Natale all’insegna della solidarietà GenerAzione Intercultura! lvia... · senti nell’annuncio...

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Notiziario Volontari LVIA - Anno XXXVIII - Numero 2 - Dicembre 2011 Spedizione in abbonamento postale DI 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1, dcb CN Corno d’Africa: è ancora emergenza Natale all’insegna della solidarietà GenerAzione Intercultura!

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GenerAzione Intercultura!

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Editoriale

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L’Italia sono anch’io! Una campagna per i diritti di cittadinanza dei “nuovi italiani”

Corno d’Africa: è ancora emergenza

2012 Anno dell’energia sostenibile: 2 progetti LVIA in Africa

Natale all’insegna della solidarietà

GenerAzione Intercultura! Giovani protagonisti di una società che cambia

Qualche iniziativa sul territorioPayroll Giving: per imprese responsabili

Notiziario Volontari Lvia - n. 2 - dicembre 2011

Direttore responsabile: Aldo BenevelliRedazione: Sandro Bobba, Lia Curcio, Ezio Elia, Monica Macciotta, Italo Rizzi. Hanno collaborato a questo numero:

Giuseppe Cristino, Luca Guerretta.foto di copertina: Claudio Massarente

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1966 • 2006

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LVIA TanzaniaP.O.Box 160Kongwa Dodoma Regiontel. e fax +255 (0)[email protected] Paese:Gianluca BertolaPiero Adamo (vsc)Marina Farella (vsc)

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editoriale

Chi fa del buon volontariato accanto alle popolazioni emar-ginate dei cosiddetti Paesi poveri si prepara seriamente e

responsabilmente a condividere i loro sforzi per raggiungere unlivello più umano di vita.Quando parlo di “seria preparazione” alludo al capitolo di irrinun-ciabile formazione che, specialmente oggi, dentro una stagioneculturalmente e spiritualmente piatta, superficiale, confusa, nonriscuote sufficiente attenzione.

Tu vuoi partire per elevare, promuovere la vita umana. Ma, men-tre sei ancora nel tuo Paese, ti rendi conto di come la tua gentevaluta il rispetto o lo sperpero della vita? Di come alcuni… lea-der di partiti insultano l’immigrato, di come si pratica l’accani-mento terapeutico nei confronti dell’agonizzante, di come certimedici trascurano i loro pazienti, di come la strada serve di piùalla morte che alle vacanze e al turismo…….Ho sotto il naso delle statistiche d’uno spessore tragico. Un opu-scolo delle carceri di Fossano (novembre 2010) sulla sua coper-tina esce con una titolazione funerea: La Morte visita le carceri:58 suicidi su 147 decessi nel 2010

Il suddetto greve discorso ci obbliga a ripetere su queste pagineun invito alle Associazioni di Cooperazione Internazionale per-ché prendano in esame, nel selezionare i candidati, la matura-zione del loro “umanesimo”.Poiché lo Statuto della LVIA, rinnovato negli ultimi anni, recitaall’articolo 1: “…. È una Associazione nata da un gruppo divolontariato come espressione di fratellanza e di dialogo pre-senti nell’annuncio evangelico e nelle intuizioni manifestate conefficacia dai Documenti del Concilio Vaticano II si deduca daquesto paragrafo il dovere di utilizzare il patrimonio di una socio-logia cristiana per di più aggiornata dai documenti del ConcilioVaticano II e dalle autorevoli Encicliche dei Papi del secolo scor-so e del vivente Benedetto XVI che ha stupito gli studiosi nellesue innovate sottolineature di come il genuino pensiero cristia-no può elevare il rapporto tra i Credenti del Nord e le popolazio-ni del cosiddetto Terzo Mondo.

Forse proprio perché l’Associazione LVIA mosse i primi passinegli anni pre Concilio e li continuò nell’atmosfera del postConcilio, sperimentò nei suoi primi aderenti il brivido d’unaChiesa risorta a svolte interessanti, avvii a riforme e schiettoentusiasmo. L’Associazione si sentì Chiesa. E il primo Statuto lodichiarò formalizzando l’appartenenza in vari articoli.Il mondo laico cristiano ne risentì tutta Italia. E quei primiMovimenti degli anni ’60 furono seme di una cultura della vita,dei diritti umani, soprattutto di Libertà e di Giustizia.L’ultima Enciclica di Papa Benedetto afferma che non bastano leparole “pace, sviluppo, solidarietà, aiuti, ecc..” Ma anche negliapparati “laici” cresce un rapporto più umano!

Il direttore del D.S.C: (Direzione Sviluppo e Cooperazione dellaFederazione Svizzera) nel 50° della fondazione, riflette: “L’aiutoallo sviluppo è un atto pionieristico. Cinque decenni di svilup-po hanno segnato molti progressi e qualche battuta d’arresto.Le sfide sono cambiate e anche le metodologie della coope-razione....Ma si tratta di vivere un vero rapporto di partenariato.

Il 50° anniversario vuole essere una occasione per ascoltare,partecipare, riflettere insieme… sul futuro….” Il Capo dei Cristiani Cattolici chiama questo “partenariato”, que-sto ascoltare, operare, vivere insieme: “fraternità”.È il ritorno al vocabolario dei Cristiani del primo secolo, quandola vita d’ognuno era amata da tutti.

✔ Don Aldo Benevelli, fondatore LVIA

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Diventa quindi un impegno delle generazioni successive, lenostre, quello di farne memoria e trasmetterle, in modo chestorie come queste diventino, non solo un semplice anchese doveroso omaggio ai protagonisti, ma un forte stimolo diimpegno per una cittadinanza attiva e responsabile in tuttigli ambiti della nostra società. Tutti ci stiamo rendendo ormaisempre più conto di quanto, forse oggi più che in passato, ci siabisogno di cittadini impegnati per costruire un mondo più equo,a partire dalle nostre famiglie, dalla scuola, dal lavoro, dalla poli-tica, dalla finanza e dall’imprenditoria.

Ecco quindi, ancora una volta, rafforzarsi un concetto in cuicredo fermamente e che ho avuto modo di ricordare in altreoccasioni su “Volontari” e cioè che alla fine sono le persone, conil loro impegno e la loro determinazione, che fanno la Storia.Questo vale per i grandi eventi del secolo scorso attraverso iquali è passato don Aldo, ma vale allo stesso modo per il pre-sente e per realtà molto più piccole e circoscritte, come adesempio la nostra Associazione. Durante la visione de “IlSottoscritto” ho ripercorso il cammino che la LVIA ha tracciatodagli anni ’60 fino ad oggi verso la costruzione di una società piùequa ed ho pensato a tutti coloro che nel tempo hanno contri-buito, in Italia e all’estero, con le loro competenze ma soprattut-to con il loro impegno alla realizzazione di questo cammino.Negli anni alcuni hanno intrapreso nuove strade, altri continua-no ad impegnarsi nell’Associazione, altri ancora ci hanno lascia-to, ma tutti ci hanno dimostrato con la loro testimonianza che unmondo migliore è possibile.

In particolare, mi sono soffermato a pensare a chi ci halasciato in questo ultimo anno, a Georg Spitaler, ClaudioSampò e Carlo Altare e al segno che hanno lasciato in tuttinoi che li conoscevamo e che condividevamo le motivazio-ni ed i valori che li hanno guidati nella loro vita, ed ho raf-forzato la convinzione che ciascuno di noi, con coraggio edeterminazione, può contribuire a fare la Storia.

Il mondo in cui stiamo vivendo si trova in una fase di grande fra-gilità sociale, di crisi non solo economica ma anche e soprattut-to di valori che portano ad una percezione di grande incertezzanel futuro. Possiamo subire tutto questo oppure viverlo comeopportunità per ridisegnare una società più a misura d’uomo,possiamo stare a guardare oppure fare la Storia. Il mio augurio di Natale a tutti i lettori di “Volontari” è di diventa-re protagonisti del cambiamento.

