Via Crucis delle Famiglie 20 marzo 2015 · un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal...

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Via Crucis delle Famiglie Via Crucis delle Famiglie 20 marzo 2015 Santuario Maria Regina della Famiglia Madonna dei Prati di Moscazzano Parrocchia di Moscazzano Ufficio diocesano Pastorale della Famiglia

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Via Crucis delle Famiglie

Via Crucis delle Famiglie

20 marzo 2015 Santuario Maria Regina della Famiglia

Madonna dei Prati di Moscazzano

Parrocchia di Moscazzano Ufficio diocesano Pastorale della Famiglia

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Canto iniziale ‘

Dov’è Carità e Amore

Rit. Dov'è Carità e Amore, qui c'è Dio.

Ci ha riuniti tutti insieme Cristo, Amore: godiamo esultanti nel Signore!

Temiamo ed amiamo il Dio vivente e amiamoci tra noi con cuore sincero.

Rit. Dov'è Carità e Amore, qui c'è Dio.

Noi formiamo qui riuniti un solo corpo, evitiamo di dividerci tra noi.

Via le lotte maligne, via le liti! E regni in mezzo a noi Cristo Dio.

Rit. Dov'è Carità e Amore, qui c'è Dio.

Chi non ama resta sempre nella notte e dall'ombra della morte non risorge: ma se noi camminiamo nell'Amore,

noi saremo veri figli della Luce.

Rit. Dov'è Carità e Amore, qui c'è Dio.

Nell'amore di Colui che ci ha salvato, rinnovati dallo Spirito del Padre, tutti insieme sentiamoci Fratelli

e la Gioia diffondiamo sulla terra.

Rit. Dov'è Carità e Amore, qui c'è Dio.

Imploriamo con fiducia il Padre Santo perché doni ai nostri giorni la sua pace:

ogni popolo dimentichi rancori, ed il mondo si rinnovi nell'amore.

Rit. Dov'è Carità e Amore, qui c'è Dio.

Canto conclusivo ‘

Vivere la vita

Vivere la vita con le gioie e coi dolori di ogni giorno, è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e inabissarti nell'amore è il tuo destino, è quello che Dio vuole da te Fare insieme agli altri la tua strada verso Lui, correre con i fratelli tuoi... Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai. Vivere la vita è l'avventura più stupenda dell'amore, è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e generare ogni momento il paradiso, è quello che Dio vuole da te. Vivere perché ritorni al mondo l'unità, perché Dio sta nei fratelli tuoi... Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai.

Vivere perché ritorni al mondo l'unità, perché Dio sta nei fratelli tuoi... Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai.

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VIII stazione GESU’ E’ RISORTO

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo tutti Perché con la tua croce hai redento il mondo

«Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. .. L’angelo disse alle donne: “non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. E’ risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: E’ risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto”. Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli.» Come le donne al sepolcro, anche noi , donne e uomini di oggi , Ti cerchiamo per uscire dal tunnel dei nostri smarrimenti e delle nostre paure. Ma Tu non sei nel sepolcro, Signore, sei risorto, sei vivo! La speranza che la tua Resurrezione ci mette nel cuore, illumina i nostri giorni e apre i nostri occhi per vedere tutto il bene che c’è intorno a noi. Il mondo fa circolare soprattutto notizie di distruzione, di conflitto, di negatività, ma…. Tu sei la Vita e con Te , nel cuore e nella mente, riusciamo a vedere i segni di Resurrezione che non fanno notizia , ma che, una volta scoperti, rendono lieta tutta la nostra esistenza: è segno di Resurrezione vivere in famiglia il rispetto reciproco. Vivere nella coppia il dialogo, la fedeltà, il perdono, l’amore per sempre, oltre la morte. Vivono da risorti i genitori che hanno cura dei figli e li seguono con amore gratuito e attento, in ogni fase della loro vita. E’ segno di Resurrezione l’amore per un figlio adottivo, come pure la dedizione degli educatori, degli insegnanti, la tenerezza dei nonni. E’ vivere da risorti prendersi cura dei genitori nella vecchiaia e nella malattia, spesso con grande sacrificio, rinunciando al proprio tempo libero. Vive da risorto chi compie il proprio lavoro con passione e onestà, chi loda il Signore nel riposo, nella festa, nella gioia, chi si affida a Lui nella prova, chi sente Dio presente nella normalità della vita.

I stazione GESU’ CONDANNATO A MORTE

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo tutti Perché con la tua croce hai redento il mondo

«Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: “Crocifiggilo, crocifiggilo!”. Ed egli, per la terza volta, disse loro: “Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Dunque lo punirò e poi lo rilascerò”. Ma essi insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato, allora, decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in carcere per rivolta e omicidio e che essi richiedevano e consegnò Gesù al loro volere» (Lc 23,20-25). Christian ha 11 anni. È affetto da autismo, e da due anni non ha il privilegio di trascorrere la giornata scolastica con i compagni, altrimenti, dicono, “disturberebbe troppo”. Quaderni e penne, insegnante di sostegno ed educatore: basta questo. In un istituto di Valmontone, in provincia di Roma, via della croce. Trascorre le ore di lezione nella “stanza del silenzio degli innocenti”, separato dal resto, dal mondo, da ciò che è fuori. Come tutti i carcerati ha la sua ora d’aria, durante la ricreazione: lì può raggiungere gli altri e stare un po’ con loro. Dicono che disturba e che è pericoloso. Gli vengono negate le gite scolastiche. E rischia altri due anni di elementari, come ulteriore castigo. La stanza del silenzio degli innocenti è il suo calvario.

