Voce dei Giovani Luglio 2011

20
DIREZ. AMM. REDAZ. BASSANO del GR. (VI) - Casella postale 220 - POSTE ITALIANE S.p.A. - SPEDIZ. IN ABB. POST. - D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Vicenza periodico di cultura, attualità, informazione e opinioni del Comune dei Giovani

description

Luglio 2011

Transcript of Voce dei Giovani Luglio 2011

Page 1: Voce dei Giovani Luglio 2011

DIR

EZ. A

MM

. RED

AZ. B

ASSA

NO

del

GR

. (VI

) - C

asel

la p

osta

le 2

20 -

POST

E IT

ALIA

NE

S.p.

A. -

SPED

IZ. I

N A

BB. P

OST

. - D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

Leg

ge 2

7/02

/200

4 n.

46)

art.

1, c

omm

a 2,

DC

B Vi

cenz

a

periodico di cultura, attualità, informazione e opinioni del Comune dei Giovani

Page 2: Voce dei Giovani Luglio 2011

GIUGNO 20112

SEI TU CHE MI FAIincontro con Padre Aldo Trento

INCONTRI CULTURALI

I GIOVANI E L’IMPEGNO SOCIOPOLITICOintervista a Marco Artuso

L’INTERVISTA

PIATTO RICCO MI CI FICCOl’estate del Comune dei Giovani

LE NOSTRE ATTIVITA’

IL COMUNE DEI GIOVANI AVEVA UN GEMELLOIN SOFFITTAil Comune dei Giovani di Casarsa della Delizia

LA NOSTRA STORIA

NOI CONTAVAMOil sindaco di Bassano racconta i giovani a 360°

L’INTERVISTA

4 OPEROSI MESI PER LE OPERE DI DON DIDIMO MANTIERO

AGENDA

REASON SOUNDS GOODconfronti innovativi sulla ragione

LE NOSTRE ATTIVITA’

COGITO ERGO SUM ET CONFIDO AUTEM

L’EDITORIALELA MINISTERIALITA’ LAICALEriflessione sulla vita del laico cristiano

PARLANDO DI

PRESENTAZIONE LIBRO SUI 50 ANNIDI CALCIO SANTA CROCE

SPECIALE

TOGOla piccolezza di un frammento d’Africa, la grandezza indefinibile di un’esperienza che sconvolge l’animo

ESPERIENZE

PAG. 4

PAG. 12

PAG. 6

PAG. 14-15

PAG. 8-9 PAG. 18-19

PAG. 5

PAG. 3

PAG. 13

PAG. 10-11

PAG. 16-17

di Luca Torresan

di Michela Meneghetti

di Giovanni Battaglia

di Nicolò Bertoncello

di Andrea Menegon

di Paolo Mariotto

di don Paolo Traverso

di Andrea Amelotti

di Laura Peruzzo

di Enrico Fietta

Direttore responsabile: Giovanni Meneghetti

Ministro del giornale: Nicolò Bertoncello

Redazione: Antonio Artuso, Claudio Battaglia, Giovanni Battaglia, Martina Battaglia, Francesco

Bizzotto, Marina Bizzotto, Enrico Fietta, Andrea Mariotto, Paolo Mariotto, Michela Meneghetti,

Andrea Menegon, Laura Peruzzo, Alberto Scalco, Luca Torresan, Francesco Zugno

Impaginazione: Alberto Menegon

Si ringrazia il ministero della comunicazione per la collaborazione grafica.

Direzione e amministrazione: Bassano del Grappa (VI), casella postale n. 220, Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana.

Autorizzazione: Tribunale di Bassano del Grappa, 7 Agosto 1964, n. 2.

Stampa: Grafiche Simonato s.n.c., via Astico, 42, 36030 Fara Vicentino (VI), Tel. e Fax 0445 897898

Pubblicità inferiore al 45%

Scriveteci all’indirizzo: c.p. 220, 36061 Bassano del Grappa (VI), oppure a [email protected]

www.comunedeigiovani.org

Page 3: Voce dei Giovani Luglio 2011

LUGLIO 2011 3

di Paolo Mariotto

Quando il ministro del giornale mi ha chiesto di scri-vere un articolo sulla ragione, sinceramente mi sono sentito un po’ inadeguato anche perché gli spunti su questo tema sono innumerevoli. Un mare magnum di trattati non basterebbero per risolvere la questione. Tut-tavia, date le circostanze di questo editoriale, cerchere-mo di andare subito al sodo, senza però avere la pretesa di spiegare tutto.

Cosa è la ragione? E perché l’uomo ha questa fa-coltà? A cosa serve? Come prima cosa mi viene da dire che la ragione è una facoltà intellettiva e propriamente umana. Con questo si intende che è una capacità che l’uomo (e solo l’uomo) ha di “intelligere” la realtà, ovvero di leggere-dentro la realtà, tra le cose, di capire il reale, e coglierne il senso ultimo. Ogni giorno, infatti, ci troviamo di fronte una determinata realtà fatta dalle persone che incontriamo, dagli strumenti che utilizziamo, dalle cose che facciamo, dai pensieri che abbiamo; una realtà co-stellata di eventi che dipendono da noi, ma anche da quelli da noi indipendenti, che ci accadono senza che noi possiamo farci nulla. La realtà è tutto ciò che ci circonda, è la cornice in cui il magnifico disegno della nostra vita prende forma e si contestualizza divenendo (a Dio e a noi piacendo) un’opera d’arte unica ed irripetibile. Que-sta cornice però non è statica, bensì è una cornice che molto spesso si confonde con il suo contenuto, influen-zando e condizionando il disegno che ne uscirà alla fine. Un esempio: c’è qualcuno che ha scelto quando e dove nascere? Penso proprio di no. Ecco, in questo senso la realtà è data, o meglio donata senza che noi possiamo controllarla. Ad ogni modo, la realtà è il campo in cui si esercita la ragione, in quanto la ragione è lo strumento migliore che l’uomo ha per capirla nella totalità dei suoi fattori.

Tuttavia, ci sono delle cose della realtà che non riu-sciamo a capire. Ci sono degli eventi inspiegabili per cui, anche usando al meglio la ragione, l’uomo non riesce a venirne a capo, non riesce a capirne il senso. Allora ecco che l’uomo scopre che la ragione non è sufficiente alla comprensione della realtà, e che anzi, ogni giorno nell’usare la ragione (anche per comprendere le cose più semplici) sfrutta involontariamente un’altra dote: la fiducia, in modo particolare la fiducia nelle persone che incontra (o nelle persone meritevoli di tale fiducia). Io, infatti, non sono mai stato sullo spazio a verificare se il sole effettivamente sta al centro del nostro sistema di pianeti. Se poi guardo la realtà concreta di ogni giorno potrei anche pensare che il sole gira attorno alla terra. Tuttavia, credo e sono certo che non sia così, perché ho valide motivazioni per credere e fidarmi di chi mi ha spiegato come funziona il sistema solare. Ecco, per es-sere ragionevole in questo caso utilizzo anche la fiducia nelle persone che ho incontrato. Senza questa fiducia non sarebbe possibile vivere.

Proprio questa fiducia diviene fede quando, guar-dando la realtà di ogni giorno, ci si accorge che solo una piccola parte della realtà, come dicevamo prima, è con-trollata o dipende da noi umani. Per il resto, ci dev’esse-re per forza qualcosa di superiore. E poi c’è la domanda insita nel cuore di ogni uomo: quella domanda eterna di felicità che ha lasciato il segno in ogni tempo ed in ogni dove. Quella domanda che ti apre gli occhi e ti fa rendere conto che tu sei fatto per l’Infinito. E allora come è possi-bile arrivare all’infinito utilizzando la sola ragione? Come si può pretendere di volare senza ali?

Insomma, la ragione è sicuramente una facoltà ne-cessaria e fondamentale per capire la realtà, ma da sola non basta. Per essere ragionevoli occorre anche affidar-si a Dio, all’Essere che sta sopra tutto, e che a sua volta affida alle nostre mani una realtà che spesso è più bella di quanto possiamo immaginare, una realtà da vivere al massimo! Perché la vita è bella!

COGITO ERGO SUMET CONFIDO AUTEM

L’EDITORIALE

“Come è possibile arrivare all’infinito utilizzando la sola ragione?”

Paolo Mariotto (25 anni) è l’attuale sin-

daco del Comune dei Giovani, al secondo

anno di mandato

Page 4: Voce dei Giovani Luglio 2011

LUGLIO 20114

INCONTRI CULTURALI

SEI TU CHE MI FAIINCONTRO CON PADRE ALDO TRENTO

di Enrico Fietta

Moltissime le opere nate con Padre Aldo Trento: una chiesa, una scuola elementare, un’azienda agricola, case per anziani, alloggi, centri per la raccolta alimenta-re, centri per bambini orfani e malati di aids. Sono miglia-ia le persone assistite negli ultimi anni presso il centro di accoglienza nato in Paraguay.

