VENERDÌ 17 GIUGNO 2011 PRIMOPIANO 3 - Ospedale San … · Fanno parte dell’equipe ... DUE...

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•• 3 PRIMO PIANO VENERDÌ 17 GIUGNO 2011 STRUMENTAZIONI SALA OPERATORIA COME QUELLE PER L’UOMO CENTRALE DELLA DIAGNOSTICA PER IMMAGINI LABORATORIO PER LA COLTURA DELLE STAMINALI INNOVAZIONE LA MAGGIOR PARTE DEGLI ACCERTAMENTI AVVIENE ATTRAVERSO LA RISONANZA MAGNETICA UTILIZZATA ANCHE PER ANIMALI SELVATICI CURIOSITÀ ASSISTENZA POST TRAUMA PER GLI ANIMALI, CON FISIOTERAPIA, ESEGUITA ANCHE IN ACQUA, IN UNA SECONDA CLINICA TAVAZZANESE di PAOLA ARENSI — TAVAZZANO — OFFER ZEIRA, fondatore e direttore sa- nitario dell’ospedale veterinario San Mi- chele di Tavazzano, racconta così la sua vicenda personale. Dottore, da dove arriva tanto amore per gli animali? «Da bambino ho sempre collezionato far- falle, formiche, lucertole e serpenti por- tandoli a casa. Se erano feriti, mi rivolge- vo al veterinario. Per qualsiasi genere di animale ferito, come lepri e falchetti. Lui mi insegnava come accudirli e io mi ci- mentavo. Diversi anni dopo mi sono lau- reato in veterinaria, ho fatto un dottorato di ricerca e insegnato chirurgia per 8 anni all’Università di Camerino, nelle Mar- che.Infinehorealizzatoilmiosogno:do- po aver lavorato nella mia prima clinica veterinaria a Sordio, dove oggi si svolge - fra altre cose - la fisioterapia, ho aperto l’ospedale San Michele. Nel nostro sito Internet, www.ospedalesanmichele.it, riassumo tutte le storie più curiose che ci riguardano e che ci aiutano a far adottare i trovatelli bisognosi». A cosa è contrario? «All’eutanasia facile, che non sempre è la soluzione migliore. Bisogna far capire che, ad esempio, un cane potrebbe con- durre una vita normale anche con tre arti. Ma non mi piace nemmeno l’accanimen- to terapeutico, ogni animale ha diritto al- la sua dignità». A casa ha animali suoi? «Sì, otto cani che ho curato, come Griz- zly, che è appena arrivato dall’associazio- ne “Una zampa per la vita” di Binasco, a cui mi sono affezionato». Collaborate con i medici che si occu- pano di persone? «Sì, spesso. Gli animali presentano a vol- te malattie molto gravi a insorgenza spon- tanea esattamente come l’uomo (è il caso di alcuni tumori o cani paralizzati, ndr), proviamo ad aiutarli con nuove terapie con la doppia intenzione di contribuire, eventualmente, anche all’approvazione del loro uso sull’uomo. Riteniamo che in alcuni casi, la prova di una nuova terapia possaesserefattasuunanimalechehave- ramente bisogno, senza indurre la malat- tia in un animale sano, in laboratorio, per poi sperimentarci le terapie». Cosa pensa delle cellule staminali? «Credo che, insieme all’ingegneria geneti- ca, siano il futuro della medicina. Ci sono diversi tipi di cellule staminali e bisogna farechiarezza.Peresempio,laChiesacon- danna l’uso di cellule staminali prove- nienti da feti abortiti. Questo potrebbe creareunmercatonerodifeti.Quandoin- vece si parla di cellule staminali autolo- ghe adulte, cioè che arrivano dal midollo osseo dello stesso paziente (che, quindi, si garantisce l’autodonazione), non esistono problemi etici, rischi di rigetto o di tra- smissione di malattie. Noi, infatti, usia- mosoloquestecellule,oltreadalcunipro- dotti del sangue come il plasma arricchi- to di piastrine. Abbiamo fatto diversi tra- pianti di cellule staminali, per esempio, nella zampa di “Ben”, un cane che è stato falciatodauntrattoreehapersomoltites- suti». «No agli esperimenti ma sì alle staminali» Il direttore: le cellule arrivano dal midollo del paziente CURE Da sinistra, risonanza magnetica su uno scoiattolo; Beatrice Rigone che ha adottato Ben, sottoposto a diversi trapianti di cellule staminali perché un trattore gli ha falciato una zampa Sotto, un giovane bulldog sottoposto all’esame dell’udito ESAMI A sinistra, risonanza magnetica su un capriolo con trauma spinale Sopra, analisi in laboratorio FONDATORE A destra, il direttore sanitario Offer Zeira, con in braccio Suami, malata di ernia al disco

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••3PRIMOPIANOVENERDÌ 17 GIUGNO 2011

LA STORIA RADICIL’OSPEDALE VETERINARIO SAN MICHELEÈ NATO ALL’INIZIO DEL 2009 DOPO LA PRECEDENTEESPERIENZA DELLA CLINICA VIA EMILIA

