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WEB AGENCY

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Marida Giordano Impostazione graficaSilvia Mandara CopertinaGiovanna Leone inserto QRnetDanilo Stabile come progettare locandineChiara Menido Adobe Creative suite CC, Strumento trama in illustrator, Mostra fotografica di Gilda ValenzaFabiano De Masi Grafica e videogames, Dreamweaver vs MuseAlfonso Pelosi Grafica clickAntonio Di Martino Strumento tramaGiovanna Longobardo Professional VideoMaria Fucito Artisti in vetrinaJessica GiulianoTop AgencyMaria Iardino Top Agency, Funzione BatchMarianna Martinelli Fabrizio Scala, inserto OPENARTValentina Di Donato Fabrizio Scala, inserto OPENARTEmma Simeone inserto Gino RamagliaStefano Mandolese Rifletti Verticale

Organizzazione, supervisione coordinamento Mariella Fittipaldi e Federico Donatelli

Hanno collaborato a questo numero

n° 15 - marzo/aprile 2014Periodico prodotto a scopo didattico senza fini di lucro da:OPENARTcorsi di grafica professionalivia Pessina 90, 80135 Napolitel [email protected]

Tutti i contenuti (foto, testi e grafica) sono stati realizzati da studenti ed ex studenti dei corsi di grafica organizzati dalla Openart

inse

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rio re

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zato

da

Gio

vann

a Le

one

Graphic Design come progettare Locandine pag. 4

Adobe Creative Suite CC pag. 6

Strumento Trama in Illustrator pag. 8

Graphic and Music pag. 12

Funzione Batch in photoshop pag. 16

Bibliografika pag. 18

Web Design Dreamweaver vs Muse pag. 20

Grafica click pag. 22

Multimedia Grafica e Videogames pag. 24

Professional Video pag. 26

News Artisti in Vetrina pag. 28

Gilda Valenza a Palazzo Reale pag. 32

Output Top agency: S&PH pag. 36

Gabrizio Scala pag. 42

Rifletti Verticale pag. 46

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La locandina può comunicare un

messaggio come unico veicolo, o

può far parte di un più ampio siste-

ma di pianificazione di mezzi: an-

nunci sulla stampa periodica, sport,

in tv, pubblicità diretta con depliant

e volantini...

Ci basta sapere che qualsiasi mes-

saggio debba comunicare e da

qualsiasi mezzo sia affiancato,

quello che deve dire deve saperlo

dire bene e in fretta. La locandina

deve infatti attirare l’attenzione di

so da altre comunicazioni visive.

Poche regole possono aiutarci.

• Testo ed illustrazione non devono

ripetere gli stessi concetti, ma inte-

grarli.

• Un solo protagonista alla volta.

Privilegiamo per peso visivo e for-

za comunicativa o la parte verbale

o la parte illustrativa. Affidiamo la

principale forza espressiva di volta

in volta ad una sola delle compo-

nenti della comunicazione visiva: il

tratto, il colore, il ritmo o la com-

posizione.

• Massima sintesi. Il titolo non deve

essere formato da piu di sette pa-

role, l’illustrazione deve essere di

immediata comprensione o deve

essere comunque facilmente me-

morizzabile.

passanti distratti e fare in modo che

memorizzino il senso della comu-

nicazione nei pochi istanti che il

loro sguardo si fermerà su di essas

in un ambiente generalmente inva-

• La composizione generale, l’im-

patto strutturale colpisce nel suo

insieme più che la somma delle sue

parti. Il tono e l’efficacia, della co-

municazione è dovuto in buona par-

te della scelta tra simmetria o asim-

metria, tra equilibrio o contrasto.

foto, testi ed impaginazione:Danilo Stabile

LOCANDINE_x_EVENTIcome progettare

in queste pagine una serie di locandine realizzate dall’autore dell’articolo Danilo Stabile

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ero_15_marzo/aprile_2014

Graphic DesignGraphic Design

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Nel 2013 Adobe ha pre-

sentato Creative Cloude.

A più di sei mesi di distanza la

domanda più frequente è: cosa c’è

di nuovo e diverso? Sicuramente le

novità sono improntate principal-

mente sul Cloud.

Già nella scorsa Suite, Adobe ave-

va introdotto un servizio Cloud

che permetteva agli utenti di paga-

re una quota mensile ed utilizzare

i vari programmi, avendo anche

la possibilità di salvare progetti in

uno spazio privato in rete. Rispetto

alla precedente versione però, non

sarà più possibile avere fisicamen-

te il pacchetto di software, quindi

potremmo soltanto pagare la quota

mensile e sfruttare tutte le funzio-

nalità legate al servizio. A ciò, si

aggiungono una serie di strumenti

che trasformano completamente

la creatività digitale, con partico-

lare interesse al settore mobile di

smartphone e tablet.

Il package della Creative Cloud

(CC) è fatto di tante singole parti

per cui “tu usi quello che ti ser-

ve del pacchetto “, il tutto ad un

prezzo decisamente contenuto (29

e i 49 dollari al mese), basandosi

sull’idea che prevede la possibili-

tà di poter utilizzare qualsiasi sw

– più sue eventuali release (come

CS7) e tools previsti – per un pe-

riodo di tempo determinato, ma

maggiore di quello solito. L’ of-

ferta Creative Cloud prevede un

pacchetto con tutti i software che

fanno parte della CS6, comprese

alcune migliorie ai programmi e

aggiornamenti (Adobe Acrobat XI

e Adobe Photoshop CS6.1), più

altri specifici ( Lightroom, Adobe

Muse, Adobe Edge). Qualche ele-

mento chiave sulle novità della

Adobe CC: la solida ma leggera

applicazione Creative Cloud rim-

piazza tranquillamente sia il ge-

store Adobe delle applicazioni sia

la connessione Creative Cloud, e

pure il passaggio fra le versioni.