Padre Aldo si è presentato con queste grandi opere inserendole nel contesto paraguayano, dove ci si scon-tra quotidianamente con problemi sociali, prostituzione, maltrattamenti, cancri, malformazioni, aids ed altre in-fezioni. La missione di Padre Aldo è accogliere, “stare davanti” all’altro, donare vita e dignità, donare speranza ed amore. Lui in Paraguay si è fatto padre di tutti quei bambini maltrattati, delle ragazze violentate, dei senza tetto, degli anziani.

Padre Aldo ha posto in secondo piano le sue ope-re per farci capire come esse siano espressione della presenza di Gesù Cristo. Solo se c’è Lui, solo se si rico-nosce la sua presenza allora tutto è possibile. Il “tutto” può nascere anche dalla “nullità” se quella “nullità” si fa strumento. Questo è proprio quanto è accaduto a Padre

Aldo, lui che ha passato un periodo della sua vita nel quale si sentiva “nullità”, perso, staccato dal mondo e dalla vita. É rinato incontrando l’abbraccio di don Gius-sani, capendo che facendosi strumento di Dio si può ri-trovare la vita. Si può stare davanti alla realtà, per quanto dura essa possa risultare, con la gioia e la volontà di ringraziare Colui che ti ha fatto e che “ti fa” in questo preciso istante. Non importa il tuo passato, non importa quanto disastrosa è stata la tua vita; quel che importa è che Dio non ti ha mai abbandonato e non ha mai smesso di amarti. Dio è sempre pronto ad accoglierti e perdonar-ti. La tua libertà potrà sempre portarti ad affidarti a Lui, che ti ama infinitamente. Avere questa consapevolezza dell’amore di Dio ti cambia la vita.

Con una marcata forza spirituale Padre Aldo in que-sto modo ha voluto risvegliare la nostra mente e il nostro cuore. L’impatto con la sua testimonianza è stato forte tanto come è forte l’esperienza che sta vivendo in Para-guay. Non ci sono mezzi toni, non ci sono vie di mezzo. Padre Aldo ha potuto sperimentare qual è il vero bisogno dell’uomo, perciò solo se c’è “Colui che ti fa” allora tutto avrà senso.

Padre Aldo Trento (classe 1947, nativo della provincia di Belluno) dopo una serie di esperienze anche traumatiche, ha incontrato don Giussani che nel 1989 lo ha spinto in Paraguay, dove ha dato avvio a diverse missioni.

Page 5: Voce dei Giovani Luglio 2011

LUGLIO 2011 5

LE NOSTRE ATTIVITA’

REASON SOUNDS GOODCONFRONTI INNOVATIVI SUL TEMA DELLA RAGIONE

di Andrea Menegon

Per fare di se un UNO bisogna mettere in gioco nella propria vita tu ciò che serve per “costruire l’ uomo”, e per fare ciò, per vivere in pienezza la propria vita in relazione con gli altri, l’ agire secondo la propria ragione assume un importanza fondamentale per ogni persona.

Per discutere della ragione abbiamo proposto ai no-stri ragazzi una modalità di serata discussione alternati-va, lontani dalla classica conferenza con tavolo e relato-ri, ma più vicini alle modalità di presentazione dei grandi show televisivi, in questo caso sullo stile del programma “Porta a porta”, ricreando nell’ incontro organizzato do-menica 20 Marzo un vero e proprio “salottino” culturale con tanto di presentatore (Matteo, ministro della festa) e ospiti d’ eccezione.

La serata inizia con la lettura di quel famoso passo della poesia del Leopardi “Canto notturno di un pastore errante nell’ Asia” dedicata all’ uomo che nella sua picco-lezza di fronte al creato, si pone grandi domande. “Che fai tu luna in ciel?”, inizia così il pensiero del pastore leo-pardiano che desidera conoscere la realtà.

Suona dunque il campanello d’ ingresso per il primo ospite, è Alessandro Macchi, responsabile della frater-nità bassanese del movimento di Comunione e Libe-razione.

Prendendo spunto dal testo appena letto, Alessan-dro spiega che la ragione è proprio quella capacità che ogni uomo ha, e che lo distingue dalle altre creature, di riconoscere e conoscere la realtà.

Con la conoscenza l’uomo desidera capire il senso della propria vita. Questo è il fine ultimo delle domande poste dal pastore: conoscere meglio se stesso, il suo essere uomo.

E’ agendo in modo ragionevole che possiamo fare veramente di noi degli UNO. La ragionevolezza la ca-piamo dalla nostra esperienza personale. È un metodo adeguato per cui la ragione ti fa conoscere alcuni aspetti della vita che vanno anche al di là dell’ immediatamente riconoscibile.

Dopo questo primo intervento il nostro presentatore ha invitato il secondo ospite, Andrea Mariotto, il neo elet-to presidente della Scuola di Cultura Cattolica di Bassa-

no del Grappa, che ha preso subito la parola per parlarci dell’importanza della cultura.

Collegandosi al discorso di Alessandro, ha spiega-to, secondo il proprio parere, che i modi per conoscere la realtà possono essere diversi; ma essenziale però è conoscere l’ uomo e la cultura ci aiuta proprio a fare questo. La cultura infatti, come ricorda una citazione di papa Giovanni Paolo II, “rende l’ uomo più uomo”, cioè dona la capacità di conoscere la realtà e l’ uomo stesso in maniera approfondita.

A volte però consideriamo la cultura in modo ridutti-vo, solo come un insieme di nozioni e informazioni che si hanno. La cultura è soprattutto l’ attitudine di voler conoscere l’uomo.

La scuola di cultura cattolica si propone proprio que-sto, fra conoscere alla città negli incontri culturali orga-nizzati, testimoni esemplari che vivono in questo modo la vita.

Suona dunque per la terza volta il campanello del nostro “Porta a porta” bassanese, è don Silvano Danzo, cappellano della parrocchia di santa croce di Bassano. Non potevamo di certo trascurare l’ importanza della fede in questa serata legata al tema dell’ uomo e della ragione premette da subito il presentatore.

La fede è l’ingrediente principale della mia vita, ha affermato don Silvano, è credere a qualcosa, a qualcuno e, in questo caso, a Gesù Cristo. Un credere che ogni giorno si fa abbandono fiducioso, un si che si rinnova quotidianamente.

Don Silvano ha concluso il suo intervento, prima del-la preghiera finale, unendo i concetti discussi, cultura e fede, nel comandamento dell’ amore: l’ uomo per amare deve mettere in gioco in modo completo la sua persona.

Ragione dunque per conoscere l’uomo e la realtà, ragione per fare di sé un UNO!

“La cultura rende l’ uomo più uomo”giovanni paolo ii

nella foto a sinistra Alessandro Macchi,

responsabile della fraternità bassane-se di Comunione e

Liberazionenella foto centrale

Andrea Mariotto, presidente di Scuola

di Cultura Cattolicanella foto a destra don Silvano Danzo,

cappellano della parrocchia di Santa

Croce di Bassano del Grappa

Page 6: Voce dei Giovani Luglio 2011

LUGLIO 2011LUGLIO 2011

LE NOSTRE ATTIVITA’

di Michela Meneghetti

gnati dalla birra e, perché nom un panino con salsiccia!Ad Agosto ci attende il meeting di Rimini che ospita il

nostro stand ormai da anni e che permette al CdG di farsi conoscere in tutto il mondo, ma che dà anche la possi-bilità ai ragazzi di trascorrere dei giorni tra mare, cultura, mostre e di conoscere tanti altri giovani che, come noi, fanno parte di qualche associazione e si trovano al mee-ting per farsi conoscere e per conoscere.

A chiudere l’estate in bellezza ci pensa la Marcia Biancoverde, appuntamento fisso che occupa la secon-da domenica di settembre. Ogni anno offre a marciatori, sportivi e non, famiglie tre percorsi diversi e molti ristori per mangiare, bere e stare in compagnia.

Non ci resta che buttarsi a capofitto su queste pro-poste, nei giorni estivi che ancora rimangono; non sarete delusi, statene certi. E se ne avete persa qualcuna… beh, c’è sempre l’anno prossimo!

PIATTO RICCO, MI CI FICCO!L’ESTATE DEL COMUNE DEI GIOVANI

L’estate è nel vivo e noi del Comune dei Giovani non ci facciamo di certo mancare nulla. Ecco una carrellata delle varie attività e dei vari eventi che proponiamo ed abbiamo proposto a tutti i ragazzi e non solo!

Partiamo subito dalla Giovaninfesta 2011 che mai come quest’anno ha avuto un programma così ricco: la serata di apertura del 6 giugno, con la presentazione del libro “Penultima lucertola a destra” di Don Marco Pozza, è stata seguita da una serie di serata strepitose dal 9 al 12 giugno in Prato Santa Caterina: ogni sera aperiti-vo culturale sul tema” Voglio fare di me un Uno… nella scuola, nel lavoro e nel sociale”; a seguire concerti con gruppi vari e dj competition, oltre, ovviamente, all’im-mancabile stand enogastronomico.

Finita la GIF11 è partito subito il campeggio in Val Te-gnarich con sei turni così suddivisi: 18-25 Giugno 94-95 maschile, 25-2 luglio 94-95 femminile, 2-9 luglio 96-97 maschile, 9-16 luglio 96-97 femminile, 16-23 luglio 98-99-00 maschile, 23-30 luglio 98-99 femminile.

