Venezia · commercio mondiale; nel suo tramonto dorato e voluttuoso ha saputo ancora essere...

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La piazzetta è delimitata dal fronte di Palazzo Ducale, massima espressione dell’architettura gotica veneziana. Fondato nel IX secolo, assunse l’attuale struttura fra ’300 e ‘400; la facciata, svuotata da un portico a pianterreno e da una loggia traforata al primo piano, introduce nelle sale dell’appartamento del doge e del Consiglio della Serenissima, con affreschi e dipinti di Tiziano, Tintoretto, Veronese. Di fronte, la Libreria Sansoviniana, iniziata da Sansovino e completata da Scamozzi (1583-88); salendo il monumentale scalone si sale al vestibolo (nel soffitto, Sapienza di Tiziano, 1564) e al grandioso salone ornato da tele di Veronese e Tintoretto. In continuità con la Libreria è il severo palazzo della Zecca realizzato da Sansovino (1537-66) e ora sede della Biblioteca nazionale Marciana. Dall’alto dei quasi cento metri del campanile di S. Marco, eretto nel XII secolo e riedificato nel 1912, il panorama aiuta a cogliere il disegno complessivo degli spazi, la loro forma e il loro intimo intreccio che garantisce all’area marciana una sostanziale unità architettonica e stilistica. Pagina a fianco: il complesso delle Zitelle sull’isola della Giudecca; sotto, uno scorcio di piazza S. Marco con il campanile e Palazzo Ducale; in basso, una maschera del Carnevale Vera e propria icona di Venezia, le gondole, rigorosamente nere dopo l’ordinanza del 1630, sono il modo più affascinante per inoltrarsi nel gomitolo di rii e canali e carpire l’essenza di questa città Sotto, il ponte dei Sospiri (tardo ‘500), così chiamato in riferimento ai condannati che da qui vedevano il cielo per l’ultima volta prima di raggiungere le Prigioni Nuove 7 LA CITTÀ Sembra nascere dal nulla, all’incontro di due infiniti, l’acqua e il cielo: Venezia (m 1; ab. 275.000 ca.) da secoli folgora il visitatore con la sua singolare bellezza. Il compatto tessuto architettonico di palazzi, chiese, ponti, calli e campielli lascia appena trapelare gli elementi ambientali e funzionali che formano la sua trama: sopra e dentro la Laguna i rii interni, il Canal Grande e i ponti che lo attraversano, il porto, la stazione, il rettilineo nastro della ferrovia e della strada che la collegano alla terraferma. La sua lunga, gloriosa stagione politica e artistica è durata un millennio (per tradizione si contano 120 dogi); la città è stata per oltre un secolo cuore pulsante del Mediterraneo e del commercio mondiale; nel suo tramonto dorato e voluttuoso ha saputo ancora essere capitale europea del teatro, delle feste, della gioia di vivere. «Quei giorni sono andati, ma la bellezza è ancora qui» diceva Byon, e le sue parole sono ancora attualissime. L’area marciana Emblema della città, piazza S. Marco è nata dal preciso intento di rispecchiare la potenza della Repubblica e la cultura del patriziato che la reggeva: il doge, che abitava nel Palazzo Ducale, faceva in processione il giro della piazza fino alla cappella dogale, in S. Marco; nel palazzo deliberavano gli organi di governo e si giudicavano gli inquisiti che, a volte, finivano giustiziati tra le colonne della piazzetta; sotto il porticato si arruolavano invece gli equipaggi destinati alle galee pronte a salpare verso lidi lontani. Percorrendo a piedi il lastricato secolare di questo itinerario ci si addentra nel cuore della Serenissima: il sestiere tra S. Marco e Rialto, definito da un’ansa del Canal Grande e dall’antico asse commerciale delle Mercerie, è stato il nucleo originario dell’intera struttura urbana veneziana. La piazza è cinta da palazzi a portici continui, sotto i quali si aprono caffè e botteghe (celebre il settecentesco Caffè Florian), e ha come sfondo la basilica di S. Marco (vedi pag. 8) con l’alto campanile. A sinistra della basilica, delimitata dal Palazzo Patriarcale (1837-70), si apre la piazzetta dei Leoni, che prende il nome dai due leoni settecenteschi in marmo rosso di Verona. Definiscono il lato settentrionale di piazza S. Marco le Procuratie Vecchie, lungo edificio a due ordini di logge edificato nel XII secolo e ristrutturato nel XVI con l’intervento di Jacopo Sansovino. Le affianca a est la torre dell’Orologio (1496-99), in cima alla quale le statue in bronzo dei due Mori battono le ore su una grande campana, mentre di fronte si allungano le Procuratie Nuove, iniziate nel 1582 da Vincenzo Scamozzi e terminate verso la metà del ’600 da Baldassarre Longhena. Attualmente l’edificio ospita alcune sale del Civico Museo Correr, dove si possono ammirare dipinti di scuola veneziana dal ’300 al ’500, di ferraresi, fiamminghi e tedeschi: capolavori di Jacopo Bellini (Crocifissione)e dei figli Gentile e Giovanni, di Carpaccio, Cosmè Tura, Antonello da Messina, Lorenzo Lotto. Nello stesso palazzo hanno sede il Museo del Risorgimento e il Museo archeologico, che vanta un’importante raccolta di sculture greche e romane. Chiude il lato minore della piazza la neoclassica Ala Napoleonica. Sullo sfondo dell’isola di S. Giorgio, piazzetta S. Marco, scandita dalle due colonne su cui poggiano il leone di san Marco e la statua di san Teodoro, fungeva da porta trionfale della città. Venezia La città ............6 La Laguna ........16 Il litorale da Mestre a Càorle ...19 06-19_venezia_BRO.qxd 2-11-2005 10:02 Pagina 6

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La piazzetta è delimitata dal fronte di PalazzoDucale, massima espressione dell’architetturagotica veneziana. Fondato nel IX secolo,assunse l’attuale struttura fra ’300 e ‘400; lafacciata, svuotata da un portico a pianterrenoe da una loggia traforata al primo piano,introduce nelle sale dell’appartamento deldoge e del Consiglio della Serenissima, conaffreschi e dipinti di Tiziano, Tintoretto,Veronese. Di fronte, la Libreria Sansoviniana,iniziata da Sansovino e completata daScamozzi (1583-88); salendo il monumentalescalone si sale al vestibolo (nel soffitto,Sapienza di Tiziano, 1564) e al grandiososalone ornato da tele di Veronese e Tintoretto.In continuità con la Libreria è il severopalazzo della Zecca realizzato da Sansovino(1537-66) e ora sede della Biblioteca nazionaleMarciana. Dall’alto dei quasi cento metri delcampanile di S. Marco, eretto nel XII secoloe riedificato nel 1912, il panorama aiuta acogliere il disegno complessivo degli spazi, laloro forma e il loro intimo intreccio chegarantisce all’area marciana una sostanzialeunità architettonica e stilistica.

Pagina a fianco: il complesso delleZitelle sull’isola dellaGiudecca; sotto, unoscorcio di piazza S.Marco con il campanilee Palazzo Ducale; inbasso, una mascheradel Carnevale

Vera e propria icona diVenezia, le gondole,rigorosamente neredopo l’ordinanzadel 1630, sono il modopiù affascinante perinoltrarsi nel gomitolodi rii e canali e carpirel’essenza di questa città

Sotto, il ponte deiSospiri (tardo ‘500),così chiamato inriferimento aicondannati che da quivedevano il cielo perl’ultima volta prima diraggiungere le PrigioniNuove 7

LA CITTÀSembra nascere dal nulla, all’incontro didue infiniti, l’acqua e il cielo: Venezia (m 1;ab. 275.000 ca.) da secoli folgora ilvisitatore con la sua singolare bellezza. Ilcompatto tessuto architettonico di palazzi,chiese, ponti, calli e campielli lasciaappena trapelare gli elementi ambientali efunzionali che formano la sua trama: soprae dentro la Laguna i rii interni, il CanalGrande e i ponti che lo attraversano, ilporto, la stazione, il rettilineo nastro dellaferrovia e della strada che la colleganoalla terraferma. La sua lunga, gloriosastagione politica e artistica è durata unmillennio (per tradizione si contano 120dogi); la città è stata per oltre un secolocuore pulsante del Mediterraneo e delcommercio mondiale; nel suo tramontodorato e voluttuoso ha saputo ancoraessere capitale europea del teatro, dellefeste, della gioia di vivere. «Quei giornisono andati, ma la bellezza è ancora qui»diceva Byon, e le sue parole sono ancoraattualissime.

