Videomessaggio allo spettacolo Caritas con i senza dimora ... · alla Garbatella e a Pietralata, e...

4
ro sempre in mezzo alla gente, ai po- veri che cercavano da mangiare negli anni duri della guerra». Così il cardinale Giovanni Canestri raccontava quattro anni fa a Roma Sette, in occasione del suo 50° di episcopato, i primi anni al servizio della diocesi di Roma. Un ricordo che dà la misu- ra del suo impegno sacerdotale. Ieri matti- na in tanti, nella basilica di San Pietro, gli hanno dato l’ultimo saluto nei funerali pre- sieduti dal cardinale Angelo Sodano, dopo i quali il Papa ha presieduto il rito dell’«ulti- ma commendatio» e della «valedictio». Per la scomparsa del cardinale Canestri, arcive- scovo emerito di Genova, morto mercoledì a Roma all’età di 96 anni, il Papa esprime, in un telegramma al cardinale Vallini, «profon- da commozione e sincera ammirazione per uno stimato uomo di Chiesa che visse con u- miltà e fedeltà il suo lungo e fecondo sacer- dozio ed episcopato» (accanto il testo inte- grale). Il cardinale vicario e il Consiglio epi- scopale ricordano «con affetto l’amabilità e la nobiltà di animo, la fede ardente, la ge- nerosa dedizione alla Chiesa di Roma». Una Chiesa che ha servito a lungo, prima come viceparroco poi come parroco, quindi come ausiliare e infine come vicegerente della diocesi. Nato a Castelspina (diocesi di Ales- sandria) il 30 settembre 1918, Canestri entrò nel Seminario di Alessandria a 11 anni. For- matosi al Seminario Maggiore, frequentò i corsi all’Università Lateranense, dove conse- guì la licenza in teologia. Ricevuta l’ordina- zione sacerdotale il 12 aprile 1941 dalle ma- ni di monsignor Luigi Traglia nella basilica di San Giovanni in Laterano, iniziò il suo ser- vizio pastorale a Roma come vice parroco alla Garbatella e a Pietralata, e poi a San Giovanni Battista De Rossi, all’Appio-Latino. Conseguita la laurea in Utroque Iure alla La- teranense e quella in Lettere alla statale, nel 1950 divenne parroco dei Santi Ottavio e Compagni Martiri, a Ottavia. Dal 1951 al 1959 guidò la comunità di Santa Maria Con- solatrice a Casalbertone. Nominato nell’ago- sto 1959 direttore spirituale del Maggiore, è stato anche membro della Commissione per il primo Sinodo diocesano di Roma. Molta parte del suo ministero fu dedicata proprio ai giovani, sia nelle parrocchie sia nelle scuole dove insegnò religione. L’8 luglio 1961, la nomina episcopale ad ausiliare per il settore Est. Da giovane vescovo partecipò ai lavori del Concilio Vaticano II, interve- nendo sui temi dell’ecumenismo e della li- bertà religiosa e offrendo un contributo nella stesura della Unitatis redintegratio e della Dignitatis humanae. Fu delegato per l’Azione Cattolica e dette avvio ad un cen- tro di teologia e di formazione per i laici. Il 7 gennaio 1971 divenne vescovo di Torto- na; quattro anni dopo Paolo VI lo richiamò a Roma, affidandogli l’incarico di vicege- rente. Il 22 marzo 1984 venne nominato da Giovanni Paolo II arcivescovo di Cagliari e tre anni dopo assunse la guida dell’arcidio- cesi di Genova-Bobbio. Creato cardinale nel Concistoro del 1988 (gli fu assegnato il tito- lo di Sant’Andrea della Valle), Canestri ha guidato la Chiesa di Genova fino all’aprile del 1995. (A. Z.) E « «Quanto vorrei che la Chiesa di Roma si manifestasse sempre più madre attenta e premurosa verso i deboli». Al Brancaccio le storie degli ospiti dei centri di accoglienza DI DANIELE PICCINI uanto vorrei che questa città costellata in ogni tempo di persone impregnate di amore di Dio potesse brillare di “pietas” per i sofferenti, di accoglienza per chi fugge da guerra e da morte, di disponibilità, di sorriso e magnanimità per chi ha perduto la speranza. Quanto vorrei che la Chiesa di Roma si manifestasse sempre più madre attenta e premurosa verso i deboli. Quanto vorrei che le comunità parrocchiali in preghiera, all’ingresso di un povero in chiesa, si inginocchiassero in venerazione allo stesso modo come quando entra il Signore! Quanto vorrei questo: che si toccasse la carne di Cristo presente nei bisognosi di questa città». Si è aperto con un videomessaggio di Papa Francesco, e con il desiderio che la sua diocesi si faccia sempre più accogliente verso i poveri, lo spettacolo “Se non fosse per te”, andato in scena martedì sera al Teatro Brancaccio per la regia di Carlo Del Giudice, che ha diretto, in un progetto di teatro sperimentale, gli ospiti dei centri di accoglienza della Caritas di Roma, attori per un giorno. Il Papa ha ringraziato la Caritas diocesana, una sorta di braccio operativo della generosità del vescovo di Roma. «Li sento come le mie mani, le mani del vescovo, nel toccare il corpo di Cristo. Ringrazio anche i tanti volontari, provenienti dalle parrocchie di Roma e da altre parti dell’Italia. Scoprono così un mondo che chiede attenzione e solidarietà: uomini e donne che cercano affetto, relazione, dignità e insieme alle quali tutti possiamo sperimentare la carità imparando ad accogliere, ascoltare e a donarci». E nel ricordare i tanti testimoni della carità a Roma, partendo da san Lorenzo, ha citato anche don Luigi di Liegro, fondatore della Caritas diocesana. I poveri, ha detto Francesco, «non sono per noi un peso», ma «la ricchezza senza la quale i nostri tentativi di scoprire il volto del Signore sono vani». Sul palco gli ospiti dei centri Caritas dimostrano davvero di essere ricchi: di storie, di insegnamenti, di sofferenze, ma anche di risurrezione. Qualcuno racconta la storia di una delusione d’amore. Un altro spiega come è finito sulla strada e come è stato accolto dalla Caritas. Tra una storia e l’altra si inseriscono ora una canzone ora un’aria di violino. C’è anche spazio anche per le storie che Stefania Bruno disegna con le dita sulla sabbia. «L’idea dello spettacolo nasce da una canzone di Sergio Cammariere, un autore che amo moltissimo – spiega il regista Del Giudice – e da un’idea dell’amore. Tra uomo e donna, tra genitori e figli, tra uomo e Dio e perfino per la letteratura. Con gli ospiti dei centri Caritas lavoro ormai da dieci anni, in uno spazio di via Casilina Vecchia. Questa per loro è una serata di riscatto; il pubblico poi ricambia con l’affetto tutti i loro sforzi». Nella trama dello spettacolo si apre uno spazio per la luce del Vangelo. «Benché io sia un laico – ammette il regista – nello spettacolo c’è amore per la vita, amore per l’altro. La voglia di essere persone vere, pulite e amorevoli. Questi sono i valori del Vangelo, ma anche di tutte le persone di buona volontà». A margine dello spettacolo, cui anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto mandare una lettera di auguri, monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, ha riassunto il senso della serata e del messaggio del Pontefice. «Il Papa ha avuto attenzione e sensibilità nei confronti dei poveri. Non devono essere serviti ma venerati. Evidentemente Francesco ha a cuore questo spettacolo che ci insegna che i poveri possono diventare i nostri maestri. Il volto del povero è il volto di Dio. Gli ospiti che recitano in “Se non fosse per te” raccontano la loro vita, le loro difficoltà. Riflettono sul tema dei rapporti interpersonali. Nell’intimo di queste persone ci sono enormi ricchezze spirituali. Il nostro compito non è solo dare da mangiare a chi a fame. Queste realtà materiali non sono sufficienti. È importante – ha concluso Feroci – ricostruire la persona, far sentire i poveri persone importanti». Q « Un parco giochi a "Casa di Cristian" naugurato mercoledì un parco giochi e uno spazio all’aperto con panchine e ombrelloni per i piccoli ospiti della "Casa di Cri- stian", il centro di prima acco- glienza della Caritas di Roma per mamme con bambini. Il centro è stato aperto nel 2001 per far fronte a un bisogno che a Roma è cresciuto in modo consi- stente negli ultimi anni: mamme italiane e straniere, per lo più gio- vani, con bambini piccolissimi, che si sono ritrovate per strada, prive di ogni forma di aiuto e so- stentamento, quasi sempre por- tatrici di storie di indigenza, ab- bandono e, non di rado, violenza. I Una raccolta di farmaci usati ono più di 13mila le persone che ogni anno si rivolgono all’Ambulatorio Caritas di via Marsala (Stazione Termini) per richiedere medicinali. Solo nel 2014 sono state distribuite 27mila confezioni di farmaci; a queste vanno aggiunte le 65mila che sono state inviate a strutture mediche dei missionari in Zambia, Capo Verde, Burkina Faso, Congo, Eritrea, Nigeria. Una domanda, quella di farmaci, in crescita negli anni della crisi, per far fronte alla quale la Caritas di Roma e il Distretto Lions 108L (Lazio, Umbria e Sardegna) hanno siglato, il 30 aprile nella sede dell’Ambulatorio, un accordo di collaborazione per la raccolta dei medicinali "usati" e non scaduti. Anziché restare, inutilizzati, nei cassetti delle famiglie che li hanno acquistati, questi prodotti potranno essere donati in appositi contenitori sigillati, che saranno gestiti dai 75 Club Lions presenti nel Lazio, dando vita così a una rete immediatamente operativa e capillare sul territorio. I farmaci verranno poi conferiti alla Caritas di Roma. A firmare il protocollo d’intesa sono stati il direttore della Caritas romana monsignor Enrico Feroci e Giampaolo Coppola, governatore del Distreto Lions 108L. Nel corso della conferenza sono state anche illustrate le attività del centro medico con la presentazione di un dossier statistico. S Il Pontefice: «I poveri sono una ricchezza» Canestri, la grande dedizione alla Chiesa di Roma Ieri mattina nella basilica di San Pietro i funerali del cardinale che fu parroco, poi ausiliare e quindi vicegerente della diocesi. Per otto anni guidò l’arcidiocesi di Genova l’evento. Videomessaggio allo spettacolo Caritas con i senza dimora sul palcoscenico bambini Supplemento di Avvenire - Responsabile: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6a - 00184 Roma [email protected] - Tel. 06 6988.6150/6478 Questo numero è stato chiuso giovedì 30 alle ore 13.30 Abbonamento annuo euro 58.00 C. Corr. Postale n. 6270 intestato a Avvenire - Nei Spa Direzione vendite - Piazza Indipendenza 11/B 00185 Roma - Tel. 06.688231 / Fax 06.68823209 Pubblicità: Publicinque Roma - Tel. 06.3722871 Anno XLII • Numero 18 • Domenica 3 maggio 2015 ROMA SETTE On line su www.romasette.it facebook.com/romasette twitter.com/romasette aranno i più bisognosi i protagonisti assoluti del concerto offerto dal Coro della diocesi di Roma il prossimo 14 maggio alle 18 in Aula Paolo VI, per sostenere le opere di carità di Papa Francesco. L’evento, presentato nel corso di una conferenza stampa giovedì scorso, è patrocinato dall’Elemosineria apostolica, dal Pontificio Consiglio della Cultura, dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione e dalla Fondazione San Matteo in memoria del cardinale Van Thuân. Guidati dal maestro Daniel Oren, l’Orchestra Filarmonica Salernitana e lo stesso Coro diocesano eseguiranno musiche di monsignor Marco Frisina: arie tratte dall’opera musicale «La Divina Commedia» e brani dedicati al Tempo pasquale, alla speranza e alla gioia. «Oggi gli uomini non cantano più - ha detto monsignor Frisina durante la conferenza stampa -, sono molto tristi, e invece la misericordia, di cui c’è tanto bisogno, può servirsi di tutto, compresa la musica. I brani che ascolteremo rappresentano un viaggio spirituale che dalla visione della nostra condizione umana ci porterà a incontrare la grazia del Signore». In prima fila ci saranno i poveri, convocati attraverso associazioni di carità e di volontariato che operano in loro aiuto e collaborano alla realizzazione dell’evento: la Caritas diocesana, il Gran priorato di Roma e delegazione di Roma dell’Ordine di Malta, il Circolo San Pietro, la Comunità di Sant’Egidio e il Centro Astalli. Per loro ci saranno i posti d’onore e, accanto, seguendo le indicazioni del Papa, saranno fatti accomodare famiglie, anziani e giovani di tutte le parrocchie romane, in particolare coloro che nelle periferie della città vivono situazioni di disagio materiale e spirituale. S Opere di carità del Papa, concerto il 14 maggio in Aula Paolo VI parrocchie S. Maria Regina Pacis: oggi pomeriggio la visita di Francesco Alle 16 di oggi il Papa arriverà nella parrocchia di Santa Maria Regina Pacis a Ostia Lido per un nuovo incontro con le comunità parrocchiali romane. Attorno alle 18 la Messa: concelebre- ranno il cardinale vicario, il ve- scovo Schiavon, il vescovo elet- to Lojudice, il parroco e i suoi quattro collaboratori. Sopra e in basso un momento dello spettacolo Il telegramma del Santo Padre al cardinale vicario Agostino Vallini a scomparsa del venerato cardinale Giovanni Canestri, o- riundo della diocesi di Alessandria e appartenente al Clero di Roma, suscita nel mio animo profonda commozione e sin- cera ammirazione per uno stimato uomo di Chiesa che visse con umiltà e fedeltà il suo lungo e fecondo sacerdozio ed episcopato a servizio del Vangelo e delle anime lui affidate. Ricordo con gra- titudine il suo fervido ministero dapprima come viceparroco, ne- gli anni duri della guerra, nelle periferie romane segnate da soffe- renze e povertà; poi come parroco in due popolose borgate, in- tento ad educare specialmente i giovani alla gioia della fede. No- minato vescovo ausiliare di Roma si dedicò con intensità aposto- lica alle esigenze spirituali e materiali della gente, mentre parteci- pava assiduamente ai lavori del Concilio Vaticano II. Nel ministero episcopale a Tortona, in seguito come vicegerente e poi arcivescovo di Cagliari e infine di Genova-Bobbio ha testi- moniato saggezza pastorale, generosa attenzione alle necessità de- gli altri, andando incontro a tutti con bontà e mansuetudine. In- nalzo fervide preghiere di suffragio perché il Signore accolga il compianto porporato nel gaudio e nella pace eterna, ed invio a Lei e a quanti condividono il dolore per la sua dipartita la confor- tatrice benedizione apostolica, con un pensiero speciale per le Suore Apostole del Sacro Cuore di Gesù che lo hanno amorevol- mente assistito specialmente in questi ultimi anni di infermità. L