La pallavolo non si è di certo tirata indietro, pro-grammando il Pallavolando dal 23 maggio al 21 giugno: un torneo di beach per le atlete più giovani del S. Croce, che non si sono fermate al semplice gioco ma hanno dato vita ad un susseguirsi di serate a tema con tanto musica ed il torneo di beach per i più “grandi”, aperto a chiunque volesse parteciparvi.

Segue a ruota il Torneo delle Compagnie, dal 28 giugno al 10 luglio, un appuntamento fisso per tutti gli amanti del calcetto e soprattutto della compagnia! Un occasione per passare le serate con gli amici, accompa-

nella foto in alto un’immagine dei concerti alla nona edizione del Mondiale delle Compagnie nella foto in basso la partenza della Mar-cia Biancoverde del settembre 2010

6

Page 7: Voce dei Giovani Luglio 2011

ABBONAMENTI ALLA VOCE DEI GIOVANI

PERCHE’ ABBONARSI?PER RESTARE SEMPRE INFORMATI SU QUANTO CONTINUA A FARE IL COMUNE DEI GIOVANI, PER RIFLETTERE E CONFRONTARSI SU TEMATICHE SEMPRE GIOVANI ED PERCHE’ ANCHE QUESTA ATTIVITA’ HA BISOGNO DI UN SUPPORTO, ANCHE ECONOMICO.

ABBONAMENTO ORDINARIO € 10.00 ABBONAMENTO SOSTENITORE € 20.00

DA VERSARE SUL CONTO CORRENTE POSTALE N° 13357363

Page 8: Voce dei Giovani Luglio 2011

LUGLIO 20118

NOI CONTAVAMOSTEFANO CIMATTI, SINDACO DI BASSANO DEL GRAPPA RACCONTA I GIOVANI A 360°

di Nicolò Bertoncello

Fa molto caldo in questa anteprima d’estate, ma lì, nella sala d’attesa del Comune di Bassano, direi che si sta più che bene. Sono arrivato un po’ in anticipo, così attendo il Sindaco accomodato sulla poltrona; rileggo un paio di domande, giusto per essere sicuro. Allo scocca-re dell’ora, puntualissimo e con un bel sorriso, Stefano Cimatti mi accoglie nel suo ufficio. È grande, ma non enorme, arredato con gusto e sobrietà. Non c’ero mai stato prima. La finestra più grande dà su piazza Libertà, è un bel vedere. Mi fa accomodare al centro della stan-za, siamo uno di fronte all’altro, un tavolino comodo sta di fronte alle poltrone su cui ci sediamo. Con un caffè sul tavolo potrebbe avere tutta l’aria di una chiacchierata tra vecchi amici. Invece si tratta semplicemente di un giova-ne diciottenne che prova ad essere giornalista di fronte al Sindaco di Bassano del Grappa. Meglio non pensarci e partire con la prima domanda.

Signor Sindaco, partiamo da lontano: per lei

cosa significa essere giovani e soprattutto essere giovani oggi?

I giovani sono oggi molto più preparati rispetto ad un tempo, sicuramente. Ci sono stati dei grandi cambia-menti nella società: il fatto che non esista più il servizio militare obbligatorio è epocale, ad esempio. La libera circolazione, poi, ha cambiato il modo di rapportarsi, il modo di vedere il mondo. Anche il lavoro: si comincia a lavorare dopo, con una serie di problemi. Uno dei più gravi è quello della disoccupazione giovanile.

Io credo che i giovani siano una grande risorsa, ma che, in Italia soprattutto, sono ancora troppo governati dagli anziani, che hanno una mentalità che non si adatta a quella di oggi.

Inoltre oggi l’approccio alla ricerca è diverso: una ri-cerca ai miei tempi occupava un mese, oggi dieci minuti! I ragazzi devono dedicare la loro inventiva, il loro modo di essere a delle cose che noi non facevamo. Ecco che nasce qui il mondo della tecnologia, che ha stravolto il modo di vedere. I giovani sicuramente sono molto più preparati di noi, hanno un colpo d’occhio molto più ve-loce del nostro. E quindi, ritorno a dire, se per i giovani decide chi giovane non è, vuol dire tarpar loro le ali.

L’INTERVISTA

stefano cimattiimprenditore bas-sanese, è diventato sindaco nel 2009 alla guida di una lista civica, fatto per nulla ordinario per una città come Bassano del Grappa con oltre 40000 abitanti

Per ovvi motivi di spazio l’articolo che segue fa riferimento solo ad una parte dell’in-tervista al Sindaco di Bassano. Chi fosse interessato può trovare la versione integrale dell’intervista nel sito www.comunedeigiovani.org . Buona lettura.

La redazione VdG

Page 9: Voce dei Giovani Luglio 2011

LUGLIO 2011 9

Com’è il rapporto con le altre realtà comunali?Ad oggi noi abbiamo due gemellaggi, con Francia e

Germania; ma credo che un gemellaggio con la Roma-nia, ad esempio, potrebbe essere una proposta molto più valida. In Francia o Germania cosa trovano di diverso i nostri ragazzi? Tutto sommato è la vita che facciamo noi. Sarebbe meglio fare un gemellaggio con Cina, India, Pakistan. Ovvero con Paesi che avendo caratteristiche molto diverse da noi, forse avrebbero anche qualcosa da insegnarci.

E sul fronte partitico?Bah, io verso i partiti politici sono molto critico. Oggi

sono centri di potere, la democrazia non c’è. Io ho fatto politica negli anni ‘60, quando ero all’Università di Roma ed avevo come professore Amintore Fanfani. Noi conta-vamo; la nostra voce era forte, anche a livello politico; le decisioni che si prendevano erano decisioni vere. Oggi nei partiti non esiste più nessuna decisione, c’è sempre e solo un ordine che viene dall’alto. Credo che, al contra-rio, servano a molto i movimenti. Movimenti culturali, di discussione,... Purtroppo non prendono le decisioni che contano, ma servono a molto per formare una propria conoscenza. Per quanto riguarda il Comune dei Giovani c’è chi condivide e chi non condivide alcune cose della vostra associazione, ma sicuramente fate formazione.

Torno a dire che quando siamo noi, “vecchi”, a gui-dare, vediamo il mondo come l’abbiamo imparato. E non capiamo che non è più così! Sai, non ho voluto un as-sessore all’urbanistica che fosse un architetto o un in-gegnere perché altrimenti sarebbe condizionato da ciò che sa, che non è detto che sia adattabile in un mondo pubblico, diverso dal suo! E lo stesso discorso vale tra generazioni: oggi, non possiamo pretendere di vedere il mondo come lo vedono i giovani. Dobbiamo avere il coraggio di dar loro grandi responsabilità e di lasciar fare loro scelte importanti.

Prima lei, parlando degli anni giovanili, ha detto una frase molto bella : “noi contavamo”. Ma quindi quanto contano i giovani oggi?

Beh, dipende in che ambiente si trovano. Se par-liamo del mondo del lavoro, parliamo di un mondo nel quale le aziende con i maggiori sviluppi sono e saranno quelle che danno spazio ai giovani e li lasciano lavorare. Per quanto riguarda la politica, la casta si auto-conserva. Questo purtroppo è uno dei drammi italiani. Ed è peggio il fatto che è difficile da cambiare. Viviamo in un paese in cui ci troviamo tutti leader ultrasessantenni. Ma dico io, guardiamoci intorno! Obama, Cameron, Blair, Zapatero, Medvedev… solo noi in Italia siamo in queste condizio-ni?!

Può essere questo un difetto degli stessi giova-ni?

Non lo so, perché mi domando che cosa potreste fare voi di diverso, per ottenere maggiore potere. Certo, se ci fosse un po’ più di interesse... forse si dovrebbero trovare dei temi su cui confrontarsi.

Su questo, forse, l’appartenere ad una realtà condivisa che dà la possibilità del confronto, a volte anche scontro, come quella associativa, ti trasmette quell’insieme di valori che servono.

Oggi si tende a non discutere più. Io credo che le as-sociazioni, se gestite bene, abbiano un valore enorme. Alimentano la conoscenza e la discussione; la propria idea si cambia solo se c’è un confronto. È un gran bene che le associazioni siano sviluppate in maniera tale da

contenere una discussione al loro interno. Qual’è il peri-colo? Che ci sia chi è più forte da imporre un certo tipo di idea. E non perché questa persona è più capace, ma magari perché quella persona ha sempre avuto modo di imporre la propria idea. Idea che può essere ancorata a paradigmi che oggi non ci sono più. È per quello che dico sempre che ai giovani va dato un proprio spazio.

Spazio che, vista la massiccia “fuga” all’estero, i giovani preparati non riescono a trovare...

Si, c’è un grosso problema. Le leggi a tutela del la-voro sono giuste e sacrosante, per carità, però secondo me bisognerebbe liberalizzare fino ai 26-27 anni. Fino a quell’età i giovani dovrebbero lavorare per pochi sol-di, senza contributi. È qualcosa di molto forte, qualcuno potrebbe prenderla male; ma credo che vorrebbe dire farli lavorare tutti, far fare loro una grossa esperienza. Il mondo sindacale ha fatto cose giuste ma al contempo ha irrigidito molto il sistema. Credo che sia prioritario oggi far lavorare i giovani. Alla società quanto può rendere un talento, per quarant’anni? E quanto invece può costare un depresso, per quarant’anni? Certo, due estremi, ma rende bene l’idea.

