VOCABOLARIO ETIMOLOGICO COMPARATIVO Aree … · Lettura critica delle elaborazioni storiche a cura...

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1 VOCABOLARIO ETIMOLOGICO COMPARATIVO Aree semantiche e percorso omologistico nella lingua italiana http://www.literary.it/dati/literary/G/gemmellaro_fer/percorso_omologistico_201201.html Ricerca e studio di Ferruccio Gemmellaro Lettura critica delle elaborazioni storiche a cura del prof Leonardo Vecchiotti Diritti culturali LA COPERTINA Produzione DVD quale parte integrante del Manifesto in testo gutenberghiano Omologismodue curato da Ferruccio Gemmellaro a nome del Movimento Culturale “La Copertina”, edito da I Quaderni del Convivio in Castiglione di Sicilia (Ct) dicembre 2007. È vietata ogni riproduzione priva d’autorizzazione dell’autore, ad eccezione per uso didattico e, parzialmente, giornalistico, in ogni caso, ove possibile, citandone le fonti. Premessa La lingua indoeuropea italiana - il cui documento embrionale pare risalga al 900 con un Indovinello veronese, manoscritto in volgare che parla di prati e buoi, seguito nel 960 con un secondo, redatto a Capua e partecipe dei cosiddetti Placiti Cassinesi, atti notarili concordati tra un tale Rodelgrino e il monastero di Cassino - di là dell’ufficializzazione dantesca e delle premesse della Scuola siciliana di Federico II, è prevalentemente derivata, vale a dire costituita di termini svoltisi in linea diretta, dal greco e dal latino; da aggiungere quei neologismi perlopiù scientifici coniati, in coerenza con la tradizione, sia dal greco moderno sia dal latino classico e volgare. Non solo, essa ne conta numerosissimi seminati via via dal celtico, dal franco, dal gotico, dal longobardo e da altri ancora, senza contare i sopravvissuti delle lingue italiche prelatine, dei temi mediterranei, gli adattamenti dall’arabo e i dispersi grecolatini ritornati modificati dall’attraversamento d’aree romanze e d’altre lingue. Il lettore, infatti, scoprirà la neodefinizione (dell’autore) di Omologismo, termine relativo, qui per accezione, a tutti gli esotismi (parole e locuzioni) che l’italiano ha adattato foneticamente, sia estranei al percorso greco-latino sia da questo allontanatosi. L’italiano, pertanto, pur rifondato dal volgare toscano, non è una lingua pura, ma omologa di tante altre, in altre parole la risultante di una variegata presenza di gente diversa sulla penisola. Nell’elencare i lemmi in percorso etimologico, l’autore ha evitato la limitazione di arcaismo, nel senso di forma linguistica scomparsa, così come riportata nei dizionari moderni, preferendo imporre quella di desueto o di obsoleto. Da questo intende effondere un implicito suggerimento al loro recupero, se non estinti in via logico-naturale o addirittura fossilizzati, allo scopo insomma di lenire il sovraccarico di troppi esotismi e termini globalizzati (parole e locuzioni straniere adottate in area internazionale, solitamente occidentale ma in via di espansione, mantenendo l’originale), questi complici di una crescente disseminazione di buche nella lingua corrente. Tornando al patrimonio indoeuropeo, immaginiamo l’italiano come il ramo di una solida pianta: il tronco, con i suoi cerchi concentrici, germogliato da una manciata di semi, s’è consolidato nei millenni, producendo innumerevoli ramificazioni, con i frutti e le foglie. È il simbolismo delle invasioni Kurgan (i semi) dal 4400 aC, donde è venuta a consolidarsi, in maniera concentrica, la magna indoeuropeità (il tronco); essa, infatti, s’è diramata in molteplici aree semantiche (la ramificazione), con i propri lessici ufficiali (i frutti) e i dialetti (le foglie), questi immancabili per la sopravvivenza etica ed estetica dei primi. C’è di più: com’è possibile innestare in una prima pianta le caratteristiche di una seconda, mediante porzione di ramo o di gemma (innesto), è stato parimenti possibile assimilare all’italiano una quantità di marze linguistiche appartenenti ad altre aree semantiche. La Teoria dell’Area Semantica o Campo Semantico è la concezione secondo la quale il dizionario linguistico non può essere esclusivamente un’elencazione di lemmi indipendenti l’uno dall'altro, ma distribuiti in campi d’affinità etimologica e semantica. Questa ricerca, infatti, rivolta innanzi tutto a quei tanti che amano scrivere, onestamente consapevoli delle lacune tematiche, e a chi intenda rinfrescarsi la memoria, autore compreso, non è nata per essere consultata come un normale dizionario, infatti i lemmi non sono elencati in ordine alfabetico. Queste pagine non comprendono certamente tutto il vocabolario, quantunque racchiuda un manuale sostanzioso ispiratorio di una ricerca fai-da-te o, meglio, l’incipit per il viaggio di perfetto completamento che ognuno potrà cosi intraprendere. Le voci, dopo il prologo dell’Alfabeto e dei Segni ortografici, si susseguono in un triplice esponente, questo il capofila per una serie di specifici riporti, e il lettore potrà scorrerle come se leggesse un saggio e solo alla fine potrà rendersi conto d’aver assimilato qualcosa in più nell’apprendimento della nostra storia linguistica, pur ignorando il greco ed il latino; in ogni caso, nelle versioni WORD in CD, DVD, un immediato reperimento delle parole è dato dall’idoneo programma Trova disponibile. Si ricorda, per una migliore comprensione della derivazione etimologica, che il gruppo letterale greco-latino PH si pronuncia F (PHILOSOPHIA-Filosofìa), i dittonghi latini OE AE si leggono E, vedi

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VOCABOLARIO ETIMOLOGICO COMPARATIVO Aree semantiche e percorso omologistico

nella lingua italiana http://www.literary.it/dati/literary/G/gemmellaro_fer/percorso_omologistico_201201.html

Ricerca e studio di Ferruccio Gemmellaro 

Lettura critica delle elaborazioni storiche a cura del prof Leonardo Vecchiotti 

Diritti culturali   LA COPERTINA  Produzione DVD quale parte  integrante del Manifesto  in  testo  gutenberghiano Omologismodue  curato da  Ferruccio Gemmellaro a nome del Movimento Culturale “La Copertina”, edito da I Quaderni del Convivio in Castiglione di Sicilia (Ct) dicembre 2007. È vietata ogni riproduzione priva d’autorizzazione dell’autore, ad eccezione per uso didattico e, parzialmente, giornalistico, in ogni caso, ove possibile, citandone le fonti. 

Premessa La lingua indoeuropea italiana - il cui documento embrionale pare risalga al 900 con un Indovinello veronese, manoscritto in volgare che parla di prati e buoi, seguito nel 960 con un secondo, redatto a Capua e partecipe dei cosiddetti Placiti Cassinesi, atti notarili concordati tra un tale Rodelgrino e il monastero di Cassino - di là dell’ufficializzazione dantesca e delle premesse della Scuola siciliana di Federico II, è prevalentemente derivata, vale a dire costituita di termini svoltisi in linea diretta, dal greco e dal latino; da aggiungere quei neologismi perlopiù scientifici coniati, in coerenza con la tradizione, sia dal greco moderno sia dal latino classico e volgare. Non solo, essa ne conta numerosissimi seminati via via dal celtico, dal franco, dal gotico, dal longobardo e da altri ancora, senza contare i sopravvissuti delle lingue italiche prelatine, dei temi mediterranei, gli adattamenti dall’arabo e i dispersi grecolatini ritornati modificati dall’attraversamento d’aree romanze e d’altre lingue. Il lettore, infatti, scoprirà la neodefinizione (dell’autore) di Omologismo, termine relativo, qui per accezione, a tutti gli esotismi (parole e locuzioni) che l’italiano ha adattato foneticamente, sia estranei al percorso greco-latino sia da questo allontanatosi. L’italiano, pertanto, pur rifondato dal volgare toscano, non è una lingua pura, ma omologa di tante altre, in altre parole la risultante di una variegata presenza di gente diversa sulla penisola. Nell’elencare i lemmi in percorso etimologico, l’autore ha evitato la limitazione di arcaismo, nel senso di forma linguistica scomparsa, così come riportata nei dizionari moderni, preferendo imporre quella di desueto o di obsoleto. Da questo intende effondere un implicito suggerimento al loro recupero, se non estinti in via logico-naturale o addirittura fossilizzati, allo scopo insomma di lenire il sovraccarico di troppi esotismi e termini globalizzati (parole e locuzioni straniere adottate in area internazionale, solitamente occidentale ma in via di espansione, mantenendo l’originale), questi complici di una crescente disseminazione di buche nella lingua corrente. Tornando al patrimonio indoeuropeo, immaginiamo l’italiano come il ramo di una solida pianta: il tronco, con i suoi cerchi concentrici, germogliato da una manciata di semi, s’è consolidato nei millenni, producendo innumerevoli ramificazioni, con i frutti e le foglie. È il simbolismo delle invasioni Kurgan (i semi) dal 4400 aC, donde è venuta a consolidarsi, in maniera concentrica, la magna indoeuropeità (il tronco); essa, infatti, s’è diramata in molteplici aree semantiche (la ramificazione), con i propri lessici ufficiali (i frutti) e i dialetti (le foglie), questi immancabili per la sopravvivenza etica ed estetica dei primi. C’è di più: com’è possibile innestare in una prima pianta le caratteristiche di una seconda, mediante porzione di ramo o di gemma (innesto), è stato parimenti possibile assimilare all’italiano una quantità di marze linguistiche appartenenti ad altre aree semantiche. La Teoria dell’Area Semantica o Campo Semantico è la concezione secondo la quale il dizionario linguistico non può essere esclusivamente un’elencazione di lemmi indipendenti l’uno dall'altro, ma distribuiti in campi d’affinità etimologica e semantica. Questa ricerca, infatti, rivolta innanzi tutto a quei tanti che amano scrivere, onestamente consapevoli delle lacune tematiche, e a chi intenda rinfrescarsi la memoria, autore compreso, non è nata per essere consultata come un normale dizionario, infatti i lemmi non sono elencati in ordine alfabetico. Queste pagine non comprendono certamente tutto il vocabolario, quantunque racchiuda un manuale sostanzioso ispiratorio di una ricerca fai-da-te o, meglio, l’incipit per il viaggio di perfetto completamento che ognuno potrà cosi intraprendere. Le voci, dopo il prologo dell’Alfabeto e dei Segni ortografici, si susseguono in un triplice esponente, questo il capofila per una serie di specifici riporti, e il lettore potrà scorrerle come se leggesse un saggio e solo alla fine potrà rendersi conto d’aver assimilato qualcosa in più nell’apprendimento della nostra storia linguistica, pur ignorando il greco ed il latino; in ogni caso, nelle versioni WORD in CD, DVD, un immediato reperimento delle parole è dato dall’idoneo programma Trova disponibile. Si ricorda, per una migliore comprensione della derivazione etimologica, che il gruppo letterale greco-latino PH si pronuncia F (PHILOSOPHIA-Filosofìa), i dittonghi latini OE AE si leggono E, vedi

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FOEDERATUS-Federatus e la T latina, in un contesto, è pronunciata Z vedi LAETITIA-Letizia); infine, che i gruppi radicali indoeuropei quali BH DH ricompaiono in F vedi BHLOS in FLOS (Fiore) e DHERMO in FIRMUS (Fermo). Si troverà nel testo la dicitura normale passaggio o normale caduta, essa sta per uso comune o corrente di un termine in una comunità linguistica, modificatosi dalla verità etimologica; si troverà altresì la dicitura tema mediterraneo, che sta a indicare la provenienza di un termine esclusivamente dall’ambito mediterraneo e, di massima, preindoeuropea o precedente all’attestazione latina (prelatina). I radicali e i temi, ove non diversamente identificati, s’intendano pertanto di provenienza indoeuropea. La grande importanza semantica dei prefissi, prefissoidi o primi membri e i suffissi, suffissoidi o secondi membri - nel testo è preferita rispettivamente la dizione concisa di Pref e di Suff - ha indotto ad esporne via via origine, significato e modelli lemmatici in appositi riporti o direttamente nel testo. La terzina è corredata, per una possibile e immediata visione globale, di termini in associazione, alieni (pseudoetimologici, vale a dire in apparenza d’identico percorso etimologico ma del tutto estranei), complanari (che sono accostabili nel percorso, semanticamente o figurativamente, insomma di pari importanza-sullo stesso piano), paronimi, omonimi, sinonimi (in alcuni accostamenti più significativi sono riportate le rispettive date di adozione), assonanti, espliciti o impliciti (questi di chiara, o non, lettura etimologica), di richiami lemmatici d’attinenza ed incisi culturali a mo’ di testo, prova dell’indissolubilità del trinomio popolo-lingua-storia; tali informazioni rappresentano la sintesi di un passato che viene a presentarci il conto all’inizio del terzo millennio dC. L’autore, quando appare tra parentesi la dicitura (Ved...), intende riportare a maggiori chiarimenti altrove, citando il primo termine della terzina o i richiami a riferimento o semplicemente (Ved terzina) qualora rimanga in ambito. Per i termini appuntati, oltre ai diffusi aC e dC Avanti Cristo e Dopo Cristo (se manca intendesi dC), leggasi Accr Accrescitivo, Alb albanese, Ant antico o anticamente e simili, Ar arabo, Arm armeno, Bal baltico, Celt celtico, Class classico, Denm denominale, Devb deverbale, Dim diminutivo, Ebr ebraico, Eccl ecclesiastico, Esot esotico o esotismo, Etim etimologia o etimologico e simili con Pseudoetim, Fem femminile, Fig figurativamente o figurato e simili, Franc francese, franco o francone, Gbz greco-bizantino, Ger germano, Got gotico, Glb globale, globalizzato o globalizzazione e simili, Gr greco, Inc incrocio o incrociato, Ind indiano, Indoeur indoeuropeo, Indoiran indoiranico, Ingl inglese o anglicismo, Inv invariato, Iran iraniano o iranico, Ital italiano, Itt ittito, Lat latino, Lit lituano, Long longobardo, Mas maschile, Medv medioevale, Med mediterraneo-a, Mer meridionale, Metaf metafora o metaforicamente e simili, Ol olandese, Omn omonimo o omonimia e simili, Parasnm parasinonimo, Pf participio futuro, Plur plurale, Ptg portoghese, Pp participio passato e Ppres participio presente, Pr passato remoto, Pref prefisso, Pron pronuncia, Prvz provenzale, Rad radice o radicale e simili, SA stesso autore (del presente dizionario), Sct sanscrito, Sec secolo, Semant semantica o semanticamente e simili, Sett settentrionale, Sing singolare o singolarmente, Snm sinonimo o sinonimia e simili, Sp Spagnolo, Suff suffisso, Ted tedesco, Vrs verosimilmente o verosimile, Volg volgo, volgare, volgarmente. Infine, i termini elencati, discendenti da un radicale o in percorso da un lemma originale, sono di massima preceduti o da cui o da donde, questi con valore ellittico dal quale deriva (o derivano). Prefissi, suffissi, desinenze… Chiamati nel loro insieme Affissi, sono dei Morfemi sostituibili, aventi funzioni grammaticali, e si distinguono dai Lessemi, questi i puri eredi etimologici dei lemmi, insostituibili, i quali possiedono un proprio significato autonomo. Ad esempio: RI-TORN-ARE è un lemma in cui RI è il morfema prefisso iterativo che vale ancora, di nuovo, ARE è il morfema desinenza verbale (infinito 1° coniug.) e TORN è il lessema etimologico della lingua, dal lat TORNUS giro. La sostituibilità dei morfemi e l’insostituibilità dei lessemi qui si evidenziano, in esempio, apponendo all’identico lessema TORN il prefisso CON insieme e la desinenza ATO (del participio), si ottiene CON-TORN-ATO; si evince così l’insostituibilità e l’inalterabilità di TORN. Nel lemma Contadino, INO è il suffisso che indica “chi esercita un mestiere” saldato a Contad(o). Contado, poi, è il sostantivo dal latino COMITATUM che col suffisso vale “feudo di un COMES (conte)”, per cui il lessema è il latino COMES in origine “compagno di viaggio” svoltosi nel francese antico e nel provenzale in COMTE italianizzato Conte. A completare schematicamente l’argomento, ricordiamo il Grafema, la più piccola unità di scrittura equivalente alle lettere dell’alfabeto e il Fonema, corrispondente ai grafemi, la più piccola articolazione della catena parlata sprovviste di senso, eppoi il Glossema, termine adottato dal 1951, che definisce la minima unità linguistica di valore semantico. In sintesi, se una lettera la scriviamo è un grafema, se la stessa la pronunciamo è un fonema. La definizione concernente i grafemi-fonemi può tuttavia far sorgere delle perplessità. Si prenda la lettera A, è un grafema-fonema o un morfema-glossema? Scritta e pronunciata così, da sola, è rispettivamente grafema e fonema, insomma una particella senza significato, ma diventerebbe un morfema-glossema ove avesse un senso, vedi nel suo ruolo di preposizione semplice in Vado a casa che ha valore di moto a luogo, vedi il prefisso A in Avvicinare che ha valore allativo, cioè di direzione verso un posto, vedi il prefisso A in Asociale, che ha valore privativo, da leggere “non sociale”. Nella serie lemmatica che segue, la sostituibilità della vocale nella prima sillaba, in quest’esempio utilizzandole tutte, muta sostanzialmente l’etimologia, almeno per i primi tre, e, logicamente, la semantica: Pazzo, Pezzo, Pizzo, Pozzo, Puzzo. Ancora, si prenda a esempio i lemmi Geloso e Goloso, dove le prime vocali e o sono essenziali all’etimologia e alla semantica. Casi latini La lingua latina, già dal greco, utilizza i Casi - Nominativo, Genitivo, Dativo, Accusativo, Vocativo, Ablativo - per identificare, dalla loro declinazione, rispettivamente il soggetto che compie l’azione (nominativo), il complemento di specificazione che precisa una funzione (genitivo), il complemento di termine dove è diretta (data) l’azione

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(dativo), il complemento oggetto o diretto su cui agisce il verbo transitivo (accusativo), il nome invocato (vocativo) e ogni altro complemento (ablativo). Il lettore, per un migliore intendimento della derivazione etimologica, troverà sovente il passaggio in italiano attraverso due versioni del termine greco-latino; per la prima s’intenda il nominativo e per la seconda il genitivo, che lo segue nella declinazione dei casi e che più delle volte rispecchia la traduzione italiana o con esso in assonanza: esempio, Sèlce dal lat SILEX SILICIS cui Sìlice, Dente dal gr ODUS ODONTOS cui Odontoiatra. Guida pratica di ricerca dei vocaboli Per un’agevole consultazione, si riporta l’elencazione delle terzine in ordine di sequenza, così come appaiono, inclusi gli esponenti dei Prefissi-Suffissi, i lemmi posti in risalto (d’apertura per altri percorsi) e alcune importanti annotazioni. Per la ricerca dei vocaboli significativi, vale a dire laddove ne sono analizzate le derivazioni etimologiche, occorre apporvi l’accentazione grafica “segnaccento” (esempio, Fìngere, Animàle), esclusi i lemmi in terzina e quelli posti in risalto la cui accentazione è riportata nell’analisi, l’onomastica (esempio Ornella), la toponomastica (esempio, Castro, Civitanova), alcuni nomi etnici perlopiù storici (esempio, Galli, Osci), e le voci specifiche in uso volgare (esempio: Cascia, Frescone, Strapiantare) salvo largamente diffuse nella penisola, ovvero omologate nella lingua; tuttavia l’accento è posto ove possa sussistere equivoco di dizione. Per i termini composti, che appaiono espliciti, ove non sia riportata l’etimologia o del primo o del secondo membro, è sufficiente ricercare questi nei propri percorsi; esempio, in Granducàto o il primo membro Gran o il secondo Ducato sono da ricercare nel proprio campo semantico, ovvero di Grànde e di Dùca; tale modalità di ricerca può essere avviata anche per quei termini composti o prefissati o ancora suffissati che non appaiono elencati nei percorsi di questa ricerca e che il lettore troverebbe in altri testi. Nei percorsi lemmatici sono ricondotti i derivati espliciti e impliciti, per quanto possibile; al ricercatore, non sarà ostico trarre da questi l’origine etimologica di un vocabolo non elencato ma che richiama il suo interesse. Per esempio, apparirà ovvio che nel ricercare la radice di Bevùto, essa è nel termine Bère, questo dal lat BIBERE mutatosi in BEVERE. Le voci sono elencate in maiuscolo, pertanto, gli sdruccioli che iniziano con vocale, sono immediatamente ripetuti in minuscolo con l’accento dovuto, esempio Arma-àrma, Odo-òdio. Gli omonimi o i polisemici sono solitamente accostati con le relative etimologie. Per favorire un sicuro reperimento lemmatico, sulle due vocali chiuse s’è preferito in ogni caso il comune segno grafico, il “segnaccento” corrispondente all’accento grave, per esempio, Còrrere, Rosèto, Vèdovo e Vòlgo invece dei corretti accenti acuti Córrere, Roséto, Védovo e Vólgo, che il lettore potrà accertare nei dizionari preferiti; talvolta, però è riportata in parentesi l’esatta accentazione. I vocaboli significativi, infine, che riappaiono altrove per ragioni comparative, non hanno più di massima l’accento piano o, se inizio parola, sdrucciolo, giusto com’è nell’uso corrente (esempio: Animale per Animàle, Correre per Còrrere). L’accentazione piana o sdrucciola di un medesimo termine deriva dall’attestazione del suono rispettivamente o greco o latino, come in Timèle o Tìmele. Per gli articoli, avverbi, congiunzioni, prefissi, suffissi e altro d’uso frequente come un sostantivo, dal fatto che non sono accentati e per ovviare a una laboriosa ricerca della posizione in cui il termine è analizzato, tra una moltitudine di essi od omografi partecipi del testo, occorre per un loro rapido reperimento che siano preceduti da un asterisco saldato, esempio *A *B… (lettere dell’alfabeto), *ALLO (pref), *CHE, *MA, *RAD (pref), quest’ultimo per discriminarlo dall’abbreviazione Rad di Radice o Radicale, eppoi i tronchi usuali quali *Facoltà, *Però… Per una ricerca generica degli omologismi, secondo la lingua di provenienza, basta inserire nel sistema “Trova” (solo parole intere) ad esempio ar (arabo), franc (francese), ingl (inglese) e così via, attingendo all’elencazione dei termini appuntati in Premessa; una ricerca generica che può essere effettuata ancora per le voci volgari (volg), termini globalizzati (glb) ed altro come le locuzioni, per le quali occorre inserire la parola intera Locuzione. L'omissione degli accenti dai termini greci, latini e stranieri (talvolta il termine è ripetuto con la corretta accentazione), questi riportati in lettere maiuscole, d’altronde consultabili nei rispettivi dizionari, è normalmente adottata sia per agevolarne un’eventuale ricerca, sia perché questo saggio nasce essenzialmente per una scorsa fondamentalmente morfologica lungo i percorsi omologistici della nostra lingua, dai radicali ai risvolti metaforici delle parole che scriviamo e che spesso temiamo non corrette.

*ALFABETO Lettere greco-latine SEGNI ORTOGRAFICI Accento Segni diacritici Apostrofo Lineetta Linea Riga Parentesi Interpunzione o Punteggiatura Punto fermo Due punti Puntini di sospensione Punto Punto esclamativo o Interiezione Punto interrogativo Rogare Virgola Punto e virgola Virgolette Verga BASTONARE ABBACCHIARE AMMAZZARE Soma Salma Ibrido Affliggere Immergere Tingere Manganello Gianna Verga Fuscello - Frusta Frustra Etimo Etile Etere Anestesia Narcotico Scaglia Caglio Canna Pistola Rivoltella Roggia

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Vagina Guaina Clava Randello Chiudere Bloccare Gabbiano Paronomasia Paronimia Pref *META - Fenomeno retorico della Metalèssi Metafora Allegoria Deverbale Denominale Intensivo Ciarlare Ciaccolare Cianciare Cianfrusaglia Rapina Longobardi Franchi Mattanza Tonno e Suff ANZA Gioco delle carte Goti Gallia Romanico Gotico Barocco Pref STRA CIS TRANS TRAS *TRA PRETER Suff ESI MENTO Pref INTRA INTRO INTUS INFRA INTER Emigrazione Atteggiamenti Cotto Crudo Essere Avere Duraturo Avaro Osci Celti - Arpie Amo Rampino Uncino Gancio Lupo Volpe Golpe Pref PROTO Tipo

CASCINA CASONE CASINO Razza umana Pisside Bussola Pece Catrame Ittico Acciuga Seppia Accasciare Castro Castrare Merlo Radicale TEM Suff IZZARE EGGIARE Augurio Auspicio Sacerdote - *Nome di strumento L’età della Prospettiva Aumento Ausilio Cencio Cecio Centone Cronologia secolare Santo Sanculotto Nuova unità di misura del tempo: swatch beat Specchie Sanscrito Avestico Vedico Ittiti

GLI AGLIO GANGLIO Altri pronomi personali Pref Suff FILLO Frasca Fronda Natica Scalmo Pref OMO OMEO Suff ONIMIA Suff Pref ONIMO – Antonimia Nomignoli d’amore Suff NOMIA NOMO Pref NOMO - Antinomia Pref ETERO Pref Suff DOSSO *Età Evo Epoca

MITRA MITRA MITRALE Rame Bronzo Stagno Le Ere e le Età Pref divino TEO Ambrosia Ambra Ipocoristico Epentesi Anaptissi Protesi Metatesi Sintesi - Melotesia Idiota Zotico Scemo Stolto Pref Suff *EPI *IMO *IPO *IPER - Iperbato e Iperbole Brina Pezza Attrezzo Sarto Antonomasia Circonlocuzione Perifrasi

VANO INVANO VANAGLORIA Suff BONDO ANDO Sfarzo Pompa Sontuosità Onomastica ebraica Camera Stanza Prestito linguistico Bacio Briciola Camicia - Gruppo letterale finale cia o gia al plurale Carità Speranza Svegliare Dormire Solstizio Equinozio Stoviglia Vandali Briganti Tatuaggio

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Brigate Rosse Suff *ACE *OCE *ACEO *Verità Vera

VELLO SVELLERE VELLEITARIO Radicale WELE Valere Vulnerabile Vaglio Cotone Lino Rascia Seta Feudo e Vassalli Tocario

VEZZO VESSARE VESSILLO Convito Convitto Indiani Truppa Drappello Insegna Stendardo Gagliardetto Labaro Slavina Labirinto Valanga Dedalo Cultura eterogenea sinonimo d’italianità Illiri Guardare Vedere – Suff INGO –Numero e articolo Uno

OBLIO OBLITERARE OBLIQUO Eclittica Allitterazione Cancellazione Radicale LEIK Suff IERE

ROSA ROSA ROSARIO Garofano Geranio Giglio Viola Madonna Signora Felino Gatto LACUNA LAGUNA LACRIMA Fossa del grano Galassia Latte Caffè Tè Cioccolata Secchia Fonte Pollone Poltrona Cipria Talco Emanare Stranguria Valle Volt Ampere Fascino Tropo Ridda Fascismo Nazismo Comunismo Suff GINE Aferesi Pref *APO Gnosticismo Eresia Rete Rito Rata

RUOTA ROTTA ROTTAME Carrozze Botola Bozza Leponzi Radicale MEU Autore Destro Sinistro Rumore Silenzio Nord Sud Pref WES Ovest Est Abitare Nudo Corruzione linguistica Pref *ORTO Suff ELA *Tutto Suff *ILE *ICO*IACO Badile Ribadire Badare Sbadigliare Beare Bocca Labbra Voce Vocale Stomaco Gastrite Arista Resta Bricco Vocabolario Dizionario Suff ERO

OBIETTIVO OBIETTO OBIETTARE Razzo Missile Messa Messia Sdraiarsi Radicale AG Suff *UME Fiume e corsi d’acqua Pioggia Radicali REG GES Canone Aggere Arbitro Re Regina Principe Mare Oceano Xenofobia Senofobia

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Alga Clima Climax Anticlimax Enclisi Proclisi Acqua Vino Pietà Elemosina Miseria Natanti Vento Aviazione Timone Tenere Tendere Governare Tennis Rugby I venti Zefiro Zaffiro Zero Astenia Ufo Ad ufo Lento Lente Lenticchia Cumulo Radicale KWEI Pref TALASSO TASSI Suff TASSI - Tassema Pref *OB *OP CONTRA *CONTRO ENANTIO Suff e Pref OPE OFTALMO OPTO OPSIA OCULO Le 17 Contrade di Siena Opera Operaio Copia Scafandro Schifo Pref Suff ANDRO ANDRIA Suff *TEMA EMA Pref APLO Aplografia Ghetto Gleba Glutine – Agglutinazione linguistica

BIBLIOTECA EMEROTECA BOTTEGA Cibernetica Teca Bacheca Custodia Scrigno Pref ANTROPO ANTRO Pref FAGO Suff FAGO FAGIA Unghia Feci Orina Feccia Traffico Lotofagi

TARPEA TARPARE ESTIRPARE Falce

LAMPO LAMPIONE LAMPONE Probo Fanale Torcia Statua Suff *USO *OSO - A IOSA Astratto Tratturo

MONDO MONDANO MONDEZZA Atlante Atleta Caos Gas Nafta Benzina Ammoniaca Vitamina Caos e Kali Rifiuto Spazzatura Passeggiata Spavento Vigliaccheria Suff INO CINO *INA Pref RED *RE *RI *RAD RIN Zucchero Saccarina Pref *SEMI EMI Suff SEMIA Pref SEMIO STENO Suff EMIA Prefisso EMO Croma Eco

TERRA CRETA TELLURICO Suffisso ICCIO ICCHIO Tamburo Timpano Timbro Nacchera Timballo Forma Morfina Plasma Carosello Luna Pianeti Intossicazione Piombo Terraglio Terrazza Suff OIDE Metallo Cellulosa Festa Ferie Feriale Ferale Gruppo letterale GMA Cosa Causa Accusa

*METRO METROPOLITA METROPOLITANA AD USUM DELPHINI Pref MEGA MEGALO Suff MEGALIA Ape Vespa Sciame Suffissi etnici per toponimi e demotici ITANO ANO ESE *Materia Ventre Pancia da Nonna a Nipote Pane Pasta Riso Dagli Esistenzialisti ai Paninari e ai Punk Pref MACRO MICRO-NANO DOLICO Lungo Corto

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Torace Addome Lapara Buccia Crosta Radicale KER Cardo Corno Cognome Longo Fisionomica Fisiognomica Consonanti Fricative Saetta Sagitta Pref *PRE *ANTE *ANTI *POS *POST *PALEO Concedere Cedere Autorizzare

COSMO MICROCOSMO COSMESI Infinito Stella Pianeta Satellite Cometa Meteora Suff GONIA Pref GONO

POMO POMICE POMERIGGIO Imbalsamare Mummificare Volgare Suff MERIA MERO Pref MERO

LUME ALLUME ALLUMINIO Berto Itacismo Etacismo Solecismo Iotacismo Rotacismo Candela Splendore Luogo Brillio Luoghi comuni e bisemantici; incidenti linguistici Argento Argilla Radicale LEU Palla Paludamento Arancia Cicoria e frutti esotici Pref Suff PLES Suff AT Complementi Luogo Allativo Elativo Illativo Mina Monte Montare Baita Radicale ME *MED MEN MON Pref SESQUI Memoria Ricordo Misura Radicale *MA MAN MAT MET Suff CO Mascalco Lazzaro Toga Doga Doge Metonimia Sineddoche I mesi Uva Vite Gotto Gozzo Gusto

MACCHIA MACCHINA MECCANICO Chiazza Piazza Molare Mascella Suff MACHIA MACO Taurini Taurisci Bull Bulldog Bullismo Teatro Anfieatro Pref *IN S *E ES ESO *E *EX *SCI EXTRA ESTRA Inglesismo Anglicismo Anglicanismo

FOLLA FOLLIA FOLA Premere Scarpa Tacco Ciabatta Pantofola Sandalo Sughero Folk Pop Country *Tribù *Verbo Motto Cavillo Gnomo Egemonia Guidare Favola Fiaba Fava Filò Folletto casalingo Monaco Monogamo Ieratico Bonzo *Lenizione *Sincope Dissimilazione Assimilazione Capo Pref *CAPO CAPI Pellerossa Ficodindia Decasillabo Endecasillabo Suff *MENTE Avverbio derivato – Avverbio composto - Locuzione avverbiale Fitto Frequente Scalfire Scaltro Caustico – Suffissazione Infisso Infissazione (morfema) Mantello Berretto Giaccone Falisci Etruschi

PENA PENE PENATI Tiroide Alce Alcione Alcol Lemmi e locuzioni maschilistici Adultero Adulto Altare Alzaia

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Pubertà Pubblicità Dondolo

CUBO CONCUBINA CONCUPIRE Cubismo Anca Angolo Sciatica Tristezza Incubo Soccombuto Succube

DEMONE DEMOCRAZIA DEMOLIRE Esorcista Marca Pref *DIA *PAN Iconoclasta Dialetto Gergo Vernacolo Pleonasmo Pref *DE Concrezione Popolo Biada Blu Blue jeans Jersey Sport

SALE SALSO SALARIO Nìtro Salaria Pepe Suff ACCO Salmo Stipendio Paga Radicale PEN Edonismo Aedo Poeta L’equivoco del Bardo Piangere Flebo Ridere Cetra Chitarra Liuto Gusla Vina

SALA SALIRE SCANDALO Assometria Assonometria Spago Spaghetti Sugna Ala Volare Asciatico Ombra Tifone Tornado Uragano Gamma Camma Note musicali Giubileo Pref Suff TTERO PTERO Branchiati Sauri Consiglio Chiesa Calare Intercalare Caldo Freddo Brivido Le terme Colore Pirenaico Calendario Calende Calendario universale Suff ALE Dito Ditale Lingua Linguale Ministero Ministeriale Porto Portuale Coro Corale PortaPortale Pref *ALLO - Allomorfo Orso Allobrogi Linguaggio Lingua Lessico Langue

GELO GELOSO GELOSIA Lenizione Z G o viceversa

GUACHIERA GUALDRAPPA BALDRACCA Sella Staffa

LEGA DELEGATO OBBLIGATO Suff collettivi *AME IME UME ETO Tegame Padella toponimo Zapponeta Stero Stereo Fede Leghe

MAGO MAGONE IMAGO Icona Ermetismo Alchimia Chimica Chimo Censura Questura Suff ALDO

AMICIZIA AMORE AMENO Odio *Odissea Iliade Erotismo Nostalgia

SETTE SETTA ASETTICO da Semplice a Decuplo e Dubbio da Basso a Violino

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Le sette meraviglie Cognomastica etichettata Terzo Trino Dittongo Trittongo Quadrittongo Iato Radicale PEL-D Armeni Fitologia Fisiologia Pref Suff FITO Pref FISIO FISO Baltiche Pref *PARA *PER PERI Eguale Equo

OTTO OTTONE OTTENUTO Ottomano Divano Dogana Sofa Ottentotto

GENE GENTILE GENIALE Genitivo sassone Blastula Derma Cacchio Borchia Genetica Garbo Galanteria Frasi sconvenienti Geni viventi Pref *PRO PROD Vece Vice Fagiolo

APPARIRE PARERE COMPARIRE Particella di Dio Rimpatrio dei reperti archeologici Fase Fenolo Potare Contare *Pari Dispari Parecchio Parrucca Parroco Connettere – Nesso (linguistica) Sparadrappo Cera Testa Teste Pref CARIO Carbone Pref allativo *AD *A Pref alfa privativo *A *AN Frigia

QUIZ GUIZZO QUISQUILIA Quiz d’intelligenza PICCA PICCHETTO PICCOLO Cucchiaio Chiocciola Spilla Dorso Midollo Pertica Stanga Stecca Stilo Lancia Giavellotto Asta Alidada Zagaglia Sarissa Brando Gladio Spada Stocco Daga Sciabola Fioretto Scimitarra Spinaci Asparagi Ferro e nomi di persona Palo Pala Giardino mediterraneo Plagio Spiaggia Sabbia Tundra Brughiera Steppa Landa Laterculum Pompeiano Pidocchio Tigna Serie onomatopeica *Z Connivenza Renitenza Pus Putredine Suff *ULENTO Sciti Sciiti

GRANDE VECCHIO GRANDINE Scabbia Grazie Lipide Pingue Dolina Dolmen Menhir Tavola Tovaglia Mensa Tabula peutingeriana Sgarrare Crollare Gargano il sacro promontorio Radicale CR-GR-KR Stesso Questo Nuovo Nove Triskaidekafobia Grafologia Calligrafia Scrittura Pref CALLI Pernacchia Perla Prosciutto Polo

NUBE NUVOLA NUBILE Nubi Nuvole Illibata Vergine Pura Mulo Asino Celibe Scapolo Marito Vedovo Enterite Meningite Pref LIO Suff LISI

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Elettricità Anniversari del matrimonio INCISO ACCIDENTE UCCISO Roncare Tagliare Crepare Fendere Lesionare Incrinare Spaccare Erba Accidia Trucidare Troncare Truciolare Komma Kopto Condanne capitali Boia

LATRIA LATRICE LATRATA Prefica Prefetto

PELAGO PEGOLA PERGOLA Storpio Zoppo Ciambella Ciambellano Camarlengo Canoa Canova Canapa Conopeo Pref Suff ARCHI ARCI ARCA ACRO Trabiccolo Trabucco Trabacca Bracciale Brachiale Caprifoglio Nibbio Arco Iride Trapezio Archibugio Fucile Carabina Radicale AK

MIGLIO MIGLIORE MULTA Giudaico Islamico Proprietà terapeutiche del miele Neutro Avventura Invenzione

SASSO SESSO SESSA Rischio Azzardo Pietra Ciottolo Ciotola Alpi e Appennini Spezie mediterranee Roccia Marmo Marga Marna Scimmie Sassanidi Pref LITO Frangere Ghiaia Breccia Anemone Scacchi Dama Stampa Stampella

ASSESSORE ASSASSINO SASSOFONO Assideramento Sedulo Dolo Dolore Pref SED *SE Magnete Matassa Materasso

LUSORIO ELUSIONE LUSINGA Gioco Giogo Animali della giungla, savana e non Arena Stadio Antichi giochi greci Antichi ludi romani Olimpiadi moderne Lotta Palestra Polemica Lingua OC OIL Pref OLTRE ULTRA

PONENTE IMPOSTA PONTE Preposizioni semplici ed articolate – Preposizioni improprie Apposizione Attributo Magazzino Suff Pref ASCO Ellesponto Siponto Ponte delle tre P CERCHIO CINTO CERCATO Cozza Conchiglia Gallo Gallone Cantare Ring Arringa Aringa Croce

QUADRO QUADERNO SOQQUADRO Corda Pref *SUB *SOTTO SO SU *SOPRA SUPER SOVRA SOR SUR

ZECCA ZECCHINO AZZECCARE Parassita

CAMINO SCAMATO SGAMATO Figulo Mascara

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Prosopopea Blindare Suff AGLIA AGLIE AGLIO - ARDO AGGINE ONE Goffo Gobbo Goffrare Coda Fotone

OSTIA OSPITE OSTAGGIO Podestà Possesso *Aggettivi e pronomi possessivi Nosocomio

AMBO CAMBIALE SCAMBIO Tornare Turismo Trono Embolo Simbolo Bis – Prefisso intensivo Prefisso sottrattivo Culla Suff ACCHIO ACCHIARE Suff ACCIO AZZO *ASSO GIRE Bambola

CAMMEO CAMMELLO DROMEDARIO Pref PALIN Palindromia Palindromo

CAMORRO CAMORRA MORE Naso Frogia Rino Radicale MUS Ragno Scorpione Acaro Rogna Vergogna Sputo Pref *CA Muffa Fungo Tartufo Zolfo Nuraghe Trullo Dammuso Cedri CAMPO CAMPIONE CAMPANA Campanilismo Vanga Zappa

NOBILE IGNOBILE IGNEO Nichilista Niente Nulla Oncia e le monete romane Tralice

GAZZARRA GAZZETTA GAZZA Licenza poetica Abbondanza

BRUTO BRUTTO BRUT Suff Pref VORO Suff OMNI ONNI

PERDONO PERDONISMO PERDUTO Vincere Vincolo

BOTTA BOTTE COMBATTERE Fiasco Flacone Pirata Bucaniere Filibustiere

CATTIVO RICATTO CATTOLICO Luccio Tinca Trota Fiala Vetro Cuccuma Borsa Tasca Marsupiale Pref CATA Concetto di Alto e Basso Bilancia Largo Ampio Azimut Zenit Nadir

LIBRO TOMO LIBERO Suff *OMA *OSI Fanatico Profano Empito Impeto Scempio Plico Flesso Studiare Astuccio Tale Questo Tanto Licenza Suff TORE SORE TORIO SORIO

VASO INVASATO EVASO Nappo Mappa Cavolo Vasca Basco

BELLO BELLUINO BELLICO Bestemmia Pugna Guerra Bombardamento Diminutivo latino Diminutivi italiani ATTOLO ICIATTOLO ICINO Furto Furia Curriculum Correo Gara Maratona BABBO BABBEO BABBUCCIA Draga Dracula Dragone Pravo Bravo

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Suff ARIO AIO ARO

MAMMA MAMMONA MAMMALUCCO Balena Cetaceo Mastella Tetta Zizza Aramaico

EDILE EDITORE EDIBILE Stromboli Bicchiere Calice Dente Cibo Suff TROFIA TROFO Pref TROFO Foraggio Dare Lingue romanze CREMA CREMISI CREMAGLIERA Suono primordiale Cresima *Cristo

SOLDO DENARO MONETA Salvatore Salubre Citazione Ormone Le monete Zeppa Numeri romani

CINE CINESI CINEREO Pref CINO CENO Suff CENE

TELA TECNICA TELE Quark Cariatide Telicità Verbi telici Azionalità Vebi azionali Film Video Patronimia Patrionimia Eponimia Agionimia Agiotoponimia Antroponimia Pref Suff *TOPO Isobara Isopo Isola

TEMA TIMORE TIMO Febbraio Febbre Titani Giganti Elfi

OSSO OSSIMORO OSS…OSSIGENO da Cost di Costa a Ost di Ostruire Capra Stipa Stiva Suturare

QUOTA QUORUM QUOTIDIANO Diurno Sera

VENDETTA VENDITA VENALE Radicale DEIK-DIK Criterio Menzogna Bugia Frottola Sardonico ANAS A.N.A.S. Juris Civilis di Giustiniano Dittatore Tiranno Despota Solco Delirio Aratro Sterzo Remo Burla Scherzo

