Vittorio Emiliani

2
20 » | IL FATTO QUOTIDIANO | Giovedì 26 Maggio 2016 Cultura | Spettacoli | Società | Sport Secondo Tempo S » SILVIA DONGHIA ignore e signori, buonanot- te. Per sempre. Era nellaria da tempo, forse addirittura da una decina danni, ma a- desso che siamo a pochi gior- ni dall ultimo annuncio, a pensarci bene un podi no- stalgia viene. Sessantasette anni di storia della televisio- ne pubblica, attraverso il vol- to rassicurante di donne qua- si tutte bellissime e quasi mai stupide. Signorine buonase- rafurono ribattezzate, ra- gazze che hanno labilità di farsi la fama di serie, col sor- ridere a tuttile aveva defini- te Achille Campanile. Con, appunto, un sorriso garbato e abiti adeguati a Mamma Rai, dal 1949 sono entrate nelle case degli italiani per annun- ciare i programmi delle tre reti. Le prime furono Olga Zonca (quando ancora le tra- smissioni erano in via speri- mentale) e Fulvia Colombo, le ultime saranno Elisa Silve- strin, Claudia Andreatti, (la reintegrata) Alessandra Ca- nale e Dalila Pasquariello. Ul- time perché la Rai del nuovo corso ha deciso: basta annun- ci, le persone si informano sui programmi televisivi attra- verso la Rete. E poi, in fondo in fondo, con tutta lofferta di programmi sulla miriade di canali che ci sono sul digitale terrestre e sul satellite, rac- contare lì per lì quel che state per vederenon ha più sen- so. NON MI SEMBRA una cosa così grave, perché le annun- ciatrici di oggi hanno portato via quello che era la Signorina buonasera’”. E se a dirlo è Ni- coletta Orsomando, classe 1929, volto Rai per qua- rantanni (dal 1953 al 1993, la più longeva di tutte), cè da crederle. Non ci sono più le dirette e ci sono troppi cana- li, spiega colei che per la pri- ma volta annunciò agli italiani una trasmissione per ragazzi, un documentario sullEnci- clopedia Britannica. È vero: le cose sono cambiate alla fine del 2003, quando la direzione della Rai decise di sostituire gli annunci in diretta con quelli registrati e le storiche Alessandra Canale, Katia Svizzero e Maria Rita Viaggi con annunciatrici a tempo de- terminato. Non solo: le stes- se inquadrature oggi sono di- verse spiega Maria Giovan- na Elmi, la Fatinadella Rai tra il 1970 e l88, oltreché con- duttrice, cantante e attrice . Non esiste più il primo piano, esiste la figura intera che fa as- somigliare lannuncio a una sfilata di moda. Io stessa, che sono amica di alcune di loro, quando le guardo penso: Che belle scarpe che ha.... Tutto questo distoglie lattenzione dello spettatore, che ha quin- di cambiato il rapporto con lannunciatrice. Io non faccio annunci da almeno dieci anni, ma ancora oggi io vengo fer- NUOVA RAI Gli ultimi annunci dei programmi televisivi Annunciatrici tvè piena di commenti positivi e dimo- strazioni di sostegno e affetto. È stata addirittura lanciata u- na petizione su Change.org per chiedere alla Rai di torna- re sui propri passi. Non tutti, però, condivido- no questa linea: Cè un pic- colo rimpianto per unepoca che si chiude, ma se unazien- da decide di eliminare un ser- vizio perché lo trova obsoleto, non posso che condividere mata per strada da persone che mi salutano, si ricordano, mi dimostrano affetto. Erava- mo volti familiari, le ragazze della porta accanto, quelle di cui gli italiani si fidavano. QUINDI È giusta la decisione di smettere del tutto? Macché prosegue Elmi . Le attuali so- no bravissime, nonostante abbiano perso il ruolo che a- vevamo noi. Credo che sia un errore mandarle in pensione. Anche perché mi devono spiegare come fa uno che abi- ta in un paesino, o un anziano, a scoprire cosa cè in tv. Non tutti hanno Internet. La pro- messa che lazienda ha fatto è di ricollocare, comunque, le attuali ultime annunciatrici. È stato un onore, una bellis- sima esperienza