato i colori, le verifiche saranno molto più rapide diquel che ti sembrerà ora leggendo7.Nel caso tu non abbia il tempo di fare tutti i controlli perchédevi pubblicare al volo la notizia di un uragano in arrivo,controlla la pagina almeno con Lynx8, un browser testuale.Se “funziona” con Lynx, allora avrai salvato non tutti, maquasi, dalla catastrofe.

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7 Alla fine del volume trovi una breve scheda riepilogativa per le verifiche sull’accessibilità8 Se il cataclisma è in arrivo e non hai proprio tempo di fare le cose per bene, scarica Lynx da qui:http://lynx.browser.org/ . Ti sarà utile anche per fare le verifiche a norma di legge.

Figura 1La pagina di Sp.Ac.ER(lo Sportello e perl’accessibilità dei sitiWeb della RegioneEmilia-Romagna) vistacon Lynx è ancoranavigabile

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Confidiamo che non ci siano uragani in arrivo e tu abbiatempo di leggere oltre per capire come si fanno i controllicon la barra dell’accessibilità per Explorer, che ha questoaspetto:

Anzitutto devi validare il codice, quindi procedi così:� se devi verificare una pagina on-line

Validatori HTML del W3C > Valida l’HTML� se invece la pagina è solo sul tuo computer ne devi fare

l’“upload”, cioè caricare il file sul sito del W3CValidatori HTML del W3C > Valida l’HTML (upload delfile)

Qualora ci fossero errori, te ne verrà segnalata la lista com-pleta. Gli errori più comuni sono dovuti a link esterni o ele-menti (X)HTML non chiusi. Se usi un CMS che non ti per-mette di scrivere il codice (X)HTML, forse dovrai solo fareattenzione ai link che inserisci: spesso certi indirizzi con-tengono il carattere “&”; devi sostituirlo con “&amp;”.Se ti piace lavorare direttamente sull’(X)HTML, ti convieneleggere un bel manuale tecnico prima di fare danni. Il codi-ce per i nuovi siti e le nuove pagine deve essere (X)HTMLStrict.

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5.3Conto

alla rovescia

5.3.1Codice

(X)HTML

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È probabile che tu non ti sia dilettato a dipingere la pagina,ma nel caso sappi che i colori sono fra gli oggetti verifica-bili automaticamente, quindi è meglio farlo. Vai su Colori>Analisi del contrasto. Si apre un programmanel quale, tramite il bottone con l’immagine di un conta-gocce, dovrai scegliere il colore in primo piano e quello disfondo. Se una X rossa ti segnalerà che i due colori sonopoco luminosi o mal contrastati, dovrai sceglierne di diver-si.Un’altra simulazione da fare è Colori > Scala di grigi. Senon avrai usato il colore come unico modo per dare un’in-formazione, la pagina sarà ancora comprensibile. In gene-rale, se vuoi evitare questo ultimo controllo, non scrivere“in rosso trovate ...”; l’alternativa accessibile potrebbeessere “in rosso e grassetto trovate ...” .

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Figura 2Messaggio che apparedopo la validazione diuna pagina correttaThis Page is Valid XHTML 1.0 Strict!

Figura 3Messaggio che apparedopo la validazione diuna pagina errataThis Page is not Valid XHTML 1.0 Strict!

5.3.2Colori

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Per le immagini non esiste un controllo automatico, dovraiusare il buon senso. Nella barra, scegli Immagini > AlternaImmagini / Testi alternativi. Al posto delle foto, dei bottonie della grafica appariranno i testi che Google e gli altri nonvedenti percepiscono. Ammettiamo che ti appaia un testodel genere: “Questa è l’immagine del logo della Regione XYZ, essa rap-presenta un koala abbracciato teneramente a un albero dieucalipto, il cibo di cui è ghiotto – facendo click col pul-sante sinistro del mouse su questa immagine tornerai

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Figura 4 Finestra

dell’applicazioneper la verifica

dei colori

5.3.3Immagini

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magicamente alla home page del sito che altro non è chela prima pagina”. Ebbene, in questo caso manda a ripeti-zione di accessibilità chi ha scritto tutta quella roba e sosti-tuiscila con la semplice scritta: “(logo) Regione XYZ – (vaialla) home page”.

Se usi Struttura > Linearizza (Rimuovi tabelle) capiraicome vengono lette le tabelle ai non vedenti dai loroscreen-reader. Per la legge devono avere senso anche inquel modo. Inoltre devono essere “marcate” correttamen-te. Da Struttura > Tabelle di dati, Struttura > Tabelle di daticomplesse e soprattutto da Struttura > Visualizza le inte-stazioni della tabella, troverai ciò che ti occorre. Gli attribu-ti minimi che le tabelle devono avere sono le intestazioni:verifica che le righe o colonne che contengono i titoli sianoTH, e tutto il resto semplici TD.

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5.3.4Tabelle

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Usa le tabelle il meno possibile, spesso non ce n’è bisogno.A volte è più chiaro scrivere tutto sulla pagina, usando tito-li, titoletti e liste, soprattutto se la tabella contiene celle incui c’è molto testo.Si può usare il formato tabella anche per impaginare; lacosa è ammessa dai requisiti, e in questo caso non si devo-no marcare. Sono invece da evitare tabelle dentro altretabelle perché rendono le pagine difficili da navigare per inon vedenti.

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Figura 5Le intestazioni

sono evidenziate

Figura 6Vengono mostrate

le associazionitra celle

e intestazioni

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I link corretti portano da qualche parte e hanno sensoanche se letti fuori dal contesto. Per verificarli scegli Infor-mazioni Meta > Elenco dei collegamenti ipertestuali. Ve-drai la lista dei collegamenti, dove portano e l’eventualeTITLE (ti appare come fumetto se lasci qualche secondo ilpuntatore del mouse sul link). Un TITLE significativo deveoffrire qualche informazione in più rispetto al testo del link,altrimenti tanto vale non metterlo (ad esempio, per un linkdenominato “Documenti”, ha senso un TITLE= “norme,leggi, avvisi,...” e non nuovamente TITLE=“documenti”). I link non devono essere “rotti”, e questo significa chedevono portare necessariamente a un pagina, altrimentifarai una brutta figura e comprometterai la tua credibilità.Inoltre, per accertare che sia tutto a posto, verifica che nonci siano:� “clicca qui”, ecc.;� link con lo stesso testo ma che portano a pagine diffe-

renti; � link di 2 o 3 righe.Per scrupolo potresti controllare anche se i link si apronoin nuove finestre (Struttura > Javascript / Link a nuovefinestre); ma se hai letto il capitolo precedente, questo nondovrebbe più succedere.

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5.3.5Link

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Da Informazioni Meta > Elenco dei files scaricabili, hai unmodo rapido per avere una lista degli allegati, come per ilink. Ricorda i suggerimenti che ti abbiamo dato: non usareformati proprietari e chiusi; se lo fai, offri sempre un’alter-nativa in formato aperto (tipo RTF). Tieni presente che non tutti abitano in città e hanno labanda larga, perciò controlla il peso degli allegati: 1 Mb(Megabyte) si scarica in circa 3 minuti con un normalemodem. Fai scaricare solo ciò che è proprio necessario.

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Figura 7Finestra che mostrai collegamenti, testi

e titoli dei linkdella pagina

5.3.6Allegati

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Accanto ai file da scaricare è buona norma indicare il tipodi file (RTF, PDF ...) e quanto pesa. Nel caso di un PDF, posto che non sia costituito da soleimmagini e la struttura sia semplice, puoi verificarne l’ac-cessibilità con Arcobat Reader (Documento > Verifica rapi-da accessibilità).

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Figura 8Finestra che mostrala lista degli allegatiraggruppatiper tipologia

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Nel corso del tuo lavoro di redattore ti capiterà di fare lepagine più diverse. Data la varietà delle esigenze e dellesoluzioni possibili, ci è difficile prevedere cos’altro potreb-be esserci da controllare. Una verifica sempre opportuna è provare a utilizzare lepagine con la tastiera, anziché con il mouse, proprio comefanno i non vedenti e alcuni disabili motori. Sa usi il Tab[ulatore] su una pagina, gli oggetti selezionabi-li riceveranno “attenzione” (il focus). A seconda del tipo dioggetto, dovrai usare “spazio” o “invio” per attivarlo; se èun menù a discesa, puoi anche usare le frecce per scorre-re la lista. Molte persone navigano in questo modo, e in certi casiconviene anche a te; ad esempio, dovendo compilare unform, è molto più rapido usare il Tab piuttosto che il mouseper spostarsi tra un campo e il successivo. Pensa che c’èchi non lo sa, e continua a fare click col mouse, poi scrivecon la tastiera, poi fa click nel campo successivo, poi scri-ve, poi di nuovo click... rimbalzando tra mouse e tastiera eimpiegandoci il doppio del tempo. Se inserisci nella pagina un oggetto, che sia un filmato,un’applicazione in Flash o in Java, o altro, prova a vederese con la tastiera si riesce comunque a usare. La verifica da fare sui form consiste nel controllare la cor-retta associazione tra campi ed etichette: ogni campo deveavere un nome univoco (ID=”nome”) e la sua etichettadeve avere un attributo che la collega al campo(FOR=”nome”). Andando su Struttura > ElementiFieldset/Labels vedrai i campi e le etichette associati; senon appare nulla, o vedi degli errori, rimanda il lavoro aitecnici.

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5.3.7Varie

ed eventuali

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Un’altra cosa da accertare è che le parole non si sovrap-pongano e le pagine risultino ancora comprensibili quandosi ingrandiscono i caratteri o si riduce la dimensione dellafinestra del browser (req. 12).

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Figura 9Form in cui sonoevidenziati i varielementi necessari perl’accessibilità;ad ogni etichetta(es. labelfor=”nome”)deve essere associatoil campocorrispondente(es. id=”nome”)

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Per ingrandire i caratteri, da Explorer: Visualizza >Carattere > [Grande, Molto Grande]. Per cambiare ladimensione della finestra, dalla barra: Risoluzione >640x480 / 800x600 / ...Fatto questo, se la pagina è ancora comprensibile, hai fini-to le verifiche.Il Web è pronto ad accoglierti, ma non rilassarti troppo per-ché il viaggio ti riserverà molte altre emozioni.Pronti a salpare. Web, stiamo arrivando!

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6Strada facendo(verifiche sull’usabilità)

Finalmente il sito è on-line. Ma questa non è la fine,anzi è l’inizio del vero viaggio, fatto di continuiaggiustamenti. Ce li suggeriranno gli utenti, le nuovetecnologie, il nostro piacere di perfezionarci.