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Sabato 26 e domenica 27 novembre la cittadinanza diCuneo ha vissuto una bella occasione, quella di poter assi-

stere alla proiezione del film intitolato “Il sottoscritto, storia di unuomo libero” che racconta la vita, con tutti i limiti che comportariassumere ottantotto anni in circa un’ora e mezzo di proiezione,di una persona che i cuneesi (ma non solo) con grande orgo-glio considerano veramente speciale, una risorsa del territorioche da decenni scuote le coscienze di giovani e di anziani, dipoveri e di benestanti, di operai e di imprenditori, di elettori e dieletti, ricordandoci continuamente che il male maggiore di que-sti tempi è “l’ignavia culturale ed intellettuale, il senso di disinte-resse e di non appartenenza”, in altre parole quell’egoismo eindividualismo che si riscontra in maniera crescente, in tutti gliambiti delle nostre quotidianità.

Come certamente avrete capito, “Il sottoscritto” è don AldoBenevelli, che in poco più di un’ora di film riassume la suavita attraversando quasi un secolo di storia italiana e diesperienze a volte apparentemente molto diverse fra loro,ma in realtà accomunate da forti valori e soprattutto da unaaltrettanto forte determinazione a viverli e testimoniarliquotidianamente.

Ed è proprio questa caparbia determinazione che l’ha fattodiventare, per molti di noi, un riferimento ed un modello daseguire. Personalmente ho avuto il privilegio di “vedere” questofilm molto tempo prima che venisse concepito e realizzato, attra-verso i racconti di don Aldo durante i frequenti viaggi fatti insie-me in giro per il mondo oppure nei pomeriggi domenicali pas-sati a chiacchierare all’eremo di Monserrato, coinvolgendo quan-do riuscivo anche le mie figlie, perché come dice lui “è bene chei giovani sappiano queste cose”. Queste “cose” fanno ormai parte della Storia, specialmente oggiche quanto appena accaduto il giorno precedente viene già con-siderato appartenente al passato, ma hanno il grande pregio difarci riflettere su come ognuno di noi può decidere di esserneprotagonista oppure soggetto passivo, a partire dalla lotta parti-giana, passando attraverso le iniziative rivolte al mondo operaioe dell’immigrazione, fino alla proposta del volontariato interna-zionale come risposta agli squilibri sociali ed economici fra ilNord e il Sud del mondo e alle più recenti accalorate prese diposizione nei confronti di una politica che ha completamentedimenticato il reale motivo del proprio essere.

Quella di don Aldo, così come quelle di molti altri protagonistidel nostro tempo che spesso purtroppo restano sconosciuti aipiù, sono storie che se avessero solamente una finalità comme-morativa perderebbero presto il loro senso e resterebbero pro-babilmente legate al momento storico in cui vengono vissute.

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✔ Sandro Bobba - presidente LVIA

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Molte di queste testimonianze e tantealtre sono raccolte nel documentario“18 Jus Soli” del regista bolognese FredKuwornu. Per questi ragazzi non è impos-sibile diventare cittadini italiani a pienotitolo, ma la realtà è più complessa diquanto appaia sulla carta. La legge n. 91del 1992 prevede che compiuti 18 anni lo“straniero” nato e cresciuto sul nostro ter-ritorio possa richiedere la cittadinanza ma,se la domanda non è presentata entro unanno e se non si può documen-tare la continuità di residenzaanagrafica, il diritto svanisce persempre. Il risultato è che su 100nati in Italia, 42 rimangono“stranieri” dopo i 18 anni.Aziz, italiano con genitori maroc-chini, racconta: «Si vengono acreare due strade. Una è perGianluca, Marcello, Serena, chenon faranno mai file sotto la piog-gia e la neve alle 5 del mattino per richie-dere il permesso di soggiorno. Per assur-do invece, una persona che nasce dall’al-tra parte del mondo, solo perché ha ilbisnonno italiano, automaticamente è ita-liano».Una situazione denunciata a più ripre-se come una “follia” e un’ “assurdità”dal nostro Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano: «Noi abbiamo ora-mai centinaia di migliaia di bambini immi-grati che frequentano le nostre scuole eche, per una quota non trascurabile, sononati in Italia, ma ad essi non è riconosciu-to questo diritto elementare ed è anchenegata la possibilità di soddisfare una loroaspirazione, che dovrebbe corrisponderead una visione nostra, nazionale, volta ad

Cosa significa essere italiani oggi? Il 12,6% dei ragazzi nati in Italia è di “seconda generazione”, figli di immigrati. “L’Italia sono anch’io” è una Campagna nata “dal basso” per porre fine ad una serie d’ingiustizie e discriminazioni causate da una normativa che di fatto ostacola il riconoscimento dei diritti di cittadinanza alle persone di origine straniera nate o che vivono in Italia.

Valentino ha 24 anni, studia bio-tecnologie a Urbino. Si definisce romano,o meglio “trasteverino” e tuttavia sono intanti a stupirsi del suo “essere italiano”: lasua pelle nera fa ancora la differenza.Racconta: «Quando sono in Nigeria michiamano italiano, quando sono in Italiavengo definito nigeriano. Io mi reputo dientrambi i posti perché non posso nega-re le mie origini, però non posso nean-che negare il paese in cui sono nato ecresciuto». È un italiano, ma per la leggedi “seconda categoria”, perché a lui non èriconosciuto nessuno dei diritti di cuigodono i suoi coetanei, con cui è andatoa scuola, ha giocato, ha vissuto. Oggi c’èchi, pur sentendosi italiano e amandol’Italia, per la legge è uno straniero.

Straniero nella mia nazione Sono oltre 900mila i giovani figli d’immi-grati costretti a vivere con il permesso disoggiorno anche se parlano e sognano initaliano, in siciliano, in emiliano, in veneto.«Vivere con il permesso di soggiorno signi-fica essere cittadino di terza classe, omeglio, un mancato cittadino – spiegaValentino - Significa non poter partirequando vuoi partire, non poter competereper bandi». Catalina studia giurispruden-za: «Vorrei diventare commissario, perciòdovrei fare un concorso da commissario,ma requisito fondamentale è la cittadinan-za». Dorkas, nata in Italia, vive a Bergamo:«Quando ho compiuto 18 anni la richiestadi cittadinanza l’avevo fatta, ma le praticheerano veramente lunghe e complicate enon sono riuscita a portarle avanti. A 26anni ti ritrovi a sentirti “diversa” e rifiutatadal paese in cui sei nata e cresciuta».

attualità

È NECESSARIO RACCOGLIERE 50.000 FIRME ENTRO FINE FEBBRAIO 2012

Cerca il banchetto nella tua città e firma anche tu!Attivati contattando il Comitato locale sul tuo territorio Per tutte le informazioni visita il sito www.litaliasonoanchio.ite raggiungici su Facebook o contattaci su: [email protected] • 011.7412507

acquisire delle giovani nuove energie inuna società abbastanza largamente invec-chiata, se non sclerotizzata». Aravinda, napoletano, sostiene: «Questalegge ti mette in una situazione di diversitàanche se la diversità non esiste, siamo tuttiuguali. Quello che rende differenti in que-sto momento sono le carte. Ma io mi sentoitaliano, anche se non ho la cittadinanza.Vivo qui da quando avevo 3 anni…cosa midovrei sentire se non italiano?».

Diversi colori una sola cittadinanza La Campagna “L’Italia sono anch’io” pro-pone una riforma del diritto di cittadinan-za a sostituzione dell’obsoleta legge del’92. La Campagna si adopera con unaraccolta firme per due proposte dilegge d’iniziativa popolare in base allequali: chi nasce in Italia da almeno ungenitore che vive nel paese da un annosia considerato italiano per legge; ildiritto di voto attivo e passivo alle ele-zioni amministrative per chi possiede ilpermesso di soggiorno da almeno 5anni. Prevede quindi di affiancare al tradi-zionale jus sanguinis (sono italiano perdiscendenza) elementi di jus soli (sonoitaliano se nasco qui) e di estendere la cit-tadinanza ai bambini stranieri entrati inItalia prima dei 10 anni e agli adulti chesoggiornano qui da almeno 5 anni, alposto dei 10 previsti dalla normativa attua-le. La LVIA, insieme ai gruppi del proget-to “Giovani e Intercultura” (cfr. pag.12-14) promuove la raccolta firme e attivi-tà di sensibilizzazione. ◗

Cittadini part-time

✔ Lia Curcio

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Etiopia, Kenya, Somalia, Gibuti: nel Cornod’Africa la fortissima siccità ha messo inginocchio 13milioni di persone. Si è tratta-to della più grave crisi degli ultimi 60 anni,in questa parte di mondo che soffreperennemente a causa delle scarse piog-ge. Nel Corno d’Africa, regione tra le piùpovere e vulnerabili ai cambiamenti cli-matici, la pioggia è mancata per un annoe mezzo. «Questo ottobre sono finalmen-te arrivate le prime piogge ma le ultimestagioni sono state durissime - spiegaItalo Rizzi, direttore della LVIA, di ritor-no da una recente missione in Kenya –Da luglio scorso, la drammatica penuriadelle piogge ha causato raccolti semprepiù scarsi e la morte dei capi di bestiame.Per le popolazioni dell’area, che vivono diagricoltura e di pastorizia, è una catastro-fe». Nel nord del Kenya gli effetti della sic-cità sono amplificati dall’alto prezzo deigeneri alimentari e della benzina e dall’ar-rivo dei profughi che ogni giorno in miglia-ia, in fuga dai paesi confinanti, tentano diraggiungere, spesso a piedi, i campi pro-fughi per avere soccorso.