L’area marcianaEmblema della città, piazza S. Marco è natadal preciso intento di rispecchiare la potenzadella Repubblica e la cultura del patriziato chela reggeva: il doge, che abitava nel PalazzoDucale, faceva in processione il giro dellapiazza fino alla cappella dogale, in S. Marco;nel palazzo deliberavano gli organi di governoe si giudicavano gli inquisiti che, a volte,finivano giustiziati tra le colonne dellapiazzetta; sotto il porticato si arruolavanoinvece gli equipaggi destinati alle galee prontea salpare verso lidi lontani.Percorrendo a piedi il lastricato secolare diquesto itinerario ci si addentra nel cuore dellaSerenissima: il sestiere tra S. Marco e Rialto,definito da un’ansa del Canal Grande edall’antico asse commerciale delle Mercerie, èstato il nucleo originario dell’intera strutturaurbana veneziana. La piazza è cinta da palazzia portici continui, sotto i quali si aprono caffèe botteghe (celebre il settecentesco CaffèFlorian), e ha come sfondo la basilica di S.Marco (vedi pag. 8) con l’alto campanile. A sinistra della basilica, delimitata dal

Palazzo Patriarcale (1837-70), si apre lapiazzetta dei Leoni, che prende il nome daidue leoni settecenteschi in marmo rosso diVerona. Definiscono il lato settentrionale dipiazza S. Marco le Procuratie Vecchie, lungoedificio a due ordini di logge edificato nel XIIsecolo e ristrutturato nel XVI con l’intervento diJacopo Sansovino. Le affianca a est la torredell’Orologio (1496-99), in cima alla quale lestatue in bronzo dei due Mori battono le ore suuna grande campana, mentre di fronte siallungano le Procuratie Nuove, iniziate nel1582 da Vincenzo Scamozzi e terminate versola metà del ’600 da Baldassarre Longhena.Attualmente l’edificio ospita alcune sale delCivico Museo Correr, dove si possonoammirare dipinti di scuola veneziana dal ’300 al’500, di ferraresi, fiamminghi e tedeschi:capolavori di Jacopo Bellini (Crocifissione) edei figli Gentile e Giovanni, di Carpaccio,Cosmè Tura, Antonello da Messina, LorenzoLotto. Nello stesso palazzo hanno sede ilMuseo del Risorgimento e il Museoarcheologico, che vanta un’importante raccoltadi sculture greche e romane. Chiude il latominore della piazza la neoclassica AlaNapoleonica. Sullo sfondo dell’isoladi S. Giorgio, piazzetta S.Marco, scandita dalledue colonne su cui poggiano il leone di sanMarco e lastatua di sanTeodoro,fungevada portatrionfaledella città.

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fondato a fine ’200 e ultimato nel XV secolo; il vasto interno, articolato in tre navate coperteda un bellissimo soffitto ligneo, ospita diversimonumenti funebri, tre tele di Tintoretto e unatavola di Paolo Veneziano (1348). Culmine di questo percorso nel segno dellapittura sono le Gallerie dell’Accademia,che hanno sede nell’ex complesso di S. Mariadella Carità, i cui edifici, frutto di moltepliciampliamenti del primitivo insediamento del XIIsecolo, si impongono sul piccolo campo-sagrato aperto sul Canal Grande. Nate comeraccolta di saggi degli allievi dell’Accademia,le gallerie si arricchirono grazie alle confischenapoleoniche e ai lasciti privati, e oggiospitano la più cospicua raccolta di pitturaveneziana e veneta. Di Giovanni Bellini sono laMadonna in trono col Bambino e santi (1480ca.) e La pietà del 1505. La vecchia (1505-1506ca.) e La tempesta (1507-10) di Giorgioneevidenziano i caratteri di novitàapportati dall’acceso colorismo dellapittura veneta del primo ’500. Tra icapolavori del XVI secolo spiccano ilRitratto di gentiluomo (1515 ca.)di Lotto, Il convito in casa diLevi (1573) e lo Sposaliziomistico di santa Caterina (1575 ca.)di Veronese, i teleri per la ScuolaGrande di S. Marco di Tintoretto e laPietà incompiuta di Tiziano, terminatadopo la sua morte (1576) da Palma ilGiovane. Straordinario racconto è il ciclodi sant’Orsola realizzato da Carpaccio nel1490-95, all’interno del quale risalta ilSogno di sant’Orsola. Altro gruppo diopere concepite in modo unitario è ilgrande trittico di Bellini e bottega. Lavisita si conclude nell’antica saladell’Albergo della Scuola della Carità,dove campeggia la Presentazione della

Vergine al tempio di Tiziano (1534-39).Nelle sale del vicino palazzo Venier dei Leoni,che ospita la prestigiosa collezione dellamecenate americana Peggy Guggenheim, cisi immerge, con un balzo di quattro secoli,nell’avanguardia europea e americana: ilcubismo è rappresentato da Pablo Picasso,Georges Braque e Juan Gris; il futurismo da

Giacomo Balla; la pittura metafisicada Giorgio de Chirico; gli inizidell’astrazione da Vasilij

Kandinskij, Piet Mondrian e daicostruttivisti; il surrealismo

da Max Ernst, JoanMiró, Yves Tanguy,

René Magritte. Costeggiando il Canal Grande si

oltrepassa Ca’ Rezzonico (iniziatanel 1649 da Longhena e ultimatadopo il 1750 da Giorgio Massari), che

nelle fastose sale affrescate daGiovanni Antonio Guardi e Tiepoloospita il Museo del Settecentoveneziano e una pinacoteca. Nella fitta trama di calli alle sue spallesi viene sorpresi dall’alberato campoS. Margherita, tra i maggiori dellacittà e tra i più vivaci e autentici, dasempre centro della vita sociale delsestiere. Ne caratterizzano il profilo il

campanile mozzo dell’ex chiesa di S.Margherita e una serie di palazzetti di saporebizantino o gotico, con le tipiche botteghecontornate in pietra d’Istria, testimonianzedell’originario carattere mercantile della zona.Proseguendo verso il canale della Giudecca, siincontrano la Scuola Grande dei Carmini,edificio secentesco attribuito a Longhena, alcui interno si possono ammirare nove tele diTiepolo (1739-44) e Giuditta e Oloferne,capolavoro di Giambattista Piazzetta, e lachiesa dei Carmini (XIV secolo), che custodisceun San Nicola di Lotto (1529). Dagli intimispazi della chiesa di S. Sebastiano, celebreper l’imponente apparato decorativo (1555-65)di Veronese, qui sepolto, ci si incammina versola passeggiata panoramica della lunghissimafondamenta (quasi 2 km) delle Zattere, che daS. Basilio raggiunge la Punta della Doganacosteggiando l’ampio canale della Giudecca:percorrendo i suoi quattro tratti, punteggiati dibar e bàcari, si abbraccia in un unico sguardo ilfronte dell’opposta isola della Giudecca. Lungoil primo segmento occidentale, le Zattere alPonte Lungo, si lasciano sulla sinistra lacinquecentesca chiesa di S. Trovaso con teledi Tiepolo e di J. e D. Tintoretto, e l’animato riodi S. Trovaso, dal XIV secolo ambita sede didimore patrizie, tra cui la più significativa è ilgotico palazzo Contarini degli Scrigni (XVsecolo). Dall’atrio della cinquecentesca Ca’Bembo si può intravedere uno dei più grandi einaspettati giardini privati della città. La chiesadei Gesuati (XVIII secolo), che conserva operedi Tiepolo, Piazzetta e Tintoretto, dà il nome alsecondo tratto delle Zattere. Il terzo trattodella fondamenta, Zattere allo Spirito Santo, èinvece così detto dalla chiesa dello SpiritoSanto (1506). Nell’ultimo tratto sono ubicati iSaloni, nove grandi magazzini del salecostruiti nel ’300.

I tavolini dei caffè in piazza S. Marco

Sotto, una sala del museo PeggyGuggenheim

In basso, il leone alato, simbolodell’evangelista Marcoe vessillo del poterepolitico di Venezia, cheveglia sulla città dallacima della colonna inpiazzetta S. Marco

Ca’ Rezzonico, sul Canal Grande,esemplare dimorapatrizia del ’700

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Basilica di S. MarcoFondata nel IX secolo per custodire il corpodell’evangelista Marco, patrono della città, la basilicadivenne nel 1807 cattedrale di Venezia. La sua struttura articolata riflette diverse fasi di costruzione, che ai primitivi elementi romanico-bizantini hannosovrapposto interventi gotici e cinquecenteschi.L’impianto a croce greca sormontata da una cupola centrale e quattro cupole minori è dovuto a rimaneggiamenti condotti a partire dal 1060. I mosaici a fondo oro dell’interno risalgono ai secoli XII-XV. Nel lato destro dell’originarionartece furono ricavati il battistero e la cappella Zen.