Tutti i mesi passati a fare riunioni, a sistemare la grafica,a scrivere e poi verificare i contenuti hanno dato il loro

risultato. È stata dura, ma ce l’hai fatta, sei on-line e tutti gliabitanti del Web ti possono vedere. Anche tu però haimolto da scoprire su di loro. E se non hai pregiudizi, ti capi-terà persino di rimettere in discussione i tuoi punti di vista.

La nave ha attraccato. Sei sceso e ti sei avviato verso l’u-scita. Tutto ha un odore nuovo. La sensazione di averefinalmente finito il lungo lavoro, ti dà un senso di leggerez-za. In questo strano e nuovo paese, farai gli incontri piùimpensabili e devi aspettarti di tutto: cordialità, indifferen-za, sguardi sospetti, critiche al tuo modo di essere. Se seiun vero viaggiatore accetterai di buon grado ogni reazione.Quelle negative, tienile in particolare considerazione, per-ché ricorda che nel Web lo straniero sei tu e spetta a te ade-guarti alle aspettative di chi ti osserva.Non piace a nessuno rimettere le mani su un lavoro giàfatto, soprattutto se ci si è messo impegno e lo si è sotto-posto alla lunga serie di controlli di cui abbiamo parlatoprima. Ma adesso al tuo sito sta succedendo una cosanuova: comincia a essere utilizzato davvero, dalle personepiù varie nelle condizioni più varie, e sono loro che decre-

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6.1I primi passinel nuovomondo

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teranno se e quanto lo trovano utile e ben fatto. Insommasei entrato in zona usabilità.L’abbiamo già detto, ma vale la pena ripeterlo: mentre l’ac-cessibilità dipende da un insieme di requisiti oggettivi, veri-ficabili da chi fa il sito, l’usabilità è strettamente legata allafacilità con cui gli utenti riescono a fruire del sito.I test dei siti servono per verificare l’usabilità che è appun-to qualcosa di “soggettivo” e dipende dagli obiettivi, dal-l’utente, dalle condizioni in cui il prodotto viene usato. Per verificare il grado di usabilità di un sito, non c’è altromodo che testarlo su un campione, anche piccolo, di uten-ti. E bisognerebbe farlo già prima di metterlo on-line.La cosa migliore è sempre quella di non arrivare alla finedel progetto per provare se il sito funziona, perché l’usabi-lità è un processo iterativo: si costruisce, si prova, si siste-ma quel che non va, si riprova e così via.Gli esperti di usabilità dicono che verificare un prodottomentre lo si realizza dà un risultato migliore e fa abbassarecosti e tempi rispetto a doverlo rifare perché non funzionacome dovrebbe, ossia nel modo migliore rispetto alle esi-genze di chi lo utilizza. A questo punto, però, dobbiamo darti una notizia: la Legge4/04 indica dei parametri da verificare, delle qualità chedeve avere un sito per essere considerato usabile, ma nonimpone come obbligatoria questa verifica per i siti pubblici(il controllo dovrebbe svolgerlo un esperto di fattori umani,ed è costoso).Di conseguenza, anche se le Pubbliche Amministrazioniverificano l’usabilità del sito, non possono richiedere alCNIPA il logo che attesta questo tipo di qualità. L’unicoobbligo da assolvere e l’unico logo che puoi esporre èquello per l’accessibilità.

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Sta dunque alla tua sensibilità e al tuo orgoglio professio-nale testare il sito per capire quanto è usabile. Il premiosarà la soddisfazione dei tuoi utenti. Non ti sembra un otti-mo motivo?

Per verificare l’usabilità del tuo sito senza ricorrere a unesoso esperto, armati di umiltà e buona volontà. Trovaqualche volontario: dicono almeno 8, ma anche 3 o 4 sonosufficienti per capire se ci sono criticità rilevanti. Quali persone scegliere per fare il test? Devono essere“rappresentative” dei tuoi utenti potenziali? Dipende. Certo,se il sito è su una intranet e lo userà un gruppo specificodi utenti, non ha senso farlo provare ad altri; troverai facil-mente dei volontari, contenti di collaborare per avere unprodotto “fatto su misura”. E i test saranno migliori perchél’interesse personale verso i contenuti dà più motivazionea collaborare. Se invece la natura del sito è tale da comportare un’utenzaindifferenziata o molto eterogenea, le persone cui propor-re il test non potranno essere così mirate. In questo casopuoi cercare tra parenti, amici, amici degli amici, magariavendo l’accortezza di scegliere persone diverse per età,sesso, professione, ecc.Per condurre il test è opportuno mettere a suo agio il tuo in-terlocutore, ricreando il vero contesto d’uso del sito. Quin-di è meglio che siate soli, in una stanza accogliente, senzapersone che entrano ed escono o telefoni che squillano. Al tempo stesso dovrai essere così disinvolto da non farlosentire come una cavia osservata con la lente d’ingrandi-mento. È quanto mai importante che la persona non si

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6.2La provadel fuoco

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senta giudicata; se sbaglia quando le chiedi di fare qualco-sa, falle capire che la colpa è del sito e che il suo contribu-to è prezioso per migliorarlo.Mentre interagisci con quanti si prestano al test, assumi unatteggiamento gentile ma distaccato in modo da noninfluenzarli. Anzitutto invitali a navigare liberamente sul sitoe osserva come si muovono, cosa cercano, cosa diconospontaneamente. Già qui possono uscire comportamenti ecommenti di cui tener conto. La prima cosa da verificare è se si capisce a cosa serve ilsito, come lo si può utilizzare. Poi, pensando agli obiettividel tuo sito, poni delle domande per capire se e quantopuoi ritenere di averli raggiunti: è chiaro anche a loro chetipo di informazioni offre, come si fa a trovarle? Proponianche dei compiti da risolvere (per esempio, trovare unacerta informazione o una certa persona, iscriversi ad uncerto servizio, ecc) e valuta che ostacoli incontrano, chepercorso seguono, quanto tempo ci mettono. Se tutte le persone che hai reclutato per il test riuscisseroa fare senza difficoltà tutto ciò che chiedi loro, sarebbe perte un successo strepitoso. Ma non accade mai, almeno nonal primo tentativo. Perciò aspettati che qualcuno facciadegli errori, dagli il tempo di riprovare e frena la lingua sestai per dire “clicca su quel maledetto bottone rosso, enor-me, al centro della pagina”!Terminati i test, metti insieme commenti, suggerimenti,comportamenti d’uso e valuta i costi-benefici degli inter-venti che dovresti o potresti fare. A questo proposito tienipresente che:� spesso aggiungere cose per semplificare i compiti com-

plica le pagine; di solito è meglio togliere che aggiun-gere;

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� il costo di certe modifiche potrebbe non giustificare ilpiccolo beneficio ottenuto;

� le nuove funzioni (a gran richiesta nei progetti per grup-pi specifici) spesso non servono a tutti, ma solo a chi lechiede;

� le soluzioni proposte dagli utenti non sono quasi mai lemigliori, loro sono utenti non progettisti.

I test per valutare l’usabilità sono efficaci se vengono ese-guiti anche da persone con una qualche disabilità. Sonoancora più efficaci se tutte le disabilità sono rappresentatenel tuo campione, come suggerisce anche la legge. Oltre averificare la facilità d’uso, potrai così valutare tutto il lavorofatto per dare reale accesso: potresti persino trovare solu-zioni migliorative che le norme non hanno previsto.Nell’Allegato B al Decreto Ministeriale che segue la Legge4/04, vengono individuate 12 qualità legate alla fruizione equindi all’usabilità:1. percezione: informazioni e comandi necessari per

l’esecuzione dell’attività devono essere sempre dis-ponibili e percettibili;

2. comprensibilità: informazioni e comandi necessariper l’esecuzione delle attività devono essere facili dacapire e da usare;

3. operabilità: informazioni e comandi devono consen-tire una scelta immediata della azione adeguata perraggiungere l’obiettivo voluto;

4. coerenza: simboli, messaggi e azioni devono averelo stesso significato in tutto l’ambiente;

5. salvaguardia della salute (safety): l’ambiente devepossedere caratteristiche idonee a salvaguardare ilbenessere psicofisico dell’utente;

6. sicurezza: l’ambiente deve possedere caratteristiche

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idonee a fornire transazioni e dati affidabili, gestiticon adeguati livelli di sicurezza;

7. trasparenza: l’ambiente deve comunicare all’utentelo stato, gli effetti delle azioni compiute e le informa-zioni necessarie per la corretta valutazione delladinamica dell’ambiente stesso;

8. apprendibilità: l’ambiente deve possedere caratteri-stiche di utilizzo di facile e rapido apprendimento;

9. aiuto e documentazione: funzioni di aiuto, quali leguide in linea, e documentazione relativa al funzio-namento dell’ambiente devono essere di facili repe-rimento e connesse al compito svolto dall’utente;

10. tolleranza agli errori: l’ambiente, pur configurandosiin modo da prevenire gli errori, ove questi comunquesi manifestino, deve fornire appropriati messaggiche individuino chiaramente l’errore occorso e leazioni necessarie per superarlo;

11. gradevolezza: l’ambiente deve possedere caratteri-stiche idonee a favorire e mantenere l’interesse del-l’utente;

12. flessibilità: l’ambiente deve tener conto delle prefe-renze individuali e dei contesti.

La legge consiglia di far valutare queste caratteristiche conun voto da 1 a 5 per ciascuna di esse. Chiedi alle personedi dare il loro voto; poi dallo anche tu, così potrai fare unamedia e otterrai una valutazione più equilibrata.Infatti non è detto che il giudizio degli utenti debba esseresempre preso per oro colato. Capitano anche situazioniparadossali: un utente potrebbe considerare il sito moltochiaro e semplice anche se non ha portato a termine nes-sun compito. Subito dopo aver condotto i test cerca di fare un resocon-

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to, il più possibile esauriente, dei risultati. Sarà utile che tulo condivida con il responsabile del progetto, soprattuttose avrai rilevato un eccesso di ottica interna nel modo incui sono organizzati e trattati i contenuti. I test ti darannodelle argomentazioni più solide per decidere, insieme altuo responsabile, le modifiche necessarie a mettere meglioin equilibrio le esigenze interne con quelle espresse dagliutenti.