Tecnologia Cloud basata su sincro-

nizzazione e sharing per tutte le

personalizzazioni impostate come

Preferiti, Impostazioni, pennelli,

collegamenti veloci, ambiti di la-

voro, stili, font, colori, e così via.

Grazie allo strumento Behance

permette di gestire, scambiare e

caricare, progetti di design e lavori

grafici restando sempre sul cloud.

680 tipi diversi di font possono

essere scaricati ed installati lo-

calmente sulla propria macchina.

Coloro che sottoscrivono un ab-

bonamento annuale potranno

usare tutti i prodotti della Crea-

tive Cloud per 99 giorni senza

bisogno di riconvalidare la suite

stessa o di connettersi ad internet

(al più dopo il 180mo giorno).Le

nuove apps CC si installeranno e

lavoreranno a fianco delle vecchie

versioni dei prodotti Adobe come

Creative Suite 6, Creative Suite 5,

etc., e saranno in grado di ripristi-

nare o esportare nel formato di file

della CS6.

I sottoscrittori di un pacchetto CC

avranno accesso al download e

all’installazione di precedenti ver-

sioni da un archivio di release per

desktop dalla CS6 in avanti.

foto, testi ed impaginazione:Chiara Menido

ADOBECREATIVESUITE_CC

opinioni

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Graphic Design Graphic Design

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openartmagazine_num

ero_13_dicembre/gennaio_2013

In questo tutorial presenteremo lo

“strumento trama”, una delle fun-

zioni più potenti e versatili di Illu-

strator, che ci permette di applicare

sfumature in più punti di una figura,

in modo da creare luci e ombre che

danno un effetto più tridimensio-

nale al nostro disegno. Attraverso

un semplice esempio, illustreremo

come può essere utilizzato questo

strumento. Creiamo una circonfe-

renza, selezionando lo strumento

ellisse dalla barra degli strumenti e

tenendo premuto il tasto “shift” (Ma-

iusc) mentre trasciniamo il mouse

sul tavolo da disegno; dalla finestra

“colore” o “campioni” diamo un co-

lore di riempimento alla nostra cir-

conferenza (ad es.: arancione, C=0,

M=50, Y=100, K=0) ed eliminiamo-

ne la traccia.

Costruita la nostra figura, vediamo

come può essere applicato lo stru-

mento “trama” ad un oggetto. Esi-

stono due modalità per attivare tale

funzione: 1) selezioniamo la cir-

conferenza e, dal menu “oggetto”,

il comando “Crea trama sfumata”

(fig. 1); si aprirà una finestra di dia-

logo in cui sarà possibile scegliere:

il numero di righe e il numero di

colonne, l’aspetto (il tipo di effetto

luce da applicare all’oggetto) e la

luce (la percentuale di luce bianca

che verrà aggiunta al colore origina-

le) (fig. 2). Ad esempio, scegliamo

4 righe, 4 colonne, aspetto “piatto”

e luce “0%”; clicchiamo su ok. Sul

nostro disegno apparirà una sorta

di reticolato formato da varie linee

orizzontali e verticali (dette “linee

di trama”) che s’incrociano in punti

STRUMENTO_TRAMATutorial_illustrator

chiamati “punti di trama”. La secon-

da modalità consiste nel seleziona-

re, dalla barra degli strumenti, lo

“strumento trama” (fig. 3); cliccan-

do su un punto qualsiasi all’interno

della nostra figura (ad es.: in alto a

sinistra), comparirà un solo punto di

trama; se volessimo aggiungere altri

punti di trama, dovremmo fare altri

“clic” all’interno della circonferen-

za; per eliminare un punto di trama,

invece, teniamo premuto “Alt” e

facciamo clic sul punto con lo stru-

mento “trama” selezionato. I punti

trama hanno le stesse proprietà dei

punti di ancoraggio delle curve di

Bézier (fig. 7), ma in più la capacità

di accettare colore; quindi possiamo

aggiungere, eliminare e modificare i

punti di trama o cambiare il colo-

re associato a ciascuno di essi. Nel

fig. 1

fig. 2

fig. 3

fig. 4

impaginazione: Chiara Menidoimmagini e testi: Antonio Di Martino

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Graphic Design Graphic Design

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nostro esempio (mantenendo sem-

pre selezionato lo strumento trama)

aggiungiamo altri due punti trama

così da creare una specie di griglia

intorno al primo punto e diamo il

colore giallo a quest’ultimo (C=20,

M=0, Y=100, K=0). Abbiamo crea-

to una sfumatura intorno al primo

punto trama che ricorda l’effetto di

una luce riflessa su una sfera (fig. 5).

A questo punto, spostando e modi-

ficando i punti sulle linee di trama,

possiamo distribuire i colori in dire-

zioni diverse, cambiare l’intensità

della sfumatura o l’estensione delle

aree colorate. Per spostare un punto

di trama, possiamo trascinarlo con

lo strumento “trama” o con lo stru-

mento “selezione diretta”; per spo-

starlo lungo una linea di trama curva

senza deformare la linea, dobbiamo

trascinarlo con lo strumento “trama”

mentre teniamo premuto il tasto

“Maiusc”. Per dare un aspetto più

realistico alla nostra sfera, creiamo

un effetto ombra nella parte opposta

al riflesso di luce, facciamo un altro

punto di trama in basso a destra (fig.

6). Le due nuove linee di trama s’in-

tersecano con quelle precedenti in

nuovi punti di trama, in alto a destra

e in basso a sinistra, assumendo lo

stesso andamento di quelle costrui-

te precedentemente per realizzare il

riflesso di luce. Bisogna stare attenti

a come si posizionano i nuovi punti,

altrimenti l’effetto ombra potrebbe

non risultare uniforme. Mantenen-

do premuto il tasto “Maiusc” per

non distorcere le linee, aggiustia-

mo la posizione dei nuovi punti in

modo da formare una sorta di arco

verticale alle spalle del riflesso e as-

segniamo ai punti di trama interni

all’arco un arancione più scuro ri-

spetto a quello precedente (C=0,

M=75, Y=100, K=0).