Una crisi causata dall’uomo La crisi non è “spontanea”, ma è stata ilrisultato di una miscela esplosiva che havisto la mancata adozione di misure pre-ventive della siccità, l’aumento dei prezzidei beni alimentari, le tensioni politichedell’area, il cambiamento climatico.Aumentano ancora i prezzi degli alimentiL’attuale crisi finanziaria che si sta abbat-tendo sull’Europa potrebbe mettere insordina questi temi ma la realtà è che lediverse situazioni di crisi sono strettamen-te concatenate. Inizia nel primo semestre

del 2008 la crisi della finanza internazio-nale che mette in ginocchio l’economiamondiale.Contemporaneamente, sulla scìa di unaspeculazione finanziaria incontrollata,volano i prezzi degli alimenti di base eimprovvisamente i tre quarti della popola-zione mondiale rischia la fame non acausa della carestia, ma del carovita...ilcibo c’è ma è diventato troppo costoso.Con il passare del tempo abbiamo potutoappurare come a seguito di quella crisi iprezzi degli alimenti siano aumentati inmaniera stabile. Le popolazioni si sonoimpoverite ed è questa grave situazione dipovertà che l’attuale siccità ha esacerbato.Un cooperante LVIA in Etiopia, ci spie-ga: «Tutti gli anni a partire da luglio iniziaun periodo molto difficile per le popola-zioni del Corno d’Africa, quando cioè lefamiglie hanno di norma terminato lescorte alimentari e non hanno abbastanzadenaro per comprarsi da mangiare.Questo accade perché tendenzialmente iprodotti agricoli si vendono subito dopo laraccolta, ad un prezzo di mercato moltobasso. Quest’anno la situazione è dram-matica, i prezzi dei generi alimentari sonoaumentati moltissimo, anche a causa delfallimento delle ultime due stagioni agri-cole, e il numero di bambini affetti damalnutrizione è aumentato fortementenelle aree dove operiamo, come abbiamoconstatato durante le visite presso i centridi salute. Come LVIA stiamo facendo unlavoro con le comunità agro-pastoraliaffinché possano essere più competitivesui mercati e questo è un processo chenel lungo temine dovrebbe favorire la sicu-rezza alimentare e l’uscita dalla povertà».Nel mese di settembre K. Kang, Vice

Commissione per i Diritti Umani dell’ONU,ha dichiarato in occasione di un meetingdedicato al Corno d’Africa organizzatodall’Ufficio dell’Alto Com mis sario delleNazioni Unite, che a causa del forteaumento dei prezzi del cibo, che hannoraggiunto il massimo storico lo scorso feb-braio, il Corno d’Africa “si fa carico dellacrisi alimentare globale”. I cambiamenti climatici colpiscono i più poveri Già a fine 2009, nell’area si erano mani-festati i primi segnali della grave siccitàche poi ha colpito tragicamente l’area.All’epoca, Kennedy Njenga, coordinato-re dell’ong locale “Resource ProjectKenya” con cui la LVIA collabora nellaregione del Meru, ci aveva ricordato che“l’Africa non è la causa dei cambiamenticlimatici, e tuttavia ne è la prima vittima”sottolineando la responsabilità del gover-no che “dovrebbe investire di più nellezone aride, per migliorarle” e la necessitàche la comunità internazionale “si assumadelle responsabilità e agisca, anche condei finanziamenti ulteriori, per permetterealle comunità locali di far fronte a situazio-ni di emergenza come questa”.

La LVIA risponde all’emergenza Nel mese di luglio, al culmine della sicci-tà, Enrico Gorfer, responsabile LVIA inKenya, denunciava: «Il principale fiumedell’area è in secca. Gli invasi si sono pro-sciugati e i pozzi più profondi, dai qualiancora si riesce ad estrarre l’acqua, sonosottoposti a forti livelli di stress: i sistemi dipompaggio lavorano per moltissime oreal giorno e molti sono ora fuori uso.Bisogna ripararli con urgenza».

le nostre afriche

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13milioni di persone hanno bisogno di assistenza. Più di 500mila persone fuggi-te nei campi profughi nel nord-est del Kenya. 300mila bambini gravemente

malnutriti. Sono i numeri della crisi umanitaria del Corno d’Africa diffusi in ottobre.

EMERGENZA SICCITÀnel Corno d’Africa EMERGENZA SICCITÀnel Corno d’Africa 13milioni di persone hanno bisogno di assistenza. Più di 500mila persone fuggi-

te nei campi profughi nel nord-est del Kenya. 300mila bambini gravementemalnutriti. Sono i numeri della crisi umanitaria del Corno d’Africa diffusi in ottobre.

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Nel periodo più difficile di estremaemergenza, nei mesi tra luglio e otto-bre 2011, la LVIA ha lanciato un appel-lo a tutti i sostenitori per risponderealla drammatica situazione.Il presidente della LVIA AlessandroBobba spiega: «Abbiamo ritenuto fonda-mentale agire immediatamente per sod-disfare la necessità primaria di portareacqua pulita e sicura, settore in cui LVIA hamaturato competenza grazie ad un’impor-tante esperienza di terreno anche inKenya. L’intervento che abbiamo promos-so ed in parte già realizzato nella suaparte strettamente emergenziale, vuoleessere una risposta immediata ma, nellungo periodo, è finalizzato a rinforzare lestrutture e le capacità locali per scongiura-re crisi future, in una prospettiva di svilup-po. E qui non posso non menzionare l’im-pulso dato dal nostro caro Claudio Sampòall’avvio della risposta all’emergenza, cheabbiamo voluto portare avanti con tena-cia, anche in sua memoria».Grazie alle donazioni pervenute, LVIA èriuscita ad attivare la distribuzioned’acqua per 13.500 persone nel nord-est della contea di Isiolo, area nord delpaese. 13.500 persone hanno ricevutouna quantità d’acqua sufficiente per gliusi domestici essenziali: bere, cucinaree lavarsi. L’acqua è stata trasportata tra-mite autobotti fin nei villaggi assistitidall’intervento. L’azione è stata organiz-zata dal mese di agosto, ed è stata rea-lizzata fino ad ottobre, quando sonoiniziate le prime piogge, ovvero duran-te il periodo di scarsità acuta di acqua.Spiega il presidente della LVIA: «L’attivitàche LVIA ha condotto in collaborazionecon la Diocesi di Isiolo è stata preparatadopo un’indagine accurata effettuata intutti i villaggi per definire la popolazioneda assistere, i punti di prelievo dell’acqua,le strutture di stoccaggio esistenti e quelleda rinforzare, le distanze da percorrerecon le autobotti, la logistica. Inoltre, nelcorso di questa fase preparatoria sono statiindividuati i referenti tra i comitati dell’ac-qua e le autorità locali responsabili dellacorretta implementazione dell’attività. A ciòsi è aggiunta l’attività di monitoraggio pun-tuale e il supporto quotidiano, svolto da unmonitor selezionato da LVIA. NellaDivisione di Sericho, a sud del fiumeEwaso Nyiro, sono stati assistiti 4 villaggi e7 villaggi sono stati serviti nell’area di Merti.L’acqua trasportata è stata stoccata neitank e gestita dal comitato del villaggio pergarantirne un’equa distribuzione. Sonostati acquistati 4 tank da 5.000 e 10.000litri per villaggio e sono state effettuateriparazioni sui pozzi e su alcuni dei punti distoccaggio. L’acqua distribuita è stata suffi-

