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1 Liceo classico “F.Scaduto”- Bagheria- Storia del cinema –prof .D. Aiello SCHEDA DI ANALISI DEL FILM Classe IIC alunno/a Stefania Giannusa data 1. Il film 1.1. Compila la seguente scheda riassuntiva delle informazioni più importanti che servono per precisare le varie componenti del film che devi analizzare. Componenti Informazioni Titolo Barry Lyndon Titolo originale Barry Lyndon Regista Stanley Kubrick Genere Storico, drammatico, guerra Attori principali Ryan O'Neal, Marisa Berenson, Patrick Magee, Hardy Kruger, Marie Kean, Gay Hamilton, Melvin Murray, Godfrey Quigley, Leonard Rossiter, Leon Vitali, Diana Koerner, Frank Middlemass, André Morell, Arthur O'Sullivan, Philip Stone, Steven Berkoff, Anthony Sharp, Dominic Savane, David Morley Sceneggiatura Stanley Kubrick Fotografia John Alcott Adattatore musiche Leonard Roseman Data di produzione 1975 Produttore esecutivo Jan Harlan Costumi Ulla-Britt Söderlund, Milena Canonero Durata 178 minuti circa Paese/i di produzione Gran Bretagna Premi 4 Oscar (1975): Miglior Sceneggiatura, Fotografia, Costumi, Colonna Sonora non Originale; altri premi come i BAFTA Awards e il David di Donatello. 1.2– La sceneggiatura del film è originale oppure è tratta dalla letteratura o da qualche libro-inchiesta,saggio,biografia, ecc.? Il film "Barry Lyndon" è tratto da un romanzo di William Makepeace Thackeray intitolato "Le memorie di Barry Lyndon", inizialmente apparso con il titolo "The Luck of Barry

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Liceo classico “F.Scaduto”- Bagheria- Storia del cinema –prof .D. Aiello

SCHEDA DI ANALISI DEL FILM Classe IIC alunno/a Stefania Giannusa data

1. Il film

1.1. Compila la seguente scheda riassuntiva delle informazioni più importanti che servono per precisare le varie componenti del film che devi analizzare.

Componenti Informazioni Titolo Barry Lyndon Titolo originale Barry Lyndon Regista Stanley Kubrick Genere Storico, drammatico, guerra Attori principali Ryan O'Neal, Marisa Berenson, Patrick Magee, Hardy Kruger,

Marie Kean, Gay Hamilton, Melvin Murray, Godfrey Quigley, Leonard Rossiter, Leon Vitali, Diana Koerner, Frank Middlemass, André Morell, Arthur O'Sullivan, Philip Stone, Steven Berkoff, Anthony Sharp, Dominic Savane, David Morley

Sceneggiatura Stanley Kubrick Fotografia John Alcott Adattatore musiche Leonard Roseman Data di produzione 1975 Produttore esecutivo Jan Harlan Costumi Ulla-Britt Söderlund, Milena Canonero Durata 178 minuti circa Paese/i di produzione Gran Bretagna Premi 4 Oscar (1975): Miglior Sceneggiatura, Fotografia, Costumi,

Colonna Sonora non Originale; altri premi come i BAFTA Awards e il David di Donatello.

1.2– La sceneggiatura del film è originale oppure è tratta dalla letteratura o da qualche libro-inchiesta,saggio,biografia, ecc.?

Il film "Barry Lyndon" è tratto da un romanzo di William Makepeace Thackeray intitolato "Le memorie di Barry Lyndon", inizialmente apparso con il titolo "The Luck of Barry

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Lyndon: A Romance of the Last Century" in varie puntate nel "Fraser's Magazine" durante il 1844. Nel film ritorna la divisione netta scandita dalle due didascalie, abbandonata nell'edizione definitiva dell'opera di Thackeray, fra "ascesa" e "caduta" del personaggio di Redmond Barry prima e di Barry Lyndon poi.

REGINA: Amleto, tu hai gravemente offeso tuo padre. AMLETO: Madre, voi avete gravemente offeso mio padre. (da "Amleto", William Shakespeare) LADY LYNDON: Lord Bullingdon, avete insultato vostro padre. LORD BULLINGDON: Milady, voi avete insultato mio padre. (da "Barry Lyndon")

Leggendo la 'quarta scena' del 'terzo atto' dell'Amleto, si trova che esplicitamente un po' di Shakespeare è rientrato dentro Barry Lyndon. Le due opere sono a tratti simili, in quanto in entrambe vi è un padre morto (il padre di Amleto e Sir Charles Lyndon), subito sostituito nei favori della moglie (la Regina e Lady Lyndon) da un nuovo uomo di dubbia moralità (il cognato della Regina e Redmond Barry). Il contrasto con il figlio è inevitabile, e l'evidente triangolo edipico porta in entrambe le storie ad un duello finale dove l'usurpatore della madre verrà definitivamente eliminato, in maniera molto tragica nell'Amleto, ma altrettanto drammatica in Barry Lyndon. In modo molto diretto nell'Amleto e più indiretto in Barry Lyndon, è comunque attribuibile al secondo uomo 'intruso' la colpa della morte del padre, e sarà il conflitto interiore del figlio a raggiungere il punto di rottura, fino a sfociare nella bramata vendetta.

2. La storia,la struttura narrativa e i personaggi

.1 – Riassumi brevemente la storia che il film racconta.

PARTE I CON QUALI MEZZI REDMOND BARRY

ACQUISI' LO STILE E IL TITOLO DI BARRY LYNDON

Dopo la morte del marito in seguito a un duello per l’acquisto di un cavallo, la signora Barry crebbe suo figlio Redmond da sola fin a quando spiacevoli eventi glielo portarono via. Redmon era perdutamente innamorato della cugina Nora: “Il primo amore, quale cambiamento opera in un ragazzo, quale magnifico segreto porta con sé! La tenera passione sgorga istintivamente dal cuore di un uomo: egli ama, come un uccello canta, o come una rosa sboccia dalla natura”. Ma Nora accetta ben volentieri le lusinghe del capitano inglese Quin, questo provoca in Redmond un desiderio di vendetta e svida, così, il capitano Quin a duello. Il duello si conclude con la vittoria di Redmond, ma il giovane, avendo ucciso un capitano inglese, è costretto la lasciare la sua patria, l’Irlanda, e ad iniziare un lungo vagabondaggio, per raggiungere Dublino. “Nessun ragazzo per la prima volta libero e con venti Ghinee in tasca si sente mai veramente triste. E Barry partì alla volta di Dublino senza tanto pensare alla cara mamma rimasta sola e al focolare lasciato alle sue spalle, quanto al domani, con tutte le meraviglie che gli avrebbe portato”. Ma durante il viaggio viene derubato dei soldi e del cavallo e, una volta arrivato in città, decide di arruolarsi nell’esercito inglese, che gli avrebbe fatto guadagnare una ghinea e mezza. Nell’esercito incontra il padrino del suo

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duello contro Quin, che gli racconta che il duello da lui tenuto era una farsa per far allontanare Redmond dall’Irlanda, visto che avrebbe senza dubbio ostacolato le nozze di Nora con il capitano. Redmond con l’esercito si imbarca alla vista per raggiungere il reggimento che si trovava in Germania, dove era combattuta la Guerra dei sette anni, nella quale Inghilterra, Germania e Prussia combattevano alleate contro Francia, Svezia, Russia e Austria. “La prima esperienza di guerra di Barry fu una scaramuccia contro una piccola retroguardia di francesi che occupavano un frutteto sulla strada lungo la quale alcune ore dopo doveva passare il grosso delle forze

inglesi. Questo scontro, sebbene non ricordato nei libri di storia, fu abbastanza memorabile per coloro che vi presero parte”. Da questo combattimento ne uscì ucciso lo stesso padrino di Redmond, che si senti perdutamente solo e desidera fuggire dall’esercito. Il fato gli porge le guance, infatti, Redmond avendo il compito di andare a prendere dell’acqua, assiste, presso il lago, all’incontro di due amanti e usa questa occasione per rubare il cavallo a uno dei due che doveva andare a Brema a consegnare dei dispacci. “La sua intenzione era di raggiungere l'Olanda, forse l'unico paese neutrale d'Europa a quell'epoca, e di lì trovare in qualche modo un passaggio per tornare in patria. Cavalcando verso la libertà nella divisa da ufficiale, Barry si sentì al livello che gli si addiceva, e decise fermamente di non decadere mai più dal rango di gentiluomo”. Durante il viaggio alloggia presso una giovane

ragazza tedesca e, dopo aver lasciato la sua casa, incontra un gruppo di prussiani capitanati dal Capitano Potzdorf, che dopo aver cenato con Redmond, capisce che è un disertore e lo obbliga ad arruolarsi nelle file prussiane. Dopo aver salvato in un incendio il Capitano, Redmond viene premiato con la somma di 2 federichi d’oro e, una volta arrivati a Berlino, gli viene affidata un’importante missione: scoprire se uno noto giocatore d’azzardo, Chevalier De Balibarì, di nazionalità irlandese, è una spia nemica. Redmond, anche se gli viene ordinato di fingersi tedesco, una volta visto un

connazionale, si abbandona in un pianto felice e dichiara la sua vera identità. Chevalier De Balibarì decide di accettarlo come aiutante sul tavolo da gioco e concordava con lo stesso Redmond cosa doveva riferire ai prussiani, notizie dettagliate ma inutili. Redmond veniva utilizzato da Chevalier per barare e per affrontare a duello i morosi, che si rifiutavano di pagare o restituire una determinata, spesso molto elevata, somma di denaro. Per ordine dei prussiani Chevalier De Balibarì deve essere scortato oltre i confini tedeschi, in Sassonia, così lo stesso Chevalier parte la sera