I quattro cavalli sono copiedegli originali in bronzo dorato conservati all’internodella basilica, inviati daCostantinopoli al doge EnricoDandolo al tempo dellaquarta crociata (1204)

FACCIATA

Portale di accessoal battistero delXIV secolo

Iconostasi con sculturedel XIV secolo

La Pala d’oro formata da 250 pannelli in oro, smalti e pietre preziose

Abside a catino con mosaico del1506 di Pietro diZorzi; tra le finestre,i mosaici più antichidella basilica(prima del 1105)

Cupola del Presbiterio o dei Profeti (XII secolo)

Sopraelevazione dellecupole (XIII secolo)realizzata con strutturelignee, rivestite con lastredi piombo

Cupola dell’Ascensione con mosaici del XIII secolo;nella parete sottostante,Le nozze di CanaCupola

dellaPentecoste

Bassorilievi duecenteschi (mesi, virtù, profeti)

Il Tesoro: oggettiliturgici e reliquiari dioreficeria bizantinaprovenienti daCostantinopoli (1204)

Pietra del bando, da cui venivano lette le ordinanzedella Repubblica

Tetrarchi (quattro mori): gruppo scultoreo in porfido (IV secolo) raffiguranteDiocleziano e altri tre imperatori

L’Accademia, Ca’ Rezzonico e le Zatterefino alla Punta della DoganaLa pittura veneta costella questo percorso che,disegnato ad anello a ponente di piazza S.Marco, tocca celebri luoghi d’arte:l’Accademia con la sua incomparabile raccolta,Ca’ Rezzonico con quadri e affreschisettecenteschi, S. Sebastiano dove dipinseVeronese, fino a raggiungere la chiesa di S.Maria della Salute attraverso la lungapasseggiata delle Zattere. L’itinerario si snodaalle spalle dei palazzi che fronteggiano il primoinvaso di Canal Grande, in calli silenziose, conimprovvise aperture su rii che tagliano questazona del sestiere in insule regolari, e siconclude oltre lo straordinario scorciopanoramico della Punta della Dogana.Varcando la fastosa facciata barocca della

chiesa di S. Moisè (1668), si può ammirare laLavanda dei piedi di Tintoretto, e proseguendolungo calle Larga XXII Marzo si incontra unaltro esempio di esuberanza decorativabarocca: la chiesa di S. Maria del Giglio, del1683. Anche questa racchiude pregevoli opere:Madonna col Bambino e san Giovanninodi Pieter Paul Rubens; Visitazione di Palma ilGiovane e Quattro evangelisti di Tintoretto. Apre la fondamenta adiacente l’entrata daterra di palazzo Corner della Ca’ Granda(Sansovino, 1533-63), fra i più monumentaliedifici del Canal Grande, la cui facciata èsuddivisa in tre fasce orizzontali: sull’austerobugnato di quella inferiore poggiano le altredue, leggere nel bianco della pietra e nel giocochiaroscurale delle colonne.Addentrandosi di nuovo nelle calli ombrose si

incontra il suggestivo campo S. Fantin,definito da eleganti facciate; quella di destraappartiene alla chiesa omonima, ricostruita nel1507 da Antonio Scarpagnino: la fronteggia ilteatro La Fenice, fedelmente ricostruito dopol’incendio del 1996. Proseguendo verso nord,in campo S. Beneto si nota la facciata gotica dipalazzo Fortuny (XV secolo), sede del museoomonimo, che ospita opere del pittore edecoratore spagnolo, e la secentesca chiesa diS. Beneto, che custodisce un dipinto di Tiepolo.Ci si può quindi concedere una gradevole sostain campo S. Stefano, uno dei luoghi di ritrovopreferiti dai veneziani, che si dannoappuntamento nei caffè: articolato in vari spazie campielli, il campo è chiuso a nord dal fiancodella chiesa di S. Stefano, uno dei piùimportanti complessi religiosi gotici di Venezia,

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La piacevole passeggiata si conclude con la scenografica Punta della Dogana,spartiacque tra il Canal Grande e il canaledella Giudecca, realizzata da Giuseppe Benoni(1677) a imitazione di una prua di nave aloggia con torretta, sormontata da due Atlantibronzei. L’itinerario si compie con uno deglielementi dominanti nel paesaggio di Venezia:S. Maria della Salute, capolavorodell’architettura barocca veneziana, eretta daLonghena (1631-87). La maestosa massamarmorea, a pianta ottagonale, è popolata distatue e sormontata da un’enorme cupolaemisferica; in sagrestia si possono ammirarequattro tele di Tiziano e le Nozze di Cana(1551) di Tintoretto. Dal campo della Salutebellissimo è il colpo d’occhio sul Canal Grandee sul bacino di S. Marco. Una lunga rivaconduce l’acqua al basamento a gradini su cuisi erge la mole della chiesa, mentre sugli altrilati lo spazio è definito dalle absidi gotiche diS. Gregorio, dall’austero palazzo del Seminariopatriarcale e dal basso e severo edificiodella Dogana da Mar.

Le Mercerie, Rialto, i Frari e la Scuola di S. RoccoDa sempre merci pregiate sioffrono ammiccanti lungo leMercerie, il più frequentatopasseggio della città, che untempo i patrizi percorrevanoper tornare dalle discussioninei consigli ai colloqui diaffari e ai registri delcredito. Attraversato il CanalGrande all’altezza di Rialto, centro mercantilee finanziario, l’itinerarioprosegue nei sestieri di

S. Polo e di S. Croce fino alla chiesa dei Frari ealla Scuola di S. Rocco, luoghi celebri dellapittura, per tornare al ponte di Rialtoattraverso campo S. Polo e campo S. Aponal.Le Mercerie, fulcro del denso tessuto dellaVenezia bizantina del X secolo, conducono dalcentro politico-religioso marciano ai traffici delmercato di Rialto, vero “ventre” commercialedella città. Quasi al termine della via spicca labianca facciata barocca (1663) della chiesacinquecentesca di S. Salvador, checustodisce il monumento funebre del dogeFrancesco Venier, opera di Sansovino (1556-61), un’Annunciazione (1566) e unaTrasfigurazione (1560) di Tiziano. Alla convergenza di percorsi provenienti dapiazza S. Marco, da Rialto e dalla stazioneferroviaria, campo S. Bartolomio è oggi unodei luoghi più animati della vita veneziana. Aldi là del ponte di Rialto, campo S. Giacomodi Rialto conserva le tracce di centro dellavita finanziaria della città: lo delimitano iportici delle Fabbriche Vecchie (realizzate da

Scarpagnino nel 1520-22) sotto cuivenivano sistemati i tavoli dei

banchieri e, opposta allachiesa omonima (XII secolo),la statua del Gobbo di Rialto(XVI secolo) sorregge la scalaper la colonna del Bando, dacui venivano lette le sentenzee comunicate le leggi.Proseguendo lungo lefondamenta dell’Olio si godedella splendida vedutafrontale della Ca’ d’Oro; asinistra si ammirano i duepiani di logge della Ca’ Cornerdella Regina, edificioclassicheggiante di DomenicoRossi (1724) e, poco oltre,

Ca’ Pesaro, sede del Museo d’Arte orientalee della Galleria internazionale d’Arte moderna:imperdibili i capolavori di maestri dell’800 edel ’900 quali Giuseppe Pellizza da Volpedo,Francesco Hayez, Giovanni Fattori, CamilleCorot, Umberto Boccioni, Alberto Savinio, CarloCarrà, Mario Sironi, Ottone Rosai, Joan Miró,Marc Chagall, Vasilij Kandinskij, Gustav Klimt. Ancora oltre, il fondaco dei Turchi èun’esemplare casa-fondaco veneto-bizantina,dal 1621 al 1838 utilizzata come depositomerci e albergo per commercianti turchi. Ilradicale restauro ottocentesco ha sconvoltol’aspetto originario del palazzo, conservandonesolo la struttura a due piani tipica delle case-fondaco due-trecentesche. Allontanandosi dalCanal Grande si incontrano il campo S.Maria Mater Domini, tra i più caratteristicidi Venezia per la sua forma regolare eproporzionata e, in uno dei rari spazi alberatidel cuore cittadino, la chiesa di S. Giacomodell’Orio, del X secolo, da cui promana intattoil fascino dell’antico luogo di culto, esaltato daun Crocifisso ligneo trecentesco di Veneziano,da una Madonna col Bambino e santi (1546) diLotto e da tele di Veronese.

