Voce ai giovani

16
A Cassano Ionio per chiedere scusa, il papa “ammonisce” la ‘ndrangheta per la sua “separazione” da Gesù Cristo Settimanale indipendente di informazione Anno 38 - 28 Giugno 2014 - Numero 26 euro 0,50 di Lucia De Cicco L’estate? Una passeggiata se sei a Cosenza TORNA IL BOULEVARD di Francesco Fotia Giuliano Palma e Nino Frassica tra i primi protagonisti della 3a edizione Quando la Calabria fu tra Corona e Repubblica A TU PER TU CON LA MEMORIA Una fotografia della storia di 70 anni fa nel libro di Fucilla e Pellegrino AL TELESIO DI COSENZA “Botte” di fine anno per una bocciatira L’increscioso episodio dell’aggressione di Pasquale Falco

description

Sabato 28 giugno 2014

Transcript of Voce ai giovani

Page 1: Voce ai giovani

A Cassano Ionio per chiedere scusa, il papa “ammonisce”la ‘ndrangheta per la sua “separazione” da Gesù Cristo

Settimanale indipendente di informazioneAnno 38 - 28 Giugno 2014 - Numero 26 euro 0,50

di Lucia De Cicco

LL’’eessttaattee??UUnnaa ppaasssseeggggiiaattaassee sseeii aa CCoosseennzzaa

TORNA IL BOULEVARD

di Francesco Fotia

Giuliano Palma e Nino Frassica trai primi protagonisti della 3a edizione

QQuuaannddoo llaa CCaallaabbrriiaaffuu ttrraa CCoorroonnaaee RReeppuubbbblliiccaa

A TU PER TU CON LA MEMORIA

Una fotografia della storia di 70 annifa nel libro di Fucilla e Pellegrino

AL TELESIO DI COSENZA

““BBoottttee””ddii ffiinnee aannnnooppeerr uunnaabboocccciiaattiirraaL’increscioso episodiodell’aggressione

di Pasquale Falco

Page 2: Voce ai giovani

Il proclama della scomunica dei “mafiosi” decretata in forma so-lenne e decisa tra gli scavi dell’antica Sibari da papa Francesco I il21 giugno 2014 ha suscitato il plauso di tutti, in particolare di quan-ti hanno subito palesi ingiustizie e misfatti e continuano ad esserneancora vittime. Non è, però, la prima volta che la Chiesa censura ta-li comportamenti (checché ne dica qualche distratto affabulatore cheparla di “nuova era”). Essi vanno, però, letti nel contesto più gene-rale, dove ora sono meglio precisati, senza - a mio avviso - lasciar-si trasportare in inutili e faziose polemiche, anche da parte di chi siprofessa ateo o miscredente e pertanto non ha assolutamente, comesuol dirsi, voce in capitolo, mischiando spesso ruoli e circostanze.Compito essenziale della Chiesa è quello di annunciare il Vangelo,cioè la “buona novella” che in nome di Dio affratella tutti insegnandocon i suoi “comandamenti” di trascorrere un’esistenza serena, in at-tesa di passare a miglior vita, in attesa della beata resurrezione. Inperfetta sintonia con tale missione, perciò, Giovanni Paolo II, in vi-sita nel 1993 ad Agrigento, affermò ad altissima voce rivolgendosia tutti: «Che sia concordia! Dio ha detto una volta: non uccidere!Non può l’uomo, qualsiasi uomo, qualsiasi umana agglomerazio-ne... mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimodi Dio!» E quindi aggiunse: «Questo popolo, popolo siciliano, tal-mente attaccato alla vita, popolo che ama la vita, che dà la vita, nonpuò vivere sempre sotto la pressione di una civiltà contraria, civiltàdella morte! Nel nome di questo Cristo crocifisso e risorto, di que-sto Cristo che è vita, via, verità e vita. Lo dico ai responsabili: con-vertitevi!».

Per i cristiani credenti e praticanti secondo il diritto ca-nonico, si incorre nella scomunica, a causa di un pec-cato grave (come adulterio, aborto, omicidio, concubi-nato, ecc.) e fino all’eventuale assoluzione, tali pecca-ti ed errori escludono il battezzato dalla comunione conla Chiesa, vietandogli di ricevere o amministrare sa-cramenti e di esercitare qualsiasi ufficio ecclesiastico.

La scomunica priva dell’esercizio dei diritti, non dei do-veri, fra cui la partecipazione alla messa (senza riceve-re la Comunione) la domenica e le feste di precetto, ildigiuno nei giorni prestabiliti, etc. Perciò nessuno puòessere espulso dai luoghi di culto, anche se notoriamentemafioso.

Più severe le pene di scomunica per gli ecclesiastici checompiono atti non consoni al loro ministero: è il casodel prete australiano dell’arcidiocesi di Melbourne perl’apertura alle coppie gay e il sostegno alle donne sa-cerdote, scomunicato da papa Francesco appena un me-se fa.

Riandando a tempi a noi non molto lontani, a partire dal-la II Guerra mondiale va ricordata la scomunica com-minata da Pio XII a partire dal 1 luglio 1949 a tutti i cri-stiani che aderivano all’ideologia marxista del Partitocomunista. Una censura che certo non venne bene ac-colta dai molti dei suoi militanti, che “a casa” - diceva-no - volevano seguire i riti dei loro padri, ma “al Comunee in Parlamento” preferivano aggrapparsi alla falce e almartello, quando il Sant’Uffizio escluse dai sacramen-ti i cattolici iscritti ai partiti comunisti di ogni nazione.

sabato28 giugno 2014

II

Tra “disattenzioni e strumentalizzazioni”

Il proclama della scomunica dei "mafiosi" decretata in forma solenne e decisa tra gli scavi dell'antica Sibari

da papa Francesco ha suscitato il plauso di tutti

Non è, però,la prima voltache la Chiesacensuratali compor-tamentichecché nedica qualchedistrattoaffabulatoreche parla di“nuova era”

di Pietro De Leo

Scomunichecome se piovesseScomunichecome se piovesse

In apertura, Papa FrancescoA destra Giovanni Paolo IIA centro pagina Pio X e Pio XII

Page 3: Voce ai giovani

Mentre ci si chiedeva come mai il papa non non avesse scomunicatoHitler. Tema assai controverso al quale don Sturzo rispose: «Temoche quale risposta alla minaccia di scomunica, Hitler ucciderebbe ilpiù grande numero possibile di ebrei. E nessuno potrebbe impedir-gli di farlo».

Tra le scomuniche recenti che hanno avuto risonanza mediatica visono quelle riguardanti sia il vescovo Marcel Lefebvre, fondatoredi un gruppo tradizionalista “Fraternità sacerdotale San Pio X” cherifiutò molte delle innovazioni introdotte dal Concilio Vaticano II,già sospeso a divinis nel 1976, nel 1988 e incorse nella scomunicalatæ sententiæ per avere ordinato quattro vescovi senza mandatopontificio, sia il vescovo Emmanuel Milingo, postosi a capo di unmovimento che propugna l’ordinazione di preti sposati e presa mo-glie lui stesso, e nel 2006 anch’egli venne scomunicato per aver or-dinato dei vescovi senza permesso.

Una lunga storia quella delle scomuniche che s’intrecciò in Italia conla proclamazione dell’Unità e col Sacco di Roma.

Pio IX per la sua politica ostile alla Chiesa, che culminò nell’inva-sione e annessione dello Stato Pontificio al Regno d’Italia inflisseben tre scomuniche alla Casa Savoia, sia a Vittorio Emanuele II ilre “galantuomo” sia ai suoi successori, e insieme a chiunque colla-borasse al governo dello Stato. Con la disposizione del Non expe-dit (1868), il papa ribadiva, inoltre, l’inopportunità per i cattolici ita-liani di partecipare alle elezioni politiche dello Stato italiano e, perestensione, alla vita politica. Inoltre il pontefice inflisse la scomu-nica a Casa Savoia, vale a dire sia a Vittorio Emanuele II sia ai suoisuccessori, e insieme con loro a chiunque collaborasse al governodello Stato, questa scomunica venne ritirata solo in punto di mortedel sovrano, quando Pio IX inviò un sacerdote a impartirgli l’asso-luzione.

Si direbbe: davvero un buon inizio! Altro che mafia. Il divieto ai cat-tolici italiani di partecipare alle elezioni e in genere alla vita politi-ca dello Stato italiano fu concretato con decreto della SacraPenitenzieria del 10 settembre 1874, ribadito come obbligatorio inatti successivi benché di fatto non applicato in vari casi.

Pio X, con l’enciclica Il fermo proposito dell’11 giugno 1905, purnon revocando formalmente il divieto, permise l’adito dei cattolicialla vita politica qualora sussistessero circostanze speciali ricono-sciute dai vescovi; l’ambiguità di questa disposizione consentì, nel-le elezioni del 1913, il cosiddetto patto Gentiloni. Il divieto fu abo-lito implicitamente da Benedetto XV, che nel 1919 permise ai cat-tolici di aderire al Partito popolare di Don Luigi Sturzo. Bisogneràaspettare l’11 febbraio 1929 festa dell’apparizione di Nostra Signoradi Lourdes per la firma del concordato tra Stati e Chiesa che can-cellò la scomunica.

