25 Gennaio 2014 Voce ai giovani

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Imma Guarasci porterà in scena “La partita di scacchi” Cornice teatrale, il campo di internamento di Tarsia Settimanale indipendente di informazione Anno 38 - 25 Gennaio 2014 - Numero 4 euro 0,50 di Francesco Fotia PER INTRODURRE E DIVULGARE Antonio Serra e il suo tempo e il trattato sull’oro di Napoli... L’Unical celebra quel gran genio di Eduardo De Filippo Il libro scritto da Oreste Parise sarà presentato lunedì 27 a Cosenza ESPONENTI DEL NOVECENTO Università della Calabria e istituzioni per «un’arte che non è una tra le altre»

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Sabato 25 gennaio 2014

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Imma Guarasci porterà in scena “La partita di scacchi”Cornice teatrale, il campo di internamento di Tarsia

Settimanale indipendente di informazioneAnno 38 - 25 Gennaio 2014 - Numero 4 euro 0,50

di Francesco Fotia

PER INTRODURRE E DIVULGARE

Antonio Serrae il suo tempoe il trattatosull’oro di Napoli...

LL’’UUnniiccaall cceelleebbrraaqquueell ggrraann ggeenniiooddii EEdduuaarrddooDDee FFiilliippppoo

Il libro scritto da Oreste Parisesarà presentato lunedì 27 a Cosenza

ESPONENTI DEL NOVECENTO

Università della Calabria e istituzioniper «un’arte che non è una tra le altre»

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Assistenza fisica. Massima priorità ai bambini diversabili ed alle fa-miglie che necessitano di questo essenziale supporto. Questo servi-zio non può e non deve essere una speculazione per coloro che, evi-dentemente, hanno interpretato diversamente gli obiettivi del pro-getto, intendendolo come un’occasione lavorativa e clientelare e noncome una prestazione finalizzata, esclusivamente, al benessere deibambini. Amministrazione comunale intenzionata ad andare avan-ti e garantire lo svolgimento dell’attività assistenziale. 450mila eu-ro i fondi di bilancio recuperati dai tagli effettuati su altri capitola-ti, e stanziati per garantire la continuità scolastica, per i prossimi 18

mesi, ai bambini disabili. Il mio appello è rivolto so-prattutto alle organizzazioni sindacali e ad un loro in-tervento responsabile nel merito della vicenda.

È quanto dichiarato dal sindaco Giuseppe Antoniotti,nel corso di un proficuo e positivo confronto tenutosinella sala giunta della sede municipale, con una dele-gazione dei genitori dei bambini che hanno diritto alservizio. All’incontro hanno partecipato anche l’asses-sore alla pubblica istruzione Stella Pizzuti, il dirigentedel settore Giuseppe Passavanti, la responsabileSigismina Promenzio ed il presidente della commis-sione bilancio Natale Chiarello.

Abbiamo fatto e continueremo a fare il possibile - af-ferma il primo cittadino - per non penalizzare i cittadi-ni più bisognosi e disagiati. Abbiamo la coscienza a po-sto perché, nonostante le gravi difficoltà economiche,in modo prioritario, non è stato tagliato nulla sul capi-tolo dei servizi sociali. Anzi, così come in questo caso,sono state investite maggiori risorse rispetto al passa-to. Ecco perché mi sento mortificato vedendo, invece,che molte figure che gravitano attorno a questa vicen-da, sono probabilmente infervorate da altre motivazio-ni e da altri obiettivi. Da più parti, infatti, si è avuta l’im-pressione di una volontà di rallentare la ripresa del ser-vizio, che, ribadisco, è e deve essere considerato comeuna prestazione finalizzata, esclusivamente, al benes-sere dei bambini disabili ed un supporto alle loro fami-glie. Sia chiaro, non ammettiamo speculazioni. Andremoavanti - continua Antoniotti - e lo faremo come semprerispettando i criteri di legge previsti. La cifra stanziatanel nuovo capitolato prevede 40 assistenti fisiche per

tre ore al giorno, per 18 mesi. Se avessimo optato per 45 operatrici,avremmo rischiato di dover interrompere l’attività di assistenza agiugno o di offrire un servizio ridotto alle famiglie. È ovvio che ilnostro intento è quello di reperire fondi extrabilancio che ci con-sentirebbero di implementare e rimpinguare il servizio, ma ad og-gi, non possiamo fare diversamente per evitare che vengano pena-lizzati gli utenti, che vivono già una condizione di per sé disagiata.Il confronto di oggi, serve proprio a sottolineare la vicinanza delleIstituzioni ai cittadini e, contemporaneamente, a chiedere manforteai diretti interessati nell’assumere decisioni che li coinvolgono di-rettamente. Mi preme ribadire, infine, che i 450mila euro stanziatiper il servizio, sono stati attinti esclusivamente dal bilancio comu-nale. Non abbiamo ricevuto alcun finanziamento da parte dellaRegione Calabria, né della Provincia che, al contrario, ha interrot-to, ormai da due anni l’assistenza scolastica negli Istituti superiori.

Nel corso della riunione i genitori, di concerto con l’amministra-zione comunale hanno ribadito tre concetti fondamentali sui qualidovrà basarsi il servizio di assistenza fisica: che non vengano ridottele ore di sostegno; che non si verifichi il rischio di una riduzione del-le operatrici ad anno scolastico in corso; e che i loro ragazzi in untotale clima di integrazione con i compagni di classe, concludanoregolarmente il corso di studi annuale.

Tra le novità del capitolato è previsto, inoltre, da parte della nuovaditta che gestirà il servizio, il supporto di figure specializzate, tra lequali due educatori ed uno psicologo che garantirà il counseling sco-lastico di ascolto e comunicazione, dedicato alle famiglie.

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II

Rossano, assistenza scolastica, priorità ai bimbi diversamente abili

Progetto che non si arrendeProgetto che non si arrende

Meno soli, più assistiti

«Questoservizionon puòe non deveessere unaspeculazioneper coloroche, evidente-mente, hannointerpretatodiversamentegli obiettividel progetto» affermail sindacoGiuseppeAntoniotti

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In occasione della ricorrenza del giorno della memoria, l’assesso-rato alla Cultura del Comune di Cosenza ha deciso di dedicare perl’intera giornata del 27 gennaio il palinsesto della propria Web Tval tema della Shoah.Tutti i cittadini e, soprattutto, le scuole avranno a disposizione fil-mati e una selezione accurata di link a fonti multimediali a cui ac-cedere per riflettere sull’orrore dell’antisemistismo e della persecu-zione razziale. «Abbiamo pensato di legare la Shoah alle nuove generazioni - hadichiarato l’assessore alla Scuola e alla Cultura Geppino De Rose -attraverso strumenti a loro più familiari e di più facile accesso. Eccoperché, pur rispettandone motivazione e procedure, abbiamo evita-to di organizzare l’ennesima occasione seminariale o convegnisti-ca. La Web Tv ci è infatti sembrata la modalità più diretta per con-sentire ai docenti di organizzare nelle scuole momenti di sensibiliz-zazione, partecipazione e informazione. Non crediamo che esistauna sola giornata della memoria. Le ferite di Auschwitz sono feritedell’umanità che la memoria deve mantenere vive, sempre». «Spiegare a quasi 70 anni di distanza il significato del 27 gen-naio 1945 e dell’apertura dei cancelli di Auschwitz - pro-segue l’assessore- può apparire semplice. Non è così: laShoah non può tradursi in un “evento-passerella” an-nuale con relativo merchandising. Troppi sono, pur-troppo, i focolai di fanatismo antisemita ancorain giro per l’Europa e anche nel nostro Paese.Occorre che nelle scuole si faccia strada la per-cezione di un rischio reale di intolleranza razzia-le che il Paese deve combattere attraverso la forma-zione e la sensibilizzazione».«Ai nostri straordinari docenti sta ora il compito di deco-dificare i contenuti dei filmati nei linguaggi più appropriatialle specificità dei loro giovani allievi. Se l’esperimento fun-zionerà - conclude l’assessore De Rose - pianificheremo attività diideazione e realizzazione di materiali multimediali sul tema com-plessivo della Memoria all’interno della Città dei Ragazzi. Una sor-ta di laboratorio permanente di arti visive sulla Memoria che i no-stri bambini dedicheranno alla Shoah, ai tanti crimini razziali dellastoria umana ma anche alle tante identità culturali minoritarie pre-senti nella nostra città».

Alle scuole e ai cittadini, per accedere ai filmati, basterà utilizzareil sito istituzionale del Comune (www.comune.cosenza.it), visua-lizzare sulla schermata iniziale (in basso a destra) il logo Web Tv eavviare la propria navigazione web.