Transcript of Videomessaggio allo spettacolo Caritas con i senza dimora ... · alla Garbatella e a Pietralata, e...

ro sempre in mezzo alla gente, ai po-veri che cercavano da mangiare negli

anni duri della guerra». Così il cardinaleGiovanni Canestri raccontava quattro annifa a Roma Sette, in occasione del suo 50° diepiscopato, i primi anni al servizio delladiocesi di Roma. Un ricordo che dà la misu-ra del suo impegno sacerdotale. Ieri matti-na in tanti, nella basilica di San Pietro, glihanno dato l’ultimo saluto nei funerali pre-sieduti dal cardinale Angelo Sodano, dopo iquali il Papa ha presieduto il rito dell’«ulti-ma commendatio» e della «valedictio». Perla scomparsa del cardinale Canestri, arcive-scovo emerito di Genova, morto mercoledì aRoma all’età di 96 anni, il Papa esprime, inun telegramma al cardinale Vallini, «profon-da commozione e sincera ammirazione peruno stimato uomo di Chiesa che visse con u-miltà e fedeltà il suo lungo e fecondo sacer-dozio ed episcopato» (accanto il testo inte-grale). Il cardinale vicario e il Consiglio epi-scopale ricordano «con affetto l’amabilità ela nobiltà di animo, la fede ardente, la ge-

nerosa dedizione alla Chiesa di Roma». UnaChiesa che ha servito a lungo, prima comeviceparroco poi come parroco, quindi comeausiliare e infine come vicegerente delladiocesi. Nato a Castelspina (diocesi di Ales-sandria) il 30 settembre 1918, Canestri entrònel Seminario di Alessandria a 11 anni. For-matosi al Seminario Maggiore, frequentò icorsi all’Università Lateranense, dove conse-guì la licenza in teologia. Ricevuta l’ordina-zione sacerdotale il 12 aprile 1941 dalle ma-ni di monsignor Luigi Traglia nella basilicadi San Giovanni in Laterano, iniziò il suo ser-vizio pastorale a Roma come vice parrocoalla Garbatella e a Pietralata, e poi a SanGiovanni Battista De Rossi, all’Appio-Latino.Conseguita la laurea in Utroque Iure alla La-teranense e quella in Lettere alla statale,nel 1950 divenne parroco dei Santi Ottavio eCompagni Martiri, a Ottavia. Dal 1951 al1959 guidò la comunità di Santa Maria Con-solatrice a Casalbertone. Nominato nell’ago-sto 1959 direttore spirituale del Maggiore, èstato anche membro della Commissione per

il primo Sinodo diocesano di Roma. Moltaparte del suo ministero fu dedicata proprioai giovani, sia nelle parrocchie sia nellescuole dove insegnò religione. L’8 luglio1961, la nomina episcopale ad ausiliare peril settore Est. Da giovane vescovo partecipòai lavori del Concilio Vaticano II, interve-nendo sui temi dell’ecumenismo e della li-bertà religiosa e offrendo un contributonella stesura della Unitatis redintegratio edella Dignitatis humanae. Fu delegato perl’Azione Cattolica e dette avvio ad un cen-tro di teologia e di formazione per i laici. Il7 gennaio 1971 divenne vescovo di Torto-na; quattro anni dopo Paolo VI lo richiamòa Roma, affidandogli l’incarico di vicege-rente. Il 22 marzo 1984 venne nominato daGiovanni Paolo II arcivescovo di Cagliari etre anni dopo assunse la guida dell’arcidio-cesi di Genova-Bobbio. Creato cardinale nelConcistoro del 1988 (gli fu assegnato il tito-lo di Sant’Andrea della Valle), Canestri haguidato la Chiesa di Genova fino all’apriledel 1995. (A. Z.)

