I senza fissa dimora a Bologna - Un’inchiesta etnografica-
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Transcript of I senza fissa dimora a Bologna - Un’inchiesta etnografica-
I senza fissa dimora
a Bologna- Un’inchiesta etnografica-
gruppo di ricerca di etnografia del pensiero
Una ricerca sulle parole e il pensiero di un gruppo di senza fissa dimora nella città di Bologna
Condotta secondo lametodologia di ricerca dell’Etnografia del pensiero.
Obiettivi
Conoscere la realtà dei senza fissa dimora “dall’interno”, attraverso lo studio delle parole con cui essi stessi descrivono la propria esperienza
Come i senza fissa dimora descrivono le proprie esperienze?
Con quali parole?
Come pensano la loro condizione?
Come rendono possibile tale realtà?
Questioni chiave
Obiettivi
Conoscere il rapporto con il luogo/i luoghi (servizi d’aiuto, associazione, mensa, centro di accoglienza…) in cui si svolge in maniera più o meno organizzata la realtà sociale dei sfd a Bologna.
Cosa pensano i sfd di questi luoghi?
Cosa pensano della loro gestione?
Cosa pensano delle associazioni/enti che li gestiscono?
Questioni chiave
Obiettivi
Trarre prescrizioni utili almiglioramento e gestione della realtà indagata a partire da come è pensata dai diretti interessati.
Individuazione di una serie di indicazioni con cui potranno confrontarsi le istituzioni e tutti i soggetti coinvolti nella gestione del fenomeno a livello locale e nazionale
Quali sono i principali problemi che i sfd dichiarano di dover affrontare?
Quali soluzioni sperimentano quotidianamente per provare a risolverli?
Quali indicazioni se ne possono trarre per mettere in atto strategie di intervento efficaci?
Questioni chiave
Cenni metodologici
Primato della dimensione soggettiva
Pensare la situazione dall’interno, attraverso le parole di chi la rendepossibile senza avervi competenze di governo
Ciò implica
Campione piccolo, ma significativo e studiato in profondità
Cenni metodologici
Strumento di lavoro: intervista
Questionario-guida a risposta aperta,elaborato a partire dalle caratteristiche del luogo e della popolazione da indagare
Colloqui della durata media di 1,5 h
Intervistato sempre anonimo e interpellato solo se particolarmente disponibile a collaborare
Cenni metodologici
Analisi del contenuto
Criteri elaborati dal GrepOgni intervista considerata sia nella sua singolarità interna, sia in rapporto alle altre
Le conoscenze nuove sulla realtà sociale ottenute non sono qualcosa di oggettivo da scovare nei discorsi degli intervistatima scaturiscono dal rapporto fra un doppio pensiero: quello degli intervistati e quello del ricercatore.La convinzione è che questo pensiero sia indagabile solo avendo la massima fiducia nelle parole e scommettendo che alcune di esse siano più importanti di altre. Ovvero: sono le parole che problematizzano la realtà, non il discorso che le lega.
Costituzione di un archivio di riferimento tramite raccolta di testi, saggi, opuscoli e altre pubblicazioni sul fenomeno, con particolare riferimento alla città di Bologna.
AA. VV., La vita di ogni giorno: i contesti territoriali dei senza fissa dimora, Bologna 2005AA.VV., Dove andare per...: la guida per le persone senza fissa dimora, Bologna 2007 (IV edizione) Barnao C., Sopravvivere in strada: elementi di sociologia della persona senza dimora, Milano 2004Bergamaschi M., Servizio e forme emergenti di bisogno, in Landuzzi C., Pieretti G., Servizio sociale e povertà estreme. Accompagnamento sociale e persone senza dimora, Milano 2003Pavarin R. M. (a cura di), Disagio sociale e marginalità a Bologna, Roma 2006Pavarin R. M., Albertazzi V. (a cura di), Disagio sociale e marginalità nella città di Bologna, Bologna 2005Roversi A., Bondi C., Senza fissa dimora a Bologna, in Metronomie: ricerche e studi sul sistema urbano bolognese, Bologna 1997Scandurra G., Tutti a casa. Il Carracci: etnografia dei senza fissa dimora a Bologna, Rimini 2005Tosi Cambini S., Gente di sentimento: per un’antropologia delle persone che vivono in strada, Roma 2004
STUDIO PRELIMINARE
Circa 500 i senza dimora italiani presenti a Bologna,su una popolazione di 380.000 abitanti
80% uomini 20% donne
Non sono disponibili dati sui senza dimora stranieri .Si ipotizza un numero elevato soprattutto tra gli irregolari (i residenti stranieri regolari a Bologna sono 17.670)
STUDIO PRELIMINARE
Servizi offerti
• Principale ente di riferimento per l’accesso ai servizi per i senza dimora a Bologna: Servizio Sociale Adulti del Comune
• Punti di ascolto: 11 gestiti dal Comune di Bologna, dalla Caritas e da diverse Associazioni
• Assistenza legale gratuita: 4 sportelli del progetto “Avvocato di strada” (esperienza nata a Bologna nel 2000 con l’obiettivo fondamentale della tutela dei diritti delle persone senza dimora)4 sportelli legali per cittadini immigrati gestiti da Associazioni varie.
