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  • VI SONO NORME ASSOLUTE O TUTTO E RELATIVO? Riprendiamo il nostro viaggio sulla problematica morale. Vediamo di fare un altro tratto di strada confrontandoci con i pensatori dell'et moderna. Ti anticipo che incontreremo filosofi... inquietanti, che potrebbero metterti in crisi. Buon viaggio! Sappi che pi sarai a conoscenza di argomentazioni altrui, pi riuscirai a scavare un problema, pi sar profonda la tua "ricerca. Immagino che tu ritenga pedante l'esplorazione di quanto hanno affermato i vari filosofi. La ricerca indubbiamente una fatica. Ma necessaria. Io vorrei condurti oltre le quattro chiacchiere da bar. Per questo devi "sudare per sapere cosa hanno detto prima di te i pensatori che sul problema hanno riflettuto. Se vuoi volare alto, almeno una volta nella vita devi avere in mano tutti i termini del problema. Senti: dove sei approdato, nella tua ricerca personale, dopo il primo viaggio sull'etica? Al relativismo pi assoluto (pi o meno sulla lunghezza d'onda dei sofisti e degli scettici): come potrebbero esserci dei valori assoluti nel campo morale se nella storia del pensiero si incontrano i valori pi disparati? Una posizione legittima. Tieni presenti, tuttavia, le possibili conseguenze del relativismo. Il relativismo, infatti, potrebbe giustificare tutto. Sotto questo profilo si facilmente tentati di rifiutarlo. Ma senti: non potrebbe essere vero? Macch vero! Lo sappiamo tutti che dire che vero che tutto relativo, significa affermare il valore "assoluto" del relativismo. Questo il classico argomento contro chi scettico. Lo sai, per, che gli scettici non erano tanto ingenui da non accorgersi di tale contraddizione. Senti: proprio vero che nella storia del pensiero antico e medievale hai trovato proprio una giungla di posizioni? Certo: si va dall'esaltazione del piacere sensuale all'annullamento delle passioni, delle emozioni, in altre parole dall'edonismo all'ascetismo. E' vero. E' anche vero, pero', che una buona parte dei pensatori che tu hai affrontato hanno messo in evidenza il ruolo di guida che deve avere la ragione sugli istinti (perfino Democrito, perfino Epicuro). Tuffiamoci ora nell'esplorazione dei "valori" dell'et moderna, a partire da quelli "umanistico-rinascimentali. Si tratta di valori per certi aspetti contro corrente. Mi auguro ti facciano riflettere. Sei anche tu, forse, che ama andare contro corrente? Quali sono i VALORI esaltati dall'Umanesimo? I valori... umani, terreni, mondani (felicit, piacere, gloria, denaro...) in contrapposizione all'ascetismo medievale. I valori sono certamente... umani, ma , indubbiamente, esagerato parlare di ascetismo medievale. Si pu, dire, pi correttamente, che nell'Umanesimo vi unaccentuazione di valori "umani che pure erano presenti nel Medioevo. Nel Medioevo - un periodo durato un millennio - non tutti, certo, hanno scelto come stile di vita l'ascetismo degli anacoreti. I valori mondani erano... vissuti. Cosa cambia, allora, con l'Umanesimo? Immagino che con l'Umanesimo questi valori vengano teorizzati come "valori". Questa la tesi che pare pi accreditata - contro le opposte interpretazioni della "continuit" e della "rottura tra Medioevo ed Umanesimo -. Che cambia, cio, sarebbe (come dice Chabod) la... forma mentis. I valori... umani sono indubbiamente "vissuti" (a parte eccezioni) anche nel Medioevo. Si tratta, tuttavia, di valori che nel Medioevo vengono considerati "peccato", mentre nell'Umanesimo vengono teorizzati come "valori". Siamo, quindi, in presenza di una rivoluzione culturale anti-cristiana? Certo: non un caso, infatti, che si cerchi il fondamento ideologico di tali valori nella filosofia classica, cio pagana. Vi , indubbiamente, un ritorno ai classici alle ricerca di un fondamento culturale dei valori umanistici. E' anche vero, per, che non vi una contrapposizione col Cristianesimo: abbiamo umanisti che sono cristianissimi. Il ritorno ai classici (ai pagani) pu apparire come anti-cristiano, ma non cos. Scaviamo. Quali sono, secondo te, gli autori classici che pi di altri esaltano i valori umani, mondani? Immagino in primis Epicuro che esalta il piacere in netto contrasto con le... ragioni della ragione.

