VINO E SALUTE, OGGI - medicogastroenterologo.it · 1) Che cos’è il vino? 2) I benefici del vino:...

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- vino da tavola - vino ad indicazione geografica tipica (i.g.t.) - vino a denominazione di origine controllata (d.o.c.) - vino a denominazione di origine controllata e garanti- ta (d.o.c.g.). I costituenti principali del vino, che servono anche come indicatori di qualità e genuinità sono: - gli zuccheri - i polifenoli - l’anidride carbonica - l’acidità totale e fissa - l’estratto secco netto - l’alcol. Gli zuccheri sono costituiti principalmente da glucosio (destrosio) e fruttosio (levulo- sio), che vengono fermentati dai lieviti naturalmente presenti nel mosto, con produzione di alcol. A seconda del tenore di zuccheri, i vini vengono classifi- cati in secchi, amabili, dolci etc. Glucosio e fruttosio si trovano inizialmente presenti in quantità praticamente uguale. Nel corso di una normale fermentazione, il glucosio viene fermentato per primo e il rapporto fra i due zuccheri si allontana dall’unità. Il valore di questo rapporto è un elemento di controllo della genuinità. Nel vino non è naturalmente presente saccarosio. Anche il rapporto tra mesoino- sitolo e inositolo, due polialcoli ciclici collocati nel “quadro zuc- cherino”, è rilevante agli effetti del controllo della genuinità. I polifenoli rappresentano la parte colorata e colo- rante del vino. Essi sono composti contenuti nella buc- cia dell’uva (fiocina). In base al contenuto di polifenoli i vini vengono classificati come bianchi, rosati, rossi, rossissimi e torchiati. I vini bianchi hanno un contenu- to in polifenoli inferiore ai vini rossi. Studi epidemiolo- gici e prove sperimentali sull’Uomo hanno dimostrato che il vino rosso riduce l’incidenza di arteriosclerosi coronarica. Successive indagini hanno provato che i polifenoli hanno una potente azione antiossidante, capace di ridurre la formazione delle lipoproteine ossi- date (LDL). Gli studiosi sono concordi nell’attribuire tale importante azione “terapeutica” principalmente al Resveratrolo, composto contenuto nella buccia UN VIAGGIO TRA VANTAGGI E SVANTAGGI. LA NOVITÀ: IL VINO SENZA ALCOL Questo articolo intende fornire informazioni aggiorna- te, scientificamente controllate, sintetiche, certamente non completamente esaustive, sugli effetti clinici posi- tivi e negativi di un prodotto della nostra tavola tanto discusso e controverso, osannato e osteggiato per motivi in ogni epoca per motivi diversi, ma che pochi realmente conoscono in pieno in tutti i suoi aspetti, oggi, alle soglie del 2006, il vino. Verranno inoltre illu- strate le caratteristiche di una novità enologica, il vino senz’alcol o vino dealcolato, come è meglio chia- marlo. Ho pensato di strutturare questa problematica nei seguenti 14 capitoletti che aiutano a seguire un filo logico, ma che possono anche essere consultati in modo autonomo: 1) Che cos’è il vino? 2) I benefici del vino: all’appara- to gastroenterico, all’apparato cardiovascolare, al sistema neu- rologico, in geriatria, nella leuce- mia promielocitica. 3) Meccanismi dell’attività bene- fica. 4) Perché il vino arreca danno? 5) I danni da alcol: all’apparato gastroenterico. 6) I danni da alcol all’apparato cardiovascolare. 7) I danni da alcol al sistema neurologico. 8) Polimorfismo del rischio “alcolismo” 9) Che cos’è il vino dealcolato? 10) Aspetti positivi del vino dealcolato. 11) Perché il vino dealcolato può essere utile. 12) Considerazioni conclusive. 13) Accenni di Diagnosi. 14) Accenni di Terapia. 1) Che cos’è il vino? Il vino è una bevanda complessa, molto antica, ricca di sostanze ad alta valenza biologico-alimentare, ma che può anche essere causa di patologie serie. L’Italia è stata da sempre riconosciuta come terra di elezione per la coltivazione della vite, tanto che gli antichi Greci le attribuivano il termine di Enotria (terra del vino). La produzione del vino è regolamentata da Disciplinari di produzione ed è classificato in base alla qualità, in ordine crescente, in: 36 Medicina e salute VINO E SALUTE, OGGI gennaio 06

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- vino da tavola- vino ad indicazione geografica tipica (i.g.t.)- vino a denominazione di origine controllata (d.o.c.)- vino a denominazione di origine controllata e garanti-ta (d.o.c.g.).I costituenti principali del vino, che servono anchecome indicatori di qualità e genuinità sono:- gli zuccheri- i polifenoli- l’anidride carbonica- l’acidità totale e fissa- l’estratto secco netto- l’alcol.

