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N. 40 • 19 novembre 2017 • 1,00 Anno LXX • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Mary Attento Antonio Colasanto Rita Coppola Oreste D’Amore Francesco De Simone Paola Guerrasio Antonio Pintauro Otello Salice Elena Scarici Diego Scarpitti Mariangela Tassielli Gianpiero Tavolaro Gli interventi Mons. Bonetti a Napoli per le famiglie 5 Francesco De Simone commenta la Lettera pastorale 10 Nuova nave per la Grimaldi 11 Spettacolo di beneficenza al Vecchio Policlinico 12 Cattolici in politica: dibattito ai Pellegrini 13 La nuova agenda di Gesco 15 Il rapporto regionale della Caritas sulla povertà 8 e 9 SPECIALE Il primo workshop sulla “medicina narrativa” 11 CITTÀ Santa Maria dell’Arco a Miano compie 50 anni 2 VITA DIOCESANA Dieci annidi episcopato per S.E. Mons. Antonio Di Donna 5 VITA ECCLESIALE Sappiate valorizzare i prodotti Sappiate valorizzare i prodotti che la terra ci offre che la terra ci offre @ Crescenzio Card. Sepe Nel vostro riunirvi c’è il desiderio molto vivo di trovare quegli aspetti fonda- mentali che caratterizzano la vostra professione, che non può essere relegata solo al fatto di saper cucinare e rendere sempre più appetitoso il cibo che man- giamo. a pagina 3

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N. 40 • 19 novembre 2017 • € 1,00

Anno LXX • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Mary Attento • Antonio Colasanto

Rita Coppola • Oreste D’Amore

Francesco De Simone • Paola Guerrasio

Antonio Pintauro • Otello Salice

Elena Scarici • Diego Scarpitti

Mariangela Tassielli • Gianpiero Tavolaro

Gli interventiMons. Bonetti a Napoli per le famiglie 5

Francesco De Simone commenta la Lettera pastorale 10

Nuova nave per la Grimaldi 11

Spettacolo di beneficenza al Vecchio Policlinico 12

Cattolici in politica: dibattito ai Pellegrini 13

La nuova agenda di Gesco 15

Il rapporto regionaledella Caritassulla povertà

8 e 9

SPECIALE

Il primo workshopsulla

“medicina narrativa”

11

CITTÀ

Santa Maria dell’Arcoa Miano

compie 50 anni

2

VITA DIOCESANA

Dieci annidi episcopato per S.E. Mons.

Antonio Di Donna

5

VITA ECCLESIALE

Sappiate valorizzare i prodottiSappiate valorizzare i prodottiche la terra ci offreche la terra ci offre@ Crescenzio Card. Sepe

Nel vostro riunirvi c’è il desiderio molto vivo di trovare quegli aspetti fonda-mentali che caratterizzano la vostra professione, che non può essere relegatasolo al fatto di saper cucinare e rendere sempre più appetitoso il cibo che man-giamo.

a pagina 3

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Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 19 novembre 2017

Il Cardinale Crescenzio Sepe presiede la Messa inaugurale in occasione del Giubileo di SantaMaria dell’Arco a Miano, affidata ai Frati minori francescani, nel cinquantesimo di parrocchia

Chiamati a tenere viva la fede@ Crescenzio Card. Sepe *

Giorno di festa, di giubilo, giornodel Signore, nel quale ricordiamo ilgrande evento della risurrezione diCristo. Il Vangelo ci dice che il gior-no dopo il sabato Cristo risorse daimorti. Così la domenica è il giornodella risurrezione, il giorno che hadistinto la fede dei discepoli diCristo e della Chiesa lungo i secoli eche noi ricordiamo convocandoci inassemblea, come comunità parroc-chiale, nella casa di Dio per celebra-re il mistero della Parola edell’Eucaristia. A questa gioia se ne aggiunge

un’altra, il Giubileo di questa par-rocchia. Inizia oggi questo cammi-no che ci porterà, per un anno inte-ro, a riscoprire il senso della nostrafede, a capire chi siamo, cosa faccia-mo, dove andiamo, cosa vogliamo,per riappropriarci della nostra di-gnità di uomini, di fedeli, di discepo-li di Cristo, chiamati continuamentea rinnovare la fede e a darne testimo-nianza agli altri.Duplice gioia perché ogni giubi-

leo, ogni ricorrenza porta semprecon sé questo desiderio di stare in-sieme. Cinquanta anni non sonomolti ma neanche pochi e racchiu-dono la storia di questa comunità,ad incominciare dai padri france-scani che saluto con tanto affetto.Ho letto anche la Bolla con la qualeil caro predecessore, il CardinaleCorrado Ursi, segnò la data di iniziodella vita di questa comunità parroc-chiale che ha una storia lunghissi-ma. Prima della presenza dei fratiminori, altri sacerdoti hanno conti-nuato l’opera che il Signore ha com-piuto duemila anni fa, nella Galilea,nella Giudea e nella Samaria: laChiesa continua a vivere, continua acrescere, in ogni parte del mondo, intutti i continenti, perché è la sposa diCristo vivente. Un saluto affettuoso, innanzitut-

to, al caro parroco che si è prodigatoper la richiesta che abbiamo fatto aRoma per avere questo anno di gra-zia, questo Giubileo, per arricchirlocon tanti benefici spirituali. E il pri-mo è quello di oggi. Alla fine dellaMessa la benedizione che darò a no-me del Papa elargirà l’indulgenzaplenaria. E così poi per tutto l’anno.Al caro padre Provinciale e a tutti i

fino a quando al ripetuto invito, sialzò e vide il quadro della Madonnache si trovava sopra l’Arco, si alzò ecominciò a camminare.Immaginiamo la gioia, non solo

sua, ma di tutta la comunità che ve-de guarito questo fedele! Da qui ladevozione alla Madonna dell’Arco aMiano. La Vergine ci invita ad alzar-ci. Eppure ci sentiamo deboli, limi-tati, peccatori, sopraffatti dai pro-blemi familiari, dalla mancanza dilavoro, dalla preoccupazione pertanti giovani che non sanno cometrovare un appiglio per non abban-donarsi e prendere strade cattive,per i bambini che non sempre hannochi li aiuta a crescere e a far gustareloro la fanciullezza, e per gli anziani,che hanno dato la vita per tutti e che,spesso, si sentono abbandonati, la-sciati soli, messi all’angolo. E che di-re, poi, degli ammalati, dei poveri,dei carcerati?Siamo chiamati a tenere la lam-

pada accesa, a testimoniare, con lanostra carità, l’amore che Dio ha pernoi e per l’umanità, con l’aiuto dellaMadonna, perché alle volte il cuorenon ce la fa, non regge, quasi vor-remmo sbattere la testa contro ilmuro perché non sentiamo le forzeper reagire alle tante situazioni.Sbattiamo, invece, la testa sul cuoredi Maria, volgiamoci e Lei, chiedia-mo a Lei: tu sei madre e come madrepuoi aiutarci; ci sentiamo accasciatie come hai fatto con il giovane para-litico, aiutaci a rialzarci, a prenderecoraggio, fiducia, speranza. Se avre-mo questa fede, ci alzeremo, conti-nueremo a camminare per le stradedi Dio e nessuna cosa o creatura almondo potrà mai farci deviare dallaretta via. Gli auguri più belli a tutti voi, a

questo quartiere, a questo decanato,a questa nostra città, perché questoGiubileo costituisca l’occasione perrinverdire la nostra fede, rappresen-ti per tutti un anno di grazia e ci doniun motivo in più per abbandonarcicon fiducia al cuore immacolato diMaria che continuerà a stare con noie ad aiutarci a condurci al suo FiglioGesù. Cari amici, Dio vi benedica e ‘a

Madonna v’accumpagne!* Arcivescovo Metropolita di Napoli

fratelli di questa bella comunità diMiano, al caro padre Guardiano, che èstato Ministro provinciale, e soprattut-to a voi, fratelli e sorelle, che vivete que-sta realtà parrocchiale, di cui siete par-te integrante, il mio caro saluto. Salutoanche i tanti bambini presenti: sono giàparte della Chiesa, ma stanno maturan-do un po’ alla volta il senso di apparte-nenza, così come è capitato a chi, cin-quanta anni fa, ha iniziato questo cam-mino.Siamo chiamati, come ci dice il

Vangelo, a tenere viva la fede, non soloper noi, ma anche per gli altri. La nostrafede è come una lampada che illuminagli altri ed invita a prendere parte a que-sto banchetto. Allora alcuni si prepara-no a incontrare il Signore, altri nonprendono sul serio questa chiamata, al-tri alle volte preferiscono sentieri diver-si, modi fare e di agire differenti, di-menticandosi di essere anche loro figlidi Dio, chiamati a partecipare alla vitadi Dio. È come se obbedissero ad un al-tro Vangelo, che non è quello di Gesù, esi mettono sulla strada della violenza,dell’oppressione, non accettando le re-gole della giustizia, del rispetto, del dia-logo, della bontà, della fraternità, del-l’amicizia. Questi mafiosi, questi ca-morristi è gente che ha spento la lam-pada di Cristo e vuole affermarsi nellavita con metodi anti-cristiani, controtutte le norme del Vangelo, per una ef-fimera ricompensa o riconoscimento.Noi, invece, abbiamo la lampada acce-sa, crediamo che Gesù Cristo si è incar-nato, è morto ed è risorto per noi, per-ché ci vuole coinvolgere nel testimonia-

re sulla terra la giustizia e la fraternitàche vengono da Lui, per poter poi pren-dere parte in eterno a questo “banchet-to” che ci unisce, nel quale il Signoreche ci offre gioia, solidarietà, fraternitàe giustizia da mangiare.Cinquanta anni di storia, cinquanta

anni in cui abbiamo tenuta accesa lalampada della fede e oggi noi, non perfare delle cose esteriori e formali, vo-gliamo prendere coscienza di questavocazione, di questa dignità, vogliamopassare la lampada alle nuove genera-zioni perché anche loro come noi con-tinuino a testimoniare l’amore diCristo. In questa chiamata il Signorenon ci lascia soli, ha detto che ci aiu-terà, ci sarà vicino, ci metterà a dispo-sizioni tanti strumenti - come la Paroladi Dio, che ascoltiamo e meditiamo, e isacramenti, soprattutto l’Eucarestia -,per concretizzare la nostra fede attra-verso le opere di carità. E in più ci dona,come compagna del nostro cammino,colei che è stata la sua madre, MariaAssunta in cielo, che siede vicino alFiglio ma continua ad essere madre eavvocata per ciascuno di noi. Come ci racconta la tradizione, un

uomo onorato, che non poteva cammi-nare su due gambe, era solito sedersisotto quest’arco dove era raffigurata laMadonna, su questa strada che daNapoli porta a Capua. Un giorno si sen-te chiamare: «Giuseppe, alzati!». Il po-veretto pensava si trattasse di quantiquotidianamente lo prendevano in gi-ro, i bulli e i ragazzacci che si facevanobeffe di lui che non poteva camminare.«Giuseppe, alzati!». Si guardò in giro,

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Attualità EcclesialeNuova Stagione 19 novembre 2017 • 3

Nella Basilica di San Domenico Maggiore il Cardinale Crescenzio Sepe ha presieduto la celebrazione eucaristica in onore di San Francesco Caracciolo, patrono dei cuochi, nel giorno di apertura del pre-congresso nazionale della Federazione italiana cuochi

«Sappiate valorizzare i prodotti che la terra generosamente ci offre»

@ Crescenzio Card. Sepe *

Carissimi, iniziate oggi i lavori delConvegno nazionale che vi vede riunitiqui a Napoli da ogni parte d’Italia e an-che con qualche rappresentante dall’e-stero, per approfondire quelle realtà cheriguardano la vostra bella professione dicuochi. E Napoli, che è una città acco-gliente, si trova ben preparata, attraver-so l’Unione regionale dei cuochi, a pre-sentare uno squarcio di questa realtà cheha certamente bisogno di perfezionarsisempre di più.Iniziamo questo importante appun-

tamento celebrando l’eucaristia e facen-do memoria di San FrancescoCaracciolo, il protettore della vostra pro-fessione. Infatti, fu proprio su richiestadell’Associazione nazionale dei cuochi,con il parere dei Vescovi italiani, che ilPapa, nel marzo del 1996, proclamò SanFrancesco Caracciolo, protettore deicuochi. Apparteneva alla famiglia deiCaracciolo, della provincia di Chieti inAbruzzo, e aveva la passione di andare acaccia. Ritornando a casa con la caccia-gione da cucinare, facevano venire cuo-chi esperti, anche da lontano, anche daNapoli, per preparare degnamente la lo-ro selvaggina. E proprio per questa par-ticolare sensibilità che la famigliaCaracciolo nutriva per i cuochi, il Papaha voluto proclamare San FrancescoCaracciolo vostro patrono.Nel vostro riunirvi, però, c’è anche il

desiderio molto vivo di trovare quegliaspetti fondamentali che caratterizzanola vostra professione, che non può essererelegata solo al fatto di saper cucinare erendere sempre più appetitoso il ciboche mangiamo. Voi siete espressione diquella umanità, socialità e cultura percui diventate uno degli aspetti fonda-mentali del nostro vivere civile.Tra poco offriremo sull’altare il pane

e il vino, e diremo che il pane e il vino so-no il frutto della terra e del lavoro del-l’uomo, e saranno trasformati nel corpoe nel sangue di Cristo. È la madre terrache ci offre ciò per cui noi possiamo vi-vere, per far parte della comunità degliuomini, per cui ci sentiamo responsabilianche del buon vivere, di una vita sana a

sua vita. Noi ogni giorno diamo da man-giare questo pane. Tra poco alzeremo unpezzo di pane, frutto della terra e del la-voro dell’uomo, un sorso di vino, fruttodella vite e del lavoro dell’uomo, e lo di-stribuiremo a tutti. Voi, cui, in qualchemodo, viene affidata la salute di tanti,mettete nel vostro lavoro le cose più buo-ne, le più saporite perché gli altri possa-no partecipare al lavoro e alla professio-nalità che voi rappresentate. Ed è bellosapere che l’Associazione dei cuochiogni anno si apre al sociale, soprattuttonel periodo natalizio, aiutando leCaritas a fornire cibo ai poveri. Voi dove-te sentirvi un poco l’espressione dellasantità del vostro protettore, SanFrancesco Caracciolo: fare le cose beneperché gli altri stiano bene, mangino be-ne, vivano bene e, quindi, possano gode-re di buona salute.Mi compiaccio anche nel vedere che

nei lavori che svolgerete durante questovostro convegno sono coinvolti tantissi-mi giovani degli Istituti Alberghieri, tan-ti bravi ragazzi che si aprono al futuropreparandosi professionalmente, ma di-rei anche interiormente, a svolgere que-sto lavoro così importante per tutta lanostra società.Vorrei dire, soprattutto ai giovani, di

sentirsi impegnati, di mettere in gioco lequalità e le potenzialità che il Signore ciha dato, a servizio sempre della comu-nità. Quando il nostro cuore si apre aglialtri, Dio lo riempie di tanta generosità eserenità. È l’augurio che faccio a tuttivoi, per questi lavori che intraprendetenell’approfondire tutti gli aspetti dellavostra professione. Sappiamo che di-pendiamo da voi: se stiamo bene è per-ché voi siete bravi. Quindi avete una bel-la responsabilità, ma anche un impegnoconcreto nel svolgere con generosità eabnegazione il vostro lavoro. Dio vi benedica i vostri lavori, bene-

dica tutti coloro che si sentono chiamatia svolgere questa missione per il bene co-mune e, come sempre, con l’aiuto e laprotezione della Madonna, vi diciamo: ‘aMadonna v’accumpagne!

