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L’ACQUA NEI GIARDINI DELLE VILLE VENETE
Anno Internazionale dell’Acqua
Cittadella, settembre 2003
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INDICE
Introduzione……………………………………………………………………………………………………………..pag. 04
I) Il percorso storico di un materiale di costruzione del giardino………..…………………..……………….pag. 04
1) L'uso artistico-simbolico dell’acqua nel giardino geometrico …….................................................pag. 05
1.1) Elementi del giardino razionale
1.2) Elementi del giardino formale
1.3) Rapporto della villa con l’acqua come emergenza naturale
2) L’uso artistico-simbolico dell’acqua nel giardino naturalistico..........………………………………….pag. 09
3) Ville e acqua: casi esemplari………..……………………………………………………………………pag. 09
4) Il giardino veneto………………………………………………………………………………………...…pag. 10
II) La storia materiale dell’acqua in terra veneta………………………………………………………...............pag. 12
1) L’impresa veneziana nell’entroterra veneto dalla fine del XV secolo…………………………............. p. 08
1.1) La sicurezza idraulica
1.2) La coltivazione della pianura
III) Elenco per aree geografiche delle ville venete interessanti per l’uso dell’acqua…………………..….pag. 13
1) Giardino razionale e formale……………………………………………………….……………………pag. 13
Colli Euganei e Canale Battaglia
Marca Trevigiana e Bretella
La riviera del Brenta
Le valli vicentine
Le rogge dell’alta pianura
2) Giardino paesaggistico……………………………………………………………….………………...pag. 19
Marca Trevigiana e Brentella trevigiana
Bassa pianura padovana
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IV) Altre civiltà dell’acqua…………………………………………….………………………..……..…..…………….pag. 19
1) Oriente……………………………………………………………………………………….……………….pag. 19
V) Uso dell’acqua nei giardini e nei parchi contemporanei…………………….……………………………. pag. 20
VI) Bibliografia ……………………………………………………………………..………………….………………..pag. 21
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Introduzione
Questi appunti sono la sintesi di diversi apporti bibliografici e alcune considerazioni personali maturate
durante la ricerca. Il punto di vista dominante è quello del paesaggista e non quello dello storico, sia per l’analisi
delle forme prodotte dall’arte dei giardini, che per quelle prodotte dalle tecniche di bonifica, regimazione e
sfruttamento dell’acqua. E’ chiaro quindi l’intento di leggere i repertori formali in vista di una loro possibile
attualizzazione nel progetto contemporaneo. In questa direzione vanno lette anche le attribuzioni di qualità poetiche
all’acqua riscontrabili nel testo, collegate alle originali intuizioni sull’immaginazione materiale compiute da Gaston
Bachelard. L’intento non è quello di aggiungere nuove interpretazioni alla lettura di materiali ampiamente noti,
quanto di stimolare sguardi e ascolti capaci di cogliere fresche e rigeneranti sensazioni.
I. Il percorso storico di un materiale di costruzione del giardino
La notevole duttilità del materiale, capace di muoversi liberamente sotto la spinta delle forze di gravità e di
pressione idraulica, così come di assumere la forma dei contenitori che lo ricevono, rendono molto articolato lo
studio dell’utilizzo storico dell’acqua nella costruzione dei giardini. Essa passa dal dare contenuto a semplici forme
geometriche, a grandiosa presenza scenografica, fino a diventare momento d’organicità del progetto. Semplificando
tuttavia per ragioni di studio, diremo che abbiamo a che fare con quattro essenziali tipologie: acqua statica e
acqua dinamica, in contenitori naturalistici e contenitori architettonici. L’acqua è perciò impiegata da
entrambe le tradizioni dell’arte dei giardini, quella geometrica e quella naturalistica.
- Giardino geometrico: prospettiva, idealizzazione della distanza, euforia del punto prospettico
all’infinito. Linee di luce e uccelli. Chiarezza, luce, giorno. Le Notre. Prima giardino come estensione
della casa, poi giardino come struttura autonoma.
- Giardino naturalistico: l’isola di Rousseau, la natura inattingibile, il paradiso e l’altro mondo in
un'unica cosa. Tramonto e crepuscolo, nebbiose atmosfere di canne e gigli d’acqua. La linea curva
come linea di bellezza, le grotte, i boschetti impenetrabili. Dalla Natura alla casa.
