Verbania, caso Giacomini.

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L avoro alla Giacomi- ni da 27 anni e mez- zo; mai un proble- ma, un ambiente di lavoro molto po- sitivo, un rapporto coi diri- genti e la proprietà veramen- te soddisfacente. Per me è più che un lavoro, è il posto dove sono cresciuta, che mi ha dato soddisfazioni». Marta Rossetto, lavora nei magazzini della Giacomini tra- volta dalla tempesta giudizia- ria di queste settimane. Ieri la Giacomini era chiusa, ma an- che venerdì lo stabilimento ha osservato una giornata di stop: l’azienda, prima degli av- venimenti di questi giorni, ave- va chiesto un giorno la settima- na di cassa per 3 mesi. I dipendenti, gli ex lavorato- ri, i pensionati della Giacomini fanno quadrato attorno al- l’azienda ed alla famiglia, ma nessuno commenta diretta- mente la lettera aperta che il fondatore del gruppo Alberto Giacomini ha scritto per sotto- lineare il suo impegno a salva- re il patrimonio dell’azienda. «Sono una pensionata del- la Giacomini, così come mio marito, ma ancora oggi ci la- vorano mio figlio e mia nuora. Questa azienda ha dato il pa- ne, il benessere, praticamen- te a mezzo paese - esclama Ri- ta Faranda - siamo sempre stati trattati bene». Simone Sabatino ha lavora- to fino a poco tempo fa in azienda, oggi è in proprio: «Un’esperienza molto positi- va. Alla Giacomini ho imparato a lavorare bene, gli sono ricono- scente». Marco Frattini è opera- io da 38 anni: «Siamo tutti pre- occupati, anche perché le vicen- de di questi giorni possono ri- percuotersi negativamente sul nostro lavoro. Noi operai siamo molto legati all’azienda ma an- che alla famiglia: sono persone per bene, con noi sono sempre stati più che cor- retti». E su que- sto punto insisto- no tutti: «Siamo allibiti - dice Giu- seppe De Lise - per il modo con cui sono stati trattati. Le perso- ne che ammazzano sono in liber- tà, loro sono stati sbattuti in pri- ma pagina, senza alcun rispet- to. Non è giusto. Ci si dimentica che questa gente ha fatto la for- tuna di tutto il paese». Carlo Consonni, panettiere e pasticcere, ogni giorno sforna 25 chili di pane per la mensa aziendale: «Poi tanti operai e im- piegati si servono in negozio. Questa azienda è una fonte di be- nessere importante per tutto San Maurizio, guai se non ci fos- se, sarebbe un disastro». Biagio Di Lorenzo è il titolare di un bar nella frazione Sazza, dove si tro- vano molti operai della Giacomi- ni: «Questa famiglia ha fatto so- lo del bene a San Maurizio, lo sanno tutti: lo scriva che noi sia- mo con loro, per- ché sappiamo i sacrifici che han- no fatto. E’ gente che si è guada- gnata una posi- zione con tanta fatica e un lavoro duro». Giulio Di Giovanni commen- ta: «Chi ha lavorato in Giacomi- ni è orgoglioso di quel posto, vuol dire che si è trovato bene. Il problema è che in questa azien- da ci lavorano molte coppie, se venisse a mancare il lavoro per tutto il paese sarebbe un dram- ma». Tutti sperano che la vicen- da si concluda il più rapidamen- te possibile: «Mi auguro per la famiglia, i lavoratori - osserva Martino Padovan - e tutto il pae- se, che ha un grosso indotto». Enzo Ronchi e il figlio Mauri- zio, tabaccai, commentano: «Quanti operai passano di qui a prendere le sigarette ed espri- mono grande preoccupazione. E’ come se questa vicenda aves- se colpito tutte le famiglie del pa- ese». Francesco Bencivinni è un pensionato della Giacomini: «E’ il fiore all’occhiello del paese, non voglio neanche pensare alla sua chiusura». Aggiunge Piero Morreale: «Non ci sono soltanto gli 800 operai, ma anche l’indot- to, altre piccole imprese». Giada Porta, barista, dice che «da qual- che giorno il paese è nervoso, tutti parlano di questo». Adria- no D’Angelo e Dino Torraco so- no parrucchieri: «Abbiamo al- meno trenta, quaranta clienti di questa fabbrica: sono giusta- mente preoccupati. Se viene me- no la Giacomini per San Mauri- zio è una mazzata terribile». Reportage MARCELLO GIORDANI SAN MAURIZIO D’OPAGLIO “Se chiude l’azienda muore tutto il paese” Operai in cassa integrazione: “Ma restiamo fedeli alla famiglia” GIACOMINI I FRONTI APERTI Dopo un giorno di riposo (og- gi), domani in procura a Ver- bania riprenderà l’analisi dei documenti (a quintali) seque- strati in questi mesi di indagi- ni. Si ricomincerà anche con gli interrogatori, perché i pm hanno ancora qualche zona d’ombra da ricostruire nei dettagli. L’inchiesta che coinvolge i fratelli Corrado ed Elena Giacomini e, a cascata, i con- sulenti che hanno permesso di portare all’estero un’in- gente mole di denaro (si par- la di almeno duecento milio- ni) è a buon punto. Presto, per competenza territoriale, potrebbe passare tutto al tri- bunale di Novara, intanto pe- rò la procuratrice Giulia Per- rotti e il sostituto Fabrizio Ar- gentieri vogliono approfondi- re alcuni aspetti di queste sca- tole cinesi costruite per crea- re fondi neri lontano dagli oc- chi del fisco italiano e dei fa- miliari, in qualche modo estromessi dalla storica (e ric- ca) azienda di rubinetti di San Maurizio d’Opaglio. Carlo Consonni Biagio Di Lorenzo Marta Rossetto Simone Sabatino Giada Porta Rita Faranda Maurizio Ronchi Martino Padovan Le voci dei lavoratori Enzo Ronchi Giuseppe De Lise Francesco Bencivinni Giulio Di Giovanni Lo stabilimento «Giacomini» di San Maurizio d’Opaglio L’INDOTTO Il futuro dell’impresa preoccupa tutti: dal barista al barbiere U Il lavoro dei magistrati Domani a Verbania riprendono interrogatori e analisi dei documenti 48 VCO LA STAMPA DOMENICA 20 MAGGIO 2012 VB