Continuando così, clicchiamo con

lo strumento trama su una delle li-

nee orizzontali a destra dell’ombra,

in maniera da formare un altro arco

verticale vicino al bordo della sfe-

fig. 5 fig. 6

fig. 8

fig. 7

strumento_trama

ra e attribuiamo ai punti di trama

interni a quest’arco un arancione

leggermente più chiaro del primo

arco (C=0, M=65, Y=100, K=0); in

questo modo abbiamo allungato e

sfumato l’ombra quasi fino al bordo

della sfera. Aggiustando ancora, un

po’ di qua un po’ di là, i punti di tra-

ma, si può ottenere un risultato fina-

le semplice ma interessante (fig. 8).

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Graphic Design Graphic Design

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una unione vincente

foto, testi ed impaginazione:Francesco Montella

Grafica e musica, due

espressioni artistiche

capaci di fondersi

in una creando un

connubio decisamente

vincente. Le cover musicali sono

una chiara testimonianza di tale

unione.

Inizialmente esse servivano da

protezione per i vecchi vinili,

mentre col passare degli anni

diventano appunto elemento

fondamentale per la realizzazione

di un progetto musicale. Tramite

la rappresentazione grafica di una

cover l’artista esprime parte del

suo essere e del suo stile musicale;

inoltre, tale elemento grafico può

spingere, da solo, all’acquisto del

prodotto in modo da celebrare il

successo di un album. E’ rimasta

nella storia della “grafica musicale”

(se cosi possiamo definire tale

unione) la copertina degli Anni ‘60

dei Velvet Underground & Nico, l’album prodotto da Andy Warhol

con una banana in copertina in

perfetto stile pop art. Sempre

maggiore nel corso degli anni è

stata l’importanza che gli artisti

hanno attribuito alla realizzazione

di tale progetto grafico. La regina

della pop music, Madonna, si

è servita innumerevoli volte

delle cover dei suoi album per

far parlare di se, in “Erotica” del

1992, primo piano caratterizzato

da una sensuale espressione

della cantante, arricchito da un

font graziato, di forte impatto la

copertina di “American Life” del

2003, l’artista tramite questa,

cerca di esprimere il suo

disappunto per la guerra

in Iraq e si presenta in

versione Che

Guevara, più

articolata da un

punto di vista

grafico la cover del

suo Greatest Hits del 2010

“Celebration”, dove due foto di

Madonna, una degli anni 80 e

una più recente si fondono

per dare un unico volto

all’artista. Anche l’eterna

rivale di Miss Ciccone,

l’australiana Kilye Minogue, da estrema

importanza al segno

grafico per diverse sue

cover come “Impossibile

Princess” del 1997,e “X”

del 2009, non è da meno la

spregiudicata Christina Aguilera,

nella cover del suo ultimo

album “Bionic” è ritratta come

GRAPHICSAND MUSIC

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Graphic Design Graphic Design

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graphics and music: una unione vincente

una novella donna bionica, per

metà umana e per metà robot

fumettistico multicolore, su di un

sfondo bianco. L’esordiente Bruno Mars , per il suo primo singolo

“Just the way you are” ci regala

un profilo a mosaico dai colori

sgargianti, mentre per il suo album

assume un aspetto grafico più

semplice con tonalità calde, Kesha fonde la cover del suo primo

lavoro “Animal” con quella del suo

secondo progetto discografico

“Cannibal” per la riedizione dei

due lavori in un unico cd, Mika

segue uno stile fumettistico

mantenendo un impronta

assolutamente personale mentre

Katy Perry appare sulla copertina

del singolo “California Gurls” del

2010 in versione Pin Up futuristica.

E in Italia? Molti artisti Italiani

si sono concentrati sull’aspetto

grafico delle loro cover, Mina ne è la regina incontrastata, ”Veleno”,

”Bula Bula”, ”Todavia” e “Caramelle”

sono solo alcune delle svariate

cover da ricordare della cantante

nostrana. Per “Ferro e Cartone”

del 2007 Francesco Renga affida

la cura grafica di questo album a

Alberto Bettinetti che interpreta

il packaging come una sorta di

libretto di istruzioni per modellini

meccanici dalle forme animali.

Senza alcun dubbio interessante

la cover dell’ultimo album di

Ligabue “Arrivederci Mostro”,

un enorme pesce in acqua (che

metaforicamente per il cantante

rappresenta le nostre paure)

bloccato fra due pareti,al di sopra

di lui un mondo sereno.

Naturalmente quando si parla

di copertine

d i s co gra f i c h e

non si può fare

a meno di citare

quelle utilizzate

delle grandi band

degli anni 70 e 80 che hanno di

fatto creato un nuovo filone nella

comunicazione grafica: i Pink

Floyd, Led Zeppelin, Genesis, U2,

Ramones, Yes, Nirvana, Rolling

Stones... hanno dato grande rilievo

alle cover dei loro album (come

non ricordare in questa sede la

copertina di “The dark side of the

moon“ o quella di “Led Zeppelin I“)

coinvolgendo nella progettazione

g r a n d i nomi della grafica

e dell’arte (il già

nominato Andy

Wharol) e grandi

studi grafici

(Hypgnosis).

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Graphic Design Graphic Design

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Capita spesso di dover ese-

guire azioni identiche di

modifica su quantità consi-

derevoli di foto. Eseguire le

modifiche foto per foto, si traduce

in una notevole perdita di tempo.

Una funzione di automatizzazione

potrebbe quindi esserci utile.

A tale scopo, Photoshop dispo-

ne della funzione Batch che ese-

gue azioni predeterminate. Come

esempio utilizzeremo il batch di

un’azione che da una determina-

ta cartella di inizio, eseguirà una

conversione colore e una rotazione

dell’immagine con salvataggio tiff

in un’altra cartella di destinazione.