Gli zuccheri sono costituitiprincipalmente da glucosio(destrosio) e fruttosio (levulo-sio), che vengono fermentatidai lieviti naturalmente presentinel mosto, con produzione dialcol. A seconda del tenore dizuccheri, i vini vengono classifi-cati in secchi, amabili, dolci etc.Glucosio e fruttosio si trovanoinizialmente presenti in quantitàpraticamente uguale. Nel corsodi una normale fermentazione,il glucosio viene fermentato perprimo e il rapporto fra i duezuccheri si allontana dall’unità.Il valore di questo rapporto è unelemento di controllo dellagenuinità. Nel vino non è naturalmentepresente saccarosio.Anche il rapporto tra mesoino-sitolo e inositolo, due polialcoliciclici collocati nel “quadro zuc-

cherino”, è rilevante agli effetti del controllo dellagenuinità.I polifenoli rappresentano la parte colorata e colo-rante del vino. Essi sono composti contenuti nella buc-cia dell’uva (fiocina). In base al contenuto di polifenolii vini vengono classificati come bianchi, rosati, rossi,rossissimi e torchiati. I vini bianchi hanno un contenu-to in polifenoli inferiore ai vini rossi. Studi epidemiolo-gici e prove sperimentali sull’Uomo hanno dimostratoche il vino rosso riduce l’incidenza di arteriosclerosicoronarica. Successive indagini hanno provato che ipolifenoli hanno una potente azione antiossidante,capace di ridurre la formazione delle lipoproteine ossi-date (LDL). Gli studiosi sono concordi nell’attribuiretale importante azione “terapeutica” principalmenteal Resveratrolo, composto contenuto nella buccia

UN VIAGGIO TRA VANTAGGI E SVANTAGGI.LA NOVITÀ: IL VINO SENZA ALCOL

Questo articolo intende fornire informazioni aggiorna-te, scientificamente controllate, sintetiche, certamentenon completamente esaustive, sugli effetti clinici posi-tivi e negativi di un prodotto della nostra tavola tantodiscusso e controverso, osannato e osteggiato permotivi in ogni epoca per motivi diversi, ma che pochirealmente conoscono in pieno in tutti i suoi aspetti,oggi, alle soglie del 2006, il vino. Verranno inoltre illu-strate le caratteristiche di una novità enologica, il vinosenz’alcol o vino dealcolato, come è meglio chia-marlo.Ho pensato di strutturare questaproblematica nei seguenti 14capitoletti che aiutano a seguireun filo logico, ma che possonoanche essere consultati in modoautonomo:1) Che cos’è il vino?2) I benefici del vino: all’appara-to gastroenterico, all’apparatocardiovascolare, al sistema neu-rologico, in geriatria, nella leuce-mia promielocitica.3) Meccanismi dell’attività bene-fica.4) Perché il vino arreca danno?5) I danni da alcol: all’apparatogastroenterico. 6) I danni da alcol all’apparatocardiovascolare.7) I danni da alcol al sistemaneurologico.8) Polimorfismo del rischio“alcolismo”9) Che cos’è il vino dealcolato?10) Aspetti positivi del vino dealcolato.11) Perché il vino dealcolato può essere utile.12) Considerazioni conclusive.13) Accenni di Diagnosi.14) Accenni di Terapia.

1) Che cos’è il vino?Il vino è una bevanda complessa, molto antica, ricca disostanze ad alta valenza biologico-alimentare, ma chepuò anche essere causa di patologie serie. L’Italia èstata da sempre riconosciuta come terra di elezioneper la coltivazione della vite, tanto che gli antichi Grecile attribuivano il termine di Enotria (terra del vino). Laproduzione del vino è regolamentata da Disciplinari diproduzione ed è classificato in base alla qualità, inordine crescente, in:

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è risultato non ridurre il LESP (Lower EsophagealSphincter Pressure) e pertanto, in quantità moderate(300 ml) non esercita effetti negativi sul ReflussoGastro-esofageo nel soggetto sano (1).- Stomaco: Il consumo di vino può ridurre il rischio dii n f e z i one a t t i v a de l l o s t omaco da pa r t edell’Helicobacter pylori, batterio ritenuto responsabiledi diverse patologie gastriche, sia peptiche che neo-plastiche (2). Ciò è verosimilmente dovuto sia al bisol-fito di sodio, un antiossidante presente nel vino, siaall’attività antibatterica dell’alcol. Il Resveratrolo, componente del vino, rosso in partico-lare, è una fitoalessina naturale dell’uva e del vino(3,5,4-triidroxi-trans-stilbene) che ha un potenzialechemiopreventivo contro il cancro gastrico, in quantoinibisce la proliferazione cellulare, induce apoptosi enon ha effetti sulla proteinkinasi mitogeno-attivata(ERK1/ERK2) dell’adenocarcioma gastrico umano (3).La Catechina, un ben noto composto polifenolico pre-sente nel vino rosso, agisce sinergicamente con l’acidoascorbico, nel prevenire la perossidazione lipidica e laossidazione del beta-carotene. Questo può spiegare imaggiori benefici alla nostra salute e il ruolo crucialedegli alimenti ricchi in antiossidanti, come frutta, vege-tali, vino rosso e thè verde durante i pasti (4).- Intestino: I polifenoli presenti nel vino rosso inibi-scono la secrezione di ApoB48 dalle cellule intestinaliumane, riducendo la produzione di chilomicroni atero-genici (5).- Colon: Mentre il consumo di elevate quantità di alcolè associato ad un aumentato rischio di cancro delcolon, il consumo moderato di vino è risultato inversa-mente associato con tale tipo di cancro in uno studioepidemiologico statunitense (6). È possibile che taleazione favorevole del vino sia dovuto ai suoi compo-nenti “positivi” come la catechina ed altre (7).- All’Apparato cardiocircolatorio: Il consumo legge-ro-modesto di alcol (1-6 bicchieri di vino/settimana) èrisultato associato ad una riduzione del rischio di attac-chi ischemici in soggetti adulti con genotipo apolipo-

dell’uva. Il contenuto delle sostanze fenoliche vieneespresso mediante “l’indice di Folin-Ciocalteu”.L’anidride carbonica è un gas che si forma come pro-dotto collaterale durante la fermentazione alcolicadegli zuccheri ed ha una funzione importante nel ciclodi produzione del vino, in quanto mantiene unambiente favorevole impedendo il contatto con l’aria.L’acidità totale è costituita dalla somma dell’aciditàvolatile (acido acetico) e dell’acidità fissa (acido tar-tarico, malico, lattico e, in misura minore, acidosuccinico). L’acidità conferisce al vino “vivacità” nelgusto e nel colore. La presenza iniziale di questi acididipende da fattori climatici e dal grado di maturazionedell’uva. Nel corso della fermentazione si ha trasfor-mazione di acido malico in acido lattico con conse-guente riarrangiamento organolettico, con produzio-ne di un gusto “più rotondo” e “meno aspro”.L’estratto secco netto è un parametro che dà l’ideadella “robustezza” del vino. Ad esso contribuiscono gliacidi (tartarico, malico e lattico), la glicerina, i tannini,le materie coloranti.L’alcol etilico o etanolo è uno degli elementi più dis-cussi e studiati del vino. Esso, pur possedendo unnotevole potere energetico (7 calorie circa per ognigrammo) non è una sostanza indispensabile. La suaquantità viene espressa da un numero seguito dal sim-bolo “%vol” ed indica la quantità di alcol in milli-grammi contenuti in 100 millilitri di vino. Il corpoumano è in grado di far fronte all’assunzione di eta-nolo, solo a patto che non si superi una certa quanti-tà. L’etanolo, infatti, è metabolizzato dal nostro fega-to a ritmi tali che un bicchiere di vino da 150 ml (=14g di alcol) impegna il fegato per 2 ore. Evitare o limi-tare il consumo di alcol presenta quindi anche il van-taggio di non distogliere il fegato da funzioni piùessenziali.

2) I benefici del vino:All’Apparato Gastroenterico- Esofago: Il vino rosso, a differenza del vino bianco,