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III

La Shoah da ricordarealle nuove generazioniLa Shoah da ricordarealle nuove generazioni

Cosenza, lunedì 27 gennaio un link sulla web tv comunale al servizio di scuole e cittadini

Un click per non perdere la Memoria

L’amministrazione comunale di Cosenzainforma che è stata isti-tuita un’area di circolazione territorialmente non esistente, allaquale viene attribuita la denominazione di “Via dell’Accoglienza”destinata all’iscrizione anagrafica dei cittadini “senza fissa di-mora”. Si tratta di un fenomeno emergente nella nostra città co-me segnalato di recente al sindaco Mario Occhiuto dallaFederazione “Casa dei diritti sociali-Focus-Cosenza”. L’assenzadi una fissa dimora è causa primaria di esclusione sociale, in quan-to il soggetto in tale condizione, è di fatto privo di alcun domici-lio. Allo status di cittadini senza fissa dimora sono connesse in-fatti diverse problematiche, prima fra tutte quella legata all’assi-stenza sanitaria.«Il Comune di Cosenza - è il commento del sindaco Occhiuto -con questa azione dà seguito a quanto è nel suo Dna di città ac-cogliente ed inclusiva, ed aggiunge un tassello a quanto l’ammi-nistrazione comunale si prefigge in termini di iniziative tese a fa-vorire l’inclusione sociale».Il settore Affari generali ha dunque predisposto l’iscrizione ana-grafica dei cittadini senza fissa dimora, sulla scia di quanto av-venuto in altri Comuni italiani, vedi Roma, che fin dal 2002 haistituto un’apposita posizione anagrafica. In questa area di circo-lazione, a Cosenza denominata “Via dell’Accoglienza”, sarannoiscritti con numero progressivo dispari:a) i “senza fissa dimora” che eleggono domicilio nel Comune diCosenza ma che, in realtà, non hanno un vero e proprio recapitonel Comune stesso;b) le persone che, non avendo né dimora abituale né domicilio inalcun Comune, abbiano diritto all’iscrizione per nascita, così co-me prescritto dalla legge anagrafica, dal relativo regolamento diesecuzione e dalle disposizione impartite dall’Istat.Si prende atto che, poiché l’indirizzo anagrafico di “Viadell’Accoglienza” risponde ad una convenzione e non ad un rea-le indirizzo di dimora, ogni notizia diretta agli iscritti, s’intendenotificata a tutti gli effetti, con la pubblicazione all’Albo Pretorio,così come previsto dall’art. 143 del Codice di Procedura civile.

La Via dell’AccoglienzaCosenza, anagrafica per i senza fissa dimoraFilmati e

una selezioneaccurata

di link a fontimultimediali

a cuiaccedere

per rifletteresull’orrore

di antisemi-stismo

e persecuzio-ne razziale

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La Giornata della Memoria come momento di condivisione e ri-flessione sul dramma per eccellenza: lo sterminio degli ebrei, siste-maticamente condotto dalla dittatura nazista, e ribattezzato in mo-do agghiacciante proprio dai suoi ideatori ed esecutori “soluzionefinale”; eliminare dal mondo, e per sempre, le tracce di un popoloperseguendo l’omicidio sistematico: il genocidio. L’arte, partico-larmente il cinema e il teatro, ha più volte tentato, con toni diversie fortune alterne, di mettere in scena quello che in molti hanno de-finito “l’irraccontabile”.

Una materia delicata, quella dell’olocausto, che sin dalle sue rap-presentazioni è sempre stata oggetto di forti attenzioni e, non rara-mente, di critiche. È accaduto anche per due capolavori assoluti delcinema, Schindler’s list di Steven Spielberg e La vita è bella diRoberto Benigni: il primo, vincitore, tra i tanti altri premi, dell’Oscarper la Migliore regia e come Migliore film, accusato di aver rap-presentato il dramma in modo troppo “patinato”, il secondo di avergirato una commedia sul tremendo sfondo di un campo di concen-tramento. Ma se la memoria è un dovere dell’uomo contempora-neo, l’arte non deve e non può sottrarsi allo destino.

È così che il 28 gennaio, l’attrice e regista Imma Guarasci porteràin scena La Partita di Scacchi - performance di corpi, voci e suoni.Il titolo prende spunto da Il Settimo sigillo, visionaria e preziosa pel-licola firmata Ingmar Bergman, in cui un cavaliere si gioca la pro-pria vita in una partita a scacchi con la morte. Assolutamente sug-gestiva la cornice dello spettacolo teatrale: il campo di internamen-to Ferramonti di Tarsia, alle porte di Cosenza, testimone di un tristepassato che, pur con le dovute distinzioni, non ha risparmiato la no-stra regione. La performance, scritta a quattro mani con Carlo Fanelli,docente di Estetica del teatro eDrammaturgia all’Universitàdella Calabria, è tratta daTestimonianze e memorie diPaolo Salvatore - Direttore delcampo di Ferramonti, recente-mente pubblicato. La Partita diScacchi è uno spettacolo curatodall’associazione culturale e tea-trale “Maschera e volto” diRossano, e verrà rappresentatoall’interno della rassegna “Lasettimana della memoria”, in-detta dalla Fondazione Museodella Memoria, presieduta daFrancesco Panebianco, e dal-l’amministrazione comunale diTarsia, guidata dal sindacoAntonio Scaglione, all’internodella quale saranno ospitati an-che opere cinematografiche e visite guidate.

«Era nostro interesse - ha dichiarato Imma Guarasci - portare in sce-na uno spettacolo nato dal bisogno di dedicarsi all’impegno civilenei confronti di una storia oscura e fortemente drammatica. Ne LaPartita di Scacchi i personaggi, oppressi e oppressori, sono figureche si muovono come pedine su una scacchiera, animate da un gio-co teatrale in cui vincitori e vinti si scambiano i ruoli. Nessuno - ha

proseguito - vince né perde, e gli spettatori assistono al gioco senzatifare per gli uni o per gli altri. Nel corso dello spettacolo gli attoriinteragiscono con suoni, luci e altri corpi, con fotografie e video d’e-poca, riportando nell’attualità del “qui ed ora” le sensazioni che unluogo come il campo d’internamento di Ferramonti ha la potenzadi evocare».L’attrice e regista calabrese, formatasi con laboratori tenuti da arti-sti di fama mondiale come Eugenio Barba, Julia Varley e Chiara

Assolutamentesuggestivala cornice

dellospettacolo

teatrale:il campo di

internamentodi Ferramonti

di Tarsiaalle porte

di Cosenza

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IV

Va sul palcociò che èirraccontabile

Va sul palcociò che èirraccontabile

Il 28 gennaio l’attrice e regista Imma Guarasci porterà in scena “La Partita di scacchi”

di Francesco Fotia

Giornata della Memoria sul campo

La locandina dell'eventoSopra, Imma Guarasci

Qui sotto: il campo di Ferramonti e la regista a fianco di Vichy Macrì e Carmelo GiordanoIn alto a destra, l'ingresso del campo di Auschwitz

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Guidi, da anni si occupa di formazione teatrale e laboratori di tea-troterapia. Un background tecnico ed emotivo che da tempo la spin-ge a seguire le vie di un teatro al servizio della crescita: «La Partitaa Scacchi - ha spiegato - è un esempio di teatro civile, sociale e po-litico. Un teatro che sia capace di insegnare i valori della polis e del-la civiltà, che possa formare gli uomini, intesi come attori socialicapaci di esprimere pensieri e agire consapevolmente. Un teatro, indefinitiva, che possa porsi come strumento di supporto anche alleattività scolastiche, rivolto alle nuove generazioni ma anche ad unpubblico eterogeneo, desideroso di conoscere la Storia».

Gli interpreti della performance, che sarà rappresentata a partire dal-le ore 09,00 di martedì, saranno Carmelo Giordano, Vichy Macrì,la stessa Imma Guarasci, Teresa Zaccaro, Angelo Pagliaro e la pic-colissima Ginevra Fanelli. Le coreografie sono a cura di Vicky Macrì,

le foto di Pietro Scarcello, i costumi Rosalba Catte e l’organizza-zione Riccardo Baffa. Al termine de La Partita di Scacchi seguiràun dibattito arricchito dalla presenza di Dina Smadar e Judit Itzkah,nate a Ferramonti nel 1943, anno della liberazione del mezzogior-no d’Italia per mano degli Alleati.

L’importanza della memoriaSi stima che durante il secondo conflitto mondiale, fra il 1939 e il1945, furono uccise circa 6 milioni di ebrei. Shoah (in ebraico, de-vastazione, desolazione) è il termine con il quale, nel 1940, gli ebreidi Palestina incominciarono a riferirsi alla deportazione degli ebreipolacchi. Occorre ricordare che lo sterminio messo in moto dallamacchina nazista riguardò anche zingari e omosessuali, accusati,nel primo, caso di essere “nemici della patria” in quanto apolidi e,nel secondo di corrompere la moralità del popolo germanico. L’Onuha istituito la Giornata della Memoria, il 27 gennaio, nel 2005; ladata celebra simbolicamente l’anniversario dell’ingresso delle trup-pe sovietiche ad Auschwitz, il più tristemente famoso dei campi diconcentramento nazisti. Ogni anno, in questo giorno, numerose so-no le iniziative organizzate da istituzioni e associazioni; eventi che,con il progressivo e inarrestabile venire meno dei testimoni diretti,hanno l’onere di aiutare a non dimenticare. Il campo di internamentodi Ferramonti fu aperto nel 1940. Tra i più grandi d’Italia, al suo in-terno ospitò forzatamente ebrei e apolidi in genere, prima dell’arri-vo delle truppe inglesi nel 1943. Il campo, il primo ad essere libe-rato, fu anche l’ultimo ufficialmente chiuso, 11 dicembre del 1945;al suo interno, dove si stima siano state rinchiuse almeno 1600 per-sone, sono state rinvenute strutture adibite a scuola, anfiteatro e al-tri luoghi di culto. Contrariamente a quanto accaduto in diverse par-ti d’Italia e d’Europa, agli internati di Ferramonti fu data spesso l’op-portunità di lavorare anche all’esterno del campo. In queste circo-stanze, non mancarono le occasioni di solidarietà e di aiuto da par-te della popolazione di Tarsia.

