via mare_ 22

67
Mensile di portualità, spiagge, sport, trasporti, viaggi e cultura mediterranea € 2,00 Anno VI N.22 2010 - Spedizione in Abb. Post. - 45% - Art. 2 comma 20/b legge 662/96 N.22 EROS E SIRENE DEL MARE DI SARDEGNA ® Opera di Paolo Curto LE COSTE PIÙ BELLE D’ITALIA - PIÙ PORTI PER L’ISOLA - QUEL MASCALZONE DI ONORATO SURF E REGATE: LE COMPETIZIONI PIÙ AVVINCENTI - LA MIA INDIMENTICABILE ESTATE

description

Numero 22 di ViaMare, la rivista del mare...sardo

Transcript of via mare_ 22

Page 1: via mare_ 22

Mensile di portualità, spiagge, sport, trasporti, viaggi e cultura mediterranea € 2,00

Ann

o V

I N

.22

201

0 - S

pedi

zion

e in

Abb

. Pos

t. - 4

5% -

Art.

2 c

omm

a 20

/b le

gge

662/

96

N.22

EROS E SIRENE DEL MARE DI SARDEGNA

®O

pera

di P

aolo

Cur

to

LE COSTE PIÙ BELLE D’ITALIA - PIÙ PORTI PER L’ISOLA - QUEL MASCALZONE DI ONORATOSURF E REGATE: LE COMPETIZIONI PIÙ AVVINCENTI - LA MIA INDIMENTICABILE ESTATE

Page 2: via mare_ 22
Page 3: via mare_ 22

Giornale di bordo

Giorgio AriuDirettore di Via Mare

LE COSTE PIÙ FASCINOSEE’ il viaggio Via Mare più inebriante che ci possa capitare. Lungo la costa di Baunei, tra bastioni e falesie calcaree, dove l’occhio s’incanta per quell’altra caletta da fissare per sempre, dove Cala Elune e Cala Sisine ti fanno pensare all’Immenso. Signore e si-gnori del mare, amici del vento, qui stiamo attraversando il litorale più fascinoso di tutta la penisola italiana. Per raccontarvelo Alan Balzella lo ha vissuto mille e una volta e dalle sue pagine non stupitevi se emergo-no i colori delle acque e i profumi del gine-pro che spunta prepotente tra le rocce sino a Capo di Monte Santo. Fermatevi per rac-cogliere i silenzi e la magia di Cala Mariolu eppoi sulla baia di Goloritzè immergetevi per celebrare quest’isola che non ha eguali al mondo.

IL MITO DELLA VELACarlo Rolandi ha fatto la storia della vela italiana e con il mitico Agostino Straulino ha conquistato allori e me-daglie in tutto il mondo. Della vela è giudice internazionale e Presidente Onorario – in Federazione - . E’ in-namorato della Sardegna e veleggia ancora dalle nostre parti. Assieme abbiamo ricordato le gare estreme del più grande timoniere della vela az-zurra. Al Mito, al compagno di tante conquiste ha dedicato uno strepitoso libro “Straulino, con la vela nella sto-ria”. Una copia per Via Mare (“per la dolcezza delle parole dedicate al gran-

de campione”) è sempre accanto al pc. C’è dentro il gusto della sfida e l’amore grande per il mare.

PIU’ PORTI, PICCOLI, IN SARDEGNAI diportisti, come i golfisti, amano gi-rare per nuove sfide e nuovi campi. La Sardegna ha un’incantevole sviluppo costiero, ma pochi sono gli approdi. Via Mare, anche con gli scritti del pre-sidente dell’Unione Cantieri Italiani Albertoni, ha più volte invocato una

portualità diffusa per assecondare la vocazione turistica dell’isola. Più por-ti, piccoli, come quella bomboniera di Santa Maria Navarrese, come attra-zione per un turismo poco impattante e risorsa certa per l’economia dell’iso-la, da affiancare ad una rete diffusa di campi da golf: questa può essere la

doppia carta vincente che debbono ca-lare i nostri amministratori regionali.

PENELOPE E’ GIRAMONDOIl viaggio anche a Teatro. Sulla sce-na c’è Caterina Vertova, immersa nel mare cupo delle perdite, del dolore delle sconfitte e della consapevolezza del cinismo predatore dell’Uomo che vuole guerra, senza pietà. E gira, con-vincente, in cerca di un nuovo equi-librio. In cerca della libertà. Il canto per Ecuba attraversa i mari, attraver-sa la Storia, da Troia ai giorni nostri. Viaggiare, si e comunque. Anche in sogno. Anche per prepararsi a rac-contarlo il viaggio. Belli e suadenti i carnet de voyage, ricchi di emozioni, tra la parole e la fotografia o il dise-gno, per allenare gli occhi dei turisti, spesso distratti, ad acchiappare tutto. Così è nata la Summer School della Scuola di viaggio nel Parco Nazionale delle Cinque Terre e scopri che a fre-quentarlo sono quasi tutte donne. Penelope non aspetta più Ulisse, è gi-ramondo.

Ugo Cappellacci Governatore della Sardegna

3

Anton Francesco Albertoni Presidente UCINA Confindustria

Caterina Vertova

M. Lastretti

Page 4: via mare_ 22

PORTFOLIO/

PAOLO CURTO

Page 5: via mare_ 22

PORTFOLIO/PORTFOLIO/ A PORTOCERVO, LE TRASPARENZE E I RIFLESSI DEL MARE, L’EROTISMO DELLA SIRENA NELLE OPERE DI PAOLO CURTO AL BAGAGLINO

PAOLO CURTO

Page 6: via mare_ 22

più portiPIÙ TURISMO

ESCLUSIVAANTICIPIAMO LE LINEE STRATEGICHE

DI UNA LEGGE PER POTENZIARELA PORTUALITÀ IN SARDEGNA

Mau

rizi

o A

rtiz

zu

Page 7: via mare_ 22

7

Si riprende il discorso su portualità, turismo, ambiente e in prima linea troviamo ancora i Ri-formatori di Massimo Fantola, con una nuova proposta di legge volta a completare e potenzia-re quanto già l’isola possiede e ad incrementa-re l’importanza del turismo tra le attività econo-miche della Sardegna. Via Mare ha voluto approfondire, attraverso un incontro con lo stesso leader regionale del grup-po, punti ed effetti di questa nuova proposta di legge.Iniziamo dagli obiettivi principali che la propo-sta si pone e partiamo dai numeri.La proposta di legge ha l’obiettivo di completare e potenziare le infrastrutture turistiche attraver-so due interventi principali che vanno a costitu-ire il nucleo centrale della legge. Il primo preve-de infatti che si arrivi a 24-25 mila posti barca con un incremento di 5 mila posti barca ottenuti dal completamento delle attuali infrastrutture, e il secondo prospetta 3-4 mila nuovi posti bar-ca attraverso la realizzazione di 10 nuovi porti.In che modo sono state individuate le aree in cui far sorgere questi nuovi porti?Innanzitutto va precisato che questa legge na-sce dall’idea di una “programmazione leggera”, cioè da progetti che hanno origine nelle singole realtà comunali e dagli imprenditori. La Regione si limiterà ad indirizzare ma non decide diretta-mente la collocazione dei singoli porti. Chi de-cide è il mercato sulla base dei piani industriali che garantiscano la fattibilità, l’efficienza e la produttività dei singoli porti. Da cosa ha origine l’idea di questa legge?È una proposta di legge che nasce da un’impo-stazione dei Riformatori che puntano sullo svi-luppo della Sardegna e di un’economia legata all’ambiente e al turismo. Siamo sempre stati convinti che dovrebbe crescere in maniera pre-potente l’importanza del turismo nella forma-zione del prodotto interno lordo. Quali effetti vorrebbe avere questa nuova leg-ge?Si propone tre finalità in particolar modo: la pri-ma l’incremento del turismo, a seguire la desta-gionalizzazione del turismo, la terza l’espansio-ne di un turismo delle aree interne. Per il primo è semplice comprendere come si realizzerà: i nuovi porti saranno localizzati in posizioni strategiche per consentire un vero percorso nautico intorno all’isola e per aumen-tare la sua appetibilità da parte di questa fetta di turisti. Quali sono le zone strategiche individuate?Si tratta di otto grandi macro-aree dove si pos

più portiPIÙ TURISMO

ESCLUSIVAANTICIPIAMO LE LINEE STRATEGICHE

DI UNA LEGGE PER POTENZIARELA PORTUALITÀ IN SARDEGNA

Carloforte,LA BANCHINA

Page 8: via mare_ 22

8

And

rea

Mur

aM

auri

zio

Art

izzu

Page 9: via mare_ 22

9

sono realizzare i porti, laddove esistano già le infra-strutture turistiche, affinché la rete dei porti sardi vada a creare maglie sempre più fitte.La proposta prevede un porto nella costa nord oc-cidentale, uno in quella nord orientale, due nella costa orientale, uno nella costa sud orientale, due in quella sud occidentale, tre in quella occidentale. Sono queste, come già accennato, le zone in cui co-muni e imprenditori possono portare progetti. Arriviamo al secondo obiettivo, la destagionaliz-zazione del turismo. In che modo si può arrivare ad ottenere questo risultato?Quello del turismo fuori stagione è un obiettivo che ci siamo sempre posti tra studi del settore e con-vegni. È assurdo continuare a pensare ad un incre-mento del turismo solo sulla base del numero di ombrelloni che vediamo nel mese di agosto nella Spiaggia del Riso. Sappiamo di avere un mare bel-lissimo, ma anche di possedere l’80% di strutture turistiche che lavorano per un massimo di 90 giorni l’anno e per il resto sottutilizzate o inutilizzate.Questa proposta di legge si trova in linea con pre-cedenti iniziative già proposte miranti al medesimo obiettivo: per esempio quella del golf. Creare im-pianti capaci di attrarre il flusso di utenza in cerca di parchi praticabili, potrebbe essere un volano per il turismo fuori stagione. Oppure la proposta per la continuità territoriale per i non residenti. Non è pos-sibile che in un mese come aprile o ottobre costi di più venire in Sardegna di quanto non costi andare a Sharm El Sheik. Solo incentivando i non residenti a trascorrere le loro vacanze qui anche fuori stagione si può raggiungere l’obiettivo.Da considerare anche gli effetti sul piano occu-pazionale.Certo. Incrementando la portualità turistica e la pre-senza di turisti nautici, anche col rimessaggio delle barche nei periodi invernali o con la messa a terra, si creerebbe un buon flusso occupativo anche in quei periodi in cui il flusso turistico è mi-nore. Il terzo obiettivo risulta apparentemente più sle-gato dal progetto sulla portualità.Sì certo, quello dell’incremento del turismo interno può sembrare non sia immediatamente collegato alla questione portuale. In realtà nei piani indu-striali di tutti i porti esiste la possibilità di mettere in collegamento il porto con la zona interna. Penso ad esempio alle zone minerarie, o alle zone adatte all’ippoturismo, al trekking, agli itinerari in biciclet-ta, a tutte quelle attività sportive alternative che in un’isola possono avere con più facilità buone strut-ture, collegamenti e maggiore diffusione.

Alghero, Porto Conte

Page 10: via mare_ 22

10

RIPRENDIAMOCI TUTTA LA

Sono ben 134 i beni dismissibili che con il federalismo demaniale passe-ranno dallo Stato alle amministrazio-

ni locali. Si va dagli isolotti di Caprera a La Maddalena, Fertilia e Muravera. Entro breve tempo la Sardegna si riapproprierà dei beni vicini alle proprie coste (e non solo) e potrà gestirli secondo nuove esigenze e nuovi pro-getti.Si tratta di un passaggio tecnico già previsto dalla legge 14 dello Statuto dell’isola che permette a Regione, Province e Comuni di ottenere a titolo gratuito i propri beni, con l’obiettivo di una loro valorizzazione o una loro vendita, a patto che l’introito venga de-stinato a colmare il debito pubblico.Per farci un’idea di cosa interesserà le coste sarde, possiamo prendere in considerazione solo per Cagliari molti edifici a Calamosca e San Bartolomeo, ma anche le aree dema-niali marittime di Su Siccu e La Plaia. Ancora nella zona di Sant’Anna Arresi abbiamo il reliquato di bonifica in località Su Giganti, a Muravera l’alloggio di Servizio di Capo Ferra-to, un alloggio a Domus de Maria. Spostan-doci verso l’oristanese, troviamo la baracca sulla strada di Torre Vecchia. Nella costa set-tentrionale si trovano invece il villaggio Kar-lic di Fertlia, la casermetta Padrongianos di Olbia-Loiri, l’ex aeroscalo Santa Cecilia sulla Olbia-Arzachena, una porzione dell’ex aero-porto Vena Fiorita, l’area di sedima nell’iso-la dei Gabbiani a Palau. A Porto Torres gli immobili della Guardia di Finanza e del Mi-nistero di Grazia e Giustizia a Cala Reale nell’Isola dell’Asinara. Ci sono poi il bar della località Cala del Faro ad Arzachena e diversi immobili anche a La Maddalena: dal terreno e il fabbricato dell’ex batteria di Punta Tegge ai nove fabbricati che compongono la batte-ria Arbuticci sull’Isola di Caprera, la batteria

ECCO I BENI DEMANIALI CHE TORNERANNO ALLA REGIONE

Candeo e aree limitrofe a Punta Balena, gli isolotti vicino all’Isola di Caprera, la Guardia di Porto Palma e le aree limitrofe sull’Isola di Caprera.Come ha voluto sottolineare lo stesso pre-sidente della Regione Ugo Cappellacci, «in gran parte dei casi si tratta di angoli sugge-stivi della nostra Isola che per troppo tem-po sono stati sottratti alla fruizione pubbli-ca. Convinti che la Sardegna possa trarre maggiori vantaggi dalla tutela di tali beni, vogliamo riaprire questi spazi al pubblico e destinarli a finalità pubbliche. Per ragioni storiche» – ha aggiunto – «questa possibilità finora è stata esclusa del tutto o fortemente limitata. Non vogliamo che ora sia preclusa per sempre».Insomma, col federalismo demaniale i beni torneranno ai loro legittimi proprietari, non per divenire oggetto di vendita - una vendita che procurerebbe vantaggi a lungo termine solo ai privati – ma per entrare a far parte di un nuovo piano di valorizzazione e tutela, le uniche modalità idonee alla creazione di opportunità di lungo periodo di cui tutta la Sardegna ha bisogno.

COSTA

2

Sopra, una veduta aerea nei dintorni di Costa Rey.

Page 11: via mare_ 22
Page 12: via mare_ 22

Nel 2009 abbiamo vissuto una crisi eco-nomica che ha messo a dura prova la capacità di tenuta di molte delle nostre aziende. Oggi, nonostante si intraveda

qualche segnale di lieve miglioramento, sappiamo che il cammino da percorrere sarà ancora lungo e che ci vorrà ancora del tempo per recuperare i livelli produttivi passati e intraprendere la via del-la crescita.Nel primo trimestre 2010 il Pil dell’Italia è cre-sciuto dello 0,6% rispetto al 2009 con una perfor-mance migliore rispetto a Francia, Spagna e Gran Bretagna. Segnali positivi arrivano anche dall’ex-port dove si è registrato, nel primo trimestre, una crescita delle esportazioni del 17,2%.Ciò dimostra la forza del nostro Made in Italy.Per quanto riguarda il comparto della nautica da diporto, per il 2009 avevamo stimato una con-trazione contenuta in una forbice compresa fra il 27% e il 35% .Oggi, sulla base dalle prime elaborazioni dei dati consuntivi 2009, siamo in grado di confermarvi un calo complessivo, 2009 su 2008 del 30,5 %. In questo valore si registra una maggiore sofferen-za dei comparti motori e componentistica , rispet-to alla cantieristica.Siamo comunque convinti che al momento della ripresa economica, la Nautica da Diporto sarà uno dei settori con maggiori margini di crescita. Le no-stre aziende hanno sempre saputo anticipare le tendenze di mercato e stanno tuttora investendo per meglio cogliere i primi segnali di ripresa.La nautica si è trasformata in questi anni da set-tore di nicchia a comparto industriale, un settore trainante e dinamico, che può ancora vantare una leadership mondiale con il 51,3% del portafoglio ordini, nel comparto delle grandi barche.Con oltre 3 miliardi di dollari di valore, l’industria nautica italiana si presenta al primo posto della classifica dei primi 20 paesi esportatori di yacht e barche da diporto nel mondo. Rispetto ad al-tri settori del Made in Italy, storicamente votati all’esportazione, la nostra quota di export si è ridotta ad oggi solo del 15%. La nautica è comun-que al quinto posto, nella graduatoria dei prodotti che guidano la leadership del Made in Italy e che vede l’Italia primo Paese esportatore mondiale, come recentemente certificato da una ricerca del-

Camera, di tre norme:- l’applicazione delle procedure amministrative del Codice della Nautica a tutte le navi da dipor-to, anche quelle che esercitano attività di no-leggio o sono iscritte al Registro Internazionale, - lo snellimento delle procedure dei trasporti eccezionali,- la cancellazione dell’inutile licenza edilizia per i pontili galleggianti – assorbita dalla conferen-za dei servizi. Confidiamo ora nella rapida approvazione al Se-nato. Lo stesso può dirsi per l’Amministrazione e il Comando Generale delle Capitanerie di Porto, che con una semplice circolare che semplifica le formalità portuali delle navi adibite a noleggio ha intanto risolto alcuni problemi inerenti queste uni-tà, senza bisogno di norme di legge. In conclusione, l’industria nautica italiana ha do-vuto fare i conti con le difficoltà del momento ma ha saputo trovare in sé stessa la forza per supe-rarle.La politica, a sua volta, non può farsi imbrigliare dai facili qualunquismi: questa non è l’industria dei ricchi esattamente come la moda non e’ l’in-dustria dell’effimero, sono invece entrambe fra i pochi pilastri economici su cui il Paese può punta-re per rilanciare la sua economia.

