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1 III Quadrimestre 2011 Notiziario redatto in proprio e divulgato esclusivamente al personale “IN QUIESCENZA” Lago di Como – Il campanile di Ossuccio protegge la quiete della chiesa di Santa Maria Maddalena UNIONE PENSIONATI GRUPPO UNICREDIT Gruppo Lombardia Viale Liguria, 26 – 20143 Milano Telefono 02 83112652/3 - Fax 02 83112659

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III Quadrimestre 2011

Notiziario redatto in proprio e divulgato esclusivamente al personale “IN QUIESCENZA”

Lago di Como – Il campanile di Ossuccio protegge la quiete della chiesa di Santa Maria Maddalena

UNIONE PENSIONATI GRUPPO UNICREDIT

Gruppo Lombardia

Viale Liguria, 26 – 20143 Milano

Telefono 02 83112652/3 - Fax 02 83112659

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Da questo numero le foto di copertina illustreranno alcuni scorci della nostra regione.

Invitiamo i soci ad inviarci i loro scatti: tra questi sceglieremo le immagini più suggestive

sottotitolate con il nome del luogo e dell'autore. Inviare le foto in digitale a: [email protected]

COMUNICAZIONI DEL GRUPPO

TEMPI DI RECESSIONE

Da quando, nel 2001, si è passati dalla lira all’euro, abbiamo scelto di unificare il contributo

associativo e abolire l’imbarazzante richiesta di differenziazione della quota di ognuno di noi, in

funzione del grado raggiunto nella vita lavorativa. Da allora non c’è stato nessun adeguamento della

quota sociale.

Oggi, per diversi fattori non dipendenti dalla nostra gestione, sono aumentati alcuni “costi fissi” e

quindi dovremmo conseguentemente adeguare il valore della quota.

In questo clima recessivo, ci giungono inoltre notizie non positive sul nostro Fondo, pertanto si

prospettano sempre più sacrifici da affrontare soprattutto per coloro che si collocano nella fascia

pensionistica più debole.

Alla luce di tutto ciò, il Gruppo Lombardia ha deciso, per il prossimo anno, di accollarsi i “maggiori

costi fissi” sopraggiunti, mantenendo la quota e i servizi offerti invariati in attesa per il futuro di

tempi migliori, in caso contrario si vedrà il da farsi.

Ci auguriamo che questo nostro sacrificio rivolto a tutelare i “più deboli” venga compensato

dalla generosità dei “meno deboli”. La scelta fatta rientra nelle finalità statutarie della nostra Associazione, che non ho dubbi, sarà da

tutti Voi condivisa.

Gerlando Restivo

FELICITAZIONI A:

CAVAZZA SILVIO e FAVA MILENA

50 anni di matrimonio - 27/10/11

MARCHESELLI OSVALDO e GAROSIO ROSA MARIA

60 anni di matrimonio – 1/12/2011

VALENTI IGINIO e POLI LAURA

60 anni di matrimonio – 11/08/2011

A LORO GLI AUGURI PIU’ CORDIALI DA TUTTA L’UNIONE PENSIONATI

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ASSISTENZA SANITARIA

BILANCIO DI UNI.C.A. RELATIVO ALL’ESERCIZIO 2010

Alla chiusura dei lavori di scrutinio del 28 luglio scorso dallo spoglio delle schede pervenute

per corrispondenza sono emersi i seguenti risultati relativi all’approvazione del Bilancio 2010:

Schede pensionati, esodati e dipendenti altre società:

- Aventi diritto: 11.487 (di cui 6.718 pensionati e 4.348 esodati)

- Schede pervenute: 2.385

- Percentuale: 20,76%

- Schede valide: 2.202

- Schede non valide: 183

per un:

TOTALE APPROVO 2.126

TOTALE NON APPROVO 74

TOTALE SCHEDE BIANCHE/ANNULLATE 2

Alla votazione ha partecipato il 22,43% dei pensionati (nr. 1.507) ed il 14,83% degli esodati

(nr. 645).

A chiusura dei lavori dello scrutinio telematico per i dipendenti erano stati raggiunti i seguenti

risultati:

VOTI ON LINE

- Aventi diritto: 58.434

- Voti pervenuti: 2.257

- Percentuale: 3,86%

per un:

TOTALE APPROVO 1.743

TOTALE NON APPROVO 426

VOTI NULLI/IN BIANCO 88

Sono stati così raggiunti i seguenti risultati complessivi:

- Totale aventi diritto: 69.921

- Totale voti pervenuti: 4.642

TOTALE APPROVO 3.869

TOTALE NON APPROVO 500

TOTALE VOTI NULLI 273

Alessandro Fossi

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SPAZIO APERTO

LUOGHI DI LOMBARDIA

(...) quel cielo di Lombardia, così bello quando è bello, così splendido, così in pace (...)

Manzoni così descriveva il suo cielo lombardo nel 17° capitolo dei Promessi sposi.

Quel cielo, il nostro cielo, sia azzurro o affollato di nubi tumultuose avvolge una regione

illanguidita da incantevoli laghi, vasti o minuscoli come gioielli incastonati nella dolcezza delle

campagne che si arrendono a nord alle asprezze dei monti, i quali in ogni stagione suscitano

un'attrazione potente e dolce insieme, difficilmente eludibile da coloro che nella Natura più estrema

trovano un nutrimento interiore.

Luoghi di Lombardia ai margini di notorietà storicamente acquisite, intatti come essenze di armonia

visiva, schivi. Luoghi in attesa, forse dimenticati, trascurati dalla recente acquisizione

comportamentale che si chiama fretta e non lascia spazio a esplorazioni oltre il già conosciuto, dalla

fretta nasce una superficialità indifferente ai segreti, alle sottili seduzioni di quiete, tradizioni,

antichi sapori, paesaggi la cui pacatezza priva di clamori turistici rilascia una confortante serenità

che scende in noi come un balsamo.

Serenità, lentezze e quiete: rifugi dell'anima che ancora si possono trovare nei luoghi di Lombardia,

appartati, lontani dagli eccessi, dalla velocità.

Luoghi in attesa di noi.

