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Vincere la depressione post-partum: un progetto di aiuto alle donne e alle famiglie Articolo nel 15 Salute – n. 35 dicembre 2009 Rossana Riolo, Elena Turella, Psichiatre, U.O. Psichiatria di Camposampiero. Belinda Ciulli, Arianna Dondolato, Psicologhe a contatto specifico presso U.O. Psichiatria di Camposampiero. Il progetto avviato a febbraio 2009 presso l'Ospedale di Camposampiero dal reparto di Ostetricia e Ginecologia e il Centro Salute Mentale, si delinea come uno studio preliminare per il riconoscimento precoce della depressione post-partum (DPP) e coinvolge tutte le partorienti del nostro nosocomio. La gravidanza è un evento cruciale per la donna e il modo di viverlo è influenzato da fattori psicologici, biologici, sociali ed economici. Durante questo periodo si susseguono una serie di adattamenti di ordine fisico, psichico e pratico di forte impatto sulla gestante, sul partner e sul rapporto con la famiglia d’origine. La nascita di un figlio, per quanto possa essere molto desiderata e senza complicazioni, può a volte suscitare sentimenti contraddittori: mentre la gravidanza nella sua concezione più romantica è percepita come un momento di sole gioie e speranze, in realtà può essere anche caratterizzata da fragilità psicologiche, ansie, timori e angosce, che spesso possono rimanere latenti o non espresse e che soprattutto si possono accentuare dopo il parto in relazione a difficoltà nel rapporto di dipendenza del neonato. La più comune delle sindromi del puerperio è il cosiddetto “Maternity Blues”, che coinvolge la maggioranza delle puerpere (circa il 70% -80% ) ed induce una reazione emotiva all’esperienza del parto, non costituendosi però come un disturbo. Questa sindrome parafisiologica transitoria, che trova l'apice sintomatologico tra la terza e quarta giornata e generalmente si risolve entro la prime due settimane dalla nascita del bambino, è caratterizzata da una fluttuazione dell’umore, facile tendenza al pianto, sentimenti di tristezza, a cui si possono associare stanchezza, irritabilità, ansia, mancanza di concentrazione e sensazione di dipendenza. La Maternity blues è provocata da diversi fattori, tra cui principalmente i repentini cambiamenti ormonali con la caduta dopo il parto dei livelli di estrogeni e di progesterone, lo stress psico-fisico legato alla fase del travaglio e del parto e le possibili complicanze fisiche del post-partum. Nei primi giorni dopo il parto la donna vive forti angosce di separazione, sentimenti di incertezza rispetto alle proprie capacità materne ed una marcata ambivalenza affettiva, che richiedono un valido sostegno coniugale-familiare e un supporto di rete attraverso la condivisione delle esperienze con altre mamme, oltre che una esaustiva informazione su tale fisiologica condizione di adattamento psicofisico della puerpera da parte dei sanitari che l’ hanno accompagnato nella gravidanza e nel parto. La Depressione Post Parto (DPP), invece, insorge generalmente entro la 4^ - 6^ settimana e, comunque entro i primi 6 mesi dal parto, ed è caratterizzata principalmente da umore depresso, perdita di interesse e piacere per quasi tutte le attività quotidiane (compreso l’accudimento del bambino), da disturbi del sonno, mancanza di desiderio sessuale, da costante stanchezza e mancanza di energia, da compromissione dell’appetito. Altri sintomi si possono manifestare in modo specifico e risultano strettamente intrecciati con le condizioni particolari del puerperio e con l’adattamento al nuovo ruolo di madre con possibili sensi di colpa e di inadeguatezza, sensazione di

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Vincere la depressione post-partum: un progetto di aiuto alle donne e alle famiglie

Articolo nel 15 Salute – n. 35 dicembre 2009

Rossana Riolo, Elena Turella, Psichiatre, U.O. Psichiatria di Camposampiero.

Belinda Ciulli, Arianna Dondolato, Psicologhe a contatto specifico presso U.O. Psichiatria di Camposampiero.

