VII TROFEO DELLA MEMORIA “ARPAD WEISZ”

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VII TROFEO DELLA MEMORIA “ARPAD WEISZ” PROGETTO “GEOGRAFIA DELLA MEMORIA NEL LAZIO” MAJDANEK – LUBLINO

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VII TROFEO DELLA MEMORIA “ARPAD WEISZ” PROGETTO “GEOGRAFIA DELLA MEMORIA NEL LAZIO” MAJDANEK – LUBLINO

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VII TROFEO DELLA MEMORIA “ARPAD WEISZ”

PROGETTO “GEOGRAFIA DELLA MEMORIA NEL LAZIO”

MAJDANEK – LUBLINO

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GEOGRAFIA DELLA MEMORIA NEL LAZIO

Il progetto nasce dall’esigenza di smentire l’idea di lontananza, non solo geografica, evocata spesso dai

campi nazisti, e far conoscere agli studenti le località e gli avvenimenti del proprio territorio che

interessano la storia della persecuzione degli ebrei. Per far capire che i luoghi dello sterminio di massa

nell’Europa centro orientale sono solo l’ultima tappa di un processo di annientamento iniziato all’interno

delle nostre città.

Il piano di lavoro prevede la mappatura delle località d’internamento nel Lazio prima e dopo la nascita della

Repubblica Sociale, così come quella dei luoghi di arresto e detenzione antecedenti alle deportazioni

dall’Italia. In aggiunta, vengono raccolte e approfondite le storie dei non ebrei che, nelle località oggetto

della ricerca, si opposero alla violenza antisemita.

La didattica è rivolta alla sensibilizzazione su un tema di fondamentale importanza quale la Shoah, al

confronto e all’analisi di esperienze generazionali lontane e differenti, alla riscoperta del territorio laziale,

alla formazione degli studenti su come ricercare e analizzare la documentazione d’archivio, le

testimonianze e la memorialistica con l’intento di chiarire il rapporto tra storia e memoria.

VII TROFEO DELLA MEMORIA

Il torneo è dedicato alla memoria di Arpad Weisz, calciatore e allenatore ebreo di origine ungherese vittima

della persecuzione nazista. La vittoria dello scudetto del campionato italiano fece di Weisz, allora

trentaquattrenne, alla guida dell’Inter nella stagione 1929-1930, il più giovane allenatore campione d'Italia,

record tuttora imbattuto. Vinse lo scudetto anche allenando il Bologna nei campionati 1935-36 e 1936-37.

Nel 1938 a causa delle leggi razziali dovette abbandonare l’Italia e riparare a Parigi e poi in Olanda. Con

l’occupazione del paese da parte dei nazisti venne deportato nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau

dove trovò la morte.

L’iniziativa è promossa dalla Regione Lazio grazie alla fattiva collaborazione della FIGC, del Comitato

Regionale Lazio della Lega Nazionale Dilettanti, della Comunità Ebraica di Roma e del MACCABI di Roma e

vanta ampi consensi per la capacità di diffondere un concetto positivo dello sport attraverso un processo

etico–sociale di sviluppo della personalità dei ragazzi. Strumento di grande efficacia contro ogni forma di

razzismo e di discriminazione, il Trofeo promuove la cultura della memoria e la lotta all’antisemitismo

servendosi dello sport come veicolo di aggregazione.

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Il ghetto di Lublino

Negli anni ’30 a Lublino ci sono circa 40.000 ebrei, quasi un terzo della popolazione totale. Il 18 settembre 1939 i nazisti occupano la città e viene immediatamente organizzato un Ufficio di lavoro che individua 28.000 ebrei “abili” da mandare nei campi di lavoro nelle località vicine. Dal primo dicembre 1939 si impone agli ebrei di indossare una benda con una stella di David blu su fondo bianco per renderli riconoscibili tra la popolazione. Le ordinanze, limitazioni e persecuzioni si susseguono con cadenza quasi quotidiana.

Tra la fine del 1939 e gli inizi del 1940 giungono a Lublino migliaia di ebrei provenienti dalla Polonia occidentale. Il 24 marzo 1941 viene istituto il ghetto che un mese dopo conta già 34.149 abitanti. Nel corso dell'inverno seguente il ghetto è recintato con filo spinato e diverse centinaia di persone rinchiuse al suo interno muoiono di fame e tifo. Gli ebrei sono obbligati durante il giorno a lavorare nei tre campi di lavoro istituiti a Lublino e nel dicembre del 1941 ne vengono mandati 150 a Majdanek. Poco dopo il ghetto viene diviso in una zona A (per gli ebrei destinati alla deportazione) e una zona B (per i lavoratori e i membri dello Judenrat che amministra il ghetto).

Il ghetto viene liquidato nella primavera del 1942. Tra il 16 marzo e la metà di aprile circa 30.000 ebrei sono deportati verso il campo di sterminio di Belzec, mentre oltre 2.000 saranno uccisi in città (fra cui i bambini dell'orfanotrofio e i pazienti dell'ospedale) e a migliaia nelle foreste limitrofe. Nel marzo del 1943 chiude la maggior parte dei campi di lavoro e i pochi ebrei rimasti sono trasferiti a Majdanek. Quasi tutti saranno uccisi il 3 novembre 1943 durante l’Aktion Erntefest (Operazione Mietitura), che costituisce l’ultimo grande atto dello sterminio degli ebrei nel Governatorato Generale.

