Vita Cattolica 171215
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7/21/2019 Vita Cattolica 171215
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SANITÀ, ABORTO, FAMIGLIA, PROFUGHI,AMBIENTE E TERRORISMO NEL DISCORSODELL’ARCIVESCOVO AI POLITICI
Nelle foto
(di Anna
Piuzzi):
da sx,
sindaci
e ammi-
nistratori;
l’Arci-
vescovo
e don
Alessio
Geretti.
«Riforme, si riparta dalle piccole comunità»di ricostruzione dopo il terremoto del 1976, delquale ci accingiamo a commemorare il 40° anniver-sario».
«Una intelligente sussidiarietà permise ad ognu-no, a partire dal basso, di farsi carico di quella rico-struzione di cui era capace; e via via salendo di li-vello si individuò il giusto ruolo di tutti i soggetticoinvolti. Questo “metodo Friuli” fu il motivo prin-cipale, accanto ad una g rande mobilitazione di so-lidarietà, che fece del post-terremoto una paginagloriosa della storia friulana». Dopo aver spiegatoperché la virtù della misericordia è «elemento indi-spensabile per creare un vero bene comune»,mons. Mazzocato ha declinato molto concreta-mente e profondamente questo atteggiamento inalcuni importanti problematiche che stanno inve-stendo la comunità friulana, chiamando i problemiper nome e cognome. La sanità, ha esemplificato,«non è pensabile che regga senza quel “di più”, nonregolabile, che si chiama gratuità, volontariato, de-
dizione e che nasce dalla compassione e dalla mise-ricordia dei cuori». L’Arcivescovo ha ammesso lanecessità di riforme radicali, ma evitando – ha am-monito – la razionalizzazione fine a se stessa. «Èevidente che questo sistema chiede un’organizza-zione oculata e razionale ma esso non raggi ungeràil suo obiettivo se non ha anche un cuore sensibileverso chi soffre e non parla ai cuori di coloro che sidedicano ai fratelli infermi o per professione o pergratuito volontariato – ha sottolineato mons. Maz-zocato –. In tema di sanità e assistenza non possonon pensare a quanti di quei circa 1.609 bambini,eliminati ogni anno nei nostri ospedali con la prati-ca dell’aborto, potrebbero arricchire il popolo friu-lano se ci fosse una più convinta e misericordiosaassistenza alle donne e alle a ltre persone coinvoltein quei drammi».
L’Arcivescovo ha evidenziato che oltre a quellodella sanità, potremmo aggiungere molti altriesempi in campo economico, sociale, scolastico,politico. «Tutti confermano che la giustizia e il benecomune hanno bisogno del “lubrificante” della mi-sericordia per girare bene».
Misericordia, dunque, nell’affrontare le riforme,ma anche intervenendo su ciò che di più caro ha lasocietà. Sulla famiglia, ad esempio, «si sta stenden-do come un velo di silenzio – ha denunciato l’Arci-vescovo –. Anche nei mezzi di comunicazione l’at-tenzione è riservata, per lo più, alle varie forme direlazione affettivo-sessuale e ai modi conseguentidi generare o accogliere figli, mentre sembra pocodegna di interesse la famiglia definita, con leggerasfumatura negativa, “tradizionale”; cioè, la comuni-tà fondata da un uomo e una donna che si legano inun patto d’amore definitivo, sancito pubblicamentedal rito sacramentale o civile, e aperto a generare ededucare figli. Solidarietà e attenzione riservata ad
altre forme di relazione affettivo-sessuale dovreb-bero essere maggiormente rivolte alla famiglia mo-strando tanta stima e sostegno per il suo insostitui-bile ruolo dentro una società che voglia essere vita-le e aperta al futuro. Dovrebbe anche essere difesacon più decisione di fronte a forze sociali e culturalievidentemente ad essa ostili e delle quali si fatica acogliere i veri obiettivi a cui mirano, al di là di quellidichiarati. Non mi sembra esagerato auspicare chequanti hanno responsabilità politiche e ammini-strative custodiscano nella loro coscienza senti-menti di misericordia verso le famiglie, con azioniconseguenti».