«Quanto vorreiche la Chiesa di Romasi manifestasse semprepiù madre attentae premurosa versoi deboli». Al Brancacciole storie degli ospitidei centri di accoglienza

DI DANIELE PICCINI

uanto vorrei che questa città costellata inogni tempo di persone impregnate di amoredi Dio potesse brillare di “pietas” per i

sofferenti, di accoglienza per chi fugge da guerra e damorte, di disponibilità, di sorriso e magnanimità per chiha perduto la speranza. Quanto vorrei che la Chiesa diRoma si manifestasse sempre più madre attenta epremurosa verso i deboli. Quanto vorrei che lecomunità parrocchiali in preghiera, all’ingresso di unpovero in chiesa, si inginocchiassero in venerazione allostesso modo come quando entra il Signore! Quantovorrei questo: che si toccasse la carne di Cristo presentenei bisognosi di questa città». Si è aperto con unvideomessaggio di Papa Francesco, e con il desiderioche la sua diocesi si faccia sempre più accogliente verso ipoveri, lo spettacolo “Se non fosse per te”, andato inscena martedì sera al Teatro Brancaccio per la regia diCarlo Del Giudice, che ha diretto, in un progetto diteatro sperimentale, gli ospiti dei centri di accoglienzadella Caritas di Roma, attori per un giorno. Il Papa haringraziato la Caritas diocesana, una sorta di bracciooperativo della generosità del vescovo di Roma. «Lisento come le mie mani, le mani del vescovo, neltoccare il corpo di Cristo. Ringrazio anche i tantivolontari, provenienti dalle parrocchie di Roma e daaltre parti dell’Italia. Scoprono così un mondo chechiede attenzione e solidarietà: uomini e donne checercano affetto, relazione, dignità e insieme alle qualitutti possiamo sperimentare la carità imparando adaccogliere, ascoltare e a donarci». E nel ricordare i tantitestimoni della carità a Roma, partendo da san Lorenzo,ha citato anche don Luigi di Liegro, fondatore dellaCaritas diocesana. I poveri, ha detto Francesco, «nonsono per noi un peso», ma «la ricchezza senza la quale inostri tentativi di scoprire il volto del Signore sonovani». Sul palco gli ospiti dei centri Caritas dimostranodavvero di essere ricchi: di storie, di insegnamenti, disofferenze, ma anche di risurrezione. Qualcuno raccontala storia di una delusione d’amore. Un altro spiegacome è finito sulla strada e come è stato accolto dallaCaritas. Tra una storia e l’altra si inseriscono ora unacanzone ora un’aria di violino. C’è anche spazio ancheper le storie che Stefania Bruno disegna con le dita sullasabbia. «L’idea dello spettacolo nasce da una canzone diSergio Cammariere, un autore che amo moltissimo –spiega il regista Del Giudice – e da un’idea dell’amore.Tra uomo e donna, tra genitori e figli, tra uomo e Dio eperfino per la letteratura. Con gli ospiti dei centriCaritas lavoro ormai da dieci anni, in uno spazio di via

Casilina Vecchia. Questa per loro è una serata di riscatto;il pubblico poi ricambia con l’affetto tutti i loro sforzi».Nella trama dello spettacolo si apre uno spazio per laluce del Vangelo. «Benché io sia un laico – ammette ilregista – nello spettacolo c’è amore per la vita, amoreper l’altro. La voglia di essere persone vere, pulite eamorevoli. Questi sono i valori del Vangelo, ma anchedi tutte le persone di buona volontà». A margine dellospettacolo, cui anche il presidente della RepubblicaSergio Mattarella ha voluto mandare una lettera diauguri, monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritasdi Roma, ha riassunto il senso della serata e delmessaggio del Pontefice. «Il Papa ha avuto attenzione esensibilità nei confronti dei poveri. Non devono essereserviti ma venerati. Evidentemente Francesco ha a cuorequesto spettacolo che ci insegna che i poveri possonodiventare i nostri maestri. Il volto del povero è il volto diDio. Gli ospiti che recitano in “Se non fosse per te”raccontano la loro vita, le loro difficoltà. Riflettono sultema dei rapporti interpersonali. Nell’intimo di questepersone ci sono enormi ricchezze spirituali. Il nostrocompito non è solo dare da mangiare a chi a fame.Queste realtà materiali non sono sufficienti. Èimportante – ha concluso Feroci – ricostruire la persona,far sentire i poveri persone importanti».

Un parco giochia "Casa di Cristian"

naugurato mercoledì un parcogiochi e uno spazio all’aperto

con panchine e ombrelloni per ipiccoli ospiti della "Casa di Cri-stian", il centro di prima acco-glienza della Caritas di Roma permamme con bambini.Il centro è stato aperto nel 2001per far fronte a un bisogno che aRoma è cresciuto in modo consi-stente negli ultimi anni: mammeitaliane e straniere, per lo più gio-vani, con bambini piccolissimi,che si sono ritrovate per strada,prive di ogni forma di aiuto e so-stentamento, quasi sempre por-tatrici di storie di indigenza, ab-bandono e, non di rado, violenza.

I

Una raccolta di farmaci usationo più di 13mila le persone che ogni anno si rivolgonoall’Ambulatorio Caritas di via Marsala (Stazione Termini) perrichiedere medicinali. Solo nel 2014 sono state distribuite

27mila confezioni di farmaci; a queste vanno aggiunte le 65milache sono state inviate a strutture mediche dei missionari inZambia, Capo Verde, Burkina Faso, Congo, Eritrea, Nigeria. Unadomanda, quella di farmaci, in crescita negli anni della crisi, perfar fronte alla quale la Caritas di Roma e il Distretto Lions 108L(Lazio, Umbria e Sardegna) hanno siglato, il 30 aprile nella sededell’Ambulatorio, un accordo di collaborazione per la raccolta deimedicinali "usati" e non scaduti. Anziché restare, inutilizzati, neicassetti delle famiglie che li hanno acquistati, questi prodottipotranno essere donati in appositi contenitori sigillati, chesaranno gestiti dai 75 Club Lions presenti nel Lazio, dando vitacosì a una rete immediatamente operativa e capillare sul territorio.I farmaci verranno poi conferiti alla Caritas di Roma. A firmare ilprotocollo d’intesa sono stati il direttore della Caritas romanamonsignor Enrico Feroci e Giampaolo Coppola, governatore delDistreto Lions 108L. Nel corso della conferenza sono state ancheillustrate le attività del centro medico con la presentazione di undossier statistico.

S

Il Pontefice:«I poveri sonouna ricchezza»

Canestri, la grande dedizione alla Chiesa di Roma

Ieri mattina nella basilicadi San Pietro i funerali delcardinale che fu parroco, poiausiliare e quindi vicegerentedella diocesi. Per otto anniguidò l’arcidiocesi di Genova

l’evento.Videomessaggio allo spettacolo Caritas con i senza dimora sul palcoscenico

bambini

Supplemento di Avvenire - Responsabile: Angelo ZemaCoordinamento redazionale: Giulia RocchiPiazza San Giovanni in Laterano 6a - 00184 [email protected] - Tel. 06 6988.6150/6478Questo numero è stato chiuso giovedì 30 alle ore 13.30

Abbonamento annuo euro 58.00C. Corr. Postale n. 6270 intestato a Avvenire - Nei SpaDirezione vendite - Piazza Indipendenza 11/B00185 Roma - Tel. 06.688231 / Fax 06.68823209Pubblicità: Publicinque Roma - Tel. 06.3722871

Anno XLII • Numero 18 • Domenica 3 maggio 2015

ROMA SETTE

On line su www.romasette.itfacebook.com/romasettetwitter.com/romasette

aranno i più bisognosi i protagonistiassoluti del concerto offerto dal Corodella diocesi di Roma il prossimo 14

maggio alle 18 in Aula Paolo VI, per sostenerele opere di carità di Papa Francesco. L’evento,presentato nel corso di una conferenza stampagiovedì scorso, è patrocinato dall’Elemosineriaapostolica, dal Pontificio Consiglio dellaCultura, dal Pontificio Consiglio per lapromozione della nuova evangelizzazione edalla Fondazione San Matteo in memoria delcardinale Van Thuân. Guidati dal maestroDaniel Oren, l’OrchestraFilarmonica Salernitana e lostesso Coro diocesanoeseguiranno musiche dimonsignor Marco Frisina: arietratte dall’opera musicale «LaDivina Commedia» e branidedicati al Tempo pasquale,alla speranza e alla gioia.«Oggi gli uomini non cantanopiù - ha detto monsignorFrisina durante la conferenzastampa -, sono molto tristi, e

invece la misericordia, di cui c’è tantobisogno, può servirsi di tutto, compresa lamusica. I brani che ascolteremorappresentano un viaggio spirituale che dallavisione della nostra condizione umana ciporterà a incontrare la grazia del Signore». Inprima fila ci saranno i poveri, convocatiattraverso associazioni di carità e divolontariato che operano in loro aiuto ecollaborano alla realizzazione dell’evento: laCaritas diocesana, il Gran priorato di Roma edelegazione di Roma dell’Ordine di Malta, il

Circolo San Pietro, laComunità di Sant’Egidio e ilCentro Astalli. Per loro cisaranno i posti d’onore e,accanto, seguendo leindicazioni del Papa, sarannofatti accomodare famiglie,anziani e giovani di tutte leparrocchie romane, inparticolare coloro che nelleperiferie della città vivonosituazioni di disagiomateriale e spirituale.

S

Opere di carità del Papa, concertoil 14 maggio in Aula Paolo VI

parrocchie

S. Maria Regina Pacis:oggi pomeriggiola visita di Francesco

Alle 16 di oggi il Papa arriverànella parrocchia di Santa MariaRegina Pacis a Ostia Lido per unnuovo incontro con le comunitàparrocchiali romane. Attornoalle 18 la Messa: concelebre-ranno il cardinale vicario, il ve-scovo Schiavon, il vescovo elet-to Lojudice, il parroco e i suoiquattro collaboratori.

Sopra e in basso un momento dello spettacolo

Il telegramma del Santo Padreal cardinale vicario Agostino Vallini

a scomparsa del venerato cardinale Giovanni Canestri, o-riundo della diocesi di Alessandria e appartenente al Clero diRoma, suscita nel mio animo profonda commozione e sin-

cera ammirazione per uno stimato uomo di Chiesa che visse conumiltà e fedeltà il suo lungo e fecondo sacerdozio ed episcopatoa servizio del Vangelo e delle anime lui affidate. Ricordo con gra-titudine il suo fervido ministero dapprima come viceparroco, ne-gli anni duri della guerra, nelle periferie romane segnate da soffe-renze e povertà; poi come parroco in due popolose borgate, in-tento ad educare specialmente i giovani alla gioia della fede. No-minato vescovo ausiliare di Roma si dedicò con intensità aposto-lica alle esigenze spirituali e materiali della gente, mentre parteci-pava assiduamente ai lavori del Concilio Vaticano II.Nel ministero episcopale a Tortona, in seguito come vicegerentee poi arcivescovo di Cagliari e infine di Genova-Bobbio ha testi-moniato saggezza pastorale, generosa attenzione alle necessità de-gli altri, andando incontro a tutti con bontà e mansuetudine. In-nalzo fervide preghiere di suffragio perché il Signore accolga ilcompianto porporato nel gaudio e nella pace eterna, ed invio aLei e a quanti condividono il dolore per la sua dipartita la confor-tatrice benedizione apostolica, con un pensiero speciale per leSuore Apostole del Sacro Cuore di Gesù che lo hanno amorevol-mente assistito specialmente in questi ultimi anni di infermità.