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Il Konzentrationslager Lublin,

chiamato generalmente Majdanek, è stato in

funzione dall’ottobre del 1941 fino al luglio del

1944.

Inizialmente doveva servire da serbatoio di

mano d’opera gratuita per la costruzione di

edifici per le SS a Lublino e la realizzazione di

progetti economici legati alla germanizzazione

della città e della regione. Nell’arco del tempo

Majdanek svolse molteplici funzioni. Fu campo

di eliminazione per ebrei; campo di concentramento per prigionieri di differenti nazionalità; prigione e

campo di transito per i contadini della regione di Lublino; campo per prigionieri di guerra sovietici e luogo

di esecuzione delle persone arrestate dalla polizia tedesca.

Majdanek, situato alla periferia sud-est di Lublino, si estendeva su una superficie di 270 ettari ed era

ripartito in tre zone: il quartiere delle SS, le baracche dell’amministrazione e il settore per i prigionieri.

Quest’ultimo era suddiviso in cinque parti uguali con baracche per gli alloggi in legno. Diversamente da

molti altri campi nazisti, Majdanek non è nascosto in qualche remota foresta o oscurato alla vista da

barriere naturali né è circondato da una "zona di sicurezza".

Nel primo anno del suo funzionamento vi erano detenuti solo uomini. A partire dall’ottobre del 1942 entrò

in funzione il campo femminile e dal marzo del 1943 vi furono rinchiusi anche i bambini. I polacchi, ebrei e

non, costituivano in quel momento la grande maggioranza dei prigionieri; seguivano i cittadini sovietici.

Tra il 1943 e il 1944 la composizione nazionale dei prigionieri cambiò radicalmente a causa dei trasporti

provenienti da altri campi di concentramento con

prigionieri di più di 20 nazionalità diverse. Il numero dei

detenuti nel campo oscillava mediamente tra diecimila e

quindicimila e raggiunse il massimo di circa

venticinquemila persone nel maggio del 1943. Le fonti

attualmente a disposizione non permettono di definire

precisamente il numero dei deportati. Si stima che circa

centocinquantamila persone siano passate per il campo

di Majdanek.

In ragione delle insostenibili condizioni di vita, Majdanek

fu uno dei campi più duri. I prigionieri venivano decimati

dal pesante lavoro per la costruzione del campo, dalla mancanza di cibo e dalle epidemie di tifo. Le persone

malate e stremate venivano uccise. I prigionieri ebrei costituivano la maggioranza delle vittime delle

selezioni. Migliaia di ebrei, soprattutto donne e bambini, furono uccisi nelle camere a gas – attivate

nell’ottobre del 1942 – immediatamente dopo il loro arrivo.

Il 3 novembre 1943, durante un’esecuzione di massa pianificata – nome in codice “Erntefest” (Mietitura) –

i tedeschi fucilarono circa diciotto mila prigionieri ebrei rinchiusi a Majdanek e negli altri campi di lavoro

forzato situati a Lublino. Nel 1944 furono frequenti le esecuzioni di prigionieri del Castello di Lublino e di

civili, soprattutto polacchi, arrestati nel corso delle frequenti rappresaglie.

Nel Konzentrationslager Lublin persero la vita circa sessantamila ebrei e ventimila persone di altre

nazionalità, in maggioranza polacchi.

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Nell’estate del 1944 l’NKVD (Commissariato del popolo per gli affari interni dell’Unione Sovietica) rinchiuse

a Majdanek soldati polacchi dell’Armia Krajowa (Esercito Nazionale Polacco) per alcune settimane, prima di

deportarli in Siberia.

Esterno delle camere a gas Interno della camera a gas Bombole di monossido di carbonio

Il Museo Nazionale di Majdanek, creato nel novembre del 1944, è il primo di tutti i musei d’Europa

impiantato sul territorio del preesistente campo di concentramento tedesco.

Il museo si estende su un territorio di quasi 90 ettari su cui sono ancora conservati circa 70 costruzioni. Tra

gli edifici di più elevata importanza storica sono visitabili le camere a gas, i crematori, le baracche dei bagni

e degli alloggi dei prigionieri.

Nel 1969, per rendere omaggio alle vittime, vennero costruiti il Monumento del Combattente e del Martire

e il Mausoleo. È una delle più interessanti composizioni architettonico-scultoree che commemorano le

vittime della seconda guerra mondiale in Polonia.

Esterno del crematorio Interno del crematorio

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Lublino Situata nella Polonia orientale, a circa 160 chilometri da Varsavia, Lublino è una città di stampo medievale. Venne fortificata nel XIV secolo dal re Casimiro “il Grande” a cui si deve anche il Castello, tuttora visitabile. Gli ebrei giunsero nella città nel 1316 ottenendo il permesso di stabilirsi in periferia e successivamente nei pressi del Castello. Lublino fu sede di studi talmudici e di un importante centro di Chassidismo, una corrente mistica di rinnovamento ebraico. Nel 1815 venne stabilita l’annessione all’Impero russo che durò fino al 1915. Nel novembre del 1918 vi fu il primo governo polacco. Occupata nel 1939 dai nazisti, venne liberata dall’esercito sovietico il 24 luglio del 1944 e proclamata temporaneamente capitale della Polonia. Oggi, Lublino conta circa 350.000 abitanti.

via Florida, 24 · 00186 Roma · tel. +39 06 99700929

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