Dopo aver fatto tutto il lavoro che hai fatto, non pensi cheil tuo sito meriti di essere conosciuto e che valga la penaconoscere chi lo frequenta? Ebbene, anche questo devifarlo tu.Nessuno passa da un sito per caso, non hai un negozio inuna strada del centro, ma sei su un’isola in mezzo a unoceano e devi aprire delle rotte che portino i navigatoriverso i tuoi lidi.Per lanciare il sito non basta mettere un link nella homepage del tuo ente; spesso le home sono piazze troppo af-follate in cui è difficile farsi notare.Cerca di promuoverlo, sia off-line che on-line: metti l’indi-rizzo in altri tuoi prodotti di comunicazione; invia la notiziaa siti, giornali, riviste, forum attinenti al tuo progetto; usa lenewsletter e le mailinglist di settore.Annuncia il lieto evento a Google e a tutti i motori e direc-tory più usati1. Più si parla di te, più sono i link che portano

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6.3Piaceredi conoscerla

1 In Italia i motori e le directory più usati (circa dal 90% degli utenti) sono Google, Virgilio, MSN, Libero,Yahoo, Tiscali. In ogni motore esiste un modo per segnalare un sito (aggiungere un URL), di solito si trovanelle sezioni dedicate ai Webmaster.Per Google.it, ad esempio, il link è http://www.google.it/intl/it/add_url.html

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al tuo sito, maggiore sarà la sua visibilità nella Rete.Google, come altri motori, dà peso alla popolarità, e ti fasalire nella classifica anche per questo: tra tutte le paginefatte seguendo i comandamenti e che corrispondono alleparole cercate, in alto trovi sempre le pagine più popolari(consultate e linkate). Dopo qualche tempo che il tuo sito sarà sui motori di ricer-ca, puoi stare certo che il numero dei visitatori aumenterà.Già, ma quanti sono, cosa cercano, quanto tempo passanosulle tue pagine? È arrivato il momento di fare qualcosa per conoscerli unpo’ meglio, come chiede la “Direttiva sulla soddisfazionedegli utenti”.Tanto per cominciare è utile analizzare i file di log, cioè lalista di richieste che hanno fatto gli utenti e che il tuo ser-ver registra.I log ti danno parecchie informazioni: le pagine consultate,le pagine da cui i visitatori entrano e quelle da cui escono,le parole che hanno usato per arrivare a te dai motori diricerca, ecc.Analizzare i log è fondamentale, ma non ti darà tutte lerisposte. Ad esempio, non potrai sapere se hanno real-mente trovato ciò che stavano cercando.L’informazione più chiara che puoi ricevere dai log è attra-verso quali parole vengono trovate le tue pagine e da qualisiti e motori provengono i visitatori. Puoi anche sapere quanti sono i visitatori, ma non ingras-sare di felicità se vedi che crescono: sono anni che aumen-tano un po’ su tutti i siti, grazie alla diffusione di Internet.Più che la quantità in sé, è importante il confronto: quantisono i visitatori del tuo sito rispetto a quelli di siti analoghi,interni ed esterni al tuo ente? Solo così, anche il mero dato

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numerico, acquista significato.In sintesi, “spiare” gli utenti dai files di log dà informazioniutilissime, ma limitate agli aspetti quantitativi e comporta-mentali. Per sapere se e in che misura le persone trovanoil tuo sito interessante, comprensibile, rispondente ai lorobisogni, devi ricorrere a un altro tipo di strumento: l’inda-gine di customer satisfaction.A questo proposito ci sarebbero un’infinità di cose da direcirca i metodi e le tecniche possibili: sondaggio tramitequestionario, intervista diretta, osservazione partecipante?E nel caso del sondaggio, come somministrarlo: per email,telefonicamente, di persona? E il “campione” da quante equali persone deve essere composto?L’argomento è complesso a tal punto che c’è una disciplinache se ne occupa: la metodologia della ricerca. Qui dob-biamo limitarci a qualche osservazione di carattere moltogenerale che può essere utile soprattutto se, per ragionieconomiche, non ci si può affidare a una ditta esterna. Il sondaggio “fatto in casa” spesso produce risultati delu-denti, principalmente per due ordini di ragioni. Anzitutto per un problema tecnico che riguarda la formula-zione del questionario: contiene troppe domande o troppopoche; le domande sono troppo generiche o troppo tecni-che; le risposte prevedono opzioni nelle quali l’utente nonsi riconosce, per cui è indotto a evadere attraverso i “nonso”, “abbastanza”, “altro”. Insomma, un questionario benfatto non si improvvisa. Se proprio ti trovi nella condizionedi doverlo fare “in proprio”, cerca almeno di confrontarticon chi ha già fatto un’esperienza simile all’interno o all’e-sterno del tuo ente.L’altro ostacolo al buon esito dei sondaggi è di tipo moti-vazionale. Prova a immaginare la scena: una persona sta

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mangiando, lavorando, facendo le pulizie di casa; improv-visamente qualcuno la contattata, per telefono o tramiteemail, chiedendole 10 minuti di tempo per rispondere a unquestionario. La persona sa bene che questa interazionecomporta più di 10 minuti e richiede da parte sua un certoimpegno per ascoltare o leggere, capire, rispondere.Il rischio che dia molte risposte a caso, tanto per non esse-re scortese e sbrigare velocemente la pratica, è alto. Perdiminuirlo il più possibile è necessario che la persona sisenta motivata a collaborare, e questo accade a due condi-zioni: l’argomento dell’intervista appartiene alla sfera diinteressi dell’intervistato; la persona è gratificata dal fattodi sentirsi utile. La prima condizione si persegue in fase di formazione delcampione di persone da intervistare: in base ai contenutidel sito, è opportuno selezionare il tipo di pubblico (il tar-get) che si presume essere interessato ai temi trattati. Conun campione piccolo e mirato si ottengono risultati moltopiù interessanti e utili che non con un campione largo ecasuale.L’altra condizione, cioè la gratificazione, dipende molto dacome ci si presenta e da cosa si promette in fase di intervi-sta. Il fatto di essere un ente pubblico in questi casi è unvantaggio: psicologicamente si è più disposti a collaborarecon chi non vuole venderci nulla, ma intende migliorare unservizio pubblico. Per stimolare la collaborazione degliintervistati è molto utile rassicurali sul fatto che i risultatidel sondaggio saranno pubblicati nel sito stesso sul qualesi sta raccogliendo il loro parere. In gergo tecnico si chia-ma “restituzione del feedback” . Non si fa quasi mai, ed èun peccato perché crea fiducia e propensione a collabora-re ancora, magari attraverso altri canali di comunicazione

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presenti nel sito.È evidente infatti che i sondaggi per valutare la soddisfa-zione degli utenti si possono fare solo in occasioni specia-li, come la nascita del sito o un suo restyling consistente. Si possono, e si dovrebbero, invece tenere costantementeaperti altri canali di ascolto e interazione: e-mail, forum,sportelli, mailinglist, comunità professionali. In qualunquemodo tu lo faccia, cerca di dare ascolto a chi naviga sul tuosito, perché l’obiettivo di ogni sito è comunicare. La buonacomunicazione è a due sensi. Il valore della tua comunica-zione è tanto maggiore quanto più avrai arricchito chi ti hadato ascolto, e viceversa.Valuta i reali risultati che hai raggiunto, proprio seguendoquei suggerimenti che la Direttiva ti dava: � hai ottenuto reali vantaggi diminuendo il carico di lavo-

ro tuo e dei tuoi colleghi? � sei riuscito a snellire e velocizzare procedure ammini-

strative?� hai dato modo agli utenti di fare ciò che prima non pote-

vano fare, anche a causa delle loro disabilità?In una frase: tutto questo lavoro è stato davvero utile a tee agli altri?Se, in coscienza, potrai rispondere di sì, vuol dire che avraidavvero realizzato un sito pubblico di qualità.

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Glossario

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accessibilitàLa capacità dei sistemi informatici, nelleforme e nei limiti consentiti dalle cono-scenze tecnologiche, di erogare servizi efornire informazioni fruibili, senza discrimi-nazioni, anche a coloro che a causa di dis-abilità necessitano di tecnologie assistiveo configurazioni particolari.

AJAXAJAX o Asynchronous JavaScript andXML è una tecnica per sviluppare applica-zioni Web interattive e dinamiche. AJAXnon è una tecnologia individuale, piuttostoè un gruppo di tecnologie utilizzate insie-me.

allegatoDocumento digitale trasmesso utilizzandoprogrammi di posta elettronica, in allegatoalla comunicazione principale. Per esserevisualizzato, deve essere aperto. Tramitegli attach, si diffondono la maggior partedei virus informatici.

appletApplicazione realizzata in linguaggio Java.Consente alle pagine Web di eseguire fun-zionalità più avanzate rispetto al comune(X)HTML.

bannerBandiera, stendardo. La più diffusa formadi inserzione pubblicitaria su Internet.Esistono vari formati, ma in generale sitratta di un rettangolo inserito nella paginaWeb e collegato con un link al sito dell’in-serzionista.

barra dell’accessibilitàPulsantiera per il browser con un insiemedi comandi e funzioni utili per verificarel’accessibilità di una pagina. La barra del-l’accessibilità in italiano per Explorer:h t t p : / / w w w. w e b a c c e s s i b i l e . o r g /

argomenti/argomento.asp?cat=474.Per Firefox http://chrispederick.com/work/webdeveloper/Per Opera, ce n’è anche per te:http://operawiki.info/WebDevToolbar

benchmarkingLetteralmente benchmark significa puntodi riferimento, parametro, valutazionedelle prestazioni.L’attività di benchmarking è un approcciosistematico e continuo di misurazione diprodotti/servizi/processi mediante il con-fronto tra organizzazioni simili.La comparazione viene effettuata utilizzan-do una serie di indicatori standard, indivi-duati come punti di riferimento. Obiettivofinale dell’attività di benchmarking è ilmiglioramento della qualità in termini diprodotti, servizi e processi, passandoattraverso l’individuazione dei punti diforza e delle aree migliorabili, stimolandoin questo modo il cambiamento.

blogTermine nato dalla contrazione tra Web elog (giornale, diario). I blog sono siti perso-nali, di solito a tema, dove le annotazioni(post) inserite dall’autore (normalmenterelative a link di altre pagine Web segnala-te o commentate) vengono presentate inordine cronologico. Una caratteristica deiblog è la semplicità di gestione e pubblica-zione.

botNelle terminologie legate a Internet, il ter-mine bot (abbreviazione di robot) si riferi-sce, in generale, a un programma cheaccede alla rete attraverso lo stesso tipodi canali utilizzati dagli utenti umani (peresempio che accede alle pagine Web,invia messaggi in una chat, e così via).Programmi di questo tipo sono diffusi in

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relazione a molti diversi servizi in rete, conscopi vari ma in genere legati all’automa-zione di compiti che sarebbero troppo gra-vosi o complessi per gli utenti umani.

browserDall’inglese “to browse” che significa “sfo-gliare un libro”; programma che permettedi navigare in Internet. Esempi di browsersono Internet Explorer, NetscapeNavigator, Mozilla Firefox, Opera.