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1) L'uso artistico-simbolico dell’acqua nel giardino geometrico
1.1) Elementi del giardino razionale (principi compositivi e figure legate all’acqua)
- Le stanze all'aperto, dapprima semplicemente addizionate, vengono organizzate secondo un asse
principale (portone d'ingresso-villa-estremità del giardino) intersecato da assi secondari (assi polari
con estremità ben definite, bacino d'acqua, belvedere, grotte, gruppo di sculture; gradienti di chiaro-
scuro, luce-ombra). Gli assi non sono omogenei, ma trattati con sequenze codificate: residenza –
parterre - bosco, ninfeo – grotta – cascata – canale - vasca riflettente, casa - giardino segreto –
terrazza - panorama;
- Integrazione scenica del paesaggio circostante. La composizione di questi assi avviene mirando ad
un equilibrio prospettico, gestendo nel modo migliore il punto finale degli assi, guidando l'occhio
attraverso teorie di oggetti, linee direzionali, verso il paesaggio. La progressione a terra è resa più
interessante con vari mezzi architettonici, come il raddoppiamento delle scale perpendicolari all'asse o i
continui cambi di livello. La costruzione prospettica avvantaggia un punto di vista coincidente con il
portone d'ingresso o la loggia al piano superiore. E’ il risultato della "scoperta della vista"
rinascimentale, il modo in cui è realizzata l’integrazione scenica. La scoperta della posizione fissa
dell'esperienza visiva, in altre parole della prospettiva, costringe lo spettatore ad una visione periferica,
spassionata e distaccata;
- L’acqua è presente in varie tipologie, con un ruolo differente nella composizione, ma sempre capace
di aggiungere organicità, nel senso d’essere elemento di fusione fra natura ed arte.
- acqua come elemento statico (quarto/i di parterre) a forma di rettangolo o cerchio (libero o con
il motivo dell'isolotto: a superficie riflettente o riempita di ninfee e pesci). Il giardino nell'acqua
(isola-giardino, parterre con isola, edificio nell'isola). Parterre d’acqua, vasche e peschiere.
Poesia dell’acqua riflettente (il cielo, l’architettura, l’osservatore);
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- acqua come elemento dinamico (poesia dell’acqua gioiosa):
a. esce da forme plastiche raggruppate in nicchie semicircolari ricoperte di muschi
e felci e si riversa in una vasca. Questa struttura a nicchie più o meno articolata
in profondità prende il nome di Ninfeo. L'acqua vi arriva deviata da un
fiumicciatolo locale attraverso condotte di piombo;
b. esce da una fontana di bella forma con getto d'acqua verticale. Getti verticali;
c. assume la forma della cascata, a gradi, fiancheggiata da una scala;
d. è presente nei giochi d'acqua, acqua-folie più che strutturale, moda dei giardini
barocchi ma tuttora ripresa nei parchi contemporanei.
- Le sculture ornamentali. Il giardino all'italiana è stato definito un museo archeologico all'aperto,
perché si esponevano le sculture rinvenute negli scavi delle antiche ville romane. I temi dapprima
riguardavano la mitologia greco-romana della natura, successivamente, nel periodo barocco, attinsero
soggetti dalla vita di corte (ballerine danzanti, nani e buffoni). Impieghi ai fini della composizione
architettonica: centri di parterre, finali d’assi, elementi di ritmo di muri e siepi, guardiani agli ingressi.
Guidano lo sguardo e articolano lo spazio architettonico. Forte effetto chiaro-scurale delle statue di
pietra chiare su sfondi scuri. Notevoli i rapporti acqua-scultura, con divinità fluviali, marine, animali,
accanto ad anfore sgorganti acqua, mascheroni zampillanti;
- La grotta, contrappunto dei belvedere, aveva affascinanti significati legati all'alchimia e al loro antico
simbolismo cultuale e mitologico:
a. grotta a nicchia su muri di sostegno e recinzione in connessione con una scalinata, ospita
zampilli d'acqua o cascate;
b. grotte a sala a pianta regolare con facciata architettonica di finestre e portali, tutte artificiali
costruite in ambienti naturali confacenti, ombrosi, alle pendici di colline.
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L’acqua nel giardino rinascimentale è controllata:
- è un elemento della composizione architettonica, ancorata alla costruzione geometrica per
parti;
- esprime i temi dell’origine e della metamorfosi;
- nelle vasche rinascimentali e poi barocche la contemplazione della profondità non è necessaria
(le vasche-specchio del paesaggista contemporaneo Ermanno Casasco hanno il fondo nero,
oppure se il fondo visibile è visibile è ricoperto di ghiaie), può assumere aspetti di acqua
malinconica “pesante”;
- l’uso di ninfee o altro materiale vegetale fa in parte venir meno la riflessione. L’acqua diventa
placida, pacata, conclude itinerari di metamorfosi, segnando il trionfo della cultura (parterre-
peschiera) sulla natura.
