Vecchia o in fuga. L’Italia reclama futuro - Solo la “sussidiarietà … · 2018. 5. 17. ·...
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Il rapporto. Nella fotografia annuale dell’Istat le contraddizioni che dividono territori e generazioni: nasciterimandate, laureati che scappano. E siamo diventati il secondo Paese più vecchio al mondo dopo il Giappone
Vecchia o in fuga. L’Italia reclama futuro
ALESSIA GUERRIERIROMA
na rete ci salverà. Più che la ripresa (chec’è, ma non basta), ad evitare il collas-so dell’Italia ci pensano le relazioni. Quei
cerchi concentrici – proprio perché «nessun uo-mo è un’isola», sono le parole di John Donneprese a prestito dal presidente dell’Istat Gio-vanni Alleva – in cui ogni italiano è immerso:famiglia, amici, reti sociali. Ebbene sì. Adessoanche la statistica, oltre a registrare timidi segnalidi ripresa per l’economia e l’occupazione (nonal Sud) e a ricordare le molte diseguaglianze del-l’Italia, conferma come siano le reti informali esociali a risolvere i problemi di una popolazio-ne sempre più vecchia e sola. Due caratteristi-che legate anche alla longevità della nostroPaese, che si affiancano al calo per nove anniconsecutivi delle nascite e al triplicarsi del gio-vani che vanno all’estero in cerca di lavoro. Èsoprattutto la chiave delle relazioni però quel-la usata dal Rapporto 2018 dell’Istat, un ele-mento che diventa anche motore a livello e-conomico soprattutto quando le imprese simettono insieme seguendo il modello tedesco.E che dice con forza come il Paese, ora più chemai, voglia futuro.Il potere delle reti. Famiglie sempre più picco-le, genitori lontani e magari anziani, rendono co-sì il ruolo di qualcuno su cui contare fonda-mentale, anche per cercare lavoro. E in mediasi arriva ad averne sette, che vanno scemandonumericamente con l’età. Il 78,% dei maggio-renni infatti può fare affidamento almeno su unparente (45%), un amico (62%) o un vicino(51%). Un sostegno che è anche di tipo econo-mico, ma soprattutto di supporto per la nasci-ta di figli, per le faccende burocratiche o pro-blemi di salute. Le connessioni, non solo vir-tuali, sono anche il paracadute dei più giovani,con una differenza tuttavia abissale tra italianie stranieri: il 62% deinostri ragazzi può ad e-sempio contare suinonni contro il 27% de-gli immigrati. «L’utiliz-zo crescente dei socialnetwork – sottolineaAlleva – non rappre-senta una modalità so-stitutiva, ma comple-mentare delle relazio-ni sociali di persona,che restano la forma diinterazione più appa-gante». E istruzione,conoscenza, perma-nenza nel mercato dellavoro, continua, siconfermano i fattoriprotettivi essenzialiper il benessere.Benessere e disugua-glianze.Un "termome-tro della felicità" chequest’anno, grazie alquadro di indicatori dimonitoraggio sulla si-tuazione socio-econo-mica e ambientale prodotti dall’Istat (Bes) com-pare anche nel Def presentato dal governo. Ecosì si vede che l’Italia supera la prova in 5 dei12 parametri considerati. Oltre ai vantaggi di unincremento del Pil pari all’1,5% e al ritorno allacrescita dell’economia meridionale, insomma,negli ultimi tre anni si è assistito alla riduzionedella "criminalità predatoria", a un migliora-mento nella partecipazione al mercato del la-voro e alla riduzione della durata delle cause ci-vili. Ma il nostro Paese non è ancora promossosul fronte dell’aumento della diseguaglianza deiredditi e della povertà assoluta che interessa or-mai il 6,9% delle famiglie, cioè 5 milioni di indi-vidui. Temi, ricorda il presidente della CameraRoberto Fico intervenendo alla presentazionedel rapporto a Montecitorio, su cui «il Parla-mento e il prossimo governo devono lavorare,assolutamente» anche per «preservare la coe-sione sociale del