L

Lavegliaper inaufraghinelcampoconimigranti

La preghiera per i morti del mare a Val Melaina:«Occorre scrivere un’altra solidarietàmondiale»

urante una veglia, nellaparrocchia del Santissimo

Redentore a Val Melaina, si è pregatomartedì per le vittime del recentenaufragio nel Mediterraneo: personeche cercavano un approdo sicurocontro la fame e la guerra, e sonomorte. «Non deve più succedere», hadichiarato il vescovo ausiliare per ilsettore Nord, monsignor Guerino diTora, presiedendo la celebrazione.Per questo la Chiesa, a cominciare daPapa Francesco, alza la voce perdifendere i più deboli e chiedeall’Europa di agire. «Facciamomemoria di tutte le donne, gliuomini, i bambini che fuggendo dallaguerra, dal terrorismo, dalla fame edalla malattia, hanno abbandonatola loro terra e sono morti mentrecercavano un approdo di salvezza inEuropa». Questa l’esortazione dimonsignor Di Tora, che durante

D l’omelia ha spiegato: «Ho sentito lanecessità di venire qui a pregareperché si smuovano le nostrecoscienze, perché non accada piùquello che abbiamo visto accadere.Occorre scrivere un’altra solidarietàmondiale, qualcosa che diventiinteriore. Non basta l’emozione perchi fugge: ci vuole una mutazionegenetica dello spirito». La Comunitàdi Sant’Egidio intanto continuerà aorganizzare incontri nei prossimigiorni: «Quello che è successo nonpuò finire nel silenzio tra mille altrenotizie», commenta Falasca. Quello dimartedì, evidenzia, è stato unmomento di preghiera che laComunità organizza ogni annodurante il mese di giugno, ma dopogli ottocento naufraghi morti al largodella Sicilia, «abbiamo sentito ildovere di raccoglierci subito e di farsentire la nostra presenza». Affogati

La liturgia inmemoria di quanti perdono la vitanei viaggi della speranza verso l’Europa. Il presule:il Vangelo ci richiama alla responsabilità. L’impegnodi Sant’Egidio e delle parrocchie della prefettura

intervento alla baraccopoli di Ponte Mam-molo, in via delle Messi d’Oro, è un gioco di

squadra. La macchina della solidarietà è spintadalle dodici parrocchie della prefettura, dalla Co-munità di Sant’Egidio, dalle associazioni zonalidi volontariato e coordinata dalla Caritas di Ro-ma.«La Caritas diocesana lavora attraverso le par-rocchie - spiega il direttore, monsignor Enrico Fe-roci -, le parrocchie sono la Caritas. Quando ci so-no bisogni che superano la realtà delle parroc-chie, interviene la Diocesi, che rappresenta, co-me ha detto recentemente Papa Francesco, "lemani del vescovo". Il nostro intento è sensibiliz-zare le persone del quartiere e le parrocchie».A questo si aggiunge il lavoro "diplomatico".«Quando c’è bisogno di una voce più forte dellasingola parrocchia - prosegue monsignor Feroci- allora interviene la Caritas, che diventa l’inter-locutrice con le istituzioni pubbliche. Per esem-pio, in questo caso di emergenza a Ponte Mam-molo, siamo in contatto con l’assessore alle Poli-tiche sociali di Roma Capitale, Francesca Dane-se. L’assessore ha promesso che questa situazio-ne sarà presto risolta. Ha già trovato una collo-cazione per una quarantina di persone. La Cari-tas, su richiesta dei parroci, ha erogato delle som-me per acquistare medicinali. I nostri operatoriintervengono per portare cibo. Noi, insomma,siamo le mani del vescovo che coordinano quel-le di tutti i cristiani, segno tangibile della carità».Coordinamento e organizzazione entrano in si-nergia con lo spirito di comunione dei parroci.«Questa - spiega don Fabio Longhi, prefetto del-la XII prefettura e parroco a San Giovanni Batti-sta al Collatino - è una manifestazione forte dicondivisione e solidarietà con una popolazionein fuga dall’Eritrea, oppressa da una terribile dit-tatura. È una manifestazione di accoglienza e dirispetto tra figli di Dio. Tutto questo è possibileperché le parrocchie della XII prefettura sonodavvero unite, non solo dal punto di vista orga-nizzativo. Sono guidate da sacerdoti che hannostima e affetto gli uni per gli altri. Questa è la for-za per amare lo straniero».Oltre all’emergenza della baraccopoli, nella pre-fettura non mancano occasioni di intervento.«Qui abbiamo delle gravi situazioni di degrado epovertà diffusa - prosegue don Longhi - e le par-rocchie fanno un grande lavoro di cuscinetto so-ciale. Questi quartieri, abitati da un ceto socialegià basso, si stanno impoverendo sempre di più.La divaricazione tra ricchi e poveri si fa semprepiù sentire. Nella mia parrocchia - conclude ilprefetto - vivono 15 mila abitanti. Sono sempredi più quelli che chiedono un posto di lavoro ecase dignitose».

Daniele Piccini

’L

Caritaseparrocchie:retedi solidarietà

DIDANIELE PICCINI

iori e candele sotto una crocecolorata. Il legno viene dalontano, dai barconi che dalle

coste africane affrontano il canale diSicilia per raggiungere l’Italia.Davanti a questo legno, PapaFrancesco ha spezzato il panecelebrando la Messa all’isola diLampedusa, nel luglio di due annifa. Attorno a questa stessa croce, nelpiazzale dell’Atac, accanto all’isolaecologica dell’Ama, mercoledì sera si

Fsono radunati migranti eritrei eabitanti del quartiere di PonteMammolo, per pregare in memoriadi quanti perdono la vita nei viaggidella speranza verso l’Europa e pertutti coloro che in questa traversatala rischiano. La veglia, presiedutadal vescovo per il settore Nord,Guerino Di Tora, e organizzata dallaComunità di Sant’Egidio, dallaCaritas zonale della Tiburtina, dalleparrocchie della XII prefettura e daaltre organizzazioni di PonteMammolo, è stata celebrata proprio

davanti alla baraccopoli di via delleMessi d’Oro. Tra pareti di legno etetti di fortuna, messi alla provadalle piogge di inizio settimana,vivono normalmente unaquarantina di migranti eritrei edetiopi, ma nei giorni scorsi -complice l’arrivo della bella stagioneche facilita le traversate in mare - gliospiti sono aumentati. La veglia havoluto esprimere «non soloaccoglienza ma comunione», comeha spiegato il presule nell’omelia,commentando il brano tratto dalVangelo di Matteo. «Si deve “amare”non “armare” - ha proseguito -;ognuno di noi deve esprimere laresponsabilità della propriaesperienza cristiana di fronte aglialtri. La condivisione è il senso verodella speranza. E per noi la speranzaè Cristo». Il Vangelo appena letto, suun Cristo affamato, assetato,infreddolito e prigioniero chechiede cura e attenzione, si fa carnenei volti dei giovani eritrei migrantiche con un fiore in manopartecipano alla veglia. «Il Vangelo -ha commentato ancora monsignorDi Tora - ci richiama a una nostraresponsabilità. Ognuno di noi allafine del suo tempo incontrerà ilSignore che ci chiederà conto delfatto che ha avuto fame e non gliabbiamo dato da mangiare, che eraforestiero e non l’abbiamo accolto.Il Signore è presente nell’Eucaristia enella Parola, ma è presentesoprattutto nel disagiato. Cristo siidentifica con colui che è neldisagio. Noi immaginiamol’incontro con il Signore in unaforma splendente, ma Lui ènell’altro. Se Cristo tornasse oggisarebbe un povero migrante, unoscaricatore del porto di Marsiglia,un nero della 101° strada diHarlem. Dobbiamo imparare ariconoscere Cristo in chi ci sta

vicino». A Ponte Mammolo si èsubito messa in moto una rete disolidarietà. «Stiamo portando damangiare in questa baraccopoli -spiega Gianna Iasilli, responsabiledi zona di Sant’Egidio - dove datanti anni vivono deilatinoamericani, rumeni, ucraini,russi e da qualche mese stannoarrivando i profughi dalla Sicilia,che di solito rimangono qui unasettimana e poi si dirigono verso ilNord Europa. C’è ricambiocontinuo. Ne vanno via cento e nearrivano altri ottanta. Ora sono circaduecento. Ci sono donne incinte eanche bambini». Le parrocchie dellaprefettura non sono si tirateindietro. «Da una decina di giorni -riferisce don Marco Fibbi, parrocodella vicina San Romano Martire alTiburtino -, all’indomani del grandenaufragio nel canale di Sicilia, loscorso 18 aprile, ci è stato detto chea Ponte Mammolo e al Collatinoc’era un’emergenza umanitaria.Centinaia di persone cherimanevano senza mangiare. Leparrocchie della zona si sono unitea una rete di associazioni che fannogià servizio presso la StazioneTiburtina tutti i giorni. Qui a PonteMammolo ora ci sono circaduecento persone: una quarantinadi eritrei che viveva già nellabaraccopoli sta dando ospitalità ailoro connazionali. Si tratta dimigranti in transito che passano inqualche modo per Roma perdirigersi altrove. Hanno tutti dai 18ai 35 anni». Hanno bisogno ditutto. Di cibo, vestiti, ma anche diassistenza sanitaria. Dalla scorsaestate, la Croce Rossa fa servizio quidue volte a settimana, martedì evenerdì. Con l’arrivo della nuovaondata di migranti, le solite 10-15visite giornaliere hanno raggiunto ilcentinaio.

