Vieni da Noi: Ferrara

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File del Concorso "Classe Turistica" promosso da Touring Club Italia. La 2^B Turismo dell'istituto Professionale "Luigi Einaudi" ci offre una panoramica completa, che va dallo storico all'artistico,della città di Ferrara.

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L i b e ra la

fan tas ia…

scopri Ferrara!scopri Ferrara!scopri Ferrara!scopri Ferrara!

Ogni anno più di 4 milioni di studenti si muovono per fare lezioni fuori dalle mura scolastiche. Per il suo patrimonio storico, culturale, paesaggistico, l’Emilia Romagna è una meta molto frequentata dal turismo scolastico. L’idea del nostro percorso è quella di offrire una brochure studiata per soddisfare il desiderio di scoperta dei principali monumenti di Ferrara.

In ogni strada, in ogni angolo di Ferrara si respira la sua storia, antica e recente, ma l’immagine della città che affascina maggiormente è legata al periodo del suo splendore rinascimentale: l’epoca della Corte Estense. Frutto di scelte ardite e in grande anticipo sui tempi, come l’ampliamento della città voluto da Ercole I d’Este alla fine del ‘400, il tessuto urbano è costituito da maestosi palazzi che, senza preavviso ma con armoniosa complicità, cedono il passo a orti e giardini della città più antica.

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La città di Ferrara, progettata in modo esemplare nel Rinascimento, conserva il suo centro storico intatto. I canoni della pianificazione urbana qui espressi ebbero una profonda influenza per lo sviluppo dell’urbanistica nei secoli seguenti. Il territorio ferrarese, in cui i duchi d’Este costruirono le loro residenze, illustra in modo peculiare il riflesso della cultura del Rinascimento sul paesaggio naturale. Ferrara è la città che ha visto il primo "piano Urbanistico moderno d'Europa", realizzato da Biagio Rossetti con una felicissima fusione tra nuovo e antico, unendo la trama della città Medievale con il nuovo tracciato Rinascimentale.

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LLLLa bellezza di Ferrara non si può spiegare, va respirata. È fatta di arte ma soprattutto di silenzi, del suono ovattato dei passi sull’acciottolato delle vie, della luce chiara dell’est di giorno e di quella dei lampioni gialli la notte.

Ferrara è un luogo magico dove si può davvero immaginare di vivere ancora nel passato, dove il tempo è dilatato come quando si era bambini e le giornate non finivano mai. A Ferrara la bellezza permea tutto in profondità: i vicoli medioevali e le grandi strade rinascimentali, i palazzi, le chiese, la Cattedrale, le mura, i giardini, le piazze, le case. C’è bellezza nell’armonia, nel silenzio, nella lentezza, nei sapori.

Daria Bignardi

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Il Castello degli Estensi

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La città Medioevale Torre di avvistamento e rocca

L'origine architettonica del Castello di Ferrara risiede in un'antica torre di

avvistamento già esistente all'inizio del XIII secolo ed inserita lungo la cinta

muraria difensiva che allora delimitava la città medievale verso nord. Le

caratteristiche architettoniche di questa massiccia torre erano molto semplici:

aveva pianta quadrata ed era costruita in mattoni.

A partire dalla metà del ‘300 viene trasformata in una rocca. Da questo

momento in poi inizieranno una serie di trasformazioni che porteranno

l’edificio a raggiungere l’aspetto attuale.

Dalla rocca al castello di S. Michele

L'architetto Bartolino da Novara progettò il maniero partendo dalla

preesistente Rocca dei Leoni e la unì a tre

nuove torri. Esse vennero disposte a

quadrilatero e unite tra di loro da corpi di

fabbrica più bassi che racchiudevano un

cortile interno. La più significativa delle

trasformazioni avviene nel 1385 quando il

nemico da combattere non è solo fuori dalle

mura ma soprattutto dentro alla città. In quel

anno scoppia, infatti, una grande carestia che

riduce il popolo alla fame ma, nonostante

questo, le tasse non smettono di aumentare.

La costruzione verrà questo dedicata all’arcangelo San Michele.

Nel corso dei secoli, la sua architettura si trasforma da militare a civile

per soddisfare le esigenze dei Duchi. Per tutto il Cinquecento, diviene dimora

di una delle più originali e sfarzose Corti d’Europa.

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Al centro della città e suo simbolo, il Castello Estense è un monumento

di straordinaria forza, testimone e custode della storia cittadina.