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La Punta della Doganacon le linee curve dellasfera d’oro del mondoretto dagli Atlanti, edella cupola emisfericadi S. Maria della Salute

In basso, SanSebastiano di Bellini,tavola del politticoconservato nellabasilica dei Ss.Giovanni e Paolo

Il ponte di Rialto, cheattraversa con il suo profilo bianco il Canal Grande; fino all’800 unico ponte di Venezia, oggi è uno degli emblemidella città

Sotto, S. Maria Gloriosadei Frari, esempioeccelso di stile gotico;varcando l’arco acutoche perfora la nettacortina di mattoni dellafacciata, si ha ilprivilegio di ammirarealcune opered’eccezione, tra cuidue capolavori diTiziano

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Il Canal Grande Nella «più bella strada del mondo»,seduti su un vaporetto dell’ACTV o su unagondola, si possono ammirare i sontuosipalazzi nobiliari cinque-secenteschiaccanto alle più antiche case-fondacomercantili, costruite quando il CanalGrande (lungo 3800 m e largo da 30 a 70 m)era solcato da navi cariche di mercidestinate al mercato di Rialto. Gli edificisi susseguono ininterrotti in un’unicacortina che si erge dalle acque. Oggi il Canal Grande divide la città in due parti e ne connette i poli funzionali e turistici: il punto d’approdoterrestre (la stazione di S. Lucia) e l’antico centro (San Marco).

Palazzo Vendramin Calergi:edificio rinascimentale di Codussi;è sede del Casinò municipale

Ca’ d’Oro:gotica (1422-40); è sededella Galleria Giorgio Franchetti

Fondaco dei Tedeschi:del XIII secolo, fu ricostruito nel XVI da Scarpagnino e da Spaventa

Palazzo Corner della Ca’ Granda:grandiosa architettura di Sansovino(1533-53 ca.); è sede della prefettura

Palazzo Belloni Battaglia:architettura seicentesca di Longhena

Ca’ Pesaro:barocca, fu iniziata da Longhena (1628) e ultimata da Gaspari (1710); è sededella Galleria internazionale d’Artemoderna e del Museo d’Arte orientale

Palazzo Papadopoli:della metà del ‘500, con due ordini di ampie loggeCa’ Foscari:

iniziata nel 1452, è fra le più sontuose dimore del gotico veneziano; è sede universitaria

Ca’ Rezzonico:iniziata da Longhena (1649) e terminata da Massari (1750 ca.); è sede del Museo del Settecentoveneziano

S. Maria della Salute:capolavoro baroccodi Longhena

Palazzo Balbi:innalzato su disegnodi Vittoria nel 1590;è sede dellaRegione Veneto

Ponte di Rialto:nel XII secolo unico ponte apribile perpermettere il passaggio delle navi. La suaricostruzione in pietra (1588) sancì la perditadi funzione portuale del Canal Grande

Palazzo Grimani:

capolavorodi Sanmicheli

(1556-75)

Palazzo Grassi:realizzato dalla metà del XVIII secolo da Massari; è sede dell’omonima fondazione

Venezia/la città

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S. Marco, ornata al centro dalla statua equestredi Bartolomeo Colleoni, capolavoro dellastatuaria rinascimentale. L’imponente facciatain cotto, rimasta incompiuta, della chiesa deiSs. Giovanni e Paolo, e quella adiacente dellaScuola di S. Marco creano uno degli episodiarchitettonici più rilevanti della città.La basilica dei Ss. Giovanni e Paolo(S. Zanipòlo) è con i Frari il più grandiosoesempio di architettura gotica veneziana.Eretta dai domenicani fra il 1246 e il 1430,divenne il luogo dei solenni funerali dei dogi.Splendide le absidi traforate da lunghifinestroni trilobati. L’interno, di inusitateproporzioni, racchiude il monumento al dogePietro Mocenigo di Lombardo (1476-81), quelloal doge Andrea Vendramin (Pietro e TullioLombardo) e quello gotico al doge MarcoCorner (morto nel 1368). Preziosa la cappella diS. Domenico (1690-1716), sul cui soffittointagliato e dorato trionfa la Gloria di sanDomenico di Piazzetta (1725-27). Nel transettodestro una pala di Lotto (1542) prende lucedalle cangianti vetrate del finestrone a traforigotici, mentre da quello sinistro si accede allacappella del Rosario, con tele di Veronese.Nella Scuola Grande di S. Marco, opera diLombardo e Giovanni Buora conclusa da

Codussi (1487-95), sono custodite opere diPalma il Giovane e Tintoretto. Dal saloneterreno della Scuola si accede all’ex conventodomenicano dei Ss. Giovanni e Paolo, oraOspedale civile, ricostruito da Longhena nel1660-75 su un impianto duecentesco. Più discreta è S. Maria dei Miracoli, che sistaglia isolata nello stretto campo deiMiracoli: eretta (1481-89) da Lombardo e figli,è uno dei primi e più felici esempi diarchitettura rinascimentale veneziana. Lospazio interno ripropone il ritmo e la misuradell’esterno nel rivestimento marmoreo e nellavolta a botte con cassettonato ligneo dipinto.Attraversando il rio di S. Lio sul ponte delTeatro, ci si dirige verso la chiesa di S.Giovanni Crisostomo; dietro la semplicefacciata rinascimentale, la chiesa custodisceil capolavoro della vecchiaia di Bellini (SantiCristoforo, Girolamo e Agostino, 1513) e unanota pala di Sebastiano del Piombo (1509 ca.).Attraversando le corti nella zona retrostante lachiesa, in cui si intrecciano storia e leggenda(nella corte Seconda del Milion il n. 5845corrisponde alla presunta casa di Marco Polo),si arriva in campo Ss. Apostoli, dominatodalla chiesa omonima ristrutturata nel 1575.Da qui si diparte la Strada Nuova, così

denominata dai veneziani per la sua estraneitàa dimensioni (è larga 10 m) e ritmi alla città;definita lungo il lato meridionale dalle facciatesecondarie dei palazzi prospicienti il CanalGrande, è l’arteria che dal 1871 mette incomunicazione Rialto con la stazioneferroviaria. Sulla sinistra, nella calle omonima,è l’ingresso alla Ca’ d’Oro, residenza dimercanti tipica della tradizione veneziana,sviluppata intorno a un suggestivo cortile.Sede della Galleria Giorgio Franchetti, lestanze che fiancheggiano gli ampi porteghiaperti con logge sul canale sono ornate dalSan Sebastiano di Andrea Mantegna (1506),da dipinti di Antonio Vivarini, Carpaccio, Luca Signorelli e altri, e da sculture di PierJacopo Alari e T. Lombardo. Una scalaquattrocentesca sale al secondo piano, dove si trovano opere di Tiziano, Tintoretto, Hubertvan Eyck, Francesco Guardi, bozzetti di GianLorenzo Bernini e affreschi di Pordenone.

Cannaregio: dagli Scalzi ai GesuitiL’itinerario si svolge interamente nel sestieredi Cannaregio, settore nord-occidentale dellacittà compreso tra il Canal Grande e la Laguna:dalla chiesa degli Scalzi, nei pressi dellastazione ferroviaria di S. Lucia, si snoda traimportanti centri religiosi, animati percorsi

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Da un’elegante corte rinascimentale, opera di Pietro Lombardo (1481), si entra in un cortile in cui si fronteggiano la gotica chiesa di S. Giovanni Evangelista, rimaneggiata nel ’700, e la Scuola Grande, frutto disovrapposizioni stilistiche dei secoli XIV-XVIII.Nell’interno un superbo scalone di MauroCodussi (1498) conduce al salone superiore,impreziosito da dipinti di Tiepolo, Tintoretto,Pietro Longhi e altri. Da qui si accedeall’oratorio della Croce, un tempo ornato con iteleri di Gentile Bellini e Carpaccio, ora alleGallerie dell’Accademia, a cui segue la saladell’Albergo, con affreschi di Palma il Giovane.Verso sud, S. Maria Gloriosa dei Frari èannunciata dalla poderosa mole del campaniletrecentesco, uno dei più alti di Venezia.L’attuale edificio, severo e grandioso, fuiniziato nel 1340; nella facciata in tardo stilegotico è incastonato un portale con sculture diBarolomeo Bon, Pietro Lamberti (XV secolo) eAlessandro Vittoria, che dà accesso al solenneinterno a tre navate, divise da dodici poderosipiloni e scandito da altari, urne pensili emonumenti funebri. Capolavori della chiesa

sono l’Assunta (1516-18) e la pala nota comeMadonna di Ca’ Pesaro (1526) di Tiziano, laMadonna in trono con Bambino e santi, tritticodi Bellini del 1488, e la scultura lignea di SanGiovanni Battista di Donatello (1450 ca.). Fra imonumenti funebri, quello a Tiziano venneeretto nell’800 nella seconda campata destra,dove secondo la tradizione riposano le spogliedel maestro. Alle spalle della chiesa è laScuola Grande di S. Rocco, eretta dal 1516al 1560. Le vaste sale dell’interno sonodecorate dal ciclo di grandi tele di Tintoretto(1564-87), che segnano l’apice della sua arte:salendo il grandioso scalone di Scarpagnino siraggiunge la sala dell’Albergo che accoglie nelsoffitto ligneo il San Rocco in gloria e sullaparete una Crocifissione; nell’imponente SalaMaggiore sono ventuno le tele dipinte dalmaestro, mentre alle pareti imperano le Storiedel Nuovo Testamento e, sull’altare, la Gloriadel santo; il salone terreno è riservato a ottotele dipinte fra il 1583 e il 1587.Tintoretto è protagonista anche allachiesa di S. Rocco, rifatta nel ’700,con due dipinti alla parete destra equattro grandi tele nel presbiterio. Tornando verso il ponte di Rialto siattraversa campo S. Polo, uno deipiù grandi e caratteristici diVenezia, un tempo luogo di feste egiochi, fiancheggiato da edificidei secoli XIV-XVIII, tra cui spiccail palazzo Maffetti-Tiepolo(1712); opposta alla lungapalazzata è l’abside dell’anticachiesa di S. Polo, ristrutturata a inizio ’800. Più oltre, CampoS. Aponal è un piccolo mavivace luogo di transitoche accoglie l’ex chiesa diS. Aponal, di forme gotiche.

