Verona è - Giugno 2012

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Anno III - n. 6 - Giugno 2012 Progettazione e realizzazione web Realizzazione software aziendali Web mail - Account di posta Via Leida, 8 37135 - Verona - Tel. 045 8213 434 www.ewakesolutions.it edito da Associazione Culturale www.quintaparete.it Lo spettacolo sta per iniziare. Una scena di Tosca in Arena, anteprima della stagione lirica 2012

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Il nuovo numero del nostro mensile on-line. A cura dell'Associazione Culturale Quinta Parete

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Anno III - n. 6 - Giugno 2012

Progettazione e realizzazione webRealizzazione software aziendaliWeb mail - Account di posta

Via Leida, 8 37135 - Verona - Tel. 045 8213 434 www.ewakesolutions.it

edito daAssociazione Culturale

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Lo spettacolo sta per iniziare.Una scena di Tosca in Arena,anteprima della stagione lirica 2012

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Edito daAssociazione CulturaleQuinta Parete - Verona

Via Vasco de Gama 1337024 Arbizzano di Negrar, Verona

Direttore responsabileFederico Martinelli

Assistente di redazioneStefano Campostrini

Hanno collaborato

Daniele Adami

Paola Bellinato

Stefano Campostrini

Lorenzo Magnabosco

Federico Martinelli

Ernesto Pavan

Alice Perini

Michela Saggioro

Silvano Tommasoli

Realizzazione graficaStefano Campostrini

Autorizzazione del Tribunale di Veronadel 26 novembre 2008

Registro stampa n° 1821

I titoli delle rubriche sono desunti, con ironia, da battute di celebri film

contatti

[email protected]

Federico MartinelliCell.: 349 61 71 250

www.quintaparete.it

Anno III - n. 6 - Giugno 2012

Musica/Eventi pag. 4

Agenda/Teatro pag. 6

Arte pag. 10

pag. 12 Fotografia/Cinema

pag. 16Libri/Giochi di ruolo

pag. 20Società

pag. 22Viaggi/Animali

pag. 26Sport

pag. 28Cucina

www.quintaparete.it

in questo numero

Numero chiuso il 6 giugno 2012

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In alto a sx il duo Ale & Franz sulla panchina, qui sopra la brasiliana Maria Gadù.

Nella pagina a fianco, in alto il nuovo album della Magicaboola Brass Band “Attaccati alla Luna”,

in basso Goran Bregovic

Giugno 20124 Musica

Con l’estate alle porte gli appunta-menti musicali si spostano dai pa-lazzetti agli spazi aperti. Ed ecco quindi che, con l’inizio della stagio-ne lirica in Arena, cantanti e affini scelgono Teatro Romano e altri luo-ghi simbolo di città e provincia per esibirsi. Il giugno proposto da Even-ti Verona è contraddistinto da ap-puntamenti come sempre variegati e da non perdere.

Si comincia il 25 giugno proprio al Teatro Romano con il duo Ale & Franz, ormai celebri cabaretti-sti, ma anche attori e conduttori tv. Nati come coppia comica quasi per caso, hanno consolidato il loro umo-rismo al limite del surreale grazie a “Zelig”, affrontando poi il cinema e un programma televisivo tutto loro, portando in scena e sul set momenti comici vecchi e nuovi frutto di un ta-lento irresistibile. Dai gangster stra-lunati Gin e Fizz alla celebre panchi-na, luogo di incontro e scontro tra acrobazie verbali e siparietti entrati anche nella quotidianità.

Il successivo appuntamento è in-vece musicale e di quelli dei quali approfittare. Sono i Portishead e sarà possibile vederli al Castello di Villafranca il 26 giugno. Un’occa-sione rara per assistere ai prodigi

elettronici della band inglese che in-sieme a pochi altri ha effettivamente contribuito alla nascita del trip hop, un nuovo genere sviluppatosi a fine anni ‘90. Pionieri e con una carriera quasi ventennale sono rimasti sem-pre ai margini del business discogra-fico, trasformandosi in un gruppo di culto. Dai tempi di “Dummy”, il loro fortunato esordio nel 1994 han-no prodotto “solo” altri due album

e stanno lavorando ad uno nuovo dalla pubblicazione ancora ignota.

Il 28 giugno sicuramente grande attesa al Teatro Ro-mano per Chris Cornell, cantante dei Soundgarden, da pochi anni riunitisi, di diritto quindi fondamen-tale esponente della scena grunge, una variante rock più cruda ed emotiva, che annovera tra i suoi invento-

ri band come i Nirvana, gli Alice in Chains e i Pearl Jam. Si direbbe una serata all’insegna di suoni pesanti ed invece sarà parte del suo “Songbook Tour”, il suo ultimo lavoro acustico in cui rivisita canzoni del passato e nuove composizioni. Una veste spoglia di elettricità che guada-gna in intimità e ca-pacità cantautorale, mettendo in luce una delle voci più belle della musica contem-poranea.

Il cambio è radicale con lo spettacolo del 29 giugno, sempre al Teatro Ro-mano. Il cantautore nazional-popo-lare Gino Paoli proporrà una serata all’insegna del jazz, insieme ai musi-

cisti Flavio Boltro (tromba), Danilo Rea (pianoforte), Rosario Bonac-corso (contrabbasso) e Roberto Gat-to (batteria). Un quintetto d’eccezio-ne per una sorta di jam session alla scoperta di tempi, luoghi e sonorità diverse, tra brani in inglese, italiano, francese e spagnolo.

L’ultima data di giugno è riservata da Eventi Verona a Maria Gadù, un’artista ancora non molto cono-sciuta in Europa ma che ha avuto molto successo in Brasile, il suo pa-ese. Portata in auge da un artista come Caetano Veloso, la 22enne si è dimostrata subito appassionata e dotata di un talento unico. Compo-ne, scrive e suona canzoni delicate ed intense, con una voce da incanto, frutti di tanta pratica, fin da quando era bambina. Il suo album omonimo è in uscita il 28 giugno e si esibirà a Verona al Teatro Romano il 30.

L’organizzazione continua e amplia il suo cartellone pre-estivo

A Verona ancora e sempre Eventi

Verso l’infinito e oltredi Stefano Campostrini

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Giugno 2012 5Musica

Fiore all’occhiello di Provincia in Festival, ottava edizione

Folk per tutti i gustiTra le iniziative del programma Pro-vincia in Festival 2012 è sicuramen-te da segnalare sul fronte musicale la rassegna Verona Folk, giunta all'ot-tava edizione. Per oltre un mese ar-tisti nazionali e internazionali giun-geranno sul nostro territorio per esi-birsi in locations tra le quali alcune inedite per il cartellone in questione. Otto gli appuntamenti con gli artisti e ben quattro le opportunità di as-sistere a spettacoli gratuiti, aumen-tando la proposta rispetto agli anni passati.

Il debutto del festival è affidato a Davide Van De Sfroos, protagoni-sta il 26 giugno al Teatro Romano. Il cantautore comasco è divenuto popolare in tutta Italia grazie anche alla sua partecipazione a Sanremo lo scorso anno. Con la tipica parlata delle zone da cui proviene proporrà uno show antologico della sua car-riera, iniziata con una band nella seconda metà degli anni ‘90 e diven-tata poi solista mantenendo il nome d’arte, sempre in perfetto stile folk.

Il 3 luglio è la volta del primo ospite internazionale, lo spagnolo Hevia. Suonatore di cornamusa ed in par-ticolare di un modello elettronico da lui progettato, sicuramente co-nosciuto dal grande pubblico per il

brano Busindre Reel che poco più di una decina di anni fa riscosse grande successo in Europa. L’evento, unica data del suo passaggio in Italia, si terrà a Villa Balladoro a Povegliano.

I successivi tre concerti sono pro-posti gratuitamente. Il 5 luglio la Magicaboola Brass Band troverà spazio a Legnago per un’esibizione sicuramente coinvolgente. Il grup-po è composto da ben 16 elementi che suonano sax, trombe, tromboni e percussioni, spostandosi dal pal-co alla strada come nelle originarie band di New Orleans e offrendo un repertorio tra jazz, funk, blues, etni-ca con i massimi riferimenti alla mu-sica black in genere.

La rassegna prosegue l’8 luglio a San Giovanni Lupatoto con la gio-vane pugliese Erica Mou, giunta seconda tra i giovani al Festival di Sanremo 2012 e vincitrice del pre-mio dedicato a Mia Martini. Già al secondo album, la sua attitudine da folksinger con una voce suadente e delicata l’hanno resa apprezzata da pubblico e critica

Gratuito è anche il concerto degli Ancher a Villa Raimondi di Nogara il 13 luglio. Il trio veronese si forma come band post-punk giungendo

lentamente, attraverso contaminazioni geogra-fiche, a sonorità più acu-stiche e più variegate ne-gli arrangiamenti e nelle tematiche compositive. Un sound definibile come “naturalistico”, frutto del-le diverse esperienze dei componenti del gruppo, uniti dai ritrovi in mezzo alla campagna o in una baita in montagna.

Ritorna poi sui palchi veronesi anche Arisa, il 19 luglio nella bella cornice di Valeggio sul Mincio. Personaggio femminile indiscusso è reduce da un periodo di successi e di novità nel-la sua carriera, a partire dal look e soprattutto nelle sue canzoni, più mature e più ricercate. Un’occasione per sentire i suoi brani più celebri ei quelli contenuti nell’ultimo album “Amami”.

In collaborazione con Eventi Verona è l’imperdibile spettacolo di Goran Bregovic, il 21 luglio al Castello di Villafranca. Già protagonista del fe-stival due anni fa, torna per fare fa-ville con il suo nuovo album “Cham-pagne for gypsies” accompagnato dalla consueta Weddings & Fune-rals Orchestra per uno show scop-piettante a base di musica balcanica e ritmi gitani.

A chiudere il Verona Folk sarà il vicentino Luca Bassanese, intervi-stato lo scorso numero. Un artista poliedrico e di stampo musicale po-polare, dal grande e proficuo impe-gno nel sociale e per il bene comu-ne che sconfina sul palco nel teatro canzone. Chiari sono i riferimenti a De Andrè ma personalissima è l’in-terpretazione che propone di volta in volta con la sua variegata band. Sarà possibile assistere al suo spettacolo gratuito il 3 agosto all’Arena Verde di Trevenzuolo.