Il 13 febbraio 1929 Pio XI tenne un discorso a un’udienza concessaa professori e studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore,che passò alla storia per un passaggio in cui Benito Mussolini fu in-dicato come “l’uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare”.

La storia è anche questa e non va dimenticata. La scomunica ha sem-pre rivestito particolare importanza nella storia della Chiesa, in par-ticolare nei rapporti tra il Papato e i poteri laici, sovrani, principi ecomuni: fu sempre lo strumento principale del potere ecclesiasticoper costringere un fedele a staccarsi e a disobbedire al “signore sco-municato”. Una storia assai lunga e variegata sulla quale - se saràpossibile e i lettori lo vorranno - diremo di più.

sabato28 giugno 2014

III

Tra “disattenzioni e strumentalizzazioni”

GiovanniPaolo IIin visitanel 1993ad Agrigento,affermò «Dioha detto unavolta: nonuccidere! Nonpuò l’uomo,qualsiasiuomo,qualsiasiumana agglo-merazione...mafia, nonpuò cambiaree calpestarequesto dirittosantissimodi Dio!»

Page 4: Voce ai giovani

Migliaia i pellegrini e non solo, giornalisti, semplici curiosi, ma an-che occasionali turisti di passaggio, che si sono recati lo scorso 21giugno, memoria di San Luigi Gonzaga, per assistere alla messa dipapa Francesco, a Sibari, Cassano allo Ionio, e con ogni mezzo, bus,auto private, in navetta. Un’area allestita con servizi di acqua, cap-pelli per il sole, servizi igienici e punti d’informazione e di prontosoccorso, suddivisa in settori anche se non transennati, che partiva-no dall’area A1, direttamente sotto il palco della celebrazione, al-l’area H4 a Marina di Sibari allestita la sala stampa. Organizzazioneimpeccabile, per una visita, che ha toccato tanti punti della localitàcassanese, creando, ovviamente, qualche disagio ai residenti e allaviabilità del traffico, limitata e chiusa in alcuni tratti per motivi disicurezza, soprattutto nelle strettoie, dove Francesco, come suole fa-re, si è fermato per stringere mani e accogliere i bisognosi. Il Santopadre, è atterrato con l’elicottero della Santa sede, attorno alle 10,30dopo la visita al carcere di Castrovillari, nello stadio comunale nelcentro abitato di Cassano, a un passo dall’hospice, dove i malati ter-minali, l’hanno aspettato con grande attenzione e poi la folla, l’haletteralmente assalito per consegnargli figli da benedire, piccoliomaggi, e strette di mano. Nella cattedrale, l’incontro con il clerodella diocesi, e gli anziani di Casa Serena, che sta proprio in cimaal paese. Il tutto in mezzo a una folla di persone, che dietro le reti diprotezione e transenne, acclamava alla speranza di salvare feriti ecarnefici dall’orrore, dei regolamenti di conti tra clan di ‘ndranghe-ta, che proprio lì in quel luogo ha registrato uno dei crimini più or-rendi, l’offesa ai “piccoli”, il futuro del mondo.Il sindaco di Cassano allo Ionio, Giovanni Papasso, ha dichiaratoalla stampa che la visita del papa è un momento per ridare speran-za alla comunità, si partirà da ciò per richiamare l’attenzione neiconfronti di chi è sempre distratto dai problemi di questa terra (diCalabria), a guardare con occhi benevoli sia la società sia le nuovegenerazioni e per i tanti nuovi talenti, tanto da potere sperare in unfuturo diverso e migliore. Per le strade già alle otto di mattina, c’ètanta folla, che aspetta tra bandierine e festoni giallo oro e bianco,c’è anche chi per l’occasione si è dilettato a confezionare un qua-dro, nella speranza che il papa lo benedica al suo passaggio. Un ser-vizio d’ordine fin troppo eccezionale, anche se, lo sappiamo, lo ab-biamo visto in più occasioni, Papa Francesco non desidera essere

troppo “stretto”; infatti, all’uscita dall’ho-spice, si ferma in calorose

strette di mano ai giorna-listi, e qualche cittadi-no svincolato dalletransenne e benedicetutti, nella dispera-zione più totale del-

le sue guardie, che so-no letteralmente som-

merse dallafolla.

Si

sabato28 giugno 2014

IV

Pillole di fede

A Cassano per chiedere scusa, il papa “ammonisce” la ‘ndrangheta per la sua “separazione” da Cristo

Francesco traccia la lineadi confineFrancesco traccia la lineadi confine

di Lucia De Cicco

«Coloro chenella loro vitahanno questastradadi malecome sonoi mafiosi,non sono incomunionecon Dio, sonoscomunicati»Frase forteche hasuscitatoun fortissimoapplauso eche il Papa hasottolineatocon il voltorivoltoal CorpusDomini

Page 5: Voce ai giovani

legge in una nota stampa diramata dalla Diocesi cosentina, e dal-l’ufficio delle comunicazioni sociali, direttore, vicario Enzo Gabrieliche il presidente della Conferenza episcopale Calabra, monsignoreSalvatore Nunnari, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, ha conse-gnato, a nome di tutti i sacerdoti calabresi 30mila euro per la carità,iniziativa voluta dalla Commissione presbiterale regionale, comesegno penitenziale e di attenzione ai bisogni in tutta la Calabria daparte dei sacerdoti. Ogni sacerdote ha fatto pervenire, tramite la pro-pria diocesi, l’offerta che è stata consegnata alla fine della celebra-zione eucaristica al pontefice.

Abbiamo chiesto tra i pellegrini quali sono state le esperienze per-sonali, che quest’ arrivo ha prodotto nei cuori dei calabresi.

Don Francesco Sicari della diocesi di Miletoche si trovava nello stadio nell’immedia-to atterraggio del papa ci ha così detto:«Ho provato un’emozione, che è quelladi sempre, ogni qualvolta si vede il papaè una cosa eccezionale, che nasce dentro,e poi la meraviglia di guardarsi attorno evedere l’attesa della gente, che è consa-pevole di trovarsi alla presenza di un even-to, che è sicuramente unico. Ho avutol’impressione volesse venire sotto la tri-buna, e mi è dispiaciuto che l’hanno fat-to salire subito sulla macchina del papa.Adesso lo aspetterò allo stadio per la con-celebrazione della messa».

Camillo Arena, collega giornalista diTeleuno, ci ha così comunicato: «Una bel-la emozione vedere il papa arrivare, scen-dere dall’elicottero nello stadio. È la pri-ma volta che lo vedo anche se per lavoro.La redazione ha diversi colleghi suCassano e ognuno mostrerà le riprese del-la sua tappa (alla domanda cosa vedremosull’emittente)».

«Nell’hospice, ci riferiscono Serena Vita eSavina Dicundo, ha benedetto gli amma-lati e dato loro la mano. Una commozio-ne e devozione fortissima per questo even-to così speciale. Molto, ma davvero mol-to è accogliente Papa Francesco, l’im-pressione di una persona davvero buona,umano e vicino alla gente, vicino a noitanto tanto tanto».

Concetta e Pamela Pulignano, FrancescoPandolfi, che abitano nei pressi di CasaSerena, casa di riposo per gli anziani, cheè stata ultima tappa del papa prima dellaSanta messa e che si trova collocata ac-canto alla chiesa di San Francescod’Assisi, in cima al paese amezz’ora di cammino: «L’ansiadell’arrivo del papa non ci ha fat-to dormire la notte, ma anche ilgrande movimento, che abbiamoavuto in paese. Quindici giorni diattesa e di lavoro, per i volontari,vicini di casa, gente comune. Unevento, che speriamo, non restiunico e nella storia di Cassano,non succede spesso di vedere lagente, che collabora. Una bellis-sima cosa, che ha visto un paeseintero rispondere in maniera for-te, dimostrando che forse non sia-mo solo un paese di malviventi,ma anche di persone che si dan-no da fare, brava gente e norma-le. Ci sono tante associazioni, (Concetta già è membro dell’Avo),ma ci è venuta la voglia di crearne di nuove, perché hanno fatto qual-cosa di bello nell’unità senza competizione e invidia. Ringraziamoil papa di essere stato in questa bellissima e sfortunata terra e ci be-nedica e lo invitiamo a ritornare, vieni Santo padre! Prega tanto pernoi, ché abbiamo davvero un grande bisogno».

sabato28 giugno 2014

V

Pillole di fede

«Pper questafede noi -

ha aggiuntoil Papa -

rinunciamoa Satana e

a tutti i suoiidoli,

dall’orgoglioalla vanità,

dal poterealle

seduzionidel mondo

e adoriamoGesù Cristo,

presentenella SantaEucarestiaCercando

di metterein pratica

il comanda-mento

dell’Amore

Page 6: Voce ai giovani

Abbiamo incontrato anche suor Piera Salacristi dell’ordine delle suo-re di Carità di Maria bambina di Cosenza: «Anche se non lo abbia-mo toccato, è un uomo, che trasmette emozione. Lo abbiamo visto

disteso in questa occasione, allegro, for-se perché era inizio di giornata».