1.2) Elementi del giardino formale (principi compositivi e figure legate all’acqua)
- Nel giardino formale un’asse predomina e comincia ad assumere dimensioni tali da non essere
più un’estensione della casa, un suo prolungamento, ma una struttura autonoma, tesa a
ricercare l’effetto del punto di vista verso l’infinito. Da un lato il palazzo, dall’altro il
paesaggio catturato da questa struttura telescopica.
- Il giardino barocco non insegna, seduce. Non è messa in atto di un programma educativo
simbolico, da apprezzare con l’otium intellettuale, come avveniva nel Rinascimento. Si tratta di
un superamento sensuale-orgiastico-estatico. Tutto diviene scenografico. L’estasi è lo scopo
delle grandiose feste che si svolgono negli allestimenti degli spazi-giardino, e si raddoppia nello
“sconfinamento” verso l’illimitato visuale. Solo questi sconfinamenti verso altrettanti infiniti
“tengono” precariamente uniti gli elementi contraddittori del giardino barocco: da un lato la
ricerca di un rapporto empatico con la natura, da esperire con corpo e anima, dall’altro la
creazione in realtà di un secondo universo artistico di tipo teatrale tutto artificiale, luogo per la
celebrazione di effimeri eventi mondani. Lo spettatore barocco si trova in mezzo alle meraviglie,
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in un’altra dimensione, quella dell’Inatteso, dell’Altro, estasiato nell’infinito dell’orgia celebrativa,
lo stesso infinito che la natura gli offre come vista sconfinata;
- Figure d’acqua
a. Assi d’acqua, nei quali le nebbie che si alzano dai grandi bacini contribuisce all’effetto
di scomparsa del punto di fuga all’infinito;
b. Catene d’acqua
c. Teatri d’acqua (con ripresa dei topoi dell’iconografia idrologica del Rinascimento,
ninfe,dei fluviali, grotte, ma inserendoli nel generale spettacolo delle feste d’acqua).
Estasi e riflessione. Quanto è ingenuo lo spettatore barocco? E’ uno spettatore
insicuro, sul quale incombe la tragedia di una vita rischiosa, di cui saper approfittare;
d. Cascate
e. Giochi e scherzi d’acqua
f. Canali
g. Automi
L’acqua esaltata domina il giardino barocco
- nella sua forma dinamica simboleggia il movimento che si attua nei parterre o nei flussi di
visitatori (metamorfosi)
- come sorgente simboleggia l’origine e riversandosi dona freschezza e gaiezza (inesauribilità)
- come raddoppiamento, come specchio riflette in infinite magiche rifrazioni la bellezza delle
architetture e della natura-cosmo
1.3) Rapporto con l’acqua come emergenza naturale
La villa come complesso unitario (casa – pertinenze – giardino - territorio circostante) si appropria, con rapporti
visuali o spazialmente coordinati, di quegli elementi del sito che lo caratterizzano come emergente e che lo
hanno fatto scegliere come luogo ideale di edificazione. Si verificano due tipi di rapporti:
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- rapporto diretto, la villa cerca il corso d'acqua e lo attraversa. Il ponte può essere importante.
(Poggio a Caiano)
- rapporto visivo indiretto: la villa si posiziona in modo da godere della vista sul corso d'acqua
(Villa La Rotonda, Ville della Riviera del Brenta)
2) L’uso artistico-simbolico dell’acqua nel giardino naturalistico
I richiami fondamentali sono alla tradizione inglese, specialmente nel suo culmine stilistico nei parchi di
Lancelot “Capability” Brown. Individuazione degli elementi d’acqua più frequenti: laghi dal contorno irregolare,
corsi d’acqua immissari ed emissari, il ponte, l’isola. Cosmicità dei giardini naturalistici con laghi che radunano
un paesaggio attorno a sé stessi.
Acqua nel giardino paesaggistico
- un’acqua della riflessione, lenta, calma. La natura si riflette come un acquerello. Monet. Un’
acqua che riflette una natura cosmica primigenia. Grandi laghi di cui non s’intuisce la forma
completa da nessun punto, grazie anche alle isole ben disposte;
- un’acqua della profondità, pur nascosta. Si guarda anche alla profondità, ad una vita della
profondità. La reverie della flora acquatica, un vero esotismo.
- il tema dell’isola come archetipo di un “altrove”
- il tema del ponticello romantico
3) Ville e acqua: casi esemplari
- I giardini ispano-moreschi (l’Alhambra e il Generalife, altri giardini a Granada; 1000-1300).