Verso l’infinito e oltredi Stefano Campostrini

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Quasi mille appuntamenti anche quest’estate per il Provincia in Festi-val 2012, il contenitore delle diverse rassegne stagionali che si terranno nei prossimi mesi su tutto il territo-rio. Tra di esse Verona Folk, Festival Veneto e ApeTeatro.

Il giugno che si prospetta è da su-bito denso in calendario. Numerosi sono i Comuni che offrono rassegne locali, tra teatro, musica, danza, pro-iezioni cinematografiche, ecc. Il tut-to “spesso e volentieri” condito con stand enogastronomici o degustazio-ni di prodotti tipici. Segnaliamo in questo mese alcuni di queste mani-festazioni:

- Musifestival, Compositori veneti a confronto: tra la bassa veronese, le provincie di Rovigo e Padova una serie di concerti di sinfonie e arie d’o-pera, quasi tutti ad ingresso gratu-ito. www.associazionefilarmonici.it

- Est veronese festival: al-cuni luoghi significativi del territorio attorno a Soave ospiteranno momenti di te-atro, concerti d’organo e in-trattenimento vario.

- Teatro in corte: dalla fine del mese fino a tutta l’estate ricco programma nel sud-est veronese con numerose com-pagnie teatrali. www.offici-naeventi.it

- Ad opera d’arte: serie di spettacoli dedicati ai più pic-coli ma non solo. In collabo-razione con Estate Teatrale Veronese e informazioni su www.fondazioneaida.it

- La sera in riva al fiume: teatro in un luogo sugge-stivo, nuovi appuntamenti sulla terrazza del Circolo Ufficiali di

Castelvecchio. A cura di Tea-tro Impiria

- Festival Impiria teatro-due: all’Arsenale austriaco teatro e musica; compagnie e rinomati autori/attori si al-terneranno a gruppi jazz per intrattenere per tutto il mese.

- Corte Molon: come di con-sueto il teato è servito, vicino alla diga del Chievo. Ricca la programmazione a cura della Nuova Compagnia Teatrale di Enzo Rapisarda. www.cortemolon.it

- Estate Teatro Parona: un giugno dedicato ai bambini, in collaborazione con teatro-due e l’oratorio parrocchiale del quartiere.

- Festival provinciale della coralità giovanile: cori di voci bianche sa-ranno protagoniste in alcuni comuni del basso veronese. In collaborazio-ne con RetEventi, Provincia e Re-gione. Ingresso libero.

- Il Castello di Montorio è sede di spettacoli tutta l’estate: in primis teatro ma anche musica. Organizza-zione dell’Associazione Due Valli.

- E...state a San Martino: proprio poco fuori Verona l’atmosfera si ac-cende con serate di teatro, musica, cinema, danza e cabaret. www.co-munesanmartinobuonalbergo.it

- Villafranca festival: molto atteso anche quest’anno al Castello Sca-ligero. Faranno tappa Portishead, Negrita, Paolo Nutini, Goran Bre-govic, Iggy and the Stooges, Place-bo. www.eventiverona.it

Giugno 20126 Agenda

Tra giugno e settembre si proverà l’imbarazzo della scelta

Provincia in festival 2012, si parte

di Stefano CampostriniAppuntamenti

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Giugno 2012 7Agenda

Appuntamenti

- Arena Torcolo Cavaion V.se: un’estate interamente teatrale, con numerose com-pagnie e altrettanti spettacoli per tutti i gusti.

- Festa della musica a Sona: il 21-22-23 giugno la cittadina prende parte alla Festa Euro-pea della musica con classica e gruppi tributo a Ligabue e Vasco Rossi.

- Note in villa: a Castelnuo-vo d/G e dintorni da fine giu-gno e fine luglio si terranno concerti di musica d’autore, classica, jazz, tradizione ar-gentina. www.amicimusicala-godigarda.it

- XIX Premio Giuseppe Lugo: il 27 giugno nuova edi-zione del concerto lirico nel Parco Villa Vento a Custoza. Al termine cena su prenota-

zione: www.ristorantevillavento.com

- Festa del fuoco Waur Ljetzan: nella notte del 23 giugno a Giazza, solstizio d’estate, si ripetono i riti ancestrali dei Cimbri, i nativi della Lessinia.

- Libero il cielo per ABEO (Ass. bambino omeopatico oncologico): riempiamo il Teatro Romano il 23 giugno per donare il ricavato alla realizzazione di una nuova struttura nell’Ospedale di Borgo Trento.

- Sipario Peschiera: VIII edizio-ne del teatro estivo alla Caserma di Porta Nuova, da giugno a settembre. www.sipariopeschiera..it

- da segnalare infine Apeteatro, spettacoli per famiglie nella bassa veronese: fiabe, filastrocche in mu-sica, circo teatro e ballate popolari.www.provinciainfestival.it

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In alto l’ inconfondibile ritratto di Shakespeare, a fianco il Teatro Romano

e la sua splendida scenografia naturale

Giugno 20128 Teatro

Anche quest’anno grandi appuntamenti per il teatro professionista e amatoriale

L’estate veronese è Teatro

Non vado mai al cinema, la vita è troppo brevedi Paola Bellinato

Dal 28 giugno al 25 agosto si terrà la 64° edizione dell’Estate Teatrale Veronese. La sezione prosa del Te-atro Romano si svolgerà principal-mente, come da tradizione, nel nome di Shakespeare.

Tra gli eventi di prosa Marco Pao-lini con “Il Milione”, Valerio Bina-sco alla guida della Popular Sha-kespeare Company che avrà il suo battesimo a Verona, il ritorno di Michele Placido e una rivisitazione di tutto il repertorio shakespearia-no in 90 minuti. Spettacoli anche a Cortile Mercato Vecchio e nei cor-tili: chiostro di S.Eufemia, chio-stro di S.Maria in Organo, Corti-le Arsenale. Il cartellone di prosa dell’Estate Teatrale Veronese 2012 al Teatro Romano, propone quattro titoli, tre dei quali nell’ambito del festival shakespeariano, nucleo sto-rico della rassegna e festival che per importanza è secondo solo a quello di Stratford on Avon. La stagione inizierà con “Il Milione, quaderno veneziano”, prodotto da Jolefilm. Paolini, dopo anni dalla diretta tele-visiva trasmessa da Rai2, ripropone

questo spettacolo con una formula più so-bria e semplice. Dal 12 al 14 luglio Zuzzurro e Gaspare, affiancati dal giovane Maurizio Lombardi proporran-no, per la regia di Pao-lo Valerio, lo spetacolo “Tutto Shakespeare in 90 minuti” che, nella versione londinese è stato in scena per ol-tre 15 anni. Il secondo spettacolo dedicato al Bardo sarà quello della Popular Shakespeare Kompany, dal 18 al 21 luglio che metterà in scena “La Tempesta” per la regia di Va-lerio Binasco. Il ruolo di Prospero sarà interpretato da Binasco, pluri-premiato attore e regista. Chiuderà il Festival “Re Lear” per la regia di Michele Placido e di Francesco Manetti. Lo spettacolo, prodotto da Ercole Palmieri e da Goldenart Production, sarà in scena dal 1 al 4 agosto. Contemporaneamente al Fe-stival del Teatro Romano potremo vedere quattro spettacoli di prosa e sei di danza a Cortile Mercato Vec-chio dal 6 al 31 Luglio. Per la prosa aprirà Fondazione Aida presenterà due spettacoli per bambini e ragaz-zi, anch’essi in prima nazionale: il 10 e l’11 luglio “Hansel e Gretel” di Beni Montresor, per la regia di Lo-

renzo Bassotto, il 12 e 13 luglio “Marcovaldo” di Italo Calvino per la re-gia di Marco Zoppello. Il 18, 19, 20 luglio sarà Punto in Movimento a proporre “E’ lunga la strada”, spettacolo di te-atro-canzone su testo di Mario Fratti per la regia di Roberto Totola. E, in

ultimo, il Teatro Scientifico-Teatro Laboratorio con “Orgia” di Pierpa-olo Pasolini, per la regia di Isabella Caserta e Francesco Laruffa, dal 24 al 27 luglio.

Inoltre la prosa avrà spazio in un’al-tra rassegna: “Teatro nei cortili”, con le compagnie amatoriali, feno-meno molto rilevante della nostra città. La rassegna è strutturata in tre spazi: Cortile dell›Arsenale, Chiostro di S.Maria in Organo e Chiostro di S.Eufemia e prevede un calendario con 198 serate di spet-tacolo presentate da 25 compagnie. Cartellone molto interessante, con il gradito ritorno della compagnia “La Formica” e la “Compagnia verone-se di Operette”. Ci saranno opere di autori italiani e stranieri e liberi adattamenti. Ci saranno dimensioni di leggerezza e di impegno, con te-matiche relative alla società e le sue contraddizioni e al mondo affettivo ed esistenziale.

«Tienti forte e lasciati andare con dolcezza»Peter Brook

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Giugno 2012 9Teatro

È la stampa, bellezza

E siamo al novantanovesimo anno di stagione lirica in Arena. Già ci si prepara al prossimo centenario ma quest’estate non è sicuramente da meno. Aida, Carmen, Turandot, Don Giovanni, Tosca e Romeo et Juliette sono le opere in cartellone, dal debutto il 22 giugno fino al 2 set-tembre.

Tutto in realtà è iniziato pochi giorni fa con la cerimonia di gala ripresa in televisione e condotta, come di con-sueto, da Antonella Clerici. Un’ante-prima unica per godere della grande emozione che ogni recita suscita nel-lo spettatore e in chi è presente sul palco (tra i quali il sottoscritto). Una serata di lirica e non solo, con ospiti italiani e stranieri, a celebrare la loro musica e l’evento stagionale che da quasi un secolo si ripete.

Aida (di Giuseppe Verdi) è da sem-pre la regina delle rappresentazioni, la prima, la più famosa, immancabi-le e ineguagliabile. Per tutti i mesi estivi accompagnerà il pubblico da tutto il mondo a seguirla.

Carmen (di Georges Bizet) è di im-patto scenografico minore ma la mo-vimentazione in scena e la verve mu-sicale sostengono il ritmo e rallegra-no la serata. Tante serate anche per

essa, da fine giugno a fine agosto.