ORA ORO ORARE Incenso Mirra Origliare Ascoltare Udire Sentire Orecchio musicale Pref CRISO Protonica Postonica

TRIVIO VICO TRIVIALE Odometro Dalla *Città ai Meandri Arti triviali Pittura Scultura Retorica

MELO MELODIA MELANCONIA Attico Radicale religioso MEL Balaustra Nocciolo Noce Nocchio Torsolo Corpo Suff PEA Onomatopea Pref MELAN

MASSA MASSACRO MASSAGGIO Starnuto Strategia Tattica Carneficina Olocausto Ecatombe Martirio Sterminio Strage Terminologia dell’Olocausto Amazzoni Massoneria Abramo

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DANNO DAPE DANNATO Rovina

VIRALE VIRUS VIRILE Virtuale

FINESTRA MONOFORA FORRA Defenestrazione Crusca Trepido Maiale Verruca

ORDIRE STORDIRE ESORDIRE *Arte Tramare Moderare Medicare Mozzo Medicina alternativa Balla Ballo Biglia Palla Truffa Calcolo Suoni canti e balli PARCO PARCHEZZA PARCHE Supino Prono

OLIO OLEO OLEZZO Drupa Dumo Cobra Aspide Pref OLO OLIGO Suff OLO

DISCEPOLO DISCOLO DISCESO *Incoativo Ingressivo

DESERTO DISSERTARE DISERTO Clericale Laico Pref DIS *DI DIR MIS

FIAMMA VAMPA INFIAMMABILE Bianco Fiore Sillogismo Fuoco Combustione

SCHIAVO CHIAVICA SCHIAVONE Schiavismo AIA AIUOLA AIO Arsi Tesi Bolla Bullone Sbolognare Precettore

ALBA ALBUM ALBUME Rosso Alberi Ramo Radice Bosco Selva Foresta Suff PESSIA PESSI Pref REO

ARMA ERMELLINO-ARMELLINO ARMADIO Armi Armate Armonicona Armonomia Abside Gamba

ANIMA ANIMO ANIMALE Pref e Suff *EO Gruppo letterale PS Maschio Femmina Verme Golem Uomo di Piltdown tra Neandertal e Homo sapiens - Adapide Ibernazione

SPIRITO SPIRARE PIRITE Civiltà dello Spirito Alito Esalazione Evaporazione Fiato Soffio Trafelare Giallo Baio Foca Fon Fohn Foehn Stau Ansimare Spasmo Angina Pref ANGIO Suff FILIA FILO – FOBIA FOBO - GENIA GENO - *MANIA MANE Pref FILO Algonchini I genocidi del XX secolo BENEFICIATO BENEFICATO BENFATTO Congruo Frutti mediterranei Cafone *FACERE Radicale DHE Futuro Ab urbe condita

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LOGO LOGICA LOGORO Logo di fede Tritare Rave Pref Suff LOGIA LOGO Suff PATIA IATRA ERGON Pref SIN TAUMA ERGON Congiunzione ERG Sindromi Modalità Episteme Epagoge Pref *ANA

ABBIENTE ABBIETTO ABBIATICO Eufemismo

BRANO SBRANARE SBRANDELLARE Saga Sagoma Le Muse Membro Membrana

COLLO COLLA COLLE Coltura Cultura

FAMIGLIA FAMILIARE FAMIGLIARE Osservare Scrutare Famiglia italiana dati ISTAT inizio secolo ESAUDITO ESAURITO ASOLA Acustica Ausonio

ESTINTO PERITO PERITO Emporio

LORDO SUDICIO NETTO Feltro Filtro Colare Sussurro Mormorio Brusio

POLIPO POLPO POLITTICO Pref *POLI Pref BRADI Duale Triale Paucale Politico

NOTO NOTA FAMOSO Saggio Scorta Concia Impronta Orma Pioniere Pulzella Fastidio Fame Sete Drenare Droga Sarcasmo Cinismo Umorismo Comicità Commedia Tragedia Dramma Farsa Ironia Satira Crasi Idioma Volapük Esperanto Ido Fato Suff IA Prefisso *EU Vangelo Gli angeli Suff MANTE MANTICO MANZIA Pref CHEIRO CHIRO Pref NECRO Negro Nero Amuleto Tangente Sibilla Sfinge Scivolare Pregare Destino Profezia Presagio Mistero Suff AGOGIA AGOGO

MORTO MORTELLA MORTAIO Radicale MER Letale Letargo Sonno Sogno Ipnosi Stanchezza Postumo Tumulo Sepoltura Tomba Cripta Grotta Caverna Spelonca Ruminare Troglodita Galleria Tunnel Loculo Nicchia Lapide Cippo Azzurro Funerale Lutto Defunto Cadavere Feretro Bara Lettiga Catafalco Consolo Fantasma Verde Tabù Compilare L’Aldilà EPILOGO

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Perché Indoeuropei Lingue non indoeuropee Famiglie linguistiche al mondo Le lingue più parlate Scritture al mondo Breve ricapitolazione cronologica COPYRIGHT BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

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*ALFABETO La vocale *A(a) è derivata dalla lettera gr ALFA già fenicio (A)LP toro discendente dall’ALEF (ALEPH-ALEP) dell’alfabeto semitico che rappresentava la testa stilizzata di toro con le corna sporgenti, ossia con un trattino orizzontale fuoriuscente da ambo i lati e che taglia il segno a metà, poi in esso contenuto. La consonante *B(b), esplosiva bilabiale sonora in opposizione alla sonora p, è derivata dalla lettera gr BETA già segno schematico semitico BET casa, fenicio BETH, donde la rad per l’odierno lemma Baita. Il Betacìsmo è quel processo fonetico per cui la lettera b si muta nella lettera v o viceversa, esempio Barba in Varva nel volg mer, nella cognomastica si ha Vasile invece di Basile. Un personaggio sorto nel 1947 nei fumetti di Topolino è Eta Beta, un alieno proveniente dal centro della Terra, nome composto aggiungendovi la settima lettera dell’alfabeto gr ETA d’origine semitica. La consonante *C(c), gutturale (con le vocali a o u e consonanti), palatale (con le vocali e i) e palatizzante (preceduta dalla s e con le vocali e i), è la semplificazione della lettera G, per modificarne il suono. La consonante *D(d) è l’omologa della lettera gr DELTA già fenicio DALET; dato il suo suono dentale sonoro, in opposizione al dentale sordo della t, è vrs la connessione col rad indoeur ED-D cui Dente. La vocale *E(e) corrisponde alla gr EPSLON e in ambito semitico simboleggiava la staccionata, ovvero idealmente i pali con le assi orizzontali (tre). Nell’alfabeto fenicio valeva H. La differenza di questa vocale pronunciata aperta o chiusa, per cui in pratica è come se ce ne fossero due, è una eredità lat destinata a ridursi sino ad estinguersi. La consonante *F(f) è di suono labiodentale spirante sordo rispetto alla sonora v. Il suono della F corrisponde alla ventunesima lettera dell’alfabeto gr PHI, mantenuto in lat, questo però in origine col suono p aspirato. La consonante *G(g), di suono gutturale con le vocali a o u, e con le vocali e i interponendo la lettera h, di suono palatale con le vocali e i, va ancora ad indicare il suono palatale alle consonanti l n nei gruppi gl gn, è l’omologa della gr GAMMA già semitico GHIMMEL di rad indoeur KAM curvo, successivamente passato a simbolo del cammello. La lettera *H(h), da sola muta ma utile a indurire il suono della c e della g, deriva dalla gr KH di suono spirante palatino, discendente dal segno semitico HETH simbolo di edificazioni, muri e vrs di staccionate più semplici, ad una sola asse orizzontale rispetto al simbolo della E. La consonante H in lat ant aveva un suono aspirato, che sopravvive nella lingua ingl; completamente scomparso in età classica, da qui la locuzione Non si capisce un’acca nel senso che non si capisce nulla. La vocale *I(i) deriva dalla gr IPSILON (Y), ma anche dalla gr IOTA (I) per la sua pron lunga, questa discendente del segno IOD fenicio ed ebraico, ossia semitico, che simboleggiava stilizzata la mano dell’uomo vista di profilo; infatti, questa lettera era l’incipit della parola Mano. La lingua indoeur ne conterrebbe un rad per l’ingl-ted HAND mano. La lettera gr *I (i) “iota” è la nona lettera dell’alfabeto gr. Lemma alieno è l’omn Iòta dal lat medv IUTTA “bevanda al latte” attraverso il friulano Iote. La lettera *J(j) è un omologismo dal franc e dall’ingl che l’ital aveva utilizzato in età umanistica per il suono lungo della vocale i, oggi desueto, vedi l’avverbio Ieri già Jeri, i toponimi Iesi già Jesi e Iesolo già Jesolo. Ad inizio parola, per il suo valore consonantico (semivocale) prevede gli articoli Lo e La ma privi d’elisione anche nella sostituzione con l’ital i, vedi La juta oggi La Iuta. A fine parola plur valeva doppia i, vedi il sostantivo Vassoj invece di Vassoii oggi Vassoi. La consonante *L(l), laterale (perché il fiato fuoriesce ai lati della lingua) sonora liquida, deriva dalla gr LAMBDA e pare rapprentasse una misurazione ottenuta tra pollice ed indice. Riapparirebbe nel rad indoeur, ad esempio, per il ger LANG lungo e per il lat LARGUS largo. La consonante *M(m), di pron nasale bilabiale per discriminarla dalla n, è la diretta, ant

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discendente del segno semitico MEM che simboleggiava le onde marine, cui l’ar HAMMAN bagno, terme con il toponimo tunisino Hammamet; riapparirebbe nel rad indoeur per l’ital Mare, nel franc MER, nel ted MEER. \ Il disturbo di linguaggio relativo alla consonante m questa in gr MY (sua reiterazione, elisione o sostituzione), è indicato con Mutacìsmo dal gr MYTAKISMOS su calco di Solecismo; da non equivocare con l’omn Mutacismo, questo relativo a Muto ed indica una patologia cui Mutacìsta.\ La consonante *N(n) indica il suono nasale dentale; vrs svoltosi nel rad indoeur NAS per l’ital Naso, il ted NASE, l’ingl NOSE, nel franc NEZ. Si muta nel suono m ove le consonanti che seguono siano le labiali p b, e può sostituire la m innanzi alle consonanti f v. Dalla pron enne di questa consonante, è nato il termine matematico Ennèsimo svoltosi ad indicare l’ultimo di una serie, cui ancora Ennùpla ed Ennùplo su modello di Quadruplo. La vocale *O(o) rappresenta il suono internedio tra la a e la u, erede, attraverso il gr ed il lat, di un suono semitico simile ad un soffio, non vocalico. L’ital ne ha praticamente due, come il caso della e, una pronunciata aperta e l’altra chiusa; la differenza, già irrilevante nella rima, rischia d’estinguersi assieme a quella delle due e. Il gr conta la vocale OMEGA-òmega che vale O grande (gr MEGAS grande) ed è l’ultima lettera dell’alfabeto, cui la locuzione Dall’alfa all’omega che vale Dal principio alla fine. La formula scientifica Omega-3 è adottata per identificare gli Acidi grassi, benefici per la salute. La consonante *P(p) di suono esplosivo bilabiale sordo, in opposizione alla sonora b, deriva come suono e forma dal gr PI. La consonante *Q(q) già gr COPPA, ma questa subito disusata sopravvissuta nel valore numerale di 90, discende da un suono fenicio; il suo suono gutturale sordo prevede la vocale u Si comincia a chiederne l’utilità dato l’identico suono con cu. La consonante *R(r) di suono vibrante liquido, discende dal segno fenicio ROSH testa (in realtà, la lettera ricorda la figura stilizzata di un uomo con testa e gambe) omologata nel gr RHO. La consonante *S(s), di suono sibilante sordo o sonoro, è l’erede del segno egizio che raffigurava un arco; in effetti, la saetta da questo scoccata sibila nell’aria. L’ebraico conta SCHIN-SCH per dente o fuoco, entrambi fig sibilanti. Chiamasi S impura quando essa è seguita da una consonante La consonante *T(t) è di suono dentale sordo opposto al dentale sonoro della d, erede dal lat; il segno è tuttavia di genesi fenicia utilizzato sia dall’ebraico con TAU a rappresentare “croce-marchio”, sia dal gr ancora con TAU cui il nome della particella negativa Tauòne. In catalano, il termine TAULA indica una struttura in pietra a forma di T scoperta a Minorca. Il gruppo letterale TH corrispondeva all’ottava lettera dell’alfabero gr Thèta o Tèta (dentale sorda seguita da aspirazione), in seguito assimilata alla T. La vocale *U(u) chiusa velare è di suono sia vocalico (la u di Uno) sia privo di valore sillabico (la u di Quale), In ital la si distingue dalla v a differenza del lat che rappresentavano identico suono, la cui diversificazione era solo grafica, particolare sopravvissuto nelle ant iscrizioni ital che ostentavano la u per v o viceversa. Le lettera non ital *W(w), già UU, infatti, è nata per sopperire all’equivoco u-v e per indicare nell’ingl il suono u semiconsonantico, utilizzata dal ger a indicare il suono u consonantico. Nel ted e nelle parole straniere italinizzate vale la pron v (VATER per WATER). Per il suo valore consonantico (semivocale), i lemmi che iniziano con W occorre determinarli con l’articolo Lo. La consonante *V(v) sino al 500 non era ben discriminata dalla u poiché era considerata un sorta di u consonante. Il suo suono è oggi labiodentale spirante sonoro opponendosi alla spirante sorda f. La consonante *Z(z) ha una storia particolare. Erede della semitica ZAIN quale segno rappresentante il pene, era stata cancellata dall’alfabeto lat per essere poi reintrodotta alcuni anni prima dell’era cristiana, allo scopo di soddisfare il suono sibilante sonoro dei grecismi; motivo per cui occupa l’ultimo posto nell’alfabeto. Oggi, in ital, il suono si diversifica in sordo (z in Zio) e sonoro (z di Zero); una sua specificità è che all’interno di una parola è sempre doppia, fatta eccezione davanti alla i con successiva altra vocale (Razione) e naturalmente escludendo grecismi e omologismi. \ Lettere greco-latine La lettera *X(x) “ics” discende dalla gutturale sorda aspirata gr KH svoltasi nella Magna Grecia in KS; è una lettera storica gr-lat non elencata nell’alfabeto ital, ma la si ritrova in forme esclusivamente regionali di cognomi (il genovese Bixio) e toponimi, per soddisfare la pron KS GS o la franc S palatale sonora; il termine Bauxìte, infatti, è in relazione alla città di Les Baux, in Provenza, italianizzato Baussìte (suff ITE per minerali).

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Lemmi gr-lat che terminano con la KS-X, nella loro traslitterazione in lingua ital hanno assunto il gruppo letterale CE, quali il lat CALX in Calce, CRUX in Croce, PAX in Pace, PIX in Pece eppoi il gr BAMBAKS nel lat BAMBACEM cui la corruzione ital Bambagia, il gr LYNKS nel lat LYNX cui l’ital Lince e Linceo. Così la *Y(y) “ipsilon” che rimane storicamente nell’alfabeto della lingua gr-lat. Il termine gr PSILON sta per semplice; in origine, la lettera gr Y era HY pronunciata ü, poi si cominciò a pronunciarla i (Iota) assieme alla lettera Ë (Eta) ed ai dittonghi OI, EI, UI. Per distinguerla, i bizantini la indicarono con HY PSILON i semplice donde Ipsilon-ìpsilon e un volg ital Ipsilònne. L’ital conta il termine Iòide cui Ioidèo nella locuzione medica Osso ioideo dal gr HYOEIDES OSTEON osso simile alla Y (suff gr OEIDES simile a), situato anatomicamente alla radice della lingua, con il composto Genioioideo nella locuzione Muscolo genoioideo questo col gr GENA guancia. La lettera *K(k) “cappa” è la decima lettera degli alfabeti europei attinta al gr class attraverso il lat, cui Cappàtico “forma verbale greca con suff K”. Questa lettera non appartiene all’alfabeto ital, ma è utilizzata, facendoci ricordare d’essere gli eredi del gr-lat, per sanzionare la pron velare innanzi alle vocali E ed I. Talvolta sostituisce la consonante C per imprimere una contestazione, come Kultura, Amerikano; durante gli anni di piombo italiani, appariva sui muri la scritta Kossiga riferita al nome del politico Cossiga. Occorre aggiungere a quanto elencato che le lingue indoeuropee hanno in comune una sorta di scheletro costituito dalle consonanti, dove l’aggiunta di vocali rende il tutto un perfetto corpo a se stante. Ad esempio, se utilizziamo lo scheletro B C, l’inserimento delle vocali andrebbe a plasmare le parole Bacio, Baco, Buca… Non accade nelle lingue come l’arabo e l’ebraico, dove le consonanti sono corredate, sotto e sopra, di punti e linee che rappresentano le vocali. I termini, naturalmente, subiscono variazioni, mutazioni o altro, a seconda del paese in cui sono pronunciate. I gerogligici, nella fattispecie egiziana, possiedono invece la peculiarità di cristallizzare la semantica dei termini, favorendone la corretta pron; la raffigurazione di un uccello rimane inalterabile nel tempo e saranno altre lingue a pronunciarlo diversamente, fermo restando l’immagine di lettura. Diversamente, ad esempio, dalla parola indoeuropea (italiano) Uccello che diventa BIRD in inglese, OISEAU in francese, PAJARO in spagnolo, VOGEL in tedesco, pur se l’immagine geroglifica ricorre nella mente di chi la pronuncia.

SEGNI ORTOGRAFICI Le parole, i lemmi, che costituiscono una pur minima composizione logica, sono sempre accompagnati da segni ortografici convenzionali, questo lavoro non poteva chiudersi senza averla etim trattata. ACCENTO Il termine Accènto, con Accentàre, Accentatìvo, Accentatùra e Accentaziòne, è dal lat ACCENTUS composto col pref AD e CANTUS canto, sul modello gr PROSOIDIA ritmo poetico-accentazione, cui ancora Accentuàle e Accentuàre dal lat medv ACCENTUARE cui Accentuatìvo, Accentuàto e Accentuaziòne, eppoi il prefissato Contraccènto “accento secondario in una sola parola”, il composto Segnaccènto snm della locuzione Accento grafico. L’Accento accentua il tono di una sillaba rispetto alle altre. L’accentazione detta tonica (primaria) o grafica, corrispondente al segno Grave, assume la definizione di Accento ortografico inteso che è imposto dalle regole; comporta la pron delle parole in forma Tronca quando cade sull’ultima (Tabù, Così), in forma Piana sulla penultima sillaba (Amòre, Ancòra), Sdrucciola sulla terzultima (Ancora-àncora, Raccògline) con Bisdrucciola sulla quartultima (Rimàndamelo - Precipitàndovici) e Trisdrucciola sulla quintultima (Fàbbricamene, Rècitamela) normalmente per tempi verbali enclitici. Insomma, quale segno ortografico, l’Accento invita ad aumentare l’intensità della pron ed è la formula del ritmo poetico, definito appunto Accentuativo rispetto all’antico Quantitativo (lunghezza metrica). L’ital conta ancora l’Accento Acuto per pron chiusa (Rósa “erosione” fem di Róso da Rodere), l’Accento Grave per pron aperta (Ròsa “fiore”), esclusivamente per le vocali e ed o; pertanto, le vocali si contano 7 relativi alla fonetica, ossia a é è i ó ò u. Erede della locuzione gr PERISMOMENE PROSOIDIA accento tirato intorno, di geroglifica memoria, dove indica una contrazione di vocale e adottata dal franc dove indica la lunghezza di una vocale a seguito della caduta della successiva consonante s, esisterebbe nella lingua ital l’Accento Circonflesso (^) dalla locuzione lat CIRCUMFLEXUS ACCENTUS accento piegato intorno su modello della locuzione gr, il quale contrae in una le due i di un plurale dove previsto (singolare in io preceduto da una consonante non palatale) imprimendo la pron allungata ji, quale Proprî per Proprii. Prendendo ad esempio Arbitrio con Arbitrii, Assassinio con Assassinii e Principio con Principii, si avrebbero così i plurali circonflessi

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Arbitrî, Assassinî e Principî questi discriminati dai plurali comuni Arbitri di Arbitro, Assassìni di Assassino e Principi di Principe. Il Circonflesso, già usato per contrazioni poetico-letterarie di altre vocali e per altre forme (Fûr per Furono e Tôrre da Togliere) è però in via d’estinzione e si preferisce apporvi l’accento sulla sillaba tonica che rende così il lemma sdrucciolo o piano identificandone il valore, pertanto si avrebbero Arbitri-àrbitri e Arbìtri, Prìncipi e Princìpi; rimarrebbero i casi come in Assassinio e Assassino i quali al plurale permangono Assassìni, sia nell’uno sia nell’altro caso, ma il contesto del discorso, in aggiunta ad un intelligente logismo d’autore, è presumibile, possa risolvere la questione, così come si potrebbe risolvere quella in relazione ai punti interrogativi ed esclamativi, per contenerli drasticamente. Nelle parole composte si contano l’accento primario e i secondari (contraccenti); prendendo quale esempio Contagiri, si ha l’accento secondario (contraccento) sulla prima sillaba Cònta e quello primario sulla terza Contagìri; nella tripla composizione Salvatelecomando, poi, gli accenti della prima e della terza sillaba sono secondari (contraccenti) Sàlva-tèle e quello della sesta Salvatelecomàndo è il primario. L’accento primario corrisponde all’accento principe (Ictus) nel ritmo poetico. SEGNI DIACRITICI Da non includere tra gli Accenti i cosiddetti Segni diacrìtici corrispondenti alla sp Tìlde (ñ) termine questo derivato dal lat TITULUS e Cedìglia o Zedìglia (ç)omologismo dallo sp ZEDILLA “piccola zeta” svoltosi in CEDILLA; eppoi all’ital Dièresi (ü) che indica l’autonomia metrica della vocale rispetto alle altre con le quali è associata: Paüra vale Pa-u-ra (tre sillabe) e non Pau-ra. Diacrìtico è dal gr DIAKRITIKOS dal prefissato DIA KRINO io distinguo. APOSTROFO Dal tardo lat APOSTROPHUS, già gr APOSTROPHOS, Apòstrofo è composto dal pref APO “separazione, allontanamento” e da STROPHE voltata (riferibile in origine al coro) e il termine sta per “volto addietro”, dal gr STREPHEIN avvolgere cui Stròfio “sorta di ant seggiseno” ma anche “benda o cinghia”; infatti, l’apostrofo è un segno grafico curvato e indirizzato verso l’inizio della scrittura e sta ad indicare il fenomeno dell’Elisiòne, che accade unicamente davanti a vocale, allo scopo di evitare lo Iato, dal lat ELISIO ELISIONIS da ELIDERE spingere fuori, cancellare, cui Elìdere già Ellìdere col Pp Lìso da ELISUM. Dal gr STROPHE l’ital conta Stròfe e la variante Stròfa “raggruppamento di versi”, cui Stròfico con Stroficamènte e i prefissati Astròfico (A privativo), Monostròfico eppoi, oltre ad Apostrofo, i prefissati Anàstrofe (pref gr ANA su, sopra) che vale “inversione”, infatti esiste il snm retorico Inversione, eppoi Antìstrofa o Antìstrofe “controstrofa”, Epìstrofe (pref gr EPI sopra) “ripetizione della stessa parola al termine dei versi” (diversa da Anàfora, che avviene all’inizio dei versi). Epistrofèo dal gr EPISTROPHEUS di STREPHO volgo vale “seconda vertebra cervicale”. LINEETTA La Lineetta è adottata per legare o accoppiare parole interessate in una composizione che si vorrebbe unico lemma; sovente è utilizzata prima e dopo un inciso, sostituendosi alle parentesi. \ Linea Riga Dall’aggettivo lat LINEUS filo si è coniato il sostantivato LINEA rimasto inv in Lìnea, il cui dim è appunto Lineètta; derivati, Lineamènto e Lineatùra, il verbo Lineàre cui i prefissati Allineàre, Allineamènto, Allineàto e Allineatòre, Delineàre con Delineamènto, Delineatòre e Delineaziòne, Slineamènto (S sottrattivo), il sostantivo Lineàle, l’aggettivo Lineàre con Linearità, Linearizzàre con Linearizzaziòne e il prefissato Unilineàre. Alìnea vale “alla linea successiva-a capo” attraverso il franc ALINEA. Da un errore di trascrizione di un prefissato Collineàre (CUM associativo e LINEA) già nel sec XVII, cui il franc COLLIMATEUR, l’ital conta Collimàre, con Collimànte, Collimatòre e Collimaziòne. In percorso, Lignàggio questo transitato dal franc LIGNAGE nel senso linea di discendenza, cui Tralignàre (col pref TRA) questo anche termine botanico, Tralignamènto. Nell’Arte, il Linearìsmo è la tendenza ad assegnare più valore alle linee che ai colori; una sorta d’antitesi dei Macchiaioli. Dal long RIGA linea dritta, svoltosi nel ted REIHE, l’ital ha adottato inv l’omologismo Rìga, cui Rigàggio, Rigàme, Rigàre, Rigàta, Rigatìno, Rigàto, Rigatòne o meglio Rigatòni “sorta di pasta alimentare”, Rigatòre, Rigatrìce, Rigatùra e dal lat fig RIGARE irrigare conta Rigàgno o Rigàgnolo, Rigòso “irriguo”, con il prefissato Irrigàre da IRRIGARE cui Irrigatòre, Irrigaziòne e Irrìguo IRRIGUUS, in riferimento a piccoli canali d’acqua, la locuzione equina Riga da mulo. Il termine composto Falsarìga vale “ricalco di una riga originale” attestatosi fig nel significato corrente. Pseudoetim, sovente fonte di equivoci, l’ital conta Rigabèllo (musicale), che pare connesso con l’aggettivo Regale piuttosto che con il rigo musicale; Rigatterìa e Rigattière, questi omologismi dal franc REGRATTIER grattare, fig per l’impegno di rovistare tra la roba vecchia. PARENTESI Le Parentesi racchiudono un inciso. Le Parentesi tonde appaiono in un discorso, le Parentesi quadre in edizioni critiche per parole considerate intercalate, le Parentesi uncinate racchiudono congetture integrate, le Parentesi graffe (Graffe è sostantivo plur) o Parentesi a graffa appaiono in matematica.

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Il termine Parèntesi, dal lat PARENTHESIS, inv dal gr, è la composizione dei pref PARA “accanto-presso” e EN in con TITHENAI porre; il risultato è “interposizione”. INTERPUNZIONE O PUNTEGGIATURA PUNTO FERMO - DUE PUNTI – PUNTINI DI SOSPENSIONE Il Punto fermo indica la fine di un periodo, i Due punti introducono una parte del periodo in diretta dipendenza, i Puntini di sospensione intendono un prosecuzione o alludono ad una reticenza. \ Punto Dal lat PUNCTUM forellino, Pùnto è il Pp di PUNGERE in ital Pùngere o Pùgnere, questo con Pugnerèccio e Pugneròne, Pungènte (Ved Pugna Guerra in Bello…), Pùngolo o Pungèllo con Pungolàre o Pugnolàre, Pungìglio con Pungigliòne e Pungigliòso, Pungimènto, Pungitòio, Puntùra (adottato dalla prima metà del XIII sec ) o Pugnitùra e Pungitùra con la composizione Agopuntùra, eppoi il composto Pungitòpo o Pugnitòpo (sorta d’erba pungente usata dai contadini per allontanare i topi), Pungitòre, Pungitùra (adottato dal XIV sec, snm di Puntura). Dal Pp Punto i sostantivi Pùnto questo da Pungere nel senso di “cucire” cui il Soppùnto, il fig Pùnto “parte piccola”; in percorso si ha Pùnta da PUNCTA (anche nel senso di parte “terminale” o “avanzata”) con una variante Pònta (simile alla mutazione di Unto in Onto), Puntàglia “combattimento-contrasto” e Puntàle questo con un snm in Gòrbia o Sgòrbia e Scòbbia, dal lat GULBIAM già class GUBIAM d’origine celt, per accezione quella metallica di un bastone (o scalpello). Puntamènto, il composto Puntapièdi, Puntàre da Punta, Puntàre da Punto, Puntàre fig “segnare”, il volg Puntarèlla (germoglio della cicoria catalogna), Puntaruòlo o Punteruòlo, i composti Puntasècca e Puntaspìlli, Puntàta da Punto “forellino” e Puntàta da Puntare, Puntàto, Puntatòre, Puntatùra, Puntaziòne, l’accr Puntàzza, Punteggiàre con Punteggiamènto, Punteggiàto, Punteggiatòre, Punteggiatùra (nella scrittura, snm di Interpunzione) e Puntèggio, Puntellàre con Puntellàto, Puntellatùra e Puntèllo, Punterìa, il composto Puntifòrme, Puntigliàre con Puntìglio, Puntigliosità e Puntigliòso, Puntillìsmo attraverso il franc POINTILLISME (tecnica artistica, adottato nel XX sec) con Puntillìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere) e Puntillìstico, il dim Puntìna con Puntìno, Puntinàto con Puntinatòre, Puntinìsmo (adottato dal 1915, snm di Divisionismo (tecnica artistica), Puntizzatòre, la locuzione Punto in bianco da una vecchio gergo militare, i composti Puntocòma “punto e virgola” e Puntofrànco, Puntòne, Puntòrio, Puntuàle con Puntualità, Puntualizzàre con Puntualizzaziòne, Puntuaziòne, Puntùto, Punziòne o Punzòne questo dal lat PUNCTIONEM cui Punzonàre, Punzonatòre, Punzonatrìce e Punzonatùra (questo in gergo sportivo-agonistico vale “assegnare i numeri ai concorrenti”), la variante Pinzàre questo dal lat volg PUNCTIARE sovrapposto a PICCARE cui Pinzamènto, Pinzàta, Pinzatrìce, Pinzatùra, vrs Pinzillàcchera che vale “inezia-piccola parte”. Il percorso conta ancora Punzecchiàre (suff attenuativo ICCHIARE, adottato nel XIV sec), il snm Punzellàre da Punzèllo (adottato dal 1313), il devb Punzècchio con Punzecchiamènto, e Punzecchiatùra, il prefissato Spunzecchiàre (pref S intensivo). Attraverso il franc PINCER pinzare-stringere, l’ital conta Pìnza con Pinzètta o meglio Pinzètte transitato dal franc PINCETTES con Pinzettàre, i glb Pince”piega”e la locuzione Pince-nez “sorta di occhialini stringinaso” con NEZ naso \ Il minuscolo segno grafico sulla vocale i, ovvero il puntino, non esisteva nel lat class; sarebbe stato introdotto nel Medioevo\ Con i pref, Appuntàre denm da Punto e Appùnto (avverbio) dalla locuzione A punto, Appùnto devb da Appuntare con Appuntàto. Ancora, Appuntìre e Appuntìto, Compùngere e Compùnto, Compunziòne, Disappùnto, Espùngere (pref EX vale “cancellare con i punti”) con Espunziòne, Impuntàre con Impuntamènto e Impuntatùra, Impuntigliàrsi, Impuntìre con Impuntìto e Impuntitùra, Impuntuale (con IN negativo “non puntuale”), Impuntùra con Impunturàre e Impunturàto, Interpùngere con Interpuntìvo e Interpunziòne (snm di Punteggiatura) da INTERPUNCTIO INTERPUNCTIONIS (comprende Punto, Due punti, Punto e virgola, Virgola, Punto esclamativo, Punto interrogativo), Spùntàre calco di Appuntare con pref S e Spuntàre denm da Punta col Pp Spuntàto. Eppoi, Spùnto, Spuntòne, Strapùnto, Strapuntìno ( questo in gergo marinaresco è il materasso della branda), Trapùngere, Trapùnta, Trapuntàre, Trapùnto; dal giapponese l’ital ha adottato l’omologismo Futòn “grossa trapunta”. Dalla locuzione Nemmeno un punto che vale “nulla”, sta lievitando l’interesse semantico per l’ellittico Punto nel senso di “nessuno”. Quale segno ortografico è codificato in chiusura delle proposizioni. Esiste un termine che vale Punta, attinto ad una serie onomatopeica P ZZ, cui, derivati e metaf, Pìzzo (adottato dal XIV sec) vrs attraverso il long SPIZZO cima-punta e il ted SPITZE, oggi snm di Tangente, con Pizzacchèrino o Pizzaccherìno (nel senso di becco) e Pizzàrda cui Pizzardòne (da un copricapo a feluca, il vigile urbano a Roma), Pizzàre e Pizzicàre, Pizzicherìa e Pizzicàgnolo (vendita di cose piccanti e chi le vende, con un suff di derivazione volg per nomi di strumento, ma che qui vale straordinariamente snm del suff VENDOLO) o Pizzicaiòlo con il volg Pizzicarolo, eppoi Pizzicamènto, Pizzicàto, Pizzichìno, il salentino Pìzzica o Pizzica pizzica “frenetica danza contadina” snm di Taranta cui, in locuzione per indicarne i vari aspetti, Pizzica taranta, Pizzica de core (del cuore, ossia d’amore) e Danza delle spade (fig con fazzoletti rossi e gestualità digitale). Le migliaia di presenti nella Notte della Taranta, organizzata a Melpignano (Le) nel 2008, comprova l’ancora viva suggestione per questa ant danza terapeutica, oggi del folclore salentino. Il percorso conta ancora Pìzzico, Pizzicòre, Pizzicorìno, Pizzicottàre con Pizzicòtto, Pizzòso, Pizzùto con Pizzutèllo … il prefissato Appizzàre “aguzzare” sovente variato fig in Appuzzare in voce volg. Pìzza “focaccia”, con il veneto Pìnza, i derivati Pizzaiòlo, Pizzerìa, il dim Pizzètta e Pizzettàro, dovrebbe trovarsi in questo percorso, in un criptato senso fig, ma non è accertato; non è tuttavia azzardato considerare il termine quale volg attestazione devb da “picchiare”, dal fatto che la pasta viene ben percossa dal pizzaiolo prima d’essere condita e infornata. Altra opinione etim potrebbe essere che il termine sia il devb del volg mer Appicciare o Picciare “accendere” (il fuoco), riconducibile ad Appiccare, dato che la pizza tradizionale si cuoce direttamente al fuoco. Altre ricerche farebbero derivare il termine da una rad ted; infine, esiste la tesi che Pizza sia dal tema ar PITA focaccia cui l’omologismo Pìta. A ogni modo, Pizza è tra i vocaboli ital che hanno ottenuto la promozione quale termine glb. Pseudoetim l’omologismo Pìta, snm di Agave, da voce sudamericana attraverso lo sp PITA. Pizza sta ancora fig per “noiosità- schiaffo-pellicola di film, sviluppata e arrotolata”. Dal gr KENTRON aculeo-punta di compasso-centro-nucleo-sprone, il lat ha ricalcato il fig CENTRUM, cui Cèntro con Centràggio, Centràle, Centralìna e Centralìno con Centralinìsta, Centralìsmo, Centralità, Centralizzàre con Centralizzàto e

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Centralizzaziòne, Centramènto Centràre con l’iterativo Ricentràre, Centràto, Centratòre, Centratùra, Cèntrico, Centrìno, il termine chimico Centriòlo attraverso l’ingl CENTRIOLE, il politico Centrìsmo con Centrìsta, Centròide, i prefissati Accentràre (AD allativo) con Accentramènto e Accentratòre, Concentràre (CON associativo) cui Concentràbile, Concentramènto (donde i famigerati campi), Concentràto, Concentratòre, Concentraziòne, Concentrazionàrio, Concentrazionìsmo, Concèntrico e Concentricità con i doppi prefissati Deconcentràre (DE privativo) con Deconcentràto e Deconcentraziòne, Riconcentràre (RI iterativo); eppoi Decentràre o Dicentràre (DE di allontanamento) con Decentramènto o Dicentramènto, Decentràto, Decentralizzàre e Decentralizzaziòne, Discentràre (DIS dispersivo) con Discentramènto, Incentràre (IN illativo) col devb Incèntro, Scentràre (S sottrattivo) con Scentràto e Scentratùra. I termini Eccentricità ed Eccèntrico, con tutta la loro semant fig e letterale, derivano direttamente dal gr KENTRON col pref EK fuori e pertanto stanno per “fuoricentro”. Eppoi Centrolòfo “sorta di pesce” (col gr LOPHOS cresta-ciuffo) in cui il pref Centro vale “aculeo”così come in Centrìna “sorta di squalo” dal gr KENTRINES, ed ancora Centrànto (col gr ANTHOS fiore) e Centracàntidi (Famiglia di pesci, col gr AKANTA spina) dove Centro vale “sprone”. Il percorso prosegue con CENTRO quale pref, adattato o meno, nelle composizioni Centrafricàno o Centroafricàno, Centramericàno o Centroamericàno, Centrasiàtico o Centroasiàtico, gli sportivi Centrattàcco o Centroattàcco e Centravànti o Centroavànti, Centrocàmpo con Centrocampìsta, Centroclassìfica, Centrodèstro, Centromediàno, Centrosinìstro e Centroterzìno eppoi Centrìfuga con Centrìfugo cui Centrifugàre, Centrifugàto, Centrifugaziòne e la locuzione fisica e astronomica Forza centrifuga, eppoi Centritaliàno, Centrobòa, il politico Centrodèstra, Centrodorsàle, Centroeuropèo, Centroitaliàno o Centritaliàno, Centrolecìtico, Centròmero (dal gr MEROS parte), Centropàgina, Centrosfèra, il politico Centrosinìstra, il biologo Centrosòma, Centrosostègno, Centrospèrme (dal gr SPERMA seme), Centrotàvola, lo sportivo Centrovàsca. Il percorso prosegue ancora con CENTRO e CENTRICO in suff per composizioni quali Aerocèntro, Autocèntro, i termini geometrici Circocèntro, Excèntro (con EX fuori) e Incèntro (pref IN illattivo), Metacèntro (termine navale, col gr META dopo, con) cui Metacèntrico, il dantesco Quincèntro “qui dentro” dalla locuzione Quinc’entro, Radiocèntro, Egocèntrico (al proprio Io (EGO in lat) ogni valore), Eterocèntrico (col gr HETEROS altro, vale “porre il prossimo al centro dei valori”), Etnocèntrico con Entocentrìsmo ed Entocentrìsta (col gr ETHNOS popolo, vale “analizzare la storia attraverso l’etnia), Eurocèntrico, Monocèntrico, Multicèntrico, Omocèntrico (dal gr HOMOS uguale), Ortocèntrico (dal gr ORTHOS dritto-conforme), Paidocèntrico (col gr PAIDOS fanciullo) e Paidocentrìsmo o Pedocèntrico con Pedocentrèìsmo, Policèntrico, Telocèntrico (col gr TELOS fine). Il termine Pungente avrebbe l’omologo etrusco TAPHANE, l’ispirazione per il lat agreste TAFANUS dal class TABANUS, cui l’ital Tafanàrio, Tàfano e, dal lat class, l’esplicito Tabànidi (la Famiglia). Nel long ZINKHA vale Punta, cui l’omologismo Zincòne che sta fig per “mozzicone”. Nessuna connessione con il minerale Zìnco (simbolo Zn), rintracciabile in alcuni alimenti quali latte, fegato e frutti di mare), un omologismo dal ted ZINK cui Zincàggio, Zincàre con Zincànte, Zincàto, Zincatòre, Zincatùra, Zincherìa, Zincìte (suff ITE per minerali), i composti Zincìfero, Zincografìa con Zincogràfico e Zincògrafo, Zincotipìa con Zincotipìsta. Il Solfuro di zinco è anche indicato con Blènda, omologismo attraverso il ted BLENDE dalla locuzione BLENDENDES ERZ minerale ingannevole poiché è confondibile con la Galena, vrs connesso in area indoeur con l’ingl TO BLEND mescolare cui il glb BLENDED “sorta di whisky con miscela di distillati”. Ancora, attraverso il long ZIPPIL punta, l’ital conta l’omologismo Zìpolo con Zipolàre e vrs il volg mer Zippo “astina-legnetto (a punta)”; si potrebbe credere che l’onomatopeico Zip “chiusura lampo”, di genesi ingl, cui l’omologismo Zippàre, abbia una certa connessione riflettendo sul fatto che artigianalmente sopravvivono chiusure lampo realizzate mediante l’antica pratica degli alamari e olivette “zipoli” (giaccone montgomery). (PUNTO) ESCLAMATIVO o INTERIEZIONE Lo si utilizza al termine di una frase interrogativa per imprimere la corretta intonazione. Gli spagnoli, allo scopo di evitarne il ritardo percettivo da parte del lettore, lo anticipano all’inizio della frase in forma capovolta, fermo restando la posizione convenzionale al termine. Al verbo lat CLAMARE chiamare, l’apposizione del pref EX intensivo semantizza Esclamatìvo da Esclamàre (adottato dal XIV sec) in “più che chiamare” cui l’aferetico Sclamàre o il desueto Scramàre, in complanare con Schiamazzàre e Schiamàzzo questi col pref S durativo ed il suff peggiorativo AZZO cui il suff verbale AZZARE. In persorso, l’obsoleto Esclamamènto, Esclamativamènte, Esclamatòre, Esclamaziòne o l’aferetico Sclamaziòne. Il suo snm Interieziòne (sorto in contemporanea al primo), cui Interiettìvo con Interiettivamènte, viene dalla composizione lat INTER-IACERE frapporre. Esempi di Interiezione (Esclamazione) – questa parte invariabile del discorso - sono Ah!, Ahi-àhi!, Ahimè! o Aimè!, il volg romanesco Ahò!, Ahm!, Bah, Beh!, Boh!, Toh!, Neh! e Urca-ùrca! questo quale ipocoristico volg di Porca miseria! che esprimono dispiacere-pentimento… la derivazione può essere di natura onomatopeica o dall’uso esclamativo di parole. Dicesi Interiezione impropria l’utilizzo di sostantivi o altro quali parti variabili nel discorso, per esempio Peccato! (PUNTO) INTERROGATIVO Lo si utilizza al termine di una domanda per imprimere la corretta intonazione. Gli spagnoli, allo scopo di evitarne il ritardo percettivo da parte del lettore, lo anticipa all’inizio della frase in forma capovolta, fermo restando la posizione convenzionale al termine. In greco anche moderno il Punto e virgola vale Interrogativo. \ Rogare Al verbo lat ROGARE chiedere, forma intensiva di REGERE, cui Rogàre pregare con Rogatàre, Rogatàrio, Rogatòria, Rogaziòne, Rogazionìsta (termine liturgia cattolica), il pref INTER assegnerebbe la sfumatura “chiedere tra i dubbi per

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sapere”, ovvero Interrogàre con Interrogànte, Interrogativamènte, Interrogatìvo, Interrogàto, Interrogatòre, Interrogatòrio e Interrogaziòne. La locuzione Interrogazione retorica esprime una proposizione che già contiene la risposta desiderata, inducendo l’interlocutore ad accettarla, quale “La guerra non è sempre utile ai fabbricanti d’armi?” da non equivocare con l’ Interrogazione direttiva la quale esplica una disposizione, un ordine, come in “Mi passi il cacciavite?”. L’enunciazione “Vero o falso?” è un esempio di interrogativa-congiuntiva. In area ger REGIN vale suggerimento, consiglio, connesso con RAGAN senno, cui l’onomastico Rinaldo composto con WALTAN comandare che vale “comanda con saggezza”. Rògito “presentazione di un disegno di legge, atto notarile” sorge dall’inc lat dei Pp ROGATUM chiesto e PLACITUM piaciuto, quindi sta per chiesto ciò che è piaciuto. Altri pref assegnano al verbo ROGARE diversi significati, quali (AB)Abrogàre “ritirare-annullare” con Abrogàbile, Abrogatìvo, Abrogatòrio, Abrogaziòne e Abrogazionìsta, (AD)Arrogàre “chiedere per sé”, col Ppres Arrogànte e Arrogànza da ARROGANTIA, Arrògere e Arròto o Arruòto dal lat ARROGERE aggiungere da ARROGARE con metaplasmo, eppoi (EX)Erogàre “chiedere da…” ma la semant ne ha invertito il significato (enantiosemia) in “distribuire”, con Erogàbile, Erogabilità, Erogatòre ed Erogaziòne, (IN)Irrògare “proporre al popolo (una legge)” con Irrogaziòne, (SUB)Surrògare “al posto di …” con Surrogàbile, Surrogabilità, Surrogamènto, Surrogàto, Surrogatòrio e Surrogaziòne. Da Arroganza, attraverso l’aferetico Rogànza e il volg Ruganza si arriva al personaggio teatrale romanesco Rugantino. Termine alieno nel percorso è Rògo “pira”, dal lat ROGUS discendente dal gr-siciliano RHOGOS covone; vrs semant in fuoco dall’immagine di un covone in fiamme, non certamente raro sotto quelle temperature estive. VIRGOLA - PUNTO E VIRGOLA - VIRGOLETTE La Virgola indica un breve pausa all’interno del periodo, il Punto e virgola , già Punto acuto, una pausa più lunga ed è norma utilizzarla una sola volta nel periodo. Le Virgolette, o Doppie virgole, infine, semplici o in coppia, sono adottate per porre in rilievo una parola, una locuzione, una frase; da usare con educazione intellettuale poiché alle volte possono implicare discrediti e offese fini a se stessi; talvolta assumono la forma di piccole parentesi uncinate. \ Verga Vìrgola discende dal dim lat VIRGULA piccola verga di VIRGA verga, dal lat VERGERE, cui Vèrgere, Virgolàre, Virgolatùra, Virgolètta, Virgolettàre, Virgolettàto, Virgolettatùra, e, con i pref, Convèrgere, Divèrgere: il rad è WERG inclinarsi (Ved Manganello… in Bastonare…). La Virgola, infatti, è il segnetto grafico posto in obliquo. Il lat medv aveva coniato VIRGELLA quale dim di VIRGULA, cui l’ital Vergèlla e, da una variante volg, Verzèlla e Vèrza o Svèrza “scheggia di legno” (omn di Verza “verdura) cui Sverzàre “rompere in sverze” o “otturare con sverze” e ilo dim Sverzìno, da non equivocare con Vèrza plur si VIRIDIS verde. La rad WERG inclinarsi pare sia il risvolto di una precedente WREG premere (vrs l’immagine “premere per piegare”), passata poi a URG cui Urgere-ùrgere, Urgènte, Urgènza.