CMS(Content management system) Sistemaper la gestione dei contenuti di un sitoWeb. Software che consente di inserire emodificare testi, immagini, files video/audio e ogni altro contenuto di un sitoWeb senza l’ausilio del personale tecnico.In alcuni casi è consentito anche all’uten-za di inserire contenuti (previa identifica-zione tramite username e password). OgniCMS fornisce analisi statistiche completesul traffico del sito e sui comportamentidegli utenti.

CNIPACentro Nazionale per l’Informatica nellaPubblica Amministrazione.

crawlerUn Web crawler (anche conosciuto comeWeb spider) è un programma che passa inrassegna il World Wide Web in un modometodico e automatizzato. Un Web cra-wler è un tipo di bot (programma o scriptche automatizza delle operazioni tipica-mente eseguite da utenti umani). I Webcrawler non mantengono soltanto unacopia di tutte le pagine visitate per poisuccessivamente analizzarle - per esem-pio con un motore di ricerca -, ma le indi-cizzano per rendere la ricerca più veloce eprecisa.

CSS(CSS Cascading Style Sheet) sono uninsieme di regole redatte dal W3C (WorldWide Web Consortium) per definire l’a-spetto delle pagine HTML e XHTML. Laloro creazione, avvenuta nel 1996 si è resanecessaria per separare i contenuti dallaformattazione e imporre una programma-zione più chiara e facile da utilizzare, siaper l’autore che per l’utente.

disabilitàqualsiasi limitazione o perdita (conseguen-te a menomazione) della capacità di com-piere un’attività nel modo o nell’ampiezzaconsiderati normali per un essere umano.

dominioNome alfabetico che identifica uno spaziodi un server Internet attribuito dagli entiche, in ciascun paese, sono prepostiall’assegnazione dei nomi dei siti ed allaloro registrazione ufficiale. Un esempio didominio: regione.emilia-romagna.it. È latraduzione dell’indirizzo Ip, esclusivamentenumerico.

DTD(Document Type Definition)Lo scopo della “Definizione del tipo didocumento” è quello di definire le compo-nenti ammesse nella costruzione di undocumento XML.Il termine non è utilizzato soltanto per idocumenti XML ma anche per tutti i docu-menti derivati dall’SGML (di cui peraltroXML vuole essere una semplificazione chene mantiene la potenza riducendone lacomplessità) tra cui famosissimo èl’HTML.

EcmascriptEcmascript è la versione standardizzatadalla ECMA del linguaggio JavaScript.

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eEuropeIl Piano d’azione che, dal 2000, si proponedi potenziare negli stati aderenti all’UnioneEuropea, lo sviluppo della società dell’in-formazione. Il primo Piano d’azione in questo ambito,eEurope 2002, si concentrava sulla con-nettività – ovvero sull’obiettivo di consen-tire al maggior numero possibile di cittadi-ni e imprese di accedere a Internet - esulla partecipazione, anch’essa il più pos-sibile allargata, all’emergente societàbasata sulla conoscenza.Ora siamo nella fase di eEurope 2005, ilpiano d’azione approvato dal Consiglioeuropeo di Siviglia nel 2002, che mira atradurre la più diffusa connessione aInternet in un aumento della produttivitàeconomica e in un miglioramento dellaqualità e dell’accessibilità dei servizi desti-nati ai cittadini europei.Tutto ciò si traduce nello sviluppo di:– servizi pubblici in linea moderni;– amministrazione elettronica (e-govern-ment);– servizi di apprendimento elettronico (e-learning);– servizi di telemedicina (e-health);– un ambiente dinamico per il commercioelettronico (e-business);– un’infrastruttura d’informazione protet-ta;– la disponibilità massiccia di un accessoa banda larga a prezzi concorrenziali;– una valutazione comparativa e la diffu-sione delle buone pratiche.

e-governmentLetteralmente amministrazione elettroni-ca; per eGovernment si intende l’uso delletecnologie dell’informazione e della comu-nicazione nelle Pubbliche amministrazioni,coniugato a modifiche organizzative eall’acquisizione di nuove competenze al

fine di migliorare i servizi pubblici (destina-ti sia ai cittadini sia alle imprese) e la par-tecipazione alle scelte di natura pubblica.L’eGovernment è uno strumento per ren-dere più efficace e più efficiente il settorepubblico aiutandolo a far fronte all’esigen-za contraddittoria di offrire servizi piùnumerosi e di migliore qualità con menorisorse.

e-learningMetodologia didattica che eroga contenu-ti formativi per via telematica (e-learning).Per l’utente rappresenta una soluzione diapprendimento flessibile, in quanto forte-mente personalizzabile e facilmenteaccessibile (le “lezioni” possono essereseguite in qualunque giorno e ora e ripetu-te per quante volte lo si desidera).Le modalità di apprendimento più utilizza-te nell’e-learning sono: autoapprendimen-to attraverso la fruizione di contenuti pre-confezionati disponibili sulla piattaforma dierogazione; apprendimento attraverso l’u-tilizzo della videoconferenza e delle aulevirtuali; apprendimento collaborativo attra-verso le attività delle comunità virtuali diapprendimento.

e-mailPosta elettronica. Documento elettronicoche viene trasmesso utilizzando un apposi-to software attraverso una rete telemati-ca. Mittente e destinatario sono riconosci-bili attraverso il loro indirizzo e-mailaddress, composto dal nome dell’utente edel server separati dal simbolo @ (at ochiocciola).

emUnità di misura tipografica che corrispon-de alle dimensioni della lettera M delcarattere usato. Su Web è una dimensio-ne che permette l’ingrandimento dei

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caratteri anche nei browser con dei limiticon altre unità di misura (ad esempioExplorer 5 o 6).

ERMESEmilia-Romagna Messaggi, è il nome delportale della Regione Emilia-Romagna.

faccette (classificazione a)La classificazione a faccette è un metododi catalogazione basato sulla multidimen-sionalità dell’informazione. Ogni attributo èdetto appunto faccetta o metadato e rap-presenta solo una delle possibili caratteri-stiche dell’oggetto. Il vantaggio più evi-dente di una tale classificazione per cate-gorie plurime è la flessibilità: ogni oggettopuò essere rintracciato per mezzo di piùchiavi di accesso, su una combinazione dipiù metadati, aumentando così notevol-mente le probabilità di successo.

firewallbarriera informatica che permette di pro-teggere il perimetro di una rete telematica(in genere una intranet rispetto alla retepubblica). Il firewall ha la funzione di pre-servare i dati strategici da intrusi e proce-dure dannose, come quelle degli hacker,monitorando gli accessi e garantendo lasicurezza.

FlashMacromedia Flash (ora Adobe Flash) è unsoftware per uso prevalentemente graficoche consente di disegnare, modificare edanimare in modo abbastanza semplice siaimmagini vettoriali che testi ed elementigrafici di altro tipo.Nel mondo Internet il formato Flash(estensione .swf) degli oggetti creati conl’omonimo programma, rappresentanoormai uno standard per la creazione dicontenuti animati ed interattivi. Ormai la

quasi totalità dei browser supportano nati-vamente questo formato che consente lavisione appunto di animazioni grafiche cosìcome la visione in streaming o in progres-sive downloading di filmati video.

formmodulo elettronico che può essere compi-lato e sottoscritto on line. Il form vienegeneralmente utilizzato su siti Internet perla raccolta di dati.

forumarea virtuale, ad accesso pubblico o riser-vato, nella quale è possibile scambiareopinioni su argomenti definiti dagli stessipartecipanti o dal gestore del forum.

GMailServizio di posta offerto dal sito Google.Permette di archiviare e gestire la propriaposta elettronica su Web.

handicapcondizione di svantaggio conseguente auna menomazione o a una disabilità che inun certo soggetto limita o impedisce l’a-dempimento del ruolo normale per talesoggetto in relazione all’età, al sesso e aifattori socioculturali

home pageLa pagina principale che apre un sito Web.È la presentazione del sito, e su di essasono sintetizzate le informazioni più impor-tanti del sito, i collegamenti che portanoalle varie sezioni, motori di ricerca ed altristrumenti di utilità.

HTML (Hyper Text Mark-Up Language) Linguag-gio di programmazione ipertestuale con ilquale si costruiscono pagine Internet e sitiWeb. L’Html è basato su “tag”, istruzioniche, all’interno del testo scritto, permetto-

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no di attivare link, effetti grafici, inseri-mento di immagini e di altre funzionalitàtipiche del Web.

HTTP(Hyper Text Transfer Protocol) Protocollo ditrasferimento di documenti ipertestuali.Usato come principale sistema per la tra-smissione di informazioni sul Web. È il pre-fisso che, posto davanti all’indirizzo, con-sente al server (comandato dal browser)di individuare la tipologia di pagina Web davisualizzare

ICFInternational Classification of Functioning,Disability and Health

ICIDHInternational Classification of Impair-ments, Disabilities and Handicaps

ICT(Information and Communication Technol-ogy) L’insieme delle tecnologie che con-sentono il trattamento e lo scambio delleinformazioni in formato digitale.

InternetTermine nato dalla sintesi dell’espressioneInterconnected Network (rete intercones-sa). È la “rete delle reti” che collega milio-ni di computer permettendo lo scambio intempo reale di dati e informazioni. Internetè basata su uno standard di comunicazio-ne condiviso, il protocollo Tcp/Ip, che per-mette la comunicazione in molte forme:posta elettronica, newsgroup, siti Internet,chat.

intranetRete telematica privata, che collega gliutenti all’interno di una singola organizza-zione, un’ente o un’azienda utilizzandogeneralmente i protocolli di Internet.

Consente di condividere risorse, documen-ti ed informazioni fra coloro che sono auto-rizzati ad accedervi.

ipertestoDocumento che permette di accedere,attraverso link, ad altri documenti o sezio-ni dello stesso documento. Nella definizio-ne classica l’ipertesto è una struttura com-posta da brani di testo, agganciati median-te opportuni rinvii; una rete di contenutiche, a differenza possono essere fruiti inordine non lineare.

