VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

17
1 Viaggio tra i pensieri, le emozioni dei grandi personaggi del passato. Breve antologia “geografica” ABRUZZO Gabriele D’Annunzio Settembre, andiamo. E' tempo di migrare. Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all'Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti. Han bevuto profondamente ai fonti alpestri, che sapor d'acqua natía rimanga ne' cuori esuli a conforto, che lungo illuda la lor sete in via. Rinnovato hanno verga d'avellano. E vanno pel tratturo antico al piano, quasi per un erbal fiume silente, su le vestigia degli antichi padri. O voce di colui che primamente conosce il tremolar della marina! Ora lungh'esso il litoral cammina la greggia. Senza mutamento è l'aria. il sole imbionda sì la viva lana che quasi dalla sabbia non divaria. Isciacquío, calpestío, dolci romori. Ah perché non son io cò miei pastori?

description

ANTOLOGIA GEOGRAFICA

Transcript of VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

Page 1: VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

1

Viaggio tra i pensieri, le emozioni dei

grandi personaggi del passato.

Breve antologia “geografica”

ABRUZZO

Gabriele D’Annunzio

Settembre, andiamo. E' tempo di migrare.

Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori

lascian gli stazzi e vanno verso il mare:

scendono all'Adriatico selvaggio

che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti

alpestri, che sapor d'acqua natía

rimanga ne' cuori esuli a conforto,

che lungo illuda la lor sete in via.

Rinnovato hanno verga d'avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,

quasi per un erbal fiume silente,

su le vestigia degli antichi padri.

O voce di colui che primamente

conosce il tremolar della marina!

Ora lungh'esso il litoral cammina

la greggia. Senza mutamento è l'aria.

il sole imbionda sì la viva lana

che quasi dalla sabbia non divaria.

Isciacquío, calpestío, dolci romori.

Ah perché non son io cò miei pastori?

Page 2: VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

2

SAN VITO CHIETINO

Trovò l'Eremo a San Vito, nel paese delle ginestre, su l'Adriatico. Trovò l'Eremo ideale: una casa

construita in un pianoro, a mezzo del colle, tra gli aranci e gli olivi, affacciata su una piccola baia che

chiudevano due promontorii.

Era una casa d'una architettura primitiva. Una scala scoperta saliva a una loggia su cui si aprivano le

quattro porte delle quattro uniche stanze. Ciascuna stanza aveva quella porta e una finestra dalla parte

opposta, a riscontro, guardante su l'oliveto. Alla loggia superiore corrispondeva una loggia inferiore; ma

le stanze terrene, tranne una, erano inservibili.

La casa confinava da un lato con un abituro basso dove stavano i contadini proprietarii. Due querci

enormi, che la perseveranza del grecale aveva piegate verso il colle, ombreggiavano lo spiazzo,

proteggevano certe mense di pietra adatte alle cene estive. Limitava lo spiazzo un parapetto anche di

pietra, che superavano le robinie cariche di grappoli odorosi, delicate ed eleganti su lo sfondo del mare.

La casa non ad altro serviva che ad albergare forestieri nella stagione dei bagni, secondo l'industria

comune del contado di San Vito, lungo la costa. Distava circa due miglia dal borgo, all'estremo confine

d'una contrada detta delle Portelle, in una solitudine raccolta e benigna come un grembo. Ciascuno dei

due promontorii era traforato; e si scorgevano dalla casa le aperture delle due gallerie. La strada ferrata

correva dall'una all'altra, in prossimità del lido, per una lunghezza di cinque o sei cento metri, in linea

retta. Dall'estrema punta del promontorio destro, sopra un gruppo di scogli, si protendeva un Trabocco,

una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e di travi, simile a un ragno colossale.

[…]

Salendo la scala dell'Eremo, egli credé che il cuore gli si rompesse all'urto dell'ansietà crescente. Come

fu su la loggia, abbracciò lo spettacolo con uno sguardo ebro. Ed egli sentì, tra mezzo ad una agitazione

profonda, che in quell'attimo veramente il Sole era dentro il suo cuore.