Don Giovanni (di W. A. Mozart) apre la stagione con un nuovo alle-stimento

AIDA

CARMEN

TURANDOT

DON GIOVANNI

TOSCA

R&J

aggiungere post serata di gala

Occhiello

Stagione lirica in Arena

cesare cremonini

mario venuti

Verona // maggio 2012

musica libri cinema

gaming fotografia

eventi

i moderni

max pezzali

Verona // giugno 2012

musica libri cinema

gaming fotografia

eventi

Fnac VeronaVia Cappello, 34 - Info: 045 8063811Lun - Sab dalle 9.30 alle 20.00Dom: dalle 10.30 alle 20.00

Alcuni degli appuntamentidi questo mese

martedì 19 giugno | ore 17.00

maX PeZZali a 20 anni dalla prima pubblicazione esce la nuo-va edizione di una pietra miliare del pop italiano, ma anche del costume e della storia d’italia: max Pezzali incontra i fan e firma le copie di Hanno ucciso l’uomo ragno 2012.Hanno ucciso l’uomo ragno 2012 è la una nuova versione dell’album uscito nel ‘92, arricchita dall’inter-vento prezioso dei rapper più hot del momento: J-AX, Entics, Ensi, Two Fingerz, Emis Killa, Dargen D’Amico, Club Dogo, Fedez, Baby K. Ogni ospite duetta con Max Pezzali aggiungendo alla versione originale nuove parti cantate. Oltre agli storici 8 brani dell’album originale, il disco comprende l’inedito Sempre noi, cantato da Max Pezzali e J-AX. Per chi lo ha amato dal primo giorno, per chi lo ha capito solo a posteriori, per i cultori della no-stalgia, per chi ama rintracciare nei tessuti più popolari le trame e i colori della propria storia.

mercoledì 20 giugno | ore 18.00

Paola maugeri giornalista e conduttrice radio e tv, Paola maugeri è da sempre molto attiva in tema di salvaguardia dell’ambiente. La mia vita a impatto zero (monda-dori) è il suo vademecum su come vivere nel ri-spetto del pianeta.Lo scorso inverno, insieme alla sua famiglia, Paola Maugeri ha intrapreso un progetto per una condotta di vita a impatto zero. Quest’esperienza documentata dalle telecamere di Rai 3 ha dato vita al libro, in cui Paola racconta come vivere rinunciando a molte co-modità come luce e gas e invitandoci a riflettere sui danni legati al consumismo.

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gioVedì 21 giugno | ore 18.30

claudia is on tHe sofa c’è un cuore d’america che batte a brescia. È quel-lo di Claudia Is On The Sofa, il progetto musicale della giovane cantautrice claudia ferretti e dei suoi quattro compagni di viaggio. un viaggio iniziato mesi fa, imbracciando una sei corde acustica on the sofa. la incontriamo in occasione dell’uscita di Love Hunters.Tra ballate accorate che vibrano come candele al tra-monto e riflessioni acustiche, tra emozionanti sortilegi country e attimi di verve che lasciano immaginare lunghi viaggi coast to coast, prende forma Love Hunters, un caleidoscopio di personaggi vivi e toccanti.

mercoledì 27 giugno | ore 18.00

salVatore borsellino fino all’ultimo giorno della mia Vita a vent’anni di distanza dalla strage di via d’amelio, incontriamo benny calasanzio e salvatore borsel-lino, fratello del giudice Paolo borsellino, autori a quattro mani del libro Fino all’ultimo giorno della mia vita (aliberti).Il titolo del libro è presto spiegato: ho sempre rifiutato di scrivere libri sulla storia dell’attentato di via D’Ame-lio del 19 luglio 1992, fino a quando non fossi stato in grado di porre la parola “fine” a questa vicenda. Ma la “fine” – di quella che non è stata solo una strage di Mafia, ma una strage di Stato - è purtroppo ancora lontana. Ho quindi deciso di pubblicare questo libro, insieme a Benny Calasanzio, perché è giusto passare ai giovani il testimone della ricerca che porterò avanti Fino all’ultimo giorno della mia vita. Salvatore Borsellino

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Giugno 201210 Arte

di Michela SaggioroLa vita non imita l’arte, imita la cattiva televisione

Verona è una città di misteri e vive di archetipi eterni che si perpetuano incessantemente. E’ quanto rivelano Luigi Pellini e Davide Polinari nel loro “Nascita di una città tra fisi-ca, architettura, mistica e metafisi-ca”, edito a gennaio da Vita Nova. Il libro è dedicato alla storia della rifondazione di Verona: i romani costruirono la cit-tà dentro l’ansa dell’Adige, intervenendo sul Colle di San Pietro per creare una macchina scenica che ripro-pone le forme dell’acropo-li di Atene. Una cittadella d’immensa bellezza che col-piva per la maestosità e la luce riflessa dal candore del marmo levigato. Sfruttando l’orografia naturale, la col-lina fu tagliata e sagomata dai nostri predecessori e ai suoi piedi trovò posto il teatro romano, quasi a do-minare e proteggere l’intera Verona.

“Nascita di una città” nar-ra delle origini di tutti noi veronesi, abitanti del tem-po, da sempre legati al mo-vimento degli astri: come hanno scoperto e decifra-to i due studiosi, Verona ha un’origine esoterica. Il luogo di fondazione è cer-tamente Castel San Pietro, sede di riti propiziatori pagani e di insediamenti preistorici, oltre al tempio dedicato a Giano, il dio bi-fronte a cui pare sia stata dedicata il primo nucleo insediativo. Altri segni mistici della cultura romana e pagana sono presenti nei numero-si ritrovamenti, nei toponimi, nelle tradizioni, nonché nell’iconografia.

Pure le caverne e i labirinti di cui è disseminato San Pietro aggiungo-no fascinosi indizi a una probabile genesi occulta di Verona: l’ipotesi nasce dai due studiosi Pellini e Poli-nari che ne cercano conferma attra-verso una ricerca minuziosa e atten-ta, senza cedere ai fanatismi ma con

rigore scientifico. Questa idea non è nuova per i veronesi più attenti: nel suo saggio “I misteri di Verona ro-mana” del 1956, lo storico Umber-to Grancelli conferma il riscontro di archetipi storico-archeologici di questo tipo. Secondo Grancelli, Ve-rona romana non è orientata secon-do i punti cardinali, ma è allineata

in base al solstizio d’estate. Come spiegano ampiamente da Pellini e Polinari nella loro teoria, la linea im-maginaria di fondazione parte dal “piloton” a nord di Montorio, cioè il megalite deturpato poco tempo fa - pare dai cacciatori per liberare l’orizzonte di tiro -, e prosegue in di-

rezione sud-ovest, passando dalla Chiesa di San Gio-vanni in Valle. Da notare che la festa dedicata al San-to cade proprio il giorno del solstizio, il 24 giugno. Pro-seguendo nella traiettoria disegnata dalla mente degli antichi si attraversa poi il foro di Piazza Erbe, si im-bocca Corso Portoni Bor-sari e si oltrepassa il punto in cui sorgeva il convento di Santa Lucia Extra, in zona tribunale. Su questo asse si sviluppa il reticolo romano di Verona, con decumani e cardi: un percorso che oltre a rappresentare il percorso astronomico del sole, rac-chiude in sé le fasi della vita umana dalla nascita alla crescita verso la morte e la stessa storia di ascensione e discesa di tutti gli eroi.

La rilettura della fonda-zione di Verona che i due studiosi di offrono nel loro “Nascita di una città” si

basa su miti e leggende, che crea-no un alone di mistero attorno alla nostra storia. Uno studio che forse potrebbe dar vita ad un turismo culturale e meno commerciale, alla scoperta delle nostre origini e so-prattutto delle molteplici e univer-sali forme di mistero che da sempre l’uomo ai posteri.

Svelata l’origine esoterica e arcana del primo nucleo abitato

La rifondazione di Verona

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Giugno 2012 11Arte

La vita non imita l’arte, imita la cattiva televisione

E’ stata inaugurato lo scorso 25 maggio, alla presenza di molti cri-tici d’arte, appassionati e della cit-tadinanza orgogliosa, il nuovo al-lestimento della Pinacoteca della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, interamente dedicata al Di-visionismo.

Nei tre spazi della Pinacoteca, aper-ta nel 2001, ha trovato ospitalità una significativa collezione d’arte con più di ottanta opere incentrate sulla varietà dei linguaggi pittorici della corrente divisionista, il fenomeno artistico più importante in Italia tra la fine dell‘800 e l’inizio del 900.

L’esposizione permanente documen-ta un momento fondamentale della cultura artistica italiana in tutto il suo contesto storico e sociale, attra-verso il dialogo dell’originario nu-cleo di tele di Giuseppe Pellizza da Volpedo con le successive mirate ac-quisizioni di opere di importanti ar-tisti che, in ambito nazionale, si sono fatti interpreti della “pittura divisa”. La collezione rende chiaro fin da su-bito come le opere di grandi artisti

italiani, quali Giuseppe Pel-lizza, Plinio Nomellini, An-gelo Morbelli, Giovanni Se-gantini, Serafino Macchiati, Giacomo Balla, Camillo Innocenti, Benvenuto Ben-venuti e Gaetano Previati, si differenzino dal pointilli-sme francese, non solo per la sperimentazione cromatica, ma soprattutto per l’abbi-namento della tecnica ad un impegno sociale con inclinazione al simbolismo. In una fase successiva addirittura il divisionismo raggiun-ge gli approcci più empirici nell’am-bito pre-futurista.

Tra i dipinti esposti spicca un im-portante primo nucleo di dipinti del maestro Giuseppe Pellizza da Vol-pedo, oltre a significative opere di celebri divisionisti Carlo Fornara, Emilio Longoni, Angelo Morbelli, Plinio Nomellini, Gaetano Previati, Giovanni Segantini. Tra i capolavori esposti non possiamo non ricordare Piazza Caricamento di Plinio Nomel-lini, La venditrice di frutta di Emilio Longoni - frutto del primo dibatti-to divisionista svoltosi a Milano nel 1891 tra artisti socialmente impegna-ti -, Lagrime di Giuseppe Montessi - emblema della sconfitta sociale del ’98 -, Mi ricordo di quand’ero fanciulla di Angelo Morbelli - una delle prime opere in gran stile del ‘900, quando in più parti d’Italia il nuovo verbo viene accolto e sperimentato -.