Questo lungo preambolo inneggiante la nostra regione, le cui attrattive subiscono non poche volte

una ingiustificata trascuratezza, vuole invitare i nostri soci lombardi a segnalarci le perle nascoste di

Lombardia. Saranno sufficienti poche righe, una foto, un appunto sull'evento locale, o quanto possa

esprimere le emozioni che hanno accompagnato la loro scoperta, durante una gita o un soggiorno;

luoghi a voi vicini fisicamente o spiritualmente, luoghi in cui siete nati o hanno ospitato parte della

vostra vita, o che sono stati complici di un amore, luoghi che proteggono, non senza difficoltà,

scuole di artigianato dimenticate, opere d'arte definite minori ma, proprio perché tali, capaci di

risvegliare in noi la gioia della scoperta, invasi da quel particolare benessere davanti al bello che

trascende da accademismi e discettazioni conclamate.

Paesaggi lontani dalle vanità che aspettano come un segno di affetto la nostra attenzione.

Luoghi in attesa. Non lasciamoli nell'oscurità dell'indifferenza, diamo loro la luce della conoscenza,

sottraendoli a un ingiustificato oblio.

Riscopriamo insieme la nostra Lombardia dove, sotto un cielo così bello quando è bello, così

splendido, così in pace, località altrettanto belle ci attendono.

Il nostro giornalino accoglierà le vostre scoperte o riscoperte, alcune delle quali non rimarranno

solo tra le pagine, le mete verranno valutate dalla nostra Sezione Turismo al fine di organizzare gite

collettive per poterle viverle “tucc insema”, uniti nel piacere di poter incontrare i soci dei luoghi di

Lombardia.

Isabella Cattaneo

Suggerimenti in proposito

La guida dei Giardini lombardi aperti al pubblico è distribuita nei centri di informazione turistica

di Como e provincia, oppure visitabile nel sito: www.grandigiardini.it

La guida dei Castelli e ville aperti in Lombardia è distribuita negli ex caselli daziari di Porta

Nuova, P.zza Principessa Clotilde, Milano, il sito: www.castellieville.it e www.castelliaperti.it

l'Istituto italiano dei Castelli e le sue iniziative si trovano su www.castit.it, sezione Lombardia,

email: [email protected].

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TURISMO

TOCCATA E FUGA NELLE CAPITALI SCANDINAVE

Durante il viaggio su cui mi accingo a scrivere le solite due righe, nell’arco di una sola settimana

abbiamo visitato tre delle città nordiche più importanti: Stoccolma, capitale della Svezia,

Copenhagen, capitale della Danimarca ed Oslo, capitale della Norvegia, tre città con caratteristiche

che le accomunano, senza però togliere a ciascuna un proprio profilo individuale.

Ad accomunarle troviamo innanzi tutto la forma di governo monarchico-costituzionale che pare ben

accettata dai cittadini, essendo gli attuali regnanti molto liberali, ben lontani da quelli tradizionali

dispotici talvolta fino alla tirannia. In secondo luogo ho notato in tutti e tre gli Stati una popolazione

molto giovane, bella e, almeno apparentemente, allegra. Quest’ultima impressione forse deriva dal

fatto che abbiamo visto gli Scandinavi nella loro stagione migliore, quando cioè, dopo mesi di

interminabili gelide notti, arriva la primavera e il tanto atteso sole. Inoltre, proprio durante i giorni

della nostra permanenza, le città erano particolarmente vivacizzate dai tanti pullman aperti su cui i

ragazzi giunti al termine delle scuole superiori festeggiavano la loro “maturità” cantando a

squarciagola sostenuti da fiumi di birra.

Iniziando da Stoccolma, il solo fatto che questa sorga su quattordici isole collegate da innumerevoli

ponti, dove il lago Malaren attraverso il suo emissario sfocia nel Mar Baltico, ne fa una città unica

nel suo genere. Noi con la guida ne abbiamo visitato solo il centro, Gamla Stan, un’isola che

conserva la sua anima medioevale, con un intricato dedalo di viuzze e piazzette in cui spesso

troneggiano statue imponenti (basti ricordare quella di S.Giorgio e il drago!). Il Parlamento, il

Municipio con la sua cupoletta dorata sormontata da tre corone, la Cattedrale con il bell’obelisco

nella Piazzetta antistante, il Palazzo reale, dove siamo giunti proprio nel momento in cui avveniva

il suggestivo cambio della guardia, sono solo i monumenti più importanti della città, ma tutti

avremo sempre negli occhi lo spettacolo indimenticabile dei tanti altri palazzi e dei tanti spazi verdi

visti durante il bellissimo tour sui canali.

E chi potrà mai dimenticare il Museo Vasa in cui è conservato il grande vascello reale affondato

durante il viaggio inaugurale e ricostruito con i pezzi originali quasi totalmente recuperati ?

Riflettendoci, questo Museo, oltre ad essere un’importante testimonianza storica, può essere visto

come un monito ai tanti deliri di onnipotenza che ancor oggi, come nel 600, ottenebrano la mente di

tanti uomini nei vari settori, sportivo- economico- politico. Sarebbe utile ripensare a questa nave,

sorta come invincibile, capace di incutere timore agli avversari più forti, che si è rivelato solo un

enorme giocattolo da guerra colato a picco alla sua prima navigazione!

Da Stoccolma siamo poi partiti alla volta della Danimarca, facendo alcune soste, tra l’altro molto

interessanti, che sono servite anche ad interrompere il viaggio piuttosto lungo: una prima ad

Uppsala dove abbiamo visitato l’imponente Cattedrale gotica, una seconda a Orebro , famosa per

la sua grande fortezza, ed una terza a Vadstena dove abbiamo visitato la deliziosa Abbazia di

S.Brigida, fino a giungere a Linkopin dove abbiamo pernottato.