Parterre quadripartiti con fontana al centro, vasche allungate;
- Villa Gamberaia – principessa Ghyka parterre d’acqua aggiunto a fine Ottocento su impianto di
gusto rinascimentale toscano – 1610 – Settignano (Firenze) (carattere raccolto e intimo,
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vocazione produttiva agricola oltre che contemplativa, giardino pulito formalmente, senza
eccessi stilistici, a misura di sguardo);
- Reggia di Caserta – Arch. L. Vanvitelli – 1752;
- Villa imperiale di Katsura, in Giappone, a Kyoto – XVII secolo;
4) Il giardino veneto
- Quattrocento. Domus cum horto delle isole veneziane (Murano e Giudecca) e dei primi
possedimenti veneziani in entroterra. Hortus (artificiale, esterna, dimensione di natura ornata
da sapienza botanica e architettonica) è integrazione scenica degli esterni con il palazzo,
necessario come polo complementare dei suoi interni, con i mezzi del porticato al piano terra,
la loggia al piano nobile, l’asse prospettico che innestava gli episodi negli esterni.
- Cinquecento: l’impresa veneziana in entroterra. Si diffondono alla fine del XV secolo grandiosi
complessi dominicali legati al possesso di quella parte di territorio da parte di un nobile
veneziano. Questi seguono generalmente regole insediative già presenti da secoli: lungo
antiche vie romane, lungo le vie d’acqua tradizionalmente usate per il trasporto (Brenta,
Bacchiglione, Canale della Battaglia, Adige e canali minori); sfruttano basi insediative di antichi
castelli medievali, torri d’avvistamento e castellieri. Fase funzionale dell’insediamento (casa
dominicale veneziana + adiacenze: rustici e barchesse + giardino-brolo). I primi giardini
nascono a ridosso delle case, come hortus conclusus. E’ un giardino-brolo con colture da fiore
mescolate ad alberi a spalliera lungo i lati. Fase di uso a villeggiatura dello stesso nei siti più
interessanti (nasce il giardino di rappresentanza). Successivamente l’aspetto di rappresentanza
della potenza della casata produce l’ampliamento delle dimore e dei giardini. Emergono le ville
palladiane (giardino come mediazione-rinvio alla campagna coltivata). Si assiste alla
realizzazione di grandiosi “stradoni” di accesso alle ville che collegavano le ville alle vie di
comunicazione, organizzando la disposizione dei campi, dei canali e delle case coloniche in
adiacenza (Villa Barbaro, Villa Emo). La costruzione assiale inanellava una sequenza di spazi
a partire dal punto di approdo/accesso fino al salone centrale proseguendo nella campagna o
nel bosco. Nelle zone collinari il tema si può disporre in terrazze belvedere, o in percorsi
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ascendenti/discendenti. Il giardino investe porzioni di territorio con tutti gli elementi di cui si
compone (Villa Valsanzibio). Non mancano anche giardini colti più raccolti in ambiti cittadini,
con elementi formali di epoche precedenti, es. il labirinto (Giardino Giusti a Verona) e
sperimentazione di nuove specie botaniche. Rispetto al Quattrocento, si registra un aumento
degli elementi plastici, e un uso dell’acqua sia a scopi irrigui che a scopi di diletto. Le ville
sfruttano l’acqua naturale, come canali, sorgenti, ecc. (Valsanzibio, Villa Barbaro, Villa
Revedin-Bolasco). Non basta averla vicina, con essa si può ricavare un di più di racconto, di
immaginazione. Il giardino veneto conserva nel Cinquecento una sua peculiarità:
a. sviluppato in piano o su breve declivio rimane in dialettica costante con le svariate
funzioni della dimensione architettonica, cui si aggancia.
b. quadrangolare e individuabile a colpo d’occhio, conserva misura e regola nelle
dimensioni
c. esso presuppone un accordo, un’apertura e un rinvio, una relazione con un’area più
vasta di controllo, gli orizzonti della bonifica e dell’agricoltura, indirizzati e controllati
dai canali ottici degli archi e delle cancellate verso gli stradoni di pioppi cipressini;
d. è un giardino sobrio, assenza di inganni di metafisiche allegorie.