la Fondazione Edison.L’innovazione di prodotto e di servizio si stanno rivelando determinanti, accompagnate dalla vo-lontà delle nostre aziende di investire sul territorio italiano, oltre a puntare sull’individuazione di nuo-vi mercati di sbocco.Le iscrizioni già raccolte per la 50ª edizione di-mostrano come il prossimo Salone Nautico Inter-nazionale rafforza la sua leadership: a ottobre ci saranno le aziende, le barche e i visitatori del più importante appuntamento del settore. Ma a ottobre è rimandata anche la politica, come accadeva una volta a scuola, con chi non raggiun-geva la sufficienza. Lo scorso anno - all’Assemblea straordinaria della nautica convocata proprio in apertura del nostro Salone - abbiamo avuto tre ministri ai quali abbia-mo presentato il “Piano generale per la nautica”, che avrebbe attratto 3 miliardi di euro di investi-menti privati.“Dobbiamo farlo subito” – concludevo allora nel mio intervento – “Dobbiamo andare all’attacco, innovare, in tutti i campi, anche sui temi fiscali. Questo è un settore che ancora una volta vuole mettersi in gioco, ma ha urgente bisogno di una politica per la nautica”.Tuttavia, dopo 9 mesi, la riforma della legge 84/94 sui porti attende ancora il parere della Conferenza delle Regioni per proseguire il cam-mino parlamentare, mentre non abbiamo avuto alcuna risposta sulla linea di azione di Italia Na-vigando e la ridefinizione dei canoni demaniali e’ rimandata alla realizzazione del federalismo.La riforma delle aree marine protette è stata incardi-nata al Senato, ma muove troppo lentamente i pri-mi passi dell’iter parlamentare. Sono stati aperti i tavoli tecnici per aggiornare il Regolamento di at-tuazione del Codice della Nautica e il decreto sui titoli professionali e un altro per creare un esame unico nazionale a quiz per la patente nautica, ma sono tutti da concludere.Poi si è aggiunta la questione oggi più attuale - per non dire drammatica - perché ha messo in diffi-coltà il nostro Paese sui mercati internazionali del noleggio dei grandi yacht.Mi riferisco alla mancanza di norme e interpreta-zioni certe sugli aspetti fiscali e doganali che spin-ge i broker a far partire le unità da paesi esteri – in primo luogo la Francia – regalando a loro i benefici fiscali e il rilevante indotto, proprio come avveniva prima dell’introduzione del leasing nau-tico italiano.Leasing – è solo il caso di ricordarlo – che in soli 5 anni ha portato 800 milioni di IVA nelle casse dell’erario italiano, denari altrimenti incassati all’estero. Lo scorso anno annunciammo la nuova circolare dell’Agenzia delle Entrate, alla quale oggi, unita-mente ai loro colleghi delle Dogane, chiediamo lo stesso pragmatismo e rapidità allora concreta-mente dimostrati.A riprova che quando si vuole si possono dare ri-sposte in tempi brevi, vorrei ricordare:•Il risultato politico raggiunto con l’estensione del Decreto incentivi anche alla Nautica;•L’inserimento nel disegno di legge sulla Sem-plificazione, approvato in poche settimane alla

porti & barche

ecco quanta ricchezza

SPECIALE/LA NAUTICA DA DIPORTO ITALIANA PRIMA NEL MONDO

GENOVA, IL SALONE NAUTICO

Page 13: via mare_ 22

porti & barche

ecco quanta ricchezza

La fondazione Edison ha rilevato nello studio presentato pochi mesi fa come l’industria nautica sia la quinta forza dell’export, appena dopo il calzaturiero.Per questo la politica deve avere il coraggio di guardare oltre e darci gli strumenti per continuare a essere leader nel mondo.In mezzo secolo la nautica italiana ha dato fama mondiale a Genova con il Salone Nautico Internazionale, il più grande ed autorevole in tutto il panorama fieristico globale.I dati della 49° edizione del Salone Nautico e le iscrizioni già raccolte per la 50° , dimostrano come la Comunità Nautica Internazionale consideri il Nostro Salone il miglior strumento per il rilancio della propria leadership.

Ecco alcuni dati della prossima edizione:Gli espositori sono 1.400Di cui internazionali il 36%Le barche esposte saranno 2.300,delle quali in acqua 500Le barche inferiori ai 10 metri sono il 60% del totaleLe novità esposte saranno oltre 500Una considerazione degna di nota è che fra queste le imbarcazioni sotto i 10 metri aumentano del 20%La variazione 2003 – 2010 delle voci che caratterizzano la manifestazione (espositori, visitatori, spazi venduti) registrano una variazione positiva di oltre il 35%, la migliore rispetto agli altri Saloni internazionali.Ma il Salone Nautico non è solo questo.Il Salone Nautico ha saputo accompagnare l’evoluzione delle abitudini e della cultura diportistica degli italiani. Infatti, oggi, non è solo vetrina espositiva della nautica, ma anche il momento per fare il punto sui valori in campo: per le imprese, per le istituzio-ni, per i buyer, per gli appassionati. Una grande vetrina per la produzione, un momento di verifica per le politiche di settore e un indispensabile indicatore di mercato. Tutto ciò grazie ad un’intensa attività organizzativa di convegni, seminari, tavole rotonde, eventi collaterali.

*Anton Francesco AlbertoniPresidente UCINA CONFINDUSTRIA NAUTICA

GENOVA, IL SALONE NAUTICO

Page 14: via mare_ 22

IL VARO DI TOMMASO ONORATO

Lungo 29,5 metri e con una stazza che si aggira intorno alle 395 tonnellate, il nuovo rimorchiatore della flotta Moby, chiamato Tom-maso Onorato, è stato varato al Porto di Cagliari alla presenza delle massime cariche civili, religiose e militari.

Il nuovo arrivato porta a venti il numero complessivo di rimorchiatori della famiglia Onorato, presente al gran completo alla cerimonia di inaugurazio-ne. Costruito con le tecnologie più moderne e caratteristiche di altissima manovrabilità, «rappresenta un ulteriore passo in avanti in un’ottica di rinnovo e potenziamento della flotta Moby, sempre più all’avanguardia», afferma il presidente Vincenzo Onorato, «tanto da rendere la Divisione Ri-morchiatori la seconda azienda in Italia nel settore del rimorchio portuale».La Rimorchiatori Sardi, questo il primo nome dell’azienda fondata da Achil-le Onorato, sin dalla costituzione ha perseguito una politica di sviluppo in sincronia con i cambiamenti dei traffici portuali della Sardegna, ottempe-rando a tutte le esigenze di servizio di rimorchio di cui, man mano, gli inse-diamenti industriali delle zone costiere sarde necessitavano. Nei primi anni ‘70 la flotta venne rimodernata con un implemento del numero di rimor-chiatori. Col passaggio di testimone al figlio Vincenzo Onorato, la Divisione Rimorchiatori ha visto un ulteriore impulso nello spirito di innovazione, e ora garantisce servizio nelle zone portuali di Cagliari, Sarroch, Olbia, Porto Torres, Oristano, Arbatax, Portoscuso e Portovesme.

67

1

NUOVO RIMORCHIATORE PER MOBY

Page 15: via mare_ 22

1. La famiglia Onorato al gran completo 2. Vincen-zo Onorato, patron di Moby, con il comandante del nuovo rimorchiatore 3. Il vescovo di Cagliari, Monsignor Mani, benedice il “Tommaso Onorato” 4. Il rimorchiatore “Tommaso Onorato” finalmente all’opera. 5. Achille Onorato e fidanzata 6. Tutti presenti al varo, anche la Guardia di Finanza e la Marina Militare 6. Tommaso Onorato e Gianna Vinci 7. Il presidente Cappellacci con Onorato e Monsignor Mani

5

4

32

Page 16: via mare_ 22

Via alla bolina

Si chiude il sipario sul Louis Vuitton La Maddalena. Hanno vinto “i soliti noti”, citazione d’obbligo per descrivere Emirates Team New Zealand, lo squadrone che arriva dalla Nuova Zelanda, che aveva vinto a Auc-kland e che da anni è il riferimento per sportività e lucidità atletica.

Attorno al timoniere Dean Barker un sistema che ha dimostrato di funzionare. I capelli grigi e l’esperienza di Grant Dalton, uomo degli oceani, motivatore e aggregatore di squadre, sono diventati il solido riferimento del team.Sono ancora loro i più forti del mondo: i kiwi, i velisti che arrivano dalla Nuova Zelanda. La loro è stata una vittoria all’insegna della sportività che contraddi-stingue i grandi campioni, una vittoria nel puro spirito del Louis Vuitton Trophy.Sotto di 2 regate a zero, il team neozelandese ha trovato la grinta e la determi-nazione di ribaltare un risultato che sembrava ormai acquisito.

I KIWIche si allenaronocon le cotolettedi agnello

Via alla bolina

Page 17: via mare_ 22

Ingaggio (Emirates-Artemide)

Sulla loro strada hanno incontrato un team nuovo, forte, di bandiera russa e timoniere polacco. La finale del Louis Vuitton Trophy La Maddalena è finita così: per tre punti a due Emirates Team New Zealand batte Synergy, finalista a sorpresa. Il cammino di Emirates verso la finale è fatto di un round robin finito al terzo posto e di una semifi-nale vinta per due a uno contro Artemis, il sindacato svedese gestito da Paul Cayard. Quello di Synergy è più complesso: round robin finito al quinto posto, quarti di finale vinti contro Mascalzone Latino Audi Team di Gavin Brady per due a uno, semifinale contro All4One di Jochen Schumann vinta per due a zero.

Ingaggio (Emirates-Artemide)

Page 18: via mare_ 22

Artemide straccia lo spinnaker II

Artemide straccia lo spinnaker III18

Il malefico estensore dell’articolo non può fare a meno di ricordare la prima bardana dei neozelandei nei mari sardi, in occasio-ne della One ton cup del 1973 a Porto Cer-vo. Il team, capitanato da Chris Bouzaid aveva noleggiato un onetonner tedesco, lo Hann, ed era giunto in Sardegna con lar-go anticipo per studiare il campo di gara e adattarvisi.Lo sponsor, mr. Stephens, aveva fatto arrivare dalla patria due enormi colli di cotolette d’agnello, con le quali aveva am-morbidito i rappresentanti della stampa nautica mondiale ivi convenuti (...il gior-nalista, prima di tutto, mangia! Franco Belloni).Seguivamo tutti con occhio benevolo e af-fettuoso gli esercizi di questi ragazzoni e ne auspicavamo un successo onorevole in questo mare che, all’epoca, ammanniva

Artemide straccia lo spinnaker II

Artemide straccia lo spinnaker III

Page 19: via mare_ 22

Bolina

19

Bolina

Page 20: via mare_ 22

Ingaggio a boaIngaggio (Emirates-Artemide)

I Pisquiani, special guest

soltanto maestrale a 40 nodi o maestrale a raffiche.Quando si entrò nel vivo della questione, durante la regata lunga, al largo dell’Asinara, Chris fece la pipì fuori bordo e ne seguì la traiettoria nel mare procelloso, con la con-seguenza che i ragazzoni persero qualche ora per trovarlo e ripescarlo, a tutto vantag-gio dell’ Ydra, di Marina Spaccarelli Bulgari, che grazie all’olimpionico ammiraglio Tino Straulino s’aggiudicò la garaLa bella sorpresa è Synergy Russian Saling Team, la squadra condotta dal polacco Ka-rol Jablonski e voluta dal senatore Valentin Zavadnikov e da un gruppo di amici impren-ditori. Synergy ha lavorato bene, esprimendo una progressione che la colloca adesso tra i migliori. Non escono bene, purtroppo, le squadre italiane. La migliore per classifica è Mascalzone Latino Audi Team: partito forte ha incontrato sul suo cammino i russi. Azzurra e Luna Rossa sono nella parte bassa della classifica, in un posto che non può soddisfare i talenti imbarcati. Avranno tempo di rifarsi nei prossimi appuntamenti, a cominciare da Dubai.Fino alla prima poppa della terza regata della finale Karol Jablonski e il suo equipaggio hanno visto da vicino il successo nella grande impresa: erano ad un passo dalla vittoria storica contro l’equipaggio più forte del mondo. La realizzazione di un sogno, la porta

Ingaggio a boaIngaggio (Emirates-Artemide)

I Pisquiani, special guest

Page 21: via mare_ 22

Bolina

aperta verso un futuro importante, la Rus-sia finalmente nel circo massimo della vela. Jablonsky ha sostanzialmente vinto le prime tre partenze e stava conquistando tre punti in regate di vento debole contro Emirates. Però sotto quella boa del cancello di poppa sono affondate tutte le belle speranze di conquista-re per un tre a zero secco la vittoria finale. La drizza del gennaker si è impigliata, la vela è rimasta su, senza alcuna intenzione di scen-dere. Con la coda dell’occhio il pozzetto di Sy-nergy ha visto sfilare all’altra boa gli avversari e Dean Barker sempre più sicuro di sè che si arrampicava deciso verso la boa di bolina.

Bolina

Page 22: via mare_ 22

OnorataPASSIONE

Uno sport che ha sempre fatto dell’uomo il suo vero motore, una disciplina il cui motto è sempre stato nelle parole “ci-tius, altius, fortius” (più veloce, più alto,

più forte). Uno sport che come molti altri sta pian piano assecondando questo slogan facendo pas-sare l’uomo in second’ordine in nome dell’esalta-zione della tecnologia. Ma, fortunatamente, c’è chi, ancora, questa con-dizione di subordine non l’accetta pacificamente.C’è chi ancora rivendica il ruolo cardine dell’uomo dietro ogni vittoria, dietro ogni successo. Nella vela in primis, e nella sua manifestazione più antica, l’America’s Cup, più che mai. Si parla pro-prio di un italiano, Vincenzo Onorato, scelto come sfidante ufficiale da Oracle per la prossima Coppa America, nel 2013. Lui che darà il suo contributo Vincenzo Onorato

Page 23: via mare_ 22

23

OnorataPASSIONE

UOMINI DI MARE: QUEL “MASCALZONE”CHE SOGNA UN’ISOLA LONTANA CON POCHE BARCHE.

MA PRIMA C’È LA SFIDA IN COPPA AMERICA

nella definizione delle nuove barche e della nuove regole, è un imprenditore napoletano, innamorato del mare nella sua semplicità e unicità. Lo esprimono al meglio proprio le sue parole prima di partire per la Nuova Zelanda, dove al Louis Vuitton Trophy lo avrebbe atteso una nuova disputa fino alla finale: “È così bello il caldo, il mare. Tra un po’ sarà anche il tempo di scegliersi un posto dove mi possa ritirare in pensione, un posto dove si possa pescare, un posto con pochi turisti e poche case”.Lui che annovera nel suo palmares velico molteplici suc-cessi nelle più importanti regate, tra cui sei vittorie ai Cam-pionati del mondo, tre nella classe Farr40, IMS, Mumm30, Sardinia Cup ISAF Offshore Team World Championship la Giraglia, lui che nel 2007 è stato nominato Velista dell’an-no, non ha certo perso di vista le ragioni più forti del suo amore per la vela. Riflessivo ma senza mai prendersi trop-po sul serio, ci offre un suo profilo perfetto attraverso la

stesura di uno scambio con la sua coscienza, “Floyd Frugo, l’amico notturno che non vedevo dalle notti di Auckland del 2002”, scrive. Basta il suo ritratto per comprendere tutta l’ironia che lo genera: “basso, brutto eppure sempre felice. Ma come cazzo fai?”, gli domanda. “È la beata incoscienza del giorno prima, prima che il domani sia l’oggi e l’oggi l’an-sia di un nuovo domani”. Quell’incoscienza che, se a parlare così è il suo compagno di viaggi, probabilmente è uno dei segreti che lo conduce ad ogni successo. Quell’incoscienza che insieme a passione e determinazio-ne ci fa riscoprire, ancora una volta, la dimensione umana che si cela dietro ogni disputa agonistica e sportiva.

Page 24: via mare_ 22

superyachtAL TOPNEL MEDITERRANEO

La “Loro Piana Superyacht Regatta 2010” si è conclusa oggi con la vittoria dello scafo malte-se Ganesha. La flotta dei 28 superyacht iscritti alla competizione organizzata dallo Yacht Club

Costa Smeralda è stata suddivisa nelle categorie Per-formance e Cruising a seconda delle peculiarità agoni-stiche o crocieristiche degli scafi. La classifica overall dopo due prove vedeva in testa Indio per i Performance e Ganesha tra i Cruising, ma il calcolo dei rating tra i due scafi ha sancito la superiorità del team di Ganesha. Tagliato lo start line di fronte a Porto Cervo, la flotta ha puntato verso ovest e attraversato lo Stretto fra Capo Ferro e l’Isola delle Bisce fino al Golfo delle Saline da-vanti al Golfo di Arzachena. Costeggiando il versante est di Caprera, hanno puntato in direzione dell’Isola dei Monaci fino all’ultimo tratto di fronte al Golfo del Peve-ro. A trionfare nella regata di oggi sono stati Ganesha e Indio nelle rispettive divisioni.

