VIA CRUCIS...Via Crucis A cura dell’Ufficio Liturgico 2 Prima stazione – Gesù prega il Padre...

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1 Non quattordici, ma dodici significative stazioni che aiutano la riflessione di tutti per sentirsi “comunità generativa”. Ogni sosta è un invito su un tema preciso posto all’inizio di ogni singola stazione. Ogni comunità può scegliere se celebrarla interamente così come proposta, oppure scegliere solo un commento (riportati nella voce: 2° o 3° lettore). VIA CRUCIS Sac. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. R/. Amen. Sac. L’amore di Dio Padre, la salvezza operata da Cristo, e la grazia dello Spirito Santo siano con tutti voi. R/. E con il tuo Spirito. TEMPO DI CONVERSIONE Sac. Riconosciamoci peccatori, invochiamo la misericordia di Dio. Domandiamo per noi lo stesso amore di Cristo che ci rende capaci di perdonare chi non ci ama, chi ci ha offeso o trattato male. E perdoniamo anche noi stessi. Solo conquistati dal suo Amore potremo sentirci liberi di generare e così seguire i passi di Gesù sulla Via Crucis. Breve esame di coscienza Sac. Signore pietà. R/. Signore pietà. Sac. Cristo pietà. R/. Cristo pietà. Sac. Signore pietà. R/. Signore pietà. Sac. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. R/. Amen. Sac. Preghiamo. Concedi, Signore, a questa tua comunità cristiana che intende percorrere le tappe della Via Crucis, il dono della conversione, per generare,con la testimonianza, buone e belle relazioni di comunione. Per Cristo nostro Signore. R/. Amen. Via Crucis A cura dell’Ufficio Liturgico

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Non quattordici, ma dodici significative stazioni che aiutano la riflessione di tutti per sentirsi “comunità generativa”. Ogni sosta è un invito su un tema preciso posto all’inizio di ogni singola stazione. Ogni comunità può scegliere se celebrarla interamente così come proposta, oppure scegliere solo un commento (riportati nella voce: 2° o 3° lettore).

VIA CRUCIS

Sac. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. R/. Amen.

Sac. L’amore di Dio Padre, la salvezza operata da Cristo, e la grazia dello Spirito Santo siano con tutti voi. R/. E con il tuo Spirito.

TEMPO DI CONVERSIONE

Sac. Riconosciamoci peccatori, invochiamo la misericordia di Dio. Domandiamo per noi lo stesso amore di Cristo che ci rende capaci di perdonare chi non ci ama, chi ci ha offeso o trattato male. E perdoniamo anche noi stessi. Solo conquistati dal suo Amore potremo sentirci liberi di generare e così seguire i passi di Gesù sulla Via Crucis.

Breve esame di coscienza

Sac. Signore pietà. R/. Signore pietà. Sac. Cristo pietà. R/. Cristo pietà.

Sac. Signore pietà. R/. Signore pietà.

Sac. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. R/. Amen.

Sac. Preghiamo. Concedi, Signore, a questa tua comunità cristiana che intende percorrere le tappe della Via Crucis, il dono della conversione, per generare,con la testimonianza, buone e belle relazioni di comunione. Per Cristo nostro Signore. R/. Amen.

Via Crucis A cura dell’Ufficio Liturgico

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Prima stazione – Gesù prega il Padre nel Getsemani - PREGHIERA

Sac. Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. R/. Perché con la tua croce, hai redento il mondo.