Nel percorso espositivo le opere di Pellizza sono oltre 25; esse, assieme alle opere conservate nel suo Atelier nella casa che si erige a poca distan-za dalla Pinacoteca, formano una raccolta davvero straordinaria. La sede della Pinacoteca è il meraviglio-

so Palazzetto Medievale (Corso Le-oniero, 2, all’angolo con Piazza Duo-mo) di Volpedo, che ospita anche la biblioteca e una residenza sanitaria. A poca distanza si erige la casa di Giuseppe Pellizza da Volpedo.

L’esposizione permanente che ap-profondisce la nascita, la formazione e lo sviluppo del divisionismo è stata fortemente voluta dalla Fondazio-ne Cassa di Risparmio di Tortona, grazie al supporto del Museo Nazio-nale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano e alla generosità di alcuni collezionisti privati che hanno concesso in como-dato importanti opere. L’ingresso è gratuito; per informazioni è possi-bile contattare la Fondazione C.R. Tortona, tel. 0131.822965, e-mail: [email protected].

A pochi passi dalla casa di Pellizza da Volpedo; ingresso gratuito tutto l’anno

Il Divisionismo alla Pinacoteca di Tortona

di Michela Saggioro

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Giugno 201212 Fotografia

Nell’era digitale, questa sembra un’impresa piuttosto complessa, perché le fotocamere “inquadra e schiaccia” hanno maledettamente semplificato/complicato questa atti-vità, che si divide tra il documenta-ristico e l’arte vera e propria.

Già nei primi anni del Novecento, si era cominciato a discutere se la fo-tografia meritasse, o non, la qualifi-ca di “arte”. A gettare il sasso nello stagno del dibattito – tutt’altro che tranquillo, in quegli anni ca-ratterizzati dall’esplosione delle avanguardie pittoriche – fu Al-fred Stieglitz, che, nell’editoria-le del primo numero della sua nuova rivista “Camera Work” dedicata interamente alla fo-tografia, parlò di quest’ultima come «mezzo di espressione in-dividuale». Più tardi, definì la fotografia come mezzo autono-mo in grado di riflettere «il sog-getto stesso, nella sua sostanza e personalità». Ancora più pe-netrante, Paul Strand appena qualche anno più tardi elaborò una codificazione formalistica dell’immagine fotografica, col-locando al centro del suo inte-resse il fotografo-artista piutto-sto che il soggetto: la fotografia è il risultato di una «visione in-tensa» da parte dell’autore che esprime la massima potenzialità del soggetto soltanto attraverso mezzi strettamente fotografici, senza mani-polazione (di derivazione pittorica) come il ritocco e alcuni effetti stili-stici, come il flou, che Stieglitz aveva già definito fasulli.

Tutto chiaro e definito, allora? A vo-ler essere precisi, giusto quarant’an-ni prima di Stieglitz Charles Baude-

laire nel suo Il pittore della vita moder-na aveva demolito la visione dell’ar-te come “imitazione” della natura, proponendo la figura di un nuovo artista paragonato allo specchio. L’Autore de I fiori del male propone-va una visione cinematica dell’arte, dove la luce è il medium e la tela non è la rappresentazione di una cosa ma la proiezione di un’immagine “in-teriore” del mondo reale, così come farebbe uno specchio che, della real-tà, dà sempre e sotanto un’interpre-

tazione. L’arte diventa la proiezione di una sorta di paesaggio interiore, proiezione dell’impressione (la visio-ne intensa di Strand) che l’artista ha del suo soggetto. Per capire meglio questo concetto, si potrebbero raf-frontare fra loro due ritratti fotogra-fici aventi come soggetto lo stesso Baudelaire: uno di Etienne Carjat del 1863, assolutamente pittorico, è la rappresentazione del Poeta, l’altro di Nadar, del 1855, mette in evidenza

tutta l’impressione che l’Artista ha del suo soggetto.

A questo punto sì che è tutto chiaro e definito! La fotografia è arte per-ché, esprimendosi attraverso di essa, l’artista interpreta il suo soggetto se-condo la visione interiore che ne ha.

Ma con la fotografia di documenta-zione, come la mettiamo? Intanto, dobbiamo distinguere tra fotografia di documentazione e fotografia di

documentazione. Cominciamo dalla grande fotografia di do-cumentazione. Avete presente il Legionario di Robert Capa? C’è qualcuno, che non ha ca-pito proprio niente, il quale – attraverso lo studio di altri fotogrammi di questa celeber-rima immagine della Guerra di Spagna – cerca di capire e di dimostrare che Capa non col-se il legionario nell’attimo della morte, ma lo mise in posa per scattare la sua fotografia. Può cambiare qualcosa secondo voi? Il messaggio contro la brutalità della guerra che Capa ha voluto lasciarci è forse meno intenso, meno forte, se la fotografia non è reale ma “soltanto” realistica? Qualche tempo fa, ho chiesto a Mario De Biasi – il famoso fotogiornalista della rivolta di

Budapest del ’56 – se qualcuno dei suoi scatti più famosi fosse frutto di una organizzazione di scena, oppure se tutti fossero dovuti, sempre, al suo colpo d’occhio e alla prontezza di ri-flessi. E a un po’ di fortuna, natural-mente. Come risposta, ne ho avuto una sonora risata! L’aspetto essen-ziale di una foto di documentazione è che essa abbia un’anima, che con-tenga e trasmetta emozione. Almeno un po’ di emozione, naturalmente.

La fotografia è arte? E perché si fotografa?

E adesso, parliamo un po’ di arte e fotografia

di Silvano TommasoliLa vita non imita l’arte, imita la cattiva televisione

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Giugno 2012 13Fotografia

A questo punto, il valore di una fo-tografia si sposta sulla valutazione della qualità e della quantità di emo-zione che essa è in grado di suscitare nell’osservatore. Quanto più univer-sale sarà il valore emotivo dell’im-magine, tanto più elevato sarà il suo contenuto artistico. Insomma, quan-do un tizio chiama a raccolta gli ami-ci per somministrare loro qualche migliaio di noiosissime fotografie, quasi tutte uguali, scattate nel cor-so dell’ultimo viaggio nel Klondike, compie un’operazione artistica solo su coloro ai quali sarà riuscito a tra-smettere un filo di emozione. Cioè quantomeno su sé stesso e sulla propria compiacente fi-danzata, diventando, per tutti gli altri, una specie di pericolo pubblico n. 1.

La prima fotografia della sto-ria dell’umanità, il cortile della casa Nicéphore Niepce visto dalla finestra della sua stanza, come soggetto in sé e per sé non avrebbe poi molto per re-galarci emozione; ma, visto tut-to ciò che essa rappresenta, se passate da Austin non mancate di andare a vederla presso l’U-niversità del Texas, dove essa è conservata. Malgrado la non significatività del soggetto, l’e-mozione è assicurata.

Tornando al nostro amico e alle sue fotografie del Klondike, nel guardarle attentamente ci dobbiamo chiedere quale sia il particolare che ghermisce la nostra attenzione; se sia un particolare che, trascendendo il mondo reale del soggetto, appar-tiene al mondo visionario dell’auto-re e da questo riesca a colpire anche noi. Ecco, quando fosse così, quando questo punctum c’è e lo identifichia-mo chiaramente, la fotografia assu-me le caratteristiche dell’opera d’ar-te. Dal momento che è in grado di far vibrare le corde dell’anima di un

osservatore in risonanza con quelle dell’autore.

Guardando un’ultima volta una foto-grafia di una miniera del Klondike, e non riconoscendo nulla di quello che Barthes ha così puntualmente codificato, viene da chiedersi perché il nostro amico l’abbia realizzata. Ma perché gli faceva piacere avere un ricordo emotivo di quel momento, naturalmente! Allora, per lui quella foto ha un certo valore, ma questo non significa che essa possa assume-re i contorni dell’opera d’arte. Rima-

ne solo un ricordo per lui, e questo è più che sufficiente per giustificarne l’esistenza.

Un artista, quindi, è chi riesce a esprimere qualcosa di universalmen-te – o almeno diffusamente – ricono-sciuto, indipendentemente dal mez-zo che egli ha adottato per lanciare il suo messaggio. In questo modo, l’artista “comunica” con l’universo, anche se non è necessario che la sua sia una comunicazione finalizzata a qualche scopo.

Riassumendo, abbiamo visto che si fotografa per arte e per il piacere di avere un ricordo di un certo istante della pro-pria vita (avete mai comprato una di quelle bocce di vetro che racchiudono un monu-mento della località che state visitando? Sono estremamen-te kitsch, ma devo confessarvi che ne ho almeno un centina-io…). Comunque si fotografa moltissimo, fortunatamente. Ma, sfortunatamente, non tutti si rendono sempre conto di non riuscire a penetrare la dimen-sione dell’Arte.

La vita non imita l’arte, imita la cattiva televisione

Stefano Campostrinigraphicdesigner_photoeditor

(+39)[email protected]

Nelle due pagine i ritratti di Baudelaire citati nell’articolo. A fronte quello eseguito da Cajat e qui a fianco l’altro, ad opera di Nadar

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Giugno 201214 Cinema

Visto abbastanza?

Per essere un film d’azione con una trama tutto sommato banale, The Avengers dà uno strano senso di soddisfazione dopo averlo visto. È un’opera che riesce nell’impresa di mettere assieme diversi personag-gi ingombranti senza trasformare il tutto in un minestrone; è un film dai dialoghi brillanti, con momenti di vero e proprio genio; è un film in cui i personaggi ricevono ciascuno il giusto tempo in scena e, pur senza sacrificare l’azione, il giusto appro-fondimento. Il tranquillo ma tormen-tato Bruce Banner, l’arrogante Tony Stark, il severo Steve Rogers e il fie-ro Thor si incastrano perfettamente l’uno con l’altro, complice anche una recitazione di alto livello da parte di tutti gli attori protagonisti (in par-ticolare Robert Downey Jr. e Mark Ruffalo nei ruoli di Iron Man e Hulk); meno convincenti - anche perché decisamente secondari – la Vedova Nera e Occhio di Falco, che pure si di-fendono bene nell’economia del film. Eccezionale il Nick Fury interpretato da un Samuel Lee Jackson in ottima forma. For-se il personaggio più deluden-te – ed è un peccato, perché si tratta del “villain” – è Loki: è ben caratterizzato, ma tende a essere bidimensionale e le sue motivazioni appaiono superfi-ciali. Per fortuna, il resto del film sopperisce magnificamen-te a questa mancanza.