Il mare mosso da un tremolìo sempre eguale e continuo, rispecchiando la felicità diffusa del cielo pareva

come frangerla in miriadi di sorrisi inestinguibili. A traverso il cristallo dell'aria tutte le lontananze

apparivano distinte: la Penna del Vasto, il monte Gargano, le isole Trèmiti, a destra; la punta del Moro,

la Nicchiòla, la punta di Ortona, a sinistra. Ortona biancheggiava come un'ignea città asiatica su un

colle della Palestina, intagliata nell'azzurro, tutta in linee parallele, senza i minareti. Quella catena di

promontorii e di golfi lunati dava imagine d'un proseguimento di offerte, poiché ciascun seno recava un

tesoro cereale. Le ginestre spandevano per tutta la costa un manto aureo. Da ogni cespo saliva una nube

densa di effluvio, come da un turibolo. L'aria respirata deliziava come un sorso di elisìre.

CASALBORDINO

LA MADONNA DEI MIRACOLI

Fin dall'alba, nella stazione di Casalbordino, i treni versavano a brevi intervalli immense onde di

popolo. Erano genti venute dalle piccole città e dai borghi, miste alle compagnie dei contadi più remoti,

che non avevano potuto o voluto compiere il pellegrinaggio pedestre. Si precipitavano con violenza dalle

vetture; si accalcavano alla porta, contro i cancelli; urlavano e gesticolavano, respingendosi a vicenda,

per salire su i carri e su le carrozze, tra gli schiocchi delle fruste, tra il tintinnìo dei sonagli; - o si

disponevano in lunghe file dietro un crocifero e procedendo su per la strada polverosa intonavano l'inno.

Già sgomentati dal disagio, aspettando che la folla si diradasse, Giorgio e Ippolita istintivamente si

volsero verso il mare prossimo. Un campo di canape ondeggiava in pace, contro il fondo ceruleo

dell'acque. Le vele splendevano come fiamme su l'orizzonte puro.

[…]

Era l'Imagine seguìta dalla leggenda. La Vergine in un coro d'angeli posava sopra un olivo e un vecchio

l'adorava prostrato a piè del tronco. Quel vecchio aveva nome Alessandro Muzio. Di lui narrava la

leggenda: - Sul vespro del dì 10 di giugno, nell'anno di Nostro Signore 1527, essendo la domenica di

Pentecoste, un uragano infuriò su la terra di Casalbordino e distrusse le vigne, le biade e gli oliveti. La

mattina seguente, un vecchio settuagenario di Pollutri, Alessandro Muzio, possedendo al Piano del Lago

Page 3: VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

3

un campo di grano, si mosse per andare a vederlo. Gli doleva il cuore, alla vista della terra desolata; ma

nella sua profonda umiltà lodava la giustizia di Dio. Divotissimo della Vergine, recitava in cammino il

Rosario; quando, sul limite della valle, udì la campana che segnava l'elevazione della Messa. Sùbito

s'inginocchiò e raccolse tutto il suo fervore nella preghiera. Ma, mentre pregava, si vide circonfuso d'una

luce che vinceva quella del sole; e in quella luce gli apparve la Madre di Misericordia, ammantata

d'azzurro, e gli parlò con dolcezza. «Va e reca la novella. Di' che il pentimento sarà rimunerato. Sorga

qui un tempio e io vi spanderò le mie grazie. Va al tuo campo e troverai il tuo grano intatto.» Disparve,

con la sua corona d'angeli. E il vecchio si levò, andò al suo campo, trovò il suo grano intatto. Corse

quindi a Pollutri, si presentò al parroco Mariano d'Iddone, gli narrò il prodigio. In un attimo la novella

si propagò per tutta la terra di Casalbordino. Tutto il popolo trasse al luogo santo, vide il suolo asciutto

intorno all'albero, vide il grano ondeggiare prosperoso, riconobbe il miracolo; e versò lacrime di

penitenza e di tenerezza.

Poco dopo, il Vicario di Arabona pose la prima pietra della cappella; e furono procuratori per la fabbrica

Geronimo di Geronimo e Giovanni Fatalone casalesi. Su l'altare fu dipinta la Vergine col vecchio

Alessandro prostrato in atto d'adorarla. -

La leggenda era semplice, comune, simile a molte altre, fondata sul miracolo. Dopo quel primo benefizio,

nel nome di quella Maria, le navi si salvavano dalla tempesta, i campi dalla grandine, i viandanti dai

ladroni, gli infermi dalla morte. Posta in mezzo a un popolo travagliato, l'Imagine era una fonte di

salute perenne.