ISO(International Organization for Standar-dization) Associazione internazionale cuipartecipano le organizzazioni che si occu-pano della definizione di standard nei varipaesi del mondo. Per l’Italia è l’UNI (EnteNazionale Italiano di Unificazione) che rico-pre il ruolo di rappresentante ufficiale. Inparticolare l’ISO si occupa della definizionedegli standard relativi allo scambio dicomunicazioni e informazioni come, peresempio, il modello ISO/OSI (ISO OpenSystem Interconnection model) per learchitetture di reti di computer connessida servizi di telecomunicazioni.

javascriptJavaScript è un linguaggio comunementeusato nelle pagine Web. Serve a renderele pagine interattive (aprire una nuovafinestre, controllare i valori nei campi diingresso, cambiare le immagini al passag-gio del mouse, ecc).

keywords(Parole chiave) è il nome che si dà al grup-po di parole usato per cercare informazio-ni su un motore di ricerca o una directory

linkcollegamento ipertestuale. L’espressione

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è l’abbreviazione di hyperlink, che in unipertesto consente il passaggio da unbrano all’altro. In Internet, i link sono i col-legamenti che consentono al navigatore dipassare da una pagina Web all’altra, e daun sito all’altro, senza dover digitale l’Url diogni singola pagina.

logNel caso specifico del computer il log (olog file o file log) è un file nel quale vengo-no registrate le operazioni che l’utentecompie durante la sua sessione di lavoro.

mailinglistlista di distribuzione di posta elettronica.Gli iscritti ad una mailing list ricevono auto-maticamente lo stesso messaggio comese avessero un unico indirizzo di postaelettronica. Le mailing list sono il mezzoprincipale di strumenti di informazionecome le newsletter elettroniche.

markup(Marcatura) descrive i meccanismi di rap-presentazione (strutturali, semantici o pre-sentazionali) del testo che utilizzando con-venzioni standardizzate sono utilizzabili supiù sistemi. I linguaggi di markup possonoessere diversi

menomazioneperdita o anormalità a carico di una strut-tura o di una funzione psicologica, fisiolo-gica o anatomica

motore di ricercaè un sistema automatico che analizza uninsieme di dati spesso da lui stesso rac-colti e restituisce un indice dei contenutidisponibili classificandoli in base a formulematematiche che ne indichino il grado dirilevanza data una determinata chiave diricerca.

multicanalitàle informazioni e i servizi pubblici devonopoter raggiungere tutti i destinatari attra-verso canali fisici o virtuali; per raggiunge-re questo obiettivo vanno individuate lemodalità più efficaci ed il canale di comu-nicazione preferito e/o più familiare aldestinatario. Tale strategia, detta multica-nalità, si esprime attraverso l’uso congiun-to di più strumenti di comunicazione o diaccesso a informazioni e servizi (sportellifisici, chioschi, Internet, call center, Sms,Wap, Tv, newsletter, etc.).

newsletternotiziario, bollettino periodico. Le newslet-ter elettroniche vengono inviate attraversoe-mail dai numerosi siti di informazione edi servizio che, generalmente, le offronogratuitamente a chi ne faccia richiesta. Sitratta di bollettini che aggiornano su temispecifici, solitamente composti da brevitesti, a volte arricchiti con l’utilizzo diimmagini e la presenza di banner.

OCRI sistemi di Optical Character Recognition(riconoscimento ottico dei caratteri dettianche OCR) sono programmi dedicati allaconversione di un’immagine contenentetesto in testo modificabile con un normaleprogramma di videoscrittura. Solitamentele immagini sono acquisite da uno scannerd’immagini o da un sistema di digitalizza-zione che si avvale di una telecamera o diuna webcam.

OMSOrganizzazione Mondiale della Sanità

open-sourceletteralmente sorgente aperta. Il terminefa riferimento al codice sorgente, checostituisce la scrittura di un software. I

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software open-source hanno un codicesorgente accessibile da parte degli utiliz-zatori, che può essere modificato, adatta-to e migliorato da chiunque.

OutlookMicrosoft Outllook è il più famoso pro-gramma di posta elettronica perWindows.

pagine (Web) dinamichePer pagine dinamiche si intendono quellepagine Web pre-processate dal server.Questo significa che non si utilizza diretta-mente il linguaggio (X)HTML, ma che siricorre a dei linguaggi di programmazione(i linguaggi di scripting) che si occupanodella creazione della pagina nel momentoin cui questa viene visitata, anche intera-gendo con i visitatori, e possono variarel’output (X)HTML successivo dopo calcolieseguiti con apposite strutture messe adisposizione dal linguaggio di scripting chesi usa.

PDFIl PDF (Portable Document Format) è unlinguaggio di descrizione di pagina svilup-pato da Adobe Systems per rappresentaredocumenti in modo indipendente dall’-hardware e dal software utilizzati pergenerarli. Un file PDF può descrivere docu-menti che contengono testo od immaginia qualsiasi risoluzione.

plug-inApplicazione che aumenta le funzionalitàdi un programma.

pop upSono le finestre che appaiono nel corsodelle visite a un sito Web. Solitamentepresentano pubblicità e causano rallenta-menti nell’apertura della pagina.

portaleSito Web che si propone come punto diaccesso a una molteplice serie di informa-zioni e servizi on line. Esistono varie tipolo-gie di portali che si definiscono in base acontenuti e destinatari: B2B (business tobusiness, per lo scambio di prodotti e ser-vizi tra imprese), B2C (business to consu-mer, rivolti ai consumatori), orizzontali(contengono argomenti di interesse gene-rale), verticali (vortal, dedicati a tematichespecifiche e perciò indirizzati a settori diutenti).Nell’e-government rappresentano la portadi ingresso (il front office virtuale) attra-verso la quale i cittadini e le impreseriescono ad accedere, via Internet, ai ser-vizi ed alle informazioni messi a loro dispo-sizione dalle Pubbliche amministrazioni.(vedi sito Web)

privacyla sfera privata della vita di ogni individuo.In generale il diritto di una persona a man-tenere riservati i dati sensibili relativi allesue abitudini ma anche semplicementealla sua persona (mail, indirizzo, telefonoecc.). Nella legislazione italiana il D.Lgs.n.196/2003 “Codice in materia di protezio-ne dei dati personali”, perfeziona e com-pleta il percorso cominciato con la Legge675/96.

providerper esteso, Internet service provider (Isp),fornitore di accesso ad Internet e di alcuniservizi aggiuntivi come la posta elettroni-ca, lo spazio per il proprio sito Web e glistrumenti per realizzarlo. Tali servizi posso-no essere forniti gratuitamente o a paga-mento.

RSS(acronimo di RDF Site Summary ed anche

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di Really Simple Syndication) è uno dei piùpopolari formati per la distribuzione di con-tenuti Web; è basato su XML, da cui haereditato la semplicità, l’estensibilità e laflessibilità.

RTFRich Text Format (spesso abbreviato RTF)è un formato per documenti multipiattafor-ma, sviluppato da Microsoft sin dal 1987.La maggior parte degli editor di testo e deiword processor disponibili per MicrosoftWindows, Macintosh e Linux sono ingrado di leggere e scrivere documenti RTF.Si tratta di file ASCII con stringhe di co-mandi speciali in grado di controllare leinformazioni riguardanti la formattazionedel testo: il tipo di carattere e il colore, imargini e i bordi del documento.

screen-reader(letteralmente lettore dello schermo) èun’applicazione software che identifica edinterpreta il testo mostrato sullo schermodi un computer, presentandolo ad un uten-te affetto da handicap visivo tramite sinte-si vocale o attraverso un display braille

scriptsequenza di istruzioni in linguaggio di pro-grammazione che può essere inserita inuna pagina Web per fornire funzionalitàaggiuntive;

serverin una rete di telecomunicazione è il com-puter che risponde ai comandi lanciati daun computer client. Può contenere e tra-smettere informazioni, files, pagine Web esvolgere diversi tipi di servizio.

SGML(Standard General Markup Language)è uno standard per la descrizione logicadei documenti.

sito Webè un insieme di pagine Web, ovvero unastruttura ipertestuale di documenti acces-sibili con un browser tramite World WideWeb su rete Internet

tagsono gli elementi sintattici con cui si mar-cano porzioni di un documento (X)HTML.

TCP/IP(Transmission Control Protocol/InternetProtocol) protocollo utilizzato da Internet eda molte reti locali. In particolare, il Tcp sioccupa della suddivisione dei messaggi in“pacchetti”, mentre l’Ip pensa ad inviarli alcorretto destinatario.

tecnologie assistivegli strumenti e le soluzioni tecniche, hard-ware e software, che permettono alla per-sona disabile, superando o riducendo lecondizioni di svantaggio, di accedere alleinformazioni e ai servizi erogati dai sistemiinformatici.

Uploadcaricamento. Trasferimento di dati trasistemi collegati in rete, in particolare daun computer locale ad un server remoto. Èl’operazione che, ad esempio, viene svoltadal gestore di un sito quando ne aggiornai contenuti immettendo on line nuove pagi-ne e documenti elettronici.

URL(Uniform Resource Locator)indirizzo unico di risposta in Internet: è ilnome di una risorsa disponibile in Internet,completo di specifiche per la sua indivi-duazione in rete, che dobbiamo digitarenel software di navigazione (browser) pervisualizzarlo. È composto dal tipo di proto-collo (http, ftp, https...) seguito dai simbo-li “://” e dal nome del dominio. L’Url viene

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trasformata in indirizzo IP numerico dalDns (Domain Name Server) .

usabilitàefficacia, efficienza e soddisfazione con lequali determinati utenti possono raggiun-gere specifici obiettivi in particolariambienti.

W3C(World Wide Web Consortium)Consorzio nato nell’ottobre del 1994 perdefinire protocolli comuni e che oggi svi-luppa e diffonde specifiche, linee guida,software e applicazioni per garantire l’inte-roperabilità delle tecnologie riferite alWorld Wide Web.

WAI(Web Accessibility Initiative)programma del W3C per rendere contenu-ti Web accessibili a persone disabili.

validatoreSoftware per la verifica della conformitàdel codice di una pagina Web

WCAG(Web Content Accessibility Guidelines)solo le linee guida per la creazione di pagi-ne Web accessibili del WAI

WikipediaWikipedia è un’enciclopedia online, multi-lingue, a contenuto libero, redatta in modocollaborativo da volontari e sostenuta dallaWikimedia Foundation, un’organizzazionenon-profit.Attualmente è pubblicata in oltre 200 lin-gue differenti (di cui circa 100 attive, conquella inglese attualmente la più sviluppa-ta) e contiene voci sia sugli argomenti pro-pri di una tradizionale enciclopedia che suquelli di almanacchi, dizionari geografici edi attualità. Il suo scopo è quello di creare

e distribuire una enciclopedia internaziona-le libera nel maggior numero di lingue pos-sibili. Wikipedia è già uno dei siti di con-sultazione più popolari del Web, ricevendocirca 60 milioni di accessi al giorno.