La regia, le coreografie e gli effetti speciali sono quello che ci si aspetta da un ottimo film di supereroi: l’azione è gestita e ripresa nei modi giusti, sen-za ricorrere a “trucchi” che faranno sì risparmiare, ma di-

luiscono anche l’estetica di un film. Le sequenze in cui Iron Man dà sfoggio della sua armatura sono dei veri e propri gioielli di compu-ter graphic, ma in generale tutti i combattimenti sono magnifici. Da notare la delicatezza, tipica del mon-do del fumetto che vide nascere i Vendicatori ori-ginali, con cui si mostra-no gli effetti materiali della violenza (edifici crollati, automobili distrutte, ecc), ma non quelli sugli esseri umani – tranne che per quanto riguarda gli eroi, naturalmente: un ritorno all’e-poca dell’ingenuità in cui si poteva spalancare la bocca di fronte a uno scontro fra titani senza preoccuparsi dei suoi “effetti collaterali”.

The Avengers è un film basato sui per-sonaggi, non sulla storia; quest’ulti-ma, a ben vedere, è piuttosto conven-zionale e poco importante. Tutto si basa attorno a individui eccezionali alle prese con problemi fondamen-talmente umani: il senso di apparte-nenza, il rapporto con gli altri, la re-sponsabilità e l’identità. Il tutto visto

attraverso una lente “fumetto-sa” che, lungi dall’impoverire il messaggio, lo rende più gra-devole e facile da comprendere. E, come abbiamo anticipato, i dialoghi sono semplicemente fantastici ed è anche grazie a essi che il film ha un’atmosfera unica: da un lato, è come se la sceneggiatura non si prendesse troppo sul serio, ma dall’altro le battute hanno perfettamente senso nell’”universo” dei per-sonaggi e non costituiscono affatto un’intrusione della “re-altà” dello spettatore in quella in cui si svolge la storia.

Insomma: per essere un film sui supereroi, The Avengers è una faccenda dannatamente seria.

di Ernesto Pavan

In alto la protagonista femminile, interpretata da Scarlett Johansson

Non delude il film di Joss Whedon

I Vendicatori alla conquista del grande schermo

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Giugno 2012 15Libri/Tecnologia

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Giugno 201216 Libri

In questa puntata della nostra rubri-ca vogliamo consigliare alcune opere a coloro che guardano con perplessi-tà alla fantasy o che, viceversa, vor-rebbero avvicinarsi a esso ma non sanno da dove cominciare. Si tratta di grandi classici che hanno fatto la storia del genere, facilmente reperi-bili in commercio e garanzia di ore di piacevoli letture.

Il primo è Conan il barbaro -Una saga immortale (Newton Compton, € 6,90), una raccolta dei racconti su Conan scritti da Robert E. Howard. Dimenticate i film e i fumetti; questo è il Conan originale, un personaggio dal fascino selvaggio, illustrato dallo straordinario talento letterario di un autore morto troppo giovane.

Il secondo testo è La leggenda di Earthsea (Nord, € 19,90), che rac-chiude i cinque romanzi del miglior ciclo fantasy di Ursula Leguin. Non troverete da nessuna parte una fan-tasy più poetica e simbolica di que-sta.

Terza opera da noi consigliata è I Mabinogion (TEA, € 13,00) di Evan-geline Wilton, versione romanzata di un antico poema epico gallese. Epica celtica allo stato puro, una delle ra-dici della fantasy moderna.

Non è un romanzo autoconclusivo, ma il primo di una saga entusia-smante: L’ultimo cavaliere (Sperling & Kupfler, € 13,00) di Stephen King. Fantasy postapocalittica con demo-ni, pistoleri e ordini cavallereschi? Sì, grazie.

Infine, non può mancare in questo elenco La spada spezzata (Tif Extra, € 9,90) di Poul Anderson. Un roman-zo magico, viscerale, pieno di forza e assieme delicato. Imperdibile.

Come avvicinarsi a un genere magico

Cinque libri per amare la fantasy

di Ernesto PavanÈ la stampa, bellezza

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Giugno 2012 17Giochi di ruolo

21 guns (di Iacopo Frigerio, € 2,00) è stata una gradevole sorpresa quando l’abbiamo provato. Per onestà, dob-biamo dire che la nostra prima im-pressione è stata negativa: il gioco è racchiuso in due facciate di un foglio A4 che includono anche la scheda del personaggio, per cui, complice la mancanza di spazio, non ci sono esempi, e anche lo stile dell’autore non è dei più chiari. Ma quando ci siamo seduti al tavolo con l’autore stesso, i nostri dubbi si sono dissipati e ci siamo trovati immersi in un’espe-rienza molto coinvolgente.

21 guns trae ispirazione da numero-se fonti: il ciclo arturiano, ma anche quello della Torre Nera di Stephen King; le canzoni dei Muse, ma anche quelle dei Green Day; e molto altro ancora. Ciascun giocatore assume il ruolo di un Pistolero, tranne per uno di essi, che sarà il Game Master e avrà il compito di gestire i perso-naggi secondari e costruire la storia assieme ai giocatori. L’ambientazio-ne è un mondo crepuscolare dove la roccaforte del Bene è caduta e solo un pugno di coraggiosi, impegnati in una gravosa Cerca, ha la possibilità

di riportare un po’ di luce. Il sistema non prevede l’uso dei dadi e si basa su una meccanica che obbliga i gio-catori a utilizzare in maniera con-sapevole le loro risorse per ottenere quello che vogliono.Il gioco ha i suoi difetti: oltre a es-sere un gioco difficile da capire, dà anche l’impressione di poter trarre beneficio da qualche ulteriore rifini-tura. Ma si tratta, già così com’è, di un gioco di grande qualità, venduto peraltro a un prezzo irrisorio. Il no-stro suggerimento è di non lasciarse-lo scappare.

La sorpresa di 21 guns

I cavalieri di un futuro oscuro

di Ernesto PavanNessun uomo è un fallito se ha degli amici

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Giugno 201218 Libri/Tecnologia

È la stampa, bellezzadi Ernesto Pavan

L’ultimo ritrovato della francese Bo-oken è uno strumento interessante. Dal punto di vista materiale, il let-tore si presenta molto bene: aspetto elegante, dimensioni ridotte e un buon posizionamento del tasto del menu e di quelli per girare pagina. Il retro è rinforzato in alluminio, un gran passo avanti rispetto alle strutture in plastica, che rende il letto-re più robusto (perlomeno in teoria; non abbiamo lasciato cadere il nostro per fare un esperimento). L’ergonomicità non è perfetta – non si ha la sensazione di un’ottima presa quando si regge il lettore con una mano sola – ma è comun-que accettabile.

Il touchscreen dell’Odissey ha una buona, ma non ottima, sensibilità: a volte capita che non riconosca una pressio-ne troppo lieve. Il suo difetto più grave è la forte tendenza a sporcarsi e a mostrare i se-gni delle ditate; sarebbe op-portuno utilizzare un pennino capacitivo (come quelli usati con iPhone e simili), che però non è incluso nella confezione. Inoltre, osservando lo scher-mo sotto una certa luce, sono chiaramente visibili le cellette dello schermo resistivo e questo può dare fastidio. Per concludere, il con-trasto non è eccezionale: lo sfondo, anche in lettura, ha una sfumatura di grigio che ricorda quella della carta riciclata e che ad alcuni può dare fastidio.

La vera novità dell’Odissey è, però, nel software: quasi tutte le funzioni del lettore sono velocissime e basta

una frazione di secondo per passa-re da una schermata all’altra. Pur-troppo (e stranamente), questo non si estende alla lettura e la velocità di cambio pagina rimane grossomo-

do a livello di altri letto-ri touch come il T1 della Sony; questo non provoca comunque fastidio e, in generale, ci sono buone speranze che un aggiorna-mento del software risolva questo “problema”.

Parlando proprio della let-tura, è da questo punto di

vista che il lettore sembra avere più bisogno di un upgrade dal punto di vista software. Tanto per comincia-re, i dizionari accessibili durante la lettura sono praticamente inesisten-

ti: ce ne sono alcuni in corso di sviluppo, ma le “versioni di prova” scaricabili dal sito ufficiale sono di qualità pe-nosa. Sottolineare paragrafi e prendere note è un proce-dimento lento e goffo, che ri-chiede l’invio di più comandi. Infine, mancanza gravissima, non è possibile effettuare ri-cerche all’interno dei libri: in altre parole, trovare un para-grafo specifico è praticamen-te impossibile a meno di non ricordare grossomodo la sua posizione, ed è comunque un procedimento lungo e tedioso. Non c’è alcuna spiegazione per questa scelta della Booken e la nostra speranza è che un futuro aggiornamento inse-risca la possibilità di cercare parola all’interno degli ebook.

Pur con tutte queste critiche, il Cybook Odissey rimane un lettore dalle grandi poten-zialità. Il nostro consiglio, se siete interessati all’acquisto, è di rimandarlo fino all’uscita di un aggiornamento e poi pren-

dere la vostra decisione.

L’ultimo lettore Booken è interessante, ma...

Cybook Odissey: attendiamo aggiornamenti

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Giugno 2012 XArte

La vita non imita l’arte, imita la cattiva televisione

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PER TUTTI GLI EVENTI L'INGRESSO È LIBEROFINO A ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI.

Eventuali cambiamenti di orario, spostamenti di sedee inserimenti di nuovi eventi sono verificabili sul sitowww.lafeltrinelli.it o sulla nuova App la Feltrinelli

E V E N T Ila Feltrinelli Libri e Musica Veronavia Quattro Spade, 2 - Tel. 045809081Orari di apertura:lunedì/domenica 10.00 - 22.00

28/06

26/06

Giovedì ore 18.00

Martedì ore 18.00

ECOCUCINA CON LISA CASALI Gusto, sostenibilità e risparmio di risorse in cucina, scopriamo come fare insieme a Lisa Casali, giovane e spumeggiante eco-foodblogger di ecocucina.org, protagonista in TV a “Uno Mattina in famiglia” di Rai 1 con la rubrica “La Cucina Eco-nomica” e nella nuova serie “Zero Sprechi”, in onda su Gambero Rosso Channel. Oggi autrice del libro Ecocucina. Azzerare gli sprechi, risparmiare ed essere felici (Gribaudo).