Padre Ugo Brogno, che lavora da diciottoanni tra gli ammalati in ospedale, che sitrovava nell’hospice accompagnatore diquattro disabili, ci racconta i momenti del-la visita: «Quello è il luogo chiave dellasofferenza, in cui il Santo padre ha in-contrato la sofferenza. Proprio là, dove cisono sofferenti, poveri, bambini e anzia-ni, categorie degli ultimi fra gli ultimi, chehanno necessità di accoglienza e affetto,malati terminali a lunga degenza. Il no-vello Pietro ha abbracciato i sofferenti inquesto lembo di terra che è Cassano alloJonio, ed è venuto a portare una speran-za. Mi ha colpito la sua semplicità, affa-bilità, il porsi in empatia con la gente.Possiamo definirlo il papa del popolo, nondelle grandi strutture e dei potenti».

Abbiamo anche incontrato una famiglia diBrescia, la famiglia Ducoli, che appena ar-rivata in vacanza e attratta dalla folla, si èsubito recata nel luogo della messa, unprimo giorno di vacanza, che ormai ripe-tono da quattro anni, non avendo alcun le-game parentale con la Calabria e che tro-vano bellissima e ospitale: «La coinci-denza ha voluto che ritardassimo anchele nostre vacanze di qualche giorno.Arrivati, vedendo la strada interrotta ab-biamo valutato la possibilità di vedere ilpapa, che sapevamo venisse in Calabria,ma di preciso dove ne eravamo allo scu-ro, porteremo a casa anche questo bel ri-cordo».

Interessanti le riflessioni di una giovanis-sima studentessa di Teologia, AntoniettaPatitucci di Roggiano, Cosenza: «Ho se-guito le omelie del papa a Lampedusa,Sicilia, in Sardegna e Assisi, ma inCalabria, ho notato la sua stanchezza du-rante l’omelia, è stato più sintetico, pro-babilmente per una giornata intensa e fa-ticosa concentrata in tante tappe. Non hocompreso il senso del suo chiedere scusa,e se fosse riferito alla ‘ndrangheta, avreivoluto più approfondimento sul tema del-la malavita organizzata. Penso, tuttavia,che il segnale di esortazione affinché la‘ndrangheta lasci la nostra terra sia cosapositiva. Svegliare le coscienze è impor-tantissimo. Questo è il primo papa che lofa con determinazione. Le coscienze del-le istituzioni si muovono solo con fortiscosse e qui lo scossone c’è stato. LaChiesa non è costituita solo dal papa e daisuoi presbiteri, ma anche dai laici, che de-vono appoggiare e assorbire il messaggiocon i fatti con le parole. È troppo facile e

lo facciamo in tanti dirlo solamente, ma con le azioni, diventa piùdifficile. I colossi, ho notato, però, che li ha smossi, questo papa èevidente non ha alcuna paura di morire. Lo seguo, costantemente,in tutte le sue omelie a Santa Marta, semplici, dirette, sono moltointeressata ai suoi discorsi. Mi piace e arriva a tutti i cuori».

Abbiamo anche intervistato uno dei tanti volontari che a vario titolo,protezione civile, volontari sul campo, assistenza sanitaria 118, sisono adoperati, affinché i pellegrini avessero la migliore accoglien-za possibile. Abbiamo raccolto la testimonianza di Pina Amato diCariati, Cosenza: «Papa Francesco ha portato un raggio di sole inquesta terra calabrese, per darci la forza di poter affrontare le tantedifficoltà, che la stringono. Noi dell’assistenza sanitaria ci siamo or-ganizzati con tende e letti per le varie emergenze. Abbiamo regi-strato dei codici gialli e verdi. Siamo stati solerti e non è mancata la

sabato28 giugno 2014

VI

Pillole di fede

Page 7: Voce ai giovani

giusta assistenza, che abbiamo registrato nella soddisfazione del pa-ziente, cosa da non trascurare, perché vuol dire che il servizio of-ferto è stato funzionato».

È stato distribuito, da un nutrito corpo di volontari giovani non soloitaliani, il libretto della celebrazione eucaristica e una rivistal’Abbraccio, con varie notizie sulle tappe, che il papa ha toccato,come tra l’altro l’incontro, con il clero in Cattedrale e il pranzo peri poveri nel Seminario. Tanto percorso fatto a piedi, ma che ha de-cretato una gioia fortissima negli occhi di tutti i fedeli, che non di-menticheranno presto un evento così speciale a detta di molti. Lacelebrazione eucaristica è stata preceduta dall’introduzione di mon-signor Nunzio Galantino vescovo della Diocesi sulla storia cassa-nese e del suo territorio, fatta, dice, di grande generosità e impegno,una chiesa incarnata fortemente nel suo territorio. Ma ad acuire lasua fatica la malavita organizzata, che rallenta la sua crescita. La‘ndrangheta non si nutre solo di soldi e male-affare, ma anche di co-scienze addormentate e conniventi. La Chiesa calabrese è dispostae impegnata a risvegliare le menti, educando alla vita buona delVangelo, ma a volte, per stanchezza rallenta il passo e rischia di per-dere la gioia evangelica e l’entusiasmo della testimonianza. La pre-senza, aggiunge, del Santo padre ci aiuterà a recuperare entrambe.

La parola “scusa”rivolgendosi al papa, che scrisse quando chiese la collaborazioneper la Conferenza episcopale italiana, ugualmente ridetta nell’in-tenzione di arrivare a Cassano, si deve rivolgere da parte di questaDiocesi a tutti quelli che pur chiedendo di avvicinare il papa, giova-ni, malati, storie di grande sofferenza, e in cerca di punti di riferi-mento e del gesto di accoglienza ha ricevuto il “no”, perché non pertutti è stato possibile avere quest’incontro. La Madonna della Catenapatrona della città possa guardare un clero attento e ricordarlo at-traverso il santo rosario, preghiera forte e cara alla gente di Calabria,così conclude il vescovo della Diocesi di Cassano. Nell’omelia ilSanto padre Francesco ha ribadito l’importanza di amare un soloDio quello eucaristico, non abbiamo altro Dio all’infuori di Lui.Aggiunge, quando all’adorazione del Signore si viene a sostituirequella del denaro si offre la strada all’interesse personale, si diven-ta adoratori del male, come coloro, che vivono di male affare e diviolenza. La Calabria tanto bella conosce le conseguenze di questopeccato. La ‘ndrangheta è adorazione del male, dice Papa Francesco,disprezzo del bene comune, questo male va allontanato e gli si de-ve dire di no, così come la Chiesa, dovrà spendersi sempre di più,affinché, siano ascoltati i giovani, che chiedono, di essere liberi, bi-sognosi di speranza e di poter rispondere alle esigenze di fede.

«Coloro che nella loro vita hanno questa strada di male, come sonoi mafiosi, non sono in comunione con Dio, sono scomunicati». Fraseforte che ha suscitato un fortissimo applauso e che il papa ha sotto-lineato con il volto rivolto al Corpus Domini; per questa fede noi,ha aggiunto, rinunciamo a Satana e a tutti i suoi idoli, dall’orgoglioalla vanità, dal potere alle seduzioni del mondo e adorare nessunose non Gesù Cristo, presente nella Santa Eucarestia. Cercando dimettere in pratica il comandamento dell’Amore.«Come vescovo di Roma, vi incoraggio nel vostro cammino conGesù Carità, voglio esprimere il mio sostegno al vescovo, ai pre-sbiteri e ai diaconi di questa Chiesa e anche dell’Eparchia di Lungro,ricca della sua tradizione greco-bizantina e a tutti i pastori della chie-sa di Calabria, affinché stimolino iniziative e stili di vita, che pon-gano al centro le necessità dei poveri e degli ultimi ed estendo an-che alle Autorità civili, che cerchino di vivere l’impegno politico eamministrativo per quello che è, un servizio al bene comune.Testimoniate tutti voi, dice Bergoglio, la solidarietà completa con ifratelli, soprattutto quelli, che hanno più bisogno di speranza e te-nerezza, la tenerezza di Gesù, la tenerezza eucaristica».E ha continuato dicendo che la speranza esiste nelle famiglie, ci so-no segni anche nelle parrocchie, nei movimenti e associazioni, fa-cendo riferimento anche al progetto Policoro diretto all’imprendi-toria giovanile, mettendosi in gioco, creando momenti lavorativi persé e gli altri, affinché, opporsi al male con la potenza della speran-za, che non deve essere rubata ai giovani. La comunione e la bene-dizione finale, riportano a casa un Popolo, ormai stanco, da una lun-ga giornata di emozioni e caldissima di sole mediterraneo, ma pie-no di speranze? Lo sapremo presto... se la Calabria riuscirà a usci-re dal suo torpore e la Chiesa del territorio resterà salda nel propo-sito lanciato da Papa Francesco, accolto con benevolenza anche daalcuni magistrati antimafia, quello di scomunicare la malavita, per-ché non è possibile che non si sappia chi siano tali personaggi, inuna Terra, la nostra di Calabria, in cui la ‘ndrangheta è organizzataprevalentemente sulle reti familiari.

sabato28 giugno 2014

VII

Pillole di fede

Page 8: Voce ai giovani

Una splendida giornata di sole e un’aria gioiosa si è respirata, nellaPiana di Sibari, la più grande pianura della Calabria, per l’arrivo dipapa Francesco, Jorge Mario Bergoglio. Dalla sera già dei gruppidi pellegrini hanno scelto di accamparsi in tenda per trovarsi in ora-rio e godersi la Santa messa. Dalle ore 8,30 tutta la macchina ope-rativa, Consorzio, Croce rossa, Protezione civile, volontari, forzedell’ordine, era già attiva per accogliere i pellegrini, più di 250mi-la, arrivati da tutta la regione e da altri luoghi confinanti. Il caldo ele lunghe ore di attesa sotto il sole non hanno frenato il popolo deifedeli, dei malati, delle autorità politiche, il presidente della Provinciadi Cosenza Mario Oliverio, il sindaco di Cassano Ionio GiovanniPapasso, che in una bella lettera esprime tutta la sua gratitudine alPontefice per la sua visita. Tutti insieme raccolti in preghiera e conil canto abbiamo accolto papa Francesco mentre entrava con la pa-pamobile con il cuore palpitantedi gioia.