Ss. Giovanni e Paolo, S. Maria dei Miracoli e la Ca’ d’OroLe grandi chiese dei due ordini predicatorimedievali sembrano presidiare spiritualmentela città da siti giustapposti: i Frari deifrancescani a ponente, Ss. Giovanni e Paolodei domenicani a nord di piazza S. Marco. Inquesto percorso alle spalle della piazza e inuna parte del sestiere di Castello si giunge allachiesa dei Ss. Giovanni e Paolo e al suo campodopo aver visitato la Pinacoteca QueriniStampalia, preziosa introduzione alla vita diVenezia nel passato. L’itinerario proseguepassando per la delicata e lombardesca S.Maria dei Miracoli per poi affacciarsi alla lucedel Canal Grande, all’altezza della Ca’ d’Oro.Palazzo Querini Stampalia (1528)fronteggia il piccolo e suggestivo campielloomonimo. Dal 1869 è sede della Fondazione edella Galleria Querini Stampalia, in cui sonoraccolti oltre quattrocento dipinti dei secoliXIV-XX, tra i quali opere di Bellini, Palma ilVecchio, Luca Giordano, Tiepolo e Longhi.Animato da un piccolo mercato e da affollati

caffè è il campo S. Maria Formosa,contornato da edifici cinquecenteschi e

articolato in diversi spazi dallaparticolare posizione dellachiesa omonima, ricostruitanel 1175 e ancora nel 1492 da

Codussi. La complessa scansionedello spazio interno, di intensa evibrante luminosità, valorizza il

trittico di B. Vivarini (1473) e ilpolittico (1509 ca.) di Palma

il Vecchio. Proseguendoverso nord si giunge incampo dei Ss.Giovanni e Paolo, la

“piazza” più monumentaledi Venezia dopo quella di

Sotto, uno stralcio divita domestica nelsestiere di San Polo

In basso, la statua (1481-88) del condottieroBartolomeo Colleoni,opera di Andrea del Verrocchio, in campo dei Ss.Giovanni e Paolo

La festa della Sansa,Ascensione, celebratagià dal Mille, rievocalo sposalizio della cittàcon il mare e la suasupremazia sulleacque; tra le altre festelegate al mare, vannoricordate il Redentoree le regate: laVogalonga, da SanMarco a Burano e ritorno; e la RegataStorica, preceduta dal corteo in costume

L’acqua alta cancella ilconfine con la terra eridisegna lo spazio e ipercorsi

Sotto, la facciata atrafori marmorei dellaCa’ d’Oro sul CanalGrande, un tempocoperta delle doratureda cui il nome; ilpalazzo fu costruito informe gotiche fra il1422 e il 1440 e piùvolte rimaneggiato

In basso, un tipicobàcaro veneziano, ametà strada fra bar eosteria, doveconsumando “cicheti”e “ombre”, assaggisfiziosi di piatti e vinilocali, o i caratteristicispritz, la città si ritrovaospitale e ironica, alritorno dal lavoro odalla terraferma, prima di ritirarsi per lanotte

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cittadini e campi solitari; risale un trattodell’ampio canale di Cannaregio, poi siaddentra nel Ghetto, caratterizzato da alte case-torri e preziose sinagoghe. Il percorso siconclude nelle aree nordorientali del sestiere.Sede sin dalla sua nascita di attività produttivedi cui resta testimonianza nella toponomasticadelle calli, il sestiere è dominato dalle chiese diS. Giobbe e degli Scalzi. La prima, ricostruita informe gotiche dal 1450 e ultimata da P. e T.Lombardo in forme rinascimentali, è arricchitada un portale con raffinata decorazione; nellacappella trecentesca, uno splendido soffittorivestito in terracotta invetriata policroma, unicoesempio a Venezia di arte dei Della Robbia. Lachiesa degli Scalzi invece, eretta da Longhenaa partire dal 1654 per i carmelitani scalzi,rimanda nell’impianto e nello sfarzo decorativodell’interno al barocco romano.Varcando il ponte dei Tre Archi o il ponte delleGuglie si raggiunge l’opposta fondamenta diCannaregio che delimita la zona del Ghetto,dove dal 1516 al 1797 furono confinati gliebrei. La preesistenza in zona di fonderie dicannoni, in cui veniva eseguita l’operazione di“ghetto” o “getto” (colata di metallo), nedeterminò il toponimo. Nel compatto tessutoedilizio, l’affiorare di piccole cupole segna lapresenza delle cinque sinagoghe. Le piùantiche – fra cui la Scuola Canton – sorgonosul campo del Ghetto Nuovo, sopra i portici acolonne che ospitavano le botteghe artigianalie i banchi di pegno. A dominarlo, il Museoebraico, che raccoglie interessanti esempidell’arte ebraica veneziana dei secoli XVII-XIX.Pochi i campi che si aprono in zona: fra questi, il solitario S. Alvise, su cui prospettal’omonima chiesa di origine trecentesca checustodisce dipinti di Tiepolo, e il piccolo esuggestivo campo-sagrato su cui affaccia lachiesa della Madonna dell’Orto (XV secolo).

Sulla bella facciata tripartita, decorata constatue e un ricco portale, si alternano elementidi transizione dal romanico al gotico e dalgotico al rinascimento; sul retro si leva ilcampanile quattrocentesco. L’interno a trenavate, di grande luminosità, è scrigno dicapolavori di Cima da Conegliano e Tintoretto.Costeggiando la Laguna, si giunge alla chiesadi S. Maria della Misericordia, fondata conl’abbazia nel X secolo e più volte ristrutturata,quindi al quattrocentesco prospetto dellaScuola Vecchia di S. Maria della Misericordia(1310), una delle Grandi della città. Al di là delcanale della Misericordia si costeggia ilpalazzo Zen (1534 ca.), sintesi di modi bizantinie rinascimentali. Il percorso termina ai Gesuiti,l’originaria chiesa dei crociferi ricostruita tra il 1715 e il 1730 da Rossi. L’eccezionalitàdel luogo di culto sta nella virtuosistica esfarzosa decorazione interna in marmi, stucchie affreschi sulla copertura a volte e a cupolache frantuma l’amplissimo spazio dell’unicanavata, sfoggiando opere di Tiziano eTintoretto. Dalla chiesa dei Gesuiti si possonoraggiungere le Fondamenta Nuove, da cui sigode la splendida vista del cimitero, dellachiesa di S. Michele e di Murano.

Campo S. Zaccaria, l’Arsenale, le Rive. Le isole di San Giorgio e della GiudeccaLe Rive sono la passeggiata panoramica pereccellenza di Venezia, aperta sul bacino di S.Marco e sulle rive della Laguna. Seguendoquesto itinerario, vi si arriva dopo averammirato chiese di grande interesse artistico, edopo aver reso omaggio alla tradizionemarinara veneziana con una visita all’Arsenale.Il percorso raggiunge via traghetto la Giudecca,e prosegue lungo le fondamenta che delineanoil fronte dell’isola, toccando i complessipalladiani del Redentore e delle Zitelle per poiconcludersi sull’isola di San Giorgio Maggiore.Alle spalle di S. Marco, attraversato campo S.Provolo, si entra per un portale in stile goticofiorito in campo S. Zaccaria, dominato dallafacciata dell’omonima chiesa, alla cui destrasvetta un caratteristico campanile in cotto (XIIIsecolo), mentre a sinistra si delineano learcate del chiostro cinquecentesco. Il campo èchiuso a nord da arcate tardo-quattrocentescheche delimitavano il cimitero abbaziale. Lachiesa, eretta nel corso del XV secolo in formegotiche, fu terminata da Codussi (1483-90) cuicompete la facciata in pietra bianca a piùordini, una delle più tipiche creazioni delrinascimento veneziano. Sovrasta il portale lastatua del santo, opera di Vittoria. L’interno atre navate, arioso e luminoso, custodisce unaMadonna in trono e santi di Bellini (1505), edipinti di Tintoretto e Tiepolo. Proseguendo siincontra S. Giorgio dei Greci (1561),appartenente alla comunità greco-ortodossa:ricca di pitture e icone bizantine, è la piùimportante fra le chiese “straniere” nellaVenezia del rinascimento. Sulla sinistra dellafacciata, presso l’Istituto ellenico ha sede ilMuseo dei Dipinti sacri bizantini, che raccoglieicone bizantine, arredi sacri e oggetti di culto.