So che lei è religioso: quali sono i valori che ha cercato di trasmettere a suo figlio e che vorrebbe potessero servirgli come bagaglio per l’intera vita?

Guarda, con i figli ci sono solo due cose secondo me: il convincimento o l’esempio. Altri mezzi non li hai. Il valore fondamentale nella vita è la solidarietà. Sono un convinto sostenitore dell’utilità marginale delle cose, nel senso che i miei mille euro non sono come i mille euro di qualcun altro. Questo vuol dire che la solidarietà è fonda-mentale, perché la relazione di sostegno tra queste due persone, una che perde poco ed una che guadagna tan-to, dà alla società un benessere complessivo maggiore.

Io a mio figlio cerco poi di dire che il valore più im-portante è quello della dignità umana, qualsiasi persona tu abbia davanti. Che sia sporco, un criminale, un reiet-to hai comunque davanti a te una persona, con la sua dignità. Quindi i valori che cerco di trasfondere a mio figlio sono quelli che lo portano ad avere un’attenzione particolare verso gli altri. Perché è molto facile star molto peggio di come stiamo, molto difficile è star meglio.

Ultima domanda: se dovesse dare ai giovani un consiglio da sindaco ed uno da padre, cosa direbbe loro?

Da sindaco direi: cercate di stare insieme, di crearvi delle strutture adeguate, nelle vostre associazioni, nel settore della protezione civile, dell’aiuto; di cercare di avere un volontariato diffuso. Perché se nasce la cultura della solidarietà ci sarà una società sempre più coesa: daremo molto, ma molto di più riceveremo.

Come padre dico: non è permesso tutto ciò che non è penalmente perseguibile. C’è una legge morale da ri-spettare. Ad esempio la parola data: pensa che se tu dai la tua parola e non la rispetti, nessuno ti potrà imputare niente, ma la tua coscienza riceve un enorme schiaffo. A mio figlio ho sempre cercato di dire “comportati bene, anche quando ti costa qualcosa”.

L’INTERVISTA

Page 10: Voce dei Giovani Luglio 2011

LUGLIO 201110

SPECIALE

Sono arrivati poi i saluti del ministro del calcio Andrea Amelotti e del Presidente Edoardo Meneghetti a tutti gli atleti dell’ A.S.D. S.Croce di oggi e di ieri, degli allenatori e dirigenti che si sono spesi per il bene di tanti giovani.

Chiudeva poi Patrick Pitton, delegato della FIGC, sot-tolineando come il S. Croce sia una palestra di vita e di come questa società abbia acquisito di diritto un posto im-portante nel palcoscenico sportivo bassanese. Una gran-dissima soddisfazione e orgoglio per tutti noi nel ricevere la notizia della consegna del premio di benemerenza a Bruno Torresan per il lavoro svolto in questi 50 anni.

Così si chiudeva la prima parte della serata dove la platea ha potuto ammirare grazie al video preparato da Luca Torresan una carrellata di immagini delle squadre bianco-verdi dal lontano 1961 ad oggi. Sono stati minuti di grande emozione che hanno fatto rivivere ai presenti momenti indimenticabili.

Poi sul palco è stato il momento dei nostri fondatori, di coloro che hanno dato il “la” a questo progetto: Franco Grigoletto e Bruno Torresan.

Franco ci ha spiegato come lui e Bruno, da ragazzini si incontravano nella pausa lavorativa dalle 12.30 alle 14.00 circa per giocare a calcio, grande passione per entrambi, sotto il campanile del Centro Giovanile. All’epoca Franco non abitava a S. Croce, ma poco dopo, viste la sempre più crescente voglia di entrambi e le richieste di giocare in qualche squadra della zona, hanno deciso di fare il grande passo: chiedere al parroco, Don Didimo, di fare la squadra di calcio “altrimenti qua si muore”.

E quel prete, pur di non perdere quei due ragazzi, nella grande intuizione che attraverso lo sport si poteva arrivare ben oltre, disse ai ragazzi che si sarebbe fatto il calcio a S. Croce.

E dal nulla si è creato tutto ciò di cui i nostri ragazzi oggi possono godere.

Bruno ha sottolineato come il “piano” di Don Didimo non era fine al calcio, ma molto più ampio per arrivare l’an-no dopo alla fondazione del Comune dei Giovani. Ci ha

PRESENTAZIONE LIBRO SUI 50 ANNI DI CALCIO S.CROCE

di Andrea Amelotti

“Innanzitutto devo dirvi spassionatamente una cosa: ce l’abbiamo fatta!”

Così Giovanni Meneghetti, presidente del Comitato per i festeggiamenti del 50° del calcio introduceva la pre-sentazione del libro dei 50 anni della storia del calcio a S. Croce.

Il 25 marzo dopo quasi 3 anni di ricerca, di cataloga-zione foto, di serate passate attorno al tavolo per ricorda-re la storia, gli episodi, per ricordare i nomi dei volti nelle numerosissime foto (tesoro immenso per i quali dobbiamo ringraziare di cuore Franco Grigoletto ed Orlando Zanol-la), questo documento atteso e voluto è stato presentato nell’Aula Magna dell’Oratorio G. Frassati di S. Croce a gio-catori, dirigenti, allenatori, collaboratori e a tutti coloro che hanno partecipato e che si sono spesi per questa espe-rienza educativa.

Dopo l’introduzione del giornalista sportivo Vincenzo Pittureri molte sono state le personalità intervenute per portare il saluto alla numerosa folla presente. In primis Don Paolo Traverso, parroco di S. Croce e Vicario di Bassano del Grappa che ha richiamato nella preghiera la presenza del Padre quale origine di ogni opera costruttiva.

Don Antonio Gonzato ha ricordato come lo sport può essere un grandissimo strumento di educazione ed ami-cizia.

“Lo sport è un grandissimo strumento di trasmissione, per intensità e per la grande opportuna di relazione ed amicizia che si instaurano”

1961-201150 anni di Calcio Santa Croce

Secondo speciale sulla Vdg sui 50 anni di calcio A.S.S.Croce

1 2

Page 11: Voce dei Giovani Luglio 2011

LUGLIO 2011 11

SPECIALE

PRESENTAZIONE LIBRO SUI 50 ANNI DI CALCIO S.CROCE

ricordato come la passione, la determinazione e il sacrificio sono stati la base per creare dal

nulla tutto quanto e come i primi anni sia stata dura e, se anche non gratificante dal punto di vista dei risultati, il gruppo c’era, la voglia era tanta e quella era la vera vittoria che esaltava Don Didimo.

E’ stato poi suggellato il legame con gli amici di Val-dagno, rappresentati dal Sig. Bortolaso il quale identifica nelle esperienze di S. Croce e Valdagno due traguardi im-portanti per queste comunità.

I pilastri del metodo di Don Didimo, ovvero la respon-sabilizzazione dei giovani e l’intensa attività educativa e culturale, lasciano solchi indelebili nella realtà.

Il clou della serata è stata quindi caratterizzata dalla presentazione del libro da parte del Presidente del Comi-tato Giovanni Meneghetti. Gianni ha espresso, vista l’im-possibilità di riportare tutti i nomi, un ringraziamento since-ro a tutti coloro che hanno dato una mano nel corso della storia della società, come riportato nella prima pagina del libro. Per sostenere bene un’attività ci vuole una buona base, che era il progetto educativo che aveva in mente Don Didimo: il Comune dei Giovani.

Il pensiero cioè rivolto non ad una società di semplice erogazione di un servizio bensì una comunità di persone atte a perseguire i valori fondamentali dell’uomo.

La formazione di uomini nella società odierna diventa fondamentale date le distrazioni e la confusione alle quali i nostri ragazzi sono sottoposti.

Il libro racconta una storia di motivazioni, fatti ed avve-nimenti; gioie e dolori, vittorie e sconfitte sempre accom-pagnate dall’attenzione al valore della persona e alla sua educazione.

Il Presidente ha rimarcato poi i 2 fondamenti che si leg-gono tra le righe: la gratuità, elemento “dato dal rapporto con l’infinito che ogni azione umana non può non amplifi-care”, come diceva Don Giussani. Il secondo fondamento che ha caratterizzato la società bianco-verde è l’aiuto ai giovani, l’aiuto a capire il senso della propria vita.

Bisogna credere in questo modo di far sport, facendo tesoro di questo segreto: accogliere, orientare, allenare, accompagnare e soprattutto dare speranza. Educare testi-moniando i valori che ci fondano per i quali siamo disposti a fare di tutto.

E’ seguito l’intervento dell’assessore allo sport Ales-sandro Fabris il quale ha riconosciuto il valore di questa società e di come in questi 50 anni tante persone sono cambiate grazie a questa esperienza. Indossare la maglia bianco-verde rappresenta un’opportunità unica e quindi “da parte della città di Bassano un grande ringraziamento con l’augurio di riuscire ad amplificare l’operato di tutti”.