Paese».Popolazione e migrazione.Parallelamente poi,occorrerà ragionare su come tornare a riempi-re le culle, visto che l’Italia ha perso per il terzoanno consecutivo 100mila abitanti, confer-mandosi il secondo Paese più vecchio al mon-do dopo il Giappone: 168,7 anziani ogni 100 gio-vani. Fragilità che si accompagna a solitudine,anche nel confronto con l’Ue: il 17,2% si senteprivo o quasi di sostegno sociale. Parallelamentecontinuano a calare le nascite: nel 2017 sonostate 464mila, il 2% in meno sul 2016 e nuovominimo storico. E pur mantenendosi su livellidecisamente più elevati di quelli delle cittadineitaliane, cala anche il numero medio dei figli
U
delle straniere. A crescere, invece, sono i cit-tadini stranieri che diventano italiani: 201mi-la nel 2016 e 224mila nel 2017. Il rovescio del-la medaglia, però, è l’aumento del numerodei "nuovi italiani" che lasciano l’Italia: tra il2012 e il 2016 circa 25mila naturalizzati infat-ti si sono trasferiti altrove, nella maggior par-te dei casi in Paesi. Stessa sorte che vivono inostri giovani, il cui numero è triplicato, pas-sando da 51 a 153mila.Economia e lavoro.Eppure qualche segno di ri-
presa inizia a vedersi. Anche nel Mezzogiornodove nel biennio 2015-2016 l’economia è tor-nata a crescere, dopo sette anni di contrazione,verso il +2,9% Pil, un valore superiore a quellomedio nazionale (+1,9%). A salire è anche l’oc-cupazione (+265mila persone) superando quo-ta 23 milioni e sfiorando i livelli pre-crisi, sep-pur in presenza di «un aumento della disugua-glianza dei redditi e della povertà assoluta». E diun ascensore sociale pressoché bloccato.
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Per il terzo anno consecutivoabbiamo perso 100milaabitanti. Aumentanogli stranieri che ottengonola cittadinanza: 224mila nel2017. Bene l’economia,anche al Sud, dopo 7 anninegativi: nel biennio 2015-2016 il Pil del Meridione ècresciuto del 2,9% rispettoal valore nazionaledell’1,9%. Il ruolo chiavedelle relazioni: 7, in media,quelle che miglioranola vita di ogni italiano
Il presidente dellaCamera, RobertoFico (a destra) e ilpresidente dell’Istat,Giorgio Alleva, allapresentazione del“Rapporto Annuale2018. La situazionedel Paese”.
(Ansa–Di Meo)
EMERGENZA ANZIANISono soli per 10 ore al giorno
La scarsità di relazioni sociali diventauna grave forma di isolamento per glianziani che non vivono insieme aipropri familiari. Le persone più in lànegli anni, infatti, restano sole per il70% del tempo (poco più di 10 ore) einteragiscono con altre personesoltanto per 4 ore al giorno, per lo piùcon familiari con cui vivono (nel 65%dei casi), amici (31%) e vicini (4%). Lepersone anziane, informa l’Istat,vivono in condizioni di minoreisolamento nei cosiddetti “territori deldisagio”, in cui il tempo trascorso dasoli scende a 8 ore e 20 minuti equello con altri a poco più di 5 ore. Inparticolare in questi casi tende adaumentare la parte di tempo trascorsacon i propri familiari conviventi, fino al44% delle ore.
EMORRAGIA GIOVANIEsodi triplicati in un decennio
Non si arresta la fuga dei cervellidall’Italia. Continuano ad aumentaregli emigrati con alto livello diistruzione: quelli con almeno la laureapassano dai 19mila del 2013 ai25mila nel 2016. E la fascia d'età incui si registra la perdita più marcata èquella dei giovani dai 25 ai 39 anni(circa 38mila unità in meno), il 30%dei quali con un titolo universitario opostuniversitario. Complessivamente,il saldo migratorio, positivo davent'anni, si contrae ma è in ripresanegli ultimi due anni (184mila unità nel2017): ma mentre le immigrazionidall'estero si sono ridotte da 527milaiscritti in anagrafe nel 2007 a 337milastimati nel 2017, le emigrazioni perl'estero sono triplicate, passando da51mila a 153mila.
