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Letteratura 2 medioevo - il percorso del cavaliere- valori e crisi di un idealeIL CAVALIERE - POEMA EPICO – CICLO CAROLINGIO 67-69ORLANDO FURIOSOIspirandosi a Carlo Magno e alle lotte contro gli Arabi si sviluppa il Ciclo carolingio, con le Chansons de geste, tra cui primeggia la “Chanson de Roland”, con la figura idealizzata di Orlando, il cavaliere senza macchia che con la sua invincibile Durlindana combatte per la “Douce France” e per Carlo dalla barba canuta,  e che non suona l’Olifante, a prezzo della sua vita, per non mettere in pericolo il re.

1-Cosa è la Chanson de geste ed il ciclo carolingio?

DA « LA CHANSON DE ROLAND  67-69

CLXXOrlando sente che la vista ha perduta:si mette in piedi, si sforza più e più;anche il color della faccia ha perduto.Davanti a lui sorge una pietra scura.Egli vi da dieci colpi con cruccio:Stride l’acciaio, ma non si scheggia per nulla. Ah, Durendala “Ah”, dice il conte “Santa Maria, qui aiuto! aveste assai sfortuna!Ora che muoio, di voi non avrò cura.Per voi sul campo tante vittorie ho avutee contro tanti paesi ho combattuto,che tien or Carlo, che ha la barba canuta;Non v’abbia un uomo che innanzi ad altri fugga.Per lungo tempo un prode vi ha tenuta!La Francia santa così non ne avrà più!”CLXXColpisce Orlando la pietra di Cerdagna:stride l’acciaio, ma non si rompe affatto.Quando egli vede che non può proprio infrangerla,dentro se stessocosì comincia a piangerla:“Ah, Durendala , come sei chiara e bianca !”CLXXIIIOrlando sente che la morte lo prende,che dalla testa sopra il cuore gli scende.Se ne va subito sotto un pino correndo

Orlando in punto di morte vuole distruggere la spada Durendala e colpisce la dura pietra, ma la spada non si spezza.

1-Quali valori del cavaliere rappresentano gli elementi segnati in rosso nel testo?

2-classificali in base all’appartenenza ai valori tipici feudali: totale asservimento al signore- onore e lealtà- amore di patria – generosità fino al sacrificio estremo- guerra santa- asservimento a Dio ed ai suoi comandamenti

3-cos’è la guerra

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e qui si corica, steso sull’erba verde:sotto, la spada e l’olifante mette;verso i pagani poi rivolge la testa:e questo fa perché vuole davveroche dica Carlo con tutta la sua genteche il nobil conte è perito vincendo.Le proprie colpe va spesso ripetendo, e a Dio per esse il suo guanto protende

Durendala è la spada santa, essa contiene nell’impugnatura le sacre reliquie ed è stata consegnata dall’Arcangelo Gabriele a Carlo Magno.ESSA E’ IL SIMBOLO DELLA GUERRA SANTA, la guerra giusta voluta da Dio.

La spada è chiara e bianca, cioè luminosa, perciò – come la luce- simbolo del bene e di Dio

Carlo Magno, re di Francia e imperatore è il signore cui i cavalieri hanno giurato lealtà e fedeltà assoluta

Prode= coraggioso, è una fondamentale virtù del cavaliere

La Francia è la patria del cavaliere che per lui è sacra

La guerra santa si combatte contro i pagani , cioè gli infedeli, in questo caso gli arabi musulmani Orlando vuole morire col viso rivolto verso il nemico per difendere l’onore, solo un vile morirebbe dando le spalle al nemicoIl cavaliere è un soldato di Cristo:confessa i propri peccati e rispetta i riti di sottomissione legati ai riti feudali. Il cavaliere sconfitto cedeva il proprio guanto in segno di resa

santa?

4-Delinea la figura dell’eroe medioevale

IL CAVALIERE – POEMI CAVALLERESCHI –CICLO BRETONEPERCEVALLa leggenda del Graal ha un inizio storico ben definito e un inizio mitico che si perde nella notte dei tempi. Tutto ha inizio col romanzo medievale incompiuto di Chrétien de Troyes, Perceval o il racconto del Graal, composto tra il 1175 e il 1190 circa.Chrètien de Troyes è uno dei più grandi autori della letteratura laica provenzale, attivo tra il 1155 e il 1190, nel Basso Medio Evo. Perceval- romanzo di iniziazioneSi tratta di un romanzo pedagogico e didattico che spiega la formazione di un cavaliere sotto i tre aspetti principali: la Cavalleria, l’Amore e la Religione.