Entusiasta il commento di Pier Luigi Loro Piana: - Nonostante il vento sia stato incostante, troppo generoso o troppo avaro, la regata si è dimostrata ancora una volta la formula giusta per mettere a confronto la categoria dei superyacht e incenti-vare il meraviglioso sport della vela. Il campo di regata di Porto Cervo è eccezionale – ha aggiun-to Loro Piana – e questa manifestazione non ha eguali in tutto il Mediterraneo.Nel corso della cerimonia di premiazione in Piazza Azzurra sono stati consegnati i numerosi ricono-scimenti speciali previsti per questa edizione, tra cui l’IMA Trophy all’armatore di Unfurled, premiato per il miglior risultato tra i soci dell’International Maxi Association, e il Wally Trophy a Indio. I primi tre classificati per il Trofeo Southern Wind sono stati Farewell, Southern Star e Whisper, mentre Salperton si è aggiudicato il Fitzroy Race Day.

La Sudade in bolina

Maschiacci molto griffati su Farewell

I prodieri

Il Lasco

Page 25: via mare_ 22

superyacht “LORO PIANA SUPER YACHT REGATTA 2010”IN COSTA SMERALDA

Page 26: via mare_ 22

A BIDDEROSAÈ NATA VENERE

Per molti è candidata ad essere la più bella zona co-stiera di tutta Italia: con le sue piccole spiagge, le cale, le pareti a picco sul mare, guglie e pinnacoli di roccia, le grandi spelonche, il Golfo di Orosei si conferma nel tempo un luogo sempre carico di fascino e di mistero, che nasconde sempre nuovi angoli da scoprire.Può essere considerata la zona ideale anche attraverso cui diffondere una nuova idea di turismo in Sardegna, un turismo che non concepisce solo il mare come unica destinazione, ma che fa di quello montano-marittimo il vero percorso per poter apprezzare in toto la nostra isola.Lo scenario più caratteristico di questa costa sono in-fatti le ripide pareti calcaree. Le cale nascono spesso da strette gole, incassate fra le montagne, che penetra-no fino all’interno. Ampie distese di boschi di lecci e ginepri secolari cir-condano i sentieri che dall’entroterra conducono fino

al mare, segnando itinerari d’incanto, dove i soli rumori che rompono il silenzio sono quelli delle aquile e dei falchi che abitano queste montagne, e dove i soli segni lasciati dall’uomo sono quelli provenienti da un mondo antico che dà la sensazione di essere ancora incontaminato.Lo sanno bene non solo le migliaia di turisti che da tutta Europa, ormai, scelgono questi luoghi come meta privilegiata, ma lo dimostrano anche le numerose manifestazioni che di recente sono volte alla diffusione di questo nuovo concetto di turismo, quali la stessa iniziativa dell’Ente Foreste che proprio sul Golfo di Orosei, per la precisione a Bidderosa, ha scelto di collocare la sua ultima tappa di Foreste Aperte.Nessun luogo sarebbe stato più adeguato di questo per una calda giornata di preludio alla stagione estiva, se non la più bella delle tre foreste costiere gestite dall’Ente. «È qui che è nata Venere – afferma lo stesso Salvatore Paolo Farina, presidente dell’Ente – Sono sicuramente legato a questi luoghi da ragioni prima di tutto affettive, visto che io e questa foresta siamo nati e cresciuti insieme, ma non si può negare che non è uno scenario usuale quello che qui è possibile trovare: una foresta che termina sulla spiag-gia, una pineta che sulla sabbia ha inizio e sale fino ai 500 metri di Monte Urcatu, dove spiccano i resti del nuraghe su cui ancora oggi è costruita la vedetta». Uno scenario incantevole da qualsiasi prospettiva si scelga di fruirlo: proprio da qui su,

ALLA SCOPERTA DELLE COSTE PIÙ BELLE D’ITALIA

Page 27: via mare_ 22

A BIDDEROSAÈ NATA VENERE

la distesa di un mare azzurro, cristallino di fronte, e sui lati i due laghi del parco oasi di Bidderosa, Sa curcurica da una parte e il la-ghetto di Bidderosa dall’altra. Tutto intorno, la foresta di oltre 1000 ettari, prevalentemente ricoperta da pini domestici e d’Aleppo, cui

si unisce tutta la vegetazione spontanea di sughera. Leccio, ginepri e palme nane che co-steggiano i sentieri.Non è un caso che questa zona costiera sia divenuta area protetta, soprattutto le cinque cale caratterizzate dal suggestivo susseguirsi di rilievi granitici con ginepri secolari che incor-niciano l’azzurro del mare e sublimi scorci del litorale di sabbia bianca.Ogni cala è di sabbia finissima color grigio, contornata da rocce rossastre ai lati ed ognu-na si conclude con alle spalle le distese di gi-nepri e in alcuni punti i pini. Fioriture di gigli selvatici profumati costellano l’arenile.Un evento come Foreste aperte, con le sue escursioni, i suo i gruppi didattici, la realizza-zione di parchi “avventura” alla Indiana Jones per esplorare le foreste dall’alto, non ha fat-to altro che inaugurare una nuova stagione di interesse per quelle risorse ancora meno note, soprattutto per noi sardi, dal momento che persino il New York Times ha omaggiato quest’oasi come una delle più belle al mondo. Il segreto? Maggiore sarà la tutela, maggiore saranno le persone a voler venire a visitare l’oasi. Una politica che si sta rivelando vincen-te visto il raggiungimento di obiettivi di carat-tere sociale, come la maggior occupazione, e ambientale, vista un’ineguagliata difesa delle spiagge che pongono Bidderosa come model-lo da imitare.

ALLA SCOPERTA DELLE COSTE PIÙ BELLE D’ITALIA

Page 28: via mare_ 22

Pip

i Sur

fact

ion

nella spiaggia dei centomila

Organizzato egregiamente dal Windsur-fing Club Cagliari, dal 6 al 10 luglio è andato in scena il “Campionato Formu-

la Windsurfing European Festival 2010”. Cin-que giorni di emozioni in acqua e divertimento a terra, tra il campo di regata situato di fronte all’Ospedale Marino e la sede del Circolo a Marina Piccola.

Diversi gli atleti provenienti da tutto il mondo, Brasile, Australia e Paesi dell’Est Europa su tutti, autori di grandi battaglie agonistiche. Il caldo torrido e il poco vento hanno in assolu-to dominato la scena durante tutta la mani-festazione, comunque svoltasi regolarmente lungo tutte le regate previste.Marco Begalli (ITA 415), 44 primavere alle

spalle, ha vinto la competizione mettendosi dietro atleti ben più giovani e con tanta fame di vittorie. Vittorie che Marco ha ottenuto in lungo e in largo nella sua carriera, ma che an-cora oggi gli danno la spinta per continuare con forza e determinazione. E per noi sardi, anche l’orgoglio di ammirarlo con i colori del Windsurfing Club Cagliari indosso.

Estate Windsurf

Page 29: via mare_ 22

Secondo tra gli italiani, e quarto assoluto, l’amico e personal trainer di Begalli, Giu-seppe Pugliese (ITA 60), autore di una prova superlativa durante tutta la manifestazione, questa volta gratificante non solo per la vit-toria del “suo” atleta ma anche dal punto di vista personale. Decimo un altro italiano esperto, Arcangelo Delogu che, all’età di 52 anni, è dotato di una tecnica eccellente che lo ha portato ad ottenere questo prestigiosis-simo piazzamento.Festa finale con una regata notturna cui han-no preso parte i soci del Circolo e tutti gli at-leti in gara: poco vento ma tanto, tantissimo divertimento.

Estate Windsurf

Page 30: via mare_ 22

UNA VITTORIAdal sapore speciale

Si è svolto nella acque cagliaritane del Poetto il “Primo Trofeo Davide Beverino”, dedicato al gio-vane windsurfista scomparso poco più di un anno fa in una battuta di pesca proprio nel Golfo di Cagliari. Il fratello Andrea, altro campione di questo sport, è giunto primo al traguardo, ottenendo

una vittoria doppiamente importante.Entrambi adottati dalla Sardegna e da Cagliari in particolare, i fratelli Beverino hanno sempre avuto un forte legame con l’isola. Il Windsurfing Club Cagliari li ha resi parte integrante del circolo e loro si sono perfettamente inseriti nelle attività, ricoprendo anche il ruolo di maestri per i ragazzi juniores.L’appena sufficiente vento non ha aiutato il perfetto svolgimento della manifestazione, articolata quindi su un’unica sessione. Lo spettacolo non è comunque mancato, e Andrea Beverino (ITA 3) ha condotto una gara impeccabile dal punto di vista tattico, lasciando tutti gli avversari alle spalle, persino il pluri-campione Marco Begalli. Buona, anzi ottima, la prova del giovane juniores cagliaritano Maurizio Farigu (ITA 189), giunto quarto nella classifica assoluta.Una prima edizione del Trofeo ampiamente riuscita, sia in acqua per i valori espressi dagli atleti, sia a terra per il significato che la manifestazione aveva. Due giorni di sport e solidarietà, cose comuni nel mondo del windsurf.

ANDREA BEVERINO HA VINTO IL TROFEO INTITOLATO AL FRATEL-LO SCOMPARSO TRAGICAMENTE UN ANNO FA IN UNA DUE GIORNI CHE OLTRE ALL’AGONISMO HA FATTO SPAZIO ALLA MEMORIA DI UNO SPORTIVO LEGATO INDISSO-LUBILMENTE ALLA SARDEGNA.

PRIMO TROFEO DAVIDE BEVERINO

dalla rada di cagliarialla conquista di tunisi

Page 31: via mare_ 22

UNA VITTORIAdal sapore speciale

dalla rada di cagliarialla conquista di tunisi

Correva l’anno 1535 quan-do l’imperatore di Spagna Carlo V decise di organiz-zare una spedizione milita-

re contro i barbareschi che rendevano infide le acque del Mediterraneo. I barbareschi, corsari musulmani so-stenuti dai turchi, a partire dagli inizi del XVI secolo, si erano insediati lun-go le coste dell’Africa settentrionale ove avevano posto le basi delle loro flotte. Nel giro di pochi anni si erano impadroniti di Algeri, Tunisi e Tripoli, avevano rovesciato le antiche dinastie regnanti e dato vita a vere e proprie città-stato formalmente dipendenti dall’Impero Ottomano ma in realtà or-ganizzate in modo del tutto autonomo e dedite esclusivamente alla guerra da corsa. L’attività principale dei barbareschi infatti consisteva nell’assalto alle navi cristiane e nelle spedizioni lungo le

coste degli stati europei al fine di cat-turare schiavi da vendere nei mercati delle loro città o da liberare a fronte del pagamento di cospicui riscatti.La loro aggressività era aumentata col passare degli anni, soprattutto da quando sui mari si era imposta l’ege-monia del corsaro Khair el Din, detto Barbarossa. Abile guerriero e spregiu-dicato politico, era subentrato nel do-minio di Algeri al fratello Horuk che vi si era insediato nel 1515. Operava nel Mediterraneo occidentale al servizio del sultano turco Solimano il Magnifi-co e, dalla sua roccaforte, minacciava la presenza spagnola in Nord Africa.Anche in Sardegna, per quanto il territorio fosse povero di risorse e di popolazione, le incursioni avevano as-sunto ritmi e dimensioni sempre più preoccupanti. Nel 1509 i barbareschi avevano saccheggiato Cabras e fatto prigionieri molti abitanti. Nella notte

di Ognissanti del 1514 avevano at-taccato il villaggio di Siniscola: più di cento persone erano state ridotte in schiavitù e quanti avevano cercato di ribellarsi erano stati uccisi. Stessa sorte era stata riservata nel 1520 ai centri costieri di Sant’Antioco, Pula e Carbonara; quindi alla Marina di Oristano ed al villaggio di Caresi, in Gallura, che fu devastato. A Sant’An-tioco i corsari fecero ritorno nel 1525, in occasione dei festeggiamenti in onore del santo patrono, ma furono cacciati dalla popolazione. Due anni dopo attaccarono Castellaragonese e occuparono l’Isola Piana presso l’Asi-nara.Sempre nel 1527, un altro gruppo di barbareschi, guidati dal rinnegato Scacciadiavolo, sbarcò nel porto di Terralba e devastò alcuni villaggi vi-cini. Molti abitanti fuggirono; alcuni, presi alla sprovvista, furono catturati.

Le case vennero saccheggiate e i cam-pi arsi. I corsari torturarono un prete e violentarono molte donne (tra cui la bellissima Sofia Bonorcili). Quindi si prepararono a correre su Mogoro, Pa-billonis e San Gavino ma un violen-to temporale salvò quei villaggi dalla sventura.Va anche detto che in questo periodo non furono pochi i sardi che, rinne-gata la fede cattolica, abbracciarono la religione musulmana conseguendo importanti cariche e onori.Tra essi Alì Amet, che si mise al ser-vizio del celebre corsaro Dragut, e Ha-zan-Haga che, catturato in Sardegna e educato dal Barbarossa, divenne suo luogotenente e favorito e, più tardi, supremo comandante di tutte le forze e diretto rappresentante del sultano.E’ in siffatto contesto, caratterizzato da continui assalti e saccheggi, che Carlo V ritenne necessaria un’azio-

ne esemplare contro i barbareschi e, com’era nel suo stile, decise di fare qualcosa di grandioso: l’impresa mili-tare, per carattere e dimensioni, do-veva restare nella mente e nel cuore degli uomini del tempo.La spedizione ebbe la caratteristica di una vera e propria crociata contro gli infedeli. L’imperatore, appoggiato dal papa Clemente VI, ottenne l’aiuto dei principi italiani ed il concorso delle galee dell’Ordine di Gerusalemme.Sotto l’esperto comando del genovese Andrea Doria, il solo uomo in grado tener testa al Barbarossa, si formò quindi un imponente e disciplinato esercito che - portato dalla più grande flotta che avesse solcato il Mediterra-neo - aveva il compito di assestare un duro colpo all’espansionismo turco.La potente flotta, radunata per la con-quista di Tunisi, si concentrò nell’am-pio e sicuro golfo di Cagliari,

Lo stemma della Famiglia Aymerich

31

Page 32: via mare_ 22

32

scelto come punto di raccolta prima dell’azione decisiva.Nella tarda serata dell’11 giugno 1535, al tramonto, arrivò la quadrire-me dell’imperatore, ornata di drappi di porpora e d’oro e circondata dalle navi di Andrea Doria sul quale gravava la responsabilità di condurre in Africa il suo signore attraverso una striscia di mare solcata dalle snelle ma insidiose flottiglie del Barbarossa.Al momento del solenne ingresso era-no già all’ancora le flotte di Napoli e della Sicilia agli ordini di Federico di Toledo, i trasporti del marchese di Va-sto, le navi del pontefice al comando del conte dell’Anguillara e quelle gero-solimitane col priore Amelio Buticello. Poi convennero le squadre allestite in Belgio e in Germania. In tutto vi erano seicento navi: lo ri-corda la lunga iscrizione incisa sulla lapide murata sopra il portale dell’an-tico Palazzo di Città. La lapide precisa: “convocata eo-dem duce Caralis ingenti classi trire-mium et navium ferme sexcentorum confluentibus ex universa Europa strenuissimis heroibus direpta mox Tuni....”. Peraltro in tale imponente numero, oltre la flotta da guerra, devono esse-re ricomprese numerose navi appar-tenenti a persone che si unirono alla spedizione per vendere mercanzie o vettovaglie o per meno confessabili ragioni. Costoro speravano di ritrarre lauti guadagni dall’imponente aduna-ta di soldati e marinai.E, benché l’imperatore avesse dispo-sto in modo chiaro che nessuna don-na potesse seguire la spedizione, oltre quattromila donne, mujeres enamo-radas, s’imbarcarono a Barcellona al seguito della flotta.Sabato 12 giugno, all’alba, mentre sulle navi s’inalberavano i vessilli e i pennoni con le reali insegne, l’impera-tore scese a terra. Dai baluardi e dal-le cortine murarie, la città esprimeva i suoi sentimenti di giubilo con spari d’artiglieria ai quali le navi all’ancora rispondevano con uguale ritmo. Alla porta del molo, acclamato dalla popolazione, ricevette l’omaggio dei consiglieri civici che gli consegnarono le chiavi della città. L’imperatore - accompagnato dal vice-ré di Sardegna, don Antonio Folch di Cardona, al quale era legato da vin-coli di parentela - prima del solenne ingresso, acceptis clavibus, giurò di

rispettare i privilegi e le prerogative concesse alla città dai suoi predeces-sori.Al suo fianco vi era l’ammiraglio An-drea Doria, passato al servizio della Spagna dopo l’ingeneroso trattamento avuto da Francesco I, e con lui i rap-presentanti delle più autorevoli fami-glie spagnole e italiane.Vi erano l’infante don Luigi di Por-togallo, don Ferdinando d’Aragona, il principe di Macedonia, il principe di Salerno, il principe di Sulmona, il principe di Molfetta, il marchese di Monteclaros, il marchese del Vasto, il marchese di Cambay, il conte di Ca-stro, don Francesco di Borgia e tanti

