Virgilio

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Realizzato da: Ginevra Castiglione Chiara De Novellis Andrea Porcu Francesco Rao

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Realizzato da:

Ginevra Castiglione Chiara De NovellisAndrea PorcuFrancesco Rao

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Guerre civiliGuerre civili

Ottaviano vs Marco Ottaviano vs Marco AntonioAntonio

A Roma studia A Roma studia matematica , matematica , latino e grecolatino e greco

A Milano A Milano studia studia

retoricaretorica

Entra nel circolo Entra nel circolo di Mecenatedi Mecenate

Bruto vs Bruto vs CassioCassio

Cesare vs Cesare vs PompeoPompeo

GeorgicheGeorgicheBucolicheBucoliche EneideEneide

Nasce 70 a.C. Nasce 70 a.C. ad Andesad Andes

Muore a Muore a Brindisi il Brindisi il

19 a.C.19 a.C.

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Prevalenza di un linguaggio comune:•arcaismi•tecnicismi agricoli •termini dello stile «umile»

Sintassi limpida e linearecon ampio uso di artifici retorici e figure di suono: •enjambement•sineddoche/metonimia•anastrofe•metafora/similitudine

Tra la morte di Cesare nel 44 a.C. e la battaglia di Azio 31 a.C. Tra la morte di Cesare nel 44 a.C. e la battaglia di Azio 31 a.C. tra Ottaviano e Antonio, rivali nell' eredità al potere di Cesare , tra Ottaviano e Antonio, rivali nell' eredità al potere di Cesare , la guerra civile ha raggiunto eccessi disumani e le cicatrici di la guerra civile ha raggiunto eccessi disumani e le cicatrici di questo periodo rimarranno nella letteratura degli anni questo periodo rimarranno nella letteratura degli anni contemporanei e successivi. In questo contesto si colloca contemporanei e successivi. In questo contesto si colloca Virgilio che a quanto si tramanda rimane vittima anche lui di Virgilio che a quanto si tramanda rimane vittima anche lui di questi sconvolgimenti. Ottaviano permetterà non solo a questi sconvolgimenti. Ottaviano permetterà non solo a Virgilio ma anche a Orazio e altri di condurre una carriera Virgilio ma anche a Orazio e altri di condurre una carriera poetica tranquilla riportando dopo un lungo periodo di guerra poetica tranquilla riportando dopo un lungo periodo di guerra la tanto desiderata pace. È chiaro che Augusto e Mecenate non la tanto desiderata pace. È chiaro che Augusto e Mecenate non faranno fatica ad avvicinare a loro i poeti in una faranno fatica ad avvicinare a loro i poeti in una cooperazione politico-culturale che con un proprio ruolo attivo cooperazione politico-culturale che con un proprio ruolo attivo e individuale daranno vita all' <ideologia augustea> .e individuale daranno vita all' <ideologia augustea> .

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Dieci ecloghe in esametri

Struttura unitaria e calibrata

Rinnovamento poesia bucolica (Teocrito)

Mondo utopico di perfezione

La poesia, la storia e l’amore

Stile «umile»

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Melibeus:Fortunate senex, ergo tua rura manebunt; et tibi magna satis, quamvis lapis omnia nudus limosoque palus obducat pascua iunco. Non insueta graves temptabunt pabula fetas, nec mala vicini pecoris contagia laedent. Fortunate senex, hic inter flumina nota et fontes sacros frigus captabis opacum. Hinc tibi quae semper, vicino ab limite saepes, Hyblaeis apibus florem depasta salicti, saepe levi somnum suadebit inire susurro. hinc alta sub rupe canet frondator ad auras; nec tamen interea raucae, tua cura, palumbes, nec gemere aeria cessabit turtur ab ulmo. Tityrus:Ante leves ergo pascentur in aethere cervi, et freta destituent nudos in litore pisces; ante, pererratis amborum finibus, exsul aut Ararim Parthus bibet, aut Germania Tigrim, quam nostro illius labatur pectore vultus.

Melibeo:Fortunato vecchio , pertanto i tuoi terreni rimarranno e abbastanza grandi per te , benché pietra nuda e la palude copra i pascoli con il giunco limoso. Pascoli non conosciuti non nuoceranno gli animali incinti e ne contagi pericolosi del vicino gregge faranno del male. Vecchio fortunato qui tra fiumi noti e fonti sacre godrai di un freddo ombroso. qui la siepe succhiata il fiori del saliceto dalle api iblee, spesso spingerà il sonno ad arrivare con un lieve sussurro. Qui sotto l alta rupe il potatore canterà alle stelle, nel frattempo le rauche colombe tua cura, ne la tortora cesserà di gemere dall’ olmo alto.Tityro: Prima i leggeri cervi pascolavano e i mari restituivano i pesci nudi sulla spiaggia prima, dopo aver errato per i territori di tutt' e due l’esule Parto berrà nelle acque dell' Ari e l’esule tedesco verrà al tigri prima che l’immagine di lui svanisca dal mio petto.