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V

Giornata della Memoria sul campo

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Con la scomparsa di Vincenzo III De Bonis si conclude la vicenda umana ed artistica di unadinastia di liutai di Bisignano, in Calabria, rappresentata in questi ultimi decenni, dai duefratelli, Nicola e Vincenzo De Bonis.La dinastia dei De Bonis risale al 1700 ed è stata costituita, in massima parte, da artigianidel legno che suona che si sono dedicati alla costruzione di strumenti semplici, fatti a ma-no, con l’uso di attrezzi ed utensili primitivi, spesso realizzati in proprio.Nell’Ottocento e Novecento questa categoria di artigiani si dedicò soprattutto alla costru-zione di strumenti popolari, chitarre e, soprattutto chitarre battenti che venivano utilizzatiper accompagnare le feste e le ricorrenze tradizionali come i canti dei contadini che cele-bravano il raccolto del grano e la vendemmia.Questi tipici strumenti costruiti dai “chitarrari” di Bisignano venivano portati nelle fiere enei mercati tradizionali che si svolgevano in determinati periodi dell’anno, nei paesi del-l’altopiano silano e, ancora di più, nei centri che si affacciano sul mar Jonio calabrese.Alla costruzione delle chitarre battenti (così dette per il modo in cui vengono suonate), sidedicava tutta la famiglia in modo da essere assemblate e completate per il giorno di que-sta o quella fiera.I due fratelli De Bonis, Nicola e Vincenzo, nell’angusta bottega di via Giudecca, a Bisignano,in Calabria, riuscirono a compiere quello che viene definito “il miracolo della liuteria De

Bonis”.Dalle mani nodose di questi due mirabili artisti sono usci-ti strumenti, chitarre classiche da concerto, mandolinidalle forme più varie, violini e chitarre battenti di straor-dinaria fattura che nelle mostre più selezionate e nei con-corsi nazionali ed internazionali di liuteria classica e mo-derna, hanno superato tutti i confronti, ottenendo i pre-mi più importanti e i più alti riconoscimenti.Per circa settant’anni la bottega d’arte di via Giudecca,in Bisignano, è stata meta continua di artisti, appassio-nati cultori dell’arte liutistica, studiosi, musicisti e cu-riosi che pendevano dalla labbra del maestro Nicola pri-ma e del maestro Vincenzo, fino a qualche mese addie-tro, per ascoltare la loro storia, la loro passione, il loroimpegno per un’arte sublime nella quale sono riusciti adessere sempre i primi, tanto da essere considerati alla pa-ri dei più celebrati maestri liutai di tutti i tempi come gliStradivari, gli Amati, i Guarneri ecc.Le più alte cariche dello Stato hanno, più volte, sottoli-neato le capacità ed i superbi risultati raggiunti dai fra-telli De Bonis, assegnando loro le più alte onorificenze.In questi ultimi mesi l’amministrazione comunale diBisignano, il sindaco, Umile Bisignano ed il vicesinda-co ed assessore alla Cultura, Damiano Grispo, hanno vo-luto dare vita all’ambizioso progetto denominato“Bisignano, risuona la musica di un borgo che vive “ cheha come obiettivo quello di dimostrare come i beni cul-turali e le tradizioni del territorio possano costituire unavera risorsa che, attraverso un adeguato piano di marke-ting territoriale, può garantire un significativo contri-buto allo sviluppo economico locale.Il progetto è stato presentato ufficialmente nel corso diuna manifestazione svoltasi nel salone degli Specchi delPalazzo della Provincia di Cosenza, alla presenza di unoscelto pubblico di invitati e rappresentanti delle pubbli-che istituzioni che hanno condiviso il progetto come:Fondazione Carical, Banca Bcc Mediocrati, RegioneCalabria, Provincia di Cosenza, Camera di Commerciodi Cosenza.Per onorare la memoria dei fratelli Nicola e VincenzoDe Bonis, quest’ultimo scomparso da alcune settimane,è stata organizzata dall’amministrazione comunale, in

collaborazione con la “Liuteria De Bonis” la manifestazione “La musica tocca le corde delcuore”, alla quale hanno preso parte amici, conoscenti ed ex allievi del maestro Vincenzoche si sono piacevolmente intrattenuti a ricordare alcuni episodi relativi alla personalità delcelebre maestro, suonando anche diversi strumenti di sua fattura.Con lo stesso scopo, organizzato dall’amministrazione comunale in collaborazione con l’as-sociazione musicale “Note di Valle Crati” presieduta da Francesco Guido, nell’ex chiesa diSan Giuseppe degli Scolopi, ora sede del Museo diocesano di Arte sacra, ha avuto luogo unconcerto di musica classica con la partecipazione dell’orchestra di flauti “Veipo flute choire vocal ensamble” diretta dal maestro Veiro Sirignano.

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VI

L’arte che suona

Quellemani nodose

Quellemani nodose

La Biblioteca comunale “Corrado Alvaro” di Castrolibero, in col-laborazione con la Biblioteca nazionale di Cosenza e la fonda-zione Ferramonti organizza una settimana di incontri dal 27 al 31gennaio sul tema Shoah.Questo il programma completo:Lunedì 27 gennaio Ore 10.30Biblioteca Comunale “Corrado Alvaro”Inaugurazione mostra bibliografica e di pitturaInterventi: Giovanni Greco (Sindaco di Castrolibero), Luca Gigliotti(assessore con delega alla biblioteca), Elvira Graziani (direttoreBiblioteca nazionale). Coordina Anna Canè (bibliotecaria).Ore 18.00Biblioteca Comunale “Corrado Alvaro”Proiezione documentario a cura della Fondazione FerramontiIncontro-dibattito con il Carlo Spartaco Campogreco (docenteStoria contemporanea, Università della Calabria). Coordina VittorioScarpelli (giornalista Gazzetta del Sud). Intermezzi poetici a cu-ra del poeta Maurizio Esposito.Mercoledì 29 gennaioBiblioteca Comunale “Corrado Alvaro”Ore 16.30Cineforum dedicato ai ragazzi dell’Istituto d’istruzione superio-reInterventi: Rachele Montesanti (docente di storia), Matteo Dalena(giornalista Gazzetta del Sud).Coordina Ester Mele (Comitato biblioteca). Venerdì 31 gennaioBiblioteca nazionale, Piazzetta Toscano (Cs)Ore 10.00“Le note della memoria”Concerto pianistico del maestro Alessandro Marano

La manifestazione è stata curata da Milena Pantusa, MariaGrandinetti, Maria Luisa Tavolato, Annarosa Vece, Sarina Carbone,Salvatore Piraine, Giovanna Florio, Mario Guido Perri (BibliotecaNazionale), Anna Canè, Matteo Dalena, Ester Mele (BibliotecaComunale di Castrolibero “Corrado Alvaro”). Con la collabora-zione scientifica del prof. Carlo Spartaco Capogreco. Esposizione degli artisti Ucai: Francesco Bitonti,Grazia Calabrò,Luigi Caputo, Stanislao De Rose, Giuliana Franco, MariaAntonietta Gullo, Rita Mantuano, Assunta Mollo, Santina

Polvere nel ventoIl senso della Memoria

Ferite profonde...

Incontro tra l’assessore del Comune di Castrolibero Luca Gigliottie la direttrice della Biblioteca nazionale di Cosenza Elvira Grazianial fine di realizzare una serie di eventi a carattere culturale men-sili che coinvolgeranno la Biblioteca nazionale e la Biblioteca co-munale “Corrado Alvaro” nello spirito di una cooperazione tra ledue realtà, per favorire, la diffusione della cultura del libro, la ri-valutazione e il rilancio delle biblioteche da riconsiderare, comeluoghi di condivisione di pensieri, di emozioni, di sentimenti, luo-ghi di conoscenze e di conoscenza.L’avvocato Gigliotti ha espresso la sua ferma volontà e la sua pie-na collaborazione per la realizzazione di eventi culturali che con-tribuiscano a rilanciare la Biblioteca di Castrolibero, nell’otticadella creazione di una rete di scambi culturali tra Castrolibero,Cosenza e le altre realtà limitrofe.Ogni mese verrà realizzato un evento in collaborazione con laBiblioteca nazionale importante presidio culturale di Cosenza checurerà mostre bibliografiche, convegni e manifestazioni con lescuole.