1° Lettore: Dal Vangelo secondo Marco(14, 32 -36) Giunsero a un podere chiamato Getsèmani ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate».Poi, andato un po' innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell'ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». 2° Lettore: Pregare è metterci in relazione con il Padre, con un Dio che si fa chiamare “papà”. Significa che noi ci fidiamo, che se siamo in pericolo è lui quello a cui possiamo rivolgerci. Noi abbiamo sempre molte cose da chiedere a Dio. Ma è la volontà del Signore che noi dobbiamo chiedere che si realizzi. Per noi in ricerca, in cammino, è ancora incomprensibile domandare che si faccia secondo la volontà di qualcun altro; ma se questo qualcun altro si fa chiamare papà, pian piano impareremo anche a fidarci di lui e chiedere, nella nostra preghiera, non qualcosa per noi,ma “ciò che vuoi tu”. 3° Lettore: DaEvangelii Gaudium al n. 264. La prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto, l’esperienza di essere salvati da Lui che ci spinge ad amarlo sempre di più. Però, che amore è quello che non sente la necessità di parlare della persona amata, di presentarla, di farla conoscere? Se non proviamo l’intenso desiderio di comunicarlo, abbiamo bisogno di soffermarci in preghiera per chiedere a Lui che torni ad affascinarci. Abbiamo bisogno d’implorare ogni giorno, di chiedere la sua grazia perché apra il nostro cuore freddo e scuota la nostra vita tiepida e superficiale. Posti dinanzi a Lui con il cuore aperto, lasciando che Lui ci contempli, riconosciamo questo sguardo d’amore che scoprì Natanaele il giorno in cui Gesù si fece presente e gli disse: «Io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi» (Gv 1,48). Che dolce è stare davanti a un crocifisso, o in ginocchio davanti

al Santissimo, e semplicemente essere davanti ai suoi occhi! Quanto bene ci fa lasciare che Egli torni a toccare la nostra esistenza e ci lanci a comunicare la sua nuova vita! Dunque, ciò che succede è che, in definitiva, «quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo» (1 Gv 1,3). La migliore motivazione per decidersi a comunicare il Vangelo è contemplarlo con amore, è sostare sulle sue pagine e leggerlo con il cuore. Se lo accostiamo in questo modo, la sua bellezza ci stupisce, torna ogni volta ad affascinarci. Perciò è urgente ricuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta di riscoprire ogni giorno che

siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova. Non c’è niente di meglio da trasmettere agli altri. Sac. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore. Perché sappiamo sempre trovare momenti di preghiera nella nostra giornata, alla

ricerca della “Sua volontà”, preghiamo. Ascoltaci, o Signore.

Perché riconosciamo nella nostra vita i segni semplici, ma grandiosi della presenza di Dio, preghiamo. Ascoltaci, o Signore. (si possono aggiungere altre intenzioni)

Padre nostro…

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Seconda stazione – Gesù è arrestato nel Getsemani – SILENZIO

Sac. Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. R/. Perché con la tua croce, hai redento il mondo. 1° Lettore: Dal Vangelo secondo Marco (14, 46-52)

Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio. Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.

2° Lettore: Il tradimento ci fa trasalire, ci impone una reazione. Gesù però non fa così!Da Lui impariamo a stare in silenzio. È una logica nuova, un modo di non reagire che non ci appartiene, ci spiazza. Ma questa reazione è un vedere oltre. Gesù conosce bene le nostre reazioni, i nostri tradimenti, le nostre ribellioni e non replica più. Sa benissimo come siamo fatti e non discute. Non è mancanza di coraggio, ma il rispetto che Gesù ha per noi, per la nostra libertà, anche per il nostro rifiuto al suo amore. Di lì a poche ore, Lui ci mostrerà che è disposto a donare a noi ben più di un bacio. Ma non ci obbliga a credere, mai! Al costo di rimanere solo e tradito anche da noi. E davanti a Gesù nudo sulla croce, anche noi che fino a quel momento ci siamo nascosti o mascherati, ci scopriamo nudi, senza maschere e senza parole. 3° Lettore: Da Evangelii Gaudium al n. 225. “Il tempo è superiore allo spazio” … Questo criterio è molto appropriato anche per l’evangelizzazione, che richiede di tener presente l’orizzonte, di adottare i processi possibili e la strada lunga. Il Signore stesso nella sua vita terrena fece intendere molte volte ai suoi discepoli che vi erano cose che non potevano ancora comprendere e che era necessario attendere lo Spirito Santo (cfr. Gv 16,12-13). La parabola del grano e della zizzania (cfr. Mt 13, 24-30) descrive un aspetto importante dell’evangelizzazione, che consiste nel mostrare come il nemico può occupare lo spazio del Regno e causare danno con la zizzania, ma è vinto dalla bontà del grano che si manifesta con il tempo.