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

cui tutti aspiriamo. La terra ci offre la mate-ria prima, ma il cuoco è colui che sa trasfor-mare e rendere gustosa questa materia affin-ché l’uomo, cibandosi, possa dar gloria a Dioche è il Signore della terra, a quel Dio che cioffre in dono i prodotti della terra. Cosa farebbe un cuoco senza la materia

prima, senza pane, senza pesci, senza carne,senza la frutta, come lavorerebbe? Ciò che èil frutto della terra e del lavoro dell’uomo vie-ne perfezionato e reso più saporoso attraver-so la vostra professione. Di conseguenza lavostra è un’attività che guarda soprattuttoalla salute, alla vita buona. Voi cucinate manon mangiate tutto quello che cucinate, ca-somai assaporate, e poi lo portate agli altriche mangiano i cibi da vi trasformati. Noiringraziamo voi ma ringraziamo innanzi-tutto Dio prima di sederci a tavola per i doniche Lui ci offre.E non dimentichiamo la ricaduta sociale

della buona cucina, perché l’uomo che vivebene e che vive bene quando si ciba bene, mi-gliora il suo stile di vita, per cui il cibo non èun fine ma uno strumento per vivere meglioe tutta la comunità usufruisce di questo vo-stro lavoro, di questa vostra professione. Si

parla tanto di salute, di benessere, voi sietegli artefici della buona salute della nostragente, delle nostre comunità, delle nostrecittà, in Italia e anche all’estero. Avete uncompito primordiale nella società perché davoi dipende questo bene-essere del vivereuna vita che sia veramente riflesso dellabontà e della serenità, a cui tutti miriamo.San Francesco Caracciolo era un nobile

che si fece povero, un nobile che diventò ser-vo dei poveri, che si mise a disposizione de-gli altri, non solo per la parte fisica ma ancheper la parte spirituale. Predilesse i poveri intutte le maniere, soprattutto i malati.All’Ospedale degli Incurabili offriva la suavita ai più bisognosi diventando testimonedell’amore di Dio: lo chiamavano “il caccia-tore delle anime” perché testimoniava la vi-cinanza di Dio che va alla ricerca di chi ha bi-sogno di aiuto. Pregava tanto, trascorrevamolte ore davanti a Gesù Sacramentato, daLui traeva forza ed energia per il suo aposto-lato. Diceva San Francesco Caracciolo che ilpane donato è il pane condiviso: si dava damangiare ai poveri per condividere con il po-vero le sue esigenze, per soddisfare i suoiproblemi, per entrare spiritualmente nella

Il 29° congresso nazionale dei cuochi alla Mostra d’Oltremare dal 19 al 21 novembre. Dal 13 al 15 incontri sulle eccellenze gastronomiche campane

In nome della qualità diOreste D’Amore

La Federazione Italiana Cuochi ha scelto Napoli comesede del 29° Congresso nazionale dei cuochi, di scena allaMostra d’oltremare il 19, 20 e 21 novembre, nell’ambito di“Gustus”, l’Expo dei Sapori Mediterranei. L’UnioneRegionale Cuochi della Campania, presieduta dallo chefLuigi Vitiello, ha voluto realizzare un pre-congresso nellamedesima città sul tema “Le eccellenze enogastronomi-che della Campania valore aggiunto per la dieta mediter-ranea”, per promuovere e valorizzare i prodotti tipici re-gionali e dare ai giovani studenti delle scuole alberghieredel territorio opportunità di formazione e confronto. L’evento si è aperto il 13 novembre con una celebrazio-

ne eucaristica, presieduta dal Cardinale di NapoliCrescenzio Sepe, presso la chiesa di San DomenicoMaggiore, il cui chiostro ha ospitato le attività nei tre gior-ni della manifestazione. La messa è stata celebrata nel ri-cordo di San Francesco Caracciolo, protettore dei cuochi,alla presenza dei padri Domenicani e concelebrata da pa-

dre Pierpaolo Ottone, appartenente all’ordine dei Chiericiregolari minori caracciolini e assistente ecclesiastico del-la Fic. In chiesa erano presenti tanti chef campani e nu-merosi studenti provenienti da molti istituti della regione:dal Duca di Buonvicino all’Elena di Savoia di Napoli, dalRossi Doria di Avellino al Petronio di Monteruscello, dalLuigi de Medici di Ottaviano al Cavalcanti di Napoli, finoal Drengot di Aversa. Sepe ha ricordato la figura di San Francesco

Caracciolo, appartenente a una famiglia nobile, che operòa lungo a Napoli a favore di poveri ed emarginati. Poi si èrivolto ai presenti, ricordandogli che, attraverso di loro,che lavorano i frutti della terra, si rende gloria al Signore.«La vostra attività è rivolta al bene, alla salute e alla vitabuona degli altri. Il cibo non deve essere il fine ma unostrumento per vivere bene». Dopo la celebrazione, c’è sta-ta la conferenza stampa inaugurale presso la Sala deiBaroni al Maschio Angioino, alla presenza di rappresen-

tanti delle istituzioni locali, Regione e Comune, che hannocontribuito alla realizzazione dell’evento, e del presidentenazionale della Federazione Cuochi Rocco Pozzulo.Presenti altre associazioni del settore, che hanno dato illoro contributo alla realizzazione della manifestazione. Dopo la conferenza, c’è stato il via ufficiale all’evento:

a San Domenico Maggiore erano presenti numerosi standenogastronomici di prodotti tipici, per far conoscere me-glio a cuochi e studenti le eccellenze dei nostri territori. Ilmartedì 14 c’è stata, invece, l’Agorà dei giovani, che ha vi-sto protagonisti gli studenti, con la realizzazione di unconcorso di cucina per le scuole. La kermesse si è conclusa il mercoledì sera. Tre giorni

in sostanza di grande cucina nella città di Napoli, tra even-ti di show cooking, dibattiti e mostre, con la partecipazio-ne della nazionale italiana cuochi, che annovera tra le suefila il campano campione del mondo DomenicoLucignano.

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Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 19 novembre 2017

APPUNTAMENTI

Frati Domenicani Convento San Domenico MaggioreSocietà Internazionale Tommaso D’AquinoIntroduzione allo studio del pensiero di San Tommaso

D’Aquino. Programma 2017-2018: Biografia e formazio-ne intellettuale. Le opere e il metodo. Le principali tesi fi-losofiche. Le lezioni si svolgeranno presso l’aula SanTommaso, in vico San Domenico Maggiore 18, Napoli,sempre di lunedì, alle ore 15.30. Prossimi incontri: 20 no-vembre, 11 dicembre, 15 gennaio.

* * *Seminario permanente di studio dei testi di San

Tommaso D’Aquino. Programma 2017-2018. SummaTheologiae. Temi proposti: Cause ed effetti della fede. Ildono dell’intelletto e della scienza. Il problema dell’incre-dulità. L’eresia e l’apostasia. Il significato della bestemmia.

L’accecamento intellettuale. La speranza. Il dono del ti-more. Le lezioni si svolgeranno presso l’aula SanTommaso, in vico San Domenico Maggiore 18, Napoli,sempre di lunedì, alle ore 16.30. Prossimi incontri: 20 no-vembre, 11 dicembre, 15 gennaio, 12 febbraio, 5 marzo,16 aprile, 7 maggio. La frequenza è libera. È possibile rilasciare attestato di

frequenza. Per ulteriori informazioni: 339.70.94.661 – [email protected]

Amicizia Ebraico-Cristiana di NapoliGiovedì 23 novembre, alle ore 17.30, presso la

Sinagoga di Napoli, in via Cappella Vecchia, si terrà l’in-contro sul tema “Prendersi cura della casa comune”.Interverranno il Rabbino Ariel Finzi e don IgnazioSchinella, decano della Pontificia Facoltà Teologicadell’Italia Meridionale, sezione San Tommaso d’Aquino.Domenica 14 gennaio, alle ore 18, presso il Complesso

di San Lorenzo Maggiore, Sala Sant’Antonio, in viaTribunali, si svolgerà la “Giornata del dialogo Ebraico-Cristiano”. Rav Ariel Finzi e Mons. Gaetano Castello ter-ranno una riflessione sul “Libro delle Lamentazioni”, checostituisce il tema dell’anno. Seguirà un concerto del duo“Ensemble Noded” e una mostra delle opere di AnnalisaPignalosa e di Luciano Tagliacozzo.

Per ulteriori informazioni sulle attività dell’AmiciziaEbraico-Cristiana di Napoli, consultare il sito www.aec-na.org o telefonare ai numeri 081.764.59.67 –347.353.62.67 – 081.761.39.79 – 347.543.70.76.

Seminario MaggioreVenerdì 24 novembre ha nuovamente inizio il nostro

percorso degli incontri di Scuola di Preghiera inSeminario. Il tema di quest’anno sarà: “In Cammino Verso Il

Sinodo Dei Giovani”, in occasione appunto del Sinodo diottobre 2018.Parola chiave della prima serata: “Riconoscere”, il re-

latore sarà Padre Roberto Del Riccio, gesuita e già rettoredel Seminario di Posillipo.Come ci ricorda Papa Francesco nella lettera per an-

nunciare il Sinodo: “Un mondo migliore si costruisce an-che grazie a voi, alla vostra voglia di cambiamento e allavostra generosità”.Vi aspettiamo tutti presso il Seminario Maggiore di

Capodimonte, Viale Colli Aminei, alle 21.���

Unione Cattolica Artisti ItalianiL’Unione Cattolica Artisti Italiani ha organizzato, pres-

so il Complesso monumentale di Donnaregina, sede delMuseo Diocesano, una serie di appuntamenti con perso-nalità di spicco del panorama artistico e culturale parte-nopeo. Questi i prossimi incontri. Venerdì 24 novembreore 18, Sebastiano Maffettone - “Estetica contemporana”.Luigi Caramiello, docente Sociologia dell’Arte e dellaLetteratura. Giovedì 30 novembre ore 18, Maurizio De Giovanni -

“Il realismo magico della mia Napoli”. Nino Daniele,Assessore Cultura e Turismo Comune Napoli.

Apostolato della Preghiera Rete Mondiale di Preghiera del PapaMartedì 12 dicembre, Ritiro di Avvento, presso la

Basilica del Buon Consiglio a Capodimonte. Relatore, donLello Ponticelli. Ore 15.30, accoglienza. Ore 16,Conferenza sul tema: “I sentimenti del Cuore di Cristo”.Seguirà un momento di riflessione personale e condivisio-

ne. Alle ore 18 la recita del Santo Rosario. Conclusione alleore 18.30 con la Concelebrazione Eucaristica.

Associazione Figli in CieloLe famiglie aderenti all’Associazione “Figli in Cielo” si

incontrano, il terzo sabato del mese, presso la Basilicadell’Incoronata a Capodimonte. Prossimo appuntamen-to, sabato 16 dicembre, alle ore 17. L’incontro sarà guidatoda mons. Nicola Longobardo.

Chiesa del Gesù NuovoTerzo mercoledì del mese, incontro mensile di preghie-

ra dei malati con San Giuseppe Moscati. Il prossimo ap-puntamento è per mercoledì 20 dicembre, a partire dalleore 16. Alle ore 17, celebrazione della Santa Messa. I padrisono disponibili ad accogliere i fedeli che desiderano rice-vere il sacramento della Penitenza.Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – Sezione San LuigiLa Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale,

Sezione San Luigi, organizza un ciclo di lezioni sul tema:I flussi migratori di ieri e di oggi: problema o risorsa? Ilcorso si svolge tutti i giovedì, fino al 18 gennaio 2018, pres-so la Sezione San Luigi della Pontificia Facoltà Teologicadell’Italia Meridionale, in viale sant’Ignazio di Loyola 51,dalle ore 18 alle 19.40. Per l’iscrizione o per informazionivarie rivolgersi a: [email protected]

Amicizia Ebraico-Cristiana di NapoliDomenica 14 gennaio, alle ore 18, presso il Complesso

di San Lorenzo Maggiore, Sala Sant’Antonio, in viaTribunali, si svolgerà la “Giornata del dialogo Ebraico-Cristiano”. Rav Ariel Finzi e Mons. Gaetano Castello ter-ranno una riflessione sul “Libro delle Lamentazioni”, checostituisce il tema dell’anno. Seguirà un concerto del duo“Ensemble Noded” e una mostra delle opere di AnnalisaPignalosa e di Luciano Tagliacozzo.Per ulteriori informazioni sulle attività dell’Amicizia

Ebraico-Cristiana di Napoli, consultare il sito www.aec-na.org o telefonare ai numeri 081.764.59.67 –347.353.62.67 – 081.761.39.79 – 347.543.70.76.

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Vita EcclesialeNuova Stagione 19 novembre 2017 • 5

ARCIDIOCESI DI NAPOLI

A R C I D I O C E S I D I N A P O L IS E T T O R E L A I C A T O

U F F I C I O F A M I G L I A e V I T A

Famiglie per l’accoglienza alla luce dell'Amoris LaetitiaIncontro di formazione per operatori di pastorale familiare

Giovedì 23 novembre 2017 - Ore 18Sala Multimediale – Curia di Napoli - Largo Donnaregina - Napoli

Relatore: Mons. Renzo Bonetti,Presidente della Fondazione “Famiglia Dono Grande”

L’incontro sarà introdotto da Sua Ecc. za Mons. Gennaro Acampa,

vescovo Ausiliare Arcidiocesi di Napoli

Per informazioni

Il tema dell'incontro concilia il tema della Lettera Pastorale di Sua Eminenza il Cardinale Sepe “Accogliere i pellegrini” con

L’accoglienzadella famiglia

Incontro di formazione per operatori

Nell’ambito delle iniziative formative promosse dall’Ufficio Famiglia e Vita,viene promosso l’incontro di formazione per operatori di pastorale familiare:“Famiglie per l’accoglienza alla luce dell’Amoris Laetitia”. L’appuntamento è pergiovedì 23 novembre, alle ore 18, presso la Sala Multimediale della Curia diNapoli, in largo Donnaregina 22. Sarà relatore Mons. Renzo Bonetti, Presidentedella Fondazione “Famiglia Dono Grande” e Direttore dell’Ufficio Nazionale del-la Pastorale della Famiglia della Conferenza Episcopale Italiana dal 1995 al 2002.L’incontro sarà introdotto da S. E. Mons. Gennaro Acampa, Vescovo Ausiliare diNapoli.Il tema proposto concilia i contenuti della Lettera Pastorale del Cardinale

Crescenzio Sepe “Accogliere i pellegrini” con le prospettive pastorali della“Amoris Laetitia” di Papa Francesco. L’esperienza pastorale del relatore permetterà di approfondire le prospettive

formative delle famiglie al tema dell’accoglienza, sia nelle relazioni tra i membridella stessa famiglia, tra sposa e sposo, tra genitori e figli, sia nelle relazioni dellafamiglia con le diverse forme di povertà, la cosiddetta “famiglia in uscita”. In questa prospettiva, è significativo e centrale un passaggio della lettera pa-

storale del nostro Arcivescovo: «L’educazione all’accoglienza può costituire un uti-le antidoto contro ogni forma di chiusura; può diventare una sollecitazione per unostile di vita più aperto, un’opportunità di incontro con l’altro per un fecondo reci-proco arricchimento».Visti gli argomenti che verranno trattati e l’autorevolezza del relatore, la co-

munità diocesana è invitata a partecipare e diffondere il più possibile l’invitocoinvolgendo operatori e fedeli impegnati a vario titolo nella pastorale familiaree non solo.L’accesso alla Sala Multimediale sarà possibile attraverso l’ingresso

dell’Episcopio, il portone della sede della residenza del Cardinale Sepe. Per maggiori informazioni è possibile contattare direttamente la segreteria

dell’Ufficio il mercoledì e giovedì, dalle 10 alle 13 al numero telefonico081.557.42.26, oppure inviare una mail a [email protected].