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Le difficoltà dell'azienda dietro l'inchiesta. (20.05.2012, La Stampa)

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Lavoro alla Giacomi-ni da 27 anni emez-zo; mai un proble-ma, un ambientedi lavoro molto po-

sitivo, un rapporto coi diri-genti e la proprietà veramen-te soddisfacente. Per me èpiù che un lavoro, è il postodove sono cresciuta, che miha dato soddisfazioni».Marta Rossetto, lavora nei

magazzini della Giacomini tra-volta dalla tempesta giudizia-ria di queste settimane. Ieri laGiacomini era chiusa, ma an-che venerdì lo stabilimento haosservato una giornata distop: l’azienda, prima degli av-venimenti di questi giorni, ave-va chiesto un giorno la settima-na di cassa per 3mesi.I dipendenti, gli ex lavorato-

ri, i pensionati della Giacominifanno quadrato attorno al-l’azienda ed alla famiglia, manessuno commenta diretta-mente la lettera aperta che ilfondatore del gruppo AlbertoGiacomini ha scritto per sotto-lineare il suo impegno a salva-re il patrimonio dell’azienda.«Sono una pensionata del-

la Giacomini, così come miomarito, ma ancora oggi ci la-vorano mio figlio e mia nuora.Questa azienda ha dato il pa-ne, il benessere, praticamen-te amezzo paese - esclamaRi-ta Faranda - siamo semprestati trattati bene».SimoneSabatino ha lavora-

to fino a poco tempo fa inazienda, oggi è in proprio:«Un’esperienza molto positi-

va. Alla Giacomini ho imparatoa lavorare bene, gli sono ricono-scente».Marco Frattini è opera-io da 38 anni: «Siamo tutti pre-occupati, anche perché le vicen-de di questi giorni possono ri-percuotersi negativamente sulnostro lavoro. Noi operai siamomolto legati all’azienda ma an-che alla famiglia: sono personeper bene, con noi sono semprestati più che cor-retti». E su que-sto punto insisto-no tutti: «Siamoallibiti - dice Giu-seppe De Lise -per il modo concui sono stati trattati. Le perso-ne che ammazzano sono in liber-tà, loro sono stati sbattuti in pri-ma pagina, senza alcun rispet-to. Non è giusto. Ci si dimenticache questa gente ha fatto la for-tuna di tutto il paese».Carlo Consonni, panettiere e