(dal Trionfo della morte)

Emilio Gadda

Apologo del Gran Sasso d'Italia

Dove il crinale d'Italia, fra il Vomàno e l'Aterno, «passa oltra quel segno» , e, vinto il gregge nebuloso de'

gioghi, supera di mille metri la vetta dantesca del Falterona, leva nei cupi azzurri in vista de' due mari

il suo grigio vertice, striato di gelide nevi, non ci sono proibizioni alla libera bellezza d'ogni tuo moto e

appetito: se anche, dopo la corsa e la neve, ingollerai una minestra calda o tracannerai un qualche

demonio di bicchierino, non sarà poi la fine del mondo: tutt'al più ti circonderemo di buoni consigli, ti

porgeremo, dopo l'indiavolata corsa ed il vento, un calice d spumante italiano e un pollo arrosto arrostito

lì per lì.

La funivia della neve

L'Aquila novantanove volte sacra nelle novantanove sue chiese, alta nel nome e nel sito, pura d'acque,

serena fra i monti d'Italia con i muri, la torre, lo speronato castello, L'Aquila invita alla sua montagna

la giovinezza nuova d'Italia: e neppure disdegna chi fosse più cauto nel passo e giovine tuttavia

nell'animo tanto, da desiderare le purità deserte ed alte, corse dal vento.

(tratto da MERAVIGLIE D‟ITALIA)

Page 4: VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

4

BASILICATA

Carlo Levi Amavo salire in cima al paese, alla chiesa battuta dal vento, donde l‟occhio spazia in

ogni direzione su un orizzonte sterminato, identico in tutto il suo cerchio. Si è come in

mezzo a un mare di terra biancastra, monotona e senz‟alberi: bianchi e lontani i paesi,

ciascuno in vetta al suo colle, Irsina, Craco, Montalbano, Salandra, Pisticci, Grottole,

Ferrandina, le terre e le grotte dei briganti, fin laggiù dove c‟è forse il mare e

Metaponto e Taranto.

CALABRIA

E. Lear

Il nome di Calabria in se stesso ha non poco di romantico. Nessun'altra provincia del

Regno di Napoli offre tale interesse promettente o ispira tanto prima di avervi messo

piede ... "Calabria!", appena il nome è pronunziato, un mondo nuovo si presenta alla

nostra mente, torrenti, fortezze, tutta la prodigalità dello scenario di montagna, cave,

briganti e cappelli a punta, la signora Radcliffe e Salvator Rosa, costumi e caratteri,

orrori e magnificenze senza fine!

(IN DIARIO DI UN VIAGGIO A PIEDI, 1873)

N. Douglas

Fu un viaggio splendido l'attraversare quegli altipiani, con la vista dello Ionio dall'alto

e il panorama dell'ampia vallata del Crati e dell'alta catena del Pollino, avvolta nella

bruma del primo autunno, poggiando lo sguardo sui fianchi delle colline coperti di

olivi. La strada gira intorno ai precipizi, dove scendono dal monte i ruscelli; sono

ricoperti di querce da sughero, lecci e altra vegetazione; tra i rami volano rigogoli,

ghiandaie, upupe e coracie garrule. Nell'inverno i gelidi venti dell'Appennino spazzano

questi monti, ma in questa stagione è una zona stupenda. ( “VECCHIA

CALABRIA”)

Page 5: VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

5

CAMPANIA Goethe

NAPOLI

Oggi mi son dato alla pazza gioia, dedicando tutto il mio tempo a queste incomparabili

bellezze. Si ha un bel dire, raccontare, dipingere; ma esse sono al disopra di ogni

descrizione. La spiaggia, il golfo, le insenature del mare, il Vesuvio, la città, i

sobborghi, i castelli, le ville! Questa sera ci siamo recati alla Grotta di Posillipo, nel

momento in cui il sole, passa con i suoi raggi alla parte opposta. Ho perdonato a tutti

quelli che perdono la testa per questa città e mi sono ricordato con tenerezza di mio

padre, che aveva conservato un'impressione incancellabile proprio degli oggetti da me

visti oggi per la prima volta.

(da Viaggio In Italia)

Cesare Abba

NAPOLI

Il cielo, il golfo, l'isola, il Vesuvio che esulta nell'azzurro ardente, e tutta la campagna

che si ammanta di colori fini, sempre più fini, via via sin laggiù dove sfuma nell'aria;

nulla, sa nulla di quel che avviene? Ma! l'immensa città che sgomenta a vederla, bolle

di passione che si indovina. Quella è la Reggia. Dunque da quei balconi, mostrando

loro i galeotti nel bagno, Ferdinando secondo diceva ai figli suoi che quelle catene

erano l'alfabeto dei giovani prìncipi?