1-Chi è l’autore del poema cavalleresco “Perceval”?

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LA STORIA Incontro con i cavalieriLa madre di Perceval che ha perso il marito e due figli a causa della cavalleria lo alleva nella totale ignoranza del mondo, e soprattutto della cavalleria, nel folto di una foresta, per questo egli è definito “il puro folle”. Nella foresta il giovane incontra un gruppo di cavalieri e rimane folgorato dalla loro bellezza e dallo scintillio delle armi, che li fa assomigliare ad angeli. Fa la figura dello sciocco per la sua ignoranza e per la prima volta sente parlare di Artù, il re che fa i cavalieri. Decide di partire per diventare anch’egli un cavaliere. Il Castello di Artù ed il Cavaliere vermiglioQuando giunge al castello di Artù vede uscire un cavaliere magnificamente armato, tutto vestito di rosso. Ignaro delle buone maniere entra a cavallo nella sala della tavola rotonda. Perceval chiede ad Artù di farlo cavaliere, ma questi lo invia a battersi col cavaliere vermiglio. Perceval si batte con questo cavaliere e lo uccide, ma in maniera sleale, lanciandogli un giavellotto, un’arma che non è dei cavalieri. Non è capace di togliergli l’armatura e lo deve aiutare un uomo venuto dal castello. Perceval diventa cavalierePerceval prende il cavallo del vinto e giunge ad un bellissimo castello dove un nobile cavaliere lo istruisce nell’uso delle armi e nel codice d’onore della cavalleria. Il cavaliere gli insegna come comportarsi in società, tra l’altro gli dice di non parlare molto, lo fa mangiare nella sua stessa scodella (come la regola templare) gli toglie i rozzi abiti, gli dà vesti consone a un cavaliere, gli calza gli speroni e gli cinge la spada conferendogli così la dignità cavalleresca..D’ora in poi Perceval dovrà battersi per riparare i torti, aiutare chiunque sia in pericolo, le vedove, i deboli, le donne e gli orfani e pregare spesso perché Dio lo aiuti a comportasi da cristiano. Perceval e l’amorePerceval riprende il cammino per tornare dalla madre e si imbatte in un castello chiamato Baurepaire. Biancofiore, la bella castellana, piangendo gli spiega che sono assediati da un re che vuole per forza sposarla, ma ella si ucciderà prima di cedergli. Perceval allora la consola e promette di “Riportare la pace nella sua terra”, quindi la abbraccia e passano la notte insieme. Adesso Perceval conosce anche l’amore, il fine amor, quello che collega l’amore cristiano all’amore terreno.E’ l’amore, quello per una donna e quello per il Dio, che sprona all’azione il cavaliere e lo spinge al compimento del suo dovere morale.Il re PescatoreLiberato il castello Perceval riprende il cammino e giunge ad un fiume che non sa come attraversare. Scorge due uomini in una barca, uno rema, l’altro pesca. Quest’ultimo si offre di ospitarlo nel suo castello per la notte. Nel castello viene accolto in modo principesco, sulle spalle gli viene posto un mantello scarlatto e viene condotto in una sala. L’ospite porta un cappuccio nero di zibellino e una veste e un mantello color porpora (i colori si riferiscono all’alchimia).

2-Qual è il valore allegorico del viaggio di Perceval?

3-Perché è definito “puro folle”?

4-Casa rappresenta il Santo Graal?

5-Cosa impara Perceval a proposito della Cavalleria, dell’Amore e della Religione?

5-Come nel testo viene rappresentata la ritualità e perché essa è importante come valore della cavalleria?

6-In cosa si differenzia la figura del

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Perceval incontra il GraalL’ospite (il Re Pescatore) si scusa se non può alzarsi per accoglierlo perchè ha una gamba ferita e lo invita a sedersi accanto a lui. Un valletto porta una Spada, esistono solo altre due spade come questa e nessuno potrà mai più forgiarne una uguale. L’ospite la dona a Perceval.Il corteo del GraalIMMAGINE GRAAL

Un altro valletto reca una lancia lucente con una goccia di sangue che esce dalla punta. Perceval è sbalordito, ma gli hanno insegnato a tacere e non pronuncia parola, poi altri due valletti reggono candelieri d’oro con dieci luci e dietro a loro una fanciulla bellissima che regge un GRAAL il quale diffonde una luce tale da annullare quella delle candele. Il Graal è fatto dell’oro più puro e vi sono incastonate le gemme più preziose. Un’altra damigella reca un magnifico piatto d’argento. La strana processione scompare in un’altra stanza e lo sbalordito Perceval continua a trattenersi dal fare domande come gli è stato insegnato.