AUF WIEDERSEHEN CLARETTAOspite il giornalista e scrittore Nico Pirozzi curatore del libro scritto da Gunther Langes, Auf Wiedersehen Claretta. Il diario dell’uomo che poteva salvare Mussolini e la Petacci (Edizioni Cento Autori). Presenta l’incontro Nin Guarienti.

19/06 Martedì ore 18.00MUSICA E CONTAMINAZIONE:ESOTERISMO E SIMBOLOLa Feltrinelli, in collaborazione con Accademia di Alta Formazione Musicale di Verona, presenta il quarto appuntamento del ciclo “Musica e contaminazione”. Il maestro Nicola Guerini durante questo incontro condurrà una conversazione dal titolo “Musica e suono tra esoterismo e simbolo”.

21/06 Giovedì ore 18.00MARCO BIANCHIPrima nella trasmissione in onda su FoxLife e ora nell’omonimo libro Tesoro salviamo i ragazzi! (Kowalski), Marco Bianchi, ricercatore, divulgatore scientifico e “chef-scienziato” per passione, fornisce semplici e pratici consigli per far ordine nella vita di genitori e figli in modo educativo e divertente. Seguirà una degustazione offerta da Cioccolato Italiano.

23/06 Sabato ore 11.00MASSIMO LOLLILe cinque regole del corteggiamento (Mondadori) è il nuovo imperdibile libro di Massimo Lolli. Un romanzo sentimentale ed esilarante su come eravamo e su cosa siamo diventati. Un intreccio di rimpianti mai sopiti e di vitalismi mai spenti. Una storia di uomini da sempre morti e di donne per sempre vive.

27/06 Mercoledì ore 18.00LELIO LUTTAZZI SCRITTORELelio Luttazzi viene da sempre ricordato per la musica, e per quella sua inconfondibile eleganza, ma da oggi lo sarà anche per questo finora inedito romanzo, L’erotismo di Oberdan Baciro (Einaudi). Lo presentano la moglie Rossana Moretti Luttazzi con il giornalista e produttore discografico Alberto Zeppieri. Ospite il giornalista e critico musicale Enrico de Angelis. L’evento sarà arricchito dall’esibizione dal vivo della cantante jazz Barbara Errico accompagnata al pianoforte da Roberto Cetoli.

20/06 Mercoledì ore 18.00LEGA & PADANIALega & Padania (il Mulino) è il libro scritto da Gianluca Passarelli e Dario Tuorto che danno voce per la prima volta al Popolo della Lega. Intervengono all’evento Marina Salomon, il sindaco di Verona Flavio Tosi e il sindaco di Padova Flavio Zanonato.

22/06 Venerdì ore 18.00MARCO BUTICCHIIncontro con Marco Buticchi finalista al “Premio Letteratura Avventurosa Emilio Salgari 2012” con La voce del destino (Longanesi Editore)”. Dialoga con l’autore il giornalista e giallista Luca Crovi, membro della giuria degli esperti Premio E. Salgari. Evento in collaborazione con “Premio di Letteratura Avventurosa Emilio Salgari – Quarta edizione” e con il “Consorzio Pro Loco Valpolicella”. Al termine degustazione di vini a cura dell’Associazione Strada del Vino Valpolicella.

30/06 Sabato ore 19.00NOT FOR SALEIn un’esclusiva versione acustica, i Not For Sale presentano il loro nuovo album Calma Piatta (Vrec/Venus Distribuzione).

02/07 Lunedì ore 18.00FORNELLI IN RETE & PER TUTTI I GUSTIPresentazione del libro Fornelli in rete. La cucina italiana dei foodblog (Malvarosa Edizioni). Intervengono Francesca Martinengo curatrice del volume e Carlo Vischi direttore della collana Immaginazione di Malvarosa Edizioni. Nell’ambito del progetto gastronomico Per Tutti i Gusti, seguirà uno show cooking con gli chef Alberto Basso, Renato

Bosco, Davide Castoldi, Leandro Luppi e Renato Rizzardi. In accompagnamento: vini Agricola F.lli Tedeschi, Bele Casel, Equipe 5 e Le Vigne di San Pietro, birre De Tacchi e distillati Bonaventura Maschio. Evento in collaborazione con Azienda Agricola Colline di Marostica, e Loison Pasticceri dal 1938.

03/07 Martedì ore 18.00MUSICA E CONTAMINAZIONE:ALEXANDER SKRJABINUltimo appuntamento del ciclo “Musica e contaminazione” a cura del Maestro Nicola Guerini che durante l’incontro approfondirà il tema “Alexander Skrjabin tra estasi e

visionarietà”. Ospite dell’incontro il critico musicale Gianni Villani. Evento in collaborazione con Accademia di Alta Formazione Musicale di Verona.

29/06 Venerdì ore 18.00GINO PAOLI & CAPO VERDE TERRA D’AMORE

la Feltrinelli, in collaborazione con l’Accademia di Alta Formazione Musicale, presenta il progetto ONU dedicato a Cesaria Evora. Un talk- show con musica, al quale interverranno - oltre ai produttori Alberto Zeppieri e Roberto Cetoli - alcuni dei musicisti presenti nel nuovo disco Capo Verde terra d’amore vol. 3 (Egea Music): il compositore e pianista Remo Anzovino, la star slovena Tinkara, e la capoverdiana Karin Mensah. Ospite d’onore Gino Paoli che ha aderito al

progetto interpretando il brano “Santo me” in duetto con il maestro Remo Anzovino.

04/07 Mercoledì ore 18.00ASTOR PIAZZOLLA: UN UOMO DI TANGOA vent’anni esatti dalla scomparsa di Astor Piazzolla (Buenos Aires, 4 luglio 1992) il giornalista e critico musicale Enrico de Angelis e il maestro di tango Antonio Fiorillo lo ricordano con una conversazione a partire dalla sua autobiografia Sono un uomo di tango (Bracciali Editore). Accompagnerà l’evento l’esibizione dei ballerini Sasika Fernando e Daniela Guglielmini. Al termine

dell’incontro il Bistrot Feltrinelli si trasformerà in una vera milonga dove il pubblico potrà ballare sulle più belle musiche del maestro del nuevo tango.

05/07 Giovedì ore 18.00SHAKESPEARE FILOSOFOOspite Franco Ricordi, Direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo e Consigliere del Teatro di Roma, che presenta il suo ultimo libro Shakespeare filosofo dell’essere (Mimesis Edizioni) con prefazione di Emanuele Severino. Introduce la prof.ssa Silvia Bigliazzi, docente di Letteratura Inglese all’Università degli Studi di Verona.

06/07 Venerdì ore 18.00AL BALCONE DI GIULIETTALisa Albertini presenta il suo ultimo libro Al balcone di Giulietta ed altri racconti (QuiEdit). Intervengono all’incontro: il prof. Sebastiano Saglimbeni e la guida turistica Nicoletta Parolari.

07/07 Sabato ore 11.30MANUALE PER I(N)FELICI AMANTIVivere in coppia, sopravvivere senza. Le due facce e gli eterni dilemmi dell’amore. Ne parliamo con Alessandro Zaltron, scrittore di cronache sentimentali e giornalista gentiluomo, che presenta il suo nuovo libro Manuale per i(n)felici amanti (Zero91).

09/07 Lunedì ore 18.00A WALK AROUND VERONA WITH WILLIAMla Feltrinelli con Wall Street Institute e CTG (Centro Turistico Giovanile) di Verona presentano “A Walk around Verona with William”. Un’insolita passeggiata al tramonto, alla scoperta dei più suggestivi luoghi Shakespeariani della nostra città, accompagnata dalla lettura in lingua

inglese dei passaggi più significativi di alcune delle opere immortali del Bardo ambientate a Verona.

Nell’ambito di “Juliet”, rassegna di Teatro, Opera, Danza, Cinema e Letteratura, a Verona dal 28 giugno al 26 agosto 2012, la Feltrinelli in collaborazione con l’Associazione “Casa Shakespeare (per una cultura europea)” organizza quattro eventi per approfondire in modo nuovo alcuni temi dell’opera di William Shakespeare

FELTRINELLI Giugno-luglio 2012

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Giugno 201220 Società

A volte credo di non capire le per-sone.Prendete questo mio amico. È impe-gnato in politica e, fra le varie osser-vazioni che condivide su Facebook a tal proposito, ce ne sono diverse sul tema del lavoro, in particolare criti-che contro le grandi aziende e con-tro certe riforme che renderebbero più facile il licenziamento. Quando gli ho fatto notare che lui è impie-gato a tempo indeterminato in una delle più grosse aziende alimentari italiane e che, forse, uno o due dei suoi punti non erano completamente disinteressati, si è offeso. Mi chiedo perché. Sempre la stessa persona si è trasferita di recente e ha deciso di rendere il più possibile autonoma la propria abitazione, dal punto di vista energetico (tramite pannelli solari e quant’altro), alimentare (coltivando un orto), ecc. Mi sono sentito solle-vato quando non sono stato l’unico a fargli notare che chiedere sugge-rimenti su come rubare una connes-sione wireless ai vicini per giocare online con l’X-box non era proprio il massimo della coerenza.

Un altro mio amico, per quanto mi è dato di capire, è stato tradito dalla propria ragazza e ha giurato vendet-ta contro il conoscente con cui questa

avrebbe fatto sesso. Ma queste cose non si fanno in due, mi domando? Perché criticare una persona sola? Almeno costui si è anche interrogato sulle proprie colpe, invece di ritenersi perfetto come di solito fanno gli altri. Non capisco.

Sempre a proposito di amici, ne ho un altro che ha sempre lo sguardo rivolto verso il pavimento, cammina curvo e sembra soffrire di un qualche dolore muscolare nella zona attorno alla bocca, perché sorridere pare una sofferenza per lui. Lo incontro rara-mente e, di solito, quando succede lui mi racconta qualcosa di nuovo: il la-voro che non lo soddisfa e paga poco, la situazione sentimentale disastrosa, il Paese che va a rotoli, le solite cose insomma. Quando mi chiede qualco-sa di me, di solito glisso o rispondo in

modo vago; non perché a me le cose vadano bene, ma perché temo di far-lo vergognare se gli dicessi che le mie disgrazie sono molto peggiori delle sue e che, nonostante tutto, io cam-mino a testa alta. Mah. Non capisco.