Nepal,daRomamille«cannuccesalvavita»

Un’immaginedel sismadevastanteche hasconvoltoil Nepal

Il vescovoDi Tora hapresiedutomercoledìuna celebrazione allabaraccopoli di via

delleMessi d’Oro tragli eritrei che virisiedono e abitantidi PonteMammolo

L’impegno del Centromissionario: dispositiviche consentano di filtrarel’acqua. Il Papa e la Ceistanziano fondi per la gentecolpita dal terremoto

2 Domenica3 maggio 2015

sulle coste greche, italiane, spagnole.Morti nel deserto e in mare. Uomini,donne e bambini di tutte le età:molti resteranno senza nome enessuno conoscerà mai la loro storia.Durante le preghiere dell’assemblea,nella chiesa del Redentore, sono statiricordati tutti. Di queste vittime,centinaia, il vescovo ha esortato icristiani a «somatizzare» lesofferenze, perché «sono Gesù».Parole pronunciate con chiarezza piùvolte dal presule: «Insegnaci aosservare la tua parola e ariconoscerti quando ti incontriamopovero, debole, prigioniero, profugo».Per un’accoglienza che sia senzaalcun tipo di restrizione. La preghieradei fedeli poi esorta all’azione:«Perché l’Europa non si chiuda nellapaura ma sappia accogliere,preghiamo il Signore».

Vanessa Ricciardi

artite ieri da Roma le primemille “cannucce salvavita”destinate al Nepal, colpito il

25 aprile dal devastante terremotoche conta, al momento, oltre 5milavittime. A consegnarle, uncollaboratore nepalese del Centromissionario diocesano. Quelladell’acqua, osserva don MicheleCaiafa, dell’organismo diocesano, è«un’urgenza immediata. Il temponon ci è amico e bisogna poterintervenire al più presto». Perquesto dopo la prima spedizione«speriamo di poterne fare moltealtre». “Lifestraw” è il nome deldispositivo, simile appunto a unacannuccia, che permette di filtrarel’acqua rendendola potabile e hauna capacità di filtraggio di millelitri. In concreto, una famiglia di

P tre persone può sopravviverve 10mesi. «È un’opera che rispondeall’urgenza – continua don Caiafa -: la casa brucia, occorre interveniresubito. Poi si penserà a comericosturire». Lo conferma anche lascelta della Protezione civileromana di inviare nel Paese circa1.500 litri d’acqua, partitimercoledì dall’aeroporto di Praticadi Mare. Per il Centro missionariodiocesano, a garantire i contatticon la realtà del Nepal è MarcoSette, nel Paese con la sua famiglia,che «collabora con noi a favoredella popolazione», riferiscel’addetto del Centro missionario,che sottolinea: «Come strutturadiocesana, non ci muoviamo dasoli, abbiamo sul posto unriferimento concreto e

immediatamente operativo». Ieri,ad accogliere il collaboratore delCentro missionario, c’erano lapolizia locale e le onlus attive sulposto, per la distribuzione allapopolazione locale. «Per chiunquevolesse contribuire, bastano 10euro per aiutare una famiglia asuperare il problema dell’acqua dabere» (versamenti sul contocorrente postale n° 37578002intestato a “AmministrazioneVicariato di Roma Centro pastoralemissionario” - causale: “Acqua peril Nepal”, informazioni: tel.06.69886443).Un primo contributo di 100 miladollari per il soccorso alle popola-zioni colpite dal terremoto che hasconvolto il Nepal è stato decisodal Santo Padre. Tale somma, che

verrà inviata alla Chiesa locale tra-mite il Pontificio Consiglio Cor U-num, «sarà impiegata - spiega unanota della Sala stampa della SantaSede - a sostegno delle opere di as-sistenza svolte in favore degli sfol-lati e dei terremotati, e vuole essereuna prima e immediata espressio-ne concreta dei sentimenti di spiri-tuale vicinanza e paterno incorag-giamento nei confronti delle perso-ne e dei territori colpiti, che PapaFrancesco ha assicurato nel corsodel Regina coeli di domenica 26 a-prile». Un aiuto concreto arriva an-che dalla Conferenza episcopale i-taliana che ha stanziato 3 milionidi euro. La cifra, tratta dai fondidell’8xmille, arriverà in Nepal attra-verso il nunzio apostolico monsi-gnor Salvatore Pennacchio. (R. S.)

Pellegrinaggio dei giovani al Divino AmoreSabato partenza da piazza di Porta CapenaDI MARINA TOMARRO

ttraversare la notte per raggiungere laluce dell’alba, lasciando nel buio lepaure e i timori per abbracciare le

speranze del nuovo giorno che inizia eavendo accanto una guida speciale: Maria,stella del mattino. Saranno numerosi gliuniversitari che sabato 9 maggioparteciperanno al tradizionalepellegrinaggio notturno al santuario delDivino Amore.«Questa iniziativa giunta alla sua terzaedizione - spiega il vescovo ausiliareLorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficiodiocesano per la pastorale universitariache ha promosso l’iniziativa - èun’occasione, da una parte, per aiutare igiovani a consolidare quanto è statomaturato durante l’anno, ma anche perconcluderlo ringraziando la Madonna diaverci accompagnato nel percorso di

questi mesi». E l’incontro con la Madrericonduce al Figlio, a cui affidare tutta lapropria esistenza non solo sul pianopersonale ma anche per tutto quello cheriguarda lo studio e il futuroprofessionale. «Questo cammino -continua il vescovo Leuzzi - diventaun’occasione per aiutare i ragazzi a capireed accogliere l’ invito di Papa Francescoad essere protagonisti del nostro tempo,nel quale la persona umana rischia diessere sempre più emarginata. Quindi nonsolo un percorso di preghiera e diamicizia ma anche di rinnovamento degliimpegni per una testimonianza a serviziodell’uomo». E tanti sono i ragazzi chescelgono di passare il sabato notte incammino e in preghiera verso il DivinoAmore. «Per me - spiega Selenia La Spina,studentessa alla Lumsa - è già la secondavolta; l’anno scorso è stata una grandeemozione. La strada è come la vita:

faticosa inalcuni tratti maquandoraggiungi lameta, la gioianel tuo cuore ègrande».L’appuntamentoè fissato alle 23.30 in piazza di PortaCapena. Di lì a mezzanotte si muoveràtutto il gruppo dei pellegrini. Durante ilcammino sono previste due tappe dipreghiera, la prima alle Fosse Ardeatine,dove si ricorderanno tutte le vittime dellaviolenza del nostro tempo, e la secondadavanti all’ospedale Santa Lucia, per unmomento di riflessione dedicato ai malati,in particolare quelli più gravi o coloro chevivono la sofferenza da soli. Il cammino siconcluderà con l’arrivo al santuario e laMessa alle cinque del mattino celebratadal vescovo Leuzzi.

A

3 Domenica3 maggio 2015

L’ordinazione di 19 diaconiin San Pietro: tredici destinatialla diocesi di Roma. Il Papa:

«Il profumo della vostra vita saràla testimonianza. Non rifiutaremai il Battesimo a chi lo chieda»

Famiglia e media:incontro diocesanomercoledì 6 maggioa Santa Mariain Montesanto

Al messaggio di Papa Francesco per la49ª Giornata mondiale delleComunicazioni sociali, che saràcelebrata il 17 maggio, è dedicatol’incontro in programma mercoledì 6maggio alle ore 18, nella basilica di SantaMaria in Montesanto, la "chiesa degliartisti" in piazza del Popolo (nella foto).Ad organizzarlo, l’Ufficio Comunicazionisociali della diocesi, la onlusComunicazione e Cultura delle Paoline ela Pontificia Università Lateranense (conla collaborazione del Forum Famiglie delLazio). Introdotti dal rettore don WalterInsero, incaricato dell’Ufficio diocesanoper le comunicazioni sociali,interverranno l’arcivescovo VincenzoPaglia, presidente del Pontificio Consiglioper la Famiglia, e i coniugi Mauro Magattie Chiara Giaccardi, entrambi sociologiall’Università Cattolica del Sacro Cuore diMilano. Prevista una testimonianza diEmma Ciccarelli, presidente del Forumdelle famiglie del Lazio. Modererà

Massimiliano Padula, docente allaLateranense. Come da tradizione,l’appuntamento sarà caratterizzato dalconferimento del Premio "Paolinecomunicazione e cultura" che quest’annocadrà nel centenario di fondazione delleFiglie di San Paolo. La superiora generalesuor Anna Maria Parenzan consegnerà ilpremio alla famiglia Petrillo-Corbella.«Abbiamo pensato questa iniziativa -spiega don Insero - come un’opportunitàdi testimonianza. Riflettere e raccontarela famiglia e le azioni comunicative chela contraddistinguono significa, comescrive Papa Francesco nel messaggio,"comprendere che le nostre vite sonointrecciate in una trama unitaria, che levoci sono molteplici e ciascuna èinsostituibile"».

n «mistico del servizio» inna-morato di Gesù Cristo, con«un instancabile servizio alla

Chiesa e al mondo». È il ritratto diGiovanni Paolo II delineato dal car-dinale Stanislaw Dziwisz a un annodalla canonizzazione di Wojtyla.L’arcivescovo di Cracovia, per lunghianni segretario particolare del Pon-tefice polacco, ha tenuto l’omeliadella Messa celebrata lunedì matti-na nella basilica di San Pietro in oc-casione del primo anniversario dellacanonizzazione di Karol Wojtyla,

proclamato santo insieme a Giovan-ni XXIII: è ancora vivo il ricordo diquella che fu definita la "giornatadei quattro Papi" per la presenza diFrancesco, che presiedeva la celebra-zione, e del papa emerito BenedettoXVI . Alla Messa di lunedì, presiedu-ta da Angelo Sodano, decano delCollegio cardinalizio, ha preso parteuna folta delegazione di fedeli daCracovia, diocesi natale del Papasanto (che ospiterà tra un anno ilraduno per la Gmg): nell’animazio-ne, canti in polacco alternati a cantiin latino. Nell’omelia, il cardinaleDziwisz ha evidenziato l’insegna-mento più grande lasciato da Gio-vanni Paolo II, sulla scia del Conci-lio Vaticano II: «La santità non è unprivilegio solo di pochi», ma «la vo-cazione universale del popolo di

Dio». E ha ricordato Wojtyla come«uomo di preghiera, di contempla-zione e di azione» e come il «Papadella Divina Misericordia», una ca-ratteristica che, ha sottolineato ilporporato, lo lega fortemente a Pa-pa Francesco. Per entrambi «al cen-tro della vita della Chiesa di oggi»va posta «la realtà della divina ed u-mana misericordia». Dziwisz ha an-che posto l’accento sull’impegnoprofetico di Wojtyla in merito almatrimonio e alla famiglia, e alladignità della vita umana, «speciequella indifesa». Giovanni Paolo II,ha detto ancora l’arcivescovo di Cra-covia, è rimasto «in modo diverso,ma anche più profondo nella vitadella Chiesa» e ci «accompagna nel-le vie della fede, della speranza edella carità». (R. S.)