Vengono portati cavalletti neri come l’ebano su cui poggia una tavola di bianco avorio con una tovaglia bianchissima. (il massimo della purezza) Inizia la cena e a ogni portata il Graal passa davanti a loro senza che Perceval osi porre domande. Finita la cena i due si ritirano per la notte, ma al mattino Perceval trova il castello deserto, attraversa il ponte levatoio che si richiude misteriosamente alle sue spalle. Il Graal simbolo della cavalleriaQuello che viene definito Il mistero della cavalleria è tale non perché segreto ma proprio perché rappresenta il segreto, il mistero, e quindi percettibile soltanto da chi ne avverte il significato dentro di sé, diverso perciascuno. Il Graal finisce per incarnare questo segreto e diventa quindi il simbolo della cavalleria e l’espressione di tutti suoi valori morali .

Incontra la cugina

cavaliere del ciclo bretone dall’eroe epico come Orlando?

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Ripreso il cammino Perceval si imbatte in una damigella che piange disperata per la morte del suo cavaliere. Questa gli chiede se al castello del re Pescatore ha visto il Graal e se ha chiesto cos’era. Perceval spiega che non ha fatto domande per non essere scortese, come gli avevano insegnato, e la ragazza gli spiega che se lo avesse fatto avrebbe dato al re Pescatore la guarigione e così riportato la gioia e la fertilità sulla terra che è desolata proprio a causa della sua ferita (e quindi dei suoi peccati). Gli svela di esser sua cugina e lo accusa di essere un peccatore perchè ha provocato la morte della madre (per il dolore della sua partenza) Il significato della spadaGli rivela poi di sapere chi ha forgiato la spada che il re Pescatore gli ha donato e lo avverte che questa si romperà al primo scontro perché è simbolo di forza e di purezza, con la sua lama si separano il bene dal male e si spezzerà perché Perceval è un peccatore. Solo al lago la spada potrà essere riparata. Perceval e la religioneNel racconto di Chrétien de Troyes, all’inizio dell’avventura, il giovane Perceval è all’oscuro di tutto, vive in uno stato quasi selvaggio accudito dalla madre e dai servitori. È giovane, sta per entrare nell’età adulta ma è come se non fosse ancora nato, addirittura non viene chiamato con il suo nome… è il puro Folle. Puro perché non contaminato dal mondo, è vissuto nella foresta ed è come se avesse continuato a vivere nel grembo materno, folle perché ignorando totalmente le regole del vivere in società il suo comportamento ai più sembra dettato da follia. Nei primi passi del romanzo abbondano gli appellativi folle, stolto, giovane selvatico. Ma nonostante la Follia o proprio grazie ad essa decide di seguire la Luce, la luce portata nel suo mondo dal bagliore delle armature dei cavalieri che egli non a caso crede angeli.

E’ possibile trovare un legame con l’Elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam che indica nella Follia il motore della storia, per cui nascono e muoiono imperi, città, si formano famiglie, si intraprendono viaggi, attività economiche, ecc. Il saggio, prudente qual è, rimane in casa senza gettarsi in avventure, si accontenta del suo stato e non sogna.

"Ah! signore Iddio, perdono: sono angeli questi che io vedo, e ho fatto molto male a chiamrli diavoli! ora ben vedo che mia madre aveva ragione, quando mi narrava che gli angeli erano gli esseri più belli che esistessero, eccetto Dio che è il più bello di tutti. Ma certamente è Domineddio in persona quello che vedo, perchè fra loro ve n'è uno così bello che, Dio mi perdoni, gli altri non hanno neppure un decimo della bellezza sua. mia madre mi ha insegnato che bisogna credere in Dio, onorarlo, riverirlo, adorarlo. Vado dunque ad adorare quell'angelo e tutti gli altri con lui."

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http://it.wikipedia.org/wiki/Le_Roman_de_Perceval_ou_le_conte_du_Graal

La storia del Re pescatore ed il Graal fu più tardi incorporata nel ciclo arturiano. In principio il racconto del re pescatore fu un episodio inserito prima dell'arrivo di Percival a Camelot, per poi evolvere in una esplicita ricerca del Graal da parte dei dodici cavalieri della Tavola Rotonda.

http://it.wikipedia.org/wiki/Graal#Il_Graal_e_il_re_Pescatore

IL CAVALIERE E LA SUA CRISI– POEMI EPICO-CAVALLERESCHI RINASCIMENTALI 975ORLANDO INNAMORATO – ORLANDO FURIOSOIl poema epico cavalleresco si inserisce nel solco della tradizione medioevale delle leggende dei paladini di Carlo Magno, riprese alla fine del Quattrocento da Matteo Maria Boiardo, poeta della corte Estense di Ferrara, nel poema “Orlando innamorato”. Ludovico Ariosto, anch’egli nella corte di Ferrara, continua la storia di Orlando da dove Boiardo l’aveva interrotta. In questi poemi la materia epica del ciclo Carolingio si mescola e contamina con quella fantastica del ciclo Bretone arturiano, in cui amore, magia ed avventura sono i principali ingredienti.

