vivremo del lavoro, o pugnando si morrà! · Noi dovremmo cercare di meritare un po' più...
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Anno XXII. N» 5S9
A ^ A J M M U h
20 Maà|; io 1922
COMUNISTA - ANARCHICO. 1 ■■IIHDi^tf i
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SVIZZERA ED ITALIA Abbonamento : annuo, fr. 5; semestrale, fr. 2.50
Un numero separato : io cent.
PERIODICO QUINDICINALE Indirizzare lettere e vaglia : IL RISVEGLIO
Rue des Savoises, 6, GINEVRA (Svizzera)
PAESI DELL' UNIONE POSTALE Abbonamento : annuo, fr. 5; semestrale, fr. 2.50
Un numero separato ì io cent.
O vivremo del lavoro, o pugnando si morrà!
I DISOCCUPATI : Nulla, propr io mai nulla da fa re . . . Facciamo una barr ica ta !
NOTE DI PRIMO MAGGIO Non è difficile scorgere come la crisi terribile,
radicata nel vivo del sistema statalcapitalistico e che getta la sua ombra malefica snlla società in genere e sul proletariato in ispecie, ha raggiunto un tal grado d'intensità e di sviluppo da domandare, esigere comunque uno sbocco, una soluzione. Purtroppo però, fra luna e l'altra delle due parti preposte a risolverla, regna tale una confusione ed incoscienza, da lasciar supporre che lunga sarà l'agonia della vecchia e non meno lungo e penoso il parto, l'avvento della nuova società. Da un lato, infatti, gli Stati capitalistici in lotta fra loro per le egemonie nazionali ed economiche e solidali nella lotta contro il proletariato ; dall'altro, il proletariato concorde fondamentalmente nelle sue frazioni sul problema dell'eliminazione del capitalismo, ma discorde nei mezzi e nelle vie da seguire per la bisogna e nell'indirizzo da dare alla nuova società.
Così mentre le borghesie nell'ennesima loro adunata, che ha luogo a Genova, manovrano per scaricarsi mutuamente il peso che in comune le schiaccia, — il proletariato da Francoforte a Berlino e a Roma va cercando la soluzione nell'unione assurda di forze eccentriche che si elidono e si paralizzano.
Un'altra prova di questo controsenso, di questo errore tragico, è per me emersa dallo svolgimento del comizio indetto il Primo Maggio dal
l'Alleanza del Lavoro qui a Milano, dove parlarono oratori di ogni partito e tendenza, provocando un senso di malessere e di disgusto in quanti intendono il significato, il carattere intimo e grandioso del Primo Maggio. E questo malessere si rivelò subito, allorché dopo gli accenti vibrati del rappresentante dei ferrovieri e dell'Unione Sindacale Italiana, inneggianti alla solidarietà operosa e fattiva, intesa a fronteggiare l'incalzante, intollerante e intollerabile reazione per le vie maestre dell'azione diretta di classe e rivoluzionaria, — sorse a parlare il vecchio Turati che, nella sua qualità di rappresentante del Partito socialista, si profondò in una critica serrata controia Direzione di questo Partito, affermando l'inanità di ogni movimento rivoluzionario e la conseguente necessità di collaborare con quella parte di borghesia industriale, non necessariamente reazionaria come quella terriera, e di cercare in questo incuneamento un punto d'appoggio per far leva sul regime capitalistico.
Bisogna tuttavia riconoscere che, a parte l'illusione turatiana di dividere il campo borghese, che nello stesso giuoco parlamentare ritrova automaticamente la sua base di solidarietà di fronte ad ogni sia pur minima pretesa socialistoide. Turati prospetta una linea, un piano di azione che non possiedono né la Direzione del suo partito, né i comunisti che per bocca del Graziadei patrocinarono l'idea dello sciopero rivoluzionario, affacciando la punta del dubbio e
della sfiducia sulla possibilità attuale di riuscita. Un qualche cosa come un suicidio eroico. Ma Turati svelò sinceramente il piano di azione riformista, annunciando l'imminente creazione del Partito Indipendente del Lavoro, alla quale lavorano alacremente i dirigenti la Confederazione Generale del Lavoro, partito i cui grandi manifesti già tappezzavano la città, con un programma intonato alla necessità della ricostruzione nazionale e statale.
Disgraziatamente anche per il fatto dell'indecente gazzarra che si disfrenò, l'oratore degli anarchici, che si trovò a parlare per uno degli ultimi, non trovò modo di rilevare la pericolosa situazione nella quale vengono a trovarsi i rivoluzionari in seno all'Alleanza del Lavoro, limitandosi a stigmatizzare quegli atti di bestiale e settaria violenza ostruzionistica, sabottatrice di ogni discussione proficua, e invitando il proletariato tutto a pensare seriamente alla situazione precaria attuale, specialmentein quelle plaghe agricole, dove la reazione combinata dello Stato e del fascismo schiaccia, martoria e disperde le milizie vinte del lavoro,
Ma tant'è. Il problema, posto dal Turati e visibilissimo ovunque nelle sue linee generiche, s'impone senza indugio all' attenzione delle falangi rivoluzionarie. Da troppo tempo le furbesche manovre riformiste fanno il giuoco, cosciente 0 incosciente, del capitalismo internazionale, grazie alla discordia e all'apatia dei rivoluzionari che si bisticciano siili' ipotetica^ pelle
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2 IL RISVEGLIO
dell 'orso. Cosi di fronte al nascituro Partito Indipendente del Lavoro, nel quale entreranno in blocco la Confederazione Generale del Lavoro e la frazione riformista del Partito socialista italiano, è lecito domandarsi cosa faranno i comunisti militanti quale minoranza nella pr ima ed i cosidetti rivoluzionari formanti la maggioranza del secondo? Seguiranno, pe r l e loro vecchie fisime unitarie, gli uni e gli altri a rimorchio i riformisti, oavrà luogo una nuova e più formidabile scissione nel campo politico come in quello economico e sindacale i>
11 problema non è da affrontarsi alla leggiera, ed è perciò che crediamo utile ch'esso venga gettato nell'arena dell 'esame e della discussione attenta e spassionata, alfine di i l luminare le masse e metterle in grado di giudicare e di agire con cognizione di causa e ponderatezza
In quanto a noi, il problema ci sembra solo risolvibile con lo spezzamento dell'equivoco unitario che sovrasta e paralizza, dal Partito Socialista alla Confederazione e all'Alleanza del Lavoro, tutto il movimento proletario italiano, e con l'alleanza delle forze veramente e fattivamente rivoluzionarie, sovra m a base di mutuo rispetto e tolleranza e con un programma di realizzazioni sociali larghe quanto più i tempi e le circostanze lo permettono.
