Ville Venete e la Scuola del Palladio

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Tesina di Mattia Baldan A.S 2009/2010 I.P.C. Musatti 5b

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Tesina di Mattia BaldanA.S 2009/2010I.P.C. Musatti

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IndiceAndrea PalladioVille del PalladioVille VeneteVilla Valmarana e Villa WidmannVilla Foscarini Rossi

La Villa Pisani “Nazionale”:La sua storiaLa VillaDogi, Re ed ImperatoriLabyrinthIl BurchielloBibliografia

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Le Ville Venete del Palladio, la Riviera del Brenta

ed il Burchiello

Mattia Baldan, Classe V B

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Ville Venete e la scuola del PALLADIO

Villa Valmarana – La Rotonda Villa Pisani “Nazionale”

Villa Contarini Villa Foscari “La Malcontenta”

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Le ville venete testimoniano un’epoca di ricchezza e benessere, e insieme un ritorno delle famiglie patrizie alla campagna, nei momenti di crisi del commercio, per consolidare il patrimonio con la rendita fondiaria. A progettare queste mirabili costruzioni, che immediatamente assunsero a simbolo della ricchezza e della potenza dei proprietari, furono chiamati gli architetti più importanti, Andra Palladio fu il primo tra tutti. Egli firmò le più superbe dimore, simbolicamente unite al territorio e sfarzosamente decorate, segno tangibile della famiglia committente.

VILLE VENETE

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Andrea Palladio nasce a Padova nel 1508 da una famiglia di umili origini. A 13 anni iniziò l'apprendistato di scalpellino a Padova presso Bartolomeo Cavazza per poi trasferirsi assieme al maestro a Vicenza nel 1523.

Andrea iniziò un po’ alla volta a progettare ville lungo la riviera e non, finche divenne il più importante architetto della Repubblica di Venezia. Tra il 1535 e il 1538 avviene l'incontro fondamentale con il nobile vicentino Giangiorgio Trissino che cambierà radicalmente la sua attività. Andrea conosce Trissino mentre lavora nel cantiere della sua villa suburbana di Cricoli. Giangiorgio Trissino, poeta e umanista, lo prenderà sotto la sua protezione. Sarà lui a conferirgli l'aulico soprannome di Palladio, lo guiderà nella sua formazione culturale e allo studio della cultura classica, conducendolo più volte a Roma. In questi anni Palladio realizza le sue prime opere significative, fra cui la villa di Gerolamo Godi a Lonedo di Lugo Vicentino.

ANDREA PALLADIO

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LO STILE PALLADIANOIl Palladio si ispirò alla villa porticata tardoromana, infatti molto importante per lui è il rispetto delle proporzioni matematiche degli ornamenti che caratterizzano l’architettura romana e che successivamente, nel XVI secolo, furono ripresi nell’architettura rinascimentale.

Quel modello, di volta in volta modificato o ripreso, divenne il punto di partenza anche per gli architetti posteriori, da Sansovino e Sanmicheli a Falconetto. Le ville sorsero per lo più lungo il corso dei fiumi e dei canali che da Venezia conducevano alla terraferma. Ecco allora che il Brenta, il Canal Bianco, il Sile ancora oggi offrono lo spunto per un viaggio in barca a ritroso nel tempo, per ammirare la sontuosa bellezza della dolce vita veneziana.

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Villa Valmarana “La Rotonda”

È forse la villa palladiana più famosa ubicata a Vicenza. L’architetto la progettò nel 1567 ma l’edificio fu terminato dopo la sua morte dallo Scamozzi. In questo edificio si esemplifica l’idea palladiana d modelli e principi classici, e nell’intenzione dell’artista la cupola doveva rifarsi a quella del Pantheon. La facciata è dotata di un pronao e la pianta quadrata è centrata su una sala circolare su cui si imperniano quattro logge in stile ionico.

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Villa ContariniA Piazzola sul Brenta (Padova) è probabilmente la dimora veneta del XVI secolo di maggiori dimensioni, il cui progetto sarebbe stato firmato da Palladio. Suggestiva la piazza semicircolare davanti alla villa e tutto il suo apparato decorativo, tipicamente barocco.