BASTONARE ABBACCHIARE AMMAZZARE BASTONARE Bastonàre viene dal lat volg BASTIUM basto, attinto al gr BASTAZO io trasporto. Il Bàsto è la sella che regge i carichi delle bestie da soma cui il Bastàio; metaforicamente è la “fatica dura” donde Bastàgio o Bastàso da BASTASIUS lenito nel medv VASTASIUS cui il mer Vastase (pugliese) con il più diffuso Vastaso (siciliano) “facchino”, cui Vastasata, fig trasferitosi nel valore di “giullare-mimo” ma anche, partendo dal significato di “svuotare per opera dei facchini”, nel senso semant o fig di “devastatore” come può essere un delinquente piccolo e grande o un bambino per gioco. L’accr Bastòne, dal lat BASTO di tema med BASTA sostegno per trasporto, contrariamente alla tradizione, è il Basto per accezione, ovvero il “sostegno” retto dalla mano, per portare il carico tenuto in equilibrio sulla spalla o, puntellato al suolo, per sorreggere il proprio corpo. Da qui, fig in gergo navale, Bastière “barra di legno” e il dim Bastètto attestatosi in “regolo”. Nell’usare il verbo d’azione Bastonare, la semant ha privilegiato la pratica aggressiva “percuotere-colpire col bastone”, anche in senso fig, cui Bastonàbile, Bastonàta, Bastonàto, Bastonatòre, Bastonatùra, i dim Bastoncìno e l’anatomico Bastoncèllo questo anche fig “sorta di cellula” con l‘aggettivo “chimico” Bastoncellàre. In connessione con BASTAZO o a questo assimilato, il gr conta PATASSO batto, ferisco cui Batassàre “scuotere” con Patassìo frastuono. Dal franc ant CRIQUET bastone, l’ital conta, attraverso l’ingl, il glb Cricket “sorta di gioco” cui ancora Wicket che ne è la porta, questo inv da WICKET cancelletto. Ancora dall’ant nordico RARLIK da RAR bastone e LIK falda di vela, attraverso il franc RALINQUE, l’ital conta l’omologismo Ralìnga “sorta di cavo per vela” cui Ralingàre, snm di Gratile. Da BASTO derivano il verbo denm Bastàre “corrispondere al carico sopportato dal basto” cui il sostantivo Bastèrna “lettiga”, eppoi l’interiezione Bàsta!, Bastànte, Bastantemènte, Bastèvole e l’avverbio con funzione aggettivale Abbastànza, questo da Bastànza prefissato AD dell’astratto BASTANZA di BASTARE. Bastazo, quale voce veneziana, vale “facchino”. Tramite il passaggio dal long BASTJAN allacciare e dal franc BASTJAN intrecciare derivano i vari Bàsta “imbastitura” con Bastìa, Bastìre con i prefissati Imbastìre e Imbastitùra, Bastimènto questo dal lat medv BASTIMENTUM costruzione; ancora, lo sdrucciolo Bàstia “fortificazione” attraverso il franc BASTIE con il suo accr Bastiòne cui Bastionàre, Bastionàta, Bastionàto, Bastionatòre, Bastionatùra e un Bastìta. Bastàrdo (suff spregiativo ARDO) è il termine fig che sta per “nato da un intreccio tra principe e concubina” con

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Bastardàggine, il metaf Bastardàta “carognata”, Bastardùme col suff UME collettivizzante ovvero un “insieme di bastardi”, i fig Bastàrda “sorta d’imbarcazione” e Bastardèlla “sorta di tegame o di arma da fuoco”, Bastardèllo “sorta di registro”, Bastardièra “area di un vivaio” attraverso il franc BATARDIERE da BATARD bastardo. Gran Bastardo è stato l’epiteto assegnato a Renato di Casa Savoia (1468/1525). Batàcchio (adottato nel XV sec), dal dim lat volg BATUACULUM, è il grosso bastone specifico per colpire cui Batacchiàre, Batacchiàta, un prefissato Abbatacchiàre (A allativo) e dal suo utilizzo è nato fig il Batàcchio delle campane (e dei portoni); la derivazione è dal class BATTUERE cui, con sincope delle u, si ha Bàttere con Battìgia o Bàttima Battitìccio, Bàttito, Battitòia, Battitòio, Battitòre e Battitrìce, Battitùra, il fig Battòna “che batte il marciapiede”, Battùta con Battùto eppoi il Ppres sostantivato Battènte (metà di una porta o finestra) con Battentatùra e Battentìno; il percorso prosegue con Battèrio o Bactèrio (adottato dal 1888) dal gr BAKTERION bastoncino snm di Bacillo (adottato in contemporaneità), meglio Battèri, Battèrico o Bactèrico, cui i composti Battericìda o Bactericìda, Batteriemìa (con EMIA “sangue”), Batteriòfago o Bacteriòfago il cui ipocoristico è Fago, Batteriòfite (con FITO della botranica), Batteriolìsi con Batteriolisìna, Batteriolìtico, Batteriologìa o Bacteriologìa con Batteriològico e Batteriòlogo o Bacteriològico e Bacteriòlogo, Batterioscopìa, Batteriòsi (suff patologico OSI), Batteriòstasi con Batteriostàtico, Batterioteràpico o Bacteriotreràpico, Il termine polisemico Batterìa è dal franc BATTERIE da BATTRE battere cui Batterìsta (musicale). Il termine glb franc Boutade (pron butad) adottato nella scherma è dall’ital Botta e vale anche fig quale “battuta di spirito”. \ Alcuni ricercatori israeliani sono riusciti a costruire una Batteria elettrica ricavando Zinco e Rame dalle patate.\

La rad è molto diffusa, pertanto si ha il glb ptg Batida “frullato-sbattuto”, quello franc Battage da BATTRE battere e Battèria attraverso BATTRIE; l’ital conta ancora Bàtolo, Batòsta con Batostàre vrs attraverso un percorso ptg-prvz con perdita della seconda t. Termine alieno Batàta (sorta di pianta delle Convolvulacee) omologismo di genesi Haiti attraverso lo sp BATATA. Con i pref, il percorso di Battere conta Abbàttere con Abbattìbile, il composto Abbattifièno, Abbattimènto, Abbattitòre, Abbattùta e Abbattùto. Combàttere con Combattènte, Combattentìsmo, Combattentìstico Combattimènto, Combattitòre, Combattività da Combattìvo, Combattùto e la composizione glb ingl Combat vest (con VEST giubbotto “da combattimento”). Controbàttere con Controbatterìa, Controbattitòre e Controbattùta. Dibàttere con Dibattimentàle, Dibattitòre da Dibàttito, Dibattùto e Dibattimènto, Imbàttere meglio Imbattèrsi con Imbattibiltà da Imbattìbile, il sostantivo Imbàtto “l’imbattersi”e Imbattùto, Rabàttere “accostare (chiudere appena)” con un incerto Rabàzza o Rabbàzza (termine marinaresco), Ribàttere con Ribattimànto, Ribattìno (snm di Ribadino), Ribattitòre, Ribattitùra e Ribattùta. Sbàttere con Sbattimènto, Sbàttito, Sbattitòia, Sbattitòio, Sbattitòre, Sbattitùra, Sbattùta e Sbattùto, i composti Sbattighiàccio, Sbattiuòva. Battere, oltre ai derivati espliciti, ove contratto nel pref BATTI-BATTO, compone una lunga serie di vocaboli, da Battibalèno a Battologìa, con Battològico, termine questo che sta per abitudine di ripetersi continuamente in un medesimo discorso, passando da Battibeccàre con Battibècco, Batticòffa, Battifiàcca, Battifòlle “bastita” (col suff da Follare), Battifrèdo attraverso il franc BERFROI macchina d’assedio vrs sovrapposto a Battifolle, Battilàna con Battilàno “operaio addetto”, Battilocchio “tic delle palprebe”, Battilòro “artigiano dell’oro”. Battàglia da lat BATTALIA di BATTUERE cui Battagliàre con Battagliatòre, Battaglière, Battaglièro con Battaglierèsco, Battagliòla o Battagliuòla, Battagliòne, Battaìzza “sbattimento dell’acqua” attraverso il veneto. Il gr conta lo specifico ENYALIOS battagliero cui l’aggettivo Eniàlio epiteto di Ares il dio della guerra, omologato nel romano Marte. Il lat BATUACULUM ha imposto al prvz il termine BATALH, il quale è ritornato in Battàglio (già in uso nel 1400), snm quindi di Batacchio o Battente (per bussare), cui Sbattagliàre. Battèllo, che appartiene alla famiglia latina di “battere”, ritorna in ital dopo l’attestazione prvz in BATEL (ingl BAT racchetta - BOAT battello), cui Battellànte o Battellière; termine alieno Battelmàtt “sorta di formaggio composto dall’oronimo Battel (Valle Anzasca) e dal franc MATTE “tipo di latticini”. Padre del Battello a vapore è considerato Robert Fulton che il 17 agosto del 1807 ne inaugurò il primo viaggio lungo l’Hudson da New York ad Albany con un motore da 24 cavalli-vapore. Dall’ingl BOAT si conta la locuzione glb Cat boat “battello gatto” fig una sorta di battello eppoi Boat people “profughi (gente)in barca” coniato dal 1979, al tempo dei fuggiaschi dal Vietnam, alla fine del conflitto con l’abbandono degli americani. Il glb ingl Ferryboat nave traghetto è composto con il verbo TO FERRY traghettare cui l’omologismo di suono siciliano Ferribòtto. Il pref BATI, in composizioni quali Batibentònico (zoologia, con Bentonico), Batigrafìa con Batigràfico, Batinàuta, Batimetrìa, Batipelàgico, Batiplàncton, Batiscàfo, Batiscòpio con Batiscòpico, Batisfèra, viene invece dal gr BATHYS di BENTHOS profondità, cui Batiàle, Bèntos o Bènthos dal gr BENTHOS profondità cui Bentònico, il composto Bathofobìa o Batofobìa: “paura della profondità e altezze” in complanare con Cremnofobia; termini alieni nel percorso, Bentonìte (suff ITE per minerali)1 dal toponimo Fort Benton in Montana (USA) eppoi Batìc o Batìk “tecnica di colorazione” omologismo dal malese BATIQ). Ancora, il suff BATO in composizioni quale Isòbato o Isòbata (col gr ISOS uguale); nulla vieta di pensare ad una connessione rad associativa di BATTI “battere” con BATI “fondo” nel senso di battere il fondo. Battezzàre, con Battezzatòio o Battezzatòrio, Battezzière, eppoi Battìsta “il battezzatore” per accezione nell’onomastica da Giovanni Battista, col suff ISTA2 di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottintesto “Battismo” non linguistico ma adottato in Anabattìsmo con Anabattìsta e Anabattìstico il cui pref ANA di nuovo

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indica i luterani, calvinisti e anglicani che sostengono laa necessità di rinnovare il battesimo in età adulta. Il percorso prosegue con Battistèro o Battistèrio, o un desueto Battistèo, dal tardo lat BAPTIZARE già gr BAPTIZEIN immergere, che appare in connessione con BATHIS profondità. L’omn Battìsta o Batìsta, alieno in questo percorso, ovvero pseudoetim, è anche la tela di lino puro, che prende il nome dal suo fabbricante, Baptiste, vissuto a Cambrai nel XIII sec. Il termine Balìlla, in auge nel ventennio fascista (adolescente paramilitare e tipo di auto FIAT) si rifà al vezzeggiativo Balilla del ragazzo Giovanni Battista Peraso che nel 1746 avviò involontariamente l’insurrezione di Genova contro gli austriaci; il termine dovrebbe avere una connessione almeno fig con il percorso di Balia. La composizione Calciobalìlla dalla più corretta Calcio-Balilla, quindi, starebbe per “incontro serio di calcio in dimensione gioco da tavolo (per ragazzi)”, a ricordo della storica protesta esplosa a seguito di una ragazzata. 1 Tra tanti altri minerali che assumono il nome da un toponimo, si conta Jacobsite, sorta di ferro manganese estratto dalla miniera di Jacobsberg in Svezia nel 1869. 2 Per il suff ISTA connesso con il suff ISTICO, fonte di perplessità poiché appaiono intercambiabili, si potrebbe adottare la norma per cui il primo sta ad indicare una verità, leggi Falangista nel senso di appartenente alla Falange; il secondo, leggi Falangistico, assume il significato di “idealmente, potenzialmente un falangista- comportamento da falangista”. Questo varrebbe, ancora per esempio, in Omologista e Omologistico, Realista e Realistico… e così via. \ Soma Salma Sòma (adottato nel XIII sec), snm di Basto (questo in uso subito dopo, nella prima metà del XIV sec), derivato dal lat tardo SAUMA, dal gr SAGMA, cui Somàro dal lat SAUMARIUS, il verbo iterativo Someggiàre, Somièro questo transitato dal franc SOMIER e Sàlma, termine quest’ultimo che in origine indicava “carico”, donde Salmerìa, poi, via via, “carico morto” e “cadavere”. Una voce d’incitamento per il somaro è Arri!, vrs d’origine onomatopeica che apparirebbe connessa con Arriba!, l’Evviva in sp. Il glb Sommelier, pur tratto dal franc, è il derivato dal lat SAGMARIUS conduttore di bestie da soma, svoltosi quale “incaricato dei viveri”, poi “addetto alla tavola” ed infine “esperto nella scelta dei vini” e della loro qualità; negli assaggi per esaminarei vini, il sommelier adotta termini quali Corto, Decrepito, Grasso e un suo strumento è il Tastevin, termine glb franc, cui l’omologismo Tastavìno (con Tastare). Il gr, viepiù, conta SOMA quale corpo, cui il biologico Sòma “insieme delle cellule”, Somàtico, Somatologìa, il composto Dittiosòma (organo cellulare, col gr DIKTYON rete) e il prefissato Prosòma (pref PRO); eppoi Bisòma (adottato in architettura “doppio corpo” cui la locuzione Arcosoli bisomi. Salmòne o l’ant Salamòne, con un volg Sermone, è dal lat SALMO, vrs in percorso con SALMA carico, peso, dalle dimensioni ben superiori alla media per un pesce che si trova nelle acque dolci; in realtà, il Salmone, della Famiglia dei Salmònidi, abbandona l’Atlantico sett per risalire i fiumi solo per la riproduzione. Termine pseudoetim Somàsco, meglio Somàschi, questo ordine religioso fondato a Somasca (Bergamo) da S. Girolamo Emiliani nel 1528. La mutazione lemmatica da SAGMA a SAUMA e Salma è analoga al passaggio dal gr SMARAGDOS al lat SMARAUDUS e all’ital Smeràldo, cui Smeraldìno, dovuta ad un’attestazione sett; per il primo, del gruppo gma in uma eppoi lma per il secondo, di gdo in udo eppoi ldo; entrambi con sostituzione finale della u in l. Nel secondo, ancora, c’è stata l’apofonia della prima lettera a in e. \ Nella Cristalloterapia, lo Smeraldo avrebbe la proprietà di proteggere dalle radiazioni \ Somaro in gr è KANTELIOS, da tema med KANTHA, tradotto in lat CANTHERIUM cavallo castrato, cui l’ital Cantèo, usato come sostegno, svoltosi via via in “cavalletto di sostegno” sino a semplice “sostegno”, cui il glb ingl Cantilever “mensola”, Cantinèlla “asta o fila di lampade” adottato in teatro (omn di Cantinella”recipiente”), Cantìno “corda del violino”, Cantière “grossa trave”, un termine questo ampliatosi in “pali che sostengono una tettoia” eppoi via via in loggia, struttura complessa, fabbrica, organigramma… cui Cantierìstica, Cantierìstico e Cantierizzàre; vrs connesso anche fig con il lat CANTHARUS coppa cui l’ital Càntaro o Càntero “recipiente”, Càntera “cassetto” e Canteràno “mobile per biancheria”. Nel volg mer esiste la voce Cantro che indica il recipiente per i bisogni fisiologici, insomma la primordiale tazza del gabinetto. L’omn Càntaro “misura” è dall’ar QINTAR, dal gbz KENTENARION attinto al lat CENTENARIUS centinaio. \ Ibrido Ibrido-ìbrido (già in uso nel 1498), snm di Bastardo (già ricorrente nel 1306), è dal lat HYBRIDA, svoltosi nel franc HYBRIDATION cui l’ital Ibridaziòne, già gr HYBRIS alterigia; in percorso, Ibridatòre, Ibridaziòne, Ibridìsmo, Ibridizzaziòne, i composti Ibridologìa con Ibridològico, Ibridòma (suff biologico-medico OMA) e il prefissato biologico Diìbrido (DI di DIS due volte). Il franc ant avea BORT per Bastardo, cui fig l’omologismo Bòrt (minerale) e vrs l’origine di Bortolotto, Bortoloso e simili nella cognomastica, ma c’è da aggiungere, difficile verificarne una connessione rad, l’omologismo Bortsch (pron borsc) dal russo BORSC acanto, sorta di minestrone acidulo con cavoli e barbabietole. \ Affliggere Il lat conta anche FLIGERE battere dalla serie onomatopeica BHL (o DHL) cui Afflìggere con Afflìtto, Affliziòne, Conflìggere con Conflìtto, Inflìggere con Inflìtto; non è inverosimile una connessione rad con l’ar FITNA conflitto. La serie onomatopeica con base B conta B B poltiglia cui Bòbba o Bòba o ancora Bòbbia e Sbòbba o Sbòbbia con pref S intensivo, BU BA cui il lat BUTIO “sorta di uccello” donde Tarabùso o Tarabùgio con Tarabusìno (fig con il lat TAURUM toro) snm di Guàcco questo ancora onomatopeico, della Famiglia degli Ardeidi: da non equivocare con Guàco “sorta di pianta erbacea delle Composite” omologismo di genesi del Nicaragua. \ Immergere Tingere L’ital Immèrgere, con Immergìbile, Immersiòne e Immèrso, è dal lat MERGERE affondare cui il corretto ma desueto Mèrgere, poi attestatosi IMMERGERE (pref IN illativo); il percorso conta ancora Emèrgere dal EMERGERE (pref EX) cui Emergènte, Emergentìsmo, Emergènza, Emergenziàle con Emergenzialìsmo ed Emergenzialìsta, ed Emersiòne con Emèrso, Riemèrgere (RI reiterativo) con Riemersiòne, infine Sommèrgere da SUBMERGERE (pref SUB), cui Sommergìbile 1 (dal XVIII sec), snm di Sottomarino (dal 1827), e Sommersiòne, con un ant snm Demèrgere da DEMERGERE (DE conclusivo). Tutti termini ispirati a MERGUS, questo una specie d’uccello che s’immerge, in ital Mèrgo cui Smèrgo e Smergolàre; la rad è MEZG immergere. \ Il numero unico per Chiamata d’emergenza, in area europea sarà il 112 che andrà a sostituire i vari 113,115 e 118 /

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Il lat conta anche TINGERE immergere in un liquido (in connessione con il verbo TANGERE toccare-sfiorare con normale passaggio di a in i, quale forma intensiva), cui Tìngere Tìnto questo dal Pp TINCTUS col fem Tìnta cui Tintarèlla con Tinteggiàre, Tinteggiatòre e Tinteggiatùra, eppoi Tintorìa, Tintoriàle (termine in Istologia), Tintòrio da TINCTORIUS, Tintùra da TINCTURA… il composto Tintillàno dalla locuzione Tinto in lana (prima della tessitura) e i prefissati Intìngere da INTINGERE (IN illativo) con la variante Intìgnere con Intìngolo e Intìnto, Ritìngere (RI reiterativo) con Ritìnto e Rotintùra, Stìngere o Stìgnere (S sottrattivo) con Stìnto; forse sovente sovrapposti con la rad di Tìna dal lat TINA bottiglia, di Tìno (snm di Botte) da TINUM con Tinòzza e il dim Tinèllo. Curiosità linguistica ci viene da Bàffo, dal gr BAPHE tintura, ovvero, fig “tintura al di sopra delle labbra”, cui Sbaffàre e Sbàffo; dal volg lombardo Barbiset “baffetto” è sorto Basètta (omn di Basetta dim di Base) con l’accr Basettòne e il dim Basettìno fig sorta di uccello di palude dei Timalidi, questo connesso con il percorso di Timo. Snm di Intingere (adottato nel XIV sec), l’ital conta Zuppàre (in uso dal 1879) con Inzuppàre dal got SUPPA ma già lat SUPPAM in origine fetta di pane intinta, cui Zùppa, Zuppàta, Zuppètta, Zuppièra e Zùppo questo ipocoristico di Zuppàto cui Inzuppàto, la locuzione dolciaria Zuppa inglese alias Zuppa degli Este; una sorta di zuppa di verdura è detta Alla Julienne attraverso la locuzione franc POTAGE A LA JULIENNE in onore di un Julien o di una Julienne cui l’ital Giuliano o Giuliana. La zuppa composta di erbe tipiche locali è detta in genovese Prebuggiùn perché pare sia stata storicamente composta per la tavola di Goffredo di Buglione, pertanto sarebbe un corruzione di Pro Buglione. \ Il piatto simbolo della città americana di S. Francisco è una zuppa di pesce detta Cioppìno, termine derivato dal ligure, poiché fu importata dai genovesi.\ Il gr conta lo specifico MYSTAKS MISTAKOS già MUSTAKION labbro superiore-baffo cui Mostàccio (adottato dal XIV sec), Mustàcchio, e il composto Misticèti (Sottordine di Cetacei) con KETOS cetaceo; da non equivocare con Mostacciolo da Mosto. 1 U-BOOTE erano i famosi sommergibili della Germania nazista; in risvolto fig, i tedeschi chiamavanoi U-boote gli ebrei tenuti nascosti (sommersi) preservandoli dalla Gestapo. \ Manganello Gianna Verga Fuscello Frusta Frustra Manganèllo “bastone corto di legno” (adottato dal XII sec), cui Manganellàre e Manganellàta, altro termine schiettamente aggressivo, è il dim di Màngano, dal lat MANGANUM, dal gr MANGANON, e sta per arnese da combattimento, ovvero una macchina per il lancio di proiettili, cui il dim Manganèlla eppoi Manganàre e Manganeggiàre, attestatosi fig in “macchina utensile sia per tessitura sia per stiratura” cui ancora Manganàre eppoi Manganatòre, Manganatùra. Lo strumento quale arma è in dotazione alle forze dell’ordine, i cui snm Randello (dal XIV sec) e Sfollagente adottato in era fascista. \ Una straordinaria coincidenza ha voluto che il capo della polizia italiana (2008) abbia il cognome Manganelli. Coincidenza che riappare in Padre Cantalamessa, un ministro della Chiesa Cattolica. Si potrebbe definirla omologismo della cognomastica nel mestiere . I romani invece asserivano che IN NOMINE OMEN “Il destino è nel nome che si porta”.\ Giànna “bastone” è dallo sp JINETA, cui Giannètta “asta, lancia” in dotazione ai guerrieri berberi Zeneti. Esiste il termine Giannìzzero importato dal turco YENI-CERI giovane soldato, recluta, che induce a credere in una connessione con Giannetta “arma in asta” dallo sp JINETA. e con Giannètto dallo sp JINETTE cavallo di razza cui Ginètto o Giannètto. Il Giannizzero indossava il Dulimàno, questo omologismo dal turco DOLAMAN. Termini omonimi, Giannètta “vento gelido di gennaio” il cui termine sembra stato ispirato ad una Gianna (forse perché frigida?); Giannètta “filatoio” questo dall’ingl Jenny, nome della figlia di James Hargreaves l’ideatore (1770). Vèrga è dal lat VIRGA ramo flessibile, di rad WERG, connessa alla rad VIR uomo, cui Vergàio “pastore”, ossia l’uomo che tiene la verga, Vergàre, Vergàto, Virgùlto da VIRGULTUS coperto di ramoscelli dal dim VIRGULA di VIRGA ramoscello (Ved Virgola in Segni ortografici) connesso con Vergine, la locuzione Verga d’oro “sorta di pianta”. Vèrga è ancora fig l’organo sessuale maschile. Il lat conta ancora il termine FUSTIS bastone o palo, cui il verbo FUSTARE bastonare; nel percorso troviamo anche Frùsta, Frustàio, Frustàre cui l’iterativo Rifrustàre con Rifrùsto, Frustatòre, il Pp aggettivato Frùsto e fig Frustrànte con Frustràre, Frustràto e Frustraziòne poiché l’inserimento della lettera r è dovuto ad una sovrapposizione di Fusta con il lemma Briglia. Fuscèllo, con Fuscellìno, è dal lat volg FUSTICELLUS dim di FUSTIS, cui Fùsta, Fustàgno o Frustàgno, Fustàia, Fustigàre, Fùsto. Un colpo di frusta, attraverso una serie onomatopeica, à detto Scilàcca cui Scilinguàgnolo “frenulo della lingua” con Scilinguàre, Scilinguàto e Scilinguatùra. Esiste ancora l’omn Frùsto, ormai obsoleto, dal lat FRUSTUM pezzetto, tozzo, cui Frùstolo o Frùstulo dal dim FRUSTULUM e la variante Frùscolo “ramoscello” (sovrapposto a Bruscolo) da Frùsco questo per accezione “spiritello” o “piccolo animale” e talvolta unificati nella superstizione, fig rivolto ad un bambino, ricorrente al sud della Puglia, e in allocuzione con tono di commiserazione Povero fruscolo, eppoi Fruscàme (suff AME per collettivi “ramoscelli”). Il termine Infruscàre è il denm da Frusco con IN illativo. Inoltre, fuori percorso, occorre sottolineare, a scanso d’equivoci etim, che il lat aveva l’avverbio FRUSTRA invano, pertanto, ci è pervenuto l’omn Frùstra stesso valore avverbiale con Frustràneo (già ricorrente nel 1568), e un raro Frustraneità, snm di Inutile (dal XIV sec) e Inutilità. L’avverbio FRUSTRA appare connesso con FRAUS FRAUDIS inganno, donde Fràude (antecedente al XIII sec) con il denm Fraudàre, Fraudatòre, Fraudatòrio, Fraudolènto o Fraudolènte o Fraudòso, Fraudolènza o Fraudolènzia, il prefissato Defraudàre con Defraudatòre e Defraudaziòne, eppoi Fròda, Fròdo questo nelle locuzioni Cacciatore di frodo, Merce di frodo, Pescatore di frodo, o il più orecchiabile Fròde (dal XIII sec) dall’accusativo FRAUDEM con i complanari Frodàre, Frodàbile, Frodatòre, il denm Fròdo eppoi Frodolènto e Frodolènza. Dal turco SAGRI pelle ruvida (della groppa d’animale) cui l’omologismo Sagrì con Sagrinàto, il veneziano conta il termine Zigrìno per “pelle ruvida”, lenito in Sagrino o Sigrìno, cui l’estensione semant generalizzata in Zigrinàre, Zigrinàto, Zigrinatùra; in una successiva attestazione fig, oggi archiviata, erano derivati Scigrìgna, questo il segno lasciato dalla frusta sulla pelle, e, più grave, Scigrignàta o Scirignàta quale ferita apportata da un colpo di frusta. Snm di Frusta è Sfèrza, con le varianti Fèrsa e Fèrza o Fèrzo, adottato anche fig nel senso di “critica-stroncatura”, d’etim non trovata cui Sferzàre, Sferzàta, Sferzatòre, il fig Sferzìna “cavo”, Sferzìno o Sverzìno “lo spago della frusta”eppoi il marinaresco Sfèrzo. \ Etimo Etile Etere Anestesia Narcotico Etimo-ètimo è dal lat ETYMON, dal gr ETHYMOS, questo un aggettivo che sta per reale, vero significato (di una parola), cui Etimologìa, Etimològico, Etimologìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso

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Etimologismo non linguistico), Etimologizzàre, Etimòlogo. La locuzione Figura etimologica appartiene alla retorica ed indica l’esprimere un concetto accomunando due parole d’identica etimologia, quale “ Il suo amore amante…”. Pseudoetim il termine Etìle dal franc ETHYLE composto con il lat AETHER nel senso di gas ed il gr HYLE legno-materia, cui Etilène, Etilènico, Etìlico, Etilìsmo, Etilìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Etilizzàto, la locuzione Alcol etilico (Alcol per accezione), il suff ETIL “etilene” per composizioni quali Etilendiammìna, occultato in Edrofònio (Etil-Idrossi-Ammonio), il suff ETILO “alcol etilico” per Etilometrìa con Etilòmetro cui la moderna locuzione Etilometro a laser, Etilotèst, eppoi Terilène (Tereftalico e con Etilenico). Etere-ètere (dal XIV sec) con la variante poetica Etra-ètra, è dal gr AITHRA da AITHER AITHEROS aria e riversatosi nel lat AETHRA con valore parte più alta e pura dello spazio, aria, spazio, cui Etèreo o Etèrio, Etèrico, Eterizzaziòne. Etere-ètere (dal XVIII sec) dal franc ETHER è però fig il composito chimico utilizzato per l’anestesia, cui ancora Etèrio eppoi Eterificàre con Eterificaziòne, Eterìsmo o Eteromanìa con Eteròmane, “intossicazione di etere etilico”, Eterizzàre con ancora Eterizzaziòne; eppoi Estere-èstere attraverso il ted ESTER ellittico della composizione ESSIGATHER etere acetico (col ted ESSIG dal lat ATECUM questo una metatesi di ACETUM aceto) cui Esteràsi, Esterificàre ed Estereficaziòne. In percorso Etàno (Etere con suff chimico ANO) che sulla Terra è conosciuto allo stato gassoso ma che pare sia stato scopetto allo stato liquido su Titano, il satellite maggiore di Saturno, dalla sonda americano-europea Cassini a luglio del 2008, in un lago di idrocarburi. Eppoi Etossìlico (Etano-Ossidato con suff chimico ICO) con Etossilaziòne, Uretàno (Etere con pref chimico URO e suff chimico ANO) cui Poliuretàno e Poliuretànico (pref POLI “molti”). Uretano ha il snm in Carbammàto in percorso con Carbàmmico e Carbammìde questo col snm Urea, composti con Carbone e Amido attraverso il franc CARBAMATE, CARBAMIQUE e CARBAMIDE.. In assonanza, il gr conta HETAIRIA compagna cui Etera-ètera o Etèria; nella Grecia antica, le Etere erano discriminate dalle donne sposate, queste addette alla casa ed ai figli. \ Le Etere, anche se talvolta contraevano dei prestigiosi matrimoni, un po’ come le Geishe giapponesi, erano donne indipendenti ed autonome, ricche di cultura e d’arte, ideali compagne di circoli, giammai con l’onta della prostituzione, onorate anche dopo morte, vedi Frine e Belistica; dal passato di etera è stata la moglie di Pericle. Oggi, purtroppo, l’arroganza maschilistica ha condotto a considerare le Etere nel significato più infamante. Geisha, termine glb dal giapponese, è traducibile in Danzatrice; da queste la locuzione Maniche alla geisha. Le Geishe (plur italianizzato, quindi un omologismo) hanno il loro albo professionale;.\ Anestesìa, con Anestètico, è dal gr AISTHESIS sensibilità col pref AN senza, cui i composti Crioanestesìa (col gr KRYOS freddo), Preanestesìa e Rachinestesìa (col gr RHAKHYS colonna vertebrale e Termoanestesìa. Sin dall’anticità, mediante alcol, oppio e altre droghe, l’uomo si è incessantemente prodigato per calmare il dolore. La storia moderna dell’Anestesia parte dal 1776 quando J. Priesley isolò il gas Protossido d’azoto che H. Davy, denominandolo Gas esilarante, lo sperimentò sui pazienti con successo; ma i Baroni della medicina di allora non vollero adottarlo, proseguendo nei loro tradizionali e dolorosi metodi. M. Farday, negli stessi anni, sperimentò l’uso dell’Etere. Oggi, fermo restando Il Protossido d’azoto in odontoiatria, l’Etere è sostituito da anestetici quali Alotàno “idrocarburo idrogenato”con il Fluoro quale alogeno, Ciclopropàno (pref CICLO dal gr KYKLOS cerchio, nel senso di “anello d’atomi”) in aggiunta all’Agopuntura e all’Ipnosi. Sinestèsi e Sinestesìa “percezione comune” è dal gr SYN insieme con AISTHESIS percezione, vale in psicologia quale percezione di uno stimolo accompagnata da immagini che appartengono a diverse sfere sensoriali, insomma uno scambio di sensi come accostare un odore a una figura o un suono a una parola; quale figura retorica vale l’associare a una immagine dei termini relativi a diverse sensorialità, adottata dai simbolisti e dagli ermetisti. Per l’esattezza, Sinestesi è la percezione visiva concomitante a uno stimolo sensoriale mentre Sinestesia, sovente snm del primo, nella critica letteraria vale definire l’associazione espressiva tra due termini che normalmente competono a due diverse sfere sensoriali, quali parole calde, silenzio verde. L’ital conta il pref ESTESO per composizioni quali Estesiologìa, Estesiometrìa e il suff ESTESIA cui Barestesìa (col gr BAROS peso) con Barestesiòmetro, il filosofico Cenestesìa o Cenestèsi (col gr KOINOS comune quale “carica”) con Cenestètico e i composti quali il patologico Cenestopatìa, l’ancora patologico Cinestesìa con Cinestèsico o Cinestètico (con Cinesia), l’ancora extrasensoriale Radiestesìa o Radioestesìa (con il lat RADIUS raggio) con Radiestèsico o Radioestèsico e Radiestesìsta o Radioestesìsta, Termoestesìa “sensibilità termica” cui Termoestesiòmetro,), eppoi i prefissati Disestesìa (gr DYS male), Emianestesìa (gr HEMI metà), Iperestesìa, Ipoestesìa, Telestesìa (gr TELE lontano) con Telestèsico, Parestesìa (gr PARA accanto vale “alterazione della sensibilità” come la Mirmecia), Poliestesìa, Pseudoestesìa. Snm di Anestetico (adottato nel 1865) è Narcòtico (già dal XIV sec), questo in percorso con Narcòsi dal gr NARKOSIS azione dell’assopire da NARKE sopore, cui Narcotìna, Narcotizzàre con Narcotizzànte e il pref NARCO per composizioni quali Narcoanàlisi con Narcoanalìtico, Narcodòllaro, Narcoipnòsi, Narcolessìa con Narcolèttico (sonno repentino), Narcomanìa con Narcòmane, Narcomedùse (Ordine di Idrozòi quale la Medusa), Narcosìntesi, Narcotrerapìa, Narcoterrorìsmo con Narcotrerrorìsta, Narcotèst, Narcotràffico con Narcotrafficànte. ABBACCHIARE Da rad BAK bastone cui Bàcchio (omn di Bacchio “piede metrico”) e Bàculo da BACULUM, questo del valore di scettro, il termine Abbacchiàre è dal lat volg ABBLACARE denm da AD BACULUM. Per Abbacchiare non s’intenda “esercitare idealmente il comando”, bensì “battere i rami per far cadere e raccogliere il frutto” (le olive), insomma Bacchiàre rafforzato col pref A; ed anche “vendere a poco prezzo” o “abbattere-avvilire”. Un motivo esisterebbe, con il segno del baculo-comando non è impensabile avvilire, abbattere, umiliare. Dal prvz JEQUIR costringere a confessare (tramite tortura) l’ital conta l’omologismo Gecchìre con valore di “abbattere-umiliare”, un termine che parrebbe connesso con il franc JAQUE maglia d’acciaio (per combattimento) in un ipotetico risvolto in “camicia di forza”. Il baculo-comando che, in epoche più pompose, sarebbe divenuto lo scettro da accompagnare alla corona e al manto, quasi sempre si arricchiva di piume; tradizione, forse, di un dio-serpente piumato adorato in antichissime civiltà, insediatasi nell’inconscio, che rigurgita attraverso l’addobbo piumato dei carri (ieri) e delle auto (oggi) dei pellegrini in viaggio per i santuari. Scèttro è dal lat SCEPTRUM, dal gr SKEPTRON bastone connesso fig con Scèpsi o Schèpsi da SKEPSIS osservazione critica (ma privo di una certezza) cui Scèttico da SKEPTICOS

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con Scetticìsmo. Il termine offensivo Imbecìlle, col pref IN privativo, è il derivato dal significato di “debole”, ovvero “privo di baculo-comando” cui Imbecillàgine, Imbecillìre. Imbecillità . L’Abbàcchio, il povero agnello da mensa pasquale, è prima avvilito, ossia legato ad un bastone (bacchio), poi macellato. Altri lemmi in percorso, dal dim BACILLUM bastoncino si ha Baccèllo, Baccellòne e Baccellonerìa, fig Bacchètta, Bacchettàre, Bacchettòne questo da “flagellante” s’è semant “bigotto”; eppoi Bacìllo questo attestatosi in microorganismo snm di Batterio dal gr BAKTERION bastoncino con l’aggettivo Bacillàre, Bacillòsi (suff patologico OSI), i composti Bacillariofìte (col gr PHYTON pianta), Bacillìfero (con il lat FER che porta), Bacillifòrme, Bacillofobìa “paura dei microbi” snm di Microbiofobia. Il lat conta lo specifico SILIQUA baccello cui Silìqua “sorta di frutto secco” e Siliquàstro da SILIQUASTRUM (lat scientifico di Plinio) altrimenti indicato Albero di Giuda. \ Bacchettoni sono stati i responsabili delle storiche trasmissioni televisive, condizionati dal bigottismo dilagante; non poteva essere pronunciata una locuzione del tipo Cazzotto in faccia, Uccello di bosco, Membro del governo, Amante della musica, Divorio all’italiana…\