durata dieci anni racconta Elisa Silve- strin, volto giovane di Rai U- no . Ho avuto lopportunità di crescere e, nel frattempo, di studiare teatro e fare un figlio. Adesso sto valutando una proposta che mi è stata fatta. Ma lascio gli annunci circon- data dallaffetto di tanti. E in effetti su Facebook la pagina commenta Rosanna Vau- detti, altro volto Rai dal 1961 al 98 . Noi avevamo uno sco- po: dovevamo portare questa cosa strana che era la tv nelle case degli italiani. Ora non è più così, per cui limportante è che venga riutilizzata la pro- fessionalità delle colleghe. GABRIELLA Farinon, oggi splendida signora di 74 anni che non comprende la neces- sità di mandare in soffitta le attuali annunciatrici, nel 1961 fece il suo primo annuncio: Me lo chiese il direttore ge- nerale, mentre stavo facendo un provino per altro. Mi ritro- vai in onda per caso, negli anni in cui la tv aveva una funzione educativa, doveva unire il Paese, insegnare litaliano. Ci dicevano: Ricordate che siete limmagine della Rai. Ma la Rai di allora era una cosa se- ria. © RIPRODUZIONE RISERVATA Nelle case Marina Mor- gan, Gabriella Farinon, Nicoletta Or- somando, Ro- saria Vaudetti, Maria Giovan- na Elmi, Ales- sandra Canale e Mariolina Cannuli. Accanto, Elisa Silvestrin Signore e signori, buonanotte Per sempre NOSTALGIE La megalomania di Mussolini provocò danni gravissimi alle città italiane, Roma su tutte » VITTORIO EMILIANI M ussolini grande urbani- sta? Ma per favore. Benito risultò un grande picconatore e costruttore. Il mussolinismo sfruttò la Città Eterna quale for- midabile scenario realizzando- vi opere pubbliche importanti, alcune persino di pregio (penso soprattutto al Foro Italico). In tal modo proiettò una immagi- ne di volitiva grandezza de- portandoin compenso a Pri- mavalle e in altre borgate stori- che il popolo minuto, i sovver- sivi residenti nei rioni sventra- ti. NELL'URBANISTICA potenziò al massimo la sciagurata politica umbertina di modernizzarele città storiche sventrandole, di- radandole, raddrizzandone ma- niacalmente le strade. Così scrisse larchitetto Piero Porta- luppi autore del Prg di Milano nel 29 destate i pedoni saran- no rinfrescati dalle correnti da- ria e dal passaggio delle auto. E dinverno? Dinverno saranno utili delle buone pellicce, Cera poco senso del ridicolo eviden- temente in quel drammatico 1929. A ROMA, il duce ha causato dan- ni enormi che pesano ancora. Nel dicembre 1925 chiede pe- rentorio ai responsabili del nuo- vissimo Governatorato: Voi to- glierete la stolta contaminazio- ne tranviaria che ingombra le strade di Romae ne offusca il carattere imperiale. E così la Capitale che, fra la Giunta Na- than e il primo dopoguerra, ave- va più di 430 km di tranvie e 50 linee regolari, avanguardia in Europa, regredisce rapidamen- te (compensata dal duce con una rachitica metropolitana). Il piano urbanistico del 1931 sancisce la frattura, in materia di trasporti pubblici, con le perife- rie. Mai più sanata. Nel dopo- guerra, dismesse le ambizioni imperiali, la rete tranviaria di- venta un lacerto. Oggi, malgra- do Linea 8 e Tram veloce fra Fla- Benito Mus- solini, con il fido Achille Starace, allinugura- zione di un cantiere Fu un grande urbanista: l ultima sul Duce è una solenne sciocchezza Gabriella Farinon Nel 1961 ci diceva- no: Ricor- date che siete lim- magine della Rai. Ma la Rai allora era una cosa seriaPillola n IN MO- STRA LE LETTERE TRA SCIA- SCIA E LATERZA Una fitta cor- rispondenza tra Leonardo Sciascia e Vi- to Laterza so- no in mostra alla Fonda- zione intito- lata allo scrit- tore di Racal- muto. Sono oltre cento le lettere che i due intellet- tuali si sono scambiati, tra il 1955 e il 1959, mentre lavoravano alla pubblica- zione del saggio Le parrocchie di Regalpetra