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Villa Foscari “La Malcontenta”

Villa Foscari detta La Malcontenta è una villa veneta costruita da Andrea Palladio nel 1559 a Malcontenta, località in prossimità di Mira, lungo il Naviglio del Brenta, per i fratelli Nicolò e Alvise Foscari. La villa sorge su un alto basamento, che separa il piano nobile dal suolo umido e conferisce magnificenza all’edificio, sollevato su un podio come un tempio antico. Nella villa convivono motivi derivanti dalla tradizione edilizia lagunare e insieme dall’architettura antica: come a Venezia la facciata principale è rivolta verso l’acqua, ma il pronao ionico e le grandi scalinate hanno a modello il tempietto alle foci del Clitumno.

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Altre ville della Riviera de BrentaVilla Valmarana

Villa Widmann – Foscari

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Villa Widmann-FoscariRealizzata durante il Settecento (Tirali), questa magnifica villa ha visto ospiti illustri (Goldoni, Stavinski, D'Annunzio...).

Un grazioso Giardino immerso in una lussureggiante vegetazioneè popolato da dei, ninfee e amorini. Riccamente decorato il Salone delle Feste, ove si possono ammirare stupendi affreschi.

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Villa Barchessa Valmarana

In una delle anse più suggestive e scenografiche del Brenta si erge il complesso architettonico di villa Valmarana, oggi purtroppo privo del cinquecentesco corpo padronale della villa abbattuta nei

primi anni del '900.

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Altre ville della Riviera de BrentaVilla Foscarini Rossi

Villa Pisani “La Nazionale”

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Villa Foscarini RossiFra le ville da non perdere, merita una visita anche questa, a Stra, in provincia di Venezia. Edificata da un architetto ignoto alla metà del XVI secolo, vanta una splendida facciata dove si riscontrano comunque echi palladiani, soprattutto nel pronao.

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Villa Pisani “Nazionale”Fu realizzata dall’architetto Francesco Maria Preti e richiama per concezione la residenza reale francese di Versailles e si trova a Stra. Imponente e sfarzosa, presenta anche una curiosità assolutamente da vedere: un labirinto, caratteristico dei giardini all’italiana, situato nel parco. La villa fu acquistata da Napoleone e successivamente dagli Asburgo.

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Villa Pisani, detta anche la Nazionale, è uno dei più celebri esempi di villa veneta, sorge a Stra, in provincia di Venezia e si affaccia sul Naviglio del Brenta dove sono custoditi meravigliosi tesori veneziani.

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Villa Pisani “Nazionale” La sua storia

Villa Pisani rappresenta l'apice dell'architettura settecentesca nella quale il fasto del barocco si coniuga all'armonia della classicità al pari delle grandi regge europee come Versailles o Caserta. La costruzione del corpo centrale ebbe inizio nel 1720 su progetto di Gerolamo Frigimelica e su commissione dei nobili Alvise e Almorò Pisani. Alla morte del Frigimelica, il compito di edificare il grandioso complesso fu affidato a Francesco Maria Preti, giovane architetto al quale si deve la veste attuale della villa. All'interno, la maggior parte delle 114 stanze, nelle quali si conserva l'arredamento originario, è riccamente decorata con statue, stucchi ed affreschi commissionati ai grandi maestri dell'epoca come: Giambattista Tiepolo e il figlio Giandomenico, Jacopo Guarana, Jacopo Amigoni, Andrea Urbani, Andrea Brustolon, Andrea Celesti, Gaspare Diziani e molti altri.

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Troneggia su tutti il nome di Gian Battista Tiepolo che , nel salone da ballo, tra il 1760 ed il 1762 realizzò, assieme al quadraturista Giovanni Mengozzi Colonna, suo insostituibile collaboratore, uno dei capolavori del Settecento veneziano, la Gloria della Famiglia Pisani. L'immenso parco costituisce un mondo autonomo caratterizzato da gruppi scultorei e numerose, suggestive costruzioni: la caffé-house, l'esedra, la collinetta archeologica, la ghiacciaia, la limonaia e le scuderie che doppiano simmetricamente il corpo centrale. La villa nella sua lunga storia ha ospitato personaggi storici molto noti, da Napoleone, che ne divenne proprietario nel 1807 a Mussolini e Hitler che qui si incontrarono per la prima volta nel 1934. Qui Gabriele D'Annunzio si ispirò per la scena del labirinto descritta nel suo romanzo Il Fuoco.