Una grande festa per una terra co-me il Sud che dalla fine dell’800vive il disagio della periferia e laviolenza della ‘ndrangheta, pia-ga sempre aperta fino a oggi.L’arrivo di Papa Francesco, tan-to desiderato da tutta la diocesidi Cassano Ionio seguita dal ve-scovo e segretario della CeiNunzio Galantino e da tutta la re-gione, segna un periodo storico,il Terzo millennio: epoca diffici-le che vede la caduta degli idea-li, dei punti di riferimento e del-l’etica. Mai come ora la guida delPapa Francesco diventa urgente,una luce che illumini l’ombra,speranza per guardare al futuro enon assistere più alla morte dibambini uccisi come il piccoloCocò Campilongo.

L’omelia della messa del 21 giugno stravolge perché dopo papaGiovanni Paolo II che ai mafiosi aveva chiesto di convertirsi, per laprima volta un Papa parlando a braccio dice che «la Chiesa deve di-re no alla ‘ndrangheta. I mafiosi sono scomunicati». Papa Francescoumile, forte e determinato, senza parafrasare parla al cuore di tuttie colpisce nel segno. Ci parla del male e dice che deve essere al-lontanato perché solo nella libertà e nella legalità si vive con l’a-more di Dio. «Facenti quod est in se Deus non denegat gratiam»Dio non nega la grazia a chi fa quello che ha nelle proprie mani,questo assioma teologico apre profonde riflessioni sulla libertà del-l’uomo di scegliere il bene o il male e di quanto esso coincida conil pensiero filosofico di Kant sull’origine del male. La lotta fra ma-le e bene dunque si affaccia nei fatti di corruzione e latrocinio. Nelsuo discorso il papa cita anche i giovani di Policoro perché con tan-to coraggio hanno deciso di crearsi un lavoro nella propria terra e divivere li per combattere l’emigrazione.

Il pontefice invita tutti a camminare in comunione con Dio a non ca-dere nell’omertà per la salvezza ea pregare per Lui. Parla della so-cietà corrotta e che bisogna esse-re forti. Intorno all’altare allestitocon semplicità e raffinatezza c’èun mare di gente e un grande si-lenzio, un’atmosfera surreale, ilpapa è qui, è fra noi! È una spe-ranza di cambiamento. Rousseau,autore della teoria del “buon sel-vaggio”, scriveva: l’uomo è buo-no per natura: la corruzione e l’in-clinazione al male vengono dal difuori; hanno origine cioè dagli or-dinamenti della società. Una vol-ta che questi siano stati mutati, ilmale sparirebbe e subentrerebbeil regno della beatitudine e dellafelicità. Incamminarsi verso lastrada della legalità è l’obiettivoda perseguire, solo cosi la visitadel papa ai detenuti nel carcere diCastrovillari e nell’intero territo-rio avrà senso.

sabato28 giugno 2014

VIII

La speranza del cambiamento

L'arrivo di Bergoglio, tanto desiderato da tutta la diocesi di Cassano, segna forse un periodo storico

Il grande abbracciodi Papa FrancescoIl grande abbracciodi Papa Francesco

di Carmelita BrunettiEpoca

difficileche vede

la cadutadegli ideali,dei punti diriferimentoe dell’eticaMai come

ora diventaurgente avere

una luceche illumini

l’ombra

Papa Francesco durante la funzioneSopra, in attesa del suo arrivo(foto Carmelita Brunetti)

Page 9: Voce ai giovani

Dal Corriere della Sera - Scuola -25 giugno 2014di Valentina Santarpia

Bocciano la figlia e loro aggrediscono la vicepreside. L’episodio èavvenuto al liceo Telesio di Cosenza. I genitori della ragazza, chedovrà ripetere l’anno scolastico, erano andati a scuola chiedendo diparlare con il preside. Ma il capo d’istituto era impegnato come com-missario esterno in un altro istituto e così sono stati accolti, dopouna lunga attesa, dalla vicepreside Rosanna Gallucci. Il confrontosull’esito negativo del percorso scolastico è però velocemente de-generato e la donna è stata presa a calci e pugni perché i genitori,infuriati, contestavano la valutazione sulla ragazza. Sul posto è giun-ta una Volante della Polizia che ha segnalato l’episodio alla Procuradella Repubblica. Un episodio “sconcertante”, dice amareggiato ilpreside dell’istituto, da cui però la ragazza, 14 anni, non prende ledistanze: anzi, su Facebook in queste ore sta continuando a minac-ciare gli altri professori. «La Gallucci è stata sistemata - scrive in-curante delle possibili denunce nei suoi confronti - ora tocca aglialtri».La donna ha picchiato, l’uomo ha fatto da “palo”.«Abbiamo aperto un’inchiesta su quanto accaduto, a seguito del-l’immediata segnalazione della squadra mobile di Cosenza» dice ilprocuratore capo, Dario Granieri. L’aggressione è avvenuta martedìin tarda mattinata, il giorno dopo la pubblicazione dei risultati di fi-ne anno. La docente, Rosanna Gallucci, è stata aggredita dalla ma-dre dell’allieva bocciata. Il marito della donna, secondo quanto ri-costruito dagli inquirenti, avrebbe fatto da “palo” sulla porta dellastanza in cui si svolgeva l’incontro. Ad aggredire fisicamente la do-cente sarebbe stata la donna che ha procurato alla vicepreside trau-mi e ferite giudicate guaribili in 25 giorni. La docente sarebbe sta-ta afferrata per i capelli e buttata a terra, e poi colpita più volte allatesta e al viso con calci e pugni.Un’altra insegnante, che aveva in-tuito il nervosismo dei genitori della studentessa, sentendo le gridaè intervenuta immediatamente, ma all’inizio è stata ostacolata pro-prio dal marito che teneva la porta chiusa, mentre sua moglie davaalla professoressa un calcio nel seno. Subito dopo sono stati chia-mati carabinieri e polizia, mentre l’ambulanza ha soccorso la vice-preside. Entrambi i genitori devono rispondere di aggressione, le-sioni personali e violenza a pubblico ufficiale.Le minacce su Facebook e la scuola blindataLa studentessa bocciata era iscritta al primo anno del liceo, che è unliceo classico europeo: «Ma il suo percorso scolastico era già statoabbastanza travagliato - spiega il preside, Antonio Iaconianni, chericostruisce l’episodio - La studentessa infatti si era iscritta a set-tembre prima al liceo scientifico, poi all’istituto alberghiero e soloa febbraio era approdata al nostro liceo europeo, che è particolar-mente impegnativo. Fin dall’inizio ha mostrato diverse difficoltà,ma l’abbiamo aiutata in tutti i modi: addirittura mettendole un in-segnante per corsi specifici per aiutarla a prepararsi nelle materieche le risultavano più difficili. Ma non ha mai mostrato grande vo-glia di studiare».Ciò che appare strano, nella reazione dei genitori, è il comporta-mento rabbioso, tipico di chi non si aspetta una brutta notizia: «Einvece no. Avevo spiegato al padre la situazione della ragazza, po-tevano aspettarselo. L’ultimo colloquio col padre l’ho avuto agli ini-zi di giugno, quando gli ho spiegato la situazione e gli ho detto chese la ragazza avesse provato a recuperare almeno in un paio di ma-terie avremmo potuto aiutarla. Ma così non è stato, si è presentataagli scrutini con gravi insufficienze in tutte le materie, non poteva-mo far altro che respingerla».Ma la decisione non è piaciuta ai genitori: «Sono una coppia scon-siderata, è evidente - spiega ancora il preside - vivono ai margini del-la periferia della città, in un contesto sociale difficile, e non hannoevidentemente altri modi per esprimere il proprio disappunto: il ve-ro problema è che noi ci aspettavamo che la ragazza prendesse le di-stanze, e invece ha iniziato anche lei a minacciare attraverso Facebook.Stiamo stampando i suoi post e valutando se denunciarla: intanto ab-biamo rafforzato le misure di sicurezza, chiuso i cancelli durante gliesami, fatto entrare i professori uno a uno attraverso la segreteria».Frasi come “Ora tocca a voi”, oppure “L’anno prossimo torneròper darvi fastidio”, e cose di questo genere potrebbero infatti cau-sarle una denuncia della polizia postale per minacce e stalking at-traverso il social network. «Anche se il bicchiere è mezzo rotto, cer-

co di vedere quello mezzo pieno - conclude il preside -. Passerà an-che questa, siamo tutti molto dispiaciuti, ma se la ragazza vorrà iscri-versi di nuovo qui non potremo impedirglielo e cercheremo di ac-coglierla nella miglior maniera possibile: in fondo lei è solo il sin-tomo di una società malata, dove la violenza è prassi. Non possia-mo aspettarci niente di diverso». Il sindaco: «Un’azione grave che lede il rispetto».«Quanto è successo non può passare sotto silenzio perché altrimentisaremo tutti condizionati dalla paura nell’esprimere valutazioni»,dice la sorella della donna aggredita, Silvana Gallucci. Sua sorellanon può parlare, dovrà portare il collare per almeno 25 giorni, e al-lora è lei, insegnante in un altro istituto professionale, a esprimerelo sdegno: «Superato lo choc inizieremo una battaglia puntando sul-l’educazione. Il ministero dell’Istruzione dovrebbe creare un ango-lo di ascolto per i giovani problematici. C’è chi ha problemi di au-tostima e chi fa uso di droghe leggere e alcol». Ma tutta la comu-nità cittadina è scossa dalla vicenda. «Quel che è accaduto ieri al“Telesio” è sconcertante e non può che suscitare reazioni di sdegnoe riprovazione. L’episodio desta grande preoccupazione perché sifa specchio di un clima in cui la serenità di giudizio degli insegnantie l’accettazione degli esiti degli scrutini da parte di chi fa parte del-la prima cellula educativa, vengono, in questo modo, minati allefondamenta», sottolinea il presidente della commissione. «Questoè un sintomo della crisi della scuola ma anche della istituzione - fa-miglia».