Altro amico venuto a partecipare all’evento è stato l’ex allenatore del Cittadella Ezio Glerean che ci ha raccontato il suo incontro con Don Didimo attraverso la testimonianza dell’ex allenatore del S. Croce, il Sig. Costenaro, e di come questo metodo educativo nello sport possa essere vera-mente da faro per i giovani.

Un altro video, ricavato dal DVD realizzato insieme al libro del 50°, curato da Franco Grigoletto, è stato proietta-to, dove il pubblico ha potuto apprezzare alcuni spezzoni di momenti importanti vissuti sui campi di gioco e non solo.

Al termine della serata sono stati consegnati i primi libri alle autorità presenti e come di consueto la festa è conti-nuata con il rinfresco finale.

Tante le emozioni e i ricordi affiorati in tutti noi.Di sicuro una cosa possiamo dire a gran voce: GRAZIE DON DIDIMO, GRAZIE A. S. S. CROCE.

… e la storia continua, il futuro lo possiamo costruire solo noi!

nella foto 1don Paolo Traverso,

parrocco di Santa Croce, avvia la serata

di festeggiamento con una preghiera

comunitarianella foto 2

(da sinistra) l’ex-presidente Edoardo Meneghetti, l’attuale presidente Giovanni Meneghetti, il mini-

stro del calcio Andrea Amelotti e l’allenatore

Ezio Glerean nella foto 3

l’aula magna dell’O-ratorio Frassati di

Santa Croce colma di giocatori e allena-

tori che hanno fatto i 50 anni di storia dell’A.s.s. Croce

nella foto 4momenti di conviviali-tà a conclusione della

serata

3 4

Page 12: Voce dei Giovani Luglio 2011

LUGLIO 201112

L’INTERVISTA

di Luca Torresan

I GIOVANI E L’IMPEGNO SOCIO-POLITICOINTERVISTA A MARCO ARTUSO

Fin da quando l’idea del Comune dei Giovani era ancora nella fase progettuale, Don Didimo vi aveva visto un metodo innovativo per educare i giovani all’impegno sociale e politico. E su questa strada si è costruito tutto un percorso che negli anni ha portato i “figli” di don Didi-mo ad organizzare per gli iscritti, ma anche e soprattutto per la città, tutta una serie di incontri e di conferenze tenuti dai personaggi più di spicco del panorama politico-cattolico dal dopoguerra ad oggi. Per varie vicissitudini questa modo di fare formazione ed informazione politi-ca è venuto meno. Negli ultimi anni, invece, è emersa forte la necessità di informare e formare i giovani alla cosa pubblica, senza farsi influenzare da tutto quello che oggi viene spacciato per politica, ma che politica non è. Scandali amorosi, volgarità lessicali, “inciuci” economici, compravendita di cariche e di persone, processi, ecc. sono i cardini di una politica che i mass media voglio trasmettere oggi.

Quello che invece il Gruppo di Politica del Comu-ne dei Giovani intende approfondire oggi sono tutt’altre tematiche, che si riferiscono ad elementi basilari della politica: bene comune, difesa dei valori e dei diritti fon-damentali, servizio, gratuità, sussidiarietà, legalità, ecc.

Tutto questo, naturalmente, ma giova sempre ricor-darlo, senza fare scuola di partito. L’intento è quello di instillare nei giovani una coscienza critica rispetto alla realtà della politica oggi. Se un giovane capisce ed ana-lizza i fatti, poggiando le proprie riflessioni su basi solide, allora sarà in grado di dare la propria preferenza eletto-rale in maniera ponderata.

Per alcuni anni gli incontri hanno avuto cadenza mensile e si sono discusse a volte tematiche di carattere nazionale, altre di aspetti locali, ma tutte sempre con uno spirito critico e di attenta analisi.

Da quest’anno si è intrapresa l’esperienza delle set-timane di politica. Durante l’anno vengono individuate due settimane in cui si fa invito ad interrompere quante più attività possibili e per tutte le sere di quella settimana ci si ritrova a discutere di varie tematiche (quest’ultima appena conclusa ha toccato i temi del Risorgimento, dell’Unità d’Italia, dell’economica, ecc.).

L’idea di queste settimane di politica è venuta dal coordinatore del gruppo di politica, Marco Artuso, a cui abbiamo sottoposto alcune domande.

Con quale intento è nato il Gruppo Politica Gio-vani del Comune dei Giovani?

La polis è il luogo nel quale ognuno di noi vive e l’ambiente in cui si vive merita di essere sano e pulito. Il Comune dei Giovani ci ha insegnato a capire l’impor-tanza del mettersi a servizio per gli altri, a servizio di un bene che non mi fa ricco, bello e potente, che non ri-guarda insomma il mio interesse personale. Per questo abbiamo bisogno di giovani che mettano il loro tempo e le loro capacità a servizio della polis: nel governo della città, nella scuola, nei quartieri, nell’ambiente di lavoro. Il Gruppo Giovani prepara a questo in continuità e come conseguenza del metodo educativo del Comune dei Gio-vani che insegna a non guardare a se stessi, ma al bene di tutti.

Come giudichi i risultati fin qui raggiunti e quali sono i programmi futuri per questa attività?

In questi anni molti giovani hanno potuto dedicare il loro tempo, le loro capacità, le loro idee nella cura del giardino della propria città. Questo oggi non è per niente scontato ed è proprio questo che ci aiuta a non mollare.

Sei stato consigliere comunale a Bassano nella precedente amministrazione. Ti ha aiutato l’espe-rienza del Comune dei Giovani per svolgere questo ruolo?

L’esperienza del Comune dei Giovani mi ha aiutato eccome! Mi ha aiutato a non agire per interesse perso-nale, mi ha aiutato a creare relazioni forti e sincere, mi ha aiutato a metterci tutto l’impegno di cui ero capace. In un certo senso è come essere allenati per affrontare le difficoltà. Nell’ambito del consiglio comunale ho trovato molti amici, molte persone con cui mi continuo a trovare e a condividere delle esperienze. Molte di queste perso-ne notavano e apprezzavano la mia provenienza. E’ una delle cose più belle, poter essere apprezzato per quello che sei, per il mondo da cui vieni perché dal tuo viso, dalla tua faccia, dal tuo modo di fare se ne vedono i frutti.

Ultima domanda: come dovrebbe porsi, secondo te, un cristiano nei confronti della politica oggi?

Prendersela a cuore, è un dovere di tutti, è compito di ogni cristiano... siamo chiamati a dare, a dire, ad agire da cristiani. Ce lo ricorda spesso il Papa. Dobbiamo es-sere sale della terra e luce del mondo... in questo mon-do, in questa società, con le sue regole, con i suoi partiti, con i suoi rappresentanti, nel modo in cui è organizzata affinché si esprima meglio e nel rispetto di quei diritti che la Chiesa ci indica come non negoziabili: la vita, la fami-glia, la libertà di educazione.

Page 13: Voce dei Giovani Luglio 2011

LUGLIO 2011 13

PARLANDO DI

di don Paolo Traverso

LA MINISTERIALITA’ LAICALERIFLESSIONE SULLA VITA DEL LAICO CRISTIANO

Sicuramente uno dei segni di novità nella Chiesa del Concilio Vaticano II° è stato ed è quello dei Ministeri: una Chiesa tutta ministeriale; ma noi sappiamo che la novità evangelica non è mai identificabile con qualcosa, perché essa piuttosto è uno spirito, è uno stile che segna quello che si fa; vi è perciò un rischio: quello che il ministero sia vissuto più per la dignità e per il ruolo che comporta che non come servizio, come pura scelta evangelica.

Le istituzioni e i ruoli sono carichi di senso quando suscitano l’uomo finalmente adulto nella fede, capace di farsi carico di impegni, di responsabilità nei confronti degli altri, ma non là dove l’uomo cerca di ottenere un riconoscimento per quello che già sa che deve fare pro-prio perché cristiano.

Mi sembra di notare che una grande parte della ri-flessione sui ministeri si limita al servizio puramente cul-turale, celebrativo, con la tendenza a mettere in rilievo più il contenuto di esso che l’aspetto qualitativo dell’es-sere, con il rischio di fare dei cristiani specializzati per un compito, invece di uomini e donne aperti, in cerca di una solidarietà radicale con tutti i fratelli, oltre che con il mistero di Dio. In fondo, molti cristiani sentono spesso il bisogno che venga loro riconosciuto un ruolo “pubblico” nella Chiesa, ma mi sembra che questo riveli un limite della maturazione, della libertà umana a cui Dio ci chia-ma, perché è un tradire il ministero fondamentale che ci è proprio, quello della laicità. È infatti la laicità il fonda-mento di qualsiasi altra vocazione nella Chiesa, perché la Chiesa nella sua natura, nella sua essenza è laica, è fatta di laici. Ed è a partire dal laicato cristiano che Dio poi si sceglie i suoi diaconi, i suoi preti e i Vescovi.