description

 

Transcript of Vittorio Emiliani

Page 1: Vittorio Emiliani

20 » | IL FATTO QUOTIDIANO | Giovedì 26 Maggio 2016

Cultura | Spettacoli | Società | Sport

Secondo Te m p o

S» SILVIA D’ONGHIA

ignore e signori, buonanot-te”. Per sempre. Era nell’ariada tempo, forse addiritturada una decina d’anni, ma a-desso che siamo a pochi gior-ni dall’ultimo annuncio, apensarci bene un po’ di no-stalgia viene. Sessantasetteanni di storia della televisio-ne pubblica, attraverso il vol-to rassicurante di donne qua-si tutte bellissime e quasi maistupide. “Signorine buonase-ra” furono ribattezzate, “ra-gazze che hanno l’abilità difarsi la fama di serie, col sor-ridere a tutti” le aveva defini-te Achille Campanile. Con,appunto, un sorriso garbato eabiti adeguati a Mamma Rai,dal 1949 sono entrate nellecase degli italiani per annun-ciare i programmi delle trereti. Le prime furono OlgaZonca (quando ancora le tra-smissioni erano in via speri-mentale) e Fulvia Colombo,le ultime saranno Elisa Silve-strin, Claudia Andreatti, (lareintegrata) Alessandra Ca-nale e Dalila Pasquariello. Ul-time perché la Rai del nuovocorso ha deciso: basta annun-ci, le persone si informano suiprogrammi televisivi attra-verso la Rete. E poi, in fondoin fondo, con tutta l’offerta diprogrammi sulla miriade dicanali che ci sono sul digitaleterrestre e sul satellite, rac-contare lì per lì quel che “stateper vedere” non ha più sen-so.

“NON MI SEMBRA una cosacosì grave, perché le annun-ciatrici di oggi hanno portatovia quello che era la ‘Signorinabuonasera’”. E se a dirlo è Ni -coletta Orsomando, classe1929, volto Rai per qua-rant’anni (dal 1953 al 1993, lapiù longeva di tutte), c’è dacrederle. “Non ci sono più ledirette e ci sono troppi cana-li”, spiega colei che per la pri-ma volta annunciò agli italianiuna trasmissione per ragazzi,un documentario sull’En ci-clopedia Britannica. È vero: lecose sono cambiate alla finedel 2003, quando la direzionedella Rai decise di sostituiregli annunci in diretta conquelli registrati e le storicheAlessandra Canale, KatiaSvizzero e Maria Rita Viaggicon annunciatrici a tempo de-terminato. “Non solo: le stes-se inquadrature oggi sono di-verse –spiega Maria Giovan-na Elmi, la “Fatina” della Raitra il 1970 e l’88, oltreché con-duttrice, cantante e attrice –.Non esiste più il primo piano,esiste la figura intera che fa as-somigliare l’annuncio a unasfilata di moda. Io stessa, chesono amica di alcune di loro,quando le guardo penso: ‘Chebelle scarpe che ha...’. Tuttoquesto distoglie l’att enzionedello spettatore, che ha quin-di cambiato il rapporto conl’annunciatrice. Io non faccioannunci da almeno dieci anni,ma ancora oggi io vengo fer-

NUOVA RAI Gli ultimi annunci dei programmi televisivi

“Annunciatrici tv” è piena dicommenti positivi e dimo-strazioni di sostegno e affetto.È stata addirittura lanciata u-na petizione su C h an g e .o r gper chiedere alla Rai di torna-re sui propri passi.