Nel Seicento e Settecento si registrano omologazioni e prestiti da altre regioni, pur
conservandosi l’esigenza dell’integrazione scenica con l’edificio. Verso fine Settecento e dopo
la caduta della Repubblica appaiono giardini improntati al gusto inglese (rimangono
frammenti raramente esperibili nell’integrità originaria)
II. La storia materiale dell’acqua in terra veneta
Sulla varietà degli ambienti naturali l’uomo imponeva le sue regole di:
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- transito (strade romane, fiumi navigabili)
- insediamento (in vicinanza a vie di comunicazione, su posizioni dominanti sulla proprietà, con attenzione
alla salubrità del sito e all’amenità della posizione. Privilegio della vicinanza a fiumi o acque correnti con fini
utilitaristici, estetici e salutistici, suggerita da Alberti e Palladio. Giardini e teatri d’acqua)
- sicurezza idraulica (regimazione dei fiumi, deviazione di fiumi dalla Laguna, derivazione di canali,
bonifica)
- coltivazione (centuriazione, irrigazione, impianti vegetali specializzati, introduzione di colture dall’America)
- sfruttamento energetico (mulini, magli, folli da panni)
1) L’impresa veneziana nell’entroterra veneto dalla fine del XV secolo
Date importanti:
- sconfitta nella battaglia di Agnadello (1505) con la Lega di Cambrai
- presa di Constantinopoli da parte dell’Impero Ottomano (1453). Fine dei traffici nel Mediterraneo e necessità
di nuove rotte
- scoperta dell’America (1492)
Vedi come introduzione la parte del Cinquecento del giardino veneto.
1.1) La sicurezza idraulica
Il Brenta nel cuore degli assetti territoriali ed economici della Repubblica di Venezia. Il dibattito sul pericolo
d’interramento della Laguna si affianca alla problematica dell’approvigionamento idrico di Venezia. S’inizia a
considerare la problematica fluviale in relazione all’effetto sulla pulizia delle acque esercitato dai boschi a
monte. Del lavoro dei Veneziani ricordiamo:
- l’istituzione dei Magistrati alle Acque (1501);
- deviazione del Brenta da Dolo col ramo Brenta Nova (ultimazione lavori 1507) verso l’alveo del
Bacchiglione in procinto di gettarsi in mare a Chioggia;
- creazione di un ulteriore canale sul Brenta, a Mira, la Brenta Novissima che sfocia a Brontolo;
- scavo della seriola da Dolo a Fusina per l’approvigionamento dell’acqua dolce di Venezia (1610);
- canalizzazione del Musone con il canale di Mirano, immesso nel sistema della Brenta (1655) a Mira;
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- spostamento della foce del Piave più a Nord, verso Cortellazzo, immettendo in quest’alveo il Sile e gli
altri corsi d’acqua minori (1685).
1.2) La coltivazione della pianura
La differenza fra alta e bassa pianura dal punto di vista dei suoli e della presenza d’acqua ha prodotto gli
interventi di:
- sopra la linea delle risorgive, prevalente derivazione di rogge, (roggia Contarini, Chiericati, ecc.),
non solo a Bassano ma anche più a Sud, usate soprattutto per coltivazioni specializzate, broli, orti,
frutteti, prati irrigui, giardini, risaie. Luoghi di sperimentazione in una pianura ancora soggetta ad
un’agricoltura estensiva. Dalla Brentella trevigiana si derivano “seriole” tra cui la Barbariga che andrà
ad irrigare le proprietà dei futuri Emo. Dalla Brentella sembra attingessero anche i Barbaro che per il
sistema idrico della Villa (sorgente, ninfeo, peschiera, passaggio in cucina, peschiere nel giardino e
broli) usavano la sorgente del colle di Maser;
- nelle aree sotto la linea delle risorgive, prevalente canalizzazione di fiumi di risorgiva, bonifica,
arginatura di fiumi, manutenzione di canali di scolo.
III. Elenco per aree geografiche delle ville venete interessanti per l’uso dell’acqua
1) Giardino razionale e formale
Colli Euganei e Canale Battaglia
Giardino Barbarigo - Pizzoni Ardemani
Antonio e Gregorio Barbarigo
1619-1623 – Antonio Barbarigo
Valsanzibio (Galzignano Terme)
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Giardino solo parzialmente realizzato, prevedeva una planimetria rettangolare a griglia con moduli quadrati.
Rimangono due assi principali, basati sul cardo (nord-sud) e decumano (est-ovest). Gusto cinquecentesco ma
con influssi barocchi, dovuti alla ricchezza di giochi d’acqua e al tentativo di sfondamento della prospettiva con
il prolungamento dei due viali nord-sud. Grande ricchezza di statuaria, con iscrizioni alla base delle statue, e di
figure allegoriche, mutuate dai trattati cinquecenteschi.
In sequenza nell’asse d’acqua: Bagno di Diana (portale barocco con statuaria e scudo dei Barbarigo),
peschiera dei Fiumi (Bacchiglione e Brenta), fontana del Cigno, peschiera dei Venti, fontana della Pila,
peschiera dei pesci rossi.