Sac. Preghiamo insieme e diciamo: Grazie, Signore. Rendiamo grazie a Dio, per la sua pazienza; perché sa aspettare i nostri tempi. R/.

Preghiamo perché nella nostra comunità impariamo la logica “del tempo”.R/. (si possono aggiungere altre intenzioni) Padre nostro…

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Terza stazione – Gesù è condannato a morte - IDENTITA’

Sac. Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. R/. Perché con la tua croce, hai redento il mondo.

1° Lettore: Dal Vangelo secondo Marco (14, 60-64) Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono! E vedrete il Figlio dell'uomoseduto alla destra della Potenza venire con le nubi del cielo».

Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte.

2° Lettore: Finalmente Gesù rompe gli indugi. Per molte volte, in questo vangelo di Marco, aveva imposto il silenzio ai suoi discepoli sulla sua identità, ma ora si rivela per quello che veramente è: il messia, l’atteso e il Figlio di Dio. Ma non lo fa mentre entra osannato in Gerusalemme, portato in esultanza. Lo rivela nel momento più basso della sua storia, davanti ai capi dei Giudei, riuniti per condannarlo come bestemmiatore.Gesù proprio in questo momento buio, si rivela essere luce. La sua vera identità attraversa il buio della condanna, della croce e della morte. 1° Lettore: Da Evangelii Gaudium al n. 6-7. Ci sono cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua. Però riconosco che la gioia non si vive allo stesso modo in tutte le tappe e circostanze della vita, a volte molto dure. Si adatta e si trasforma, e sempre rimane almeno come uno spiraglio di luce che nasce dalla certezza personale di essere infinitamente amato, al di là di tutto. Capisco le persone che inclinano alla tristezza per le gravi difficoltà che devono patire, però poco alla volta bisogna permettere che la gioia della fede cominci a destarsi, come una segreta ma ferma fiducia, anche in mezzo alle peggiori angustie (…) Posso dire che le gioie più belle e spontanee che ho visto nel corso della mia vita sono quelle di persone molto povere che hanno poco a cui aggrapparsi. Ricordo anche la gioia genuina di coloro che, anche in mezzo a grandi impegni professionali, hanno saputo conservare un cuore credente, generoso e semplice. In varie maniere, queste gioie attingono alla fonte dell’amore sempre più grande di Dio che si è manifestato in Gesù Cristo. Non mi stancherò di ripetere quelle parole di Benedetto XVI che ci conducono al centro del Vangelo: «All’inizio dell’essere

cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva». Sac. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore. Preghiamo per tutte le persone che vivono situazioni di dolore, di malattia e di

difficoltà. R/.

Perché il Signore splenda a noi nella sua luce, anche quando intorno a noi sembra regnino le tenebre, preghiamo.R/. (si possono aggiungere altre intenzioni)

Padre nostro…

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Quarta stazione – Gesù è rinnegato da Pietro – LA PAROLA

Sac. Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. R/. Perché con la tua croce, hai redento il mondo.

1° Lettore: Dal Vangelo secondo Marco (14,66-72) Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù».Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l'ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest'uomo di cui parlate». E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto. 2° Lettore: Purtroppo è vero anche per noi: non conosciamo Gesù. Abbiamo letto, ascoltato o forse solo sentito tante volte parlare di Lui; sappiamo dei suoi miracoli, delle sue parabole, ma ancora non lo conosciamo. Certe prediche ci fanno paura, ci fanno stare distanti, come Pietro; perché di fronte al vero Gesù anche noi dobbiamo prendere decisioni che ci pesano, che costano. 3° Lettore: Da Evangelii Gaudium al n. 174. Non solamente l’omelia deve alimentarsi della Parola di Dio. Tutta l’evangelizzazione è fondata su di essa, ascoltata, meditata, vissuta, celebrata e testimoniata. La Sacra Scrittura è fonte dell’evangelizzazione. Pertanto, bisogna formarsi continuamente all’ascolto della Parola. La Chiesa non evangelizza se non si lascia continuamente evangelizzare. È indispensabile che la Parola di Dio «diventi sempre più il cuore di ogni attività ecclesiale».[135] La Parola di Dio ascoltata e celebrata, soprattutto nell’Eucaristia, alimenta e rafforza interiormente i cristiani e li rende capaci di un’autentica testimonianza evangelica nella vita quotidiana. Abbiamo ormai superato quella vecchia contrapposizione tra Parola e Sacramento. La Parola proclamata, viva ed efficace, prepara la recezione del

Sacramento, e nel Sacramento tale Parola raggiunge la sua massima efficacia. Sac. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.