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prima rispetto alla data dell’ordinanza, del tutto inosservato, mentre Redmond, travestitosi da Chevalier, viene riesce ad evadere dai territori prussiani, scortato da due generali prussiani. I due comincia ad acquistare importanza in tutti i salotti europei ed ad essere richiesti dai nobili più importanti. A Spa, in Belgio, Redmond comincia a rendersi conto che l’amore non è poi così inportante se si hanno i soldi. “Cinque anni nell'esercito e una notevole esperienza del mondo avevano ormai fatto scomparire tutte le romantiche idee

sull'amore con le quali Barry aveva iniziato la sua vita, e cominciava a pensare, come tanti gentiluomini avevano fatto prima di lui, di sposare una donna ricca e di alto livello sociale". Ed è proprio a Spa che incontra Lady Lyndon, sposata con Sir Charles Reginal Lyndon, un ricco invalido e consumato dalla gotta, dal quale aveva avuto un figlio, Bullingdon Lyndon. I due cominciano a vedersi di nascosto, e il marito comincia a sospettare il tradimento così, dicendo “Preferisco avere la

fama di cornuto che di imbecille”, affronta Redmond in un caldo dialogo e preso dalla foga muore per una crisi cardiaca.

PARTE II CONTENENTE UN RESOCONTO

DELLE SVENTURE E DELLE CALAMITA' CHE COLPIRONO BARRY LYNDON

Una volta morto il marito, i due possono liberamente sposarsi, e con il matrimonio Redmond acquisisce il cognome Lyndon, divenendo, così, Sir Barry Lyndon. “Lady Lyndon fu presto destinata a occupare nella vita di Barry un posto non molto più importante degli eleganti tappeti e dei bei quadri che avrebbero rappresentato il piacevole contorno della sua esistenza”. Dal loro matrimonio nasce il piccolo Bryan, ma Redmond cerca nuove emozioni con altre donne, una volta infatti Lady Lyndon, durante una passeggiata con il reverendo Runt, istitutore di Bullingdon, e Bullingdon stesso, scopre Redmond mentre si baciava con un’altra donna, è questo il momento in cui nel piccolo Bullingdon inizia a nutrire odio verso quell’uomo che aveva sostituito suo padre e stava facendo soffrire sua madre. Un giorno, infatti, Lord Bullingdon rifiuta di salutare il nuovo padre e…” Lord Bullingdon, è questo il modo di comportarvi con vostro padre? Lord Bullingdon avete perso la lingua?” – “Mio

padre era Sir Charles Lyndon, io non l'ho dimenticato come altri..”. – “Lord Bullingdon, avete insultato vostro padre”. – “Milady, voi avete insultato mio padre”. A causa di questa ribellione, Redmond picchia il piccolo lord con sei colpi di verga. Passano gli anni e arriviamo alla festa di compleanno di Bryan, che compie otto anni, in occasione è giunta dall’Irlanda la madre di Redmond, che cerca di convincerlo di cercare un modo per acquistare un titolo, onde evitare che se un giorno Lady Lyndon dovesse morire Bullingdon, che odia Redmond, possa privare di tutti i

beni sia lui che il piccolo Bryan. Per attuare questo piano, Redmond spende molti soldi per

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accogliere in casa ingenti uomini politici vicini a Re Giorgio III e per abbellire la propria dimora con importanti oggetti d’arte. Nonostante i suoi sforzi, Redmond non ottiene alcun risultato. Nel frattempo Lord Bullingdon aveva picchiato il fratellastro in seguito ad una disputa e Redmond lo aveva punito nuovamente colpendolo con la verga. Bullingdon per vendicarsi dichiara di andarsene da casa Lyndon e insulta Barry davanti a tutti i suoi invitati, in occasione di un concerto della madre, e Redmond lo colpisce con calci e schiaffi, preso dall’ira, sotto gli occhi di tutti. Per questo suo comportamento eccessivamente cruento, tutti i nobili si allontanano da casa Lyndon, lasciando soli sia Redmond sia Lady Lyndon anche in occasione del dramma della morte accidentale del piccolo Bryan, per una caduta da cavallo. Questo evento sconvolge troppo la vita dei due, tanto che Redmond si rifugia nel vino e Lady Lyndon nella preghiera. Il reverendo Runt così invoca: “Oh Padre e Signore, Padre della

pietà e Dio di tutti i conforti, ti supplichiamo di guardare con pietà e compassione questa serva afflitta. Tu scrivi amare cose contro di lei e le fai scontare le sue passate iniquità...”. A causa di problemi finanziari la signora Barry, che, data l’impossibilità del figlio, aveva preso il compito di amministrare la casa, decise di sciogliere dai suoi compiti il reverendo. Lady Lyndon, sentendo mancare l’unico appoggio che aveva, decise di ingerire del veleno ma in una dose non mortale. Il reverendo va a riferire l’accaduto a Lord Bullingdon che si sente in

colpa per la sventura della madre, in quanto ha permesso che i Barry prendessero sempre più potere in casa Lyndon. Bullingdon decide di vendicare la vergogna recatagli da Redmond: “Signor Redmond Barry, l'ultima volta in cui ci siamo visti, mi avete causato indegnamente lesioni e disonore, in tale modo e di tale vastità, che nessun gentiluomo dovrebbe accettare mai senza chieder doverosa soddisfazione, anche se passato molto tempo. Sono ora venuto a chiedervi quella soddisfazione”. Durante il duello Bullingdon ferice ad una gamba Redmond, che per continuare a vivere è costretto ad amputarla, ma ciò non è abbastanza agli occhi di Bullingdon, che gli ordina di lasciare il paese e di non vedere più Lady Lyndon, in cambio avrà un’indennità di 500 ghinee l’anno a vita. “Smarrito e sconfitto, cosa poteva fare quest'uomo, solo e con il cuore a pezzi? Accettò il vitalizio e tornò in Irlanda con la madre per terminare la sua convalescenza. Qualche tempo più tardi si recò nel Continente. Non ci è dato di seguire la sua vita laggiù con sufficiente accuratezza, ma pare che abbia ripreso la professione di giocatore d'azzardo, senza però il successo di una volta. Non rivide mai più Lady Lyndon”.

EPILOGO FU DURANTE IL REGNO DI GIORGIO III

CHE I SUDDETTI PERSONAGGI VISSERO E DISPUTARONO BUONI O CATTIVI, BELLI O BRUTTI, RICCHI O POVERI

ORA SONO TUTTI UGUALI.

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– Analizza la struttura narrativa completando il s eguente schema: ° TEMPO E AMBIENTE

a) Periodo storico delle vicende narrate Siamo nel 1700, nel pieno della guerra dei Sette anni. La prima metà del XVIII secolo si era conclusa con il trattato di pace di Aquisgrana, sottoscritto il 18 ottobre 1748 tra tutte le maggiori potenze d’Europa, che aveva messo fine alla lunga guerra per la successione al trono d’Austria. Gli accordi di Aquisgrana, come è noto, avevano sostanzialmente premiato soltanto la Prussia e il Regno Sardo, oltre ad aver restituito il Ducato di Parma e Piacenza alla sua erede legittima. Infatti, Federico II Hohenzollern, Re di Prussia, si era visto confermare il possesso della Slesia a danno dell’Austria. Carlo Emanuele III di Savoia, Re di Sardegna, si era visto assegnare l’alto novarese, Vigevano e Voghera oltre a Nizza e la Savoia. Elisabetta Farnese, vedova da tre anni di Re Filippo V di Spagna, si era visto riconoscere i propri diritti ereditari sul Ducato di Parma e Piacenza. Tutte le altre potenze firmatarie del trattato si videro confermato, di fatto, soltanto quanto già era in loro possesso prima del conflitto, dando origine ad un generalizzato stato di insoddisfazione. Solo il riassetto geo-politico degli Stati

italiani aveva soddisfatto i plenipotenziari firmatari del trattato di pace, avendo posto le premesse per una stabilità della penisola che si protrasse per circa cinquant’anni, fino all’intervento napoleonico nel 1796. Particolare insoddisfazione manifestava Maria Teresa d'Asburgo, Imperatrice d'Austria, che non aveva mai accettato, in cuor suo, la perdita della Slesia a favore della Prussia, soprattutto perché il sacrificio territoriale era stato compensato soltanto con una semplice riconferma della ‘prammatica sanzione’ il cui riconoscimento era già avvenuto a seguito della pace di Vienna che aveva chiuso, nel 1738, la guerra di successione al trono di Polonia. Il quadro delle alleanze delineatosi al tavolo dei negoziati di Aquisgrana aveva visto schierati da una parte la Francia e la Prussia, dall’altro l’Inghilterra e l’Austria. Queste ultime con il