In sequenza sul viale nord-sud: giochi d’acqua occultati a ridosso delle siepi, fontana degli Scherzi d’acqua con
contrapposte statue del bene e del male, fontana del Fungo al centro del cortile del Palazzo con statue
allegoriche.
Altri elementi: l’isola dei conigli (allevamento ma forse immagine dell’Eden) con al centro una voliera, giardino
segreto con scaletta d’accesso dotata di giochi d’acqua.
Villa Emo Capodilista alla Rivella
Villa: 1588 – Scamozzi (probabile)
Giardino: 1966 – Giuseppina Emo, ritrovamenti delle peschiere storiche.
Monselice
Storicamente esisteva un’apertura prospettica e funzionale verso il Canale Monselice, via navigabile, con
doppia scalinata d’ingresso, e argini senza vegetazione. Ora, chiusura su questo lato e maggiore apertura
verso la campagna e i Colli Euganei.
Peschiere: bacino d’irrigazione, elemento decorativo e riflettente i vasi e le teorie di statue. Qui anche una
spalliera di rose e un gruppo di cipressi calvi.
Asse prospettico centrale che dall’ingresso prosegue dietro alla villa toccando la grande vasca nel prato,
concludendosi nella nicchia ombrosa.
Angolino romantico in fondo al prato.
Il Castello del Catajo
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Beatrice Pio da Correggio – Gasparo Obizzi e poi Pio Enea I Degli Obizzi
Casa con giardino pensile sul canale: 1500/1550
Battaglia Terme
Ampliamento a castello: 1570/1573 – Arch. Andrea da Valle – Sviluppo del giardino verso il fiume, del giardino
a sud con fruttiferi e peschiera e del parco verso i colli con animali da caccia e il fiumicello Rialto.
Giardino: ampliamento parte a Sud dal 1648 ad opera di Pio Enea II.
“Peschiera grande”, attingeva come le fontane l’acqua dal canale Battaglia.
Grande cortile infossato anticamente adibito alle naumachie, tornei e spettacoli all’aperto.
Grotta con Fontana dell’Elefante.
Marca Trevigiana e Bretella
Villa Barbaro
Daniele e Marcantonio Barbaro
1554-1556 – Palladio
Maser
Sequenza dell’asse d’acqua, dalla sorgente sul monte fino alla strada d’accesso: nel cortile del ninfeo, la
sorgente conclusione del percorso e contemporaneamente “origine”, grotta del ninfeo, laghetto, passaggio nelle
cucine, fontane di fronte ai portici, fontana della terrazza antistante il palazzo, le peschiere ai lati, nel brolo,
nella Fontana di Nettuno racchiusa da un’esedra e due peschiere con abbeveratoi sopra la strada comunale.
L’acqua per l’irrigazione della campagna era tratta dalla Brentella.
Villa Emo di Fanzolo
Leonardo Emo subentrato ai Barbarigo.
1560 - Palladio
Seriola “Barbariga” derivata dalla Brentella a Caerano S.Marco
Fossato anteriore. Mulini
Villa Soranzo-Venezze
Castelfranco
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Di grande interesse il sistema di peschiere a Nord, ora intersecati dalla statale per Treviso;
La riviera del Brenta
La Riviera del Brenta (Naviglio del Brenta da Stra in poi, a monte di Stra c’è il Piovego) come “strada
commerciale” a carattere urbano.
Dal Cinquecento in poi è partita la conquista della terraferma a fini produttivi (coltivazione di biade), le ville
secentesche invece sono in parte centri di produzione agricola, ma soprattutto sono centri di villeggiatura. Nel
Settecento la Riviera è percepita come “un prolungamento agreste del Canal Grande”. Alle ville si sommano
molte costruzioni minori abitative non collegate all’agricoltura, sorgono soprattutto in corrispondenza dei nodi
fluviali. Fra Seicento e Settecento il Brenta si propone come elemento unificante di una novella Arcadia, luogo
d’evasione e d’avventure, visibile nel suo aspetto d’insieme dal Burchiello.
Villa Foscari alla Malcontenta
Nicolò Foscari
1555-1560 - Palladio
Palladio
Villa Pisani
Alvise e Amorò Pisani
1719-1740
Villa (completato da Francesco Maria Preti) e giardino – Arch. Gerolamo Frigimelica
Proprietà dello Stato – Monumento nazionale dal 1882
Sviluppo in una golena del Brenta
Giardino con vista a perdita d’occhio (sullo stile di Versailles)
Grande peschiera realizzata nel 1911 dall’Istituto per le ricerche idrotecniche, per la sperimentazione di modelli
navali. L’acqua termina in una vasca proprio dietro alla villa, con statuaria settecentesca, vasi in pietra tenera,
balaustra e siepi basse di bosso a parterre de broderie: composizioni in stile barocco novecentesche – Arch.