WWW(World Wide Web)World Wide Web, è una rete di risorse diinformazioni, basata sull’infrastruttura diInternet. La data di nascita del World WideWeb viene comunemente indicata nel 6agosto 1991, quando un matematico, TimBerners-Lee, pubblicò il primo sito nellarete internet, dando vita al fenomeno dellatripla W: www. Alla sua base vie era l’in-tendimento di condividere la documenta-zione scientifica in formato elettronicoindipendentemente dalla piattaforma,migliorandone la comunicazione e lacooperazione.

XHTML(eXtensible Hyper Text Markup Language)riformulazione del linguaggio Html comeapplicazione Xml. È stato creato dal W3Cper beneficiare dell’estensibilità e del rigo-re sintattico dell’xml a partire da un lin-guaggio conosciuto, l’HTML.

XML(eXtensible Markup Language)linguaggio estensibile di marcatura dalleproprietà, ed è un linguaggio simile, strut-turalmente, all’HTML. XML riguarda diret-tamente la classificazione e la strutturazio-ne del contenuto

Le definizioni sono tratte dal glossario sulsito www.regionedigitale.net e daWikipedia

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Riferimenti

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Requisito n. 1Enunciato: Realizzare le pagine e glioggetti al loro interno utilizzando tec-nologie definite da grammatiche for-mali pubblicate nelle versioni piùrecenti disponibili quando sono sup-portate dai programmi utente. Utiliz-zare elementi ed attributi in modoconforme alle specifiche, rispettando-ne l’aspetto semantico. In particolare,per i linguaggi a marcatori HTML(HypertText Markup Language) eXHTML (eXtensible HyperText MarkupLanguage):a) per tutti i siti di nuova realizzazioneutilizzare almeno la versione 4.01dell’HTML o preferibilmente la versio-ne 1.0 dell’XHTML, in ogni caso conDTD (Document Type Definition -Definizione del Tipo di Documento) ditipo Strict; b)per i siti esistenti, in sede di primaapplicazione, nel caso in cui non siapossibile ottemperare al punto a) èconsentito utilizzare la versione dei lin-guaggi sopra indicati con DTDTransitional, ma con le seguenti avver-tenze: 1) evitare di utilizzare, all’interno dellinguaggio a marcatori con il quale lapagina è realizzata, elementi ed attri-buti per definirne le caratteristiche dipresentazione della pagina (per esem-pio, caratteristiche dei caratteri deltesto, colori del testo stesso e dellosfondo, ecc.), ricorrendo invece aiFogli di Stile CSS (Cascading StyleSheets) per ottenere lo stesso effettografico; 2) evitare la generazione di nuove

finestre; ove ciò non fosse possibile,avvisare esplicitamente l’utente delcambiamento del focus; 3) pianificare la transizione dell’interosito alla versione con DTD Strict dellinguaggio utilizzato, dandone comuni-cazione alla Presidenza del Consigliodei Ministri – Dipartimento per l’inno-vazione e le tecnologie e al Centronazionale per l’informatica nella pub-blica amministrazione.

Requisito n. 2 Enunciato: Non è consentito l’uso deiframe nella realizzazione di nuovi siti.In sede di prima applicazione, per i sitiWeb esistenti già realizzati con frameè consentito l’uso di HTML 4.01 oXHTML 1.0 con DTD frameset, ma conle seguenti avvertenze: a) evitare di utilizzare, all’interno dellinguaggio a marcatori con il quale lapagina è realizzata, elementi ed attri-buti per definirne le caratteristiche dipresentazione della pagina (per esem-pio, caratteristiche dei caratteri deltesto, colori del testo stesso e dellosfondo, ecc.), ricorrendo invece aiFogli di Stile CSS (Cascading StyleSheets) per ottenere lo stesso effettografico; b) fare in modo che ogni frame abbiaun titolo significativo per facilitarne l’i-dentificazione e la navigazione; senecessario, descrivere anche lo scopodei frame e la loro relazione; c) pianificare la transizione a XHTMLalmeno nella versione 1.0 con DTDStrict dell’intero sito dandone comuni-

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Elenco deirequisiti diaccessibilitàper i sitiInternet

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cazione alla Presidenza del Consigliodei Ministri – Presidenza del Consigliodei Ministri – Dipartimento per l’inno-vazione e le tecnologie e al Centronazionale per l’informatica nella pub-blica amministrazione.

Requisito n. 3 Enunciato: Fornire una alternativatestuale equivalente per ogni oggettonon di testo presente in una pagina egarantire che quando il contenuto nontestuale di un oggetto cambia dinami-camente vengano aggiornati anche irelativi contenuti equivalenti predispo-sti; l’alternativa testuale equivalentedi un oggetto non testuale deve esse-re commisurata alla funzione esercita-ta dall’oggetto originale nello specificocontesto.

Requisito n. 4 Enunciato: Garantire che tutti gli ele-menti informativi e tutte le funzionali-tà siano disponibili anche in assenzadel particolare colore utilizzato perpresentarli nella pagina.

Requisito n. 5 Enunciato: Evitare oggetti e scrittelampeggianti o in movimento le cuifrequenze di intermittenza possanoprovocare disturbi da epilessia foto-sensibile o disturbi della concentrazio-ne, ovvero possano causare il malfun-zionamento delle tecnologie assistiveutilizzate; qualora esigenze informati-ve richiedano comunque il loro utilizzo,

avvertire l’utente del possibile rischioprima di presentarli e predisporremetodi che consentano di evitare talielementi.

Requisito n. 6 Enunciato: Garantire che siano sem-pre distinguibili il contenuto informati-vo (foreground) e lo sfondo (back-ground), ricorrendo a un sufficientecontrasto (nel caso del testo) o a dif-ferenti livelli sonori (in caso di parlatocon sottofondo musicale); evitare dipresentare testi in forma di immagini;ove non sia possibile, ricorrere aglistessi criteri di distinguibilità indicati inprecedenza.

Requisito n. 7 Enunciato: Utilizzare mappe immaginesensibili di tipo lato client piuttostoche lato server, salvo il caso in cui lezone sensibili non possano esseredefinite con una delle forme geometri-che predefinite indicate nella DTDadottata.

Requisito n. 8 Enunciato: In caso di utilizzo di mappeimmagine lato server, fornire i collega-menti di testo alternativi necessari perottenere tutte le informazioni o i servi-zi raggiungibili interagendo diretta-mente con la mappa.

Requisito n. 9 Enunciato: Per le tabelle dati usare glielementi (marcatori) e gli attributi pre-

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visti dalla DTD adottata per descriverei contenuti e identificare le intestazio-ni di righe e colonne.

Requisito n. 10 Enunciato: Per le tabelle dati usare glielementi (marcatori) e gli attributi pre-visti nella DTD adottata per associarele celle di dati e le celle di intestazio-ne che hanno due o più livelli logici diintestazione di righe o colonne.

Requisito n. 11 Enunciato: Usare i fogli di stile percontrollare la presentazione dei conte-nuti e organizzare le pagine in modoche possano essere lette anche quan-do i fogli di stile siano disabilitati o nonsupportati.

Requisito n. 12 Enunciato: La presentazione e i conte-nuti testuali di una pagina devonopotersi adattare alle dimensioni dellafinestra del browser utilizzata dall’u-tente senza sovrapposizione deglioggetti presenti o perdita di informa-zioni tali da rendere incomprensibile ilcontenuto, anche in caso di ridimen-sionamento, ingrandimento o riduzio-ne dell’area di visualizzazione o deicaratteri rispetto ai valori predefiniti ditali parametri.

Requisito n. 13 Enunciato: In caso di utilizzo di tabellea scopo di impaginazione, garantireche il contenuto della tabella sia com-

prensibile anche quando questa vieneletta in modo linearizzato e utilizzaregli elementi e gli attributi di una tabel-la rispettandone il valore semanticodefinito nella specifica del linguaggio amarcatori utilizzato.

Requisito n. 14 Enunciato: Nei moduli (form), associa-re in maniera esplicita le etichette airispettivi controlli, posizionandole inmodo che sia agevolata la compilazio-ne dei campi da parte di chi utilizza letecnologie assistive.

Requisito n. 15 Enunciato: Garantire che le paginesiano utilizzabili quando script, applet,o altri oggetti di programmazione sonodisabilitati oppure non supportati; oveciò non sia possibile fornire una spie-gazione testuale della funzionalitàsvolta e garantire una alternativatestuale equivalente, in modo analogoa quanto indicato nel requisito n. 3.

Requisito n. 16 Enunciato: Garantire che i gestori dieventi che attivano script, applet oaltri oggetti di programmazione o chepossiedono una propria specificainterfaccia, siano indipendenti da unospecifico dispositivo di input.

Requisito n. 17 Enunciato: Garantire che le funzionali-tà e le informazioni veicolate permezzo di oggetti di programmazione,

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oggetti che utilizzano tecnologie nondefinite da grammatiche formali pub-blicate, script e applet siano diretta-mente accessibili.

Requisito n. 18 Enunciato: Nel caso in cui un filmato ouna presentazione multimediale sianoindispensabili per la completezza del-l’informazione fornita o del servizio ero-gato, predisporre una alternativa te-stuale equivalente, sincronizzata informa di sotto-titolazione o di descri-zione vocale, oppure fornire un rias-sunto o una semplice etichetta per cia-scun elemento video o multimedialetenendo conto del livello di importanzae delle difficoltà di realizzazione nelcaso di trasmissioni in tempo reale.

Requisito n. 19 Enunciato: Rendere chiara la destina-zione di ciascun collegamento iperte-stuale (link) con testi significativianche se letti indipendentemente dalproprio contesto oppure associare aicollegamenti testi alternativi che pos-siedano analoghe caratteristicheesplicative, nonché prevedere mecca-nismi che consentano di evitare la let-tura ripetitiva di sequenze di collega-menti comuni a più pagine.

Requisito n. 20 Enunciato: Nel caso che per la fruizio-ne del servizio erogato in una pagina èprevisto un intervallo di tempo prede-finito entro il quale eseguire determi-

nate azioni, è necessario avvisareesplicitamente l’utente, indicando iltempo massimo consentito e le alter-native per fruire del servizio stesso.

Requisito n. 21 Enunciato: Rendere selezionabili eattivabili tramite comandi da tastiereo tecnologie in emulazione di tastierao tramite sistemi di puntamento diver-si dal mouse i collegamenti presenti inuna pagina; per facilitare la selezionee l’attivazione dei collegamenti pre-senti in una pagina è necessariogarantire che la distanza verticale diliste di link e la spaziatura orizzontaletra link consecutivi sia di almeno 0,5em, le distanze orizzontale e verticaletra i pulsanti di un modulo sia di alme-no 0,5 em e che le dimensioni dei pul-santi in un modulo siano tali da rende-re chiaramente leggibile l’etichetta inessi contenuta.