Cooperazione pro culturaBiblioteche in sinergia

De Bonisal lavoro

Con la scomparsa di Vincenzo III De Bonis si chiude la vicenda umana e artistica di una dinastia di liutai

di Bisignano

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Dopo due anni di impostazione dei prototipi sperimentali nell’areadell’Università della Calabria con relativi studi di osservazione e ri-cerca, analisi e percorsi formativi professionali riservati ad un nu-cleo di giovani ingegneri appositamente selezionati, si è dato spa-zio, nella sede dell’University club, ad una prima sessione divulga-tiva sui risultati fin qui raggiunti con il progetto Pon01_02543, de-nominato “Servizio di gestione integrata e sostenibile del ciclo ac-qua-energia nei sistemi di drenaggio urbano”, con responsabile scien-tifico la professoressa Patrizia Piro, del dipartimento di Ingegneriacivile dell’ateneo di Arcavacata.Un progetto che ha incentivato la cooperazione e i legami tra le di-verse aziende del settore delle acque e gli enti di ricerca in una lo-gica di coerenza con le strategie di programmazione nazionale e co-munitaria. Una sessione di discussione, apertasi con l’ introduzione del re-sponsabile scientifico del progetto, Patrizia Piro, ed i saluti del ret-tore dell’Università, Gino Mirocle Crisci, del direttore del diparti-mento di Ingegneria civile, Paolo Veltri, del presidente dell’Ordinedegli ingegneri di Cosenza, Menotti Imbrogno, particolarmente se-guita da esperti nazionali della materia sulla sostenibilità ambienta-le, da referenti di società leader del settore acqua-energia e di azien-de partner del progetto.Il progetto ha trovato al suo interno delle caratteristiche lavorativemediante le attività di ricerca e di sviluppo sperimentale riguardan-ti il controllo degli afflussi alla rete di drenaggio, il controllo del ca-rico inquinante dalle acque di dilavamento, i benefici termo-ener-getici delle installazioni e la potenzialità di riuso delle acque me-teoriche, inquadrabili nel settore delle Best management practices(Bmps), come opere a basso impatto ambientale.Nei contenuti con apposite relazioni ci sono entrati nell’ordine:Antonio Cenedese, del dipartimento di ingegneria civile edile e am-bientale dell’Università “La Sapienza” di Roma; Patrizia Piro, deldipartimento di ingegneria civile dell’Università della Calabria; LucaLanza, del dipartimento di ingegneria civile, chimica e ambientaledell’Università della Calabria; Nilo Pacenza, della Sm&s srl; NataleArcuri e Marilena De Simone, del dipartimento di ingegneria mec-canica, energetica e gestionale dell’Unical; Gennaro Nigro e GianlucaZecca, della Spa Servizi progetti appalti; Marco Carbone eGiuseppina Garofalo, del dipartimento di ingegneria civiledell’Unical; Salvo Volo, della Sering ingegneria srl.

Dagli interventi è scaturito un quadro esaustivo della impostazioneed esecuzione del progetto che a distanza di due anni può essere in-quadrato nei seguenti tre canali di merito applicativo:

a) Per la realizzazione del prototipo di dispositivo compattoin caditoia per il trattamento delle acque meteoriche di dilava-mento si è individuata una tecnologia innovativa che consente iltrattamento/rimozione degli elementi inquinanti presenti nelleacque di dilavamento all’ingresso in caditoia. Tali prototipi so-no stati installati all’interno di siti sperimentali quali: un’autori-messa nella zona industriale di Rende, un piazzale del porto diGioia Tauro e un’area di parcheggio nel comune di Cerisano. Suisiti sperimentali è attualmente in atto una campagna di monito-raggio e raccolta dati.

b) Per quanto riguarda il modulo di gestione e ottimizzazionedelle prestazioni acqua-energia di sistemi a verde pensile in cli-ma mediterraneo, è stata installata una tipologia di copertura averde pensile sul cubo 46C dell’Unical attraverso la definizionedi una o più configurazioni costruttive ottimali sia dal punto divista energetico che di gestione degli afflussi meteorici. È at-tualmente in atto la campagna di monitoraggio sulle grandezzeclimatiche, termo-fisiche ed idrologiche-idrauliche.

c) Il servizio di pianificazione e progettazione del drenaggiourbano attraverso tecnologie sostenibili di riduzione degli afflussie del carico inquinante ha avuto come obiettivo la progettazio-ne e la realizzazione di un sistema di pavimentazione permeabi-le innovativo che consenta la riduzione degli afflussi e delle con-centrazioni inquinanti provenienti dalle acque di dilavamentostradale, e di una fascia filtro, realizzata con vegetazione autoc-tona.

In conclusione sui siti sperimentali - è stato sottolineato nel corsodei lavori - realizzati presso l’Università della Calabria e la città diPalermo, è attualmente in corso una campagna di monitoraggio ecampionamento per la misura delle portate idriche in ingresso e inuscita dal sistema, nonché dei dati relativi al controllo degli effettifinali sulle qualità delle acque, con studi sui processi di rimozionedell’azoto e sui diversi ruoli delle specie vegetali ed animali.

Franco Bartucci

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VII

Risultati del Progetto Pon sul servizio di gestione integrata e sostenibile del ciclo acqua-energia nei sistemi di drenaggio urbano

Paziente monitoraggio

Prime gocce di ricercaPrime gocce di ricercaDopo dueanni diimpostazionedei prototipisperimentalinell’areadell’Unicalcon studi diosservazionee ricerca,analisie percorsiformativiprofessionalisi è datospazio a unaprimasessionedivulgativasui risultatifin quiraggiunti

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Il magnifico rettore dell’Università della Calabria, Gino MirocleCrisci, ha nominato il professor Roberto Musmanno delegato allaRicerca e al Trasferimento tecnologico.Il docente, ordinario di Ricerca operativa, ha rilasciato la seguentedichiarazione: «Mi sono ben chiare l’importanza e la delicatezzadella responsabilità che il rettore Crisci ha inteso affidarmi, così co-me le aspettative legate alla scelta di annoverarmi tra i suoi princi-pali collaboratori. È un incarico che mi onora profondamente e ri-spetto al quale saprò certamente assicurare l’impegno e la dedizio-ne necessari.

Ricerca e trasferimento tecnologico sono, assieme alla didattica, lemissioni strategiche dell’Università, per cui c’è la consapevolezzadi aver assunto un incarico particolarmente impegnativo e sui cuirisultati il rettore, gli organi di ateneo e l’intera comunità accade-mica ripongono, appunto, importanti aspettative. Per questo motivo, i ringraziamenti per la fiducia accordatami cherivolgo al rettore non sono rituali.L’obiettivo, per ciò che concerne l’ambito specifico della mia com-petenza istituzionale, è di creare una struttura che agisca, in modoproattivo, a servizio dei dipartimenti. Una realtà che, mi auguro vi-vamente, possa essere percepita come tale e basata su principi checonsidero fondamentali per raggiungere qualunque risultato: orga-nizzazione e integrazione, diffusione e trasparenza dell’informa-zione, condivisione e partecipazione, responsabilità e ruoli chiari».

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VIII

Unical, Roberto Musmanno delegato alla Ricerca e al Trasferimento tecnologico

Nomine e responsabilità

RobertoMusmanno

Una strutturaal servizio deiDipartimenti

Una strutturaal servizio deiDipartimenti

«È un incaricoche mi onoraprofondamentee rispetto al qualesaprò certamenteassicurarel’impegnoe la dedizionenecessari»

Il professor Nino Russo, professore ordinario di Chimica gene-rale ed inorganica presso il dipartimento di Chimica e Tecnologiechimiche dell’Università della Calabria, lo scorso 10 gennaio èstato eletto, per il triennio 2014-2016, presidente della sezioneCalabria della Società chimica italiana. La Società chimica italiana è una antica e prestigiosa società scien-tifica e conta circa 3.000 iscritti, riunendo tutti i chimici italianiche operano nelle Università, nei centri di ricerca, nelle scuole se-condarie, nei laboratori pubblici e privati e nell'industria pubbli-ca e privata.

Nino Russo presidenteSocietà chimica italiana

Nella sezione Calabria

Chi ama lo sport. Chi lo pratica. Chi vuole acquisire le conoscenzee le competenze necessarie per intraprendere un’attività profes-sionale in questo settore.Si apre ad un ampio e variegato ventaglio di interessi e scelte lanuova proposta formativa messa in campo dal Dipartimento diScienze Aziendali e Giuridiche dell’Università della Calabria at-traverso il master di II livello in “Diritto, management, etica e giu-stizia dello sport” che si svolgerà nell’ateneo calabrese da marzoa dicembre 2014.«Si tratta - spiega il professor Marcello Piazza, responsabile delmaster - di un’iniziativa pressoché unica, un’opportunità di in-dubbio interesse nel panorama formativo di secondo livello nelMezzogiorno d’Italia che si rivolge a quanti intendono operare inmaniera qualificata nel mondo dello sport che richiede, al pari dialtri settori, competenza, conoscenze specifiche e specialistichequalificate. In particolare - aggiunge il professor Piazza - la pre-parazione fornita dal Master è orientata all’accesso ed alla for-mazione in itinere nelle carriere di ogni fascia di soggetti che giàoperano o hanno interesse ad operare nel mondo dello sport. Lafigura che in definita il Master intende formare - conclude Piazza- potrà trovare sbocco occupazionale come dipendente delle so-cietà sportive, ma anche come consulente per gli enti sportivi e lesocietà private».Il bando, scaricabile sul sito www.unical.it, fornisce maggioriinformazioni sulle caratteristiche del master e sulle modalità diiscrizione.

