VENERDISCIANDO CRONACHE IN BREVE - icfondorevo.it · va un orsetto di pasta sa-le, subito dopo si...

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VENERDISCIANDO Il venerdì pomeriggio un gruppo di scolari va a scia- re alla Mendola e frequen- ta il corso di sci. Alla pri- ma lezione siamo andati sulla pista per principianti sul tapirulan. Lì ci siamo ritrovati ammassati e tut- ti bloccati… finalmente si scende. Non si andava molto veloci, ma finalmen- te si scia… e con la neve! Dopo qualche curva ci han- no sistemati in gruppi da dodici circa, io ero con il maestro Robertino. Ora felicissima su sulla seggio- via! La salita mi sembrava un po' noiosa ma se la ne- ve ti cade sul casco e mil- le fiocchetti ti coprono come una coperta, la sali- ta sembra più corta. Ed eccoci arrivati, il maestro ci ha insegnato a eseguire i binari con le racchette ora nel mio gruppo sappia- mo tutti sciare meglio. Le maestre dopo due discese ci hanno bloccati, UFFA! Io volevo sciare ancora un po', ma non c'era più tem- po e dovevamo cambiarci. TORNEREMO LA PROS- SIMA VOLTA!!! Melania Venerdì in laboratorio Il venerdì pomeriggio, in questo periodo, chi prefe- risce stare a scuola, invece di andare a sciare, realizza lavoretti per decorare la casa. La prima volta ci siamo di- visi in due gruppi . Il primo gruppo realizzava un portamatite. Per costruirlo bisognava prendere un barattolo, ri- coprirlo di lana e dopo de- corarlo con filo metallico argentato. Il secondo gruppo costrui- va un orsetto di pasta sa- le, subito dopo si colorava con colori ad acquerello ed infine si decorava con bot- toni. Dopo un'ora ogni alunno doveva cambiare gruppo. Il venerdì successivo ab- biamo creato un mandala decorato con oggetti . La maestra ci ha preparato dei materiali tra cui foglie, chicchi di caffè, conchiglie di ogni genere, sassi colora- ti, balsa, e petali secchi. Il procedimento consisteva nell’attaccare gli oggetti a spirale e poi metterlo ad asciugare. Il secondo gruppo costruiva un Barbapapà. Per realizzarlo bisognava prendere un palloncino, gonfiarlo, dopo ricoprirlo di giornale e di carta igienica. Dopo essersi asciugato si aggiungevano gli occhi e la bocca. Poi si dipingeva con tempe- ra. E' stata un'esperienza di- vertente, perché è bello imparare a inventare e a produrre lavoretti, insieme agli altri. ESTER E GIUDITTA CRONACHE IN BREVE

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VENERDISCIANDO Il venerdì pomeriggio un gruppo di scolari va a scia-re alla Mendola e frequen-ta il corso di sci. Alla pri-ma lezione siamo andati sulla pista per principianti sul tapirulan. Lì ci siamo ritrovati ammassati e tut-ti bloccati… finalmente si scende. Non si andava molto veloci, ma finalmen-te si scia… e con la neve! Dopo qualche curva ci han-no sistemati in gruppi da dodici circa, io ero con il maestro Robertino. Ora felicissima su sulla seggio-

via! La salita mi sembrava un po' noiosa ma se la ne-ve ti cade sul casco e mil-le fiocchetti ti coprono come una coperta, la sali-ta sembra più corta. Ed eccoci arrivati, il maestro ci ha insegnato a eseguire i binari con le racchette ora nel mio gruppo sappia-mo tutti sciare meglio. Le maestre dopo due discese ci hanno bloccati, UFFA! Io volevo sciare ancora un po', ma non c'era più tem-po e dovevamo cambiarci. TORNEREMO LA PROS-

SIMA VOLTA!!!

Melania

Venerdì in laboratorio

Il venerdì pomeriggio, in questo periodo, chi prefe-risce stare a scuola, invece di andare a sciare, realizza lavoretti per decorare la casa. La prima volta ci siamo di-visi in due gruppi . Il primo gruppo realizzava un portamatite. Per costruirlo bisognava prendere un barattolo, ri-coprirlo di lana e dopo de-corarlo con filo metallico argentato. Il secondo gruppo costrui-va un orsetto di pasta sa-le, subito dopo si colorava con colori ad acquerello ed infine si decorava con bot-toni. Dopo un'ora ogni alunno doveva cambiare gruppo. Il venerdì successivo ab-biamo creato un mandala decorato con oggetti . La maestra ci ha preparato dei materiali tra cui foglie,

chicchi di caffè, conchiglie di ogni genere, sassi colora-ti, balsa, e petali secchi. Il procedimento consisteva nell’attaccare gli oggetti a spirale e poi metterlo ad asciugare. Il secondo gruppo costruiva un Barbapapà. Per realizzarlo bisognava prendere un palloncino, gonfiarlo, dopo ricoprirlo di giornale e di carta igienica. Dopo essersi asciugato si aggiungevano gli occhi e la bocca. Poi si dipingeva con tempe-ra. E' stata un'esperienza di-vertente, perché è bello imparare a inventare e a produrre lavoretti, insieme agli altri. ESTER E GIUDITTA

CRONACHE IN BREVE

Insegnami quell’amore

che è sempre paziente e sempre gentile,

mai geloso, presuntuoso,

egoista o permaloso, L’amore che prova gioia nella verità,

sempre pronto a perdonare,

a credere e a sperare.

Madre Teresa mi ha insegnato che per avere una vita felice non serve essere ricchi o darsi arie, basta essere umili con gli altri, costruire la PACE.

