Vojo Vigne Fabrizio Castori da Tulentì con furore

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IL TECNICO Ora a Castori manca solo la conquista dello scudetto 1 La gavetta dell’ex ragioniere e i successi in tutte le categorie: anche la Terza a San Patrignano Nicola Binda «V ojo vigne» è il man- tra in marchigiano di Fabrizio Castori. Detto e fatto. Questa vittoria in B arricchisce la sua lunga serie di successi. Dalla Terza catego- ria, vinta facendo da consulen- te al San Patrignano, in su. Gli mancano solo la Seconda e la A. Per lui non fa differenza. Po- tendo, abbasserà la testa e pro- verà a vincere pure quei tornei. I SUCCESSI Castori faceva il ragioniere, ha smesso di gioca- re a 26 anni e ha iniziato ad al- lenare alla Belfortese in Secon- da: «Eravamo ultimi, ci siamo salvati». A vincere a comincia- to dopo, con la Juniores del To- lentino, il suo regno. E ha con- tinuato: con il Camerino ha vinto la Prima, con il Cerreto D’Esi la Promozione, ancora con il Tolentino l’Eccellenza e la Serie D, debuttando in C2. Poi ancora Serie D, a Lanciano: promozione («abbiamo am- mazzato il campionato, come col Carpi... ops!») e scudetto Dilettanti, poi vittoria in C2. Quindi Cesena e successo in C1 (quello della rissa a Lumez- zane) con Coppa Italia di Lega Pro, più la collaborazione con i ragazzi di San Patrignano: «Conobbi Marcello Chianese della comunità - ricorda - vole- va fare squadra di Terza, mi ha chiesto una mano. Ero squalifi- cato, mi distraevo e ho accetta- to. Ai primi allenamenti c’era- no 27 ragazzi che non c’entra- vano niente col calcio... Anda- vo 3 volte a settimana e spesso alla domenica, al terzo anno abbiamo vinto il campionato». L’UCRAINA Anche la tesi a Coverciano l’ha fatta sulla sua specialità: «L’allena- tore dalla Seconda alla C1», che ha definito «la sto- ria della mia generazione con Sacchi e Zeman». Ha fatto la gavetta vera, ha cambiato mo- dulo più volte, con il Carpi («il capolavoro della mia carrie- ra») ha vinto con una squadra chiusa e pronta a ripartire, la- sciando il possesso palla agli avversari: «Pressing alto, rit- mo e velocità sono sempre sta- ti i miei dogmi, a prescindere dai moduli». Tante vittorie e una sconfitta che brucia: «Ce- sena-Torino, semifinale dei playoff per la A nel 2006». L’anno scorso, dopo l’esonero alla Reggina, è stato vicino a un ingaggio in Ucraina: «Vole- vo fare tre mesi, non tre anni. ma è scoppiata la guerra e tut- to è saltato». Gli è andata be- ne. Vallo a far capire «vojo vi- gne» agli ucraini... © RIPRODUZIONE RISERVATA Fabrizio Castori, 60 anni, prima stagione a Carpi ANSA

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23MERCOLEDÌ 29 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Dalle macerie al trionfoTutto vero: il Carpi è in A1Il progetto vincente è partito nei dilettanti e ha vissuto il terremotoPaolo Belli canta il nuovo inno, Mbakogu scatena la festa: che notte...

Guglielmo LonghiINVIATO A CARPI (MODENA)

L a città della maglia e di Do-rando Pietri festeggia e ur-la e salta. Tra tuoni e lam-

pi, Carpi per la prima volta in A,e non chiamatelo miracolo per-ché i miracoli, direbbe Castori,campione di realismo, sono uncosa seria. I Queen cantano«We are the champions», poi ar-riva Paolo Belli col nuovo innorimasto top secret fino all’ulti-mo e s’infiamma il piccolo e vec-chio Cabassi che una volta eraun velodromo, s’infiamma co-me il 9 giugno di 13 anni fa,giorno della promozione in D.Esulta Bonacini, il signor Gau-dì, che ha guardato la gara conAbodi, presidente della Lega diB e che nasconde a fatica la gio-ia di lasciarlo al piano di sotto.Esulta chi, la Serie A, l’aveva giàconquistata con altre maglie epuò spiegare l’effetto che fa.