Innanzitutto creiamo la nostra azio-

ne: apriamo il pannello azioni da

Finestra > Azioni

Dai pulsanti nella parte inferiore

del pannello creiamo un nuovo set

che chiameremo Azioni persona-

lizzate. Nello stesso modo creiamo

un’azione che chiameremo Con-

versione colore e rotazione.

Una volta creata la funzione, la re-

gistrazione partirà in automatico.

Ora eseguiamo le procedure che

abbiamo stabilito usando preferi-

bilmente i menù contestuali. Apria-

mo un’immagine, convertiamo

con Immagine > Metodo > Colore

CMYK; ruotiamo con Immagine >

Rotazione immagine > 90° orario;

salviamo il nostro file in Tiff e chiu-

diamo.

A questo punto arrestiamo la regi-

strazione con il pulsante Stop ese-

guiamo il Batch. Andiamo in File >

Automatizza > Batch - si aprirà una

palette: sotto Esegui selezioniamo

dal menù a tendina il Set e l’Azione

creati. Indichiamo la cartella sor-

gente, nel mio caso immagini origi-

nali e spuntiamo tutte le caselle sot-

tostanti, in modo da rendere attivi

tutti i nostri comandi ed escluden-

do quelli automatici di Photoshop.

Indichiamo la cartella destinazione

e spuntiamo la voce sottostante.

In denominazione file omettiamo

l’estensione in quanto già definita

nell’azione. In Errori diamo Smet-

ti per errori per fermare il Batch

quando qualcosa non va. A questo

punto clicchiamo su OK, il Batch

partirà immediatamente ed ese-

guirà la nostra azione su tutti i files

della cartella sorgente registrandoli

nella cartella di destinazione.

foto, testi ed impaginazione:Aneta Rybaczuk

tutorial adobe Photoshop

FUNZIONE_BATCH

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Libri utili per chi fa grafica

BIBLIOGRAFIKA titolo:

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LOGOSLogosPedro Guitton€ 28,00Inglese

Structural PackageThe Pepin

€ 20,00Inglese, italiano, spagnolo

Atlante CromaticoZanichelli

€ 68,00Italiano

Questo volume propone oltre

1000 loghi provenienti da oltre 19

paesi dall’america del nord e del

sud. Volume che rappresenta uno

strumento essenziale e fonte di

ispirazione per i professionisti del

settore della comunicazione.

Structural Package Design è

un manuale fondamentale per

qualunque grafico o designer

perchè contiene centinaia di

esempi pratici per l’imballaggio

facili da creare. Utilizzando il CD-

ROMs allegato è possibile disporre

liberamente di tutti i modelli

in forma vettoriale in modo da

poter creare nuovi disegni oppure

ridimensionarli in base alla proprie

esigenze.

Questo volume contiene 230

tavole per la ricerca rapida dei

coloriche si possono ottenere

con le combinazioni dei

quattro colori fondamentali. Il

volume costituisce un mezzo di

comunicazione essenziale tra i

grafici,litografici,stampatori e per

chiunque voglia avere un punto di

riferimento preciso per definire un

certo colore.

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Graphic Design Graphic Design

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E così ci stiamo apprestan-

do a costruire il nostro sito!

Alleluja! Che ci mettiamo

dentro? Che font, che co-

lori usiamo? Lo facciamo

ripieno di immagini che ci

vuole un’ora a caricarlo o

lo facciamo essenziale? Ma

soprattutto, domanda da un milio-

ne di euro: come ce lo costruiamo?

Ovviamente la risposta ce la dà

mamma Adobe con due program-

mi creati apposta per noi web-de-

signer, in erba e no. Dreamweaver

prove comparate

DREAMWEAVERVSMUSEfoto, testi ed impaginazione:Fabiano De Masi

e Muse, di cui il primo è uscito

da una caterva di anni, mentre il

secondo è relativamente giovane,

quindi viene aggiornato ed arric-

chito ad ogni nuova release. Ora

andiamo ad esaminare con calma e

dettagliatamente i due programmi-

ni sovracitati.

Dreamweaver è quello presente da

più tempo sul mercato. Esso con-

sente di creare un sito partendo

letteralmente dalle linee di codice

(che fortunatamente qui non sono

l’unica cosa con cui si può intera-

gire, a differenza dei programmi

di anni fa dove se non sapevi pro-

grammare potevi cambiare mestie-

re), coadiuvate da varie interfacce

e funzioni. Volendo usare l’interfac-

cia grafica si possono creare al volo

finestre varie, importare immagini e

così via... ma vi è una funzione irri-

nunciabile in Dreamweaver: coor-

dinate. Ogni oggetto che si crea o si

importa, ogni strato o finestra, può

avere coordinate spaziali o, anche,

posizionarsi in base alle dimensioni

della finestra del browser che apre

la pagina. Volendo, è possibile cre-

are e mantenere un sito stando uni-

camente sulla finestra del codice.

Parlando di Muse, si nota subi-

to come il tutto sia estremamente

semplificato rispetto a DW; via le

linee di codice, via l’inserimento

forzato di coordinate. Tutto è crea-

bile e configurabile con pochi click

di mouse, facilmente accessibile e

collaudabile senza problemi. Que-

sto per i pro. I contro? Muse manca

delle funzioni più elaborate di Dre-

amweaver in quanto è difficoltoso

(quasi impossibile) accedere al “co-

dice“ per aggiungere funzionalità e

comportamenti aggiuntivi. Tuttavia,

vi sono alcune possibilità di ani-

mazione che Muse offre, anche se

alquanto rozze comparate a quello

che DW può offrire. Verdetto: pari-

tà sostanziale. Se volete siti seri e

professionali, imparatevi DW e la-

vorateci seriamente. Se volete siti

più rapidi in tempi e modi, fionda-

tevi su Muse e non avrete proble-

mi. Per lo stile e l’eleganza, quello

dipende da voi!