Gerolamo di Cervellòn e don Gerardo Zatrillas avevano precedenti esperien-ze belliche.Nella stessa mattina del 12 giugno, Carlo V, in sella ad un cavallo bianco, si recò presso la chiesa di San France-sco, ubicata fuori le mura del quartie-re di Stampace. Qui ascoltò la messa dal bel pulpito in marmo, realizzato secondo moduli tardogotici d’influsso rinascimentale, attualmente siste-mato nel portico d’accesso alla chiesa barocca di San Michele, all’incrocio tra la via Azuni e la via Ospedale.L’antico pulpito ricorda l’avvenimento con un’iscrizione: “MDXXXV XI Junii Carolo V Philippica cruce munito ab Hispania classe ingenti Karalim in-gressa citoque victa tuneto hunc hoc sculptum Bartho. Vidoti Fris Minoris theologiaque probi doctoris cur”. Quando sbarcò a Cagliari, l’imperato-re non poté fare a meno di osservare i lavori di costruzione di un bastione e di una muraglia prospicienti il mare. Si trattava della piccola fortificazione verso la chiesa di Sant’Agostino, nel lato sud-ovest della Marina, e della muraglia che si sviluppava lungo il fronte sud dello stesso quartiere.I lavori erano diretti dall’ingegnere barcellonese Pietro Pons, come risulta dalla lista degli onorari che gli veni-vano corrisposti dalle finanze regie e cittadine.Durante la breve permanenza della flotta imperiale nella rada di Cagliari, si verificò un ammutinamento, presto represso con condanna al remo e a morte. Un hidalgo, colpevole di ribel-lione, venne decapitato nella Plazuela del Castello (l’attuale piazza Carlo Al-berto).Tra i soldati spagnoli della spedizione in Tunisia, secondo la tradizione (pe-raltro priva di precisi riscontri storici), vi era anche Miguel de Cervantes, il celebre scrittore spagnolo autore del Don Chisciòtte. Ce lo ricorda la lapide incassata a Cagliari nell’edificio che funge da diaframma tra la piazza Ar-senale ed il viale Buoncammino. L’epi-grafe precisa che lo scrittore, in tale guerra, perdette una mano in cambio di un’effimera gloria.Prima che la flotta ripartisse alla volta di Tunisi, furono effettuati i consueti rifornimenti di acqua, viveri e vetto-vaglie. Per approvvigionare l’armata dell’imperatore si fecero importanti acquisiti non solo a Cagliari ma anche all’interno dell’isola.

altri esponenti della prima nobiltà.Nelle strade della Marina si udì uno scalpiccio di zoccoli sul selciato e, poco dopo, apparvero i trombettieri a cavallo per annunciare alla popolazio-ne, che già all’alba aveva affollato le strade, l’arrivo del corteo imperiale.Tra i sardi che parteciparono alla spe-dizione si segnalano don Salvatore Aymerich, don Blasco d’Alagòn, don Gerardo Zatrillas, don Filippo di Cer-vellòn ed il figlio don Gerolamo. Don Salvatore Aymerich, al seguito di Carlo V, aveva valorosamente com-battuto nelle Fiandre. Don Blasco d’Alagòn aveva preso parte alle guerre d’Italia, di Germania, delle Fiandre e d’Ungheria: Carlo V onorò il suo ge-nitore col titolo comitale di Villasor. Don Filippo di Cervellòn si era distinto nella guerra di Lombardia. Anche don

Ritratti del Barbarossa

Page 33: via mare_ 22

La Sardegna contribuì alla spedizione mettendo a disposizione anche mille zappatori destinati pre-sumibilmente ai lavori di scavo previsti per l’asse-dio di quella città.Quindi l’ammiraglio, nella tarda serata di sabato 12 giugno, scrutato l’orizzon-te, ordinò di sciogliere le gomene. Il cielo era limpi-do e il mare calmo.Dopo una giornata di na-vigazione, il chiarore del-la notte estiva lasciava intravedere in lontanan-za il profilo della Goletta, l’avamposto militare co-struito a difesa della città.Gradualmente, davanti all’equipaggio delle navi, i candidi edifici della ca-sbah di Tunisi assume-vano forme e contorni più precisi. Le case si staglia-vano nitide nell’aria tersa del mattino. Erano case piccole e bianche che si annidavano tra le rocce gialle e i resti delle anti-che costruzioni di epoca romana.Alle prime luci dell’alba - quando i raggi del sole rimbalzavano sull’argento del mare - l’ammiraglio, ritto in piedi sulla tolda, ordinò lo sbarco.Poco dopo iniziò a sentirsi un tramestio confuso di calzari, di elmi, corazze e scudi. Tra gli squilli del-la trombe ed il rullare dei tamburi, l’esercito cristia-no diede il via alla marcia di avvicinamento.Allorché la moltitudine in-forme di soldati iniziò ad avanzare, i barbareschi ri-masero asserragliati nella loro fortezza. Col passare delle ore per-cepirono lo scintillio del-le armi e cominciarono a sentire le voci: erano guerrieri cristiani. Poi la calura afosa trasportò il loro odore acre. Era l’odo-re della violenza, l’odore della battaglia che stava per iniziare, l’odore del

Sigismondo Arquer, Sardina Insula (dalla Cosmographia Universalis Lib. VI

di Sebastiano Münster, Basilea, 1550, ed. tedesca).

Page 34: via mare_ 22

CAGLIARI, PALAZZO DI CITTÀ

Mau

rizi

o A

rtiz

zu

Page 35: via mare_ 22

nemico.Una terrificante marea di cavalieri si lanciò alla carica senza esitazione. Come la schiuma del mare in tempe-sta s’infrange sulla sabbia senza tro-vare ostacoli, l’ira di quei soldati di-lagò nella piana polverosa e assolata. Un’immensa orda di guerrieri parve sbucare dal nulla e si riversò sugli avamposti.Nessuna salvezza era possibile. Una parte dei soldati musulmani, che ave-va cercato di fuggire, venne accerchia-ta e trovò la morte: fu un massacro.Nel corpo a corpo, violento e sangui-noso, ben presto emerse l’ad-destramento e la superiorità tecnica dei soldati cristiani.Ad un certo punto il sole, stanco di tanto sangue, co-minciò a declinare sull’oriz-zonte sino a quando le ombre delle notte nascosero i segni di ogni violenza. Poi un silen-zio irreale dilagò intorno alla città.Nell’accampamento militare si percepiva il pigro scia-bordio delle onde e l’odore intenso del sale, delle alghe e del mirto selvatico. Era un profumo denso e piacevole che, sospinto dalla leggera brezza del mare, penetrava nelle tende. Alla fine la not-te scese portando una quiete apparente.Anche il comandante dormi-va, ma aveva il sonno leggero: il sonno del soldato abituato a percepire ogni minimo ru-more.La luce della luna tremolava dall’orizzonte fino alla riva e si perdeva nella schiuma delle onde che s’infrangevano sulla spiaggia.La mattina seguente si sentirono solo urla di guerra e di dolore, tramestio di armi e voci concitate.In ogni angolo trasudava l’aria calda del deserto, la sete, la fatica e il san-gue di uomini impegnati in una lotta senza esclusione di colpi contro un nemico scaltro e sfuggente.La sabbia rossiccia si infilava sotto le corazze e dentro i calzari, penetrava nelle narici e nelle orecchie, si incol-lava nelle palpebre e agli angoli della bocca.Il calore cocente del sole estivo aveva sbiancato il cielo.Dopo un assedio durato oltre un

mese, sotto un sole feroce che arro-ventava le corazze, il 25 luglio 1535 gli eserciti cristiani conquistarono la fortezza della Goletta, avamposto di Tunisi.Carlo V scrisse subito al viceré di Car-dona perché, a sua volta, informasse i suoi sudditi. Il viceré rese noto il con-tenuto della lettera ricevuta dall’im-peratore mediante grida pubblicate per le strade del Castello di Cagliari e nelle sue appendici esortando nel contempo la popolazione a festeggiare l’importante vittoria. Ordinò inoltre la celebrazione di funzioni sacre nella

Cattedrale e di solenni processioni per le vie della città, ammonendo che nes-suno poteva esimersi dal parteciparvi.Appena entrati nella città di Tunisi, gli eserciti cristiani, pur di placare la loro sete di sangue, trucidarono uomi-ni e donne di ogni età e condizione. Le abitazioni furono invase e depredate di ogni avere.L’ira di quei soldati dilagò come un fiume in piena senza trovare ostacoli.Un gruppo di essi entrò nell’harem e, dal vestibolo, raggiunse la grande sala di marmo cipollino verde della piscina sulla quale si affacciavano le finestre a grate. Le ragazze si erano rifugiate nelle stanze dei piani nobili. Furono presto

raggiunte e violentate con inaudita fe-rocia.Dopo le urla, un doloroso silenzio s’incanalò in ogni angolo dell’harem lasciando che l’angoscia e il terrore s’impadronisse delle sventurate.Epica fu la battaglia finale: ventimila cristiani si liberarono e insorsero den-tro le mura della città che venne mes-sa a sacco. Fu una vera carneficina. Le strade pullulavano di uomini, don-ne e bambini stremati, sanguinanti, segnati da ogni tipo di violenza e di paura. I loro volti cotti dal sole espri-mevano il dolore e la rassegnazione.

Avevano perso ogni loro avere e sapevano che avrebbero per-so anche la libertà. Il destino degli sconfitti era la schiavitù, una condizione dalla quale non si sarebbero mai potuti affran-care. Intanto il vento dell’Oriente stava portando nuvole gonfie di sabbia rossa del deserto che annunciavano la pioggia.L’abbondante precipitazione, del tutto inusuale avuto riguar-do alla stagione, sembrava de-stinata a purificare la città dopo tante nefandezze compiute in nome di Nostro Signore.La flotta cristiana ripartì da Tu-nisi coi vessilli inalberati in se-gno di vittoria.Ripreso il mare, Carlo V lasciò alla Goletta una nutrita guar-nigione, tutta spagnola, e af-fidò la fortezza a don Salvatore Aymerich y Boter, 3° signore di Mara, il quale - essendosi parti-colarmente distinto nell’azione militare - venne nominato go-vernatore.

Durante la fastosa cerimonia di rin-graziamento don Salvatore poté in-dossare l’abito dei cavalieri dell’Or-dine di Sant’Jago della Spada. Fu il primo sardo ad essere stato insignito di tale prestigiosa onorificenza.A don Salvatore parve la trama di un sogno dipanarsi nella realtà.

35

Page 36: via mare_ 22

GHIANISi rafforza la collaborazione tra la Regione e la Provincia cinese di Hainan in seguito alla lettera di intenti per il gemellaggio firmata il 6

novembre dello scorso anno. Questo pomeriggio a Cagliari, nella sede dell’assessorato del Turismo, l’assessore Sebastiano Sannitu ha incontrato una delegazione guidata dal vice governatore di Hainan, Tan Li. Argomento centrale del confronto è stato l’invito da

parte dei cinesi a partecipare al Forum interisolano del Turismo che si terrà ad Hainan a novembre. Oltre all’isola ospitante, il Forum rag-gruppa Taiwan, Okinawa, e altre località della Corea del sud. “Gradiremmo particolarmente anche la presenza della Sardegna”, ha chiesto il vice governatore Tan Li. Nel manifestare tutto il suo gradimento per l’invito, l’assessore Sannitu si è impegnato a riportare la richiesta al presidente Ugo Cappellacci. Tan Li ha quindi parlato dello sviluppo turistico dell’isola di Hainan in rapporto con quello della Sardegna: “Abbiamo da imparare dalle vostre buone esperienze”, ha detto, tratteggiando le caratteristiche della sua Provincia, seconda isola della Cina, oggi destinazione turistica internazionale con particolari agevolazioni fiscali. “La nostra isola”, ha proseguito l’esponente cinese, “ha un clima tropicale come quello delle Seychelles e, rispetto al resto del Paese, ha una bassa densità demografica”. Hainan conta 8,7 milioni di abitanti su 34mila chilometri quadrati. Sannitu ha spiegato le potenzialità dell’industria turistica sarda, “comparto centrale della nostra economia, un settore che vuole crescere e che vanta eccellenze invidiate in tutto il mondo. La Sardegna - ha proseguito Sannitu - è ricca di importanti risorse naturali, legate alle tradizioni, alla cultura, alle produzioni agroalimentari e dell’artigianato”. Il 6 novembre scorso l’as-sessore della Cultura, Maria Lucia Baire e il governatore della Provincia dI Hainan, Zhang Haiguo, avevano siglato una lettera di intenti allo scopo di “rilanciare ulteriormente e sviluppare l’amicizia e la collaborazione tra le parti e promuovere la reciproca comprensione tra i popoli di Italia e di Cina”.

LA CINASI AVVICINA

STRETTA COLLABORAZIONE TRA REGIONE SARDEGNAE LA PROVINCIA DI HAINAN

Page 37: via mare_ 22

il più bel trattodel litorale italiano

Sono trascorsi quasi quarant’anni da quando Fulco Pratesi e Franco Tassi , a proposito del Golfo di Orosei affermavano che “forse non c’é altrove nel nostro paese un arco di costa così ampio e così sconosciuto: 40 chilometri di bastioni e falesie

calcaree, appena interrotti qua e là da poche calette, probabilmente il più bel tratto del litorale italiano in senso assoluto e senz’ombra di dub-bio il più aspro e selvaggio”. Erano trascorsi meno di dieci anni dall’uscita di quel libro, quando ho avuto il privilegio di frequentare ripetutamente quella costa, esploran-dola palmo a palmo sia a terra sia dal mare. Grazie ad un lavoro di pianificazione realizzato per l’Amministrazione co-munale, ho scritto le pagine che seguono, ancora oggi, trent’anni dopo, la situazione non è sostanzialmente cambiata, se non per la presenza di un porto turistico allora ancora solo “pensato”, realizzato “sacrificando” una spiaggia di Santa Maria Navarrese. Porto, è doveroso dire, che in

qualche modo ha consentito alla popolazione di Baunei di met-tere in valore questa parte del territorio, ricavandone i meritati ritorni economici, senza che si distruggesse irrimediabilmente il patrimonio che i loro antenati e loro stessi avevano contribuito a preservare per sé e per le generazioni future.Non ho ritoccato lo scritto di allora, perché penso che la de-scrizione mantenga intatta la sua attualità, e che costituisca la principale testimonianza di come una Comunità sia stata in grado di difendere l’identità del proprio territorio, la principale risorsa da cui, per secoli, ha tratto sostentamento senza con-sumarla.

LA COSTA DI BAUNEIAncora oggi questa è indubbiamente la più selvaggia e incon-taminata zona costiera italiana: inestimabile patrimonio di pa-

CALA MARIOLU

38

Page 38: via mare_ 22

del litorale italiano

ALLA SCOPERTA DEI 40 CHILOMETRI DI BASTIONI,FALESIE CALCAREE E CALETTE

esaggi dalle risorse naturalistiche assoluta-mente eccezionali. L’intero Golfo, dominato dalla roccia calcarea è formato da coste prevalentemente alte, strapiombanti su ac-que profonde, incise e modellate da codule, forre, grotte e caverne, in un susseguirsi di salti scoscesi ed elevati da poche decine a diverse centinaia di metri. E’, questa, la parte terminale del Supramonte di Baunei, che simile ad un immenso piano inclinato si protende verso il Tirreno, con un flessuoso profilo a palizzata, strapiombante nel più limpido e azzurro dei mari con una sequen-za di falesie. Vero e proprio baluardo torreg-giante, interrotto solo da poche e incantevoli spiagge, per di più difficilmente raggiungibili. Le più importanti, Cala Elune e Cala Sisine, rappresentano la parte terminale delle omo-nime Codule, paesaggi eccezionali e tipici di questo tratto della costa orientale sarda. Una fitta vegetazione, del tutto caratteristi-ca, con formazioni derivanti dalla foresta primaria mediterranea, si afferma splendi-damente lungo tutto il litorale, con aspetti

fisionomici fra i quali predomina la macchia foresta, con il leccio dagli esempla-ri talora monumentali ed irraggiungibili che possono contare centinaia di anni. Ovunque è presente il Ginepro, dai tronchi antichi e contorti che spuntano tra le crepe della roccia negli angoli più scoscesi delle falesie, o raggruppato in formazio-ni a boscaglia che dominano l’intero Capo di Monte Santo.La fauna è caratterizzata dalla presenza di importanti specie rare, alcune delle quali riportate nel “Red Data Book” dell’IUCN in quanto minacciate di estinzione a livello mondiale. Nel mare vivono ancora alcuni esemplari di Foca Monaca (Mona-chus albiventer o Leptonix monachus), e la costa è uno degli areali di nidificazione del Gabbiano Corso (larus audouinii), utilissimo indicatore ecologico che con la sola nidificazione segnala l’esistenza di un eccezionale stato di salute dell’ambien-te prescelto. Altra specie nidificante di assoluto interesse è il Falco della Regina (falco eleonorae), che ha stabilito qui la più numerosa colonia del Mediterraneo. Le caratteristiche generali dell’ecosistema marino sono altrettanto eccezionali, vista la ancora scarsa influenza degli inquinamenti provenienti dalla cartiera di Arbatax e dagli insediamenti di Santa Maria e Cala Gonone. La presenza di estese e rilevanti formazioni di praterie sottomarine di fanerogame a Poseidonia oceanica lungo tutto l’arco costiero fino a profondità altrove proibitive per la specie, è il più importante indicatore dello stato di salute di questo mare. La fauna ittica è presen-te con una consistente varietà di specie e di popolamenti; nel recente passato non sono stati infrequenti avvistamenti di individui appartenenti a specie particolar-mente rare nel bacino mediterraneo, come la Balena rostrata documentata nella primavera del 1979.