sabato28 giugno 2014

IX

Botte di fine annoBotte di fine annoBocciano la figlia e loro aggrediscono la vicepreside. L'episodio è avvenuto al liceo Telesio di Cosenza

A scuola con le unghie e con i denti

Esprimiamo la più totale ed incondizionata solidarietà alla pro-fessoressa Rosanna Gallucci, da sempre distintasi per l’impe-gno e la dedizione profusi per la nostra scuola, la nostra for-mazione e la nostra crescita.Quanto successo ci lascia attoniti e sconvolti e desta preoccu-pazione in ognuno di noi. Non riusciamo a credere che un no-stro educatore possa pensare di essere esposto ad azioni spre-gevoli come quella consumatasi a scapito della professoressaGallucci e che si debba aver timore di giudicare in modo obiet-tivo e meritocratico, in un clima di serenità, l’impegno ed i ri-sultati scolastici di ognuno di noi. Ma riponiamo in noi e nelle nostre famiglie la speranza che ta-li gesti restino isolati.

“Il Liceo Telesio ha da sempre rappresentato garanzia di tra-dizione e formazione per la nostra provincia”.Prima di iscriverci al Liceo, stentavamo a comprendere il si-gnificato di questa frase. Ora la comprendiamo a pieno; pos-siamo testimoniare, senza esitazione alcuna, che mai avremmoimmaginato potesse verificarsi un fatto simile perchè viviamoquotidianamente una collettività lontana anni luce da quella cheè stata dipinta agli occhi dell’opinione pubblica, alla luce degliultimi avvenimenti. Non vorremmo che quest’ultima notizia possa gettare altro fan-go sulla nostra scuola, che assolutamente non lo merita.La nostra scuola merita ben altro per la storia, la tradizione, leeccellenze che vanta e per una comunità studentesca che, quo-tidianamente, testimonia una realtà differente da quella co-struitasi negli ultimi tempi nell’immaginario collettivo. Il“Telesio” è un’altra cosa, il “Telesio” non è quello delle noti-zie sul giornale: il Telesio è una lunga tradizione che noi vivia-mo tutt’oggi e che vorremmo far vivere a chi dopo di noi saràun telesiano.

La nostra scuolanon merita questo

Lettera degli studenti del “Bernardino Telesio”

Mario russo e Tommaso Grecorappresentatnti degli studenti del Liceo classico“B. Telesio”

Il confrontosull’esitonegativodel percorsoscolastico èvelocementedegeneratoe la donnaè stata presaa calci epugni perchéi genitori,infuriati,contestavanolavalutazionesulla ragazza

Page 10: Voce ai giovani

Suddivise per campo di studio, le classifiche dei migliori scienzia-ti in base al numero di articoli pubblicati e a parametri citazionali.In tal modo sono stati individuati circa 3200 scienziati in tutto ilmondo suddivisi in 21 ambiti di ricerca; I ricercatori selezionati so-no stati i più citati nel periodo compreso fra il 2002 e il 2012 e ‘’stan-no influenzando la futura direzione dei loro settori di ricerca’’.Per quanto riguarda la Matematica, tra i 95 presenti, sono solo 4 glistudiosi italiani in classifica e tra questi c’è il professor GiuseppeMarino del dipartimento di Matematica e Informatica dell’Universitàdella Calabria.

Il professor Marino, 57 anni, originario di Longobucco, si è laurea-to all’Unical nel 1979; fino al 1982 ha lavorato presso l’Istituto na-zionale di Alta Matematica a Roma; è diventato ricercatore nel 1984;ha vinto poi il concorso di professore associato nel 1992 e nel 2000è diventato professore ordinario di Analisi matematica. Dal 2000 èresponsabile del gruppo di ricerca di Analisi funzionale e Applicazionidel dipartimento di Matematica e Informatica. Come lui stesso di-ce: «Ho la responsabilità di guida del gruppo di Analisi funzionalenon per particolari meriti ma solo per anzianità. Se sono riuscito araggiungere traguardi importanti il merito è da condividere con tut-to il gruppo con il quale mi sento legato non solo da rapporti pro-fessionali ma anche e soprattutto di stima, amicizia ed affetto.Lavoriamo cercando di dare il massimo contributo al miglioramentodella difficile situazione calabrese, sia dal punto di vista della di-dattica che da quello della ricerca». «La parte del nostro lavoro più appariscente per il territorio è quel-la dell’insegnamento» sottolinea ancora il professor Marino. «Tuttii nostri studenti sono importanti per noi, sanno quanta energia de-dichiamo loro e quanto operiamo nel cercare di aiutarli nei loro mo-menti di difficoltà. Gli studenti ne sono consapevoli ed il bel rap-porto che si riesce ad instaurare è ampiamente soddisfacente.C’è poi il lavoro della ricerca, che è meno appariscente ma ci im-pegna veramente tanto. Capire quali sono i problemi realmente im-portanti e cercare di risolverli non è facile. Ci sono giorni in cui sem-bra proprio che le difficoltà siano insormontabili. A volte (fortuna-

tamente) dopo settimane di buio totale, improvvisamente si riescead individuare un pertugio che conduce in uno spazio ampio in cuisi può godere della vista del panorama e conoscere tutto quanto èintorno. Insomma, nei rari momenti in cui la Matematica non mi sinega, ma accetta di fare una passeggiata insieme, mi dà una gioiaed una soddisfazione senza prezzo».Il gruppo di Analisi funzionale di cui parla il professor Marino ècomposto, oltre che da lui stesso, dai professori associati GennaroInfante e Paolamaria Pietramala; dai ricercatori Filomena Cianciaruso,Vittorio Colao, Luigi Muglia; dai dottorandi Angela Rugiano e BrunoScardamaglia. «Ognuno di noi gioca un ruolo importante» continua Marino. «Loscambio di opinioni, di pensieri, di conoscenze, di informazioni èfondamentale. Tutti i membri del gruppo sono scienziati più che va-lidi il cui valore è riconosciuto in campo internazionale».

Giuseppe Marino è nel Comitato editoriale di varie riviste interna-zionali di matematica.Ha tenuto conferenze su invito in tante parti del mondo fra cui, ne-gli ultimi anni, Cheng Du (Cina) nel 2010, Aligarh (India) nel 2011,Taiwan nel 2013.Ha avuto colloqui scientifici con matematici degli Stati Uniti dellaYale University, Syracuse University, Columbia University, Mit diBoston.È stato relatore di numerose tesi di laurea magistrale.È stato supervisore di 6 tesi di dottorato contribuendo così all’avviodei giovani alla ricerca.Da marzo 2014 è anche distinguished adjunct professor presso laKing Abdulaziz University in Jeddah, Arabia Saudita. «Ho accet-tato quest’incarico - dice - con l’intento di poter offrire ulteriori pos-sibilità di inserimento nel mondo universitario ai giovani calabresipiù brillanti».Alla domanda di cosa cambierà in seguito a questo prestigioso ri-conoscimento, Marino risponde: «Ho 57 anni, amo la matematicada quando ne avevo 5. Questa gratificazione mi ha ringiovanito di20 anni, per cui ora mi sento di nuovo un giovane ricercatore».

sabato28 giugno 2014

X

Cervelli Unical

Risultato matematicoRisultato matematicoL’Istitutodi ricercaThomsonReutersha pubblicatoil report “Theworld’s mostinfluentialscientificminds 2014”:sono solo 4gli studiosiitalianiin classificae tra questic’è Marino