Ai margini dei più frequentati percorsipedonali, il campo Bandiera e Moro, disuggestiva bellezza, è definito a nord dalprospetto di palazzo Gritti (fine XIV secolo). Vi sorge la chiesa di S. Giovanni in Bràgora,rifatta a partire dal 1475: l’interno, dalleoriginarie linee gotiche, custodisce dipinti diCima da Conegliano, Alvise e B. Vivarini.Oltrepassata la chiesa di S. Antonin si giungealla Scuola di S. Giorgio degli Schiavoni,eretta dalla confraternita dei dalmati(schiavoni). La facciata, di gusto sansoviniano,è del 1551, mentre la sala a pianterrenocustodisce un celebre ciclo pittorico diCarpaccio (1501-11), considerato uno dei suoicapolavori. Superato palazzo Contarini, si entranell’articolato spazio urbano di campo di S.Francesco della Vigna, la cui sistemazioneattuale risale al XVI secolo. La grande chiesadi S. Francesco della Vigna, edificata suprogetto di Sansovino a partire dal 1534, vantauna grandiosa facciata classicheggiante, operadi Andrea Palladio (1564-70). L’interno, a crocelatina con un’unica, vasta navata, conservaopere di Lombardo, Veronese e Palma ilGiovane, oltre a una Madonna col Bambino esanti di Bellini, del 1507.Una cinta di alte mura merlate, circondate dacanali, delimita il grandioso complesso dicantieri dell’Arsenale, risalente agli inizi del’200 ma più volte ampliato nel corso deisecoli, da cui uscivano le flotte veneziane.L’area dell’Arsenale è di notevole interessestorico e architettonico: al suo interno sitrovano tra gli altri l’edificio del Bucintoro,ricovero dell’imbarcazione usata dal doge nellacerimonia dello sposalizio col mare per laSansa; le Gaggiandre, due grandiosi cantieriacquatici costruiti fra il 1568 e il 1573 suprogetto attribuito a Sansovino; le Corderiedella Tana, dove si conservava la canapa e si

torcevano le gòmene per le navi. Dal pontedell’Arsenale si accede a campo S. Biagio,dove ha sede il Museo storico navale chedocumenta con cimeli, modelli, incisioni eplastici la storia della Marina Veneziana(secoli XVI-XVIII) e della Marina MilitareItaliana dal 1860 a oggi.Prima di tornare verso il Canal Grande, ci sipuò concedere una piacevole passeggiatanella grande area verde dei GiardiniPubblici, dove sorgono i vari padiglioninazionali della Biennale d’Arte, che riflettono

le tendenze architettoniche dei singoli paesi.Dalla riva S. Biagio e oltre la riva Ca’ di Dio,lungo il bacino di S. Marco, si estende la rivadegli Schiavoni che deve il nome ai marinaidella Schiavonia o Slavonia (l’odiernaDalmazia), che qui ormeggiavano i loro navigli.Percorrendola in direzione di S. Marco siincontra la settecentesca chiesa di S. Mariadella Visitazione, con affreschi di Tiepolo,seguita dall’imponente monumento equestre aVittorio Emanuele II (1887). Oltre il ponte delVin, la riva acquista un caratterespiccatamente turistico. Vi prospettano ilgotico palazzo Dandolo (XV secolo), sede delcelebre Hotel Danieli, e il poderoso palazzodelle Prigioni (1589-1614), il cui fronte bugnatorichiama nelle proporzioni e nelle formeclassiche quello degli edifici marciani.Da riva degli Schiavoni o dalle Zattere aiGesuati è possibile imbarcarsi per l’isola diSan Giorgio Maggiore, nota per l’omonimocomplesso conventuale benedettino e per lasplendida vista che, da S. Marco, ha ispiratopittori di ogni epoca e continua a incantareanche oggi. La costruzione della chiesa di S.Giorgio Maggiore fu iniziata da Palladio nel

L’interno della ScuolaCanton, sinagogacinquecentesca allaquale gli interventisettecenteschi hanno conferito un aspetto barocco con esiti rococò

In basso, il ponte e lafacciata a merlettodella chiesa degliScalzi (Giuseppe Sardi,1672-80)

Pagina a fianco:il profilo dell’isola diSan Giorgio, cheaccompagna lapasseggiata lungo lariva degli Schiavoni;sotto, l’ingresso daterra all’Arsenale;in basso,un’installazione allaBiennale d’Arte,rassegnainternazionale delletendenze dell’artecontemporanea

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La Mostra internazionaled’Arte cinematograficaOgni anno a settembre Venezia si veste dagran sera e si apre al luccicante mondo dellacelluloide. Per una settimana la città onirica escenografica per eccellenza si popola di diviin carne e ossa e silhouette immaginarie, fan-tasie di registi di tutto il mondo. Ma aggirarsiper il Lido in quei giorni non significa solo as-sistere alla passerella delle star che sfilanosotto una pioggia di flash o si recano alle se-rate di gala in attesa delle premiazioni: signifi-ca anche assistere in anteprima alla visionedi opere di grandi firme o di talenti inediti, dimostri sacri europei e americani, ma anche dipromesse provenienti da territori finora ine-splorati. La kermesse veneziana infatti èun’importante vetrina della cinematografiamondiale sin dal 1932, quando si tenne il primoFestival internazionale del Cinema. Da allora,e a eccezione degli anni della Grande Guerra,la Mostra non ha mancato un appuntamento.E, esclusa la pausa degli anni ’70, il Leoned’Oro continua a essere assegnato ogni set-tembre, a celebrare il cinema e la città che,forse, meglio di ogni altra lo rappresenta.

1566 e portata a termine nella prima metà del ’600 dopo la sua morte. Solenne l’internoa tre navate arricchite da notevoli capolavoripittorici: Madonna in trono e santi di SebastianoRicci (1708), Ultima cena e Raccolta dellamanna (1594) di Tintoretto, il magnifico coroligneo intagliato da Albert van der Brulle eGasparo Gatti, San Giorgio uccide il drago diCarpaccio (1516). Dal campanile (1791) èsplendida la vista sulla città e la Laguna.A fianco della chiesa si erge il monastero di S.Giorgio Maggiore, sede della FondazioneGiorgio Cini, complesso di ambienti articolatoattorno a due chiostri, con interventi di alcunidei maggiori architetti del XV, XVI e XVIIsecolo: Palladio, Giovanni e Andrea Buora,Longhena. Al piano terreno, sulla parete difondo del refettorio progettato da Palladio,Sposalizio della Vergine di Tintoretto; unmonumentale scalone a due rampe diLonghena (1643-44) sale al primo piano, dovela sontuosa biblioteca longheniana accoglieoltre 100.000 volumi di storia dell’arte.Una volta salpati, si prosegue verso l’isola

della Giudecca: stretta e allungata fra ilcanale omonimo e la Laguna sud, derivò forseil nome dagli insediamenti di ebrei quipresenti in età medievale. Grazie allaposizione decentrata ma inserita nel bacino diS. Marco, divenne dal XVI secolo luogo didelizie e di ozio, ove le residenze dei nobili sialternavano a orti, monasteri e giardini. Unalunga passeggiata sulla fondamenta, cheassume nomi diversi nei successivi tratti,percorre tutta l’isola, offrendo una splendidavista sul canale della Giudecca. Dalle Zitelle,complesso costituito dalla chiesa edall’ospizio per giovani povere realizzato fra il1579 e il 1586 su progetto di Palladio, siraggiunge la chiesa del Redentore, affacciatasulla fondamenta di S. Giacomo. Tempio votivovoluto dal Senato nel corso di una gravepestilenza, la chiesa è uno dei capolavori diPalladio; iniziata nel 1577, fu conclusa daAntonio da Ponte nel 1592. Si presenta conuna facciata di linee classicheggianti e unsobrio, maestoso interno con un colonnato chegira lungo le pareti dell’unica navata e delpresbiterio. La decorazione pittorica escultorea è incentrata sul tema dellaredenzione (Ascensione di Tintoretto e aiuti;Risurrezione di Francesco Bassano il Vecchio),cui si aggiungono la Deposizione di Palma ilGiovane e, in sagrestia, Madonna conBambino di Alvise Vivarini e Battesimo di Ge-sù di Veronese. Proseguendo verso ovest sipercorre la fondamenta di S. Eufemia, con lachiesa omonima dell’XI secolo. Si continualungo la fondamenta di S. Biagio, definita dapalazzetti edificati dal ’400 alla fine dellaRepubblica. La fondamenta muore a un pontemetallico ormai chiuso; in uno scenario chericorda i dock dei nebbiosi porti del nord, oltreil rio si staglia l’imponente mole neogoticadell’ex mulino Stucky (1896).