Nel 1264 la forte contesa tra la famiglia Estense e i Salinguerra per

ottenere la supremazia sul territorio venne vinta dagli Estensi che da quel

momento governarono la città per tre secoli.

Il Castello di S. Michele ha mantenuto un uso prettamente militare, ma

già a partire dal 1450, sotto il marchese Borso d'Este, alcune sale si utilizzavano

a scopo abitativo e d'ufficio. Nei primi anni del '500, sotto il ducato di Alfonso

I, continuarono i lavori di adattamento che lo portavano a acquistare sempre

più un'immagine di residenza nobiliare adibita alla vita di corte. È da notare che

le trasformazioni ducali avvennero solo ai piani superiori dell'edificio, mentre

quelli inferiori continuarono a ricoprire un ruolo strettamente difensivo del

palazzo.

Oggi il Castello Estense di Ferrara è il simbolo della città, uno dei più

visitati monumenti italiani, prestigioso esempio conservato di castello

medievale e contemporaneamente di principesca residenza rinascimentale.

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La Cattedrale

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La Cattedrale di Ferrara risale al 1135, consacrata dal vescovo Landolfo e

voluta da Guglielmo II

Adelardi. Posta al centro della

città, è il punto di riferimento

per la vita cittadina e ha

attraversato tutte le vicende

storiche, politiche e religiose

dei diversi secoli. La chiesa, da

prima dedicata a Maria Vergine e successivamente a San Giorgio, si rese utile

non solo per ragioni comunali ed ecclesiastiche, ma anche perché un fortissimo

terremoto aveva arrecato danni alla precedente cattedrale di San Giorgio “fuori

le mura”. La Cattedrale un tempo era usata come chiesa parrocchiale mentre

oggigiorno è sede delle celebrazioni più importanti della diocesi.

La facciata della Cattedrale è costituita da tre

parti divise da contrafforti ed aperte da logge

che si innalzano in tre cuspidi uguali. Al di

sopra del portale romanico, caratterizzato dalla

ricca decorazione scultorea attribuita a Niccolò,

si trova il bellissimo protiro, sorretto da leoni

con telamoni su cui poggiano due coppie di

colonne.

Ai lati dell’arco del protiro sono inseriti i rilievi

raffiguranti, Giovanni Evangelista e Giovanni

Battista. La chiave d’arco presenta un rilievo con l’Agnus Dei. I sostegni del

protiro sono costituiti da una colonna che a sua volta è sorretta da un leone in

marmo veronese. Il telamone di sinistra è un giovane che sorregge con

entrambe le mani la colonna; il leone stiloforo è raffigurato con ariete fra le

zampe. Il secondo telamone è un vecchio che sorregge la colonna con un solo

braccio mentre l’altro lo appoggia su un ginocchio per bilanciare il peso; esso

poggia sul leone che tiene fra le zampe un bovino. Il portale racchiude una

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lunetta raffigurante San Giorgio ed il drago che poggia su un architrave scolpito

con alcune scene della vita Cristo.

Al di sopra, nel timpano, è

rappresentato il Giudizio Universale. I

pennacchi raffigurano la resurrezione

della carne. Al centro l’Arcangelo

Michele sta procedendo con la

Psicostasi, cioè la pesatura delle anime: gli eletti vengono condotti al Paradiso,

mentre i dannati incatenati, verso l’Inferno. La lunetta destra raffigura l’Inferno

che ingoia le anime. Dalla parte opposta si trova il Paradiso che è simboleggiato

da Abramo nel cui grembo vengono ospitate le anime degli eletti. Nel timpano

è raffigurato il Cristo Giudice, inscritto nella mandorla cosmica e attorniato da

angeli musicanti, da Maria Vergine e San Giovanni.

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Il palazzo dei Diamanti

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La città Rinascimentale

Il Palazzo dei Diamanti fu innalzato a partire dal 1493, per Sigismondo

d’Este, fratello del duca. Agli inizi del ‘500 i lavori si interruppero per essere

ripresi 60 anni dopo dal cardinale Luigi d’Este. Passato poi sotto la proprietà

della famiglia Villa, il palazzo subì alcuni ritocchi.

Ercole I voleva una nuova città e sollecitò, tutte le famiglie della corte a

costruire i loro palazzi nuovi in questa nuova area che egli mise a disposizione.