  • E' vero che Epicuro viene rivisitato, ma anche vero che Epicuro non teorizza il piacere sensibile, carnale, ma un piacere raffinato, guidato dalla ragione, dalla saggezza. L'epicureismo torna di moda nell'Umanesimo (uno dei massimi esponenti dell'epicureismo Lorenzo Valla). Non ti sembra anti-cristiano l'epicureismo? Certo: anche nella sua versione autentica, si tratta di una dottrina che esalta il piacere, mentre il Cristianesimo predica la negazione della "carne" in nome dei valori "spirituali". Indubbiamente la risposta dipende dall'interpretazione che si d del Cristianesimo: chi vi ha visto una contrapposizione tra "carne e "spirito, chi, invece, ha visto tutto ci che "creato come buono (ci che Dio ha creato bene - dice il libro della Genesi). Non solo i seguaci di Epicuro, ma tutti gli umanisti leggono il Cristianesimo in sintonia con i valori umanisti da loro esaltati. Si torna ad Epicuro. Come si torna... allo stoicismo. E' vero. Pu sembrare paradossale, ma vero. Gli stoici, infatti, esaltano un valore umanissimo: la libert (dalle emozioni), una libert che va conquistata. Pu sembrare paradossale, ma si recupera anche Platone, in particolare in quanto... cantore della bellezza, in quanto scrittore efficacissimo. Si ritorna pure... ad Aristotele. E' lui, infatti, che - in contrapposizione a Platone - valorizza questo mondo: chi non ha presente il dipinto di Raffaello? La contrapposizione un po'... schematica. E' indubbio, comunque, che Aristotele rid pieno valore al mondo sensibile e prende le distanza dalla visione dualistica dell'uomo tipica di Platone. Soffermiamoci un attimo su un aristotelico: Pietro Pomponazzi. Pomponazzi (insegna a Padova e a Bologna) celebre per uno scritto: "Sull'immortalit dell'anima". In tale opera, ... leggendo Aristotele, arriva ad affermare che, seguendo la ragione, non si in grado di affermare l'immortalit dell'anima. Perch mai? Prova ad intuire. Se e' un aristotelico, immagino che ritenga che l'intelletto non pu agire senza i sensi: ricordo che per Aristotele non vi nulla nell'intelletto se prima non vi stato nei sensi. Questa la lettura di Pomponazzi: l'intelletto (l'anima) agisce solo sulla base del materiale che gli forniscono i sensi per cui non pu fare a meno di essi. Pomponazzi, in altre parole, nega sulla base della ragione (una certa "lettura" della ragione aristotelica) si possa dimostrare l'immortalit dell'anima (come farebbe l'intelletto a operare senza il materiale fornito dai sensi?). Una tesi, questa, che viene subito contestata sulla base dell'argomento secondo cui, se l'anima non fosse immortale, cadrebbe la morale. Cosa dici di questa critica? Mi pare sensata: perch mai dovremmo comportarci bene, sforzarci di vivere onestamente se poi non ci fosse alcun premio (o castigo) nell'aldil? Non di questo avviso Pomponazzi che sostiene che la VIRTU' E' PREMIO A SE STESSA, che cio il virtuoso si sente felice proprio perch virtuoso: la virt che rende felice ed il vizio che rende infelice. Pomponazzi - lo diciamo per completezza - non nega l'immortalit dell'anima. La ritiene solo come dogma di fede e non come una conquista della ragione. Cosa dici tu della tesi di Pomponazzi? Mi sembra ostica da digerire: che molla avrei io di agire bene senza la prospettiva di un aldil? Un'opinione legittima. Pi avanti riprenderemo ampiamente l'argomento. Un valore primario dell'Umanesimo , indubbiamente, la libert dell'uomo, il suo essere artefice del suo destino (si veda, ad es., Pico della Mirandola). Cosa dici di questo valore? Mi sembra non solo in netto contrasto con la concezione medievale (in cui l'uomo faceva parte di un ordine dato), ma anche con la sostanza del Cristianesimo: se l'uomo che progetta se stesso, questo lo pu fare solo in una prospettiva non cristiana! Indubbiamente in contrasto con la concezione medievale. Che sia, poi, in contrasto col Cristianesimo, dipende dall'interpretazione che si d del Cristianesimo. Questo teorizzare l'uomo come sovrano, artefice del proprio destino indubbiamente in contrasto con l'astrologia tanto diffusa nella cultura del tempo. In che senso? Nel senso che chi crede all'astrologia, crede agli influssi dei corpi celesti sulle vicende umane, influssi che metterebbero in crisi la stessa libert dell'uomo di decidere del proprio destino. E' cos: la credenza negli influssi dei corpi celesti sulle vicende umane metterebbe in crisi la libert umana. Come potrebbe essere libero l'uomo se le sue azioni fossero condizionate dagli influssi celesti?

  • La cultura umanistico-rinascimentale tende progressivamente a LAICIZZARSI, a sganciarsi, cio, dalla religione (non dimenticare che nel Medioevo la stessa filosofia un'ancella della teologia). Non solo: la piramide della cultura (che ha, appunto, come top la teologia) si sgretola. Nascono nuove... scienze: la scienza politica, la fisica del tutto autonome rispetto alla religione. Siamo lontani dal rifiuto di Dio, ma e' un fatto che l'arte viene vista per la bellezza che celebra, non per il suo essere... la bibbia dei poveri, la politica si separa dalla religione e dalla stessa morale, la fisica decolla con un suo oggetto e con un suo metodo autonomi. Dio, di sicuro, non pi al centro, ma... in periferia. L'arte per l'arte, la politica per la politica, la scienza per la scienza. Non si arriva ancora alla morale per la morale, ma in qualche misura Pomponazzi si avvicina a tale concezione. L'uomo al centro, l'uomo "copula mundi" (Ficino). Non si pu dire, tuttavia, che tutta la cultura rinascimentale sia ottimistica. E' soprattutto MONTAIGNE che inizia a riflettere sulla "condizione umana: sull'uomo "creatura miserabile e meschina", esposta alle offese delle cose, incapace di conoscere la minima parte dell'universo. Con Montaigne l'uomo non si esalta pi: s