Equipe formazione – Ufficio Famiglia e Vita

Sabato 11 novembre il Cardinale Crescenzio Sepe ha presenziatoalla Celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Acerra per il decimo anniversario di episcopato

del Vescovo di Acerra, Monsignor Antonio Di Donna

Vescovo si diventa giorno per giornodi Antonio Pintauro

«Caro Antonio, tutta la Conferenzaepiscopale della Campania ti è vicinanel farti portavoce della situazione par-ticolare di Acerra». Sabato 11 novem-bre il cardinale Crescenzio Sepe ha par-tecipato alla celebrazione eucaristicanella Cattedrale di Acerra per il decimoanniversario di episcopato del vescovodi Acerra, monsignor Antonio DiDonna. L’arcivescovo di Napoli ha manifesta-

to «la gioia di rendere grazie al Signoreper aver scelto il nostro fratello Antoniocome vescovo, segno della misericordiadi Dio in mezzo agli uomini annuncian-do a tutti il mistero di Cristo incarnato evenuto a redimere l’umanità».Ma «questo potere apostolico in no-

me di Cristo», trasmesso al vescovoAntonio nella Cattedrale di Napoli l’11novembre del 2007 attraverso le maniproprio del cardinale, «non è mai fine ase stesso» bensì «sempre compito e ser-vizio al popolo di Dio», ha detto ancoraSepe ricordando i primi sei anni di epi-scopato a Napoli di monsignor DiDonna, nei quali «mi sono avvalso dellesue «energie», della sua «preparazione»per la «conversione pastorale di cui oggiabbiamo bisogno», e «della sua bellaspiritualità», che ora sono «al serviziodella Chiesa di Acerra».Il cardinale presidente ha menziona-

to poi il «compito non facile» di «segre-tario generale della Conferenza episco-pale campana» che monsignor Di

Donna svolge da diversi anni con il suotratto «sempre amabile, pronto e dispo-nibile» e soprattutto al servizio della«comunione». Infine, l’arcivescovo ha ringraziato

«a nome di tutti», e incoraggiato DiDonna, «per l’impegno in questa bellaterra e diocesi di Acerra» esortandolo a«vegliare, pregare, assistere e accoglie-re» le persone soprattutto quando sononel «disagio economico, sociale, politicie religioso» perché «come Cristo siamoobbligati a fermarci davanti all’umanitàscartata» e «non compiremmo fino infondo il suo mandato se non fossimo

sconvolti dalla sua carne ferita che sof-fre nelle mortificazioni del nostro popo-lo». E nel denunciare il «terrorismo sub-dolo» di «quelli che avvelenano l’aria,infettano le sorgenti d’acqua e non cifanno respirare più», Sepe ha ribadito amonsignor Di Donna la vicinanza di tut-ta la Conferenza episcopale campanainvocando la benedizione di Dio sulladiocesi di Acerra, sulla Chiesa di Napolie su tutte le diocesi della Campania.«Se dovessi ricominciare daccapo

vorrei essere più fedele a quello cheSant’Alfonso delinea come compito delvescovo: predicare, pregare e dare

udienza», ha detto il vescovo di Acerradurante la celebrazione chiarendo che«vescovo si diventa il giorno dell’ordina-zione, ma si diventa giorno per giorno,come per un genitore non solo quandonasce un figlio ma quando lo aiuta a cre-scere giorno per giorno», con l’auspiciodi «essere quello che fa suonare le cam-pane, un vescovo per la gioia e la speran-za della gente».Alla celebrazione hanno preso parte

diversi vescovi e molti sacerdoti dellaCampania, autorità civili e militari, in-sieme a migliaia di fedeli.

Antonio Pintauro

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Vita Diocesana Nuova Stagione6 • 19 novembre 2017

Festa del Ciao

A San Giovanni a Teduccio

Domenica 5 novembre si è rin -novato l’appuntamento della Festa delCiao, rivolta a bambini e ragazzi del -l’Azione Cattolica e del catechismo, dietà compresa tra i 5 e i 14 anni dellaparrocchia di San Giovanni Battista -San Giovanni a Teduccio, per permet -tere di prendere parte a una festaispirata all’ideale della comunione.I gruppi dopo aver partecipato

alla.Messa delle 10 celebrata dalparroco don Alessandro Mazzoni edanimata dagli stessi ragazzi, si sonoritrovati tutti in piazza San GiovanniBattista dove hanno trascorso qualcheora di sana allegria, con inni e giochidi squadra. È un momento che si ripeteda oltre sei anni, ovvero da quandol’Azione Cattolica è stata introdottanella parrocchia.Lo slogan dell’anno associativo 2017-

18 è “Pronti a scattare”. Si evince che ilpunto di forza è la fotografia, strumentomolto efficace per raccontarsi, perfissare e custodire la memoria di unevento bello e significativo, per rap -presentare, attraverso lo sguardo di chiscatta, ciò che la realtà non può co -municare da sola. Per questo, l’impegnoperseguito per questo nuovo anno saràlavorare con i bambini/ragazzi affinchéimparino a comprendere il messaggiodi Gesù trasmesso attraverso gli “scattifotografici”, il suo invito a «fare zoomsulla propria vita, ad andare inprofondità nelle situazioni e ad allargareil proprio sguardo sul mondo perimparare a sviluppare nuove capacità didonarsi».

Presentato il nuovo Anno Pastorale delle Unioni Cattoliche Operaie

Arrivare al cuore degli uominiUn calice donato a San Giovanni Paolo II nel 1990, un presepe napoletano dato a Papa

Francesco il 21 marzo 2015 in piazza del Plebiscito. Piccoli gesti, pensati e voluti con il cuo-re, dimostrano il modo di operare delle Unioni Cattoliche Operaie. «Una fede popolare e sem-plice – annuncia il presidente Pasquale Oliviero – una religiosità essenziale, legata al cultomariano, per una Chiesa tra la gente, calata nella realtà, capace di accogliere».È iniziato, così, ufficialmente il nuovo anno pastorale con l’assemblea plenaria, tenutasi

lo scorso 28 ottobre, presso il Centro Diocesano delle Unioni Cattoliche Operaie, in piazzaCavour, presso la Chiesa del Rosariello. Prima di rendere nota la programmazione delle ini-ziative delle Unioni Cattoliche Operaie, attive e impegnate all’interno del tessuto parroc-chiale, decanale e diocesano, c’è stato il momento di preghiera guidato da don Carlo DeRosa, subentrato a Mons. Domenico Felleca. Il nuovo assistente spirituale si è soffermato sulla Lettera Pastorale del Cardinale

Crescenzio Sepe per l’anno 2017-2018, “Accogliere i pellegrini”, evidenziando la prioritàdell’ospitalità come stile di vita. Ispirata alla quarta opera di misericordia corporale, raffi-gurata magistralmente dal dipinto del Caravaggio, “Accogliere i pellegrini: una missione didrammatica attualità” diventa non solo un’indicazione prioritaria, ma una vera e propriaemergenza problematica che non deve essere ignorata o cadere nell’indifferenza. Abbatterefrontiere e distanze: questo l’obiettivo dichiarato dell’impegno dei soci delle UnioniCattoliche Operaie, chiamati ad essere corresponsabili di testimonianza cristiana.«Intendiamo svolgere il nostro cammino e la nostra azione sinergica – ha dichiarato, propo-sitivo, Oliviero – in piena sintonia con il Cardinale Crescenzio Sepe e la Chiesa locale, in col-laborazione con i parroci».Impegno e fermento, quasi in una “gara della fede”, riaffermando in modo genuino ini-

ziative di religiosità autentica. In calendario, oltre alla consueta celebrazione in suffragiodei soci defunti, tenutasi lo scorso 7 novembre, la riconfermata partecipazione in occasionedella Festa dell’Immacolata, venerdì 8 dicembre, in piazza del Gesù, un concerto nataliziocon musica napoletana antica, intervallata dalla lettura di passi biblici, una mostra prese-piale a cadenza biennale, l’adesione alle processioni del Corpus Domini e in occasione dellaricorrenza del Santo Patrono, San Gennaro.Una nuova primavera di speranza, come ha ribadito il Santo Padre, e un nuovo inizio,

puntando sull’aggregazione dei fedeli laici, maggiormente coinvolti nell’azione evangeliz-zatrice della Chiesa, meno arroccata, sempre più in uscita, attenta ai segni dei tempi e allenecessità dei fratelli. Un contributo caritatevole per arrivare al cuore degli uomini, questoil principale desiderio di Pasquale Oliviero e delle 270 Unioni Cattoliche Operaie di Napoli.

Diego Scarpitti

Udienza Generale di Papa Francesco del mercoledì

Lo sguardo al cuore della Chiesa: l’Eucarestia

di Antonio Colasanto

«Iniziamo oggi una nuova serie di cate-chesi, che punterà lo sguardo sul “cuore”della Chiesa, cioè l’Eucaristia. È fondamen-tale per noi cristiani comprendere bene ilvalore e il significato della Santa Messa, pervivere sempre più pienamente il nostro rap-porto con Dio». Lo ha detto Papa Francescoaprendo l’udienza generale.Non possiamo dimenticare – ha poi sog-

giunto - il gran numero di cristiani che, nelmondo intero, in duemila anni di storia,hanno resistito fino alla morte per difenderel’Eucaristia; e quanti, ancora oggi, rischia-no la vita per partecipare alla Messa dome-nicale. Nell’anno 304, durante le persecuzioni di

Diocleziano, un gruppo di cristiani, del nordAfrica, furono sorpresi mentre celebravanola Messa in una casa e vennero arrestati.Quei cristiani del nord Africa furono uccisiperché celebravano l’Eucaristia. Hanno la-sciato la testimonianza che si può rinuncia-re alla vita terrena per l’Eucaristia, perchéessa ci dà la vita eterna, rendendoci parteci-pi della vittoria di Cristo sulla morte. Una te-stimonianza che ci interpella tutti e chiedeuna risposta su che cosa significhi per cia-scuno di noi partecipare al Sacrificio dellaMessa e accostarci alla Mensa del Signore.Stiamo cercando quella sorgente che “zam-pilla acqua viva” per la vita eterna?, che fadella nostra vita un sacrificio spirituale dilode e di ringraziamento e fa di noi un solocorpo con Cristo? Questo è il senso piùprofondo della santa Eucaristia, che signifi-ca “ringraziamento”: ringraziamento a DioPadre, Figlio e Spirito Santo che ci coinvol-ge e ci trasforma nella sua comunione diamore.

Nelle prossime catechesi vorrei dare ri-sposta ad alcune domande importantisull’Eucaristia e la Messa, per riscoprire, oscoprire, come attraverso questo misterodella fede risplende l’amore di Dio.L’Eucaristia è un avvenimento meravigliosonel quale Gesù Cristo, nostra vita, si fa pre-sente. Partecipare alla Messa «è vivere un’al-tra volta la passione e la morte redentrice delSignore. È una teofania: il Signore si fa pre-sente sull’altare per essere offerto al Padreper la salvezza del mondo» (Omelia nella S.Messa, Casa S. Marta, 10 febbraio 2014).«Padre, è che le messe sono noiose» - «Macosa dici, il Signore è noioso?» - «No, no, laMessa no, i preti» – «Ah, che si convertano ipreti, ma è il Signore che sta lì!».«Partecipare alla Messa è vivere un’altra vol-ta la passione e la morte redentrice delSignore».

Per esempio, perché si fa il segno dellacroce e l’atto penitenziale all’inizio dellaMessa? E qui vorrei fare un’altra parentesi.Bisogna insegnare ai bambini a fare bene ilsegno della croce. Così incomincia la Messa, così incomin-

cia la vita, così incomincia la giornata.Questo vuol dire che noi siamo redenti conla croce del Signore. Guardate i bambini e insegnate loro a fa-

re bene il segno della croce. È molto impor-tante tornare alle fondamenta, riscoprire ciòche è l’essenziale, attraverso quello che sitocca e si vede nella celebrazione deiSacramenti. La domanda dell’apostolo san Tommaso

(cfr Gv 20,25), di poter vedere e toccare le fe-rite dei chiodi nel corpo di Gesù, è il deside-rio di potere in qualche modo “toccare” Dioper credergli.

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San Doro di BeneventoVescovo – 20 novembreNella cronotassi ufficiale dei vescovi di Benevento, ne sono indicati due con il no-

me di Doro. Il primo considerato Santo, è menzionato intorno al 320, mentre l’esi-stenza del secondo è attestata in una lettera di Papa Leone Magno dell’8 marzo448.San Doro è il terzo vescovo di Benevento. Succede a Teofilo, il primo vescovo be-neventano documentato storicamente, nel 313, immediato successore di SanGennaro.San Doro viene menzionato per la prima volta dallo storico longobardoFalcone di Benevento nel suo “Chronicon Beneventanum”. In quel testo l’autore ri-ferisce che il 15 maggio 1119, Landolfo, Arcivescovo di Benevento, rinvenne diversereliquie o “corpora sanctorum”, tra cui quelle di un certo Doro. È solo dopo quel ri-trovamento che gli storici locali riscostruirono la presenza del nostro vescovo intor-no al 320.Nel catalogo tradizionale di Marco de Vipera, “Chronologia episcoporumet archiepiscoporum metropolitanae ecclesiae Beneventanae” redatto nel 1636, SanDoro viene indicato come quindicesimo Vescovo di Benevento.