Non tutti, però, condivido-no questa linea: “C’è un pic-colo rimpianto per un’ep ocache si chiude, ma se un’azien -da decide di eliminare un ser-vizio perché lo trova obsoleto,non posso che condividere –

mata per strada da personeche mi salutano, si ricordano,mi dimostrano affetto. Erava-mo volti familiari, le ragazzedella porta accanto, quelle dicui gli italiani si fidavano”.

QUINDI È giusta la decisione dismettere del tutto? “Macché –prosegue Elmi –. Le attuali so-no bravissime, nonostanteabbiano perso il ruolo che a-vevamo noi. Credo che sia unerrore mandarle in pensione.Anche perché mi devonospiegare come fa uno che abi-ta in un paesino, o un anziano,a scoprire cosa c’è in tv. Nontutti hanno Internet”. La pro-messa che l’azienda ha fatto èdi ricollocare, comunque, leattuali ultime annunciatrici.“È stato un onore, una bellis-sima esperienza durata diecianni – racconta Elisa Silve-strin, volto giovane di Rai U-no –. Ho avuto l’opportunitàdi crescere e, nel frattempo, distudiare teatro e fare un figlio.Adesso sto valutando unaproposta che mi è stata fatta.Ma lascio gli annunci circon-data dall’affetto di tanti”. E ineffetti su Facebook la pagina

commenta Rosanna Vau-detti, altro volto Rai dal 1961al ’98 –. Noi avevamo uno sco-po: dovevamo portare questacosa strana che era la tv nellecase degli italiani. Ora non èpiù così, per cui l’importante èche venga riutilizzata la pro-fessionalità delle colleghe”.

GABRIELLA Farinon, oggisplendida signora di 74 anniche non comprende la neces-sità di mandare in soffitta le

attuali annunciatrici, nel 1961fece il suo primo annuncio:“Me lo chiese il direttore ge-nerale, mentre stavo facendoun provino per altro. Mi ritro-vai in onda per caso, negli anniin cui la tv aveva una funzioneeducativa, doveva unire ilPaese, insegnare l’italiano. Cidicevano: ‘Ricordate che sietel’immagine della Rai’. Ma laRai di allora era una cosa se-ria”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nelle caseMarina Mor-gan, GabriellaFa r i non ,Nicoletta Or-somando, Ro-saria Vaudetti,Maria Giovan-na Elmi, Ales-sandra Canalee MariolinaC a n nu l i .Accanto, ElisaSilve strin

Signoree signori,buonanottePer sempre

NOSTALGIE La megalomania di Mussolini provocò danni gravissimi alle città italiane, Roma su tutte

» VITTORIO EMILIANI

Mussolini “grande urbani-sta”? Ma per favore. Benito

risultò un grande picconatore ecostruttore. Il mussolinismosfruttò la Città Eterna quale for-midabile scenario realizzando-vi opere pubbliche importanti,alcune persino di pregio (pensosoprattutto al Foro Italico). Intal modo proiettò una immagi-ne di volitiva grandezza “d e-p or t an d o” in compenso a Pri-mavalle e in altre borgate stori-che il popolo minuto, i sovver-sivi residenti nei rioni sventra-ti.

NELL'URBANISTICA potenziò almassimo la sciagurata politicaumbertina di “modernizzare” lecittà storiche sventrandole, di-radandole, raddrizzandone ma-

niacalmente le strade. Così –scrisse l’architetto Piero Porta-luppi autore del Prg di Milanonel ’29 – d’estate i pedoni saran-no rinfrescati dalle correnti d’a-ria e dal passaggio delle auto. Ed’inverno? “D’inverno sarannoutili delle buone pellicce”, C’era

poco senso del ridicolo eviden-temente in quel drammatico1929.

