Tecnica: Acquerello - VENDERE QUADRI · 2019. 3. 6. · Spesso nelle discipline relative alle...

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Neri Franco

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  • Spesso nelle discipline relative alle tecniche artistiche l’acquerello viene considerato una produzi-one minore, quasi una sorta di divertissement di contro all’impegno maggiore riservato alla tecnica ad olio. Ma c’è tutto un mondo di artisti che ha indirizzato la propria ricerca proprio al fine di tirare fuori il meglio delle capacità espressive dell’acquarello confermandolo come un mezzo formale nobilissimo e dalle estese possibilità. Il pittore Franco Neri fa parte a pieno titolo di questo mondo, dato che la maggior parte della sua produzione vede l’acquerello come protagonista. Anzi, si potrebbe affermare che l’uso di tale tecnica ha condotto Franco Neri a trovare la propria cifra stilistica, così riconoscibile. Tuttavia è vero anche il contrario, cioè che l’immagine del mondo che l’artista aveva dentro di sé lo ha condotto fin dal principio ad approcciarsi con la forma a lui più congeniale. Non a caso abbiamo usato l’espressione “immagine del mondo”, poiché Franco Neri è un artista che si occupa soprattutto di paesaggi, ma lo fa in una maniera stimolante e creativa. Già a partire dalla composizione in cui il nostro pittore non si accontenta di semplici visioni fontali, ma predilige il taglio fotografico ardito, le inquadrature oblique, o le riprese dall’alto. Esemplari di questa indole di Franco Neri sono opere come “La costa di Cecina” o “Castiglioncello la costa”, in cui l’artista palesemente rifiuta la veduta pittoresca a favore di scorci temerari, di riprese a picco sulle scogliere. È come se l’artista volesse puntare la sua telecamera sul particolare delle rocce colpite dai flutti del mare in modo da poter registrare, con la sua raffinata tecnica, i giochi cromatici provocati dalle onde. E sta qui il vero punto focale del linguaggio artistico di Franco Neri, nel volere portare allo scoperto gli equilibri coloristici che il mondo fenomenico propone. Egli non è un natural-ista tout court, la sua pennellata è sintetista e traduce le forme in macchie di colore diluito. Ma tutto si compone in un delicato sistema di equilibri tonali. Lo possiamo notare in opere come “Maremma” o “Il bosco, il fossato, il castello” in cui lo spazio viene eliminato dall’artista e tutta la superficie pittori-ca diventa un mosaico calibrato di velature trasparenti. Anche se in altri dipinti Franco Neri sembra voler essere più fedele al dato sensibile, come in “Bagnone di Lunigiana” o in “Autunno in Val Parma”, dove troviamo una rappresentazione più precisa, più dettagliata. Sempre, però, con quell’indole di volere sovrapporre e contrapporre cromie, sfruttando la trasparenza dell’acquerello e registrando tutte le vibrazioni luminose.