• Servizi itineranti: 4 servizi mobili di sostegno forniti dal Comune di Bologna e da alcune Associazioni.
STUDIO PRELIMINARE
Fonte: Dove andare per...: la guida per le persone senza fissa dimora, Bologna 2007 (IV edizione), a cura di: Provincia di Bologna - Assessorato alla Sanità e Servizi Sociali, Avvocato di Strada, associazione Amici di piazza Grande Onlus.
Servizi offerti•Assistenza medica gratuita: 7 ambulatori che offrono visite mediche, visite odontoiatriche, farmaci,
attrezzatura ortopedica, occhiali a persone non assistite dal Servizio Sanitario Nazionale.
•Pasti gratuiti: 9 mense gestite dal Comune di Bologna e da alcune Parrocchie. •Bagni e docce calde: 4 strutture gestite dalla Caritas, dal Comune di Bologna e da Associazioni.
•Distribuzione vestiario: 8 centri di distribuzione gestiti da alcune Parrocchie e Associazioni.
•Centri di accoglienza: 7 strutture gestite dal Comune di Bologna, da Cooperative Sociali e da Associazioni
varie, per un totale di circa 350 posti letto.
STUDIO PRELIMINARE
Al centro delle inchieste del GREP stanno delle soggettività, legate a un determinato reale, che si svolge in un determinato luogo.
Al fine di incontrare i soggetti da intervistare nei luoghi più significativi per la loro esperienza di vita, si è scelto come prospettiva d’analisi privilegiata quella dei centri di accoglienza
TARGET
Bologna caratterizzata da forte istituzionalizzazione, (tema che emerge molto anche dalle interviste, sembra di “arrivare in paradiso”)
Centri accoglienza a BolognaTARGET
• Casa del riposo notturno "M. Zaccarelli"Offre 68 posti letto, 64 uomini e 4 donne. Ai posti lettosi accede tramite la lista dello sportello unico.
• Riparo Notturno di Via LombardiaOffre ospitalità temporanea a persone adulte in condizione di disagio sociale. Posti totale 32, 28 uomini e 4 donne. L'accesso diretto è regolato sulla base di una lista di attesa, alla quale ci si può segnare ogni sera, dalle 19 alle 20 recandosi in struttura e lasciando il proprio nominativo agli operatori. La permanenza è stabilita in una settimana a decorrere dalla prima sera di ingresso.
• Opera di Padre MarellaOffre 60 posti letto a chiunque sia senza dimora compresi immigrati. Aperto dalle 8 alle 17 e si accede tramite colloquio in sede.
• Struttura "Madre Teresa di Calcutta"Offre 19 posti letto per sole donne. Si accede ai posti letto solo attraverso la lista dello sportello unico del Servizio Sociale Adulti.
• “Rifugio notturno” di via del GomitoRifugio notturno della solidarietà. Offre 30 posti letto a persone senza dimora e a tossicodipendenti.
Tipologia del Servizio: accoglienza residenziale per cittadini italiani e stranieri senza fissa dimora (5 posti sono riservati a stranieri con status di rifugiati politici). Accesso: si accede su segnalazione dei servizi socio-sanitari, o su invio da parte dell’Equipe Sovrastrutturale che si occupa degli accessi nelle strutture del Comune di Bologna, oppure tramite la Lista Unica del Servizio Sociale Adulti.Cosa offre: alloggio diurno e notturno, assistenza di base e cura della persona, sostegno psicologico, segretariato sociale e intermediazione con altri servizi territoriali, sostegno per problemi di tipo psichiatrico, attività ricreative all’interno dell’annesso Centro Diurno Multifunzionale.Viene fornito anche un servizio pasti a cura dei volontari delle parrocchie di zona.Posti letto disponibili: 115, di cui 103 per uomini, 12 per donne, in aree separate suddivise in camere da 2/3 persone. Sono disponibili anche tre spazi multifunzionali per le attività diurne e i pasti.Professionalità impiegate: coordinatori, assistenti di base, educatori, psicologo, addetti alle pulizie, operatori addetti alla portineria, per un totale di circa 20 unità.