Nel giro di pochi anni vennero costruiti

20 palazzi tra cui il Palazzo dei Diamanti.

Biagio Rossetti elaborò un

progetto di grande sapienza: quella

Rinascimentale.

La Terranova concretizzava

urbanisticamente il nuovo pensiero del mecenatismo di Ercole: a differenza

della città Mediovale, la nuova città si rappresentava con l’idea della prospettiva

che era il concetto fondamentale su cui si fondava il nuovo modo di vedere.

Ercole I immaginava la nuova città senza possibilità di interclusioni e

sbarramenti che costituiva la novità su cui si basava il principio del vedere

moderno.

Dal 1586 il palazzo fu residenza di Cesare d’Este. Al primo piano si

riconosce il grande salone dal soffitto di legno, usato per celebrazioni e

festeggiamenti. Nell’ala nord si aprono cinque ambienti decorati con un ricco

cassettonato e delle decorazioni grottesche sulle pareti, la seconda stanza è la

famosa Sala del Parto, realizzata in occasione della nascita di Alfonso III, figlio

di Cesare e Virginia de’ Medici. La terza stanza dell’appartamento di Virginia è

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la cosiddetta Camera Matrimoniale, anch’essa addobbata come le precedenti,

ma con uno solo sfondo ottagonale.

La facciata del palazzo è composta da bugne: pietre sbozzate a diamante,

inclinate verso il basso nella zona

inferiore, verso il centro nella zona

mediana e verso l’alto nella parte

superiore, creando così un effetto di

luce particolare.

Il Palazzo prende il nome dagli 8500 “diamanti” che compongono le

punte di marmo dell’originale rivestimento.

È uno degli edifici rinascimentali più celebri al mondo e fu acquistato dal

comune nel 1832. Al piano terreno sono situati gli spazi destinati ad importanti

esposizioni temporanee. Mentre al primo piano l’edificio ospita la Pinacoteca

Nazionale di Ferrara, che conserva una collezione storica e artistica di

eccezionale valore.

Lo splendido Palazzo si trova al centro dell’Addizione Erculea, vale a

dire la zona nord della città

ampliata da Ercole I d’Este per

fortificare la città da Venezia,

sull’importante incrocio chiamato

“Quadrivio degli angeli” che è il

cuore della “città nova”. La nuova città imitava l’impianto del Castrum

Romano, un impianto ortogonale costituito di larghe e spaziose vie parallele

che si intrecciano ad angolo retto. L’angolo è decorato da una particolareggiata

lesena, il culmine è un grazioso balconcino, che accentua la direttrice visiva

verso la vicina Piazza Ariostea.

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Ferrara… leggenda o realtà? Ferrara è una città straordinaria dove fascino e atmosfera si fondono tra leggenda e realtà.

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Il prezioso mistero nascosto nella pietra

Sin dal tempo della sua costruzione si narra che in una delle bugne del

sontuoso palazzo, fosse nascosto, per volere di Ercole I, un preziosissimo Diamante a lui appartenuto. Il capo mastro che aveva provveduto a celare la magnifica gemma tra le “pietre di diamante” fu invitato a corte, da un ambasciatore di Ercole perché voleva incontrarlo personalmente. Pieno d’emozione, l’uomo si recò a Palazzo dove fu accolto tra decoro e cerimonie. Gli venne poi chiesto se ricordasse sotto quale pietra aveva chiuso il brillante. Con soddisfazione l’uomo indicò la posizione esatta. Immediatamente fu condotto nelle segrete del Castello, venne accecato e gli fu troncata la lingua per non far trapelare l’importante segreto per sempre.