Quando si vive da vicino la vita della Chiesa, si pro-va un certo disagio: i bisogni reali dell’evangelizzazione o quelli legati a certe strutture sono diventati il punto di partenza per la fondazione di ruoli, funzioni e ministeri, mentre lo dovrebbero essere le persone con quello che si portano dentro. A volte mi viene da pensare che se togliessimo certe cose da fare ai preti, ma anche ai cri-stiani più impegnati, non si sa cosa resterebbe in piedi di loro, come se nel quotidiano non vi fosse la possibilità di essere cristiani credenti e credibili.

Secondo quanto afferma l’apostolo Paolo nel portale della lettera ai Romani che si trova all’inizio del capitolo 12, la nostra offerta a Dio non sta tanto nel tempo che gli diamo per andare in Chiesa, per far visita a qualche am-malato, per fare catechismo, per animare la liturgia ma è l’offerta della nostra vita intera con le sue opere e i suoi giorni. D’altronde sono convinto che poi la vera offerta trasforma chi offre. Se è vero che un impegno ecclesia-

le vissuto con responsabilità mi aiuta a trasformarmi è anche vero che la vita accolta in profondità, aperta al divino, trasforma ancora di più. Il Cristo incarnandosi ci ha indicato che la vita umana è il vero luogo d’incontro tra Dio e l’uomo. Eppure viviamo ancora con un certo disagio questa legge dell’incarnazione.

Dovremmo renderci conto che il servizio primo, come cristiani, al di là dei compiti specifici da svolgere, è di vivere la vita nella professione, nella famiglia, nella società, nelle relazioni, in tutti i suoi aspetti, come dono di Dio, come autentico luogo dell’incontro con Lui.

Mi è venuto tra le mani qualche tempo fa uno scritto che presso poco diceva così: “Come far bere un asino che non ha sete? Trovate un altro asino che abbia sete e che sappia bere a lungo, con gioia e desiderio, a fianco del suo simile, non per dargli il buon esempio, ma perché egli è fondamentalmente e semplicemente un assetato.

Un giorno forse il suo compagno si chiederà se non farebbe bene a tuffare anche lui il muso nel secchio d’ac-qua fresca”.

Bel compito, questo, del laico cristiano! Così dovreb-bero vivere i cristiani la loro laicità, sapendo di essere prima di tutto uomini e donne assetati di Dio, sempre in ricerca, con il coraggio di essere così davanti ai fratelli sino a suscitare in loro il desiderio di gustare questo Dio, senza far pesare eventuali ruoli, senza azioni straordina-rie, ma nel quotidiano, vissuto con il cuore aperto ai fra-telli, con quella semplicità che è amore. Personalmente mi auguro che ciò avvenga particolarmente per i cristiani laici impegnati all’interno delle associazioni e dei movi-menti ecclesiali anche del nostro Vicariato.

“Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia

con diligenza; chi fa opere di misecordia,

le compia con gioia”Romani 12, 8

don paolo traversoparrocco di Santa Croce e vicario di

Bassano del Grappa

Gentili lettori, pubblichiamo di seguito l'articolo "La Ministerialità Laicale", già proposto nel numero precedente della Voce dei Giovani ma erroneamente attribuito a don Paolo Baldo. L'articolo è di don Paolo Traverso. Ci scusiamo con voi lettori ma soprattutto con i diretti interessati per la svista. Buona lettura.

il Direttore

Page 14: Voce dei Giovani Luglio 2011

LUGLIO 201114

LA NOSTRA STORIA

IL COMUNE DEI GIOVANI AVEVA UN GEMELLO IN SOFFITTAPRESENTAZIONE DEL LIBRO-DOCUMENTARIO SULL’ESPERIENZA DEL COMUNE DEI GIOVANI DI CASARSA DELLA DELIZIA

di Giovanni Battaglia

Era il 1964 quando un pugno di ragazzi partiva da Casarsa della Delizia alla volta di Bassano del Grappa, per studiare il Comune dei Giovani e capirne la logica organizzativa.

Passano 47 anni e siamo noi giovani da Bassano a fare lo stesso viaggio, questa volta di ritorno. E’ stata una e-mail dal professor Francesco Colussi ad incuriosirci: la Pro Loco del posto ha deciso di ricercare e documen-tare la cronistoria del Comune dei Giovani di Casarsa, il cosidetto CGC, un’esperienza clone nata nel 1966 e durata per circa otto anni. Così siamo invitati alla pre-sentazione del libro “Quando le messe erano beat”, testimonianza di un’esperienza breve, seppur fruttuosa, di Comune dei Giovani, di cui sinceramente ignoravamo l’esistenza.

L’INIZIATIVA DEL CAPPELLANO DON CARLO BERTOLO

Intorno ai Zìmui - i campanili gemelli della chiesa di Santa Croce e San Rocco - nel 1963 esistevano già di-verse attività parrocchiali (l’Azione Cattolica e gli Scout). Tuttavia il neoarrivato cappellano ventisettenne don Carlo Bertolo comincia a meditare l’idea, rivoluzionaria al tempo, di creare un’esperienza aggregativa in cui il giovane potesse essere protagonista attivo: tasta la di-sponibilità dei ragazzi della parrocchia, si confronta con i genitori e studia i modelli già esistenti.

Tre erano i riferimenti: la Boys Town di Omaha fon-data da padre Andrew Flanagan per gli orfani e i poveri, la scuola serale per operai di don Lorenzo Milani a Firen-

ze e il Comune dei Giovani di Bassano del Grappa di don Didimo Mantiero.

E’ quest’ultimo che dà l’ispirazione sostanziale, tanto che un anno dopo diverse volte il sindaco del Comune dei Giovani Piergiorgio Zonta accoglierà una piccola de-legazione di casarsesi incuriositi a Bassano, colpiti dalla singolarità della nostra esperienza.

LA NASCITA DEL COMUNE DEI GIOVANI DI CASARSA

L’entusiasmo di giovane in giovane ha una velocità di propagazione incredibile e le attività a Casarsa non aspettano un minuto: si cominciano subito lavori di ge-stione e manutenzione degli spazi dell’oratorio e degli impianti sportivi. Nonostante un po’ di diffidenza per il progetto, nel 1966 viene istituito ufficialmente il Comune dei Giovani, con tanto di elezioni, Statuto e Vademecum per gli iscritti. Il germoglio attecchisce presto tra i giova-ni, che si ritrovano nelle diverse attività, arrivando presto a quote di 150 iscritti. I ministeri del calcio e del teatro coinvolgono subito molti ragazzi, anche se i ministeri più rilevanti nel CGC sono la cultura, la musica e il giornale.

Casarsa ha una tradizione importante a livello cul-turale: viene infatti ricordata spesso per Pasolini e per gli importanti eventi internazionali legati al cinema muto. giovani del CGC non vogliono essere da meno, così la biblioteca e uno spazio di confronto culturale diventano le basi per il florido ministero della cultura.

La musica rappresenta la variabile d’intesa e di ag-gregazione massima. Tra ex-sindaci ed ex-ministri sono continue le citazioni: Led Zeppelin, Rolling Stones, De André, New Trolls, Equipe ‘84 e Dik Dik sono alcuni dei gruppi che i giovani ascoltavano e discutevano assie-me. L’avanguardismo musicale ha portato alle cosidette “Messe beat”, su ispirazione della “Messa dei giovani” celebrata a Roma nel 1966. La prima funzione liturgica in chiave beat a Casarsa fu allestita nella sala del cinema parrocchiale, e diede spazio a diversi complessi locali, The Phantoms, The Ambassords e The Vibration.

Infine il giornale, vera espressione dell’evoluzione giovanile. Partito come un foglio dattiloscritto e ciclosti-lato chiamato il “Calimero”, dopo qualche anno diventò “Il Momento dei Giovani”. L’idea è semplice: dare spazio alle riflessioni e ai confronti dei giovani, e raccogliere fi-nanziamenti attraverso la vendita all’uscita della Messa domenicale e attraverso la vendita porta a porta.

1

2

Casarsa della Delizia è un comune di 8500 abitanti, in provincia di Pordenone in Friuli Venezia Giulia. Il suo nome è legato a quel-lo del regista e poeta Pier Paolo Pasolini, che visse qui nel pe-riodo della guerra.

Page 15: Voce dei Giovani Luglio 2011

LUGLIO 2011 15

LA NOSTRA STORIA

IL COMUNE DEI GIOVANI AVEVA UN GEMELLO IN SOFFITTAPRESENTAZIONE DEL LIBRO-DOCUMENTARIO SULL’ESPERIENZA DEL COMUNE DEI GIOVANI DI CASARSA DELLA DELIZIA

ANALOGIENella seconda pagina del primo numero de “Il Mo-

mento dei Giovani” l’articolo “Storia di un trapianto” sve-lava il collegamento con l’esperienza bassanese, seppur rielaborata.

Protagonista dell’associazione CGC può essere il parrocchiano dai 15 ai 27 anni. L’associazione inizial-mente era ristretta al maschile, dopo qualche anno di-venterà mista. Anche l’organizzazione è identica: le ele-zioni si svolgono ogni anno e si elegge così il consiglio direttivo con sindaco, segretario, ministri e assistente. Il bene comune muove i giovani con passione; i talenti vengono condivisi, chi ha possibilità di studiare alla sera ripete agli amici quanto appreso: si sviluppa poi sin dai primi momenti la necessità di trasmettere l’esperienza, con uno spirito che guarda lontano.