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Web Design Web Design

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GRAFICA_CLICKsiti utili sul web

”Vuoi creare un sito web gratis?”.

“Crea il tuo sito web in soli 5 mi-

nuti!”...

A chi non è mai capitato di leggere

annunci del genere girando sui vari

motori di ricerca? Si può davvero

avere un sito in così poco tempo e

così a buon mercato?

Per creare un sito bisogna princi-

palmente fare due cose: affittare

uno spazio web ed un dominio, e

creare i contenuti delle sue pagine

scrivendo del codice html o, in al-

ternativa, usando dei validi softwa-

re che lo scrivano al posto vostro.

E come è possibile fare tutto ciò

in 5 minuti?

Oggi ci sono innumerevoli siti che

offrono siti già pronti, con una

vastissima scelta di template, per-

sonalizzabili, con spazio web, do-

www.jimdo.com

Jimdo ti da la possibilità di cre-

are un sito gratis sfruttando uno

spazio web di 500 Mb e un do-

minio di terzo tipo, ovvero www.

tuodominio.jimdo.com. Possibile

ovviamente avere spazio illimita-

to ed un dominio di primo livello

acquistando un pacchetto a par-

te. Il sito offre servizio mail, una

semplice gestione delle pagine,

un’applicazione per lavorare dal-

lo smartphone e la possibilità di

creare un negozio online.

www.1and1.it

1and1 è un sito che offre tutto quel

che è necessario per avere un sito

web a prezzi abbastanza aggres-

sivi, ovvero un dominio, servizio

hosting, lo strumento MyWebsyte

che permette di scegliere tra cen-

tinaia di layout e di modificare le

pagine in modo semplice ed intu-

itivo, strumenti avanzati di marke-

ting e indirizzi mail.

www.wix.com

Wix come Jimdo offre la possibi-

lità di avere un dominio di terzo

livello completamente gratis o un

dominio di primo livello con un

upgrade dell’abbonamento. Of-

fre un servizio di hosting gratuito,

un’interfaccia semplice per creare

pagine senza conoscere nessun

codice di programmazione, possi-

bilità di creare uno e-shop, tem-

plate pronti, una facile integrazio-

ne di servizi di social network e

presenza su motori di ricerca.

Ci sono tanti altri siti che offrono più o meno gli stessi servizi, come

altervista.org, www.yola.com, www.one.com, www.oneweb.it. Per chi

invece volesse l’aiuto di grafici esperti e competenti, sarà sempre possi-

bile contattare il servizio leader ed ineguagliabile all’indirizzo

www.openartgrafica.com.

foto e testi: Alfonso Pelosiimpaginazione: Valentina Di Donato Marianna Martinelli

minio e software di gestione incor-

porato.

In queste pagine è riportato un

elenco dei siti più importanti.

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Web Design Web Design

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immagini, testi ed impaginazione:Fabiano De Masi

GRAFICAeVIDEOGAMESaree di lavoro

La grafica nei videogiochi è un

trend nuovo, comparato alla vita

del media videoludico dalla nascita

che potremmo collocare nel 1961

(Spacewar). La questione grafica è

stata secondaria nei videogiochi,

inizialmente il giocatore si limitava

a fruire passivamente dei contenuti

del gioco, senza potere cambiare

alcunchè. In più, la totale assenza

di tool di sviluppo non invogliava

certo a volere disegnare illustrazio-

ni o personaggi su schermo. Oggi,

di appassionati per imparare i pro ed

i contro del mestiere, e contempo-

raneamente cominciate a sviluppare

un vostro portfolio personale di im-

magini e/o sequenze animate, che

poi sottoporrete alle software house

in cui vorreste lavorare, decidendo

in cosa volete specializzarvi: se nel-

le buone, vecchie due dimensioni,

o nelle tre dimensioni. In entrambi

i casi non sarà facile riuscire a rag-

giungere da subito risultati adeguati.

I giochi moderni si basano molto sul-

la grafica per attirare i giocatori e, di

conseguenza, la grafica conta molto

nello sviluppo di un videogioco. Ti-

pici esempi sono classici come Call

of Duty e FIFA soccer. Modalità di

gioco a parte, multigiocatore a par-

te, quei giochi morirebbero subito se

le grafiche fossero grezze e primiti-

con le moderne tecnologie è cosa

quasi dozzinale creare immagini a

due e tre dimensioni. Qui scoprire-

mo cosa è necessario ai grafici che

vogliano dedicarsi alla grafica dei

videogames.

Prima cosa, procuratevi programmi

per disegnare e creare grafica, che

sia a due o tre dimensioni. La va-

rietà di detti programmi è tale che

elencarli è impossibile. Vi basti sa-

pere che tra gratuiti ed a pagamento

ve ne sono quantità industriale. Vi

suggerisco Graphic Gale per il 2D

come allenamento, Blender per il

3D, freeware, per allenamento e/o

lavoro, e programmi vari tipo Unity

che vi consentono di familiarizzare

con varie tipologie di grafiche per

vari sistemi. Quindi, allenatevi, cre-

ate, cominciate a frequentare forum

ve. Oggi più che mai sapere usare

tool di sviluppo come Photoshop,

Cinema 4D ed altri fa la differen-

za. Ricordatevi solo che non basta

ideare, creare e fare funzionare le

grafiche. Il vostro lavoro deve essere

modificato, configurato, adattato a

varie macchine, computer o console

che siano. Spesso dovete avere una

idea ben precisa dei limiti specifici

della macchina su cui devono girare

le vostre meraviglie, dovete effettua-

re cambiamenti all’ultimo minuto, e

più che mai, a differenza del passa-

to, oggi è fondamentale lavorare in

gruppo, in equipe, in team.

Oltre che naturalmente essere gio-

catori. Non è necessario, ma qual-

che volta la passione sopperisce

all’inesperienza. Che dirvi se non...

buon gioco!