Unical, master di II livelloDiritto, Management, Etica e Giustizia dello sport

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Ritorna il tema del Paesaggio nelle bellissime immagini di “Terramediterranea”, il Calendario 2014 della Provincia di Cosenza pre-sentato dal presidente Mario Oliverio in una affollatissima Sala Novadell’Enoteca regionale del palazzo di Piazza XV marzo. Con le foto realizzate da Francesco Martorelli, Francesco Milito,Antonio Renda, Francesco Tosti, Mario Tosti, la nuova pubblica-zione, attesissima, porta attraverso i dodici mesi dell’anno in un viag-gio da una costa all’altra, tra le montagne, sino al fertile interno del-la provincia cosentina.Una terra di grande valore paesaggistico, connotato da stupefacen-te varietà, un grande archivio di storia, culture, natura, di persisten-ze delle civiltà che si sono succedute, intrecciandosi tra loro in unafusione unica che ha arricchito la stessa storia del Mediterraneo. Elementi, tutti questi, di richiamo per chi voglia mettersi alla sco-

perta di questa grande parte di Calabria, ritratta con abilità ed artenel calendario, così come nella mostra fotografica “Terra mediter-ranea” con le immagini di Antonio Renda, ospitata per l’occasionenell’Enoteca Regionale della Provincia di Cosenza.«Il calendario della Provincia - ha detto nel presentarlo il presiden-te Oliverio- è una tradizione, rispettata anche per quest’anno. Lapubblicazione è attesa, particolarmente all’estero, presso le nostrecomunità nel mondo che la espongono con orgoglio e per le qualirappresenta un filo robusto nel legame con la terra d’origine. E’unostrumento importante, per comunicare e quindi promuovere il ter-ritorio, affermarne, valorizzarne i più marcati tratti identitari. Per il2014 ritroviamo protagonista il Paesaggio, con scatti che arricchi-scono quello rappresentato nelle passate edizioni».«Proprio il paesaggio - ha affermato ancora Oliverio - è la nostrapiù importante risorsa, assolutamente peculiare grazie alla colloca-

zione geografica di una terra che si trova nel cuore del Mediterraneo.Area strategica, cui guarda la fondazione Europa MezzogiornoMediterraneo che stiamo rilanciando nelle attività che tenderannosoprattutto alla valorizzazione delle relazioni euromediterranee».Il Calendario 2014 è in già distribuzione, con una spedizione dedi-cata per le comunità cosentine all’estero.Una copia in risoluzione web sarà scaricabile a breve dal sito isti-tuzionale www.provincia.cs.it.

Una terra digrande valorepaesaggisti-co, connotatoda stupefa-cente varietà,un grandearchiviodi storia,cultura,natura,di persistenzedelle civiltàche si sonosuccedute,intrecciando-si tra loroin unafusioneunica

sabato25 gennaio 2014

IX

I giorni della“Terra mediterranea”I giorni della“Terra mediterranea”

Presentato il Calendario 2014 della Provincia di Cosenza

Posti tutti da scoprire

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Antonio Serra non è solo il nome di una stra-da o di un istituto scolastico cosentino. Secondo un famoso economista del secoloscorso, Joseph Shumpeter, è stato il primoeconomista della storia moderna. Non la pen-savano così Karl Marx e Friedrich Engelsche considerarono Serra “solo” un moneta-rista, in una polemica culturale che apparelontanissima al comune sentire di oggi.Antonio Serra, autore del Breve trattato del-le cause che possono far abbondare li regnid’oro e d’argento dove non sono miniere;coll’applicazione al Regno di Napoli, nel-l’unica traccia che ha lasciato di sé dichiarala sua origine cosentina nel frontespizio.Era il 1613. Sono passati 400 anni.

Lo scorso mese di ottobre si è svolto a Napoliun vero e proprio simposio culturale, intor-no alla figura e alle teorie di Antonio Serra.Due giorni di studi che hanno raccolto ri-cercatori provenienti da ogni parte del mon-do. La Bcc Mediocrati, che pure ha partecipatoa quelle giornate, ha perciò pensato di darealle stampe un testo su Serra, accogliendo laproposta avanzata dal giornalista OresteParise. Un testo che fosse, nello stesso tem-po, introduttivo e divulgativo.

Antonio Serra e il suo tempo, questo il tito-lo del libro, vuole essere proprio questo: unaguida per coloro che non hanno mai sentitoparlare di Serra e della sua teoria economi-ca, oltre che uno stimolo ad approfondirel’argomento per saperne di più.Per non limitare al solo territorio cosentinola conoscenza di questa importante figuradella storia dell’economia moderna, la Bancaha coinvolto la casa editrice nazionale delmovimento del Credito Cooperativo, Ecra,che ha inserito il testo nel proprio catalogoprovvedendo alla distribuzione sull’interoterritorio nazionale.Antonio Serra, il suo tempo, il libro scrittoda Parise ed edito da Ecra, saranno presen-tati lunedì 27 gennaio, alle ore 9.30, nellaSala De Cardona della Bcc Mediocrati. Alconvegno parteciperanno, oltre all’autore, iprofessori Rosario Patalano dell’UniversitàFederico II di Napoli; Erik S. Reinert,dell’Università di Tallin (Estonia) eAlessandro Mazzitelli dell’Università dellaCalabria.

sabato25 gennaio 2014

X

Per introdurre e divulgare

Antonio Serra e il suo tempoAntonio Serra e il suo tempo

Il libro scritto da Oreste Parise ed edito da Ecra, sarà presentato lunedì 27 gennaio, alle 9:30

nella sala De Cardona della Bcc Mediocrati Cosenza

Autore del “Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d’oro e d’argento dove non sono miniere;coll’applicazione al Regno di Napoli”,

nell’unica traccia che ha lasciatodi sé dichiara la sua origine

cosentina nel frontespizio

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«Un sentito e doveroso omaggio ad uno deimassimi esponenti della cultura italiana delNovecento»: così Roberto De Gaetano, or-dinario di Filmologia nonché presidente delcorso di laurea magistrale in Linguaggi del-lo spettacolo del cinema e dei media, pre-senta il progetto: “I giorni e le notti: l’Artedi Eduardo”, organizzato dall’Università del-la Calabria insieme ad altri atenei e istitu-zioni meridionali in occasione del trenten-nale della morte di Eduardo De Filippo, av-venuta a Roma il 31 ottobre 1984.Oltre all’Unical, capofila del progetto coor-dinato dallo stesso De Gaetano e da BrunoRoberti, sono coinvolte le Università diSalerno (con la Fondazione Salerno con-temporanea), Messina (attraverso il Centrointerdipartimentale di studi sulle arti perfor-mative), l’Università “Suor OrsolaBenincasa” di Napoli, il Centro sperimenta-le di Cinematografia/Cineteca nazionale -Cinema Trevi, la fondazione “Eduardo DeFilippo”, l’Associazione nazionale dei criti-ci di Teatro, il Teatro Quirino/Teatro stabiledella Calabria e “Teatri uniti”.Le iniziative che vedranno impegnatal’Unical, attraverso il Cams (Centro arti mu-sica e spettacolo) e in collaborazione conl’associazione culturale “Fata Morgana”, sisvolgeranno nel Teatro auditorium dal 3 al 7febbraio e continueranno nel mese di mag-gio con una serie di laboratori e spettacoli.Per gli altri atenei, invece, sarà il turno diSalerno dal 24 al 26 febbraio, dal 27 al 28marzo e il 15 maggio; dell’Università diMessina, il 15 e 16 settembre; e poidell’Università “Suor Orsola Benincasa” diNapoli dal 30 al 31 ottobre 2014. «L’arte di Eduardo - scrivono De Gaetano eRoberti nella presentazione dell’evento - nonè una tra le altre. È qualcosa di più, è l’artecapace nel suo essere diurna e notturna allostesso tempo di riprendere la linea scetticadel “dramma borghese” per calarla nella tra-dizione delle maschere popolari italiane; dipromuovere la lingua “bassa” del dialetto alingua “alta” del pensiero; di dare corpo ecove sulla scena e sullo schermo ad un “ro-manzo teatrale” dove i destini dell’uomo in-crociano quelli della storia; di attraversaremomenti e movimenti storici (neorealismo)declinandone la drammaticità in forme fan-tasmatiche e grottesche; di pensare e costruireuna commedia, anche cinematografica, do-ve il colore “rosa” dei giovani e del futuro èschiacciato da quello “nero” dei vecchi; direstituire impietosamente le forme dell’isti-tuzione cardine della famiglia; di persegui-re la ricerca impossibile, ma irrinunciabile,dell’umanità dell’umano, che la grande artenon ha smesso e non smetterà mai di com-piere, radicando questa ricerca nello spazio-tempo di una nazione, l’Italia, e di una città,Napoli; in definitiva, di riconsegnarci l’ap-prodo ultimo, novecentesco, di un sentimentoscettico e disincantato del mondo, di una con-dizione esistenziale segnata dalla solitudinecome ritiro dalla vita, anche se “A vita, se-condo me, significa tutto. E dicendo tutto,voglio dicere tutto” (Mia famiglia). È perquesto - concludono - perché la sua arte ciriguarda da vicino, e da molto vicino riguardala storia e l’identità di un secolo e di una in-tera nazione, che quest’anno, nel trentenna-le della morte, ne vogliamo parlare, affinchèil ricordo sia la forma viva per una com-prensione del presente ed una apertura delfuturo».