Nutnilore.
N. d. li. Non condividiamo interamente l'opinione del nostro collaboratore. L'esperienza ci ha insegnato a non sperare troppo dai cosidetti grandi organismi proletari e crediamo ci sia megli» da fare al presente per noi che cercare delle alleanze. Ne parleremo in un prossimo numero.
Pel nostro movimento In u n vecch io n u m e r o della Cronaca Sov
versiva (- d i c e m b r e i()i,).) t r o v i a m o r i s t ampa to senza c o m m e n t i q u e s t o nos t ro a r t i co lo , che r i a s s u m e il n o s t r o pens i e ro i m m u t a t o sul le q u e s t i o n i s e m p r e m a g g i o r m e n t e discusse fra c o m p a g n i .
Noi dovremmo cercare di meritare un po' più materialmente il nostro titolo di rivoluzionarii, col considerare sempre come possibile e non lontana un'insurrezione armata e prepararci in conseguenza. Ma per parte nostra crederemmo un errore l'isolarci dal movimento operaio d'ogni giorno, benché fatto evidentemente per un riformismo illusorio. Bisogna che al momento di un'azione decisiva, non abbiamo l'aria di piovere dal cielo e siamo conosciuti non solo da poliziotti e spie, ma anche da quella massa che potremo tanto meglio sollevare con noi quanto più avrà già subito da un certo tempo la nostra influenza. L'elemento anarchico non può che rimanere sempre piccola minoranza, ma occorre crescere di molto intorno a noi il numero dei simpatizzanti, che ci permettano di diventare sempre più audaci, intuendo che basterà una forte crisi, magari un'incidente di non grande importanza, un'ingiustizia più specialmente sentila per ragioni impreviste, perchè si mettano interamente con noi e ci seguano nell'azione. Un movimento popolare d'emancipazione non ècon-cepibile che anarcliieamenle, ma avverrà, come nel passato, che sarà fatto col concorso di una massa ta quale agirà più per istinto che per scienza. Perchè si si dovesse aspeltareche tutti abbiano un'idea precisa e una visione chiara del divenire, prima di scendere in lotta, continueremmo a lasciar predominare un ambiente ed un insieme di istituzioni, che sono appunto il maggior ostacolo ad un serio mutamento, ad una trasformazione radicale della mentalità e dell'opinione dei molti.
L'anarchia non è un partito, che abbia da far trionfare delle individualità, dei capi, ma una tendenza che cerca di penetrare tutta la vita sociale per rinnovarla.Noi non arrechiamo al mondo una legge nuova per surrogare la vecchia, ma alla coercizione ed all'autorità vogliamo sostituire l'accordo naturale e la libertà. E quando parliamo di penetrazione intendiamo che si eserciti non nei vecchi istituti statali e capitalistici, perchè allora si risolverebbe in un fallace assorbimento, ma dovunque si lavora, si studia e si lotta pel benessere e il progresso di tutti e non più a scopo di dominio e di speculazione.
Torniamo dunque alla propaganda ed alla preparazione insurrezionale, senza però isolarci da tutte quelle manifestazioni della vita proletaria,che,erratt in sé stesse, servono però a mantenere lo spirito di opposizione, di resistenza e di protesta, che spetterà a noi di mutare poi in spirito ed in azione di rivolta.
Ricordiamo sempre le vittime politiche !
Umanità Nova Amministrazione : Casella postale 4 u . ROMA
[{edazione : Via della Guardiola. a3. ROMA Abbonamenti per l'Estero :
Anno, lire 96 —Semes t re . 5o — Trimestre, 27
11 nostro quotidiano rivolge un caldo appello a tu Iti i compagni, perchè la sua esistenza sia assicurala in questo periodo di crisi intensa. La sua scomparsa significherebbe un regresso troppo doloroso per noi tutti ; ciascuno faccia quanto è in suo potere per evitarla. Tutti i compagni s'abbonino al nostro quotidiano.
La Prima Rivoluzione Russa Ecco il riassunto storico che ne faceva Pietro
Kropolkine in un suo articolo scritto nel 1906 : Il 10 agosto it)o4. la bomba di Sazonoff ucci
deva l 'onnipotente ministro degli interni, Pleh-\ve, che s'era incaricato di mantenere l'autocrazia per una diecina d'anni ancora, purché avesse pieni poteri e somme illimitate di denaro. E ne aveva usato senza controllo. Più di trenta mila persone erano state deportate amministrat ivamente in Siberia o nelle provincie lontane dell ' Impero. La polizia era strapotente : lo stesso Plehwe era protetto meglio dello czar. Quando osava uscire in vettura per le vie di Pietroburgo, nugoli di spie sorvegliavano tulio il percorso. Non valse a nulla — il rivoluzionario sacrificando sé stesso l'aveva colpito.
Durante sei sett imane, il posto di ministro degli interni rimase vacante; nessuno osava accettarlo e, quando Svialopolx-Miroxy si decise infine a diventare ministro, esigette dallo czar che fosse permesso ai Zemslvos di trovare una forma transitoria tra l'autocrazia ed un governo rappresentativo.
Fu allora, nel novembre 190/4, ch'ebbe luogo il famoso Congresso dei Zemstvos. che iniziò l'agitazione attuale fra le classi istruite. Alcune settimane dopo, grandi unioni d ' ingegneri , avvocati, docenti, farmacisti, ecc. furono costituite, e lanciarono la parola d'ordine d'un'Assemblea Costituente, eletta dal suffragio universale diretto e secreto. Gli studenti facevano nel frattempo manifestazioni imponenti .
Però il movimento non avrebbe progredito di più per un certo tempo, se gli operai di Pietroburgo, organizzati dal prete (japon, non avessero fatto la loro enorme manifestazione del aa gennaio 190a. a cui parteciparono duecento mila uomini . Per la prima volta nella storia della capitale del Nord, il popolo entrava nella carriera rivoluzionaria
Si sa quel che avvenne : la truppa, sparando a bruciapelo, fece una carneficina d 'uomini , donne e fanciulli... ma l'autocrazia era stata colpita a morte.