Boiardo – Ariosto e la corte di Ferrara

L'Orlando innamorato è un poema cavalleresco scritto da Matteo Maria Boiardo che narra una successione di avventure fantastiche, duelli, amori e magie. Scritto in ottave (8 versi che rimano in modo ABABABCC), per permettere lo sviluppo di un discorso piuttosto lungo. Il poema fu pubblicato per la prima volta nel 1495. Boiardo,nobile, visse a errara prima alla corte dela duca Borso d'Este e poi con Ercole I d'Este. A lui dedicò il poema, che ha un intento encomiastico e edonistico: vuole gratificare e divertire la corte degli Estensi. Fonde l'epica e i personaggi del Ciclo Carolingio alle storie d'amore e al meraviglioso fiabesco del Ciclo Bretone.Questo poema rimasto incompiuto, fu poi la fonte d'ispirazione dell'Ariosto il quale utilizzando pe rsonaggi e temi boiardeschi scrisse l'Orlando furioso.LA STORIA Angelica, bellissima principessa del Catai, si presenta alla corte di Carlo Magno per chiedere aiuto contro i suoi nemici. Orlando, il migliore paladino di Francia, l'austero e saggio difensore della fede è innamorato così follemente della principessa, che la insegue fino al suo regno in Oriente; per difenderla abbatte il re di Tartaria Agricane , e arriva addirittura a battersi con il cugino Rinaldo, che è stato colpito da una magia di odio per Angelica. Astolfo parte per l'oriente, con l'intenzione di recuperare i cugini Orlando e Rinaldo.Orlando salva il cugino Rinaldo e gli altri amici sia dalla maga Morgana della Fortuna, sia dal re Manodante delle Isole Lontane; incontra Origille, una malvagia traditrice, di cui si innamora stupidamente. Finalmente torna da Angelica giusto in tempo per salvarla dalla regina Marfisa. Astolfo rimane però intrappolato dalla maga Alcina, innamorata di lui. Frattanto, Agramante, re d'Africa, decide di invadere la Francia, ma per farlo ha

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bisogno del giovane Ruggiero,tenuto intrappolato dal mago Atlante suo tutore che vuole proteggerlo. Agramante riesce a rubare ad Angelica l'anello magico con cui viene liberato Ruggero dal mago. Orlando e gli altri paladini ritornano in Francia con Angelica, avendo saputo che Carlo Magno deve difendersi dall'invasione di Agramante, e di Marsilio re di Spagna, con l'invulnerabile nipote Ferraù. Malgrado il valore dei francesi, a cui si è aggiunta la paladina Bradamante sorella di Rinaldo, i Musulmani sfondano le linee cristiane sui Pirenei

L'esercito di Carlo Magno si ritira a Parigi, dove è assediato da Agramante. Incuranti della guerra, Orlando e Rinaldo, ora colpito da una magia d'amore, continuano a inseguire Angelica. Il mago Atlante porta scompiglio ovunque, nel tentativo di recuperare Ruggiero, di cui si è innamorata, ricambiata, Bradamante; (dalla loro unione discenderà la casa degli Estensi).A questo punto l'opera rimane incompiuta a causa della morte dell'autore, forse avvelenato dai parenti. Nell'Orlando Furioso, Ariosto riprende la storia dalla rotta dei Pirenei, rielaborando a modo suo le vicende seguenti.

Ludovico Ariosto Nacque nel 1474 a Reggio Emilia. Visse a Ferrara dove il padre era al servizio del duca Ercole I d’Este. Fu al servizio del cardinale Ippolito d’Este fino a quando si rifiuterà di seguirlo in Ungheria (1517). Si sposò con Alessandra Benucci, con cui visse stabilmente.Passò al servizio del duca Alfonso d’Este dopo la morte di Ercole I., ma il rapporto con la corte fu sempre difficile ed i servigi dovuti mal sopportati dal poeta. Dovette accettare nel 1522 l’incarico di Commissario ducale nella Garfagnana, che tenne per circa tre anni. Rimase poi al servizio corte di Ferrara, senza mai volersi allontanare dalla sua città e dai

suoi affetti. Morì nel 1533.