(in un passo di “DA QUARTO AL VOLTURNO”)

EMILIA ROMAGNA Andrea Minucci

È Bologna una delle principali città d'Italia e, come si suol dire, della prima bussola,

piena di popolo, di arti e di ricchezze, e abbondante di tutte le cose appartenenti alla

Page 6: VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

6

vita umana. Nella città sono le strade belle con palazzi superbissimi, dei quali si

veggono alcune entrate convenienti più. a castelli di Principi che a palazzi di

gentiluomini privati. Sono di belle e grandi Chiese; la principale, ch'è sulla piazza, è

dedicata a S. Petronio, padrone e protettore della città. È posta in piano sotto la costa

di alcuni colli, sopra uno dei quali è con un ricco monastero, la Chiesa detta di s.

Michele del bosco, onde si può vedere distintamente tutta la città, la quale è di forma

quadrata, se bene non è quadra per l'appunto.

FRIULI VENEZIA

GIULIA Pierpaolo Pasolini

Chi parte da Venezia, dopo un viaggio di due ore giunge al limite del Veneto e, per

dissolvenza, entra nel Friuli. Il paesaggio non sembra mutare, ma se il viaggiatore è

sottile, qualcosa annusa nell'aria Le montagne si sono scostate, a nord, con vene di

ghiaioni e nero di boschi appena percettibile contro il gran velame; e il primo Friuli è

tutto pianura e cielo. Poi si infittiscono le rogge, le file dei gelsi, i boschetti di

sambichi, le saggine, lungo le prodaie. I casolari si fanno meno rosei, sui cortili

spazzati come per una festa, coi fienili tra le cui colonne il fieno si gonfia duro e

immoto. Ma è specialmente l'odore - che fiotta dentro lo scompartimento svuotato - a

essere diverso. Odore di terra .

Page 7: VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

7

LAZIO Luigi Pirandello

Mi sentii allargare il petto, all'aria, alla luce che entravano per due ampie finestre

prospicenti il fiume. Si vedeva in fondo Monte Mario, Ponte Margherita e tutto il

nuovo quartiere Prati fino a Castel S.Angelo; si dominava il vecchio ponte di Ripetta e

il nuovo che vi si costruiva accanto; più in là il Ponte Umberto e tutte le vecchie case di

Tordinona che seguivan la voluta ampia del fiume; in fondo, da quest'altra parte, si

scorgevano le verdi alture del Gianicolo, col Fontanone di San Pietro in Montorio e la

statua equestre di Garibaldi.

(da “Il fu Mattia Pascal”)

Goethe

Roma è la capitale del mondo! In questo luogo si riallaccia l'intera storia del mondo, e

io conto di essere nato una seconda volta, d'essere davvero risorto, il giorno in cui ho

messo piede a Roma. Le sue bellezze mi hanno sollevato poco a poco fino alla loro

altezza.

Si trovano a Roma vestigia di una magnificenza e di uno sfacelo tali, che superano

l'una e l'altro, la nostra immaginazione.

Solo a Roma ci si può preparare a comprendere Roma.

(“Viaggio in Italia”)

Stendhal

Che mattinate felici ho trascorso al Colosseo, perduto in qualche anfratto di questa

rovina immensa! Dai piani superiori si scorgono in basso, nell'arena, i galeotti del

Papa che lavorano cantando. Il rumore delle catene si confonde col canto degli uccelli, i

pacifici inquilini del Colosseo. A centinaia prendono il volo quando ci si avvicina agli

arbusti che coprono i sedili più in alto, dove si disponeva una volta il popolo sovrano. Il

cinguettio placido degli uccelli che risuona sommessamente in questo vasto edificio e,

di volta in volta, il profondo silenzio che viene dopo aiuta senza dubbio

l'immaginazione a compiere un volo nel passato. Si perviene così alla gioia più grande

che la memoria possa procurare. Questa fantasia di cui mi vanto di fronte al lettore, e

che potrà sembrargli ridicola, è il piacere oscuro di un cuore melanconico (La

Fontaine). A dire il vero, ecco il solo grande piacere che si prova a Roma. Un piacere

negato alla gioventù più verde, ancora così folle di speranze.