Allora, il movimento si propagò dovunque. I conladini, malgrado l ' inferno, cominciano ad insorgere nelle provincie baltiche,in Polonia, in Lituania, nel Caucaso, ed anche nelle provincie del centro della Russia europea. Ovunque i contadini agivano con una certa solennità. Il comune riunito si dirigeva co' suoi carri verso i magazzeni di grano del signore, e ne distribuiva onestamente i sacchi fra tutti i suoi membr i , senza dimenticare di lasciare al signore la razione spettante alla sua famiglia. Ovunque i contadini reclamavano il loro dirit to a tutta la terra. n Noi vogliamo la terra e noi l 'avremo ! » dicevano. L'insurrezione, onda irresistibile, avanzava da un punto all 'altro del paese. Nel Caucaso, i Guriani congedavano tutte le autorità e formavano comunanze indipendenti , simili a quelle dei vecchi cantoni svizzeri.
Al giungere della primavera, la Polonia, già tutta in fermento, entrò in lizza ; immensi scioperi generali scoppiarono a Varsavia, Lodz e in tutte le grandi città. Questo mezzo, di cui la vecchia Internazionale aveva così bene intravvisto il valore, deriso più tardi dai partigiani della conquista del potere (nello [Stato borghese, ben inteso) appariva ora in tutta la sua grandezza, e già nel luglio, lo czar si vedeva costretto a far convocare dal suo ministro Boulyguine. una specie d'Assemblea dei Notabili.
Nel 1881, all' indomani dell'esecuzione d'Alessandro II, simile mezzo avrebbe ancora potuto riuscire e scongiurare il fiume di sangue che costerà la Rivoluzione. Nel r895,all 'avvenlo di Nicola II. forse la stessa concessione sarebbe ancora stata di qualche valore. Oggi, sembrava ridicola.
Gli scioperi e le insurrezioni di conladini cont inuavano; tutto il paese era agitato,
Fu allora che gli operai gettarono nuovamente il peso della loro volontà sulla bilancia della lolla. Imo sciopero di fornai scoppiava a Mosca nel l 'ot tobre 1900, immediatamente seguiti dai tipografi. Si credette dappr ime ad una semplice scaramuccia fra capitale e lavoro. Nessuna delle organizzazioni rivoluzionarie vi aveva preso la benché minima parte. Ma tutto ad un tratto, per uno di quei movimenti che caratterizzano tutte le grandi rivoluzioni, la scaramuccia si allargò. Si estese a tutti i mestieri , si comunicò a Pietroburgo e dilagò rapidamente per tutta la Russia meridionale. Quando il grido di « sciopero generale ! » s'era fallo intendere a Mosca, i dotti poli-licanti ostinati avevano r ipetuto: « Che ossurdi-là. è impossibile !» — e in pochi giorni lo sciopero si generalizzava, si spandeva sul l ' immensa superficie della Russia.
Quel che i lavoratori dovettero soffrire durante quelle settimane, non lo si saprà mai. Mosca restava senza pane, senza carne. Montagne di viveri s 'accumulavano lungo le ferrovie senza movimento. Nessun giornale, niente altro che le proclamazioni dei Comitati di sciopero. Migliaia di viaggiatori rimanevano fermi a Mosca, centinaia di tonnellate di pacchi e lettere «rano accumulate sotto le tettoie.
Allo sciopero di Mosca, seguiva quello delle altre città. Poco a poco l 'entusiasmo dei lavora-tari si comunicò alle altre classi : commessi di negozio, docenti, impiegati di bauca, attori, avvocati, persino i giudici si unirono al movimento — tutta la nazione faceva sciopero contro il suo governo.
A palazzo, regnava il panico. L' imperatrice madre imballava i suoi gioielli, non dimenticando di farne altrettanto coi bronzi e le porcellane di valore, e partiva a mezzanotte per Copenhagen. Fu allora che Nicola II si decise, il 3o ottobre, a convocare un'assemblea di rappresentanti, e due giorni dopo, quando 3oo,ooo uomini invadevano le vie della sua capitale, pronti a dar l'assalto alla paigione centrale, firmava un decreto d'amnistia.
La Russia ebbe due mesi di libertà. Fd allora si vide sino a qual punto erano giusti i priu-cipii dell 'anarchia. La gente si affrettò a prendere le libertà, senza aspettarle dall 'alto, dalla legge, e queste libertà prese restano. La censura fu abolita dagli operai tipografi stessi, che fecero sapere a tutti gli editori che non stamperebbero più nessun giornale, i cui numeri venissero spediti alla censura. E se qualcuno continuasse a farlo, boicotterebbero i crumir i che lavorassero per quel giornale.
Dovunque si cominciò ad armarsi , dovunque si prese la libertà di riunirsi . La Russia si comportava come se non avesse governo. E quando la reazione organizzò le contro-manifeslazioni ed i massacri di ebrei e d'intellettuali in certe città. fu la gioventù stessa che s'armò per resistere.
Quanto ci si è parlalo dell'evoluzione lenta delle società !... —Sì ,genera lmente , è lenta. Ma bisognava vedere come la Russia, tutta la Russia dei contadini, degli operai ed artigiani cambiò in quei due mesi. Una nuova nazione era nata. Il contadino, l 'operaio, che, ieri ancora, osava appena mormorare sordamente contro la guardia campestre, ora parlava contro lo Stato, il Capitale e i suoi lacchè, czar e ministr i . Il più timido dei contadini dei dintorni di Pietroburgo e di Mosca parlava di barricate, proprio come se fosse suo mestiere il farne. Ad un tratto, tutta la Russia cominciò ad intravvedere che l ' intero sistema di lor signori del governo non era che una truffa colossale; ch'erano essi, i lavoratori, i contadini, a costituire la Russia ; ad essi dunque la terra, i frutti del loro duro lavoro. Tutti sono d'accordo nel dire che una nuova Russia nacque in quei due mesi.