Max Onagro
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Le valli vicentine
Villa Piovene Da Schio
Castelgomberto
Piovene
1666
Fu aggiunto il quadriportico posteriore nel '700. I gruppi statuari nel giardino e le sculture della facciata sono
della bottega del Marinali. Notevoli mobili, suppellettili e dipinti d'epoca. Lo spazio davanti alla facciata fu dotato
di uno splendido giardino all'italiana, al quale fanno da cornice alcuni pregevoli gruppi scultorei.
Le rogge dell’alta pianura
Villa Contarini
Nicolò Contarini e Maria da Carrara - 1413
Territorio caratterizzato dalla geomorfologia (paleoalvei, terreni alluvionali ghiaiosi o limosi) legata alla Brenta e
dal comportamento “torrentizio” del fiume, sottoposto a paurose piene, “le brentane”. Ad ovest la proprietà
intersecava la Via dei Pascoli sull’Arzer della Regina, una strada che portava le greggi da Padova verso
Marostica e l’Altopiano. La casa padronale fu costruita al limitare di un terrazzo alluvionale (forse sui resti di un
castelliere).
Marco Contarini – fine 1500
Bonifiche e apertura della roggia Contarina per coltivazioni a risaia (richiesta ai Beni Inculti).
Marco Contarini (1632/1689)
Ingrandimento del palazzo, apertura dello “stradon” che da un’ansa del Brenta arrivava al Palazzo e finiva nella
piazza ad emiciclo, realizzata per metà. Lo stradon avrebbe dovuto collegare Piazzola con il porto sul canale di
Bretelle. Sistemazione del fronte e del retro con aiuole barocche. Lavoro della galleria sull’ala est coperta da
una terrazza. Apertura del Mulino. Invenzione del “giardino d’acqua” corredato di peschiere balaustrate sul
fronte, un ninfeo a forma d’emiciclo sul lato Est, fontane e vasti bacini per le naumachie (allestimento di barche
simili al Bucintoro con banchetti e concerti; memorabile quella in onore del duca di Brunswich del 1685).
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Versione locale delle feste d’acqua barocche, non esistevano in Veneto i teatri d’acqua, come a Villa
Aldobrandini.
Luigi Camerini
Costruzione nel fronte di grandi parterre a prato con fontana la centro, edificazione del tempietto in onore del
duca Silvestro – 1868 – Arch. Eugenio Maestri
Paolo Camerini
Avviamento attività industriali e sistemazione della linea ferroviaria passante per Piazzola. Trasformazione della
roggia in canale industriale, inserendo la centrale al posto dei vecchi mulini che da corrente elettrica. La roggia
Contarina si sdoppia in un canale che va verso la centrale e l’altro passa all’interno dello iutificio. Bonifica dei
terreni paludosi a nord della villa e loro irrigazione, disegno di un viale rettilineo che si dipartiva da una grande
rotatoria ora sparita. Collinetta con ghiacciaia.
Parco paesaggistico – 1892 - Arch. Lunati e Ingegner Oblach. Cascatelle, canale Immissario che si allarga in
stagno prima di proseguire verso il lago, lago con isola (allineata diagonalmente alla fontana sul parterre a
Nord) e alberature d’alto fusto. Esecuzione di un muraglione a Nord, con la scalinata e le fontane. Pontecanale
che evita che si mescolino le acque dei campi con quelle del Canale Immissario, dirette al lago
(Immaginiamo il percorso di una goccia d’acqua che esce dal Brenta incanalandosi per le rogge Molina e
Contarina. A Piazzola arriva in Villa, vi entra o va in centrale o allo juttificio. Curiosamente al già iniziato viaggio
fisico si sovrappone un ri-iniziato viaggio simbolico con la cascata-sorgente, il corso fluidificante e il lago finale.
Laddove la tecnologia è solo ausilio essa rimane nascosta e non si sovrappone all’elemento in scena. Nella
centrale invece si mette in scena).
2) Giardino paesaggistico
Marca Trevigiana e Brentella trevigiana
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Villa Revedin-Bolasco
Revedin
1816
Quarta sistemazione del giardino
G.B. Meduna (viale e giardino)
Francesco Bagnara (movimenti terra)
Marc Guignon (la cavallerizza)
Rinaldi
1868
Antonio Caregaro Negrin
Lago, viali serpeggianti, serra ispano-moresca, i ponticelli in legno con ringhiere di ferro e la cavana
(ricovero per le imbarcazioni).