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La seconda parte della prima ecloga ribadisce La seconda parte della prima ecloga ribadisce nuovamente la diversa sorte dei due pastori. nuovamente la diversa sorte dei due pastori. Melibeo, privato delle proprie terre, può solo Melibeo, privato delle proprie terre, può solo che constatare la fortuna del suo amico Titiro. che constatare la fortuna del suo amico Titiro. Melibeo immagina per se un doloroso esilio. Gli Melibeo immagina per se un doloroso esilio. Gli opposti destini dei due pastori rispecchiano il opposti destini dei due pastori rispecchiano il rapporto tra storia e poesia. Da una parte con la rapporto tra storia e poesia. Da una parte con la fortuna di Titiro vi è una forma di collaborazione fortuna di Titiro vi è una forma di collaborazione tra arte e potere, mentre nel caso di Melibeo tra arte e potere, mentre nel caso di Melibeo viene rappresentato il volto oscuro del potere, viene rappresentato il volto oscuro del potere, facendo diventare Melibeo simbolo della facendo diventare Melibeo simbolo della fragilità del mondo bucolico.fragilità del mondo bucolico.

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Sicelides Musae, paulo maiora canamus! Non omnis arbusta iuvant humilesque myricae si canimus silvas, silvae sint consule digae. Ultima Cumaei venit iam carminis aetas; magnus ab integro saeclorum nascitur ordo. Iam redit et virgo, redeunt Saturnia regna, iam nova progenies caelo dimittitur alto. Tu modo nascenti puero, quo ferrea primum desinet fave Lucina: tuus iam regnat Apollo. Teque adeo decus hoc aevi, te consule, inibit, Pollio, et incipient magni procedere menses; te duce, si qua manent sceleris vestigia nostri, inrita perpetua solvent formidine terras. Ille deum vitam accipiet divisque videbit permixtos heroas et ipse videbitur illis, pacatumque reget patriis virtutibus orbem.

Oh muse Siciliane, cantiamo cori un po' più alti. Non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici. Se cantiamo le selve, che sono selve degne di un console ormai viene l'ultima età della poesia cumana. Un grande ordine di secoli nasce dall'inizio. Già ritorna la Vergine e ritornano i regni di Saturno. Una nuova stirpe è mandata dall'alto cielo. Tu o casta Lucina, favorisci il puero che ora nasce. Per mezzo del quale smette, per prima cosa la stirpe del ferro e risorge la stirpe d'oro in tutto il mondo ormai regna il tuo apollo. Sotto il tuo consolato qualche gloria del momento inizierà oh Pollione e i mesi cominceranno a procedere grandi. Con la tua guida se rimarrà traccia qualunque della nostra scelleratezza vanificata salverà le terre con la continua paura. Quello prenderà la vita degli dei, vedrà gli eroi mescolati agli dei e lui stesso verrà visto da quelli e reggerà il mondo pacificato grazie alle virtù dei padri.

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In questa ecloga Virgilio annuncia la nascita di un misterioso puer che porterà il ritorno della mitica «età dell’oro». Per Virgilio questo evento coincide con il consolato di Pollione e perciò si pensa che il tanto atteso puer possa essere proprio il figlio di Pollione (tema encomiastico). Dopo che la popolazione soffrì per decenni a causa delle guerre civili finalmente con il regno di Ottaviano e la profezia di Virgilio si sperava al ritorno di un’epoca di pace.

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Poema didascalico in esametri (quattro libri)

Struttura non casuale

Modello di Lucrezio (De rerum natura)

Adesione all’ideologia Augustea

Il mondo del labor

Stile «sublime» e grazia espressiva

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Pater ipse colendi haud facilem esse viam voluit, primusque per artem movit agros curis acuens mortalia corda nec torpere gravi passus sua regna veterno. Ante Iovem nulli subigebant arva coloni; ne signare quidem aut partiri limite campum fas erat: in medium quaerebant ipsaque tellus omnia liberius nullo poscente ferebat. Ille malum virus serpentibus addidit atris praedarique lupos iussit pontumque moveri, mellaque decussit foliis ignemque removit et passim rivis currentia vina repressit, ut varias usus meditando extunderet artis paulatim et sulcis frumenti quaereret herbam, ut silicis venis abstrusum excuderet ignem. Tunc alnos primum fluvii sensere cavatas; navita tum stellis numeros et nomina fecit, Pleiadas, Hyadas, claramque Lycaonis Arcton; tum laqueis captare feras et fallere visco inventum et magnos canibus circumdare saltus; atque alius latum funda iam verberat amnem alta petens, pelagoque alius trahit humida lina; tum ferri rigor atque argutae lamina serrae, - nam primi cuneis scindebant fissile lignum tum variae venere artes. Labor omnia vicit inprobus et duris urgens in rebus egestas.