sabato25 gennaio 2014

XI

Esponenti del Novecento

Università della Calabria e istituzioni insieme per celebrare De Filippo

Quel gran geniodi EduardoQuel gran geniodi Eduardo

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“Ars Enotria”, associazione culturale della dottoressa Martire, pres-so la sala congressi dell’Hotel Mercure di Rende ha organizzato il18 gennaio un incontro culturale su Alda Merini, ospite il poeta eprofessore Flavio Nimpo, che associando la figura della Merini nelsuo essere triforme l’ha incarnata in tre figure del mito Cassandra,Proserpina e Saffo. Erano presenti la professoressa Ventura e l’as-sessore Corigliano, le artiste Anna Stella Cirigliano alla viola eRosanna Cirigliano all’arpa che hanno introdotto in musica l’even-to. Una triade mitologica quella che incarna la poetica della Merinie che con la rappresentazione pittorica degli artisti, Toscano, Pretee Crovara, ha dato anche un aspetto visivo al personaggio della poe-tessa con la possibilità di contemplare le opere e tuffarsi in un mon-do e in un percorso di emozioni e sbigottimento. La poetessa stes-sa affronta nelle sue poesie le tre immagini del passato come l’urlodi Cassandra, ma anche di Proserpina che la stessa in un passo de-scrive come una deliziosa donna di cui il demonio s’innamora e tra-scina all’inferno.

Linea di scissione e velo di demarcazione tra eternità e tempo; leistessa si presenta come Proserpina nella sua poesia che descrive ilsuo nascere a Primavera, il 21 marzo, un aprire di zolle che la por-ta, alla luce folle; come Proserpina pian-ge sempre la sera forse come se fosse pre-ghiera. Alda è donna speculare di una dea,dice Nimpo, un ciclo sottile di rinascita,che la rende orfica nella sua essenza;Orfeo cantore primo per antonomasia del-l’anima immortale.In un testo la Merini si descrive come ilpoeta che grida e non trova parole, la nin-na nanna che fa piangere i figli, la vanagloria che si lascia cadere, il manto di me-tallo di una lunga preghiera di un passatocordoglio che non vede la luce. Il gridodella Merini è un velo avvolgente secon-do, il poeta Nimpo, che a un certo puntosi sposta e rivela la stessa poetessa trifor-me: poeta delle tenebre e della luce, delmistero e dell’insondabile, del baratro edel precipizio, abissi e inferi e nello stes-so tempo dello slancio verso una visioneparadisiaca. Linea di scissione e velo didemarcazione tra eternità e tempo. Il trat-to orfico della dimensione umana e poe-tica della Merini si lega al mistero e all’oracolare, dice Flavio Nimpo,ed è proprio in ciò che lei palesa il volto legato alla figura di

Cassandra, la sacerdotessa del vero, che come tutte le verità non èamato.Nel diario di una diversa troviamo la Merini marchiata come la "paz-za", ma il tema della follia lucida e del vedere le cose per come dav-vero sono non poteva che mostrare nella poetica meriniana tutto ciò:«Io quando scrivo (recita la Merini in questo diario) è come se dor-missi ed entrassi nel profondo della mia anima e il risveglio mi fapaura.».

Le poesie, dice la Merini, sono un riflesso molto lontano dalle sen-sazioni che ha provato in quanto il vero diario non potrà mai esse-re scritto dal momento che certo un patire non si può e non si sa rac-contare e solo nel profondo dell’anima propria c’è questa consape-volezza; vittima del suo stesso mistero. Ed è in ciò che si può acco-stare alla figura di Cassandra, come dispensatrice di verità arcane eoracolo delle stesse, silenzio che parla e notte che partorisce spe-ranze di luce; impasto di deserto e di svelamento, come Cassandralei è unicità duplice, magica e misterica notte, che avvolge e custo-disce segreti e verità universali. La stessa sua figlia Barbara Carnitila descrive come chiusa in una sua dimensione di silenzio e occhid’incanto, un uccellino che sa cosa significhi sentirsi palpitare den-tro un altro cuore, brama dello spazio che consente di saltare il fos-so della divina sapienza, lanciare un urlo immane di silenzio e toc-care al cuore.

Saffo-Merini un connubio che racchiude mito, poesia e amore; in-treccio inesorabile di susseguirsi di fughe e dedizioni. L’amore perAlda è il sostegno stesso, è rovente, un mito, stimolo vivente e uni-versale che rende il volto dell’amato, un paesaggio di rose selvag-ge a sognare di lui come si sogna del vento. Amore e mito sono espe-rienza completa in liriche particolari della Merini come in Pauradei tuoi occhi. Una sorta di sacralità dei sentimenti e dell’amore vis-suto, in cui la parola contempla l’amore, ma va anche oltre, un trat-to ironico, che la porta a non definirsi poetessa d’amore, poiché leiè anche poetessa della vita, quello specchio umano, che diventa unparticolare che si traduce in un umano universale. All’amore non siresiste, perché le mani vogliono possedere la bellezza e vivere due-mila sogni fino al bacio sublime. La Merini scrive degli amori: nonsono eterni e segreti, essi sono impossibili, cose che non accadono,cose da niente oppure cose da tutti che entrano ed escono dal ven-tre di donna e che violano continuamente, non hanno sostanza, mauna composizione eterea che passa addirittura dal cuore, prefigura-zione in quanto la persona amata diventa la quinta essenza del no-stro costrutto interiore.

Lucia De Cicco

sabato25 gennaio 2014

XII

Tempo ed eternità

Alda Merinitra i Miti

Ars Enotria, associazione culturale ha organizzato, a Rende, un incontro culturale sulla poetessa

Quia a lato, Alda MeriniSopra, il tavolo

dei relatori: da sinistraMartire, Ventura,

Corigliano, Nimpoe le artiste, lettrice

e musiciste

Ospiteil poeta Flavio

Nimpo cheha associato

la Merinia tre figure

del Mito:Cassandra,Proserpina

e Saffo

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Francesco M. T. Tarantino, poeta e scrittore spi-rituale, un credente che da tempo non è più ap-partenente alla Fede cattolica, ma alla religiositàprotestante. Un percorso che non nasce per caso,ma per conoscenza diretta di una spiritualità cheapprende dal suo vivere per sette anni inGermania, dove la componente protestante dellareligione è molto forte. Ha già prodotto cinquetesti che hanno come tema la fede; uno di questiche risale al 2012 è Noli me tangere, con prefa-zione di Roberto Leonetti, la frase attribuita aGesù Cristo nel momento della sua Resurrezione,quando la Maddalena gli si avvicina per toccar-lo nello stupore di vedere il suo Signore, vivo da-vanti a lei.Studente di teologia, Francesco Tarantino, ci rac-conta il suo percorso di ricerca di Cristo, metten-do il tutto in versi e in rima. Un’intervista che ca-de proprio nella Settimana dell’ecumenismo dal18 al 25 gennaio e di preghiera per l’unità dei cri-stiani: un appuntamento che si rinnova dalConcilio Vaticano II a oggi con la dichiarazioneNostra aetate e il decreto Unitatis redintegrazio,che invita a cogliere maggiormente ciò che ci unisce, piuttosto checiò che ci divide e ci spinge a vivere il nostro comune destino.

Presso quale scuola sta procedendo il suo percorso di studio teolo-gico?Facoltà Valdese di teologia, che si trova nella città di Roma, doveper accedere è sufficiente il diploma, anche se io ho una laurea infilosofia, un corso che viene riconosciuto dall’Università La Sapienza.Differisce lo studio nell’orientamento che è luterano e non cattoli-co; sono tante le confessioni, dalla battista alla evangelista, alla val-dese: io, per usare un’espressione di un professore, mi definisco unaspirante cristiano. Perché sulle orme di San Paolo cerchiamo, noiaspiranti cristiani, di imitare Cristo “Imitate me, dice San Paolo, co-me io imito Cristo”. Una ricerca che possa portare a essere dei cri-stiani autentici e cercare di eliminare quelle sovrastrutture teologi-che che non servono.

Noli me Tangere: un titolo che, mi pare di scorgere nei versi, attra-versa tutto il suo contenuto, in questo dialogare con le persone purnon toccandole direttamente...Sono poesie che ripercorrono autenticamente ciò che mi suc-cede, anche se ovviamente c’è sempre una sorta di astrazio-ne nel verso. Dopo venti anni dalla morte di mia moglie; ilnome Francesco M T (quell’MT) con regolare domandalegalmente l’ho assunto dopo la sua dipartita e sono leiniziali del suo nome Maria Teresa. Sposando il suo no-me nel testo dedico una poesia proprio a lei: Voglio es-sere con te un tutt’uno davvero/impastarmi di nuovocon le tue ossa/ Confondermi in questo ultimo mi-stero/ Precipitare nel tuo amore oltre questa fossa(...). Ho sposato il tuo nome per un mio bisogno/Peramalgamarmi con te avvolto in un telo.