Bassa pianura padovana
Giardini di Jappelli
Parco Treves a Padova
IV. Altre civiltà dell’acqua
1) Oriente
a. giardini cinesi, precursori degli inglesi
b. giardini giapponesi: grande capacità di raggiungere l’essenzialità della miniaturizzazione del
paesaggio. Paesaggi d’acqua “secchi” e giardini con laghetti per il passeggio.
V. Uso dell’acqua nei giardini e nei parchi contemporanei…………………………………. pag. 20
a. ripresa dei contenitori formali, ma con maggiore essenzialità delle forme. L’acqua sembra
ritagliata. Barragan. Gustafson. Kienast. Girot (muro a Berlino), Peter Walker (Solana), Tschumi
(La Villette). Specchiare, sostenere oggetti alla superficie;
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b. reinterpretazione geometrica (a spezzate o a prismi) della topografia e dell’acqua in essa
contenuta. Lawrence Halprin. Reinterpretazione morbida della topografia, Thomas Church,
Robert Irwin (Getty Center), Maurizio Russo (con composizioni di rocce) Sorgere, scorrere,
cascare, precipitare in bacini.
c. acqua emergente da piani di calpestio, come punti su una griglia. Gilles Clement, Gorge
Hargreaves. Emergere, slanciarsi, bagnare;
d. acqua in fontane-cascata rivisitate con gusto minimalista, come macchine sonore astratte (Gilles
Clement). Scrosciare, gorgogliare;
e. acqua come grande parterre terrazzato con flusso d’acqua corrente e immerse isole
geometriche d’alberi (Dan Kiley) . Scorrere, laminare, sbattere;
f. acqua che avvolge oggetti-scultura che possono essere goduti anche senza l’elemento liquido.
Lawrence Halprin. Toccare, bagnare;
g. acqua che unisce con piani statici o movimenti lenti (metamorficamente) una composizione
neoplastica, ricca di poesia (Scarpa). Laminare, fluire;
h. acqua in forma di nebbia-vapore, da sola o abbinata a fontane-scultura. Avvolgere;
i. acqua nei “processi” di evacuazione trattati come immagine poetica (Girot, Luciani). Incanalarsi,
scorrere via;
j. acqua come controparte organica di un linguaggio architettonico forte (Niemeyer). Specchiare,
raddoppiare, ammorbidire la composizione;
k. i bacini della fitodepurazione, nuovi paesaggi nel segno della purificazione dell’acqua.
Conclusioni e spunti di ricerca
Un’immaginazione materiale può ancora costruire racconti su basi semiche minime (studi di Greimas, il mondo polare
dell’immaginazione di Bachelard). Il mondo sensuale ha bisogno di toccare, annusare, sentire. E’ un mondo che
supera il purovisibilismo. Bisogna riuscire parlare non solo alla vista con il linguaggio delle forme, ma anche al
sensualismo primitivo (vedi immaginazione materiale e immaginazione formale, complessi di cultura, in Bachelard)
mettendo in scena la materia in modo che se ne colgano le qualità intrinseche.
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VI. Bibliografia
AA.VV. L’acqua nel paesaggio costruito: mito, storia, tecnica, Atti del convegno – Terme di Comano, 2000.
Disponibile in formato PDF in: http://www.ripristino.provincia.tn.it/Pubblicazioni.htm
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1988
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BOOTH NORMAN K., Basic elements of landscape architectural design, Waveland Press, 1990
CARNEMOLLA ADRIANA, Il giardino analogo - Considerazioni sull'architettura dei giardini, Officina edizioni,
1989
CUNICO MARIAPIA, GIULINI PATRIZIO, Nei giardini del Veneto, Edizioni Ambiente, Regione Veneto, 1996
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Coltura e Cultura dei Giardini Verbanesi, Alberti Libraio Editore, 2001
LUCIANI DOMENICO, (relazione a cura di) Civiltà dell’acqua: innovazione e conservazione nella geografia
pluricentrica e nella storia di lunga durata, Incontro internazionale “La Question de l’Eau”, organizzato da Le
Monde Diplomatique, Tours, 18 novembre 2001
MADER GÜNTER, NEUBERT-MADER LAILA G., Giardini all'italiana, Rizzoli, 1987
PUPPI LIONELLO, Il lungo contesto, M. Azzi Visentini (a cura di), Il giardino veneto dal tardo Medioevo al
Novecento, Electa, 1988
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STEENBERGEN C., REH W., Architecture & Landscape: The Design Experiment of the Great European
Gardens & Landscape, Birkhauser, The Netherlands, 2003