sostegno del Regno Sardo, della Spagna di Ferdinando VI di Borbone, nonché dell’Olanda e della Russia. In buona sostanza, le due grandi e solide alleanze che si erano confrontate ad Aquisgrana erano quelle tra la Francia di Luigi XV di Borbone e la Prussia di Federico II Hohenzollern da un lato e, dall’altro l’Austria di Maria Teresa d'Asburgo e l’Inghilterra di Giorgio II di Hannover. E tali alleanze erano uscite grandemente rafforzate a conclusione della guerra di successione austriaca. Ma la decisa volontà di Maria Teresa di riappropriarsi della Slesia per riportarla nell’ambito del corpo territoriale del Granducato d’Austria sarebbe stata determinante per una brillante manovra diplomatica passata alla Storia con il nome di “rovesciamento delle alleanze”che avrebbe portato ad un nuovo conflitto, su basi mondiali, conosciuto come “guerra dei sette anni”, che ebbe inizio nel 1756 e vide la conclusione nel 1763. L’oggetto del desiderio di rivincita di Maria Teresa era la prosperosa provincia della Slesia. Per poter rientrare in possesso della ‘sua’ Slesia, l’Imperatrice Maria Teresa fece appello alle notevoli capacità politico-diplomatiche del suo primo ministro, ovvero Cancelliere di Stato, il conte Anton Wenzel von Kaunitz-Rietberg. Questi si lanciò nell’impresa ed ebbe l’intuito che, per poter raggiungere lo scopo, era necessario scardinare la solida e ben collaudata alleanza franco-prussiana. Il piano proposto dal Kaunitz fu immediatamente condiviso dalla sovrana che nel 1750 lo inviò a Parigi come ambasciatore d’Austria con il preciso obiettivo di guadagnare alla causa asburgica Re Luigi e sottrarlo all’alleanza con Federico II che a Vienna veniva definito ‘il brigante di Potsdam’. Kaunitz restò a Parigi fino al 1752 ma non riuscì a convincere Re Luigi della inaffidabilità del prussiano, a causa della ritrosia del Borbone ad abbandonare il

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suo tradizionale alleato e, contemporaneamente, a convincerlo ad abbracciare la causa degli Asburgo, dal momento che costoro erano, ed erano sempre stati, gli storici nemici della Francia. Pur tuttavia, al suo rientro a Vienna, l’ambasciatore poté rassicurare Sua Maestà Imperiale che ormai il sovrano francese era pronto a rivedere tutto il quadro delle alleanze o, quanto meno, che il Re di Francia aveva cominciato a porsi il problema della inaffidabilità del Re di Prussia. Parallelamente all’Austria, impegnata in complesse manovre diplomatiche per rientrare in possesso della Slesia, anche l’Inghilterra era impegnata a risolvere un problema di carattere territoriale, ovverosia la sicurezza dell’Hannover, terra d’origine di Re Giorgio II. La terra natale della dinastia regnante in Inghilterra, essendo ricca di miniere di carbone e dotata di terreni estremamente fertili, destava gli appetiti di vari regnanti. In modo particolare, secondo gli inglesi, di Re Federico II di Prussia. Il primo ministro di Re Giorgio II, Newcastle, dopo aver verificato che l’Austria non era in grado di sostenere militarmente una difesa congiunta dell’Hannover, chiese il sostegno della Russia, ove regnava la zarina Elisabetta Petrovna, figlia di Pietro I il Grande. La Russia, poiché temeva le mire espansionistiche del piccolo ma agguerrito Stato prussiano, nel 1755 strinse un accordo con la Gran Bretagna, la cosiddetta Convenzione di San Pietroburgo, mediante la quale, in caso di invasione, si offriva di intervenire militarmente nell’Hannover con la clausola che i costi dell’intervento militare e della permanenza del contingente zarista sul posto fossero sostenuti dall’Inghilterra. Federico II, forte ancora dell’alleanza con la Francia, considerò l’accordo anglo-russo come una minaccia di accerchiamento, soprattutto in virtù del fatto che la Francia stava subendo una serie di sconfitte militari ad opera dell’Inghilterra, per cui non sembrava in grado di poter intervenire militarmente a sostegno della Prussia. Attraverso i canali diplomatici, Federico II fece pervenire a Londra la propria assicurazione di non possedere alcuna mira espansionistica sull’Hannover e si offrì di garantire la propria neutralità in un eventuale conflitto anglo-francese attraverso la sottoscrizione anche di un formale impegno diretto. Il 16 gennaio del 1756, infatti, Giorgio II e Federico II sottoscrissero la Convenzione di Westminster mediante la quale i due contraenti si impegnavano ad impedire il passaggio di qualunque esercito straniero sul suolo della Germania. In buona sostanza, l’alleanza franco-prussiana cominciava già a vacillare. Anche tra la Francia e l’Austria si erano

instaurati negoziati diplomatici, sollecitati essenzialmente dal Kaunitz, al fine di demolire l’alleanza che univa ancora Re Luigi a Federico II. Il Cancelliere austriaco, il 21 agosto 1755, consegnò un memoriale al Re di Francia nel quale pianificava addirittura lo smembramento dello Stato prussiano con conseguenti accrescimenti territoriali per tutti gli alleati compreso la Francia. Sarebbe stato sufficiente, per l’Austria, che la Francia avesse dato soltanto il proprio assenso al progetto; non era necessario alcun intervento diretto nelle operazioni militari. Nonostante il memoriale di Kaunitz e nonostante il comportamento tutt’altro che irreprensibile di Federico II nei confronti dell’alleato Francese, Luigi XV

comunque non riteneva di dover rompere l’alleanza con la Prussia. Allorquando, però, venne a conoscenza che la Prussia e l’Inghilterra avevano sottoscritto la Convenzione di Westminster, il Re di Francia ruppe gli indugi ed avviò una lunga trattativa diplomatica per cercare di riequilibrare il quadro delle alleanze diplomatiche in Europa che, allo stato, appariva troppo sbilanciato verso l’Austria e l’Inghilterra. Il Borbone avviò trattative diplomatiche con l’Austria, per evitare l’isolamento diplomatico in cui era caduta la Francia. I negoziati tra Francia e Austria si conclusero con la firma del trattato di Versailles, il 1°

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maggio 1756, mediante il quale l’Austria si impegnava a restare neutrale nel conflitto in atto, tra la Francia e l’Inghilterra, nelle colonie d’oltremare; mentre la Francia rinunciava a qualsiasi aggressione ai territori di Maria Teresa, compresi i Paesi Bassi. Il trattato prevedeva, inoltre, anche una parte difensiva nella quale ciascuna delle due potenze si impegnava ad accorrere in difesa dell’altra nell’eventualità di una aggressione da parte di terzi. Il trattato di Versailles si configurava sostanzialmente come un accordo difensivo. Una delle conseguenze della Convenzione di Westminster fu la reazione della Zarina Elisabetta che vide vanificate tutte le certezze conseguite con la Convenzione di San Pietroburgo, sottoscritta con l’Inghilterra. Ormai la Prussia, forte degli accordi sottoscritti con gli inglesi, avrebbe potuto riprendere facilmente la politica espansionistica verso oriente a danno della Polonia, minando quindi gli interessi della Russia. La qual cosa indusse la Zarina a riprendere e a stringere ancor di più i rapporti di alleanza con l’Austria e la Francia, a cui si unirono anche la Sassonia, la Polonia e la Svezia. Il cosiddetto “rovesciamento delle alleanze” era ormai un fatto compiuto. Le due dinastie che si erano sempre combattute, cioè gli Asburgo e i Borboni, ora si ritrovavano alleati. Mentre l’Inghilterra, tradizionale alleato dell’Austria, ora si ritrovava alleata della Prussia, sul fronte opposto.Re Federico di Prussia, avendo preso coscienza dell’alleanza tra la Francia, l’Austria e la Russia e ritenendo l’Inghilterra non in grado di intervenire sul continente, si sentì accerchiato e, ad evitare una più che probabile aggressione, effettuò lui la prima mossa invadendo la Sassonia, tradizionale alleato francese, il 29 agosto 1756, senza preavviso e senza una formale dichiarazione di guerra. Con l’invasione della Sassonia ebbe inizio il lungo conflitto passato alla Storia come “guerra dei sette anni”. Sul piano strettamente militare, i prussiani conseguirono due immediate vittorie nel mese di ottobre 1756. La prima sugli austriaci nella battaglia di Lobositz, in Boemia, e la seconda sui Sassoni nella battaglia di Pirna, sul fiume Elba presso Dresda. Il conflitto si era esteso immediatamente in Nord America, ove francesi e inglesi avevano cominciato a darsi battaglia immediatamente e dove i francesi, al comando del maresciallo Montcalm, avevano sconfitto le truppe di Re Giorgio, liberando completamente la regione dei Grandi Laghi dalla presenza britannica. Con l’avvento del Pitt, nelle fila inglesi, le operazioni militari in terra americana subirono un netto rovesciamento:dalle iniziali sconfitte si passò ad una lenta ma costante ripresa a favore della Gran Bretagna. Anche nell’area caraibica la Francia dovette accusare altre sconfitte per mano britannica, cedendo, di conseguenza, la Martinica ed altre isole, compreso la Guadalupa. Contemporaneamente allo svolgimento del conflitto in terra americana, William Pitt ritenne opportuno e necessario aprire un nuovo fronte con la Francia sul continente europeo, al fine di impedire ulteriori invii di truppe francesi oltre Atlantico e consentire il consolidamento delle conquiste britanniche. In vero, il conflitto in terra d’Europa non aveva avuto un inizio eccessivamente favorevole per la corona britannica. I francesi avevano, infatti, ottenuto una smagliante vittoria sugli inglesi nella battaglia di Hastenbeck, nell’Hannover, il 26 luglio 1757, seguita dall’occupazione sia dell’Hannover stesso che del Brunswick. Ma Pitt provvide a ricostruire l’esercito dell’Hannover che, un anno dopo, il 23 giugno 1758, sotto il comando del Duca di Brunswick riuscì a sconfiggere i francesi nella battaglia di Krefeld, nella Renania-Westfalia, il 23 giugno 1758, respingendo le truppe nemiche fino al fiume Reno presso il quale si