TARGET
Il Luogo: Centro di accoglienza BeltrameServizio comunale nato nel 1968,
gestito dalla Cooperativa Sociale Società Dolce di Bologna dal 1994.
All’interno del Centro di accoglienza Beltrame ha sede Il Servizio Sociale Adulti del Comune di Bologna(principale ente di riferimento per l’accesso ai servizi per i senza dimora).
Vi hanno accesso annualmente circa 2000 utenti (dati forniti dal responsabile area disagio adulti della Cooperativa sociale Società Dolce che gestisce il servizio)
TARGET
Ospiti (I e II liv.) + s.f.d. esterni (previa iscrizione)
Secondo Livello
Primo Livello
Centro Diurno annesso(h 12 – 17)
ospiti -24h su 24-89 uomini, 12 donne (p.l. in aree separate)
LA STRUTTRAospiti -solo notte-
Richiedenti asilo inclusi 14 p.l. soli uomini
Accesso: Lista Unica del Servizio Sociale Adulti
Accesso: segnalazione dei servizi socio-sanitari
115 posti letto(103 u. - 12 d.)
IL CAMPIONE19
Interiste in profondità
5fra il personale del centro
1 coordinatore
+
4 educatori
1 donna (I liv.)
2 donne (II liv.)
1 uomo (II liv.)
14 ospiti
IL CAMPIONE
Ospiti Intervistati
2 rifugiati politici (I liv.)
11 del II liv.
1 donna “esterna”, iscritta a frequentare il centro diurno(fidanzata di un ospite intervistato)
uomini
+ 1 donna tentativo “fallito”
ETÁ: (30-65)
30/45 7
46/60 5
60/65 2
PROVENIENZA
6 Sud Italia
2 Centro Italia
3 Bologna
1 Iran
1 Congo
1 Polonia
PERMANENZA 2 mesi- 1 anno 6
2-5 anni 7
7 anni 1
SESSO ETÁ PROVENIENZA LIVELLO ACCOGLIENZA
TEMPO DI PERMANENZA
PROBLEMA DICHIARATO
1 M 50 POLONIA II 1 ANNO SALUTEINDIGENZA
2 M 50 ROMA II 3 ANNI SALUTE INDIGENZA
3 M 46 CALTANISSETTA II 5 ANNI INDIGENZA
4 M 54 PISA II 1 ANNO GRAVE DEPRESSIONEINDIGENZA
5 M 30 IRAN I 2 MESI (RICHIESTA ASILO POLITICO)
6 M 65 BOLOGNA II 7 ANNI SALUTEINDIGENZA
7 F 35 GERMANIA (origini calabresi)
(in diverso centro d’accoglienza per sole donne)
4 ANNI (frequentazione centro diurno Beltrame)
SALUTEINDIGENZA
8 M 64 NAPOLI II 4 ANNI SALUTEINDIGENZA
9 M 45 BOLOGNA II 1 ANNO SALUTEINDIGENZA
10 M 30 CONGO I 3 MESI (RICHIESTA ASILO POLITICO)
11 M 30 NAPOLI II 3 MESI DIPENDENZEINDIGENZA
12 M 59 BOLOGNA II 2 ANNI SALUTEEX DETENUTOINDIGENZA
13 M 37 NAPOLI II 3 ANNI PSICHIATRICOINDIGENZA
14 M 41 MOLISE II 3 ANNI DIPENDENZEINDIGENZA
IL
CAMPIONE
FASI SUCCESSIVE
Analisi del contenuto
Elaborazione report
Materiale raccolto:160 cartelle standard dattiloscritte
Nel report sono stati affrontati i nodi problematici rispetto ai principali temi emersi dall’analisi, ovvero:
-Le esperienze degli intervistati-L’importanza del lavoro e delle attività- La concezione del luogo (centro accoglienza)-I rapporti-Il pensiero circa le politiche
PUNTI CRUCIALI L’importanza e la rappresentatività del luogo.