Preghiera insieme Signore Gesù,

mi emarginano a scuola, mi umiliano al lavoro,

mi discriminano in parrocchia, non mi ascoltano in famiglia,

mi giudicano pericoloso. Ma io ho fiducia in Te,

stammi vicino e non mi abbandonare.

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II stazione GESU’ caricato della croce

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo tutti Perché con la tua croce hai redento il mondo

«Gesù portò i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, perché non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue ferite siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime» (1 Pt 2,24-25).

Alla fine del mese ormai si arriva a fatica. E ogni ventisette, più che a immaginare nuova vita, ci si prepara a saldare debiti. La croce ha il volto nascosto delle bollette energetiche da pagare, dell’affitto da onorare, delle rate del mutuo che ne abbiamo perso il conto. Però hanno abolito i co.co.pro, il jobs act è entrato nel vivo. Forse, chissà, anche i nostri figli, da adesso in poi, potranno sognare futuro diverso e non essere attanagliati dalla logica nefasta del ventisette del mese. Sparisce l’articolo 18 ma i nuovi contratti sono a tutela crescente. C’è intanto la Naspi, la nuova assicurazione sociale per l’impiego, e poi la Dis-col, un ammortizzatore previsto per i co.co.co. Però l’impressione è che questa crisi ci stia deprimendo ancora di più. Una croce pesante, dura da sopportare, ingiusta per tante famiglie. Pare che a breve il Pil crescerà. Intanto oggi il peso è sulle spalle dell’Italia migliore, di chi si alza di buon mattino a racimolare cibo e speranza.

Preghiera insieme

Signore Gesù, oggi non so cosa raccontare ai miei figli. Non vado al market da parecchi giorni,

e il mio frigorifero è vuoto. Dammi la forza di ottenere quel poco

e quel giusto per mangiare il pane di domani.

VII stazione GESU’ MUORE IN CROCE

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo tutti Perché con la tua croce hai redento il mondo

«A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: “Elì, Elì, lemà sabactàni?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Costui chiama Elia”. E subito uno di loro corsa a rendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fisso su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: “Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!”» (Matteo 27, 45-49) C’era tutta Orvieto, hanno scritto i giornali, a salutare, il 2 febbraio scorso, in Duomo, Elisa Lardani, una donna di 38 anni, morta pochi giorni prima dopo aver dato alla luce la sua quarta figlia. Tanti, davanti a quella famiglia straziata dal dolore, si saranno chiesti: «Dio, perché li hai abbandonati? Perché, Dio, permetti che una mamma muoia mentre compie il gesto più bello, quello di dare la vita?». Poi è stata la volta della testimonianza del marito, infermiere, che si trovava con Elisa in sala parto. «Da quando è accaduto – ha detto – mi ripeto: “A testa alta, fino in fondo”. Portando la bara di Elisa, ho capito perché “a testa alta, fino in fondo”. Perché a testa alta ho visto Lui. È la mia forza, il mio coraggio. Non è molto ortodosso, ma vorrei citare una canzone di Jovanotti che a noi piace molto: l’eternità è un battito di ciglia. E noi siamo fatti per l’eternità. Noi abbiamo scelto di guardare in faccia la vita e scommetterci, senza paura. Abbiamo scelto di amare fino in fondo».

Preghiera insieme Signore, grande e impenetrabile è il Mistero della croce. Lo è stato anche per te.

Signore, davanti a una morte come quella di Elisa e a quella di tanti altri innocenti, concedici il diritto di non capire, la voglia di ribellarci.

Concedici la possibilità di urlare il nostro dolore, di non tenercelo dentro. Ma dacci pure la forza – che è solo tua – di alzare gli occhi verso il Padre, che non vediamo, ma che sappiamo essere misteriosamente presente

e partecipe ai tanti drammi di ogni tempo, ai mille Golgota di oggi.

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VI stazione GESU’ INCONTRA LE DONNE

DI GERUSALEMME

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo tutti Perché con la tua croce hai redento il mondo

«Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figli» (Lc 23,28).

Laura ce l’ha fatta. A ventiquattro anni ha deciso di scappare dalla strada, dopo la retata che la polizia milanese ha compiuto alcune settimane fa. Le altre ragazze romene, tra i tredici e i trent’anni, liberate dalla polizia, non hanno trovato invece il coraggio di ribellarsi ai loro aguzzini. Sono sparite, forse. Oppure hanno trovato rifugio presso altre mani sicure, truffaldine e violente. Mentre per lei c’è speranza che possa tornare a vita normale, attraverso la scelta di una comunità protetta. Un percorso difficile. I clan che gestiscono la prostituzione non permettono fughe. Sono crudeli. Perfino alcune madri vendono le figlie, per un prezzo medio tra i cinque e i settemila euro. Ma qualcuna alza la testa. E forse anche Laura ce la farà.