Forse l 'entusiasmo fu anzi troppo grande, nel senso che non si calcolavano bene le forze immense che possedeva il governo nel suo esercito e negli interessi delle classi agiate, perchè queste, scorgendo il pericolo d'una rivoluzione popolare, stavano ora per schierarsi intorno al potere, anche se autocratico. I giovani rivoluzionari non seppero altresì tener conto delle sofferenze inaudite che i lavoratori avevano sopportato due mesi pr ima, e nel dicembre 1906, si tentò di sol-levareMosca con uno sciopero generale. La massa ancora stanca dello sciopero d'ottobre non rispose all'appello ; ma malgrado ciò. si vide a Mosca un fatto che rovesciava tutte le teorie che i legalitari ci avevano spacciate durante questi ult imi anni. Gli insorti non avevano che alcune centinaia di fucili e 3oo 0 /|Oo rivoltelle, nondimeno.
IL RISVEGLIO
le bande armate e i lavoratori del Belleville moscovita— La Presnia — poterono resistere durante otto giorni agli obici ed alle mitragliatrici della truppa. Fu il popolo, gli ignoti, il biricchino, il vagabondo, che eressero barricate, di cui i parigini stessi sarebbero stati orgogliosi. Ma il popolo, la folla di 000.000 uomini nelle vie e per le piazze mancava a rendere l'insurrezione vittoriosa, mancava a quel momento — verrà fra poco! — e l'insurrezione fu schiacciata.
Nello slesso tempo, un' insurrezione tanto seria e anzi più profonda di quella del Delfinato nell'agosto 1789, scoppiava nelle provincie baltiche. I comuni congedavano le loro autorità, si dichiaravano indipendenti e s'impadronivano delle terre dei signori.
Altrove, lungo tutta la linea transiberiana, la Siberia insorgeva. In fondo, durante due mesi, la massa dei lavoratori, sul lungo percorso della ferrovia, formò una repubblica indipendente, che — immagine delle unioni operaie anarchiche dell' avvenire — dirigeva con ordine tutto il traffico sulla via. Trasportava, con un ordine non mai smentito, le truppe di ritorno dalla Manciùria, prodigava le sue cure pei convogli di feriti, ma non conosceva altra auLorità all'infuori dilla propria — quella degli scioperanti.
L'una e l'altra insurrezione furono annegate nel sangue. Ma non bisogna credere che il vecchio regime avesse cosi guadagnato del terreno. Dovunque, la guerra fu dichiarata a tutti i suoi rappresentanti, e, ieri ancora, un giornale medico, facendo l'addizione di fuuzionari, poliziotti e capitalisti, uccisi 0 feriti dai rivoluzionari, otteneva il totale di 1421 pel periodo di quindici mesi soltanto, sino al maggio 190(1 : e fra coloro che hanno dato la propria viia per punire i versagliesi russi, vi sono nomi che vivranno nella memoria dei popoli, come quelli delle due giovinette Spiridonova e Konopliannikova.
Che dire della Duma, convocata pel 5 maggio e sciolta sei settimane dopo, per avere fortemente resistito sul terreno legale ai ministri autocrati ? Composta in gran parte, come bisognava aspettarselo, di rappresentanti del vecchio regime e di moderati, non ebbe nemmeno la possibilità di formulare leggi di principio, come quella del !\ agosto 1789, che avrebbero potuto scuotere gli strati più profondi del paese. Una Assemblea Nazionale, anche in tempo di rivoluzione, non può mai fare delle leggi che rispondano ai bisogni della rivoluzione economica voluta dal popolo ; ma la Duma non riuscì neppure a lanciare una formula, come quella del !\ agosto, quando l'Assemblea Nazionale di Versaglia dichiarava (in principio soltanto! : « I diritti feudali sono aboliti. »
Col rinvio della Duma, Nicola 11 non è però riuscito che a guadagnare alcuni mesi. Il potere assoluto è morto inRussia. Di fallo, non esiste più. La Russia, in questo momento, è un assieme di una sessantina di monarchie africane, in cui ogni reuccio uccide, imprigiona ed esilia come vuole, ma senza giungere a ristabilire in un modo qualsiasi il prestigio del governo. Il vecchio regime non si riformerà più.
Nelle masse profonde, l'opinione in merito è fatta. I lavoratori delle grandi città non aspettano che l'occasione propizia per rinnovare il grande sciopero, in cui la truppa non sarà più unanime contro di loro. Anche i contadini hanno la loro opinione fatta. « La terra sarà a noi », dicono, » il regno del signore è finito », ed i rivoluzionari, approfittando dell'esperienza di due anni di rivoluzione, combinano già i loro colpi con maggiore profondità ed audacia. La Repubblica non è forse così lontana come si crede.
Ma non è tutto. Dalla rivoluzione russa scaturisce l'idea che si deve andare oltre la Grande Rivoluzione francese. Le idee del 1798, che ebbero un principio d'applicazione l'anno II della Repubblica, dopo l'espulsione dei Girondini, saranno realizzate, tutto porta a crederlo, su più larga scala e con maggior successo.
Non sarà ancora quella Rivoluzione sociale — che i popoli latini saranno chiamati ad inaugurare — ma sarà un passo verso di essa, già cosi viva nel cuore dei' proletari di tutto il mondo.
P. Kropotkine (1906).
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Dato l'enorme disavanzo del giornale, preghiamo tutti i compagni in ritardo nei pagamenti, a
.mettersi inregola con la nostra Amministrazione.
insanguinato il
Il Processo del Diana Il processo del Diana olire uno spettacolo
profondamente tragico. Nello sfondo i cadaveri della terribile sera
di passione, sui quali specula la banda più ignobile e sanguinaria di venduti e di sicari, che abbia mai conosciuto sino ad oggi la storia d'Italia. Essa ha vigliaccamente colpito ed assassinato in tutte le città e in tutte le campagne di quella che osa chiamare la sua patria centinaia d' inermi, con la complicità del re, del governo, della polizia, dei tribunali, dei padroni, protetta cioè apertamente nella sua opera di distruzione e di morte da tutte quelle autorità e classi sociali che pretendono rappresentare l 'ordine e far rispettare la vita ed i beni di tutti.