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PROFESSIONAL_VIDEOnext curse

immagini, testi ed impaginazione:Giovanna Longobardo

lanciare l’ultima versione nel 2011.

Il programma presenta un’interfac-

cia trackless intuitiva, può acquisire

materiale ad altissima definizione e

garantisce un’ampia serie di transi-

zioni ed effetti. Ad integrazione del

software, la Apple ha sviluppato

Motion5 acquistabile come prodot-

to stand alone. Compito di Motion

è modificare filmati e creare effetti,

ma viene spesso utilizzato anche

per il post processing. Per rendersi

conto della grandezza di questi due

software è sufficiente dare un’oc-

chiata ad alcuni dei titoli dei film

per i quali sono stati utilizzati. Oltre

300, anche il capolavoro di Tim Bur-

ton La sposa cadavere, lo spettacola-

re X-Men: Wolverine, fino a ricevere

anche un Accademy Award per il

Best Editing per The Social Network.

Una buona idea da sola non

basta, necessita di una buona

realizzazione che esprima a pieno

il suo valore. Un bel paesag-

gio non è sufficiente, ha bi-

sogno dell’occhio giusto che

sappia interpretarlo attraverso

l’obiettivo. E se si parla di video an-

che il regista più sensibile del mon-

do non è in grado di cogliere o enfa-

tizzare degli avvenimenti senza un

buon montaggio in postproduzione.

Di qualsiasi tipo di ripresa stiamo

parlando, dal prediciottesimo al

blockbuster holliwoodiano, dal fil-

mato on board con la GoPro al do-

cumentario, il supporto tecnico del

montaggio è fondamentale per dare

continuità alle riprese, costruire una

storia o creare emozioni attraverso

le immagini in movimento.

Qualche anno fa l’uscita nelle sale

del film 300 rivoluzionò l’idea di

combattimento sul grande schermo.

Scene di lotta in grado di tenere lo

spettatore incollato alla poltrona,

non per le armi o per gli attori, ma

grazie all’editing in post produzio-

ne. Durante il montaggio le scene

di combattimento vennero rallen-

tate per poi essere riportate alla

velocità normale iniettando in quei

fotogrammi una forza che pare ir-

rompere dallo schermo. Tale effetto

fu ottenuto utilizzando la “velocità

variabile” del programma Apple Fi-

nalCutProX. Lanciato sul mercato

agli inizi del 2000 dalla Macrome-

dia, FinalCutPro è diventato l’arma

dei professionisti del settore attiran-

do così l’attenzione della Apple che

ne ha preso le redini nel 2007 fino a

In un tempo nel quale, grazie a

mezzi come Youtube e supporti vi-

deo sempre più avanzati, la realiz-

zazione di video a livello semipro-

fessionale è sempre più semplice,

l’utilizzo di un buon programma di

montaggio è fondamentale, per la-

voro, per passione o per semplice

gioco e Final Cut Pro X è il software

giusto per raggiungere facilmente

grandi risultati.

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testi: Maria Fucitofoto: Claudia Del Giudice, Paolo Vitale

ARTISTIINVETRINAgino_ramaglia

È importante fare un appunto su ciò

che è stato presentato, ossia che si

tratta di un’opera che – secondo la

mia modesta opinione – rappresen-

ta in pieno il dolore e la sofferenza

che una donna può aver provato

durante un atto così orribile. Con-

centrarsi sugli occhi di quelle don-

ne raffigurate in quelle fotografie

può aiutare a capire l’importanza

del “problema” che questa società

è costretta a vivere oggigiorno. Non

si tratta, quindi, di un qualcosa che

Il tema del Femminicidio, di questi

tempi, sembra aver toccato molto

l’opinione pubblica e – di conse-

guenza – se ne parla. Pubblici-

tà, programmi televisi, giornali e

qualsiasi mezzo di comunicazione

fanno di tutto per sensibilizzare la

società che, quasi ogni giorno, è co-

stretta ad ascoltare notizie non trop-

po piacevoli, di donne uccise per

mano dell’uomo. Ognuno di noi,

in qualche modo, si sente toccato

da questo argomento, poiché eventi

drammatici del genere potrebbero

capitare a chiunque, quindi anche

a persone a noi vicine.

L’artista Massimo Campagna ha rea-

lizzato un’opera che è stata esposta

nella vetrina dello storico negozio

di Gino Ramaglia in Via Broggia 10,

per “Artisti in Vetrina”.

deve andare a toccare necessaria-

mente la parte estetica - per quanto

l’opera dell’artista sia oggettivamen-

te (e soggettivamente) piacevole alla

vista -, ma piuttosto fare in modo

che si comprenda bene il concetto

di “Femminicidio”, del disagio na-

scosto dietro ad una semplice paro-

la o, in questo caso, di un’espressio-

ne artistica.

Si tratta, quindi, di fotografie a cui

sono state apportate degli interventi

pittorici di tecnica mista e che, in

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artisti in vetrina

un certo senso, questo tipo di lavo-

ro potrebbe essere paragonato a ciò

che fa un grafico durante il processo

di fotoritocco, per quanto gli stru-

menti siano “diversi”.

Importante è anche il commento

dell’artista che con poche parole è

riuscito ad esprimere l’essenza stes-

sa dell’opera, di ciò che ha voluto

rappresentare sotto forma di arte,

ma soprattutto è riuscito a cogliere

nel segno un problema che – si spe-

ra – venga risolto definitivamente,

insieme a tanti altri.

“Femicide” è stata esposta nel ne-

gozio di Gino Ramaglia dal 19 al

31 Ottobre 2013 e ricordiamo che

“Artisti in Vetrina” è un’iniziativa

sempre ricca di tante novità, pron-

ta a dare nuova “voce” (o pennello)

agli artisti emergenti, nella speranza

di riqualificare l’arte in una città che

ne è sempre stata una delle princi-

pali esponenti, non solo per la stori-

cità e il patrimonio artistico/cultura-

le che le appartiene, ma anche per

altre forme di arte che, ultimamen-

te, vengono messe un po’ da parte.