ciente agli usi domestici essenziali per4.600 persone nel distretto di Merti e per8.900 nel Distretto di Garbatula». L’inizio delle piogge ha finalmente interrot-to la crisi acuta di scarsità d’acqua ma noncancella la situazione di crisi nell’area:l’esperienza dimostra che le piogge sta-gionali, dopo la prolungata siccità,aumentano il rischio di epidemie dimalattie mortali come il colera e lamalaria. «Si tratta di piogge intermittenti ma suffi-cienti ad alleviare lo stato di siccità totaleche si è verificato fino a un mese orsono– spiega Italo Rizzi - Quando piove, lapopolazione raccoglie l’acqua piovanamettendo sui tetti dei teli di plastica. Altribevono acqua di fiume, la cui qualità inrealtà è pessima per le condizioni di torbi-dità e per i forti rischi di contaminazione.Rimangono pertanto preoccupanti le con-dizioni igienico-sanitarie, con un aumentodei casi di diarrea e altre malattie legatealla carenza e alla scarsa qualità dell’ac-qua. Gli animali morti, vacche, capre, cam-melli, si contano a migliaia e le carcasserimangono esposte, talora in vicinanza deivillaggi, con l’aumento del rischio di malat-tie. A ciò si aggiunga che si è verificato unafflusso di popolazioni pastorali sia di etniaBorana che di etnia Somala, provenientiprincipalmente da Garissa, Wajir eMandera, per un totale stimato in circa30.000 persone. L’afflusso è così impor-tante che in alcuni villaggi i migranti supe-rano il numero dei residenti. Nelle visite diorganizzazione dell’attività, abbiamo osser-vato numerosi accampamenti – continuail direttore di LVIA - persone e vaste man-

drie concentrarsi in aree desolate e incondizioni molto precarie per quantoriguarda acqua, cibo e igiene. La concen-trazione di persone e animali aggrava ilcarico sulle modeste risorse esistenti. Adimostrazione dello stato di difficoltà chepermane, si sono rilevati degli scontriarmati tra le popolazioni Borana eTurkana, dovuti a movimenti di popolazio-ne verso ovest, alla ricerca di pascoli noncompletamente esauriti. Molte abitazionisono state incendiate intorno a Isiolo, 12persone sono state uccise, e numerosefamiglie sono in fuga dalla zona degliscontri, che è comunque abbastanza cir-coscritta. A ciò si aggiunga la più ampiasituazione d’insicurezza legata alla tensio-ne tra il Kenya e la Somalia. Il numero dipersone assistite dal governo e dal WorldFood Programme con la distribuzione dicibo è molto elevato, in alcune aree fino al90% della popolazione, dunque, perquanto riguarda l’aspetto della malnutrizio-ne, vi sono dei miglioramenti».

Mobilitiamoci adessoL’azione da realizzare in questo momentoper evitare una grave ricaduta e la diffu-sione di epidemie è un’azione mirata almiglioramento delle condizioni igienico-sanitarie: • eliminazione delle cause d’infezione,

come le carcasse• filtraggio e trattamento dell’acqua• realizzazione di latrine nelle case, scuole

e centri di salute• azione di sensibilizzazione e di formazio-

ne alle comunità locali che consenta dimigliorare la sostenibilità dell’attività. ◗

le nostre afriche

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La LVIA si è attivata prontamente per realizzare le indispensabili attività igienico-sanitarie ed ora anche tu puoi agire concretamente per sostenere queste azioninel Corno d’Africa: • partecipa alla lotteria natalizia (cfr pag. 16) • fai una donazione al progetto LVIA: Banca Etica IBAN: IT49 L050 1801 0000

0000 0106 428 Causale: Natale 2011/Kenya. Intestato a: LVIA (cfr pag. 10-11)

LVIA ringrazia tutte le persone e le organizzazioni che hanno già risposto al nostroappello Emergenza siccità nel Corno d’Africa. In particolare, La Stampa - Specchio deiTempi, la Fondazione Novara Center e i Consiglieri regionali della Regione Piemonte.

Sul sito www.lvia.it è disponibile l’approfondimento “Corno d’Africa: emergenza ACQUAnel nord del Kenya. La risposta della LVIA” con una serie di interviste sul terreno.

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Oggi ancora 1miliardo e 600milioni dipersone vivono senza elettricità. Si

tratta di una persona su quattro nel mondo,un numero incredibilmente alto, corrispon-dente ad una popolazione che, se vivessein Europa, andrebbe a coprire tre voltel’area dei 27 paesi oggi appartenentiall’area dell’Unione.La possibilità di accedere all’energia e a tuttii servizi che ne derivano risulta quindi unprivilegio riservato ad alcuni, con l’esclusio-ne di tanti altri che abitano le aree rurali deipaesi in via di sviluppo. Per colmare questogap energetico occorre un cambiamentobasato sull’utilizzo di sistemi sostenibili ingrado di dare un contributo decisivoanche per lo sviluppo economico dellearee rurali del mondo estremamente

le nostre afriche

povere. A questo tema cruciale per il futu-ro sarà dedicato il 2012, nominato dalleNazioni Unite Anno internazionale del-l’energia sostenibile per tutti. I servizi ener-getici hanno infatti un grande impatto sullaproduttività, la salute, la sicurezza alimenta-re e dell’acqua. L’obiettivo dell’iniziativa isti-tuita da Ban Ki-moon è quello di focalizzarel’attenzione sull’importanza di aumentare leopportunità relative ad un accesso all’ener-gia sostenibile a livello locale, regionale,nazionale ed internazionale.La LVIA opera sul campo in alcuni paesiafricani con progetti volti a sviluppare deisistemi sostenibili di energia a gestionedecentrata e comunitaria che permetta-no di supportare l’impegno, identificatocome prioritario da molti governi africa-

ni, a migliorare l’accesso energetico dellepopolazioni. «Il costo dell’energia per la tra-sformazione dei prodotti agricoli, ad esem-pio la molitura dei cereali, nonché per cuci-nare, per l’illuminazione e per riscaldarsi, haun peso sempre maggiore sull’economiafamiliare. Inoltre, il ricorso massiccio alegna, carbone e residui organici per i con-sumi domestici crea problemi ambientalicrescenti – spiega Italo Rizzi, direttoredella LVIA - È necessario cercare approccialternativi, in cui le comunità rurali abbianol’opportunità di rispondere al proprio fabbi-sogno energetico a livello locale, a prezziaccessibili e a basso impatto ambientale,sia con connessioni alle reti elettriche nazio-nali, laddove sia fattibile, che con sistemienergetici comunitari e familiari».

Nell’ambito del “Programma Nazionale Piattaforme Multifunzionali”promosso dal Governo senegalese con il finanziamento delProgramma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) la LVIA èstata incaricata di supportare la realizzazione di un programma dielettrificazione rurale nelle regioni di Thiès e Louga attraverso l’in-stallazione di piattaforme multifunzionali: un sistema di fornituradecentralizzata di energia collocato nei villaggi. Si tratta di unità con-tenenti un motore e un generatore nelle quali è possibile far con-vergere più servizi, dalla macinazione e pulizia di cereali al pompag-gio dell’acqua, la ricarica delle batterie e la dotazione di elettricitàalle infrastrutture dei villaggi (centri di salute, scuole, ecc…). Spettapoi alle comunità rurali il compito di assicurarne il funzionamentoattraverso la manutenzione dei macchinari, l’acquisto del carburan-te, la gestione dei servizi. Mouhamed Gueye, rappresentante della LVIA in Senegal, cispiega: «Le Piattaforme multifunzionali risolvono molti problemidelle comunità rurali e in particolare per le donne, che oggi nonsono più costrette a percorrere chilometri e chilometri per raggiun-gere le strutture che permettono di macinare il miglio, trasformare icereali e svolgere altre attività economiche tradizionalmente legateall’agricoltura locale. L’accesso all’energia permette anche di svi-luppare attività economiche legate all’artigianato e valorizzarenuove attitudini imprenditoriali, come accaduto nel corso diquesto progetto, dove dei gruppi di donne hanno costituito un’uni-tà di trasformazione della frutta per produrre dei succhi da venderesul mercato locale. Ogni villaggio ha un comitato di donne che sioccupa di tutti gli aspetti economici e gestionali legati alle piattafor-me – continua Mouhamed. - Sulla parte economica, ad esempio, ilcomitato si assicura che tutti gli utenti paghino un minimo contribui-to. Questi fondi saranno utilizzati per coprire i costi di manutenzio-ne e funzionamento». Oggi si stanno realizzando dei test sulle pos-

sibilità di rendere il servizio offerto dalle piattaforme usufruibile perl’illuminazione pubblica. «La nuova strategia elaborata dal governosenegalese – conclude il rappresentante della LVIA - anche a causadei gravi problemi di fornitura elettrica incontrati oggi a livello cen-trale, è quello di rafforzare una gestione decentrata affinché lecomunità rurali possano autogestire la propria energia e acce-dere facilmente ai servizi connessi. Le piattaforme multifunziona-li, insieme allo sviluppo delle energie rinnovabili, rientrano in questastrategia. Il programma nazionale sarà finanziato fino al 2015 e stia-mo valutando insieme al governo e all’UNDP come continuare suquesto percorso dopo la fine del progetto, in marzo 2012».