La nostra scuola è dedicata a MADRE TERESA di CALCUTTA. Con il nostro spettacolo di Natale abbiamo voluto ricordare il suo

messaggio e la sua vita.

Madre Teresa ha aiutato i poveri e i malati

di lebbra. Mi piace questa espressione: “Non esistono i lebbrosi, esiste la lebbra e si può curare”. Lei pensava sempre agli altri, li ha aiutati con tutti i mezzi possibili.

E’ stata una persona molto importante perché ha aiutato tutte le persone povere, senza guardare se erano di religione diverse o se avevano un colore della pelle diversa. Il suo è un grande messaggio di PACE.

A Madre Teresa hanno assegnato il

PREMIO NOBEL per la PACE: è stato una persona speciale per la sua intelligenza e il suo entusiasmo ad aiutare i poveri.

Ha voluto salvare i poveri nelle ba-racche, anche se la madre supe-riore gliel'aveva proibito. Ha deci-so di essere semplice con il man-tello dei poveri.

Trova il tempo di essere amico

è la strada della felicità

Lo spettacolo di Madre Teresa è stato molto significativo e ha ricordato agli attori e agli spettatori la sua vita e quello che ha fatto per il bene del mondo.

Dal musical ho imparato che Madre Teresa era una persona umile, accogliente; lei, con autonomia, sceglie di aiutare perché vuole essere usata per fare il bene. Lei potrebbe vivere nella ricchezza, ma decide di stare con le persone che hanno bisogno di lei; lei porta il pane a chi soffre.

Noi abbiamo rappresentato la vita di Madre Teresa per far capire ai nostri ospiti cosa significa donare la propria vita ai poveri.

Mi ha colpito molto la sua scelta perché poteva seguire la vita di tutte le altre suore e invece ha scelto la via più difficile. Mi ha sbalordito!

La vita è un sogno

f anne una realtà.

La vita è una sfida

affrontala.

La vita è un dovere

compilo.

Caterina

Giorgia

Melania

Elena

Lisa

Marua

cizia e dagli insetti che ti entrano nella pelle attraverso le ferite. Nnei campi di concentra-mento non c'erano dei medici o medicine per i deportati, per questo se ti ammalavi sopravvi-vevi solo se eri una persona forte.

Tutti hanno diritto alla libertà e non bisogna escludere le persone solo per i loro i modi di fare o di essere, bisogna rispettare i diritti degli altri volendo bene a noi stessi e alle per-sone che ci circondano. Non bisogna credere che la guerra sia la soluzione a tutti i problemi che abbiamo. Bisogna rispettare tutti e tutto senza distruggere il meraviglioso mondo che ci circonda da secoli e che piano piano stiamo in-vadendo con atti di crudeltà. Dobbiamo capire i nostri sbagli e fare in modo che non accadano più. Non è giusto fare la guerra perché tutte le persone del mondo devono essere libere di vi-vere la vita. Tutti dobbiamo essere trattati bene anche se abbiamo una religione diversa, la pelle diversa o una lingua diversa ecc. la vita è una cosa troppo importante. Vorrei che non ci fosse più la guerra. Di questa storia mi ha impressionato molto il fatto che Anne ha lottato fino all'ultimo conti-nuando a scrivere il suo diario. Lei meritava di continuare la sua vita e di realizzare il suo grande sogno, cioè pubblicare il suo diario. Il sogno si è realizzato a metà, perché il libro è stato pubblicato da suo padre e non da lei co-me avrebbe voluto. Questa storia mi ha inse-gnato che non ci si deve arrendere in qualsiasi situazione ci troviamo.

Dal filmato visto in classe ho capito come i ragaz-zi della mia età possono aver vissuto la guerra. É un' esperienza che nessuno dovrebbe provare. La guerra porta solo morte e sofferenza e non serve a niente, anzi le guerre servono a farci capire che non devono più essere combattute. Ripensando ai film e al diario non riesco ancora a capire e ad immaginare come possa essere suc-cesso un fatto del genere, mi è difficile spiegare come una persona sana di mente possa sterminare altri esseri umani solo perché sono di carnagione e cultura diversa. Anne e la sua famiglia sono sta-ti gli unici o quasi a restare nascosti per lungo tempo al sicuro. Poi però sono stati trovati, presi e portati nel campo di concentramento ad AU-SCHWITZ. Lì è morta, sola senza la sua mamma e il suo papà, per una malattia provocata dalla spor-

Mercoledì, 3 maggio 1944

Cara Kitty,

ti ho raccontato che il nostro Moffi non c’è più? E’ sparito senza lasciare tracce dalla settimana scorsa. Sarà certamente da un pezzo nel para-diso dei gatti, perché qualcuno ne avrà fatto un buon boccone. Forse col suo pelo faranno un berretto a una ragazza.

Da sabato pranziamo alle undici e mezza; per-ciò la mattina ci limitiamo a far colazione con una tazzina di pappa d’avena. Serve a rispar-miare un pasto. Oggi, a pranzo, abbiamo avuto dell’insalata cotta, marcia. Insalata cotta e cru-da, spinaci e nient’altro. Per contorno, patate guaste. Che delizioso miscuglio!

Qui dicono sovente, disperati: “A che cosa ser-ve mai la guerra? Perché gli uomini non posso-no vivere in pace? Perché devastare tutto?”. Ma finora nessuno ha ancora trovato una ri-sposta soddisfacente. Già, perché si spendono ogni giorno milioni per la guerra e nemmeno

un centesimo per l’assistenza medica, per gli artisti, per i poveri?

Perchè gli uomini debbono soffrire la fame, quando in altre parti del mondo si lasciano marcire i cibi sovrabbon-danti? Perché gli uomini sono così pazzi? Anna Frank, da Diario Einaudi