U

Giovanni Paolo II, «un mistico del servizio»La Messa in San Pietro a unanno dalla canonizzazionepresieduta da Sodanocon l’omelia di Dziwisz

parrocchie.A Sant’Anselmola Madonna di Fatima

e porte della parrocchia diSant’Anselmo alla Cecchi-

gnola saranno aperte 24 oresu 24 da domani, lunedì 4, fi-no al 10 maggio in occasionedella visita della Madonna pel-legrina di Fatima. L’arrivo èprevisto per le 18 di domani.L’amministratore parrocchia-le don Daniele Dal Prà an-nuncia le tante celebrazioni inprogramma. Martedì 5, dopola visita alle case dei malati, lastatua verrà riportata in chie-sa dove il vescovo ausiliare e-letto don Paolo Lojudice pre-siederà la Messa delle 18.30.Mercoledì 6 maggio, semprealle 18.30, la Messa sarà pre-sieduta dal vescovo PaoloSchiavon. Per venerdì 8 è pre-

L vista, invece, la fiaccolata ma-riana per le vie del quartiere,che partirà dalla parrocchiaalle 20.30 e sarà animata daiseminaristi dell’Ordinariatomilitare, con la partecipazio-ne della banda di Roma Capi-tale.Sabato 9, dalle 10 alle 18.30,l’adorazione eucaristica, du-rante la quale i sacerdoti sa-ranno a disposizione per leconfessioni. Seguirà la Messaalle 18.30 e il Rosario medita-to alle 21. Domenica 10, alle10.30, la Messa solenne pre-sieduta dall’arcivescovo Giu-seppe Sciacca, nel corso dellaquale vi sarà la consacrazionedegli abitanti della parrocchiaa Maria.

Francescoai nuovi preti:non stancarsidi perdonare

lcuni dei presbiteri ordinati domenicascorsa arrivano da molto lontano. Di

Medellin, in Colombia, è originario donAlonso Ojeda Agudelo, nato 32 anni fa eformatosi al Collegio diocesano missionarioRedemptoris Mater. «Sono il primo diquattro fratelli - racconta - e ho sentito lachiamata al sacerdozio quando avevoappena 17 anni». Una giovane vocazione,quindi, che scaturisce dalla Parola ascoltata«con orecchi nuovi» in un incontrovocazionale nella sua città d’origine: «LaSacra Scrittura diceva "Seguitemi e vi faròpescatori di uomini"- ricorda don Alonso - eio sentii nel mio cuore di dover lasciaredavvero tutto perevangelizzare».Con questodesiderio, Alonsoentra nel SeminariodiocesanomissionarioRedemptoris Materdi Medellin, nel2002; nello stessoanno, per essereformato allamissionarietà,viene inviato alSeminarioRedemptoris Materdel Giappone,«dove il Signorepiano piano

A

DI CHRISTIAN GIORGIO

ispensate a tutti la parola diDio, leggetela e meditatelaassiduamente e insegnate ciò

che avete appreso nella fede, vivendo ciòche avete insegnato». Papa Francesco, inoccasione della 52esima Giornatamondiale di preghiera per le vocazioni, si èrivolto direttamente ai 19 nuovi sacerdotiordinati domenica 26 aprile nella basilicadi San Pietro. Nella sua omelia una serie diraccomandazioni, come quelle chequalsiasi vescovo potrebbe dare ai “suoi”sacerdoti, in qualsiasi diocesi del mondo.Consigli e suggerimenti che rimandano aquell’«odore di pecore» che il Papa citaspesso: «Sarete predicatori del Vangelo epastori del popolo di Dio». Dei 19ordinati, 13 preti si sono formati in treSeminari diocesani romani - il PontificioSeminario Romano Maggiore, il CollegioRedemptoris Mater, il Seminario della

Madonna del Divino Amore - eresteranno tutti nella diocesi di Roma. Irestanti sei, tutti stranieri, appartengonoalla congregazione della Famiglia deiDiscepoli, all’Ordine Francescano dei FratiMinori Conventuali e uno è di rito siro-malabarese, della diocesi indiana diThamarassery. A concelebrare, con ilPontefice, c’erano il cardinale vicarioAgostino Vallini, il vicegerente monsignorFilippo Iannone, i vescovi ausiliari e iparroci degli ordinandi. Ai nuovi presbiteriFrancesco ha spiegato che, «esercitando ilministero della sacra dottrina», saranno«partecipi della missione» di Gesù, «unicomaestro, dispensando a tutti quella Paroladi Dio», ricevuta «con gioia», leggendo emeditando «la Parola del Signore». «Che le vostre omelie non siano noiose;che le vostre omelie arrivino proprio alcuore della gente perché escono dal vostrocuore, perché quello che voi dite a loro èquello che voi avete nel cuore. Così si dà la

Parola di Dio e così lavostra dottrina sarà gioiae sostegno ai fedeli diCristo; il profumo dellavostra vita sarà latestimonianza, perchél’esempio edifica, ma leparole senza esempiosono parole vuote, sonoidee e non arrivano maial cuore e addiritturafanno male: non fannobene». Poi, rivoltoall’assemblea, Francescoha indicato i nuovisacerdoti checontinueranno, ha detto,«l’opera santificatrice» del

Signore; anche attraverso la Messa che«non è un rituale artificiale», hasottolineato il Papa. L’invito è stato a «non farlo di fretta», aimitare quello che si celebra «partecipandoal mistero della morte e risurrezione delSignore», portando «la morte di Cristonelle membra» e camminando «con Lui innovità di vita». E ancora: «Non rifiutaremai il Battesimo a chi lo chieda!»; l’invitoa essere misericordiosi soprattutto nelsacramento della Penitenza «con il qualerimetterete i peccati nel nome di Cristo edella Chiesa». E proprio in nome di Cristo,il Papa ha chiesto espressamente ai nuovisacerdoti «di non stancarvi di esseremisericordiosi. Nel confessionale voisarete per perdonare, non per condannare.Imitate il Padre che mai si stanca diperdonare».Quindi, «con l’olio santo» i nuovisacerdoti daranno sollievo agli infermi e,celebrando «i sacri riti e innalzando nellevarie ore del giorno la preghiera di lode edi supplica», si faranno «voce del popolodi Dio e dell’umanità intera». L’esortazionedel Papa è rivolta a esercitare «in letizia ein carità sincera» l’opera di Cristo,«unicamente intenti a piacere a Dio» e nona se stessi: «È brutto un sacerdote che viveper piacere a se stesso, che fa il pavone».«Abbiate sempre davanti agli occhi – haconcluso il Papa - l’esempio del BuonPastore, che non è venuto per essereservito, ma per servire; non per rimanerenelle sue comodità, ma per uscire e cercaree salvare ciò che era perduto». A sorpresa,due dei nuovi sacerdoti si sono affacciatiinsieme al Papa, alla finestra del suostudio, in occasione della recita del Reginacoeli.

D«cominciava a trasformare la mia storia». InGiappone rimane per 2 anni, «è qui - spiega- che ho visto tantissimi miracoli dell’amoredi Dio». Infine, il trasferimento in Italia, a Roma, alcollegio Redemptoris Mater dellaMaglianella per gli ultimi anni della suaformazione, per diventare ministro di Dio,«sacerdote in uscita», come dice PapaFrancesco, nella società odierna: «È unasfida - riconosce il nuovo sacerdote - mabisogna partire dal cuore, deve essere uncuore di pastore».Di domenica scorsa, ha ancora benimpresse le emozioni e le parole di Papa

Francesco: «Il giornodell’ordinazione -dice don Alonso - èstato un giornomeraviglioso: misono sentito amatoprofondamente dalSignore e in nomedel Signore». Econtinua: «Siamostati chiamati, e sonochiamato ogni giornoad aprire il miocuore, a viveredell’amore di Cristoper annunciaresempre la suamisericordia».

Michela Altoviti

Don Alonso, 32 anni, di Medellin:una sfida, bisogna partire dal cuore

Sopra e in basso un momento della Messa per le ordinazioni

4 Domenica3 maggio 2015

Al via cinque convegni per educatori degli adolescentiSabato il ritiro degli Uffici liturgico e pastorale sanitaria

celebrazioniMESSA IN MEMORIA DEGLI UNIVERSITARI DELKENYA. Martedì 5 alle 19 nella cappelladella Sapienza, l’Ufficio per la pastoraleuniversitaria ricorda in una celebrazioneeucaristica presieduta dal vescovo ausiliareLorenzo Leuzzi le vittime e i feritidell’attacco terroristico, avvenuto il 2aprile nella University College in Kenya.