pasticcere, ogni giorno sforna25 chili di pane per la mensaaziendale: «Poi tanti operai e im-

piegati si servono in negozio.Questa azienda è una fonte di be-nessere importante per tuttoSanMaurizio, guai se non ci fos-se, sarebbe un disastro». BiagioDi Lorenzo è il titolare di un barnella frazione Sazza, dove si tro-vanomolti operai della Giacomi-ni: «Questa famiglia ha fatto so-lo del bene a San Maurizio, losanno tutti: lo scriva che noi sia-

mo con loro, per-ché sappiamo isacrifici che han-no fatto. E’ genteche si è guada-gnata una posi-zione con tanta

fatica e un lavoro duro».Giulio Di Giovanni commen-

ta: «Chi ha lavorato in Giacomi-ni è orgoglioso di quel posto,vuol dire che si è trovato bene. Ilproblema è che in questa azien-da ci lavorano molte coppie, sevenisse a mancare il lavoro pertutto il paese sarebbe un dram-ma». Tutti sperano che la vicen-da si concluda il più rapidamen-

te possibile: «Mi auguro per lafamiglia, i lavoratori - osservaMartino Padovan - e tutto il pae-se, che ha un grosso indotto».EnzoRonchi e il figlioMauri-

zio, tabaccai, commentano:«Quanti operai passano di qui aprendere le sigarette ed espri-mono grande preoccupazione.E’ come se questa vicenda aves-se colpito tutte le famiglie del pa-ese». Francesco Bencivinni è unpensionato della Giacomini: «E’il fiore all’occhiello del paese,non voglio neanche pensare allasua chiusura». Aggiunge PieroMorreale: «Non ci sono soltantogli 800 operai, ma anche l’indot-to, altre piccole imprese».GiadaPorta, barista, dice che «da qual-che giorno il paese è nervoso,tutti parlano di questo». Adria-no D’Angelo e Dino Torraco so-no parrucchieri: «Abbiamo al-meno trenta, quaranta clienti diquesta fabbrica: sono giusta-mente preoccupati. Se vieneme-no la Giacomini per San Mauri-zio è unamazzata terribile».

ReportageMARCELLO GIORDANI

SAN MAURIZIO D’OPAGLIO

“Se chiude l’aziendamuore tutto il paese”

Operai in cassa integrazione: “Ma restiamo fedeli alla famiglia”

GIACOMINII FRONTIAPERTI

Dopo un giorno di riposo (og-gi), domani in procura a Ver-bania riprenderà l’analisi deidocumenti (a quintali) seque-strati in questimesi di indagi-ni. Si ricomincerà anche congli interrogatori, perché i pmhanno ancora qualche zonad’ombra da ricostruire neidettagli.L’inchiesta che coinvolge

i fratelli Corrado ed ElenaGiacomini e, a cascata, i con-sulenti che hanno permessodi portare all’estero un’in-gentemole di denaro (si par-

la di almeno duecento milio-ni) è a buon punto. Presto,per competenza territoriale,potrebbe passare tutto al tri-bunale di Novara, intanto pe-rò la procuratrice Giulia Per-rotti e il sostituto Fabrizio Ar-gentieri vogliono approfondi-re alcuni aspetti di queste sca-tole cinesi costruite per crea-re fondi neri lontano dagli oc-chi del fisco italiano e dei fa-miliari, in qualche modoestromessi dalla storica (e ric-ca) azienda di rubinetti diSanMaurizio d’Opaglio.

CarloConsonni

BiagioDi Lorenzo

MartaRossetto

SimoneSabatino

GiadaPorta

RitaFaranda

MaurizioRonchi

MartinoPadovan

Le voci dei lavoratori

EnzoRonchi

GiuseppeDe Lise

FrancescoBencivinni

GiulioDi Giovanni Lo stabilimento «Giacomini» di San Maurizio d’Opaglio

L’INDOTTO

Il futuro dell’impresapreoccupa tutti:

dal barista al barbiere

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Il lavoro dei magistrati

Domani aVerbaniariprendono interrogatorie analisi dei documenti

48 VCO LA STAMPA

DOMENICA 20 MAGGIO 2012

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