    Neri Franco

  • Spesso nelle discipline relative alle tecniche artistiche l’acquerello viene considerato una produzi-one minore, quasi una sorta di divertissement di contro all’impegno maggiore riservato alla tecnica ad olio. Ma c’è tutto un mondo di artisti che ha indirizzato la propria ricerca proprio al fine di tirare fuori il meglio delle capacità espressive dell’acquarello confermandolo come un mezzo formale nobilissimo e dalle estese possibilità. Il pittore Franco Neri fa parte a pieno titolo di questo mondo, dato che la maggior parte della sua produzione vede l’acquerello come protagonista. Anzi, si potrebbe affermare che l’uso di tale tecnica ha condotto Franco Neri a trovare la propria cifra stilistica, così riconoscibile. Tuttavia è vero anche il contrario, cioè che l’immagine del mondo che l’artista aveva dentro di sé lo ha condotto fin dal principio ad approcciarsi con la forma a lui più congeniale. Non a caso abbiamo usato l’espressione “immagine del mondo”, poiché Franco Neri è un artista che si occupa soprattutto di paesaggi, ma lo fa in una maniera stimolante e creativa. Già a partire dalla composizione in cui il nostro pittore non si accontenta di semplici visioni fontali, ma predilige il taglio fotografico ardito, le inquadrature oblique, o le riprese dall’alto. Esemplari di questa indole di Franco Neri sono opere come “La costa di Cecina” o “Castiglioncello la costa”, in cui l’artista palesemente rifiuta la veduta pittoresca a favore di scorci temerari, di riprese a picco sulle scogliere. È come se l’artista volesse puntare la sua telecamera sul particolare delle rocce colpite dai flutti del mare in modo da poter registrare, con la sua raffinata tecnica, i giochi cromatici provocati dalle onde. E sta qui il vero punto focale del linguaggio artistico di Franco Neri, nel volere portare allo scoperto gli equilibri coloristici che il mondo fenomenico propone. Egli non è un natural-ista tout court, la sua pennellata è sintetista e traduce le forme in macchie di colore diluito. Ma tutto si compone in un delicato sistema di equilibri tonali. Lo possiamo notare in opere come “Maremma” o “Il bosco, il fossato, il castello” in cui lo spazio viene eliminato dall’artista e tutta la superficie pittori-ca diventa un mosaico calibrato di velature trasparenti. Anche se in altri dipinti Franco Neri sembra voler essere più fedele al dato sensibile, come in “Bagnone di Lunigiana” o in “Autunno in Val Parma”, dove troviamo una rappresentazione più precisa, più dettagliata. Sempre, però, con quell’indole di volere sovrapporre e contrapporre cromie, sfruttando la trasparenza dell’acquerello e registrando tutte le vibrazioni luminose.

    In copertina Il bosco,il fossato,il castelloTecnica: AcquerelloDimensione: 23x30,5

  • Spesso nelle discipline relative alle tecniche artistiche l’acquerello viene considerato una produzi-one minore, quasi una sorta di divertissement di contro all’impegno maggiore riservato alla tecnica ad olio. Ma c’è tutto un mondo di artisti che ha indirizzato la propria ricerca proprio al fine di tirare fuori il meglio delle capacità espressive dell’acquarello confermandolo come un mezzo formale nobilissimo e dalle estese possibilità. Il pittore Franco Neri fa parte a pieno titolo di questo mondo, dato che la maggior parte della sua produzione vede l’acquerello come protagonista. Anzi, si potrebbe affermare che l’uso di tale tecnica ha condotto Franco Neri a trovare la propria cifra stilistica, così riconoscibile. Tuttavia è vero anche il contrario, cioè che l’immagine del mondo che l’artista aveva dentro di sé lo ha condotto fin dal principio ad approcciarsi con la forma a lui più congeniale. Non a caso abbiamo usato l’espressione “immagine del mondo”, poiché Franco Neri è un artista che si occupa soprattutto di paesaggi, ma lo fa in una maniera stimolante e creativa. Già a partire dalla composizione in cui il nostro pittore non si accontenta di semplici visioni fontali, ma predilige il taglio fotografico ardito, le inquadrature oblique, o le riprese dall’alto. Esemplari di questa indole di Franco Neri sono opere come “La costa di Cecina” o “Castiglioncello la costa”, in cui l’artista palesemente rifiuta la veduta pittoresca a favore di scorci temerari, di riprese a picco sulle scogliere. È come se l’artista volesse puntare la sua telecamera sul particolare delle rocce colpite dai flutti del mare in modo da poter registrare, con la sua raffinata tecnica, i giochi cromatici provocati dalle onde. E sta qui il vero punto focale del linguaggio artistico di Franco Neri, nel volere portare allo scoperto gli equilibri coloristici che il mondo fenomenico propone. Egli non è un natural-ista tout court, la sua pennellata è sintetista e traduce le forme in macchie di colore diluito. Ma tutto si compone in un delicato sistema di equilibri tonali. Lo possiamo notare in opere come “Maremma” o “Il bosco, il fossato, il castello” in cui lo spazio viene eliminato dall’artista e tutta la superficie pittori-ca diventa un mosaico calibrato di velature trasparenti. Anche se in altri dipinti Franco Neri sembra voler essere più fedele al dato sensibile, come in “Bagnone di Lunigiana” o in “Autunno in Val Parma”, dove troviamo una rappresentazione più precisa, più dettagliata. Sempre, però, con quell’indole di volere sovrapporre e contrapporre cromie, sfruttando la trasparenza dell’acquerello e registrando tutte le vibrazioni luminose.