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La villa La visita alla villa si snoda lungo l'intero piano nobile,

una trentina di sale che conservano affreschi, dipinti e arredi originali, caso rarissimo per una dimora storica.La vita in villa, luogo per eccellenza di "gioco grosso, tavola aperta, balli e spettacoli" (Goldoni) ha il suo specchio nella decorazione di un cospicuo gruppo di sale settecentesche: la sala del trionfo di Bacco, celebrazione del dio del vino e della musica; la sala della villeggiatura, che dà un'interpretazione arguta dei rapporti tra dame e cavalieri nel secolo di Casanova; la sala delle arti e molte altre ancora. Il culmine dello sfarzo è raggiunto nella sala da ballo, posta al centro dell'edificio. Giambattista Tiepolo, massimo esponente della pittura rococò in Italia, vi affrescò, sul soffitto, la Gloria della famiglia Pisani, luminosa composizione allegorica in cui le figure, adagiate morbidamente su nuvole rosate, sembrano librarsi sullo sfondo di un infinito cielo sereno.

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Un capolavoro salvo per miracolo, dal momento che ai primi dell'Ottocento stava per essere eliminato, nell'ambito del grandioso progetto di ammodernamento della villa voluto da Napoleone e dal figliastro Eugenio di Beauharnais, nuovi proprietari del complesso. Vennero invece effettivamente realizzati due appartamenti in stile neoclassico che si trovano sul fronte Brenta, alle estremità della facciata.

Di particolare interesse è l'appartamento napoleonico, ricco di tesori: il grandioso letto a baldacchino sormontato dall'iniziale dell'imperatore; gli splendidi comò opera dell'intarsiatore lombardo Maggiolini, prediletto dalle corti europee; gli affreschi di soggetto mitologico di Giovanni Carlo Bevilacqua; i preziosi mobili in stile impero realizzati appositamente per villa Pisani.

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La maestosa villa dei nobili Pisani si affaccia sulla Riviera del Brenta, ideale continuazione in terraferma del Canal Grande veneziano. Dopo aver ospitato nelle sue 114 stanze dogi, re e imperatori, oggi è un museo nazionale che conserva opere d'arte e arredi del Settecento e dell'Ottocento, tra cui il capolavoro di Giambattista Tiepolo Gloria della famiglia Pisani, affrescato sul soffitto della sala da ballo.

"Passo non si faceva senza trovar nuovo spettacolo e nuova meraviglia", diceva del giardino di villa Pisani un entusiasta visitatore ottocentesco. E ieri come oggi il parco incanta per le scenografiche viste, le originali architetture, il famoso labirinto, la preziosa raccolta di agrumi e le serre di piante e fiori, "tutto quello che può ricreare la vista e soddisfare il gusto", come vantava Almorò Pisani.

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Dogi, Re ed ImperatoriI Pisani di Santo Stefano, cui si deve la costruzione della villa, costituivano un importante ramo del casato Pisani, antica famiglia patrizia veneziana. Arricchitisi enormemente nel corso del Trecento grazie ai traffici commerciali e alle rendite immobiliari, nel Quattrocento divennero proprietari di un ampio feudo nella bassa padovana e nello stesso giro d'anni intrapresero anche la costruzione del grande palazzo veneziano di Campo Santo Stefano (l'attuale conservatorio "Benedetto Marcello"), che giunse a termine solo nel Settecento. E fu proprio quest'ultimo il secolo d'oro della famiglia, che arrivò a ricoprire le più alte cariche della Repubblica di Venezia: Andrea Pisani (1662 - 1718) riportò importanti vittorie sui Turchi come capitano generale da mar, capo supremo della flotta, mentre il fratello Alvise (1664 - 1741) fu ambasciatore alla corte del Re Sole, padrino di uno dei suoi figli, e venne poi eletto doge (1735), supremo coronamento dell'ascesa politica della famiglia.  