Page 8: VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

8

Al viaggiatore direi: arrivando a Roma, non si lasci convincere da nessun consiglio,

non compri alcun libro, il tempo della curiosità e della scienza sostituirà presto quello

delle emozioni.Qualche giorno fa un Inglese è arrivato a Roma con i suoi cavalli che

l'hanno portato qui dall'Inghilterra. Non ha voluto un cicerone e, malgrado la

sentinella, è entrato a cavallo nel Colosseo. Vi ha visto un centinaio di operai che

lavorano in continuazione per consolidare qualche pezzo di muro crollato in seguito

alle piogge. L'Inglese li ha guardati fare, poi la sera ci ha detto: "Oh! Il Colosseo è la

cosa più bella che ho visto a Roma. Questo edificio mi piace, sarà magnifico quando

sarà finito".

Dal tavolo su cui scrivo vedo i tre quarti di Roma; e, davanti a me, dall'altra parte

della città, si alza maestosa la cupola di San Pietro. La sera, quando tramonta il sole,

la scorgo attraverso le vetrate di San Pietro e una mezz'ora dopo questa cupola

ammirevole si staglia su questa tinta così pura di un crepuscolo arancione sormontato

nell'alto del cielo da qualche stella che comincia ad apparire. Niente al mondo può

essere paragonato a questo spettacolo.

(da “Passeggiate romane”)

Gabriele D’annunzio

Roma nostra vedrai. La vedrai da' suoi colli: | dal Quirinale fulgido al Gianicolo, | da

l'Aventino al Pincio più fulgida ancor ne l'estremo | vespero, miracol sommo,

irraggiare i cieli...| Nulla è più grande e sacro. Ha in sé la luce d'un astro. | Non i suoi

cieli irragia solo, ma il mondo, Roma.

(da Elegie Romane, Congedo, L'Oleandro)

LIGURIA Burckhardt

Come potrei dimenticarmi di te dolce, mormorante città arroccata in alte rupi sul

mare, con il tuo ampio magnifico porto!

Ancora profumano i tuoi giardini, posti su alte terrazze, ancora si ergono i tuoi palazzi

come ai vecchi tempi; ancora risplende nel viola scuro l‟Appennino e si infrangono sui

tuoi basamenti di roccia le cupe onde del mare.

Page 9: VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

9

Tutt‟intorno al porto si innalzano bastioni e palazzi disposti l‟uno accanto all‟altro a

mo‟ di anfiteatro.

(“Vedute dall‟Italia”)

Cesare Abba

Chi si parte dalla marina del Finale, e su pel fianco dell'Appennino va verso le Langhe,

si arresta trafelando ogni tratto a ripigliar lena, e a vedere quanta sarà ancora la

salita, e quanto s'è scostato da quella spiaggia, diversa giù giù per foci di torrenti, per

iscogliere tagliate a filo, per promontori neri, dirupati, somiglianti a mostri, che si

inoltrano cimentosi nei flutti. Ma guadagnata che abbia la vetta del Settepani, sente

l'affanno della via ripida e lunga, quetarsi in una vista maravigliosa. La catena

dell'Alpi è di lassù un'occhiata infinita; e se vi si arriva all'apparire del sole, tutta la

distesa di picchi, di coni, di aguglie, gli pare un mondo di cose vive e moventi. Si

vorrebbe aver l'ali per lanciarsi su qualcuno di quei culmini, così alti nel cielo; e si

abbassa di malavoglia lo sguardo, a cercare la via, giù per i gioghi avvolti ancora

nell'ombra, lì sotto: dove per un lungo digradarsi di monti, si confondono villaggi,

selve, burroni spaventosi; qua Montenotte, là Cosseria, castella e torri feudali per

tutto; più lontana e più bella d'ogni altra quella di Vengore, che nera e solitaria si

spicca su un altipiano, oltre il quale la nebulosa pianura.

(Da LE RIVE DELLA BORMIDA nel 1794)

Vincenzo Cardarelli

Lenta e rosata sale su dal mare

la sera di Liguria, perdizione

di cuori amanti e di cose lontane.

Indugiano le coppie nei giardini,

s'accendon le finestre ad una ad una

come tanti teatri.

Sepolto nella bruma il mare odora.

Le chiese sulla riva paion navi

che stanno per salpare.

(“SERA DI LIGURIA”)

Page 10: VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

10

LOMBARDIA Alessandro Manzoni

Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di

monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien

quasi a un tratto, tra un promontorio a destra e un'ampia costiera dall'altra parte; e il

ponte, che ivi congiunge le due rive par che renda ancor più sensibile all'occhio questa

trasformazione e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda ricomincia per ripigliar poi

nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e

rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni...