    testo critico

  • Spesso nelle discipline relative alle tecniche artistiche l’acquerello viene considerato una produzi-one minore, quasi una sorta di divertissement di contro all’impegno maggiore riservato alla tecnica ad olio. Ma c’è tutto un mondo di artisti che ha indirizzato la propria ricerca proprio al fine di tirare fuori il meglio delle capacità espressive dell’acquarello confermandolo come un mezzo formale nobilissimo e dalle estese possibilità. Il pittore Franco Neri fa parte a pieno titolo di questo mondo, dato che la maggior parte della sua produzione vede l’acquerello come protagonista. Anzi, si potrebbe affermare che l’uso di tale tecnica ha condotto Franco Neri a trovare la propria cifra stilistica, così riconoscibile. Tuttavia è vero anche il contrario, cioè che l’immagine del mondo che l’artista aveva dentro di sé lo ha condotto fin dal principio ad approcciarsi con la forma a lui più congeniale. Non a caso abbiamo usato l’espressione “immagine del mondo”, poiché Franco Neri è un artista che si occupa soprattutto di paesaggi, ma lo fa in una maniera stimolante e creativa. Già a partire dalla composizione in cui il nostro pittore non si accontenta di semplici visioni fontali, ma predilige il taglio fotografico ardito, le inquadrature oblique, o le riprese dall’alto. Esemplari di questa indole di Franco Neri sono opere come “La costa di Cecina” o “Castiglioncello la costa”, in cui l’artista palesemente rifiuta la veduta pittoresca a favore di scorci temerari, di riprese a picco sulle scogliere. È come se l’artista volesse puntare la sua telecamera sul particolare delle rocce colpite dai flutti del mare in modo da poter registrare, con la sua raffinata tecnica, i giochi cromatici provocati dalle onde. E sta qui il vero punto focale del linguaggio artistico di Franco Neri, nel volere portare allo scoperto gli equilibri coloristici che il mondo fenomenico propone. Egli non è un natural-ista tout court, la sua pennellata è sintetista e traduce le forme in macchie di colore diluito. Ma tutto si compone in un delicato sistema di equilibri tonali. Lo possiamo notare in opere come “Maremma” o “Il bosco, il fossato, il castello” in cui lo spazio viene eliminato dall’artista e tutta la superficie pittori-ca diventa un mosaico calibrato di velature trasparenti. Anche se in altri dipinti Franco Neri sembra voler essere più fedele al dato sensibile, come in “Bagnone di Lunigiana” o in “Autunno in Val Parma”, dove troviamo una rappresentazione più precisa, più dettagliata. Sempre, però, con quell’indole di volere sovrapporre e contrapporre cromie, sfruttando la trasparenza dell’acquerello e registrando tutte le vibrazioni luminose.