Orlando furioso

L'opera, riprendendo la tradizione del ciclo carolingio e in parte del ciclo bretone, si pone a continuazione dell’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo . Caratteristica fondamentale dell'opera è il continuo intrecciarsi delle vicende dei diversi personaggi che vanno a costituire molteplici fili narrativi, tutti armonicamente tessuti insieme. La trama ruota intorno a tre vicende principali: l'aspetto epico è dato dalla guerra tra pagani (musulmani) e cristiani che fa da sfondo all'intera narrazione e si conclude con la vittoria cristiana in seguito allo scontro tra gli eroi avversari. La vicenda amorosa si incentra invece sulla bellissima Angelica, in fuga da numerosi spasimanti, tra i quali è protagonista per l'Ariosto il paladino Orlando; tuttavia Angelica incontrerà il pagano Medoro e lo sposerà felicemente, causando l'ira e la conseguente follia di Orlando (risanata solo in conclusione). Il terzo motivo, quello encomiastico, consiste nel difficile amore tra Ruggero, guerriero pagano, e Bradamante, guerriera cristiana, che riusciranno a congiungersi solo dopo la conversione di Ruggero, al termine della guerra: da questa unione discenderà infatti la Casa d’Este.I TEMIAi tre filoni tematici centrali (la guerra- l’amore di Orlando per Angelica – l’amre di Bradamante e Ruggero) si accostano altri motivi tipici del ciclo bretone: la magia, il meraviglioso, l’avventura individuale. Tutto il

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contenuto viene però caricato di significati nuovi .La follia: tra quattrocento e cinquecento si diffondono segnali di inquietudine, la percezione della vanità della vita , delle sue contraddizioni e della sua assurdità. Ariosto opera il rovesciamento dell’immagine tradizionale del personaggio di Orlando – da eroe della fede, severo e casto, a pazzo furioso per una passione amorosa.I valori cavallereschi legati ad un passato medioevale e feudale ormai lontano, vengono rivisti alla luce della nuova visione rinascimentale, ridimensionati e ridicolizzati – ma anche un po’ rimpianti - gli ideali di lealtà, onore, sprezzo del pericolo, purezza e santità, come ideali appunto ormai non più realizzabili.L’uomo , Infatti, con le sue doti positive e negative , e non l’eroe, è il tema centrale. La follia di Orlando è la metafora di questa nuova realtà, che ha in sé necessariamente , oltre che una grande fiducia nelle potenzialità dell’uomo, anche incertezze e paure: la ragione umana è un bene fragile, le passioni possono annullare nell’individuo la percezione dei suoi limiti , allontanandolo dalla razionalità e saggezza necessari per proseguire nel cammino terreno dell’esistenza e per costruire da sé il proprio destino. L’inchiesta , il meccanismo tipico dei romanzi cavallereschi – cioè la ricerca dell’oggetto del desiderio (come il Graal) – diventa nell’Orlando furioso una ricerca circolare , che ritorna sempre su se stessa dopo un inseguimento inutile e mille ostacoli. Angelica, la donna bellissima di cui si innamorano tutti i cavalieri e che nessuno raggiunge, rappresenta l’illusione di felicità che spinge l’uomo a faticare ed agitarsi lungo il cammino dell’esistenza.Il bosco nel quale tutti vanno e vengono instancabili attraverso sentieri che si aggrovigliano come un labirinto dove spazio e tempo si confondono in un caos inestricabile , rappresenta la vita umana , non più guidata dalla Provvidenza lungo un percorso lineare e sicuro (vedi viaggio di Dante).La fortuna interviene a sviare e modificare i piani ed i percorsi dei singoli individui, trascinati a loro volta da istinti e desideri. Solo la ragione- il senno che Astolfo va a cercare sulla Luna , dove si accumula tutto ciò che gli uomini perdono sulla Terra- riconquistata, la saggezza che l’autore ci fa intravvedere nei suoi divertiti ed ironici commenti, ci dà la giusta dimensione dell’esistenza, il distacco necessario per riconoscere l’armonia nell’apparente caos di tutto ed il contrario di tutto che compone la realtà, ed il fascino della ricerca , eterna ed impossibile, vera essenza e bellezza della vita; non c’è una meta da raggiungere, non è la meta che conta ma la meravigliosa varietà del viaggio.

PERCORSO – L’EROE http://www.itispozzuoli.it/docenti/poseidon/step_2/step_2.htm