-Privilegiando nella nostra ricerca ciò che i senza fissa dimora pensano e dicono in rapporto ai luoghi previsti per costoro dalle politiche loro rivolte, abbiamo preferito incontrarli in uno di questi luoghi (il Centro d'accoglienza Beltrame). Interpellandoli principalmente “qui ed ora”, non rispetto al loro passato (racconti di vita o ricerca di motivazioni/cause scatenanti l’attuale situazione) né rispetto al loro futuro (indagine delle aspettative o progetti personali futuri).
- In questo senso il luogo prescelto per la ricerca è risultato altamente rappresentativo, dato anche il particolare peso del privato sociale nella gestione del fenomeno dei senza fissa dimora a Bologna, dove i luoghi di frequentazione abituale (al di là della stazione ferroviaria e di una parte circoscritta della zona universitaria) sono luoghi particolarmente strutturati e capillari che forniscono assistenza ed accoglienza. Bologna risulta vissuta come un approdo in cui l’ “eccellenza” dei servizi sociali garantisce un’assistenza sicura. Proprio perché concentrata sul Beltrame, la ricerca mostra anche come tutta la città di Bologna risulti in generale una realtà particolarmente "gestita" e controllata rispetto ad altri territori evidenziando, al contempo, alcune delle criticità che possono emergere all'interno di questo tipo di gestione.
PUNTI CRUCIALI L’importanza e la rappresentatività del luogo.
PUNTI CRUCIALI La distanza fisica e morale tra gli ospiti
- Mentre spesso chi vive in strada, nella propria condizione di isolamento sociale, è alla ricerca di persone nelle stesse condizioni con cui stabilire vincoli di solidarietà, in un luogo in cui la convivenza è coatta accade che l'isolamento e la distanza fisica e soprattutto morale dagli "altri" siano ricercati e rivendicati. Il disprezzo per "gli altri", visti come falliti e immobili in una situazione di degrado dalla quale non hanno intenzione di riscattarsi, diventa un modo per distinguersi da una popolazione cui invece di fatto si appartiene e per alimentare la speranza di un proprio cambiamento. ("gli altri" sopravvivono, "io" ho una dignità).
Nel disprezzo per gli altri si insinua anche una vena di razzismo, per cui molti ripetono per esempio (tutti premettendo il classico "non sono razzista") -che i meridionali sono quelli che "sopravvivono", che arrivano a Bologna (che è un' "eccellenza") apposta per farsi mantenere dai servizi sociali-oppure che gli stranieri (in alcuni casi si tratta di richiedenti asilo politico) sono quelli che creano problemi all'interno del Centro e che non dovrebbero starci perché tolgono posti agli italiani.
PUNTI CRUCIALI La distanza fisica e morale tra gli ospiti
PUNTI CRUCIALI Promuovere la dimensione coabitativa
e l’investimento in attività
-Da parte dell'organizzazione del Centro la dimensione coabitativa non è particolarmente promossa: il personale è in scarso numero, non sono previsti dei laboratori, si tentano di fare attività di intrattenimento che comunque riscuotono scarsissima adesione proprio in virtù del rifiuto degli ospiti ad avere contatti tra di loro. Sembra essere un circolo vizioso difficile da superare, se non con l'investimento in attività (come laboratori produttivi in cui valorizzare le abilità e rendere evidente e condivisa la "dignità" di ognuno).
PUNTI CRUCIALI Superare la visione del progetto individuale di “reinserimento”
-Il luogo sembra essere vissuto prevalentemente in esteriorità: come luogo di passaggio dal quale uscire seguendo il progetto individuale di reinserimento (spesso reiterato, prolungato e che presenta alcune criticità); oppure è vissuto in negativo, come costrizione dall'alto in un percorso da cui non si riesce più ad uscire (questa struttura certe persone le ha proprio rovinate, tanto sanno dove mangiare e dormire...). In questo senso vengono auspicate delle “politiche più adeguate” alle reali necessità dei senza fissa dimora, che in alcuni casi si sentono “trattati come animali” nel momento in cui vengono incanalati nei percorsi di recupero istituzionali.
Ci auguriamo che questa ricerca possa contribuire ad ispirare tali “politiche più adeguate”.
gruppo di ricerca di etnografia del pensiero