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attestarono fino al termine del conflitto. L’atteggiamento aggressivo di Federico II ottenne come effetto il rafforzamento dell’alleanza austro-francese che si trasformò da difensiva in offensiva, con l’obiettivo dello smembramento dello stato prussiano. Re Federico conobbe una prima sconfitta per mano austriaca nella battaglia di Kolin in Boemia, il 18 giugno 1757, che portò anche all’occupazione della Slesia e di Berlino. Subito dopo, il 5 novembre 1757, conseguì, invece, una trionfale vittoria sui francesi nella battaglia di Rossbach, forse la vittoria più fulgida della sua storia. Un mese dopo, il 5 dicembre 1757, fu invece la volta degli austriaci, guidati da Carlo di Lorena, ad essere sconfitti nella battaglia di Leuthen, a seguito della quale il re prussiano riconquistò la Slesia perduta. Dopo aver sconfitto i Russi nella battaglia di Zorndorf, il 25 agosto 1758, Federico II dovette registrare il 12 agosto 1759 una sconfitta decisiva e senza precedenti nella battaglia di Kunersdorf. La situazione era ormai compromessa e si andava delineando una definitiva sconfitta per il piccolo ma agguerrito stato prussiano. Federico II riuscì, tuttavia ,ad ottenere altre due importanti vittorie sull’esercito austriaco, a Liegnitz il 15 agosto 1760 e a Torgau il 3 novembre dello stesso anno. Agli inizi di gennaio del 1762 moriva la zarina Elisabetta Petrovna a cui succedeva il nipote Carlo Pietro Ulrico di Holstein-Gottorp, come zar Pietro III. Questi, grande ammiratore di Federico II, si affrettò a sottoscrivere (5 maggio

1762) un trattato di pace con la Prussia sottraendosi definitivamente dal conflitto. Ma il regno di Pietro III durò molto poco. Pochi mesi dopo la sua incoronazione, nello stesso anno 1762, lo zar fu eliminato a seguito di una congiura di palazzo. Gli successe la moglie, Sofia Augusta di Anhalt-Zerbst, che ascese al trono con il nome di Caterina II, passata alla Storia come Caterina la Grande. La nuova zarina non condivideva affatto l’amore del defunto marito per il Re di Prussia. Denunciò gli accordi di alleanza sottoscritti da Pietro III e disimpegnò definitivamente la Russia dal conflitto proclamando la propria neutralità. Nel momento in cui la Russia uscì definitivamente dal conflitto, l’Austria e la Prussia decisero, così, di sedersi al tavolo dei negoziati cercando di avviare a conclusione un conflitto che era durato fin troppo e che non era più sostenibile da alcuno. Le trattative per il raggiungimento della pace furono

guidate da Augusto III di Sassonia, Re di Polonia, e si svolsero presso il suo castello di Hubertsburg. Il 15 febbraio 1763 le due potenze sottoscrissero in questo castello l’omonimo trattato di pace che, sostanzialmente, riportava l’assetto geo-politico dell’Europa allo status quo ante, cioè alla situazione esistente, nel 1756, alla vigilia del conflitto. La Prussia manteneva il possesso della Slesia, l’Austria doveva abbandonare definitivamente ogni velleità di rientrare in possesso della Slesia. Il 10 febbraio del 1763, pochi giorni prima della firma del trattato di Hubertsburg, anche la Francia e l’Inghilterra avevano sottoscritto a Parigi un trattato di pace che aveva definitivamente posto fine anche al loro lungo conflitto. Il trattato di pace di Parigi, preceduto dai preliminari di Fontainebleau tenutisi nell’autunno dell’anno prima, anche se imponeva un prezzo abbastanza alto alla Francia, non fu affatto umiliante, tant’è che il Parlamento inglese, nel ratificare gli accordi ebbe a rilevare che l’ex nemico era stato trattato con eccessiva indulgenza perché le erano stati restituiti troppi territori sul continente europeo, caduti in mano britannica lungo il corso del conflitto. Altri, invece, ebbero a far rilevare che una nazione come la Francia non andava umiliata, ad evitare, in futuro, propositi di rivalsa. Il conflitto durato sette anni, combattuto su tre continenti, Europa, America ed Asia, primo vero conflitto mondiale della storia, di fatto ebbe un solo vero vincitore, la Gran Bretagna. con la Pace di Parigi, Giorgio III riuscì ad estromettere completamente la Francia dall’America settentrionale, sottraendole interamente il Canada. La Francia dovette cedere

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anche alcune isole delle Antille caraibiche, tra cui la Guadalupa e la Martinica, nonché il Senegal e il Senegambia in Africa occidentale. Sul continente asiatico le acquisizioni inglesi risultarono ancora più consistenti, con la conquista di Calcutta, del Bengala e della regione del Bhiar, della città di Pondichery e dell’intera regione del Deccan. Dalla Spagna l’Inghilterra ottenne la Florida. La Prussia riuscì soltanto a salvare sé stessa e la Slesia. Altra grande sconfitta fu l’Imperatrice Maria Teresa che, dopo ben sette anni di guerre che avevano scosso le finanze di uno stato ben solido come l’Austria, dovette rassegnarsi alla definitiva perdita della Slesia, orientando la politica espansionistica dell'Austria verso altri territori come la Baviera ed i Balcani. L’alleanza tra la Francia e l’Austria venne comunque mantenuta e ulteriormente rafforzata ed ebbe il suo punto di massimo nel matrimonio, celebrato nel 1770, tra l’arciduchessa Maria Antonietta, figlia di Maria Teresa, con il Delfino di Francia che sarebbe diventato Re con il nome di Luigi XVI. Questa alleanza costituì uno dei capisaldi della politica asburgica, che consentì un ventennio di pace in tutta l’Europa occidentale.

b) Ambienti e luoghi principali

Il film è ambientato tra Germania prussiana e Gran Bretagna, in bellissimi e grandissimi palazzi.

c) Arco di tempo in cui si sviluppa la storia

La storia dell'ascesa e del declino della fortuna del protagonista si dipana tra il 1756 e il 1789.

° PERSONAGGI

Protagonista (chi è,descrizione fisica,cosa fa..): Redmond Barry , interpretato da Ryan O’ Neal, è un giovane aitante ragazzo dall’aspetto gradevole alla vista: alto, biondo, occhi azzurri, un tipico ragazzo che ben conosce le proprie possibilità e desidera far notare a tutti con questa sua irrefrenabile voglia di essere qualcos’altro o qualcosa di più. Personalità (carattere,abitudini,sentimenti ecc..) Barry è ferocemente ingannato dalle apparenze, sedotto dall'illusione di un miraggio e infine distrutto da

questo stesso miraggio dopo averlo raggiunto. Barry è trascinato dagli eventi ed è espropriato della possibilità di potere guidare il proprio destino. L’itinerario di Barry non è "riscattato" neppure dalla folle parzialità di un'ossessione, di un desiderio incondizionato di possesso, esso è solo il dipanarsi casuale e senza splendore di una vita che procede unicamente verso la propria rovina. Trascinando con sé le illusioni della giovinezza, perdendole lungo il cammino, Barry, non ritrova in fondo alla strada nessuna consapevolezza, non raggiunge alcuna morale. Kubrick è così che lo lascia sparire, non da accesso alla sua coscienza (come non da accesso a quella degli altri personaggi), svuotandolo di ogni contenuto interiore. È in questo modo che la sua sconfitta può essere rappresentata in maniera radicale, la voce interiore, infatti, offre la possibilità di una consolazione, può consentire al personaggio di raccogliere il proprio destino, di dargli un senso, mentre ciò che conta, in Barry Lyndon, è soprattutto mostrare un personaggio completamente inadeguato rispetto agli avvenimenti di