(“I promessi Sposi”)

MARCHE

Carducci

Così benedetta da Dio di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti

che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di

colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono.

MOLISE

F.Jovine

L'acqua del mare di Termoli scompare al sole in luogo solitario... listata di rosso e

nasconde alla vista il gruppo meravigliosamente candido delle Isole Tremiti. Dove

approda trova un letto di sabbia brillante che ne fa più evidente la chiarezza...

Page 11: VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

11

PIEMONTE

Cesare Pavese

Le colline e le rive dei Po sono un giallo bruciato

e noi siamo saliti quassù a maturarci nel sole.

Mi racconta costei - come fosse un amico -

Da domani abbandono Torino- e non torno mai più.

Sono stanca di vivere tutta la vita in Prigione.

Si respira un sentore di terra e, di là dalle piante,

a Torino, a quest'ora, lavorano tutti in prigione.

Torno a casa dei miei dove almeno potrò stare sola

senza piangere e senza pensare alla gente che vive.

Là mi caccio un grembiate e mi sfogo in cattive risposte

ai parenti e per tutto l'inverno non esco mai più.

Nei paesi novembre è un bel mese dell'anno:

c'è le foglie colore di terra e le nebbie al mattino,

poi c'è il sole che rompe le nebbie. Lo dico tra me

e respiro l'odore di freddo che ha il sole al mattino.

Me ne vado percbé è troppo bella Torino a quest'ora:

a me piace girarci e vedere la gente

e mi tocca star chiusa fincb'è tutto buio

e la sera soffrire da sola. Mi vuole vicino

come fossi un amico: quest'oggi ha saltato l'ufficio

per trovare un amico. Ma posso star sola costì?

Giorno e notte - l'ufficio - le scale - la stanza da letto -

se alla sera esca a fare due passi non so dove andare

e ritorno cattiva e al mattino non voglio più alzarmi.

Tanto bella sarebbe Torino - poterla godere -

solamente poter respirare. Le piazze e le strade

han lo stesso profumo di tiepido sole

che c'è qui tra le piante. Ritorni al paese.

Ma Torino è il piú bello di tutti i paesi.

Se trovassi un amico quest'oggi, starei sempre qui.

(“ESTATE DI SAN MARTINO”)

Page 12: VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

12

Giuseppe Culicchia

"Oltre a essere la mia città, Torino è anche la mia casa. E come ogni casa contiene un

ingresso, la stazione di Porta Nuova, una cucina, il mercato di Porta Palazzo, un

bagno, il Po, e poi naturalmente il salotto di Piazza San Carlo, e quel terrazzo che è il

Parco del Valentino, e il ripostiglio del Balon, e una quantità di altre cose e di altre

storie. Aprire questo libro è un po' come entrare in casa nostra. Mia. Vostra."

(tratto da TORINO E' CASA MIA)

PUGLIA

Pierpaolo Pasolini

Lo sperduto Salento, severo come una landa settentrionale, coi suoi paesi greci in

sciopero secolare; poi l'esplosione di Brindisi, la più caotica, furente, rigurgitante delle

città di mare italiane; e le stupende Otranto e Ostuni, le città del silenzio del Sud; e

Bari, che segna il modello marino per tutte le città, poi, fino al Gargano; la cattedrale,

di suprema bellezza, sul mare, e sotto i neri, biondi malandrini nudi tra gli scogli.

Nella memoria, cattedrali e poveri ragazzi nudi, confuse città pericolanti e informi

come accampamenti, folle sotto i palchi delle luminarie e i podii bianchi traforati delle

bande, sono un solo, sordo frastuono. Che si infrange contro le muraglie del Gargano, il

cui periplo, a picco sul mare, tra le severe, deserte montagne, allontana dall'Italia di

migliaia di chilometri.

SARDEGNA Grazia Deledda

Ecco a un tratto la valle aprirsi e sulla cima a picco d'una collina simile a un enorme

cumulo di ruderi, apparire le rovine del Castello: da una muraglia nera una finestra

azzurra vuota come l'occhio stesso del passato guarda il panorama melanconico roseo

di sole nascente, la pianura ondulata con le macchie grigie delle sabbie e le macchie

Page 13: VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

13

giallognole dei giuncheti, la vena verdastra del fiume, i paesetti bianchi col campanile

in mezzo come il pistillo nel fiore, i monticoli sopra i paesetti e in fondo la nuvola color

malva e oro delle montagne Nuoresi.