SANTA MARIA IN DOMNICA: PREGHIERA PER ICRISTIANI PERSEGUITATI. Venerdì 8 alle20.30 la parrocchia di Santa Maria inDomnica si ritroverà in preghiera inmemoria dei cristiani perseguitatati.Appuntamento all’Arco di Costantino,dove si reciterà il Rosario.

incontriDON MARCO POZZA A SANT’IRENEO. Domanialle 21 a Sant’Ireneo (via dei Castani 291)si svolgerà un incontro con don MarcoPozza sul brano del Vangelo di Marco 6,45-52. Don Marco è cappellano del carceredi Padova, editorialista e scrittore.

SEMINARIO SULLA FAMIGLIA AL "GIOVANNIPAOLO II. Da martedì 5 inizia presso ilPontificio Istituto Giovanni Paolo II(piazza San Giovanni in Laterano 4) unseminario di studio dedicato all’ impegnopastorale con le famiglie emarginate epovere. Il corso (martedì e mercoledì dalle15 alle 18.15 fino al 20 maggio, per untotale di 24 ore), sarà guidato dai coniugiBenito Baranda e Maria Lorena Cornejo,che hanno dedicato quasi 30 anni dellaloro vita aelle periferie di Santiago del Cile.Info: tel. 06.69895535, www.istitutogp2.it.

LITURGIA/1: CONGRESSO AL SANT’ANSELMO. IlPontificio Ateneo Sant’Anselmo (piazzadei Cavalieri di Malta), da mercoledì avenerdì ospiterà il X congressointernazionale di liturgia sul tema"Carmina Laudis: risposta nel tempoall’eterno", organizzato dal PontificioIstituto Liturgico. Un’iniziativa rivolta astudiosi, pastori e cultori di liturgia.

LITURGIA/2: RITIRO DEGLI UFFICI LITURGICOE PASTORALE SANITARIA. Sabato 9, dalle 9,nella basilica di San Giovanni in Laterano,si svolgerà il ritiro del tempo di Pasquaorganizzato dagli Uffici Liturgico ePastorale sanitaria del Vicariato.Destinatari principali: ministri straordinaridella comunione, lettori, accoliti, e tutticoloro che si occupano di liturgia. Guidadon Carlo Abbate, assistente ecclesiasticopresso l’hospice oncologico Villa Speranza.Celebrazione eucaristica alle 11.30. Saràpossibile parcheggiare nel cortile antistantel’Università Lateranense.

APPUNTAMENTO PER LE CONFRATERNITE.Presso la confraternita Madonna di Loretoal Foro Traiano, mercoledì 4 alle 19,catechesi e celebrazione per i membri delleconfraternite (via Madonna di Loreto, 26).

USMI, ADORAZIONE EUCARISTICA ALLAMADONNELLA. Giovedì 7, alle 18,adorazione eucaristica per le vocazioninella cappella della Madonnella dellaparrocchia San Marco al Campidoglio. Apromuoverla, l’Usmi diocesana.

AL VIA CINQUE CONVEGNI PER GLI EDUCATORIDEGLI ADOLESCENTI. Sabato 9 alle ore 9.30al Seminario Maggiore si svolgerà il primodi cinque convegni dedicati agli educatoriper adolescenti promossi dal Centro per lapastorale familiare e da altri organismi.Filo conduttore il tema: "Adolescenti così.Voi meglio di noi". Al primoappuntamento Barbara Graziosi, psicologae psicoterapeuta del consultoriodiocesano, su "Mille realtà intorno a me,non ne so scegliere una".

FORUM DI MARIOLOGIA ALL’ANTONIANUMSUL MESSAGGIO DI FATIMA. "Il messaggio diFatima tra carisma e profezia" è il tema delForum internazionale di mariologia che laPontificia Accademia MarianaInternazionale organizza, incollaborazione con il santuario di Fatima,all’Antonianum (Viale Manzoni 1), dal 7al 9 maggio. Principali relatori il cardinaleAngelo Amato, il vescovo di Fatima, ilrettore del santuario, la postulatrice dellacausa di Lucia. Da Fatima giungerà anchela statua della “Madonna pellegrina”.

SABATO 9 MAGGIOAlle ore 18.30 al Seminario Minorepresiede la festa della Madonna dellaPerseveranza.

LECTIO ALLA TRASPONTINA CON BENEDETTAROSSI. Benedetta Rossi, biblista,commenterà venerdì alle 18.30 il passo diAtti 4,5-22 alla lectio promossa nellaparrocchia di Santa Maria in Traspontina.

COPPIE IN CRISI E SEPARAZIONI: MONSIGNORROCCHETTA AL MAGGIORE. Sabato 9, dalle15.30, per il ciclo «Conversazioni delsabato», il Seminario Maggiore (piazza SanGiovanni in Laterano 4) ospiterà l’incontrocon monsignor Carlo Rocchetta, fondatoredel Centro familiare "Casa dellaTenerezza" a Perugia, su "Solitudine,dolore, estraneità: luoghi di incontro con ilSalvatore. Percorso di vita per seguirel’amore nella coppia in crisi e dopo laseparazione: l’incontro che illumina".

PRESENTAZIONE DEL SUSSIDIO PERL’ORATORIO ESTIVO. Anche quest’anno ilServizio diocesano per la pastoralegiovanile organizza, con il Centro oratoriromani, un pomeriggio di festa e dilaboratori per la presentazione del nuovosussidio per l’oratorio estivo. L’incontro siterrà domenica 10 alla parrocchia di SantaSilvia (viale Sirtori, 2) dalle ore 15.30.Iscrizioni sul sito www.oresroma.org.

culturaPRESENTAZIONE LIBRO GRANADOS. Domanialle 17 al Pontificio Istituto GiovanniPaolo II sarà presentato il libro "Una solacarne in un solo spirito. Teologia delmatrimonio", scritto da Josè Granados,docente di Teologia del matrimonio efamiglia e vicepreside dell’istituto.

SINDONE: SE NE PARLA AI SANTI MARCELLINOE PIETRO E ALL’ANGELICUM. Domani nellaparrocchia Santi Marcellino e Pietro alLaterano, alle 19, dopo la Messa,riflessione di Alberto Di Giglio su"Sindone e spiritualità". Venerdì 8 alle 17,per il ciclo «Sindone, verità ed enigmi»,all’Università San Tommaso d’Aquino(Largo Angelicum) si parlerà di "Sindone ericerche mediche" con Monica Persiani,Alberto Di Giglio e Rosanna Cerbo.

CONFERENZE: MEIC E CHIESA NUOVA. Giovedìalle 18 il Meic alla cappella della Sapienzapromuove la conferenza di Alighiero Erbasu "Bene comune in economia: unmodello dimenticato”. Alle 18.30 a SantaMaria in Vallicella (Chiesa Nuova) RomoloAugusto Staccioli parlerà su "Il CampoMarzio occidentale tra la Vallicella e ilTevere".

MOZART AL MAGGIO SANTIVESE. Inoccasione del Maggio Santivese promossodal centro culturale Paolo VI di Sant’Ivoalla Sapienza (Corso Rinascimento , 40)martedì 5 alle 18 visita guidata alla chiesa;alle 19.30 Mario Dal Bello, docente ecritico musicale, condurrà un’audizionemusicale su "Mozart sacro: uno sguardonella bellezza divina", con brani dalla"Messa dell’Incoronazione".

CASA SANTA FRANCESCA ROMANA,RIFLESSIONI SULLA PRUDENZA. "Le virtùdella prudenza: come testimonianzad’amore" è il tema del convegno promossodalla Casa di Santa Francesca Romana aPonte Rotto (via dei Vascellari, 61) che sisvolgerà domenica 10 alle ore 17. Neparleranno Danilo Scarrone, direttoreIsoradio; Maria Luce Palmieri, avvocato;Mario Prignano, capo redattore Rai TG1;l’antropologa Francesca Serra. Presenti ilvescovo ausiliare Matteo Zuppi emonsignor Antonio Interguglielmi,direttore dell’ istituto. Al termine, il recital"Parole d’amore. Poesie e lettere d’amoredal ’200 al 2000".

GIORNATA DI STUDIO DEDICATA A GERBERTO-SILVESTRO II. La Facoltà di lettere dellaSapienza ospiterà venerdì dalle 10 unagiornata di studio su Gerberto D’Aurillac,famoso docente di musica, aritmetica eastronomia divenuto papa con il nome diSilvestro II. Alle 12.15 celebrazione nellacappella dell’Università presieduta dalvescovo Moreira de Azevedo.

comunicazioneLA DIOCESI SU RADIO VATICANA ITALIA. Oggialle 12.30, sui 105 FM di Radio VaticanaItalia, andrà in onda «Crocevia dibellezza». Mercoledì alle ore 18.30 ilnotiziario «Ecclesia in urbe». Entrambi iprogrammi anche on line suwww.romasette.it.

luttoÈ MORTA LA MAMMA DI MONSIGNORANDREATTA. Lunedì scorso è morta all’etàdi 104 anni Gasparina Basso, mamma dimonsignor Liberio Andreatta, direttoredell’Ufficio Edilizia di culto del Vicariato.Le esequie sono state presiedute venerdìdal cardinale Vallini a Fietta di Paderno delGrappa (Treviso).

solidarietàDONAZIONI DI SANGUE. Domenica 10 saràpossibile donare il sangue con l’Aviscomunale nella parrocchia Santa Mariadell’ Olivo (via Rubelia, 10).

accontare di quei numeri che ricorronofrequentemente nella Bibbia come il 7, il

3 o il 12, e su come sono stati rappresentati nell’arte. Parte da qui il ciclo di incontri «1, 3, 7, 12,infinito. Ordine e disordine nell’ annunzio del-la fede e nella rappresentazione artistica» pro-mosso dall’ Ufficio Catechistico diocesano cheinizia domani alle 21.«Partendo dall’Apocalisse -spiega il direttore,monsignor Andrea Lonardo, coordinatore degliincontri - sono molte le cifre simboliche che poiritornano in tutta la Sacra Scrittura. Ma non c’èconfusione, tutto risponde a un ordine che si rac-chiude nella logica dell’ amore».Si parte da Santa Maria in Vallicella su «La rap-presentazione dei "misteri" nella chiesa di San-ta Maria in Vallicella». Mentre l’11 maggio sem-pre alle 21, l’incontro si svolgerà nella chiesa diSan Sebastiano fuori le Mura. Il tema sarà: «Le7 chiese e le 7 domande del Padre nostro». «I12 articoli di fede e la rappresentazione dellaTrinità» è invece l’oggetto della riflessione delterzo incontro che avrà luogo il 18 maggio alle21, presso la chiesa Santissima Trinità dei Pel-legrini. Il monastero dei Santi Quattro Corona-ti ospiterà il quarto, il 25 maggio alle 21 su « I7 vizi e le 7 virtù nel ciclo dei 12 mesi e delle ar-ti nell’ Aula Gotica dei Santi Quattro Coronati».Sabato 30 visita di studio a Orvieto e Bolsena:Informazioni: www.ucroma.it.