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cui è stato protagonista, irreparabilmente schiacciato dal loro peso; figura sostanzialmente di superficie, dalla quale diparte il tracciato che dall'illusione alla disillusione procede inesorabilmente verso lo scacco. Ma dobbiamo dare atto che Redmond Barry è un padre che da tutto per suo figlio (quello naturale) e lo ama alla follia realizzando tutti i suoi desideri, disperandosi moltissimo per la sua morte. Altri personaggi importanti:

• Lady Lyndon • Lord Bullingdon • Lady Barry

Descrizione (nome,aspetto fisico,personalità):

1. Lady Lyndon è una bellissima donna aristocratica, che come tutte le altre sa mettersi da parte per il marito ed impegnarsi affinché il coniuge raggiunga i suoi obbiettivi. Lady Lyndon, però, rimane delusa di Redmond Barry, e non solo per il fatto di averlo colto in flagrante mentre baciava una domestica. Lady Lyndon è una donna tremendamente romantica, come anche accenna la voce narrante, e spera, dunque, che, sposando

Redmond, riacquisti la sua dignità di moglie, perdendo la sua sola utilità di statuina, che aveva assunto quando era sposata con Charles Reginal Lyndon, ma così non sarà e continuerà ad essere una statua nelle mani del marito da far ammirare agli amici, senza ricevere in cambio amore, in quanto ben presto si rende conto che ciò a cui maggiormente tiene Redmond è il suo titolo. Oltre ad essere una moglie, Lady Lyndon è anche una madre che ama e che ugualmente viene amata dai propri figli, che sono necessari per la sua sopravvivenza, una volta privata del primo si lega maggiormente al secondo e, una volta morto l’ultimo non vede alcuna ragione che la possa tenere ancora in vita, tentando il suicidio.

2. Lord Bullingdon è un giovane ragazzo, che viene privato dal padre in tenera età e ne vede comparire un altro, che ha tutte le intenzioni tranne quella di accudirlo. Al momento della morte del padre, Bullingdon pensa di doverlo sostituire e di dover divenire lui stesso, anche se giovane, l’uomo di casa Lyndon, occupandosi della madre e dei beni di famiglia, ma così non è: un altro uomo si prende quegli oneri che non gli appartengono, si prende libertà che non

gli devono, invece, essere accordate, in quanto non partecipante della famigli e, ancor peggio, non nobile, ma un vero e proprio approfittatore, che Lord Bullingdon non intende chiamare “padre”. Ma il suo odio verso Barry cresce ancora di più quando vede sua madre ferita e

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tradita da quell’uomo, lei che diviene l’unica persona importante e sincera che lui conosca, ma che lascerà da sola, quando diventa impossibile instaurare un rapporto con Barry. Però, come un bravo figlio, rivendica, anche se troppo tardi e inconsapevole di recare dolore alla madre, non permettendole più di vedere il marito, i suoi diritti e oneri in casa Lyndon.

3. Lady Barry è una donna che vuole molto bene a suo figlio, che, dopo la funesta morte del marito, vuole crescere da sola, in fatti è per il solo bene del figlio, oltre che per il rispetto che ha per il suo defunto consorte, che decide di rifiutare tutte le proposte di matrimonio e le dichiarazioni che le venivano fatte da tutti gli uomini del paese. Dopo tutte le rinunce e le fatiche fatte per il figlio desidera vederlo stabile e sicuro monetariamente, consigliandogli di acquistare un titolo nobiliare. Lady Barry sa rendersi utile nei momenti giusti, aiutando il

figlio nell’amministrazione finanziaria in casa Lyndon. Vediamo, dunque, come la signora Barry è una madre e nonna premurosa, ma d’altra parte una donna molto astuta e approfittatrice.

3. Significato globale del film 3.1 – Sapresti indicare brevemente qual è il messaggio più significativo del film? In questo film vengono esaminati temi molto attuali in questi tempi, come quello dell’ambizione personale, del desiderio di potere e di denaro. Oltre a questi temi, ve ne è un altro molto importante che incide molto sulla vira di Redmond Barry: la tematica del duello. Infatti la prima immagine del film e' quella dello sfortunato duello nel quale perde la vita il padre di Redmond: e' il primo segno della debolezza del protagonista; la morte del padre inscrive l'intera narrazione sotto il segno della sconfitta, che puntuale arrivera' nel duello finale (assente nel romanzo) del maturo Lyndon con il figliastro Bullingdon: Barry verra' battuto a causa di un cedimento emotivo. Egli infatti aveva gia' vinto il duello con l'inesperto Bullingdon, ma, reso sentimentale e debole dalla morte del prediletto Bryan, decide di risparmiarlo; forse in quel Bullingdon furioso rivede se stesso contro il capitano Quin; fatto sta che l'errore gli e' fatale. La vita si conferma simile a una dura partita a scacchi ove il minimo errore, la più futile distrazione può condurre alla rovina. Dal duello individuale si passa ora allo scontro tra "branchi", ben noto nel cinema kubrickiano; si tratta questa volta di branchi ben ordinati ed elegantemente vestiti nelle loro sgargianti uniformi, ma in fondo poco cambia: brutalita', sangue, mutilazione, saccheggi e stupri rimangono la sostanza di tali scontri, volti a dar soddisfazione a questa e quella casa regnante, impegnate in una lotta per il Potere. Si accenna perfino alla barbara pratica del rapimento di giovani, forzatamente arruolati negli eserciti, pratica peraltro che anticipa il destino di Barry allorché, scoperto nel suo tentativo di diserzione dal capitano Potzdorf, viene a sua volta cooptato di forza nel temibile esercito prussiano. Un duello è un tipo di combattimento formalizzato tra due persone. Nelle modalità in cui è stato praticato dal XV al XX secolo nelle società occidentali, un duello ricade sotto una precisa definizione: un combattimento consensuale e prestabilito, che scaturisce per la difesa dell'onore e della rispettabilità, tra due contendenti armati, dotati di armi uguali e di uguale potenzialità letale, svolto secondo regole accettate in modo

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esplicito o implicito, generalmente accompagnato da secondi (accompagnatori ai quali può essere consentito di prendere parte al combattimento), e in aperta contravvenzione della legge. Il duello ha luogo generalmente su richiesta di uno dei contendenti (lo sfidante) per vendicare un insulto di grave entità, e tale da ledere la rispettabilità di chi lo subisce. L'obiettivo del duello non è tanto uccidere l'avversario quanto ottenere soddisfazione, ovvero ristabilire l'onore e la rispettabilità dimostrando la ferma volontà di mettere in gioco la propria incolumità per esse. I duelli si distinguono dalla pratica medievale del processo per combattimento, poiché il duello non mira a stabilire la ragione di una delle parti, e non è un procedimento legalmente accettato. Infatti, il duello è per eccellenza un'azione illegale, anche se in molte società in cui il duello era socialmente accettato i partecipanti venivano raramente perseguiti – o comunque non imprigionati in seguito a processo. Poiché l'onore era per antonomasia la virtù dei soli gentiluomini, solo questi erano considerati qualificati per prendere parte a un duello. Se un gentiluomo fosse stato insultato da un individuo di classi inferiori, per il primo sarebbe stato normale, anziché sfidarlo a duello, colpirlo con un bastone, con una frusta, o farlo colpire dai propri servitori. Il duello è oggi illegale in tutti gli Stati del mondo, eccezion fatta per il Paraguay, dove è regolamentato. Il duello, quale mezzo di riparazione di ingiurie, era sconosciuto nell'antichità, se non per trarre auspicio, una pratica che veniva utilizzata soprattutto dai Germani: essi erano usi, infatti, rapire un soldato di un popolo nemico prima di una battaglia e farlo sfidare da un loro combattente, cercando di prevedere l'andamento dello scontro dall'esito del duello. Il combattimento giudiziario, altrimenti chiamato processo per combattimento, ovvero la pratica di risolvere i contenziosi legali attraverso una sfida all'ultimo sangue, trovava invece larga applicazione in un numero di popolazioni germaniche, tanto che se ne trova applicazione nei sistemi di leggi di Franchi, Turingi, Frisoni, Sassoni e Longobardi. La veloce diffusione del duello giudiziario era favorita dal carattere combattivo di quei popoli che, peraltro, venendo in contatto con gli insegnamenti del Cristianesimo, si rafforzarono nella loro istituzione, anziché abbandonarla. Infatti, se era vero, come ammaestrava la nuova religione, che Dio fosse la verità e la giustizia stesse, Egli non avrebbe potuto permettere che nel duello prevalesse l’ingiusto. Se la legge salica del VI secolo proibì l'uso del processo per combattimento, la restrizione fu presto lettera morta, se è vero che nel IX secolo Carlo Magno affermava che nei processi melius visum est ut in campo cum fustibus pariter contendant, quam periurium perpetrent in absconso (sembra meglio che si affrontino armati sul campo, piuttosto che spergiurare continuamente di nascosto). La Chiesa cattolica, d'altro canto, cercava di resistere alla diffusione del processo per combattimento, non solo stigmatizzandolo, ma penalizzandone i partecipanti: al III Concilio di Valenza, tenuto nell'855 sotto Leone IV, venivano così indicati come assassino (peraltro con l'aggravante della perfidia, che ne avrebbe determinato la cacciata dall'assemblea dei fedeli fino all'espiazione di una giusta pena) e suicida (dunque non meritevole di sepoltura con salmi o preghiere) rispettivamente il vincitore e il vinto di un duello giudiziario che si fosse rivelato mortale. Il Clero chiedeva che il combattimento giudiziario venisse sostituito dal giuramento nelle chiese, onde spaventare gli spergiuri con la minaccia delle pene eterne, ma i Signori, dediti alle abitudini guerriere, ritenevano più nobile sostenere i propri diritti con la spada. La lotta della Chiesa contro le pratiche di giudizio per combattimento ebbero comunque la peggio quando Ottone II, salito al trono giovanissimo e nel pieno degli scontri per questioni ereditarie sollevate dalle signorie d'Italia, stabilì che le contestazioni venissero risolte col combattimento, e che allo stesso modo si risolvessero i nodi ereditari sui feudi. Nel 1168 Luigi il Giovane accordò con la Chiesa una carta che stabiliva come a Orléans e dintorni non era possibile ottenere soddisfazione dei debiti inferiori ai 5 soldi col combattimento; questa regola fu completata con la riforma dei diretti