Beato Tommaso ReggioVescovo – 22 novembreDiscendente da patrizi dell’antica repubblica genovese fu ordinato sacerdote nel

1841. Due anni dopo Tommaso è vicerettore nel seminario di Genova e poi rettore inquello di Chiavari. Nel 1851 torna a Genova come abate di Santa Maria Assunta, per26 anni intensissimi. È l’uomo-avanti, un anticipatore sereno.Tommaso guida il quotidiano “Il Cattolico” e poi “Lo Stendardo Cattolico”, e nelle

convulsioni risorgimentali sta ben fermo con il Papa. Ma è pure pronto a segnalarevie nuove per i cattolici nella realtà dello Stato unitario. Sente l’urgenza di un nuovorapporto tra la Chiesa e il mondo contemporaneo, e lavora all’aggiornamento del cle-ro come alla valorizzazione dei laici. Aiuta varie nuove famiglie religiose nelle diffi-coltà di esordio.Nominato vescovo di Ventimiglia nel 1877, l’anno successivo fonda una nuova

Congregazione. Sono le Suore di Santa Marta, chiamate dapprima al servizio-con-vitto e poi plasmate “sul campo” dagli avvenimenti: sono infatti infermiere nel 1884per i colerosi di Piani di Latte, presso Imperia, meritandosi dal Governo la medagliadi bronzo. Durante il terremoto del 1887, fondano un orfanotrofio a Ventimiglia e laCasa della Misericordia a Sanremo. Le loro ragioni sociali sono le necessità altrui;flessibili per ogni emergenza. Chiamate, dice il Fondatore, esse “voleranno” dove ne-cessità urge, mai dimenticando di sorridere. E sorridono ancora oggi nelle loro casesparse in Italia, Argentina, Brasile, Cile, India e Libano. Nel 1892, Papa Leone XIIIrimanda Tommaso come Arcivescovo a Genova, dove ristabilisce una convivenza ri-spettosa e cordiale con i rappresentanti dello Stato, dopo anni difficili. La sua battaglia culturale prosegue con la nascita della Pontificia Facoltà

Giuridica e della Scuola superiore di religione. Nell’agosto del 1900 Tommaso Reggiocelebra a Roma le esequie del re Umberto I di Savoia, assassinato il 29 luglio a Monza.Nel novembre 1901 prende per l’ultima volta il treno per andare all’inaugurazionedella statua del Redentore sul Monte Saccarello. Ma a Triora lo coglie la morte. PapaGiovanni Paolo II lo ha proclamato Beato il 3 settembre del 2000.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 19 novembre 2017 • 7

Come attendere?Ci sono alcune certezze cheemergono dal Vangelo che laXXXIII domenica del TempoOrdinario ci propone.La prima: ci sono dei momentiin cui i servi vengono lasciati dasoli (Mt 25, 14a).La seconda: colui che develasciarci soli non ci abbandona,ma ci affida qualcosa, ci dàmezzi e strumenti per dare sensoe valore al tempo da vivere.Inoltre non ci dona qualcosa dipuramente casuale, ma ci offre isuoi beni (Mt 25, 14b-15).La terza: il tempo da vivere nonpuò essere caratterizzato dascelte fatte per paura. Il tempodiventa per i servi la possibilitàdi coltivare, in assenza “delpadrone”, un’attesa feconda,creativa, capace di moltiplicare ibeni affidati (cfr. Mt 25, 20-25).La creatività è premiata, larassegnazione no.Ci sono momenti nella vita incui, pur cercando risposte, sitrova solo silenzio e deserto. Diosembra lontano. La solitudineesteriore e interiore attanaglia.La paura di imboccare la stradasbagliata fa capolino. La nottesembra lunga. Il giudizio deglialtri pesa. La tentazione è dimettere tutto ciò che ci è statoaffidato sottoterra per attenderetempi migliori. E se il sole persorgere avesse bisogno propriodi ciò che abbiamo sotterrato?Se il compimento dell’attesa, ilsopraggiungere di tempimigliori, il trovare le rispostefosse legato proprio a quellacapacità di investire i donianche e soprattutto nei tempi dideserto, solitudine,disorientamento?Mi spaventa l’idea di essere un«servo inutile» (Mt 25, 30) per ilmondo, inutile rispetto alprogetto di salvezza che Dio haper l’umanità. Ma infondo, ladifferenza tra quell’essere buonoe fedele o inutile e malvagio staproprio nello scegliere “come”vivere l’attesa… ogni attesa.

La preghieraSignore, attenderepuò significare vivere e morire.Attendere è esistere e far esistere,o rassegnarsi e spegnere.Insegnaci a vivere il tempo,anche quello più difficile:la debolezza, la sterilità,il tuo silenzio, come tempodi attesa vigile e creativa,che sa sempre riceveree donare il bene a larghe mani.Amen.

Preghiere dei fedeli per i bam-bini, scritte ispirandosi alVangelo ogni domenica, verran-no messe a disposizione sul mioblog www.cantalavita.com.Potranno essere usate anche co-me preghiera di intercessionedurante l’incontro di catechesisettimanale.

Mariangela Tassielli

19 novembre. Trentatreesima Domenica del Tempo Ordinario

Il segno della responsabilità di fede

Pr 31, 10-13. 19-20. 30-31; Sal 127; 1 Ts 5, 1-6; Mt 25, 14-30

SANTI, BEATI E TESTIMONIRECENSIONI

Ascolto, discernimento, purificazione I testi di questo volume sono i temi di predica-

zione della settimana di Esercizi Spirituali dati alRettor Maggiore ed al Consiglio Generale deiSalesiani lo scorso mese di luglio. Argomento centrale è il cammino sinodale sul

tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazio-nale”. Lo stile del testo è quello colloquiale e amiche-

vole della predicazione quotidiana. Le riflessioni saranno utili a tutti i membri della

Famiglia Salesiana, e non solo, che desiderino in-traprendere un fecondo cammino di rinnovamentocarismatico a partire dall’occasione ecclesiale delprossimo evento sinodale ormai alle porte.Rossano SalaAscolto, discernimento, purificazione Per vivere il sinodo della Chiesa sui giovaniElledici – 2017 Pagine 88 – euro 8,00

In cammino verso il NataleUn allegro fascicolo a colori per accompagnare

i bambini nel cammino verso la nascita di Gesù e lasua manifestazione, con un itinerario che va dallaprima domenica di Avvento all’Epifania. Per ogni domenica e festa vengono presentati:

un breve passo biblico, una narrazione che aiuta acomprenderne il significato nella vita di un bambi-no, un approfondimento sul concetto chiave, e la se-zione “gioca e crea” che propone un gioco e un’atti-vità da costruire.Giorgia Montanari, Lara Morsiani, Maria GaspariniIn cammino. Natale 2017Edizioni Dehoniane Bologna – 2017 Pagine 48 – euro 4,20

Al cuore del vangelo vi è senza dubbiol’annuncio del Regno dei cieli: «il regno deicieli è vicino» (Mt 3, 2; 4, 17). Inaugurata inGesù, nell’assunzione della nostra carneumana da parte del Figlio di Dio, la venutadel Regno chiede ai discepoli del Signoreun’attesa tutt’altro che passiva: essa esige, in-fatti, una conversione, che implica il volgerea Lui tutte le proprie risorse esistenziali. Orientare la propria vita al Regno ve-

niente, riconoscere che è lì il fine, il compi-mento della vicenda umana personale euniversale, non significa fuggire dalla sto-ria, nella vaga speranza in un mondo mi-gliore che prima o poi arriverà: attendere ilRegno significa prepararne la venuta, nellaconsapevolezza che quel Regno, per quan-to “altro” da questo mondo, non è un’alter-nativa a esso, ma ne è il compimento in Dio. Chi attende davvero il Regno, dunque, è

uno che ne predispone ogni giorno l’acco-glienza nel proprio cuore, ma anche attra-verso scelte e azioni che sono già secondola logica del Regno. La vigilanza con cui idiscepoli del Signore sono chiamati a vive-re la propria attesa richiede pertanto la pru-denza, mediante la quale perseguire con-cretamente il proprio fine, ma anche la fe-deltà: questa, per il vangelo, si configura co-me la capacità di assumere responsabil-mente il dono di grazia ricevuto, perché

quel dono possa, nel tempo, portare frutto. È in questa prospettiva che può essere

letta la parabola dei talenti, che per il van-gelo di Matteo, chiude il trittico delle para-bole sulla vigilanza. Vero cuore della para-bola, in realtà, non sono i talenti, ma la re-lazione, di cui i talenti sono il “mezzo”, trail padrone e i servi e all’origine della qualeè, in effetti, una consegna, un dono fatto«secondo la capacità di ciascuno».Questa annotazione sottrae i talenti al-

l’interpretazione moralistica, che vede inessi delle capacità o delle risorse naturali,facendone invece il segno della responsabi-lità di fede che a ciascuno viene affidata inconsiderazione delle proprie personali ca-pacità di sequela. Il dono contiene in sé unosguardo sull’uomo: è il dono che si misurasull’uomo e non il contrario. In tal modo,ciascuno è chiamato a vivere un “fattore dirischio” che, essendo proporzionato alleproprie forze, non è insostenibile. È da que-sto rischio, vale a dire dalla disponibilità ainvestire sul dono ricevuto, credendolo ef-ficace, ma anche sulla propria capacità,sulla quale il dono è stato misurato, che di-pende la possibilità di portare frutto. Questo, tuttavia, è il punto di criticità

sul quale la parabola invita a riflettere: ildramma del sottrarsi al rischio di investi-mento. L’irresponsabilità del terzo servo

sta nel fatto che egli ritiene giusto restituireintegro il dono ricevuto («ecco ciò che ètuo»): in questo, tuttavia, si manifesta unamancanza di fiducia che riguarda tanto l’ef-ficacia del dono quanto la personale capa-cità sulla quale il padrone ha misurato il do-no. Radice di questa infedeltà è la paura: ilservo dichiara di aver paura del padrone,che, ai suoi occhi, appare «duro». Il servo attribuisce, così, al padrone

quell’irrigidimento del cuore che, in realtà,è esattamente la condizione di chi non èrealmente disposto ad accogliere la conse-gna ricevuta in tutta la sua potenza (cfr. Mt19, 8); d’altro canto, la sua paura dice anchelontananza dall’orizzonte di amore, nelquale avrebbe dovuto vivere la relazionecon il padrone (cfr. 1Gv 4, 18). Si compren-de, così, il duro monito con cui si chiude laparabola: «a chiunque ha, verrà dato e sarànell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tol-to anche quello che ha». Chi vive fuori del-l’amore, vive come se non avesse nulla e,pertanto, resta nella schiavitù della paura,che lo condanna alla sterilità: la fecondità,infatti, è propria dell’amore e l’amore è nonsolo dono, ma anche accoglienza responsa-bile. Solo chi accoglie l’amore e rischia è“divino”, proprio come colui che dona.

Gianpiero TavolaroMonaco di Ruviano

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Speciale Nuova Stagione8 • 19 novembre 2017

Migrazione dei giovani, famiglie in difficoltà e sotto il livello di pover i principali problemi che emergono dal «Dossier regionale sulle p

Combattere la solitudine Il Dossier regionale sulle povertà in Campania è una pub-

blicazione annuale realizzata sin dal 2004 dalla Delegazioneregionale Caritas, per dare una voce ed un volto ai tanti po-veri che ogni giorno si rivolgono ai Centri di Ascolto (CdA)in cerca di aiuto. Lo sforzo compiuto in questi anni dalleCaritas diocesane della regione ha permesso di evidenziaregli aspetti fondamentali del fenomeno della povertà inCampania, ma soprattutto ha mostrato come questo è cam-biato e si è evoluto nel tempo. Il prima aspetto sul quale occorre soffermarsi è relativo

al panorama demografico della Campania che è fortementemutato negli ultimi anni. Siamo in presenza di una popola-zione in rapido invecchiamento e con un tasso di natalità incostante diminuzione. L’invecchiamento rapido della popo-lazione riguarda l’intero Paese ma, la dinamica demograficanegativa del Centro-Nord è compensata dalle immigrazionidall’estero, da quelle dal Sud e da una ripresa della natalità.La Campania invece, come il resto del Mezzogiorno, conti-nua ad essere terra d’emigrazione, presenta una scarsa ca-pacità di attrarre immigrati dall’estero ed inoltre continueràad essere interessata da un progressivo ulteriore calo dellenascite.Gradualmente i valori del Sud sono scesi sotto quelli me-

di nazionali. In un solo decennio il Mezzogiorno ha perso il

primato della fecondità femminile e negli anni Duemila ilnumero medio di figli per donna ha proseguito nella storicatendenza alla riduzione, mentre nel Centro-Nord si è mani-festato un crescente risveglio della maternità (dovuto so-prattutto alle straniere). Nel 2016 il Tasso di FeconditàTotale è pari a 1,29 nel Sud, a 1,33 in Campania e ad 1,38 nelNord, laddove il tasso di sostituzione naturale è 2.Dal Dossier 2017 emerge, innanzitutto, il dato relativo al-

la cittadinanza che mostra una netta prevalenza della com-ponente italiana. I cittadini autoctoni rappresentano, infat-ti, il 64,6% del totale ovvero quasi i 2/3 di coloro che si sonorivolti alla Caritas. Dunque, il volto della povertà campana,osservato attraverso i Centri di Ascolto, fa emergere una re-gione che stenta a fornire risposte istituzionali alle situazio-ni di povertà italiane. Ancor più significativa è l’analisi sto-rica delle presenze italiane in Caritas. A partite dalla crisieconomica del 2008, infatti, la percentuale degli italiani hacominciato a salire sempre più, passando dal 38,2% del2008 al 64,6% attuale. Questo incremento non è dovuto alla diminuzione della

componente migrante, quanto piuttosto alla forte crescitadei cittadini italiani in condizioni di disagio. L’altro datoemergente riguarda la maggiore presenza della componen-te femminile in Caritas (54,7%). Le donne si rivolgono ai

Nonostante la crescita del 2.2% dell’indice di sviluppo, la povertà economica delle

famiglie campane resta tra le più alte in Italia

La famiglia al centro

La problematica più comune di quanti ricorrono ai CdA è la povertà eco-nomica (62,1%) seguita dalla problematica lavorativa (51,3%). Del resto lacondizione più diffusa campani è quella di disoccupato, dato che riguarda il66,6% del totale, ovvero esattamente due su tre. Tanta povertà e disoccupa-zione hanno delle evidenti ragioni economiche. Se si valutano, infatti, i datidella Campania dal 2008 al 2016, emerge una significativa riduzione cumu-lata del Pil che risulta pari al -13,0%. Nell’ultimo anno, però, si evidenzia undeciso miglioramento rispetto al passato. La Campania nel 2016 è stata la re-gione italiana, e non solo meridionale, che ha registrato il più alto indice disviluppo. La crescita del 2,2% del valore aggiunto giunge al termine di untriennio, dal 2014 al 2016, tutto all’insegna di dati positivi. Si colgono quindisegnali molto incoraggianti, ma resta una profonda differenza a livello eco-nomico tra le regioni meridionali ed il resto del Paese, e a riguardo laCampania non fa eccezione. Se si valuta infatti il reddito pro capite della re-gione emerge che questo nel 2016 è stato pari a 17.866 euro, mentre quelloitaliano raggiunge i 27.585 euro. Negli ultimi quindici anni, sono emigrati dal Sud 1,7 milioni di persone a

fronte di un milione di rientri, con una perdita netta di 716 mila unità: si trattaper lo più (72,4%) di giovani tra i 15 e i 34 anni e di laureati che costituisconoun terzo del totale (198 mila unità). La Campania è stata la regione maggior-mente protagonista in questo fenomeno, con un saldo migratorio interno cheha rappresentato una vera emorragia per la regione, non compensato dal sal-do migratorio con l’estero. Dall’approfondimento realizzato su povertà e famiglia emergono ancora

alcuni elementi davvero significativi: i 2/3 delle famiglie che si rivolgono allaCaritas vivono con meno di 500 euro al mese e non sono in grado di affrontarealcuna spesa imprevista. Relativamente alle reti di sostegno alle famiglie indifficoltà, si evidenzia la presenza di una rilevante rete di supporto di tipo fa-miliare o parentale ed anche una significativa rete di supporto di tipo amica-le. In particolare, però, l’analisi delle reti di supporto evidenzia che è quellaecclesiale a cui gli intervistati si rivolgono maggiormente. Nella 64,4% dei ca-si, infatti, gli utenti dei CdA dichiarano che abitualmente si avvalgono di unarete legata alla parrocchia. È significativo che ben 2/3 delle persone ascoltatedichiarano che usualmente trovano un supporto dall’ambito ecclesiale, nonsolo per un sostegno di tipo materiale, ma anche per un aiuto complessivo ri-spetto ai loro bisogni. Ciò dimostra che la parrocchia rimane ancora un puntodi riferimento importante del territorio e, come evidenziano molti degli in-tervistati, spesso è anche l’unico.