2012 Anno dell’energiasostenibile per tutti!Un approccio locale per l’accesso energetico di famiglie e comunità in Africa

Senegal: piattaforme multifunzionali per lo sviluppo rurale

Macinatura delle arachidiFoto di Marco Sasia

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Per questi motivi, in Etiopia la LVIA ha deciso di puntare sullo svi-luppo sostenibile di fonti energetiche alternative, quali schemiidroelettrici e impianti di biogas.Luca Guerretta, responsabile LVIA per i progetti in Etiopia, spie-ga: «Il settore energetico è uno dei più nuovi e moderni per la LVIAe per la cooperazione allo sviluppo in generale. Il progetto si rivol-ge alle famiglie, con lo scopo di fornire energia rinnovabile: gra-zie alla costruzione di piccole centrali idroelettriche e la fornitu-ra di pacchetti energetici di base costituiti da una lampadina arisparmio energetico da 25 W ed una presa per l’utilizzo di piccolielettrodomestici, per uno sfruttamento complessivo di 75 W a fami-glia. Il progetto prevede anche l’installazione di 940 impianti biogasper soddisfare il fabbisogno energetico di gas metano necessarioper le attività giornaliere di cucina per ogni famiglia». Altro fattore importante da considerare è che tra le maggiori cause

di mortalità nel paese figurano le malattierespiratorie che affliggono soprattuttodonne e bambini, cioè coloro che spen-dono più tempo tra le mura domestiche.Queste malattie sono infatti causate dal-l’esposizione ai fumi prodotti dalla com-bustione della legna che viene fatta bru-ciare nelle capanne per cucinare e peraltri usi domestici. «L’intervento si svolgenegli stati regionali dell’Oromia e delSouthern Nations Nationalities PeopleRegional State e punta anche adaumentare le capacità locali di tecnici,imprese e comunità nella gestionedelle risorse energetiche – concludeLuca - con un’integrazione delle risorseidriche, agricole ed energetiche nella pia-nificazione di medio-lungo termine nellecomunità coinvolte». ◗

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le nostre afriche

Puoi agire concretamente per garantire alle famiglie rurali in Etiopia la possibilità di accedere all’energia. Fai una donazione al progetto LVIA: Banca Etica IBAN: IT49 L050 1801 0000 0000 0106 428Causale: Natale 2011/Etiopia. Intestato a: LVIAMaggiori informazioni pag. 10-11

Il 96% dell’energia utilizzata in Etiopia proviene da fonti tradiziona-li, soprattutto da legna. Per farsi un’idea della dimensione del feno-meno, basti pensare che la raccolta di legna impegna una donnaetiope da una fino alle tre ore al giorno. L’aumento della domandadi legname, unito alla diminuzione delle risorse forestali, si sta riflet-tendo pesantemente sull’incremento del prezzo di legna e carbone,con forti impatti tra le fasce più povere della popolazione. Nel 1999,la spesa energetica per le famiglie più povere residenti in aree urba-ne si attestava al 34% del budget annuale (Energy Assessment inOromia Regional State). Questo valore è aumentato nel 2010 finoa raggiungere il 42% del budget ed è destinato a crescere ancora.Se non ci sarà un’inversione di tendenza, sempre di più i poverisaranno esclusi dalle risorse energetiche. Questo provocherà unulteriore impoverimento, perché la mancanza di energia non per-mette di sviluppare attività economiche consistenti.

La strategia LVIA nel settore energetico nei paesi africani Luca Guerretta, referente LVIA per il settore Energia

Gli interventi in ambito energetico possono interessare azioni dirette di sviluppo, come nel caso dell’elettrificazione di aree rurali, o azio-ni a supporto di altri settori, ad esempio attraverso l’integrazione con interventi idrici come la fornitura di energia per sistemi di solleva-mento dell’acqua attraverso impianti solari o eolici. L’energia fornita attraverso gli interventi progettuali dovrà avere le caratteristiche disostenibilità (sia in termini di costi per le utenze che per la tecnologia adottata), ridotto impatto ambientale, sicurezza, gestionediretta a livello statale o comunitario.Elemento guida per gli interventi è la sinergia e compenetrazione con i piani di sviluppo energetico dei governi dei paesi d’inter-vento. Il tipo di tecnologia adottata per la fornitura energetica dovrà, ad esempio, essere selezionato in linea con le tecnologie accetta-te e condivise con i governi locali.Alle attività di costruzione si affianca una componente di formazione tecnica per le imprese locali, lo studio di nuove tecnologie incollaborazione con università e istituti di ricerca e mappature del potenziale energetico. Le sessioni di formazione sono tendenzialmen-te indirizzate a personale governativo di alto profilo su temi quali il risparmio energetico, l’impatto ambientale, le nuove tecnologie, finoai tecnici locali su argomenti di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti. In parallelo, dato il carattere innovativo delle azioni proposte, diventa parte integrante degli interventi la componente di ricerca e garan-zia di reperibilità di forniture di qualità, attraverso la creazione di magazzini di pezzi di ricambio o la costituzione di reti tra fornitori egestori degli impianti, insieme alla formazione di maestranze locali specifiche, come artigiani e piccole imprese, che si possono inseri-re con profitto nel mercato locale dell’energia garantendo la sostenibilità degli interventi proposti.

Etiopia: energia rinnovabile per uno sviluppo sostenibile

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natale

La Guinea Bissau è fortemente colpita dalla crisi alimen-tare. Tra i problemi più urgenti per i contadini vi è la dif-ficoltà di reperire le sementi, a causa della mancanza diservizi e degli alti prezzi delle stesse. All’interno di unampio progetto di sicurezza alimentare, la LVIA lavoracon 35 associazioni di contadini per l’autoproduzionedi sementi di riso, alimento base del paese.Donando 100 euro, puoi aiutarci a fornire 80 Kg disementi di riso, che le associazioni locali metteran-no a frutto per coltivare 1 ettaro di terreno dedica-to alla moltiplicazione delle sementi. Le sementiprodotte localmente saranno vendute ad un prez-zo accessibile a supporto dell’economia rurale edella sicurezza alimentare dell’area.

Causale: Natale 2011/Guinea

GUINEA BISSAU

con 100 euro POSSIAMO FORNIRE

AD UN’ORGANIZZAZIONE DI PRODUTTORI 80 KG

DI SEMENTI DI RISO

Nel biennio 2010-2011, il fallimento di due stagionidelle piogge consecutive ha provocato una grave care-stia nel Corno d’Africa. La LVIA ha agito prontamentenelle regioni settentrionali di Merti e Sericho in Kenya,per rispondere all’emergenza idrica. In ottobre fortuna-tamente sono iniziate le piogge, ma ora il pericolo con-siste nella diffusione di epidemie, come il colera, lega-te all’uso di acqua contaminata. Donando 20 euro, puoi aiutarci a realizzare unacampagna di trattamento delle acque attraverso ladistribuzione alle famiglie di un kit, composto daWaterGuard/PUR e bacinelle, per garantire ad unafamiglia un minimo di 20 litri di acqua trattata, ognigiorno per due mesi.