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domini di Luigi IX nel 1260, che tra le altre cose sostituì la prova per testimoni alla prova per combattimento. Il passaggio dal duello come mezzo di risoluzione delle controversie al mezzo di difesa dell'onore si ebbe nel XV secolo, in cui si stabilì l'usanza, tutta aristocratica, di chiedere al re l'autorizzazione a combattere in campo chiuso a fronte di un'offesa ricevuta. Il re, che assisteva al combattimento, poteva interromperlo in qualunque momento, gettando lo scettro tra i combattenti. La superstizione ancorata alla presenza del giudizio di Dio, tale quindi da assicurare la vittoria al giusto e la punizione all'ingiusto, non venne abbandonata, ma il combattimento assunse certamente più un carattere di guerra privata, per motivi più personali che di persecuzione legale. Nel 1547, Enrico II di Francia autorizzò un duello tra gentiluomini della sua corte, ma, essendo rimasto ucciso un suo caro amico, proibì qualunque altro duello fosse stato richiesto sui suoi domini. Non dovendosi più aspettare alcuna autorizzazione regale, dunque, i nobili di tutta la Francia si sentirono in dovere di lavare ogni loro minimo capriccio col sangue, e senza alcuna regolamentazione. Un canone del 1563 promulgato durante il Concilio di Trento insorse contro questa pratica, minacciando di scomunica tutti coloro che partecipassero a qualunque forma di duello: i duellanti, i padrini (coloro che accompagnavano i duellanti al combattimento), i giuristi che vegliassero sullo scontro, gli spettatori, l'imperatore, i re, i duchi, i principi, i marchesi, i conti e qualsiasi altro signore avesse offerto un terreno su cui avesse permesso la singolar tenzone. E, come settecento anni prima, vietò la sepoltura ecclesiastica per chi fosse morto nello scontro. Regole dei duelli:

♣ I duelli potevano essere combattuti con diversi tipi di spada (come per esempio la sciabola o lo stocco) o, dal Settecento, con la pistola. [1] Alcuni armaioli si erano specializzati nella fabbricazione di pistole da duello a colpo singolo, utili esclusivamente allo scopo del combattimento regolamentato tra due persone.

♣ Dopo l'onta, che poteva essere reale

o immaginaria, la parte offesa chiedeva soddisfazione a chi aveva perpetrato l'insulto, [2], comunicandoglielo inequivocabilmente con un gesto simbolico come buttare un guanto davanti a lui. Il simbolismo, che si rifaceva ai cavalieri medievali, era indicato nell'esplicita richiesta fatta da pari a pari da parte di chi chiedeva soddisfazione: lo sfidato doveva accettare (donde il detto "raccogliere il guanto della sfida") o ritenersi disonorato. Contrariamente all'idea comune, schiaffeggiare qualcuno col guanto non costituiva una sfida di per sé, ma poteva capitare da parte dello sfidato, che schiaffeggiando lo sfidante col suo stesso guanto accettava la tenzone.

♣ Le controparti nominavano una persona di

fiducia in loro rappresentanza (un secondo) il cui scopo era selezionare un luogo di ritrovo, col criterio dell'intimità e della riservatezza, affinché il duello potesse svolgersi senza interruzioni. Per questa stessa ragione, e per seguire una tradizione che si radicò molto presto, i duelli

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avevano luogo all'alba. Era altresì dovere dei secondi accertarsi che le armi utilizzate fossero uguali, e che il duello fosse corretto.

A scelta della parte offesa, il duello poteva essere:

∼ al primo sangue, pertanto il duello sarebbe stato interrotto non appena uno dei duellanti fosse stato ferito dall'altro, anche se la ferita era di lieve entità;

∼ tale da proseguire finché uno dei duellanti non fosse così ferito o stanco da essere fisicamente incapace di continuare;

∼ all'ultimo sangue, e in tal caso non sarebbe stata ottenuta soddisfazione se non dalla morte di uno dei contendenti.

In alcuni duelli di spada non era infrequente che il secondo intervenisse per sostituire il contendente che per qualche ragione non poteva continuare - una pratica permessa quando il duellante sostituito non aveva le capacità per maneggiare con dovizia un'arma bianca.

L'avvento delle armi da fuoco cambiò le cose. In tal caso, a una distanza stabilita, i duellanti sparavano un colpo. A questo punto lo sfidante poteva, anche se nessuno era stato colpito, dichiararsi soddisfatto e dichiarare concluso il duello. Altrimenti, un duello poteva continuare fino al ferimento o all'uccisione di uno dei duellanti – ma continuare oltre il terzo scambio di fuoco era considerato barbaro (oltre che ridicolo, se nessuno era stato colpito). Nei duelli di pistola le condizioni erano tali, dunque, che una o due parti in causa potevano volontariamente mancare il bersaglio per

soddisfare le condizioni del duello, senza che alcuno si facesse male o dovesse sentire il proprio onore leso. Va detto che la grande maggioranza dei duelli di pistola era al primo o all'ultimo sangue, in virtù delle proprietà dell'arma, e lo sfidante poteva dichiararsi soddisfatto in qualunque momento. Nei duelli con armi da fuoco i contendenti generalmente iniziavano lo scontro mettendosi schiena contro schiena, impugnando le proprie pistole cariche, per poi fare un certo numero di passi precedentemente concordati, al termine dei quali avevano modo di girarsi fronte al nemico e sparare. Generalmente, più grave era l'insulto e meno erano i passi che i duellanti dovevano fare. In alternativa, veniva decisa dai secondi una distanza, segnata per mezzo di spade conficcate verticalmente nel terreno. Al segnale convenuto, spesso un fazzoletto lasciato cadere, i contendenti potevano avvicinarsi al segno sul terreno e fare fuoco a volontà: era un sistema che riduceva le possibilità di inganno, permettendo ai contendenti di non doversi fidare sul fatto che l'avversario si girasse in anticipo. Un altro sistema prevedeva spari alternati: in questo caso, lo sfidato era il primo a sparare.

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3.2 – Prova ad indicare quali sono i temi che il film affronta, aiutandoti con quelli proposti e aggiungendone eventualmente degli altri: x l’amore x la guerra □ la giustizia □ la giovinezza □ la vecchiaia □ l’incomprensione x il desiderio di successo x il destino □ la natura x l’ambizione personale □ la violenza x la famiglia x il futuro □ le istituzioni sociali □ il lavoro 4. Giudizio personale 4.1 – Spiega se e perché ti è piaciuto il film (o non ti è piaciuto) tenendo conto del modo in cui è stato realizzato (interesse per la storia narrata,recitazione,fotografia,costumi,musica ecc..) Il film mi è piaciuto molto si dalle prime scene, anzi fin dalla prefazione: “Come può un giovane irlandese diventare un nobile inglese?”. Inoltre mi piace, non solo perché è di genere storico, che uno dei miei generi preferiti, ma anche perché è entusiasmante la storia, che è caratterizzata da risvolti sorprendenti e inattesi. Alla fine del film uno può chiedersi: “Può un uomo essere tanto fortunato e sfortunato insieme?”. Questo è il film che incarna meglio il detto “Ad ogni salita segue sempre una discesa!”. Inoltre, Barry Lyndon mette in evidenza irrefrenabile desiderio umano, che non sempre può essere saziato, e ciò porta ad un logorio interiore che porta, a sua volta, all’autodistruzione. 4.2 – A tuo parere,è un film adatto ai ragazzi della tua età? Motiva la risposta. Si, a mio parere questo film è adatto ai miei coetanei, perché potrebbe benissimo, con la sua minuziosa attendibilità e fedeltà ai tempi, sostituire una lezione di storia sui costumi e i modi dei nobili del 1700 europeo. 5. Il Linguaggio del cinema 5.1 Riconosci se il narratore è □ Interno__________ x esterno__________ □ assente 5.2 Il ritmo del montaggio è x lento €rapido €alternato 5.3 Considera gli effetti di luce e l’uso del colore. Rivestono particolare importanza? Quali scene ne risultano poste in evidenza?