(“Canne al vento”)

SICILIA Goethe

La Sicilia m‟indica e mi fa intendere l‟Asia e l‟Africa, e non è poca cosa trovarsi nel

centro meraviglioso dove son diretti tanti raggi della storia universale. Ho trattato

Napoli alla sua stessa maniera: sono stato, meno che altro, laborioso; ma ho veduto

molto e mi sono formata un‟idea generale del paese, degli abitanti e delle cose. Al

ritorno raccoglierò ancora qualche osservazione; ma qualcuna soltanto perché occorre

che torni a Roma prima del 29giugno. Se lascio passare la Settimana Santa voglio,

almeno, trovarmi a Roma per la festa di San Pietro. Il viaggio in Sicilia non deve

distogliermi troppo dal mio primitivo progetto. L‟altro ieri avemmo una violenta

burrasca con lampi, tuoni, e grandi acquazzoni. Oggi il cielo è rischiarato. Soffia una

tramontana magnifica. Se persiste, la nostra traversata sarà delle più rapide.

Seguendo questo buon consiglio, la mattina per tempo ci siam messi in cammino e

rivolgendoci sempre a guardare indietro, dall‟alto dei nostri muli, abbiam raggiunto la

zona delle lave non ancora domate dal tempo. Blocchi e lastre frastagliate ci

presentavano le loro masse irrigidite, attraverso le quali le nostre cavalcature si

aprivano a caso un sentiero. Giunti alla prima vetta d‟una certa importanza, abbiamo

fatto sosta. Il Kniep ha riprodotto con grande esattezza ciò che si presentava innanzi a

noi dalla parte della montagna: le masse di lava in primo piano, le vette gemelle dei

Monti Rossi a sinistra, e di rimpetto a noi la selva di Nicolosi, sopra la quale si ergeva

il cono dell‟Etna ricoperto di neve e leggermente fumante. Ci siamo accostati ancor più

sotto i Monti Rossi ed io ne ho raggiunto una cima: è tutta un ammasso di rottami

vulcanici di color rosso, di cenere e di lapilli.

(“Viaggio in Italia”)

Cesare Abba

La Sicilia! La Sicilia! Pareva qualcosa di vaporoso laggiù nell'azzurro tra mare e cielo,

ma era l'isola santa! Abbiamo a sinistra le Egadi, lontano in faccia il monte Erice che

ha il culmine nelle nubi. Un siciliano che era meco sulla tolda, mi narrava le

avventure di Erice figlio di Venere, ucciso da Ercole su quelle vette. Erano ameni gli

Page 14: VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

14

antichi, ma quant'è pure ameno l'amico mio, che trova ora tempo di parlare di

mitologia! Ei mi disse che su quel monte c'è un villaggio che si chiama San Giuliano,

dove nascono le più belle donne della Sicilia.

[…]

Da Calatafimi a qui fu una camminata allegra, per campagne fiorenti. Ma

dappertutto vi era traccia della sconfitta che facemmo toccare ai regi: zaini, berretti,

bende insanguinate buttate lungo la via. All'alba partendo si cantava; poi, tra per

quella vista e per il sole che si alzò a schiacciarci, si tacque e si tirò innanzi come

ombre. Verso le dieci, ci abbattemmo in certe belle carrozze, mandate ad incontrarci

come gran signori. Alcamo era vicina. Nelle carrozze v'erano gentiluomini lindi e

lucenti, che fecero le accoglienze al Generale; mentre, allo sbocco dei sentieri, si

affollavano dai campi molte donne campagnuole, confidenti e senza paura di noi.

Alcune si segnavano devotamente; una ne vidi con due bambini sulle braccia

inginocchiarsi quando il Generale passò; e uno dei nostri ricordò le Trasteverine

d'undici anni or sono, che lo chiamavano il Nazzareno.

Entrammo in Alcamo alle undici. È bella questa città, sebbene mesta; e all'ombra

delle sue vie par di sentirsi investiti da un'aria moresca. Le palme inspiratrici si

spandono dalle mura dei suoi giardini; ogni casa pare un monastero; un paio d'occhi

balenano dagli alti balconi; ti fermi, guardi, la visione e sparita.