Perché la Parola di Dio sia lampada sul nostro cammino e possiamo contemplare il

vero volto di Dio Padre. R/.

Perché l’ascolto sia il modo per avvicinarci alla grandezza di Dio, che nella sua bontà desidera dimorare con noi. R/. (si possono aggiungere altre intenzioni)

Padre nostro…

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Quinta stazione – Gesù è consegnato dalla folla per essere crocifisso – LE SICUREZZE

Sac. Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. R/. Perché con la tua croce, hai redento il mondo.

1° Lettore: Dal Vangelo secondo Marco (15, 6-15) A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. 2° Lettore: E noi chi vogliamo libero? Spesso Gesù stravolge i nostri piani, ci toglie sicurezze alle quali non ci sentiamo di rinunciare. È difficile coniugare questo Gesù con i nostri progetti. Sì, a volte siamo costretti a mettere da parte Gesù; almeno per qualche istante della nostra vita, per poter essere noi, liberi. Liberi di fare a modo nostro, liberi di fare senza Dio. Liberi di decidere come Dio si deve comportare con noi. 3° Lettore: Da Evangelii Gaudium al n. 82. Il problema non sempre è l’eccesso di attività, ma soprattutto sono le attività vissute male, senza le motivazioni adeguate, senza una spiritualità che permei l’azione e la renda desiderabile. Da qui deriva che i doveri stanchino più di quanto sia ragionevole, e a volte facciano ammalare. Non si tratta di una fatica serena, ma tesa, pesante, insoddisfatta e, in definitiva, non accettata. Questa accidia pastorale può avere diverse origini. Alcuni vi cadono perché portano avanti progetti irrealizzabili e non vivono volentieri quello che con tranquillità potrebbero fare. Altri, perché non accettano la difficile evoluzione dei processi

e vogliono che tutto cada dal cielo. Altri, perché si attaccano ad alcuni progetti o a sogni di successo coltivati dalla loro vanità. Altri, per aver perso il contatto reale con la gente, in una spersonalizzazione della pastorale che porta a prestare maggiore attenzione all’organizzazione che alle persone, così che li entusiasma più la “tabella di marcia” che la marcia stessa. Altri cadono nell’accidia perché non sanno aspettare, vogliono dominare il ritmo della vita. L’ansia odierna di arrivare a risultati immediati fa sì che gli operatori pastorali non tollerino facilmente il senso di qualche contraddizione, un apparente fallimento, una critica, una croce. Sac. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.

Perché impariamo a non rifugiarci nelle nostre sicurezze, ma siamo sempre aperti alle iniziative di Dio, preghiamo. R/.

Perché sappiamo metterci in ascolto dei nostri fratelli per annunciargli un Gesù che abita le nostre quotidianità. R/. (si possono aggiungere altre intenzioni)

Padre nostro…

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Sesta stazione – Gesù è aiutato dal Cireneo – ACCOGLIERE/CONDIVIDERE

Sac. Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. R/. Perché con la tua croce, hai redento il mondo.

1° Lettore: Dal Vangelo secondo Marco (15, 21)

Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. 2° Lettore: Anche noi ci sentiamo costretti a portare le nostre croci. È difficile. Ma ancora più difficile è portare noi la croce degli altri e al loro posto. Anche al Cireneo deve essere costato faticare ancora, dopo una intera giornata di lavoro nei campi. Accettare la logica della croce significa convertire il nostro cuore, significa cambiare le nostre priorità. Ci troviamo coinvolti in situazioni di cui faremo volentieri a meno, come il Cireneo. Prendersi la croce degli altri ci fa toccare veramente con mano la sofferenza, anche in maniera silenziosa, significa condividere la croce di Gesù, come ha fatto il Cireneo; significa accettare la logica dell’amore, della vicinanza a tutti coloro che per qualche motivo soffrono. Così come ha fatto Gesù. Farci prossimi, essere vicini ai nostri fratelli in difficoltà, rappresenta una grazia per noi stessi. Così scopriamo Gesù accanto a noi, otteniamo grazia per noi stessi poiché è lo stesso Gesù sofferente che si fa vicino e si accosta al nostro camminare. 3° Lettore: Da Evangelii Gaudium al n. 201. Nessuno dovrebbe dire che si mantiene lontano dai poveri perché le sue scelte di vita comportano di prestare più attenzione ad altre incombenze. Questa è una scusa frequente negli ambienti accademici, imprenditoriali o professionali, e persino ecclesiali. Sebbene si possa dire in generale che la vocazione e la missione propria dei fedeli laici è la trasformazione delle varie realtà terrene affinché ogni attività umana sia trasformata dal Vangelo,[171] nessuno può sentirsi esonerato dalla preoccupazione per i poveri e per la giustizia sociale: «La conversione spirituale, l’intensità dell’amore a Dio e al prossimo, lo zelo per la giustizia e la pace, il significato evangelico dei poveri e della povertà sono

richiesti a tutti».[172] Temo che anche queste parole siano solamente oggetto di qualche commento senza una vera incidenza pratica. Nonostante ciò, confido nell’apertura e nelle buone disposizioni dei cristiani, e vi chiedo di cercare comunitariamente nuove strade per accogliere questa rinnovata proposta. Sac. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.

Vinci, Signore le nostre resistenze e i nostri pregiudizi. Aiutaci a vivere “prossimi” ai nostri fratelli, preghiamo. R/.

Signore, coinvolgi tutti nei tuoi progetti di giustizia e di pace, non permettere che nessuno di noi possa tirarsi indietro accampando scuse, preghiamo. R/. (si possono aggiungere altre intenzioni)

Padre nostro…

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Settima stazione – Gesù è crocifisso - DONO

Sac. Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. R/. Perché con la tua croce, hai redento il mondo.

1° Lettore: Dal Vangelo secondo Marco (15,22-27)

Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. 2° Lettore: Facile prendere di Gesù solo quello che ci serve, solo quello che ci fa comodo. Siamo bravi a fare lo “spezzatino” di Gesù. A difenderci da ciò che ci disturba di più. Ma è nell’essenza di Gesù metterci in crisi, farci dubitare, anche quando ci sembra di fare del nostro meglio. La sua proposta è completa e non possiamo ritagliarcela a nostra misura. La proposta di Gesù è un vestito su misura, sulla nostra misura, una “tunica cucita tutta d’un pezzo”, che non si può dividere (come dice un altro evangelista: una proposta, un vestito e va indossato tutto. 3° Lettore: Da Evangelii Gaudium al n. 262. Evangelizzatori con Spirito significa evangelizzatori che pregano e lavorano. Dal punto di vista dell’evangelizzazione, non servono né le proposte mistiche senza un forte impegno sociale e missionario, né i discorsi e le prassi sociali e pastorali senza una spiritualità che trasformi il cuore. Tali proposte parziali e disgreganti raggiungono solo piccoli gruppi e non hanno una forza di ampia penetrazione, perché mutilano il Vangelo. Occorre sempre coltivare uno spazio interiore che conferisca senso cristiano all’impegno e all’attività.[205] Senza momenti prolungati di adorazione, di incontro orante con la Parola, di dialogo sincero con il Signore, facilmente i compiti si svuotano di significato, ci indeboliamo per la stanchezza e le difficoltà, e il fervore si spegne. La Chiesa non può fare a meno del polmone della preghiera, e mi rallegra immensamente che si moltiplichino in

tutte le istituzioni ecclesiali i gruppi di preghiera, di intercessione, di lettura orante della Parola, le adorazioni perpetue dell’Eucaristia. Nello stesso tempo «si deve respingere la tentazione di una spiritualità intimistica e individualistica, che mal si comporrebbe con le esigenze della carità, oltre che con la logica dell’Incarnazione».[206] C’è il rischio che alcuni momenti di preghiera diventino una scusa per evitare di donare la vita nella missione, perché la privatizzazione dello stile di vita può condurre i cristiani a rifugiarsi in qualche falsa spiritualità. Sac. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.