39

Page 39: via mare_ 22

40

Descrizione della costa, da Santa Maria Navarrese alla Punta dei lastroni di Cala Elune.La costa immediatamente prospiciente l’abitato di San-ta Maria Navarrese è costituita da una serie di spiag-gette sabbiose, qua e la contornate da scogli fino ai piedi della scarpata di Sa Cadrea , su cui sorge l’Ostel-lo, recentemente ampliato, e contraffortato da brutali murature in cemento prive di qualsiasi forma di finitura - come placcature in pietra e rivestimenti di rampican-ti - che contribuirebbero ad attenuare esteticamente l’intrusione. Costeggiando in barca fino a Pedra longa, l’orizzonte interno è delimitato dal torrione calcareo di Monte Scoine (m.674), separato da una sella dalla so-litaria falesia di Monte Oro (m.669). Le due emergenze sono collegate alla costa da un insieme di scarpate ce-spugliose, solcate da ripidi baccus che da Genna Can-dela, attraversando le distese di Masolce e Sa trempa e su lettu, arrivano a Pedra Longa gettandosi in mare con una successione di scogliere. Questo tratto di co-sta rocciosa è interrotto da quattro piccole spiagge sab-biose, dai 50 ai 100 metri di lunghezza, raggiungibili con facilità solo dal mare. La guglia di Pedra Longa segna il limite settentriona-le della “Costa di Levante di Santa Maria Navarrese”, dopo di che si sviluppa un insieme di paesaggi costieri assolutamente originali, grazie alla dominanza del cal-care che, giungendo fino al mare, ne subisce gli effet-ti modellatori. A terra gli orizzonti di Punta Su Mulone (m.656) e Punta Argennas (m.710), separate dall’an-gusta fenditura di Bacu Olcoè, delineano con la Punta Giradili (m.757) uno scenografico anfiteatro naturale aperto verso il mare: l’ampia conca di Pedra Timpan-

giu. A chi provenga dal mare il paesaggio appena descritto è segnalato dall’emergenza dell’Agugliastra (o Pedra Longa, m.128): quasi un faro sul mare che caratterizza inconfondi-bilmente questo tratto di costa concorrendo, con le quinte retrostanti, alla formazione di un’architettura naturale di in-comparabile plasticità e suggestione. Proseguendo la navigazione verso nord, le falesie di Punta Giradili (m.757) con il massiccio calcareo di Monte Ginnircu (m.811) incombono maestose sulle sottostanti scarpate di Forrola e di Serra Salinas, immensi pendii cespugliosi, a trat-ti ricoperti di macchia bassa assolutamente impercorribile e, nelle quote più elevate della scarpata di Giradili, da una lecceta frequentata solo da capre. Ai piedi di Punta Giradili, a quota 300 metri, poco distante dalla Grotta a corridoio di Baus (o S’Erriu mortu), si sviluppa in pendio un fitto bosco di oleandri, indiscutibile segnale della presenza di un cor-so d’acqua (Funtana Bausu) che precipita in mare da alcuni metri di altezza. Tutta la costa da Santa Maria a Forrola è cosparsa di ovili, ricavati in ripari sotto roccia o in piccole grotte. In un passato non molto lontano, alla base della con-ca di Pedra Timpangiu e della scarpata di Giradili, si sten-deva una fitta copertura boschiva, della quale permangono notevoli esemplari di Carrubo, solitari relitti utilizzati dai caprai come riparo dall’insolazione e dalla calura estiva. Le falesie, che finora si erano tenute a diverse centinaia di me-tri dalla riva, consentendo di accedere dal mare alla costa, sia nella spiaggia dei grossi massi bianchi e tondeggianti di Forrola, sia nella bassa scogliera tra la Punta del Pecoraro e Funtana sa Pedra modde, intervallata da minute spiagge ciottolate e da bassi e lisci tavolati granitici a pelo d’acqua, improvvisamente irrompono in mare con un profilo inclinato che le porta rapidamente dalla vetta di Monte Ginnircu (881

CALA GOLORITZÈ

Page 40: via mare_ 22

metri) ai 330 metri di Girove. In prossimità della Grotta dei Colombi infine, la falesia precipita direttamente in mare, aprendo una nuo-va sequenza di paesaggi che assimilano questo orizzonte ad una catena di montagne drammaticamente svettanti dal mare. Dai 330 metri di Girove la quota scende fino a pochi metri dal pelo dell’acqua per la stretta fenditura di Cala Magroni (cala dei cormorani), sbocco del canyon formato dal Bacu su Idile e dal Bacu Tenadili. Superata la fenditura la quota risale immediatamente, e nella falesia si spa-lancano ancora due aperture a fior d’acqua. In questa prima serie di grotte, ma in particolar modo in quella dei Colombi, è presente stabilmente una nutrita popolazione di colombi selvatici e colom-bacci che divide stressanti rapporti di vicinato con la soprastante, incombente, colonia di Falchi della Regina. La falesia continua quindi a scendere di livello. Raggiunto il Capo di Monte Santu, ed entrati nel Golfo di Orosei, il profilo si protrae decisamente al di sotto dei cento metri e ciò consente di sbirciare nell’immediato retroterra, ove una spianata mollemente ondulata ricoperta di boschi di ginepro si raccorda alle retrostanti cime di Bruncu su Narbone (813 m) e Monte Trattasu (774 m), con un ripido e sinuoso scoscendimento del terreno, dalla fitta copertura di lecci e ginepri. Il Capo di Monte Santu, che per quanto delimitato dalle falesie più modeste di tutta la costa, resta in ogni caso inaccessibile

dal mare, presenta rare possibilità di approdo per piccole imbarcazioni e gommoni, grazie a tre strette insenature. Pro-cedendo verso Nord incontriamo per primo Portu Pedrosu, quindi Portu Quau, e infine Portu de Iltiera. Il primo approdo, noto anche come Cala Scirocco, è prati-camente impercettibile da chi navighi a una distanza dalla costa superiore a 100 metri. Profondo circa 250 metri è rac-chiuso nel tratto più esterno da rupi inaccessibili che proce-dendo verso l’interno attenuano la loro verticalità mutando in forma di scogli bassi, piani ed accessibili, e dando infine luogo ad una spiaggia sassosa, che si sviluppa per circa 30 metri sulle sponde del piccolo fiordo alla confluenza delle “foci” di Bacu su Erine e Su acque s’arcu‘e sa enna.La seconda insenatura, alla foce di Bacu Maore, nota a sua volta come Cala Tramontana, appare molto simile alla prece-dente. Praticamente invisibile dal mare, anch’essa s’insinua verso l’interno per una profondità di 250 metri ma, per quan-to il tratto terminale sia costituito da scogli bassi, risulta dif-ficilmente accessibile. A sua volta Portu Iltiera, terminazione di uno scosceso baccu che dalle falde del Bruncu omonimo (352 m.) attraversa la frana ghiaiosa di Girove es Cambules, ha scarse somiglianze con le cale precedenti. L’insenatura

SANTA MARIA

41

Page 41: via mare_ 22

42

infatti, profonda poco meno di cento metri, è totalmente aperta ver-so il mare. L’accesso alla costa è però possibile solo con attrezzatu-re da roccia. Le Falesie di Capo di Monte Santu sono assiduamente frequentate dai Falchi della Regina, osservabili con estrema facilità grazie alla concentrazione di nidi in un tratto di scogliera scarsamen-te elevato, su cenge poste anche a pochi metri dal pelo dell’acqua. L’intero tratto appena descritto è caratterizzato inoltre dalla presenza di alcune grotte a fior d’acqua, o di poco sollevate sul livello marino, dall’inconfondibile profilo “a schiena d’asino”. Tra Capo di Monte Santu e Goloritzè l’orizzonte torna a salire, impe-dendo la visione dell’entroterra con falesie superiori ai cento metri d’altezza per un tratto di poco più di due chilometri. Qui le alte coste precipiti di Irbiddotzili, Serra Salinas e Serra d’Argius ai piani alti sono il regno incontrastato del Falco della Regina; mentre alle quote inferio-ri, in prossimità dell’acqua, troviamo i rifugi dei Gabbiani corsi, men-tre il mare e gli scogli emergenti sono frequentati da fitte colonie di Cormorani dal ciuffo. Tra Portu de Iltiera e Baccu Sonnuli una curiosa attrazione è costituita dalla Grotta di San Nicola. Posta ad una ventina di metri sul livello del mare, è così denominata per una concrezione calcarea posta al suo ingresso e nella quale si è voluto riconoscere il Santo della Parrocchiale di Baunei. Cinquecento metri prima di Punta Goloritzè le falesie, franate in mare da tempo immemorabile, rendono la costa nuovamente accessibile con piccole imbarcazioni o gommoni

grazie ad una scogliera di grossi massi. Doppiata Punta Goloritzé, inaspettatamente si apre uno scenario di in-comparabile suggestione per la presenza della guglia di Monte Caroddi, un pinnacolo calcareo svettante per 100 metri su una terrazza naturale al termine di Bacu Golorit-zè, affacciata sulla sottostante spiaggia da un’altezza di 40 metri. La zona è agevolmente raggiungibile anche da terra, grazie ad una strada in pietrame a secco costruita all’inizio del secolo dai carbonai, e recentemente riattata dall’Amministrazione Comunale. Questa strada serviva per convogliare sul terrazzo, allora direttamente agget-tante sul mare di ”Portu Caroddi”, il carbone prodotto nel retrostante bosco di Monte Linnalbu. La piccola baia, con le due spiagge principali divise dal promontorio di Punta Caroddi, è chiusa a sud da un arco naturale sul mare, con una luce di una decina di metri e di pari altezza. Nelle spiagge sono frequentissime le ri-sorgive d’acqua dolce di origine carsica, tant’è che basta semplicemente scavare con le mani per ottenerne im-mediatamente un getto leggermente salmastro. Degne di maggior attenzione risultano le sorgenti sottomarine, a circa 50 metri dalla seconda spiaggia su un fondale di sei/sette metri, che nei periodi di piena fanno addirittura

GROTTA DEL FICO

Page 42: via mare_ 22

ribollire la superficie del mare. Ritengo particolarmente neces-sario ed urgente che questa baia sia fatta oggetto di particolari attenzioni e di tutela da parte degli Amministratori comunali, in quanto costituisce l’habitat in assoluto più importante per la permanenza della Foca Monaca nel Golfo. Gran parte degli avvistamenti documentati nel periodo tra il 1979 e il 1987, anche da me personalmente, sono infatti avvenuti proprio nel tratto di mare che va dalle grotte a fior d’acqua che precedono Punta Goloritzè fino alle stesse sorgenti sottomarine. Alla fine dell’estate del 1986 fra l’altro, un esemplare giovane è stato avvistato in questa zona dai turisti che, con uno dei traghetti rientravano a Santa Maria. A un chilometro circa dalla baia di Goloritzè, ecco Punta Ispu-ligi, un basso tavolato di roccia che divide in due spiagge un tratto di costa bassa accessibilissima ed estesa per circa 750 metri, chiamata Ispuligidenie. Qui la falesia arretra fino a mez-zo chilometro dal mare. Il raccordo con il paesaggio di spiaggia avviene con una ripida scarpata ricoperta da una lecceta im-penetrabile, solcata da diverse frane in corrispondenza delle spiagge. Le pareti della falesia, che mediamente raggiungono i 500 metri d’altezza, all’alba si colorano di tonalità rosse dorate così particolari da aver determinato il toponimo di ”serra ‘e lat-tone” (lattone: ottone, rame). La più meridionale delle spiagge, profonda 25 metri ed estesa su un fronte regolarissimo e ret-tilineo di 250 metri, è comunemente nota come “spiaggia dei gabbiani”, per la regolare presenza di popolazioni di gabbiani reali e altri laridi che in estate, dal tramonto (che qui comincia dopo le due del pomeriggio) all’alba, ridiventano incontrastati padroni di questo lido. Dal colore dei sassolini che formano queste spiagge deriva poi il curioso nome dato alla cala. I Bau-nesi li chiamavano infatti “is puligi de nie”, ossia le pulci “di neve”, per il loro candore. La seconda spiaggia denominata Cala Mariolu dai pescatori ponzesi di Gonone, con evidente

riferimento alle foche che depredavano le loro reti, è delimitata da un basso tavolato di arenaria che, proteggendola dal mare, ne ha fatto un approdo na-turale, infatti la roccia viene utilizzata da più di dieci anni per l’accosto dei traghetti e delle imbarcazioni. Per una sua più efficiente utilizzazione i traghettatori di Gonone vi hanno colato blocchi di calcestruzzo, con i quali hanno fissato un certo numero di pneu-matici con funzioni di parabordi. A nord la spiaggia termina in un’ampia grotta, profonda una decina di metri e posta ad alcuni metri dalla riva. L’intera area, caratterizzata dalla nidificazione del gabbiano corso, per le spiagge e le numerose grotte presenti, costi-tuisce ancora un habitat ideale per la permanenza della Foca Monaca. La costa prosegue poi nuovamente con scogliere precipiti, inaccessibili, fino alla breve interruzione della caletta di Mudaloro, tratto terminale del Bacu omonimo, costituita da scogli praticabili con qualche difficoltà, con a lato l’ennesima grotta a fior d’acqua, questa volta di notevoli dimensioni. Con Punta Mu-daloro si apre un nuovo tratto costiero con caratte-ristiche di una certa importanza, dominato da una ripida lecceta, sovrastata a sua volta dagli irti ba-luardi di Bruncu e s’Abba (369 m.), Scala Oggiastru (m.365) e Bruncu d’Urele (316 m.). In quest’ultimo si apre una ciclopica grotta, utilizzata in passato come Ovile di capre, notevole sia per l’organizzazio-ne funzionale ancora chiaramente leggibile, sia per la suggestione del luogo, carico di richiami omerici. Ci troviamo nella “Costa del Bue marino”, così de-nominata per la frequentazione delle foche. A poco più di un chilometro dalla Grotta di Mudaloro, a una

GROTTA DEL MARINAIO

43

Page 43: via mare_ 22

44

decina di metri d’altezza, si apre nell’alta falesia la Grotta del Fico. Ormai notissima, la Grotta rappresenta attualmente l’unico rifugio certo (o perlomeno l’unico conosciuto) della Foca Monaca. Per questo motivo, già da una decina d’anni l’Amministrazione comunale di Baunei ha provveduto ad impedirne l’accesso con un cancello di ferro, praticamente invisibile dal mare ma quanto mai efficace per impedire visite importune e dannose. La grotta è ovviamente dotata anche di un accesso sottomarino che tramite un sifone permette l’accesso ai pinnipedi. Fortunatamente questo secon-do ingresso è tale da limitare il numero delle persone in grado di varcarlo. Questo fatto, unitamente alla cancel-lata posta dal Comune, ha consentito che la grotta co-stituisse fino ad oggi un luogo assolutamente riservato per le foche, che trovano nel lago e nelle spiaggette ipogee il luogo ideale per rifugiarsi. La Costa del Bue marino si chiude con le spiagge di Biriola, anch’esse ideali per la protezione della Foca Monaca, sia per la vicinanza a Goloritzè e alla Grotta del Fico, sia per l’assoluta riservatezza che offrono. A ridosso della spiaggia più settentrionale, impreziosita da un archetto di arenaria a pelo d’acqua, ecco l’im-ponente scarpata di Biriola, profonda 750 metri, larga quasi due chilometri, con pendenze che la portano dai quattrocento metri delle falde di Serra Ovara, ai dieci metri o poco meno del ciglio strapiombante sul mare. La scarpata è ricoperta da un fitto bosco primario di lecci e ginepri, sopravvissuto allo sfruttamento dei car-bonai, che hanno lasciato comunque tracce del loro operato nelle rovine della “dispensa” di Cala Biriola e

nelle scale e guide di ferro infisse nella scarpata per facilitare l’imbarco del carbone vegetale sulle chiatte per Cala Gonone. Recentemente il bosco è scampato al taglio, in attuazione dei diritti di legnatico della popolazione di Baunei, grazie alla resi-stenza opposta dall’Amministrazione comunale che è riuscita ad impedire un’utilizzazione delle risorse consentito dagli usi e dalla legge, ma sul cui mantenimento è necessario riflettere con maggiore attenzione ed equilibrio. Tra Biriola e la Costa di Sisine la riva torna ad essere accessi-bile dal mare. In località Oronnoro infatti, nella scogliera origi-nata dall’ennesima frana si aprono minuscole rientranze con spiaggiole assolutamente imprevedibili da chi costeggi navi-gando a più di trenta metri dalla riva, e che in passato veniva-no utilizzate dalle foche come zone di sosta e riposo. Siamo ormai in prossimità della spiaggia di Cala Sisine dove la Serra Ovara (m.541), il baluardo che protegge dal mare la Codula, termina il suo percorso nella svettante Punta Plumare che, con i suoi 415 metri è fra le più alte falesie dell’intero bacino mediterraneo, forse seconda solo a Punta Giradili che grazie ai suoi 732 metri è la vetta a picco sul mare più alta d’Europa. Ancora quattrocento metri di scogliera inaccessibile al piede della Serra Ovara, e raggiungiamo finalmente Cala Sisine: la porta sul mare dell’inespugnabile territorio di Baunei. Utilizzata fin dalla preistoria come approdo, nelle Carte più antiche viene denominata “Portu Sisine” e presenta una mor-fologia notevolmente differente da quella odierna: in passato era infatti caratterizzata da una vera e propria baia riparata dalle mareggiate, in luogo della duna di sabbia e ciottoli pro-dottasi in epoca moderna per un’impressionante alluvione. Oggi Cala Sisine rappresenta il punto privilegiato (che in un prossimo futuro auspichiamo resti l’unico) di approdo e sosta,

GROTTA LUNA

Page 44: via mare_ 22

45

sia per il turismo proveniente dal mare, che per quello provenien-te dall’interno dopo lunghi e indimenticabili percorsi a piedi o a cavallo. Questo è infatti il punto di confluenza e arrivo dei tracciati esistenti (naturali o artificiali) che solcano la Codula di Sisine par-tendo dal Golgo o da Genna Selole, o per quelli che partendo dal Piano d’Otzio passano per Bacu de Monte Longu, o ancora per chi, provenendo dall’altopiano di Margine, da Turusele procede per Bacu Erittili o per su Accu de sa Femmina e Bacu Arala se pas-sa invece dalla Costa d’Esone. Riprendendo la navigazione verso Cala Elune ci aspettano ancora poco più di cinque chilometri di costa baunese. Si tratta sempre di rive generalmente inaccessibi-li, con falesie tra i 15 e i 100 metri di elevazione, segnate dall’ero-sione di brevi e ripidissimi baccus ricoperti da fitti boschi dove, in alcuni tratti, predominano maestosi corbezzoli dalle sorprendenti dimensioni. E’ il fianco orientale del massiccio calcareo che sepa-ra il Bruncu Tattis e la Badde de Lupiru dal mare: area cosparsa di ovili tra i più belli del nuorese, e dalle strutture monumentali in ginepro degne di un riconoscimento ufficiale che le certifichi come vere e proprie opere d’architettura, da sottoporre a tutela monu-mentale (vedi in particolare l’incredibile corte ellittica in ginepro dell’ovile di Sa Sedda Eranu). La Badde de Lupiru scorre per di-versi chilometri parallelamente alla costa finché, impossibilitata a gettarsi nella Codula d’Elune, svolta improvvisamente uscendo in

mare poco prima della Punta dei lastroni, dopo essersi aperto un nuovo orizzonte, fra pareti precipiti e con la copertura di un’inestricabile foresta di lecci, nella minuscola Cala Lupiru, ingentilita dalla presenza in prossimità dell’acqua di un isola-to esemplare di quercia.Il promontorio di su Masongiu (115 m.) e la spiaggia di Cala Elune delimitano il territorio costiero di Baunei. Particolar-mente spettacolare la spiaggia di Cala Elune si stende per oltre 800 metri in territorio baunese oltreché dorgalese, in uno scenario d’indescrivibile bellezza. Addentrandosi lungo l’alveo per poco più di sette chilometri il confine amministra-tivo segna così il limite tra i territori di Dorgali e Baunei, dopo-diché la Codula entra esclusivamente in territorio di Urzulei. Per quanto Cala Elune registri oggi il più elevato numero di sbarchi e frequenze turistiche dell’intero Golfo di Orosei, non mi sembra corretto definirla “Porta d’ingresso” del territorio di Baunei, sia perché la Cala funge da accesso al territorio di più Comuni, sia, soprattutto, perché la fruibilità complessiva del territorio di Baunei è piuttosto difficoltosa a chi provenga da questo luogo; infinitamente di più di quanto non sia invece dall’approdo di Cala Sisine, da ritenere, a mio avviso, il princi-pale ingresso dal mare nel Supramonte Baunese.