L’impegno e la volontà di Enzo e

Marco Ramaglia – insieme ai suoi

collaboratori e gli artisti che pren-

dono parte all’iniziativa – lasciano

anche un minimo di speranza per

chi crede ancora nell’arte e dà uno

schiaffo morale a chi cerca invece

di abbatterla in tutti modi possibili.

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foto, testi ed impaginazione:Chiara Menido

la menzogna sta nelle cose non fotografate

MOSTRA DI GILDA VALENZA

La menzogna sta nelle cose non fo-

tografate è una mostra fotografica

tenuta nel Palazzo Reale di Napoli,

dal 7 dicembre 2013 al 6 gennaio

2014 che parte da una iniziativa di

Enzo Coccia, noto maestro pizzaio-

lo napoletano, il quale intende tra-

smettere i segreti del suo mestiere e

fornire possibili occasioni lavorative

alle detenute del carcere femminile

di Pozzuoli organizzando per loro

un corso di lavorazione della pizza.

Gilda Valenza, docente - tra l’altro

- dei corsi di fotografia di Openart,

ha firmato, con la sua fotografia,

in queste pagine e nelle successive alcune delle foto esposte alla mostra. Nelle foto a colori alcune delle personalità che hanno

partecipato: Giandomenico Lepore, Mirella Barracco, Giulia Parente

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mostra di Gilda Valenza

questo percorso formativo di donne

ai margini della società, detenute,

appunto, in una Casa Circonda-

riale. Nelle foto di Gilda traspare

uno spessore psicologico altrimen-

ti invisibile agli occhi distratti dei

più. Ognuna di queste foto ritrae

donne che camminano accanto ai

propri fantasmi, alle proprie incer-

tezze, ma con la schiena dritta e la

continua ricerca di speranza.

L’obiettivo cristallizza gesti, sguar-

di, intese, ma senza violenza in-

trusiva: grazie a Gilda diventiamo

spettatori invisibili di umane verità.

Il bianco e nero valorizza come

non mai i volti e le mani operose,

rimandandoci donne solidali tra

loro, che con rabbia e fatica cerca-

no un riscatto umano e sociale.

Durante il corso di lavorazione

della pizza, tenuto dal maestro piz-

zaiolo Enzo Boccia, Giuseppina,

Angela, Monica, ileana, Grazia,

Francesca, Jimenez, Vera e Sonia

imparano l’antica arte della pizza,

che non si vede mai nelle fotografie

di Gilda Valenza, ma si percepisce.

Niente impasto, basilico, pomodo-

ri in primo piano, ma momenti di

impegno, trasporto, divagazioni ed

emozioni diventati oggetto del rac-

conto che viene fuori dagli scatti a

cogliere lo spirito di un progetto di

volontariato cui hanno collaborato

molte persone, reso anche fattibi-

le dalla collaborazione di Adriana

Intilla, funzionario della struttura

carceraria.

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Intervista a Nino Salemme CEO

di S&PH

Cos’è S&PH e come è nata?

S&PH è l’evoluzione del mio

percorso professionale. L’idea,

di fatto, è nata quando avevo

7 anni, smisero di trasmettere

Carosello ed io mi resi con-

to di avere ancora voglia di vedere

quelle immagini. È una voglia che

conservo da quel momento. Già

allora ero colpito dalla carica emo-

tiva delle immagini. Poi con il tem-

po ho capito che a catturare la mia

attenzione era il potenziale della

comunicazione di usare la creativi-

tà per aumentare il business delle

aziende.

Per questo motivo ho voluto iscri-

vermi all’istituto d’arte, anche se

i miei genitori erano contrari. Da

quel momento ho cominciato a lot-

tare per approfondire la mia passio-

ne. Ho lavorato in grandi agenzie

al Nord, dove ho appreso il valore

della comunicazione. Ma ho voluto

tornare nel mio territorio e da im-

prenditore mi sono ritrovato in un

contesto con differenze culturali

enormi.

All’inizio è stato difficile inserirsi

in questo campo? Quali sono state

In queste pagine: Nino Salemme (CEO di S&PH) che riceve il premio alla pubblicità

openartAward2013. A seguire una serie di realizzazioni di suc-

cesso progettate dell’agenzia S&PH durante questi ultimi mesi per conto di Graziella,

Landolfi, Vini Ville e Sapori.

top agency:

le difficoltà?

Sì, è stato difficile. Questo è un

mondo fatto di “prime donne”. Un

mondo dove non esiste condivisio-

ne, in cui ognuno guarda solo il suo

orticello.

Le difficoltà, poi, sono di vario ge-

nere. Al Sud era difficile venti anni

fa, perché c’erano pochi interlo-

cutori. Oggi sono diventati tanti,

ma continua a mancare il dialogo.

Inoltre, prima il mercato promette-

va ampi guadagni, mentre oggi le

aziende in difficoltà sbagliano a in-

vestire poco in un bene intangibile

come la comunicazione.

Da cosa nasce la passione per que-

sto lavoro?

S&PH comunicazione integrata

impaginazione e testi Jessica Giuliano, Maria Iardino

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top agency: s&ph

le è particolarmente piaciuto ed è

rimasto soddisfatto di lei stesso?

Ogni lavoro è un progetto a sé e

mi ha lasciato qualcosa di positi-

vo. Tutti hanno, però, un elemento

comune: generano una carica di

energia a cui non so resistere e che

continua a darmi la spinta necessa-

ria per andare avanti nel percorso.

È come se ogni commissione mi

desse il carburante che mi serve per

affrontare il prossimo viaggio.

Quante persone lavorano a un sin-

golo progetto e quanto tempo oc-

corre per portarlo a termine?

Questa è una domanda a cui non

posso rispondere. Ogni cosa ha il

suo tempo, dipende dal progetto,

dal cliente, dalle caratteristiche.