Grazie, Signore per tutte le occasioni che ci offri di rimettere in discussione la nostra vita e di confrontare le nostre scelte con le tue. Preghiamo. R/.

Perché sappiamo coniugare fede e vita, preghiera ed evangelizzazione, spiritualità e carità, preghiamo. R/. (si possono aggiungere altre intenzioni)

Padre nostro…

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Ottava stazione – Gesù è insultato - APERTURA

Sac. Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. R/. Perché con la tua croce, hai redento il mondo.

1° Lettore: Dal Vangelo secondo Marco (15,31-32)

Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano. 2° Lettore: Gesù non è venuto per salvare sé stesso, ma per salvare gli uomini, anche noi. Non è venuto a distruggere, ma a salvare. Non è venuto a condannare, ma a redimere. E di questo ha fatto lo scopo unico della sua vita. Passano pochi giorni da quell'ingresso trionfale in Gerusalemme e subito diviene il crocifisso, il vinto. Ma a contemplarlo bene Lui non è il vinto, ma è il donato. Lui è la vita stessa di Dio donata a noi. 3° Lettore: Da Evangelii Gaudium al n. 47. La Chiesa è chiamata ad essere sempre la casa aperta del Padre. Uno dei segni concreti di questa apertura è avere dappertutto chiese con le porte aperte. Così che, se qualcuno vuole seguire una mozione dello Spirito e si avvicina cercando Dio, non si incontrerà con la freddezza di una porta chiusa. Ma ci sono altre porte che neppure si devono chiudere. Tutti possono partecipare in qualche modo alla vita ecclesiale, tutti possono far parte della comunità, e nemmeno le porte dei Sacramenti si dovrebbero chiudere per una ragione qualsiasi. Questo vale soprattutto quando si tratta di quel sacramento che è “la porta”, il Battesimo. L’Eucaristia, sebbene costituisca la pienezza della vita sacramentale, non è un premio per i perfetti ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli.[51] Queste convinzioni hanno anche conseguenze pastorali che siamo chiamati a considerare con prudenza e audacia. Di frequente ci comportiamo come controllori della grazia e non come facilitatori. Ma la Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa.

Sac. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.

Signore, combatti i nostri egoismi e aprici ai doni che Tu elargisci nel nostro essere comunità. R/.

Aumenta la nostra fede e rendi le nostre Eucarestie momenti gioiosi di crescita, di condivisione e di annuncio. R/. (si possono aggiungere altre intenzioni)

Padre nostro…

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Nona stazione – Gesù muore in croce - GENERARE

Sac. Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. R/. Perché con la tua croce, hai redento il mondo. 1° Lettore: Dal Vangelo secondo Marco (15,33-37)

Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio,

perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. 2° Lettore: La relazione tra il Figlio e il Padre ha il suo culmine sulla croce: Gesù grida e prega con le parole del salmo 22. Il figlio obbediente si abbandona tra le braccia del Padre e il Padre non lo abbandonerà mai. Allo stesso modo Dio non ci abbandonerà mai. Ma allo stesso modo anche noi siamo chiamati a non abbandonare i nostri fratelli.

3° Lettore: Tra tutte le esperienze umane, la più terribile è quella di essere. Uno degli insulti più insopportabili è sentirsi dire 'sei un Giuda'. In la nostra ripulsa davanti a chi ci apostrofa con l’ espressione di 'traditore' rivela il bisogno fortissimo di incontrare persone fedeli. In negativo, nel clima culturale odierno dove tendenzialmente le colpe sono sempre degli altri, l'appellativo di 'Giuda' mette in luce la difficoltà di percepire che in ognuno di noi abitano gelosie, invidie, cattiverie. Nostre e di nessun altro. Solo chi riconosce che il male è accovacciato alla nostra porta, è in grado di riconoscere anche il bene che lo abita. Forse, a partire da questa verità, possiamo cominciare a far fronte all’emergenza sotto gli occhi di tutti: l’allergia all’assunzione di responsabilità. Restiamo dunque in silenzio davanti a Gesù che, tradito, muore sulla croce. In questa sosta di Via Crucis, come ogni Venerdì Santo, viviamo questa memoria della Passione e della Morte di Gesù in croce.