Il progetto avviato a febbraio 2009 presso l'Ospedale di Camposampiero dal reparto di Ostetricia e Ginecologia e il Centro Salute Mentale, si delinea come uno studio preliminare per il riconoscimento precoce della depressione post-partum (DPP) e coinvolge tutte le partorienti del nostro nosocomio. La gravidanza è un evento cruciale per la donna e il modo di viverlo è influenzato da fattori psicologici, biologici, sociali ed economici. Durante questo periodo si susseguono una serie di adattamenti di ordine fisico, psichico e pratico di forte impatto sulla gestante, sul partner e sul rapporto con la famiglia d’origine.

La nascita di un figlio, per quanto possa essere molto desiderata e senza complicazioni, può a volte suscitare sentimenti contraddittori: mentre la gravidanza nella sua concezione più romantica è percepita come un momento di sole gioie e speranze, in realtà può essere anche caratterizzata da fragilità psicologiche, ansie, timori e angosce, che spesso possono rimanere latenti o non espresse e che soprattutto si possono accentuare dopo il parto in relazione a difficoltà nel rapporto di dipendenza del neonato.

La più comune delle sindromi del puerperio è il cosiddetto “Maternity Blues”, che coinvolge la maggioranza delle puerpere (circa il 70% -80% ) ed induce una reazione emotiva all’esperienza del parto, non costituendosi però come un disturbo. Questa sindrome parafisiologica transitoria, che trova l'apice sintomatologico tra la terza e quarta giornata e generalmente si risolve entro la prime due settimane dalla nascita del bambino, è caratterizzata da una fluttuazione dell’umore, facile tendenza al pianto, sentimenti di tristezza, a cui si possono associare stanchezza, irritabilità, ansia, mancanza di concentrazione e sensazione di dipendenza. La Maternity blues è provocata da diversi fattori, tra cui principalmente i repentini cambiamenti ormonali con la caduta dopo il parto dei livelli di estrogeni e di progesterone, lo stress psico-fisico legato alla fase del travaglio e del parto e le possibili complicanze fisiche del post-partum.

Nei primi giorni dopo il parto la donna vive forti angosce di separazione, sentimenti di incertezza rispetto alle proprie capacità materne ed una marcata ambivalenza affettiva, che richiedono un valido sostegno coniugale-familiare e un supporto di rete attraverso la condivisione delle esperienze con altre mamme, oltre che una esaustiva informazione su tale fisiologica condizione di adattamento psicofisico della puerpera da parte dei sanitari che l’ hanno accompagnato nella gravidanza e nel parto.

La Depressione Post Parto (DPP), invece, insorge generalmente entro la 4^ - 6^ settimana e, comunque entro i primi 6 mesi dal parto, ed è caratterizzata principalmente da umore depresso, perdita di interesse e piacere per quasi tutte le attività quotidiane (compreso l’accudimento del bambino), da disturbi del sonno, mancanza di desiderio sessuale, da costante stanchezza e mancanza di energia, da compromissione dell’appetito. Altri sintomi si possono manifestare in modo specifico e risultano strettamente intrecciati con le condizioni particolari del puerperio e con l’adattamento al nuovo ruolo di madre con possibili sensi di colpa e di inadeguatezza, sensazione di

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non capire le esigenze del bambino e di non farcela a gestire le responsabilità, eccessive preoccupazioni per la salute propria e del neonato; è spesso presente una generale difficoltà nel prendere decisioni, l'umore è depresso, sono frequenti sentimenti di colpa e perdita di speranza nel futuro associati ad una marcata perdita di interesse o di piacere nel fare le cose.

I dati epidemiologici della letteratura riportano una prevalenza della depressione post-partum (DPP) tra il 10 e il 15%. Se si considera che ogni anno partoriscono in Italia circa un milione di donne si intuisce subito la portata del problema: circa 150 mila soffrono di gravi forme depressive (circa 1.000 invece sono i casi di psicosi puerperale, patologia più grave e complessa).

Numerosi studi mostrano che la DPP viene diagnosticata poco rispetto alla sua incidenza e misconosciuta nella sua gravità. Appare sottovalutata non solo dai medici e dai servizi sanitari ma, anche, dalle donne stesse e dai loro familiari, per cui solo una minima parte accede ad una cura specialistica (meno del 50%). Se non diagnosticata precocemente può sfociare in disturbi psichici più gravi che potrebbero compromettere sia la buona relazione genitoriale che quella di coppia.