L’eccellenza di Giuseppe Marino e il Gruppo di Analisi funzionale e Applicazioni del dipartimento

di Matematica e Informatica

dell’Unical

Page 11: Voce ai giovani

Anche quest’anno l’estate bruzia sarà all’insegna dell’intratteni-mento e dello spettacolo grazie al Lungofiume Boulevard, mani-festazione che, gradita alla cittadinanza, è giunta ormai alla terzaedizione. L’area che percorre gli argini del Lungo Crati, costeggiatada un viale lungo oltre un chilometro, è tornata ad essere popola-ta da cosentini di ogni età: gruppi di giovani e giovanissimi, fami-glie alla ricerca di un po’ di relax nelle calde serate estive.«Per la stagione estiva del 2014, - ha commentato Rosaria Succurro,assessore alla comunicazione ed eventi dell’amministrazione co-munale - il Lungofiume Boulevard non prevede notti di sosta: èpronto ad accogliere i cosentini già dal 21 giugno, e continuerà adesserlo fino al 9 agosto, dalle ore 19.30 in poi. Molti dei locali piùin voga in città hanno aderito all’iniziativa; - prosegue l’assessore- per alcuni si tratta di un ritorno dopo le esperienze trascorse, peraltre si tratta di una novità, in ogni caso significa aver creduto nelLungofiume; ogni singolo stand contribuirà a fare della manifesta-zione il centro della movida cittadina fino a ridosso della settima-na di Ferragosto».Molte, come consuetudine, le attrattive per chi vorrà accorrere (enon saranno in pochi a giudicare dalle “prime” del Boulevard): unaricca offerta di pietanze da consumare sul posto, tra cui pizza, pa-nini, fritture, gelati e dolci. Tra le novità gastronomiche c’è la valo-rizzazione del prodotto a chilometro 0, innovazione fortemente pro-mossa dall’assessore alle attività economiche e produttive NicolaMayerà, sempre attento alla promozione delle specialità locali in al-ternativa alla sempre più preminente globalizzazione gastronomi-ca. Prodotti territoriali e non accompagnati da una vasta scelta dibirra, vino e cocktail provenienti dai tanti pub e bar che hanno de-ciso di presenziare alla manifestazione. Ma c’è dell’altro, anzi mol-to di più: è stato programmato un ampio cartellone di eventi, già ar-ricchito da nomi di un certo spessore, ancora in via di implementa-zione e miglioramento; numerosi saranno i concerti e gli spettacoliorganizzati per allietare l’estate dei cosentini e dei turisti. Tra que-sti, da segnalare quello di giovedì scorso, che ha avuto come prota-gonista Giuliano Palma e la sua band. Il cantante milanese, a parti-re dalle ore 22,00 circa, ha presentato il suo “Old Boy”, il nuovo al-bum contenente tredici tracce, tra cui Così lontano e Un bacio cru-dele, presentati nel corso dell’ultimo festival di Sanremo, e ha re-galato ai fan alcuni dei suoi maggiori successi. Ottima l’affluenzadi pubblico, che ha ballato per due ore circa sulle note un po’ reg-gae un po’ malinconiche di Palma.Attesa anche per l’evento di sabato 28 giugno: lo spettacolo del-l’attore siciliano Nino Frassica, protagonista di molte commedie peril cinema e la televisione, e tra i volti più noti della serie “DonMatteo”. Frassica, a partire dalle 21,30, si esibirà accompagnato dacinque musicisti, i Los Plaggers, per uno spettacolo che alterneràmusica e gag. Dalla prossima settimana, tutti i giovedì, venerdì e sa-bato, si esibiranno diverse band sui palchetti istallati di fronte aglistand e saranno preparati Dj set praticamente ogni sera.

Ancora una volta, dunque, il Lungofiume Boulevard si propone comeuna valida alternativa alle feste sulla spiaggia e alle discoteche di-slocate sul tirreno cosentino, per tutti quanti decideranno di tra-scorrere le proprie vacanze in centro. Lo farà, insieme alla consue-ta formula, anche grazie alla novità 2014: la presenza di due nuovearee attrezzate. La prima, destinata interamente allo sport, in cui èstato istallato un campo di beach volley, accessibile tutti i giorni dal-le ore 15.00 in poi, e che nel corso della manifestazione si arricchiràdell’organizzazione di un evento agonistico. La seconda è l’area boxart, il “viale degli artisti”, dedicata all’esposizione di opere e istal-lazioni artistiche. Inoltre, sarà divisa in tre zone anche l’area risto-razione: un’area lounge, un’area alternativa e un’area gusto. L’intentodell’iniziativa, fortemente voluta sin dalla prima edizione del 2012

dal sindaco Mario Occhiuto, è quello di mettersi in continuità conquel progetto di rivalutazione della zona vecchia della città, da af-fiancare alle scorse edizioni del Lungofiume, ai Temporary Store,alle tante feste ospitate tra il verde della villa vecchia o all’identifi-cazione proprio di questa parte della città come Zfu (la Zona fran-ca urbana). Il Boulevard, come già fatto negli anni scorsi, sarà col-legato con il resto della città grazie all’attivazione di un servizio na-vetta mediante la circolare veloce. È possibile consultare la tabelladegli orari, suddivisi in giorni della settimana sul sito www.comu-ne.cosenza.it. Le fermate principali sono: Campagnano, piazzaEuropa, corso Umberto, piazza Valdesi, via Lungo Crati.

sabato28 giugno 2014

XI

Torna il “boulevard” cosentino

L’estate?Una passeggiataL’estate?Una passeggiata

Giuliano Palma e Nino Frassica tra i primi protagonisti della terza edizione

L’areache percorregli argini delLungocraticosteggiatada un vialedi oltre unchilometroè tornataad esserepopolatada cosentinidi ogni età:gruppidi giovani egiovanissimi,famigliealla ricercadi un po’di relaxnelle caldeserate estive

di Francesco Fotia

Page 12: Voce ai giovani

Quando il tempo si mette male e minaccia pioggia rovinosa, la gen-te si rintana nelle case e spera che il maltempo duri poco. In cam-pagna non si può lavorare bene, nel paese tutti temono durata ec-cessiva del maltempo e, speranzosi che il sereno ritorni, attendonosenza programmarsi fare sociale tale da attendere a nuove e diver-se forme di attività produttiva. È come se si sospendesse la vita an-che se il tempo resta a scorrere inesorabilmente e sembra non sia in-teressante la mancanza di sereno e di normalità in grado di far con-tinuare la via se non solo come minuti e ore che trascorrono ineso-rabilmente. Cosa avviene nel privato della gente in questi casi? Cometrascorrono le ore nelle case private, nei locali pubblici, negli ufficicomunali, nelle botteghe, nelle strade che diventano sempre più de-serte? Alcuni si addensano dentro la barberia a chiacchierare del piùe del meno. Molti si rintanano nelle proprie case con la propria fa-miglia dove, però, è difficile che non manchi qualcuno dei compo-nenti.

Alcuni contadini e commercianti, tanti pensionati, colgono l’occa-sione della pioggia e del maltempo per avere l’occasione di ritro-varsi dentro uno dei diversi locali animati dalla disponibilità di so-cializzare tra loro, di farsi qualche bella partita a carte, parlare degliavvenimenti che vengono riportati da giornali e televisione, in giroper il mondo. Non si ferma la vita, in fondo. Tanti pensano al desti-no di chi è rimasto sorpreso dal maltempo e rimane fuori casa edanche fuori dai luoghi di conversazione e di raduno amichevole qua-li sono le botteghe degli artigiani e soprattutto il bar e le botteghedei vinai. I famigliari lo pensano con preoccupazione. Le strade ven-gono utilizzate solo da gente - a volte sotto l’ombrello - o da qual-che automobile che passa per spostamenti urgenti da parte delle fa-miglie e di propri componenti. Nelle montagne, invece, il tempora-le si compone di nebbia nera, acqua che cade dal cielo, e nel cielole nuvole vanno sempre più intensificandosi nel loro peregrinaresotto la spinta del vento che lassù, dove esse si trovano, piene di ac-qua che prima - soprattutto nell’immaginario della gente - e poi ca-de anche se non si sa dove e quando.

Nelle montagne di Ciminà e sullo Zomaro si vedono i segni della gra-vità del temporale o se si tratta di maltempo passeggero, di poca du-rata. A volte il temporale è forte. Altre volte minaccia tempesta e fi-nisce quasi in nulla. Più bella è la primavera, con l’arrivo delle ron-dini e dei rondoni che volteggiano sul cielo della piazza Garibaldi,segnando cerchi di voli, festeggiando attorno ai loro nidi che per lerondini sono fabbricate sotto le grondaie ed all’inizio delle cabalet-te di ferro, laddove iniziano il percorso con uno zighi zag per poiprocedere in linea perpendicolare fino allo sbocco finale per l’ac-qua piovana. Lì, sotto i cornicioni dove partono le cabalette del-l’acqua, le rondini nidificano fabbricando, con creta che trovano neidintorni e costruiscono nidi in grande quantità: a volte l’uno accan-to all’altro e spesso l’uno a metà sull’altro.

I rondoni, invece, nidificano nei buchi di palazzo dell’avvocato mol-lica, da tutti conosciuto come un mezzo analfabeta che per capacitàfaccendiera è diventato molto popolare e con uno studio abbastan-za pieno di clienti, sopratutto mafiosi in cerca di difesa per i processiche li riguardano. L’avvocato è indicato come colui che, ad un certo punto di un pro-cesso, ebbe a dire: «Signor giudice. Il cadavere giaceva morto sot-to la quercia!». E in tanti dicono, riferendo la cosa: «E che dovevagiacere vivo?». «Che cavolo di avvocato è uno che tutto sa trannela lingua italiana? Le sue arringhe sono infarcite di dialetti usati peritaliano e soprattutto di opinione che sono più frutto di passione epraticità che di sapienza letteraria». «Questo mondo è oramai pie-no di avvocati» tutti dicono. E finiscono: «Gli avvocati, oggi, sonocome le pietre della via vecchia. Sono, polire, come i maestri ele-mentari di una volta. Sono in troppi e per questo non possono ave-

re clientele in grado di assicurare entrate a sufficienza e studi mol-to frequentati».