(Rimaniamo in silenzio)

Tutti: O Dio, Ti prego, ricolmami con il Tuo Amore. Aiutami a condividere il Dono dell'amore con tutti coloro che hanno bisogno della Tua Misericordia.

Aiutami ad amarTi di più. Aiutami ad amare tutti coloro che hanno bisogno del Tuo Amore. Aiutami ad amare i Tuoi nemici. Lascia che il Tuo Amore mi benedica perché lo usi per ricolmare il cuore di tutti quelli che incontro. Con l'Amore che Tu infondi nella mia anima, aiutami a vincere tutti i mali, a convertire le anime e a sconfiggere il demonio e tutti i suoi agenti malvagi, che cercano di distruggere la Verità della Tua Santa Parola. Amen. Padre nostro…

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Decima stazione – Gesù è riconosciuto come Figlio di Dio - RICONOSCERE

Sac. Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. R/. Perché con la tua croce, hai redento il mondo.

1° Lettore: Dal Vangelo secondo Marco (15,38-41) Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest'uomo era Figlio

di Dio!». Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme. 2° Lettore: “Ma chi è costui?”. È la domanda che ci portiamo dall’inizio del Vangelo di Marco. Ecco il Figlio, colui - anzi l’unico - che ci rivela il vero volto di Dio, il suo volto di amore. Volto d’amore, gesto d’amore riconosciuto non da un giudeo, da uno dei discepoli o da un bravo cristiano che va a messa tutte le domeniche, ma da un centurione romano. È ristabilita la pace tra Dio e l’uomo, il velo che separa la presenza di Dio dagli uomini, non esiste più. Ora la casa del Padre è spalancata per tutti i suoi figli, tutti possono entrare e godere della sua presenza per sempre. 3° Lettore: Da Evangelii Gaudium al n. 178. Confessare un Padre che ama infinitamente ciascun essere umano implica scoprire che «con ciò stesso gli conferisce una dignità infinita».[141] Confessare che il Figlio di Dio ha assunto la nostra carne umana significa che ogni persona umana è stata elevata al cuore stesso di Dio. Confessare che Gesù ha dato il suo sangue per noi ci impedisce di conservare il minimo dubbio circa l’amore senza limiti che nobilita ogni essere umano. La sua redenzione ha un significato sociale perché «Dio, in Cristo, non redime solamente la singola persona, ma anche le relazioni sociali tra gli uomini».[142] Confessare che lo Spirito Santo agisce in tutti implica riconoscere che Egli cerca di penetrare in ogni situazione umana e in tutti i vincoli sociali: «Lo Spirito Santo possiede un’inventiva infinita, propria della mente divina, che sa provvedere e sciogliere i nodi delle vicende umane anche più complesse e impenetrabili».[143] L’evangelizzazione cerca di cooperare

anche con tale azione liberatrice dello Spirito. Lo stesso mistero della Trinità ci ricorda che siamo stati creati a immagine della comunione divina, per cui non possiamo realizzarci né salvarci da soli. Dal cuore del Vangelo riconosciamo l’intima connessione tra evangelizzazione e promozione umana, che deve necessariamente esprimersi e svilupparsi in tutta l’azione evangelizzatrice. L’accettazione del primo annuncio, che invita a lasciarsi amare da Dio e ad amarlo con l’amore che Egli stesso ci comunica, provoca nella vita della persona e nelle sue azioni una prima e fondamentale reazione: desiderare, cercare e avere a cuore il bene degli altri. Sac. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.

Signore, aiutaci ad aprirci al valore di sentirci un cuor solo e un’anima sola. R/.