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proteina E-negativo (apoE-negativi), in uno studio epi-demiologico di 4.410 soggetti seguiti per un periododi più di 9 anni (8). Tale beneficio sembra tuttaviadiverso nelle varie aree geografiche, dal momento chementre in Francia è stato osservato una riduzione delrischio di angina pectoris e infarto miocardico nei sog-getti che consumano alcol in moderata quantità, taleassociazione non è stata riscontrata nell’Irlanda delNord (9). A tal proposito è di sicuro interesse sottoli-neare che un alto livello di attività fisica nei ritagli ditempo riduce in modo significativo il rischio di tutti itipi di attacchi ischemici (10). Non solo, ma uno studioepidemiologico italiano ha dimostrato che solo il con-sumo di vino durante i pasti è risultato inversamentecorrelato al rischio di infarto miocardico acuto (11).Tale dato “positivo” è confermato da un lavoro epide-miologico francese su 36.583 soggetti sani di mediaetà, che ha dimostrato, in un periodo osservazionale di13-21 anni, che un’assunzione moderata di vino èassociata ad un minor rischio di mortalità da ognicausa in soggetti con ipertensione arteriosa (12).D’altro canto, il consumo di alcol al di fuori dei pastiha un effetto significativo sul rischio di ipertensionearteriosa, in modo indipendente dalla quantità di alcolassunta (13). Studi sulla modalità di consumo del-l’alcol hanno potuto puntualizzare che il consumomoderato di vino rosso è risultato inversamente corre-lato al rischio di attacchi ischemici, mentre altre bevan-de come vino bianco, birra e liquori non hannomostrato tale rapporto (14). Un consumo basso dialcol (< 12 g/giorno) è risultato associato ad una ridu-zione del 47% della prevalenza di sindromi coronari-che acute anche nei soggetti diabetici, mentreassunzioni > di 24 g/giorno di alcol sono risultate asso-ciate ad un aumento di tale prevalenza da 2 a 5 voltecirca (15). Un miglioramento dei fattori di rischio asso-ciati alle malattie cardiovascolari (riduzione dell’LDL-Colesterolo e aumento dell’HDL-Colesterolo) è statodocumentato anche nelle donne in età post-meno-pausale che consumano moderate quantità di vinorosso (16). È da rimarcare, tuttavia, che, in generale,sembra che l’effetto protettivo del consumo moderatodi alcol sulle malattie coronariche tenda ad attenuarsicon il passare degli anni, prendendo in considerazionefollow-up più lunghi, dell’ordine dei 25 anni (17).- Al Sistema Neurologico: Mentre l’abuso cronico dialcol è correlato allo sviluppo della sindrome diWernicke-Korsakoff (o demenza alcolica), il consumomoderato di vino (1-3 bicchieri/giorno) è risultatosignificativamente associato ad un ridotto rischio didemenza negli anziani, sia di tipo vascolare(Alzheimer) sia di altro tipo, in confronto con gli aste-mi (18,19). Tale azione protettiva potrebbe esseredovuta alle specifiche proprietà antiossidanti dei poli-fenoli presenti nel vino (20).- In Geriatria: In soggetti “centenari” italiani, il con-sumo moderato di vino è risultato esercitare un effet-

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to “protettivo” sui livelli sierici della “capacità antios-sidante totale”, del deidroandrosterone solfato(DHEAS) e del fattore di crescita insulino-simile (IGF-1)(21).- Nella leucemia pro-mielocitica: Il resveratroloinduce apoptosi della linea cellulare NB4 della leuce-mia promielocitica. In base a tali risultati, il resveratro-lo potrà probabilmente essere utile nel trattamentodella leucemia acuta promielocitica (22).

3) Meccanismi dell’attività benefica del vinoI meccanismi con cui il vino, assunto in quantità mode-rata, sviluppa effetti positivi sono numerosi e rigorosa-mente studiati. Essi sono dovuti principalmente, senon esclusivamente, ai componenti non-alcolici delvino (in particolare al resveratrolo e ai glucuronidi dellacatechina e della epicatechina) e possono essere rias-sunti fondamentalmente nei seguenti otto:Attività antinfiammatoria, nell’Uomo (riduzione deimarkers flogistici come il fibrinogeno e la Proteina CReattiva) (23).Attività antiossidante, in modelli animali (24, 25) enell’Uomo (26,27). A tal proposito è utile ricordare chela modificazione ossidativa delle Lipoproteine a bassadensità (LDL) hanno un ruolo chiave nel determinismodell’aterosclerosi.Attività di protezione della “funzione endotelia-le” nell’animale da esperimento (28) e nell’Uomo, inparticolare in pazienti con malattia delle arterie coro-narie (29).Attività antiaggregante sulle piastrine nell’anima-le (24).Induzione dell’aumento delle HDL (High-DensityLipoproteins) (25).Attività anti-aterogena, nell’Uomo, in funzioneanche dei geni che codificano per l’apoproteina E el’interleukina 6 (30).Stimolazione dell’espressione dell’eme-ossigena-si, che, come è noto, offre una protezione significati-va contro il danno da stress ossidativo (31). Tale azio-ne è stata dimostrata sia in vitro che in vivo nel tessu-to cardiaco e nel cervello (31).Inibizione della proliferazione cellulare dose- etempo-dipendente sulle linee cellulari mammarieumane cancerizzate (32).