Pseudoetim nel percorso lat BACILLUM di Baccello è Baccellière, o Baccalàre o Bacalàre, che invece sono omologismi dal franc BACHELIER già prvz BACALAR giovane uomo svoltosi nel medv BACCALARIUS giovane cavaliere. Omn un Baccalàre elemento strutturale delle vecchie galee o sostegno per mensole, d’etimo sconosciuto. Da non inserire nel percorso il termine ittico Baccalà. \ Scaglia Caglio Dal got SKALJA baccello l’ital conta Scàglia con Scagliètta, Scagliòla (snm di Canaria), Scagliòne e Scagliòso, cui il denm Scagliàre (nel senso di buttare addosso le scaglie quale atto offensivo, poi attestatosi nel significato corrente) con Scagliamènto e Scagliatòre; in percorso ancora Scagliòne quale “dente canino dei cavalli”. Eppoi Scagliòne questo attraverso il franc ECHELON scalino sovrapposto a Scaglia con Scaglionamènto e Scaglionàre… Nella tasonomia animale si conta l’Ordine dei Folidòti, mammiferi squamosi, lemma composto dal gr PHOLIS PHOLIDOS scaglia-squama, da OTOS orecchio.Termine alieno Folignàte questo relativo al toponimo Foligno. L’omn Scagliàre vale Disincagliàre opposto a Incagliàre dal prefissato sp ENCALLAR incappare da CALLAR cui Cagliàre che sta fig per perdersi d’animo; il succitato Incagliare ha il suo omn in Incagliàre che sta per Accagliàre da Càglio, questo dal lat COAGULUM latte coagulato (Ved Radicale AG in Obiettivo…), cui Cagliàre e le diverse attestazioni in Quàglio, Quagliàre col prefissato Squagliàre (S sottrattivo, anche fig “allontanarsi di nascosto”) cui Squagliamènto e Squàglio. Il gr conta LEPIS LEPIDOS scaglia già gr LEPION scaglietta, cui Lepìdio “genere di pianta”, Lepìsma “squama” e i composti Lepidondendràcee (Famiglia di alberi, col gr DENDRON albero), Lepidosàuri (Sottoclasse di rettili, col gr SAUROS lucertola), Lepidosirèna e Lepidosirènidi (col gr SEIREN sirena), Lepiòta (sorta di fungo, con US OTOS orecchio), Lepidòtteri questo un Ordine d’insetti (con PTERON ala) della Famiglia dei Pierìdi, termine questo ispirato al lat PIERIDAE già gr PIERIDES che indentificava il patronimico di nove giovani (figlie di Piero) tramutate in gazze dalle Muse. Da non contare in percorso i termini composti con il lat LEPOS LEPORIS che sta per grazia, cui Lèpido con l’opposto Illèpido (IN negativo) e Lepidèzza, Lepòre “piacevolezza arguta” questo omn dello sdrucciolo Lèpore lepre, vrs sovrapposti o connessi alla rad. LEPUS LEPORIS, infatti, (il cui genitivo è omn del genitivo di LEPOS grazia) è da tema med LEPRO, in ital Lèpre cui Lèpore (omn di Lepore “piacevolezza arguta”), Lepòridi, Leporìno, Leprìno, Lepròtto; il lat conta la locuzione CANIS LEPORARUS cane da lepre, cui Levrière o Levrièro con mutazione della p in v , diventato un esot per il passaggio dal franc LEVRIER. \ Canna Pistola Rivoltella La bacchetta può essere di canna; Cànna è inv dal lat CANNA, dal gr KANNA, d’ascendenza semita, cui Cannàcee (Famiglia della canne), Cannàio, Cannaiòla, Cannalàdra (pertica, inc fig con Ladro), un Cannamèle (canna dolce, da zucchero), Cannarècchia o Canarèccia, Cannarecciòne o Cannarecciòne (sorta di uccello), i prefissati Incannàre con Incannàggio, Incannàta, Incannatòio, Incannatòre e Incannatùra, la locuzione Canna al vento, Cannàta “colpo di canna” e il fig Cannàre con l’omn Cannàta “sbagliare ed errore”, Cannatèllo, il fig Canneggiàre con Canneggiatòre e Cannèggio (l’ant misurare con una canna standard), l’omn Cannèggio (tubo degli strumenti musicali). Cannèlla “piccolo tubo” con l’omn Cannèlla “corteccia aromatica” dal dim CANNULA con l’inv Cànnula e Cannellàto, Cannellètto, Cannellìna, Cannellino “sorta di fagioli” in omn con Cannellìno “sorta di vino”, Cannèllo cui il prefissato Incannellàre, Cannellòne, Cannèto (suff ETO per collettivi) con Cannettàto o il glb franc Cannetè, Cannètta, Cannicciàia da Cannìccio dal lat CANNICIUS fatto di canna cui il prefissato Incannicciàta e Incannicciatùra, Cannìsta “pescatore con canna” (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Cannòcchia o Canòcchia (omn di Canocchia da Collo), Cannòcchio o Canòcchio, il dim Cannòlo con Cannolìcchio (doppio dim) “sorta di mollusco” snm di Cappa lunga, Cannòlo (per accezione, fig “sorta di pasticcino” altrimenti detto Lo scettro del re dal XVII sec), Cannòso, Cannòtto, Cannùccia col prefissato Incannucciàre cui Incannucciàta e Incannucciatùra, Cannutìglia o Canutìglia attraverso lo sp CANUTILLO da CANUTO cannello. Una pertica ornata di fiori e che porti sulla sommità tre ceri posti a triangolo, quale strumento per accendere i lumi e il cero pasquale, è detto Arùndine dal lat ARUNDINEM canna, di etim non accertata; però si può pensare a una connessione fig in ambito indoeur con il franc ROND rotondo, poichè l’addetto alle accensioni si muove attorno ai candelabri. Ancora, Canàle, dal lat CANALEM, sostantivo tratto dall’aggettivo fig di Canna, cui Canàla, i dim Canalètta, Canalètto e Canalìno, il toponimo veneziano Canareggio, Canalìcolo dal dim lat CANALICULUS cui Canalicolàre e Canalicolàto, Calalizzàre e Canalizzaziòne, l’accr Canalòne, col denm Scanalàre prefissato S intensivo cui Scanalàto, Scanalatrìce e Scanalatùra, col denm Incanalàre prefissato IN illativo cui Incanalamènto, Incanalàto, Incanalatùra. In Friuli, Canale vale, per estensione, “vallata”. A prova di una primitiva matrice linguistica, il persiano, nell’attuale Iran, conta QANAT con valore di canale-tunnel sotterraneo, con tracce nel ventre di Palermo costruiti dagli arabi. Il percorso prosegue con Cannocchiàle questo sovrapposto a Occhiale (pertanto non derivato da Cannocchia), ed infine l’accr Cannòne con i derivati Cannonàta, Cannoncìno, Cannoneggiamènto e Cannoneggiàre, Cannonièra e Cannonière questo in campo sportivo snm di Marcatore e del glb Goleador. Con i pref, si ha Scannèllo taglio di carne questo omografo di Scannèllo cassetta, e ancora Scannàre, Scannellàre, Tracannàre. Il Cannone ha una lunga storia che incomincia dalla Lancia da fuoco inventata in Cina nel 900 dC: successivi progressi si

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attingono ai documenti d’epoca dal 1338 relative alle armi descritte nelle battaglie. Il termine Calmière, che fa pensare ad una derivazione dal verbo Calmare, è invece l’ipocoristico dal gbz KALAMOMETREION che equivale ad una canna, questa utilizzata quale unità di misura, passato dal veneziano Calmedro e dal lat medv CALAMELLUM quale dim di CALAMUS canna, cui ancora Celamèlla con le diverse attestazioni in Ceramèlla, Ciaramèlla con Ciaramellàre, Ciramèlla, attraverso il franc CHALAMELL ed infine un Cennamèlla. Infine, in connessione col percorso di Canna, l’ital conta Canèstra e Canèstro dal lat CANISTRUM già gr KANASTRON, cui Canèfora “la fanciulla che reca in capo un canestro (con oggetti di culto) dal lat CANEPHOROS già gr KANEOPHOROS (col gr PHOROS io porto), Canestràio, Canestràta, Canestràto, Canestrèllo, Canàsta questo rientrato dallo sp CANASTA canestro, l’accr Canestròne “sorta di mollusco”, il glb ingl Canister “tanica”. Il gr aveva sviluppato un KALATHOS paniere, cui il percorso con Calàtide e Calàto “sorta di paniere, fig di copricapo e di capitello”. Particolare canna è il Bambù, questo omologismo glb dal franc BAMBOU attraverso il ptg BAMBU di genesi malese BAMBU, cui Bambusàia, Bambusèe o Bambusoidèe (col suff OIDE “simile” al plur vale Sottofamiglia di graminacee); dal bambù i cinesi traggono una sorta di acquavite. Pseudoetim nel percorso di Canna, è l’omologismo Cannìbale (dal 1494) - snm di Antropofago (questo già in uso nel 1367) - dal caraibico CARIBE transitato dallo sp CANIBAL, cui Cannibalèsco, Cannibàlico, Cannibalìsmo. \ Una delle icone più toccanti della passione cristiana è la figura di Gesù, legato alla canna con una corona di spine intorno al capo ed un misero manto. \ Simile nell’aspetto e nel portamento della canna è lo Zènzero, con la variante Gèngiovo cui Zingiberàcee (la Famiglia), dal lat-gr ZINGIBER d’origine ind, in ar ZANJABIL. La locuzione Zenzerino di Toscana, invece, indica una varietà di peperoncino. In ceco Canna è PISTAL, cui il franc ed il ted PISTOLE, l’omologismo ital Pistòla. Da altra ricerca, il termine deriverebbe dal toponimo Pistoia dove sarebbe stata inventata da un certo Camillo Vitelli. La Pistola fu creata tra l’altro perché il cavaliere potesse nel contempo stringere le redini, impossibile con l’uso delo fucile; la nascita di quest’arma è praticamente contemporanea al moschetto (XV-XVIII sec), di cui adotta la tecnica. In percorso, Pistolèro, Pistolettàta, Pistolètto, Pistolière, Pistolìno, Pistolòne con un Epistolòne e Pistolòtto. Il fig Pistòla “moneta” indicava lo scudo spagnolo di forma più piccola di quello francese poiché lo si paragonava idealmente all’arma della pistola più piccola dell’archibugio. Revolver, con Revolveràre, Revolveràta e Rivoltèlla, è invece il calco dell’ingl TO REVOLVE girare, rimpatriati dal pref lat RE-VOLVERE cui un raro Revolùto. Queste armi vengono in genere portate rinfoderate, questo da Fòdero dal got FODR custodia della spada, cui Fòdera, Infoderàre, Rinfoderàre. Oltre alla canna, queste armi contengono il dispositivo cosiddetto a Grillètto, questo vezzeggiativo tratto fig da Grillo “sorta d’insetto”; Grillètto è anche snm fig di “clitoride”. Grìllo “sorta di insetto” è dal lat GRILLUM o GRYLLUM dalla serie onomatopeica GR GR - GR GL (per il suo verso), in percorso Grillàia “terreno sterile, buono solo per i grilli”, Grillàstro 1 “sorta di Ortottero” cui Grìllidi (la Famiglia), il composto Grillotàlpa con Grillotàlpidi (la Famiglia), i fig Grillàio “sorta di falco” e Grillòtti attraverso il franc ant GRILOT sonaglio. Il Grillo produce il suo caratteristico suono utilizzando le ali. Grìllo è anche la denominazione di un vitigno mer dal quale si ricava il Marsàla, cui Marsalàto, un vino dolce che prende il nome dal toponimo Marsala. Il percorso prosegue ancora in senso fig con Grìglia, Grigliàta e il prefissato Sgrigliatòre (S sottrattivo), rispettando anche la serie onomatopeica, attraverso il franc GRILLE per il caratteristico friggio del cibo cotto ai ferri cui ancora Grillàre con Grillettàre e Sgrillettàre (S intensivo); il franc GRILLE riappare nell’ingl TO GRILL arrostire cui il glb Grill quale ellittico delle composizioni Autogrìll “composto con Autostrada e simile” e Grill-room “locale per grigliate” La locuzione Grigliata di carne mista ha il suo snm nell’esot Churràsco, inv dallo sp CHURRASCO d’origine onomatopeica e attestatosi in Brasile. Griglia è tra quei lemmi da considerare in un certo qual modo polisemico, infatti può indicare ora un componente elettrico o meccanico, ora un utensile e addirittura usato in forma figurata. 1 Il suff *ASTRO, al fem ASTRA, dal lat ASTER, imprime al lemma un senso intensamente peggiorativo, assimilabile al suff ACCIO-AZZO. \ Roggia Dal tema med ARRUGIA canale-cunicolo, l’ital ha coniato Ròggia canale artificiale da non equivocare quale fem di Roggio nel percorso di Rosso; mentre dal tema sempre med AVINCO canale di scolo è pervenuto Vingòne. \ Vagina Guaina Per il lat, VAGINA sta per fodero, vrs connessione rad con Vagèllo (Ved Vaso…), svoltosi in ital nel significato corrente, cui l’anatomico Vagìna, Vaginàle, Vaginalìte, Vaginìsmo, Vaginìte (straordinaria l’assonanza con il gr GYNE donna) snm di Colpite, i composti Invaginàre (mettere nel fodero”cui , Invaginamènto e l’anatomico Invaginàbile con Invaginaziòne, Evaginàre “trarre dall fodera”adottato in biologia cui Evazinaziòne. Il napoletano, poi, ha tradotto il lat INVAGINARE mettere nel fodero in Ammainàre o l’aferetico Mainàre, termine semant in ital nel significato corrente. Dal lat VAGINA, a seguito del passaggio long del gruppo VA in GUA e lenizione totale della consonante intervocalica g, è sorta la voce ital Guàina o Guaìna, donde Guainànte, Inguainàre con Inguainàto, Sguainàre con Sguainàto. Dalla forma di guaina del frutto, è stato coniato fig il lemma Vanìglia o Vainìglia dallo sp VAINILLA quale dim di VAINA vagina, cui Vanigliàto, Vanillìna o Vainiglìna o ancora Vaniglìna \ Nell’aromaterapia, il profumo della Vaniglia è indicato per attenuare la sensazione di fame. \ Il velo che sigilla la vagina della donna vergine è detta Imène, dal gr HYMEN membrana cui Imenoplàstica; lemma attestatosi anche nel snm di Nozze, cui Imenàico, Imenèo. Dal suo significato originale di membrana, l’ital conta Imènio e Imenomicèti “sorta di funghi” questo composto col gr MYKETOS fungo, Imenòtteri “Ordine d’insetti” apocriti (col gr PTERON ala a membrana) al qiale appartiene la Famiglia degli Evànidi dal lat EVANIDAE di Genere EVANIA caratterizzati da livrea nera. AMMAZZARE Ammazzàre ci viene, infine, dal lat MATEA, cui il dim class MATEOLA bastone. Il lemma ha condotto al lat MACTARE sacrificare svoltosi nell’ital Mattàre uccidere, nello sp MATANZA con MATADOR, da MATAR uccidere, cui l’adattamento ital Mattanza. Ammazzare, quindi, verbo fornito di pref allativo AD, è “usare il bastone”, la Màzza, svoltosi nella semant di letale. Mazzàre ed il suo rafforzativo Ammazzare si sarebbero

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dunque attestati nello specifico di uccidere, complice una certa pratica ereditata dai greci; Pericle, infatti, quando nel 439 sedò la rivolta di Samo, fece legare i prigionieri nell’agorà di Mileto, per finirli a colpi di mazza. Col pref S durativo, si ottiene Smazzàre che varrebbe “colpire con la mazza”. Una delle più offensive armi medv era, infatti, la MAZZA, un bastone corredato di micidiali appendici appuntite che non lasciava speranze di sopravvivenza al disgraziato colpito.Vrs, per la loro antichissima affinità, Mazza è il termine sdoppiatosi dal percorso di Masso, Massa, Ammassare, Massacro... (Ved Massa...). Attraverso il labirinto dei percorsi semantici, sta tentando, infatti, di guadagnarsi vitalità il termine Ammazzerìa, che ricalcando il franc TUERIE, in snm con “strage, massacro, eccidio...” aspirerebbe al posto per un’ulteriore, distintiva sfumatura. Mazzolàre (adottato dal XVIII sec) da Mazzola con Mazzolàta sono i corrispondenti (snm) di Bastonare (dal XVI sec) con Bastonata e Abbacchiare (già dal 1327) con Abbacchiata (talvolta nel senso terminale di Ammazzare), ma ha assunto volg - anche con la contrazione Màzzo - sfumature metaforiche quali “rimprovero umiliante, sconfitta al gioco delle carte, fallimento” Nella forma mas, Màzzo, Mazzètto sta per “insieme di più cose legate”, specialmente come riferimento a fiori, erbaggi, carte da gioco... Relativo al gioco delle carte, Smazzàre, con pref S estrattivo, sta per “dare le carte togliendole dal mazzo”, più comune dell’omn Smazzàre “colpire con la mazza” con pref S intensivo. Mazzètta è anche l’insieme lecito o illecito di banconote, semant “tangente”. Rispetto a Basto e Baculo, dai termini Mazza e Mazzo c’è stata dunque una straordinaria prolificazione: Mazzacavàllo, Mazzàta (fig danno repentino), Mazzafrùsto, Mazzapìcca, Mazzerànga, Mazzettière, Mazzière, Mazzòcchio un ant copricapo maschile e “germoglio di (mazzetto di) cicoria”, gli arnesi Mazzòla (Mazzuòla), Mazzòlo (Mazzuòlo)... Con il pref STRA, che continua il lat EXTRA, si compone il termine Stramazzàre, letteralmente “abbattere con un colpo di mazza”, con i derivati espliciti Stramazzàta, Stramàzzo, Stramazzòne... Sovente può ritrovarsi in locuzione Stramazzare con una bastonata; come nel caso di “tarpare le ali” (Ved Tarpea...), potrebbe risentire di pleonasmo, ma il termine si è oramai semant svolto in “cadere pesantemente a terra” a seguito di un malore, una caduta, un pugno, un colpo contundente... Stramàzzo “il cadere pesantemente a terra” conta altri due omonimi quali Stramàzzo “apertura” di sicurezza operata (a colpi di mazza) agli argini fluviali, etim puro, e Stramàzzo “elementare giaciglio” creato con un sacco, pseudoetim perché derivato da Stràme “stoppia” dal lat STRAMEN di STERNERE distendere, cui il prefissato Strameggiàre “mangiare strame” (pref intensivo STRA) e ancora, in connessione o sovrapposizione, Stramònio “sorta di pianta delle Solanacee” già lat medv STRAMONIUM dal class STRUMUS al quale è stato aggiunto il suff MONIO ciò che compete. Il lat MATEA cui MATEOLA bastone oltre al gr MAKHE battaglia, allo sp MATAR e all’ital Mattanza, nell’area comune indoer è in connessione col ger MAHT forza cui l’onomastico Matilde (composto con HILD battaglia) che vale “coraggiosa in battaglia” in concorrenza col celt Mafalda. \ Clava Randello Clàva, inv dal lat CLAVA, è nel percorso semantico della rad indoeur KELA-K(E)LA battere, cui il lat CELLERE battere; in percorso rad, un Giàva quale corruzione sett cui Giavòne snm di Panicastrella, Chiàve dal lat CLAVIS già gr KLEIS KLEIDOS, cui la locuzione di vendita Chiavi in mano, le composizioni Cleithrofobìa o Cleisiofobìa e Clithrofobìa o Cleithrofobìa “panico di essere rinchiusi” con una leggera sfumatura rispetto a Claustrofobia, questa per gli spazi chiusi non essenzialmente d’esservi rinchiusi. Eppoi, Chiavistèllo con Inchiavistellàre (nel chiudere, battono) questo sovrapposto a CLAUSTELLUM dim di CLAUSTRUM serratura cui Chiòstro o Clàustro con Chiòstra dal plur CLAUSTRA, Chiostrière, e Chiostrìna sorta di “pozzo di luce nei caseggiati”, il prefissato Esclaustràto con Esclaustraziòne (dal lat eccl EX CLAUSTRATIO fuori della comunità ma legato all’osservazione delle regole) eppoi Clàde dal lat CLADES abbattimento, strage, Cleidomanzìa con Cleidomànte e Cleidomàntico (divinazione attraverso le chiavi). Incòlume con pref IN privativo da IN COLUMIS vale “esente dal danno”, quindi il ragionamento scorrerebbe in Còlume “colpo-di-clava” e Incòlume “non-colpo-di-clava” (non l’ha ricevuto). Procèlla, con Procellòso, col pref PRO a favore, vale “che favorisce, provoca abbattimenti, danni” cui Procellària (adottato nel 1804) snm di Gabbiano (XVII sec) e Diomedea (già adottato nel 1797), che svolazza in terraferma lontano dalla tempesta in mare, cui Procellarifòrmi (l’Ordine). Nel volg mer esiste il termine Chianca dal lat CLANCA, con Chiancone e Chiancarella, che stanno rispettivamente per “masso, grosso masso, piccolo masso”, vrs in connessione col turco KANCA questo con valore di ricurvo. La rad KELA avrebbe condotto all’ital Chèla “unghia biforcuta e battente”, meglio Chèle, dal lat CHELAE già gr CHELE cui Chelànte e Chelàto, Cheliceràti (Sottotipo di Artropodi, con KERAS corno), Chelìcero, Chelìfero, il patologico Chelòide (suff OIDE “simile”), il gr CHELYS testuggine cui Chèli (la Lira suonata da Mercurio, fatta col guscio di testuggine), Chèlide “testuggine”, Chèlidi (la Famiglia), Chelìdra “testuggine d’acqua” con Chelìdro “serpente d’acqua” (col gr HIDOR acqua), Chelòni (Ordine di rettili) snm di Testudinati, ed ancora al gr HELOS chiodo donde il composto fig Elodèrma (sorta di lucertolone dai numerosi tubercoli). Il termine Clava sarebbe legato a Chiòdo, questo dal lat CLAVUS per l’azione del “percuotere”, cui Chiodàia, Chiodàme e Chiodatùra; l’uso del Chiodo è documentato sin dal 3000 aC. Sorta di Giubbotto di pelle nera, sovente con compimenti metallici, è definito Chiodo in gergo giovanile. In percorso, il prefissato Inchiodàre cn Inchiodamènto, Inchiodàto, Inchiodatòre, Inchiodatùra e il composto Inchiodacrìsti snm di Agutoli, un arbusto dai rami spinosi, con i quali pare sia stata fatta la corona di spine per il Cristo; il gr conta GOMPHOS chiodo cui Gonfòsi (termine d’anatomia, suff medico OSI) e Gonfrèna (termine della botanica, col gr PHREN PHRENOS membrana). Dal termine lat CLAVIS chiave derivano Clavicèmbalo (cembalo a chiavi), Clavìcola (dim lat e sta per piccola chiave) e, nel senso di chiudere attraverso il gr KLEISTOS chiuso, i composti Cleistogamìa e Cleistògamo, Conclàve “chiuso a chiave” questo quale istituzione della Chiesa cattolica per eleggere il papa e che dal XV sec si svolge nella Cappella Sistina, Enclàve, questo rimpatriato dal franc ENCLAVER, che s’è semant “piccola porzione di Stato chiusa in altro Stato” (Campione d’Italia in Svizzera) snm di Exclàve con sostituzione del pref , e Succlàvio, questo sta per “muscolo sotto la (chiuso dalla) clavicola”. Dal dim lat class CLAVICULA di CLAVIS, il lat tardo avrebbe avuto CABICOLA, cui Cavìcchia e Cavìcchio, questo anche “chiave per gli srumenti a corde” col snm Cavìglia (omn di Caviglia del piede) cui Caviglièra, Caviglière (anche parte della chitarra snm di Paletta, dove hanno sede le chiavette), Cavigliatòio, i

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prefissati Accavigliàre cui Accavigliatòre e Accavigliatùra, Incavicchiàre con Incavicchiatùra, Incavigliàre con Incavigliatùra e Scavigliàre; eppoi Cavìglia (del piede) questo transitato dal prvz CAVILLA con ancora Caviglièra. Il mas Chiavìcchio, con Chiavicchièra e le diverse attestazioni in Cavicciòlo, Cavicciùle, Cavicciùlo e Cavicciuòlo, sarebbe un parasnm, poiché pare derivato dal dim di CAPUT testa, quindi sta per “piccolo capo”. In ordine al lemma corrente Chiave, si conta Chiavàrda (col suff ARDO aumentativo) con Chiavardàre e Inchiavardàre. Il verbo d’azione Schiavacciàre da Chiavàccio, col pref S intensivo-durativo, sta per “chiudere col catenaccio”, mentre Schiavardàre è composto col pref S privativo e sta per “privare dalla Chiavarda (grosso perno)”. Il termine Chiave è prolificato ancora in Chiavàio, Chiavàre con Inchiavàre, Chiavatùra, Chiavèllo, Chiaverìna, Chiavètta con Inchiavettàre, Chiàvo (snm di chiodo), il composto Chiavacuòri snm di Rubacuori. Chiavistèllo, infine, nasce dall’inc del lat CLAUSTELLUM (dim di CLAUSTRUM serratura) con CLAVIS. In connessione il glb franc Clou “chiave” attestatosi in “apice, culmine di un evento”. Il volg fig Chiavare, oltre all’ancora fig Scopare, ha il suo snm in Fòttere fig dal valore di ingannare e da questo il superlativo Strafottènte, dal lat medv FUTTERE già class FUTUERE sovrapposto a Battere, cui Fòtta, Fottìo e Fottùto. I percorso prefissato S intensivo conta Sfòttere, Sfotticchiàre, Sfottimènto, Sfottitòre, Sfottitùra, e un popooloare Sfòttò. Il got conta RANDA bordo esterno dello scudo o più in generale di una cosa tondeggiante, connesso con il franc RONDE di Rondare dal lat RETUNDUS. Da RANDA pare sia derivato l’ant utensile da falegname Rànda (specie di compasso, dunque tondeggiante) cui fig il dim Randèllo passato semant a “bastone” (in realtà, un compasso chiuso di legno può avere le funzioni di bastone) donde i snm Manganello e Sfollagente, con Randellàre, Randellàta e il prefissato Arrandellàre (pref AD); il termine s’è poi attestato nel significato marinaresco di “vela di taglio” cui Randeggiàre che vale “bordeggiare” e Randìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), con le locuzioni Randa aurica e Randa svedese. L’ital conta un glb franc Randonnée “corsa furiosa” di genesi ger, vrs connesso alla rad, attraverso varie attestazioni fig, col got RANDA; così potrebbe essere stato per il glb ingl Random nel senso di “casuale”, utilizzato nel linguaggio informatico, cui l’omologismo Randomizzàre con Randomizzaziòne. Il got RANDA è vrs conneso in area rad indoeur col RHAKOS randello cui l’ital Racòforo “sorta di Anfibio” col suff di tema gr PHERO io porto. Grimaldèllo, infine, la chiave dei ladri, è il termine di uno strumento da forzatura ispirato a un Grimaldo, vrs noto scassinatore. \ Chiudere Bloccare Chiùdere è dal lat tardo CLUDERE dal class CLAUDERE con rad KLEUD, cui il gr KLEISTOS chiuso, il percorso ital Chiudènda, Chiùsa, Chiusìno, Chiùso, Chiusùra, i prefissati Acchiùdere (snm di Accludere), Conchiùdere (snm di Concludere), Dischiùdere con Dischiùso, Inchiùdere snm di Includere, Schiùdere con Schiudimènto, Schiùsa e Schiùso; il gr conta KHAINO schiudo cui Achènio (botanica “frutto secco”, pref A privativo). Frutti cosiddetti ad achenio appartengono ad una pianta erbacea chiamata Inula-ìnula inv dal lat INULAM di genesi sconosciuta cui i termini chimici Inulàsi e Inulìna. In linea esplicita dal lat, l’ital conta Clàusola dim dal lat CLAUSA parentesi con Clausùra. Chiòsa “bisogno di spiegazione” (in origine con valore di Idiotismo) è l’inc tra Glossa e CLAUSA, cui Chiosàre e Chiosatòre; Chiosa ha il suo omn in Chiòsa che vale “macchia, chiazza e monetina falsa da gioco”. Chiòsco è invece l’omologismo dal turco KOSK villetta o simile, cui Chioscàro, tra l’altro omologato nell’ingl KIOSK; dall’ingl TO GAZE guardare, l’ital conta ancora Gazebo “chiosco da giardino o simile” omologato inv dall’ingl GAZEBO. Infine, con i pref, Acclùdere (snm di Acchiudere) con Acclùso, Conclùdere (snm di Conchiùdere) con Concludènte, Concludènza, Conclusiòne, Conclusionàle e Conclùso, Esclùdere con Esclusiòne, Esclusìva, Esclusivamènte, Esclisivìsmo, Esclusivìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Esclusivìstico, Esclusività, Esclusìvo, Esclùso ed Esclusòrio, Inclùdere (snm di Inchiudere) con Inclusiòne, Inclusivamènte, la locuzione glb ingl Inclusive tour “viaggio turistico tutto compreso”, ed Inclùso, Occlùdere con Occlusiòne, Occlusìvo, Occlùso e Occlusòre, Preclùdere con Preclusiòne, Preclusìvo e Preclùso (pref lat PRAE “prima”), Socchiùdere con Socchiùso (pref lat SUB). Attraverso il franc FORCLUSION, l’ital conta l’omologismo Forclusiòne quale termine della psicologia, già ted VERWERFUNG rifiuto. L’ingl, in ambito comune delle rad indoeur, conta TO CLOSE chiudere cin CLOSED chiuso cui la locuzione glb Close up “primo piano” in terminologia foto-cinematografica con UP sopra. Dall’ol BLOKHUIS posto di sorveglianza (casa fortificata), attraverso il franc BLOCUS, l’ital conta l’omologismo Blòcco “chiusura” snm di Lotto, cui Bloccàbile, Bloccàggio, Bloccamènto, Bloccàre, Bloccàta, Bloccàto, Bloccatùra e le composizioni Blocconavètte, Bloccaruòta, Bloccastèrzo; attraverso il franc BLOC, comunque sempre dall’ol BLOK tronco squadrato, l’ital conta ancora fig Blòcco “massa compatta” cui Blocchètto con i glb Block-notes o Bloc notes, Blocchièra, Blocchìsta. Il franc conta comumque un proprio ant LOC chiusura, svoltosi in LOQUET, donde l’omologismo Lucchètto. \ Gabbiano Gabbiàno è dal lat volg GAVJA già class GAVIA, sorto da una voce d’espressione soggettiva cui Gabbiano reale, Gabbiano russo, Gabbiano zafferano. Diomedèa, invece, è così chiamato il grosso gabbiano delle isole Tremiti, del Gargano e della sua costa, dove secondo il mito fu sepolto Diomede, cui Diomedee (altro nome delle Tremiti), Diomedèidi, questo snm di Albatri, la Famiglia dei Procellariformi. Il lat scientifico conta LARUS gabbiano cui Làridi, Famiglia di uccelli dell’Ordine de Caradriformi. Il toponimo Tremiti è dal lat TRIMERUS già gr TRIMEROS tre parti-tre isole da MEROS parte. Sorta di gabbiano, ovvero Genere di uccello marino dei Procellariformi, è detto Puffìno, omologismo dall’ingl PUFFIN, al quale G. Pascoli dedica una poesia nella silloge Mirycae del 1891.Il termine, adottato dal 1804, ha il snm in Bèrta. \ Paronomasia Paronimia Paronomasìa, termine composto con il gr ONOMASIA denominazione da ONOMAZEIN chiamare per nome, e il pref PARA vicino, racchiude retoricamente l’avvicinare nella stessa frase due o più parole assonanti ma di significato completamente differente; per esempio, Accolita dal rad di Accogliere e Accolito dal gr AKOLYTHOS compagno di strada; /…/ ch'i' fui per ritornar più volte vòlto /…/ Dante. L’uso improprio provoca risultati di bisticci e, alla meglio, può essere equivocata con l’Allitterazione; la Paronomasia, infatti, comunemente indicata con “bisticcio” o “annominazione”, è una semplice questione di sonorità morfologica, mentre l’Allitterazione si riflette sugli intenti metaforici o semantici che l’autore vuole imprimere. Nella poesia, la Paronomasia configura il far cominciare la strofa con l’ultima parola della strofa precedente, o con una parola contenuta nell’ultimo verso della strofa precedente.

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La Paronimìa, con Paronìmico, termine composto col gr ONYMA nome, definisce due o più parole di diversa estrazione etim (lemmi alieni o pseudoetim), ma somiglianti nella forma; il Parònimo, viepiù, indica un termine che contiene una lieve modificazione in relazione alla sua storia etimologica, quale il lat DOCTOR dottore da DOCERE insegnare; in sintesi, è parola simile ad un’altra ma diversa nella forma. La differenza sostanziale con Paranomasia è che la Paronomia non è ricercata ai fini di una retorica, ma coincidentale nel testo quando non d’uso obbligato; i luoghi comuni in locuzione quali Chi dice donna dice danno, Il traduttore è sempre un traditore, Onore ed oneri ne sono un esempio. \ Prefisso *META META, con i suoi adattamenti, è il pref derivante dal gr META, con valore di con-fra-dopo, nel senso di mutamento, trasposizione, partecipazione, successione, posterità, donde una nutrita serie di prefissati quali Metàbasi dal gr MATABASIS “da un discorso all’altro”, Metabiològia, Metabiòsi (col gr BIOSIS metodo di vita), Metàbole dal gr inv METABOLE trasferimento, mutazione (dal gr BOLOS di BALLO io metto) con Metabòlico, Metabolìsmo, Metabòlita o Metabòlito, Metabolizzàre con Metabolizzànte, cui Ametàbolo (col pref A privativo vale “che non muta”), Emimetàbolo (col pref EMI metà vale “mezza mutazione”) Olometàbolo (col pref OLO dal gr HOLOS intero vale “mutazione completa”), Paurometàbolo (col pref dal gr PAUROS poco vale “mutazione parziale”); eppoi Metacinematogràfico, Metacognitìvo con Metacogniziòne, Metacrilàto (vale acido metacrilico da Acrilico 1) e Metacrìlico, Metacrìtica, Metacromasìa con Metacromàtico e Metacromatìsmo, Metacronìsmo, Metadìnamo, Metaemoglobìna o Metemoglobìna,, Metaètica, Metafilosofìa con Metafilosòfico, Metafàse (in Citologia), Metàfisi (anatomia, vale tessuto tra Diàfisi dal gr DYAPHYSIS crescenza ed Epìfisi dal gr EPIPHYSIS sovra crescenza, questo in relazione con Ipòfisi), Metafìsica (oltre la fisica) con Metafisicàre e Metafisicherìa, Metafonèsi con Metafonètico, i parapsicologici Metafonìa e Metafònico, Metafràste (traduttore, col gr PHRAZO parlo), Metagalàssia con Metagalàttico, Metagènesi con Metagenètico, Metageometrìa, Metagiurìdico, Metagràmma, Metaldèide, il termine retorico Metalèpsi o Metalèssi “sorta di metonimia” 2 dal prefissato gr METALEPSIS trasposiziome, Metalessicografìa, Metaletteràrio con Metaletteratùra “oltre il tradizionale” da appiare a Metalinguàggio con Metalinguìstica e Metalinguìstico “oltre il linguaggio concreto”, eppoi Metalìmnio “strato intermedio di un lago” col gr LIMNE lago, Metalògica con Metalògico, Metamatemàtica, il biologico Metamerìa (dal gr MEROS parte) con Metamèrico, Metamerìsmo, Metamerizzaziòne e Metàmero, Metamioglobìna, Metamìttico col gr MIKTOS mescolato, Metamoràle, Metamòrfosi “trasformazione” (col gr MORPHE forma) con Metamorfosàre e Metamorfosàto, Metamorfìsmo ed Esometamorfìsmo (doppio pref dal gr EKSO fuori) e ancora Metamòrfico e Metamorfizzàre, Metamotòre, Metanarraìvo e Metanarraziòne, Metanàuplio da Nàuplio “stato larvale iniziale” dal gr Nauplios il nome del figlio di Poseidone, il dio del mare, e quindi connesso con il gr NAU, riconducibile al gr NAUTES navigante, Metanòia, Metanòrma, Metaplasìa “mutazione cellulare verso il tumore” (suff PLASIA) cui Metaplàstico, il biologico Metaplàsma, il linguistico Metaplàsmo “modellato diversamente” dal gr METAPLASMOS, Metapsìchica, Metapsìchico e Metapsichìsta, Metaromànzo e Metaromanzière, Metasciènza, il linguistico Metasemìa (col gr SEMA segno) “cambiamento di significato”, il mineralògico Metasomatìsmo o Metasomatòsi (col gr SOMA corpo che qui vale massa rocciosa), il fisico Metastàbile, Metàstasi (spostamento della stabilità, la riproduzione di un processo tumorale, col gr STATIS stabilità) con Metastàtico, Metastatizzànte e Metastatizzàre, Metastòria con Metastoricità e Metastòrico, Metatòrico, Metatèsto con Metatestuàle, Metatoràce, Metazòi (Sottoregno animale col gr ZOION animale), Metempìrico, Metempsicòsi (proprietà che avrebbe l’anima, gr PSYKHE anima, di passare da un corpo all’altro), infine Metòdo e Metòdico (fra la strada, la strada che si percorre, in senso fig, col gr HODOS strada). Il Metèco (plur metèci per il Garzanti e metèchi per Marcel Brion) dal gr METOIKOS, dalla composizione META-OIKOS (casa), era nella Grecia Antica il forestiero che, pur stanziatosi nel comprensorio di una città, non fruiva di tutti i diritti e doveri spettanti ai cittadini veri e propri, ovvero l’omologo extracomunitario d’oggi, l’immigrato. 1 Dal franc ACRYLE radicale monovalente, l’ital conta Acrilàto, Acrìlico con i composti Acrilammìde, Acrilonitrìle; sorta di tessuto acrilico è il Dràlon marchio registrato in concorenza con Leacrìl altro marchio registrato entrambi dal 1961. 2 Il fenomeno retorico della Metalèssi accade quando il termine viene traslato non in un suo immediato ma attraverso una o più metafore; per esempio, l’oronimo Monte Canino arriva attraversando Vetta-Punta-Dente - Dente canino, oppure in una locuzione quale Siamo ancora ai lamenti in riferimento ad una persona cara scomparsa. \ Metafora Allegoria Metàfora, dal gr-lat META-PHORA mutamento-trasferimento-portare oltre da METAPHERO trasferisco (suff gr PHERO io porto), definisce una figura retorica in cui il significato esplicito del primo termine è traslato, ovvero semant diverso, in un termine intermedio che accomuna proprietà con un terzo. Insomma, quale esempio, dal primo termine Cima arriviamo al terzo termine Dente, transitando dal termine intermedio che li accomuna “aguzzo”; quindi , il “dente della montagna” è la metaf di Cima grazie al termine “aguzzo”. Un’egregia metaf deve sapere d’originalità, che non ricalchi quelle tradizionali, oramai discreditate in luoghi comuni (simbolismi, similitudini), nella banlità come Agnello per Innocenza, Fuoco per Passione, Tramonto per Vecchiaia, Viale per Esistenza o Vita; “Viale del Tramonto” è un film di successo del 1950, diretto da Billy Wilder, con Gloria Swanson e William Holden, che percorre gli ultimi fotogrammi di vita di un’anziana diva del muto. In percorso con Metafora, si contano Metaforeggiàre, Metaforicamènte, Metafòrico, Metaforìsmo e Metaforizzàre. Da non equivocare con la Similitudine, una figura retorica che vuole un paragone mediante avverbi o locuzioni, quale “Quel lottatore è imponente come una montagna”, una frase che si muta in metafora affermando invece “Quel lottatore è una montagna”. Qualora si faccia ricorso a più metafore in seno ad un unico testo, questo diviene allegorico. Allegorìa, dal gr ALLEGORIA (ALLOS-AGOREUEIN) parlare diversamente (pref ALLOS altro) connesso col gr AGON che in questo caso assume fig il senso verbale, vale infatti una metafora continuata. La Divina Commedia 1 è un’opera allegorica. In percorso, Allegòrico, Allegorìsmo (adottato dal 1920) con Allegorìsta, Allegorizzàre, la locuzione carnevalesca Carro allegorico. 1 In un tentativo di creare una contrapposizione soggettiva alla Divina Commedia, Francesco de Santis, battezzò il Decamerone di Boccaccio “Terrestre Commedia”. \ Deverbale e denominale - Intensivo Per sostantivo deverbale s’intenda il termine ricavato da un verbo, cui Chiacchiera da Chiacchierare e Vòglia, questo un sostantivo devb estratto dalla prima persona sing di Volere, dal lat volg VOLJO da VOLEO similmente a Doglia dal lat volg DOLIA da DOLEO. Chiacchieràre, cui Chiàcchiera e Chiacchieràta, Chiacchieràto, Chiacchierìccio, Chiacchierìno,