Caritas Diocesana di Napoli

Non amiamo a parolema con i fatti e in verità

Avvento di Fraternità 2017

Quest’anno l’Avvento inizia ad una settimana esatta dalla celebrazione della prima“Giornata Mondiale dei Poveri”, istituita da Papa Francesco al termine del GiubileoStraordinario della Misericordia. Anche il Santo Padre ha utilizzato il Vangelo di Giovanniper introdurre questa nuova ricorrenza: l’Evangelista mette in guardia le sue comunità con-tro certuni, i quali a parole esaltavano la fede in Gesù, ma a questa fede non facevano seguirele opere. Anzi, queste ultime venivano considerate inutili o superflue, come se Gesù avessegià fatto tutto. La loro era così una fede vuota e sterile, perché lasciava mancare all’opera diGesù l’apporto indispensabile che egli chiede a ciascuno di noi. Amare con i fatti. La vera fede, dice l’apostolo, è quella che dà prova di sé amando come

Gesù ha amato e ci ha insegnato. Ora, la prima caratteristica di questo amore è la concre-tezza. Gesù non ci ha amati con dei bei discorsi, ma è passato in mezzo a noi facendo del be-ne, sanando tutti, essendo pienamente disponibile verso quelli che gli si presentavano, a co-minciare dai più deboli, dai più poveri, dai più emarginati e dando la sua vita per noi. Dobbiamo amare poi, dice l’apostolo, oltre che coi fatti, anche nella verità. L’amore cri-

stiano, mentre cerca di tradursi in fatti concreti, si preoccupa di ispirarsi alla verità dell’a-more che troviamo in Gesù; si preoccupa di far opere conformi ai suoi sentimenti ed ai suoiinsegnamenti. Dobbiamo cioè amare nella linea e nella misura mostrateci da Gesù. Come vivere allora la Parola di Dio in questo mese di Avvento? Il messaggio è fin troppo

chiaro. È un richiamo a quella autenticità cristiana, su cui Gesù ha tanto insistito. Ma questanon è anche la grande attesa del mondo? Non è forse vero che il mondo di oggi vuol vederedei testimoni dell’amore di Gesù? Amiamo allora con i fatti e non con le parole, cominciandodagli umili servizi che ci sono richiesti ogni giorno da parte dei prossimi che ci stanno ac-canto. L’invito si fa ancora più pressante alla luce di quanto il Cardinale Crescenzio ha scrit-to nella sua ultima lettera pastorale “Accogliere i pellegrini”: sia un Avvento di pace, di ri-conciliazione, di amore, di carità, di vera e profonda fraternità. E proprio l’Arcivescovo, co-me presidente della Caritas Diocesana di Napoli, per dare un senso ancora più forte alla te-stimonianza del Vangelo nel periodo di Avvento e Natale ci invita a promuovere raccolte dadestinare alle tante opere segno della Chiesa di Napoli. La Stella di Betlemme, citata nelVangelo di Matteo, illumini e segni il nostro cammino perché possiamo amare Dio come Luici ha amati. Per sostenere gli interventi è possibile inviare offerte alla Caritas Diocesana diNapoli specificando nella causale: “Avvento 2017”, attraverso le seguenti modalità. Conto corrente postale numero 14461800 intestato a “Caritas Italiana Opera Diocesana

di Assistenza di Napoli”.Conto di Banca Prossima numero 6483 intestato a “Arcidiocesi di Napoli. Caritas

Diocesana Napoli” e aperto presso la filiale 5000 di Milano: IT 07 K 03359 01600100000006483 Conto Unicredit Spa intestato a “Caritas Diocesana Napoli” aperto presso l’Agenzia

Napoli 19: IT 56 Q 02008 03451 000400883868 oppure versare direttamente al cassiere dellaCaritas diocesana, Sergio Alfieri, tutti i giorni dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.30 alle ore 13.081.557.42.63 – 081.557.42.64 - 081/557.42.65.

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SpecialeNuova Stagione 19 novembre 2017 • 9

rtà, disoccupazione, accoglienza dei migranti, dispersione scolastica povertà 2017», a cura della delegazione della Caritas Campania

e e il senso di abbandonoCdA della Caritas non per chiedere aiuto per se stesse, maquali portavoce delle esigenze dell’intero nucleo familiare.Sono considerate, infatti, l’interfaccia più idonea nei con-fronti delle istituzioni e del mondo esterno in generale,quando c’è la necessità di chiedere aiuto per la famiglia eprincipalmente per i figli. Vivono in famiglia il 69,6% dellepersone ascoltate, in pratica sette su dieci. Se ci si riferiscepoi solo alla componente autoctona, risulta che l’81,7% de-gli italiani che frequentano la Caritas sono inseriti in un con-testo familiare.La media del numero di componenti delle famiglie che si

rivolgono alla Caritas è di 3,5 unità per nucleo. La tipologiadi famiglia più diffusa nei CdA è quella nucleare con coniugee figli, che rappresenta quasi la metà del totale. È significa-tiva anche la percentuale di famiglie monogenitoriali con fi-gli, a dimostrazione che quando è solo uno il punto di rife-rimento genitoriale aumentano le possibilità di disagio so-ciale. Le famiglie nucleari con coniuge ma senza figli sonorappresentate principalmente da anziani i cui figli vivonoormai altrove. In questo caso le problematiche non sono so-lo di carattere economico, ma incide molto la solitudine edil senso di abbandono.Il dato relativo allo stato civile arricchisce ancor più il

quadro familiare della povertà, giacché esattamente la metà

delle persone ascoltate risulta coniugata. Se a questo dato siaggiunge quello relativo ai cosiddetti “nuclei spezzati” (ve-dovanza, separazione legale e divorzio), che complessiva-mente raggiungono il 23,4% del totale, si può affermare cheil 73,4% delle persone ascoltate, ovvero tre su quattro, han-no avuto o hanno in essere un matrimonio. Nei casi di sepa-razione o di divorzio i costi della vita, soprattutto quelli abi-tativi, vengono a raddoppiarsi, pur se le entrate economicherestano le medesime. Di questa situazione sono vittime molti padri separati

che, nonostante abbiano un lavoro, rischiano di finire a vi-vere per strada, incapaci di sostenere le spese alloggiativeper la famiglia e per loro stessi. Infine, l’analisi della cittadinanza delle persone senza di-

mora evidenzia una netta prevalenza degli stranieri(78,6%). La preponderante presenza di migranti dimostra lamaggiore vulnerabilità sociale di cui questi sono portatori,giacché molto più spesso rispetto agli italiani sono privi direti familiari o amicali su cui poter contare. Questo dato dimostra, inoltre, che ciò che molti sosten-

gono rispetto al maggior aiuto rivolto dallo Stato agli stra-nieri piuttosto che ai cittadini italiani, nella realtà non è as-solutamente veritiero, considerando l’evidente fragilità del-la condizione di migrante.

Per le eccessive richieste di aiuto di ogni genereè forte il pericolo che i Centri di Ascolto possano

trasformarsi in centri di distribuzione

Più attenzionealla formazionedegli operatori

Le richieste principali ricevute dalla Caritas riguardano i pacchi viveri(49,5%), sussidi economici per il pagamento bollette (31,9%), un alloggio(17,0%), l’accesso ad empori o market solidali (15,8%), un lavoro (14,2%),l’accesso alla mensa (13,3%) e vestiario (8,2%). L’analisi della domanda inbase alla cittadinanza evidenzia però un diversità di richieste ai Centri diAscolto, rispetto alle varie tipologie. Gli italiani domandano maggiormentesussidi per il pagamento di bollette o per l’alloggio, ascolto approfondito maanche accesso ad empori/market solidali. Gli stranieri domandano più pac-chi viveri, lavoro, l’accesso alla mensa, il vestiario e soprattutto un alloggio.Da queste richieste non emerge per nessuna delle due categorie una diver-sità rispetto all’approccio assistenziale, piuttosto si connotano bisogni dif-ferenti che si traducono per entrambe le categorie in richieste progettualisolo in un numero limitato di casi. Dall’analisi dei dati relativa agli interventi emerge una soddisfacente ca-

pacità di risposta da parte dei Centri di Ascolto per le diverse problematiche:distribuzione pacchi viveri (49,3%), sussidi per il pagamento di bollette(31,2%), accesso alla mensa (13,7%), accesso ad empori o market solidali(12,4%), alloggio (9,6%), vestiario (8,6%). L’unica domanda difficile da sod-disfare è quella relativa al lavoro (2,3%), che del resto non rientra nei com-piti della Caritas. Come per le richieste, anche per gli interventi vi è una di-versificazione tra italiani che ricevono maggiormente sussidi economiciper il pagamento di bollette e gli stranieri che ricevono più viveri ed accessialla mensa. Da questi dati è evidente che il compito della Caritas in molti casi rischia

di essere travisato e che c’è il pericolo che i Centri di Ascolto possano tra-sformarsi in centri di distribuzione. Proprio per scongiurare questa possi-bilità, la Delegazione regionale e le Caritas diocesane proseguono il loro im-pegno in ambito formativo, affinché identità e metodo Caritas non venganosmarriti. Occorre rimarcare che anche all’interno di questo dossier l’ultimo capi-

tolo è dedicato a quanto realizzano le diverse Caritas diocesane dellaCampania per rispondere ai bisogni emergenti del territorio, in una logicadi prossimità alla persona legata ad un’effettiva progettualità.

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Vita Diocesana Nuova Stagione10 • 19 novembre 2017

Iniziativa del ComitatoDiocesano San Gennaro

Un premioscolasticoin onoredel SantoPatronoPresso la sede del Ginnasio-Liceo “Antonio Genovesi” diNapoli sono stati consegnati ipremi scolastici “SanGennaro”. L’iniziativa,promossa ed organizzata dalComitato Diocesano SanGennaro, Guardia d’onore allacripta, ha voluto dare unriconoscimento agli elaboratiredatti da alcuni alunni delliceo. Finalizzati alla conoscenzadella vita e dell’opera di SanGennaro, Santo Patrono diNapoli e della Campania, glielaborati, frutto dell’impegnocollettivo delle classi secondaD, seconda E e seconda F,sono stati scelti da un’appositacommissione formata dalDirigente Scolasticodell’Istituto “Genovesi”, MariaFilippone, dai rappresentantidei docenti dello stesso istitutoe da rappresentanti delComitato. Il premio in denaro, che saràutilizzato per l’acquisto di testiscolastici per gli studenti delleclassi premiate, è statoconsegnato dal Presidente delComitato, CarminantonioEsposito, al termine di unacerimonia nel corso della qualei rappresentanti di ogni classehanno illustrato i rispettivilavori. La Dirigente Scolasticaed i docenti hanno spiegato ilsignificato e, soprattuto, lefinalità del Premio.In conclusione,Carminantonio Esposito haringraziato la Dirigente ed idocenti per la fecondacollaborazione e l’intelligenteimpegno profuso ed ha messoin evidenza l’insegnamento checi viene dall’esempio di SanGennaro che immolò la suavita per difendere un dirittofondamentale dell’uomo: lalibertà di religione, contro lepersecuzioni di Diocleziano eper manifestare la suasolidarietà all’amico Sossio,ingiustamente imprigionato. Inoltre è stato rivolto unvibrante appello ai giovanistudenti invitandoli arealizzare nella vita i princìpifondamentali della nostraCostituzione che sisintetizzano nell’esaltazione enel rispetto della dignitàumana, inteso come valoreindispensabile e primario diognuno.

Pellegrini: nova et veteraUn commento dell’ultima Lettera Pastorale del Cardinale Sepe: “Accogliere i pellegrini”

di Francesco De Simone*

La lettera pastorale del “nostro”Arcivescovo, riletta a distanza dei primicommenti “a caldo”, determina qualcheconsiderazione – di carattere astratto e gene-rale ma – utile al ruolo missionario dellaChiesa, cioè al modo ed alle parole con cuiaccogliere il pellegrino, il cui identikit risultadiverso da quello di un tempo. Intanto giovaricordare che ancora oggi, anche se in misu-ra ridotta e immune di ostentazione, il feno-meno storico di peregrinatio pro voto, ex poe-nitentia, quadam rerum videndaturum no-tahlium è ancora in auge. In particolare pro-spera il numero di pellegrini che si prefiggedi servis a Dios, dei quali Dante – nella Vitanova – da una chiara definizione: «è peregri-no chiunque è fuori da la sua patria … … gentiche vanno al servizio de l’Altissimo». Sonopersone che (nel passato a schiera) lascianola propria terra e attraverso strade, boschi,monti accidentati, con condizioni atmosfe-riche proibitive, soltanto con uno zaino, unaborraccia e un bastone, si dirigono versoluoghi sacri. Sono quelli che, in base al precetto

Kantiano, «la legge morale dentro di me, ilcielo stellato sopra di me», si relazionano conl’Altissimo lungo la peregrinatio. Di qui l’au-totrascendenza come superamento di sestesso; l’Io che diventa capace del tu proiet-tato al conseguimento del bene e dell’idealedi giustizia. Proprio perché codesto peregri-nare si svolgeva (ed ancora per molti oggi sisvolge) nel segno della fede, attraverso zonedesolate, spesso infestate da banditi e popo-

lazioni ostili, l’accoglienza era all’insegnadella solidarietà, della stima, dell’affetto.Ecco che nascevano ospedali, monasteri, fo-resterie che accoglievano, assistevano e cu-ravano i marcheurs de Dieu. Solidarietà e ser-vizio verso il pellegrino erano considerati – elo sono tuttora per chi si reca a Santiago – va-lori che entravano a far parte del patrimoniospirituale, sociale e psicologico del viator,che proprio da tale esperienza era gratifica-to e segnato per il resto della sua vita. Venivacosì attuato il superamento di sé e la proie-zione verso l’Altissimo. La fides qua si attuava in fides quae.Oggi il pellegrino non si muove più nel se-

gno della fede, ma dalla disperazione; nonlascia la sua patria per scelta personale, maper bisogno; è sradicato dal territorio di ori-gine da mercanti; è estraneo, che viene dafuori dell’ager romanus da cui ha mutuato ilsuo appellativo. Tali diverse motivazioni e contrapposti

scopi che determinano la persona a mettersiin cammino determinano una qualificazio-ne diversa da quella tradizionale: non piùpellegrino, ma straniero alla ricerca di unadignità ma soprattutto di mezzi di sopravvi-venza. È logico, quindi, la mutazione anchedell’accoglienza. Nel momento in cui nel pel-legrino non si vede colui che è «al servizio del’Altissimo», ma – come scrive il “nostro”Arcivescovo – lo straniero «che ha rinunciatoalle proprie radici, agli affetti più cari»; la per-sona «senza sorriso … cui non è concessonemmeno la nostalgia del rimpianto»; la per-

sona «della porta accanto senza affetti, senzalegami sociali», l’accoglienza deve assumerediverse connotazioni. Non sono più suffi-cienti la solidarietà, le prestazioni sanitarie,un lettino. Qui nella Lettera vi è un momento di

smarrimento («si tratta per noi di scrivereuna pagina non prevista nei manuali tradizio-nali di teologia») che mal si adegua alla luci-dità e concretezza con cui vengono poi indi-cati gli strumenti cui ricorrere per un’acco-glienza più adatta e fruttifera per gli “odier-ni” pellegrini. Costituirebbe solo mera tau-tologia indicare qui tali strumenti e pro-grammi, mentre più utile appare rilevare la“ratio” della Pastorale su cui si fonda la forzapropulsiva della attuazione dei programmi. Oggi – in una società globalizzata anche

nel pensiero – occorre riscoprire e vivificareil punto in cui il cielo si congiunge alla terra,l’orizzonte – cioè – della missione ecclesiale,in quanto comunità di fedeli, e del sapereteologico, in quanto dottrina sistematica in-torno a Dio; occorre che la Chiesa, in quantocomunità testimoniale che vive nel segnodell’Amore, divenga anche luogo teologicoove l’uomo possa riconoscersi come dono diDio; occorre che nell’indole missionaria del-la Chiesa trovi posto il coraggio della fede;occorre che “l’accoglienza” dell’altro trovi ilsuo fondamento in una comunità ecclesiale,in una Chiesa che vive nell’amore in quantonasce dal Crocifisso. Ciò è quanto mi è parsoemerga da “pastorale” che è anche “lettera”.