GROTTA DEL FICO

Page 45: via mare_ 22

Andrea NissardiFotografo

«Era una fine d’estate, alcuni amici di Olbia mi convocarono al vecchio sta-dio Nespoli. Per farmi una sorpresa, soprattutto visto che pochi mesi dopo sarebbe partito per il Grande Viaggio. Sul palco troneggiava Lui, Miles, in tutta la miseria della sua salute agli sgoccioli e nella maestà della sua musica intramontabile. Convinto da sempre che il jazz mal s’accorda con la volgarità del flash, esposi per la luce di scena pellicole già molto sen-sensibili per sensibilità impossibili, pianificando misfatti di temperatu-re e tempi da consumarsi in camera oscura...con successo, evidentemen-te. Avevamo compiuto un miracolo, Miles. Ad majora!».

Michele Pio LeddaParoliere

«La macchina, una macchina bellis-sima è parcheggiata vicino alla spiag-gia. Bella e antica, scoperta come un

tesoro ritrovato per caso. Lui. L’auti-sta è sceso leggero ed è venuto sulla spiaggia. Come fosse la cosa più nor-male del mondo si mette a giocare a pallone con dei ragazzini. Io sono tra questi. Ha capelli lunghi e barba hip-pie ed un corpo esile, come un farfal-la che accarezza il pallone, gli vola in-torno e come attirato dal suo polline, la sfera sembra succhiata dalle sue labbra. Noi siamo dei bambini che se-guono incantati le sue ali dispiegarsi intorno alla sfera, siamo ali di un fio-re che ancora non fa vedere i petali.Vola il pallone sulla spiaggia prato di Castelsardo, la farfalla sembra anco-ra più elegante quando lo accarezza con i piedi, lo fa rimbalzare sulla te-sta e poi lo mette a terra chiedendoci di volare con lui. È l’estate del ‘67 e l’aria calda e l’acqua fresca ed invi-tante, come se fosse primavera.Si gira verso di me, mi lancia la pal-la come se mi imboccasse,come un paziente fratello maggiore. Lo prendo incerto con il piede, lo fermo e lo ri-lancio, lui lo afferra, lo lancia in aria come un missile verso il cielo. Lo guardiamo ricadere, come un bacio sul suo petto, lui lo fa scivolare per terra, come lo indossasse, poi lo rac-coglie con le mani e ce lo offre.Lui è come una farfalla, è l’estate del ‘67 mentre va via, verso la sua mac-china bellissima, il rombo, quando accende il motore è un temporale estivo che svanisce in un attimo. Lui, sa mariposa, è proprio una farfalla, il suo nome è Gigi Meroni, quello che il bruco chiama la fine del mondo, il mondo, per sempre, chiamerà farfal-la. una farfalla, per sempre».

Carlo CottafaviWindsurfista

«Ci sono momenti nella vita di ognu-no di noi che contano più di altri, un po’ come dire che gli esami non fini-scono mai.Cosa può desiderare un uomo che ama profondamente il mare, il vento, la libertà e rendere perfetta una sem-plice estate?Esiste un posto sulle carte nauti-che che amo più di ogni altro posto al mondo, è una baia nella terra dei Shardana con l’acqua color smeraldo, nessuno in spiaggia, nessuno intorno solo un gabbiano che si avvicina per un pezzo di pane lanciato dalla no-stra barca a vela, le sartie “cantano” una musica soave al dolce Maestrale, non esiste nessun collegamento con telefoni cellulari, con computer solo il sapore del mare, del vento.Preparo la mia tavola, la mia vela, i pochi veri amici sono nel pozzetto che puliscono il “tonnetto” pescato e lo preparano per la cena, cazzo la mia vela e mi tuffo in quel mare color smeraldo, mia moglie che dalla barca mi fa la foto che mi prende in quel momento di gioia, cosa può volere di meglio un uomo semplice? Non vuo-le fama, denari, locali notturni, vuole sedersi al fianco della donna che ama dopo una giornata passata in quel mare ed abbracciandola le sussurra questa è felicità amor mio questa è essere vivo, questa è la perfezione».

Valentina CarusoModella e Archeologa

«Per me l’estate è in assoluto il pe-riodo più bello dell’anno. Ogni estate ho vissuto dei periodi indimenticabili ed è difficile sceglierne una in parti-colare. Ricordo con nostalgia quella del 2006, quando ho partecipato a degli scavi archeologici internazionali per conto del Vaticano, in Corsica. È stata un’esperienza straordinaria, a contatto con la natura, in un antica basilica paleocristiana, convivendo

Page 46: via mare_ 22

eper un mese a Bastia con altri giova-ni archeologi e studenti di archeolo-gia che provenivano da diverse parti del mondo. Uno scambio culturale e umano che mi ha arricchita tantissi-mo e che tuttora tengo vivo nei miei ricordi, ancora oggi sono in contat-to con alcuni di loro. Altre estati le ricordo per piacevoli episodi legati alle vacanze, come quando con i miei amici abbiamo deciso da un giorno all’altro di caricare in macchina le tende e andare a prendere il traghetto per andare a dormire in una splendi-da spiaggia di Carloforte la notte di ferragosto».

Antonio SecciPittore

«Estate 1966: una balera vicina al mare si unisce al gruppo. Una per-sona speciale, capelli lunghi e oltre due metri d’altezza, abito orientale.La donna con cui ballava raggiun-geva a malapena il metro e sessanta. L’attenzione della platea era rivol-ta verso di lui, ma non solo. Veniva strattonato e deriso come persona non normale. A quel punto qualcuno bussò alle mie spalle esclamando: “Ti presento un tuo collega”. E così fu. In realtà era un uomo straordinario, con lui sono partito per Milano. Il mio sogno di artista si concretizzò in quel momento».

Ramona Panarelli (Lady Ramona)Cantante

«Amo la Sardegna, amo la mia terra.Le serate estive passate in spiaggia sono le migliori. Dopo qualche ora di sole e bagni nel mare cristallino, ogni estate la trascorro all’insegna della musica.Non c’è bisogno di allontanarsi tanto da Cagliari per trovare un mare bel-lissimo, basta recarsi al Poetto, dove ogni anno abbiamo l’opportunità di suonare la nostra musica. Qualcu-no dei miei musicisti ha avuto l’op-portunità di suonare nelle spiagge di Rimini e Riccione, ma preferiscono di gran lunga suonare qui a Cagliari, al Poetto. Ogni estate è più bella dell’altra. Le persone cambiano, e le serate sono ricche di nuovi incontri con band sempre diverse. Non posso dire altro, ma se volete venire in Paradiso, vi aspetto nell’Estate Cagliaritana!».

Matteo BecucciCantante (Ex concorrente di X-Factor)

«Per me l’estate più bella è sempre

quella attuale. Questa si sta infatti rivelando piena di impegni, lavoro e soddisfazioni. Sono impegnato nelle prove del più grande musical rock di tutti i tempi: “Jesus Christ Super-star” dove interpreto il ruolo che fu del mitico Carl Anderson, ovvero Giu-da, per la regia di Massimo Romeo Pi-paro. Al tempo stesso vado avanti con la stesura dei brani per il prossimo terzo album, il primo di inediti».

Caterina LaiPittrice

«Fine agosto 1970: mi trovo a Dorgali, paese d’origine, a casa dei miei geni-tori; il postino entra in cortile all’im-provviso e annuncia l’arrivo di un te-legramma da Cagliari. Lo apro e, con emozione, leggo che mi viene confe-rita la supplenza annuale per l’inse-gnamento di Figura e Ornato Model-lato, presso il Liceo Artistico Statale di Cagliari. Il cuore batte forte, infor-mo i miei genitori della novità e vado di fretta alla ricerca di mia sorella, in quel momento fuori casa. Voglio da lei la conferma di quanto letto, se re-ale o frutto della mia immaginazione! È fatta! Ho superato il concorso per l’insegnamento di Discipline Plasti-che e, di lì a pochi giorni, prenderò servizio nella stessa scuola, dove, ap-pena tre mesi prima, ho conseguito la maturità. Rientro a Cagliari, e inizio il lavoro; l’incarico diventa annuale e l’anno successivo a tempo indeter-minato. Inizia la frequentazione con i più importanti artisti sardi, quali Ga-etano Brundu e Rosanna Rossi, Italo Antico e Primo Pantoli, Pinuccio Scio-la e Carlo Loi e degli storici dell’arte, da Placido Cherchi ad A.M.Janin, da Giorgio Pellegrini a Raffaella Ventu-ri. Con regolare frequenza del corso abilitante, nel 1974 passo di ruolo. Dopo trentasei anni di didattica vado in pensione, ma continuo tuttora la mia attività artistica, che dura da ben oltre quarant’anni, a Cagliari, città di adozione e magnifico capoluogo sar-do».

Page 47: via mare_ 22

Angelo LiberatiPittore

Giorgio AdamoAssessore alle Politiche Giovanili del Comune di Cagliari

«I miei ricordi più belli sono legati a diverse estati passate nelle peschiere di Marceddì dove, al termine dell’an-no scolastico (parliamo delle scuole elementari), venivo “abbandonato” e mi guardavano i pescatori (mio padre era il dirigente delle peschiere, lavo-rava col fratello ed era sempre impe-gnato). Il mio grande divertimento era la pesca delle arselle e la raccolta dei giunchi. L’alternativa a queste spas-sosissime vacanze era stare a Caglia-ri per lavorare nella trattoria di fami-glia».

Pipi SacchettoWindsurfista e fotografo

«La mia estate indimenticabile risale al 1979, quando avevo 15 anni. Ero con mio padre a San Teodoro, e per la prima volta iniziai a pescare, che gioia! Ricordo tante cose di quell’an-no: le prime ragazzine viste con occhi diversi, gli amici di lunga data e quel-li occasionali, le gite alla ricerca di mari più pescosi. Mi divertivo tanto, e mi bastava la compagnia di mio pa-dre per avere sempre il sorriso. Senza dimenticare che, come ho detto, per la prima volta provai a pescare un pesce. Mio padre ne prendeva tanti, di solito, quindi per me la gioia era tanta».

Antonio MasiaPresidente de “Il Gremio” dei sardi

«Come per tutti i sardi che per esigen-ze diverse hanno lasciato l’Isola e Vi ritornano di tanto in tanto, così pure per me, il mare è al contempo padre e patrigno, amico e nemico, è uno dei centri di riferimento del mio vivere, ma anche di malinconia e di preoc-cupazione, è l’elemento da amare e da odiare a seconda della circostan-ze. È ponte ed al tempo stesso frattu-ra rispetto alle radici. Se devo o pos-so tornare verso i miei lidi, quel mare di separazione mi appare fratello e amico pronto ad accogliermi felice,

mi offre sensazioni ed emozioni per l’evento del ritorno…che si rinnova. L’acqua e le onde come una docile e facile passerella per giungere là dove ritrovo la mia appartenenza. Osser-vare da lontano quella lingua di terra che via via mi si avvicina significano brividi e suggestioni che si ripetono di continuo!

“Lascio il marele onde, la nave

il brusìo di gente che arrivacarica di ansie e saluti

con pacchi e valigie di molti coloriil sole d’improvviso

mi accogliee ancora una volta

il vento dolce mi abbraccia”da I silenzi di pietra

Se invece mi allontano, l’amico-fratello appare lentamente ostile, le onde non più serene le sento quasi increspate e mentre la Terra sfuma, ormai confusa tra acqua e cielo, quel mare mi appare come una barriera invincibile e provo una separazione dolorosa, di profonda “amargura” che percepisco irrecuperabile e definitiva. Non è così per sempre , ma ogni vol-ta la sensazione del distacco “amaro e irreversibile” è la stessa: una ferita che si riapre e fa male».

Marisa DepauConsigliere del Comune di Cagliari

«All’Isola dei Cavoli, i quindici giorni più belli e spensierati fecero 35 anni fa la mia estate indimenticabile. Era-vamo quindici amici, avevamo solo angurie, patate, tanta acqua e poco altro. Al resto ci pensavano gli unici pescatori con i quali si usciva spesso, eppoi grigliate, falò e l’immancabile chitarra. Risate e leggerezza assoluta, non avevamo altri bisogni. Si andava anche al Porto di Villasimius, chiede-vamo un passaggio a qualche barca. E gli amici di Ponza ci invitavano per incredibili mangiate d’aragosta».

Page 48: via mare_ 22

eGiampaolo LallaiEtnomusicologo e scrittore

«Tra le molte estati trascorse al Poet-to, i miei ricordi più belli sono quel-li legati al periodo d’oro dei casotti e del tram degli anni Cinquanta. Abi-tavo in Marina e quindi prendevo il tram in piazza Matteotti: prima quel-lo bianco e lungo, con due vagoni; aveva i sedili in legno scuro con tre o quattro posti, rivolti uno verso l’altro. Un invito a socializzare: si parlava, si rideva, si cantava. Le più moderne vetture verdi, entrate in servizio più tardi, anch’esse con due vagoni ma con le porte a soffietto ed a chiusura automatica, avevano meno posti a se-dere, ma si socializzava e ci si diverti-va anche in piedi.Appena arrivati, una corsa al casotto per cambiarsi e poi l’intera mattinata passata tra una partitella a pallone (allora tollerato), un tufo ristoratore, la merenda, la nuova partitella, le in-terminabili nuotate nello splendido mare e il sole preso nelle immense dune di sabbia bianca e fine. C’era sempre tempo per qualche scherzo tra amici: riusciva molto bene sa va-ligia (all’improvviso si afferrava uno per le mani ed i piedi e lo si butta-va in mare) e anche s’incasada, sep-pure riservata solo a chi si era reso inviso al gruppo (sempre all’improv-viso si immobilizzava la vittima e la si riempiva, specie nelle parti intime, di sabbia, erba, sassolini e fango). Il rientro in città avveniva verso le tre-dici, sempre in tram, naturalmente. Unu spassiu!Oggi niente più casotti: sciusciaus…nanchi fiant bassinus; niente arena bianca a muntonis; niente palloni; sparessiu su tranvai puru. Ci resta il mare, teniamocelo molto stretto».