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Chiacchierìo e Chiacchieròne, è il termine derivato da Chierere per Chiedere, dal lat QUAERERE cercare, ricostruito da una forma onomatopeica CL CR (Ved Censura in Mago…); snm di Chiacchierata è Sciaràda, con Sciaradìsta, attraverso il prvz CHARRADO chiacchierata. Lòdo, dal lat LAUDUM, è termine giuridico apparso per la prima volta in un documento ad Orvieto nel 1353 e tornato d’attualità nel 2000 grazie ad un evento giudiziario di richiamo nazionale, che sta per “decisione arbitrale” e per estensione “transazione- compromesso” ed è il sostantivo devb del verbo LAUDARE. Lòde, ancora connesso con LAUDARE, è dal lat LAUS con genitivo LAUDIS, cui il percorso fedele al lat quali Làuda “componimento poetico”, Laudàbile, Laudatìvo, Laudatòre, Laudatòrio e Làude; il percorso corrente quali Lodàbile, Lodabilità, Lodàre, Lodatìvo, Lodatòre, Lodèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE. Adulàre pare connesso con LAUDARE, anche quale snm, ma in realtà deriva dal lat ADULARI d’etimo non accertato, cui Adulàbile, Adulatòre, Adulatòrio, Adulaziòne. Fuori percorso Adulària (minerale) relativo ad Adula l’antico oronimo delle Alpi Lepontine cui Adularescènza questo modellato come Florescenza; tuttavia si potrebbe pensare ad una forma intensiva, in connessione o in sovrapposizione, per esempio, con il verbo URULARE, questo intensivo di ORARE parlare. Il lemma Allòdola o Lòdola cui Lodolàio “sorta di falco” o ancora il poetico Alàuda inv dal lat ALAUDA cui Alàudidi (la Famiglia), che pare abbia delle connessioni fig con LAUDARE, merita una maggiore attenzione: dal lat ALAUDULA, dim di ALAUDA d’origine celt, la A iniziale era stata considerata come pref AD; c’è di più, con l’aferesi dello pseudoprefisso A, il termine si muta in LAUDULA e qualcuno poi, nel volg, lo ha trascritto in L’ALODOLA e qualcun altro in LA LODOLA, da questo, infine, l’attestazione di Lòdola complanare ad Allodola. Agli aludidi appartiene la Tottavìlla “sorta d’allodola”, termine considerato d’origine onomatopeica, ma si potrebbe pensare ad una composizione volg da “in tutta la villa” ovvero “uccello diffuso in tutta la campagna”. Per verbo denominale, viceversa, lo s’intenda costruito da un nome, cui Ingabbiàre da Gàbbia questo dal lat volg CAVJA già CAVEA cui la variante Gàggia dal genovese Gagia, omn di Gaggìa dal gr AKAKIA cui l’ital Acàcia snm di Mimosa o Robìnia questo dedicato al botanico Robina da Linneo, altrove citato con J. Robin, che ne introdusse i semi in Europa (1601); tra le Acacee si conta il Catecù, con l’adattato Catecòlo, omologismo dal malese CACHOU attraverso il franc CATECHU, cui Catechìna (suff chimico INA), il composto Catecolammìna o Catecolamìna. Nel percorso di Gabbia l’ital conta Gabbiàio, Gabbiàta (l’insieme di uccelli in gabbia), il termine marinarèsco Gabbière dalla locuzione Vele di gabbia, i dim Gabbiètta, Gabbiòla e Gabbiòtto, l’accr Gabbiòne con Gabbionàta (opera idraulica); variante di Gabbia è un ant Càiba o Gàiba (XIII sec). Gàbbia, oltre al significato corrente, assume svariate attestazioni fig o semant quali “vela quadra” nella nautica snm di Terzarolo, strumento di tortura, recinto da lancio in atletica, ostacolo nelle gare d’ippica, intelaiatura, museruola, armatura in edilizia, la locuzione fisica Gabbia di Faraday snm di Schermo elettrostatico a difesa dei fulmini, il foglio in editoria dove è compreso (ingabbiato) il contenuto di una pagina, infine la locuzione anatomica Gabbia toracica. Il lemma Gabbèo, nella terminologia delle saline, d’etimo non accertato, è vrs connesso con Gabbia da CAVEA. Così per Ghèbbio “gozzo dell’uccello” quale devb dal toscano Ghebbiàre e Inghebbiàre, cui il veneto Ghebo “piccolo canale naturale”, vrs connesso con il lat CAVEA cavità. Viàggio è il sostantivo diretto discendente dal lat VIATICUM transitato dal prvz VIATGE, cui il verbo denm Viaggiàre. Una diversità, invece, va assegnata a termini quali Prèsa (anche in terminologia elettrica, associato a Spina), Ppres sostantivato e volto al fem da Prèndere, Prèso-Prèsa, Presàme (dal Pp Preso come Rottame da Rotto, col suff AME per collettivi); Prendere è inv dal lat tardo PRENDERE, dal class prefissato PRAE HENDERE, cui Prendìbile, Prenditòre, i composti Prendinòta, Prendisòle; il lessema è da rad GHED afferrare cui Edera-èdera da HEDERA con Ederàceo, Ederèlla, Ederìfero e Ederòso; il gr conta lo specifico KISSOS edera cui Cissòide col suff OIDE “simile”adottato in geometria. Straordinaria una vrs connessione con l’ingl KISS bacio, riflettendo sulla proprietà dell’edera di baciare le pareti o le sedi dove si arrampica. \ Un proverbio marchigiano recita che “Prendere e mai dare non può durare per la vita”. \ Ancora col pref PRAE davanti, Prèda, Predàre, Predatòre, Predòne, Prènsile questo dal Pp PRENSUS dal class PRAE HENSUS (svoltosi nel tipo ital come in Fissile e Pensile) con Prensilià, Prensiòne dal tardo PRENSIO PRENSIONIS, Prigiòne o Pregiòne attraverso il franc PRISON con Prensilità già lat PREHENSIONEM con Prigionia, Prigionièro o Prigionière e, con i pref Apprèndere da ADPREHENDERE con Apprendìbile, Apprendimènto, Apprendìsta con Apprendistàto, il Pp Apprèso, eppoi Apprensìbile da ADPREHENSIBILIS con Apprensìva, Apprensiòne e Apprensìvo, Comprèndere con Comprensiòne, Comprensìvo, Comprèso e Comprensòrio, Comprendònio questo inc lemmatico di Comprendere con Testimonio dall’immagine di chi fa comprendere i fatti accaduti tramite la deposizione; Depredàre con Depredatòre e Depredaziòne, Disapprèndere, Imprèndere con Imprenditòre, Imprenditòrìa e Imprèsa (pref IN illativo) cui Impresàrio, Intraprèndere, Intraprendènte e Intraprèso, Rapprèndere e Rapprèso col pref RA-D, Reprèndere con Reprensiòne, Reprensìbile e Irreprensìbile (doppio pref IN negativo), Riprèndere, già Reprendere, con Riprendimènto, Riprenditòre, Riprènsìbile, Riprensiòne e Riprensòre tutti col pref RI iterativo, Soprapprèndere con Soprapprendimènto, Sorprendènte con Sorprèndere e Sorprèsa col pref SOR vale “prendere da di sopra”. Termine particolare nel percorso di Prendere è il prefissato Rappresàglia (pref RA-D) dal medv RAPRESALIA dal prefissato REPRESA presa in cambio. Il gr conta LAMBANO io prendo donde LEMMA LEMMATOS riflesso nel lat LEMMA premessa-assunto cui Lèmma (adottato dal XVI sec) con valore di “proposizione, titolo o sommario, voce e locuzione elencati in dizionario, snm di Articolo” con Lemmàrio, Lemmàtico, Lemmatizzàre, Lemmatizzaziòne; il termine Lemma è preferito nella terminologia dell’Omologismo. In alcune composizioni LEMMA vale fig involucro-scorza quale “premessa del contenuto interno”. Per verbo intensivo, invece, ereditato dal lat, s’intenda la mutazione dalla voce normale di un verbo allo scopo di porre in forte rilievo il significato, cui QUASSARE crollare da QUATERE scuotere svoltosi nell’ital Scassàre con EX estrattivo (omn di Scassare “cancellare” e Scassare “levare dalla cassa”), ma anche Squassàre (Ved Accasciare in Cascina…) con Squàsso e Squataròla (snm di Pivieressa); il percorso conta ancora il volg composto Scassacàzzi e Scassaquìndici (gioco della morra). In ital, allora, l’effetto intensivo è dato dai pref, come Incutere dal lat CUTERE, Stemperare da Temperare, Stracarico da Carico. \ Ciarlare Ciaccolare Cianciare Cianfrusaglia Snm di Chiacchierare (adottato nel XVI sec) è Ciarlàre (già dal XIV sec) cui Ciàrla, Ciarlatàno questo inc di Ciarlare con un Cerretàno (da Cerreto di Spoleto noto nel medioevo per la provenienza dei primi ambulanti), Ciarlièro, Ciarlòne, Cialtròne questo inc di Ciarlòne con Poltrone. Il borgo storico di San Severo, nel foggiano, è chiamato volg Ciarriere, il quartiere

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popolare dove più si ciarla. Altri snm, Ciaccolàre (XVI sec) da Ciàccola con Ciaccolòso e il volg veneto Ciacolare con Ciàcola, di genesi onomatopeica vrs dal tema di CIA C schiocco; Cianciàre (XIV sec) da Ciància con Cianciamènto, Cianciatòre, Cianciòso, la variante Ciancicàre con Ciancicòne, una seconda variante Cianciugliàre con Cianciugliòne, il composto Cianciafrùscola e Cianciafrùscolo cui la variante Cianfruscàglia o il corrente Cianfrusàglia meglio Cianfrusàglie, con ancora Cianfrugliàre o Ciafrugliàre col devb Cianfrùglio o Ciafrùglio e Cianfrugliòne o Ciafrugliòne, eppoi Il tutto dovrebbe essere connesso ai temi dalla serie onomatopeica CIA R e C NC rumore sordo ripetuto. Infine, c’è da contare in ital il snm Bègole o Bégole chiacchiere cui Begolàrdo e Begolàre o Bergolàre, termini attraverso il lat fig BERBECARE ciarlare da BERBEX pecora. \ Rapina Dal rad REP prendere con avidità, il lat aveva coniato RAPERE strappare, cui Rapàce da RAPAX, Rapidèzza con Rapidità e Ràpido da RAPIDUS cui RAPDUS e l’aggettivo e avverbio Ràtto “veloce” con sincope della i e assimilazione del gruppo td in tt, come Netto da NITIDUS e NITDUS; in connessaione fig l’ital conta gli omn-snm sovrapposti al significato di Veloce cui i sostantivi Ràtto “rapimento” e Ràtto “grosso topo” eppoi l’aggettivo Ràtto “rapito”. Dall’aggettivo Ratto “veloce” s’è attestato dal XVI sec il fem Ràtta quale elemento architettonico relativo alle colonne. Dal Pp RAPTUS l’tal conta l’unv Ràptus con valore di “impulso irresistibile” adottato in psichquuueeesto con un letterario Rattòre, eppoi il sostantivo Rapìna cui Rapinàre, Rapinatòre, Rapinòso. Attraverso il franc SNEL rapido l’ital conta l’omologismo Snèllo cui Snellèzza, Snellìre con Snellènte e Snellimènto, attestatosi nel senso di “sottile-slanciato-elegante-grazia-leggerezza…”. \ Longobardi Franchi I Longobardi, dal ger LANGBART composto con LANG lungo e BART barba e vale “dalla lunga barba”, indicano la popolazione germanica che nel 559 dC calò nel Friuli, dilagando nella Pianura Padana sino a Milano. La Longobardia, oggi ricordata con il coronimo della regione Lombardia 1, ebbe per capitale Pavia; coronimo storicamente assegnato dai bizantini insediati un Romagna. Successivamente s’impossessarono di territori al centro - Ducato di Spoleto - e al sud della penisola - Ducato di Benevento - quest’ultimo l’embrione del futuro Regno delle Due Sicilie, per cui anche la Puglia era identificata con Longobardia (capiate Benevento). Si convertirono al cristianesimo merito della regina Teodolinda, promotrice dell’editto di Rotari. A Monte S. Angelo, sul Gargano, dove ancora resiste una chiesetta longobarda, dedicata a S. Salvatore, si credeva fosse stato sepolto Rotari nel quartiere medv Junno, ma risultò un errore; comunque, per quest’antico monumento non s’è ancora cancellata del tutto l’antica identificazione quale Tomba di Rotari. La dinastia ebbe termine all’avvento dei Franco-normanni al Sud della penisola, questi successivamente svevizzati da Federico II. Lo storico ricercatore Paolo Diacono (VIII sec dC) ha contribuito con le sue opere, la più nota HISTORIA LANGOBARDORUM (dall’ant ger LANGBARDLAND), alla conoscenza delle vicende longobarde dal tempo della loro emigrazione dalle terre scandinave all’invasione in Italia. Altrove ed in Europa, i Franchi puri furono guidati da Pipino il Breve e da suo figlio il futuro Carlomagno. Fondatore della monarchia dei Franchi era stato Clodoveo (466-511), che conquistò la Gallia del Nord con la guerra contro gli Alemanni. Durante La battaglia decisiva di Tolbiaco, nel 496, fece voto di convertirsi alla religione cattolica già professata dalla moglie Clotilde. Coerente, condusse i Franchi al Cattolicesimo. Dal castello di WIBELING in Franconia, attribuito agli Svevi, è stato coniato il termine Ghibellìno lo storico avversario del Guèlfo questo dal ted WELF il capostipite dei duchi di Baviera. Dal significato franc di FRANK uomo libero, cui il lat FRANCUM, Franchi quale poopolo, s’è avviato quel percorso semant ital sorto da un’ant metaf di libertà, cui Frànco e i derivati Francàre con Affrancàre, Francamènto e Affrancamènto, Francatùra con Affrancatùra, un Francheggiàre (rendere libera la servitù), Franchèzza, Franchìa (marinaresco), Franchìgia, l’esot Franchising con Franchisee e Franchisor, ancora il prefissato Infranchìrsi (IN illativo) o Rinfrancàrsi (doppio prefisso RI iterativo con IN illativo) questo in percorso con Rinfrancàre, Rinfrancàro e Rinfrànco, il composto Francobòllo con Francobollàre nel senso di “bollo che dà il via libera alla spedizione”. Molte città conservano il toponimo storico di Villafranca o Francavilla nel senso di “paradiso fiscale”, insomma dove, per diverse ragioni, le tasse o erano ridotte o addirittura i cittadini ne erano esenti. Nell’onomastica si contano Francesco e Francesca con gli ipocoristici Cecco e Cecca; in voce volg, Cècca vale “donna chiacchierona – gazza” e nella locuzione Far cecca sta per “fare cilecca”. Il composto Ceccofùria, poi, è assegnato a chi pretende o mostra troppa fretta nelle cose, in complanare con Ceccosùda ma questo in odore di inconcludenza. Fuori da questo percorso Ceccòna o Ciaccòna, questo dallo sp CHACONA “sorta di danza”. Nel significato etnico di Francesi, attraverso il franc ant FRANCEIS da FRANCE cui Francia, anche in riferimento agli ant Franchi, da FRANC, questo sempre del valore di uomo libero, l’ital conta Frànco con Francèsco e Francescòne da FRANCISCUM dei Franchi, Francèsca “la scure (dei Franchi)”, Francèse con Franceseggiàre, l’obsoleto Franzèse con Franzeseggiàre, Franceserìa, Francesìna, Francesìsmo con Francesìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere) e Francesìstica, Francesizzàre con Francesizzaziòne, lo spregiativo Francesùme, Francheggiàre, Franciàno (un dialetto), Fràncico attraverso l’ant franc FRANCIQUE, Francìgeno con Francìgena o Francèsca (ant strada medv europea, dal nord dell’Europa sino alle Puglie), Fràncio (elemento chimico, simbolo Fr), un Franciòso con il prefissato Infranciosàre o Infrancesàre; quale pref FRANCO appare in composizioni quali Francofilìa e Francòfilo, Francofobìa e Francòfobo, Francòfono, Franconormànno, Francoprovenzàle, Francovèneto. L’onomastica prevede un Franco attraverso il ger FRANCH “libero” cui Lanfranco “il liberatore della patria (con LAND territorio-paese esteso in patria) ed un Franco ipocoristico di Francesco “proveniente dalla Francia” cui i derivati Francescanèsimo, Franescàno attraverso San Francesco. Il francofono della Luisiana (USA) è indicato con Cajun, corruzione del franc ACADIAN cui Acadiàno questo relativo al geologico coronimo canadese Acadia L’uccello Francolìno è considerato d’etimo non accertato, comunque, essendo un galliforme, dovrebbe pur esserci una connessione fig con l’equivalenza celti-galli-franchi; il suo snm è Roncàso, anche questo d’etim non accertata. 1 In percorso da Lombardia, il glb attraverso l’ingl Lombard “tasso d’interesse”, Lombàrda (danza e vento piemontese da nord), Lombardàta “sistema di “passa-mattoni” dal medv Lombàrdo “muratore” appunto perché venivano assunti emigrati dalla Lombardia, Lombardèsimo o Lombardìsmo, Lombàrdo con Lombardità, un Lombardi nella cognomastica. Nel toponomastica esiste un Castello di Lombardia in Sicilia (Enna) a ricordo di una guarnigione appunto lombarda, e ancora un Guardia Lombardi in Campania (Av) a ricordo più antico dei longobardi. \ Mattanza Tonno Suffisso ANZA Mattànza, come gà analizzato, termine adattato dallo sp MATANZA, è riferito allo specifico della pesca dei tonni; lo stesso,

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il termine è usato in disgraziate espressioni, sovente in relazione alle stragi criminali da resa dei conti. Il lemma Tònno, con Tonnàra, Tonnaròtto e Tonnàto con ul glb franc Tonnè (forma corretta tonné), è dal volg lat TUNNUS già THUNNUS e class THYNNUS dal gr THYNNOS, di estrazione precedente a questa cultura cui ancora Tùnnidi (la Famiglia). Pseudoetim Tonnarèllo, meglio Tonnarèlli, “sorta di spaghetti” quale corruzione volg di Tondarello, Tonneggiàre con Tonnèggio da TONOS tensione e valgono “spostare un’imbarcazione tirando i cavi d’ormeggio”. L’ital contiene il proprio suff ANZA dal lat ANTIA, per i sostantivi astratti ad indicare un modo d’essere, quali Adunanza, Temperanza… in alcuni termini rientrati attraverso il franc, il suff ANZA è omologato da ANCE, vedi Alleanza da ALLIANCE. \ Gioco delle carte Giochi comuni delle carte sono Canasta, Domino, Ramino e Scopa. Canàsta, con un Canastòne, è l’esot inv dallo sp CANASTA e vale “canestro” così Ramìno che dovrebbe essere correlato fig all’omn Ramino che sta per “recipiente” di rame. Dòmino è ispirato fig al Domino ”cappa con cappuccio” dai colori appunto bianco e nero. Scòpa, infine, è il fig di Scopa, l’attrezzo per ramazzare, e sta per “pulizia delle carte dal tavolo”cui Scopòne. Ciascuna specie delle carte è fig indicata con Seme, quali Bastoni, Coppe, Denari e Spade o Cuori, Fiori, Picche e Quadri. Il lemma Bagàtto sta per “carta da gioco di minor valore” cui Bagatèlla o Bagattèlla con Bagatellàre o Bagattellàre, attraverso il ted BAGATELL, e il volg veneto Bagattino “monetina di poco conto” coniata tra il 1200 e il 1300, che qualche etimologista vorrebbe derivati da BAGATTO l’ant nome di Baghdad, cui presumibilmente Bagascia. Nel 1750, il sacerdote napoletano Marcello Chitarrella ideò il cosiddetto Codice Chitarrella che sancisce le regole per alcuni giochi delle carte quale lo Scopone. Nel gioco delle carte ricorrono i termini Sparpagliare e Mischiare. Il primo, Sparpagliàre, è il prodotto lemmatico dell’inc di Spargere con Spagliare, quest’ultimo nel significato del tema med “traboccare”. Spàrgere, con Spargimènto, Spàrgolo Spàrso o Spàrto (omn del botanico Sparto) e il prefissato Cospàrgere con Cospàrso, dal lat immutato SPARGERE, dal gr SPEIRO semino, discendente dalla rad SPHER seminare, cui anche Sprecàre (adotato dal 1300) con Sprecamènto, Sprecàto, Sprèco e Sprecòne dal volg DISPERGICARE attraverso il passaggio DISPARGERE-DISPERGERE (pref DIS intensivo) con normale passaggio della a in e, cui Dispèrgere e Dispersiòne questo assimilato al significato di Disperdere dal lat DISPERDERE. \ In Italia, è previsto nel 2008 uno spreco alimentare di circa 584 € per cittadino.\Il percorso continua con Spèrma inv dal gr-lat SPERMA seme, cui Spermàtico, con una serie di composti quali Spermacèti “semi di cetaceo”, Spermatèca, Spermatèisfora (col gr EISPHORA contribuzione), il biologico Spermatìdio (col suff per diminutivi IDIO dal gr IDION), Spermatòfìte (col gr PHYTON pianta) snm di Fanerogame, e col pref SPERMATO in composizioni quali Spermatocìto (col gr KYTOS cavità con valore di Cellula), Spermatòfite (col gr PHYTON pianta) snm di Fanerògame, Spermatogènesi, Spermatogònio (col gr GONOS generazione), Spermatorrèa (col suff gr RROIA da RHEO io scorro), Spermatozòo snm di Zoospèrmio col gr ZOION animale, cui Spermatozòide, snm di Nemasperma, Spermicìda, il prefissato Aspermìa (A privativo); è vrs una connessione di SPHER con una rad più ant di SPEUD sputare nel senso di spargere (sputo). Spagliàre, col pref S sottrattivo “togliere la paglia”, è dal lat PALEA - in volg PALJA - presumibilmente dalla rad madre di una numerosa discendenza, quali Pàglia “ciò che resta dalla raccolta di cereali” con Pagliàccio questo letteralmente “che indossa una veste fatta di tela da pagliericcio” “snm di Pezzente, cui Pagliaccèsco, il dim Pagliaccètto (abito per clown e bambini) e Pagliacciàta, Pagliàio o Pagliàro, Pagliaiòlo, Pagliàra, l’esot Pagliàrdo dal franc PAILLARD pezzente che dorme sulla paglia, Pagliarèccia snm di Zigolo muciatto, Pagliarèsco, Pagliaròlo (sorta di uccello) e Pagliaròla “pecora nutrita con paglia di grano”, Pagliàta, i fig Pagliàto e Paglierìno “tonalità di giallo”, Paglìccio, Paglierìccio questo col doppio suff ARIO collettivo e ICEO di materia, Paglièto, Pagliètta con Pagliettàto, Pagliètto “stuoia”, Pagliettòne snm di Loglierella, Paglìno, Pagliolàia (composto con Paglia e Bargiglio), Pagliòlo “sorta di pavimento per imbarcazioni” con Pagliolàto, eppoi Pagliùca, Pagliùzza. Esiste l’omn Spagliàre “traboccare” da tema mediterraneo PALIA vrs connesso con Palta. Il detto toscano Avere la moglie nella paglia sta a significare moglie incinta, ereditato dai tempi quando le condizioni economiche imponevano alle partorienti si sgravarsi al caldo delle stalle, su giacigli di sola paglia. Pànama è un cappello maschile di paglia bianca tipico dell’America centrale, che prende il nome all’apertura del Canale di Panama. Il gr cont KARPHE paglia cui la locuzione fig mer Pecora carfagna ovvero di lana ruvida (come paglia). Il percorso prosegue in Pèlle con Pellàgra (dalla locuzione Pelle agra), Pellàio o Pellàro (con suff di mestiere AIO con la variante mer ARO), Pellètica, Pelletterìa, Pellìccia con Impellicciàre, Impellicciàto e Impellicciatùra passati quali snm di Impiallacciare, Impiallacciato e Impiallacciatura, Pellicèllo, Pellìcola dal dim lat PELLICULA cui Pellicolàre e le locuzioni Pellicola fotografica, Pellicola cinematografica e Pellicola piana; infine Pèlvi da PELVIS catino poi fig bacino anatomico cui Pèlvico e i composti Pelvimetrìa, Pelviperitonìte, connesso ad un più ant PELEVIS rivestimento; il rad comune è PEL, un rad che ha assunto diverse attestazioni semantiche, quali PEL (buccia) di Paglia e Pelle, PEL (grigio) di Pallido, PEL di Pulire. La voce Pelliccia ha uno specifico tema med paleosardo MASTRUCA pelliccia, vrs connesso col tema med MAK MAKKA pestare, schiacciare (la lavorazione della pelle), cui rimane inv Mastrùca o Mastrùcca già lat MASTRUCAM attestatosi in giaccone di pelle. Il termine Skài (marchio nregistrato) indica “pelle sintetica” adottata per i sedili delle auto, valigeria, divani e poltrone. Dal tardo lal GUNNA pelle l’ital ha coniato Gònna col dim Gonnèlla; una sorta di gonnella indossata da ambo i sessi nel medv era chiamata Ciòppa, omologismo dal tred SCHOPE. Il percorso conta vrs Gunnèllo che in senso fig è una sorta di pesce che puà sopravvivere a secco (pelle disidratata) attendendo il ritorno delle acque. Snm di Pelle (adottato dal XII sec) è Cùte (dal XIV sec) dal lat CUTIS, cui Cotènna da CUTINA (attestazione romagnola-emiliana), Còtica da CUTICA (attestazione sett) col dim Cotechìno o Coteghìno, Cuterèbridi (Famiglia d’insetti, con il lat TEREBRA succhiello), Cuticàgna (inc Cotica-Cute con suff aggettivante AGNO), Cutàneo con i prefissati Epicutàneo, Intercutàneo, Percutàneo, Trascutàneo o Transcutàneo e Sottocutàneo, il composto Muscolocutàneo, eppoi Cutìcola dal dim CUTICULA con Cuticolàre, Cutìna (suff chimico INA), i composti Cutireattività, Cutireaziòne; la duplicatura naturale della cute in alcuni mammiferi volatori (pipistrelli) o arboricoli, o nel protorace delle farfalle è definita Patàgio fig dal lat PATAGIUM orlatura. Il grasso sottocutaneo, invece, è indicato con Làrdo, dal lat LARIDUM poi LARDUM con sincope della i, privo di connessioni indoeur, cui Lardàceo, Lardaiuòlo, Lardàre, Lardatòio, Lardatùra, il dim Lardèllo (piccola quantità) con Lardellàre, Lardòso, il composto Pappalàrdo divenuto snm di “sciocco-goffo-ipocrita” ma anche “bigotto” ricalcando il franc PAPELARD quale metaf che indica il fedele che di nascosto mangia lardo nei giorni proibiti (venerdì, Venerdì Santo, Quaresima…).

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Mischiàre, col prefissato Frammischiàre o Inframmischiàre, con un desueto Meschiàre, infine, con Mìschia o Mèschia, Mischiamènto, Mischiàta, un Pp Mìschio, Miscùglio e il volg Mescuglio (suff collettivo, dal lat ALIA- ALIAE traducibile in diversi, tanti), perviene dal lat MISCULARE iterativo di MISCERE cui Mescolàre con i prefissati Frammescolàre, Rimescolàre con Rimescolamènto, Rimescolànza, Rimescolàta con Rimescolàto, Rimescolìo e Rimèscolo, eppoi Mèscola questo snm sia di Mescolanza sia di Mestola, Mescolàbile, Mescolamènto, Mescolànza questo snm di Mescola e Mestola, Mescolàta, Mescolatòre con Mescolatrìce, Mescolatùra, Mescolaziòne e Mescolìo; attraverso il franc RATATOUILLER mescolare si conta il glb gastronomico Ratatouille “mescolanza di pezzetti di verdura mista cotti in salsa di pomodoro. Direttamente da MISCERE si ha Mèscere (metaplasmo) con Miscìbile, Miscibilità e Mèscita questo in sostituzione di Bar durante il fascismo quando furono inibiti gli esotismi, l’iterativo Rimèscere, il Pp MIXTUS questo in ital Mìsto, di rad MEIK-MEIG, col prefissato Frammìsto, eppoi Mistiòne da MIXTIO MIXTIONIS, Mistùra o Mestùra, Metìccio dal lat MIXTICUS transitato dallo sp MESTIZO, ancora Miscèla, Miscelamènto, Miscelàre, Miscelatòre, Miscelatùra, Miscelaziòne, Miscìbile con Miscibilità cui il prefissato Immiscìbile con Immiscibilità (IN negativo), il glb ingl Mustang dallo sp MESTENGO sangue misto. Attraverso l’ingl MIXER mescolatore l’ital conta l’omologismo Mixàre o Missàre con Missàbile, Mixeràggio o Missàggio con Missatòre ma anche i glb Mix, Mixing e Mixage questo riflesso dal franc; da non equivocare con i composti cui il pref MIXO dal gr MYKSA muco, in connessione rad. Dal lat tardo MISCELLUS misto di MISCERE, il lat conta il derivato MISCELLANEUS cui Miscellàneo con Miscellànea. Infine, i prefissati Commìscere con Commistiòne, Commìsto e Commistùra, Promìscuo da un tardo PROMISCUUS con Promìscuità, Smistàre con Smistamènto (pref S sottrattivo) e i composti Mistilìngue, Mistilìneo... Il franc conta MELER mescolare cui l’esot Melange con l’omologismo Melangiàto. Fuori percorso Mistòforo dal gr MISTHOPHOROS composto con MISTHOS salario e PHOROS che porta, Mistagogìa, Mistagègico e Mistagògo composti col gr MYSTES iniziato e il suff tratto da AGO conduco. Verbo intensivo volg di MISCERE è MISCITARE, cui Mestàre con un obsoleto Mestiàre, Mestamènto, Mestatòio, Mestatòre, Mèstola, questo snm di Mescolanza e di Mescola, con Mestolàccia, Mestolàta, Mèstolo, l’accr Mestolòne questo anche fig “anatra selvatica” e un Mestolàre eppoi Tramestàre e Tramestìo. \ Il Mestolo di legno è una ant unità di misura, che appare nel racconto arabo “Ali Baba e i quaranta ladroni”, con il quale contavano le monete d’oro del bottino. Attraverso l’ingl SCOOP (pron scup) mestolata l’ital conta fig il glb giornslistico Scoop con un semiomologismo Scoopìsmo. Mesticàre da MIXTICARE questo un secondo intensivo volg di MISCERE cui Mèstica con Mesticherìa (esercizio commerciale ai primi del ‘900), Mesticànza o Misticànza, Mesticatòre, Mestichìno. Il rad è MEIK-MEIG, cui il lat MICA briciola, donde anche i termini omm Mìca “particella silicata”, cui Micàceo, Micanìte (suff ITE per minerali), Micascìsto col gr SKHISTOS roccia metamorfica, il dim Micèlla con Micellàre, da non equivocare in percorso Micelio con Micelico dal gr MYKES fungo, eppoi Mìca - ant Mìga – semant fedele briciola, quest’ultimo anche avverbio Mìca, sovente male usato, e un dim volg Michetta “sorta di pane”. Il prvz conta BROLHAR mescolare, cui l’omologismo Brogliàre con Brogliàccio o Brogliàzzo e Bròglio, incluso i prefissati Sbrogliàre con Sbròglio (S sottrattivo) e Imbrogliàre (IN illativo) con Imbrogliàta, Imbrogliàto, Imbrogliatùra, Imbròglio e Imbrogliòne questi nel senso di “frodare-mescolare le cose”. L’omonima rad MEIG sta per battere gli occhi, cui il raro Nittitànte o Nictitànte “membrana oculare”, con Nittitaziòne o Nictitaziòne, dal lat NICTITANS dal verbo NICTARE battere le palpebre, in vrs connessione figurata con Nèttare, dal lat NECTAR, questo un prodotto botanico succhiato dalle api che battono le ali, cui Nettàrio. Inoltre, occorre ricordare che il Nettare è un liquido secreto e potrebbe avere la connessione con il rad MEIK-MEIG di Mescere. Nel gioco delle carte si contano ancora il glb ingl Poker, d’etim non rintracciato, cui i semiomologismi Pokerìno e Pokerìsta con i pieni Pòcher, Pocherìno e Pocherìsta, la variante ital Teresìna o Telesìna snm di Poker americano; eppoi l’ingl Whist, un gioco assai complicato, d’etim vrs onomatopeico della serie SSS ST dal profondo silenzio che lo accompagna. \ Goti Gallia Iberia Goti erano i popoli germanici di provenienza scandinava, che dopo aver invaso i territori sino al Mar Nero, e le province romane della Tracia (attuali Turchia, Grecia e Bulgaria) - cui Trace o Tracio, meglio Traci, o il non comune Tracico con Tracici - Mesia (Basso Danubio), Grecia e Asia Minore (238 dC), penetrarono nella penisola italica, nella Gallia e nella Spagna, diramandosi in Visigòti (occidentali) ed Ostrogòti (orientali). Derivati, Gòto e Gòtico con l’onomastico Gustavo italianizzato dallo svedese GOTSTAFR partigiano dei goti (STAFR sostegno) o, il più nazionalista “condottiero dei goti”. La Gallia, dal nome dei Galli che l’avevano invasa, così chiamti i Celti dai romani, comprendeva la Gallia Cisalpina (Italia sett ad esclusione della Liguria e parte del Veneto) e la Gallia Transalpina (ovvero l’Oltralpe, attuali Svizzera, Belgio, Francia e parte della Germania). La regione italica, abitata fin dalla presistoria, fu nel IV aC occupata dai Celti, i quali si piegarono agli influssi liguri, etruschi e veneti. I Romani spartirono la Gallia Cisalpina in Cispadana e Transpadana. Dai Galli, al sing Gàllo, il percorso conta Gaèlico e Gallèco (lingue) o ancora Goidèlico relativo ad un gruppo linguistico diffusosi in Islanda, in Scozia e nell’isola di Man, eppoi Gàllego attraverso il coronimo iberico Galizia, Gallèse attraverso il coronimo Galles, Gallicàno con Gallicanèsimo (della Gallia, per accezione relativo alla Chiesa di Francia), Gallicìsmo (snm di Francesìsmo) con Gallicizzàre con Gallicizzànte, Gàllico (omn di Gallico da Galla), i vari composti Gallammìna “ammina gallica” dalla locuzione Acido gallico, Gallofilìa con Gallòfilo, Gallofobìa con Gallòfobo riferiti ai francesi, Galloitàlico snm di Celtàlico (coniato da SA per un intervento stampa del 2005, ma riveduto e corretto da un precedente d’anni prima), Gallomanìa con Gallèmane intendendo oggi la Francia (snm quindi di Francofilia e di seguito), Galloromànzo “latino parlato in Gallia”. Da includere Portoghèse dal coronimo Portogallo. Molti termini celto-gallici si sono riversati nell’ital radicandosi talmente da risultare complicato riprenderne le origini etim; ad esempio, il lemma Gìgaro, Gìcaro o Gìchero “pianta erbacea velenosa” ci viene dal lat GIGARUM di presunta provenienza gallica, ma in complanare al tema med GIGARO pianta; snm di Gigaro è Aro-àro dal gr ARON col quale dovrebbe essere connesso o, questo, il suo ipocoristico. Nel qual caso Aro, svoltosi nel lat ARUM, fosse per davvero l’ipocoristico di GIGARO pianta, perché non credere in una correlazione col gr-lat AROMA cui il lat AROMATITES (relativo alle spezie) e l’inv ital Aròma, questo con Aromatàrio, Aromàtico con Aromaticità, Aromatizzàre con Aromatizzàtre, Aromatizzàto e Aromatizzaziòne, ed il composto Aromaterapìa con Aromaterapèuta. Termine alieno Aromùno questo relativo ad un dialetto romeno diffuso in Macedonia e nell’Epiro. L’Iberia è l’antica regione degli Iberi, che oggi comprende la Spagna e il Portogallo, cui Ibèrico dal lat HIBERICUM già gr IBERIKOS, con Iberìsmo (esotismo linguistico) e Iberìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere). I Celti stanziatisi in questa regione erano indicati Celtibèri cui Celtibèrico. In percorso da Spagna, oltre al relativo Spagnòlo o Spagniuòlo o Spagnùlo anche in cognomastica, con Spagnolìsmo, l’ital

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conta il botanico Spagnàio dalla locuzione Erba spagna snm di Erba medica, il termine erotico Spagnòla, Spagnoleggiàre, il fig Spagnolèsco, Spagnolètta questo anche Nocciolina americana, il glb ingl Spanièl “spagnolino”attraverso il franc ant ESPAGNOL e che indica una razza di cani. Il volg mer conta Spagnare nel senso di “spaventarsi”. \ Romanico Gotico Barocco Romànico, per accezione lo stile europeo occidentale già dal sec X con estensione al XII, è dal lat medv ROMANICUS da ROMANUS relativo a Roma. La città attraversata dal RUMON, connesso con RHEO scorrere, fluire, l’arcaico nome del fiume Tevere, il cui idronimo offuscherebbe l’eponimo Romolo. Il fiume avrebbe poi assunto l’idronimo di TIBERIS cui Tiberìno e l’onomastico Tiberio da TIBERIUS abitante lungo il Tevere; da aggiungere il toponimo Tivoli attraverso il preromano TRIBUX, in connessione o sovrapposto a TIBERIS, che, da una metaf, s’è globalizzato nell’intendere “parco divertimenti” o “teatro, bar, ristorante, cinema...” In percorso, Romàncio e Romàndo rispettivamente lingua ladina e franc-prvz in Svizzera, Romàico o Romèico dal gbz RHOMAIKOS relativo all’Impero Romano d’Oriente cui l’attuale Romagna dal gbz ROMANIA la regione del Nord Italia rimasta ai bizantini, eppoi Romanamènte, Romanèsca e Romanèsco, Romanìsmo, Romanìsta, Romanìstica e Romanìstico, Romanità, Romanizzàre con Romanizzaziòne, Romàno da ROMANUS, questo sia nella cognomastica sia nell’onomastica con Romano “cittadino di Roma”, di fascista memoria, con Romina questo non politicizzato, e Romeo da Romèo dal lat ROMEUS “diretto a Roma” questo in riferimento ai pellegrini che percorrevano la transeuropea Francìgena altrimenti detta Romèa. Romàntico, con Romanticheggiàre, Romanticherìa, Romanticìsmo, Romantizzàre e Romanticùme, transitato dall’ingl ROMANTIC ma gia franc ROMANTIQUE, è relativo a Romànzo questo sostantivo e aggettivo sempre tramite il franc ROMANZ cui Romanzamènto, Romanzàre, Romanzatòre, Romanzeggiàre, Romanzèsco, Romanzètto, Romanzière, Romanzìna o Ramanzìna (lunga come un romanzo); Romànza con Romanzèro, invece, è tramite lo sp ROMANCE che resta glb Romance, cui Romancero, Romanceiro. In percorso i composti Romano-barbarico, Romano-germanico. In percorso la regione Romagna cui Romagnòlo e Romanèlla “componimento poetico romagnolo” variante della Villotta friulana. Gòtico è lo stile europeo fiorito nell’arte durante il Rinascimento, dal lat GHOTICUS in senso dispregiativo, considerato barbarico, cui Goticùme, in contrapposizione a Romanico; eppure il Gotico, questo stile di ricchezza espressionistica, avrebbe avuto molto fortuna. \ L’ultima grande costruzione italiana in stile got (neogotico) è il tempio monumentale dell’Addolorata a Castelpetroso, Isernia, iniziata il 28 settembre del 1890 e completata nel 1975, quando furono ultimati la facciata, i due campanili, i portali e le porte di bronzo. Il tempio appare improvvisamente dalla strada, eretto solitario sulle colline, ed infonde una stupefacente suggestione. Ancora allo stato progettuale, fu premiato a Torino (1900) e a Liegi (1910). La comunità locale lo volle edificare sul luogo dell’apparizione taumaturgica dell’Addolorata. Promotore dei lavori fu il bolognese Carlo Aquaderni, il cui figlio era stato miracolato da una gravissima malattia. Primo architetto, Francesco Gualandi di Bologna. Dopo le interruzioni imposte dalle due grandi guerre, e dalle vicissitudini intermedie, il progetto fu ripreso grazie al giovane architetto Gualandi figlio.\ Il termine Baròcco nascerebbe dal ptg BARROCCO “perla grezza” cui Baroccheggiànte, Barocchètto “tardo barocco” e Barocchìsmo. Lo stile del Barocco, snm di Secentìsmo, si sviluppò nel 600 a seguito della Controriforma nei paesi cattolici, la cui peculiarità è un’intenso decorativismo, tendente ad emozionare con forme ardite e virtuosistiche; si espanse dall’arcchitettura alla pittura, scultura, poesia, musica. In Italia si può ammirare il Barocco leccese a Lecce, o meglio Barocco pugliese questo patrimonio di tante cittadine e di masserie specialmente salentine. \ Prefissi STRA CIS TRANS TRAS *TRA PRETER Suffisso ESI MENTO Prefissi INTRA INTRO INFRA INTER STRA IL pref STRA continua la tradizione del lat EXTRA e vale fuori estendendosi, in similitudine con Arci, quale eccesso o superlativo. In passate forme volg va ad indicare oltre. Straordinàrio “fuori dell'ordinario, non comune”. Stracòtto (tipica pietanza) “cotto in eccesso”, fig “assai innamorato”. Strapotènte vale il superlativo “potentissimo”. Strapiantàre (S intensivo) volg per Trapiantàre “piantare oltre” cui Trapiantamènto, Trapiantàto, Trapiantatòio, Trapiantatrìce, Trapiantaziòne, Trapiantìna, Trapiantìsta. Oggi, Trapiantare con Trapiantato, Trapiantista e Trapiànto, il doppio prefissato Politrapiantàre con Politrapiantàto (di più organi) e il composto Trapiantologìa, merito della chirurgia, è sovente associato a Espiantàre (dal lat EXPLANTARE) con Espiantaziòne (attraverso l’ingl EXPLANTATION) o Esplantaziòne (fedele al lat) e Espiànto, questo ha già conquistato una deviazione semant tutta sua, nobilitandosi nell’asportazione d’organi ed arti umani (animali) per utilità chirurgiche, prendendo le distanze dal snm Spiantàre (pref EX sottrattivo) “svellere, sradicare” fig “mandare in rovina” cui Spiantàto “già in rovina” e Spiànto “crollo economico” eppoi Spiantamènto, Spiantatòre. CIS Continua immutata la tradizione latina, sia semant che grafica, del CIS di qua da... cui CITER che è al di qua donde CITERIOREM e l’ital Citeriòre, da rad KI, comunemente utilizzato in composizioni geografiche: Cispadàno (di qua dal Po), Cismarìno (…dal mare). Fuori percorso Citèllo dal lat CITELLUM “sorta di mammifero” d’etim ignoto, Citerèa “epiteto di Afrodite” e Citerèo “il culto” dall’isola gr di Citera, dal gr KITHEREIA, lat CYTHEREA. \ Racconti cisfantastici, SA Personaledit 1998, narrano di fatti al di qua della fantasia, ma al di là della realtà.\ TRANS ESI MENTO TRAS TRA PRETER Anche il pref TRANS mantiene fede alla tradizione latina TRANS al di là, oltre, vrs una forma secondaria del sct TAR oltrepassare, in configurazione geograficamente dirimpettaia al Cis: Transpadàno eppoi Transahariàno “che attraversa il deserto del Sahara”, Transatlàntico questo anche metaf il corridoio di palazzo Montecitorio, e Transocèano; è ancora nella memoria collettiva il transatlantico italiano Rex, varato il 1934, orgoglio del regime fascista, e affondato dagli inglesi nel ’44. Tregènda dal volg TRANSIENDA passaggio è il gerundivo lat sostantivato di TRANS IRE andare attraverso-passare e sta per “convegno notturno di demoni, streghe.per compiere malefici”; il termine s’è ulteriormente semant in Caos, Confusione. L’introvabile Tregèsi, che sta per “riduzione provocata della popolazione, procurata con armi occulte”, sembrerebbe connesso a Tregenda; è invece l’esasperazione linguistica del lemma Trègua “sospensione temporanea”, dal franc TREWVA patto-trattato, che ritroviamo nel ted TREUE fedeltà, col suff gr ESI che vale mandare-azione, vedi Anamnesi (che manda a ricordare)... pressoché corrispondente all’ital MENTO, che va a trasformare un verbo in un sostantivo devb, quali Svolgimento (l’azione dello svolgere), Movimento (l’azione del muovere). Col pref TRANS sono sorti molteplici lemmi cui Transàre con Transàto, Transattìvo e Transaziòne dal lat TRANS-ACTIO da TRANS-ACTUS Pp di TRANSIGERE cui Transìgere da AGERE guidare-spingere con apofonia della a in i con