*Ordinario nell’Università di Napoli

Inaugurato il dodicesimo anno accademico della Pontificia Facoltà Teologica - Sezione San Luigi

L’arte aiuta a percepire l’invisibileLectio affidata a Mons. Orazio Francesco Piazza, vescovo di Sessa Aurunca

di Mary Attento

Inaugurato il nuovo Anno Accademico della sezione SanLuigi della Facoltà Teologica. Il segretario, padre Emanuele Iulasj, ha portato i saluti del decano Pino Di Luccio sj. e si è soffer-mato sull’importanza dell’educazione all’arte foriera di demo-crazia, citando tra l’altro la filosofa statunitense MarthaNussbaum.È poi seguita la presentazione dei corsi di alta formazione del-

la Scuola da parte del condirettore Giorgio Agnisola, che ha trac-ciato una panoramica delle svariate attività culturali e un’ap-profondita disamina di tutti i percorsi e indirizzi proposti:“Operatore per la valorizzazione e la pastorale dei beni culturalidel Mediterraneo” inerente all’indirizzo ‘Arte e Teologia per iBeni Culturali’ e “Gli edifici di culto nella città contemporanea:percorsi di progettazione”, corso inedito dell’indirizzo ‘Proposteper una nuova architettura sacra’ che ha ottenuto venti creditidal Cnappc e viene promosso con la diretta collaborazione delcompetente Ufficio della Conferenza Episcopale Italiana.

Ad integrazione dei due corsi fondamentali, la Scuola pro-muove il Laboratorio per la progettazione di un Parco CulturaleEcclesiale e per il turismo religioso; il Laboratorio Arte e Irc(Insegnamento religione cattolica); il Laboratorio di Critica d’ar-

te; il Laboratorio di Arte e psicologia, che quest’anno ricompren-derà anche elementi di e affianca il Biennio di Specializzazionein Teologia Fondamentale in corsi annuali come quello di“Religiosità popolare”.La prolusione di questo nuovo anno accademico è stata affi-

data a Mons. Orazio Francesco Piazza, Vescovo di Sessa Auruncae membro del Comitato scientifico della Scuola, sul tema: “LaChiesa e il suo mistero: identità e trasformazione”.

«La Chiesa non è un corpo museale– ha ricordato mons. Piazza– ma un corpo vivente che racconta il senso della propria abita-zione del mondo». Il suo intervento si è concentrato sul misterodel sacro, che non è l’irriconoscibile ma il conoscibile progressi-vamente, è il conoscere nella storia, nel suo ri-velarsi a secondadei contesti culturali. «E occorre saper identificare il reale nellarealtà, unarealtà che, soprattutto oggi, può essere costruita dal-l’opinione, dal senso comune e quindi riscontrare il positivo nelcontrasto. Basti pensare all’arte, che anticipa, intuisce, riesce acogliere ciò che poi diventa memoria: «È dell’arte simbolica - ha concluso mons. Piazza - la capacità

di rendere percepibile l’invisibile, ciò che non è». Questo è il cuoredell’arte.

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CittàNuova Stagione 19 novembre 2017 • 11

Il “Sabato delle Idee”a Villa Doria D’Angri

RicercascientificaeMezzogiornoProtagonisti, parole, scenari.Dalla cultura al mercato, dallaricerca alla tecnologia, dallademocrazia all’informazione,dal passato al progresso:uomini ed idee a confronto difronte alle sfide di un domaniche è già cominciato. E doveNapoli ed il Mezzogiornorischiano di essere tagliati fuorise non recuperano identità,progettualità, visione.Il “Sabato delle Idee” mette aconfronto testimoni edinterrogativi recuperando unpassato che può migliorare ilnostro futuro, dove Europa,Occidente, dialogo, diversità,democrazia, libertà, eticità nonsiano solo slogan. Di fronte allesfide sempre più inquietanti delfuturo molti interrogativi postidalla storia, dall’attualità, dallascienza, dalla politica restanosenza risposte. Come prevederee gestire la società del domani?Come reagire costruttivamentealla cronaca di questi anni tracrisi di paesi, di comunità, diidentità, tra terrorismi,fondamentalismi, populismi,angosce generazionali? Comefar recuperare in questocontesto, a Napoli ed alMezzogiorno, identità, senso,futuro, in un’Italia che cambiaguardando ad una Europa cherischia di non esserci.Il “Sabato delle Idee” apre ilconfronto invitando, a Napoli,testimoni di ieri e di oggi con ilciclo di incontri su “L’Italia delfuturo in un mondo checambia”. L’alfabetodell’economia e della cultura,della ricerca scientifica edell’etica, della politica e deimedia, dei sentimenti e dellerelazioni, con i grandiprotagonisti del nostro paese.Primo appuntamento sul ruolodella ricerca scientifica per losviluppo del Mezzogiorno,sabato 25 novembre alle ore 10a Villa Doria D’Angri con:Raffaele Calabrò, AlbertoCarotenuto, Luciod’Alessandro, GaetanoManfredi e Marco Salvatore.Coordina Massimo Milone,Responsabile Rai Vaticano.Relazione di MassimoInguscio, Presidente ConsiglioNazionale delle Ricerche.Intervengono: Pier Paolo DiFiore, Professore OrdinarioPatologia Generale Universitàdegli Studi di Milano; IlariaFinore, Assegnista Cnr Icb;Fatemeh Jalayer, ProfessoreAssociato Università degli Studidi Napoli Federico II; FabrizioVecchi, Direttore StazioneZoologica Anthon Dohrn.

Il seminario ha fornito a operatori sanitari e pazienti gli strumenti per migliorare la comunicazione tra clinici, pazienti e i caregivers, coloro che si prendono cura degli ammalati o delle persone disabili

Il primo workshopsulla “medicina narrativa”

Grande interesse e partecipazione ha regi-strato il workshop dal titolo «L’Ematologia,l’Oncologia e la Medicina del Dolore tra umaniz-zazione delle cure e Precision Medicine», svolto-si lo scorso 11 novembre nella sede della CroceRossa Italiana a Napoli. La giornata è stata or-ganizzata da Beniamino Casale, ResponsabileIpas Terapie Molecolari e Immunologiche inOncologia dell’Ospedale dei Colli e da CarloNegri, Socio e Amministratore della società diconsulenza marketing Napolilab, con il sup-porto di Nfc e Napolilab; inoltre è stata accre-ditata dal provider ecm Eubea, che opera da 15anni nella formazione professionale dei medi-ci - soprattutto in ambito onco-ematologico - edi tutti gli altri operatori sanitari. Scopo delworkshop era fornire a operatori sanitari e pa-zienti le linee guida per arginare la mancanzadi “dialogo” tra l’ammalato e chi deve curarlo,migliorando la comunicazione tra tutte le figu-re coinvolte nel processo di cura. Tutto ciò ri-mettendo al centro il paziente, che con isuoi racconti può fornire un importante aiutoagli “attori” del sistema salute.La giornata si è aperta con i saluti di Paolo

Monorchio, Presidente Croce Rossa Italianacomitato Napoli e provincia; tra i relatoriMarcello Gentile, Primario Urologia Casa diCura Santa Rita di Avellino; Alfonso Papa, di-rettore Terapia antalgica dell’Ospedale deiColli; Giacomo Cartenì, Direttore OncologiaMedica del Cardarelli; Giorgio Iaconetta,Direttore Cattedra e Clinica Neurochirurgicadel San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona. Lasessione del mattino è stata a carattere scienti-fico, mentre nel pomeriggio il focus è stato tut-to sulla comunicazione, con particolare atten-zione a Medicina Narrativa e Medical

Humanities. La prima è una metodologia d’in-tervento clinico-assistenziale basata su unaspecifica competenza comunicativa. La narra-zione permette infatti di integrare i diversipunti di vista agendo in modo complementarecon le direttive dell’Evidence-Based Medicine.Le Medical Humanities, con il loro approcciomultidisciplinare, forniscono alla medicina eai soggetti coinvolti gli strumenti per compren-dere le malattie e la salute in un contesto socia-le e culturale più esteso.«Siamo molto soddisfatti - afferma

Beniamino Casale - e speriamo di aver dato unforte incentivo alla corrente di pensiero favore-vole all’umanizzazione delle terapie e al dialo-go tra operatori sanitari, pazienti e caregivers.

Purtroppo a causa della cattiva comunicazio-ne i pazienti a volte abbandonano le terapie,con conseguenti danni non solo per la loro sa-lute, ma anche in termini di costi dovuti a rico-veri d’urgenza che potrebbero essere evitati. Incasi estremi si arriva anche alla denuncia». Glifa eco Carlo Negri: «Abbiamo già numerose ri-chieste di “replica”, il che ci fa capire quantosia grande il “vuoto formativo” che evidente-mente va colmato con urgenza. Il nostro obiet-tivo è sanare questi gravi gap di comunicazio-ne che si creano tra chi cerca sostegno, cure edempatia, e chi può offrire tutto questo alimen-tando un rapporto di fiducia che può solo inne-scare circoli virtuosi nel percorso terapeuti-co».

Consegnata la nave“Grande New York”

La nuova unità del Gruppo Grimaldi verrà impiegata tra il Mediterraneo ed il Nord America

In una breve cerimonia tenutasi lo scorso 31 ottobre presso i can-tieri cinesi Jinling di Nanjing, la nave Pure Car & Truck CarrierGrande New York è stata consegnata al Gruppo Grimaldi. Secondadi una commessa di tre unità gemelle, la Grande New York ha unalunghezza di 199,90 metri, una larghezza di 32,26 metri, una stazzalorda di 63.000 tonnellate ed una velocità di crociera di 19 nodi.La nuova unità battente bandiera italiana può trasportare 6.700

Car Equivalent Unit (Ceu) o in alternativa 4.000 metri lineari di mer-ce rotabile e 2.500 Ceu. La Grande New York è munita di quattro pon-ti mobili che la rendono una nave estremamente flessibile e capacedi imbarcare qualsiasi tipo di carico rotabile (auto, furgoni, camion,trattori, autobus, scavatrici, ecc.) fino a 5,2 metri di altezza. Inoltre,la nave è dotata di due rampe d’accesso, una laterale ed una di poppa,quest’ultima in grado caricare merci con un peso fino a 150 tonnel-late.La Grande New York è una nave altamente efficiente dal punto di

vista ambientale. Il suo motore principale Man Diesel & Turbo a con-trollo elettronico le permette di rispettare le nuove normative per lariduzione delle emissioni di ossido di azoto (Nox), mentre il suoscrubber abbatte le emissioni di ossido di zolfo (Sox). Infine, è mu-nita di un sistema di trattamento delle acque di zavorra che le per-metteranno di rispettare le future normative in materia.«La Grande New York rientra nel programma di potenziamento

dei collegamenti tra il Mediterraneo ed il Nord America, avviato dalnostro Gruppo negli ultimi anni con l’impiego di navi sempre mo-derne, altamente flessibili e con basso impatto ambientale», ha di-chiarato l’amministratore delegato del Gruppo, EmanueleGrimaldi. La Grande New York ha lasciato il porto di Nanjing il 3 no-vembre scorso con direzione Anversa dove verrà impiegata sul ser-vizio settimanale operato dal Gruppo tra il Mediterraneo ed il NordAmerica. I porti serviti dal collegamento sono: Gemlik (Turchia),Gioia Tauro, Civitavecchia, Savona, Halifax, New York, Baltimora,Veracruz (Messico) ed Anversa. Nel frattempo, il 31 ottobre scorso

la Grande Baltimora, gemella della Grande New York, ha effettuato ilsuo viaggio inaugurale nel porto statunitense di Baltimora dove èstata accolta da una folta delegazione composta da autorità civili emarittime, tra cui John Wobensmith, Segretario di Stato della Statodel Maryland e James White, Executive Director della MarylandPort Administration, da clienti, operatori portuali e dirigenti delGruppo Grimaldi e della società figlia Atlantic Container Line.Madrina della nave è stata Carol Ann White, consorte di JamesWhite.Durante la cerimonia, John Wobensmith ha consegnato a

Costantino Baldissara, Commercial, Logistics & OperationsDirector del Gruppo Grimaldi, una targa di encomio a nome delGovernatore dello Stato del Maryland, come riconoscimento deglioltre 50 anni di relazioni fruttuose tra il porto di Baltimora ed ilGruppo Grimaldi. Anche la Grande Baltimora è impegnata sul colle-gamento settimanale Mediterraneo-Nord America operato dalGruppo. Prossima consegna per il Gruppo sarà la gemella GrandeHalifax, prevista per gennaio 2018.

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Città Nuova Stagione12 • 19 novembre 2017

Sport di periferiaPronti 60mila euro a favore di minori

provenienti da contesti difficili della città

Nel rinnovare il loro impegno di sviluppo e promozione sociale, la Fondazione LaureusSport for Good Italia ONLUS, la Fondazione Banco di Napoli e Meridonare hanno avviatoun percorso di collaborazione, costruito sulla condivisione di obiettivi di prevenzione e ri-duzione del danno su minori provenienti da contesti difficili di aree urbane della città diNapoli.La sinergia tra i tre enti e il primo bando per la promozione sociale scaturito da questa

collaborazione, sono stati presentati giovedì 16 novembre. Nel dettaglio con il Bando “Sport di periferia”, l’attenzione si rivolge allo sport quale mo-

tore per lo sviluppo di comunità nella città di Napoli. Il Bando vuole stimolare azioni su di-versi livelli: territoriale, per facilitare l’interconnessione di relazioni sociali e progettualitàeducative tra enti del terzo settore e società sportive che lavorano negli stessi territori; edu-cativo, attraverso l’ampliamento, l’integrazione e l’arricchimento dell’offerta di proposteeducative presenti su un territorio con un’attività sportiva a forte valenza formativa; sociale,attraverso la promozione dell’integrazione e dell’inclusione sociale di soggetti svantaggia-ti.A fronte dei moderni processi di natura globale che generano una riduzione della qualità

dei legami, il bando vuole stimolare la nascita e il rafforzamento di relazioni nel tessuto so-ciale (dei singoli individui e dei gruppi) e l’acquisizione di competenze integrate da parte dichi, sul territorio, si occupa di minori.L’idea di fondo nasce dalla convinzione che attraverso lo sport sia possibile offrire espe-

rienze di crescita e modelli educativi positivi, in contrasto con quelli facilmente accessibiliin contesti urbani a forte rischio di esclusione sociale, a condizione che: l’esperienza spor-tiva sia connessa con altre esperienze educative; gli istruttori sappiano integrare diversecompetenze, incluse quelle che riguardano la gestione delle relazioni. Il Bando prevede la presentazione di tre Proposte di Progetto, in formato elettronico, en-

tro le ore 12 del giorno 8 gennaio 2018, cui seguirà il processo di valutazione volto a selezio-nare quelle ritenute più valide e capaci di generare valore sociale sul territorio.Le risorse previste per i tre progetti finanziabili nella città di Napoli sono pari a un am-

montare massimo complessivo (in funzione della qualità delle proposte pervenute) di60.000 euro, ugualmente conferite dalle Fondazioni. Ciascuno dei tre progetti sarà suppor-tato dalle Fondazioni per un totale massimo di € 20.000 € per progetto. FondazioneLaureus metterà inoltre a disposizione dei progetti finanziati un team di formatori, consu-lenti ed esperti nell’area monitoraggio e valutazione al fine di garantire la più corretta im-plementazione dei progetti sportivi/educativi.Al fine di promuovere uno sviluppo territoriale che preveda anche l’attivazione della co-

munità locale e una presa in carico dello sviluppo di nuove iniziative il Bando vuole pro-muovere nuove forme di finanziamento attraverso la partnership con Meridionare S.r.L.

