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LA VITA E LE OPERE

Clestin FREINET, maestro e pedagogista, nacque il 15 ottobre 1896 a Garg, un paesino di montagna delle Alpi Marittime, da una famiglia di contadini. Frequent la Scuola Normale e ne usc nel 1915 con il diploma da maestro, ma richiamato alle armi nel 1916 fu ferito gravemente ad un polmone e trascorse quattro anni negli ospedali, destinato alla condizione di grande invalido di guerra, con diritto alla pensione massima. Rifiut questa condizione e nel gennaio del 1920 fu nominato maestro nella scuola di Bar-sur-Loup.Quando Freinet fa la sua prima esperienza di maestro in un paesino di montagna, ha ventitr anni ed reduce dalla guerra, con i polmoni lesi, il che inizialmente lo sollecita allelaborazione di tecniche che gli permettano di spolmonarsi meno.Laula che lo accolse era simile a tante di quellepoca: "banchi disposti in file rigide, predella per il maestro, attaccapanni fissati al muro, lungo i muri grigi qualche carta geografica della Francia, alcuni cartelloni murali del sistema metrico, simbolo dimmobilit e di silenzio. Lambiente malsano della classe impediva a Freinet di far scuola al chiuso e si accorse che le lezioni tradizionali affaticavano i ragazzi, quanto lui stesso.

Egli avvert subito lesigenza di modificare profondamente i contenuti e i metodi dellinsegnamento tradizionale: verbalistico, nozionistico, impartito uniformemente da un insegnante che domina la scena, sostanzialmente autoritario e repressivo anche se svolto con buona volont e buone disposizioni.Quel modo di lavorare era un fallimento. Riprese a studiare e nel 1923 si laure inLettere, ma non accett la nomina alla scuola superiore di Brignoles, deciso a rimanere nella sua scuola dei bambini. In quel periodo inizi a partecipare a convegni e conobbe alcuni pedagogisti, come Ferrire, Claparde e Cousinet, ma si rese anche conto che se leducazione nuova era applicabile nelle scuole che possiedono attrezzature e materiali, il problema rimaneva aperto per tutte le scuole diseredate, spoglie come la sua.

Influenzato dalle correnti delleducazione nuova che facevano capo a Claparde, a Ferrire, a Cousinet e alla scuola ginevrina, dellIstituto Rousseau, ne accoglie lispirazione di fondo ma la trova troppo teorica e sterilizzata, troppo legata a unimmagine dellinfanzia che non fa differenza fra il bambino benestante di citt e quello povero e scalzo di molti paesini sperduti; per meglio dire, a unimmagine che non tiene conto del secondo e ritaglia tutto sulla figura del primo,e decise di far scuola non per unlite, ma per tutti.

Era il 1926 quando si riun intorno a lui un gruppo dinsegnanti e tra questilise, la giovane maestra che fu sua moglie, ma anche unimpegnata collaboratrice per tutta la vita, occupandosi in particolare delle attivit artistiche con la rivista "Lart enfantin". Nel 1928 viene fondata la CEL (Cooprative de lenseignement lac) che due anni dopo contava gi oltre un centinaio dinsegnanti.

Nel 1930 si sposta con lise nella scuola statale di Saint-Paul, una deliziosa cittadina con un nucleo vecchio (la citt allora dei poveri) euna parte nuova di ville (la citt dei ricchi). Le idee innovative del giovane maestro, il suo attaccamento per la scuola laica, uniti alle pressioni da lui esercitate sul Sindaco perch ledificio scolastico fosse decorosamente mantenuto, provocarono lostilit di una parte "bene" del paese. Arriv poi un Ispettore e nel 1933 Freinet venne trasferito dufficio. Non accett il provvedimento e si dimise dalla scuola statale Francese.

Aiutato dai lavoratori della zona che la domenica andavano, come volontari, a fare i muratori, costru, in una collina di fronte a Vence, in mezzo alla natura, i primi edifici dell' cole Freinet, scuola nata con laboratori, senza classi, un grande orto e molti spazi allaperto per studiare e lavorare. Nellautunno del 1935 la scuola pronta per ricevere i primi bambini, tra i quali alcuni bambini spagnoli profughi.

Nel 1939, scoppiata la guerra, Clestin Freinet venne arrestato e poi internato nel campo di Saint-Maximin. La scuola di Vence fu chiusa dautorit ed lise dovette fuggire fino a che, sotto il regime Ptain, lattivit della CEL cess del tutto. In prigionia C. Freinet abbozz le sue opere maggiori che termin anni dopo. Liberato nellottobre del 1941, ma ancora sorvegliato speciale, si diede alla macchia e ben presto entr in contatto con le forze della Resistenza.

Nel dopoguerra riprende, in continuo progresso, lattivit della CEL e della scuola di Vence. I congressi annuali vedono la presenza crescente dinsegnanti, con larghi consensi internazionali, nei paesi Europei, ma anche in Asia e in America latina, ecc. Negli anni che seguono cresce lattivit della Scuola di Vence e Freinet pubblica varie altre opere tra le quali "Leducation du travail" 1946,"Essai de psychologie sensible applique a leducation" 1950, "I detti di Matteo" (trad. ital. La Nuova Italia 1962), ecc.