Causale: Natale 2011/Kenya

KENYA

con 20 euro POSSIAMO FORNIRE

AD UNA FAMIGLIA UN KIT DI DEPURAZIONE DELL’ACQUA

USUFRUIBILE PER 2 MESI

proposte solidali

In occasione di questo Natale ti proponiamo di fare un gesto concreto con una donazione asostegno delle attività promosse dalla LVIA in Africa e in Italia. Insieme possiamo contribuirealla promozione di pari diritti per uno sviluppo equo e sostenibile in una società più consa-pevole degli squilibri nord-sud. Insieme possiamo operare nella direzione del cambiamento.

2011

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Oggi 1 miliardo e 600 milioni di persone vivono senzaelettricità. La possibilità di accedere all’energia e a tuttii servizi che ne derivano è un privilegio riservato adalcuni, con l’esclusione di tanti altri che abitano le areerurali dei paesi in via di sviluppo. Per colmare questogap energetico occorre un cambiamento basato sul-l’utilizzo di sistemi sostenibili in grado di dare un con-tributo decisivo per lo sviluppo economico delle areerurali del mondo estremamente povere. Donando 75 euro, puoi aiutarci a fornire ad unafamiglia etiope un “pacchetto energetico base”:una lampadina a risparmio energetico da 25 W euna presa per l’utilizzo di piccoli elettrodomestici,per uno sfruttamento complessivo di 75 W.

Causale: Natale 2011/Etiopia

ETIOPIA

con 75 euro POSSIAMO FORNIRE AD UNA FAMIGLIA UN PACCHETTO

ENERGETICO DI BASE

Anche la scuola italiana deve affrontare forti tagli finan-ziari e non riesce più a svolgere attività extra curricola-ri. Nella mission LVIA rientra l’attività di educazione,informazione e sensibilizzazione presso le società del‘nord’, perché crediamo sia fondamentale la formazio-ne delle nuove generazioni ad una cultura della solida-rietà e del bene comune.Con il tuo contributo di 200 euroPotremo organizzare un percorso informativo conuna classe per sensibilizzare le nuove generazionisui temi dell’identità, dell’intercultura, dei diritti edello sviluppo sostenibile.

Causale: Natale 2011/Italia

ITALIA

con 200 euro POSSIAMO REALIZZARE

UN PERCORSO DI INFORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE

NELLE SCUOLE ITALIANE

Tu puoi fare la differenzaScegli uno dei progetti che ti proponiamo oimpegnati con una donazione fissa, annua omensile, garantendo una continuità per noipreziosa.

Se sei dipendente di un’azienda, puoi promuo-vere la LVIA tra i tuoi colleghi per aderire alPayRoll Giving per la LVIA! (cfr pag. 15)

La LVIA aderisce all’Istituto Italiano dellaDonazione (IID) che ne attesta l’uso chiaro,trasparente ed efficace dei fondi raccolti, atutela dei diritti del donatore.

Per contribuire: Banca Etica · IBAN: IT49 L050 1801 0000 00000106 428 Intestazione: LVIAOppure con bollettino postale: c/c 14343123 ·Intestazione: LVIA - Associazione InternazionaleVolontari LaiciCorso IV Novembre, 28 - 12100 Cuneo Causale: Natale 2011/………. (nome paese)

Più dai…meno versi!Le donazioni alla LVIA sono deducibili dalladichiarazione dei redditi: basta conservare laricevuta del versamento.(D.lgs 35/05 convertito in legge 80/05).

2006/12

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Un anno d’iniziative dal basso per “colorare” i territoridi 6 regioni d’Italia: questo il progetto “Giovani eintercultura” che ha coinvolto 13.000 ragazzi italiani estranieri sui temi dell’identità, l’incontro con l’altro, idiritti e lo sviluppo sostenibile. Desiderio di relazio-ni, di valori, voglia di “essere nelle cose” è quantone è emerso.

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italia solidale

anche tra persone diverse della città.Insieme ad un educatore di strada abbia-mo attivato questo intervento nella piazzadi Forlì, un luogo simbolo della mancanzadi dialogo, sempre meno frequentato daforlivesi e, a detta di questi, frequentatosolo da stranieri. Da qui sono nati gli ape-ritivi sociali, momenti in cui la città si èincontrata per trascorrere dei momentiinsieme».

Conoscere i “vicini di casa”Comune denominatore delle azioni localiè stato il coinvolgimento del territorio perstimolare spazi di dialogo e d’incontro.Francesco Scarpitta, operatore a Firenze,racconta: «Il nostro progetto ha coinvolto igiovani in un percorso di attività ludico-educative con i bambini cinesi dellacomunità dell’Osmannoro, un’area indu-striale di Firenze. Abbiamo interagito cre-ando un vero e proprio scambio tra cultu-re in un contesto di gioco e creatività che

Educare... in stradaLe azioni locali si sono svolte su temi chei ragazzi hanno ritenuto importante porta-re all’attenzione della cittadinanza. Un per-corso non sempre semplice, perché i gio-vani hanno cercato di coinvolgere ancherealtà “ai margini” che si nascondono nellenostre città. A Latina il gruppo ha lavoratocon i ragazzi ospitati in casa-famiglia.Tommaso Carturan spiega: «Il nostro pro-getto locale si chiama Kausò Kausà, che inlingua araba vuol dire arcobaleno, e tra letante azioni realizzate abbiamo fatto delleattività nelle case famiglia, in particolarecon minori immigrati, con cui abbiamo vis-suto l’esperienza di vita interculturale.Quella realtà della casa famiglia è un pic-colo esempio d’intercultura e uno splendi-do riflesso del mondo che vorremmo». AForlì i ragazzi sono scesi in piazza conl’educativa di strada. Elena Colangelo rac-conta: «A Forlì abbiamo voluto puntare sul-l’incontro tra giovani di culture diverse ma

IL PROGETTOIl progetto “Giovani e Intercultura: un anno di dialoghi” è pro-mosso dalla LVIA, in collaborazione con il Centro Studi Sereno

Regis e in partenariato con Cem Mondialità.Ha ottenuto il finanziamento nazionale pubblico del Dipartimento della gioventù dellaPresidenza del Consiglio dei Ministri. Le azioni si sono svolte tra ottobre 2010 e novem-bre 2011 coinvolgendo giovani italiani e stranieri in attività di dialogo interculturale e cit-tadinanza attiva.6 regioni d’Italia. 12 operatori locali intorno ai quali sono stati identificati i grup-pi di lavoro con i giovani.■ Piemonte: Cuneo, Torino e cintura, Rete dei Comuni “ENNDAM” (Piossasco,Orbassano, Avigliana, Villarbasse, Roletto, Airasca, None, Frossasco, Cantalupa,Pinerolo). ■ Lombardia: Brescia ■ Emilia Romagna: Forlì, Parma ■ Toscana: Firenze ■ Lazio: Latina, Roma ■ Sicilia: Palermo, Comuni delle Madonie

Visita la sezione sul sito LVIA: www.lvia.it/giovani_intercultura/progettoe unisciti al gruppo facebook “Giovani e Intercultura: un anno di dialoghi”

Svogliati, annoiati, individualisti, superficiali, bamboccioni, indifferenti?

No!I protagonisti del progetto“Giovani e intercultura” hannomostrato un’altra faccia della società civile e della gioventù di oggi.

Voglia di protagonismoIl progetto si è proposto in una prima faseattraverso delle formazioni interattive suitemi dell’intercultura, dei diritti e dello svi-luppo sostenibile. Organizzati dagli opera-tori locali sulla base degli interessi specifi-ci dei territori, i percorsi formativi hannocoinvolto più di 7.000 ragazzi. Da maggio2011 poi, i giovani più interessati si sonoattivati per realizzare esperienze partecipa-tive, innovative e interculturali nelle pro-prie città. Vanessa Marotta, operatrice aTorino, spiega: «Noi giovani di IO MI ATTI-VO ci siamo impegnati per realizzare veree proprie azioni di cittadinanza attiva.Innanzitutto per la Campagna referendaria“Acqua bene comune”, che per noi era unmessaggio fondamentale da diffondere.Abbiamo creato delle gocce che abbiamoaffisso in tutta la città, fatto teatro sull’au-tobus per parlare con le persone e tantis-sime azioni di cittadinanza attiva per parla-re di partecipazione e intercultura».Nicoletta Gorgerino, operatrice nellaprovincia di Torino: «Noi abbiamo lavora-to con più di 100 giovani tra associazioni,scuole, gruppi, parrocchie su più comunidella provincia di Torino che formano la“rete ENNDAM” che promuove progetti dicooperazione decentrata nel nord delBurkina Faso. Abbiamo capito l’importanzadella partecipazione di tutta la società civi-le in queste progettualità, perché per noi ildialogo interculturale è innanzitutto il dia-logo con l’altro lontano, legato a noi daquesti progetti di cooperazione».