Colmo d'impudenza gli assassini trattano da vili gli assassinati, minacciando i loro congiunti, i loro fratelli di fede, di lavoro e di lotta di altre vendette, compiute sempre col consenso e l'ausilio di spie, di guardie regie, di carabinieri, di ufficiali, di tutti i corrotti e i corruttori . E mai non si vide corruzione maggiore di quella brulicante sull ' immenso carnaio della guerra.
Davanti e vicini a noi stanno gli accusati, i più innocenti, i meno — travolti in un turbine di passioni veementi, d'ire disperate, d'odìi atroci — vittime doloranti non già colpevoli. Su tutti quei nostri compagni, torturati da biechi inquisitori, resi pazzi alle volte da sofferenze inenarrabili, scendono tutte le minaccie, le maledizioni, gli anatemi, proprio come se— invece d'averlo combattuto aspramente — incarnassero tutte le abbiezioni, le turpitudini, le infamie del regime mostruoso che ha mondo.
Come pensare, senza un sentimento d' indignazione, a quei cosidetti rappresentanti della legge, a tutti gli altri incoscienti od ipocriti che manifestano o fingono l 'orrore, dopo essersi bagnati per lunghi anni , con voluttà cinica e feroce, in fiumi e fiumi cruenti, protestando contro ogni voce che s'elevasse anche timidamente a domandare la fine del macello, ben più facendo una colpa del fatto di sentirsi stanchi di tanto scempio di vite e di ricchezze, giungendo a creare il delitto di disfattismo per chi invocasse un termine a tanto strazio di carni, di cuori e di cervelli.
Basta, Tartufi immondi ! Contro quei nostri compagni che stanno nella gabbia delle Assise di Milano, abbiano o non abbiano partecipato all'attentato del Diana, voi non avete diritto di alzare la voce : voi che per anni ed anni avete tanto più valorizzato l'uomo (/uanlo maggiore era il numero dei. cadaveri da lui fatti ; voi che vi siete estasiati mattina e sera all'udire che tonnellate d'alto esplosivo erano state profuse dovunque con buoni risultati; voi che avete esaltato sopratutto quella scienza che scoprisse sempre nuovi e più terribili mezzi d'annientamento e di massacro.
Basta, o (iiuda, 0 Maramaldi della classe proletaria, passati al servizio di lor signori ! Invano fate la voce grossa pei' lasciar credere ad una emozione che non provaste mai, a meno non fosse quella della paura che una giusta vendetta potesse ancora colpirvi ; invano cercate con venti cadaveri di nascondere i venti milioni di vittime che hanno costato all'umanità la vostra guerra e i mali infiniti che ne risultarono ; invano fingete di condannare quel terrore che fate regnare in Italia e dovunque può estendersi il vostro dominio !
Non sono gli anarchici e l'Anarchia che hanno voluto la conflagrazione ; non sono gli anarchici e l'Anarchia che, pur dopo l'armistizio, hanno mantenuta l 'Europa sul piede di guerra ; non sono gli anarchici e l'Anarchia che vennero creando sempre nuove situazioni tragiche, proprie a spingere gli individui alle estreme determinazioni !
L'attentato al Diana l 'hanno preparato tutti i torturatori, gli oppressori, gli sfruttatori d'Italia. Ad essi la responsabilità terribile di tanti interminabili anni di lotta cruenta !
Contro nessuno dei compagni nostri che stanno sul banco degli accusati si è potuto provare che abbia agito per un interesse proprio di lucro o d'ambizione ; sentinelle perdute vennero sorprese agli avamposti di una difesa disperata che solo l'eroismo poteva inspirare.
Quegli solo è colpevole cui il. delitto giova ! 1 nostri compagni diedero, sfidarono, subirono tutto, senaa aspettarne compenso alcuno. Sono innocenti !
I colpevoli siete voi, o famuli della nuova Inquisizione, o pretoriani del nuovo cesarismo, o aguzzini della nuova schiavitù, voi che nell 'orgia spaventosa di violenze e di crimini trovaste il successo e la fortuna, l'oro e la triste fama, voi che nella vostra feroce rabbia d'essere sprezzati e dalla massa e da chi vi paga, sempre più v' ingolfate nel brago e nell ' infamia !
A tutti i compagni nostri il commosso saluto d'affetto ; ai loro nemici aperti o nascosti, coscienti od incoscienti, la protesta fiera e l'affermazione ardente di non cedere mai !
ERRICO MALATESTA A l f^of lFo Conversazioni
/■Vi U d l i c su l l ' anarch i smo Volume di 120 pagine : I franco.
Ad un sicario Abbiamo letto in quella fogna che è II Popolo
d'Italia l'ultimatum che Mussolini, peri fascisti, intima «Agli Anarchici ». Lo abbiamo letto senza impressione, ma con supremo disprezzo.
Il sicario abbietto e maramaldo posa da stomacato per le proteste che la suprema e provocatrice viltà leguleia della parte civile nel processo per l'attentato dinamitardo al Diana ha generato de parte dei nostri compagni — il maggiornumero innocenti—.che nel gabbione della regia corte d'assise di Milano dovranno, fra qualche settimana, udire la sentenza, implacabile e feroce, che forse li seppellirà per sempre.
Benito Mussolini, il primo e più ripugnante fedifrago che conosca l'Italia contemporanea, in coerenza alla sua anima conigliesca e panciafichista di exsocialista, sente orrore di quelle nostre giovinezze scapigliate ed impetuose e fa subdolo appello incitatore alle sue mandrie incarognite, perchè — sicure di tutte le protezioni sbirresche e di tutte le impunità giuridiche — si apprestino a consumare l'invocato linciaggio dei nostri.
Torquemado è riabilitato da questi novelli araldi della civiltà tricolore.
Niente processo, ma semplicemente linciaggio. Così, come giorni or sono fu pugnalato da fa
scisti un compagno innocente del Valdarno, che, dopo qualche anno di carcere, scendeva dal treno per riabbracciarsi con i suoi, essendo stato assolto !
Linciaggio è la parola d'ordine. Bisogna linciare gli anarchici. Questo è l'incitamento di Mussolini. Così ordina il sicario. I nostri compagni — dopo le innumeri sevizie subite nelle sentine luridissime di San Fedele — sereni e sorridenti sono andati e stanno al processo con la dignità, con la fierezza tradizionale degli anarchici ; dignità e fierezza alle quali, da tempo, noi stessi non eravamo più abituati.