Con un breve traghetto abbiamo quindi raggiunto Copenhaghen , una città in cui il fascino

dell’antico si mescola con una realtà decisamente moderna ed effervescente. Mi limiterò ad elencare

quello che particolarmente colpisce di questa città: la bella Piazza del Municipio, di fronte al quale

sorge la torre delle due donnine “meteo”, il Palazzo reale, residenza degli attuali regnanti, un

complesso di quattro palazzine disposte lungo il perimetro di una piazza ottagonale, il Palazzo

Rosemborg , sede della casa regnante fino ai primi anni del 1700, dove sono custoditi i gioielli

della corona, circondato da un immenso parco, alle cui spalle si trova lo splendido Giardino

botanico, la caratteristica zona hippy di Christiania, un’ex area militare occupata da abitanti

abusivi nel 1970, sempre a rischio di sgombero, e il folle Parco di divertimenti Tivoli. Impossibile

poi non spendere due righe a proposito dello straordinario rinnovamento architettonico

recentemente avvenuto nella zona portuale dove si fronteggiano il nuovo Teatro dell’Opera, con

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un grande foyer che si affaccia sull’acqua, lo squadrato edificio del Royal Danish Playhouse e la

Nuova Biblioteca reale, un enorme blocco di granito nero, proprio per questo detto “Diamante

nero”. Ci sarebbe tanto altro ancora da ricordare, ma non è questa la sede per farlo. Sicuramente io

di questa città ricorderò sempre in particolare, come elementi simbolici indimenticabili, il porto

turistico di Nyhavan, detto Porto Nuovo, un tempo luogo malfamato e pericoloso, oggi un tripudio

di colori e di allegria, e la dolcissima “Sirenetta”che dal 1909 emerge da queste gelide acque e che

purtroppo già due volte è stata oggetto di atti vandalici.

Dalla Danimarca abbiamo infine raggiunto la Norvegia via nave, godendoci una mini-crociera

durata poche ore ma molto gradevole. Oslo, una delle più piccole capitali europee, nota soprattutto

per i suoi caratteristici fiordi, considerata una delle più verdi e più vivibili città del mondo, ci ha

accolto con la pioggia, ma, offrendoci come prima visione il suo nuovo stupendo Teatro

dell’opera, ci ha talmente incantati da far sì che quasi non ce ne accorgessimo. Il tempo è

comunque ben presto migliorato e abbiamo potuto goderci pienamente la visita al Parco-Museo

Vigeland in cui questo scultore, con 212 statue di granito e di bronzo ha illustrato l’intero ciclo

della vita.

Dopo di che ognuno ha organizzato la sua giornata in base alle proprie preferenze; e veramente non

c’è stato che l’imbarazzo della scelta perché Oslo offre tantissime possibilità ai suoi visitatori! Solo

percorrendo la principale strada pedonale Karl Johan, si incontrano la bella Cattedrale, il Palazzo

sede del Parlamento norvegese in stile neo-romanico, il Grand hotel che ospita tutti i vincitori del

premio Nobel per la pace, unici ad essere qui designati, fino ad arrivare, al termine della via,

all’imponente Palazzo reale.

Io personalmente ho concluso il mia breve tour norvegese visitando i Musei che più mi

interessavano: il National Gallery dove è esposta una delle versioni del famoso “Urlo” di Munch, e

nell’ultima mattina, sulla penisola di Bygdoy, il Museo dei Vikinghi che ospita le tre grandi navi

ritrovate alla fine del XIX sec. dopo essere state sepolte più di 1000 anni prima, e quello del Kon

Tiki, in cui si può ammirare la famosa imbarcazione con la quale il norvegese Thor Hayerdhal ha

compiuto le sue straordinarie spedizioni, molto dispiaciuta per non essere riuscita, per mancanza di

tempo, a vedere anche il Museo Fram dove si trova la famosa nave di legno utilizzata per i loro

viaggi dai maggiori navigatori norvegesi fra cui Nansen e Amundsen.

A questo punto, il solito giudizio finale: viaggio interessantissimo, ottimi gli alberghi in cui

abbiamo alloggiato (stendendo un velo pietoso su quello di Linkopin dove però siamo rimasti una

sola notte), simpatico e spiritoso anche se tendenzialmente un po’ logorroico il nostro

accompagnatore Roberto, molto valida qualche guida, un po’ meno qualche altra. La conclusione

comunque è che siamo tornati tutti, almeno così mi sembra, pienamente soddisfatti del nostro

viaggio. Unica mia osservazione personale: avremmo dovuto avere a disposizione qualche altro

giorno, oppure rinunziare a qualche visita nei dintorni delle città principali! Ma, anche per noi

pensionati e quindi non più giovanissimi, la Scandinavia non è poi così lontana e irraggiungibile ed

è sempre pronta ad accoglierci per una seconda volta!

Mariangela Lombardini

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UNA VACANZA INDIMENTICABILE ALLE “SETTE PERLE DEL MEDITERRANEO”

Mi sembra giusto intitolare così questo articoletto sulla settimana recentemente trascorsa alle Isole

Eolie perché proprio con tale appellativo queste località sono proposte dai tour operators agli amanti

del mare desiderosi di trascorrere un periodo di vacanza in pieno relax con la possibilità di godersi

paesaggi unici al mondo.

Queste isole, che etimologicamente prendono nome da Eolo, Dio dei venti, costituiscono un piccolo

arcipelago di terre di origine vulcanica sparse a nord della costa sicula che, nel loro insieme,

formano una grande “ipsilon”.

Facilmente raggiungibili da varie località della terra ferma da cui distano poche miglia nautiche,

attualmente sono considerate fra le mete più “in” dell’estate, non tanto perchè molto frequentate dai

Vip, quanto per il loro straordinario fascino.

Qui infatti, dove il trasporto dall’una all’altra isola può avvenire solo via mare, si riesce a buttarsi

alle spalle ogni preoccupazione, come se la bianca scia lasciata dalla barca su cui avvengono i vari

spostamenti avesse quasi un potere ipnotico sul turista incantato di fronte ad una natura tanto bella.

Non a caso Massimo Troisi ha scelto Salina per girarvi le scene più belle del suo film “Il postino”,

evidentemente perché ne ha colto il sottile richiamo romantico, capace di attirare molto più delle

coltivazioni di Malvasia e di capperi sparse sul suo territorio.

Qui ogni isola ha un suo fascino particolare. Vulcano, la più vicina alla Sicilia, con manifestazioni

di vulcanismo tuttora visibili (le fumarole ed i bagni sulfurei) è una calamita irresistibile per i

visitatori; Stromboli si presenta come un enorme gigante nero che alla sera offre ai più fortunati

(purtroppo noi non siamo stati fra questi) uno spettacolo pirotecnico unico; Panarea, la più piccola,

riserva buone possibilità per chi ama la vita mondana e notturna; Alicudi e Filicudi, le più lontane,

sono anche le più antiche ed incontaminate e rappresentano un’oasi di tranquillità preziosa per chi è

particolarmente stressato; Lipari, infine, è l’isola più estesa e, ad eccezione di Salina, tutte le altre

fanno parte di questo comune.

Proprio qui noi siamo stati alloggiati durante tutta la vacanza in un bell’ albergo situato su un’altura

un po’ lontano dal centro, comunque facilmente raggiungibile, da cui si godeva un panorama

incantevole.