BLITZ Il presidente Claudio Ca-liumi sta spiegando: «Castoriresterà con noi, sono sic...»,quando si scatena il blitz. Quasitutta la squadra, guidata daMbakogu, piomba sul tavolodelle conferenze. Il povero Ca-liumi cerca di proteggersi, spie-ga che la società e il Comune siincontreranno in settimana perparlare dello stadio e comun-que c’è «la volontà di tutti di re-stare a Carpi», poi viene trasci-nato via da giocatori che puzza-

no di spumante e sfilano in mu-tande e maglia bianca (c’èscritto «L’abbiamo fatta gros-sA»). Il d.s. Cristiano Giuntolicerca di ragionare: «Sin dal riti-ro estivo avevo sensazioni posi-tive, ero convinto che avremmofatto bene. Devo dire grazie atutti, specie alla proprietà chein questi 6 anni mi ha permessodi lavorare al meglio. Squadradi sconosciuti in A? Si cominciasempre dal basso». Ed ecco Raf-faele Bianco, il recordman: 5promozioni in carriera, 3 in Adopo quelle con Juve e Bari: «Lasvolta è stata la vittoria conl’Avellino nel ritorno arrivatadopo 4 pari di fila. Lì abbiamocapito che potevamo farcela».

L’ATTESA È stata una lunga atte-sa sotto la pioggia. Striscioned’ordinanza: «Alla faccia di Lo-tito», per ricordare le parole ve-lenose del presidente della La-zio: «Col Carpi in A siamo rovi-nati». E un altro spiega il malu-

more dei tifosi, che chiedono(forse) l’impossibile: «Giochia-molA». Ma il vecchio Cabassinon ce la fa più, anche se cosìpieno e colorato sembra na-scondere le rughe. Si chiude co-sì un anno travolgente, comin-ciato tra i dubbi di molti: «IlCarpi prima o poi crollerà». Einvece no, è andato avanti finoal trionfo, con i gol di Mbakogue di Lasagna, le parate di Ga-briel, la grinta di Pasciuti, unicosopravvissuto dai dilettanti. Una squadra che negli anni è ri-masta sempre uguale a se stes-sa, una lenta evoluzione se-guendo il famoso progetto, pa-rola a volte abusata che puo di-re tutto e niente. Cambiavanosoltanto gli allenatori in questianni, spesso a stagione in corsa,finchè non è arrivato Castori,un tipo sanguigno, uno che si èfatto la gavetta e si è presentatotardi, ma senza sensi di colpa,all’appuntamento con la storia(9a promozione in carriera, 11

anni dopo Cesena). Ma non sipensi a un altro Sassuolo, chepura dista meno di 40 chilome-tri, perchè le cifre stroncano sulnascere ogni paragone.

DOPO LA PAURA Una corsa co-minciata all’inizio del millen-nio, dopo il fallimento la rina-scita nel campionato di Eccel-lenza e che ha subito una forteaccelerazione con l’arrivo di Bo-nacini: nel 2010 il salto in Primadivisione, la B nel 2013, la Aora. Una corsa che non è statafrenata neppure dalla terribilescossa di terremoto di tre annifa. Circa 38 milioni di danni nel-le aziende della zona, ma qui lagente non è abituata a piangersiaddosso, si è rimboccata le ma-niche, è ripartita. Il distrettodella maglieria, una delle eccel-lenze italiane, ha avuto l’annoscorso una crescita di oltre il 3per cento. C’è chi, la Serie A,l’ha conquistata da un pezzo.

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5� I salti di categoria del Carpi dal 2002 (in Eccellenza): è salito dalla D nel 2010, ha vinto la Seconda nel 2011, i playoff di Prima nel 2013 e oggi la B

70� mila e oltre sono gli abitanti di Carpi, la più grande città della provincia di Modena: proprio nel capoluogo la squadra giocherà la gare di Serie A

Gregorio Paltrinieri è l’altra faccia della felicità sportiva di Carpi: il mezzofondista iridato,campione e primatista europeo del nuoto, partecipa al salto in Serie A del calcio.

� Cosa prova?«Abbiamo fatto un’escalation completa: il massimo. In città da tempo si respirava quest’atmosfera. Quando sono andato allo stadio è stato bellissimo».

� Quante partite ha visto?«Ho visto il 4-2 contro i Varese, che brividi: devo dire che ho portato fortuna».

� E adesso? «Siamo in A, dobbiamo rimanerci. Lo stadio è da risistemare, ma si potrebbe costruirne uno nuovo».

� Nella prossima stagione in Carpi-Juventus come si dividerà?«Non saprò per chi tifare. Probabilmente esulterò ai gol in entrambi i casi. Vedremo. Per ora ci godiamo questo salto inaspettato: non pensavo potesse succedere. Solo qualche anno fa non eravamo neanche in Serie B e la stessa Serie B era già un gran successo. Poi ho visto le prime vittorie e ora la gente di Carpi nei bar e in piazza parla addirittura di Europa. Dobbiamo fare come il Sassuolo. La squadra è molto forte per la Serie B ma dovrà essere potenziata per la A».