Requisito n. 22 Enunciato: Per le pagine di siti esi-stenti che non possano rispettare isuelencati requisiti (pagine non acces-sibili), in sede di prima applicazione,fornire il collegamento a una paginaconforme a tali requisiti, recante infor-mazioni e funzionalità equivalenti aquelle della pagina non accessibile edaggiornata con la stessa frequenza,evitando la creazione di pagine di solotesto; il collegamento alla pagina con-forme deve essere proposto in modoevidente all’inizio della pagina nonaccessibile.

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Di seguito alcune delle caratteristiche che deve avere il tuosito Web per rispettare le principali norme viste in questomanuale.

Contratto“La realizzazione/modifica del sito Internet oggetto del con-tratto dovrà rispettare i requisiti di accessibilità stabiliti dalDecreto Ministeriale 8 agosto 2005 - Allegato A”.

Caratteristiche generaliLe pubbliche amministrazioni centrali realizzano siti istitu-zionali su reti telematiche che rispettano i principi di acces-sibilità, nonché di elevata usabilità e reperibilità, anche daparte delle persone disabili, completezza di informazione,chiarezza di linguaggio, affidabilità, semplicità dì consulta-zione, qualità, omogeneità ed interoperabilità.

Tipologia1. Livello 1 – Informativo:

sono disponibili on-line solo le informazioni necessarieper avviare la procedura che porta all’erogazione delservizio (ad esempio contatti, descrizione del servizio,ecc.)

2. Livello 2 – Interazione a una via: è possibile scaricare i moduli necessari per avviare laprocedura che porta all’erogazione del servizio

2. Livello 3 – Interazione a due vie: è possibile avviare on-line la procedura che porta all’e-rogazione del servizio, attraverso l’inoltro di una richie-sta (ad esempio la prenotazione di un appuntamento inun ufficio dove ritirare un documento)

4. Livello 4 – Esecuzione on-line dell’intera procedura:

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Siti a norma

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possibilità di effettuare l’intera procedura on-line, com-presi eventuali pagamenti, consegne e notifiche.

Progettoa) predisporre un piano realistico e fattibile di sviluppo dei

servizi on line, in modo da evitare di generare attesenegli utenti eccessivamente elevate rispetto alla capaci-tà di risposta;

b) stabilire un chiaro ordine di priorità relativo ai servizi daerogare, verificando nell’ottica degli utenti le motivazio-ni a supporto delle priorità individuate, e predisporre unpiano di sviluppo “integrato”, che tenga anche presentel’eventuale necessità di attivare on line altri servizi com-plementari, in mancanza dei quali il valore aggiuntosarebbe limitato;

c) perseguire la collaborazione tra amministrazioni per laricerca di soluzioni replicate o replicabili e per la pro-gressiva eliminazione delle duplicazioni di informazioni,sia in fase di richiesta sia in sede di memorizzazione,attraverso un sempre maggiore utilizzo di processi dicooperazione telematica;

d) garantire un’omogenea e costante erogazione dei servi-zi attraverso i vari canali, in modo tale da soddisfare lediverse tipologie di utenza e valutare nel tempo l’evolu-zione della domanda fra i diversi canali;

e) valutare i risparmi attesi nel breve e medio periodo dal-l’offerta dei servizi on line, confrontandola con i costi direalizzazione e gestione dei nuovi canali, e predisporreuna concreta azione di monitoraggio del conseguimen-to di tali risparmi;

f) verificare l’eventuale presenza di impedimenti organiz-zativi e normativi per l’erogazione dei servizi attraverso

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i nuovi canali, ed attivare tempestivamente le conse-guenti iniziative;

g) pianificare un’adeguata azione di informazione e promo-zione dell’utilizzo del nuovo canale.

Contenuti1. l’organigramma, l’articolazione degli uffici, le attribu-

zioni e l’organizzazione di ciascun ufficio anche di livel-lo dirigenziale non generale, nonché il settore dell’or-dinamento giuridico riferibile all’attività da essi svolta,corredati dai documenti anche normativi di riferimen-to;

2. l’elenco delle tipologie di procedimento svolte da cia-scun ufficio di livello dirigenziale non generale, il ter-mine per la conclusione di ciascun procedimento edogni altro termine procedimentale, il nome delresponsabile e l’unità organizzativa responsabile dell’i-struttoria e di ogni altro adempimento procedimenta-le, nonché dell’adozione del provvedimento finale,come individuati ai sensi degli articoli 2, 4 e 5 dellalegge 7 agosto 1990, n. 241;

3. le scadenze e le modalità di adempimento dei proce-dimenti individuati ai sensi degli articoli 2 e 4 dellalegge 7 agosto 1990, n. 241;

4. l’elenco completo delle caselle di posta elettronica isti-tuzionali attive, specificando anche se si tratta di unacasella di posta elettronica certificata di cui al decretodel Presidente della Repubblica 11 febbraio 2005, n. 68;

5. le pubblicazioni di cui all’articolo 26 della legge 7 ago-sto 1990, n. 241, nonché i messaggi di informazione edi comunicazione previsti dalla legge 7 giugno 2000,n. 150;

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6. l’elenco di tutti i bandi di gara e di concorso;7. l’elenco dei servizi forniti in rete già disponibili e dei

servizi di futura attivazione, indicando i tempi previstiper l’attivazione.

8. spazi per il contatto diretto attraverso indirizzi di postaelettronica o numeri verdi.

9. Partita IVA10. Informativa sulla privacy per i servizi che richiedono

dati

Struttura1. accesso ai servizi strutturato secondo il punto di vista

dei segmenti di utenza ai quali si rivolgono; 2. percorsi brevi, omogenei e facilmente individuabili; 3. presenza di una mappa del sito chiara e sempre aggior-

nata; 4. disponibilità di funzioni di ricerca semplici ed efficaci; 5. aggregazione organica e coerente di informazioni e ser-

vizi, correlati fra loro per tematica o finalità, con la pos-sibilità di accesso diretto dall’uno all’altro.

FunzionalitàDeve essere possibile valutare la soddisfazione degli uten-ti, il minimo che si possa fare è attivare i log sul server permonitorare i comportamenti dei navigatori sul sito.

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L’obiettivo della Legge 4/2004 è di abbattere le barrieredigitali, creando ambienti accessibili per permettere a tuttil’accesso alle informazioni.Un buon CMS deve essere in grado di realizzare pagineaccessibili. Deve risolvere i problemi più tecnici di accessi-bilità per gli utenti ed evitare che i redattori ne possanocreare.Il CMS ottimale è esso stesso accessibile perché abbatte lebarriere all’interno della tua organizzazione. Garantisce atutti i lavoratori dell’ente pari opportunità e diritti.Se è vero che gli strumenti informatici sono il mezzo piùefficace per la creazione di un ambiente senza barriere, amaggior ragione dovrebbero essere usati soprattutto dachi nel mondo fisico ha maggiori limiti: l’acquisto di unCMS o di un qualsiasi software è l’occasione per migliora-re le condizioni dei lavoratori più svantaggiati e dare loronuove opportunità.Se il CMS debba essere esso stesso a norma di legge nonè chiaro e non esiste giurisprudenza in materia. Se deviacquistarne uno, ti suggeriamo di far verificare almeno lareale accessibilità del prodotto ai dipendenti del tuo ente(cfr. par. 1.3) in questo modo eviterai il rischio di discrimi-nare qualcuno.Quando sceglierai un software valuta sempre il grado dilibertà che intendi dare ai suoi utilizzatori: maggiore sarà laloro libertà, maggiore dovrà essere la loro formazione per-ché devono saperne disporre con consapevolezza, nelrispetto dei requisiti Per rispettare anche il Codice della PA Digitale scegli unprodotto aperto e riusabile, che garantisca anche le esi-genze di sicurezza (cfr. D.Lgs. n. 196/2003)Di seguito alcune delle caratteristiche che un buon CMS

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Requisitidi un CMSa norma

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dovrebbe avere: il quadrato rappresenta le qualità che de-

ve avere per rispettare la legge, la freccia elenca alcune ca-

ratteristiche ottimali che potrebbe avere:

CODICE� deve produrre pagine con codice (X)HTML valido

� se permette agli utenti di scrivere codice deve correg-

gere o segnalare i loro errori, ed evitare la messa on-line

di pagine con codice errato, fossero anche solo caratte-

ri “speciali” come &, “, ò, è, à, ... .

TESTO� Deve produrre testo accessibile� Non deve permettere di definire le dimensioni del testo

in pixel perché non sono ingrandibili su tutti i browser.

� Deve rispettare la semantica del codice

� Deve permettere almeno di assegnare ai titoli la corret-

ta marcatura (h1, ..., h6).

� Permette il copia e incolla da software come Word man-

tenendone l’aspetto (es. trasformando i punti elenco di

Word in punti elenco (X)HTML)� Permettere la modifica o inserimento del testo all’inter-

no di un editor simile a Word (se alcuni utenti non pos-

sono usare questo editor, almeno che possano scrivere

direttamente il codice (X)HTML)� Può avere un correttore ortografico

� Può avere uno strumento automatico per la verifica

della complessità del linguaggio

� Può avere strumenti per identificare e marcare corretta-

mente sigle e abbreviazioni

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IMMAGINI� Deve permettere l’inserimento di un testo alternativo

(ALT)

� Se lo permette, deve anche dare la possibilità di scrive-

re alternativi vuoti per immagini decorative, segnalando

eventualmente la cosa.

� Può verificare peso e/o dimensioni delle immagini per

evitare la pubblicazione sulle pagine di contenuti troppo

“pesanti” o grandi.

COLORE� Deve evitare abbinamenti cromatici non permessi

� Se permette di effettuare abbinamenti cromatici deve

dare la possibilità o di inserire solo valori accettati o

almeno deve fornire uno strumento per la verifica del-

l’abbinamento.

LINK� Non deve permettere l’apertura di nuove finestre� Se lo permette, deve farlo in modo conforme e cioè tra-

mite ecmascript, facendo attenzione sia ad avvisare l’u-

tente di questo evento, che di garantire l’apertura della

pagina nella stessa finestra a chi abbia script disattivati

� Gli elenchi di link devono essere selezionabili

� Se permette la creazione di elenchi o liste di link questi

devono essere distanti tra loro di almeno 0,5em e cioè a

metà della lettera “m” del font utilizzato, in verticale od

orizzontale

� I link creati si devono poter selezionare anche con la

tastiera (tasto TAB)

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MAPPE IMMAGINE� Deve realizzare mappe immagine accessibili� Difficilmente un non vedente od ipovedente riusciranno

a costruirle ma nel caso si può dar loro la possibilità difarlo, almeno scrivendo direttamente il codice (X)HTMLdella mappa.