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Transigènza e l’opposto Intransigènza da Intransigènte; da ACTUS si ha Atto-àtto (omn di Atto “adatto) donde il denm iterativo Atteggiàre con Atteggiamènto e Attitùdine “atteggiamento” questo omn di Attitudine “inclinazione”, Attìvo dal lat ACTIVUS cui Attivàre, Attivaziòne, Attivìsmo e Attivìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Attività ed Attivizzàre, eppoi Attuàle dal lat ACTUALIS cui Attualità, Attualìsmo e Attualizzaziòne, Attuàre dal lat medv ACTUARE cui Attuàbile, Attuabilità, Attuamènto, Attuatìvo, Attuatòre e Attuaziòne, l’esot Attuariàle questo attraverso l’ingl ACTURIAL nel senso particolare di scritturale cui Attuàrio da ACTUARY, Attuòso, Aziòne dal lat ACTIO ACTIONIS cui Azionàle con Azionalità e la locuzione Verbi azionali, Azionìsmo con Azionìsta e gli omonimi esot Aziòne e Azionìsta attraverso il franc ACTION e ancora gli esot franc Attànte da ACTANT e Attanziàle da ACTANCIE e Entracte ”entro un atto e l’altro”. Transènna, questo dovrebbe essere alieno nel persorso TRANS poiché è dall’etrusco-lat TRASENNA rete per uccelli ma è sovrapposto al lat TRANS ITUS transito. Trànsfuga dal lat FUGERE da rad BHEUG. Transiènte è con il Ppres del lat IRE andare. Transumàre, adottato dal 1909, sta per “attraverso la terra (HUMUS)” su modello sp TRASHUMER, cui il Ppres Transumànte e da questo Transumànza ed è relativo alla migrazione stagionale di bestiame, greggi, dalle pianure ai monti e viceversa; Transumanza è un neologismo rispetto al precedente snm Mena dal lat MINARE spingere già in uso nel XIII secolo. L’assonante Trasumanàre o Transumanàre sta per “oltre la natura umana” (col suff Umano) cui Transumanaziòne. TRANS spazia anche in termini indicanti passaggio, attraversamento, cambio di condizione... contraendosi in TRAS cui Trasbordàre questo transitato dal franc TRANSBORDER, con il devb Trasbòrdo. Trasmigràre dal lat inv MIGRARE da rad MEIGW, cui Emigràre con Emigraziòne, Immigràre con Immigraziòne, Migràre con Migratòre, Migratòrio e Migraziòne. Trasmutaziòne, Trasmèttere... e addirittura con valore negativo come in TRA di Tradìre, o un desueto Tradère, dal lat TRANS DARE dare al di là, ovvero consegnare, giusto come Giuda consegnò Cristo ai romani e da questo ha avuto origine il significato “negativo” di Tradimènto, Traditòre rispetto a quello “positivo” di Tradiziòne “ciò che è consegnato verbalmente ai posteri” con Tradizionàle, Tradizionalìsmo, Tradizionalìsta, Tradizionalìstico, Tradizionalmènte. Il Pp TRADITUS pertanto è traducibile “negativamente” nel piano Tradìto e nello sdrucciolo Tràdito “tramandato”. Il termine Diziòne in (Tra)dizione, infatti, è dal lat DICERE, cui il nostro Dire, per cui lo ritroviamo lungo il percorso di Condiziòne dal pref CONDITIO CONDITIONIS (CUM associativo) di CONDICERE dire insieme, convenire, accordarsi cui Condizionàle, Condizionàre con Condizionamènto, Condizionatòre - cui Condizionatore d’aria, il cui prototipo era già installato nel 1851 brevettato da J. Gorrie, poi ci fu W. Carrier che lo perfezionò in maniera definitiva - Condizionatrìce e Condizionatùra, Condizionàto con Condizionatamènte. Eppoi Dizionàrio cui Dizionarìsta e Dizionarìstica; snm di Dizionario è Calepìno, termine che designava lo storico dizionario latino stampato agli inizi del ‘500 per conto di Ambrogio dei conti di Calepio, poi passato a indicare tutti i voluminosi dizionari, altresì registri e taccuini. Il lemma Addizione è pseudoetim, poiché è dal lat ADDERE aggiungere (vedi Edile…). Termine ancora alieno nel percorso prefissatoi TRANS è Trastùllo cui il denm Trastullàre e i vari Trastùlla questo solo al fem e solo fig nella locuzione Erba trastulla “fandonie”, Trastullamènto, Trastullatòre, Trastullèvole e Trastullòne, d’etimo incerto ma derivante dal lat TRANSTRUM cui Tràsto, la struttura che sosteneva il banco dei rematori; la semant lo ha reso snm di “dilettarsi”, a seguito di una consolidata metaf. Il pref TRA che sta per “al di là” può concorrere ad imprimere al vocabolo il senso della “non normalità”, quale Traballare da Ballare. Dal lat PRAETER, composto di PRAE ampliato di comparativo TER, il suff PRETER sta per “al di là, oltre”, ma con una sfumatura rispetto al snm TRANS il quale andrebbe ad indicare una posizione geografica, mentre PRAETER è di pensiero, d’azione, d’incarico, cui Preterintenzionàle con Preterintenzionalità, Pretermèttere col Pp Pretermèsso e Pretermissiòne, Preternaturàle, eppoi Preterìre col Pp Preterìto dal lat PRAETER IRE chi va avanti cui Preteriziòne da PRAETERITIO PRAETERITIONIS, questo adottato tra le figure retoriche per definire ciò che si dichiara di voler tacere ma che in realtà si afferma nello stesso momento “Non dico che sia ubriaco ma in queste condizioni gli fanno il palloncino alcolometrico”. INTRA INTRO INTUS INFRA INTER Il pref INTRA rimane inv dalla preposizione lat INTRA dentro-tra derivato da IN introduzione, cui Intradòsso (superficie concava), Intrattenère, Intravedère o Intravvedère... da non equivocare nei termini quali Intramontabile, Intraducibile... contenenti il pref IN negativo e quindi stanno per Non-tramontàbile e Non-traducìbile. Tramontàre è il denm da Tramònto, questo in composizione con Monte e vale “oltre i monti”. INTRO invece è inv dall'avveribio lat INTRO dentro complanare di INTUS cui Intestìno questo sia aggettivo da INTESTINUS sia sostantivo da INTESTINUM “tubo anatomico” con Intestinàle; l’infiammazione all’intestino cieco è indicata con Tiflìte, dal gr TYPHLOS cieco. INTUS sintetizzato dall'aggettivo INT(ER)US sta anche ad indicare il moto verso l’interno, cui Intussusceziòne con il lat SUSCEPTIONEM ricevimento con valore di “invaginazione-accrescimento intermuscolare dei viventi” Eppoi, Introdùrre e Introduziòne (da DUCERE) con l’iterativo Rintrodùrre, Introflèsso, Intròito questo dal lat INTROIRE entrare cui Introieziòne e Introitàre. Da non equivocare in termini quale Introvàbile, con IN negativo “non trovabile”, dal lat TROPARE cui Trovàre con Trovatòre, il prefissato Ritròvo, con lenizione p in v. Snm di Ritrovo (notturno) adottato dal XVII sec, è l’omologismo franc Tabarin (in uso dal 1933), che sottintende “Ballo di Tabarin” questo il nome di una maschera buffa, attestatosi in “locale da ballo”; termine ormai obsoleto a favore dell’ingl Night Club. INFRA, infine, giunge inv dal lat INFRA sotto, spesso usato per motivi eufonici in sostituzione di INTRA-INTRO e quindi diventa “fra-all’interno di”. Termini etim corretti quali Infraròsso (al di sotto dello spettro luminoso), Infrasuòni (sotto l’udibilità). Termini con sostituzione quali Inframmèttere e Infrasettimanàle, da non equivocare con i prefissati come Infracidare, Infrangere e Infrascare tutti con IN illativo che accompagnano i lemmi Fracido, Frangere, Frasca. Il pref lat INTER tra, dalla forma primitiva indoiran ENTER, questa sopravvissuta nell’ingl cui il glb Enter nella terminologia dei computer, e da quella d’area ger e osco-umbra NTR, ritrovabili entrambi nel celtico e nel lat, è il legamento dell’illativo IN col suff comparativo TER, con significato spaziale o temporale, ma anche di privazione e di distruzione. Lo ritroviamo infatti in Interaziòne con Interazionàle e Interazionìsmo attraverso il franc INTERACTION, Interdìre con Interdittòrio, Interdiziòne e Interdètto “proibito” (Pp del lat DICERE) con valore di “bloccato” attraverso il franc INTERDIT, nello sdrucciolo Intèrito “morte”... e in Interìto “irrigidito” (dal lat INTERIRE da una serie onomatopeica T R, cui Intirizzimènto, Intirizzìre e Intirizzìto, con Stirizzìre (cambio di pref), Interazziàle (da un ant franc HARAZ allevamento di cavalli, poi semant, previo passaggio fig, in di uomini), Interinàle “provvisorio” (dal lat INTERIM frattanto) con

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Interinalmènte, Interinàre attraverso il franc ENTERINER, Interinàto e Interìno questo inv dallo sp INTERINO, eppoi Interim-ìnterim che vale “frattanto-provvisorio” a sua volta composto da INTER e IM questo un suff che vale “al singolare” con Interimìstico; a tutto questo occorre associare Mèntre dal lat DUM INTERIM dal quale deriva ancora Domèntre, un fossile lemmatico il cui pref DUM sta per una forma irrigidita della rad DWA di Durare; da ricordare che Mentre quale congiunzione avversativa è snm di Invece, pertanto non vanno appaiate così come Ma e Però. Il percorso continua con Interafricàno, Interagìre con Interagènte, Interallacciàre, Interalleàto, Interamericàno, Interàrabo, Interàrmi, Interarticolàre, Interasiàtico, Interàssàssi, Interastràle, Interatòmico, Interatriàle (riferito a “atrii cardiaci”), Interattività con Interattìvo, Interaziendàle, Interbancàrio, Interbàse, Interbèllico, Interbinàrio, Interblòcco, Intercàmbio con Intercambiàbile e Intercambiabilità con ancora Interscàmbio con Interscambiàbile e Interscambiabilità, Intercapillàre, Intercardinàle, Intercategoriàle, Intercervicàle, Intercìdere (con il lat CAEDERE tagliare) con Intercìso, il glb ferroviario Intercity (con CITY città), Interclàsse con Interclassìsmo, Interclassìsta e Interclassìstico, Interclùdere con Interclusiòne e Interclùso (con il lat CLUDERE chiudere), Intercolònnio o Intercolòmnio o ancora Intercolùnnio (con il lat COLUMNA colonna), Intercompartimentàle, Intercomunàle, Intercomunicànte, Interconfederàle, Interconfessiòne con Interconfessionàle, Interconfessionalìsmo e Interconfessionalità, Interconnètter con Interconnessiòne, Intercontinentàle, il glb ingl Intercooler (con COOLER raffreddatore), Intercòrrere e Intercorrènte, Intercostàle, Intercotidàle, Intercromosòmico, Intercultuàle con Interculturalìsmo, Interdefinìbile, Interdialettàle, Interdicèndo, Interdigitàle, Interdipendènte con Interdipendènza, Interdisciplinàre e Indiscipolinarità, Interdistrettuàle, Interessènza, Interetnico, Intereuroèo, Interfàccia o la variante Interfàcie con Interfacciàre, Interfacciàbile, Interfacciàle e Interfacciamènto, Interfacòltà, Interfàlda, Interfamiliàre, Interfecòndo con Interfecondità, Interfederàle, Interfèrro, Interfèrtile con Interfertilità, Interfilàre, iol verbo Interfogliàre o Interfoliàre cui Interfogliatùra, Interfòglio o Interfòlio con l’aggettivo Interfogliàre, Interfòno con Interfònico, Interfòrze, Intergalàttico, Intergenerazionàle, Interglaciàle, Intergovernatìvo, Interlacciàre con Interlacciamènto, Interleuchìna da Leucocìto in versione ingl LEUKOCYTE, Interlìnea con Intelineàre questo aggettivo e verbo, Interlineatùra e Interlineaziòne con ancora Sterlineàre e Sterlineatùra (con cambio di pref in S sottrattivo da IN illativo, vale “eliminazione delle interlinee”), Interlìngua con Interlinguìstica e Interlinguìstico con il snm Interlìngua tratto dalla locuzione Lingua internazionale, Interlocàle, Interlùdio da Preludio con cambio di pref, Interlunàre con Interlùnio (un snm di Novilùnio), Intermammillàre, Intermascellàre, Intermèttere con Intermèsso e Intermissiòne eppoi Intermittènte con Intermittènza, Intermèstruo con Intermestruàle, Intermetàllico, Interminàbile con Interminàto, Interministeriàle, Intermodàle, Intermolecolàre, Intermontàno, Internàuta, Internazionàle (dal lat NATIO nazione) con Internaionalìsmo, Internaizionalìsta, Internaionalìstico, Internazionalià, Internazionalizzàre, Internazionalizzaziòne e lo sportivo Interìsta ellittico della locuzione Internazionale football club, Internebulàre, Internegatìvo, il glb Internet dalla locuzione INTERNATIONAL NETWORK rete telematica internazionale dove NET rete e WORK lavoro, cui l’omologismo sostantivo ed aggettivo Internettiàno che si ritrova nella locuzione Galateo Internettiano e in quelle glb Internet café, Internet point, Internet provider. Il percorso prefissato continua con Internòdio (col suff tratto dal lat NODUS nodo), Internùnzio con Internunziatùra, Interoceànico, Interòsseo, Interparète, Interparietàle, Interparlamentàre, Interpartìtico, Interpersonàle, Interpiàno, Interplanetàrio, Interpònte, Interpòrto con Interportuàle, Interprovinciàle, Interpsicologìa, Interradiàle, la composizione glb ingl Inter-rail “carta ferroviaria” con RAIL rotaia nel senso di ferrovia fig dal sgnificato originale di barra, Interrazziàle o un Interraziàle attraverso il franc RACIAL, Interregionàle, Interscapolàre, Interscuòla con Interscolàstico, Intersessuàle con Intersessualità, Intersindacàle, Intersoggettività con Intersoggettìvo, Interspaziàle, Interspecìfico, Interspinàle, Interstazionàle, Interstellàre, Intertàppa, Intertèmpo, Intertèsto con Intertestuàle con Intertestualità, Intertrìgine (con il lat INTERTRIGO da TERERE sfregare), Intertropicàle, Interurbàno, Intervàllo (dal lat VALLUS palo e VALLUM palizzata, cui Vallo) con Intervallàre, Interventricolàre, Interversiòne, Intervertebràle, Intervìa, Intervocàlico, Interzòne con Interzonàle. Il percorso conta Interiòre dal superlativo INTERIOR del lat INTERUS interno cui Interiorità, Interiorizzàre e Interiorizzaziòne, Interiòra dal plur lat INTERIORA di INTERIOR, eppoi la locuzione glb ingl Interior design “progetto (grafico-disegno) per interno”. Infine, Intèrno da INTERNUS (dal XIV sec) con il filosofico Internalìsmo su calco ingl INTERNALISM, Internàre, Internamènte, Internamènto, Internàto aggettivo e sostantivo dal Pp di Internare e il sostantivo Internàto attraverso il franc INTERNAT, Internìsta, Internalìsmo dall’ingl INTERNAL, il composto Internografàre con Internografàto, in locuzione glb ingl Internal auditing e Internal auditor “Revisione contabile interna” e “Revisore contabile interno”; eppoi Entràgna o Entràgno (contrario di Estraneo), in opposto al percorso del lat EX fuori di… cui Estèrno da EXTERNUS di EXTER o EXTERUS che sta fuori cui il denm Esternàre con Esternalìsmo, Esternalità, Esternalizzàre, Esternalizzaziòne, Esternamènte, il Pp Esternàto con il sostantivo Esternàto attraverso il franc EXTERNAT, Esternatòre ed Esternaziòne; eppoi Esteriòre da EXTERIOR che sta fuori praticamente snm di Estero-èstero cui i composti Esterocettìvo ed Esterocettòre attraverso l’ingl EXTEROCEPTOR con RECEPTOR che riceve già lat RECEPTOR, Esterofilìa, Esterofobìa, Estràneo dal lat EXTRANEUS, Lèstra “l’esterno della casa” semant in “rifugio cespuglioso del cinghiale fuori tana”. Da una presumibile forma umbra STRAINO, in ital si è attestato Stràno cui il percorso Stranèzza, Straniamènto, Straniàre, Straniàto, Stranièro o un ant Stranière, Stranierìsmo, Stranìre con Stranìto, il glb ingl Strange (termine fisico), in complanare a Estraneaziòne o Estraniaziòne, Estraneità, Estràneo o Estrànio o ancora Estràno (omn di Estrano “idrocarburo”) con l’aferetico Strànio, Estraniamènto, Estraniàre ed Estraniàto tutti questi col pref EXTRA italianizzato ESTRA, cui una serie composta da Estracontrattuàle a Estravagànte INTER lo ritroviamo anche nel verbo Interessàre, denm dal sostantivo Interèsse “stare in mezzo-essere importante” composto dal lat INTER-ESSE essere, cui Interessamènto, Interessànte, Interessatamènte, Interessàto. \ Emigrazione In circa un secolo, dal 1876 al 1973, l’esodo emigratorio degli italiani aveva raggiunto un totale di 25.528.505 unità, di cui 3.037.849 nel solo Veneto, seguiti dai 2.696.266 della Campania. L’ultimo trentennio dell’arco temporale qui esaminato, l’emigrazione era stata prevalentemente interna all’Europa, toccando Belgio, Francia, Germania e Svizzera; gli ultimi dieci anni, invece, avevano interessato il polo industriale nazionale, Genova, Milano e Torino. Le rimesse degli emigrati, che avevano sensibilmente soccorso l’economia nazionale, e un loro decente benessere esistenziale raggiunto sono stati però pagati con lo smembramento delle famiglie, l’abbandono dei figli e la proliferazione delle cosiddette Vedove bianche, spose rimaste in patria senza più notizie dell’uomo, vittime delle occasioni di sopravvivenza. In un paese del sud, le vedove bianche votatesi alla prostituzione esercitavano il loro mestiere di sopravvivenza sotto la foto del loro matrimonio, in bella vista sul comò.

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\ Atteggiamenti Alcuni accurati studi psicologici relativi al significato degli atteggiamenti assunti inconsciamente da un individuo, risulterebbe che le braccia incrociate indicano voler frapporre una barriera di superiorità con l’interlocutore, il pugno chiuso, magari percuotente un piano, sta per imprimere maggiore forza al proprio enunciato, il pollice e l’indice uniti a formare un cerchio o un ovale valgono la ricerca della precisione, il battere i piedi denota impazienza, reggere il capo tra le mani con i gomiti appoggiati implica uno stato d’isolamento, la mano sotto il mento, come volerlo reggere, è segno di esitazione, le mani giunte dimostrano sicurezza, piegare il capo di lato trasmette desiderio d’affetto, toccarsi il naso, infine, determina che l’individuo sta mentendo. \ Cotto Crudo Dal lat COQUERE da una serie onomatopeica C Q-C C, l’ital conta derivati e prefissati quali Cucìna, dal lat COQUINA svoltosi nel volg COCINA, cui Cucinàre, Cuòcere con Cuòcitòre o Cocitòre, Cuocitùra o Cocitùra, Cuòco con gli obsoleti Còco e Quòco, il Pp Còtto con Cottìccio, Còttile e il fig fem Còtta (evidente innamoramento, passione), eppoi Biscòtto (cotto due volte BIS) con Biscottàre; sorta di biscotto, in volg siciliano, è ‘Nzuddi al plur da Vincenzuddu dim di Vincenzo, vrs riferito all’omn santo. Il percorso conta ancora Decòtto 1 e Decoziòne (cotto completamente, pref DE conclusivo e COQUERE) , Precòce (cotto prima, pref PRAE) con Precocità, Ricuòcere (pref RI iterativo) con Ricòtto “cotto ancora” cui Ricòtta e il composto mer Cacioricòtta con la locuzione Ricotta forte (piccante), Scottàre e il Pp Scòtto (con pref EX conclusivo) omn dell’etnico Scotto “scoto” e Scotto “tassa”, eppoi uno Scottòne in macelleria; infine Culinàrio con Culinària attraverso il lat tardo CULINA cucina. \ Brevetti per Ricette culinarie erano già rilasciati ai tempi della Magna Grecia\ Oltre ad essere il fem fig di Cotto, Còtta, termine alieno in questo percorso, ha l’omn nell’omologismo dal franc COTTE tunica, in uso tra i cavalieri medv, sopravvissuto in ambito liturgico, cui Cotìssa e Cotissàto. Ancora pseudoetim è Còttidi (Famiglia di pesci) dal lat COTTIDAE già gr KOTTOS corrispondente all’ital Scazzòne, termine fig moderno (1931), vrs ispirato al risvolto volg di Pene “cazzo”. \ L’evoluzione dell’uomo è iniziata con le prime esperienze di cucina \ Contrario di Cotto è Crùdo, questo dal lat CRUDUS in origine sanguinolento, poi non cotto, cui il prefissato Incrudìre con Incrudimènto, il composto Crudìvoro; dall’astratto CRUDES di CRUDUS, il lat ha coniato CRUDELIS cui Crudèle e Crudeltà, in analogia all’articolazione FIDUS fido-FIDES fede-FIDELIS fedele. 1 Diversamente dall’Infuso (immersione dell’erba in acqua già bollente) il Decotto si ottiene portando all’ebollizione l’acqua e l’erba assieme. \ Essere Avere Duraturo Avaro Essere-èssere è dal lat volg ESSERE già class ESSE da rad ES trovarsi connesso con la rad BHEWE crescere (Ved Futuro in Beneficiato…), cui Sìa da ESYE questo composto da ES e suff ottativo YE, cui ancora Fùi più esplicitamente legato alla rad BHEWE (da ricordare la pron f di bh). Dal gr ON ONTOS questo Ppres di EIMI io sono, l’ital utilizza il pref ONTO “ente-esistenza” cui Ontofanìa (su modello di Epifania), Ontogènesi con Ontogenètico, Ontologìa con Ontològico, Ontologìsmo e Ontologìsta, Ontosofìa (dal gr SOPHIA scienza), Ontoteologìa. \ Il verbo Essere è l’ausiliare di se stesso “Sono stato”, nelle forme passive, nei verbi impersonali “È piovuto” (usabile l’ausiliare Avre per indicare continuità “Ha piovuto un intero giorno”), in tutte le forme riflessive (proprie, apparenti, reciproche, pronominali, col Si passivante e Si impersonale); il Si passivante è seguito dal verbo concordante col numero del soggetto “Si sentono voci, Vendesi appartamento”.Essere è ancora l’ausiliare dei verbi intransitivi di moto, stato, un fatto quali “Sono andato, Sono seduto, Sono invecchiato…”, di verbi d’azione fisica in relazione ad una meta “Sono corso in casa, È volata sul tetto...”. \ Duratùro, vale “ciò che va a durare”, dal lat DURUS da rad DWA continuare a essere cui Duràre con Duràbile e Durabilità, Duràta, Duratìvo, Duraziòne, Durèvole con Durevolèzza e Durevomènte, Radduràre (doppio pref RI AD) e Perduràre (pref PER rafforzativo), Durànte questo con l’ellittico Dànte e Dante per l’onomastica e che vale “paziente”, Durèvole (suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE), eppoi Dùro da DURUM (coniato associando la durata alla solidità) con Duramènte, i botanici Duracìno o Duracìne (per ciliege, pesche, uva) dal lat DURACINUS, Duràme con Duramificaziòne, eppoi Duràstro, Durèzza, Dùrium “plastica sintetica” (marchio registrato, per in dischi musicali) termine in via di archiviazione, Duròna “sorta di pesca dura” indicata anche come Duròne questo però attestatosi in “callosità”, e i composti Duràcine o Duràcino (ACINUS), Duròmetro, Duroscòpio, l’anatomica locuzione Dura madre (dal XV sec) con il relativo ellittico Duràle, cui il prefissato Periduràle (PERI intorno) attraverso l’ingl PERIDURAL, ma dalla locuzione lat medv DURA MATER CEREBRI dura madre del cervello su modello ar UMM AD-NIMAGH; interessante l’analisi etim del lemma Durlindàna, la spada di Orlando, che vale d’Orlendàna, inc con Dura “resistente”. Dal lat DURUS, lo sp conta ENDURAR resistere cui l’esot Endùro con Endurìsta (nel motociclismo) e l’ingl conta ENDURANCE termine glb quale gara automobilistica di lunga durata. Il termine gr ADROS vale duro-forte, vrs connesso con la rad DWA cui il lat DURUS, cui il botanico Adròma (suff biologico OMA) snm di Xilema, e il termine fisico nucleare Adròne su modello di Elettrone, cui la particella LHC acronimo di LARGE HADRON COLLIDER Grande Collisore di Adroni. Durallumìnio, invece, è del tutto fuori percorso, poiché è composto di un pref che sta per DUREN, la città ted degli stabilimenti d’alluminio. L’altro verbo ausiliare Avère è dal lat HABERE ma da rad osco-umbra GHABH entrare in possesso in connessione indoeur con la rad KAP prendere. Ai primi del Novecento, erano ancora corrette le forme io ò ed egli à per Io ho ( ant Io àggio) ed Egli ha quali persone singolari del presente indicativo del verbo Avere. Da HABERE, aggettivando il verbo, sono derivati Avido-àvido da AVIDUS cui Avidèzza ed Avidità, ed Avàro da AVARUS cui Avarìzia e la locuzione Crepi l’avarizia; da non equivocare con lo sdrucciolo Avaro-àvaro realitivo ad una lingua caucasica. \ Il verbo Avere è ausiliare di se stesso “Ho avuto”, di verbi transitivi o usati tali “Ho vissuto una vita”, di verbi intransitivi d’azione fisica o morale “Ho corso, Ho trepidato…”, di alcuni verbi intransitivi di modo “Ha bollito, Ha deviato…”. E poi di verbi servili privi di infiniti serviti “Ho dovuto”; ove il verbo servito è posto all’infinito, invece, va posto l’ausiliare che s’accorda con questo “Sarei dovuto andare”.\ Da HABERE l’ital conta ancora i prefissati Prebènda in lat PRAEBENDA questo futuro passivo di PRAE HABERE offrire-somministrare (dove PRAE vale “priorità”) con Probendàrio e Probendàto, eppoi il lenito Provènda questo influito dal franc PROVENDE cui Proviànda inc con Vivanda eppoi Profènda “razione (per accezione “di biada)” questo ancora sovrapposto a Profitto.

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HABERE si è svolto in HIBERE trattenere donde il percorso prefissato di Adibìre da ADHIBERE (AD allativo), Coibènte (CUM associativo) dal Ppres COHIBENS con Coibèntare, Coibentatòre, Coibentaziòne e Coibènza, Esibìre da EXHIBERE mettere in mostra (EX fuori) con Esibitòre, Esibiziòne, Esibizionìsmo attraverso il franc EXHIBITIONNISME con Esibizionìsta e Esibizionìstico già in uso dal 1894 attestatosi in “perversione sessuale”, ma dal 1924 quale volontà esasperata di esibirsi alla ricerca di notorietà”; appare evidente che entrambi le manifestazioni ricadono nella patologia. \ L’esibizionista è chi si esibisce in ogni campo, e insiste a farlo, senza riceverne apprezzamento, spesso incorrente nella giustizia…. Chi invece si esibisce in ogni campo, perlopiù artistico, ricevendone compiacimento, lo si potrebbe definire Esibitòre (questo tradizionalmente è il latore di una lettera).\ Il percorso prosegue con Inibìre da INHIBERE (IN illativo) cui Inibìto, Inibitòre, Inibitòrio e Inibiziòne, l’opposto doppio prefissato Disinibìre (DIS) con Disinibìto, Disibinibitòrio e Disinibiziòne, Proibìre da PROHIBERE avere fuori (PRO con valore di tenere lontano), snm di Vietare, cui Proibitìvo, Proibìto, Proibitòre, Proibitòrio, Proibiziòne con Proibizionìsmo, Proibizionìsta e Proibizionìstico. Il gr conta lo specifico EECHEIN avere cui il prefissato Sinechìa o Sinèchia (pref SYN insieme) che vale “continuità” con Sinecìsmo “agglomerato-accentramento”1. 1 La moderna storiografia enuncia che Roma non fu fondata con tracciato volontario - da Romolo o chi per lui - ma da una graduale agglomerazione di tribù sparsi quali etruschi, latini e sabini e situati sui tradizionali sette colli. Un Sinecismo, questo, allegoricamente rappresentato nei miti sulla fondazione di Roma e negli avvenimenti dei sette re di Roma. La data del 753 aC, alla quale si farebbe risalire la fondazione, insomma alla metà dell'VIII secolo aC, avrebbe una conferma dall'abbandono in quest'epoca delle necropoli tribali e con l’inizio dell’utilizzo della necropoli dell’Esquilino. \ Osci Celti Osci-òsci, un’ant popolazione stanziale della Campania, affine agli Opici e Aurunci o Ausonii (sovente assimilati), sopraffatta dai Sabelli (ramo osco centromeridionale, poi identificati con il gruppo dei Sanniti) dal V sec aC. La lingua appartiene al gruppo indoeur Osco-umbro, che include in un vasto raggio Apuli, Bruzi (Calabria), Equi, Frentani (Abruzzo), Mamertini, Marrucini (zona dell’ant Teate oggi Chieti, cui il demotico Teatìno), Lucani, il gruppo dei Peligni, Marrucini, Marsi e Sabini, (Umbria e Sannio), Sanniti, Sidicini (gruppo sannita), Umbri, Vestini (Abruzzo), con alfabeto derivato dall’etrusco. Gli Umbri ed i Sanniti, infatti, s’esprimevano con una lingua, pur diversa l’una dall’altra, discendente del Sabellico e ricorrendo alle lettere ispirate all’etrusco ed al gr-lat. Della lingua umbra rimangono le Tavole Iguvine datate non più di due secoli prima del 90 aC dove Iguvino è riferito a Gubbio, l’ant IGUVIUM umbro e Iguvìno o Eugubìno (forma medv dal precedente toponimo EUGUBIUM) è il suo abitantie. Della cultura sannita, nella seconda metà del sec scorso, grazie all’intuito di Adriano La Regina (oggi soprintendente archeologico), è emerso miracolosamente un sito che sta a dimostrare come questo popolo fosse già di cultura avanzata, con il loro teatro risalente al II sec aC, in cui si rappresentavano le Atellane, le farse. Dall’Osco-sannito è giunto il termine Erpice-èrpice, dal lat HIRPICEM conneso a HIRPUS lupo, l’attrezzo agricolo che ha denti di ferro simili a quelli del lupo, cui Erpicàre con Erpicamènto, Erpicatòio, Erpicatòre, Erpicatùra, Inerpicàre, Ispido-ìspido; nel percorso l’ital conta Arpa-àrpa “arma” dal lat HARPEM già gr HARPE falce, Arpese-àrpese “uncino” inv dal veneziano attinto al gbz ARPAGOS, Arpicàre, Arpiòne questo dal lat volg HARPIGO dal gr HARPAGE uncino con Arpionàre, Arpòne attraverso il franc HARPON utensile da caccia, eppoi le mitologiche Arpìe 1. In connessione fig l’omografo Arpa-àrpa, lo strumento musicale, dal lat ARPAM già ger HARPA, adottato quale emblema irlandese. Col tema HIRPUS sarebbero connessi i vari Irto-ìrto, Irsùto con Irsutìsmo, Irsùzie da HIRSUTIA e, ma non è certo, Irudinèi “Classe di Anellidi” da HIRUDO sanguisuga, cui Irudinicultùra “allevamento di sanguisughe”. Una certa correlazione dovrebbe anche esserci con Irco-ìrco “caprone” e Ircocèrvo. Attraverso il franc PITON arpione, l’ital conta Pitòne (neologismo dal 1976) omn di Pitone serpente. I Celti, con Celta questo sing mas e fem, chiamati CELTAE dai lat, KELTOI dai gr e Galati altrove (dai romani erano chiamati Galli), un popolo che appartiene alla protostoria e che nel I Millennio aC s’era insediato nell'Europa centrale e nelle isole Britanniche; l’ital conta nel percorso Cèltico, Celtìsmo e Celtìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), eppoi Cèltio o Cèlzio (elemento chimico) analogo allo Zirconio e snm di Afnio (smbolo Hf) questo dal toponimo Hafnia l’antica Copenaghen. Le tribù celtiche, dedite alla pastorizia e all’allevamento, erano fondamentalmente guerresche e basate sulle pratiche sacerdotali. All’inizio dell’attuale millennio, la loro lingua indoeur sopravvive nella Bretagna armoricana, nel Galles, parzialmente nella Scozia e nell’Irlanda, parlata da cira due milioni d’individui tra irlandesi, gallesi, scozzesi (il gaelico) e bretoni. La cultura celtica era salvaguardata dal Drùida o Drùido dal lat DRUIDAS, cui Druìdico e Druidìsmo, termine composto con WID conoscitore e DRU quercia che vale sacerdote il quale utilizzava per le pratiche religiose il vischio quercino; i Celti, infatti, nutrivano grande devozione per gli alberi. 1 Una versione considera le tre Arpie “le rapaci” o più in estensione “le rapitrici”, Aello (o Nicotoe) Ocipete e Celeno, figlie di Taumante e di Elettra; una seconda, figlie di Tifone (o Tifeo) e Echidna, questi ancora procreatori di mostri quali la Chimera e l’Idra di Lerna. Da non equivocare etim questo Tifone di genesi gr col Tifone questo omologismo dal cinese; tuttavia, se riflettiamo sul fatto che il Tifone gr, essere mostruoso figlio minore di Gaia (Terra) che avrebbe generato col Tartaro (elemento primordiale del mondo con Caos, Eros e la stessa Gaia), giace nelle viscere dell’Etna, dove fu scagliato da Zeus, e continua a vomitare fiamme, provocare eruzioni, una certa remota connessione, se non una sovrapposizione più moderna, ci dovrebbe pur esserci stata col Tifone cinese “ciclone-uragano. \ Amo Rampino Uncino Gancio Amo-àmo, col dim Amulo-àmulo e il prefissato Slamàre (pref S sottrattivo addattato eufonicamente, omn di Slamare da Lama) cui Slamatòre, è dal lat HAMUS privo di connessioni; fuori percorso l’omologismo Amoèrro o Moèro, dall’ar MUHAIJAR stoffa, cui anche il franc MOIRE. Ràmpino e Rampòne sono esot dal franc HRAMPON contrarsi, già gr RAMPHOS becco ricurvo, cui Ranfàstidi “Famiglia di uccelli tropicali”, Rànfia snm di Granfia, Rànfio snm di Graffio, Ranforìnco “rettile del Giurassico”, Ranfotèca “anatomico animale”, Ràmpa con un raro snm Rampàro, Rampàre con Rampànte cui la locuzione iconografica Cavallino rampante (in piedi sulle zampe posteriori; tradizionalmente, però, su una sola zampa posteriore). \ Secondo una ant simbologia, il personaggio scolpito o ritratto su cavallo rampante indica scomparso per morte violenta mentre su cavallo a quattro zampe per morte naturale. \ Il percorso continua con Rampantìsmo, Rampàta, il dim Rampìno con Rampinàre, Rampinàta e Rampinìsmo, Rampìsta, l’accr Rampòne cui Ramponàre e Ramponière, l’iterativo Rampicàre con Rampicànte, Rampicatòre, Rampichìno, Rampicòne e il prefissato Arrampicàre (AD allativo) con Arrampicatòre e la locuzione Arrampicarsi sugli specchi o Arrampicarsi sui

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vetri “tentare di giustificare se stessi con tesi insostenibili”; il glb franc Grimpeur vale “arrampicatore” dal verbo GRIMPER vrs in connessione indoeur con HRAMPON RAMPHOS. Termine alieno nel percorso l’omologismo Rampògna “rimprovero” dal franc RAMPOSNE da RAMPOSNER schernine cui Rampognàre. Attraverso l’ol KLAMP rampino, questo in connessione indoeur col franc HRAMPON, in area glb è adottato il termine Clamp “pinza chirurgica” cui l’omologismo ital Clampàggio attrraverso il franc CLAMPAGE. Uncìno o Oncìno è dal lat UNCINUS sostantivo di UNCUS arpione, cui gli obsoleti Uncicchiàto, Uncinàle eppoi Uncinàre,Uncinàto o Oncinàto o Uncinùto e Oncinùto, i dim Uncinèllo e Uncinètto o Oncinètto, e Adùnco (AD UNCUS). UNCUS è connesso fig col gr ONKOS che vale volume, massa, attestatosi in tumore, cui Oncòsi (suff med OSI) ed il pref ONCO in termini composti quali Oncocerchiàsi o Oncocercòsi dal termine scientifico ONCHOCERCA “sorta di nematodi” col suff OSI, Oncogène con Oncogènesi, Oncògeno, Oncologìa con Oncològico e Oncòlogo, Oncosfèra, Oncoterapìa, Oncotomìa, Oncotròfico. L’Oncosoppressòre, meglio gli Oncosoppressòri i quali indicano due geni che gestiscono l’invecchiamento dell’uomo; uno lo accelera e l’altro lo rallenta; la loro manipolazione potrebbe condurre l’umanità ad una esistenza più serena in tarda età. Gàncio è l’omologismo dallo sp GANCHIO, cui i prefissati Aggàncio, con Agganciàre e Agganciàto, Sganciàre con Sgancio, Sganciàbile, Sganciamènto, il composto Sganciabòmbe, rintracciabile nell’ingl HOOK in terminologia pugilistica. Lo sp dovrebbe aver attinto al turco KANCA e questo al gr KAMPSOS ricurvo di rad KAM curvo. Una certa connessione, tuttavia, dovrebbe esserci col rad ANG-ANK punta di Angolo. \ Lupo Volpe Golpe Il lat conta il termine LUPUS, cui Lùpo col fem Lùpa, i dim Lupacchiòtto e Lupètto, Lupàia “tana” con l’omn Lupàia o Lupària,“sorta di erba che si credeva velenosa per i lupi”, Lupanàre con un desueto Lupanàrio, Lupàra (arma per cacciatori di lupi, tristemente nota), Lupàrdo, un Lupàro, Lupèsco con un desueto Lupicìno, Lupicànte “snm di Astice” per la sua aggressività, dal lat volg LUCOPANTE già gr LYKOPANTHER, eppoi Lupìno “erba (delle Papilionacee) preferita dai lupi” o perché la pianta uccide con la propria ombra l’erba ad essa intorno, con Lupinàio e Lupinòsi, Lupinèlla o Lupinèllo o ancora in locuzione Erba lupina “sorta di erba” con Lupinellàio, eppoi Lupìno o Lupìgno quale fig aggettivo e avverbio, i toponimi d’attestazione locale Lovara, Lovera, i luoghi dove ant erano situate le fosse quali trappole per lupi. Ancora, la locuzione lat Lupus in fabula ancora ricorrente, Lupus “affezione dermatologica grave” cui Lupòma La locuzione Lupo Mannaro è dal lat LUPUM HOMINARIUM questo con valore di sembianze d’uomo ossia Mannàro, aggettivo che pare derivato dal tema indoeur MAN uomo adottato in ingl e nel ted MANN. Lùppolo è un erba, con la quale si aromatizza la birra, il cui termine nasce dal dim LUPULUS di LUPUS, così come avrebbe fatto intendere Plinio 1, con una correlazione rimasta oscura, donde Luppolèto, Luppolìna o Luppolìno, Luppolizzàre (la birra) con Luppolizzaziòne. LUPUS è giunto da una forma primitiva LUKWOS passata al gr LYKOS, questo sopravvissuto in ital quale pref, cui Licantropìa e Licàntropo “lupo mannaro” (col gr ANTHROPOS uomo), Licaòne “canide” dal gr Lykaon (dal mome di un mitico re mutato in lupo da Zeus), Lìcidi “Famiglia di Coleotteri”, Licopène “carotenoide” ellittico dal lat LICOPERSICUM cui il snm Licopèrsico (elemento colorante nel pomodoro, considerato preventivo dell’infarto), Licoperdàcee (Famiglia di funghi, col gr PERDOMAI emetto peti), Licopòdio (col gr POUS PODOS piede) cui Licopodiàli “Ordine di Pteridofite, vegetale”, Licòpside (col gr OPSIS occhio nel senso di aspetto-visione), Licoressìa (col gr OREKSIS appetito), Licòsa “genere di ragno”, con Licòsidi la Famiglia della Tarantola, fig da LYKOS. Lìcio è invece un termine alieno nel percorso, dal gr LYKIOS e dal lat LYCIUM è il relativo del coronimo Licia in Asia, cui Lìcio “Genere di Solnanacee” I Lupercàli erano ant feste del febbraio romano in onore di Zeus Lykaios, svoltosi nell’epiteto di Lupercus, la cui ara sacrificale era all’interno di una grotta, dove si tramandava fossero stati allevati i gemelli Romolo e Remo dalla lupa; pertanto, Lupercàle è l’aggettivo che vale “sacro al dio latino Luperco” (in origine il lupo sacro al dio Marte). Lupo, in sct era VRHA dalla rad WLKWOS, donde l’ingl WOLF e il ted WOLF, da questo l’onomastico esplicito Volfango da WOLFGANG cacciatore di lupi, eppoi Raoul o Raul “molto saggio” dove il suff WULF da WOLF è utilizzato fig come rafforzativo-intensivo, ed ancora Rodolfo “lupo glorioso” con HROD gloria, questo rintracciabile nell’onomastico Rodrigo “ricco di gloria” (con RIKS ricco), in Rosalinda da HRODLIND protezione gloriosa (con LIND scudo” fig “protezione”), in Ruggero “lancia gloriosa” (con GER lancia). Dal ted WOLF si conta Wolfràmio o Volfràmio (dal XVIIII sec) attraverso il lat WOLFRAMIUM già ted WOLFRAM (composto con RAM sporcizia), elemento chimico cui l’immediato snm Tungstèno (simbolo Tu) questo omologismo dallo svedese TUNGSTEN che sta letteralmente per TUNG pesante e SATEN pietra, con l’aggettivo Tùngstico nella locuzione Acido tungstico; fuori percorso Tungùso questo relativo al popolo dei Tungusi cui Lingua tungusa della famiglia altaica. L’ar conta LUF lupa (da notare l’assonanza con l’indoeur WULF) cui l’omologismo lat LUFFA e l’tal Lùffa “Genere di Cucurbitacee” e la locuzione botanica ital Spugna di Luffa. Per i messapi, inoltre, il lupo era identificato con DAUNUS, cui la Dàunia, questa la regione che include il promontorio del Gargano, e il suo popolo i Dauni; ed ancora, in sannita HIRPUS valeva lupo, cui il popolo Hirpi e Irpinia con Irpini. Per rispettare un binomio, citiamo il lemma Vòlpe, questo dal lat VULPES, cui Volpàia, Volpàre, il fig Volpeggiàre, Volpìgno, il composto fig Volpòca (volpe-oca) “sorta di anatra dal becco rosso” altrimenti detta Tadòrna questo omologismo dal franc TADORNE cui Tadorna ferruginea detta anche Casàrca. VULPES discende dal gr ALOPEKS, donde Alopecìa, o Alopècia o Alopezìa, volpinità, nel senso patologico della perdita di peli nell’uomo in riferimento fig alla muta dell’animale. Volpàra, snm di Argine, appare d’etimo ignoto, ma potrebbe essere fig inteso nel senso di “tappare le buche delle volpi” ovvero le falle, assimilando queste, appunto, al lavorio delle volpi. Una curiosa variante di Volpe è il termine Gòlpe, con Golpeggiàre e Golpòne, termine desueto che sopravvive fig in botanica Gòlpe “sorta di malattia spelacchiante da funghi” cui Golpàto, ma che non ha nulla dell’esot sp Golpe, già lat COLPUS colpo, ellittico della locuzione GOLPE DE ESTADO Colpo di Stato, cui Golpìsmo, Golpìsta e Golpìstico. Il gr conta lo specifico BASSARA per Volpe, cui l’attributo Bassàride, l’aggettivo fig Bassàrico che vale Bacchico da Bacco, Bassarìsco “sorta di mammiferi” Dallo sp ZORILLA l’ital conta l’omologismo Zorìlla “sorta di mammifero”, quale dim di ZORRA volpe cui vrs l’appellativo del leggendario Zorro (furbo e imprendibile come la volpe). 1 La cultura romana conta Caio Plinio Secondo il Vecchio (23\79) comandante della flotta di Miseno e scrittore, morto a Stabia durante l’eruzione del Vesuvio, che voleva studiare a distanza ravvicinata, e l’omonimo suo nipote e figlio adottivo il Giovane (61\113) avvocato e