Il libro poetico ripercorre una spiritualità accesa finoa citare anche personaggi biblici e con cui il poeta dia-loga, come Melchisedek...È una figura che è equiparata all’immagine di Cristo, cheè Re di pace e di giustizia e che non si sa da dove proviene enon ha genealogia, profeta di tempi futuri e controversi. Qui,diviene figura del futuro di altra immagine di sacerdote mas-simo, che appunto sarà Cristo: Di te è scritto che sei per sem-pre sacerdote/che oltrepassi il tempo e ogni dinastia/Ma verràun altro che col sangue sulle gote/Ci porterà una nuova edeterna amnistia...

Poi la poesia dedicata ad Alex Zanotelli... uomo di fede ma con un ca-risma in più quello di non vivere come la stessa poesia recita tra pa-pi e cardinali è il Signore che invece si accompagna con i poveri e

nello smarrimento dei relitti umani dell’Africa...Ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmentee vedere queste scene di vero Smarrimento, ti-tolo anche del componimento poetico, che so-no sconvolgenti nella terra d’Africa: Ogni tan-to parla e grida un tuo profeta/E rinnova la tuavita tra gli oppressi/Scende in mezzo a loro co-me una cometa/E rischiara tutti i dubbi dei per-plessi (...) Perdonaci Signore per i nostri occhichiusi/ Per le coscienze false e le nostre como-dità/Per il pane che buttiamo e per gli abusi/della terra dell’acqua e della povertà.

È forte il richiamo al Creato in questo testo co-me in un altro, che è in ristampa dedicato agli al-beri recisi nel cimitero di Mormanno, (Cs).Ventinove alberi, che erano stati protetti ancheda un decreto ministeriale del 1964, perché al-beri di lungo tempo. Tuttavia, il sindaco igno-rando l’esistenza di questo decreto, che vinco-lava la tutela di questa macchia di verde, li fa re-cidere. Scrissi di getto queste poesie come sefosse il dolore dell’albero stesso a parlare dellesue competenze e caratteristiche a servizio an-che degli uccelli e dell’ombra nel cimitero de-scrivendo i suoi quattro lati. Vinsi un premio perla protesta civile, in occasione del “PremioFarina” a Roseto Capospulico, sezione “Poesiacivile”; un altro mi fu conferito a Roma, “TerzoMillennio”, primo classificato. E il libro è stato

portato nel maggio dello scorso anno a Torino al Salone internazio-nale del libro. Un piccolo libro di ventinove poesie, ma che mi hadato grande soddisfazione, ora in ristampa.

Sono tante le donne cui dedica le poesie...Sono mie cugine che sono state le mie prime lettrici e siamo moltolegati nonostante vi sia differenza di età; mi vedono come una fi-gura paterna cui far riferimento in caso di loro crisi. Diversa cosasono le ragazze del Centro di lettura di Mormanno, che sono ungruppo che approcciandosi alla mia poesia mi coinvolsero nelle lo-ro attività in un determinato percorso.

La domanda che attraversa molti dei testi presenta un punto in-terrogativo capovolto all’inizio della stessa. Perché lo utilizza?Si utilizza moltissimo in Spagna, e lo trovo interessante perchéleggendo, a volte, si arriva alla fine del verso senza dare il giu-sto accento alla domanda. Si è più avvantaggiati nella lettu-ra e per me è diventato un vezzo.

Poeta di bugie è una poesia autobiografica?La poesia si rifà in un verso a una canzone del can-

tautore Fabrizio De Andrè, poiché la poesia sipresta sempre a una sorta di alchimia, una lievecostruzione, che nasconde il poeta alla realtà,astraendolo. A volte, c’è anche un elemento divanità e narcisismo, che attraversa il poeta.

Le sue poesie sono tutte in rima in un’epoca incui ha preso largo uso il verso libro...La rima fa parte della costruzione scolastica,le poesie sono sempre state in rima. Ho dovu-to faticare per arrivare al verso libero. Ormai èusata maggiormente la poesia a verso libero,perché non è cosa facile usare la rima.

A breve la presentazione di un altro libro in col-laborazione col pittore paesaggista e astrattistaper caso, Rocco Regina...Vedendo le sue riproduzioni pittoriche ho creato

delle poesie secondo il mio punto di vista, ma chenon so se corrispondano direttamente a ciò che il pitto-

re voleva significare. Dalle mostre fatte in giro, ne è natoil libro con la postfazione di Dante Maffia, un grande poe-

ta Italiano. Il libro si titola Orizzonti in divenire.

sabato25 gennaio 2014

XIII

Pillole di fede

di Lucia De Cicco

Francesco M.T. Tarantino, poeta e scrittore spirituale, un credente passato dalla Fede cattolica a quella protestante

La poesia delladenuncia socialeLa poesia delladenuncia sociale

Ha prodottocinque testiche hannocome temala fedee la ricercadella stessa

Uno di questiè “Noli metangere”,la fraseattribuitaa Gesùquando laMaddalenagli si avvicinòdopo laResurrezione

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Non indurirà mai il sorbo di Sannicola. Resta sempre lì, maestoso,con una sorta di baschetto per chioma, pieno di frutti un anno si eduno no, sempre verde e sempre bello a vedersi. Sembra da sempreun meraviglioso ombrello che la natura ha voluto lì, davanti ai mieiocchi meravigliati ad ogni sguardo. Fino a circa quindici anni ad-dietro v’era un altro sorbo più sopra, più dentro il cuore della miaroba. Caricavano di sorbi ogni due anni e caricavano un anno cia-scuno. Un anno ne faceva in quantità questo, un anno quello. Ognianno avevamo grande abbondanza in famiglia; noi che avevamogrande golosità per quel frutto che veniva da lontano. Da quandogli avi di mio padre, forse suo padre, mio nonno Giuseppe, aven-dolo avuto il eredità nel bel mezzo del terreno mezzo cespuglioso emezzo ben coltivato ad alberi di frutta, di ulivo e di vigneti. lo han-no curato e reso al servizio di Sannicola, la mia Sannicola che è sem-pre stato il mio appezzamento di terreno più importante per tutta lamia famiglia.

Ora tendo ad invecchiare e a trascurare la mia terra che mai ho avu-to la forza e la capacità di tenere ben coltivata e bene in attività pro-duttiva. Gli alberi si avvicinano alla loro vecchiaia, la capanna delnonno resta in mezzo a roveti oramai invincibili, con le poche te-gole a coprire un pezzo di essa; quello dentro cui i miei famigliarisi sono sempre protetti dalle intemperie piovane. Il sorbo resta sem-pre più vigoroso, come se avesse energia per durare chissà quanto.Non accenna mai a processi di invecchiamento. Sembra un mira-colo della natura che non perde mai. Ricordo quando mio padre, aisuoi piedi, legandolo con la lunga corda della cavezza, lo lasciavaintere giornate a brulicare l’erba e consumare la sua abbondanza diaveva prima che riportasse tutti noi a casa con il carrozzino caricodi minutaglia per le serate invernali e il resto dell’anno da trascor-rere in cucina, accanto al focolare: a fine giornata. Tutte le campa-gne sono piene di rare piante che eccezionalmente durano a sorpre-sa senza che si capisca perché. Non finiscono mai di vivere e di frut-tificare. Poco frutto sì, ma senza mai fine.

Tutti ci siamo posto il problema della durata degli alberi più grandi.Nessuno ha mai saputo da quanto tempo esistessero gli uliveti del-la zona. E le querce, i peri, i fichi! Si tratta di alberatura meravigliosache ha rappresentato il meglio dei nostri ricordi e delle nostre golo-sità. Ogni appezzamento di terreno, ben coltivato dai nostri conta-dini a favore della famiglia e per le sue comodità annuali, aveva piùo meno le stesse alberature. Grandi uliveti per il comodo dell’olio,querceti per la ghianda che consentiva sempre l’allevamento deimaiali, e poi alberi di frutto più delicato e più piacevoli quali i periche erano di diversi sapori, diversi colori, di diversi gusti che ma-turavano nelle diverse stagioni, le pesche, le prugne, i fichidindia,le mele, il melograno, l’uva. Questi frutti si alternavano, quasi tuttigli anni, con il grano, il frumento, l’orzo, l’avena, l’erba da fieno.Solitamente si avevano due tipi di terra per la diverse coltivazioni.

C’era la terra che non richiedeva acqua in abbondanza e su di essa sicoltivavano alberi ad alto fusto e frutti che passavano con il nomedi seccagli. Poi c’erano le terre di marina, dove passava l’acquedottoe vi era un servizio permanente di acqua spesso proveniente dal fiu-me oltre che da pozzi localmente ricavati. Questa terra veniva ri-servata per la coltivazione degli orti per le verdure, gli ortaggi vari,le minestre, i ceci, i fagioli, le melanzane, pepi e peperoni, pomo-dori, cetrioli, pollame vario che il più delle volte veniva allevato ne-gli orti vicini alla case. Ogni famiglia si allevava uno o due maialied aveva degli alberi grandi, sparsi qua e la, di noci, mandorle. Nonmancavano alberi per i frutti da dare agli animali per allevamentofamigliare quali il carrubo.