Lipari è senz’altro il cuore pulsante delle Eolie, soprattutto dal punto di vista turistico. Il paese si

estende ai piedi della magnifica rocca del castello e lungo le insenature di Marina Corta e Marina

Lunga ed è non solo bellissima paesaggisticamente ma anche storicamente assai interessante come

può ben testimoniare il ricco Museo Eolico che ha sede nel complesso del castello stesso.

Quest’isola veniva un tempo anche detta “la montagna bianca” perché ricca di cave di pomice, ora

abbandonate e in disuso, e proprio per l’abbondanza di questo materiale e dell’ossidiana, una

sostanza vetrosa di origine vulcanica con proprietà assai taglienti, è stata in passato un centro di

intensi traffici commerciali che, molto più delle coltivazioni agricole, hanno dato vitalità e

ricchezza alle Eolie.

Ci sarebbe tanto altro ancora da dire su questa vacanza, soffermandosi a parlare delle spaghettate in

barca, dei bagni in un mare incredibilmente pulito e trasparente, degli interminabili shopping a cui

nessuna signora ha saputo resistere! Si può semplicemente concludere dicendo che è stato un tour

perfetto, da cui siamo tornati tutti molto soddisfatti e ritemprati, grati al nostro accompagnatore che,

sempre efficiente ed attento alle nostre richieste, ci ha assisiti e sollevati da ogni preoccupazione

organizzativa. Mi sembra doveroso concludere con questa considerazione, che io condivido

pienamente, perché questa è stata la riflessione finale espressa da molti partecipanti al viaggio.

Mariangela Lombardini

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VIAGGIO IN NORMANDIA – 18/24 SETTEMBRE 2011

Il viaggio, individuale o collettivo, ovunque sia la meta, suscita riflessioni, reazioni

comportamentali, entusiasmi e, anche se non vorremmo mai viverne, inaspettate sofferenze

dell'anima che ci sorprendono come malesseri inconsci, risalgono dal cuore, specie se a evocarli

sono luoghi in cui si è consumato il più assurdo dramma dell'umanità: la guerra.

Il recente viaggio in Normandia organizzato dal nostro Gruppo ha suggerito tre diverse analisi, due

delle quali nate durante il viaggio menzionato, mentre la terza nasce da una mia precedente visita.

Nella prima, gli immancabili appunti di Mariangela Lombardini visualizzano il dipanarsi del

viaggio, personalizzato dalle valutazioni della viaggiatrice attenta; nella seconda, Silvano Casalini

focalizza il succedersi dell'evento storico e bellico più significativo della seconda guerra mondiale,

nella terza, infine, ho cercato di esprimere proprio quel malessere citato, quel peso greve sul cuore

che mi porta affollate, quanto confuse domande che reclamano a gran voce ragionevoli risposte che

mai verranno.

Luoghi in cui la Storia ha lasciato un'impronta pesante, perciò abbiamo voluto dedicargli il

necessario spazio in cui si è cercato di esprimere in tre modi differenti eventi e intime pulsioni,

consapevoli che mai l'aspro vento dell'Atlantico riuscirà a dissipare la consapevole presenza del

dolore.

i.c.

Gruppo partecipanti tour Normandia

Normandia, sinonimo del tragico D-DAY del 1944

Dal 18 al 24 Settembre l’Unione Pensionati ha organizzato un viaggio in Normandia. Io, che lo

scorso anno ho visitato la Bretagna, immaginavo che la prima fosse all’incirca una continuazione

della seconda, mentre in realtà, pur avendo molti aspetti che le accomunano, le due regioni sono

decisamente diverse.

La Bretagna è un territorio paesaggisticamente molto più ridente in cui i tragitti in pullman

avvengono quasi sempre su un litorale molto vario e ridente, spesso intervallati da soste: tanti fari,

lunghe spiagge sabbiose e reperti storici “tranquilli”e poco coinvolgenti.

La Normandia invece è una regione essenzialmente legata agli eventi bellici che la sconvolsero

radicalmente durante la seconda guerra mondiale: qui infatti il 6 Giugno 1944 avvenne lo sbarco

degli alleati, il famoso D-DAY, che vide Americani, Canadesi, Inglesi e soldati di tanti altri Paesi

sacrificarsi per liberare l’Europa dall’occupazione nazista. Il paesaggio, molto verde, con tanti

pascoli, in certi punti addirittura bucolico, pacato al punto da sembrare in certi tratti monotono,

sembra adeguarsi all’atmosfera luttuosa del dopoguerra che qui ristagna ancora e non si è ancora

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completamente dissolta. Tutto questo predispone il visitatore a riflessioni gravi e dolorose il che

rende in un certo senso l’esplorazione della Normandia più “impegnativa” di quella della Bretagna.

Dopo questa premessa, limitandomi a citare le località più suggestive ed interessanti visitate, vorrei

iniziare da Giverny, dove si trovano la bella casa rosa ed il ricchissimo giardino di Claude Monet,

da dove abbiamo proseguito per Rouen, dove fu eretto il rogo della “pulzella di Orleans” di cui

resta una testimonianza nell’aiola della Piazza del vecchio mercato e nella modernissima Chiesa

di Giovanna d’Arco costruita lì accanto. Da ricordare anche le altre belle Chiese: la storica

Cattedrale di Notre Dame con le due torri diverse di Saint Romain e del Burro, così detta in

quanto eretta con i proventi delle tasse imposte sul consumo del burro in Quaresima, allora

severamente vietato, Saint Ouen, un altro gioiello dell’architettura gotica con una navata centrale

altissima e Saint Maclou la cui bella facciata convessa è purtroppo rovinata dall’incuria al punto

che oltre che da pinnacoli e cuspidi la chiesa appare anche ornata di erbacce! Quello che, però,

ricorderò sempre in particolare di Rouen sono le oltre tremila case a graticcio, spesso in equilibrio

apparentemente instabile per la vetustà, ricche di un fascino indescrivibile.

A poca distanza da Rouen si trova poi Etretat, famosa per le sue “falesie” bianche a strapiombo sul

mare che racchiudono una lunga spiaggia di ciottoli levigati dalle maree, fenomeno molto evidente

anche in Normandia.