Biagio ArixiScrittore e poeta

Sebbene la vita mi abbia privilegia-to facendomi conoscere persone che mai avrei pensato d’incontrare, e

luoghi lontani raggiungibili soltanto con l’immaginazione, la mia estate indimenticabile appartiene, però, ai ricordi dell’infanzia.Neppure il fascino di Cuba, con il suo mare e le sue tradizioni; o il lusso di Dubai nel suo caratteristico alber-go “La Vela”; l’esotismo di Tangeri e la bellezza di Jerba “la douce” in Tunisia; la mondanità di Capri nel-la superba dimora di RoccoBarocco davanti ai Faraglioni; ma soprattut-to lo sfavillio quasi ingannante di Porto Cervo, che mi ha accolto negli anni più spensierati, hanno lasciato il sapore e il gusto dell’ineguagliabile estate trascorsa a Cagliari nel 1952.Avevo compiuto, da parecchi mesi, i nove anni. Mio padre, che poco mi sono goduto per la sua precoce di-partita, mi portò, allora, da Villasor a Cagliari, in treno. Nei giardinetti del-la stazione, attendemmo un tram che dopo tante fermate ci lasciò davanti all’Ospedale Marino, al Poetto.Per la prima volta vedevo il mare. Uno specchio d’acqua turchese che mi inebriava e mi incitava a bagnarmi in quelle acque cristalline. Fui conse-gnato a una famiglia di amici che lì, possedeva un casotto: una casa in le-gno costruita come una palafitta, con il suoi balconi che affacciavano sulla riva del mare, con la bianca sabbia che sembrava sale.Accanto al casotto c’era un fortino: simile a una piccola Torre saracena, e due o tre palme che, immobili, con la propria chioma a ventaglio, si sta-gliavano superbe nell’atmosfera. Eb-bene, in quel casotto di legno, colo-rato esternamente di bianco e di blu, come quasi tutte le case magrebine, trascorsi giorni meravigliosi fino ai festeggiamenti del Ferragosto.E non potrò mai dimenticare quelle casupole a schiera che si snodavano per chilometri in tutta l’estensione del litorale cagliaritano. E quella sabbia, bianca come i sale che si compatta-va con l’acqua come fosse polvere di marmo. Il rumore delle onde lievi che

frangevano la battigia. Dove sono fi-nite quelle visioni e quei rumori? Chi mi ha rubato, cancellandole, in virtù di un falso progresso, le meravigliose casette in legno che hanno colorato la mia infanzia?Il gioco con i più variopinti aquiloni. Una gara ingenua tra bambini, per far volare un pezzo di carta che però annuncia gioia e felicità, portando nel cuore un messaggio di pace e di fratellanza.Poi, il Ferragosto tanto atteso. L’odore degli arrosti in spiaggia. I colori della frutta. Un convivio amicale condiviso con gli altri abitanti dei casotti, feli-ci di attendere la sera per festeggiare con i fuochi d’artificio, che lasciavano nel cielo memorabili fantasie di luci, e a terra, l’odore acre delle sostanze esplodenti.Tutto era magico e senza inganni. Una vita di gruppo, consumata nel-le relazioni che rendevano la vita più semplice, genuina e vivibile senza la paura del buio.Ho visto molto del mondo, ma nulla è uguale a quegli anni lontani che hanno sviluppato in me la gioia e la capacità di sentirmi libero di sognare sempre, il mondo migliore che mi ap-partiene e che nessuno potrà distrug-gere nè con l’egoismo, le cattiverie, il malaffare o gli interessi privati che hanno cambiato il volto al mio Poetto: che però vive nella mia memoria per essere sempre testimone dell’ingordia umana che non risparmia il bene su-premo del nostro territorio.

Page 49: via mare_ 22

I LOVECROCIERISMO

Un momento emblematico quello che è stato vissuto nel porto di Ca-gliari: è la prima volta che la nave da crociera israeliana, Golden Iris, approda nella nostra città e i capitani scendono, rivolgono i loro com-plimenti al presidente dell’Autorità Portuale, Paolo Fadda, e al loro

seguito sono quattro ragazzi, con vassoi ricchi di bevande e prelibatezze eso-tiche. A loro si avvicinano le donne in abito sardo con cestini dei nostri dolci tipici e i ragazzi che suonano la fisarmonica. Ci sono gruppi sardi che danzano intorno a loro. Una foto di gruppo li ritrae tutti insieme: ognuno con la sua divisa, ognuno con tratti somatici differenti portatori ciascuno di una cultura diversa. Formano un amalgama perfetto. E ciò che stupisce di più è che questa non è una novità all’arrivo delle crociere. “I complimenti – sottolinea Paolo Fadda – sono all’ordine del giorno. Ogni qual-volta dei capitani arrivino al nostro terminal ci dicono di non aver mai ricevuto un’accoglienza simile. D’altronde siamo gli unici in Europa ad accogliere i turi-sti in questo modo”.E l’impegno per ottenere questo è tanto. Esiste un elenco di circa 75 comuni delle province di Cagliari, Oristano, Nuoro, Ogliastra, che a turno vengono chia-mati per l’accoglienza dei turisti in città. Portano i loro prodotti tipici, dall’olio ai tipi di pane, di dolci, di liquori quali il limonello e il mirto, portano i loro prodotti artigianali, dalle borse ai cestini, ed è uno dei modi migliori per far conoscere la propria cultura e le proprie tradizioni. “Sono convinto che i crocieristi siano uno dei modi più importanti per far co-noscere il territorio. Quest’anno siamo arrivati a 150 mila presenze – afferma Fadda - Quando sono arrivato io 15 anni fa se ne contavano al massimo 30 mila all’anno. Solo nell’ultimo anno si sono aggiunte circa 80 mila presenze e abbiamo tutto l’interesse a continuare ad incrementare questo numero, ma le difficoltà non mancano”.La prima, quella di trasferire questo senso dell’accoglienza nel resto della città e del territorio. “Il motivo per cui le crociere scelgono una città è legato al suo potenziale. Nel caso di Cagliari, la città è ancora poco conosciuta. Tutti conoscono la Costa Smeralda, ma del resto della Sardegna e del capoluogo si sa ancora poco. Per questo è necessaria una più fitta attività di promozione”.Uno dei metodi potrebbe essere quello di farsi conoscere in tutti gli eventi di carattere globale quali fiere e altre occasioni di vasta portata, portare materia-le informativo sulla nostra isola. Ma l’Autorità portuale da sola non può farcela.

Dovrebbe essere un’iniziativa collettiva cui partecipi anche la stessa Re-gione, con un sistema informativo di promozione del territorio, e le stesse attività commerciali: “La positività della meta Cagliari è arrivata all’80% nelle interviste fatte in questi anni ai crocieristi arrivati. Tra i motivi di scontento più diffusi vi sono però problemi generali della città e dei servi-zi urbani, quali la chiusura dei negozi la domenica, la chiusura delle chie-se all’ora di pranzo, orario tipico di scalo delle navi in cui sono consentite le visite, oppure la scarsa conoscenza dell’inglese nei bar e nei negozi. In merito alla promozione, un adeguato metodo di utilizzo dei crocieristi come tramite per diffondere la conoscenza della città, si dovrebbe pen-sare invece a qualcosa come dei cd: se 150 mila persone quest’anno tor-nassero a casa e facessero vedere alla loro famiglia il “souvenir” caglia-ritano, si arriverebbe a circa il doppio delle persone nel resto del mondo che conoscono la nostra città”.Se si osservano più da vicino i dati emersi dai questionari forniti ai crocie-risti tra il luglio 2009 e il novembre 2009, si può comprendere facilmente cosa cercano i crocieristi quando giungono nella nostra città, e in quali aspetti la città potrebbe migliorare: emerge, infatti, come non solo le at-tività più apprezzate siano il classico giro per il centro storico e lo shop-ping, ma come i maggiori oggetti d’interesse siano soprattutto prodotti tipici sardi e souvenir di ogni sorta. Anche per queste ragioni, al secondo posto dopo l’ottima accoglienza ciò che notano maggiormente è proprio la chiusura dei negozi e la scarsa organizzazione in città, così come si fa sentire in contrapposizione alla massima cortesia del personale, quegli inadeguati orari di apertura e chiusura dei negozi al pomeriggio, come sappiamo ben diversi dalle altre città in cui sono abituati a fare scalo. A proposito di potenziale e di necessità di lasciar loro testimonianze e ma-teriali da portare a casa, si può osservare anche come il 65% dei visitatori tornerebbero a Cagliari per la sua bellezza, il cibo e la sua storia, aspetti che sono almeno parzialmente trasmissibili quando a tutti coloro a cui si racconterà al viaggio, ancor di più se si fornisce loro qualche supporto materiale.In vista di quest’estate intensa e trafficatissima che attende il capoluogo, il massimo sarebbe lasciare a ciascun visitatore un forte desiderio di tor-nare e - perché no – di farsi tramite per raggiungere porzioni sempre più ampie del pubblico internazionale.

QUANTO PIACE CAGLIARI

Page 50: via mare_ 22

51

L’accessibilità, ossia l’assenza di barriere architettoniche, culturali e sensoriali, è la condizione indi-spensabile per consentire la frui-

zione del nostro territorio. L’Unione Italiana Vela Solidale è l’organismo che, dal 2002, riunisce e rappresenta le più importanti associazioni del territorio nazio-nale che operano nel sociale, attraverso la pratica della vela e degli sport acquatici e si rivolte alla diversa abilità con una proposta turistica terapeutica e sportiva accessibile per favorire lo sviluppo di un territorio in gra-do di accoglierla, valorizzarla e trasformarla in una opportunità di crescita per restituirla alla società come occasione di viverla con un’ottica diversa, fonte di arricchimento e confronto per dare una risposta a precon-cetti che contribuiscono a rendere reali bar-riere, limiti e steccati. Tra le nostre finalità, indiscussa è la promozione della più ampia

attenzione per l’abbattimento delle barrie-re architettoniche in mare e del Turismo Accessibile, con l’obiettivo di sensibilizzare le amministrazioni e le istituzioni nel predi-sporre atti concreti, al fine di prevedere uno spazio di approdo per le barche che traspor-tano o vengono utilizzate dai diversamente abili lungo tutte le coste del nostro Paese, ivi comprese le aree marine protette dei Par-chi, pianificando un’adeguata e accessibile interfaccia con i territori garantendo una pia-nificazione di logistica fruibilità.Abbiamo davvero apprezzato l’azione con-crete dell’Autorità Portuale del Nord Sar-degna, che ha emanato un’ordinanza che prevede una quota di posti barca riservati e attrezzati per soggetti (persone fisiche o giuridiche) disabili o appartenenti alle cate-gorie protette.È una scelta coraggiosa, perché sappiamo bene che “il posto barca” è argomento deli-

cato, soprattutto dove gli spazi a mare sono scarsi rispetto alle necessità dei lavoratori del mare e dei dipartisti, ciascuno con le proprie esigenze, dignità e diritti.È anche una scelta che dimostra con i fatti la sensibilità di un’istituzione che deve seguire logiche manageriali, ma che deve evidente-mente è capace non solo di spendere belle parole, ma di agire concretamente nei con-fronti del sociale e dei diversamente abili.Siamo ancora più soddisfatti perché voglia-mo credere che questa azione concreta si anche frutto degli sforzi appassionati elar-giti quotidianamente da tutti gli associati e degli operatori dell’Unione Italiana Vela So-lidale nei confronti dell’handicap, attraverso la sensibilizzazione del mondo istituzionale della nautica rispetto a una portualità e un turismo sempre più accessibile.Questa è una bella pagina di mare, di solida-rietà tra gente di mare e un bel momento nei rapporti tra UVS e Istituzioni.Tuttavia, riteniamo che questo non sia un traguardo, ma il punto di partenza per rag-giungere obiettivi che potrebbero sia dare giovamento a chi è svantaggiato, sia svilup-pare la nautica da diporto e il turismo acces-sibile, nel suo insieme.A nome di tutti coloro che sono impegnati e sensibili alla valorizzazione dell’elemento mare, ad una rivalutazione del diporto, allo scopo di trasmettere ad un più vasto pubbli-co questi valori, si propongono questi valori per divulgare gli step raggiunti dalla nostra azione di pensiero.

UESTE BARCHE NON SONO “DIVERSE”Q

MARE APERTO: QUI VELA SOLIDALE

Page 51: via mare_ 22

Il progetto di riqualificazione del Compendio Garibaldi, a Caprera, ri-entra tra le 11 iniziative di rilievo “I Luoghi della memoria” inserite, a livello nazionale, nel programma culturale predisposto per le ce-

lebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. La conferma arriva direttamente dall’assessore della Pubblica Istruzione e dei Beni Cultu-rali, Maria Lucia Baire, che in qualità di rappresentante per le Regioni nel Comitato dei Garanti per le celebrazioni del centocinquantenario, ha partecipato, a Roma, all’incontro convocato dal presidente dell’or-ganismo ed ex premier, Giuliano Amato, per stilare un programma di massima degli eventi ufficiali legati alla ricorrenza che sarà celebrata come Festa nazionale il 17 marzo 2011. «Oltre alla ristrutturazione di Casa Garibaldi – ha anticipato l’assessore Baire – gli interventi riguar-deranno il completamento del restauro del Forte Arbuticci, già avviato con fondi regionali, per trasformarlo in uno spazio espositivo permanen-te su Garibaldi di 1.200 mq con foresterie e sala convegni, e il recupero dei caseggiati militari di Punta Rossa da convertire anch’essi in spazi espositivi, auditorium e foresterie. Si tratta, dunque, di un importante e ulteriore riconoscimento per il ruolo svolto dalla Sardegna nel processo di unificazione nazionale, in attesa di ospitare, il prossimo 7 ottobre, per la prima volta a Cagliari, il presidente della Repubblica Giorgio Napoli-tano». Il Comitato dei Garanti, composto da qualificate personalità del mondo scientifico e culturale italiano, si riunirà nuovamente a metà set-tembre per definire il programma di comunicazione di tutte le iniziative organizzate per i 150 anni dell’Unità d’Italia.

A CAPRERA GARIBALDIASPETTA NAPOLITANO

52

Page 52: via mare_ 22

53

Ore 6 del mattino. Si salpa dal Porto di Capitana: destinazione Castiadas. Al comando c’è lo skipper Fulvio Colombi, che oltre ad essere un velista esperto, è anche istruttore federale di diving. A dargli supporto, in questa occasione, non ci sono marinai bensì delle ragazze che si trovano per la prima volta nella loro vita a veleggiare. Nonostante siano alle prime armi, si sentono immediatamente a loro agio a bordo e aiutano il capitano ad am-mainare le vele per far navigare una splendida barca lunga 18 metri, alla velocità di 15 nodi. Infatti, si tratta di donne che hanno una forte passione per il mare e che amano vivere il loro tempo libero all’insegna dello sport e dell’amicizia. Durante la navigazione, si vede improvvisamente spuntare il sole dalle me-ravigliose montagne del Sarrabus e vista da tale prospettiva, una normale alba diventa uno spettacolo davvero unico. Superata l’isola dei Cavoli, si giunge in poco tempo a Cala Pira, una idillia-ca spiaggia situata nella zona di Castiadas e dalla quale si può ammirare l’isola di Serpentara. Si tratta di un’area costiera protetta, ricca di fauna e

flora marine di epoca millenaria, ma allo stesso tempo molto fragili e che dunque richiedono una persistente salvaguardia. Grazie al costante impegno delle autorità locali e degli abitanti del luogo, l’ecosi-stema di questa area è ancora immune dall’inquinamento indiscriminato dell’uo-mo e un modo certamente ecologico di giungere in tale territorio è quello di arri-

DONNE IN BARCA

varci in barca a vela. Niente gas di scarico, niente rombo di oleosi motori, niente veleni, perché tale mezzo di trasporto, oltre ad essere tra i più anti-chi del mondo, è anche il più pulito, dato che sfrutta pienamente l’energia che ci regala la natura: il vento. Appena arrivati a Cala Pira, c’è chi si rilassa con un tuffo nell’acqua tur-chese, c’è chi invece ha già fame e si accinge a preparare una bella insa-lata o chi raggiunge la spiaggia grazie al piccolo tender in dotazione. Nel pomeriggio viene organizzata una lezione di diving sia teorica che pratica. L’immersione dura circa mezz’ora e avviene in compagnia dell’istruttore, in piena sicurezza. Tra i membri dell’equipaggio, c’è anche Fabio, un kite-surfer esperto che si mette a fare le sue evoluzioni in mare, a bordo di una tavola trainata da un coloratissimo aquilone. Giunge sera, i membri dell’equipaggio si riuniscono per la cena, chiacchie-rano e scherzano, in totale armonia con l’ambiente che li circonda. Ma non è finita qui, la vera sorpresa deve ancora arrivare. L’indomani, dopo una deliziosa colazione, viene organizzata una lezione di yoga e di meditazio-ne, permettendo ai partecipanti di staccare la spina dalla vita quotidiana e di entrare in stretto contatto con il mare, con il sole, con il vento e so-prattutto con se stessi. Tutte le ansie spariscono cosicché la frenetica e inquinata vita di città diventa solo un brutto ricordo. Si torna a casa sotto una lieve pioggia ma con il mare calmo, stanchi ma felici di aver vissuto questa meravigliosa avventura.

Page 53: via mare_ 22

In Sardegna vivi di più.

w w w. s a r d e g n a t u r i s m o . i t

Riunione

Un salto in palestra

Lunedì mattina

Ora di punta

Spettacolo di prima serata

Mensa di mezzogiorno

Page 54: via mare_ 22

In Sardegna vivi di più.

w w w. s a r d e g n a t u r i s m o . i t

Riunione

Un salto in palestra

Lunedì mattina

Ora di punta

Spettacolo di prima serata

Mensa di mezzogiorno

Page 55: via mare_ 22

brontolo campionedell’audi melges32 sailing seriesdi portocervo

Page 56: via mare_ 22

brontolo campionedell’audi melges32 sailing seriesdi portocervo

Porto Cervo, 27 giugno 2010. Brontolo si aggiudica la terza tappa dell’Audi Melges 32 Sailing Series 2010. L’ annullamento della regata di oggi per mancanza di vento conferma la classifica overall di ieri, che vedeva lo sca-fo dell’armatore Filippo Pacinotti prevalere sulla flotta dei monotipo iscritti

all’Audi Inviational Melges 32, valida come terza tappa dell’Audi Melges Sailing Series 2010. Alle sue spalle nella classifica di tappa altri due italiani: B Lin Sailing.com di Luca Lalli, e Torpyone di Edoardo Lupi. Nella classifica overall dopo tre tappe sale in testa B Lin Sailing.com, che guadagna terreno su Fantasticaaa, mentre con la vittoria di tappa Brontolo riesce a spodestare dal terzo gradino del podio overall Calvi Network di Carlo Alberini. Nonostante le condizioni meteo non favorevoli, il Comitato di Regata dello YCCS ha comunque tentato di far disputare le prove in programma per oggi, ma poco dopo il segnale di partenza la flotta ha dovuto rinunciare e abbandonare il campo di regata con un niente di fatto. I primi tre classificati della tappa di Porto Cervo sono stati premiati nel corso della cerimonia finale che si è svolta in Piazza Azzurra alle 17.00. Grazie alla prestazione in una delle prove di ieri, caratterizzata dalla presenza di un vip a bordo, B Lin Sailing.com, che è stato inoltre premiato quale campione di Audi Invitational 2010. Gli italiani l’avevano fatta da padroni nella prima prova di questa tappa che, come da programma, aveva preso il via poco dopo le 12.00 sotto un vento proveniente da Nord intorno ai 6 nodi. A Torpyone il merito di aver girato il primo cancello di poppa in testa agli avversari davanti a Calvi Network e B Lin Sailing.com, e di aver tenuto la prima posizione fino al traguardo seguito dalla rimonta di B Lin Sailing e Brontolo.