4) Perché il vino arreca danno?Considerate le numerose attività benefiche del vino,risulta più che logico domandarsi perché allora talebevanda può, e spesso è, dannosa.Il vino può arrecare danni funzionali ed organici acausa del suo contenuto in alcol. L’abuso di alcol, siaacuto che cronico, è estremamente pericoloso inquanto, oltre a provocare dannosi squilibri nutritivi conseri rischi di malnutrizione, può creare problemi didipendenza e di tossicità, con gravi implicazioni pato-logiche (a carico del fegato, pancreas, stomaco, siste-

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ma cardiocircolatorio e sistemanervoso) e con un aumentatorischio tumorale a carico di variorgani.Ciò avviene, in generale, quandosi supera la dose quotidiana dialcol considerata accettabile checorrisponde a circa 0,6 g per chi-logrammo di peso corporeo. Ilfegato, infatti, ha la capacità dimetabolizzare l’alcol in ragione dicirca 6 grammi l’ora, per un uomodi 70 chilogrammi di peso: ricor-diamo che 1 bicchiere di vino con-tiene circa 12 grammi di alcol!Secondo le Linee Guida per unasana alimentazione italiana,stilate dall’Istituto Nazionale dellaNutrizione nel 1997, un consumomoderato ed accettabile di vino dinormale gradazione (circa 11) perla popolazione adulta sana è quel-lo inferiore o uguale a 350 ml

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circa (circa 3 bicchieri) al giorno per l’uomo, e a 250ml circa (circa 2 bicchieri) al giorno per la donna, daripartire tra pranzo e cena. Tali quantità devono esse-re intese come valori oltre i quali gli effetti negativi del-l’alcol cominciano a prevalere sugli effetti benefici delvino. Va anche tenuta presente la notevole variabili-tà individuale nella tolleranza all’alcol. Infatti alcuniindividui sono geneticamente meno capaci di metabo-lizzare l’alcol e dovrebbero quindi astenersene o limi-tarne di molto il consumo. Nei casi poi in cui non si consumi solo vino, bisognaimparare a tenere conto ditutte le occasioni di inge-stione di bevande alcolicheche si presentano nel corsodella giornata: birra, aperiti-vi, digestivi e superalcolici…etc.Nell’infanzia i sistemi dimetabolizzazione dell’alcolnon sono ancora ben svi-luppati, mentre nell’anzia-

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no diminuiscono in maniera rilevante ed è perciònecessario ridurre adeguatamente o addirittura elimi-nare il consumo alcolico.Durante la gestazione e l’allattamento occorre evi-tare del tutto l’uso di bevande alcoliche, perché l’alcolpassa attraverso la barriera placentare e viene secretonel latte.

A titolo orientativo può essere utile la esemplificazioneche viene proposta di seguito al fine di valutare il con-tenuto di alcol e di calorie nelle varie bevande alcoli-che:

birra e 3) che i risultati relativi al ruolo causale dell’al-col rimanevano non concludenti (42).Alterazioni intestinali: i principali disturbi intestinalialcol-correlati sono la diarrea e il malassorbimento, cheregrediscono con il ripristino di una dieta normalesenza alcol (34).Rischio di danno al fegato. Le malattie epatichealcol-indotte sono una delle maggiori cause di mortenegli Stati Uniti. La steatosi epatica è la forma piùcomune ed è reversibile con l’astinenza. Malattie piùsevere sono l’epatite alcolica, caratterizzata da unainfiammazione persistente del fegato, e la cirrosi epa-tica, caratterizzata da una progressiva cicatrizzazionee sovvertimento strutturale del fegato. Approssimativamente dal 10 al 35% dei forti bevitorisviluppano epatite alcolica e circa il 20% la cirrosi.Negli Stati Uniti si registrano da 10.000 a 24.000 mortiper anno per cirrosi a causa dell’alcol. Ciò è facilmen-te comprensibile se si pensa che l’alcol è quasi com-pletamente metabolizzato dal fegato e che alcunimetaboliti dell’alcol (come l’acetaldeide) sono piùtossici dell’alcol stesso. Inoltre altri prodotti del meta-bolismo dell’alcol chiamati radicali liberi danneggia-no il fegato riducendone le funzioni vitali e compro-mettendone la resa energetica. Inoltre le naturalidifese dell’organismo (come gli antiossidanti) posso-no essere inibite dall’alcol, inducendo un danno epati-co ancora maggiore. I fattori che influenzano la vulne-rabilità alla malattia epatica alcol-indotta sono nume-rosi, d’ordine genetico e dietetico; il sesso femminile ela co-infezione da epatite C sono fattori di rischioaggiuntivi.