Dopo una sosta a Jumieges, dove si trovano i resti di un’antica Abbazia dell’ordine benedettino,

definiti “i più bei resti di Francia” siamo passati da Le Havre, sull’estuario della Senna,

soffermandoci brevemente sul lungomare e, attraversando il ponte di Normandia (m.2141) e siamo

arrivati a Honfleur, una cittadina risparmiata dai bombardamenti dove molte costruzioni sono in

legno, compresa la caratteristica Chiesa di S.Caterina. Da qui abbiamo iniziato a percorrere la

Cote des fleurs lungo la quale sono disseminati tanti paesini deliziosi, un tempo abitati solo da

pescatori, ora divenuti luoghi di villeggiatura, Trouville, Deauville, Villers sur mer, ed altri

ancora, fino a giungere a Cabourg. Nelle vicinanze si trova la località del Pegasus Bridge dove

avvenne il primo sbarco degli alleati (alianti e paracadutisti) e dove si trova un Museo-Memorial

che ospita numerosi reperti bellici, il più importante dei quali è comunque il ponte stesso ricostruito

esattamente come quello del 44, soltanto più largo.

Ci siamo poi diretti a Caen, capoluogo del Dipartimento di Calvados e della Bassa Normandia, una

cittadina che fu distrutta al 75%, di cui però fortunatamente si salvarono i monumenti più

importanti: l’Abbazia dei Benedettini detta degli Uomini con la Chiesa di Saint Etienne, il castello

e le mura. Trasferendoci il giorno successivo a Bayeux, abbiamo qui potuto ammirare due

capolavori che costituiscono le attrattive principali della città: la “Tela di Matilde” e la veramente

eccezionale Cattedrale. La prima è una finissima tela di lino lunga 70 metri ad alta 50 cm, su cui è

stata ricamata, probabilmente da monaci inglesi, la storia in sintesi (58 scene) della salita al trono

d’Inghilterra di Guglielmo il conquistatore. La finalità di questo antesignano gigante fumetto non

era tanto di dare informazioni storiche, quanto di dare un insegnamento morale: i traditori e gli

spergiuri vengono sempre puniti.

Ci siamo spostati poi sulla costa a nord di Bayeux dove avvenne il vero grande sbarco del D-DAY

lungo 80 Km. di spiagge variamente denominate in codice: Utah, Omaha, Gold, Juno e Sword.

Proprio qui si trovano le testimonianze più toccanti, soprattutto ad Arromanches les Bains, dove

venne montato in pochi giorni dopo lo sbarco un ponte artificiale precostruito in Inghilterra di cui

sono ancora visibili i resti trascinati sulla spiaggia dalle maree. Qui si trova anche un

interessantissimo Musèe du Debarquement dove si può anche assistere alla proiezioni di filmati di

un realismo impressionante. Non meno commovente è il cimitero americano di Coleville a

strapiombo sulla sottostante spiaggia di Omaha dove sono sepolti più di 9.000 soldati americani

ricordati da una distesa di croci bianche tutte uguali allineate su prati verdi. Ci siamo fermati anche

al Museo di Utah Beach e siamo arrivati infine a Sainte Mere Eglise dove sulla chiesa è appeso un

paracadute ed un manichino a ricordo della vicenda del soldato americano rimasto impigliato , dopo

il lancio, su una guglia. Dopo tante emozioni e dopo una sosta a Cap de la Hague dove si può

ammirare un imponente faro, si arriva a Coutance, per una visita alla bella Cattedrale e abbiamo

terminatosi termina la giornata a Bagnoles de l’Orne, dove abbiamo pernottato in un Hotel molto

raffinato in cui ci è stata offerta un’ottima cena. L’ultima tappa del viaggio è Chartres, dove si

trova la Cattedrale dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Purtroppo la frettolosità della

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visita ci ha reso difficile apprezzarne a pieno il valore, anche perché la Chiesa in fase di restauro

non si presenta al meglio.

Il giudizio sul tour è senz’altro positivo: buona la guida che già conoscevamo e molto attento

l’autista che si è premurato di farci sostituire il primo pullman assegnatoci veramente dissestato,

sempre disponibile il nostro accompagnatore e più che accettabile anche il tempo che ci ha

risparmiato le grandi piogge che normalmente si riversano sulla Normandia. Sopratutto ritengo che

le tante domande e riflessioni che, di fronte alle tragiche e toccanti testimonianze del D-DAY,

inevitabilmente ci si pongono, abbiano portato ad un momento di ripensamento interiore e ad una

presa di coscienza molto importanti per tutti.

Mariangela Lombardini

NORMANDIA - 6 GIUGNO 1944 - lo sbarco

Il Golfo di Normandia occupa la zona da QUINEVILLE a LE HAVRE ma le zone interessate dallo

sbarco furono da Crisbecq a Ouistreham:

UTHA e OMAHA - assegnate agli Americani

GOLD - assegnata agli Inglesi

JUNO - assegnata ai Canadesi

SWORD - assegnata agli Inglesi

Il Comandante Supremo delle forze alleate il Gen. Dwight David Eisenhower decide alle 4,15 di

lanciare l'attacco per l'alba del 6 giugno.

Il nome in codice dell' operazione: OVERLORD

Nella notte tra il 5 ed il 6 vengono lanciati i paracadutisti della 101° divisione aviotrasportata

Americana dietro le linee Tedesche nella zona di Sainte Mère Eglise. Quasi contemporaneamente la

6° divisione Britannica lancia i suoi alianti a nord est di Caen la missione è quella di impadronirsi

dei ponti di Ranville e di Bénouville sull' Orno e sul Canale di Caen l'attacco è condotto con

perfezione dagli uomini del Maggiore Howard. Gli Americani invece si trovano in difficoltà

essendo caduti tra le paludi del centro del dipartimento della Manica. I bombardamenti delle

artiglierie navali distruggono quasi completamente la maglia radar dei Tedeschi. I partigiani

disorganizzano le comunicazioni telefoniche tagliando i cavi di comunicazione.

Tuttavia alcune informazioni riescono a passare, ma sono insufficienti per convincere lo stato

maggiore tedesco che il giorno ' G' è arrivato. Inoltre, la sera del 5, dopo aver ascoltato la musica di

Wagner, Adolf Hitler dorme e non c'è ragione di svegliarlo !