STRUMENTAZIONISALA OPERATORIA COME QUELLE PER L’UOMOCENTRALE DELLA DIAGNOSTICA PER IMMAGINILABORATORIO PER LA COLTURA DELLE STAMINALI

INNOVAZIONELA MAGGIOR PARTE DEGLI ACCERTAMENTIAVVIENE ATTRAVERSO LA RISONANZA MAGNETICAUTILIZZATA ANCHE PER ANIMALI SELVATICI

CURIOSITÀASSISTENZA POST TRAUMA PER GLI ANIMALI,CON FISIOTERAPIA, ESEGUITA ANCHE IN ACQUA,IN UNA SECONDA CLINICA TAVAZZANESE

di PAOLA ARENSI— TAVAZZANO —

OFFER ZEIRA, fondatore e direttore sa-nitario dell’ospedale veterinario San Mi-chele di Tavazzano, racconta così la suavicenda personale.

Dottore, da dove arriva tanto amoreper gli animali?

«Da bambino ho sempre collezionato far-falle, formiche, lucertole e serpenti por-tandoli a casa. Se erano feriti, mi rivolge-vo al veterinario. Per qualsiasi genere dianimale ferito, come lepri e falchetti. Luimi insegnava come accudirli e io mi ci-mentavo. Diversi anni dopo mi sono lau-reato in veterinaria, ho fatto un dottoratodi ricerca e insegnato chirurgia per 8 anniall’Università di Camerino, nelle Mar-che. Infine ho realizzato il mio sogno: do-po aver lavorato nella mia prima clinicaveterinaria a Sordio, dove oggi si svolge -fra altre cose - la fisioterapia, ho apertol’ospedale San Michele. Nel nostro sitoInternet, www.ospedalesanmichele.it,riassumo tutte le storie più curiose che ci

riguardano e che ci aiutano a far adottarei trovatelli bisognosi».

A cosa è contrario?«All’eutanasia facile, che non sempre è lasoluzione migliore. Bisogna far capireche, ad esempio, un cane potrebbe con-durre una vita normale anche con tre arti.Ma non mi piace nemmeno l’accanimen-to terapeutico, ogni animale ha diritto al-la sua dignità».

A casa ha animali suoi?«Sì, otto cani che ho curato, come Griz-zly, che è appena arrivato dall’associazio-ne “Una zampa per la vita” di Binasco, acui mi sono affezionato».

Collaborate con i medici che si occu-pano di persone?

«Sì, spesso. Gli animali presentano a vol-te malattie molto gravi a insorgenza spon-tanea esattamente come l’uomo (è il casodi alcuni tumori o cani paralizzati, ndr),proviamo ad aiutarli con nuove terapiecon la doppia intenzione di contribuire,eventualmente, anche all’approvazionedel loro uso sull’uomo. Riteniamo che in

alcuni casi, la prova di una nuova terapiapossa essere fatta su un animale che ha ve-ramente bisogno, senza indurre la malat-tia in un animale sano, in laboratorio, perpoi sperimentarci le terapie».

Cosa pensa delle cellule staminali?«Credo che, insieme all’ingegneria geneti-ca, siano il futuro della medicina. Ci sonodiversi tipi di cellule staminali e bisognafare chiarezza. Per esempio, la Chiesa con-danna l’uso di cellule staminali prove-nienti da feti abortiti. Questo potrebbecreare un mercato nero di feti. Quando in-vece si parla di cellule staminali autolo-ghe adulte, cioè che arrivano dal midolloosseo dello stesso paziente (che, quindi, sigarantisce l’autodonazione), non esistonoproblemi etici, rischi di rigetto o di tra-smissione di malattie. Noi, infatti, usia-mo solo queste cellule, oltre ad alcuni pro-dotti del sangue come il plasma arricchi-to di piastrine. Abbiamo fatto diversi tra-pianti di cellule staminali, per esempio,nella zampa di “Ben”, un cane che è statofalciato da un trattore e ha perso molti tes-suti».

UNITIDa sinistra Erica Gezzi,il direttore sanitariodell’ospedale Offer Zeira,Marina Aralla,Daniele Zahirpour,Maria Pia Dumas, Chiara Briola,Gloria Favron, Michela Lionello,Letizia PettinariFanno parte dell’equipeanche Andrea Pinal Seoanee Martin Konar

— TAVAZZANO —

DUE SETTIMANE FA l’ospedale veteri-nario San Michele di Tavazzano ha presoin cura “Igor”, una tigre abbandonata dacucciolo e ospitata dal Centro di tutela e ri-cerca fauna esotica e selvatica di MonteAdone, nel Bolognese. L’animale, apparen-temente sano, all’improvviso è caduto alsuolo in coma e ha perso rapidamente latemperatura: i medici l’hanno avvolto inuna coperta termica, sottoposto a risonan-za magnetica, al prelievo di liquido cefalorachidiano (esame delicato che permette divalutare il liquido che avvolge il cervello eviene eseguito solo in centri specializzati) ead altri accertamenti, riuscendo a capire ilmotivo del malore: intossicazione da car-ne, cibo che l’animale aveva nascosto tem-po prima, avariato e infettato dal batterio

Clostridium. Dopo 4 giorni di terapia anti-biotica, la tigre si è ripresa a tal punto dafare un bagno rinfrescante nella sua amatapiscina. «L’ospedale è la casa di chi ama glianimali, di qualsiasi forma e dimensione,anche se ritenuti fauna selvatica», dicono imedici.