E come non raccomandare la misericordia neiconfronti dei nuovi arrivati, i profughi? Abbando-narli, a volte, in condizioni di assoluta precarietà,addirittura all’aperto, è stato un atteggiamento dav-
vero misericordioso? Evidentemente no.«I flussi migratori sono un fenomeno oggettiva-
mente complesso da governare e pongono non po-chi e sensati interrogativi sulle reali possibilità di in-tegrazione ed anche sulla misura delle effettive no-stre capacità di accogliere seriamente – ha osserva-to mons. Mazzocato –. Si tratta di una questione de-licata, impossibile da sciogliere se si oscilla tra ec-cessi di ingenua apertura ed eccessi di irragionevo-le rifiuto e paura. Recenti e tragiche azioni di vio-lenza inconsulta, perpetrate in Europa o nei Pesimediorientali hanno ulteriormente acuito le ten-sioni. Cosciente di tale complessità, da parte miaho sempre evitato toni accesi e polemici invitando,piuttosto, a sinergie costruttive per far fronte al-l’emergenza e rispondendo più con i fatti che con leparole. Davanti, però, all’emergenza umanitaria, i“se” e i “ma” vengono dopo, e la rete di cooperazio-ne che le più alte istituzioni e le più locali comunitàsono in grado di attuare per un pronto soccorso
all’umanità ferita è la prima reazione di una civiltàche meriti questo nome».
Non meno importante è la misericordia verso ilcreato. «Il nostro Friuli, però, quanto è bello, tanto èfragile e con poco può essere sfregiato e alterato neisuoi equilibri. Per questo, ha bisogno di quella sa-piente ecologia integrale raccomandata dal Papa.Progetti spregiudicati che non esitano a distruggerel’ambiente o ad abbandonarne alcuni angoli in no-me di un maggiore profitto si rivelano sempre piùinaccettabili e preoccupano molti. L’abbandonodelle terre alte fa piangere il cuore e ha ripercussio-ni anche sulle terre della bassa. Anche se la sfida ènon poco impegnativa, miriamo ad essere un labo-ratorio di ecologia integrale, di uno sviluppo atten-to al nostro ambiente».
F.D.M.
L MESSAGGIO DI SINDACI E AMMINISTRATORI
«Grazie Chiesa a noi sempre vicina perché nessuno sia emarginato»I
UAL È STATO IL segreto della ricostru-zione del Friuli, della sua rinascita?La sussidiarietà. Cioè la valorizzazio-ne da parte dello Stato e della Regio-ne del ruolo dei sindaci, quali fun-zionari delegati, i quali, a loro volta,
seppero interloquire con le proprie comunità, at-traverso i comitati di tendopoli o di baraccopoli, inparticolare quanti si ritrovavano nei centri delle co-munità donati dalle diocesi italiane alle parrocchieaffinché i friulani si riunissero per discutere del lorofuturo. È ciò che avviene con le grandi riforme – da-gli enti locali alla sanità – oggi in corso? No, ci siamosentiti rispondere dai sindaci che «la Vita Cattolica»ha interpellato prima dell’incontro con l’arcivesco-vo mons. Andrea Bruno Mazzocato. Ed ecco chel’Arcivescovo, nell’appuntamento di giovedì 10 di-cembre, è tornato su questo argomento facendo ca-pire che con l’Anno Santo della misericordia è forsenecessaria una conversione dei politici e degli am-
ministratori verso i più deboli, i più fragili.«Siccome operiamo sulla carne di comunità pic-
cole, inserite in ambienti fragili, è misericordiosoverso la realtà verificare ad un certo punto del cam-mino se stiamo facendo del bene alla realtà o se lastiamo costringendo a subire qualcosa di non ab-bastanza indovinato», ha detto mons. Mazzocatodavanti ad una platea di oltre un centinaio di am-ministratori pubblici, fra i quali il presidente delConsiglio regionale, Franco Iacop, il presidente del-la Provincia, Pietro Fontanini, il sindaco di Udine,Furio Honsell. Occorre «specialmente, permetteread ogni livello, a partire dal più vicino alla gente, lapossibilità di fare la sua parte con ingegno, passio-ne e sano orgoglio così da sprigionare preziose ri-sorse. È questo criterio di rispettosa sussidiarietàche permise al Friuli di attuare un percorso virtuoso
Q
A VOLUTO ringraziare uffi-cialmente l’Arcivescovoper le sue parole, il pre-
sidente del Consiglio regionaleFranco Iacop – in occasionedell’incontro annuale, per ilquinto anno consecutivo, volu-to da mons. Mazzocato per unconfronto con sindaci e ammi-nistratori friulani (ne parliamosopra) –; ha detto di aver ap-prezzato tutte le sottolineatureesternate davanti agli ammini-stratori e, in particolare, il ri-chiamo a chi gestisce la cosapubblica ad una attenzione for-te nei confronti della persona.