Tale sofferenza depressiva, se individuata e trattata precocemente, si risolve completamente permettendo di recuperare il proprio benessere e di ripristinare una buona relazione con il bambino e con il partner.

Lo studio vuole essere quindi un progetto pilota nella ULSS 15 per raccogliere dati epidemiologici e clinici utili alla strutturazione di un servizio continuativo di monitoraggio e supporto psicologico della delicata fase del post-partum, che finora è stata scarsamente sostenuta dai Servizi Sanitari del nostro territorio.

Lo scopo principe dello stesso è quello di valutare la prevalenza delle situazioni a rischio di DPP alla 6a-8a settimana dopo il parto (circa 1.800 donne l'anno, di cui il 20% circa sono migranti) al fine di avviare un percorso di sostegno psicologico-sociale specifico per prevenire quadri clinici depressivi acuti. L'obiettivo clinico prioritario correlato è l'individuazione precoce dei quadri di DPP suscettibili di un trattamento specialistico, per avviare tempestivamente un programma integrato di cure e di supporto per la donna, il bambino e la famiglia.

L'esito dello screening, le cui valutazioni sulle partorienti di 9 mesi saranno concluse e disponibili come dati statistici a fine anno, permetterebbe al Dipartimento Salute Mentale di estendere a tutto il territorio della nostra ULSS, in collaborazione con i reparti di Ostetricia e Ginecologia, un percorso di miglioramento di prestazioni sanitarie a favore della salute psico-fisica della donna nella condizione naturale, ma emotivamente delicata, della gravidanza e della fase postnatale. Il progetto prevede alla 6a-8a settimana dopo il parto per tutte le donne che partoriscono presso l’ospedale di Camposampiero un breve colloquio individuale psicologico e l'autosomministrazione di tre questionari, atti all'individuazione del quadro emotivo-familiare-relazionale della donna. Per le neomamme straniere ci si è avvalsi della fondamentale collaborazione del servizio di mediazione culturale sia per la traduzione del materiale informativo nella lingua madre sia per la valida esecuzione dei colloqui clinici. A supporto delle madri, che hanno manifestato una difficoltà di adattamento al nuovo ruolo genitoriale e al nuovo assetto familiare, a partire da ottobre 2009, è stato predisposto un gruppo di ascolto e sostegno, condotto dalle psicologhe del progetto. In caso si evidenzino particolari situazioni di sofferenza emotiva e affettiva, il progetto prevede colloqui di approfondimento clinico-psichiatrico presso il CSM del P.O. di Camposampiero, ad opera di due psichiatre dedicate del servizio, per valutare le eventuali necessità di un trattamento specialistico. Finora, nei primi 6 mesi dello studio, si sono evidenziati alcuni limiti nell'esecuzione dello screening soprattutto correlati ad una scarsa aderenza delle donne al colloquio psicologico; si rende quindi necessario un approfondimento di tale difficoltà di adesione nell'ambito di una riflessione più generale sui bisogni delle neomamme che coinvolga sia la medicina territoriale (ginecologi, medici di base, pediatri, corsi pre-parto ecc.) che la collettività.. Appare fondamentale, quindi, una maggiore sensibilizzazione della rete sociale e familiare delle

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puerpere per ridurre sia il timore dello stigma nell'espressione di un qualsiasi disagio psicologico delle donne, sia nella richiesta-accettazione di un aiuto specialistico. Timori, paure e resistenze che potrebbero essere contenute e ridimensionate da una più ampia divulgazione delle informazioni inerenti al parto e al post-partum, ai relativi cambiamenti psicologici, fisiologici (soprattutto nelle prime settimane) e sociali che ne conseguono, e da una maggiore condivisione di tali importanti modificazioni con il partner non solo nelle fasi del parto ma soprattutto del post-partum e dei primi mesi di vita del neonato.

Le linee guida raccomandano di curare la DPP e di prevenire eventuali situazioni di crisi acuta lavorando preventivamente sul sistema relazionale della donna a rischio; la scelta dei trattamenti di provata efficacia, psicofarmacologico e psicoterapico, andrebbe fatta tenendo conto la gravità del quadro sintomatologico e le preferenze del soggetto, combinando possibilmente più trattamenti.