Lo stesso padre volle che la strada del coltivare fosse non faci, per primo sconvolse i campi stimolando i cuori mortali nelle preoccupazioni. Non sopportò che i suoi regni si intorpidissero in un pesante letargo prima di Giove nessun contadino coltivava i campi, non era neppure lecito segnare o ripartire i confini dei campi tutti mettevano in mezzo (le cose) e la stessa terra portava assai facilmente tutte le cose senza che nessuno lo chiedesse. Lui stesso aggiunse il veleno cattivo ai neri serpenti comandò che i lupi cacciassero e che il mare fosse sconvolto. E tolse il miele dalle foglie e nascose il fuoco e represse i vini che correvano qua e la nei fiumi affinché il bisogno stimolasse le diverse arti (l'uomo) ricercasse il seme del frumento qua e la nei solchi e cercasse il fuoco nascosto nelle vene delle selce. Allora i fiumi in un primo tempo sentirono gli Otani incavati allora il marinaio cantò e diede nomi alle stelle Pleiadi, Todi e la luminosa stella di Licaone. Allora cominciò a cacciare le fiere con i lacci e a ingannare gli uccelli con il vischio e circondare i grandi boschi con i cani. E uno colpisce il profondo fiume con il ghiaccio mentre si dirige verso le parti alte. Un altro spintosi a largo tirale reti bagnate dal mare. Allora venne la durezza del ferro e lamine della stridula selva. - infatti gli uomini prima tagliavano il legno friabile con i cunei - allora vennero varie arti con il pensiero tutto vince il faticoso lavoro e il bisogno ingente delle avversità.

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Virgilio utilizza due concezioni diverse del Virgilio utilizza due concezioni diverse del paesaggio naturale. Infatti nella prima opera paesaggio naturale. Infatti nella prima opera delle Bucoliche assume i tratti del delle Bucoliche assume i tratti del ““locus locus amoenusamoenus””, mentre lo spazio georgico è il , mentre lo spazio georgico è il luogo del luogo del ““laborlabor””, frutto della volontà divina. , frutto della volontà divina. Per illustrare lPer illustrare l’’origine del labor, Virgilio origine del labor, Virgilio utilizza una sorta di utilizza una sorta di ““Mito eziologicoMito eziologico””. Viene . Viene quindi presentato positivamente, come un quindi presentato positivamente, come un fondamentale presupposto del progresso fondamentale presupposto del progresso civile. Virgilio quindi elabora una visione in civile. Virgilio quindi elabora una visione in linea con il richiamo alllinea con il richiamo all’’operosità e ai valori operosità e ai valori religiosi tradizionali.religiosi tradizionali.

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Poema epico in esametri (dodici libri)

Modello Omerico (Iliade e Odissea)

Celebrazione di Roma e di Augusto

Piano storico e mitologico si fondono

L’eroe protagonista (Enea)

Frequente uso di arcaismi e figure retoriche.

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Arma virumque cano, Troiae qui primus ab oris Italiam fato profugus Laviniaque venit litora, multum ille et terris iactatus et alto vi superum, saevae memorem Iunonis ob iram, multa quoque et bello passus, dum conderet urbem inferretque deos Latio; genus unde Latinum Albanique patres atque altae moenia Romae. Musa, mihi causas memora, quo numine laeso quidve dolens regina deum tot volvere casus insignem pietate virum, tot adire labores impulerit. tantaene animis caelestibus irae?

Canto le armi e l'uomo, il quale per primo venne dalle terre di Troia in Italia, profugo per volere del fato e venne ai lidi Lavini. Quello sballottolato per forza di dei in cielo e mare a causa dell'ira memore della crudele Giunone avendo sopportato molte cose anche in guerra pur di fondare la città e portare gli dei nel Lazio, da dove la stirpe latina e i padri albani e le mura dell'alta Roma. Oh musa, ricorda a me le cause per quale divinità offesa, dolendosi di che cosa la regina degli dei permise che un uomo grande per pietà sopportasse tante vicissitudini e sopportasse tante fatiche? Sono così tante le ire negli animi celesti?