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scrittore spentosi a Bitinia, cui l’aggettivo Pliniàno per entrambi; erano nati a Como. \ Prefisso PROTO Il pref PROTO, dal lat PROTIUM già gr PROTOS, vale primo, cui derivati e composti Protanopìa (col suff OPIA), Proteìna con Proteàsi snm di Peptidàsi, Protèico o Proteìnico, Proteinemìa (suff EMIA sangue) e Proteinurìa (suff URIA urina), Protìde e Protìdico con valore di Proteina e Proteico cui Protidogràmma, Pròtio o Pròzio “isotopo dell’idrogeno” dal lat PROTIUM (pron prozium), Protìsta, Protìsti (organismi unicellulari) con Protistologìa; eppoi Protoàntropo o Protàntriopo, Protoattìnio o Protattìnio (con Attìnio), Protobrànchi (Ordine di Lamellibranchi primitivi), Protocanònico, Protococcàcee (Famiglia di alghe col suff dal gr KOKKOS granello), Protocordàti, Protofìllo (con il gr PHYLLON foglia), Protofìsico, Protogermànico, Protògino (col suff GENO), Protoindoeuropèo, Protolìngua, Protomaèstro o Protomàstro, Protomàrtire, Protomatèria, Protomèdico, Protomòrfo, Protòne (su calco di Elettrone) con Protònico (questo omn di Protonico da Tonico di Tono), Protònio e il prefissato Dipròtico, eppoi Protonefrìdio (PROTO con Nefridio), Protonotàio o Protonotàro con Protonotariàto, Protooncogène, Protoplàsma con Protoplasmàtico, Protoplàsto (col gr PLASTOS formato), il curioso Protoquàmquam (col suff dal lat QUAMQUAM sebbene e sta ironicamente per “saccente”), Protoromàntico, Protoromànzo (lingua in lat parlato che precede le lingue romanze), Protosemìtico (termine linguistico), Protosincrotòne, Protoslàvo, Protospatàrio o Protospadàrio (con il gr SPATHARIOS guardia del corpo da SPATHE spada), Protòssido, Protostèlla (termine astrologico), Protostòmi (Gruppo di metazoi, col gr STOMATOS bocca), Protostòria con Protostòrico, Prototìpo (col gr TYPOS impronta), Protòttero (suff TTERO ali), Protovangèlo, Protozòi (Sottoregno animale, suff dal gr ZOION animale) con Protozoàrio e Protozòico. I Decàproti erano i dieci membri elettivi della magistratura romana, termine adottato dal I sec dC. Fuori percorso Proteàcee (Famiglia botanica), Proteifòrme, Proteìsmo (dal XIX sec) tutti dal gr PROTEUS, ital Proteo, la divinità che si dilettava ad assumere multiformi aspetti, Protoràce (termine zoologico) che è composto col pref PRO e Torace. \ Tipo Dal gr TYPOS impronta connesso con TYPE lettera (alfabetica), cui il lat TIPUS, l’ital conta Tìpo “esemplare” fig “persona particolare” donde Tipicità, Tipicizzàre, Tìpico, Tipizzàre, Tipizzaziòne; termine utilizzato dalla stampa cui le composizioni Tipocomposiziòne, Tipografìa con Tipogràfico, Tipògrafo e Tipolitografìa; eppoi Tipologìa, Tipometrìa e Tipòmetro, il prefissato Ectipografìa dal gr EKTIPOS (pref EK fuori) impronta in rilievo cui Ectìpo-èctipo “punzone-sigillo” (col pref gr EK fuori), i suff TIPIA TIPO in Callotipìa con Callotìpo (col gr KALLOS bellezza), Cariòtipo e Cariotìpico (col gr KARYON nucleo), Cianotipìa con Cianòtipo (con il lat CYANUS azzurro), Controtìpo, Dagherrotipìa con Dagherròtìpo (da nome dell’inventore L. J. Mandè Daguerre 1789\1851), Ecotìpo (col gr OIKOS abitazione), Eidotìpo (col gr EIDOS aspetto), Fototìpo, Idealtìpo attraverso il ted IDEALTYPUS “termine scientifico”, Idiòtipo (col gr IDIOS proprio-distinto-particolare), Isotipìa con Isòtipo (col gr ISOS uguale), Logotìpo (dal gr LOGOS parola e TYPE lettera), Olotìpo (col gr HOLOS tutto intero), Optotìpo o Ottotìpo (col gr OPTIKOS ottico) Ootìpo (col gr OION uovo), Politìpo, snm di Logotipo, attraverso l’ingl POLITYPE (col gr POLYS molti), Sottotìpo, Stereòtipo su modello franc STEREOTYPE cui Stereotipia (disturbo psisomatico) con Stereotipàto questo anche con valore di “convenzionale-immutabile dall’uso”, l’omn Stereotipìa (termine tipografico, col pref dal gr STEREOS fermo) cui Stereotipàre e ancora Stereostipàto “stampato con Stereotipia”, Stereotìpico e Stereotipìsta; eppoi Stenotipìa (ellissi di Stenografia e TIPIA). In conclusione, Stereotipo vale nella stampa per Stereostipato cui la locuzione Edizione stereotipa, in psicologia sta per “concetto rigido” cui la locuzione Pensare per sterotipi, in linguistica vale “successione fissa e ripetuta di parole” insomma snm della locuzione Frase fatta o Luogo comune. Il gr TYPE lettera si rintraccia dell’ingl TYPEWRITER macchina per scrivere 1. 1 La forma corretta italiana è in locuzione Macchina per cucire - Ago per cucire - Macchina per scrivere - Penna per scrivere e non “da cucire-da scrivere”; mentre la carta (una pagina) è correttamente “da scrivere” e la stoffa “da cucire”. Lo stesso dovrebbe valere per Ferro da stiro (da stirare) la cui versione più corretta sarebbe Ferro per stirare. Pertanto, in questi esempi, la preposizione PER s’intende “il mezzo attraverso il quale” mentre DA determina la forma passivante, ovvero l’oggetto “scritto-cucito da…” Nel caso moderno dei computer, la stampante e la tastiera sono strumenti per scrivere, mentre il monitor rappresenta la pagina Word o la pagina Web da scrivere.

CASCINA CASONE CASINO CASCINA Originariamente, Cascìna è “semplice casa a forma di cassa”, dove si trovano la stalla ed un artigianale caseificio famigliare, cui Cascinàio; semant, è la casa colonica, ovvero il Casolare. “Andare alle cascine” è ancora oggi un romantico itinerario per gli innamorati fiorentini. Altra attestazione è Cascinàle, questo però traducibile nel collettivo di cascine. Termine alieno è Casciolòngo questo omologismo dal franc CACHOLONG “sorta di opale” d’origine mongola. Il lemma Cascina è il dim dal lat volg CAPSIA, da CAPSA contenitore, cui Càssa, il fig Càsso “vuoto”, l’omn-snm Càsso “cassa del carro” cui Cassonàta “zucchero grossolano” (direttamente dai cassoni prima d’essere raffinato), Cassòne e il fig “torace”, Cassòla “sorta di pietanza lombarda” snm di Posciandra, fig da Casseròla o ancora Casseruòla attraverso il franc CASSEROLE già prvz CASSA dal lat CATTIA tazza cui Càzza in percorso con la variante Cazzeròla o Cazzeruòla e Cazzuòla o Cazzòla con Cazzolàta, eppoi i glb franc Chassis e Cassoulet questo già prvz CASSOLO terrina. Derivato esplicito dal volg, l’ital conta Càpsula con la variante Càssula cui Càpside con Capsòmero (termini in virologia), Capsulàre, Capsulatrìce, Capsulatùra, Capsulìsmo, i prefissati Incapsulàre (IN illativo) con Incapsulamènto e Incapsulatòre, e Scapsulàre (S sottrattivo); eppoi, dal significato di CAPSA quale bacca l’ital conta Càpsido (Genere botanico), Capsum (Genere chimico) cui la Classe dei Capsaicinòidi affini alla Capsaicìna o Capseicìna, questi Metaboliti di cui è ricco il peperoncino piccante, utilizzata anche per la produzione dei Gas lacrimogeni, donde in composti Diidrocapsaicìna, Nordiidrocapsaicìna, Omocapsaicìna e Omodiidrocapsaicìna. Il percorso continua con i vari Casèlla (dim di cassa), Casellàrio, Cassàio, Cassètta (adottato dal XIV sec) cui fig gli ormai in via di archiviazione Audiocassètta, Cinecassètta, Fonocassètta, Microcassètta, Musicassètta e

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Videocassètta dove Cassetta sta per “caricatore di nastro magnetico”, tutti pressoché adottati dagli anni Settanta, ormai rimpiazzati dai CD (dal 1983) e DVD (dal 1996) anche questi già tecnologicamente passibili di sostituzione, eppoi Cassètto snm di Tiretto, eppoi Cassettàta, Cassettièra, Cassettìsta (“di sicurezza” o “compratore di titoli provvisori” col suff ISTA qui di collegamento ad un significato più vicino ad un mestiere), l’accr Cassettòne con la locuzione architettonica Soffitto a cassettone, Cassìno (cassa della carrozza, fig “cavità della spiga dove si forma il granello) omn di Cassino “cancellino”, il fig Cassìdidi (Famiglia di molluschi) qui il termine assume il significato di “casco” dal lat CASSIS elmo, Cassière, l’aggettivo Càsso dal lat CASSUS vuoto e fig inutile con il sostantivo anatomico Càsso “cassa toracica”; il composto Cassaintegràre con Cassintegraziòne e Cassintegràto il cui primo membro Cassa (istituzione di utilità collettiva) è in locuzione storica Cassa Mutua e Cassa per il Mezzogiorno. Con il pref S estrattivo si ha Scassàre “levare dalla cassa” (omn di Scassare “cancellare” e Scassare “crollare”) con Scàssa e Scàsso, Scassinàre e Scassinatòre, Scassettàre. Altro derivato è il Cassonètto, dim di Cassone, questo il mobile in voga nei secoli XIII^ e XIV^ per riporvi la biancheria, che la semant ha via via deprezzato in contenitore generico di merce, piccolo vano murale per contenervi il rullo degli avvolgibili, recipiente pubblico per la raccolta dei rifiuti. Cassiterìte (suff ITE per minerali) è dal gr KASSITEROS stagno vrs connesso con CAPSA contenitore. Il percorso composto prosegue con Cassafòrma questa una struttura provvisoria nell’edilizia, appunto a forma di cassa, per getti di cemento con un snm in Cassero, eppoi con Cassafòrte, Cassamàdia, Cassapànca, Cassavuòta. Fuori percorso Càssio “assorbimento aureo” cui la locuzione Porpora di cassio in onore del chimico A. Cassius (XVII sec), il glb franc Cassis da CASSE cui la locuzione Sciroppo di Cassis, con l’ital Càssia “ribes nero”, Cascìno è lo strumento (stampo ligneo - “piccola cassa”) per fare il cacio; il lemma nasce dall’inc di Cassa con Càscio “cacio”, questo dal lat volg class CASJUS già class CASEUS con suff dim e in alcune contrade si pron ancora il volg Cascia per indicare la Cassa. Càcio, infatti, deriva dall’ant CASCIO, attraverso il volg CASJUS cui, derivati e composti, Caciàia o il volg Caciara (omn del volg Caciara “gazzarra”), Caciàio, Caciatèlla, Cacière, Cacimpèrio o Cazzimpèrio (composto col lat PIPER pepe) snm di Pinzimonio, Caciofiòre, Caciòtta, Caciottàro in complanare con Casàro, Casatèllo o Casadèllo, il volg napoletano Casatiello, Caseàrio, Caseifìcio, Caseifòrme e Cassàta (sovrapposto a Cassa) con Cassatèlla e la locuzione gastronomica Cassata siciliana (con ricotta), tutti fedeli al class CASEUS cui ancora un volg mer Caso e il glb ingl Cheese con il composto Cheeseburger questo composto con Hamburger. Il Caciocavàllo, meglio Caciocavallo silano, è il tipico formaggio prodotto sul Gargano e sulla Sila, in estensione nella Basilicata, Campania e Molise, con latte di mucche (cosiddette podoliche) ovvero pascolate nel periodo “a cavallo” tra primavera ed estate. Vrs, la definizione viene fig dalla pratica di far stagionare le tondeggianti forme a due a due, legate con una fune e penzolanti a cavallo di una trave. Termine alieno Cacìcco o Cacìco “capo indigeno”, omologismo attraverso lo sp CACIQUE ma da KACIK di genesi arawak. L’ingl cnnta CASH che vale fig “contanti” (come del resto anche in ital) connesso in area indoeur col significato di Cassa cui la locuzione glb ingl Cash flow “flusso (differenza) di cassa” con l’ingl FLOW flusso. I latini contrassero CAPSA in CASA, dal tema med KASA capanna, in connessione col gr OIKOS, giunto immutato in Càsa cui i prefissati Accasàre e Rincasàre, i suoi derivati espliciti quali Casàta “stirpe” e Caserèccio, eppoi Casalìna “tessuto in casa”, Casàle questo con suff ALE vale “agglomeramento di case” o “casa isolata” in campagna con Casalìno, Casalèse o Casalèsco (dal toponimo Casale, questi tuttavia in riferimento etim a “agglomeramento”), Casamènto, Casolàre, il toponimo campano Casoria, eppoi Casalìnga con Casalìngo (doppio suff, ALE di derivazione aggettivale e INGO) e, Casalingàto e Casalinghitùdine, che rispettivamente esprimono soggetto, lavoro e condizione; i composti Casa base questo termine sportivo nel gioco ingl BASEBALL, Casamàtta (nel senso di casa finta), Casamòbile snm di Roulotte. Il termine Casamìcciola vale “caos, disordine, tafferuglioi” attestatosi dopo il sisma che distrusse Casamicciola nel1883, toponimo nell’isola d’Ischia, vrs da un Casame (suff AME per collettivi e quindi “agglomerato”) con suffissi alterativi ICCIO e OLO. Casanòva vale “avventuriero” attestatosi dalla cognomastica Casanova del celebre personaggio veneziano Giacomo Casanova (1725/1798); il termine è da considerare nel percorso poiché Casanova sta in veneziano per “casata di nuova nobiltà”. G. Casanova passato alla storia per le sue avvenure amorose, in realtà è stato un fine studioso; infatti è suo il trattato “Dimostrazione geometrica della duplicazione del cubo”. Dalla locuzione ingl PUBLIC HOUSE casa pubblica dove HOUSE vale casa snm di HOME, è nato il noto ellittico Pub, I greci, però, avevano KOAS pelle, donde, vrs, è partito il percorso lemmatico; la pelle d’animale, infatti, è stata una prima protezione dell’uomo, dopo aver scoperto che la propria non bastava più… e poi c’erano le lumache e le tartarughe alle quali fare riferimento. Altra forma lemmatica per Cassa è Castòne “parte incavata” anche in anatomia, attraverso il franc KASTO - in ted KASTEN - dalla quale discendono Incastonàre “inserire” con Incastonatòre, Incastonatùra e Scàtola questo il dim lat con metatesi da CAST a SCAT, cui Scatolàio, Scatolàme (suff AME per collettivi), Scatolàre questo verbo e aggettivo, Scatolàta e il Pp aggettivato Scatolàto, il dim Scatolètta, il composto Scatolifìcio ed Inscatolàre con Inscatolamènto, Inscatolatòre e Inscatolatrìce. In connessione indoeur si ha l’ingl TO CAST scritturare-assegnare un personaggio, una parte fig “incastonare” cui i glb Cast “il complesso degli addetti” e Casting “distribuziuone delle parti”. Càsto, invece, “illibato-puro”, dal lat CASTUS, arriva dall'inc tra le due rad KAS istruire e KAS mancare cui Castimònia (suff MONIUM, Ved Lemmi e locuzioni maschilistici in Pena…) con Castimoniàle, Castità, il

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negativo Incèsto “non casto”, anche Carènte con Carènza, Carenzàto e Carenziàle da CARERE mancare; eppoi Carestìa con Carestòso attraverso il gr AKHARISTIA. Il termine, nel genere fem Càsta, ricopiato dal ptg CASTA, sta per (etnia) pura-non mescolata, cui Castàle; termine pseudoetim è Castàlio o Castàlide dal lat CASTALIUM relativo alla fonte Castalia, questa ad uso delle Muse e quindi il termine è esteso quale attinente alla poesia. Connesso con CASTUS, il lat ha coniato CASTIGARE correggere (vedi Fatigare da FATIS), poi mutatosi semant in punire, cui Castigàre con la variante volg Gastigare, Castigàbile, Castigatèzza, Castigàto con Castigatamènte, Castigatòre, Castigaziòne dal lat CASTIGATIO CASTIGATIONIS, Castìgo o il volg Gastigo e il composto Castigamàtti, questo il fortunatamente desueto bastone dei manicomi per colpire i matti durante le crisi, oggi attestatosi in risvolto fig. In connessione col rad KAS mancare esiste il termine lat CASSUS vuoto, cui Cassàre con Cassamènto, Cassatùra, Cassaziòne “annullamento-revoca” per accezione il tribunale altrimenti detto Corte suprema cui Cassazionìsta, questi sovrapposti a CAEDERE tagliare e Scassàre “cancellare-rendere vuoto” col pref S intensivo (snm di Scassare “crollare” e Scassare “levare dalla cassa”), il glb franc Casse “alterazione del vino” in senso di “rottura”, Càsso “nullo” e Cassìno, questo il devb da Cassare, snm di Cancellino, ed omn del Cassino della carrozza. Fuori percorso l’omn Cassaziòne, l’omologismo dal ted GASSEN gironzolare che vale “sorta di serenata”; il termine Cassinèse o Cassinènse relativi al toiponimo Cassino. Dalla rad gr KISTE, che vrs ha comune sorgente con KASTO, è pervenuto Cèsta attraverso il lat CISTA e al mas Cèsto con il denm Cestìre ed il prefissato Accestìre (AD allativo); in percorso Cestàio, Cestèlla, Cestèllo, Cesterìa, Cestinàio, Cestinàre, Cestinerìa, Cestìno, Cestìsmo con Cestìsta (in Pallacanestro), Cèstola, Cestòne e Cestòso. Omn-snm di Cesto l’ital conta in connessione Cesto “sorta di pianta a cespuglio”, Cèsto dal lat CAESTUS “guanto da combattimento”. L’ital conta ancora un Chìstera con valore di “cesta” di genesi basca ma attraverso lo sp CHISTERAS. E chissà se non c’è stata una remotissima associazione tra il mancare di Casto e la cassa di Castone fig vuota. Dal long ZAINJA cesto l’ital conta l’omologismo Zàino con Zainètto; termine omn Zàino, vrs in connessione fig, attraverso lo sp ZAINO “mantello di un unico colore per cavalli” Dall’ar QUFFA cesta, l’ital ha adottato Còffa “piattaforma per vedette posta sull’albero della nave” rintracciabile nel volg mer quale “corbello” da cavapietre o muratore e fig “gobba”, vrs la voce ancora volg mer Scoffolato “rovinato al suolo”; tuttavia l’etim lo fa risalire al lat COPHINUS cesto già gr KOPHINOS, donde Còfano o il desueto Còfino, Còfana, Cofanàio, Cofanètto e Cofanìsta. Il lat volg conta CORBA cesto di vimini già class CORBIS, cui Còrba, l’esot dal franc Corbeille “cestino di fiori” già dim lat CORBICULA, Corbellàta “contenuto del corbello” e il dim Corbèllo, utilizzato nel volg quale snm di Testicolo-Coglione, cui Corbellàgine, Corbellàta o Corbellerìa, Corbellatòre, Corbellòne con Corbellonàggine e il prefissato Scorbellàto. Dal significato di “recipiente” vale “scafo”snm di Costa o Ossatura, ed una ant misura bolognese di capacità (78,644 m3). In percorso ancora un Chiòrba, attraverso il dim lat CORBULAM, attestatosi in Toscana con valore di “testa-capo”. L’omn Còrba (dal XIII sec) in termini di veterinaria è dal franc COURBE curva. D’etimo ignoto, l’ital conta Bùrga “cesto di vimini”, in accezione per contenere pesce, ma che sta anche per gabbione colmo di materiale pietroso da sistemare a difesa dell’erosione fluviale; non è facile ammettervi una connessione fig da parte del termine volg romagnolo Sburgida che sta per “ragazza disinibita”. Ràzza (omn di Razza, un pesce), curiosamente, è l’omologismo dal franc HARAZ e in origine stava ad indicare allevamento di cavalli, comunque dal lat RATIO cui Razzatòre relativo all’animale scelto per la riproduzione della razza, successivamente svoltosi in Specie (umana), cui Razziàle o Raziàle attraverso il franc RACIAL, Razzìsmo, Razzìsta, Razzìstico, Razzizzaziòne, Razzumàglia o Razzamàglia (sovrapposto a Marmaglia); curiosa pure la sua attestazione lemmatica in ital, che da una forma mas L’arazz s’è svolta nel fem La Razza (umana) con aferesi della vocale iniziale A (che già aveva perso l’h) e che va a comporre l’articolo fem logicamente non eliso. In percorso, il glb franc Racé (corretto Racé) da RACE razza e non non può essere solo una coincidenza l’omn con l’ingl RACE corsa da TO RACE correre, in origine riferito ai cavalli (allevati per la corsa), cui il glb Racer corridore e la locuzione glb Racing team “squadra da corsa”, oggi in accezione automobilistica. Termine assonante con Aràzzo, l’omologismo derivato invece dalla città franc di Arras. Dal tema med KORBA cesto di vimini svoltosi nel lat CORBIS cui il volg CORBA, l’ital ha ricalcato Còrba d’identica traduzione, donde il dim Corbèllo questo fig “testicolo” e Corbèzzo, dal lat volg CORBITJUS, col dim Corbèzzolo questi inc col tema med ARBITUS “specie d’arbusto sempreverde”, infatti, il suo snm è Albatro-àlbatro dal lat ARBUTUM col dim Albatrèllo; da non equivocare con l’omn Albatro-àlbatro “sorta di uccello dei Diomedeidi” omologismo dall’ar AL QATTAS attraverso lo sp ALCATRAZ e il franc ALBATROS. L’Albatro urlatore è una varietà che nel 2012 è considerata in estinzione. Il lat, ancora, aveva un proprio termine in FISCUS, che valeva Cesto-Canestro, cui gli italianissimi Fèscina, Fiscèlla, Fiscìna e Fìscolo tutti dim, eppoi Fìsco e Fiscàle, questi ultimi due certamente per la tradizione di “dare quel che è di Cesare” levandola e porgendola dai cesti, cui la locuzione Leva fiscale. Il volg pugliese contiene un Fiskulo “piccolo cesto per le formette di ricotta”. Il Fisco assieme all’Erario erano custoditi nel tempio di Saturno. Termine alieno è Fìschio-Fischiàre con Fischiètto, Fischiòne (“anatra selvatica” che emette un fischio, volando, snm di Capirosso, Chiurlo, Fratino e di Morigiana) ed il fig Infischiàrsi, dal lat FISTULARE denm da FISTULA

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zampogna, cui Fìstola. Curiosità nella mappa indoeur è il termine ingl FISH pesce vrs dal passaggio di un PHISH (PH pron f), che inevitabilmente farebbe pensare ad una connessione etim tra il cesto FISCUS ed il suo tradizionale contenuto di FISH pesce. L’area indoeur ha portato nel ted il termine FISCH pesce e nell’ital Pèsce dal lat PISCEM, vrs dal passaggio di un PHISH (da ricordare che il gruppo PH vale f) eliminando la h e di conseguenza la pron f, adottando così la pron p, cui Pescàre ed il devb Pèsca (pésca) omn di Pesca (pèsca) “frutto”, eppoi, incluso il segno zodiacale al plur Pesci, Pescagiòne, Pescàia “argine fluviale”, Pescàtico, Pescatòre, Pescatòrio, i dim Pescètto, Pescìno (per accezione, piccola imbarcazione per palude), Pesciolìno e Pescherèccio, Pescherìa (suff sostantivante ERIA con valore di “vendita di (pesce)”), i composti Pescaturìsmo (dal XXI sec) questo in associazione con Ittiturismo, Pescecàne, Pesciaiòla o Pescièra e Pesciaiòlo, Pescicoltùra, Pescivèndolo (suff VENDOLO), in complanare con il percorso più esplicito al lat, cui Pìsca “vaso per pesci” e i metaf Pischèlla, Pischèllo riferiti a ragazzo e ragazza, Piscàtico e Piscatòrio (varianti dei primi), Piscìna inv dal lat PISCINA, i composti Piscicoltùra (variante del primo), Piscìcolo, Piscicoltòre, Piscifòrme, Piscìvoro. In percorso prefissato si conta l’iterativo Ripescàre con Ripescàggio fig “recupero” questo neologismo attraverso il franc REPECHAGE adottato dal 1978. Un tipo di pesca è con la Sciàbica, sorta di rete a strascico che, in metonimia, dà il nome anche alla relativa imbarcazione, omologismo dall’ar SABAKA, cui Sciabicàre. Caratteristica naturale del pesce è la Squàma o Squàmma, meglio al plur Squàme, dal lat inv SQUAMA cui Squamàre, Squamàti (Ordine di Rettili Lepidosauri), Squamàto, Squamòso: e pare sia connesso alla rad di Squàlo dal lat SQUALUS, cui SQUALERE varrebbe essere squamoso, da qui il chimico Squalène (idrocarburo contenuto nel fegato), Squàlidi (Famiglia di Selaci), Squalifòrmi (Ordine di Elasmobranchi), pertanto il percorso conta fig Squàllido “squamoso” da SQUALIDUS di SQUALERE questo con valore fig di essere aspro, con Squallènte, Squallidèzza e Squallòre. Lo Squalo toro è una varietà che nel 2012 è considerata in estinzione. \ L’intensa edificazione turistica in coste tradizionalmente allo stato naturale e il conseguente incremento delle attività di pesca in loco hanno indotto gli squali alla ricerca disperata di cibo pur attaccando l’uomo come non avevano mai fatto; la colpa pertanto ricade sempre su quest’ultimo e in riferimento ancora alle costruzioni abitative sotto i crateri, lungo le golene dei fiumi, a valle di pareti sedi di frane o valanghe, in aree particolarmente telluriche prive di adeguate precauzioni.\

La piscina è il luogo ideale per il tuffo sia esso sportivo sia per diletto; Tùffo è l’omologismo dal long TAUFFJAN immergere, d’origine onomatopeica, svoltosi nel ted TAUFEN battezzare, cui l’ital Tuff e Tùffete, Tuffamènto, Tuffàre e Tuffàrsi, Tuffàta, Tuffatòre, Tuffatùra, Tùffolo. Dall’inc di Tuffo col ted STAMPFE pestello, questo connesso col franc STAMPON pestare, l’ital ha composto l’omologismo Stantùffo. Il gr conta KOLYMBOS tuffatore cui Colìmbo (Genere di uccelli) con Colimbifòrmi (l’Ordine). \ Razza umana Il termine Razza, neologismo coniato nel XV sec è finito per scalzare Specie, questo adottato dal XII sec, in riferimento all’uomo, pertanto si ha la locuzione Razza umana sostitutiva di Specie umana; ma c’è dell’altro, è adottato in Gruppo razziale per selezionare gli uomini in base ai caratteri somatici, genetici ed ereditari, come il colore della pelle, sostituendosi all’appropriato Gruppo etnico, toccando l’assurdità della Razza pura. Il lemma, con i suoi derivati, peraltro nato in un contesto equino, avendo assunto un significato discriminatorio e persecutorio è dunque da cancellare dalla terminologia umana, viepiù in locuzione Conflitto razziale, Lotta razziale, Distinzione di razza… Alla pari di quelle voci create dall’arroganza maschilistica (Ved Pena...), occorre una rivisitazione correttiva o eliminatoria per queste legate al concetto di una razza dominante, padrona, come Schiavesco, Negriero, Aguzzino, Galera, Servo, di razza migliore o pura, come l’aggettivo Chiaro dipartitisi lungo un percorso semantico che lo avrebbe elevato al valore di “schietto, onesto, comprensibile, illustre”, in contrapposizione a Nero che, vieppiù, vale peccatore in Anima nera e ladro in Manonèra o Mano nera; in complanare con Bianco e Nero, le puntualizzazioni in locuzione Razza bianca e Razza nera, solo per distinguere la superiorità della prima rispetto all’altra, invece delle appropriate Etnia bianca ed Etnia nera. \ Pisside Bussola Pece Catrame Dal gr PYKSOS arbusto-legno di bosso dal tema med BUKSO-PUKSO pianta (del bosso?), cui PIKSIS scatola (di bosso?) per riporvi gioielli, e il lat PYXIS con BUXIS scatoletta di bosso, sono pervenuti i termini quali Pìsside, Bòsso dal lat BUXUS cui Bossàcee o Buxàcee (Famiglia di piante), Bòssola (snm di Brusca “spazzola” e misura di liquidi questo attestatosi in Veneto), il dim Bòssolo, una variante Bùssolo, con Bossolòtto o, più ricorrente, Bussolòtto, eppoi Bòssolo (di un proiettile, nel senso di contenitore della carica) e Bùssola nel senso di “scatoletta” la cui proprietà di orientamento è basata sul magnetismo terrestre; la Bussola era conosciuta dai navigatori cinesi e europei già del XII sec. cui un doppio prefissato Scombussolàre con Scombussolamènto, Scombussolìo e Scombussolàto (S sottrattivo e CON associativo col valore fig “senza essere con la bussola”). Il percorso prosegue con Bussolànte “trasportatore della portantina (cassetta)”, Bùsta con Bustarèlla, il prefissato Imbustàre e il composto Autobustànte, transitato dal franc ant BOISTE, pertanto del tutto estraneo all’etim di Busto. In vrs connessione il celt BOSTA cui l’ant franc BOISSIEL o BOISSEL svoltosi nel glb ingl BUSHEL “unità (anglosassone) di misura per capacità” corrispondente a 32/36 litri. In ingl BOX è Scatola ed anche fig “spazio-vano-recinto” termine vrs connesso con la rad indoeur cui il lat BUXIS scatoletta di bosso di tema med, che composto con JUKE “sala da ballo”, anche questo connesso con il lat IOCUS scherzo, forma il glb Jukebox, ovvero “scatola (musicale) per sale da ballo”; il termine nel ignificato di “scatola” riappare glb dall’ingl in Boxer quale terminologia motoristica, relativo ai cilindri e nella locuzione Box office “ufficio cassa”. Il risvolto dell’ingl Box in “colpo” cui il glb Boxer “pugilato” nasce fig dal significato di “recinto” o “quadrato” ove si svolge un incontro di pugilato, indicato nel glb Ring “circolo”; da qui l’omologismo Boxàre “tirare di boxe” cui Boxìstico, eppoi, ancora in ambito glb, il franc Boxeur “pugile”, il ted Boxer “lottatore” esteso ad una razza di cane simile al Bulldog, l’ingl Boxer “calzoncino” per associazione al tipico indumento del pugile. Il passo fig da BOX all’ingl BOOK libro è breve considerando questo “una scatola, un contenitore di parole” , cui i glb Bookmaker “Allibratore”con MAKER artefice e Bookmark “segnalibro” con MARK segno.

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Dal lat volg BUXIDA svoltosi da BUXIS, il franc conta BOITE (pron buat ) scatola e fig “piccolo locale notturno” cui l’esot Boàtta o Buàtta “scatola di latta” attestatosi in voce mer. Il franc conta ancora BOIS legno cui gli esot Boiserie “rivestimento in legno”, Oboe-òboe “strumento musicale della famiglie dei Legni” con Oboìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), dal franc HAUTBOIS composto con HAUT alto e quindi “strumento di legno dal suono alto”; HAUT lo si ritrova fig nell’onomastico celt Mafalda da MAHAUT che sta per “forte in battaglia” in concorrenza col ger Matilde. La rad indoeur PIK vale pece, cui il gr PITTA e donde, attraverso il lat PIX PICEM, l’ital conta Pèce con Pecètta, Peciòso, Pìceo, Petacciòla dal gr PITTAKION (tavoletta) impeciata snm di Piantaggine, il prefissato Impeciàre con Impeciamènto e Impeciatùra, il composto glb ted Pechblenda (con BLENDE blenda) snm di Uranite, e perché non pensare ad una primitiva relazione con PYKSIS di Scatola, giusto questa sigillata ed isolata con la pece. Dall’aggettivo lat PICEUS di pece, sono stati coniati Appicciàre (pref A allativo) dal volg ADPICJARE “attaccare (con la pece)” col devb Pìccia, Appiccicàre con Appiccicatìccio, Appiccicatùra, Appiccocòso, Appiccicùme (suff collettivo), Appiccicòso eppoi l’intensivo Spiccicàre con Spiccicàto (pref S intensivo). Nel volg mer Appicciare vale “accendere il fuoco” (con pece infiammata o con torcia di pece accesa), una sovrapposizione lemmatica che vale anche fig istigazione e provocazione. Dall’ar QATRAN pece liquida, l’ital conta Catràme cui Catramàre, Catramàto, Catramatòre e Catamatrìce, Catramtùra, Catramaziòne, Catramìna (suff chimico INA), Catramìsta, Catramòso, il prefissato Incatramàre. Il lat DISPEDICARE (pref DIS) slacciare da un PEDICA dal valore di laccio, il franc ant lo aveva svolto semant in DESPEECHIER sbarazzare, cui l’ital Impedicàre già lat IMPEDICARE (pref IN) impedire-allacciare, Spicciàre in percorso con Compicciàre, questo, con cambio di pref, su calco di Impicciàre cui Impicciàto, Impìccio e Impicciòne, dal franc EMPEECHER, che si ritrova nel glb ingl Impeachment con valore esteso di “stato d’accusa”. I suddetti verbi lat prefissati sono diventati DESPACHAR e EMPACHAR nel prvz, donde il percorso italiano Dispacciàre da DESPACHAR, Impacciàre da EMPACHAR cui Impàccio e Impacciàto, eppoi Spacciàre “smerciare” ancora dal prvz ESPACHAR cui Spàccio, Spacciatamènte, Spacciàto Spacciatòre con Antispàccio “operazione contro gli spacciatori”. Infine Dispàccio dallo sp DESPHAO missiva di disbrigo. \ Ittico Acciuga Seppia Il gr conta IKHTHYS per Pesce, cui Ikhthyfobìa semitalianizzato Ichthyofobìa “Avversione psicologica per i pesci”, l’aggettivo Ittico-ìttico, e il pref ITTIO in composti quali Ittiòfago, Ittiologìa, Ittiosàuro, il neologismo del XXI sec Ittiturìsmo (col pref adattato vale turismo tra i pescatori) in pratica snm di Pescaturismo. Il mediterraneo conta un proprio tema APYU per pesce, cui il gr APHYE piccolo pesce svoltosi nel lat APIUVA e nell’ital Acciùga il cui snm Alìce è dal (genitivo) lat HALLEX ALLICIS e sta per salsa di acciuga (di pesce), termine connesso con il gr HALS sale (ma che appare talvolta in estensione fig nel senso di “mare”); Alice pertanto è il termine di ricetta attestatosi ad indicare l’Acciuga al di fuori dell’etimo naturale APYU, così come Fegato dalla ricetta FICATUM farcito di fichi, attestatosi ad indicare l’organo ghiandolare al di fuori dell’etimo IECUR. Il gr conta ENGRAULIS sorta d’acciuga cui Engfraulìdi (la Famiglia). Coesiste ancora il tema RAIA pesce cui inv il lat RAIA e l’ital Ràia con la variante Ràzza attestatasi da fonetica sett e omn di Razza etnia) cui il fig peggiorativo Razzamàglia o Razzumàglia, i composti Ràidi (la Famìglia) con Raifòrmi (l’Ordine) Pesci che per via di logica, data l’etim locale, gremivano il Mediterraneo; come la Sèppia già Sèpia, cui Sèpidi “la Famiglia”, eppoi Seppiàre, i fig Seppiàto “colore” e Sepiolìte “sorta di minerale” questo snm di Schiuma o Spuma, dal gr SEPIA e dal lat volg SEPJA già class SEPIAM, che pare abbia addirittura impresso nel toponimo all’antica SIPONTUM nell’attuale golfo di Manfredonia, ancora oggi cittadina (la nuova Siponto) rinomata, fra l’altro, per la bontà e la quantità delle seppie e non solo; pare che qui, da sempre, si siano gustate le Triglie di scoglio. Trìglia, con Trìglidi (la Famiglia), dal lat TRIGLA inv dal gr TRIGLA o TRIGLE. Il gr conta TEUTHIS TEUTHIDOS sorta di seppia cui Architèutidi (la Famiglia, pref ARCHI) altrimenti dette Piovre. \ Accasciare Diversa da Cascio è l’anamnesi per il lemma Accasciàre, derivato dal lat volg AD-QUASSARE crollare, intensivo di QUATERE sbattere, cui Squassàre col pref S durativo e Sconquassàre con Sconquàsso (doppio pref CUM). Eppoi, col pref EX intensivo EXCUTERE scuotere, Escùtere (XVIII sec) “interrogare un teste - porre un debitore sotto azione legale – citare”con Escussiòne (XVI sec) e il Pp Escùsso (XV sec), ancora Scuòtere o Escuòtere e Scòtere, con Scuotimènto o Scotimènto o ancora Scotìo, Scuotitòio o Scotitòio, Scuotitòre o Scotitòre, che giungono composti da EX conclusivo e da QUATERE, con il normale passaggio di ua in u in sillaba interna, quindi CUTERE, donde ancora il fig Discùtere con Discussiòne e Discùsso (DIS dispersivo), con successiva attestatzione della u in o; Scotolàre, ancora, è da EXCUTOLARE iterativo di EXCUTERE cui il devb Scòtola e Scotolatùra. L’ital conta ancora il composto Scuotipàglia. Il Pp di EXCUTERE è EXCUSSUS, cui Scòsso del XIV sec e Scòssa con Scossàre, Scossòne; il genere al fem si spiega perché il lemma è stato inc con Mossa. Scòsso è anche il cavallo del Palio di Siena che arriva senza fantino. Fuori percorso Scossàle e Scossalìna “indumento femminile a grembiule” omologismo dal long SKAUZ grembo. Il gr conta lo specifico ENOSIS scossa cui Enosigèo”scotitore della terra” epiteto di Nettuno. Ancora, l’indoeur conta SEIEIN scuotere cui il gr SEISTRON, il lat SISTRUM “strumento di culto egizio” e l’ital Sìstro. Nel proseguire il percorso prefissato,con IN intensivo è nato Incùtere col Pp Incùsso; col pref CUM i termini Concussiòne, Concùsso in percorso COM QUATERE-CONCUTERE, questo nome d’azione del primo; il verbo Concussàre già lat CONCUSSARE intensivo di CONCUTERE è obsoleto e sostituito da Squassàre. Col pref PER Percuòtere o Percòtere con Percotimènto, Percuotitòre o Percotitòre, Percòssa con Percòsse e Percòsso, Percussiòne o Percossiòne con Percussionìsta e il doppio prefissato Ripercussiòne, eppoi Percussìvo e Percussòre. Col pref RI Riscòssa, Riscossiòne e Riscuòtere. Snm di Percossa è Sòrba, con Sòrbola e l’esclamazione Sòrbole! fig da Sòrba frutto del Sòrbo dal lat SORBUM “albero delle Rosacee”, cui Sorbàre, Sòrbico (pref chimico ICO) cui Acido sorbico, Sorbìte, Sorbitòlo. Dal lat RE CUTERE scuotere lo sp aveva tratto RECUDIR ricorrere svoltosi in ACUDIR assistere cui l’ital Accudìre. \ Castro Castrare Il lat conta così CASTRUM fortezza donde l’ital Càstro con Castrènse, eppoi, un Càstro che avrebbe identificato quel centro abitato di dignità inferore a Civitas (Ved Dalla città ai Mendri in Trivio…); Castro sopravvive nella toponomastica locale quali Castro, Castro dei Volsci... in memoria d’antiche fortificazioni, accampamenti militari; nel medioevo.