6) I danni da alcol all’apparato cardiovascolare: la vasodilatazione generalizzata alcol-indotta può cau-sare sindromi ipotensive, mentre l’ingestione di enor-mi quantità di birra per lungo tempo può indurre dia-latazione delle cavità cardiache (“cuore bovino”) finoall’insufficienza dilatativa di cuore. A livello cutaneo,noti sono gli shunts artero-venosi al volto dei bevitori,che conferiscono un aspetto caratteristico e immedia-tamente diagnostico.

7) I danni da alcol al sistema neurologico: a) Le conseguenze dell’alcol sul tessuto nervoso sononumerose, e gravi, già in epoca prenatale, con un’altaincidenza di difetti congeniti, disordini dello sviluppo eritardo mentale nel bambino, se durante la gravidanzala madre abusa dell’alcol, noto teratogeno (43).b) Assunto estemporaneamente, anche basse dosi dialcol riducono il metabolismo del glucosio nel cervelloumano, senza tuttavia incidere sulla performancecognitiva. Il vistoso decremento metabolico cerebraledurante l’intossicazione alcolica può essere dovuto alladeviazione dell’ utilizzo del substrato energetico versoaltre molecole, come per esempio l’acetato, moltoaumentato nell’intossicazione alcolica (44).

5) I danni da alcol all’Apparato Gastroenterico:Melanosi dell’esofago: nei forti bevitori di alcol, inGiappone, è stata riscontrata un’alta incidenza dimelanosi dell’esofago. Tale caratteristica endoscopica,spesso associata a neoplasie a cellule squamose deltratto aero-digestivo superiore, è stata messa in rela-zione con l’esposizione ad alti livelli di acetaldeide,nelle persone con ALDH2 inattiva (33).Reflusso gastro-esofageo: l’alcol induce rilassamen-to del LES (Lower Esophageal Sphincter), può aumen-tare la produzione di acido nello stomaco, rendere lamucosa esofagea più sensibile all’acido e indurreinfiammazione della mucosa. Dall’insieme di questieffetti deriva facilmente un quadro di esofagite, diseverità variabile da individuo a individuo, che recedecon l’astinenza e il trattamento antisecretivo gastrico. Gastrite superficiale e gastrite cronica atrofica:benché il vino possa avere attività battericidasull’Helicobacter pylori, l’alcol favorisce lo sviluppo digastrite (34), attraverso un danno alle cellule epitelialigastriche, in maniera riproducibile e dose-dipendente,in modo analogo all’aspirina (35). Il vino causa undanno minore rispetto all’alcol, probabilmente grazieall’azione di ingredienti non-alcolici in esso contenuti(36).Alterazioni elettrogastrografiche: il vino biancoriduce significativamente l’incremento post-prandialedella potenza dominante, suggerendo una possibileinibizione delle contrazioni gastriche post-prandiali.Questo effetto può essere associato ad un ridotto tonovagale (37).Rischio di Cancro gastrico: I risultati della letteraturanon sono univoci a tale riguardo. Mentre uno studiocaso-controllo condotto in Nord Italia su un numeroelevato di soggetti (746 casi vs 2053 controlli) conclu-de che non esiste un’associazione consistente tra vinoe il cancro dello stomaco (38), un lavoro di meta-ana-lisi afferma che esiste un significativo aumento dirischio per cancro gastrico nei forti bevitori (39). Glistudiosi tuttavia fanno notare che l’assenza di una cor-relazione dose-rischio può riflettere una inadeguatavalutazione di altre variabili o la presenza di altri fatto-ri di rischio, possibilmente correlati alla dieta e allostato sociale o al fumo, presenti nei bevitori più forti(38).Rischio di cancro del colon-retto: Anche in questocaso i dati della letteratura non sono concordi. Mentreuno studio caso-controllo su 1073 soggetti non riusci-va a suffragare l’ipotesi che l’alcol potesse giocare unruolo importante nell’eziologia di questa forma ditumore (40), un altro lavoro forniva risultati consisten-ti con l’ipotesi che il consumo di bevande alcoliche,specie la birra, aumentasse il rischio di cancro colon-rettale (41). Una meta-analisi del 1990 sintetizzava che1) l’associazione tra consumo elevato di alcol e rischiodi cancro colon-rettale era di piccola entità, 2) che l’as-sociazione più significativa era a carico del consumo di