Questi nostri compagni, dal loro duro banco d'accusati, tengono ben alta la bandiera dell'Anarchia. Non chiedono e non vogliono pietà.
Mariani — il principale accusato — ha già dichiarato con la baldanza serena e cosciente del milite impavido, di assumersi ogni responsabilità del suo gesto. Non facciamo qui sterili ed inutili apologie verbali. Sarebbero ridicole.
Non discutiamo sulla bontà, sull'utilità, sull'opportunità ed anche sull'errore del gesto compiuto da queste due giovinezze anarchiche, Mariani ed Aguggini, la notte del a3 marzo 1931.
Ciò può riguardare coloro che dal caffè o dal salotto vivono le lotta di classe. Non noi che la combattiamo.
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4 IL RISVEGLIO
S e n t i a m o che q u e s t i nos t r i c o m p a g n i di fen
d o n o la causa n o s t r a , la r i v o l u z i o n e n o s t r a , o n d e oggi la g a b b i a de l le Assise di Milano è u n a t r i b u
na d e l l ' A n a r c h i a . E' là , su i nos t r i c o m p a g n i , che si p r o t e n d o n o i n o s t r i s g u a r d i p iù a n s i o s i , il n o s t r o o recch io vig i l e , i l n o s t r o c u o r e p a l p i t a n t e
Da q u e l l a t r i b u n a si p a r l a agl i o p p r e s s i la san
t i tà i m m o r t a l i ! ed i n v i n c i b i l e de l l a r ivo l t a . Da que l l a Cor t e , oggi così p i e n a di s b i r r i e di a r
m a t i , so rge la d o c u m e n t a z i o n e , p e r le class i p o
p o l a r i , del la p a u r a e del t e r ro r e dei p o l e n t i , che la p r o p r i a d o m i n a z i o n e sce l l e ra t a i m p o n g o n o con la forza b r u t a l e del le a r m i , con l ' ecc id io c o n s a p e v o l e , f r eddo e c r i m i n a l e , effe t tuato in n o m e del la l egge fat ta s e m p r e pe r e t e r n a r e lo s f r u t t a m e n t o e la d o m i n a z i o n e dei p o c h i su i m o l t i s s i m i , dei p a r a s s i t i su i p r o d u t t o r i . Dicono q u e s t i n o s t r i c o m p a g n i c o m e sia i n u t i l e dal la l egge , da l l a p a t r i a , da d i o , cioè da l p a d r o n e , d a l b i r r o , da l p r ê t a , s p e r a r e pei l a v o r a t o r i la p r o p r i a r i s u r r e z i o n e m o r a l e e soc ia le , pol i t i ca ed econo
m i c a . Dicono q u e s t i a n a r c h i c i , r i n s e r r a t i nel la te t ra g a b b i a de l le Assise e già vota l i a l l ' e r g a s t o
lo , c h e la l i be r t à , il p a n e , il b e n e s s e r e n o n si m e n d i c a n o , m a si c o n q u i s t a n o c o m b a t t e n d o . D i c o n o q u e s t i n o s t r i , con l ' e loquenza i m m e n s a del p r o p r i o sacr i f ic io , q u a n t o e c o m e s i ano de le
ter ie e v a n e t u t t e le a l t r e vie, che n o n s i a n o que l l e del la r ivo l ta t ragica e s a n g u i n a n t e dei d o m i n a t i c o n t r o i d o m i n a t o r i , non c o n s e n t e n d o ques t i u l t i m i , n o n c o n s e n t e n d o le l o ro t i r a n n i
che i s t i t u z i o n i , l i be r t à a l c u n a nel la scel ta dei mezzi di difesa e di offesa.
Afferma l ' a t t ua l e p r o c e s s o del Diana ai l avo ra
to r i , ai p r o d u t t o r i , ch 'ess i p e r rea l izzare il p r o
p r i o b e n e s s e r e , la p r o p r i a l i be r t à , per n o n pe r
p e t u a r e l ' a t t ua l e s l a to di s c h i a c c i a m e n t o in cui g i a c i o n o , n o n d e b b o n o s o l a m e n t e i n c r o c i a r e le b r a c c i a . Non bas t a p iù la res i s tenza pass iva d i
nanz i al la p o t e n z a t e r r i b i l e m i c i d i a l e d e l l e a r m i . E a f f e r m a n o i nos l r i col p r o p r i o sacrif ìc io q u a n
to sia i n u t i l e , t r a d i t r i c e e d a n n o s a ogni az ione pacifica p e r l ' e m a n c i p a z i o n e dei l a v o r a t o r i del p e n s i e r o e del b r a c c i o nel la società p r e s e n t e , az ione che finisce s e m p r e p e r i n f r a n g e r s i d i n a n z i a l l ' i n e s o r a b i l i t à sp i e t a t a del le l egg i , la cui u l t i
m a e n a t u r a l e e s p r e s s i o n e è i a violenza o m i c i d a
ria del la so lda tesca a r m a t a . "Ebbene q u e s t a p r o p a g a n d a , q u e s t ' a u t o d i f e s a ,
q u e s t a espos iz ione d ' o p i n i o n i , q u e s t a af ferma
z ione s in te t i ca e g e n e r o s a da p a r t e deg l i i m p u
tati del le n o b i l i s s i m e c a u s e idea l i che d e t e r m i
n a r o n o l ' i n s u r r e z i o n e degl i a n a r c h i c i , n o n p u ò essere to l l e ra ta dag l i sc iaca l l i , s p e c u l a n t i sui m o r t i e su l p a t r i o t t i s m o .
Se i m a g i s t r a t i avesse ro m a n t e n u t a la l o ro az ione nei l i m i t i de l lo ro s tesso cod ice , se si fos
sero decis i a p r o c e s s a r e Mala tes ta e c o m p a g n i d o p o l u n g h i m e s i d ' i n g i u s t i f i c a t a d e t e n z i o n e . s e n o n avesse ro g i o l i t t i a n a m e n t e p e r s i s t i t o nel b r u
ta le ed i l l ega le s o p r u s o di n o n voler l i m a i p r o
cessa re p e r m a n t e n e r l i in ga l e r a , se n o n li aves
se ro così sp in t i alla d i s p e r a z i o n e de l lo sc iope ro del la f a m e , se n o n avesse ro i r r i s o al la lo ro s t r a
z ian te a g o n i a . — si s a r e b b e a v u t o il t en ta t ivo d i sc iope ro g e n e r a l e in I t a l i a . s a r e b b e a v v e n u t a l ' e
s p l o s i o n e del D i a n a ? C e r t i s s i m a m e n t e n o .