GenerAzioneintercultura!Giovani protagonisti della società che cambia

✔ Lia Curcio

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ha permesso di sostenere diritti che inquel luogo mancano e ha permesso didare dei momenti di gioia a dei bambiniche normalmente non hanno questeopportunità». A Roma è stato lanciato ilconcorso fotografico “Dietro l’angolo”. «Laproposta fatta ai nostri coetanei - raccontaGiorgia Pasquini - è stata di esplorare lacittà e catturarla in immagini che parlasserod’intercultura, cittadinanza, diritti, persone,nella consapevolezza che sul nostro impe-gno si fonda la ricerca di una società acco-gliente e capace di valorizzare il contributodi ciascuno. Ne è nato il Calendario 2012Dietro l’Angolo, realizzato con 12 scatti sele-zionati tra i partecipanti al concorso». A Cuneo la priorità è stata data al dialogocon le comunità immigrate. CristinaBaudino racconta: «Dialogare con imediatori culturali e le associazioni ci hapermesso di comprendere che sentimentied emozioni non hanno confini ma sonouguali per tutti. I giovani del gruppoUjamaa, poi, hanno trasmesso un mes-saggio d’intercultura con la mostra fotogra-fica “Sulla Strada”, che racconta i viaggi diconoscenza in Africa che hanno realizzatocon la LVIA». A Parma, il veicolo di espres-sione è stato il teatro. Ilaria Allegri raccon-ta: «Il nostro progetto ha coinvolto un polodidattico in un quartiere che riassumemolte tensioni sociali presenti sul territorionazionale. Abbiamo realizzato un laborato-rio teatrale e l’esito, bellissimo, è stato unospettacolo, “Porta dei Sogni”: una porta insenso fisico, onnipresente nello spettaco-lo, che vuole portare i sogni dei giovanidinnanzi a noi, un richiamo che i giovani cirivolgono per ascoltare le loro paure edesideri e per essere aiutati in questoingresso nel mondo degli adulti».

Futuro interculturale Il 19 e 20 novembre, nelle sei regionicoinvolte si è svolta la Giornata delDialogo Interculturale, momento conclusi-vo del progetto. Vito Restivo, operatorein Sicilia con Antonella Guerrieri, raccon-ta: «La Giornata è stata ricca di testimo-nianze, danze e musiche per affermareche l’accoglienza, il dialogo, l’ascolto e gliscambi culturali non sono soltanto buonepratiche che gli umani dovrebbero adotta-re tra di loro, ma sono elementi essenzia-li e imprescindibili per la continuità dellavita del genere umano su questo pianeta».

Le Giornate sono state l’occasione perconsolidare le reti create sul territorio elanciare gli impegni futuri che i giovanihanno identificato, in primo luogo asostegno della Campagna “L’Italia sonoanch’io” (cfr pag. 5) per i diritti di citta-dinanza e di voto delle persone di ori-gine straniera che vivono o sono natein Italia.Monica Macciotta della LVIA, coordina-trice del progetto, conclude: «Nel corsodi questo anno, molto ricco e stimolantedal punto di vista della partecipazioneriscontrata, sono tante altre le attività cheancora si sarebbero volute svolgere. Nellavoro con i giovani abbiamo visto come lanecessità sia quella di essere sempre pro-positivi. Non ci possiamo aspettare che,lanciato un messaggio, i giovani reagisca-no nell’immediato. È necessario coinvol-gerli, con i loro tempi e modalità, che nonsempre sono i tempi della burocrazia delprogetto. La LVIA si sta impegnando percontinuare ad investire sui giovani. Conquesto progetto abbiamo seminato…Orasperiamo di dare una continuità, fiduciosidella creatività e volontà d’impegnoriscontrata nei tanti giovani che abbiamoincontrato».

Palestra di democraziaPier Paolo Eramo, consigliere LVIA: «Inquesto anno di lavoro abbiamo imparatoche i giovani ci sono e vogliono essereprotagonisti, purché gli adulti sappianosvolgere il loro ruolo e propongano deitemi importanti. Il secondo insegnamentoè che molti pregiudizi dipendono da unacerta ignoranza esistente tra la gente, chenon ha tempo d’informarsi e incontrare glialtri. L’ultima cosa, forse la più importanteche vogliamo lasciare come messaggio, èche oggi non è più il tempo di scegliere sevogliamo o no la società multiculturale,perché questa società c’è. Gli slogan iden-titari o razzisti, i ripiegamenti localisti nonservono a nulla. Quello che dobbiamofare è condividere le regole, anzi costruir-ne di nuove. Questa non è educazioneinterculturale. È semplicemente eserciziodi democrazia»

FORLÌ Apertivi sociali in piazzaMouhamed, 25 anni: «Ho incontrato iragazzi in piazza, tornando da lavoro. Hopoi deciso di partecipare alle iniziative per-ché così noi giovani possiamo esprimerele nostre idee. In tv vedo solo l’Africa chemuore di fame. Vorrei dire a gran voce chel’Africa non è solo questo. Ai miei conna-zionali vorrei dire che è possibile nonrinunciare alla propria identità e al tempostesso essere partecipanti attivi di questasocietà che ci ospita».

PARMA Spettacolo teatrale Porta dei SogniJulian, 19 anni: «Il laboratorio teatrale èstato un’esperienza molto bella perché ciha aiutati ad essere noi stessi e ad esserepiù attivi nella nostra vita, a saper agire. Epoi in gruppo si sta bene. Fare questi labo-ratori serve per andare avanti nella vita,per aprire la mente».

Foto di Giuseppe Bigliardi tratta dalla mostra “Porta dei sogni”

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ROMA “Il barbiere del campo” fotovincitrice del concorso Dietro l’AngoloGiuseppina Marino, autrice della foto «Lafoto è uno scorcio di vita quotidiana, inti-ma, in una situazione in cui, in perfettasintonia con i soggetti ripresi, mi sono ritro-vata ad osservarli da una distanza ravvici-nata, a “sentirli” come se facessi io stessaparte della comunità rom. L’immagine rac-conta di un padre dolcemente intento atagliare i capelli al figlio, un atto apparen-temente abituale vissuto, però, come unrituale sia dai protagonisti della scena chedagli osservatori della stessa».

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TORINO Un Flash Mob interculturaleUn Flash Mob è una riunione, che si dis-solve nel giro di poco tempo, di un grup-po di persone in uno spazio pubblico conla finalità di mettere in pratica un’azioneinsolita e di veicolare un messaggio. Il 19novembre al Centro Commerciale 8Gallery, 150 giovani hanno realizzato unFlash Mob per l’intercultura.

PERUGIA-ASSISI:in marcia per la pace Un gruppo di 40 giovani del progetto“Giovani e Intercultura” ha partecipato allaMarcia per la pace Perugia - Assisi. Il 22settembre, in occasione dell’incontro“Piemonte territorio di solidarietà” organiz-zato da COP, COCOPA, RECOSOL, il Sinda -co di Torino Piero Fassino ha consegnato airagazzi la bandiera del Coor dinamento deiComuni per la Pace.