Anche il CGC ha il suo stemma (lo slogan è “La liber-tà di essere ciò in cui si crede”), i suoi cittadini onorari, il suo Statuto e un suo regolamento (il Vademecum).

Ma l’analogia più forte è nell’educazione all’impegno socio-politico: il CGC ha sfornato due sindaci per la cit-tà di Casarsa, molti assessori, consiglieri comunali, un consigliere regionale e diversi responsabili di importanti iniziative culturali e di volontariato.

E’ il primo sindaco del CGC Angelo Favret a sottoli-neare come l’esperienza prepolitica, la grande passione per la vita civile, abbia cambiato la città: “Casarsa non fu più la stessa”

DIFFERENZEIl CGC di Casarsa sottolinea spesso il divario tra il

mondo adulto e il mondo giovanile. Dal giornale i giovani più di qualche volta si compattano e polemizzano, sep-pur con toni moderati, riguardo i diversi problemi dovuti alle differenze d’età. Se nel CGC si è parlato di scontro generazionale, nel CdG si parla di incontro generaziona-le, già solo guardando la nostra bandiera. Gli screzi e le differenze sono e vengono superati con l’uso sapiente della ragione.

Ma soprattutto il Comune dei Giovani basa le sue fondamenta nella Dieci. In ogni momento della nostra storia c’è stato chi con carità e umiltà ha pregato e si è sacrificato per i giovani dell’associazione. I primi anni sono stati segnati dalla scomparsa di alcuni generosi giovani, e questo dolore ha portato gli iscritti a perse-verare nella loro missione educativa, comprendendone appieno la portata.

LA FINE DEL COMUNE DEI GIOVANI DI CASARSAI vari cappellani hanno seguito il CGC cercando

sempre di mantenerlo vivo, ma hanno influito con le loro personalità a momenti differenti dell’associazione. Don Carlo Bertolo è ricordato per la volontà innovatrice e la discrezione coi giovani. Con don Santarossa le attività diventano più intense, il gruppo portante prende forza, ma cominciano a perdere d’importanza i ministeri. Con l’arrivo del nuovo cappellano don Zaramella, viene meno l’importanza delle istituzioni e delle assemblee. L’opera-to del CGC continua formalmente fino al 1971, poi non c’è traccia di attività consiliari e di elezioni.

Gli stravolgimenti della gioventù dopo il ‘68 e, so-prattutto, la mancanza di un forte carisma hanno portato l’esperienza del CGC a sfumare nel 1972.

E’ fantastica l’energia che traspare da questi ex-cittadini del Comune dei Giovani. Qualcuno sottolinea come quel movimento lo abbia cambiato profondamen-te; ironicamente ci dicono che il CGC non è mai stato sciolto, anzi, continua tutt’ora dentro di loro.

Siamo esterefatti noi giovani di Bassano, perché dal primo minuto sembra di vivere una vita parallela: si resta allibiti quando ti mostrano dov’era il vecchio oratorio di-cendo “Ecco, qui è nato il Comune dei Giovani”. Ci arric-chisce vedere tutte queste analogie, capire le difficoltà, comprendere come il nostro metodo sia fruttuoso anche da altre parti. Alla vigilia del cinquantesimo compleanno arriva l’ennesima conferma all’efficacia educativa.

Se per noi è bello ed importante poter imparare da un altro CdG, per i casarsesi sapere che a Bassano non ci si è fermati, e che siamo qui più carichi che mai, è motivo di indescrivibile gioia.

E’ un ex-Phantom, il chitarrista mi pare, che ci ferma con gli occhi spalancati “Ma siete forti! Voi cambiate il mondo!”.

Sì, ci impegneremo.

3

4

foto 1 la copertina del libro “Quando le

messe erano beat” di F. Colussi e D. Fran-

cescutti, edito dalla Biblioteca dell’Imma-

ginefoto 2 e foto 3 mo-menti di confronto e

di convivialità a Santa Croce di Bassano

del Grappa tra i cittadini del Comune dei Giovani e alcuni

interessati casarsesi.Nelle foto spicca l’attuale sindaco

Piergiorgio Zonta

foto 4 Il Professor Colussi non ha vis-

suto l’esperienza del Comune dei Giovani

di Casarsa della Delizia, ma ha effet-tuato questa ricerca storiografica locale

ascoltando diversi ex iscritti e documentan-

dosi su tutti giornali stampati al tempo.

Page 16: Voce dei Giovani Luglio 2011

LUGLIO 201116

ESPERIENZE

TOGO:LA PICCOLEZZA DI UN FRAMMENTO D’AFRICA,LA GRANDEZZA INDEFINIBILE DI UN’ESPERIENZA CHE SCONVOLGE L’ANIMO

di Laura Peruzzo

Seconda edizione della nuova stagione della Voce, secondo “reportage dall’estero”. Siamo ancora una volta in Africa, ma stavolta il nostro protagonista è un uomo maturo, già ricco di esperienze, padre di famiglia, che decide, con grande determinazione e motivazione, di andare un mese in Togo: stiamo parlando di Fabio Be-raldin, e almeno per i membri del CDG non sono neces-sari altri aggettivi. Il suo racconto dura più di 2 ore, non servono domande perché lui inizia a snocciolare concetti e descrizioni. Dai dettagli percepisco chiaramente la pro-fondità della sua esperienza, l’attenzione con cui ha vis-suto ogni momento. Il fatto di esser partito conscio della portata e delle difficoltà, fisiche e psicologiche, di tale viaggio, peraltro progettato da anni, non sono bastati ad ammortizzare il forte impatto emotivo del mese trascor-so, che a tratti riaffiora ancora chiaramente dalla voce tremolante e dagli occhi commossi di Fabio. “Sono state solo 6 ore di aereo, ma la realtà che mi si è presentata davanti era veramente un mondo diverso”.

Fabio ci racconta il disorientamento sconcertante all’arrivo : 42° che ti piombano addosso appena sceso dall’aereo, l’aeroporto stile baracca con un solo aereo per tutte le corse, focolari notturni accesi tra le strade della città- che poi ha scoperto essere il loro metodo di smaltimento dei rifiuti- nessun rimando a ciò che per noi è scontato: taxi sicuri, tutela al cittadino, regole sociali. “E poi un profumo particolare, un odore nuovo e indescri-vibile: è vero, l’Africa ha il suo profumo!”

Durante questo mese in Togo Fabio è stato ospita-to presso il Centro Medico Sociale di Kouvè, paesino a circa 35km (2 ore e mezza) dalla capitale del paese, Lomè. Qui opera infatti la sorella, missionaria in Africa da più di 40 anni. Il centro funge da polo educativo, medico, fonte di numerosi impieghi lavorativi e fornitore di diversi supporti alla gente locale-come l’importante accesso al pozzo d’acqua. L’educazione ha un’importanza fonda-mentale: scuola materna, primaria, secondaria e liceo permettono ai bambini di ricevere un’istruzione basilare, comprendente anche l’insegnamento del francese (lin-gua ufficiale), la trasmissione dei valori religiosi ma an-che l’insegnamento delle nozioni base di igiene. E qui si potrebbe aprire una parentesi multipla. Dobbiamo infatti capire quanto la realtà del paese sia diversa dalla nostra in un’infinità sconcertante di aspetti.

La maggioranza delle persone, a seconda del grado di ricchezza- o meglio, di povertà- vive in baracche di rami di palma, o in casette con muri “fai da te” di terra impastata e tetto in lamiera. La possibilità di immaginare un futuro per la propria vita si riduce all’eventualità di po-ter ereditare un pezzo di terra coltivabile dalla famiglia, per poter vivere del raccolto e ricavare qualcosa dallo scambio ai mercati. Le stradine sono infatti costellate di mercanti ambulanti che espongono e barattano beni di prima necessità, di ogni sorte, con l’obiettivo di sfamare la famiglia o riuscire a comprare una bicicletta o sperare in un motorino. Ricordiamo il problema dell’acqua: per raggiungere il pozzo più vicino bisogna fare anche diver-si chilometri a piedi, sotto il sole cocente, dove per stare bene si devono bere 10l di acqua al giorno, e consumare 5 pasti. “Devi prenderti cura del tuo corpo con attenzio-ne, non è vanità ma necessità: il rischio altrimenti è la-sciarci la pelle, e così non avrai aiutato nessuno”, dice Fabio. L’igiene è una nozione ancora sconosciuta, le buche delle strade vengono rattoppate con l’immondizia, e il tutto è da ricondurre all’ignoranza e alla mancanza di una logica di sistema.

togoè una repubblica dell’Africa Occidenta-le. La capitale Lomé si affaccia sui 56 km di costa sul Golfo di Guinea.Ha una popolazione di 6145000 abitanti.Nonostante la scuola sia obbligatoria dai 6 ai 12 anni, si registra un tasso di alfabetiz-zazione del 63%.Il 40% dei togolesi vive con meno di 1.25 $ al giorno.