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Un amore impossibile

Parisina figlia di Andrea Malatesta, Signore di Cesena, aveva solo pochi giorni

quando perse la madre, avvelenata dal proprio padre. Parisina a dodici anni, dopo la morte improvvisa del padre venne mandata a Rimini presso lo zio Carlo Malatesta per curarne l’educazione. Dopo pochi anni, per il consolidamento dell'alleanza fra la signoria degli Este con i Malatesta, si decise il matrimonio di Parisina con Niccolò, da poco rimasto vedovo. A Ferrara Parisina, non fu accolta tra i fasti, perché il suo arrivo coincise con la peste e venne rinchiusa nel Castello con vari figli naturali del marito fra i quali Ugo, che ha un anno meno di lei. I rapporti con lui erano molto tesi. Il ragazzo non perdonava a Niccolò di non avere invece sposato sua madre, e temeva che Parisina potesse dare eredi legittimi al marchese. In realtà, già da tempo, a Ferrara e nel contado circolava questa voce: “di qua e di là dal Po, son tutti figli di Niccolò”. Alla fine della sua vita si mormorerà che abbia avuto ottocento amanti, oltre a tre regolari mogli. Agli inizi del 1400 Parisina espresse il desiderio di andare a Ravenna per far visita ai parenti. Il marito acconsentì a patto che fosse accompagnata dal figlio Ugo. Fu in questa occasione che tra i due esplose l’ardore e divennero amanti. Al loro ritorno a Ferrara, la storia fedifraga continuò tra incontri segreti nella delizie di Quartesana e Fossadalbero. La voce di questo amore giunse alle orecchie di Niccolò. Il marchese, furibondo e roso dal dubbio, fece fare un’apertura sul pavimento del suo studio in corrispondenza della camera di Parisina, che permise di cogliere in flagrante gli amanti durante la loro passione. Vennero fatti decapitare prima l’uno poi l’altra ponendo così fine al loro clandestino amore.

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San Giorgio e il drago

Si narra che a Silem, in Libia, viveva in uno stagno un drago mostruoso che a

volte giungeva fino in città dove con il suo fiato avvelenava chiunque gli capitasse a tiro. Gli abitanti gli offrivano per placarlo due pecore al giorno, ma quando queste cominciarono a scarseggiare furono costretti a immolare una pecora e un giovane scelto a sorte. Un giorno fu estratta la giovane figlia del re, la principessa Silene. Il re, sgomento provò ad offrire il suo patrimonio e metà del regno per salvarla, ma la popolazione si ribellò, avendo visto morire tanti suoi figli. Dopo otto giorni di tentativi, il re, alla fine, dovette cedere e la giovane si avviò verso lo stagno per essere offerta al drago. La ragazza, in lacrime, fu portata sulla sponda del lago in attesa del proprio destino. In quel momento passò di lì il giovane cavaliere Giorgio, il quale saputo dell'imminente sacrificio, tranquillizzò la principessa, promettendole il suo intervento per evitarle la morte crudele. Quando il drago emerse dalle acque, schizzando fuoco e fumo dalle narici, Giorgio non si spaventò e affidandosi a Dio lo trafisse con la sua lancia, ferendolo e facendolo cadere a terra. Poi disse alla principessa Silene di non aver timore e di avvolgere la sua cintura al collo del drago, il quale prese a seguirla mansueto come un cagnolino verso la città. Gli abitanti erano atterriti nel vedere il drago avvicinarsi, ma Giorgio li rasserenò dicendo loro di non aver timore poiché “Non temete, il Signore mi ha permesso di liberarvi da questo mostro: credete a Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro. Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro". Allora il re e la popolazione si convertirono, il cavaliere uccise il drago e lo fece portare fuori dalla città trascinato da quattro paia di buoi.

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Ferrara è ancora oggi molto devota al santo che è divenuto suo protettore.

La lettura che danno i ferraresi della leggenda è appena differente: la città d’acqua, riconosce nel fiume Po la figura del “Drago” che emerge e straripa portando distruzione e devastazione. La giovinetta è Ferrara stessa e, il prode Cavaliere, il progresso imposto dalla Signoria d’Este che ha perfezionato il corso del fiume, rendendolo meno pericoloso con bonifiche ed argini.

La “Legenda Aurea” è una raccolta di vite di santi scritta nel XIII secolo, dal vescovo di Genova Jacopo da Varagine.

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Vi aspettiamo…

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Francesca Baruffa

Sara Bosi

Miriam Corticelli

Vanessa Finotto

Veronica Gessi

Kola Aferdita

Elisa Lollini

Giulia Marchesini

Monica Martinelli

Federica Piludu

Sara Pincelli

Laura Sangiorgi

Jessica Scanavini

Ambra Vincenzi

Ambito turistico Gruppo classe 2aB

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Si ringrazia: Il Dirigente Scolastico Dott.ssa Isabella Fedozzi I Docenti Prof.ssa Silvia Balzani Prof.ssa Daniela Braga Prof. Alessandro Mariotti Prof.ssa Valeria Rigliaco Gli Assistenti Tecnici Sig.ra Rita Bernini Sig.ra Donatella Colognesi Sig.ra Michela Corradini

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