    testo critico

    Franco Neri, magia dell’acquerellodi Ugo Mancini

  • Spesso nelle discipline relative alle tecniche artistiche l’acquerello viene considerato una produzi-one minore, quasi una sorta di divertissement di contro all’impegno maggiore riservato alla tecnica ad olio. Ma c’è tutto un mondo di artisti che ha indirizzato la propria ricerca proprio al fine di tirare fuori il meglio delle capacità espressive dell’acquarello confermandolo come un mezzo formale nobilissimo e dalle estese possibilità. Il pittore Franco Neri fa parte a pieno titolo di questo mondo, dato che la maggior parte della sua produzione vede l’acquerello come protagonista. Anzi, si potrebbe affermare che l’uso di tale tecnica ha condotto Franco Neri a trovare la propria cifra stilistica, così riconoscibile. Tuttavia è vero anche il contrario, cioè che l’immagine del mondo che l’artista aveva dentro di sé lo ha condotto fin dal principio ad approcciarsi con la forma a lui più congeniale. Non a caso abbiamo usato l’espressione “immagine del mondo”, poiché Franco Neri è un artista che si occupa soprattutto di paesaggi, ma lo fa in una maniera stimolante e creativa. Già a partire dalla composizione in cui il nostro pittore non si accontenta di semplici visioni fontali, ma predilige il taglio fotografico ardito, le inquadrature oblique, o le riprese dall’alto. Esemplari di questa indole di Franco Neri sono opere come “La costa di Cecina” o “Castiglioncello la costa”, in cui l’artista palesemente rifiuta la veduta pittoresca a favore di scorci temerari, di riprese a picco sulle scogliere. È come se l’artista volesse puntare la sua telecamera sul particolare delle rocce colpite dai flutti del mare in modo da poter registrare, con la sua raffinata tecnica, i giochi cromatici provocati dalle onde. E sta qui il vero punto focale del linguaggio artistico di Franco Neri, nel volere portare allo scoperto gli equilibri coloristici che il mondo fenomenico propone. Egli non è un natural-ista tout court, la sua pennellata è sintetista e traduce le forme in macchie di colore diluito. Ma tutto si compone in un delicato sistema di equilibri tonali. Lo possiamo notare in opere come “Maremma” o “Il bosco, il fossato, il castello” in cui lo spazio viene eliminato dall’artista e tutta la superficie pittori-ca diventa un mosaico calibrato di velature trasparenti. Anche se in altri dipinti Franco Neri sembra voler essere più fedele al dato sensibile, come in “Bagnone di Lunigiana” o in “Autunno in Val Parma”, dove troviamo una rappresentazione più precisa, più dettagliata. Sempre, però, con quell’indole di volere sovrapporre e contrapporre cromie, sfruttando la trasparenza dell’acquerello e registrando tutte le vibrazioni luminose.

  • Spesso nelle discipline relative alle tecniche artistiche l’acquerello viene considerato una produzi-one minore, quasi una sorta di divertissement di contro all’impegno maggiore riservato alla tecnica ad olio. Ma c’è tutto un mondo di artisti che ha indirizzato la propria ricerca proprio al fine di tirare fuori il meglio delle capacità espressive dell’acquarello confermandolo come un mezzo formale nobilissimo e dalle estese possibilità. Il pittore Franco Neri fa parte a pieno titolo di questo mondo, dato che la maggior parte della sua produzione vede l’acquerello come protagonista. Anzi, si potrebbe affermare che l’uso di tale tecnica ha condotto Franco Neri a trovare la propria cifra stilistica, così riconoscibile. Tuttavia è vero anche il contrario, cioè che l’immagine del mondo che l’artista aveva dentro di sé lo ha condotto fin dal principio ad approcciarsi con la forma a lui più congeniale. Non a caso abbiamo usato l’espressione “immagine del mondo”, poiché Franco Neri è un artista che si occupa soprattutto di paesaggi, ma lo fa in una maniera stimolante e creativa. Già a partire dalla composizione in cui il nostro pittore non si accontenta di semplici visioni fontali, ma predilige il taglio fotografico ardito, le inquadrature oblique, o le riprese dall’alto. Esemplari di questa indole di Franco Neri sono opere come “La costa di Cecina” o “Castiglioncello la costa”, in cui l’artista palesemente rifiuta la veduta pittoresca a favore di scorci temerari, di riprese a picco sulle scogliere. È come se l’artista volesse puntare la sua telecamera sul particolare delle rocce colpite dai flutti del mare in modo da poter registrare, con la sua raffinata tecnica, i giochi cromatici provocati dalle onde. E sta qui il vero punto focale del linguaggio artistico di Franco Neri, nel volere portare allo scoperto gli equilibri coloristici che il mondo fenomenico propone. Egli non è un natural-ista tout court, la sua pennellata è sintetista e traduce le forme in macchie di colore diluito. Ma tutto si compone in un delicato sistema di equilibri tonali. Lo possiamo notare in opere come “Maremma” o “Il bosco, il fossato, il castello” in cui lo spazio viene eliminato dall’artista e tutta la superficie pittori-ca diventa un mosaico calibrato di velature trasparenti. Anche se in altri dipinti Franco Neri sembra voler essere più fedele al dato sensibile, come in “Bagnone di Lunigiana” o in “Autunno in Val Parma”, dove troviamo una rappresentazione più precisa, più dettagliata. Sempre, però, con quell’indole di volere sovrapporre e contrapporre cromie, sfruttando la trasparenza dell’acquerello e registrando tutte le vibrazioni luminose.