Allo spuntare dell'alba, di fronte alle coste dei dipartimenti della Manica e del Calvados avanza

un'immensa armata di 7.000 navi di ogni tipo. A bordo portano più di 300.000 uomini, hanno

attraversato la Manica sul mare tempestoso e burrascoso pronti a sbarcare. Durante la loro

attraversata aerei e navi lanciano migliaia di tonnellate di bombe sugli obiettivi nemici. Quando

giungono sulle spiagge il tempo è plunbeo e piovoso ed i nomi dei luoghi che devono raggiungere

per loro sono in codice: Sword, Juno, Gold, Omaha, Utha.

Alle 6,30 radio Berlino annuncia lo sbarco ed il 'New York Time' titola l'edizione del mattino 'Gli

Alleati sono sbarcati in Francia'. La grande invasione è incominciata. Il Generale De Gaulle parla

alla BBC nel pomeriggio. Verso le 10 del mattino Hitler viene a conoscenza del fatto che lo sbarco

si svolge sulle coste normanne . Non sembra affatto sorpreso ma considera che si tratti solo di una

diversione e che un attacco più potente si produrrà nella zona di Calais. Per questo accetta di

spostare solo due unità blindate verso l'ovest, la 'Panzer Lehr' e la '12° SS Panzerdivision

Hitlerjugend'.

Il resto è storia.

Oggi queste spiagge sono luogo di memoria in cui, colui che passa, è invitato a ricordarsi delle

migliaia di uomini che sono venuti e morti per la libertà. Silvano Casalini

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. Ste Mére eglise – Il fantoccio agganciato alla torretta della chiesa ricorda lo sfortunato atterraggio del paracadutista statunitense

VINCITORI E VINTI

La pagina di Storia qui sopra riportata, nella sua sintetizzazione, evoca prepotentemente , come un

fragore mai sopito, tutta la drammaticità di quegli eventi che in pochi giorni portarono alla morte

migliaia di giovani combattenti.

Ottomila giovani che la Storia vuole differenziare in vincitori e vinti.

Già dai primi anni '50 le lunghe spiagge ( la cui esigua profondità fu causa determinante del

massacro delle forze alleate via mare), furono meta di pellegrinaggi che, di proposito, non voglio

definire turistici, come invece si legge in alcuni opuscoli del luogo.

Dalle dune, lasciando correre lo sguardo lungo le rive, risulta impossibile distogliere la mente

concentrata sugli eventi di quei giorni; impossibile non evocare corpi straziati, ammucchiati in una

scomposta e atroce allegoria dell'inutilità di tutte le guerre.

Alle spalle di Omaha beach , a Colleville sur mer, situato poco oltre le dune, a ridosso del mare, si

trova il cimitero e il Memoriale dei caduti statunitensi. Solennità, dimensioni imponenti, un museo

del ricordo ove vengono ininterrottamente proiettati filmati dello sbarco in un percorso di contenuto

trionfalismo, accorta scelta del luogo “panoramico” in cui il silenzio viene appena scalfito dalle

fruscianti mareggiate, tutto ciò lo identifica come sepoltura dei vincitori.

Poco oltre, a La Cambe, lungo la battuta statale n.13, il più vasto dei cimiteri tedeschi è defilato,

essenziale, sobrio, qui il silenzio non viene scalfito dal respiro delle mareggiate, ma schiaffeggiato

dal fruscio costante del traffico stradale; se la visita è successiva a quella del cimitero dei vincitori,

verrebbe spontaneo pensare che ai vinti non è neppure concesso di riposare in pace.

La scelta dei luoghi è casuale ? La magniloquenza scenografica e celebrativa del primo non viene

certamente colta da chi giace sotto quei cippi bianchi come l'innocenza, ma neppure la sobrietà

asciutta del secondo, dove il rumore della strada ne riduce la sacralità, potrà infastidire il riposo dei

vinti. Ciononostante la diversità dei due luoghi mi disturba, un pensiero greve come un malessere si

rifiuta di identificare come vincitori e vinti migliaia di giovani trucidati dalla follia di pochi e la cui

morte ora è celebrata e perfino onorata in collocazioni che la mia sensitività vede dissimili; una

sensitività forse eccessiva che vuol vedere un cimitero “sottotono” rispetto ad un altro, cercando di

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isolare quel qualcosa in più dell'uno che ne sottolinea la mancanza nell'altro. Percezioni sfilacciate

che incupiscono ancor più la consapevolezza dell'insensatezza dei conflitti.

In questi giorni il cimitero dei vincitori è onorato da un costante pellegrinaggio che a tratti diventa

quasi folla accompagnata da brusio e distrazioni fotografiche, poco lontano, tra le lapidi dei vinti si

raccolgono esigui gruppi silenziosi e raccolti. Forse è la casualità del momento, o forse il differente

temperamento dei due popoli affiora con maggiore evidenza in queste circostanze, ma, tra i due

diversi atteggiamenti di raccoglimento non posso fare a meno di cogliere nel primo il

compiacimento patriottico, la consapevolezza di essere di quei martiri giovinetti gli eredi; nonni,

padri di cui andare fieri. Sono stati i liberatori, gli eroi dello sbarco, Patria e Francia riconoscenti li

hanno privilegiati della visuale ininterrotta e scenografica di quell'oceano che li vide trionfatori, un

indiscutibile privilegio inscindibile dalla gloria.

E' ancora uno strisciante malessere che nuovamente mi riporta a quei primi giorni di giugno del '44;

pioggia, esplosioni, un'umanità confusa che corre e si contorce, ordini urlati tra le grida dei feriti,

gemiti, paura, odore di guerra e di morte; la signora della lunga falce in quei giorni d'orrore ha

mietuto un abbondante raccolto, giovane e vitale, la sua lama imparziale non distingue vincitori e

vinti, neppure io vorrei diversificarli in questa visuale, ma la Storia esige la resa dei conti, la

certezza dei risultati, c'è chi perde e chi vince, nelle sue pagine non trovano spazio malesseri e

sentimentalismi, sono pagine scritte da chi è caduto affinché i vivi possano sapere, sono pagine che

finora non hanno saputo o voluto evitare altri orrori.

Il pomeriggio si spegne sulle lunghe spiagge dello sbarco, uno scroscio di pioggia allontana

frettolosamente gli ultimi visitatori, la solitudine unisce finalmente i due cimiteri come una

benedizione; né vincitori, né vinti. La Storia taccia dinnanzi alla morte.

Isabella Cattaneo

Colleville sur mer – Il cimitero americano sovrasta l’oceano che li vide vincitori

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La Cambe - Cimitero tedesco. Alla sommità di un terrapieno spoglio una croce rende onore ai vinti.