Natale non soloa San Gregorio

ArmenoÈ stato ufficializzato, con l’approvazione in Giunta Comunale di Napoli della de-

libera di istituzione della fiera natalizia di San Gregorio Armeno, l’inizio del Natalepartenopeo 2017. La storica fiera natalizia, insieme a quella di San Biagio dei Librai,è la prima delle oltre 60 manifestazioni che quest’anno da Ponticelli a Bagnoli, daScampia a Fuorigrotta, da San Giovanni a Secondigliano, passando per la Sanità e ilCentro Antico, interesseranno con le loro tradizioni e i loro colori il territorio citta-dino.Gli arredi delle manifestazioni storiche dei Decumani saranno allestiti nel rispet-

to del contesto urbanistico e architettonico del centro storico. Grande attenzionequest’anno è stata posta al rispetto delle norme di sicurezza, irrobustite dopo le cir-colari governative emanate nei mesi scorsi. In particolare, avremo maggiore control-lo e vigilanza nelle strade, non solo ad opera della Polizia Locale, ma anche dellaProtezione Civile e della Polizia di Stato. Riparte, dunque, come da tradizione, pro-prio dal cuore dl Centro Antico, il grande e famoso Natale di Napoli, che, particolar-mente negli ultimi anni, è meta di decine di migliaia di turisti provenienti da tutto ilmondo che già riempiono i ristoranti e gli alberghi cittadini.«Si tratta - dichiara l’Assessore al Lavoro e alle Attività produttive, Enrico Panini

- di un lavoro importante che ha coinvolto in primis gli artigiani, i cittadini gli am-bulanti e le associazioni che sono stati ascoltati in diverse assemblee pubbliche.Proprio grazie a loro è stato possibile migliorare ancor di più quello che da oltre 100anni è un vanto della nostra città: il natale ai decumani».

Un cortometraggiocontro la violenza

di genere

Un cortometraggio prodotto dalla Maxima Film di Marzio Honorato e GermanoBellavia, contro la violenza di genere. La presentazione è avvenuta durante la confe-renza stampa “Il Cardarelli è al fianco delle donne”, tenuta dal Direttore generaledell’ospedale Cardarelli, Ciro Verdoliva, in presenza dell’assessore regionale ChiaraMarciani, che annovera tra le sue deleghe quella alle Pari opportunità; Elvira Reale,responsabile scientifico del Centro Dafne, che nei primi 10 mesi di attività ha effet-tuato 144 interventi a tutela di vittime di violenza di genere; l’attore e produttoreMarzio Honorato; il regista del cortometraggio Corrado Ardone e gli attori protago-nisti Rosalia Porcaro e Antonio Pennarella.Al riguardo, l’attore e produttore Marzio Honorato ha dichiarato: «Quando si par-

la di violenza sulle donne non si può più parlare di casi isolati, bensì di un fenomenocrescente. Questo cortometraggio vuole trasmettere un messaggio chiaro alle donneche si identificano nel personaggio di Lia. Il messaggio è: «Non continuate a far fintadi niente», non si può fingere che tutto vada bene, perché potrebbe essere estrema-mente pericoloso. Quello che desideriamo dire alle donne è: «Parlatene, rivolgetevia centri di aiuto e prevenzione». Agli uomini invece, che vedono negli atteggiamentie le parole del personaggio di Antonio se stessi, possiamo solo dire: «Fermatevi, pri-ma che sia troppo tardi».

Uno spettacolo di beneficenza a favore del Repartodi Oncologia pediatrica del Vecchio Policlinico,

organizzato dall’Associazione dei Genitori

Allegria e spettacoloper alleviare la sofferenza

diOreste D’Amore

La comicità dei cabarettisti di Made in Sud, la fortunata trasmissione televisiva della Rairealizzata a Napoli, ancora una volta viene messa a disposizione del mondo del volontariatoper un evento di solidarietà. Uno spettacolo, che ha abbinato musica e divertimento, è statorealizzato presso la splendida chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli, gioiello del IX secolod.C., da poco restituita alla città, a pochi passi dal Vecchio Policlinico, dove ha sede e operal’associazione onlus “Genitori Oncologia Pediatrica”, che ha organizzato la kermesse.L’evento ha avuto come scopo una raccolta fondi di beneficenza per il reparto di oncologiadel nosocomio universitario.È stata una serata straordinaria, all’insegna del sorriso e della solidarietà, come ha testi-

moniato Maurizio Di Mauro, direttore generale del Policlinico, presente all’evento insiemead altri medici e a don Tonino Palmese, Vicario episcopale per la Carità della Diocesi diNapoli. In chiesa c’erano tanti bambini e ragazzi, molti dei quali erano già stati pazienti dioncologia presso l’ospedale del Centro Antico di Napoli. Ha presentato lo spettacolo lospeaker radiofonico Gigio Rosa, da Radio Marte. Tanti invece i comici di Made in Sud chenon hanno voluto perdere l’occasione di dare il proprio contributo per una giusta causa: dalduo “extra large” Peppe Laudati e Rosaria Miele a uno straordinario Ciro Giustiniani, dagli“ammuinatori” Enzo e Sal all’“annebbiato” Gino Fastidio, dall’incontenibile MariaBolignano al “catastrofico” Mino Abbacuccio. Due ore all’insegna della spensieratezza, trarisate e musica, grazie anche alle esibizioni canore di Flavio Fierro, figlio d’arte, che dal papàAurelio ha ereditato una splendida voce e la passione per la musica classica napoletana.Il presidente dell’Agop Napoli, Sebastiano Conte ha ricordato che l’associazione, nata 31

anni fa, dal 1985 ha speso 4 milioni di euro, raccolti grazie ad iniziative di beneficenza, edogni anno investe centoventimila euro in servizi all’interno del reparto di oncologia delPoliclinico: borse di studio, presenza di psicologi, assistenza alle famiglie, formazione al vo-lontariato, sono solo alcune delle attività realizzate, per trasformare il dramma sociale eumano della malattia, che può colpire ogni famiglia, donando occasioni di speranza e fidu-cia e un sostegno materiale e psicologico ai pazienti e ai loro familiari.Nei giorni successivi allo spettacolo, alcuni dei comici protagonisti sono stati in visita ai

bambini ricoverati, che da tempo aspettavano di incontrare i loro beniamini, realizzandoquindi un loro piccolo sogno

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CittàNuova Stagione 19 novembre 2017 • 13

Associazione “Prometeo”

Festival della cultura europeaSi è conclusa la quindicesima edizione

del Festival della cultura europea pro-mosso dall’associazione culturale

Prometeo che, presieduta da FrancescoManca, ha attivato una serie di iniziative percoinvolgere i cittadini sui temi afferenti lapromozione della cultura e per anticipare iltema del 2018, “Anno europeo del patrimo-nio culturale”. «Il Festival della cultura euro-pea – ha ricordato Francesco Manca – è l’oc-casione per conglobare una serie di iniziativepromosse da associazioni e istituzioni scola-stiche e patrocinate da Enti istituzionali perdiffondere la cultura in generale promuoven-do le bellezze archeologiche, agricole, artisti-che, paesaggistiche, storiche, per non disper-dere l’identità culturale del territorio, soste-nendo e rilanciando i prodotti tipici ed enoga-stronomici per promuoverli anche all’este-ro». Per promuovere il marketing territoriale,l’associazione Prometeo tra le sue iniziativeda anni ha attivato il progetto “Vesuvinform”,Centro di documentazione e promozione delterritorio vesuviano, per stimolare i cittadini,le Istituzioni scolastiche, gli Enti pubblici eassociazioni a lavorare in rete e in sinergia perla tutela e la salvaguardia dell’ambiente delcomprensorio vesuviano rilanciando e pro-muovendo le attività agricole, economiche,artigianali e sociali del territorio alle falde delVesuvio». In occasione del Festival,dall’Ungheria è arrivata una delegazione distudenti e docenti di un liceo di Budapestper lo scambio culturale, promosso dall’as-sociazione Prometeo, con il Liceo “Giorgiode Chirico” di Torre Annunziata. Nove gior-ni di iniziative che hanno coinvolto gli stu-denti dei due Licei per diffondere, la culturain senso lato e, come ha espresso nel suo

Michele Arcangelo a cura del GruppoArcheologico Vesuviano. Non sono mancatianche incontri culturali come la conversa-zione su “Giuseppe Verdi musicista euro-peo” a cura dell’associazione ambientale eculturale Arcobaleno e “Il Vesuvio e le suecriticità” a cura dell’associazione UniversitàVerde. A Torre Annunziata, nel giorno dei fe-

steggiamenti in onore della Santa Patrona laMadonna della Neve, la delegazione deglistudenti ungheresi ha partecipato, con i ra-gazzi del Liceo “De Chirico” alle iniziativepromosse per la Festa della Madonna dellaNeve. A cura dell’Archeoclub d’Italia, sede diTorre Annunziata “Mario Prosperi” sonostate organizzate le visite guidate alla Villadi Poppea, al Museo dell’Identità e Villa delParnaso. A San Vitaliano, la Pro Loco ha organiz-

zato itinerari per le vie del centro con visiteguidate ai Palazzi storici, al portale delPalazzo Avenia, al Campanile e ai tesori del-la chiesa dell’Immacolata e della parrocchiadi Maria Santissima della Libera.Interessante è stato l’itinerario naturalisti-

co sui Monti Lattari promosso dalla Pro Locodi Pimonte con la collaborazione del ClubAlpino Italiano, sezione di Castellammare diStabia lungo i sentieri di Pimonte con arrivoal “Castrum di Pino” e la visita alla chiesa di“Santa Maria delle Grazie di Pino”.

messaggio il Cardinale Crescenzio Sepe,Arcivescovo Metropolita di Napoli, «bisognacontribuire con queste iniziative a favorire,soprattutto tra i giovani, la cultura dell’inte-grazione europea».Non sono mancati, durante il Festival,

itinerari culturali come la visita a Torre delGreco al Palazzo Baronale e alla “Villa delleGinestre” dove soggiornò il poeta GiacomoLeopardi e un momento culinario alla pa-sticceria Mennella per una conversazione su“L’arte della pasticceria napoletana” a curadi Giuseppe e Vincenzo Mennella, con degu-stazione dei dolci tipici della pasticceria na-

poletana. Sempre a Torre del Greco, sonostate organizzate visite al Museo dellaMarineria Torrese e alla mostra inedita “IlMulino sul Porto” a cura della Lega Navaleitaliana; alla mostra “L’incredibile storia de-gli Ex Voto del Carmine” a cura della ProLoco; le visite guidate alla scoperta del sot-tosuolo di Torre del Greco presso la Basilicadi Santa Croce a cura del GruppoArcheologico Torrese “Col. G. Novi”; allachiesa e all’Ipogeo di Santa Maria delPrincipio a cura dell’associazione“Wesuvio” e all’Ipogeo delle Anime, anticachiesa del Santissimo Sacramento e San

La promessa deiCooperatoriPaolini,

nel cuore del loro Centenario

Sette cooperatori paolini sono prossimi alla Promessae alla luce della conversione di san Paolo, il 28 gennaio‘’faranno un passo avanti”: aderendo a una scelta decisiva“per il Vangelo” e diranno “Eccomi”.È una bella notizia per la Chiesa di Napoli e per la

Famiglia Paolina.Con l’audacia di Paolo, come i suoi primi collaborato-

ri: Timoteo, Tito, Eparodito, Lidia, Priscilla e Aquila, so-stenuti dalla forza del Battesimo, si sono preparati condeterminazione e coraggio per la nuova Evange lizza -zione con i Media.Gli eventi, del Centenario di Fondazione, hanno crea-

to un clima di unità, di condivisione e di gioia. La parola“insieme” ha fatto breccia per l’unità.A due mesi dalla Promessa che si farà nella nostra par-

rocchia Santa Maria delle Grazie in Capodimonte, il 28gennaio, i sette futuri Cooperatori sono ancora insiemeper fare una sintesi della formazione ricevuta e approfon-dire maggiormente il carisma, nello spirito di San Paolo

Apostolo. Con occhio attento e vigile stanno consideran-do il valore dei documenti della Chiesa, a partire da InterMirifica, Christifidelis laici, Aetatis Novae, EvangeliiGaudium e i Giovani e la fede, documento che ci porta alSinodo dei Vescovi, per il futuro dei giovani nel mondo;con le lettere pastorali dei nostri Vescovi. I candidati alla Promessa esploreranno la ricchezza e

l’attualità dei contenuti che illuminano e aiutano a me-glio compiere l’apostolato “della Parola”.Infine, viene considerata la “Promessa” nel suo signi-

ficato ed impegno di vita.Gli incontri nei mesi di novembre e dicembre, daran-

no spazio alla preghiera con l’Adorazione della Parola edella Eucarestia per trovare forza e grazia.In comunione con tutti i Cooperatori presenti nei cin-

que continenti, dal 30 giugno 2017, si è accesa la lampada“ Svegliate il mondo con la luce del Vangelo !”.

Rita Coppola e Paola GuerrasioCooperatrici Paoline

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Provincia Nuova Stagione14 • 19 novembre 2017

Unione Apostolica del Clero

Pellegrinaggioal BeatoVincenzoRomanoSabato 25 novembre sisvolgerà il tradizionalepellegrinaggio dei presbiteri edei diaconi al Beato VincenzoRomano. L’appuntamento è, a partiredalle ore 10, presso la Basilicadi Santa Croce a Torre delGreco. Alle ore 11, SolenneConcelebrazione Eucaristicapresieduta da don FrancescoRivieccio, vice postulatoredella causa di Canonizzazionedel Beato Vincenzo Romano.In questo anno particolarel’Unione Apostolica del Clerointende affidarsi in modoparticolare a Dio, Padre dimisericordia, per intercessionedel Beato Vincenzo Romano,la cui documentazione per laCanonizzazione si trovaattualmente presso laCongregazione per le cause deiSanti, in Vaticano.L’invito per il pellegrinaggio èrivolto, soprattutto, aipresbiteri ed ai diaconi maanche ai religiosi, le religiose, iministri istituiti e quantivogliono condividere questoevento di preghiera e dicomunione ecclesiale,specialmente delle comunitàparrocchiali.Al termine della celebrazione èin programma un pranzocomunitario presso ilristorante “Casa Rossa”, in viaMortelle, sempre a Torre delGreco, per il quale è necessarioprenotarsi, con una quota dipartecipazione di 25 euro.Per ulteriori informazioni e percomunicare la propriaadesione è possibile contattareil direttore diocesanodell’Unione Apostolica delClero, don Giorgio Cozzolino:366.24.66.728 – 081.557.42.87– 081.739.45.90 –[email protected].