Il paese torna normale alla fine del temporale. Nelle strade ritorna-no le persone che erano rimaste rintanate nelle proprie case o in lo-cali pubblici. Il sole, spesso, riprende il suo splendore e le campa-gne si ripopolano di attività contadina. Il passaggio dal tempo brut-to a quello buono rappresenta una fase spesso piacevole. È un gio-co del tempo. Il fiume cala acqua solo quando le piogge sono ab-bondanti. Non importa se solo in montagna. La fiumara scende dal-le montagne lontane. Ha un primo percorso tra le valli, lassù dovele piogge appariscono come nebbie e fanno capire che lì sta pio-vendo. Sopra il loro cielo compare pure una sorta di nebulosità cherendono il cielo nero; che perde il suo solito azzurro dei periodi esti-vi, quando il mondo è ricco di uccelli, di fiori, di canti, di piaceregenerale.

sabato28 giugno 2014

XII

Il racconto

Vita paesanasotto la pioggiaVita paesanasotto la pioggia

“Gocce” di memoria del tempo che fu...

di Giuseppe Aprile

Page 13: Voce ai giovani

Molti gradiscono i periodi estivi. Anzi, la maggior parte della gentepreferisce le giornate di sole, il mese di Maggio che è il mese deifiori che tingono di mille colori il suolo ed i sentieri tutti. Per lo piùsi vedono le margherite bianche e rosa, i papaveri rossi come il fuo-co ardente, tanti tipi di fiore per i quali spesso non c’è un nome perpoterli riferire, ma sono altrettanto belli e sembrano colori caduti interra per dare ai sentieri ed alle pianure il senso della festività, del-la bellezza, di quanto si ritrova solo nei quadri dei pittori famosi.C’è pure che dice: «Secondo me è meglio il tempo della pioggia.Senza l’acqua indurisce tutto. Meglio il sacrificio del tempo che con-sente alla terra di produrre. Non dobbiamo godere solamente del beltempo. È vero che anche il sole ha la sua importanza, ma ricordia-moci che la terra resta arida e improduttiva dove manca l’acqua cheviene dal cielo. È bella la calma del bel tempo, ma serve di più quel-lo che sembra cattivo e che, invece, è il tempo che consente la pro-duzione della terra».

Di fatto, solitamente, sono quelli che si ritengono più responsabili,coloro che preferiscono ricordare sempre la differenza tra il tempobuono e quello cattivo: «A parte - dicono - che tutto quello che c’èin natura è giusto che sia. Se ci sono le quattro stagioni, una per l’ac-qua, una per il sole, una per il vento ed una per la temperatura mitee più diversificata, vuol dire che l’universo ha bisogno di tutto. Neipaesi dove c’è più sole si producono determinati frutti che richie-dono più caldo torrido che pioggia. In quelli, come i nostri, dove siproducono altri frutti ed altra roba, il tempo è più vario; nulla ec-cessivamente di una maniera rispetto ad un’altra. Per questo i frut-ti della terra sono più vari e diversi».

Si passano, in questi nostri paesi del Sud, privi di grandi attività e di-versità e di esperienze, che vivono per anni ed anni delle stesse co-se e delle stesse abitudini, intere giornate - che dico? - mesi, annisenza che si sia ricchi di novità, di altre cose rispetto alle normalitàabitudinarie che di fatto livellano gli interessi di ognuno. Nei paesidel Sud tutto è più antico, più vecchio, più abitudinario, più ovvio,prevedibile. Il tempo sembra che non porti grandi differenza né perquanto riguarda i gusti e le condizioni generali della gente, né perquanto riguarda la vita ed i mestieri, né per quanto riguarda le mec-caniche delle produzioni agricolo o industriali. Nelle altre parti del-la nostra nazione, nel Nord, per esempio, la vita scorre più veloce-mente e sono accelerati i metodi di vita e di produzione perché piùvarietà di conoscenze, c’è più vicinanza con il centroeuropea, la vi-ta è meno caotica e meno ricca di attività innovative, i caratteri del-le persone sono più condizionati dalle novità e dalle differenze chematurano più celermente, che dalla vita di campagna che resta spes-sissimo eguale a se stessa e priva quasi di forme di novità eccessi-ve. La vita, altrove, scorre diversamente e con ritmi molto diversi,nel tempo.

La vita, nei paesi del Sud, presenta caratteristiche assai diverse daquella dei paesi più progrediti e più sensibili alle trasformazioni so-ciali. Il carattere della gente, per questo, si forgia sotto la spinta del-la rassegnazione della quiete invece che accelerato dalle novità edalle abitudini che gente diversa porta e propone, sotto la spinta del-la innovazioni produttive in economia e nel sociale.

Importante, poi, è la vita dei pastori, dei contadini, della gente rura-le. Nelle grandi città del Nord ci sono di più operai che sono quelliutilizzati nelle fabbriche metalmeccaniche, chimiche, tessili. Nelsud ci sono ancora contadini che vivono della terra e spesso sullaterra. Anche i centri abitati, nel Sud agricolo e campagnolo, sonoquasi campagna e terra. Piccoli agglomerati hanno attorno terre col-tivate, uliveti, agrumeti, orti, frutteti. Campagna e paese abitato han-no più comunità di vita e di abitudini. La differenza tra grandi città,nel Nord, e campagna, è assai maggiore che tra i piccoli paesi nel-le terre del Sud e il mondo rurale.

Nei piccoli paesi del Sud, ci sono scuole molto più modeste. Ci sonogli asili, le scuole elementari, al massimo le scuole medie inferioriquando si tratta di paesi più grandi e magari al centro di un mondocu cui gravitano altri piccoli centri. Ci vogliono, poi, i più grandipaesi per avere le scuole medie superiori o scuole di specializza-zioni meccanica e industriale: La grandi scuole sono a Locri, aSiderno, a Bovalino. Le Università, poi, sono nelle grandi città del-la Calabria e della Sicilia. A Messina, a Catania, a Napoli, a ReggioCalabria, a Cosenza esistono le università di tante facoltà. I nostrigiovani sono quasi sempre sacrificati in viaggi costosi e perditem-po per potere frequentare gli studi. Per le nostre comunità, la vitascolastica costa di più, richiede più tempo, lascia meno spazi per glistudi veri e propri. Anche i professori e il resto del personale, quel-lo non insegnante, sono sacrificati ad una vita dove il tempo per iviaggi è più impegnativo di quello per lo studio vero e proprio.Raggiungere la scuola è quasi sempre ardimento di rilievo. E mol-ti insegnanti, solo alla fine di una carriera, dopo anni ed anni di sa-crifici viaggiando da un luogo all’altro, facendo punteggio che con-sente ulteriori sviluppi nella propria carriera, ad età molto avanza-ta, possono trovare rifugio in un lavoro nei pressi della propria abi-tazione riducendo il tempo che per una vita intera si disperde tra pro-prio paese e propria abitazione, e sede di scuola. Possiamo dedurreche la scuola è ancora un immane sacrificio per i più e la resa neglistudi, sia da parte di chi insegna, sia da parte di chi studia, è assaisacrificata e, quindi, molto limitata. Ed è così da una vita e chissàper quanto ancora, in questa società che continua ad essere sacrifi-cio invece di comodità e lavoro per bene. L’uomo è in continua ri-cerca del meglio. Ed il meglio è sempre una aspirazione e quasi maiun obiettivo raggiunto.

sabato28 giugno 2014

XIII

Il racconto

Page 14: Voce ai giovani

Il rapporto di amicizia di Franco Azzinari con il maestro GabrielGarcia Marquez rivive nella presentazione di una mostra che è sta-ta inaugurata il 24 giugno, a Roma - Franco Azzinari, il pittore delvento, al centro dell’attenzione nazionale per un importante eventoartistico culturale promosso dall’ambasciatore della Colombia inItalia, Juan Sebastian Betancur, per onorare la figura del maestroGabriel Garcia Marquez, scomparso lo scorso mese di aprile tra lacommozione e il rimpianto generale a livello mondiale.Si tratta dell’inaugurazione di una mostra di quadri, realizzati daFranco Azzinari tra il 2005 ed il 2014, dedicati alla figura del MaestroGabriel Garcia Marquez e che dopo una esposizione realizzata aCuba nel mese di dicembre del 2011 viene riproposta a Roma, ar-ricchita da altre opere, con il titolo “Nostalgia de Gabo y su amorpor el cine neorealista”.La mostra è stata inaugurata nel pomeriggio di martedì 24 giugno,alle ore 17,30, presso la Casa del Cinema - Sala Deluxe - di Roma,nell’area di Villa Borghese, Largo Marcello Mastroianni n. 1.Oltre all’ambasciatore della Colombia e varie autorità e personalitàdel mondo della politica e della cultura italiana e dell’America Latinahanno presenziato all’evento: il regista cinematografico, FrancescoRosi, con accanto Fernando Birri,anche lui noto regista cinemato-grafico sud americano; il giornalista Gianni Minà; il direttore dellarivista Latino-américa, Alessandra Riccio, docente di letteraturaIspano-americana.Per Franco Azzinari è stata l’occasione per rivivere il suo persona-le rapporto di amicizia che lo ha legato all’autore del libro Centoanni di solitudine, iniziato proprio nel 2004 a seguito di una pre-sentazione che avvenne ad opera di Fidel Castro.Inizia proprio da quel giorno un bel rapporto di amicizia e stima chesi manifesta a seguire nel tempo in tutte le occasioni in cui ci si tro-vano insieme per discutere di arte e di ambiente. Lo incontra spes-