R

Fede e arte, ciclo di incontridell’Ufficio catechistico

cultura

le saledellacomunità

DELLE PROVINCIE Da mer. 6 a dom. 10V. Delle Provincie, 41 Nessuno si salva da

solotel. 06.44236021 Ore 16.30-18.30-20.30-

22.30Delia e Gaetano erano una coppia. Si ritrovano acena poco tempo dopo aver rotto quella che fu unafamiglia. Lui si è trasferito in un residence, lei èrimasta nella casa con i piccoli Cosmo e Nico.Delia e Gaetano sognano la pace ma sono tentatidall’altro e dall’altrove. Ma dove hanno sbagliato?Non lo sanno. Tre anni dopo "Venuto al mondo",Margaret Mazzantini torna con un romanzo che èl’autobiografia sentimentale di una generazione.

DON BOSCO Giov. 7 e ven. 8V. Publio Valerio, 63 Noi e la Giuliatel. 06.71587612 Ore 18-21Diego, Fausto e Claudio, tre quarantenniinsoddisfatti in fuga dalla città, da perfettisconosciuti si ritrovano uniti nell’ aprire unagriturismo. A loro si uniranno Sergio, uncinquantenne invasato, ed Elisa, una giovanedonna incinta decisamente fuori di testa. Aostacolare il loro sogno arriverà, però, un curiosocamorrista venuto a chiedere il pizzo alla guida diuna vecchia Giulia 1300.

Sab. 9 maggio, ore 18-21e dom. 10, ore 18Black or white

cine

ma

Torna a Trastevereil World Press Photo

orna, al Museo inTrastevere (piaz-

za Sant’Egidio 1b), fi-no al 22 maggio, ilWord press photo, conle immagini vincitricidel più prestigioso eimportante premiofotografico del mon-do. Giornalismo e fo-tografia s’intreccianoin un connubio chedà vita a immaginiche documentano efanno la storia.

T

arrivato insala giovedì I7 nani, dei

tedeschi HaraldSiepermann eBoris Aljinovic.Un cartone cherimanda a storiepassate rivisteperò in formanuova e originale.Per sbaglio Bobo,il più giovane deisette nani,provoca la

puntura della principessa Rose e con lei fapiombare nel sonno l’intero regno diFantabulosa. Il maleficio della strega Perfidia, cheinsegue Rose fin dall’infanzia, sembraessere divenuto realtà. L’unico in grado dirimediare all’errore è Jack, sguattero dellecucine di corte, con il suo bacio del vero

amore. Ma Jack è prigioniero del dragoBarny al servizio di Perfidia. Allora i nanipartono per andare nel castello della stregae liberarlo. Il cinema contemporaneo chesceglie copioni vecchi di sicura presa mavuole coprirli con abiti moderni e dinamiciha probabilmente già esaurito la sua fasedell’infanzia: i recenti Maleficent, Cinderella,Into the Woods si situano sul versante delrimescolamento della fiaba monotematicatentata da divagazioni forti tra animazionee realtà. In questo scenario si colloca laconsueta (e da sempre difficilissima)battaglia contro lo strapotere Usa delcartone targato Europa. Qui la produzionetedesca aderisce all’idea di partenza dimettere insieme suggestioni da varie favoledi grande notorietà, con l’obiettivo di creareun caleidoscopio di suggestioni, citazioni,rimandi e rinvii. In primo piano sono i 7nani e, intorno a loro, un coro multicoloreche va dalla strega cattiva, a Biancaneve, algatto con gli stivali. Per doveroso rispetto si

comincia con «C’era una volta» e si finiscecon «e vissero tutti felici e contenti». Inmezzo, avventure fantastiche, luoghimagici, situazioni imprevedibili. Il male(Perfidia) lotta con il bene (Rose), sembravincere ma infine soccombe. Con estrema rilassatezza, i bambinipartecipano, condividono e seguono. Manon trovano quei momenti nei quali lafantasia arricchisce il racconto. Quandoentra in campo il drago Barny, la dinamicamigliora, in qualche passaggio ci sono echide Lo Hobbit - Desolazione di Smaug, e rapidesuggestioni rimandano a scorci di musicaalla Ennio Morricone. In generale ilprodotto è genuino e simpatico,derubricato di qualunque aspettovisionario o fantastico. Canzoni, musiche eil segreto di Barny (che non sveliamo)aiutano ad arricchire la filiforme cornicedello spettacolo. Film semplice e adatto perminori e piccoli.

Massimo Giraldi

È«I 7 nani», una miscela di fiabe animatecinema mostre

DI MARIAELENA FINESSI

o ho dentro, come fattoreendogeno, il gioco d’azzardo».A dirlo è Enzo Ghinazzi, in arte

Pupo. Il popolare cantante italiano, inpassato vittima del tavolo da poker, siconfessa nel corso del convegno “Stopalla pubblicità del gioco d’azzardo”,organizzato lunedì dall’Aiart(Associazione spettatori Onlus) incollaborazione con la Caritasdiocesana di Roma. «Così come sinasce con due orecchie e un naso -continua Pupo -, io sono nato conl’azzardo. Tanto che sebbene io oggisia un ex-giocatore, perchématerialmente non gioco più, di fattoresto un giocatore perché per me tuttoè vissuto su decisioni che spaccano indue: o sì o no, o bianco o nero». Ilcantante confessa che venirne fuori èstato duro, «come chi vuol mangiarema non può perché sa che ingrassa».Certo, riconosce, «io ho frequentatoun altro periodo, quando entrare in

un casinò comportava già sottoporsi auna selezione: abito elegante,orologio al polso. Oggi, invece, è tuttopiù pericoloso e al gioco d’azzardoaccede, in ogni momento dellagiornata, anche il poveraccio vestitodi stracci». Se gli si chiede un pareresulla necessità di eliminare gli spotche incitano al gioco, Pupo rispondeche «sì, potrebbe essere vietata o,meglio, regolamentata» ma checomunque «la questione è un’altra:mancano i maestri». Mancano cioèquelle figure, «quei punti fermi», a cuiricorrere per un consiglio di vita, e«mancano soprattutto i valori». Unaconsiderazione che conferma anche lopsichiatra Federico Tonioni,responsabile dell’ambulatorioDipendenze del Policlinico Gemelli.«In tutte le persone affette daludopatia – evidenzia – c’è unacomponente di “non amore”, ovverouna certa percezione di non sentirsiamati».E che l’unica soluzione per venirne

fuori sia «l’affetto delle persone care»è anche l’opinione di monsignorEnrico Feroci, direttore della Caritasdiocesana di Roma, che sul giocod’azzardo ha intrapreso una vera epropria battaglia. Il motivo è prestodetto: «Come Caritas, abbiamo centridi accoglienza a cui le persone sirivolgono per i bisogni più diversi. Daultimo, anche per ragioni legate alladipendenza da gioco». Unadipendenza che, se aggravata dallapresenza di quelli che Feroci chiama«sciacalli», ossia tutti coloro chespeculano sul disagio, sulla povertà esulla debolezza psicologica, si faaddirittura «sconcertante». Forte delletante esperienze che quotidianamenteascolta e raccoglie, monsignor Ferocilancia allora «un grido di dolore»,specie per Roma: «Capitale delcristianesimo, questa metropoli èormai anche capitale europea delgioco d’azzardo». Feroci snoccioladati allarmanti, riferiti al mese scorso:«Le slot machine in azione a Roma

sono 24.931. Ciò vuol dire che unacittà di circa 25mila persone è ferma agiocare». Racconta il dramma deipensionati e degli anziani «che almattino, quando non si tratta di unasala aperta 24 ore su 24, sono già lìdavanti in attesa che si alzi lasaracinesca». Ma sale scommesse sonoaperte anche nelle vicinanze dellescuole, dei parchi, dei campetti dacalcio. «Studi dimostrano che 170milaragazzi tra i 15 e i 19 anni – denunciail direttore della Caritas romana –hanno un rapporto problematico colgioco d’azzardo, tanto più che questilocali si trovano vicino ai luoghi perantonomasia della socialitàgiovanile». Il sacerdote chiede allorauna «conversione etica» e rilancial’iniziativa del quotidiano Avvenireaffinché, tra le altre cose, «ci sia ildivieto totale di fare pubblicità algioco d’azzardo e che si avvii unamoratoria per i nuovi giochid’azzardo col fine di ridurne ilconsumo».

Azzardo, a Roma venticinquemila slot machine

Un convegno Aiart, in collaborazionecon la Caritas, rilancia l’allarme sulfenomeno. La testimonianza di Pupo,ex giocatore: è stata dura venirne fuoriFeroci: serve moratoria per i nuovi giochi