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9) Che cos’è il vino senza alcol?Il vino dealcolato inizia la sua vita, esattamente comeogni altro vino, dall’uva, seguendo i processi classici difermentazione. La rimozione dell’alcol può poi avvenirecon procedimenti diversi a seconda dei vari eno-produt-tori (calore, gravità, osmosi inversa), ma una cosa ècomune: il vino di partenza deve essere di alta qualità,altrimenti tali procedimenti lo riducono ad una bevandamolto mediocre, non proponibile sotto il profilo organo-lettico. Il prodotto finale ha l’aspetto e il gusto di un vinotradizionale, ma ha meno dello 0,5% di alcol. A tale pro-posito vale la pena di ricordare che anche la maggiorparte delle bevande cosiddette analcoliche contengonotracce di alcol di questa entità, per il motivo molto sem-plice che l’essenza dei vari gusti (arancia, limone etc.)viene estratta con l’alcol, traccia del quale poi permanenella bevanda. Il vino dealcolato è attualmente disponibile in vari Paesi,dove è possibile acquistarlo nei supermercati e neinegozi al minuto, grazie a produttori come Sutter Home(Stati Uniti), Ariel Vineyards (California) e Carl Jung(Germania). Le qualità in commercio sono numerose evariano dallo Chardonnet al Merlot, al Premium Red,Premium White, Sparkling Brut, Riesling, Spumante etc.In Italia esistono produttori in Sardegna, con un rappre-sentante in Piemonte con ottime proposte di vini deal-colati rossi e bianchi (Cannonau etc.), ma la distribuzio-ne nei negozi e centri commerciali non è ancora pre-sente.

10) Aspetti positivi del vino dealcolatoLe proprietà benefiche spesso associate con il vino rosso,si ritrovano pure nel vino dealcolato, senza, naturalmen-te, le proprietà negative di tipo tossico alcol-correlate.Recenti studi hanno dimostrato che potenti antiossidan-ti, polifenoli noti come catechine, resveratrolo etc, cheriducono il rischio di cardiopatie in alcuni gruppi di sog-getti, si ritrovano pure nel vino rosso dealcolato (49).Un beneficio aggiuntivo della rimozione dell’alcol puòessere la sottrazione di circa 1/3 delle calorie. Ciò signi-fica che chi ha problemi di soprappeso può indulgere in

c) L’assunzione cronica di alcol induce alterazione nelmetabolismo lipidico cerebrale, sia a livello della mieli-na che delle membrane. Tali alterazioni sembranoreversibili, con l’astinenza (45).d) L’eccessivo consumo di alcol è risultato associato adaumentato rischio di demenza, mentre un consumolieve-moderato è risultato associato con un rischio didemenza significativamente ridotto rispetto agli aste-mi, in uno studio di follow-up di 2 anni (46).

8) Polimorfismo del rischio “alcolismo”La suscettibilità al danno da alcol varia considerevol-mente da persona a persona.Ciò è dovuto a:a) Fattori genetici, che coinvolgono soprattutto ilgenotipo ADH1B*47Arg/*47Arg. La conoscenza diquesto ed altri dati può sviluppare nuove strategie didiagnosi e di terapia per l’alcolismo (47).b) Fattori dietetici: per es. un’alimentazione tropporicca in grassi e povera in carboidrati facilita danni alfegato (48).c) Il genere femminile: le donne sono più predispo-ste degli uomini all’epatite alcolica e alla cirrosi, conquantità inferiori di alcol e per periodi di tempo diassunzione inferiori.d) L’associazione di altre patologie, come l’epatite C,aumenta la suscettibilità alla malattia epatica alcol-cor-relata e influenza la severità della cirrosi alcolica.Inoltre il trattamento anti-virale con Interferon per l’e-patite C è meno efficace negli alcolisti che non negliastemi.

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un bicchiere occasionale senza sentirsi così “colpevole”come dopo consumo di vino tradizionale.

11) Perché il vino dealcolato può essere utile?Il vino dealcolato e il succo d’uva si sono dimostraticapaci di inibire il processo di aterosclerosi nelmodello animale, nel criceto in particolare (50). Talieffetti sembrano prodursi attraverso un’attività ipolipe-mizzante e antiossidante, grazie alle proprietà dei poli-fenoli. Il vino dealcolato, somministrato per lungo tempo e inmoderata quantità, agisce in modo sinergico con la vita-mina E nel ritardare lo sviluppo di aterosclerosi anche nelratto, indipendentemente dall’inibizione della lipoperos-sidazione nelle pareti delle arterie (51).Nei pazienti affetti da malattia arteriosa coronaria la“funzione endoteliale” è risultata migliorata dopoassunzione, in acuto, di vino dealcolato, riducendosi tut-tavia dopo assunzione di vino tradizionale (49).Questi dati presi insieme danno spiegazione del cosid-detto “Paradosso Francese”.È noto infatti che i Francesi godono di una ridotta mor-talità per malattie cardiovascolari nonostante consuminoalte quantità di grassi. Ebbene, ciò sarebbe attribuitoall’assunzione di vino rosso, e più precisamente ai com-ponenti non-alcolici del vino rosso.Mentre il vino e la birra tradizionali aumentano la pres-sione sanguigna nei soggetti normotesi, il vino dealcola-to ha dimostrato di non indurre alcun aumento presso-rio (52).Assunzione acuta in moderata quantità di vino dealco-lato è risultata possedere attività protettiva contro idanni al DNA indotti da radiazioni gamma in giova-ni uomini. All’opposto l’assunzione di alcol tendeva adaumentare i danni da radiazione al genoma (53). Questidati preliminari su giovani di 21-26 anni suggerisconoche frazioni non alcoliche del vino rosso, e non solo lecatechine, proteggono il DNA dal danno ossidativo epossono avere, nelle giuste misure e condizioni, un’atti-vità anti-tumorale (53).