Muore a Vence l 8 ottobre 1966, quando la sua scuola ancora privata. lise continua a dirigere lattivit editoriale e della scuola per altri quattro anni. Ora lcole Freinet a Vence statale : i laboratori sono affiancati alle classi, il grande orto non pi coltivato e i segni del passaggio di grandi artisti nella scuola, da Picasso a Matisse, da Chagall a Braque, sono sbiaditi dal tempo. Ma leco di quella scuola non si spento e "il movimento Freinet, rappresenta ancora la punta pi avanzata della pedagogia democratica in Europa. Promosse congressi internazionali, suLEcole Modernefino alla costituzione, nel 1958, delFIMEM (Fdration Internazionale des Mouvements de Ecole Moderne)con sede a Bruxelles. In Italia stato creato nel 1951 ilCTS (Cooperativa della Tipografia e Scuola)che nel 1956 si trasformato nellattuale MCE (Movimento di Cooperazione Educativa)che pubblica una rivista omonima e ha rappresentanti soprattutto a Firenze, presso Scuola-Citt Pestalozzi creata da Ernesto Codignola, a Torino a Milano, Bari.

LA PEDAGOGIA POPOLARE

"La pedagogia della cooperazionesta alla base delle "tecniche di vita" ed testimoniata ne "I detti di Matteo", un contadino a cui Freinet fa raccontare le sue idee educative. Eccone un brano.

La storia del cavallo che non aveva sete.

Un giovane cittadino voleva rendersi utile nella fattoria dove era ospite e decise di portare il cavallo allabbeveratoio. Ma il cavallo si rifiutava e voleva condurre il cittadino verso il prato. "Ma da quando in qua i cavalli comandano? Tu verrai a bere, te lo dico io!" e lo tira per la briglia e lo spinge malamente. La bestia avanza verso labbeveratoio. "Forse ha paura -pensa il giovanotto- se laccarezzassi...? Bevi ! Prendi..."Nulla da fare e il giovane urla : "Tu bestiaccia berrai " Il cavallo storce il muso e nitrisce, soffia, ma non beve. Arriva il contadino Matteo e gli dice : "Tu credi che un cavallo si tratti cos. Ma lui meno bestia di qualche uomo, lo sai? Tu puoi ucciderlo, ma lui non berr. Tempo perduto, povero te!" "Come fare allora?"Si vede bene che non sei un contadino. Non hai capito che il cavallo non ha sete nelle ore mattutine e ha invece bisogno delerba medica. Lascialo mangiare a saziet e dopo avr sete. Allora lo vedrai galoppare verso labbeveratoio. Non aspetter che tu gli dia il permesso. Non si pu cambiare lordine delle cose: se si vuol far bere chi non ha sete si sbaglia."Educatori, siete al bivio. Non ostinatevi nellerrore di una "pedagogia del cavallo che non ha sete", ma orientatevi coraggiosamente e saggiamente verso "la pedagogia del cavallo che galoppa verso lerba medica e labbeveratoio.

Per il Frinet occorre una pedagogia popolare che riconosca validit culturale almeno come dato di partenza agli interessi infantili popolari, senza pretendere di esprimerli e sostituirli subito con gli interessi previsti dalla ricerca teorica e imposti dai programmi ufficiali.Ci pone Freinet i primi problemi: Come interessare Giuseppe alla lettura e alla scrittura che lo lasciano indifferente, mentre era interessantissimo, secondo le stagioni, alle lumache che custodiva vive nelle sue scatole mal chiuse, ai suoi insetti e alle sue cicale che cantavano nel momento meno opportuno? -questo il suo punto di partenza.

Il giovane maestro decide allora di tagliar corto, mette da parte i testi e elabora delle tecniche pedagogiche (egli stesso insisteva sul termine, alludendo alluso di nuovi strumenti operativi, diverso dal metodo, di solito astratto), fondamentalmente riducibili a tre: il Testo libero, che sostituisce la tradizionale composizione in cui il bambino costretto a svolgere un enunciato dettato dallinsegnante, invece di esercitarsi a esprimere correttamente ci che in quel momento interessa pi vivamente il singolo o la classe;ilGiornale Scolastico(elaborato con il criterio del testo libero, il prodotto della tipografia scolastica, di una tecnica volta cio a saldare apprendimento, creativit e lavoro, attivit manuale e attivit intellettuale);il Calcolo vivente, consistente nel motivare lapprendimento e lesercizio aritmetico partendo dalla soluzione dei problemi matematici posti dalla vita di classe; e la Tipografia scolastica, - la pi nota delle sue tecniche.

Ovviamente, queste tecniche, diversamente combinate, possono dare luogo ad altre soluzioni didattiche, rispondenti a diverse esigenze poste dallambiente e dagli allievi. Per Freinet soprattutto importante che ognuna delle tecniche non solo impegni attivamente i soggetti, ma che le attivit abbiano sempre sufficienti motivazioni: oltre che alle attivit, consuete a ogni forma di educazione nuova (lattivit interessa di pi, quindi fa apprendere meglio), Freinet d molto rilievo allaspetto comunicativo e cooperativo. Soprattutto il momento cooperativo qualifica la pedagogia popolare, rielaborando egli in forma molto personale i presupposti simili della scuola del lavoro come laveva concepita la corrente dispirazione socialista, che sottolineava limportanza del