Ho un amico che, quando parliamo, sembra sempre preoccupato di fare brutta figura. La maggior parte delle frasi che escono dalla sua bocca sono “Io non ho detto questo”, “Quello che volevo dire era”, “Intendevo sem-plicemente” e “Qui c’è scritto che”. Conosco la sua opinione su pochis-sime cose, perché a furia di precisare questo e quell’altro, di solito le nostre discussioni si concludono poco dopo essere iniziate. A volte ho l’impres-sione che a lui non interessi tanto parlare, quanto creare la discussione perfetta, in cui nulla di ciò che dice è attaccabile e nessuno può dargli tor-to. E non lo capisco.

Ci sono tante altre persone che non capisco. Ragionano in modo bizzar-ro, incomprensibile. Forse sono io quello che sbaglia, perché sembra che gli altri non si accorgano della stranezza in queste persone, o, se lo fanno, non sembrano darvi peso. Questa è un’altra cosa che devo capi-re. E un giorno la capirò.

Tante volte l’incomprensione tra persone…

Ci sono cose al mondo che non capisco

di Ernesto PavanStorie di ordinaria follia

FINO ALLE ORE

24:00

DAL MERCOLEDÌ ALLA DOMENICA San Marco

Antica Pasticceria

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Giugno 2012 19Società

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Giugno 201222 Viaggi

James Cook, esploratore britanni-co, deve aver provato qualcosa di si-mile, quando, facendo rotta verso la Nuova Zelanda a bordo della nave Resolution, la Grande Terre s’intromise tra il suo cannocchiale e l’orizzonte.

Era il 1774 e sarebbero trascorsi quasi 200 anni prima che Calvino mettesse nero su bianco una delle possibili sensazioni del Viaggiatore: il ritrovarsi.

Non so quanto la Scozia somigli alla Nuova Caledonia… nessuna del-le due ha ancora voluto ospitarmi! James, però, lo sapeva, perché in Scozia, anticamente chiamata Cale-donia, ci è nato e perché nella Nuo-va Caledonia ci è sbarcato. Anzi, fu proprio lui a battezzare così questa terra sconosciuta: pare avesse rin-tracciato una certa analogia tra i ri-lievi della Grande Terre e la sua lonta-na Scozia. Lontanissima, visto che la meta del nostro viaggio si trova all’altro capo del mondo, a 1500 Km dall’Australia.

Là, appena sopra il Tropico del Ca-pricorno, quest’isola fa la sua figu-ra: in un oceano costellato di infi-niti puntini (le tante bellezze del Pacifico, dalla Polinesia francese a Samoa, dalle Figi alla Micronesia), la Nuova Caledonia spicca per le sue dimensioni. L’isola principale, la Grande Terre, è la terza per esten-sione dopo Papua Nuova Guinea e

Noumeà, ecco la capitale. C’è chi la paragona a una Parigi in minia-tura per l’aria di mondanità che si respira. Negozi di lusso, ristoranti chic, fois gras e baguette e… un pezzo d’Italia. Il centro culturale Tjibaou, luogo concepito con l’intento di far conoscere la cultura del popolo ka-

nak, l’etnia di origine melanesiana che abita da secoli questa terra, è stato progettato dall’architetto Ren-zo Piano. Dieci enormi “capanne” in legno di iroko e acciaio simili agli

Nel cuore del Pacifico: la dolce vita nella Grande Terre

Nuova Caledonia, dove mettersi il cuore in pace«Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti»Italo Calvino

di Alice PeriniGiro giro tondo, io giro intorno al mondo

Nuova Zelanda: 450 Km di lunghez-za, 50 di larghezza, da esplorare al-meno una volta nella vita.

Qui, a circa 25 ore di volo dall’Italia, non fa mai né troppo caldo né troppo freddo: merito degli alisei, venti fre-schi che soffiano da est a sud-est per

circa 250 giorni l’anno e che infon-dono una certa dolcezza di vivere. In ogni caso, non temete: se doveste mai avere nostalgia della nebbia in Val Padana, vi basterà organizzare un’escursione sulla catena montuosa che attraversa l’isola, dove, oltre alla fitta vegetazione, troverete un tem-po umido e nebbioso.

Un viaggio da queste parti accon-tenta tutti, perché la Nuova Caledo-nia è un caleidoscopio di combina-zioni: boschi e cascate, spiagge con noci di cocco e coralli e cittadine in stile Costa Azzurra. Oui, la France ha messo radici anche qui, nel cuore del Pacifico: in effetti, lo status uffi-ciale della Nouvelle Caledonie è, anco-ra oggi, quello di paese d’oltre mare.

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Nella pagina precedente Port Moselle a Nouméa e le capanne del Tjibaou Cultural Centre.

Nelle immagini in alto, a sx una veduta della laguna circostante Nuova Caledonia e a dx il

Cagou, volatile simbolo del territorio

Qui sotto, a sx uno scorcio del Parc de la Rivière bleue e a dx una veduta dall’Isola Lifou

Giugno 2012 23Viaggi

edifici dei villaggi tradizionali e con una particolarità: per la loro strut-tura, vibrano al passaggio dei venti, producendo una sorta di melodia naturale.

Quattro passi nei quartieri più vec-chi di Noumeà per evocare gli splen-dori dell’epoca coloniale, tra casette dalle facciate colorate, dove si gioca alla pétanque e dove la vita, a questi uomini, non sfugge mai di mano; qui sembra che si riesca ancora a pren-derla per la mano, la vita. E se pen-siamo che la Nuova Caledonia fu, nell’Ottocento, una colonia penale pronta a ospitare gli sconfitti della Comune di Parigi, varrebbe la pena cogliere anche solo un pizzico di questo dolce modus vivendi.

Ritrovarsi (o perdersi) nella na-tura: ecco un’altra valida ragione per attraversare mezzo mondo. Fa-rete conoscenza con le araucarie,

le progenitrici di tutti gli alberi ed endemiche della Nuova Caledonia (su 19 specie, 16 sono presenti solo qui). Tra le fronde di alberi mille-nari, come il Grand Kaori nel Parc Territorial de la Rivière Blue, il cagou ha stabilito la propria residenza: è l’uccello simbolo del Paese. Cresta da capo indiano, piume grigio-blu, becco rosso per questo esemplare che non sa più volare, abbaia come un cane e che, avvertito un pericolo, si rannicchia spiegando le ali a ven-taglio sopra la testa.

Per voi Viaggiatori, l’unico pericolo che potreste correre è la tentazione di strappare il biglietto di ritorno. Rischio che aumenta qualora deci-diate di soggiornare qualche giorno nell’arcipelago delle Loyauté: Lifou, Maré e Ouvéa, le Isole della leal-tà, dove tutto corrisponde al vostro ideale di sogno tropicale. Non serve aggiungere altro.

Caro James, una domanda: cos’è che ti ha spinto a risalire sulla tua nave, a salutare alisei, pesci e arau-carie? Sarebbe molto importante se riuscissi a darci una risposta, Ja-mes. Abbiamo resistito al desiderio di stracciare il nostro biglietto ae-reo: perché?

Giro giro tondo, io giro intorno al mondo

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Giugno 201224 Animali

Senza rete? Vediamo di risolvere il problema, perché è di questo che si tratta: di una vera e propria grana. Sì, l’ennesimo grattacapo ambiental-animalista sarà forse meno noto di altri, ma la sua soluzione è, come spesso accade, alquanto incerta. E la questione è serissima, perché questa volta è in gioco non solo la sopravvi-venza di qualche animaletto, ma ad-dirittura di uno stato dell’Australia, la Tasmania. Ah, la Tasmania…

Esperimento: cosa ne sappiamo di questo angolo di mondo? La sua po-sizione sull’atlante, là vicino all’Au-stralia. Eppure, prima ancora di sa-per collocare quest’isola sul mappa-mondo, di un’altra cosa siamo dav-vero certi: qui abita l’amico di Bugs Bunny e Duffy Duck, Taz, il diavolo della Tasmania.

Veloce, vorace, a volte tonto, Taz raggiunge l’apice del successo negli

anni ‘90, quando entra a far parte della famiglia dei Looney Tunes. Men-tre il Taz animato si gode la popola-rità, per il Sarcophilus harrisii, il suo nome scientifico, inizia un periodo di tribolazioni.

Devil facial tumour disease (DFTD), ovvero tumore facciale del diavolo: un cancro trasmissibile diagnosti-cato per la prima volta nel 1996. In base ad alcune stime, la popolazione

sarebbe già diminuita del 50%, men-tre secondo altre si sfiorerebbero picchi del 90%. Se di solito la veri-tà sta nel mezzo, stavolta la bilancia pende dalla parte dei più pessimisti: dal 2008 i “cuccioli di Belzebù”, al-tra etichetta loro affibbiata, sono stati ufficialmente dichiarati specie a rischio, ragione per cui il governo dell’isola si è affrettato nell’attiva-re un programma di contenimento dell’epidemia.

È il marsupiale carnivoro più gran-de del mondo (non lasciatevi ingan-nare dal canguro, che è erbivoro!), l’animale che detiene il primato del morso più potente di tutti i mammi-feri in rapporto alle dimensioni del corpo, un esserino grande all’incirca come un beagle che, e scusate se è poco, è sopravvissuto alla caccia dei coloni europei, i quali lo ritenevano (a torto) il principale colpevole delle razzie nei pollai.

Piccolo e nero, più o meno come Ca-limero, il diavolo della Tasmania ha spesso goduto di una fama sinistra: ha abitudini notturne, ha un caratte-rino del tutto particolare, irascibile e rissoso, è saprofago, cioè si nutre di carogne (ecco perché non poteva essere il responsabile dei furti nei pollai), tutte caratteristiche che, per tradizione, sono riconducibili a enti-

Dov’è Finito Taz, il Diavolo?DFTD, devil facial tumour disease: e l’icona della Tasmania rischia l’estinzione

Amici mieidi Alice Perini

«La salute è un’acrobazia senza rete»Roberto Gervaso

Page 25: Verona è - Giugno 2012

Giugno 2012 25Animali

Amici miei

tà malefiche.

Sarcophilus satanicus e Diabolus ursi-nus: la testimonianza di nomi scienti-fici del XIX secolo che di scientifico hanno solo la pretesa di esserlo.