Le riprese furono girate unicamente con l'ausilio della luce naturale o, al più, delle candele e delle lampade ad olio per le riprese notturne. Per far ciò, Kubrick ottenne un tipo di obiettivo particolare, simile a quelli che la NASA usava per le fotografie sulla Luna. Il risultato, oltre ad un colpo d'occhio notevole, sono paesaggi e cieli pennellati, ispirati ai dipinti dei grandi pittori dell'epoca ottocentesca. Insieme alla musica, le scenografie riescono ad immergere lo spettatore nell'atmosfera

ottocentesca come pochi altri film. 5.4 Prendi in esame la colonna sonora e in particolare: - la funzione del commento musicale: Il commento musicale diviene fondamentale in questo film, in quanto tiene le redini dell’intero filo narrativo; possiamo, ad esempio constatare che per ogni tipo di scena ( ad esempio quelle militari) viene usato un ciclo di musiche particolare, che evidenzia cosa sta

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accadendo e quale importanza ha nella narrazione tale avvenimento. Così i due duelli sfortunatidel protagonista sono entrambi accompagnati dalla sigla musicale del film, la Sarabanda di Haendel (dalla terza suite per clavicembalo, secondo libro, edita nel 1733 a Londra), resa solenne e minacciosa nella trascrizione per una sontuosa orchestra barocca, trasformata peraltro nella seconda parte in musica "funeraria",che funge da leitmotiv nelle scene dei duelli, esprimendo cosi' la cupa aggressivita' e il desiderio di ascesa del popolano irlandese Redmond e richiama in modo suggestivo nel suo incipit il tema dell'inno inglese God Save the King (1745), inno che, a partire dal 1763, troviamo inserito nei canti rituali delle logge massoniche inglesi e tedesche.. Nelle scene di battaglia invano le eleganti marce di Mozart (dall'Idomeneo, 1781), quelle festose del repertorio militare, i bei colori delle uniformi e il procedere in geometriche schiere dei soldati durante i loro assalti cercano di mascherare la spietata, sanguinosa realtà: migliaia di uomini muoiono al solo fine di stabilire la supremazia di una casata o dell'altra, di una religione (protestante) o dell'altra (cattolica). Nella scena finale in quella silenziosa e ampia stanza semivuota, parte di un palazzo ormai in rovina, una dolente lady Lyndon firma il vitalizio per Redmond Barry mentre risuonano ancora le note del "incantevole" Trio schubertiano, sorta di emanazione nostalgica della lady nei confronti dell'uomo che l'ha sedotta e rovinata. O ancora durante la sequenza del tavolo da gioco, durante la quale un nobile perde e sottoscrive il debito di gioco, la colonna sonora e' costituita dall'aria amorosa "Saper bramate" del Barbiere di Siviglia (1782) di Paisiello. Giova ricordare che l' "originale" Le Barbier de Seville (1775) di Beaumarchais era una commedia buffa che proponeva in Figaro un eroe dinamico, avido e intraprendente destinato a imporsi sugli aristocratici di cui era ancora un servitore. Nella scena della morte del giovane Bryan Kubrick per una volta il suo sguardo freddo aiutato dal commento sonoro della Sarabanda haendeliana, ora trasformatasi in solenne trenodia, getta il protagonista in un abisso di costernazione. Poi dalla ricomparsa di Bullingdon fino al fatale colpo di pistola, tutta la scena e' commentata da un'ossessiva ripetizione del tema della Sarabanda haendeliana, ora affidata alle sole percussione: persi i toni minacciosi, essa compare ora in una versione luttuosa e funerea; pur essendo in tre quarti, il brano finisce con l'assumere i connotati di una lunga marcia funebre destinata a sottolineare la definitiva disfatta di Redmond Barry. Mentre tale brano apre e chiude il racconto, al suo opposto, nel momento centrale del film, appare l'antitetico, dolcissimo tema dell'andante del Trio op. 100 (1828) di Schubert: sulle sue note lady Lyndon cede al fascino di Redmond. - gli effetti sonori: Gli effetti sonori più evidenti sono quelli della battaglia e dei duelli, ve ne sono pochi poiché Barry si dedica maggiormente alla vita di corte. 5.5 Rintraccia le scene in cui gli effetti sonori,musicali e di luce e colore sono complementari e funzionali ad ottenere particolari risultati: Tutto il film è caratterizzato dall’unione del commento musicale con le immagini, ma la più emozionate unificazione tra suoni e figure si ha durante la scena della processione funebre della bara, che contiene il corpo del piccolo Bryan, ormai senza vita, trasportata sullo stesso carretto sopra il quale era stato trasportato per il suo ottavo compleanno, con alcune differenze però: mentre prima le pecore bianche trainavano il carretto, ora sono dei bambini vestiti di nero, e, mentre prima intorno vi era gioia e letizia, ora vi è solo dolore, lacrime e disperazione. Tutta questa sequenza viene accompagnata dalle litanie del Reverendo Runt e dal suono di tamburi che intonano la Sarabanda haendeliana.

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5.6 Prendi in esame le tecniche cinematografiche e in particolare: l’uso degli effetti speciali/I movimenti di macchina più significativi/L’uso delle inquadrature Le inquadrature più significative sono gli innumerevoli e bellissimi campi lunghi, che ci danno una meravigliosa immagine della più belle città d’Europa e i suoi bei paesaggi. Non vi sono molti effetti speciali, tranne che nelle scene di battaglia, dove vengono simulate bombe che esplodono, incendi che divampano e mura che crollano. 5.7 Considera la recitazione degli attori e chiarisci se è: x naturale □enfatica □ ad effetto □ trasandata □meccanica □ teatrale 5.8 Parla della sequenza , a tuo avviso, importante e/o particolarmente significativa, indimenticabile…

La scena più bella ed indimenticabile di tutto il film è il compianto dei genitori al capezzale del figlio. Kubrick riesce a rendere palpabili, percepibili i puri sentimenti dell’amore e del dolore, primo effetto dell’amore incondizionato verso una persona, tanto grande da fingere di essere tranquilli e sereni per il suo solo bene. Indimenticabile la domanda “Papà, sto per morire?” e la risposta “No, Bryan, che dici, non stai per morire tra un po’ ti sentirai meglio”, una risposta molto rassicurante, se non fosse soffocata dalle lacrimi incontrollabili del padre che vorrebbe ma non può fingere. E ancora potremmo definire la

perla della conchiglia la promessa che Bryan fa stringere ai suoi genitori: che loro si vogliano sempre bene, anche se lui non c’è più. Da questa frase si nota anche la premura che un figlio ha verso i genitori e l’accortezza che ha verso il loro rapporto, Bryan ben sa che i suoi genitori non si amano più, e proprio per questo li fa giurare. Ma Bryan non può essere sempre saggio, è pur sempre un bambino e ritorna ad esserlo subito prima di chiudere gli occhi per l’eternità, chiedendo al padre di raccontargli la storia che gli racconta sempre prima di andare a dormire. Molto commovente, inoltre, Redmond quando racconta della gloria e della vittoria con le lacrime agli occhi, continuando la narrazione, anche se intervallata da lunghe pause, per fermarsi solo al gemito di una madre mesta che ha visto suo figlio allontanarsi per sempre. 6 Storia del cinema 6.1 Chi è il regista? Aggiungi altre informazioni e la filmografia essenziale Stanley Kubrick nasce a New York, nel Bronx, il 26 Luglio 1928 da una famiglia ebraica di origine Mitteleuropea asburgica di cui si riscontrerà l'influsso in diversi aspetti della sua opera. Studente mediocre (fatta eccezione per le materie scientifiche), coltiverà gli hobby degli scacchi, del jazz e soprattutto della fotografia. Nel 1945 infatti, una sua foto che ritrae uno strillone all'atto dell'annuncio della morte di Roosvelt, viene comprata dalla rivista "Look" con la quale Stanley inizia una saltuaria collaborazione. Dopo aver seguito per quattro anni i corsi del City College di New York entra a far parte a tutti gli effetti del gruppo fotografico