* * *

GuidaLiturgicoPastorale2017-2018È in vendita, presso le seguentilibrerie cattoliche, la GuidaLiturgico-Pastorale 2017-2018.Paoline, via DuomoElledici, via DuomoPaoline, Colli AmineiLer, Pompei

Arte turca a NapoliInaugurata sabato 18 novembre, presso il museo Cam di Casoria, la mostra

“Napoletana”, a cura di Kani Kaya, una esposizione con opere di 37 artisti turchi.L’evento della struttura di via Calore, si presenta come un interessane spaccatodi arte contemporanea dalla Turchia, uno sguardo alla produzione reale, allo svi-luppo in itinere di immagini e di idee, mai mostrate con tale ampio spettro inItalia. Pittura, fotografia e scultura da artisti, tra i quali un folto gruppo di donne,

che appaiono da un lato influenzati da una forte componente figurativa dall’altrodalla tendenza ad un astrattismo di matrice orientaleggiante. Molti gli artistipresenti alla serata inaugurale. La mostra sarà visitabile negli orari usuali delmuseo fino a lunedì 27 novembre. Questi i nomi degli artisti autori delle opere esposte. Aytül Kayhan, Bahar

Ulus �ari, Bercin Güvengil, Çi�dem Kabatepe, Deha Koc, Ferda Yüksel, FerdaYuksel , Feride Dayanç, Figen Oktar, Füsun �nan, Gülçin Özaydınlı, HaleDemirgülle i�, Hatice Erol, �nci Ba�a�a, Kohar Cankar, Mahmure Özçelik,Mehmet Yücel, Mine Çelik, Mukerrem Turhan, Nazan Aksaray, NeslihanPırıldar, Nesrin Bilsel, Nuran Özer, Nurcan Toker, Pakize Yurdakul, Perin Atlas,

Pınar Ture Gürsoy, Rosy Macoro, Sebnem Diler, SerpilOtay, Sevtap Yilmaz, Sıdıka Ardal, Tukay Karavit,Turkan Elmaslar, Turkan Olgac, Ye�im Özyurtcu,Zeynep Ferdi Uygur. Per ulteriori informazioni è possibile contattare di-

rettamente il museo al numero 081.757.61.67, consul-tare il sito www.casoriacontemporaryartmuseum.com o scrivere a [email protected]. Ufficio stampa: Graziella MelaniaGeraci 34.75.999.666 [email protected]

Solenne celebrazione nella Basilica di San Mauro, presieduta dal Vescovo Ausiliare S. E. Mons. Lucio Lemmo

Casoria in festa per i 100 annidi suor Alfonsina

Per la seconda volta quest’anno la cittàdi Casoria festeggia un compleanno cen-tenario. A tagliare l’ambito traguardo èstata suor Alfonsina, religiosa dellaCongregazione delle Figlie della Carità diSan Vincenzo de’ Paoli. Grande festa perl’occasione con una Messa Solenne pre-sieduta dal Vescovo Ausiliare, di Napoli S.E. Mons. Lucio Lemmo, nella Basilica diSan Mauro, con la partecipazione del suopreposito, don Mauro Zurro, di altri par-roci ed esponenti del clero e degli Istitutireligiosi cittadini. All’inizio della celebrazione il direttore

della Congregazione, padre RobertoD’Amico ha rivolto un pubblico saluto eringraziamento. Il Vescovo, nella suaomelia, ha indicato le tre virtù che hannocaratterizzato la sua vita: fedeltà, perseve-ranza e gratuità. «Dio – ha ricordatoLemmo – è sempre fedele verso l’uomo che,ha sua volta, non fa altrettanto con Dio».Ha lamentato il fatto che oggi l’uomo

ha un po’ paura del “per sempre”, non èperseverante, come dovrebbe essere unbuon cristiano. Mons. Lemmo ha poi ri-cordato che l’uomo ha ricevuto tutto gra-tuitamente e gratuitamente deve dare, so-prattutto amore. Al termine della Santa Messa, nella sa-

la teatro, del Madrinato San Placido, sededella Congregazione, c’è stato un momen-to di festa con la partecipazione del sinda-

co della città, Pasquale Fuccio. Ludovico Silvestri ha, quindi, illustrato

la vita di suor Alfonsina. Due cardinali nellasua famiglia, Alfonsina Mattia è nata aValmon tone cento anni fa frequentando finda piccola le Suore Vincenziane, studiandoda loro. Negli anni successivi, lentamente ma

con certezza, si affaccia il desiderio della vi-ta religiosa e nel 1938 divenne Suora sce-gliendo il nome di Cecilia.

Fu inviata in vari Istituti fino a quandoil Cardinale Alfonso Castaldo, Arci -vescovo di Napoli, non la destinò definiti-vamente a Casoria, nel 1948 ed in suo ono-re cambiò il suo nome in suor Alfonsina. Si è dedicata all’attività di infermiera

ed educatrice. Sempre obbediente ai superiori ha un

carattere allegro e gioviale. Ha una sorelladi 103 anni.

Otello Salice

Unioni CattolicheOperaie

Ritiro di Avvento

L’Avvento ci dispone a celebrare e a ri-vivere nella fede la venuta di Cristo nellacarne, la Sua presenza nella vita dellaChiesa e nei nostri cuori e l’attesa del suoritorno glorioso alla fine dei tempi. La disposizione fondamentale del cri-

stiano, perciò, durante questo tempo litur-gico, è dominata dall’attesa, dalla speran-za viva e dalla vigilanza.Le Unioni Cattoliche Operaie desidera-

no farlo lasciandosi guidare dalla Lettera

pastorale del Cardinale Crescenzio Sepe“Accogliere i pellegrini”.Pertanto le Unioni Cattoliche Operaie

si preparano a vivere l’attesa del Cristoche viene, domenica 26 novembre, alleore 17, nella Chiesa del Rosariello, sededel Centro Diocesano, in piazza Cavour124.Guiderà la preghiera don Carlo De

Rosa, Assistente Diocesano delle UnioniCattoliche Operaie.

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CulturaNuova Stagione 19 novembre 2017 • 15

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NuovaStagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

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Stabilimento Tipo-Litografico

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Chiuso in tipografia alle ore 17 del mercoledì

La tredicesima edizione di Agendo, il taccuino proposto dal gruppo di imprese sociali Gesco, contiene. 13 racconti e le suggestive vignette su Napoli di Pedro Cano

Il viaggio della vitaIl ricavato delle vendite sosterrà un gruppo appartamento per donne vittime di violenza,

curato dalla Cooperativa sociale etica

di Elena Scarici

La tredicesima edizione di Agendo, il tac-cuino annuale proposto dal gruppo di impresesociali Gesco, ha scelto come tema per il 2018i viaggi della vita. All’interno racconti inediti diSara Bilotti, Vladimiro Bottone, RosaliaCatapano, Vincenzo Esposito, Dino Falconio,Angelo Petrella, Marco Perillo, AldoPutignano, Sabrynex, Michele Serio, SerenaVenditto, Massimiliano Virgilio e un raccontointroduttivo di Mauro Giancaspro.A cura di Teresa Attademo e Ida Palisi con

la grafica di Studio Eikon Agendo quest’annoè impreziosito dalle bellissime immagini sullecittà del mondo tratte dagli acquerelli di PedroCano, per gentile concessione dell’artista e del-la Fundación Pedro Cano. A sostenere il diarioanche la Gesac.La presentazione nella bellissima sala del

Toro Farnese, al Museo archeologico diNapoli, realtà splendida della città, che ha pre-so nuovo impulso grazie alla direzione diPaolo Giulierini: «Siamo felici di ospitare lapresentazione di Agendo, per il suo valore so-ciale e culturale, e di collaborare con la Gesaccon la quale abbiamo già intrapreso un rappor-to proficuo con il percorso archeologico all’ae-roporto di Capodichino». Alla briosa presenta-zione, coordinata da Ida Palisi, erano presentigran parte degli autori che hanno prestato laloro firma per l’edizione di quest’anno. Da Marco Perillo che ha ambientato il suo

raccontato in una romantica Provenza ad AldoPutignano che narra di un’Europa talvolta im-brigliata nei luoghi comuni. Interessante an-che il contributo di Massimiliano Virgilio, cheha confermato il suo affetto per il gruppo

Gesco, avendo un passato da operatore sociale.Parla delle donne islamiche che hanno impa-rato ad esprimersi con gli occhi, invece, loscritto di Michele Serio. Romantico e struggente il racconto offerto

da Vincenzo Esposito legato ad un volo Napoli-New York, che, racconta l’autore, quando è sta-to inaugurato ha rappresentato una svolta perla città. Di donne abusate, invece, si è occupataSara Bilotti, che per caso si è allineata anche al-la finalità sociale dell’edizione di quest’anno,infatti il ricavato delle vendite di Agendo andràa sostenere un gruppo-appartamento per don-ne vittime di violenza curato dalla cooperativaEtica. Originale anche la visione di una giova-

nissima scrittrice che si firma Sabrynez, appe-na diciottenne e di origine nigeriana. Sabrinanarra i sentimenti di una giovane ragazza chesoffre per un insuccesso sportivo ma che nellasofferenza ritrova il rapporto con la madre. Un ritorno alla nostalgia per il racconto di

Dino Falconio, attraverso uno spaccato dei fre-quentatori della stazione di Mergellina che haperso nel tempo la dimensione di contenitoredi umanità. Il viaggio come risanamento spa-zio tempo nella scrittura di Rosalia Catapano. Hanno chiuso l’incontro Serena Venditto

che ha letto tutti i brani e Mauro Giancaspro, Èpossibile prenotare il taccuino scrivendo a: [email protected].

Fondazione Giovan Battista Vico

Presepi tra suoni,arte e sapori

A San Gregorio Armeno una tradizione che si rinnova

L’appuntamento è per mercoledì 22 novembre alle ore 19.30, nella strada dell’arte prese-piale napoletana: in San Gregorio Armeno si aprirà la manifestazione natalizia intitolata“Presepi tra suoni, arte e sapori”, un evento che ripropone gli scenari della tradizione macon un tocco di originalità. L’intenzione sarà infatti quella di unire fede, mistero e vita reale attraverso un’atmosfera

che lascerà spazio alla magia e a una familiarità festiva fatta di sapori, profumi, musica eluci. Sarà quindi un’occasione, tutta da vedere, per avvicinarsi ad un’arte che rende unicaNapoli in tutto il mondo. L’intenzione è quella di mostrare le eccellenze di un quartiere senza fare ricorso a inutili

luoghi comuni e facili oleografie. Non mancheranno angoli gastronomici caratteristici diuna cucina dove i sapori sono antichi nel miglior senso del termine e una tombolata di be-neficenza, il cui ricavato sarà donato interamente alla “Fondazione Santobono Pausilipon”. L’evento, organizzato da Marco Ferrigno e dalla Fondazione Vico, sarà anche l’occasione

per annunciare la realizzazione di un Museo permanente dei personaggi del presepe napo-letano, la cui sede sarà proprio la Fondazione dedicata al grande filosofo napoletano, nelcomplesso monumentale di San Gennaro all’Olmo in via San Biagio dei Librai 35.L’appuntamento appare anche come un altro anello di una collana di eventi per una isti-

tuzione che ha dedicato molte serate alla diffusione della grande tradizione culturale napo-letana, inserendosi poco a poco in un territorio ricchissimo di suggestioni. Marco Ferrignoè il noto artigiano ed erede dello scomparso Giuseppe, maestro dei pastori in terracotta, pro-pri della tradizione napoletana. Il padre ha tramandato a suo figlio sin da piccolo la propria arte. Dalle loro mani la ma-

teria è modellata con gran maestria; i loro pastori, i loro gruppi di personaggi, le “scenette”da loro ideate, i particolari di famosi presepi che loro rielaborano, hanno la preziosità del-l’immagine ed il tocco proprio dell’oggetto pregiato, pur nella funzionalità e nel rispetto deltradizionale Presepe devozionale. Marco Ferrigno è uno straordinario artigiano, basti ricordare il suo uso di materiali im-

piegati come la terracotta, il legno e le rinomate sete di San Leucio, borgo medioevale inprovincia di Caserta. Ormai i riconoscimenti e le citazioni della stampa nazionale ed inter-nazionale, sono per lui una consuetudine. Presepi e “scene” sono presenti a New York,Parigi, Arles, Malmoe, Stoccarda e per le capacità professionali dimostrate annoverano ri-conoscimenti quali il “Primo Premio San Gregorio Armeno”, vinto per tre anni consecutivie completato dal “First Award Europe”.

A un anno di distanza dalla pubblicazione del libro di Mons. Salvatore Esposito

A te la lode e la glorianei secoli

A distanza di un anno dall’uscita del ma-nuale di liturgia firmato da don SalvatoreEsposito, Vicario episcopale per il settoreCulto divino e disciplina dei sacramentidell’Arcidiocesi di Napoli, “A te la lode e lagloria nei secoli”, edito dalla Elledici, vengo-no proposti, in un agile volumetto, tutti gli in-terventi, gli studi e le riflessioni venute fuoriin occasione della presentazione le libro.Anzitutto il saluto del Cardinale

Crescenzio Sepe: “Il passaggio dello Spiritonella Chiesa”. A seguire, l’intervento diValerio Bocci, direttore generale e direttoreeditoriale della Editrice Elledici, sul tema“La catechesi si orienta alla liturgia”, quindila riflessione di S. E. Mons. Antonio DeLuca, Vescovo di Teggiano-Policastro su“Un bilancio tra luci e ombre”.Lo studio ospita anche l’intervento di

don Doriano Vincenzo De Luca, vice diret-tore del Settimanale Diocesano di Napoli“Nuova Stagione”, sul tema “La liturgia as-sume e trasfigura tutto l’umano”, il contri-buto di dom Francesco Pio Tamburrino,Arcivescovo Metropolita emerito diFoggia-Bovino per “Una visione panorami-ca della Liturgia” e la riflessione del com-pianto Ignazio Schinella, che fu decano edocente di Teologia Morale alla PontificiaFacoltà Teologica dell’Italia Meridionale,sezione San Tommaso D’Aquino. In con-clusione “Passio liturgica, l’intervento e iringraziamenti di don Salvatore Esposito.

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Nuova Stagione16 • 19 novembre 2017

NuovaStagione NuovaS

tagioneAnno LXXI • Numero 40 • 19 novembre 2017

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, com

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Reg. Trib. di Napoli n. 1115 16/11/57 e 22/10/68Redazione e Amministrazione: Largo Donnaregina, 22 - 80138 Napoli

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Ospitare i pellegriniUna missione di drammatica attualità

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“Ospitare i pellegrini: dalla ricchezza della tradizione alla progettualità del futuro”

Saluti del Preposito V. GalganoIntervento di Francesco Paolo CasavolaTestimonianza di Francesco Canessa

Indicazioni e attese e di S.E. Card. Crescenzio Sepe

Università Federico II - Dip. di Scienze Politiche, Via L. Rodinò, n. 22, Aula Spinelli - 6 dicembre ore 10.30

“Essere forestiero: tra diritto di cittadinanza e dovere civico di ospitalità”

Saluti del Rettore Gaetano Manfredi e del Direttore del Dipartimento Marco MusellaInterventi dei proff. G. Di Gennaro (Sociologia),

V. Petrarca (Antropologia), S. Strozza (Demografia).

Quesiti degli studenti

Conclusioni e prospettive di S.E. Card. Crescenzio Sepe

Chiesa Santa Maria di Costantinopoli - 14 dicembre ore 18.00

“I colori dell’umanità, la festa delle diversità: incontro con le comunità dei migranti”

Saluti del responsabile diocesano migranti don Pasquale Langellacinque brevi testimonianze alternate

da cinque momenti musicali e folkloristici a cura delle varie comunità presenti in diocesi

Padre Tariku rivolge gli auguri al Cardinale a nome di tuttiSuggerimenti ed esortazioni di S.E. Card. Crescenzio Sepe

* * *Chiesa del Gesù Nuovo - 8 dicembre ore 11.00

“Festa dell’Immacolata”Celebrazione Eucaristica e discorso alla Città

del Cardinale Crescenzio Sepe