    opere

  • Spesso nelle discipline relative alle tecniche artistiche l’acquerello viene considerato una produzi-one minore, quasi una sorta di divertissement di contro all’impegno maggiore riservato alla tecnica ad olio. Ma c’è tutto un mondo di artisti che ha indirizzato la propria ricerca proprio al fine di tirare fuori il meglio delle capacità espressive dell’acquarello confermandolo come un mezzo formale nobilissimo e dalle estese possibilità. Il pittore Franco Neri fa parte a pieno titolo di questo mondo, dato che la maggior parte della sua produzione vede l’acquerello come protagonista. Anzi, si potrebbe affermare che l’uso di tale tecnica ha condotto Franco Neri a trovare la propria cifra stilistica, così riconoscibile. Tuttavia è vero anche il contrario, cioè che l’immagine del mondo che l’artista aveva dentro di sé lo ha condotto fin dal principio ad approcciarsi con la forma a lui più congeniale. Non a caso abbiamo usato l’espressione “immagine del mondo”, poiché Franco Neri è un artista che si occupa soprattutto di paesaggi, ma lo fa in una maniera stimolante e creativa. Già a partire dalla composizione in cui il nostro pittore non si accontenta di semplici visioni fontali, ma predilige il taglio fotografico ardito, le inquadrature oblique, o le riprese dall’alto. Esemplari di questa indole di Franco Neri sono opere come “La costa di Cecina” o “Castiglioncello la costa”, in cui l’artista palesemente rifiuta la veduta pittoresca a favore di scorci temerari, di riprese a picco sulle scogliere. È come se l’artista volesse puntare la sua telecamera sul particolare delle rocce colpite dai flutti del mare in modo da poter registrare, con la sua raffinata tecnica, i giochi cromatici provocati dalle onde. E sta qui il vero punto focale del linguaggio artistico di Franco Neri, nel volere portare allo scoperto gli equilibri coloristici che il mondo fenomenico propone. Egli non è un natural-ista tout court, la sua pennellata è sintetista e traduce le forme in macchie di colore diluito. Ma tutto si compone in un delicato sistema di equilibri tonali. Lo possiamo notare in opere come “Maremma” o “Il bosco, il fossato, il castello” in cui lo spazio viene eliminato dall’artista e tutta la superficie pittori-ca diventa un mosaico calibrato di velature trasparenti. Anche se in altri dipinti Franco Neri sembra voler essere più fedele al dato sensibile, come in “Bagnone di Lunigiana” o in “Autunno in Val Parma”, dove troviamo una rappresentazione più precisa, più dettagliata. Sempre, però, con quell’indole di volere sovrapporre e contrapporre cromie, sfruttando la trasparenza dell’acquerello e registrando tutte le vibrazioni luminose.