Signore, aiutaci a sciogliere i nodi delle vicende umane per essere immagine vera di una chiesa di comunione e generativa. R/. (si possono aggiungere altre intenzioni)

Padre nostro…

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Undicesima stazione – Gesù è deposto dalla croce - CORAGGIO

Sac. Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. R/. Perché con la tua croce, hai redento il mondo. 1° Lettore: Dal Vangelo secondo Marco (15,42-47)

Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d'Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch'egli il regno di Dio, con

coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all'entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto. 2° Lettore: Noi siamo deboli, incostanti e opportunisti, quando dobbiamo professare la nostra fede di fronte a chi non crede. Il vero discepolo è con i gesti che testimonia la sua nuova vita in Cristo. Ma tutto ciò che compie è frutto della grazia di Dio; solo a partire dal suo gesto d’amore, anche noi siamo capaci di gesti d’amore. 3° Lettore: Da Evangelii Gaudium al n. 112. La salvezza che Dio ci offre è opera della sua misericordia. Non esiste azione umana, per buona che possa essere, che ci faccia meritare un dono così grande. Dio, per pura grazia, ci attrae per unirci a Sé.[79] Egli invia il suo Spirito nei nostri cuori per farci suoi figli, per trasformarci e per renderci capaci di rispondere con la nostra vita al suo amore. La Chiesa è inviata da Gesù Cristo come sacramento della salvezza offerta da Dio.[80] Essa, mediante la sua azione evangelizzatrice, collabora come strumento della grazia divina che opera incessantemente al di là di ogni possibile supervisione. Lo esprimeva bene Benedetto XVI aprendo le riflessioni del Sinodo: «È importante sempre sapere che la prima parola, l’iniziativa vera, l’attività vera viene da Dio e solo inserendoci in questa iniziativa divina,

solo implorando questa iniziativa divina, possiamo anche noi divenire – con Lui e in Lui – evangelizzatori».[81] Il principio del primato della grazia dev’essere un faro che illumina costantemente le nostre riflessioni sull’evangelizzazione. Sac. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.

Lo Spirito Santo ci renda capaci di essere testimoni dell’amore che il Signore ci ha fatto sperimentare nella nostra vita, preghiamo. Ascoltaci, o Signore.

Preghiamo perché la nostra comunità sia sempre più una comunità evangelizzatrice e missionaria. Ascoltaci, o Signore. (si possono aggiungere altre intenzioni)

Padre nostro…

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CONCLUSIONE

Sac. Tre giorni dopo la sua morte, Gesù risorge alla vita per la pienezza della vita umana e divina. Adesso tutto si illumina: la resurrezione è la realtà pura e semplice del Regno di

Dio in mezzo agli uomini. Regno di Vita, di amore e di bontà vera. Con la resurrezione, Gesù mostra chiaramente la Sua comunione con il Padre nello Spirito: loro sono al suo fianco! Ora Dio è vivo e presente anche al nostro fianco. La resurrezione rappresenta l’avvenimento più significativo della storia del mondo perché ha dimostrato che è la vita e non la morte a dire l’ultima parola. Perciò possiamo pregare così:

Tutti: O Gesù, mi fermo pensoso ai piedi della tua Croce: anch'io l'ho costruita con i miei peccati! La tua bontà, che non si difende e si lascia crocifiggere, è un mistero che mi supera e mi commuove profondamente. Signore, tu sei venuto nel mondo per me, per cercarmi, per portarmi l'abbraccio del Padre. Tu sei il volto della bontà e della misericordia: per questo vuoi salvarmi! Dentro di me ci sono le tenebre: vieni con la tua limpida luce. Dentro di me c'è tanto egoismo: vieni con la tua sconfinata carità. Dentro di me c'è rancore e malignità: vieni con la tua mitezza e la tua umiltà. Signore, il peccatore da salvare sono io: il figlio prodigo che deve tornare, sono io! Signore, concedimi il dono delle lacrime per ritrovare la libertà e la vita, la pace con te e la gioia in te. Amen.

Sac. Il Signore sia con voi. R/. E con il tuo spirito.

Sac. Vi benedica e vi protegga Dio Padre + e Figlio e Spirito Santo. R/. Amen.

Sac. Benediciamo il Signore. R/. Rendiamo grazie a Dio.

Si canta un inno alla croce.