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Da CASTRUM fortezza il lat conta il dim CASTELLUM cui Castèllo con il sostantivo e aggettivo Castellàno, il sostantivo Castellàre, il fig Castellatùra “rinforzo”, il dim Castellètto, Castellière “abitato preistorico su alture”, Castellìna snm di Catasta, Castellologìa, il prefissato Incastellàre con Incastellamènto e, in complanare con Castro, alcuni toponimi in cui appare Castello e i vari Castellànza, Castellanèta, Castelmàgno cui l’omn formaggio, Città di Castello (demotico Tifernàte dal lat TIFERNUM, o Castellàno), Villacastèlli… dai quali ricorre il demotico Castellàno; attraverso il coronimo sp Castiglia, conneso con CASTILLO castello, si ha l’omologismo relativo Castigliàno, questo anche la lingua cui la locuzione Lingua castigliana. Snm di Castello è Manièro o Manière dal lat MANIER podere agricolo, o MANEO, svoltosi da MANERE dimorare-restare-sostare, omn di Maniero maneggevole. Il termine Càssero, già in uso nel 1300 vale “struttura navale” cui Casserètto, “recinzione fluviale impermeabile”, “mura di cinta” ed discenderebbe dall’ar QASR, influenzato dal gbz KASTRON e dal lat CASTELLUM. Cassero è ancora snm di Cassafòrma Castràre, infine, inv dal lat CASTRARE, arriverebbe dalla rad KES tagliare, che avrebbe prodotto un omn CASTRUM rintracciabile nel sct con CASTRAM strumento da taglio; nel percorso si contano derivati e composti quali Castracàni, Castramentaziòne, Castrànte, Castrapòrci, Castràto, Castratòio, Castratòre, Castratòrio, Castratùra, Castraziòne, Castrìno “l’addetto alla castrazione” e per estensione “l’apposito coltello”, Castròne questo “agnello o puledro castrato” e fig “persona sciocca” cui Castronàggine, Castronàta e Castronerìa. Incastràre, allora, col pref IN illativo, indicherebbe letteralmente “inserire in un’intagliatura”, metaf “mettere alle strette”; anche per questo termine, è lecito supporre un’assimilazione con Castro di “cittadella-fortificazione”, che avrebbe reso il prefissato Incastràto (IN illativo) snm di Assediato; in persorso Incastratrìce, Incastratùra, il devb Incàstro. La rad KES di Castrare trova snm nella SEK di Secare-Segare (Ved Sasso…) e nel lat CAEDERE. In ogni caso, tutte dovrebbero essere partite da una rad comune, che si sarebbe mutata, scissa e diramata in SEK KES KE CAE CE. \ Merlo Mèrlo, elemento decorativo del castello ma con funzione di riparo, cui Merlàre con Merlàto, Merlatùra e Merlòne, in campo di ricamo tessile Smèrlo con Smerlàre, Smerlàto e Smerlatùra, il dim Merlètto 1 cui Smerlettàre. Il termine, fig da Mèrlo (uccello dei Turdidi), è dal lat volg MERULUM già MERULA, cui Mèrla (femmina del merlo), Merlàngo o Merlàno (fig pesce-merlo dei Gadidi, attraverso il franc MERLAN), Merlòt (fig un vitigno delle Tre Venezie) e Merlòtto attraverso il franc MERLE merlo, Merlùzzo, snm di Nasello, dal prvz MERLUS già lat MERLE col dim MERULA fig pesce merlo dei Gadidi, con Merluzzètto. La locuzione I giorni della merla indica nella tradizione popolare gli ultimi tre di gennaio, considerati i più freddi dell’anno. Il termine Gàdidi (la Famiglia) è dal gr GADOS, questo specifico per Merluzzo, cui Gadifòrmi; a tale Famiglia appartiene l’Ordine dei Teleòstei cui la Mènola dal lat MAENA, Mòlva omologismo dal bretone, la Motèlla dal franc MOTELLE fig dal lat MUSTELA donnola, eppoi l’Ordine dei Zeifòrmi questo col gr ZAIOS “sorta di figura” e FORMIS a forma di cui il Sampietro. Ai Gadiformi appartiene ancora l’Eglefìno, sorta di pesce osseo, omologismo attraverso il franc AIGLEFIN da un precedente ESCLEVIS con sovrapposizione di AIGLE aquila, questo un termine che, in armonia al patrimonio indoeur, risuona nell’ingl EAGLE aquila; il termine ESCLEVIS è un omologismo franc dall’ol SCHELVISCH una composizione di VISCH pesce con SCHELLE scaglia. Da notare ancora la risonanza indoeur con l’ital PESCE, l’ingl FISCH e l’ol VISCH. Pseudoetim nel percorso GADOS, Gadolìnio (elemento chimico) con Gadolinìte relativo al chimico J. Gadolin (1760/1852). Ancora, dal merlo del castello sono derivati fig Merlètto con Merlettàia, Merlettàre, Merlettatùra. Il nome Merlino, del famoso mago medv, è azzeccato in un contesto di castelli e merlatture; in ogni caso, non dovrebbe essere estraneo all’ol MEERLING o MARLING da MARREN legare cui il franc MERLIN e l’ital Merlìno termine marinaresco per “sottile cavo di canapa”, in vrs connessione rad con le legature-ricami dei merli. Esiste il termine glb franc Mirliton che indica una sorta di rozzo strumento musicale (adottato dal 1942) diffuso in Asia, Africa, e nel folclore sardo ed aragonese, il cui etim non è certo sia connesso col verso del Merlo. 1 Sorta di merletto tipico di Genova è il Macramè, omologismo dall’ar qui col significato di “fazzoletto”. \ Radicale TEM Suffisso IZZARE EGGIARE Ancora, esiste nell’immenso contenitore indoeur la rad TEM tagliare cui il gr TEMNEIN tagliare, che, oltre al sostantivo metrico Tmèsi (scissione, ossia “taglio” di una parola in due parti tra un verso e l’altro) snm di Diàcope; Tmesi è anche la divisione di una parola in due nparti separate da una seconda parola, quale Infolliàcubo (Follia in Incubo), questo neologismo SA da “Quella notte fatta di sogni e di mistero” Edizioni Rebellato 1989. Il rad avrebbe ispirato i vari TOMO e TOMIA che appaiono come pref e suff in composizioni quali Micròtomo, Tomògrafo, Anatomìa cui Anatomicità, Anatòmico, Anatomìsta, Anatomizzàre con i composti Anatomopatològico e Anatomopatòlogo (pref ANA), in complanare con con Notomìa, Notomizzàre, Notomìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere), Notomìstico e Notomizzàre. Il percorso continua con Tòndere, o l’obsoleto Tondàre (omn di Tondare di Tondo) dal lat inv TONDERE tosare, tagliare interamente, cui il Pp TONSUS che ha condotto a Tonsùra, cui l’eccl Rito della tonsura e un Tonstrìna (barberia), Tosàre con Tòsa, Tosàto, questi svoltosi in veneto nel senso fig di Ragazzo e Ragazza (capelli rasati, come era nell’uso), e il prefissato Intònso (IN negativo) “non tosato” e fig “libro non letto” questo dal fatto che le pagine non avevano ancora le piegature tipografiche tagliate. L’ingl conta il verbo TO SHEAR tosare, cui in area glb il termine Shearling “giaccone di lana rovesciata”. L’ingl SHEAR vale ancora azione-spinta e non può essere solo un caso di parallelismo incidentale se con la rad TEM tagliare svoltasi in TONDERE tosare l’ital conta in connessione il termine Tempellàre “percuotere (spingere)” con Tempellamènto, Tempellàta, Tempèllo, Tempellòne, in sovrapposizione alla base onomatopeica di TEMP battere, percuotere. Nel percorso rad, l’ital conta Tèmpo dal lat TEMPUS (sia fisico che meteo, sintesi da “frazionamento del tempo”) cui l’accr Tempàccio e il dim Tempùscolo, Tempàrio, il prefissato Attempàto (pref AD allativo vale “fornito di tempo-anni”), Tempràre o Temperàre questo inv da TEMPERARE denm da TEMPUS (tagliare al fine di mescolare e armonizzare, moderare) con Tempràto o Temperàto, l’astratto Tempèrie e Intempèrie (IN negativo), Temperìno col suff INO di strumento, i composti Temperalàpis o Temperamatìte o ancora Temperamìne, il composto Frattèmpo da utilizzare in locuzione avverbiali quale Nel frattempo; ancora, Temperànza o9 Temprànza da TEMPERANTIA con Temperatòre e l’opposto

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Intemperànza e Intemperànte, eppoi Temperatùra, Tempèsta (astratto di TEMPUS con suff peggiorativo) cui il relativo Tempestòso e Tempestìvo, questo non ancora in senso peggiorativo, cui Tempestività, eppoi Tempestìo, Tempìsmo e Tempìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere) cui Tempìstica e Termpìstico, Tempòne quali accr di Tempo nel senso fig di “Allegria” con la locuzione Far tempone, Tèmpora direttamente dal plur lat TEMPORA “tempi” in senso liturgico con un plur ital nella locuzione Pro tempore, Temporàneo o Temporàrio con Temporaneamènte, Temporaneità, Temporeggiàre con Temporeggiamènto, Temporeggiatòre, Temporizzàre con Temporizzatòre, la locuzione dal lat Temporibus illus “quei tempi”, un Tèmpura “piatto tipico giapponese” dal lat TEMPORA attraverso il portoghese (piatto abituale dei missionari durante il periodo delle tempora), i prefissati Estemporàneo con Estemporaneità (col pref EX fuori); il prefissato Contemporàneo, cui Contemporàle, Contemporaneamènte, Contemporaneìsta, Contemporaneità, ha il proprio snm in Simultàneo dal lat SIMUL stesso tempo cui Simultanàre, Simultaneamènte, Simultaneìsmo, Simultaneìsta e Simultaneità. L’aggettivo Temporàle da TEMPUS (omn di Temporale da Tempie) con Temporalìsmo e Temporalità, eppoi il suffissato Atemporàle e Atemporalità (pref A privativo), il dim Tempùscolo, col snm-omn Temporàle da TEMPORALIS “fenomeno atmosferico temporale” cui Temporalèsco; dall’ingl TIME tempo, il glb Timing. Il Tèmpio, o Tèmplo, è la parte di spazio (terra-cielo) tagliato dal sacerdote-àugure ed a lui riservato, cui Tempière o ancora Templàre e Templàrio, il dim Tempiètto, Tempificàre, la locuzione Ordine dei templari e Cavalieri templari 1, il glb ingl Temple block “sorta di strumento musicale ligneo a percussione” fig dalla cupola del tempio. Il percorso prosegue con il composto Contemplàre con Contemplaziòne. Più metaf, connessi alla rad omonima TEM spregiare, i vari Contumàce, Contumèlia, Contemnèndo o, grazie alla mutazione del gruppo lat mn in nn, Contennèndo dal gerundivo lat CONTEMNENDO da CONTEMNERE disprezzare, tutti con pref associativo COM. Nel percorso di Temperare, l’ital conta ancora Tèmpera, la variante Tempràre con Tèmpra, Temperamènto con Temperamentàle, e prefissati quali Contemperàre o Contempràre con Contemperamènto Contemperànza (pref COM associativo), Intemperànte (IN negativo) “non moderato”, Ottemperàre o Obtemperàre (OB al cospetto) “adeguarsi al cospetto delle istruzioni” cui Ottemperàte o Obtemperànte e Ottemperànza, Stemperàre o Stempràre (S intensivo) “più che tagliare, sciogliere” cui Stemperamento o Stemperatùra, Stemperàto... Temperàre vale anche “fare la punta” con il suo contrario Stemperàre “togliere la punta, spuntare” con Stemperàto. Tèmpia (anatomia) da TEMPORA (plur) tempie, il suo aggettivo Temporàle (omn di Temporale da Tempo) svoltosi in pref TEMPORO o TEMPOR nei composti quali Temporomandibolàre e Tempororbitàrio, deriverebbero metaf dal lat TEMPLUM trave di sostegno, omn di TEMPLUM tempio, donde Tempiàle “relativo alla trave”. Dal lat ASYLUM, dal gr ASYLON tempio è perveuto Asìlo, termine composto dal pref A privativo e da SYLE che vale senza diritto di cattura, ovvero l’extraterritorilità della casa degli dei, omologata nelle nostre chiese, santuari, monasteri, case protette per l’infanzia e nella qualifica di protezione per i rifugiati; l’opposto di Asilo è Esìlio conn le ant varianti in Esìglio, Essìglio o Essìlio, cui Esiliàre e Esiliàto, in complanare con Spatriare, dal prefissato lat EXSILIUM di EXSULE “fuori della proprio suolo” cui Esule-èsule, Esulàre questo anche fig. Il suff verbale IZZARE, omologato nel volg EGGIARE, in verbi denm o tratti da aggettivi, si ritrova in molteplici termini italiani e sta ad indicare “attuazione, trasformazione, riduzione”, dal gr IZEIN agire in un modo, cui Democratizzare (con aggettivo Democratico) dal gr DEMOKRATIZEIN, Organizzare dal sostantivo Organo; da qui poi si è passato alla forma sostantivata Democratizzazione e Organizzazione. Il suff volg conta termini quali Amoreggiare, Ondeggiare e le forme sostantivate Amoreggiamento e Ondeggiamento. 1 L’Ordine dei Cavalieri templari aveva un rigida etichetta; era proibito dalla regola abbigliarsi di collane, andare a letto scalzi, baciare una donna anche se madre o sorella, indossare tuniche colorate o disegnate, intraprendere viaggi da soli, mangiare abitualmente carne, parlare ad alta voce in refettorio, ridere in qualsiasi occasione\ \ Augurio Auspicio Sacerdote * Nome di strumento L’Augure-àugure, dal lat AUGUR già AUGUS promotore, annunciatore di buone nuove astratto del verbo AUGERE dalla rad AWEG prosperare, era il sacerdote nel tempio che prediceva il futuro, traendolo sia dal volo degli uccelli, dai sogni e da altro, sia dalle condizioni atmosferiche, ovvero dal Tempo e dal suo ruolo di preannunciatore delle buone cose, c’è pervenuto Augùrio con Auguràle e Auguròso, Auguràre-Inauguràre… in opposizione Sciagùra e Sciaguràto col pref EX sottrattivo, cui le varianti poetiche Sciaùra e Sciauràto. La rad di Augurio s’individua nel sct AJAS forza, cui i derivati Augùsto “consacrato” (agg. e nome proprio di persona), Augustàle (sacerdote), Augustèo (relativo all'imperatore Augusto o al suo tempo); l’onomastico Agostino da AUGUSTINUS valeva di Augusto. Da contare il toponimo insulare, oggi croato, Làgosta attraverso il lat AUGUSTA INSULA già gr LADESTANOS, svoltosi nell’illirico LADEST, nel croato LASTOVO. Il lat conta lo specifico STRENUUS di buon augurio d’ant origine sabina, cui il sostantivo STRENA svoltosi nell’ital Strènna, col quale, vrs connesso STRENUUS coraggioso, donde Strènuo svoltosi nel snm di Tenace. Più tardi, il lat avrebbe coniato ENCAENIARE inaugurare dal gr ENKAINIA inaugurazione da KAINOS nuovo, cui Incignàre e Incìgno questi dal poetico valore di INCIPIT, da non equivocare con Incignere questo una variante di Incingere. Curioso il verbo toscano Incincignàre, un inc tra Incignare e Cencio, che starebbe per “sgualcire, ridurre ad un cencio”, ma altra fonte lo vorrebbe “incignare un cencio” (un abito). \ Proviamo a formulare tre testi augurali per una coppia di sposi: Gli auguri più splendidi non basterebbero ancora a colmare la felicità che proviamo nel vedervi sposi e felici per la vita - L’amore vi tinga ogni cosa del colore più bello, quello tutto vostro e che vi apparterrà per sempre - Quando una coppia bella come voi si sposa, l’umanità tutta si rinnova di un bocciolo; il vostro ha già le corolle d’incanto.\ Dalle facoltà divinatorie, grazie alla lettura delle viscere è sorto il termine Estispìcio o Extispìcio dalla composizione EXTA visceri con la rad SPEK osservare; dal volo degli uccelli, è nato il termine Auspice-àuspice da AUSPEX con il denm Auspicàre con i vari Auspicàbile e Auspicabilità, Auspicàle, Auspìcio o Auspìzio, dalla composizione lat di AVI uccello con la rad SPEK osservare; in associazione il termine Oscìni “Sottordine di Passeriformi” dal lat OSCEN OSCENIS dal cui canto si traevano gli auspici, donde il fig OSCITARE sbadigliare con l’ital Oscitaziòne “sbadiglio continuato” e il risvolto Oscitànte cui Oscitànza nel senso di “negligente e negligenza”; in opposizione al valore di auspicio il lat conta il prefissato OBSCENUS (OB contro) “di malaugurio” cui l’ital Oscèno con Oscenità. La rad SPEK, cui il lat SPECERE guardare, è l’abbrivo del percorso lat-ital SPECULUM cui Spècchio con Spècchia (manufatto preistorico), Specchiàio, Specchiatùra, Specchièra, Specchiètto, eppoi, dal dim SPECILLUM, Specìllo con Specillàre Spècimen inv da SPECIMEN saggio; del percorso di SPECULA osservatorio cui Spècola, Speculàre o Specolàre, l’inv Spèculum, ancora Speculàre con Speculatìva, Speculatìvo, Speculatòrio e Speculaziòne in senso filosofico cui l’attestazione corrente. Il composto Frontespìzio o Frontispìzio è con il lat FRONS FRONTIS e SPICIUM dal tema di

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SPECERE. Da SPECIES di SPECERE l’ital conta Spècie questo la categoria di individui capaci di accoppiarsi e fecondare, cui Specie umana; in caso di organismi asessuati identifica l’insieme morfologico. In chimica sta per l’insieme di proprietà distinte, filosoficamente indica quella forme intermediaria tra oggetti con i quali hanno rapporti di somiglianza umana cui Specie intellegibile. Eppoi, snm di Aspetto, Qualità, Sorta e nel senso d’apparenza nella locuzione Sotto specie di… Infine, indica una sorpresa biasimevole nella locuzione Fare specie. Il percorso prosegue con il glb ingl Special, Speciàle con la variante Speziàle (omn di Speziale da Spezie) e l’avverbio Specialmènte o l’ellittico Spècie, Specialìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Specialìstico, Specialità o la variante Spezialità, Specializzàre attraverso il franc SPECIALISER con Specializzaziòne, Speciaziòne, Specificàre con Specìfica, Specificatìvo, Specificaziòne, Specìfico cui il prefissato Aspecìfico (A privativo), il composto biologico Specie-specìfico, Speciòso da SPECIOSUS cui Speciosità e, con la lenizione, il solo plur Spèzie (vale “specie”, un termine medv per mercanzie, droghe) con Speziàle (questo omn di Speziale variantre di Speciale), Speziàre e Spezierìa, Speziàto. Curioso il glb ingl Spam che è tratto dalla locuzione SPICED HAM carne speziata (di maiale) e che si è attestato in “invadente messaggio in Internet” cui Spammer e Spamming, vrs dalla massiccia pubblicità per questo prodotto poco gradito dai consumatori.. Il ted SPECK non appartiene a questa rad, vale lardo svoltosi nel significato di “prosciutto affumicato”. D’identica rad SPEK è invece il got SPEHA osservazione, cui Spiàre con Spìa, Spiamènto, Spionìstico, l’accr Spiòne, i dim Spioncèllo “sorta di uccello dei Motacillidi, simile all’allodola” e Spioncìno, Il verbo è il lat SPECTARE guardare, intensivo di SPECERE esaminare, cui i prefissati Introspètto da INTROSPICERE guardare dentro con Introspettìvo, Introspeziòne e Introispezionìsmo, Prospettàre (PRO SPECTARE) con Prospettìva, Prospètto dal Pp PROSPECTUS, Prospettòre, Prospeziòne attraverso l’ingl PROPSPECTOR da PRO SPICERE (con normale passaggio della e in i) con il Ppres PRO SPICIENS cui Prospiciènte. Il percorso SPEK prosegue con Spettàcolo dal dim lat SPECTACULUM con Spettacolàre, cui Spettacolarità, Spettacolarizzàre o Spettacolizzàre con Spettacolarizzaziòne e Spettacolòso, Spettàbile da SPECTABILIS ragguardevole, Spettàre da SPECTARE guardare svoltosi “nelle competenze-essere dovuto” con Spettànza, Spettatòre da SPECTATOR, il nome di strumento Spèttro sia “fantasma” (adottato dal XVI sec) sia fig “fascio luminoso” cui Spettràle e una nutrita serie di composizioni quali Spettrobolòmetro (col gr BOLE raggio), Spettrochìmica con Spettrochìmico, Spettrocolorìmetro (con Colore e Metro “misurazione”), Spettrocomparatòre, Spettroeliogràfico con Spettroeliògrafo (col gr HELIOS sole) eppoi Spettroeliogràmma da Spettrogràmma, Spettroeliscòpio con Spettroelioscòpico da Spettroscòpio con Spettroscòpico e Spettroscopìa, Spettrofotometrìa con Spettrofotomètrico e Spettrofotòmetro, Spettrografìa con Spettrogràfico e Spettrògrafo, Spettrometrìa con spettromètrico e Spettròmetro. Il *Nome di strumento è un termine tratto dal verbo e rimodellato perché indichi il conseguimento di uno scopo, la raffigurazione di un oggetto, di un’identità, di un’astrazione... quali Rastrello dal verbo lat RADERE, Simulacro dal verb lar SIMULARE, Enigma dal verbo gr AINISSOMAI vedo oscuro. Il percorso prefissato conta Aspettàre (AD SPECTARE) cui il devb Aspètto “attesa” e Aspètto “modo di presentarsi”, Aspettatìva, Aspettaziòne, Aspettuàle attraverso l’ingl ASPECTUAL, in obsoleto complanare con Espettàre cui Espettamènto, Espettatìva e Espettaziòne, eppoi Cospètto o Conspètto (CUM SPECTUS), Cospìcuo o Conspìcuo da CONSPICUUS e Cospicuità (CUM SPECERE), Dispettàre (DE SPECTARE) e Dispètto o Despètto, Ispettìvo (IN SPECERE) con Ispettòre, Ispezionàre e Ispeziòne, Perspicàce da PERSPICAX con Perspicàcia, Perspicuità e Perspìcuo (PER SPICERE), Rispettàre (RE SPECTARE) con Rispètto o Respètto (RE SPECTUS) e ancora Rispìtto attraverso il franc ant RESPIT, Rispettìvo e Corrispettìvo con Corrispettività (doppio pref CUM), Sospettàre (SUB SPECTARE), Sospètto questo sia Pp sia sostantivo, Sospettàbile e Sospettàto con gli opposti Insospettàbile e Insospettàto, Sospettòso e Sospettosità, eppoi Insospettìre (IN illativo) con Insospettìto, infine Suspiciòne da SUSPICIO (da SUB SPECERE) con la variante Sospeziòne o Suspeziòne o Suspiziòne; attraverso il prvz SOSPECHAR, l’ital contava dal XII sec, oggi obsoleto, Sospecciàre “sospettare” con Sospecciòne “sospetto” e Sospecciòso “sospettoso”. La locuzione Foglio di rispetto o Pagina di rispetto indica la pagina bianca posta tra il frontespizio e la copertina di un libro. Dalle facoltà divinatorie, grazie alle interiora degli animali, è sorto il termine composto Estispìcio o Extispìcio con il lat EXTA visceri (il suff SPICIO è dal rad SPEK di SPECERE-SPICERE) snm di Arùspice cui Aruspicàle, Aruspicàre o Aruspiciàre, Aruspicìna “la tecnica” e Aruspìcio, componendo la rad SPEK col sct HIRA vena, con questo una vrs connessione del lat IRA, cui Ira, dal fatto che in una persona irata si gonfiano a vista alcune vene. Il lemma ital Vèna è invece inv dal lat VENA privo di connessioni, vrs dal sct HIRA vena, che, oltre in anatomia, assume fig il significato botanico di “nervo” e geologico di “canale” o “filone di minerale” cui Venàre, Venàto, Venatùra; da non equivocare col termine volg Vena questo aferesi di Avèna dal lat inv AVENA. Dal lat SAPHENA già ar SAFIN, l’ital conta Safèna (ciascuna delle due vene sottocutanee degli arti inferiori) con Safèno (anche riferito al vicino nervo) e il composto Safenoctomìa. Il termine Sacerdòte è il derivato di una composizione lat SACER sacro e DOS, questo da rad DHE porre. Sacerdote, pertanto, può essere tradotto in Colui che ha in dote (è posta in lui) la sacralità. Il convegno di Sacerdoti, Vescovi, Prelati è detto Sìnodo, dal gr SYN insieme e HODOS via-strada, cui Sinodàle e Sinòdico. Da SACER, oltre a Sacerdòte, sono derivati tutti quei termini, derivati e composti, in percorso con Sàcro, Sacràle, Sacralità, Sacralizzàre con Sacralizzaiòne, Sacramènto da SACRAMENTUM con Sacramentàle, Sacramentàre, Sacramentàrio e Sacramentàto, Sacràre, Sacràrio, Sacràto “sacro” e Sacràto dalla locuzione Luogo sagrato, Sacrestìa o Sacristìa con Sacrestàno, Sacrificàre (SACER FACERE fare) con Sacrificàbile, Sacrifìcio o Sacrifìzio, Sacrificàle, Sacrificàto e Sacrificatòre, Sacrìlego con Sacrilègio (Ved Lega…), Sacrìsta “sacrestano” (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), il composto Sacrosànto e, con i pref, Consacràre o Consegràre con Consacràbile, Consacramènto, Consacràndo, Consacratòre, Consacraziòne e Sconsacràre con Sconsacraziòne, Dissacràre con Dissacrànte, Dissacratòre, Dissacratòrio e Dissacraziòne Esecràre con Esecràbile e Esecrabilità, Esecràndo, Esecràto, Esecratòre, Esecratòrio, Esecraziòne, Ossecràre con Ossecraziòne (pref OB verso, vale “pregare rivolto a (un dio, un santo…); termini alieni, l’omn Sàcro o Sàgro, una sorta di falco, omologismo dall’ar SAQR falcone, Sacripànte “uomo grande e fiero” in riferimento al personaggio Sacripante delle opere “Orlando innamorato” e “Orlando furioso” rispettivamente di M. M. Boiardo e dell’Ariosto. L’ital conta ancora Sacràle con Sacralgìa (col gr ALGOS dolore) e Sacralizzaziòne, in riferimento all’osso sacro dalla

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locuzione lat OS SACRUM su calco dell’eufemismo gr HIERON OSTEON. Dal dim lat di SACER è pervenuto Sacèllo piccola cappella. SACER è di rad SAK, la quale indica stare lontani da ciò che è considerato da venerare; una specie dell’OFF LIMITS ingl. Dalla rad sono pervenuti in percorso semantico Sancìre rendere intoccabile inv da SANCIRE, donde il nome d’azione Sanziòne da SANCTIO attraverso il franc SANCTION col denm Sanzionàre cui Sanzionàbile, Sanzionatòrio, Sanzionìsmo, Sanzionìsta e Sanzionìstico. Con lenizione della c in g, l’ital conta ancora, in complanare, Sàgra “festa, celebrazione sacra”, Sagramènto con Sagramentàle e Sagramentàre, Sagràre, Sagràto questo attestatosi quale blasfemo e Sagràto snm di Sacrato “luogo sagrato”, Sagrestìa con Sagrestàno, Sàgro (Sacro con la lenizione). In coppia col sagrestano ci sarebbe la Perpètua, la donna addetta alla cucina e alla pulizia della casa del parroco, termine sorto dal nome del personaggio nei “I Promessi sposi” di A. Manzoni. Segrèto o Secrèto e Segrèta o Secrèta, l’esot franc Secrétaire (pron secreter), Segretamènte, Segretàre, Segretariàle, Segretarièsco, Segretàrio e Segreterìa con Segretariàto, Segretaziòne, Segretèzza, Segretùme, attestatosi con lenizione sett cr\gr, dal lat SECRETUS vale ciò che è sacro, ovvero da serbare con cura. Sarebbe pleonastico, quindi, dire un sacro segreto, conservare un segreto come una cosa sacra, segretare un reperto sacro… e così via. La locuzione Segreto di Pulcinella indica una confidenza diffusa a largo raggio ovvero di pubblica conoscenza. La rad SAK propria d’aree italica, ittita e ger, corre in complanare alla rad TYEG sacrifico allontanante il male-sacro d’area gr e ind cui il gr SEBO io venero. Da non equivocare con Secrèto, questo Pp di Secernere, inv dal lat SECRETUS (omn del primo “ciò che è sacro”) di SECERNERE separare; in ogni caso, una snm tra i due secreti esisterebbe, nulla vieta infatti credere ad un unico significato di partenza, dal fatto che un segreto non è altro “ciò che si secerne (viene secreto) dalla cose divulgabili”. \ Chi ha timore di confidare i propri segreti è colui che appena raccoglie un’altrui confidenza la diffonde immediatamente. SA\ Consacrare ha il suo snm nel lat VOTARE intensivo di VOVERE consacrare, da rad WEGWH, cui Vòto e Votàre, con le varianti desuete di Botàre e Bòto; con i pref, l’ital conta Devòto, Devoziòne con Devozuinàle dal lat DE VOVERE, eppoi una locuzione inv dal lat Ex voto (pref estrattivo) che sta per “offerto (estratto) dalla devozione”. Il lemma Voto, quindi, è passato da una semant di devozione religiosa a quella per la politica. Il sacerdote indòssa la Tùnica, dal lat inv TUNICA, termine d’origine semitica adottato in area di tema med KHITON, così inv nel gr quale veste, in ital Tònaca con normale passaggio della della i in a, come è accaduto in Monica-Monaca, oppure volg Tonica e il dim Tonicèlla. Attraverso il lat, in via fig, l’ital conta Tunicàto, o meglio Tunicàti (sottotipo di cordati marini), il prefissato Stonacàrsi (S sottrattivo vale come “spretarsi”). In senso fig si ha il pref Intònaco (IN illativo) “rivestimento della parete” cui Intonacàre o Intonicàre (IN illativo) cui Intonacamènto, Intonacàto, Intonacatòre o Intonachìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Intonicatrìce, Intonacatùra eppoi Rintonacàre (doppio pref RI iterativo) con Rintonacatùra e Stonacàre (S sottrattivo) con Stonacàre; dal gr KHITON, l’ital conta Chitìna con Chitinòso e Chitosàno (doppio suff OSIO “carboidrato” e ANO “idrocarburo”) quali termini chimici, Chitòne “tunica”, Chitòne “sorta di molluschi”. Nel percorso, il gr CHEIRYDOTOS da CHEIRIS guanto-manica vale “fornito di maniche” cui Chiridòta e Chirinòso. \ L’età della Prospettiva I primi empirismi prospettici apparvero nelle tombe egizie in cui il senso della profondità era impartito dall’ordine delle figure e poi in un trattato cinese intorno al IV sec aC, dove ci si affidava alla dimensione delle ombre. Giotto (1267/1337), nel suo affresco di Assisi già impresse il senso della profondità prospettica, tale da poter esserne considerato il vero inventore; senza di lui, forse non avremmo avuto così presto un Brunelleschi e il leonardesco. Fu Brunelleschi (1377/1446), infatti, a ideare decisamente la Prospettiva artificiale utilizzando macchine “calcolatrici” delle dimensioni, delle distanze e profondità, che Leon Battista Alberti (1404/1472) marcò nel suo codice “De pictura”. ll Rinascimento (1400/1500) fissò una sorta di Prospettiva sociale raffigurando i personaggi con dimensioni via via maggiori in relazione alla loro importanza Al richiamo di queste novità, s’impegnarono i Fiamminghi (dal XV al XVI sec) decisi così a superare la loro tecnica di Prospettiva naturale (declinazioni di brillantezza e lucidità cromatiche) e l’uso di una particolare Scatola ottica, antesignana della Macchina fotografica. Il tedesco Albrecht Durer (1471/1528), addirittura, corse in Italia per imparare e qui ebbe l’idea del suo Prospettògrafo, col quale la profondità è calcolata mediante una tensione dei fili. Leonardo da Vinci (1452/1519) con la sua Prospettiva aerea e Galileo Galilei (1564/1642) con il cannocchiale, apportarono qualità scientifiche alla prospettiva. Il vedutista veneziano Canaletto (1697/1768) utilizzò a sua volta una sorta di Camera oscura la cui immagine esterna si proiettava su un vetro, che il pittore ritraeva realisticamente. \ Aumento Ausilio Dalla rad AWEG prosperare (crescere) il lat conta il verbo AUGERE cui il nome AUGMENTUM attestatosi nell’ital Aumènto ed Aumentàre; sempre dalla stessa rad e dallo stesso verbo è derivato il termine lat AUXLILIO, da un più ant AUXULUS (che permette la prosperità, la crescita), svoltosi nell’ital Ausìlio con Ausiliàre, Ausiliàrio, Ausiliatòre, la locuzione Verbo ausiliare quali Avere, Essere, Venìre, d’ausilio ai verbi principali nella composizione dei tempi. \ Cencio Cecio Centone Cèncio “straccio”, è dal lat CINCIUS, cui Cenciàia, Cenciàio, Cencaiòlo o Cencaiuòlo, Cenciàme o Cenciùme (suff AME UME per collettivo), Cenciàta e Cenciòso; l’ital ha adottato il glb franc Chiffon (pron sciffòn) con valore di “seta trasparente” svoltosi nel XIX sec dal significato originale di “cencio-straccio”, con i derivati Chiffonnier e il semiomologismo Chiffonnière Cencio sarebbe nato dall’inc di Centone con CINCINNUS riccio di capelli cui Cincinnàto dal lat CINCINNATUS ricciuto, donde l’allora cognome del noto senatore romano Lucio Quinzio Cincinnato, corrispondente al terzo nome, oggi omologato nel soprannome, similmente a Caio Giulio Cesare (100-44 aC - “nato da taglio all’utero”, Ved Egemonia in Folla…) e a M. Tullio Cicerone perché aveva un vistoso neo a forma di un Cèce, questo in lat CICER, cui la variante toscana Cècio e il mer fedele al lat Cicero cui Cicirata “tipico piatto a base di palline di pasta fritte fig “ceci”; il dim lat CICERCULA s’è svolto nell’ital Cicèrchia con Cicerchiàta “dolce meridionale” e Cicerchiòne “pianta erbacea”. Quali snm di Cicerchia, si ha Veggiòla dal lat VILIA, Mòco o Mòchi d’origine prelatina. Il cognome lat del personaggio Cicerone, cui Ciceroniàno con

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Ciceronianìsmo o Ciceronianèsimo, s’è svolto metaf nel termine Ciceròne snm di Eloquente, ma anche di Guida turistica quale forzatura in senso spiritoso, e infine di “sapientone-arrogante”. Centimolo in volg garganico è il mulino, vrs dalla farina ottenuta da diverse specie di grano ammassate. Ciceòne è fuori percorso, di etim greco, è una bevanda rituale associato ai misteri eleusini dell’ant Grecia, importata dai romani; per Eleusìno, cui Misteri eleusini (riti religiosi in onore di Demetra e Persefone) s’intende relativo al toponimo Eleusi in Attica Cecèno è fuori percorso poiché, omologismo dal russo CHECHENETS già CHECHEN, è l’etnonimo relativo alla Cecenia. Centòne “panno di vari pezzi cuciti insieme” è dal lat CENTO CENTONIS “coperta cucita con vari pezzi”, attestatosi fig in “componimento letterario” di tanti brani d’autori diversi (fig cento), snm di Antologia, cui Centonàrio. Centone ha il proprio snm nel lemma lat ancora corrente Quòdlibet o Quòlibet ciò che piace cui l’aggettivo Quodlibetàle; altri snm adottati nel gergo musicale, Fantasia, il glb franc Pot-pourri e Pasticcio. Il numero cardinale Cènto dal lat CENTUM, invece, è da rad KNT, infatti la sua prima pron era kentum, già gr HEKATON, rintracciabile nel ted HUNDERT e nell’ingl HUNDRED. In percorso, Centaròlo “maiale di cento libbre”, Centàvo dal ptg SENTAUVU, una moneta divisionale, Centèna dal lat CENTENUM a cento a cento, Centenàrio, Centènnio, l’ordinale Centèsimo da CENTESIMUS, Centèsimo o Centèsmo “moneta divisionale” cui Centèsima o Centèsma e Centesimàle, Centìle ellittico di Percentìle, Centinàio, un Centèlla “sorta di erba odorosa”, Centèllo nel senso di “centesima parte” col dim Centellìno o Ciantellìno o Cintellìno cui Centellàre con Centellinàre, eppoi la romana Centùria “unità base del Comizio centuriato” con Centuriàre, Centuriàto, Centuriaziòne, Centurionàto, Centuriòne e Capocentùria; eppoi le composizioni Centennàle e Centènnio “di cento anni”, Centèrbe, Centofòglie, Centogàmbe, l’atletico Centometrìsta o Centìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Centometrismo o Centìsmo non linguistico), Centònchio o Centòcchi o ancora Centòcchio da CENTUCULUM “specie di pianta” dim lat di CENTO CENTONIS, Centonèrvia “pianta erbacea, fig di cento nervi”, Centonovèlle, Centopèlle o Centopèlle… il pref CENTI in composizioni quali Centiàra, Centìgrado, Centigràmma e Centigràmmo, Centìlitro, Centilòquio “opera letteraria in cento parti” con il lat LOQUI parlare, il mitologico Centìmano “dalle cento mani”, Centinòdia questo ellissi della locuzione lat HERBA CENTINODIA composta con NODUS nodo, pertanto fig erba dai cento nodi. Centàuro è dal lat CENTAURUM gia gr KENTAUROS cui Centàurea o Centaurèa e Centàurico, il mitico mostro metà cavallo e metà uomo, il cui elemento lemmatico TAURUM toro sta ad indicare la sua forza taurina centuplicata. Centuriaziòne dal lat CANTURIATIO CENTURIATIONIS era la suddivisione del territorio in cento parti tramite linee incrociate dei cardini (nord-sud) e dei decumani (est-ovest) a beneficio dei cittadini romani nelle nuove colonie; in omologismo militare, i long assegnavano il FARA quale corpo di spedizione prima e terreno a loro assegnato dopo, cui l’ital inv Fàra e i toponimi quale Fara S. Martino. Dal gr HEKATON cento, l’ital conta Ettaro-èttaro (simbolo convenzionale Ha) attraverso il franc ECTARE pari a 10.000 mq cui Etteràggio o Etteràto, il pref ETTO per composizioni quali Ettogràmmo cui l’ellittico Etto-ètto, Ettòlitro, Ettòmetro, Ettowatt-èttowatt questo dal glb Watt “unità internazionale di potenza” in onore di J. Watt (1736/1819) cui gli omologismi Wattàto, Wàttmetro o Wattòmetro, Wattòra (con Ora) cui Wattoràmetro, Wattsecòndo. Dall’avestico SATEM cento, nel 1933 fu coniata la locuzione Lingue satem per indicare l’Area delle lingue idoeur centro-orientali in cui si pronunciano in maniera sibilante le consonanti gutturali ricorrenti nelle lingue indoeur occidentali e nord-orientali, pertanto, il gutturale gr HEKATON cento diventa SIMTAS cento in lit (Area satem). \ Cronologia secolare In riferimento ai secoli dC, dal I Millennio, si ha una cronologia numerica, ossia il I sec sino al 99, il II sec dall’anno 100, il III sec dal 200, il IV sec dal 300, il V sec dal 400, il VI sec dal 500, il VII sec dal 600, l’VIII sec dal 700, il IX sec dall’800, il X sec dal 900 al 999; dopo il Mille, questo il Millèsimo dC, si ha il II Millennio con l’XI sec dall’anno 1000, il XII sec dall’anno 1100. Dal 1100 si può elidere il 1000 ottenendo ‘100, ‘200, ‘300… Eppoi, dal 1200, ha inizio una cronologia comunemente in lettere, rendendo implicito il Mille, ossia il Duecènto (XIII sec) e il derivato Duecentèsco con Duecentìsta e Duecentìstico con le varianti letterarie Ducentèsco o Dugentèsco, Ducentìsta e Dugentìsta e Ducentìstico o Dugentìstico, così via dal Trecènto (XIV sec) il Trecentèsco con Trecentìsta e Trecentìstico, dal Quattrocènto (XV sec) il Quattrocentèsco con Quattrocentìsta e Quattrocentìstico con un Quattrocentìno (dal 1933) snm di Incunabolo (già dal 1688), dal Cinquecènto (XVI sec) il Cinquecentèsco con Cinquecentìsta, Cinquecentìstico e un Cinquecentìno relativo ad una edizione d’epoca, dal Seicènto (XVII sec) il Seicentèsco e Seicentìsmo con le varianti artistico-letteraria Secènto cui Secentèsco, Secentèsimo, Secentìsmo e Secentìstico, dal Settecènto (XVIII sec) con Settecentèsco e Settecentìsta, dall’Ottocènto (XIX sec) l’Ottocentèsco con Ottocentìsta, dal Novecènto (XX sec) il Novecentèsco con Novecentìsmo, Novecentìsta e Novecentìstico. Nel III Millennio, segue il XXI sec dall’anno 2000 al 2099, il XXII sec dal 2100 al 2199; più complicato elidere il 2000 dopo il 2100 per ottenere ‘100, ‘200… come nel secondo millennio, preferendo forse un doppio segno grafico cui “100, “200, “300… eppoi, si dovrebbe ripetere la cronologia in lettere con Duecentèsco (XXIII sec), Trecentèsco (XXIV)… accompagnandolo, chissà, da un prefisso, ad esempio, Biduecentèsco, Bitrecentèsco o Diduecentèsco, Ditrecentèsco (pref BI dal lat BIS o DI dal gr DIS valgono “due volte”). \ Santo Sanculotto Dal Pp SANCTUS del lat SANCIRE rendere intoccabile, ci viene Sànto cui il troncamento San che accompagna (innanzi a consonante semplice, z, connessione muta-liquida, s impura, semiconsonante) il nome maschile dei santi ed alcuni composti quali Sanfedìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere) ipocoristico di Santa Fedista (partigiano dei Borboni cui il relativo Borbònico), Sangiovèse ipocoristico di Sangiovannese (nome un vino), cui ancora l’elisione Sant innanzi a vocali come in Sant’Antonio; in percorso con Santificàre, Santìno, Santità, Santòne, Sàntolo “padrino” attraverso il veneto dal dim lat SANCTULUS, Santoràle dalla locuzione Periodo santorale, Santorèggia (sorta d’erba aromatica, snm di Barbaforte) dal lat SATUREIA sovrapposto con Santo, Santuàrio e Santuariàle, Santimònia e Santimoniàle da SANCTIMONIA col pref MONIUM ciò che compete sta per “vita apparentemente santa” ovvero l’agire con atti di competenza di chi vive come un santo. L’onomastica, dal lat SANCTUS, conta Sante, Santo e un nomignolo siciliano Santuzza (Santuccia) reso celebre da Mascagni attraverso l’opera “La cavalleria rusticana”. Esiste ancora il termine Sant’Ubèrto “razza di cane inglese” dalla locuzione Cane di Sant’Uberto corrispondente all’ingl