[f o n t e w i k i p e d i a]

Page 17: Voce dei Giovani Luglio 2011

LUGLIO 2011 17

ESPERIENZE

Come non vedere in questo clamoroso esempio l’applicazione dei valori fondanti del Cristianesimo, come non tornarne a casa sconvolti ma allo stesso tempo più solidi nel percorrere una strada fondata proprio su quei principi di cui anche il Comune dei Giovani è fautore? Un grazie sentito a Fabio che ha condiviso con noi questa esperienza e perché il suo racconto impone molte rifles-sioni ad ognuno di noi. Lui stesso ammette che non è facile riprendersi: sono esperienze che segnano l’animo per sempre. Fabio ci ha fatto comprendere l’importan-za di rivedere il nostro percorso a volte anche alla luce di realtà lontane che hanno però molto da insegnare. Concludo con un augurio: apriamoci alla vita, lasciamoci sconvolgere l’animo.

Che cos’è infatti la cultura di un popolo? Dov’è il con-fine tra rispetto della tradizione e necessità di introdurre parametri spesso definiti “occidentali” per razionalizzare un sistema che non funziona? La gente non ha compe-tenze tecniche per costruire, conoscenze economiche per gestire le risorse (l’unica risorsa del paese è il le-gname, molti sopravvivono grazie all’artigianato, ma poi rimane solo la sussistenza legata all’agricoltura). Non esistono cure mediche, la gente usa ancora metodi tra-dizionali curandosi con erbe e radici, la comprensione è difficoltosa per la coesistenza di dialetti locali diversi. Il tutto contrasta con lo sfarzo della cerchia governativa, di cui fanno parte i vari impiegati delle uniche banche esistenti e delle poche grosse aziende della capitale. Il luccichio degli enormi gioielli d’oro sulla pelle nera dei funzionari stona a dismisura con la povertà del resto del-la popolazione, che sembra però restare in ombra. Dove sono le organizzazioni umanitarie internazionali?

Il futuro di tante persone sembra essere appeso a un solo fattore: la presenza dei missionari, persone di-sinteressate che dedicano anche l’intera vita ad istruire, sfamare, educare, curare questi africani abbandonati da tutti. Le suore del centro di Kouvè sono allo stesso tempo educatrici, infermiere, tecniche quando neces-sario, manager per investire le donazioni nel modo più efficiente : imprenditrici nel senso assoluto del termine. Il tutto guidato, motivato e reso nobile dalla fede in Dio: solo grazie alla preghiera e alla fiducia nella Provvidenza divina il tutto va avanti; le prime suore nere diventano educatrici ed un ordine inizia a definirsi.

“Sono esperienze che segnano l’animo per sempre”

chi e’ fabio beraldinFabio Beraldin è

un ex-cittadino del Comune dei Giovani (dieci volte ministro).Conclusa l’esperien-

za del Comune dei Giovani ha portato avanti con umiltà e

passione l’amore per il prossimo nella fami-glia, nel calcio Santa Croce, nella Scuola

di Cultura Cattolica e nella vita di quartiere.

Page 18: Voce dei Giovani Luglio 2011

LUGLIO 201118

Proiezione del film “Si può fare” con pizzaparty a seguire

Presentato a Casarsa della Delizia il libro

curato dal professor Francesco Colussi (foto) sull’esperienza clone di

CdG

articolo a pag.14-15

Il maltempo ha bloccato la gita organizzata sulla neve e il CdG ha improvvisato un pomeriggio di giochi di società,

videogames e cioccolate calde

Tavola rotonda stile Porta a Porta sul tema della Ragione con Alessandro Macchi di CL, Andrea Mariotto di Scuola

di Cultura Cattolica e don Silvano Danzo. Ha condotto in veste di Bruno Vespa, il ministro della festa Matteo

Bozzetto (in foto)

articolo a pag.5

Cammino di fede in devozione alla madonna in Parco Ragazzi del ‘99 a Bassano del Grappa

Per la Quaresima tre appuntamenti in stile Giorni da Leone: preghiera all’alba tra ragazzi, colazione assieme e poi tutti

a scuola e lavoro

articolo a pag.10-11

Il Comitato per i Festeggiamenti del 50esimo anno di Calcio A.s. Santa Croce ha presentato al sindaco di Bassano del

Grappa il libro e il programma dei festeggiamenti

Damiano Tommasi, calciatore di As Roma e della Nazionale, ha incontrato le giovanili del

Santa Croce

Weekend di riflessione e divertimento nell’altopiano del Grappa per il Consiglio Direttivo del CdG

articolo a pag.4

CINEFORUM PER RAGAZZI

CDG A CASARSA

POMERIGGIO DI DIVERTIMENTO

REASON SOUNDS GOOD

VIA MATRIS

PRIMO GIORNO DA LEONE

PRESENTAZIONE LIBRO 50°

CONFERENZA STAMPA 50°

INCONTRO CON TOMMASI

FESTA DEL MINIVOLLEY

RITIRO CONSIGLIO DIRETTIVO

PELLEGRINAGGIO AL COVOLO

INCONTRO CON PADRE TRENTO

27

4

17

20

2

18

25

23

6

10

8

16

13

febb

raio

mar

zom

arzo

mar

zoap

rile

mar

zo

mar

zom

arzo

apri

leap

rile

apri

leap

rile

mar

zo

Festa provinciale del minivolley organizzata dalle ragazze della pallavolo Santa Croce

4 OPEROSI MESI PERAGENDA

Page 19: Voce dei Giovani Luglio 2011

LUGLIO 2011 19

Giornata a Rubbio con musica e divertimento

Marco Artuso è il nuovo presidente dell’Associazione

Musicale del Comune dei Giovani, qui con l’attuale

ministro della musica Francesca Maso e con il

sindaco Paolo Mariotto

Assemblea tra gli iscritti con presentazione di tutte le attività estive

Il ministero del campeggio

presenta ad animatori e

capicampeggio i temi di riflessione per i diversi turni

Sfida calcistica tra i protagonisti di 50 anni di calcio Santa Croce

Gianni Meneghetti è il nuovo presidente della

Associazione Sportiva Calcio Santa Croce

Immancabile Marketing-Day (anzi afternoon) per promuovere a Bassano e dintorni la Giovaninfesta

All’avvio il torneo di beach volley tra tutte le pallavoliste dell’A.s. Santa Croce

Esibizione dei ragazzi che per un anno hanno imparato uno strumento

Prima serata organizzata dai giovani partecipanti al progetto CdG Lab, un’idea di pre-Comune dei Giovani, perché anche i più giovani possano fare un’esperienza

responsabilizzante

PASQUETTA

ELEZIONE PRESIDENTE MUSICA

APERITIVO LANCIO ESTATE

SERATA TEMA CAMPEGGIO

TORNEO VECCHIE GLORIE

ELEZIONE PRESIDENTE CALCIO

ELEZIONE PRESIDENTE CALCIOM-DAY

PARTENZA PALLAVOLANDO

PELLEGRINAGGIO AL CAINA

SAGGIO DI MUSICA

SERATA CDGLAB

25

4

15

18

21

22

22

23

29

29

27

apri

lem

aggi

om

aggi

o

mag

gio

mag

gio

mag

gio

mag

gio

mag

gio

mag

gio

mag

gio

mag

gio

VISITA DEL PAPA A MESTRE3 mag

gio

LE OPERE DI DON DIDIMO MANTIEROAGENDA

Page 20: Voce dei Giovani Luglio 2011

1912-2012100 anni dalla nascita di don Didimo Mantiero

50 anni son ormai passati, molto nel panorama educativo è stato stravolto, nonostante ciò il Comune dei Giovani di don Didimo Mantiero prosegue perseverante il suo percorso nel Vero, nel Bello e nel Giusto.

1962-201250 anni dalla fondazione del Comune dei Giovani

Molta gente parla e scrive della gioventù ma lo fa come se si trattasse di una cosa ora

utile, ora fastidiosa, ora dannosa.E intanto la gioventù, quella vera che ci cresce intorno, non ha più dove posare la testa; non nella famiglia e meno ancora

nella società. Attinge tutto da agglomerati acefali, da cinema e da spettacoli non

sempre puliti. Piangere come Rachele sopra tanta rovina non serve. Meglio è lavorare

ma in modo consono, adeguato.

Il Comune dei Giovani è uno dei modi adeguati.

Non è fatto per colleggiali o per istituti di organi che si educano a suon di campanello o nella monotonia di orari fissi.Vivono nel loro ambiente di famiglia; frequentano le scuole dello stato, le officine del paese e la chiesa della parrocchia. Tutto nasce dalla

loro libera scelta, non solo i giochi e le loro iniziative. Anche i dirigenti, sindaco e

ministri se li fanno loro, con le elezioni di ogni anno.

Per costruire un mondo nuovo non bastano i mezzi materiali. I sistemi dell'occidente

e dell'oriente stanno mostrando quel che valgono per il progresso civile, culturale e

sociale, per la pace fra gli uomini.I soldi fin che ci sono i ladri, valgono poco.Gli slogan di libertà e uguaglianza, finché

la gente si lascia portare in piazza dove attende la ghigliottina contano niente.

Ci vogliono pane e idee.

Di queste cose ha bisogno la gente.Cittadini così non nascono, non crescono

come funghi nel bosco. Bisogna crearli.

E' quello che si propone il Comune dei Giovani.

don Didimo Mantiero