DALLE SEZIONI DEL CIRCOLO UNICREDIT MILANO

VENT’ANNI

Vent’anni sono trascorsi da quando, entrando nella sala lunga e stretta, il seminterrato un po’

bohémien della Sezione Pittura in via Amedei, mi sono affacciata sul mondo dell’arte: mi aspettavo

di mischiare colori sulla tavolozza, di applicarli sulla tela con la spatola, di inventare lì per lì,

seguendo l’intuizione, l’idea, il sentimento… volevo fuggire al mio segno pulito, a quel “tutto a

posto” che sapevo essere mio e di cui volevo disfarmi, quasi cercando una sorta di libertà…

Niente di tutto questo: a svelare a poco a poco il mistero della Pittura è stato Nicola Vitale oggi,

anche lui come me, da vent’anni Maestro del Corso.

In questo giorno di prima d’estate, un’estate davvero non ancora arrivata, con il cielo gravido di

pioggia e un vento che par d’essere in riva al mare, ritorno con il pensiero al clima di amicizia e di

collaborazione che si era subito creato con le persone che già da tempo frequentavano la Sezione e

ai numerosi allievi che negli anni hanno frequentato il corso di Pittura: Giancarla, la persona che mi

ha accolto, poi Claudia, Liliana, Letizia, Michela, Jole, Mauro, Umberto…di molti ricordo il viso e

il nome, di altri solo il nome, altri ancora sono presenti nella mia mente per un lavoro ben fatto, per

un bel quadro, per un dipingere o un carattere particolari.

Gli spostamenti di sede, la stanchezza dei nostri giorni sempre più convulsi, il lavoro che a volte

impedisce di ritagliarci anche un piccolo spazio tutto per noi, hanno costretto alcuni a lasciare il

Corso, sostituiti da volti nuovi che con il loro desiderio di imparare e il loro entusiasmo hanno ogni

volta portato una ventata di freschezza alle nostre lezioni di pittura.

Alcuni lasciando il corso, sono rimasti affezionati alla Sezione: frequentano le nostre mostre, ci

vengono a trovare quando passano al Circolo, li incontro in occasione di visite a musei e insieme

ricordiamo le persone conosciute, le esperienze pittoriche, i momenti delle mostre per noi

importanti. Sono da anni soci della Sezione e continuano ad esserlo, mostrando con il loro piccolo

gesto un senso di appartenenza che sempre mi commuove e tempera un poco la delusione dei molti

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altri che, dopo anni di frequenza, lasciando il Corso di pittura non si sono più fatti vedere né

sentire…

Ricordo con nostalgia i nostri incontri del giovedì mattina in via Amedei, quando pieni di

entusiasmo ci trovavamo per “andare avanti con il lavoro”, per cercare di capire qualcosa che non

avevamo ben compreso durante la lezione, per cercare di mettere in pratica ciò che avevamo

imparato: tra momenti di lavoro sulla tela, qualche chiacchiera, una risata, si sono costruite amicizie

che durano ancora.

In autunno ci saranno le elezioni nelle sezioni… forse qualcosa cambierà per la Sezione Pittura…

Sono stati anni belli e ricchi di esperienze per me nuove in un mondo completamente diverso dal

mondo dell’insegnamento che avevo da poco lasciato e desidero ringraziare chi in questo tempo mi

ha seguito, aiutato nella conduzione della Sezione.

Sono moltissime persone con le quali si sono intessuti sereni rapporti di collaborazione e anche di

sincera amicizia; con i colleghi della Sezione Fotografica abbiamo diviso, alternandoci, lo spazio

delle mostre; con le “bibliotecarie” discutiamo di letteratura, degli ultimi romanzi, condividendo

appassionate esaltazioni o affossando senza pietà l’ultimo best seller; un particolare grazie va a

Forneris che ha insegnato il gioco del ping pong a mio figlio allora ragazzino.

Vari Presidenti del Circolo si sono avvicendati in questo lungo periodo: Lando Nobili per primo ha

accettato che mi occupassi della Sezione, incoraggiandomi , accontentando le mie richieste di uno

spazio per le mostre e permettendomi di organizzare alcune personali nella bella Sala delle Colonne

di via Amedei, poi Riccardo Paganelli, Franca Liva e ora Cesare Somenzi. Ringrazio tutti per

avermi sempre sostenuto, accontentato nelle necessità della Sezione, apprezzando le scelte degli

artisti da proporre in mostra.

Un particolare grazie va a Cesare Somenzi per aver compreso quanto tempo, impegno e fatica ho

dedicato alla Sezione.

Non dimentico certo la Segreteria del Circolo, Milena che spesso ho tormentato per i conti, Vittorio

che mi ha dato buoni consigli, Paola e Sibilla sempre disponibili e sorridenti, Roberto Parabiaghi

con cui abbiamo fatto una mostra in via Prati, Giancarlo Bossi, da poco conosciuto, sempre gentile

e premuroso e coloro che in questi anni hanno lavorato e lavorano al Circolo: tutti sono stati di aiuto

e li ringrazio.

Ringrazio gli allievi del Corso di Pittura che in questi anni si sono avvicendati ai cavalletti: da tutti

ho imparato qualcosa, ho tenuto conto di ogni suggerimento cercando sempre di far bene il mio

lavoro alla Sezione.

Ringrazio il Maestro Nicola Vitale: ogni anno ci ha proposto nuovi lavori, spesso impegnativi,

perché potessimo impadronirci dei vari linguaggi pittorici, ci ha insegnato a guardare con occhi

nuovi i capolavori del passato e affiancandoci nel lavoro ci ha guidato nella scelta dei colori, delle

composizioni, senza mai imporci uno stile ma aiutandoci a tener presente sempre i valori della

pittura. Per alcuni di noi la pittura è così diventata una vera disciplina, ricerca di verità.

Ultimo, ma non meno importante, un grazie va a mio marito che per primo vent’anni fa mi ha

incoraggiato a frequentare il Corso di Pittura, ha condiviso il mio impegno per la Sezione, mi ha

sostenuto nei momenti di scoraggiamento e… ha sempre cenato da solo al mercoledì: non avrei

potuto farlo se non fosse stato così generoso.

Grazie anche ad Isabella se vorrà pubblicare questo mio scritto!