DI VOLTA in volta nella struttura sonoapprodati esemplari indimenticabili comeil cagnolino “Ulisse”, un tempo malato ditoxoplasmosi ma sempre felice e di corsa,nonostante le sue zampe posteriori blocca-te siano state unite in una, per permetterglidi essere autonomo; i barboncini nero ebianco di nome “Nuvola” e “Simba”, conproblemi al legamento crociato del ginoc-chio e meningo encefalite granulomatosa(infiammazione al cervello); il pastore tede-sco a pelo lungo “George”, in cerca di un

padrone che lo ami perché dalla nascita hale gambe malate e sta subendo interventiper guarire. Senza dimenticare “Nu”, nu-tria investita sulla statale fra Graffignana eSan Colombano, salvata dal titolaredell’ospedale, operata e liberata. E ancora:un leprotto selvatico finito in bocca a ungatto, che ora deve guarire da un trauma ce-lebrale; una tigre, poi deceduta per insuffi-cienza renale, il cui cranio rimane, per usodidattico, negli uffici del centro; “Ben”, ilcane senza un arto anteriore perché falciatoda un trattore agricolo e adottato dopo ol-tre un anno di cure mediche; un cinghialecui hanno sparato a Genova, uno scoiattoloinvestito arrivato in coma, un cigno neroche doveva essere intubato perché colpitoda un cacciatore al torace. E una faina cuiuna trappola ha schiacciato la testa. Altriospiti sono una puzzola, una pecora, uno

stornello, procioni e un allocco feriti. «Si la-vora con 40 associazioni, molti canili, clini-che e privati — spiega il direttore sanitarioOffer Zeria —. Spesso salviamo noi stessianimali trovati feriti e li curiamo a nostrespese. Mostriamo particolare sensibilitàper i cani di nessuno, che meritano di esse-re curati come cani di qualcuno. Il tuttosupportati da personale specializzato inneurologia, ortopedia, chirurgia, risonanzamagnetica e non solo, da sale operatorieidentiche a quelle usate per gli uomini ecentrale diagnostica per immagini in cuivengono convogliati tutti gli esiti degli ac-certamenti. Risultati che consegnamo subi-to ai padroni dei pazienti. C’è il laboratorioper la cultura delle cellule staminali. Unambiente sterile con macchinari sofisticaticome cappe, microscopi, centrifughe». P.A.

L’ospedale dei miracoli salva ogni specieA Tavazzano curati animali da mezzo mondo: da cani e tigri a nutrie e cervi

«No agli esperimentima sì alle staminali»

Il direttore: le cellule arrivano dal midollo del paziente

IMPEGNOIn alto, il meticcio Ulisse, cui sono state unite le zampe posteriori,prima inutilizzabili, affinché fosse autonomo nonostante i postumi diuna brutta malattia: ora si sposta in totale autonomiaSotto, la tigre Igor, salvata dal Centro tutela e ricerca fauna esoticae selvatica di Monte Adone, nel Bolognese, e arrivata a Tavazzanoin coma perché si era cibata di carne avariata (foto ospedale San Michele)

CURE Da sinistra, risonanza magnetica su uno scoiattolo;Beatrice Rigone che ha adottato Ben, sottoposto a diversi trapiantidi cellule staminali perché un trattore gli ha falciato una zampaSotto, un giovane bulldog sottoposto all’esame dell’udito

ESAMI A sinistra,risonanza magneticasu un capriolocon trauma spinaleSopra, analisi in laboratorio

FONDATOREA destra,

il direttoresanitario

Offer Zeira,con in braccioSuami, malata

di ernia al disco

— TAVAZZANO —

IL DIRETTORE Offer Zeira spiega così il logo dell’ospedale: «Un gior-no sono stato chiamato al Centro di recupero della Fauna Esotica e Selvati-ca di Monte Adone per visitare un grosso scimpanzé con un problema dizoppia. In questi casi l’anestesia generale è d’obbligo. La visita aveva evi-denziato la rottura del legamento crociato del ginocchio. Durante la fasedi risveglio, l’animale alzò il braccio, puntando con il dito lo spazio davan-ti a lui. Questo gesto mi fece così tanta tenerezza che alzai il mio bracciotoccando con il mio dito il suo, in quel momento uno dei presenti scattòuna foto immortalando il momento. Poi mi fecero notare questo atto sim-bolico, un po’ perché faceva pensare al famoso affresco di Michelangelo“La Creazione di Adamo” e un po’ perché anche l’esistenza degli animalidà senso alla vita dell’uomo. È diventato il simbolo dell’ospedale». P.A.

IL LOGO DA UNO SCATTO REALIZZATO SUL CAMPO

Uno scimpanzé allunga il suo dito verso il chirurgo