SCUOLA E DISABILITÀSoltanto 1 su 3 è accessibile
Sono quasi 160mila gli alunni disabilidi elementari e medie, il 3,5% deltotale, ma soltanto il 34% degli edificiscolastici è accessibile e privo dibarriere. In circa la metà dei fabbricatinon accessibili mancano ascensori anorma, servoscala o rampe. Menocarenti sono servizi igienici scale oporte a norma. La normativa prevedeun insegnante di sostegno ogni duealunni disabili: in quasi tutte le regionidel Mezzogiorno si riscontra unrapporto vicino a un insegnante perogni alunno con disabilità mentre nelCentro e nel Nord il rapporto siavvicina a quello previsto dalle norme.La situazione è capovolta per lapresenza degli assistentidell'autonomia e della comunicazione,figura finanziata dagli enti locali: nelMezzogiorno l'offerta è molto ridotta.
VOLONTARIATO BOOMIl sistema che genera fiducia
È sempre più il volontariatoorganizzato a creare una rete disolidarietà e cooperazione, fatta discambi e relazioni interpersonali: nel2016, il 13,2% della popolazione di14 anni e più ha svolto almenoun'attività gratuita in formaorganizzata. In particolare, il 10,7% inassociazioni o gruppi di volontariato, il3,5% in altro tipo di associazioni,l'1,1% in partiti e lo 0,8% in sindacati.Avere una vita sociale attiva ha unimpatto forte e positivo sulla fiduciainterpersonale: tra chi frequentaassiduamente gli amici, il 21%esprime fiducia nel prossimo contro il13,3% di chi li incontra moltoraramente. Più della metà deivolontari si dichiara molto soddisfattadella propria vita personale.
CULTURA DIFFUSAIn 17 milioni visitano musei
Biblioteche e musei sono reti di servizidiffusi capillarmente sul territorio. Nel2015, il 15,1% degli italiani è stato inbiblioteca almeno una volta in 12 mesie il 29,9% (poco più di 17 milioni dipersone) di residenti in Italia havisitato in un anno almeno una voltamusei o mostre. Alla fine del 2016 inItalia erano attive circa 14milabiblioteche. Per numero di strutture, laLombardia, con circa 2.200biblioteche, rappresenta quasi il 16per cento dell'offerta, seguita adistanza dal Lazio (il 9,4 per cento),dall'Emilia-Romagna (l'8 per cento) edalla Campania (il 7,6 per cento).Rispetto al numero di abitanti, i valoripiù alti sono in Valle d'Aosta, con 42biblioteche ogni centomila abitanti. InPuglia e Campania non si arriva a 20.
LE DUE COMUNITÀSocial sì, ma con relazioni vere
Nel 2016, il 60,1% degli italiani hautilizzato un social network, il 52,5%ha inviato messaggi in chat, scritto suun blog o su un forum, il 32,4% hacondiviso testi, fotografie o musica.Internet e le tecnologie digitali hannotrasformato molti aspetti della vitaquotidiana, creando nuovi modi dicomunicare e relazionarsi. Eppure,l'uso sempre più crescente dei socialnetwork non rappresenta unamodalità sostitutiva dei rapporti realiche restano la forma di interazione piùappagante. L’Istat osserva che chifrequenta di più gli amici è anche piùattivo sui social. La Rete dunquecome strumento di potenziamentodelle relazioni sociali: il punteggio dipiacevolezza attribuito alla socialitàcon gli amici è 2,22, mentre per quellaonline è di 1,88, su una scala di 3.
5Giovedì17 Maggio 2018 P R I M O P I A N O
UN PAESEALLO SPECCHIO
La fotografia dell'Italia
1 gennaio 2018
168,7 anziani ogni 100 giovani Regno Unito
Germania
Svizzera
Francia
60,5 milioni
60,6 milioni1 gennaio 2017
FONTE: Istat
POPOLAZIONE ITALIANI E STRANIERI (in milioni)
DOVEVANNOGLI ITALIANI
54,9 italiani
25.000
19.0005,6
stranieri
60,5totale
464.000 nascite(-2% sul 2016)
Cancellazioni anagrafiche per l'estero153.000 (-2,6% sul 2016)
201.000
224.000
LAUREATI IN FUGA2016
2013
STRANIERI DIVENTATI ITALIANI
2016 2017
1 1
2
3
4
2
34
Crescono diseguaglianze e povertà: 5 milioni in miseriaTengono le reti sociali: 8 su 10 contano sull’aiuto altruiCOSA
FUNZIONA
COSAPREOCCUPA