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Il proemio presenta una struttura ben precisa divisa Il proemio presenta una struttura ben precisa divisa in protasi (vv.1-7) e invocazione alla musa (vv8-11). in protasi (vv.1-7) e invocazione alla musa (vv8-11). Nella presentazione del contenuto del proemio Nella presentazione del contenuto del proemio notiamo che il testo presenta due parti distinte, la notiamo che il testo presenta due parti distinte, la prima parte che riassume il tema del viaggio di Enea, prima parte che riassume il tema del viaggio di Enea, la seconda parte in cui viene esaltato il tema bellico. la seconda parte in cui viene esaltato il tema bellico. Il testo si conclude con un domanda Il testo si conclude con un domanda ““apertaaperta”” che si che si interroga sulla giustizia divina.interroga sulla giustizia divina.Temi fondamentali:Temi fondamentali:• • LL’’esaltazione della Grandezza di Roma e del esaltazione della Grandezza di Roma e del principato augusteo.principato augusteo.• • Esaltazione dei modelli greci ( Omero)Esaltazione dei modelli greci ( Omero)• • Esaltazione della famiglia augustea ( gens Iulia) Esaltazione della famiglia augustea ( gens Iulia) tramite una discendenza divinatramite una discendenza divina

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At trepida et coeptis immanibus effera Dido sanguineam volvens aciem, maculisque trementis interfusa genas et pallida morte futura, interiora domus inrumpit limina et altos conscendit furibunda rogos ensemque recludit Dardanium, non hos quaesitum munus in usus. hic, postquam Iliacas vestis notumque cubile conspexit, paulum lacrimis et mente morata incubuitque toro dixitque novissima verba: 'dulces exuviae, dum fata deusque sinebat, accipite hanc animam meque his exsolvite curis. vixi et quem dederat cursum Fortuna peregi, et nunc magna mei sub terras ibit imago. urbem praeclaram statui, mea moenia vidi, ulta virum poenas inimico a fratre recepi, felix, heu nimium felix, si litora tantum numquam Dardaniae tetigissent nostra carinae.' dixit, et os impressa toro 'moriemur inultae, sed moriamur' ait. 'sic, sic iuvat ire sub umbras. hauriat hunc oculis ignem crudelis ab alto Dardanus, et nostrae secum ferat omina mortis.' dixerat, atque illam media inter talia ferro conlapsam aspiciunt comites, ensemque cruore spumantem sparsasque manus. it clamor ad alta atria: concussam bacchatur Fama per urbem.

Ma Didone trepidante fuori di se per i terribili propositi lei volgendo l'occhi intriso di sangue sparse tremanti le gote di macchie e pallida a causa della morte futura e irruppe nelle parti più interne della casa e nelle soglie della casa e presa dal furore salì gli alti gradini e sguainò la spada dardiana, dono non richiesto per questi usi. Qui dopo che vide le vesti iliache il noto letto dopo aver indugiato nella mente un po' nelle lacrime, si gettò sul letto e disse le ultimissime parole:" dolci spoglie finché i fati e il dio lo permetteranno accogliete questa anima e liberate me da questi affanni. Visti e percorsi la strada che la fortuna mi diede e ora le immagini di me grandioso andrà sotto terra. Ho fondato una città molto famosa, ho visto le mie mura, dopo che ho vendicato l'uomo ho restituito le pene del fratello nemico: " felice, troppo felice se soltanto le navi dardane non avessero mai toccato i nostri noti lidi" disse e dopo aver impresso la bocca sul letto" morirò invendicata ma voglio morire "disse cosi; così mi piace di andare sotto le ombre. il crudele dardano verrà questo fuoco con gli occhi del mare e porti con se i presagi della nostra morte". Così disse e le compagne vedano quella caduta in mezzo a tali parole in mezzo al ferro e alla spada spumeggiante di sangue e le mani cosparse di sangue. Va il clamore presso gli atri alti la fama si scatena presso la città sconquassata dalla notizia.

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In questo passo si conclude la tragedia di Didone, In questo passo si conclude la tragedia di Didone, ma costituisce per Enea un'ostacolo nel ma costituisce per Enea un'ostacolo nel compimento della sua missione della fondazione di compimento della sua missione della fondazione di Roma. Il loro amore è ostacolato dal Fato che vuole Roma. Il loro amore è ostacolato dal Fato che vuole la fondazione di Roma. Didone risulta quindi la fondazione di Roma. Didone risulta quindi sconfitta in partenza e si abbandona a un amore sconfitta in partenza e si abbandona a un amore totale assumendo la veste di eroina tragica. Prima di totale assumendo la veste di eroina tragica. Prima di pugnalarsi con la stessa spada donatale da Enea, pugnalarsi con la stessa spada donatale da Enea, pronuncia le sue ultime parole con la quale ritrova pronuncia le sue ultime parole con la quale ritrova intatto il suo orgoglio di donna e regina. La intatto il suo orgoglio di donna e regina. La protagonista di questo libro dunque è vittima di un protagonista di questo libro dunque è vittima di un amore, furor inteso come follia che porta sofferenza amore, furor inteso come follia che porta sofferenza e morte. e morte.