2010 Audi Melges 32 Sailing Series – 3° tappa Melges 32 - Summary Results - as of 06/26/10 at 14:47

Posizione, Barca, Timoniere, Armatore, Nazione, R1-R2-Punti 1. BRONTOLO Filippo Pacinotti, ITA,3,2, 5.00 2. B LIN SAILING.COM Luca Lalli, ITA,2,3, 5.00 3. TORPYONE Edoardo Lupi, ITA,1,8, 9.00 4. MASCALZONE LATINO Vincenzo Onorato, ITA,4,7, 11.00 5. FANTASTICA Lanfranco Cirillo, ITA,11,1, 12.00 6. RUSH DILETTA Mauro Mocchegiani, ITA,8,4, 12.00 7. HIGHLIFE Peter Rogers, GBR,6,6, 12.00 8. OPUS ONE Wolfgang Stolz, GER,12,5, 17.00 9. CALVI NETWORK Carlo Alberini, ITA,5,13, 18.00 10. ROARK K. Kaan, NED,9,12, 21.00 11. BLACK MAMBA Martin Knetig, CZE,7,16, 23.00 12. JANAS Roberto Pardini, ITA,13,10, 23.00 13. FRA MARTINA Edoardo Pavesio, ITA,15,9, 24.00 14. CUERVO Y SOBRINOS Cesare Curnis, ITA,10,14, 24.00 15. F.LLI GIACOMEL AUDI TEAM Action Team a.p.d., MON,14,11, 25.00 16. INOVA Carlo Pesenti, ITA,16,15, 31.00

Page 57: via mare_ 22

58

Page 58: via mare_ 22

TIMEOUTA SINNAI OLOTURIA

IL FASCINO DELL’ARCHEOLOGIA SUBACQUEA

Page 59: via mare_ 22

Femmus a su Poettutotus a prand’inni.S’hiasta bistu Arricchettu!...Accosta. Sezzirìchi ti contu sa scena,su spassiu de oicorcaus in s’arenaconc’a soli, po coi.Carrigus de istrexiuCi seus arribaus;no ti nau su prexiude is pipius spollaus.Arricchettu è aturaua palar’ ‘e camisa e nd’hari strantaxiau‘na barracchedda lisa,po no si callentaisu zicchedd’ ‘e su binue po s’arreposaiiss’e totu, mischinu.Su mari prenu-prenupariar unu ‘nferrude genti senz’ ‘e frenuin avvolotu e in gherru.Sa basca è cosa mala,ma cussu è buddidori…Bandant a fai sciala,

aturu che sudori!Cun is cambas in foras,che sa pixi nieddas,bagarias, signoras,mannas e picioccheddas.Candu s’esti spollaraAnnetta filla mia,mi dd’hapu castiara‘nu pagu sbregungia.Ci hapu calau ‘s oguspo no biri prus nudda;po no ddi fai arrogussu pillonch’ ‘e xipudda!A prandi heus cumenzaupagu prim’ ‘e sa una(issus hianta smurzauma deu femmu digiuna).Tenemus malloreddus,unu spren’imbuttiu,‘nu pagh’ ‘e prupixeddue sartizzu arrustiu,pruna de ollaniou,pressiu, pir’ ‘e buttirue unu bellu gattouchi giai tenumu a tiru.Cand’heus accabaude si preni sa brenti,

FEMMUS ASU POETTU

60

Page 60: via mare_ 22

61

Arricchettu m’ha nau:“Baxi a biri sa genti chi mi boll’arrimaiun’or’ ‘e mesu, o duas.Ma coit’ a torrai;no fazzas de is tuas”…E fazzu sa sconcadade ddu lassai solu!Cessu, ‘ta molentadade nascu e piricciolu!

Tot’hari sburiau,ampudda e fiascu,e no si nci ha ‘lassaumancu ‘nu stiddi’ ‘e Nascu!Torraus. E dd’agattufueddend’in italianucun d’una chi hemmus fattuconnoscenz’amengianu.Issa candu ma biu

IL POETTO CAMBIA COSÌ… COME IERI…LA GRANDE SPIAGGIA QUASI AFRICANA,DENTRO I CASOTTI, NON È PIÙ QUELLADI UNA VOLTA. I CASOTTI SONOSCOMPARSI DA TEMPO. OGGI NON ÈRIMASTA NEANCHE LA SABBIA BIANCAFINISSIMA.NO C’EST PRUS NUDDA.IL POETTO CAMBIA COSÌ… COME IERI…MANCU PO DEBARAS. È FINITA LA GRANDEMANGIATA DOMENICALE DEI CAGLIARITANI.SA PAPARA MANNA A SU DOMINIGU,IN SU POETTU, AINTRU DE IS CASOTUS,FIAT COMENTI DE SA FESTA PO SA TORRIDADE SANT’EFIS A SA SCAFA.

UNU GOSU DE SA BRENTI PRENACHI NO TI NAU.“O GOPAI, SI NO DDA FEUSSA PAPARA MANNA TOTUINNOI LASSAUS”.È TUTTO FINITO.NIENTE MANGIATA,MANCU ARREXONIS E GIURICUSA OR’ ‘E MARI.IN SU POETTU EST CAMBIAU TOTU.MA C’È ANCORA IL POETTO?DOV’È FINITALA LUNGA SPIAGGIA QUASI AFRICANACANTATA DA GIAIME PINTOR?È NEL REGNO DEI RICORDI.

S U P O E T T U : A R I S E R U E O I . . . di Giuseppe Podda

sin d’è tot’azzicarae de mariru miusin c’esti stesiara.A issu dd’hapu nau:“Gi ti tengu siguru!Ti ses imbriagaue isciollorias puru!Là, babb’ ‘e fillus mannus!...Babbu senz’’è xiordebbu!Bugginu! A cinquant’annusancora picioccheddu!Ma si Deus si lassa’,torraus a su Poettu,e su giogu ti passa’,creimi puru, Arricchettu!E’ fendi notti frisca;andaus a si corcai?”Buonanotti, Francisca.Cras ti dd’accab’ ‘e nai.

Page 61: via mare_ 22

Inaugurato il molo Bonariadi Olbia

È impossibile scindere l’elemento umano dall’elemento acqua. Fin dai tempi più antichi, il mare è sempre stata una presenza essen-ziale, forte, indispensabile. I primi insediamenti “organizzati” sono sorti lungo le coste. Mare voleva dire nutrimento, acqua, sale, viaggi, esplorazioni. Lungo il corso dei millenni le attività umane si sono sempre intrecciate all’elemento “mare”. Teatro di sanguinose bat-taglie, o di romantiche veleggiate, le onde del mare hanno assistito allo svolgersi degli eventi più che ogni altro elemento, dall’Odissea di Omero alle scorribande vichinghe, dai Fenici ai Veneziani, Negli anni quaranta le navi transoceaniche trasportavano i sogni degli europei da una costa all’altra dell’Atlantico. Oggi l’uomo continua a solcare gli oceani, e a sognare le isole lontane.. E’ da queste riflessioni che è nata l’idea del Concorso. Dedicato a chi, per passione, vive la dimen-sione marina nel suo quotidiano, reale o immaginario. Il Bando del Regolamento è visibile sulla homepage facebook di Wilmar Charter. Buon lavoro, e buon vento!

È stato con l’ormeggio della nave partita da Cagliari per il pellegri-naggio verso il Lazio che si è inaugurato il molo 9 del porto di Olbia. Dopo due anni la Madonna di Bonaria ha fatto ritorno anche in Gal-lura, con i 450 fedeli e la Comunità dei Padri Mercedari che l’hanno seguita nell’incontro col Papa e con la comunità laziale. L’intera giornata del rientro, organizzata dall’Autorità portuale, è sta-ta dedicata alla preghiera e alla venerazione della Madonna, e si è conclusa con la messa delle parrocchie riunite celebrata dal Vesco-vo di Tempio Ampurias e dai Padri Mercedari. Come ha commentato lo stesso presidente Paolo Piro, «È un atto dovuto che deve rendere orgogliosa l’intera comunità. Olbia, per tradizione, è fortemente lega-ta alla Madonna del Mare e quella di Bonaria, la cui statua proprio dal mare fu recuperata nel 1370 e accolta nel convento di Bonaria a Cagliari, è il massimo simbolo della devozione che si rinnova». Quello intitolato alla Vergine è il primo dei due nuovi moli gemelli: con i loro 10 metri di lunghezza potranno ospitare navi di lunghezza superiore ai 300 metri e risulteranno particolarmente funzionali alle nuove flotte sempre più ampie e moderne, rendendo la portualità nel Nord Sardegna ancora più competitiva tra i porti del Mediterraneo.

Concorso fotografico“Wilmar Sailing Charter”

Nuovi scali nel circuito MedCruiseAnche i tre scali di Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres sono stati accolti nell’associazione che raggruppa i 78 porti crocieristici me-diterranei e le 20 più importanti agenzie marittime di promozione turistica e i tour operator.

«Abbiamo ritenuto che i tempi fossero ormai maturi per diventare membri dell’associazione», queste le parole del presidente dell’Auto-rità Portuale del Nord Sardegna, Paolo Piro, che prosegue: «Siamo stati accolti con una votazione unanime e tutti i migliori auspici in una grande famiglia, dalla quale abbiamo molto da imparare in ter-mini di professionalità, strategie, esperienze, ma alla quale tanto possiamo dare in termini di offerta sul mercato e gestione di grandi flussi di traffico».Un momento cruciale, questo, in cui Olbia si è dimostrata, con i suoi 118 accosti, indenne alla crisi. «Per quest’anno – ha spiegato Piro – non è prevista una crescita, ma quanto meno una ristabilizzazione del sistema che porterà ad una graduale uscita dalla crisi». Tra i motivi di crescita previsti, si annoverano non solo il posiziona-mento di nuove navi in Europa, che arriveranno ad un totale di 130 entro 2012, ma anche una crescita dei passeggeri, dai 18 milioni del 2009 ai 25 milioni del 2010. I motivi di polemica e gli accorgimenti da apportare non mancano nemmeno in questo caso, in cui più che mai si rivela necessario spronare ad una maggior presenza e ad un maggior sostegno ver-so le iniziative sia le istituzioni, quali i Comuni, la Provincia, troppo spesso assenti quando si è trattato di fare passi fondamentali, sia le personalità a capo dei servizi che devono ancora comprendere come accogliere al meglio i nuovi arrivati in vista degli sbarchi: basterebbe tenere negozi e bar aperti qualche volta in più anche la domenica, un gazebo dell’info-point più efficiente e i benefici li potremmo valutare nel giro di poco tempo – dice ancora Piro, e conclude – l’ingresso dell’Autorità portuale nel MedCruise ci offre una grande opportunità di sviluppo, anche perché avremo rapporti diretti con le compagnie e potremo inserirci meglio nel mercato».

Page 62: via mare_ 22

IL MARE, CHE NOSTALGIAIn lontananza, mentre la nave punta verso la mia terra natìa,

tra la bruma, si intravede un esile filo di terra.Come d’incanto il mio cuore riporta alla memoria

l’antico profumo del mare;giochi di colori sfumati tra oleandri e ibiscus,

terra arida e selvaggia tra ginepri e bacche di mirto

dove imperversa il maestralepiegando i suoi pini maestosi e secolari.

Sono ricordi d’infanzia che si riaffacciano lentamenteproprio come la mia terra pian piano

appare ai miei occhi.l’alba lascia intravedere il suo porto

ed i gabbiani ad ali spiegatesembrano darmi il benvenuto.

Tra i volti decisi e imbruniti dal sole riaffiora il volto materno, dolce e sorridente,

ospitale come la mia terra.Risate di bimba

sembrano riecheggiare tra le mura antiche della zona adiacente al porto.come l’acqua limpida del mare

circonda l’isola, così era il tuo animo:

mi facesti conoscere il sapore e il profumo delle antiche tradizioni.

Il sole è già alto nel cielo,per un attimo sembra rapire i miei pensieri…nel mio cuore c’è il profumo della Sardegna;

vagabondo ricerca tra i colori accesiun po’ di quiete al calar della sera…

Le spiagge e le coste situate nei pressi del poligono di Teulada saranno regolarmente fruibili dalle popolazioni locali anche per tutto il mese di settembre. L’iniziativa, portata avanti dal presidente della Regione Cappellacci, è stata accolta positivamente ed ora è finalmente realtà. Grazie anche all’interessamento del sottosegretario Giuseppe Cossiga, lo Stato Maggiore della Marina Militare ha - per la prima volta - annullato le attività previste: «Siamo convinti - ha dichiarato il presidente della Regione - che il dialogo faciliti i processi politici e amministrativi, e nella maggior parte dei casi dia buoni frutti. Abbiamo amplificato le istanze del territorio e trovato un interlocutore attento. Con lo stesso metodo intendiamo discutere anche questioni più complesse, come quella delle dismissioni delle aree militari. Senza posizioni preconcette, né contrapposizioni ideologi-che, che terra della valorosa Brigata Sassasi non possono trovare cittadinanzam occorre disegnare percorsi certi, capaci di dare luogo a occasioni di sviluppo per il territorio. L’alternativa alla presenza dei militari e dello Stato in generale, non deve essere l’ab-bandono, l’incertezza e la perdita di posti di lavoro, ma la valorizzazione e lo sviluppo di quelle zone. Sono questioni delicate, che devono essere gestite con grande equilibrio».

Teulada: spiagge accessibili anche a settembre

di Tiziana Contu

Page 63: via mare_ 22
Page 64: via mare_ 22

Michelle Castelnau e la meditazione in piscina.

Un fritto misto offerto da“l’amore per il mare” (Paolo, anna, azzurra).

Foto di Jacques Riguide

Il Sole sparisce, la gioia di

essere al mare rimane

“ “

Appassionata del mare ai Caraibi.

CERCA “VIA MARE” SU FACEBOOK r r r

IL MARE DI FACEBOOK

Page 65: via mare_ 22

Direttore responsabileGIORGIO ARIU

[email protected]

EditoreGia Editrice di Giorgio Ariu

In redazioneSimone Ariu, Maurizio Artizzu,

Michela Sorgia, Antonella Solinas

Redazione GraficaMaurizio Artizzu

Scritti di:Giorgio Ariu, Simone Ariu, Antonello Angioni,

Alan Batzella, Laura Bonu, Claudia Cao, Giginu Cocco, Carlo Cottafavi, Andrea Nissardi, Nadia Pacini,

Pipi Sacchetto

FotografieArchivio GIA, Maurizio Artizzu, Enrico Locci,

Andrea Mura, Andrea Nissardi,Nadia Pacini, Ignazio Sanna, Pipi Surfaction, Enrico Spanu

Redazione e centro di produzionevia Sardegna, 132 09124 - CagliariTel. 070.728356Fax [email protected]

www.giacomunicazione.itConcessionaria per la pubblicità

GIA Comunicazionevia Sardegna, 132

09124 CagliariTel. 070.728356 - Fax 070.728214

Stampa e allestimentoGrafiche Ghiani

s.s. 131 Km. 17,450Z.I. Monastir - [email protected]

DistribuzioneAgenzia Fantini - S.P. Sestu Km 5,200

Tel. 070261535

Anno VI n. 22 – luglio 2010Registrazione Tribunale di Cagliari

n. 18/05 del 14/06/2005

Marchio N° CA2005-C000191Depositato il 30/11/2005

Mensile di portualità, spiagge, sport, trasporti, viaggi e cultura mediterranea mediterranea

© Vietata rigorosamente la ripro-duzione anche parziale di testi, fotografie, disegni e soluzioni crea-tive.

www.giacomunicazione.it

giorgio ariu editore

Premio Europa per l’Editoria - PisaPremio Editore dell’Anno

per l’impegno sociale e la valorizzazione della cultura sarda

VIA MARE E’ MARCHIO DEPOSITATON° CA2005C000191

Opera di copertina, Paolo Curto

Mensile di portualità, spiagge, sport, trasporti, viaggi e cultura mediterranea € 2,00

Ann

o V

I N

.22

201

0 - S

pedi

zion

e in

Abb

. Pos

t. - 4

5% -

Art.

2 c

omm

a 20

/b le

gge

662/

96

N.22

EROS E SIRENE DEL MARE DI SARDEGNA

®

Ope

ra d

i Pao

lo C

urto

LE COSTE PIÙ BELLE D’ITALIA - PIÙ PORTI PER L’ISOLA - QUEL MASCALZONE DI ONORATOSURF E REGATE: LE COMPETIZIONI PIÙ AVVINCENTI - LA MIA INDIMENTICABILE ESTATE

Page 66: via mare_ 22

GIACOMUNICAZIONE

www.giacomunicazione.it

Visita ogni giorno

.ITI fatti, gli uomini, le idee

Video e fotogallery

Catalogo libri

Portfolio

Sfoglia le nostre riviste

SEMPRE AL TUO FIANCOW

p

p

pp

SEGUICI ANCHE SU FACEBOOKW

Premio Europa per l’Editoria - PisaPremio Editore dell’Anno

per l’impegno sociale e la valorizzazione della cultura sarda

VIA MARE E’ MARCHIO DEPOSITATON° CA2005C000191

Page 67: via mare_ 22