A margine dell’incontro «la VitaCattolica» ha sollecitato Iacop acommentare l’invito rivoltodall’Arcivescovo a chi presiedele diverse istituzioni, in materiadi riforme, a mettere in campo«la sapienza di camminare in-sieme», anche con «le fragilipiccole comunità locali». Pic-coli e marginali comuni che inquesti ultimi tempi hanno alza-to la voce perché preoccupatidi perdere valore e identità al-l’interno delle più grandi Unio-ni territoriali intercomunali.
«È vero che quando si vannoa riformare sistemi si va ad in-cidere anche su valori impor-tanti, come attribuzioni, identi-tà, autogoverno e rappresen-tanza, che sono forse ancora
H più preziosi laddove uno si sen-te in qualche modo poco consi-stente nel confronto con chi èpiù grande. Ma la razionalizza-zione del sistema delle presen-ze istituzionali andrebbe piut-tosto considerata come un’op-portunità che garantisce ugua-glianza di diritti e di risorse atutte le persone che vivono inuna comunità». Il nocciolo del-la questione, per Iacop, sta pro-prio nella sottolineatura del-l’Arcivescovo. «A che valori ciispiriamo? Se sono quelli dellapersona allora la riforma avrà ilsenso di valorizzare il risultatoglobale, piuttosto che le rispo-ste date alle esigenze delle sin-gole persone. La necessità, ri-cordo, è quella di raggiungereobiettivi, non conservare privi-legi; ottimizzando la rispostapubblica e facendo in modoche anche il più debole, chesoccomberebbe nella logica deinumeri, non resti marginale.Certo, che si deve camminareinsieme, ma non dimentichia-mo che c’è stato qualcuno cheha fatto ricorso alla Magistratu-ra prima ancora di cominciarea parlarci!».
Grazie alla Caritas
«Un grande grazie per quan-to state facendo come Arcidio-cesi, in primo luogo attraverso
la Caritas, per l’emergenza im-migrazione. E un grazie ancheper l’operato di quella strutturaportante che sono le parroc-chie, per il loro sistema di so-stegno, accoglienza e supportosociale, valori preziosi per af-frontare il futuro della nostracittà e dei paesi». Così il sinda-co di Udine, Furio Honsell,che ha parlato anche di miseri-cordia «quale punto fonda-mentale dell’operato quotidia-no degli amministratori chia-mati a fare in modo che nessu-no si senta emarginato, a voltein situazioni di estrema conflit-tualità». Il primo cittadino diUdine, al proposito, ha fatto unesplicito riferimento alle pole-miche sollevate dagli abitantidi via Ronchi per le lunghe filedi persone bisognose davantialla mensa diocesana, accusatedi insudiciare strade e aiuole.Honsell ha parlato anche «disocietà disorientata su non va-lori, come individualismo econsumismo, in questo casoanche quello dell’ambiente».Sottolineando la necessità diaccostare all’agire amministra-tivo proprio una buona dose dimisericordia.