La s to r i a i n s e g n a c h e al la violenza dei gover
n a n t i , r i s p o n d e s e m p r e la vio lenza del p o p o l o . Ma oggi Beni to Musso l in i appe l l a ai fascist i —
d o p o aver a p p e l l a t o ai g i u r a t i — , p e r c h è si a p
p r e s t i n o , ove i p r i m i n o n u b b i d i s s e r o , al linciag
gio dei n o s t r i c o m p a g n i , se l ' e spos iz iona e la gius t i f i caz ione de l le cause p o l i t i c h e c h e l i d e t e r
m i n a r o n o ad a g i r e n o n avesse a cessa re . E' u n a i n t i m a z i o n e c a n n i b a l e s c a ed u n a goffa m i n a c c i a a n t r o p o f a g a che il sozzo s i ca r io c rede di farci i m p u n e m e n t e ?
Noi n o n s t a r e m o qu i a r i l eva re t u t t a la bieca l e lega l i t à g i u r i d i c a o u d ' è i n t e s s u t o q u e s t o p r o
cesso , che è s e m p l i c e m e n t e u n a t u r p e c o m m e d i a p i r s o d d i s f a r e con u n a v e n d e t t a di c lasse — m a
ter ia ta dag l i odii e da l le p a u r e d i t u t t i i d o m i n a
t o r i . Gasli n o n esc luso — il lo ro s a d i s m o c r i m i
na l e di s e p p e l l i r e pe r s e m p r e q u e s t i n o s t r i g r a n d i p r o t e s l a t a r i . Non s t a r e m o n e p p u r e a r i l eva re co
m e fra gli a t t u a l i i m p u t a t i , i più s i ano c o m p l e
t a m e n t e i g n a r i ed i n n o c e n t i , m a v e r r a n n o , a n c h e in i s p r e g i o ad ogn i n o r m a la p i ù e l e m e n t a r e del la c o s i d e t t a . . . g ius t i z i a di l o r s i g n o r i , c o n
d a n n a t i solo p e r c h è a n a r c h i c i . T u t t o ciò è o r m a i n o t o a n c h e al le m a s s e a m o r
fe ed a p o l i t i c h e . T u t t i s o n n o o r m a i la s p e c u l a
z ione i n d e g n a , fatta col s a n g u e dei u o s t r i c o m
p a g n i m a r t o r i a l i p e r s e t t i m a n e i n t e r e dai b i r r i del la Q u e s t u r a m i l a n e s e , c o m p l i c i i r eaz iona r i ed i c o n s o r t i d i t u t t e le t i n t e . T u t t i s a n n o gli scopi m a c a b r i che la r eaz ione i n t e n d e rea l i zza re con q u e s t o p r o c e s s o , tu t t i c o m p r e n d o n o c o m e i ca
dave r i d e l l ' e s p l o s i o n e al D i a n a p o s s o n o se rv i r e e g r e g i a m e n t e agl i sciacal l i del la p a t r i a p e r fare dimenticare le centinaia di proletari, di donne, di fanciulle, di bimbi inermi, assassinati a tradimento da due anni a questa parte, il giorno e la notte, nelle grandi città e nelle piccole borgate, nelle fabbriche e nei campi, dagli schiavisti agrari in cruento tripudio impunitario coi magistrati e coi carabinieri del re.
Ma q u a n d o i l r a p p r e s e n t a n t e di q u e l p a r t i l o che v a n t a ne l le sue g lo r i e le m a r a m a l d e fuci la
z ioni dei gen t i l i e l a b o r i o s i c o n t a d i n i di F o i a n o del la C h i a n a , q u a n d o il Rabagas dei fascist i v a n t a in p i e n o Milano l ' a s sa s s in io del G a d d a e di c e n t o a l t r i p r o l e t a r i , q u a n d o il sozzo Ben i to c h i a m a a raccol ta le sue o r d e , p e r c o n s u m a r e in c o m b u t t a agli s c h e r a n i di Cas t i , il p r e m e d i t a t o linciaggio dei n o s t r i che p e r l ' I d e a si sono seppe l l i t i nel b u i o f o n d o di u n c a r c e r e , — a l lora noi che n o n s p e c u l i a m o su i c a d a v e r i , noi c h e n o n ci a b b e v e
r i a m o al s a n g u e di n e s s u n a v i t t i m a , di n e s s u n c a d u t o del la g u e r r a soc ia le , p e r a u s p i c a r e i sa
crifici e s p i a t o r i così cari ai fascis t i , noi r i c o r d i a
m o al p a r a n o i c o s i ca r io che segue e n o n p r e c e d e , r i c o r d i a m o a Beni to Musso l in i che oggi tu t t i gli a n a r c h i c i ci' I ta l ia , sui b a n c h i del le Assise del la ci l tà l o m b a r d a , h a n n o i fratel l i p i ù ca r i , gli a n
t e s i g n a n i p iù d i l e t t i . Essi d i c o n o con l ' e loquenza s u b l i m e d e l l ' e s e m
p io c o m e si possa t u t t o d a r e nel c o m b a t t e r e p e r l ' A n a r c h i a .
Essi non h a n n o u n a s to r i a , u n ' i n t e r a es i s t en
za di o l i r e mezzo secolo c o n s a c r a t a u n i c a m e n t e a l l ' i d e a . Non h a n n o u n a vita I n t e m e r a t a e p u r a , n o n h a n n o sub i Lo l u t l e le p e r s e c u z i o n i , t u t t e le c o n d a n n e , tu t t i gli es ig l i , tu t t i i dolor i de l l 'A l
fiere f o r t e m e n t e a m a l o . Essi di lu i n o n h a n n o il g r a n d e i n g e g n o . la squ i s i t a g e n e r o s i t à di c u o r e , la for le n o b i l t à d e l l ' a n i m o . Non h a n n o c o m e E r r i c o Mala tes la c h i a r i t o l ' i d e a l e della r ivo luz io
n e p r o l e t a r i a , n o n h a n n o fa t to la s to r ia de l l ' In
t e r n a z i o n a l e dei L a v o r a t o r i col p r o p r i o sacrif ic io c o s t a n t e , non h a n n o la t e m p r a d e l l ' i n d o m i t o a g i t a t o r e d e l l ' A n a r c h i a .