A ROMA, il duce ha causato dan-ni enormi che pesano ancora.Nel dicembre 1925 chiede pe-rentorio ai responsabili del nuo-

vissimo Governatorato: “Voi to-glierete la stolta contaminazio-ne tranviaria che ingombra lestrade di Roma” e ne offusca “ilcarattere imperiale”. E così laCapitale che, fra la Giunta Na-than e il primo dopoguerra, ave-va più di 430 km di tranvie e 50linee regolari, avanguardia inEuropa, regredisce rapidamen-te (compensata dal duce con unarachitica metropolitana).

Il piano urbanistico del 1931sancisce la frattura, in materia ditrasporti pubblici, con le perife-rie. Mai più sanata. Nel dopo-guerra, dismesse le ambizioni“imperiali”, la rete tranviaria di-venta un lacerto. Oggi, malgra-do Linea 8 e Tram veloce fra Fla-

Benito Mus-solini, conil fido AchilleS t a race,a l l’i nug u ra -zione di unca nt ie re

“Fu un grande urbanista”: l’ultimasul Duce è una solenne sciocchezza

GabriellaFa r i n o n“Nel 1961ci diceva-no: ‘Ricor-date chesiete l’im-maginedella Rai’.Ma la Raiallora erauna cosaseria”

P illola

n IN MO-ST R ALE LETTERETRA SCIA-SC I AE LATERZAUna fitta cor-r i s p o n d e n zatra LeonardoSciascia e Vi-to Laterza so-no in mostraalla Fonda-zione intito-lata allo scrit-tore di Racal-muto. Sonooltre cento lelettere che idue intellet-tuali si sonoscambiati, trail 1955 e il1959, mentrel avo rava n oalla pubblica-zione delsaggio “Leparrocchie diRe ga l p e t ra ”

Page 2: Vittorio Emiliani

Giovedì 26 Maggio 2016 | IL FATTO QUOTIDIANO | SECONDO TEMPO » 21

SEGUE DALLA PRIMA

» ANDREA GIAMBARTOLOMEI

L’ annuncio eracomparso il 23maggio sulla ba-checa FacebookLuana Velliscig,

ventinovenne ingaggiatadalla Wildside per realizza-re il casting negli studi dellaFilm Commission TorinoPiemonte per i primi tre gior-ni della prossima settima-na.

Massimo Nada, un amicodi Ulivieri, le scrive e lei por-ge le sue scuse. Intanto l’at-tivista pubblica un post suFacebook “Tenero un caz-zo”. “Siamo all’anno zero.Altro che sessualità o affet-tività. Qui siamo ancora al di-sabile tenerone, coccoloso,cucciolotto e via dicendo conaltre melasse”, aveva ag-giunto sul suo blog Ulivieri.

LE PAROLE sono importanti:“Da tempo sono stanco dipassarci sopra. Proprio daqueste piccole cose si capiscel’immagine che la società hadei disabili”. Non nega unacerta curiosità di vedere co-me sarà il personaggio nellaminiserie della Archibugi, luiche vorrebbe vedere i disabiliinterpretare ruoli un po’ di -versi, “anche da stronzo”: “Ilnano di Trono di Spade è cat-tivissimo”.

Riprende il suo slogan diUlivieri anche Nicoletti, chealle difficoltà della vita con

un figlio autistico ha dedica-to un libro (Una notte ho so-gnato che parlavi, edito daMondadori) e ora sta realiz-zando Tommy e gli altri: “Daotto giorni sto girando unfilm sull’autismo con mio fi-glio. Sto incontrando fami-glie con ragazzi disabili. Le i-stituzioni, dietro le belle pa-role, le lasciano sole. Non su-scitano tenerezza, tutt’altro.È una condizione molto durada sostenere – racconta Ni-coletti –. Quando ho saputo lanotizia non sapevo se piange-

re o ridere”. Così, all’improv -viso, sulla Salerno-ReggioCalabria la troupe si ferma eimprovvisa un video caricatosu Youtube mostrando uncartello con scritto “Castingdisabili? #Tenerezzauncaz-zo”. “Da padre di un ragazzoautistico non mi fa piaceresapere che i nostri figli sianoscelti per quanta tenerezza i-spirano –spiega il giornalista–. È come scegliere un malatoterminale che ispiri compas-

sione, uno zoppo che ispiripietà. Non hanno idea di cosasia la disabilità, neanche ilservizio pubblico ne ha”.