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Ma la decadenza era già alle porte: il crollo della Repubblica (1797) prima, il vizio del gioco poi spinsero i Pisani a indebitarsi rovinosamente. Fu per questo che si trovarono costretti a vendere la villa a Napoleone l'11 gennaio 1807, per 1.901.000 di lire venete. Il Bonaparte era diventato re d'Italia nel 1805 e la carica di vicerè era stata concessa al figliastro Eugenio di Beauharnais, cui spettò anche la villa.Eugenio, raffinato mecenate, commissionò una serie di lavori di ammodernamento che cambiarono l'aspetto di molte sale della villa e del parco. Ma già nel 1814 le sorti dell'Europa, decise a Waterloo, portarono a villa Pisani la famiglia imperiale asburgica, ora divenuta signora del regno Lombardo - Veneto.La villa divenne così luogo di villeggiatura prediletto dall'imperatrice d'Austria Marianna Carolina e ospitò l'intero gotha dell'aristocrazia europea, dal re di Spagna Carlo IV (1815) allo zar di Russia Alessandro I (1822), dal re di Napoli Ferdinando II (1837) al re di Grecia Ottone (1837) e molti altri. La brillante atmosfera di vita di corte ebbe termine nel 1866, quando il Veneto venne annesso al regno d'Italia. La villa non entrò a far parte dei beni della corona di casa Savoia ma divenne invece proprietà di stato, perdendo così la sua funzione di rappresentanza. Non più abitata, restò tuttavia meta di visita di personaggi quali Wagner, D'Annunzio (che ambientò una scena fondamentale del suo romanzo Il Fuoco proprio a Villa Pisani), Mussolini e Hitler(il cui primo incontro ufficiale avvenne qui, nel 1934), Pierpaolo Pasolini (che girò nelle sale della villa e nel parco un episodio del suo film Porcile).

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Il parco di Villa Pisani è vincitore del parco più bello d’Italia 2008.

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Il parco occupa un’ansa del Brenta di quasi dieci ettari di superficie e con un perimetro di 1500 metri, completamente cintato da un muro a finto bugnato, in cui si aprono una serie di finestre e due grandi portali.La parte riguardante le architetture è rimasta immutata nel tempo, mentre quella riguardante il giardino ha subito più volte delle trasformazioni. La villa famosa soprattutto per il parco, nel quale appaiono fantasie architettoniche di fontane, cancellate, di portali e di inesauribili trovate come il celebre labirinto.

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Nonostante lo sviluppo attuale della vegetazione, l’impianto geometrico settecentesco è ancora evidente.Il parco, infatti, viene considerato “la Versailles del Brenta” sia per la sua estensione, sia per le norme classiche di regolarità, simmetria e geometria che lo distinguono. In alcuni settori del parco

i tigli, i platani, i faggi e i caprini vengono lasciati crescere liberamente e sono sistemati con armonia con le numerose statue, secondo la nuova moda ottocentesca del giardino all’inglese.

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Il settore maggiormente decorato è l’ala est, dove si trovano il labirinto, la galleria di glicini, la casa del giardiniere, l’esedra e, su una collinetta, una piccola depandance, denominata oggi la Coffe House; ma l’edificio più scenografico è la scuderia.

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It is another symbolic element that needs to be placed among the top achievements in the villa, originally conceived as circular and inspired by the goddess Minerva, for a ritual gathering of wisdom.It consists of a set of landscapes so arranged as to make it difficult capriciously intersect the horizon, often formed by hedges and used as a decorative element of parks and gardens

Originally, the labyrinth was not explained as a simple enrichment of the ornamental garden, but had a magical significance and symbolic allusion in search of itself as an adventure during which you could get lost: also represents the ultimate expression of the Government of 'man over nature.It was present in France in the late Middle Ages in Italy but there will only since 1550 and 1650 assuming a type called "Labyrinth of Love", which is that of Stra

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Il BurchielloIl Burchiello naviga lungo la Riviera del Brenta con partenza da Padova o da Venezia a giorni alterni. L'escursione presenta un elevato valore storico, culturale, artistico ed ambientale. Lungo il naviglio si possono ammirare oltre cinquanta ville o meglio residenze estive della Nobiltà Veneziana.

Lungo il percorso, Il Burchiello sosta in alcune delle più belle ed importanti ville: Villa Pisani, Barchessa Valmarana o Villa Widmann e Villa Foscari conosciuta come la "Malcontenta".

                 

                

 

                

 

                

 

                 

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Bibliografia

Baldan, Studio storico ambientale artistico della Riviera del Brenta, 1995E. Bassi, Ville della Provincia di Venezia, 1987AA. VV. La storia in villa, 2001www.Wikipedia.it