� Per ogni zona si deve poter assegnare ALT e TITLE.

TABELLE� Deve creare tabelle “elastiche” e marcate correttamente� Se permette di inserire tabelle, si devono poter asse-

gnare solo dimensioni relative (es. in percentuale) per-ché queste di adattino alla finestra del browser dell’u-tente

� Se permette l’inserimento di tabelle di dati semplici sidevono poter marcare come TH le intestazioni di riga ocolonna

� Se permette l’inserimento di tabelle complesse, devemarcare correttamente le intestazioni ed assegnare adogni cella i giusti riferimenti (ID, HEADERS)

FORM� Se permette la creazione di form (moduli per la richiesta

dati), per ogni campo deve richiedere e marcare corret-tamente la sua etichetta

� La distanza verticale ed orizzontale tra i pulsanti nondeve essere inferiore a 0.5em e cioè a metà della lettera“m” del font utilizzato. Se è possibile usare delle imma-gini per i bottoni, ne si deve poter inserire l’ALT

� Deve permettere la selezione degli elementi (es. in un me-nù a discesa) anche con la tastiera e ogni azione (spedizionedel form compresa) deve essere controllata dall’utente.

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La verifica tecnica si articola nelle seguenti attività:a) riscontro, con sistemi di validazione automatica, della

rispondenza alla sua definizione formale del linguaggioa marcatori utilizzato;

b) verifica dell’esperto tecnico sul corretto utilizzo seman-tico degli elementi e degli attributi secondo le specifi-che del linguaggio a marcatori impiegato, anchemediante l’uso di strumenti semiautomatici di valuta-zione allo scopo di evidenziare problemi non riscontra-bili dalle verifiche automatiche;

c) esame della pagina con varie versioni di diversi brow-ser grafici in vari sistemi operativi allo scopo di verifi-care che:1) il contenuto informativo e le funzionalità presenti in

una pagina siano gli stessi nei vari browser;2) la presentazione della pagina sia simile nei browser

che supportano le tecnologie indicate al requisito n.1 di cui al paragrafo 4 del presente allegato;

3) il contenuto informativo e le funzionalità della pagi-na siano ancora fruibili in caso di disattivazione delcaricamento delle immagini;

4) i contenuti informativi di eventuali file audio sianofruibili anche in forma testuale;

5) i contenuti della pagina siano fruibili in caso di utiliz-zo delle funzioni previste dai browser per definire lagrandezza dei caratteri;

6) la pagina sia navigabile con il solo uso della tastierae l’impiego di una normale abilità;

7) i contenuti e le funzionalità della pagina siano anco-ra fruibili, anche in modalità diverse, in caso di dis-attivazione di fogli di stile, script e applet ed altrioggetti di programmazione;

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Metodoper la verificatecnica

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8) i contenuti e le funzionalità continuino a essere dis-ponibili con un browser testuale e i medesimi con-tenuti mantengano il proprio significato d’insieme ela corretta struttura semantica;

d) verifica delle differenze di luminosità e di colore tra iltesto e lo sfondo secondo i seguenti algoritmi:1) differenza di luminosità: calcolo della luminosità dei

colori di testo e di sfondo con la formula: ((Rosso X299) + (Verde X 587) + (Blu X 114)) / 1000, in cuiRosso, Verde e Blu sono i valori decimali dei colori;il risultato deve essere non inferiore a 125.

2) differenza di colore: calcolo della differenza di colo-re con la formula[Max (Rosso1, Rosso2) - Min(Rosso1, Rosso2)] + [Max (Verde1, Verde2) - Min(Verde1, Verde2)] + [Max (Blu1, Blu2) — Min (Blu1,Blu2)], in cui Rosso, Verde e Blu sono i valori deci-mali dei colori e Max e Min il valore massimo e mini-mo tra i due presi in considerazione; il risultato deveessere non inferiore a 500;

e) redazione di un rapporto nel quale l’esperto tecnicoindica la conformità, la non conformità o l’eventualenon applicabilità di ogni singolo requisito della paginaesaminata.

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Modello per i soggetti di cui all’articolo 3, comma 1, dellalegge 9 gennaio 2004, n. 4

� Soggetto interessato:

� Responsabile dell’accessibilità:

� URL del sito web in oggetto: http://

� Valutazione conclusa in data:

La valutazione è stata effettuata utilizzando i seguenti brow-ser grafici:

Browser Versione Ambiente Operativo

La valutazione tramite strumenti automatici o semiautoma-tici delle pagine del sito è stata effettuata utilizzando leseguenti applicazioni:

Nome Versione Ambiente Operativo

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Rapportoconclusivodi accessibilità

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A) Dichiarazione di conformità ai 22 requisiti da sottoporrea verifica tecnica ai sensi dell’art. 2, comma 2, e dell’art.5, comma 2, del DM 08/07/2005:

Requisito Conforme (Si/No/N.A.) Annotazioni12345678910111213141516171819202122

Nota:Si ricorda che, in sede di prima applicazione, per i siti esistenti, conformi al Requisito 1pur utilizzando un linguaggio con DTD Transitional o conformi al Requisito 2 pur utilizzan-do un linguaggio con DTD Frameset, il soggetto richiedente dovrà inviare al CNIPA anchecopia del piano di adeguamento, che preveda la transizione dell’intero sito a un linguag-gio con DTD Strict, inviato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento perl’innovazione e le tecnologie.

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B) Esito dell’applicazione alle pagine del sito delle metodo-logie di analisi suggerite al paragrafo 2 dell’Allegato Adel DM 08/07/2005:

Punto di controllo Sì/No/N.A. Annotazionia) Contenuto e funzionalità presenti nelle pagine

del sito sono gli stessi nei vari browser?b) La presentazione delle pagine è simile in tutti

i browser che supportano le tecnologieindicate al Requisito 1?

c) Disattivando il caricamento delle immagini,contenuto e funzionalità del sito sono ancorafruibili?

d) Disattivando il suono, i contenuti di eventualifile audio sono fruibili in altra forma?

e) Utilizzando i controlli disponibili nei browserper definire la grandezza dei font, i contenutidelle pagine sono ancora fruibili?

f) Le pagine sono navigabili in modocomprensibile con il solo uso della tastiera?

g) I contenuti e le funzionalità del sito sonoancora fruibili (anche in modo equivalente)quando si disabilitano fogli di stile, scripte applet ed oggetti?

h) Esaminando le pagine del sito con un browsertestuale:– Contenuti e funzionalità sono disponibili

(anche in modo equivalente) così comenei browser grafici?

– I contenuti delle pagine mantengono illoro significato d’insieme e la lorostruttura semantica?

i) Le differenze di luminosità e di colore trail testo e lo sfondo sono sufficienti, secondogli algoritmi suggeriti dal W3C?

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Come responsabilePer una verifica rapida delle forniture a norma di legge4/2004, in tutte le pagine devi:� verificare il codice XHTML: http://validator.w3.org (deve

essere HTML 4.01 strict, XHTML 1 Strict o XHTML >1per i nuovi siti);

� verificare il codice CSS: http://jigsaw.w3.org/css-valida-tor (di norma i CSS sono esterni alle pagine e li si con-trolla a parte);

� controllare anche i colori nel CSS: http://www.webac-cessibile.org/css/default.asp).

La home page, le pagine direttamente raggiungibili daessa, le pagine che contengono form, quelle di risposta aiform, e un 5% delle altre pagine, devono essere esamina-te con varie versioni di browser (Explorer 6 e 5, Firefox,Konqueror, Safari: vedi par. 5.2) per controllare che:� il contenuto e le funzionalità presenti in una pagina

siano gli stessi nei vari browser;� la presentazione della pagina sia simile;� il contenuto e le funzionalità siano ancora fruibili disatti-

vando le immagini (par. 5.3.3);� i file audio abbiano anche un alternativo testuale;� i contenuti siano fruibili anche ingrandendo i caratteri;� la pagina sia navigabile con il solo uso della tastiera;� i contenuti e le funzionalità della pagina siano ancora

fruibili, anche disattivando fogli di stile, script e appleted altri oggetti di programmazione (dalla barra dell’ac-cessibilità Opzioni IE);

� i contenuti e le funzionalità continuino a essere disponi-bili con un browser testuale (par. 5.2)

� le differenze di luminosità e di colore tra il testo e losfondo rispettino gli algoritmi di legge (par. 5.3.2).

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Verificarapida dellaaccessibilità

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Come redattorePer una verifica rapida devi esaminare tutte le pagine cheproduci (con Explorer 6 e 5, Firefox, Konqueror, Safari: vedipar. 5.2) e controllare che:1. il codice (X)HTML sia corretto;2. i contenuti siano fruibili anche ingrandendo i caratte-

ri;3. la pagina abbia un titolo significativo;4. il testo non contenga errori di grammatica o di scrit-

tura, sia semplice e comprensibile;5. le informazioni più importanti siano presentate all’i-

nizio e nel caso sia presente anche un sommario chespieghi in termini ancora più semplici quanto scritto;

6. il contenuto sia lo stesso nei vari browser anche cam-biando le dimensioni della finestra;

7. la presentazione della pagina sia simile nei vari brow-ser.

Se non hai scritto solo del testo verifica anche che:8. i link abbiano senso letti fuori dal contesto e non siano

“rotti” (http://validator.w3.org/checklink);9. il contenuto e le funzionalità siano ancora fruibili dis-

attivando le immagini (par. 5.3.3) e che le immaginisiano pubblicabili (controllane il copyright);

10. le mappe immagine abbiano i giusti alternativi perogni zona “sensibile”;

11. i file audio e video abbiano anche un alternativotestuale;

12. la pagina, soprattutto se ha dei form, sia navigabilecon il solo uso della tastiera;

13. i contenuti e le funzionalità della pagina siano ancorafruibili, anche disattivando fogli di stile, script e applet

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(es. Flash) ed altri oggetti di programmazione (dallabarra dell’accessibilità Opzioni IE);

14. i contenuti e le funzionalità continuino a essere dispo-nibili con un browser testuale (par. 5.2);

15. luminosità e colore tra il testo e lo sfondo rispettino irequisiti (par. 5.3.2) e che il colore non sia l’unicomodo per veicolare l’informazione;

16. nelle tabelle di dati semplici siano presenti le intesta-zioni di riga e/o colonna (par. 5.3.4).

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