Ma p u r essi h a n n o u n a v i r tù , u n a n o b i l t à . Quel la i n c o m p a r a b i l e di aver assoc ia lo . — in u n t r i s t e p e r i o d o di vil tà u n i v e r s a l e e di m e r c a n t i
l i s m o b o t t e g a i o , m e n t r e gli ideal i si o s c u r a n o e gli u o m i n i vac i l l ano , — i l Pens i e ro e l 'Azione .
Ess i . — Mar ian i ed Agugg in i fra t u t t i . — ci sono car i ogg i , q u a n t o ier i ci e r a n o di le t t i i t re c o m p a g n i d i g i u n a t o r i .
A M u s s o l i n i c h e f a r n e t i c a di linciaggio o g g i c h e i n o s t r i s o n o i n c a t e n a t i e q u i n d i n e l l ' a s s o l u t a i m p o s s i b i l i t à p e r s i n o d i m u o
v e r s i , r i c o r d i a m o c h e g l i a n a r c h i c i n o n s o
n o p o l i t i c a n t i e p e r c i ò n o n s o n o v i g l i a c c h i . Q u a n d o la b o r g h e s i a f r a n c e s e g h i g l i o t t i n ò
a P a r i g i V a i l l a n t , e la s u a t e s t a i n s a n g u i n a
ta c a d d e n e l p a n i e r e f e r a l e , la sf ida v e n n e r a c c o l t a e i l p r e s i d e n t e d e l l a R e p u b b l i c a C a r n o t fu c o l p i t o i n e s o r a b i l m e n t e .
N o n e r a il p r i m o e s e m p i o e n o n fu l ' u l
t i m o . La b o r g h e s i a e il f a s c i s m o d ' I t a l i a r i c o r
d i n o c h e se a n c h e t u t t i g l i a t t u a l i i m p u t a t i d i M i l a n o d o v e s s e r o r i m a n e r e r o v e s c i a t i e d a m m u t o l i t i s o t t o u n a ra f f ica b e n t i r a t a — e f a c i l e s a r e b b e i l b e r s a g l i o ! — d i m i t r a g l i a r e g i a o d i p i o m b o f a s c i s t a , il l o r o s i l e n z i o e l a l o r o m o r t e n o n r e s t e r r e b b e r o i n v e n d i c a t i .
P e r c h è l ' A n a r c h i a n o n si u c c i d e , n o n m u o r e .
Ne p r e n d a n o b u o n a n o t a , c o l t r i s t e s i c a
r i o , il g o v e r n o e le c a m i c i e n e r e d e l l a m a
g i s t r a t u r a .
Trento, 12 Maggio 1922. E. M.
C O N F E R E N Z E B E R T O N I
U n a s o t t o s c r i z i o n e p e r u n n u o v o g i r o t r i
m e s t r a l e d i c o n f e r e n z e è a p e r t a . La q u o t a d a s p e d i r e r i m a n e f i s sa ta a 2 0 f r a n c h i p e r c o n f e r e n z a .
LUIGI FABBRI
La ControRivoluzione preventiva Saggio di un anarchico sul fascismo
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Ricavato netto della festa del 22 aprile del l 'Unione filodrammatica SciaffusaNeuhausen Fr. 83 5o
Versamenti del Gruppo Era Nuova tG 20
Totale entrate Fr. 99 5o L'scile : Disavanzo precedente Fr. 64 3o
Al Gruppo l ibertario di Zurigo 35 —
Totale uscite Fr. 99 3o Rimanenza in cassa Fr. o 20
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Agno, C. A. 5. C. P. 5, Basel, Barn. 5, Bellinzona, Maur. 5. Delcò 5, Biasca, Ruffa 5, Chiesa 5, VanzaG. 5, Birsfelden, Vism. 5, Bruxelles, Fr. 4.70 (io,;. Carlinville. Funa 5, ChèncBourg. Rova 5, Genève.Bov. 5. F;es 5. B. P. 5. Chappuis 5. Guardabosone . R. N. », Paris, Gir. 10, Payerne, G. L. 4, Saint lmier. C. 5.
Total 108 70 SOUSCRIPTIONS — SOTTOSCRIZIONI
Agno, fra compagni 1.90. Basel. Barn, io . Riva io, , fra compagni 8.70, Vent. 1, De G. 5, Bellinzona, Bon. 5, Delcò 5. ChauxdeFonds, Guyot 2, Rischi 2, C E . 3. F". M. io, Clinton, Ind. C. S.S. 23. Genève. Giord. 2, Libre Pensée io, T. i .5o. Tur . 2, S .B .5 , L. A. ao, F. G. 3, Lit tm. 5, A. A. 5. Birchm. 2, E. St. 5, Gaiba 5. J e a n q u i m a r c h e 5. avanzo bicchierata 1.20, Herisau, S. M. M. S.3o, Nicolis 2, Lausanne , Schert. 5, LimeilBrévannes, entre camarades 4.70(10), Lucerna . Alceo 2.5o, Cant. 1.00. Lega Proletaria 100, Moral . A. L. 1. 00, Neuchàtel. Libre Pensée io, Neub.ausen. fra compagni 8.55, Saint lmier , A.D. 1. Sion, F. M. 5, Turgi , Cavallari 2. Viganello. fra compagni a mezzo Rizieri 17.0.5, Zurich, Gruppo l ibertario 20. fra compagni 5. Total 351 io
Total des recettes au 17 mai 1136 90
Dépenses — Uscite Déficit Muméro du Premier Mai Journal n° 089 Frais de poste (deux numéros)
Total des dépenses
536 20 448 3oo — 170 —
l i s i 30
Déficit 3l~ 25
Ricevuto in valuta italiana : Oìgiale Comasco 36, Codogno. G, P. 9. Oggebbio, G. M. 5o, Tricase. P.C. 20, Firgent i , F . C . io . Totale L. 133
I m p . BuzziMacherel.