    MaremmaTecnica: AcquerelloDimensione: 22,8x32

    Anno: 2017

  • Spesso nelle discipline relative alle tecniche artistiche l’acquerello viene considerato una produzi-one minore, quasi una sorta di divertissement di contro all’impegno maggiore riservato alla tecnica ad olio. Ma c’è tutto un mondo di artisti che ha indirizzato la propria ricerca proprio al fine di tirare fuori il meglio delle capacità espressive dell’acquarello confermandolo come un mezzo formale nobilissimo e dalle estese possibilità. Il pittore Franco Neri fa parte a pieno titolo di questo mondo, dato che la maggior parte della sua produzione vede l’acquerello come protagonista. Anzi, si potrebbe affermare che l’uso di tale tecnica ha condotto Franco Neri a trovare la propria cifra stilistica, così riconoscibile. Tuttavia è vero anche il contrario, cioè che l’immagine del mondo che l’artista aveva dentro di sé lo ha condotto fin dal principio ad approcciarsi con la forma a lui più congeniale. Non a caso abbiamo usato l’espressione “immagine del mondo”, poiché Franco Neri è un artista che si occupa soprattutto di paesaggi, ma lo fa in una maniera stimolante e creativa. Già a partire dalla composizione in cui il nostro pittore non si accontenta di semplici visioni fontali, ma predilige il taglio fotografico ardito, le inquadrature oblique, o le riprese dall’alto. Esemplari di questa indole di Franco Neri sono opere come “La costa di Cecina” o “Castiglioncello la costa”, in cui l’artista palesemente rifiuta la veduta pittoresca a favore di scorci temerari, di riprese a picco sulle scogliere. È come se l’artista volesse puntare la sua telecamera sul particolare delle rocce colpite dai flutti del mare in modo da poter registrare, con la sua raffinata tecnica, i giochi cromatici provocati dalle onde. E sta qui il vero punto focale del linguaggio artistico di Franco Neri, nel volere portare allo scoperto gli equilibri coloristici che il mondo fenomenico propone. Egli non è un natural-ista tout court, la sua pennellata è sintetista e traduce le forme in macchie di colore diluito. Ma tutto si compone in un delicato sistema di equilibri tonali. Lo possiamo notare in opere come “Maremma” o “Il bosco, il fossato, il castello” in cui lo spazio viene eliminato dall’artista e tutta la superficie pittori-ca diventa un mosaico calibrato di velature trasparenti. Anche se in altri dipinti Franco Neri sembra voler essere più fedele al dato sensibile, come in “Bagnone di Lunigiana” o in “Autunno in Val Parma”, dove troviamo una rappresentazione più precisa, più dettagliata. Sempre, però, con quell’indole di volere sovrapporre e contrapporre cromie, sfruttando la trasparenza dell’acquerello e registrando tutte le vibrazioni luminose.

    La costa di CecinaTecnica: Acquerello

    Dimensione: 27,8x18,7Anno: 2018

  • Bagnone di LunigianaTecnica: AcquerelloDimensione: 23x30,5

    Anno: 2018

  • Bosco su PoTecnica: AcquerelloDimensione: 23x30,5

    Anno: 2016

  • Castiglioncello,la costaTecnica: AcquerelloDimensione: 27,8x19

    Anno: 2018

  • Bettolina su PoTecnica: AcquerelloDimensione: 23x30,5

    Anno: 2016

  • Antico vascello a La SpeziaTecnica: AcquerelloDimensione: 22,8x32

    Anno: 2017

  • Autunno in val ParmaTecnica: AcquerelloDimensione: 23x30,5

    Anno: 2017

  • Autunno nelle colline parmensiTecnica: AcquerelloDimensione: 23x30,5

    Anno: 2017

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