LA LAGUNA«Sembra che con le vostre barchescivoliate sui prati... la vostra casa è suicanneti come quella degli uccelli... davantialla porta delle case, fatte di vimini ecanne, legate le vostre barche»; cosìscriveva Cassiodoro ai lagunari del tempodi Teodorico. In qualche angolo dellaLaguna (52 km di estensione lungo lacosta adriatica e dagli 8 ai 14 km tra ilmare e la terraferma per una superficie di550 km2) si possono ancora avere lestesse impressioni. Del resto, la geografiadi oggi è quale la foggiò la Serenissimanella sua ostinata difesa dall’azione delmare e dei fiumi: fra terre emerse, isolecoltivate o urbanizzate, barene e valli dipesca, i canali e le paludi modellate daiflussi deltizi delineano un paesaggio checambia continuamente per il sole, lanebbia, il vento, le nuvole, la stagione e lamarea che, con flusso e riflusso, è dasempre il palpito di vita di questo ambienteunico. Il modo migliore per scoprirlo èimbarcarsi su un traghetto da Venezia,alla volta dell’isola da cui ci si sente piùattratti. E da questa alla successiva...

Abitata dai camaldolesi sin dal 1212, l’isola diSan Michele fu importante centro spiritualee culturale. La sua attuale destinazione risaleal 1837, quando venne unita alla contigua SanCristoforo della Pace che Napoleone avevadestinato a cimitero di Venezia. Il piazzaled’approdo, con pavimentazione a losanghe adue colori che ricorda le onde della Laguna, è delimitato dall’elegante facciatarinascimentale della chiesa di S. Michele edall’attiguo convento. Bianche croci tutteuguali, rari monumenti e neri cipressicaratterizzano il cimitero, dove sono sepolti

illustri personaggi, veneziani per amore, tra cuiIgor Stravinskij, Sergej Djagilev ed Ezra Pound. Con lo stesso vaporetto si giunge a Murano,la più popolosa fra le isole della Lagunasettentrionale (5000 abitanti ca.), che deve lasua ricchezza al decreto della Serenissima del1291, in seguito al quale, per allontanare dallacittà il rischio di incendi, furono trasferite nellecinque isolette che la compongono le vetrerieveneziane. Questa industria secolare haplasmato, oltre a vetri ricercatissimi, anche ilvolto dell’isola: sul fronte verso la Laguna siallineano i retri delle vetrerie; il seicentescopalazzo Giustinian ospita il Museo dell’Artevetraria; la fondamenta dei Vetrai, conl’opposta Manin, è il luogo d’insediamento

delle prime fornaci. Divide l’isola un CanalGrande minore su cui affacciano dimoreauliche, modeste casette, palazzotti dell’anticaborghesia mercantile, botteghe e laboratori delvetro. Al di là della fondamenta Giustinian, difronte all’approdo del vaporetto, il palazzoTrevisan (1557) presenta una facciata daicaratteri innovativi, mentre rivolge al canale lasua splendida abside il Duomo, dedicato aisanti Maria e Donato, tra i più antichi (Vsecolo, ma ricostruito nel XII) e significativiesempi di architettura veneto-bizantina inLaguna. Dal ponte Vivarini o Ponte Lungo, inferro, si scende sulla fondamenta cui dà nomeil quattrocentesco palazzo Da Mula; da quipoco dista la chiesa parrocchiale di S. PietroMartire, che accoglie due tele di GiovanniBellini e un San Girolamo nel deserto(1566 ca.) di Paolo Veronese.Mazzorbo fu luogo d’ozi per i romani diAltino. Oggi i pochi orti rimasti si raccolgonointorno alla chiesa di S. Caterina, edificio dallesobrie linee romanico-gotiche. L’isola ècollegata da un ponte a Burano: un nome soloper quattro isolette punteggiate di casevariopinte e barche da pesca, che con i lorosingolari cromatismi spiccano compatte fra leisole lagunari. Nonostante il consistente calodemografico, persiste qui l’esercizio deimestieri storici quali la pesca secondo pratichetradizionali e l’arte del merletto, fiorita sin dal‘500 e rilanciata nell’800 con la creazione dellascuola e del laboratorio tuttora operanti.Percorrendo via Galuppi si raggiunge l’ampio

spazio di piazza Baldassarre Galuppi su cuiaffacciano la chiesa di S. Martino (XVI secolo),ornata nella navata sinistra da unaCrocifissione di Giambattista Tiepolo (1725ca.), e due edifici gotici, uno dei quali è sededel Museo del Merletto. Prossimo alla chiesadi S. Martino è l’approdo dei mezzi privati perl’isola di San Francesco del Deserto, folta dicipressi, che ospita un romitorio francescanoduecentesco. Dal policromo abitato di Buranola vista spazia a nord su alvei, barene solcateda canali, paludi e l’inconfondibile profilo diTorcello. Culmine della Laguna nord,quest’isola conserva le tracce di una cittàscomparsa per il progressivo impaludamento.Erede di Altino romana, l’importante centrocresciuto tra V e X secolo raggiunse persino i20.000 abitanti, ebbe un vescovo, un porto, lesaline, quando Venezia realtina non era ancoranata. Oggi è un’isola di orti che conta pochedecine di abitanti e produce primizie e carciofi.Del nucleo urbano originario rimane solo ilcentro monumentale, spiazzo erboso intorno alquale sono disposti edifici emblematici dellaricchezza e della civiltà artistica di un tempo:la severa cattedrale dedicata a santa MariaAssunta, risalente al VII secolo ma rifattanell’XI, è preceduta dai resti del Battistero eda un nartece che la collega alla chiesaromanica di S. Fosca. Di straordinariaunitarietà stilistica e tematica l’apparatomusivo realizzato tra l’XI e il XIII secolo.Accanto al Duomo, il campanile quasi

Il tramonto suPellestrina fa dasfondo alla silhouettedi un pescatore inattesa davanti al suotrabucco

In basso, la cortinacolorata delle case diBurano, caratteristicaisola di pescatori evecchi merletti

Venezia/Laguna16 17

Con la caduta della Repubblica la riva degli Schiavoniperse l’originariadestinazionecommerciale perassumere la funzionedi passeggiata verso i Giardini Pubblici

In basso:lo sviluppolongitudinale dellachiesa del Redentore è stato studiato peraccogliere la folla difedeli dellaprocessione delRedentore, cheattraversa il canaledella Giudecca sopraun ponte di barche

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millenario segnala da lontano il luogo. Insieme alla penisola di Cavallino e all’isola diPellestrina, il Lido di Venezia divide laLaguna dal mare Adriatico, allungandosi percirca 12 km. Con il traghetto si approda sulpontile davanti a piazzale S. Maria Elisabetta,da cui la vista si apre sull’isola conventuale diSan Lazzaro degli Armeni. Da qui si dipartonovia Sandro Gallo e il gran viale S. MariaElisabetta, attorno ai quali si è definita lastruttura urbanistica del centro moderno. Madelle moderne località turistiche il Lido ha benpoco: residenza estiva dei ricchi veneziani chetrascorrevano la villeggiatura nelle raffinateville liberty che punteggiano il lungomare, fra’800 e ’900 era altresì la spiaggia di quell’altasocietà mitteleuropea di cui alcuni alberghiconservano ancora gusto e nomi: si pensiall’Hotel Ungaria, al leggendario Grand Hoteldes Bains, da decenni meta prediletta di artistie intellettuali, al Grand Hotel Excelsior, ineccentrico ma ormai familiare stile moresco.Vicino sorgono il Casinò municipale e il palazzodella Mostra del Cinema che, ospitando ognisettembre il festival cinematografico (vedi box),contribuisce a esaltare il magico dualismo delLido, sospeso tra sognanti evocazioni retró ebrillanti approdi nella mondanità. All’estremitànord-orientale dell’isola si staglia il convento diS. Nicolò; nella parte meridionale, oltre

Malamocco, si estende lalocalità turistica di

Alberoni.