LA RICHIESTA unanime è u-na: “Vogliamo diritti, non te-nerezza”.

Intanto la polemica montae arriva fino alla regista ro-mana, che scarica le sue re-sponsabilità: “Mi vergognotantissimo, hanno tutti ra-gione, né io né la produzione

sapevamo niente di questoannuncio”.

La Wildside giudica il “lin -guaggio gravemente inop-portuno e offensivo” e riaf-ferma l’estraneità “a com-portamenti o valori discrimi-natori di qualsiasi genere”. Einfine prende le distanze dal-la responsabile del casting:“Il contratto che legava tem-poraneamente alla produ-zione la signora Velliscig èstato sciolto”.

Non un licenziamento, af-fermano dalla società, ma u-na volontaria rescissione delcontratto. Anche Rai fictionprecisa: “Rai fiction censuracon forza la frase comparsasulla pagina Facebook dellaresponsabile casting dellafiction Romanzo Famigliaredi cui era ovviamente total-mente all’oscuro. La Rai e-sprime vicinanza a tutti colo-ro che si sono sentiti offesi”.“Spiace che paghi l’ul ti mapersona della catena”, diceNicoletti.

PER LA SECONDAvolta nel gi-ro di sei mesi la Film Com-mission torinese si trova alcentro di una polemica pergli annunci di casting – orga -nizzati da professionisti e-sterni all’ente finanziato consoldi pubblici – con parolepoco politicamente corret-te.

A gennaio era finito nel mi-rino delle associazioni Lgbtla ricerca di “persone contra-rie all’integrazione deglistranieri in Italia” e “personecontro i diritti delle unionig ay ” per partecipare a C ia oDarwin su Canale 5. “AncheFilm Commission ha rilevatola mancanza di tatto e il dub-bio gusto dell’espressione u-sata dalla casting”, spiegava-no ieri precisando che la FilmCommission “ha pubblicatodiversamente la richiesta” e“ha subito provveduto a ri-chiamare perché modifichiquella espressione”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

# te ne re z z asto ca z z oIn alto,un casting tv.A destra,la protestadi Tommye GianlucaNicoletti Ansa

LA FICTION La gaffe su Facebook per il casting di “Romanzo Famigliare” della ArchibugiRivolta delle associazioni, tante scuse. Poi paga per tutti l’addetta (precaria) di WildSide

Nano, disabile e tenero: la Raicerca fenomeni da baraccone

“R ivolu z ione” Zero, il singoloDopo il successo di “Chiedi”, dal 27maggio torna in radio Renato Zerocon “R i vo l u z i o n e ”, singolo trattoda “Alt ”, l’ultimo album di inediti

Fiorello arriva su SkyNotizie dalla carta e dal web:“L’Edicola Fiore” va in onda dal 31maggio su Sky Uno Hd alle 7.30Con lui anche Stefano Meloccaro

I Pink Floyd sui francobolliLe copertine dei migliori albumdiventeranno dei francobolli (unadecina), che ripercorreranno i 50anni della rock band britannica

minio e piazza Man-cini, siamo alla mi-seria di 30 km ditranvie. Con dannisociali quotidiani.

La megalomaniaspinge Mussolini apretendere “un ret-tilineo che dovrà es-sere il più lungo e ilpiù largo del mondoe porterà l’ansito delMare Nostrum da O-stia risorta fin nel cuore di Ro-ma”. Perciò abbatte quanto puòabbattere. Con Via dell’Impero(che gli consente di vedere il Co-losseo dal suo studio) e altrisventramenti disastrosi fa diRoma una città monocentrica incui tutto gira attorno (ancor og-gi) al fatal balcone di PalazzoVenezia cancellando l’a n ti c op o l i c e n t r i s m o C a m p i d o-glio-Quirinale-San Pietro-SanGiovanni. E lo stesso succede aMilano con piazza Duomo.