La scienza, per il tasmanian devil, è anche questione di pelo: se nel-la maggior parte degli esemplari il mantello nero corvino presenta una macchia bianca a forma di mez-zaluna che attraversa il petto, si è calcolato che un buon 16% sia inte-ramente di colore nero. Il motivo di un look total black? L’evoluzione, si-gnori: quel sorriso bianco stampato sul petto poteva risultare deleterio, se si pensa che le cicatrici dovute ai combattimenti si concentrano pro-prio in quest’area del corpo e che il rosso sul bianco avrebbe certamente attirato l’attenzione dei conspecifici, ovvero animali della stessa specie, più aggressivi.

E ora la scienza deve met-terci la faccia, con lo scopo di salvare la faccia a Taz. La malattia che sta decimando la popolazione dei “cuccio-li di Belzebù” si manifesta con la comparsa di forma-zioni neoplastiche attorno agli occhi e alla bocca: tutto ciò impedisce lo svolgimen-to delle normali attività di ricerca del cibo e nutrizio-ne, causando la morte per

inedia nel giro di pochi mesi. Ciò che è peggio è la trasmissibilità del tumore tra animali: basta un morso per attaccare la forma virale a esem-plari sani.

Rimedi? Forse in un prossimo fu-turo. Al momento non esiste né una cura efficace né un vaccino; l’isola-

mento degli animali infetti è l’unico modo attualmente disponibile per cercare di contenere il contagio. D’altronde, l’estinzione di questi mammiferi sarebbe un danno enor-me per la biodiversità e l’equilibrio dell’ecosistema: un recente studio ha mostrato come la scomparsa del piccolo marsupiale in alcune zone della Tasmania sia correlata all’inu-suale aumento di carcasse di animali selvatici e, di conseguenza, all’in-cremento di ulteriori malattie. E al turismo, chi ci pensa?

Tra catena alimentare a rischio ed economia dell’isola a repentaglio, è proprio il caso di dirlo: cosa diavolo ne sarà della Tasmania? Perché se è vero che la salute è un’acrobazia sen-za rete, l’economia, senza la salute, è un’acrobazia. Senza futuro.

per metterti in contatto con noi: [email protected]

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Giugno 201226 Sport

Il calcio è un mondo in evoluzione. I giocatori crescono, maturano, diven-tano allenatori o dirigenti. A volte anche presidenti. Le società stesse si trasformano, divengono organismi che ricercano, spesso, obiettivi non completamente sportivi. Ciò nono-stante, alla base di tale spettacolo, il quale viene osservato ogni giorno da milioni di individui, vi devono stare

alcuni valori capaci di trainare l’in-tera macchina. Pertanto, non parlia-mo delle complesse faccende collega-te “all’universo denaro” (un elemento che, purtroppo, può rendere gli in-granaggi alquanto duri e affannati) ma di tratti semplici, quasi scontati, per questo tenuti in disparte. Sensi-bilità e rispetto. Tratti che non pos-sono essere dimenticati o trascurati.

Sensibilità e rispetto dei giocatori nei confronti del proprio allenatore, e vi-ceversa. Un rapporto prima di tutto

umano, oltre al lato professionale, intriso di fiducia. Certo, vi saranno, senza dubbio, momenti di scontro e attimi di dissidio, come in qualsiasi tipo di relazione. Ciò nonostante, an-che se le diverse personalità faticano ad accordarsi, l’educazione e la stima reciproca non devono nascondersi o sparire.

Insomma, un calciatore che non offre una buona prestazio-ne può essere sostituito. Non c’è nulla di male in questo. Inserire forze fresche è uno dei metodi per rinvigorire la squadra, o per darle maggior qualità. Purtroppo, può av-venire che l’allenatore che ha preso questa decisione diven-ga il bersaglio di insulti

e parolacce da parte di chi è appena uscito dal campo. Ri-spetto annientato. Capacità decisionale annullata. Lavoro reso misero. A volte è la ten-sione che si inserisce in simili situazioni, a volte non si vuo-le accettare una sorta di ridi-mensionamento delle proprie capacità e si indirizza la pro-pria colpa su un’altra persona. Siamo arrivati al punto in cui chi allena deve armarsi di co-

raggio se vuole cambiare un uomo (un giovane, un veterano, un capita-no) e, allo stesso tempo, coprirsi gli occhi e tapparsi le orecchie? Alcuni adorati giocatori non accettano la virtù della modestia, oltre alla neces-sità di un briciolo di educazione.

Per concludere, vogliamo parlare di quei “professionisti” che si gettano a terra da soli reclamando un fallo? Vogliamo ricordare loro che una leg-gera spinta al petto non pregiudica la bellezza del viso? L’idea maturata nella folle mente di colui che scrive è che suddetti individui siano rima-sti in un passato privo di tecnologia televisiva. Forse non sanno che vi sono milioni di sguardi rivolti verso il campo da gioco. Ma davvero?

Il difficile rapporto fra giocatori e allenatore. Un rispetto che va difeso

Dalla panchina alla brace

di Daniele AdamiQuando il gioco si fa duro

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Giugno 2012 33Sport

Quando il gioco si fa duro

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Giugno 201228 Cucina

Colazione e pranzo non classificabi-li. Ora sono le quattro del pomerig-gio e posso solo sperare nella cena.

Tè nero e macedonia, quando non immaginavo che il tè potesse essere controindicato per il mio organismo ed ero convinta che la banana fosse consigliata per il potassio. Solo quei tre pezzi di kiwi mi hanno salvato da un disastro nutrizionale.

Poi il pranzo: risotto con i fun-ghi (ahi!), peperonata e pomodori (ahi!ahi!). Per fortuna che è arrivata una pera a mettermi in salvo (il frut-to s’intende).

Sono un tipo A io e come me ce ne sono tanti. Certo, 0 è il più diffuso, mentre B non si vede molto dalle nostre parti: pre-ferisce Giappone, Mongolia, India e Cina. AB, il più raro, è presente in meno del 5% della popolazione.

Devo ancora capire se ringra-ziare questo signore, tal Peter D’Adamo, naturopata che nel 1997 pubblicò uno studio sulla compatibilità degli alimenti con riferimento ai gruppi san-guigni.

Il quadro della situazione è all’incirca questo: quando le nostre difese immunitarie av-vertono un agente estraneo, prima di intervenire produ-cendo anticorpi, gli antigeni presenti sulle membrane dei globuli rossi vengono chia-

mati a rapporto per una consultazio-ne, una specie di riunione di famiglia nella quale si decide come compor-tarsi. Arrivano dunque A, antige-ne del gruppo sanguigno A, e B, il corrispettivo per il gruppo B; inutile dire che AB li possiede entrambi e 0 nessuno dei due.

Ecco che entrano in gioco le lectine, proteine presenti negli alimenti e sul-la mucosa dell’apparato digerente cui viene attribuito un ruolo fondamen-tale nella teoria di D’Adamo: qualora dovessimo introdurre lectine incom-patibili con il nostro gruppo sangui-gno, queste si agglutinerebbero con le cellule del sangue, con il rischio di produrre un’azione simile al rigetto. Visione catastrofica. Disturbi simili alle allergie alimentari. Meteorismo,

diarrea, stipsi. Nausea, cefa-lea, vomito & company.

Prima di lasciarvi prendere dal panico, è giusto sapere che il 95% delle lectine alimenta-ri non causa alcun problema all’organismo. Rimane quel 5%: poco ma sufficiente per raggiungere il sangue e inne-scare reazioni che, secondo D’Adamo, possono portare alla distruzione dei globuli rossi.

Altroché i piaceri della tavo-la! Qui si tratta di seguire una rigida disciplina, considerate le possibili conseguenze. E meno male che noi uomini ci siamo pure evoluti: fossimo incapaci di migliorarci chissà cosa ne sarebbe di noi. A, B, AB e 0 sono, infatti, il risulta-to degli adattamenti dell’uo-mo alle mutevoli condizioni ambientali.

Se il menù deve dipendere da una A, una B e uno 0…

Viva la pappa! (Anche senza pomodoro?)

di Alice PeriniServiti il pasto, cowboy

«Quello che è cibo per un uomo è veleno per un altro»Lucrezio

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Giugno 2012 29Cucina

Serviti il pasto, cowboy

All’origine era lo 0, gruppo dei cac-ciatori alla ricerca delle proteine del-la carne. Il cambiamento di clima e la scarsità di cibo portano alla nascita di A, agricoltore e allevatore. B è il gruppo delle zone fredde dell’India e del Pakistan, del pastore nomade che predilige i prodotti del latte. Infine, AB, sviluppatosi dalla mescolanza di A e B, è il più equilibrato, nonostante produca una notevole quantità di an-ticorpi che, se da un lato permettono una buona difesa contro le infezioni, dall’altro causano più difficoltà nel riconoscere sostanze estranee ai due antigeni.

Immagino cosa vi starete chiedendo: cosa posso mangiare allora?

A: il naturopata consiglia una dieta vegetariana. La scarsa acidità nella cavità gastrica non permette la com-pleta demolizione delle proteine della carne. Ci daremo al formaggio allo-ra. No! Tolleriamo solo piccole dosi di formaggi fermentati. Tolti tutti

i latticini “tossici” rimane comunque una vasta scelta: formaggio e latte di soia. Basta. Attenzione al fru-mento: se ingerito in quan-tità eccessive provoca acidi-tà. Per fortuna che eravamo agricoltori…

Peperoni, pomodori, melan-zane e patate: da eliminare. Ah!, la dieta mediterranea, che bei ricordi! Stessa fine

per arance, mandarini e banane. Ciao vitamina C. Ciao potassio.

Voi dello 0, cosa ridete? La carne di maiale vi fa male, così come gli in-saccati. Anzi, per voi non va bene nemmeno lo yogurt. I prodotti della farina non li assimilate, mentre ave-te la fortuna di potervi abbuffare di frutta fresca.

B, lasciatevelo dire, siete favoriti dal-la sorte. Avete un apparato digerente molto tollerante: solo il frumento e la segale danno qualche disturbo. E voi, AB, sarete pure equilibrati, ma sappiate che la maggior parte dei cibi nocivi per A e B lo sono anche per voi. Tranne il pomodoro, magra con-solazione.

Non so voi, ma io rimango un po’ perplessa di fronte a tutto ciò.

Ho solo una domanda che mi frulla per la testa: ma questo Peter D’Ada-mo di che gruppo sanguigno è? B0h.

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