(DA QUARTO AL VOLTURNO)

Dumas padre

"Proprio allora Palermo cominciò ad apparire ai nostri occhi in tutta la sua magnifica

estensione, massa dapprima un po‟ confusa, che man mano si allargava e si

restringeva, per sparpagliarsi poi in bianche ville perdute tra gli aranceti, i lecci e le

palme. Ben presto tutta la splendida valle, che gli antichi chiamavano “Conca d‟oro”, si

aprì da Monreale fino al mare, dalla montagna di S. Rosalia fino a Capo Zafferano.

Palermo, la Favorita, si faceva vezzosa per lasciare un ultimo rimpianto, a noi, che non

aveva potuto trattenere e che, con ogni probabilità, la lasciavamo per mai più

rivederla"

(DIARIO DI UN'ESCURSIONE ALLE EOLIE)

Giovanni Pascoli

Di fronte

m‟eri, o Sicilia, o nuvola di rosa

sorta dal mare! E nell‟azzurro un monte:

Page 15: VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

15

l‟Etna nevosa.

Salve, o Sicilia! Ogni aura che qui muove,

pulsa una cetra od empie una zampogna,

e canta e passa… Io era giunto dove

giunge chi sogna;

chi sogna, ed apre bianche vele ai venti

nel tempo oscuro, in dubbio se all‟aurora

l‟ospite lui ravvisi, dopo venti

secoli, ancora.

TOSCANA Dante

E come „l volger del ciel della luna | cuopre e riscopre i liti sanza posa, | così fa di

Fiorenza la Fortuna: | per che non dee parer mirabil cosa | ciò ch‟io dirò delli alti

Fiorentini | onde è la fama nel tempo nascosa.

Godi, Fiorenza, poi che se‟ sì grande | che per mare e per terra batti l‟ali, | e per lo

„nferno tuo nome si spande!

Carducci

Dolce paese, onde portai conforme

l‟ abito fiero e lo sdegnoso canto

e il petto ov‟ odio e amor mai non s‟ addorme,

pur ti riveggo, e il cuor mi balza in tanto.

Ben riconosco in te le usate forme

con gli occhi incerti tra il sorriso e il pianto,

e in quelle seguo dei miei sogni l‟ orme

erranti dietro il giovenile incanto.

Oh quel che amai, quel che sognai fu in vano ;

e sempre corsi, e mai non giunsi il fine;

e dimani cadrò. Ma di lontano

Page 16: VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

16

pace dicono al cuor le tue colline

con le nebbie sfumanti e il verde piano

ridente ne le piogge mattutine.

(TRAVERSANDO LA MAREMMA TOSCANA)

TRENTINO

Dino Buzzati

.. quando salgo dalla pianura e vedo apparire in fondo alla valle le cime amate, e

all'improvviso risplendono al sole le pareti con quel loro colore indicibile, che nessuno è

mai riuscito a descrivere bene, e balenano sulle ultime creste le candide cornici di

ghiaccio come miraggio irraggiungibile...

UMBRIA Francesco d’Assisi

Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,

spetialmente messer lo frate Sole,

lo qual è iorno, et allumeni noi per lui.

Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:

de Te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle:

in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si', mi' Signore, per frate Vento

et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,

per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.

Page 17: VIAGGIO IN ITALIA CON I PERSONAGGI ILLUSTRI

17

Laudato si', mi' Signore, per sor Aqua,

la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si', mi Signore, per frate Focu,

per lo quale ennallumini la nocte:

ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra,

la quale ne sustenta et governa,

et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

VALLE D’AOSTA Carducci

Nel gran cerchio de l'alpi, su 'l granito

squallido e scialbo, su' ghiacciai candenti,

regna sereno intenso ed infinito

nel suo grande silenzio il mezzodí.

Pini ed abeti senza aura di venti

si drizzano nel sol che gli penètra,

sola garrisce in picciol suon di cetra

l'acqua che tenue tra i sassi fluí.

(Mezzogiorno alpino)

VENETO Friedrich Nietzsche

Se dovessi cercare una parola che sostituisce "musica" potrei pensare soltanto a

Venezia.

Eileen Power

Situata nel punto più interno dell'Adriatico, a metà strada fra Oriente e Occidente,

sull'unico grande itinerario marittimo del commercio medievale; porto mediterraneo,

eppure così a nord da trovarsi quasi nel cuore dell'Europa; Venezia era il punto su cui

convergevano tutte le vie di traffico terrestri e marittime che potessero essere percorse

da bestie da soma o solcate da navi.