La CASA DI SILIMA: la canzone interculturale del progetto Giovani e InterculturaTommaso Carturan, operatore di Latina, compositore del brano musicale “La casa diSilima”.La Casa di Silima è una canzone interculturale che parla della difficile esistenza vissutadagli immigrati in Italia, denunciando politiche esclusiviste, la precarietà della loro condi-zione, gli atteggiamenti d’indifferenza e i pregiudizi quotidiani della nostra società. Peròparla anche della ricchezza dei luoghi e delle culture da cui provengono, e parla di unposto speciale, la casa di Silima, in cui è stata possibile la costruzione di un mondo inter-culturale. La Casa di Silima, da cui la canzone prende il nome, è un gruppo-appartamen-to presso il quale noi abbiamo svolto delle formazioni interculturali. La canzone è statascritta nelle principali lingue parlate nella struttura, ed anche per quanto concerne lamusica e la sonorità, cerca di riprendere le tradizioni musicali dei paesi di origine deiragazzi di Silima. Importante collaborazione è stata quella con il musicista, nonché nostrogrande amico, Nicola Valentino Valente.Diponibile il CD. Info: cell. 328.1226037 • [email protected]

François Ramdé, Burkina Faso, Direttoredell’Union Fraternelle des Croyants, pro-motrice del progetto Dudal Jam:«Il Centro per la Pace “Dudal Jam” cerca dicostruire una catena internazionale di ami-cizia tra giovani. Quando si passa deltempo insieme, si acquisisce un diversomodo di guardare il mondo e, attraverso loscambio, si fa una valorizzazione della dif-ferenza personale. Dudal Jam è costruitoin tal senso e impegna la gioventù di tutti ipaesi del mondo.»F. Ramdé ha portato la sua testimonianzadiretta e la sua presenza nell’AssemblaLVIA di giugno 2011. LVIA, insieme aiComuni della rete ENNDAM e CEMMondialità, sostiene il progetto Dudal Jamper la promozione del dialogo intercultu-rale e interreligioso tra i giovani.

Gli impegni dei “Cittadini del mondo” Dal 28 luglio al 5 agosto, in Sicilia si èsvolto il Cantiere di educazione alla pace e alla mondialità, organizzato dai giovani delprogetto “Giovani e intercultura”. La Carta d’impegni: “Noi ragazzi, cittadini del villaggio globale, ci impegniamo a:Non delegare ad altri ciò che si può fare con il proprio impegno. Dobbiamo passa-re dall’indignazione all’azione • Ricordare che il 90% dei conflitti è innescato daequivoci e incomprensioni del linguaggio e che quindi possono essere risolti con lanon violenza • Prendere consapevolezza che i pregiudizi esistono e che vanno gesti-ti • Progettare globalmente con sguardo locale, sapendo che è importante il mezzo,non solo il fine • Essere coerenti, denunciare e avere sguardo critico al di là delleinformazioni che ci impongono • Riflettere su se stessi per un agire migliore • Attuareazioni di cittadinanza attiva nel nostro singolo territorio per ritrovare il legame conla nostra terra, con i nostri specifici territori, con la natura e la cultura • Sensibilizzarei ragazzi, educarli alla coscienza critica, lavorare con le scuole • Fare da cassa di riso-nanza a chi vive una situazione d’ingiustizia senza aver voce per denunciarla •Rispettare l’ambiente, amando la terra e la natura e vivendole come fossero lanostra casa”.Disponibili sul sito www.lvia.it – sezione Palermo, gli articoli di Jessica Boretto e NicolettaGorgerino, giovani partecipanti al Cantiere.

Leader “alla pari”Il 16 e 17 aprile si è svolto a Torino lo stageper “peer leaders”, condotto dal CentroStudi Sereno Regis. Umberto Forno spie-ga: «L’azione dei giovani “leader alla pari” èimportante per facilitare i processi comuni-cativi con i giovani, con cui essi sono acco-munati dall’età, linguaggi e interessi simili.Lo stage ha avuto l’obiettivo di costruireaggregazione e incontro tra le varie espe-rienze e tra i giovani partecipanti, rispettoall’acquisizione di competenze per la con-duzione di gruppi e per la progettazione».

A scuola di paceLo stage Dudal Jam, organizzato a Bresciadal 13 al 15 maggio da Cem Mondialità, hapreparato i ragazzi per un futuro viaggio diconoscenza in Burkina Faso. RaccontaClelia Minelli: «Abbiamo voluto comunica-re ai ragazzi la necessità di essere criticiverso ciò che ci viene raccontato, a entrarecon curiosità in un dialogo con l’altro fattod’incontro vero, a non accontentarci divedere l’africano sempre e solo come ildestinatario delle nostre azioni».

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Cos’è il Payroll Giving?È un programma di raccolta fondi in cui ildipendente di un’azienda può liberamen-te scegliere che, ogni mese, un’ora o piùdella sua retribuzione netta venga elargi-ta come donazione (deducibile o detrai-bile) a favore di una giusta causa. A sua volta, l’azienda può partecipare ero-gando un importo proporzionale a quelloraccolto dai propri dipendenti (MatchGiving).È una pratica di donazione “facile”, attivada anni nei paesi anglosassoni, con rego-le precise che tutelano il donatore e l’or-ganizzazione no profit.

Quali sono vantaggi per l’azienda: costi di gestioni minimi e un ottimoritorno di immagine • Una partnership con una Orga niz zazio ne

no profit può accrescere il senso diappartenenza dei dipendenti e la moti-vazione con cui svolgono le propriemansioni.

• Una crescita della visibilità nell’opinionepubblica come impresa socialmenteresponsabile.

• Sgravi fiscali, attuando il Match Giving: ilversamento è deducibile fino al 10%del reddito imponibile e comunqueentro il limite massimo di 70.000 Euro.

Per la LVIA questo aiuto porterebbe entra-te sicure, fisse e regolari per garantiresostenibilità alla nostra mission.Se sei dipendente o responsabile diun’azienda promuovi l’iniziativa tra ituoi colleghi e aderisci al PayRollGiving per la LVIA.

Contattaci per maggiori informazioni: tel. 0171-696975 oppure scrivi a [email protected]

Grazie ai tanti volontari che, il 16 e 17 ottobrehanno allestito i banchetti nelle province diCuneo, Torino, Asti e Biella proponendo l’acquisto delle mele, abbiamo raccolto 26.000 euro che ci hanno aiutato a sostenere le popolazioni colpite dalla grave carestia in Kenya, Etiopia e Burundi.

A Natale la Gioielleria Manfrinato STA CON LA LVIA

Con il catalogo di collezionamento2010–2011, i soci Nova Coop, lacooperativa di consumatori piemon-tese del sistema nazionale Coop,hanno raccolto 65.000 euro a soste-gno degli interventi LVIA che hannomigliorato le condizioni di vita di5.300 persone nella Regione delMeru attraverso: la costruzione di 58cisterne domestiche per la raccoltadell’acqua piovana e 52 latrine; l’am-pliamento di 2 acquedotti con l’instal-lazione di chioschi di distribuzione,serbatoi e abbeveratoi per i bovini.

Mele per l’Africa: LVIA raccoglie 26.000 euro per rispondere alla crisi alimentare

La collaborazione Nova Coop e LVIAper l’acqua in Kenya

PAYROLL GIVING per imprese responsabili

Il payroll giving é una tecnica di fundraising apprezzata dalle imprese, perché coinvolge i dipendenti.Uno strumento di raccolta fondi da provare: ecco come...

La Gioielleria Manfrinato di Busca (CN) ha deciso di destinare partedell’incasso natalizio alle attività di post-emergenza promosse in Kenyadalla LVIA nella contea di Isiolo, fortemente colpita nei mesi scorsi dauna devastante siccità. Grazie alla Gioielleria Manfrinato, 10.000 kit per il trattamento delleacque saranno distribuiti a 800 famiglie al fine di superare questoperiodo critico in cui è elevato il rischio di epi-demie dovuto all’uso di acqua inquinata.Saranno 4.400 le persone che beneficerannodi questa azione.

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Se vuoi condividere con amici e parenti

un messaggio di solidarietà…Se vuoi che ogni giorno rappresenti

un’opportunità di impegno…La LVIA ti propone un calendario da tavolo e i biglietti augurali

Per informazioni e richieste contatta la LVIA0171.696975 • [email protected]

Per dettagli visita il sito www.lvia.it

calendario da tavoloformato 19x14,5 cm

contributo richiesto 5,00 euro(escluse le spese di spedizione)

biglietti auguraliformato 15x10,5 cmcontributo richiesto 1,20 euro

Quest’anno puoi partecipare alla

Lotteria Natalizia Tanti i premi in palio: un viaggio in Africa per visitare inostri progetti, soggiorni in Italia e tanto altro ancora.

L’estrazione avverrà il 31 Gennaio 2012 presso la sede LVIA

Acquistando un biglietto della lotteria al costo di 2.50 Eurosi donerà un kit per la potabilizzazione dell’acqua ad unafamiglia del Kenya

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