Preghiera insieme

Signore Gesù, oggi ho talmente guardato in basso

che ho dimenticato che Tu esisti. Mi hanno pagato il doppio per impedirmi di scappare.

Ti prego: liberami da queste catene!

III stazione GESU’ cade la prima volta

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo tutti Perché con la tua croce hai redento il mondo

«Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio ed umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui!» (Is 53,4-5). Son sbarcati a Lampedusa, Pozzallo, Augusta, Porto Empedocle, Trapani. Feriti, arrabbiati, malconci, con nelle gambe l’unica dignità possibile: la parola libertà. L’Organizzazione internazionale per le Migrazioni li ha contati: sono arrivati in Italia, nel mese di febbraio 2015, circa 4.300 migranti. La maggior parte originari dell’Africa sub-sahariana, poi siriani ed eritrei. Una neonata di tre mesi ha fatto il verso alla fuga. Nata in una “casa di collegamento” libica, non ha visto le angherie che ha subito la giovane madre per conto dei mercanti di schiavi, ma le ha ascoltate. Poi, ha visto gettare in mare alcune persone, ma non sa darsene conto. Chissà, forse un giorno, in terra straniera, qualcuno le spiegherà. Il viaggio del non ritorno è costato 400 dollari, la paga della vergogna per aggiudicarsi un posto sui piccoli gommoni usati dai trafficanti. C’è chi ha dovuto pagare pegno, anche oltre 1500 dollari. Un adolescente della Guinea Bissau ha raccontato il suo viaggio per la salvezza, attraversando il Senegal, Mali, Burkina Faso e Niger. E si è augurato di non assistere più nella sua vita a tale strazio e mercimonio di uomini.

Preghiera insieme Signore Gesù,

dammi la forza di non girare canale quando la tv mostra i nostri fratelli che scappano da guerre e povertà.

Dai loro coraggio e speranza e dona a noi la dignità necessaria

per guardare oltre quel mare di dolore.

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IV stazione GESU’ AIUTATO DA SIMONE DI

CIRENE A PORTARE LA CROCE

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo tutti Perché con la tua croce hai redento il mondo

«Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo» (Mc 15,21).

Luca ha cambiato la sua immagine di copertina su facebook. Adesso ha in braccio una piccola bambina africana, arrivata per caso dal mare della fuga e dal cielo della speranza. Michele lavora fino a notte tarda al Ministero, oltre gli straordinari. Gli sbarchi dei migranti sono, ancor di più, un affare suo, nostro. Valentina ha raccolto asciugamani e vestiti in parrocchia e li ha portati alla mensa Caritas. Augusto ogni giovedì sera è lì, nei pressi della stazione del treno, a distribuire cibi caldi a chi ne ha bisogno. Sara ha ospitato nella sua casa un conoscente che purtroppo non ha più un lavoro e dorme in automobile, per strada. Federico distribuisce pacchi di pasta al centro di raccolta parrocchiale. Nonostante la sua giovane età, non lo dice a nessuno. E non lo posta sui social network.

Preghiera insieme Signore Gesù,

fa’ che il mio essere solidale sia sempre sobrio e gentile,

perfino silenzioso e nascosto. E allontana da me il calice

dell’indifferenza e della superficialità.

V stazione VERONICA ASCIUGA

IL VOLTO DI GESU’

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo tutti Perché con la tua croce hai redento il mondo

«Il mio cuore ripete il tuo invito: “Cercate il mio volto!”. Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza» (Sal 27,8-9). La tenerezza femminile deve aver attraversato la sinagoga di Oslo. Oltre mille musulmani, donne e uomini, hanno formato uno scudo umano intorno al tempio degli ebrei, dicendo no all’antisemitismo e no all’islamofobia. Un anello della pace libero e spontaneo che è nato da un sentimento di accoglienza e dono di sé che asciuga le ferite. Una settimana prima, in Danimarca, la notizia non ammetteva amore: Omar Abdel Hamid El-Hissein, figlio di migranti palestinesi, uccide due persone in una sinagoga di Copenaghen durante un evento sulla libertà d’espressione. Una settimana dopo, la tenerezza asciuga il volto di una comunità trafitta dal dolore. Oggi l’uomo si arrende alla legge dell’amore. La mano di una Veronica, di mille Veroniche, scendono all’improvviso, nel silenzio, ad asciugare le ferite di un’umanità sospettosa e a regalare, in una notte diversa, attimi di pace.

Preghiera insieme Signore Gesù, abituami a guardare il volto dell’altro. Ti chiedo anche: tendi la mia mano verso quel volto,

e lasciala andare a carezze d’amore. Signore Gesù, è il tuo volto che noi cerchiamo.

La Veronica ci ricorda che tu sei presente in ogni persona che soffre

e che avanza sulla sua via del Golgota. Signore, fa’ che ti troviamo in chi è emarginato, per asciugare le lacrime

di chi piange, prenderci cura di chi soffre e sostenere chi è debole.