Al di là del porto-canale di Malamocco sisviluppa l’isola di Pellestrina, storicamentevotata ad attività lagunari, quali pesca ecantieristica, e costellata di piccoli centri diantica origine che oppongono al mare imurazzi, ricostruiti dopo la mareggiata del1966; la poderosa diga di circa 11 km,edificata fra il 1774 e il 1782, fu l’ultimagrande opera della Repubblica al tramonto.Lasciato l’abitato di Santa Maria del Mare, siraggiunge la frazione di San Pietro in Volta. Suun allungato spiazzo alberato prospetta laparrocchiale di S. Pietro (X secolo), confacciata settecentesca. Proseguendos’incontrano il borgo marinaro di Portosecco ela frazione di Pellestrina, la più popolatadell’isola, da cui una stradina sterrata conducenella riserva naturale del bosco di Ca’ Roman,e quindi al molo nord del porto di Chioggia,estremità meridionale dell’isola.Al di là del canale è Chioggia, una Venezia“popolana” in cui circolano le auto, che chiudeil fronte lagunare sud. Con i suoi quasi 52.000abitanti è il secondo nucleo urbano più grandedella Laguna e si sviluppa su quattro isoleprincipali. Presenta un’originale pianta a spinadi pesce centrata sul rettilineo canale dellaVena, dove un tempo alle case coloratefacevano da contrappunto le vele delle barcheda pesca; perpendicolari alla piazza e alcanale, tante calli strette, con qualche campoo corte in cui riecheggiano chiacchiere ebaruffe goldoniane in dialetto chioggiotto. Alladorsale del canale della Vena corre parallelo

corso del Popolo, asse di terra lungo ilquale si sviluppa il centro insulare:

animato centro civico e luogo dipasseggio punteggiato da trattorie,

ristoranti e caffè, assunse l’attualeimportanza prospettica e visiva tra ‘600 e ‘700,quando vi si orientarono le fronti di molti

palazzi. Percorrendolo da nord (entrando dallaLaguna si approda in piazzetta Vigo) sioltrepassano: la fronte barocca della chiesa diS. Andrea, affiancata da un isolato campanileveneto-bizantino; il portico in pietra d’Istria delGranaio (1322), sotto a cui ancor oggi si svolgeil vivace mercato del pesce; l’ottocentescoPalazzo Comunale, diviso da uno slargo dallachiesa della SS. Trinità (all’interno affreschi diPalma il Giovane). Si raggiunge infine il camposu cui prospetta il Duomo (XI secolo),ricostruito a seguito dell’incendio del 1623 sudisegno di Longhena. Collegato al Duomo è ilgrazioso oratorio gotico di S. Martino (1392),interamente in cotto. All’altro lato della chiesasi apre il più suggestivo angolo di Chioggia: laverdeggiante Piazza Vescovile, delimitata dauna balaustrata marmorea e chiusa sul fondodal settecentesco Palazzo Vescovile. Meritaun’escursione l’isola di San Domenico da cui,dopo aver ammirato la chiesa omonima (dipintidi Carpaccio e Leandro Bassano), si può vederel’ampio litorale di Sottomarina, con le suelunghe spiagge assolate sul mare aperto.

IL LITORALE DA MESTRE A CÀORLEAccanto al suggestivo intrico lagunare,Venezia vanta un dolce litorale chepermette di associare alla visita delcapoluogo una vacanza di sole, spiagge enatura, sempre all’insegna della cultura edei colori locali; il Veneto orientale èinfatti un territorio ricco di storia, con uninteressante patrimonio monumentale dietà romana e medievale. Il paesaggiosfuma dalla terra all’acqua, dai reticolidegli appezzamenti alle barene, fino almare aperto. Partendo da Mestre,l’itinerario segue la costa toccando noticentri balneari come Lido di Jèsolo eCàorle, per poi spingersi nell’entroterra.

Centro portuale al margine occidentaledella Laguna, dove ha inizio il ponteferroviario e stradale per Venezia, nel’700 Mestre era luogo di villeggiaturepatrizie; dopo il primo conflittomondiale, con la costruzione di PortoMarghera prima e del polo chimicopoi, conobbe un’eccezionale crescitaurbana e demografica. Nell’ultimotrentennio ha accolto quanti hannoabbandonato la Venezia insulare,ma oggi l’immagine di Mestrecome periferia residenzialecresciuta a fianco dell’areaindustriale è cambiata, grazie allariqualificazione del centro storico. Oltrepassato il piccolo borgo diAltino con la sua areaarcheologica romana el’interessante museo annesso, ilpercorso prosegue alla volta diJèsolo, centro moderno con unpassato di vicus romano. Inlocalità Le Mure conserva le

fondazioni di due basiliche, resti significatividella città antica: la prima è dei secoli VIII-IX;la seconda (ricostruita nel dopoguerra) risaleall’XI secolo, ma venne edificata su unaprecedente aula paleocristiana. A poco più di3 km sorge uno dei più rinomati centri balnearidell’alto Adriatico, Lido di Jèsolo: 12 km diarenile finissimo fronteggiato da bassi fondalicon i caratteristici pontili protesi nell’acqua.All’estremità occidentale la spiaggia continualungo il litorale di Cavallino, una lingua diterra che chiude al mare Adriatico la Lagunanord, raggiungibile in motonave anche dapiazza S. Marco. Da Punta Sabbioni, il cui farosegnala l’accesso principale alla Laguna,transitavano i velieri carichi di spezie e di

merci provenienti dall’Oriente. La foce delSile, il faro e la darsena turistica e poi,risalendo lungo il fiume, il canneto e ipescherecci, fanno di questo antico pontedaziario un parco balneare di grandefascino floro-faunistico. La spiaggiasabbiosa con la sua estesa pineta èfrequentata dai campeggiatori. Tornando verso Lido di Jèsolo, lungo ilrettilineo della Piave Nuova si giungea Eraclea Mare, frequentatocentro balneare alle cui spalle siriconosce il cordone di dune cheseparava il mare dalle paludi. Aovest dell’abitato è la laguna delMorto (detta “el Mort”). Alla focedel Livenza si trova invece PortoSanta Margherita, altra vivacelocalità marittima che vanta unadelle darsene più attrezzatedell’Adriatico. L’itinerario costieroprosegue verso Càorle, noto centrobalneare di antiche origini, già portoromano nel I secolo a.C. Il nucleoantico, un tempo solcato da tre rii

paralleli alla linea di spiaggia, ha conservatola struttura urbana a tridente, incentrata sulledue antiche isole. Nella piazza principale sorgela cattedrale (1038), eretta su una basilicatardocarolingia; nel catino absidale è la “palad’oro”, in realtà d’argento, con formellebizantine e gotico-veneziane (secoli XII-XIV). A nord di Càorle, verso l’interno, sorge ilcentro agricolo di Concordia Sagittaria, checonserva uno dei siti archeologici romani epaleocristiani più suggestivi del Veneto: nel1873 un ritrovamento casuale nell’abitato,sorto come vicus romano all’incrocio tra la viaPostumia e la via Annia, diede inizio allariscoperta della città distrutta dagli unni nel452. Dal piazzale della cattedrale, una scalascende alla Basilica Apostolorum, chiesapaleocristiana (IV secolo) che conserva partedella pavimentazione musiva. Al fianco destrodella cattedrale è il Battistero (1089). Il Museocivico archeologico raccoglie oggetti di etàromana, paleocristiana e altomedievale.Poco distante è Portogruaro: il mare è a 19km, ma “porto” lo fu, per via del Lémene che vi scorre rigando pigro la piana, per almenomezzo millennio, fino al declino del ‘600.Pregevole è il nucleo storico, disposto lungodue assi principali paralleli al corso d’acqua. Si trova in piazza della Repubblica l’edificio piùimportante della città: la Loggia Comunale, ilcui corpo centrale venne ricostruito fra il 1372e il 1379. La piazza è ornata da una vera dapozzo con due gru in bronzo, simbolo dellacittadina. Tangente alla piazza, corso Martiridella Libertà è l’asse principale del borgoantico, chiuso dalla cinta muraria duecentesca.Il Museo nazionale concordiese, che conserva ireperti del sepolcreto paleocristiano diConcordia Sagittaria, fu istituito nel 1885 ed èoggi uno dei musei archeologici più importantidell’Italia settentrionale.

La spiaggia di Lido diJèsolo, uno dei piùrinomati centri balnearidell’alto Adriatico

In basso, le tipichepipe chioggiotte, con fornello interracotta dalle foggepiù disparate:originariamente erano costruite con l’argilla del Po

Sotto, un’immagine di Chioggia, la “piccola Venezia”,vivace centro frequentato per i suoiristorantini di pesce e i suggestivi scorci di case e canali

I due muliniquattrocenteschi chesbarrano il corso delLémene a Portogruaro,antico porto fluviale

A sinistra, il Battisterodi Concordia Sagittaria,cuore dell’areaarcheologica romana e paleocristiana

In basso, il campanilecilindrico dellacattedrale di Càorle

Venezia/Laguna, litorale da Mestre a Càorle18 19

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