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della rivista ed inizia a frequentare assiduamente le sale cinematografiche. Segue film europei (Fellini, Antonioni, Bergman) e film Hollywoodiani (Welles, Wellman, Hughes, Huston, Chaplin) ma Ophuls e Kazan rimangono i suoi registi preferiti per ogni loro aspetto: direzione degli attori, movimento di macchina... Sposa una compagna di università, Toba Metz e ritrova un vecchio compagno di scuola, Alexander Singer, che

lavora in una società di produzione di attualità cinematografica e che introduce Stan nel mondo dei documentari e dei cortometraggi a basso costo. Dal 1951 al 1953 egli realizza tre corti: "Day of the fight" (sui minuti che precedono un incontro di pugilato), "Flying Padre" (su un prete del Nuovo Messico che si sposta di parrocchia in parrocchia con un aereo) e "The Seafarers" (reportage su un sindacato dei marinai). Nel 1953 lascia la rivista Look e progetta la realizzazione del suo primo lungometraggio. "Fear and Desire" viene girato da Kubrick sempre nel '53 ma non viene comprato dai grandi distributori e così il regista si rovina economicamente (costò 40.000 $). Nel 1954, aiutato come nel primo caso dal denaro della sua famiglia, Stanley gira per le strade newyorkesi "Killer's kiss" con una formula all'avanguardia. Diversamente dal

suo primo film, egli cura, in questa seconda pellicola, anche la sceneggiatura: e così farà da ora in poi. Vi figura la sua seconda moglie, Ruth Sobotka, in un ruolo marginale. Questi due primi lavori, appartenenti alla cosiddetta epoca amatoriale di Kubrick, ottengono attenzioni dalla critica ma commercialmente si rivelano molto deboli e saranno considerati dal regista stesso in maniera poco indulgente. Nel 1956, dopo l' incontro con James B. Harris, commilitone di Singer e figlio del propietario di una società di distribuzione, la vita artistica di S.K. cambia radicalmente. I due fondano la "Harris & Kubrick Pictures" e allestiscono il progetto di "The killing". Vi collabora la United Artist grazie alla quale viene contattato l'attore Sterling Hayden, che sarà prediletto dal regista stesso. Il film si guadagna anche le attenzioni della MGM inserendo Stanley nel giro che conta. L'anno dopo, 1957, Kubrick adatta un romanzo degli anni trenta e ne estrae "Paths of glory", realizzato sempre in collaborazione con la United Artist, con il sostegno apportato da Kirk Douglas. Subito dopo, egli lavora con Marlon Brando per il film "I due volti della vendetta" ma per i ripetuti screzi con quest'ultimo, decide di lasciare. Brando completerà il film nel 1961. A cavallo degli anni '60, negli U.S.A., nascono due tendenze molto forti seppur contrapposte: da un lato le grandi produzioni di alto livello spettacolare (I dieci comandamenti, Ben Hur...) che nascono per opporsi alla crescita della televisione, e dall' altro le produzioni indipendenti sempre più considerate. Kubrick si troverà contemporaneamente al crocevia di queste due tendenze. Nello stesso 1960, egli gira una superproduzione, "Spartacus" sulla sceneggiatura della quale gli è proibito interferire: proprio per questo motivo egli rinnegherà il film nonostante sia riuscito a dargli un'impronta stile "Paths of glory". Durante la lavorazione di "Spartacus" S.K. ed Harris contattano Vladimir Nabokov a proposito di un eventuale adattamento cinematografico del suo romanzo "Lolita". Dopo una serie di rifiuti, lo scrittore accetta di collaborare ed a quattro mani, con Stanley, scrive la sceneggiatura dell' omonimo film. La pellicola viene girata nel 1962 (scatenando le ire della censura ed allarmando le famiglie più puritane) in Inghilterra dove S.K. finirà per stabilirsi. Nel 1964

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sempre in Inghilterra gira "Dr. Strangelove" sull' onda di una protesta antimilitaristica che ha il culmine nel film stesso nel quale, per la prima volta, vengono trattati temi scottanti con una chiave del tutto comica. Questo film ebbe un grandissimo successo ed elevò Kubrick al rango di Maestro. Affascinato dall' esistenza di vita extraterrestre, nel 1964 S.K. decide di affrontare l'argomento con un film...Tre anni di ricerche e di lavoro, incontri con lo

scrittore Arthur C. Clarke, collaborazioni con autorità scientifiche...Tutto questo ed altro fu necessario per creare un primo abbozzo di sceneggiatura (dalla quale Clarke creerà il suo romanzo), completata però soltanto un anno dopo. Le sequenze con gli attori vengono girate molto presto, circa quattro mesi, mentre la parte con gli effetti speciali, creati da Stanley stesso, richiede ulteriori diciotto mesi di lavoro. Nel 1968 ecco la clamorosa irruzione sugli schermi di "2001- A space odyssey", caratterizzata dal fragore della musica e dall' imponente aprirsi del cinema verso tutte le sue possibilità. Mentre pensa ad un film su Napoleone, ritardato per motivi economici, Kubrick si imbatte nel romanzo di Anthony Burgess, "A clockwork orange". Giudicato molto interessante dal regista, nel 1970 S.K. ne termina lo script in uno stato prossimo all' esaltazione. Per la prima volta si dedica da solo ad un adattamento ma lo fa senza

aggiungere o sottrarre nulla e riscopre le riprese da esterni, abbandonate dal suo periodo americano. La pellicola esce nel 1971.Il lavoro di adattamento di "Barry Lindon" di Thackeray, invece richiese a Stanley un procedimento più oneroso viste le dimensioni del romanzo-fiume. Impossibilitato ad eseguire il suo sogno, "Napoleone", il film, uscito nel 1975, si dimostra un adeguato sostituto. Nel 1975 Kubrick rimane colpito da un altro romanzo, "The Shining", di Stephen King, che gli viene proposto dalla Warner. Egli sacrificherà le abbondanti spiegazioni psicologiche del romanzo per creare un film dall' aspetto grandguignolesco che non sarà accolto dalla critica con l'entusiasmo delle pellicole precedenti, nonostante le numerose qualità tecniche. Ovviamente la naturale rivalutazione di "The Shining" avvenne col passare degli anni, a partire dall'anno di uscita: 1980. Le riprese di "Full Metal Jacket" si estendono dall'estate del 1985 al settembre del 1986 anche esse fondate sull' adattamento di un romanzo scritto in prima persona da un veterano dei marines. Come sua abitudine, a partire da "2001", Kubrick dà prova di una maniacalità fuori dal comune che culmina con la ricostruzione di vecchie rovine nelle quali ambientare l'ultima parte del film. Dal 1987, anno di uscita di "Full Metal Jacket", al 1996, di Kubrick, rinchiuso nel suo antro inglese, non si hanno più notizie. A partire da quell' anno, in assoluto segreto, partono le riprese di "Eyes wide Shut" che vedrà la luce alla fine del 1999. Ancora una volta la pellicola prende spunto da un romanzo, in particolare da una novella di Schnitzler, "Doppio sogno", e segnerà il testamento spiriuale del regista. La carriera di S.K. non può però annoverare tra i capolavori l' ultimo suo sogno :"A.I., Artificial Intelligence" che è stato invece portato sugli schermi da Steven Spielberg il quale era già stato contattato da Stanley in proposito. Stanley Kubrick muore il 7 Marzo 1999, nel sonno.

6.2 Aggiungi informazioni sul contesto produttivo e/o autoriale, e altre notizie sul film

Le riprese durarono otto mesi per una spesa di 11 milioni di dollari. Barry Lyndon venne presentato il 18 dicembre 1975 e benché sia un capolavoro ed abbia ricevuto molti premi, tra cui gli Oscar alla fotografia, scenografia, costumi e colonna sonora non originale, non ha avuto un grosso successo e resta ancora oggi, a torto, uno dei film di Kubrick più

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sottovalutati. Per la sua mania di ricerca della verosimiglianza, Kubrick fece acquistare e rimodellare abiti del XVIII secolo, realizzò parrucche con capelli di giovani donne italiane che prendevano i voti e decise di girare il film in Irlanda, dove i campi aperti sono numerosi ed esistono molti edifici antichi. Tuttavia, il regista venne minacciato dall'IRA per aver fatto marciare l'esercito inglese su territorio irlandese in un periodo di tensione sociale. Le riprese si spostarono subito in Inghilterra.

La rielaborazione kubrickiana del '700 si affida a un imponente apparato iconografico non per trarne ispirazione, ma bensì per riprodurlo fedelmente, interpretandolo come corrispettivo oggettivo (analogo di una vera e propria documentazione fotografica) dell'epoca da ricreare. Come sempre in Kubrick, anche Barry Lyndon si distingue per la rigorosa e maniacale attenzione filologica alla verità del dato da riprodurre, e per il suo impiego all'interno di una elaborazione formale profondamente stilizzata. Elaborazione che mai come in questo caso è già anticipata nella decisione di utilizzare i dipinti dell'epoca quale unica vera realtà attendibile sulla quale costruire interamente le immagini del film. E' un mondo algido e senza vita quello che il film rappresenta, e lo è necessariamente, perché doppiamente estetizzato, alla fonte (i dipinti da cui discende) e in virtù di essi (i dipinti-immagini che i dipinti originali hanno generato); il suo incedere "statico", che Sandro Bernardi descrive accuratamente come una "iconizzazione del movimento"è un'inevitabile conseguenza di ciò. Non può esservi movimento reale in quel museo in cui per Kubrick il tempo ha ormai definitivamente congelato il passato e la storia, e che da quell'altrove che è il presente, l'occhio può solo contemplare nella sua sontuosa irrealtà.