Le famiglie di una volta non usavano i soldi. Nella campagna pro-ducevano tutto e non si facevano mancare niente nemmeno in ma-teria di abbigliamento, di vestiti, di ogni forma di vestimento. C’eranoin abbondanza i sarti, i maestri artigiani, i falegnami, barbieri, cal-

zolai, i tessitrici di coperte la telaio, e si era forniti di ogni forma diattività artigianale per costruire il corredo di famiglia e quanto ser-viva per la comodità dei suo componenti. La natura era tutto. Da es-sa si ricavava ogni ben di Dio. Dai giochi per ragazzi o per adulti,ai diletti di ogni sorta, alle festività annuali, tutto si preparava e so-lo raramente ci si recava a l mercato per competere aggiuntive.Ognuno si attrezzava per non avere bisogno di altro per le propriecomodità. I più arditi capifamiglia si organizzavano e tenevano im-mense comodità per tutto l’anno e per ogni evenienza. Le famigliepiù agiate erano quelle che vivevano della propria abbondanza diterra dentro cui nulla tralasciavano per arricchirsi di tutto. E non ave-vano certamente paura della fatica. Avevano i fisici allenati e pre-disposti per tutto quanto avrebbero dovuto ricavare dalla fatica uma-na. Non si stancavano, non avevano bisogno di eccessivo riposo.Non avevano lussi. Si viveva di essenzialità. E nelle ricorrenze siarricchivano di dolciumi di casa nelle varie fasi dell’anno ed in ri-correnza di tante festività. Tutte le festività erano, anzi, caratteriz-zate da dolciumi artigianali, fatti in casa con metodi che si traman-davano da famiglia in famiglia, da generazione in generazione. Lefeste più importanti, nell’arco dell’anno, erano maggiormente ca-ratterizzate da dolciumi abbastanza caratteristici e dalla consuma-zione di tante golosità che tutti si predisponevano.

Una volta era ricca la vita di famiglia e del vicinato, della parentela.E c’era affetto tra i vicini, tra i parenti, cugini, nipoti, nonni, com-pari e compari, compagni d’infanzia e frequentatori di locali pub-blici, di piazza, di posti di gioco, di conversazione. Ognuno di pro-

sabato25 gennaio 2014

XIV

Il racconto

Non indurirà mai il sorbo...Non indurirà mai il sorbo...

Resta sempre lì, maestoso, con una sorta di baschetto per chioma, pieno di frutti un anno sì e uno no

sempre verde e sempre bello a vedersi, lì a Sannicola

Ogni annoavevamograndeabbondanzain famiglia;noi cheavevamograndegolosità perquel fruttoche venivada lontano

di Giuseppe Aprile

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digava per rapportarsi con gli altri, con i vicini, con coloro che ave-vano gli stessi gusti e le stesse predilezioni. C’erano le comitive digiovani appassionati del gioco del pallone, degli amanti del cicli-smo, delle gare in ogni attività fisica. E per ogni cosa sapevano dar-si da fare e fornirsi degli strumenti di gioco e di diletto .Ognuno da-va un apporto alle attività comuni tra comitive che si dedicavano al-le cose più belle e divertenti nell’arco della giornata. I locali pub-blici venivano presi come luoghi dove estrinsecare una propria at-tività di piacere e di chiacchierata tra amici ed amiche. La fontanadove si andava con le brocche per l’acqua da fornire per la casa, lachiesa dove si trovava l’occasione, oltre che per i doveri sentiti diattività religiosa, per conversazioni, amichevoli scambi di esperienze,confronti tra cose che caratterizzavano il vivere di ognuno, lo scam-bio di pensieri sui propri famigliari, i propri figli, il proprio vicina-to. Molto rilevante era la preparazione del mangiare e della prepa-razione dei dolci in occasione delle festività tra cui emergevano quel-le natalizia e quelle pasquali. Per le attività natalizie i dolciumi dipiù classici erano i biscottini, le sammartine, i torroni i fichi secchipreparati in diverse maniere (a croce, a schiocche, liberi, bianchi eneri ). Per la Pasqua, invece, si usavano di più i torroni, le cioccola-te, il panettone, le torte.

Anche nelle antichità emergevano le maggiori o minori disponibilità,nonostante si ricavava al massimo dalla natura. C’erano case conmaggiore o con minore abbondanza, Ma tutti avevano l’indispen-sabile. Particolarmente tutti ammazzavano il maiale che avevanocresciuto nell’arco dell’anno, nel mesi di febbraio, in coincidenza

con le festività di Carnevale. Ed erano per tutti divertimenti, sciala-te, maschere, vino, bevande a volontà, serate di divertimento nellefamiglie e tra gli amici o parenti.

A proposito della crisi che sta investendo le famiglie italiane in que-sti tempi che seguono il crollo del lavoro, oramai senza più possi-bilità di mantenerlo, voglio registrare il dire tra Giorgio e Pietro per-ché lo trovo utile a chiarire lo stato attuale dei problemi che stannointeressando la società intera. Non v’è alcun dubbio che non si rie-sce a capire dove stia andando la nostra società che registra crolli idi attività imprenditoriali e lavorative fino al punto che molti nontrovano riparo alla definitiva mancanza di lavoro e di denaro.

Dice Giorgio: Anticamente nelle nostre vite paesane non c’era bi-sogno del denaro. Si viveva di onestà, di sentimenti meravigliosiche legavano gli esseri umani. Con un piatto di pasta e fagioli sicreava la felicità dell’intero parentado. Ed una minestra calda la tro-vavi in tutte le famiglie. Tutti si beavano per pochissime cose cheerano alla portata di tutti. Un sorriso aveva il suo grande peso nelrapporto tra gli esseri umani.. Solo un po’ di buona salute si invo-cava per stare a passo con i tempi pieni di contentezza e di sorrisicompiacenti. La campagna era una miniera anche quando produ-ceva al minimo. Nella terra si trovava ogni ben di dio e tutti la vo-levano coltivare per bene. Stare sulla terra era come stare davanti almeglio della vita; per tutto. Non c’era cosa che si potesse desidera-re oltre quello che quotidianamente si vedeva e si godeva. Non c’e-rano desideri reconditi, fantasie inappagabili, voglie di diverse daquanto la giornata offriva nella crudezza della sua esistenza. Ognunodisponeva di quanto desiderava. Gli stessi desideri di ognuno nonandavano oltre quello che si vedeva, si percepiva, si trovava in na-tura. Non vigevano fantasie inappagabili. Si viveva di onestà e ba-sta fino a quando non hanno scoperto il denaro che ha reso tutti ne-mici.Pietro aggiungeva il suo pensare, condividendo totalmente quantodiceva Giorgio. «È così» infatti, diceva. «Una volta ci si acconten-tava di poche cose che erano, di fatto, la nostra ricchezza totale. Nonvolevamo il mare, i monti, la neve, le nuvole, la pioggia ed il ven-to, La vita la prendevamo così per come veniva e stavamo tutto con-tenti e felici. Ognuno si costruiva la sua giornata e si accorgeva chetale costruzione non si differenziava da quella del vicino, del fratel-lo, del padre, dell’amico. La vita tra la gente non presentava diffe-renze enormi. Nelle nostre tasche mai entrava grande rumore di mo-nete in ferro. In esse nocciole, fichi secchi, noci, mandorle. Ed il faz-zoletto per soffiarsi il naso ogni tanto. Portafogli? E che cosa era?Chi lo aveva? A cosa poteva servirgli quando dei soldi nessuno sen-tiva nemmeno l’odore? E si viveva felici, sorridenti, sempre con-tenti e mai turbati. Oggi, finisce Giorgio, si vive di denaro, di tele-visione, di film di cui non capiamo altro che le porcherie che ci ven-gono trasmesse e la mente umana è deviata. Questa è la realtà» con-clude.

Rappresentava una grande cosa un sorbo, una grande quercia, un uli-vo caratteristico, un ambiente di diverse piante. E si contavano leproprietà di tanti contadini che della propria campagna, eguale aquella di tanti altri. Era la felicità generale. Non si parlava di ric-chezze, mai ai averi particolari. Don Ciccio era quello che aveva ungrande nespolo nella propria terra. Peppino Spagnolo aveva un gran-de frantoio dove quotidianamente, al tempo delle olive, si recavanoi campagnoli per portare le olive per la lavorazione e per l’estrazio-ne dell’olio. Era, quel frantoio, il luogo di tutti che andavano, si ser-vivano, passavano del tempo bellissimo e tornavano a casa pieni diaffetto, di amicizie, di bei discorsi reciproci. Gaetano Mittica ave-va il camion. Tutti si servivano quando dovevano mandare roba aTorino, ai propri amici della capitale piemontese. Mastro Ciccio ilbarbiere suonava la sua chitarra ed il suo mandolino nei ritagli ditempo. O lavorava o il suo salone era luogo di canti, di balli, di suo-ni. Gaetano Tedesco in vece era figlio del fabbro e possedeva tuttigli arnesi per piegare il ferro, riaprire una porta dopo il guasto allachiave, mettere i ferri agli animali: cavalli ed asini. Le botteghe de-gli artigiani era luoghi di incontro, di chiacchiere, di scambio di ideee di opinioni generali. Per anni ed anni, al centro di ogni discorso,v’erano le poche ma sane cose paesane. La vita era bella e la sem-plicità stava al centro del mondo.

sabato25 gennaio 2014

XV

Il racconto

Il sorbo restasempre piùvigoroso,comese avesseenergiaper durarechissàquantoNon accennamaia processidi invecchia-mento

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