Sì alla famiglia naturale
Il numero uno della Provin-cia, Pietro Fontanini si è sof-
fermato, riprendendo il passag-gio di mons. Mazzocato, suquello che è un «un Friuli tantobello e tanto fragile». Occasioneper muovere una critica esplici-ta all’operato della Giunta Ser-racchiani. «La nostra montagnaè in stato di abbandono; le pro-spettive stanno diminuendogiorno dopo giorno, perchémanca una politica della mon-tagna perché non si attua unafiscalità di vantaggio, perchénon si permette a chi vive lì diusufruire di servizi a costi piùbassi. Si preferisce invece spen-dere 40 milioni di euro per por-tare i turisti a sciare in Austria,quando quei soldi potrebberodiventare, ad esempio, dellecentraline idroelettriche. Comefa una piccola cooperativa dimontagna, la Secab, che produ-ce energia elettrica e la vende al20% in meno rispetto alle altresocietà. Serve davvero un’azio-ne concreta per le terre alte!».Fontanini è tornato anche sultema del declino demografico edella famiglia. «Quella naturalenon è più di moda e su di essasi sta stendendo un velo di si-lenzio – ha messo in guardia –;fa molta più notizia quella co-struita artificialmente, fluida,dove i ruoli tra uomo e donna sipossono cambiare come indica“la moda del gender”. Ecco per-
ché il messaggio dell’Arcivesco-vo – ha concluso – è un ottimostimolo che ci richiama a inse-gnamenti e i principi che fannoparte della nostra storia».
Misericordia nelle leggi
Sussidiarietà e misericordia:ecco le due parole chiave del-l’amministrare per Mario Pez-zetta, presidente dell’Anci Fvg,che ha ammesso: «L’Arcivesco-vo è riuscito a dirlo molto me-glio di quanto facciamo noiamministratori, richiamando-ci, in questo momento com-plesso e delicato, alla pazienzareciproca nell’ascoltarsi tra en-ti, permettendo ad ogni livellodi fare la propria parte con in-gegno e passione». Di qui lasottolineatura di Pezzetta. «So-prattutto a livello regionale,quando si legifera, bisognasempre avere a mente la mise-ricordia, cioè la capacità di ca-pire che ciascun livello istitu-zionale, anche quello più bas-so, ha lo stesso diritto di rap-presentanza e le sinergie vannoraggiunte in un percorso co-mune». Anche Pezzetta ha rin-graziato pubblicamente Arcive-scovo e Caritas, oltre a tutte leassociazioni di volontariato,per la loro vicinanza alle ammi-nistrazioni locali che con i mez-zi a disposizione non riuscireb-
bero da sole a far fronte a tuttele necessità».
Società più accogliente
Anche per l’onorevole GianLuigi Gigli, al pari di quantoespresso dall’Arcivescovo, unatra le sfide più importanti cheattende gli amministratori e irappresentanti delle istituzioni«è quella di creare le condizioniaffinché si generi una societàpiù accogliente, più civile e piùrispettosa della vita umana». Cisi deve interrogare su come va-dano affrontate sfide quali ladenatalità («La nostra regionesi sta desertificando»), ha sotto-lineato Gigli, rimarcando quan-to detto da mons. Mazzocato –nella nostra regione ogni anni acausa dell’aborto circa 1700bambini non nascono –, e l’im-migrazione. E questione fonda-mentale, «a cui ciascun ammi-nistratore è chiamato», è quelladell’accoglienza. Dai bambini,agli anziani, agli immigrati. Co-me? «Aiutando chi è nel biso-gno e facendo in modo che laviolenza, quella che sopprimeuna vita che deve nascere, nonderivi mai dalla costrizione. Ac-cogliendo gli immigrati in unambiente dove possano trovareanche l’aiuto a rispettare, a lorovolta».
MONIKA PASCOLO
R eGIoNe GIOVEDÌ 17 DICEMBRE 201516 LAVITA CATTOLICA