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GREGORIOPALTRINIERICAMPIONE DI NUOTO

«Siamo in Serie Aper rimanerci: bisogna farecome il Sassuolo»

4 DOMANDE A...

GABRIELFERREIRAportiere

� PRESENZE 35� MINUTI 3150� GOL PRESI 20

I PROTAGONISTI

ALJAŽSTRUNAdifensore

� PRESENZE 32� MINUTI 2801� GOL 1

RICCARDOGAGLIOLOdifensore

� PRESENZE 32� MINUTI 2845� GOL 5

GAETANOLETIZIAdifensore

� PRESENZE 32� MINUTI 2656� GOL 2

FILIPPOPORCARIcentrocampista

� PRESENZE 34� MINUTI 2959� GOL 0

RAFFAELEBIANCOcentrocampista

� PRESENZE 33� MINUTI 2580� GOL 2

LORENZOPASCIUTIcentrocampista

� PRESENZE 31� MINUTI 2391� GOL 3

ANTONIODI GAUDIOcentrocampista

� PRESENZE 33� MINUTI 2325� GOL 8

IL TECNICO

Ora a Castorimanca solola conquistadello scudetto1La gavetta dell’ex ragionieree i successi in tutte le categorie: anche la Terza a San Patrignano

Nicola Binda

«V ojo vigne» è il man-tra in marchigianodi Fabrizio Castori.

Detto e fatto. Questa vittoria inB arricchisce la sua lunga seriedi successi. Dalla Terza catego-ria, vinta facendo da consulen-te al San Patrignano, in su. Glimancano solo la Seconda e laA. Per lui non fa differenza. Po-tendo, abbasserà la testa e pro-verà a vincere pure quei tornei.

I SUCCESSI Castori faceva ilragioniere, ha smesso di gioca-re a 26 anni e ha iniziato ad al-lenare alla Belfortese in Secon-

da: «Eravamo ultimi, ci siamosalvati». A vincere a comincia-to dopo, con la Juniores del To-lentino, il suo regno. E ha con-tinuato: con il Camerino havinto la Prima, con il CerretoD’Esi la Promozione, ancoracon il Tolentino l’Eccellenza ela Serie D, debuttando in C2.Poi ancora Serie D, a Lanciano:promozione («abbiamo am-mazzato il campionato, comecol Carpi... ops!») e scudettoDilettanti, poi vittoria in C2.Quindi Cesena e successo inC1 (quello della rissa a Lumez-zane) con Coppa Italia di LegaPro, più la collaborazione con iragazzi di San Patrignano:«Conobbi Marcello Chianese

della comunità - ricorda - vole-va fare squadra di Terza, mi hachiesto una mano. Ero squalifi-cato, mi distraevo e ho accetta-to. Ai primi allenamenti c’era-no 27 ragazzi che non c’entra-vano niente col calcio... Anda-vo 3 volte a settimana e spessoalla domenica, al terzo annoabbiamo vinto il campionato».

L’UCRAINA Anche la tesi aCoverciano l’ha fatta sullasua specialità: «L’allena-

tore dalla Seconda allaC1», che ha definito «la sto-

ria della mia generazione conSacchi e Zeman». Ha fatto lagavetta vera, ha cambiato mo-dulo più volte, con il Carpi («il

capolavoro della mia carrie-ra») ha vinto con una squadrachiusa e pronta a ripartire, la-sciando il possesso palla agliavversari: «Pressing alto, rit-mo e velocità sono sempre sta-ti i miei dogmi, a prescinderedai moduli». Tante vittorie euna sconfitta che brucia: «Ce-sena-Torino, semifinale deiplayoff per la A nel 2006».L’anno scorso, dopo l’esoneroalla Reggina, è stato vicino aun ingaggio in Ucraina: «Vole-vo fare tre mesi, non tre anni.ma è scoppiata la guerra e tut-to è saltato». Gli è andata be-ne. Vallo a far capire «vojo vi-gne» agli ucraini...

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FabrizioCastori, 60 anni, prima stagione a Carpi ANSA

JERRYMBAKOGUattaccante

� PRESENZE 29� MINUTI 2373� GOL 14

Serie BRLa promozione

BIANCOROSSODALLO STADIOALLA CITTÀ� CARPI (Mo) E dopo il fischio finale, a Carpi è iniziata la festa. Già per tutta la giornata in città c’era una grande attesa con tifosi bardati di biancorosso a colorare le vie del centro. Allo stadio c’era il tutto esaurito per seguire la storica partita contro il Bari. Ilcoro più gettonato? «Intanto già lo so / che l’anno prossimo / gioco all’Olimpico...». Dallo stadio alle vie del centro: brindisi, canti, clacson e tanti bagni fuori programma, per una lunga notte che difficilmente Carpi potrà dimenticare... LAPRESSE