12) Considerazioni conclusiveIl vino tradizionale in sé e per sé in moderate quantità (2-3 bicchieri / 24 ore) può essere per vari aspetti utile ebenefico. Ciò che rende pericoloso il vino è il suo conte-nuto in alcol, con le nefaste conseguenze note sia a livel-lo di patologie organiche sia a livello sociale, con tutte leimplicazioni sulla vita pratica.L’abuso di alcol sia acuto che cronico è estremamentepericoloso, per gli squilibri nutritivi, di tossicità e dipen-denza, oltre che per molte interferenze con i farmaci eun aumento del rischio di tumori.È fondamentale ricordare la diversa reattività individualeal carico di alcol e pertanto la vecchia regola del “buonsenso” è estremamente valida anche in questo caso. Laletteratura corrente è univoca nel consigliare che i fortibevitori devono ridurre significativamente o meglio aste-

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nersi da ogni forma di alcolici, mentre gli astemi e i bevi-tori moderati devono evitare le forti bevute. Il MedicoPratico, nel discutere con il Paziente di questa proble-matica, dovrebbe con prudenza non scoraggiare ilpotenzialmente salutare consumo di moderate-lieviquantità di vino, meglio sicuramente ai pasti (54).Inoltre, andando oltre il cosiddetto “paradosso france-se”, può suggerire l’utilità del vino dealcolato, che oltrea non presentare effetti negativi, è ricco di potenzialitàbenefiche (49-53).

13) Accenni di DiagnosiLa diagnosi di alcolismo o di abuso alcolico è spessoimmediata per un clinico esperto, ma spesso occorre lacooperazione plurispecialistica (gastroenterologica, neu-rologica, cardiologia e psicologica) oltre che esami labo-ratoristici epatici, ecografici, TAC, RMN etc. per definirebene la problematica clinica nella sua completezza. Maa livello diagnostico stretto, è possibile monitorare laveridicità del paziente alcolista (spesso terribilmentecarente) e l’efficacia del trattamento servendosi di unsemplice esame ematico, disponibile in molti laboratori,il CDT (Carbohydrate Deficient Transferrin), che serve adidentificare precocemente gli individui a rischio di svilup-pare malattie alcol-correlate.

14) Accenni di TerapiaPer quanto attiene la terapia, terribilmente difficile neglialcolisti “convinti”, oltre alla “detossificazione” clinica eall’appoggio psicologico, con programmi motivazionali,gruppi e associazioni di muto-aiuto, sono in studio trat-tamenti farmacologici nuovi “di appoggio”, come quel-lo con ondasentron un antagonista della 5-idrossi-trip-tamina che sembra produrre miglioramenti nel compor-tamento cognitivo e nella dipendenza da alcol (55), ilthè verde (56), e le proantocianidine (57), che appar-tengono alla classe dei polifenoli anti-ossidanti, utili inuna vasta gamma di condizioni patologiche, oltre cheper il problema specifico. Di logico utilizzo può essere atal proposito l’impiego del vino dealcolato, che avreb-be anche il vantaggio soggettivo di non sentirsi social-mente “diverso” in ambito “conviviale”. Occorrono tut-tavia ulteriori studi sull’Uomo per poter fornire evidenzedefinitive ed eventualmente valutare eventuali rischiderivanti da un uso eccessivo di polifenoli (58). Nel frat-tempo ciò che deve guidare la pratica medica è comun-que il sano, antico, ma sempre attuale, buon senso.

Lucio Lombardo Dirigente di 1° Livello

U.O.A. Gastroenterologia e DietologiaOspedale Mauriziano U.I.-Torino

La Bibliografia è a disposizione degli interessati presso laredazione di Torino Medica.