so nel Nuevo Cine Latinoamereicano, all’Avana, insieme ad AlquimiaPena, direttrice della Fondazione.Azzinari, attratto dalla forte personalità e dal grande carisma cultu-rale ed umano del Premio Nobel per la letteratura, decide di dedi-cargli un ritratto e gliene fa un gradito omaggio. Così prende il viaun coraggioso lavoro d’interpretazione per riportare su tela momentied espressioni del grande poeta e scrittore sudamericano, che il pit-tore del vento riesce a fare emergere nei suoi lavori grazie anche al-lo scambio di opinioni e sentimenti genuini.Durante i loro colloqui si arrivava finanche a parlare della Calabriasuscitando in Garcia Marquez grande curiosità per una conoscenzapiù diretta di questa nostra terra - ci racconta lo stesso Franco Azzinari- e «non riusciva a nascondere il suo stupore, come anche la sua gioianel constatare, attraverso delle immagini fotografiche, quanto fossebella la nostra regione. Apprezzava tanto la bellezza dei nostri cam-pi, dei nostri prati fioriti e dei papaveri esposti al soffiar del vento».«Quanto è bella la Calabria - mi diceva - ed è più bella dellaColombia; mentre si dilettava nel gustare un buon bicchiere di vi-no prodotto nell’area di Cirò, che mi pregiavo di fargliene omaggioogni qualvolta lo andavo a trovare. Era molto religioso ed amavaincontrare i giovani per il piacere dell’ascolto e questo rimane an-cora vivo nel mio ricordo felice di avere avuto l’opportunità d’in-trattenermi con lui e godere di una amicizia e stima reciproca».La mostra su Gabriel Garcia Marquez in allestimento a Roma, unavolta esaurito il tempo dell’esposizione, su iniziativa della stessaAmbasciata italiana della Colombia, sarà trasferita a Bogotà, con lacondivisione del suo autore, Franco Azzinari, ben felice di fare quan-to necessario per contribuire a tenere viva la memoria e le opere diun grande poeta scrittore del nostro tempo non facilmente dimenti-cabile.

Franco Bartucci

sabato28 giugno 2014

XIV

Il rapporto di amicizia di Franco Azzinari con il maestro Gabriel Garcia Marquez

rivive nella presentazione di una mostra inaugurata il 24 giugno a Roma

Pennelli che ricordano

Il pittore del ventoIl pittore del ventoAl centro del-l’attenzionenazionaleper unimportanteeventoartistico--culturalepromossodall’amba-sciatore dellaColombiain Italiaper onorarela figuradel maestroscomparsolo scorsomese di aprile

Gabriel GarciaMarquezin due recenti scatti

Page 15: Voce ai giovani

Gli anni dell’immediato secondo dopoguerra in Italia e soprattuttoin Calabria, sono anni difficili: le genti vedono farsi vicino lo spet-tro della fame e della miseria, le lotte contadine dilagano, la vita po-litica è vivace. Nella primavera del 1945, l’assettodell’Italia è deciso da tre protagonisti: i governi al-leati angloamericani, la monarchia e il suo appara-to amministrativo, che rappresentano in qualchemisura la vecchia Italia pre-fascista, e le forze po-litiche antifascisteAlla fine delle ostilità l’Italia oltre ad essere total-mente sconvolta nella sua economia, lo è nelle suestrutture politiche e amministrative. Il problemadella ricostruzione e della ripresa economica è diuna estrema gravità. Quello che si apre all’indo-mani della liberazione fu un periodo di vivissimicontrasti politici, ma anche di grande tensione idea-le. I problemi più immediati sono quelli della “scel-ta istituzionale tra monarchia e repubblica”, dellanecessità di una “nuova Costituzione” e dell’avviodi una politica di ricostruzione materiale, moraleed economica del Paese.

Gli italiani si trovano perciò di fronte ad un grave di-lemma: Monarchia o Repubblica? L’amletica do-manda del referendum del 2 giugno 1946. Quel 2giugno che diventerà una data storica per il nostroPaese.

La scelta istituzionale è di profonda gravità.La monarchia rappresenta l’unità nazionale; è, anzi,all’origine dello Stato italiano ed è perciò simbolodella patria; rappresenta la tradizione, il rispetto ver-so il passato ed i suoi valori, essa è ricca di momentidi gloria legati a casa Savoia ed inoltre rappresenta lacertezza del potere costituito. La Repubblica è invece l’ignoto, il salto nel buio, l’in-cognita che non garantisce alcuna certezza e che anzidà spazio a dubbi e paure. Tuttavia essa rappresental’istituzione che può trasformare in realtà le speranzedi milioni di italiani i quali desiderano un taglio nettocon il passato doloroso e con tutto ciò che può ricor-darlo, per i quali inoltre repubblica è sinonimo di anti-fascismo e monarchia equivale ad istituzione “amica”del regime.

La campagna elettorale per il referendum è molto aspra, monarchi-ci e repubblicani sono consapevoli che le sorti delle elezioni si de-cideranno nel Sud, dove i monarchici devono raccogliere il mag-gior numero di voti per tamponare lo svantaggio nel Nord - ilMeridione in generale veniva infatti considerato un grande serba-toio di voti per la causa monarchica - e dove i repubblicani dal can-to loro devono contenere il successo monarchico.La sfida assume toni accesissimi e spesso si hanno incidenti tra ledue parti. I muri delle città italiane sono tappezzati di manifesti diogni grandezza e di ogni colore, spesso stampati artigianalmente.Alcuni di essi, immensi, incombono sui cittadini che passano per lestrade. Volantini di ogni dimensione e di ogni colore vengono get-tati per le strade dalle auto dei vari partiti.Il paese vive in un clima di estrema tensione. La partecipazione popolare alla campagna elettorale è completa.Ogni sera nelle piazze cittadine, nelle vie periferiche, nei paesi, nel-le borgate, migliaia di oratori si alternano ai microfoni.

Dopo venti anni di silenzio gli italiani si scoprono liberi e padronidel proprio destino, sebbene vigilino sempre i funzionari delle for-ze dell’ordine alleate di occupazione. E da Oltreoceano giungonoin Italia, per tutto il mese di maggio, valanghe di cartoline, lettere,involucri, pacchi che gli italiani d’America inviano ai loro parenti.Il più delle volte si tratta di inviti a votare per la monarchia, ac-compagnati spesso da qualche biglietto verde. La propaganda elettorale si insinua ovunque: non essendo ancora iltempo della televisione, è soprattutto la strada il palcoscenico deicomizi, qualche volta delle risse, ma anche la casa è luogo di con-vegni, di discussioni, di dibattiti.

Ed è l’alba della Repubblica. Ma, come previsto, il Nord risulta a mag-gioranza repubblicana,il Sud tributa, invece, imaggiori suffragi allamonarchia. Si ha per-ciò la completa in-versione tra i due ri-sultati quello meri-dionale, calabresein particolare, equello nazionale.

Questi eventi e le loro specificità sono documentati in maniera ac-curata da Bruno Fucilla e Pileria Pellegrino che hanno ricostruitoscrupolosamente i primi anni del Dopoguerra e l’intera campagnaelettorale, facendo riferimento a fonti archivistiche e alla stampa lo-cale. Il libro offre una visione nitida di quel periodo speciale in cui unnuovo senso di libertà si andava diffondendo in Italia e il popolo ita-liano iniziò ad avere un maggiore consapevolezza di sé. Non furo-no solo le organizzazioni politiche e sindacali a risorgere, ma anchei giornali e le organizzazioni culturali. La gente ebbe la possibilitàinformarsi sui problemi del Paese, partecipare alla loro discussio-ne; una necessità sentita e sospinta da una crescente esigenza di li-bertà e progresso che iniziò ad avere un ruolo sempre più concretonella vita dello Stato italiano.Inoltre esso rappresenta un’opportunità per la memoria di rimetter-ci in contatto con il “noi” di allora, riportando in circolo le proble-matiche radici del nostro presente. È giusto e sano che la comunitàtutta guardi a fondo dentro se stessa e vagli criticamente, nella co-scienza di ciò è stata, la coscienza di quel che è diventata e attual-mente è.

Nel secondodopoguerrain Italiae in Calabriasono annidifficili:le gentivedonofarsi vicinolo spettrodella fame edella miseria,le lottecontadinedilagano,la vitapoliticaè vivace

Il testo verràpresentatoil 2 luglioal PalazzodellaProvinciadi Cosenza

sabato28 giugno 2014

XV

A tu per tu con la nostra memoria

Una fotografia poco sfocata dell'Italia e della nostra regione di settant'anni fa. Spaccato di una società

martoriata dalla guerra nel libro scritto da Bruno Fucilla e Pileria Pellegrino

di Pasquale Falco

La Calabria traCorona e RepubblicaLa Calabria traCorona e Repubblica

Page 16: Voce ai giovani