Questo è un lavoro fatto da persone

e non da macchine. Poi ci sono le

La passione è sempre innata. Posso

descrivere, invece, il piacere che

come uomo provo quando il pub-

blico apprezza il lato estetico, cre-

ativo e funzionale del mio lavoro o

quello che da imprenditore provo

quando una campagna genera un

incremento del fatturato del com-

mittente.

C’è un lavoro da lei realizzato che

in questa pagina i manifesti delle campagne pubblicitarie di

Caffè Kenon e della mostra Food in Campania

in questa pagina una serie di grafiche realizzate da S&PH: la campagna di sensibilizzazione a favore dei bambini malati di AIDS e l’inserto pubblicitario LML

esigenze dei singoli clienti e spesso

capita che un lavoro debba essere

realizzato in tempi molto stretti e,

per questo, si finisce con l’essere

pronti 24 ore su 24.

Quali sono gli obiettivi di S&PH

per il futuro adesso che la comu-

nicazione viaggia tanto sui social?

Che i mezzi cambino e si arric-

chiscano è uno degli aspetti che

preferisco del nostro lavoro. I so-

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S&ph srl Via Vittorio Colonna 30

80121 - Napoli

Tel.+39 081.644608

Fax+39 081.2462577

[email protected]

www.sphitalia.com

top agency: s&ph

cial network sono sicuramente una

tendenza, ma rappresentano un’op-

portunità che non si può ignorare.

Nei social sono molto importanti i

video, ma l’Italia viaggia con mol-

to ritardo nei confronti degli altri

paesi. Anche se la globalizzazione

è una realtà da oltre venti anni, da

noi solo adesso le piccole e me-

die imprese iniziano a valutare la

possibilità di internazionalizzare

la propria azienda. Soprattutto in

questo caso il web è uno strumen-

to fondamentale per raggiungere,

almeno potenzialmente, milioni di

utenti. Se poi si considera la viralità

che innescano alcuni video, beh si

comprende facilmente la necessità

di investire in forme di comunica-

zioni più attuali. Dobbiamo sfrut-

tare le contaminazioni etniche e

culturali, lasciarci affascinare da

messaggi che arrivano da ogni an-

golo del mondo. In questo ambito

la curiosità è un’arma vincente.

Certamente anche la comunicazio-

ne ha le sue regole, ma non esiste

la ricetta del successo. Io punto sul-

le emozioni, quelle che mi vengo-

no provocate dall’esterno e quelle

che, con passione, cerco di suscita-

re attraverso il mio lavoro.

in questa pagina le grafiche realizzate per Caputo e per la mostra Chocoland

in questa pagina le campagne pubblicita-rie di Idea Bellezza, di radio Club91 ed il packaging per Autentico

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foto, testi ed impaginazione:Valentina Di Donato Marianna Martinelli

FABRIZ IO SCALAi grandi amici di OPENART

magneti sempre con i miei disegni

digitali.

Come hai conosciuto OPENART?

Conosco la vostra scuola, che riten-

go essere molto seria e molto for-

mativa, conosco i titolari, persone

splendide e ottimi professionisti.

Qual è stato il tuo primo lavoro?

Il mio primissimo “Autoritratto con

orecchio” olio su tela.

Qual è stato il lavoro che più ti ha

reso orgoglioso? Perchè?

Come e quando è nata la tua pas-

sione per il disegno?

Quando hai deciso di integrarlo

con la grafica?

La mia passione per il disegno è

nata circa venti anni fà, avevo circa

18 anni e studiavo giurisprudenza.

Nel 2007 ho incominciato ad av-

vicinarmi al digitale per realizza-

re segnalibri. La distribuzione era

nelle librerie feltrinelli. Si sono poi

aggiunti negli anni i taccuini ed i

I 12 lavori realizzati per l’aeroporto

di napoli, giugno2012-giugno2013

sono stati un momento importante

per la mia formazione artistica e un

mezzo straordinario per far cono-

scere il mio disegno ad un pubbli-

co vastissimo. Nell’area dei nuovi

in queste pagine: una serie di foto che ritraggono Fabrizio Scala e le sue opere alcune delle quali installate all’aeroporto di Napoli e nella sala consiliare del Comune di Napoli

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Con gli occhi di un bambino “Vedo la vita e le cose a colori e le vedo con la consapevolezza di non saperle riprodurre così come sono nella realtà. Disegno.. come farebbe un bam-bino.”

in questa pagina Le prime realizzazioni di Fabrizio

rappresentate da magneti e taccuini distribuiti dalla Feltrinelli, a seguire uno dei 500 parcometri decorati con i suoi

disegni

a destra:Fabrizio scala alla presentazione della personale permanente “con gli occhi di un bambino“ presso l’aeroporto di Napoli

i grandi amici di openart: FABRIZIO SCALA

arrivi per un anno ci sono stati 22

metri lineari di disegni rappresentati

di Napoli. Un’altro disegno (com-

missionato dalla Napolipark) appo-

sto dietro i parcometri della Napo-

lipark in giro per la città un ottimo

lavoro, il disegno “Caracciolo in

sosta” sul retro di 500 parcometri.

Hai mai realizzato un lavoro che

non ti piaceva abbastanza solo per

far contento il cliente?

Disegno su commissione, se non

mi entusiasma il soggetto cerco

sempre di trovare i colori giusti

e le linee piu interessanti affin-

chè escano dal mio studio solo

i lavori di cui sono convinto.

C’è un’artista a cui ti ispiri?

Adoro Pollock.

Ci parli dei tuoi futuri progetti?

Nei miei progetti futuri c’è il desi-

derio di realizzare nuovi articoli di

cartoleria con i miei disegni, e di di-

stribuirli in tutta ITALIA.

in alto: una delle innumerevoli illustrazioni realizzate da Fabrizio con il suo inconfondibile stile

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