Alda Bossi

Grazie a te, cara Alda, sono certa che al mio ringraziamento si uniranno molti altri che, come me,

sono stati contagiati dal tuo entusiasmo per la creatività, quel magico impulso che dona vita

all'arte, e aiuta coloro che ad essa si accostano a ritrovare in sé una gioia speciale, illuminante.

Ecco, i tuoi vent'anni dedicati alla Sezione hanno fatto scoprire a molti di noi che un'opera può

renderci felici. Grazie Alda!.

I.

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• Settimana bianca ad Andalo 30 gennaio / 6 febbraio (8 gg)

• Ovada Forte di Gavi 15 marzo (giovedi) (1 gg)

• Biella Santuario di Oropa 4 aprile (mercoledì) (1 gg)

• Cogne Giardino Botanico cascate di Librez 3 maggio (giovedì) (1 gg)

• Spagna (Galizia – Asturie – Terre Basche) 2 -8 maggio (7 gg)

• Cure Termali a Ischia 13 - 27 maggio (15 gg)

• Legaite (Foligno-Bevagna-Montefalco) 22 - 24 maggio (3 gg)

• Festa di primavera 29 e 31 maggio

• Capitali baltiche Helsinki-Tallin-Riga-Vilnius 6 – 12 giugno (7 gg)

• (Finlandia - Estonia - Lettonia – Lituania)

• Tour delle Isole Cicladi (Grecia) 25 - 30 giugno (6 gg)

• + eventuale soggiorno 01 - 07 luglio (7gg)

• Budapest e dintorni (Ungheria) 18 - 22 settembre (5 gg)

• Varese e Villa Panza 27 settembre (giovedì) (1 gg)

• Festa d’autunno 23 ottobre (martedì) (1 gg)

• Mercatini di Natale 3 - 5 dicembre (3 gg)

• Fine anno in Basilicata 29 dicembre / 2 gennaio (5 gg)

LE DATE INDICATE IN QUESTO PROGRAMMA POTREBBERO ESSERE MODIFICATE AL MOMENTO DELLA EFFETTIVA ORGANIZZAZIONE DELL’INIZIATIVA TURISTICA; NEL CORSO DELL’ANNO NE POTREBBERO ESSERE INSERITE ALTRE, SI CONSIGLIA DI INFORMARSI PRESSO LA SEGRETERIA.

FESTA DI NATALE

Informiamo che quest’anno la FESTA DI NATALE si terrà il 13 dicembre 2011.

Seguirà Invito.

AVVISO AI SOCI

INIZIATIVA DEL GRUPPO LOMBARDIA

Riteniamo di fare cosa gradita ai nostri Soci consentendo di utilizzare il sito esistente (WWW.UNIPENS.ORG) per

l’inserimento di annunci di vario genere attraverso il Gruppo Lombardia. A tal fine, gli interessati, sono pregati di farci

pervenire l’inserzione che desiderano pubblicare, compilando il modulo in calce da indirizzare per posta all’Unione

Pensionati Unicredit – Gruppo Lombardia Viale Liguria 26 – 20143 Milano, oppure tramite e-mail a

[email protected] o tramite fax al 02 83112659.

Sarà nostra cura provvedere all’inserimento dell’annuncio nel sito.

Fac-simile modulo:

Cognome…………………………..…….Nome………………..

Telefono…………………………………Cell………………….Importo…………………………….

Testo…………………………………………………………………………………………………..

…………………………………………………………………………………………………………

Data…………………….. Firma……………………………………………………….

Fermo restando che il sito sarà solo punto di incontro, ma nessuna responsabilità sull’esito delle trattative potrà essere

imputata al Gruppo ospitante.

INIZIATIVE TURISTICHE 2012

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VARIAZIONE DI INDIRIZZO

Ricordiamo ai Soci che cambiano il proprio indirizzo di comunicare per iscritto al Fondo Pensioni e telefonicamente

all’Unione Pensionati la nuova domiciliazione onde evitare disguidi nel recapito della corrispondenza.

Ai fini di applicare correttamente le Addizionali Regionali e Comunali, quando si comunica al Fondo la variazione è

necessario specificare se il nuovo recapito è il medesimo del domicilio fiscale.

Rammentiamo inoltre, se non già fatto, di comunicarci il n° di cellulare e l’eventuale indirizzo e-mail necessari

per eventuali comunicazioni urgenti. E’ necessario segnalare anche il Codice Fiscale.

Il sito internet della Unione Pensionati è: WWW.UNIPENS.ORG

In questo sito è stata creata una pagina “ULTIME NOTIZIE” che verrà aggiornata con “news” di interesse generale.

I Soci hanno l’opportunità di comunicare col Gruppo Lombardia via e-mail all’indirizzo:

[email protected]

TI SEI RICORDATO DI RINNOVARE LA TUA ISCRIZIONE ALL’UNIONE PENSIONATI ?

La quota associativa minima per il 2012 è rimasta invariata: € 12,00.

I versamenti devono essere effettuati evitando assolutamente di inviare denaro contante. Per i versamenti invitiamo caldamente i soci ad usare il bonifico bancario, anche via internet tramite “ONLINE

UniCredit Banca”, specificando nella causale il nome del socio e la motivazione onde evitare disguidi.

Le coordinate bancarie IBAN del C/C sono:

PAESE CIN EUR CIN ABI CAB n° CONTO

IT 55 O 02008 01600 000005465970

Intestato a: UNIONE PENSIONATI UNICREDIT - Gruppo Lombardia Chi non avesse ancora provveduto al versamento delle quote degli anni precedenti è pregato di regolarizzare la propria posizione.

ORARI D’ UFFICIO DELLA UNIONE PENSIONATI UNICREDIT

� LUNEDI’ 9,30 – 12,30

� MARTEDI’ 9,30 – 12,30

� MERCOLEDI’ 9,30 – 12,30 e dalle 14,00 alle 16,00

� GIOVEDI’ 9,30 – 12,30

NUOVE ADESIONI ALL’UNIONE PENSIONATI

BONINI MARIA LUISA Settimo Milanese

COLOMBO GRAZIELLA Milano

GATTO FLAVIA Abbiategrasso

GHIDELLI LUIGI Monza

MUSTACCHI MARIA EBE Milano

NORDIO ROBERTO Milano

PIOLI BRUNO FERNANDO Milano

PRAVETTONI GIUSEPPE Milano

SANZANNI GIANLUIGI Scannabue

SCACCABAROZZI LUISA Seveso