CON VIA della Con-ciliazione, finita daMarcello Piacenti-ni nel 1950, polve-rizza la Spina diBorgo creando unadel le strade piùspettrali di Roma.Ha picconato dipersona i tetti dellaSpina e torna a pic-conare, in basco emaglione, la coper-

tura del bellissimo Augusteo,auditorium di Santa Cecilia, co-struito sopra il mausoleo di Au-gusto (già spogliato nei secolibui). E Roma rimarrà senza unvero Auditorium sino al 2000.

Con questa logica, Benito de-cide di “raddrizzare” persino ilcorso del Tevere: nel 1940-41,col “drizzagno della Magliana”,accorcia il fiume di ben 2,7 Km,nella corsa verso la foce. Così ilduce aviatore avrà un “ae roi-droscalo” sotto casa. Lo blocca

La CapitaleAveva 430 kmdi tramviee furonos m a nte l l ate.Il prezzo si pagaancora oggi

La disabilità è unacondizione moltodura da sostenere –racconta GianlucaNicoletti –. Non sapevose piangere o ridere

l’esito disastroso della guerra(ma nelle foto aeree si vedonoancora le anse tagliate).

Il “drizzagno”tiberino –ripe -tuto altrove, per esempio sul Pa-naro, dove causa alluvioni a ri-petizione – provoca tuttavia isuoi guai. “Raddrizzato”, il fiu-me sfoga infatti la sua inelimi-nabile forza idraulica scavandoall’indietro ed abbassando cosìl’alveo. Dopo il “dr i zz ag n o”, ilTevere ha scavato addiritturasino a Ponte Milvio giungendo amettere a rischio le fondamentadei muraglioni sotto le quali fi-niva per battere la corrente. Glispecialisti di idraulica fluvialehanno dovuto studiare delle so-glie artificiali per trattenere gliinerti onde rialzare un po’ l’al -veo scavato a ritroso dal “driz -z ag no ” mussoliniano. Ma che“grande urbanista”! Un “pa t à-ca”, avrebbe detto Federico Fel-lini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

GIOR NA L I SMO A SCUOLA

Giovani cronisti cresconoin memoria di Claudio Rinaldi

“C rescere cittadini” èil premio naziona-le di giornalismo

scolastico consegnato ieri a-gli alunni degli istituti italia-ni che hanno partecipato alconcorso: “I giovani in pri-ma pagina: personaggi e sto-rie di coraggio e impegno ci-v i le ”. Istituito dall'Associa-zione Claudio Rinaldi –grande giornalista direttoree editorialista de L’Espresso scompar-so nel 2007 – in collaborazione con ilMiur, il premio vuole contribuire allaformazione di cittadini europei infor-mati, responsabili e attivi.

AL PRIMO POSTO, nella categoria au-diovisivi: la terza D dell’istituto “Teo -doro Ciresola” di Milano con “De v o

scrivere il mio tempo, primache sia lui a scrivere me”;nella categoria fotografica,le classi seconda C e terza D,dell ' istituto “C remo naD ue ”, con: “Cittadini con-trotempo”. Per i testi, il pri-mo posto è andato a Pietran-gelo Palmieri del “MadreTeresa di Calcutta”, Pigna-taro Maggiore (Ce), con l’ar -ticolo “Il coraggio non ha

colore”: “Straordinaria ricostruzionegiornalistica di un incidente stradalecon un protagonista tunisino che aiu-ta a vincere i pregiudizi sugli immi-grati”. Non sono mancate le menzionispeciali all'Istituto “Goffredo Petras-si”di Roma, e le segnalazioni di meritoal “Prudenzano” di Manduria (Ta).

A .G.