Varese, 3 maggio 2010 Roberto Franchini LA RICERCA-AZIONE: metodologia che migliora la qualità...
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Varese, 3 maggio 2010Roberto Franchini
LA RICERCA-AZIONE: metodologia che migliora la qualità degli interventi
educativi
ScalettaScenari della progettazione:
riforma delle politiche, sussidiarietà e paradigma di rete
Il processo di progettazione: la ricerca-azione
Progettazione e valutazione: la ricerca sperimentaleContro il “pedagogese”Dai valori agli obiettivi
Rete o comunità?Modello del Welfare State: la singola
agenzia è di volta in volta competente ad occuparsi della persona
Modello della rete-comunità: integrazione come sistema (qualcosa di più della somma delle parti)Il sistema si origina da un progetto
complessivo, all’interno del quale ogni agenzia riceve ruolo
La comunità è complessivamente competente ad occuparsi della persona
Costruire… la dimensione metodologica
Una buona progettazione garantisce continuità tra le diverse agenzie
La rete richiede competenze progettualiIl progetto educativo come snodo tra valori, metodi
e programmazione degli interventiLa nuova didattica come capacità di elaborare
progetti
Progettazione e sussidiarietà
Gli enti locali, nuovi partner dell’utopia pedagogicaIstanza formativa come “cornice” dei servizi
erogati (tempo libero, assistenza, diritto allo studio, etc.)
Da distributori di certificati a promotori dello sviluppo educativo della comunità locale
Dalla “società amministrata” alla sussidiarietà progettuale ed operativaL’ente locale come facilitatore di iniziativaEnti sussidiari come portatori di
progettualità
Il progetto educativoOrganizzazione educativa: razionalità
limitata e complessitàDa organizzazioni meccaniche a
organizzazioni che apprendonoEsigenza di dare un nome alle cose che
si fannoDare evidenza ai valori e alla missione
specificaFar emergere la cultura implicita
dell’organizzazioneCostruire soluzioni operative coerenti e
compatibili
La progettazioneE’ azione esplicita e verificabile che…
Verso l’esterno, costituisce un servizioVerso l’interno, è formazione continua
E’ azione condivisa, secondo il metodo della ricerca-azioneNegoziazione interna ed esternaAnalisi del contestoAutoanalisi
La progettazione: modello razionale tecnocraticoMassima prestrutturazioneIl progettista è soloLa fase più importante, quasi esclusiva, è
la progettazioneScarsa considerazione della fase di
attivazioneIl progetto costruisce organizzazioni
rigide e definitiveTanto più il contesto è complesso tanto
più questo approccio si rivela inadeguato
La progettazione: modello ermeneuticoLa realtà non è scoperta, ma inventataIl processo di interazione tra i protagnisti
dura per tutto il processoOgni attore porta i suoi presupposti e le sue
aspettativeIl progettista non dà soluzioni, ma
promuove negoziazioniLa stesura della prima bozza costituisce
solo una tappa del percorsoIl progetto costruisce organizzazioni
temporanee
Circolo ermeneutico
DECISIONE-PROGETTAZIONE
AZIONE
VALUTAZIONE
Questione imput
RIFLESSIONE OSSERVAZIONE
La ricerca-azione
E’ una forma di ricerca dell’operatore pratico sulle sue stesse praticheFa coincidere il ricercatore con l’operatore educativo
Ha come protagonista il gruppo (comunità educativa) che pone i problemi e progetta il cambiamentoEsige la partecipazione soggettiva di tutti i membri
della comunità educativaIl coinvolgimento è il materiale privilegiato dell’analisiHa come obiettivo il miglioramento dell’esperienza
educativaNon si tratta di acquisire una comprensione, quanto
un potere di fareÈ un metodo di elaborazione di decisioni
Progetto e setting pedagogicoDefinizione di setting: insieme delle
costanti nel cui ambito si svolge un processo educativo
Sovente il setting fa parte della cultura implicita delle organizzazioni, e non è oggetto di riflessione consapevoleÈ nella testa del MinistroÈ in documenti centraliÈ nelle dichiarazioni del DirigenteÈ nell’hidden curriculum dei docenti e del
mondo della scuola in generale
Elementi del setting
Uso dello spazio Uso del tempo Regole Ruolo/i
Spazio interno: strutturato, destrutturato, vuoto, pieno, arredi, etc.
Tempi interni: limitati, rigidi, flessibili, etc.
Presenza di regole dichiarateApplicazione di sanzioni
Esplicitazione dei ruoli, asimmetria o simmetria, etc.
Posizione dell’operatore rispetto agli utenti: vicino, lontano, al centro, etc.
Tempi di presenza degli operatori: continuità, regolarità, casualità, programmazione
Momenti di negoziazione
Funzione connessa al ruolo: es. accudimento, sostegno, ascolto, regolazione, etc.
Il “progetto” della scuola1599: ratio studiorum
dei gesuitiEredita la tradizione
universitaria pariginaDistinzione in classiDefinizione dettagliata
dell’orarioModalità di
valutazione
Oggi Quel tipo di organizzazione si è consolidata,
sino a diventare “indiscutibile”I “quattro uno”
Un insegnanteUna classeUna lezioneUna materia
Due ordini di contenutoUn sapere fondato sulla ricercaUn sapere civico generale
Dall’Occidente alla Cina
Valutare i progetti
Accountability: un esame ragionato dei risultati e del funzionamento di un sistema (anche una scuola, un istituto, sono un sistema) o di un progettoPer esprimere un giudizio sul suo conto ( è
buono, pessimo, discreto, accettabile, tollerabile, efficiente, efficace, ecc.)
Che serva per prendere decisioni sul suo sviluppo
Valutare i progetti
Chi la svolge? (il soggetto della valutazione)Gli studenti I docentiGli organismi internazionali (OECD)Le agenzie private di certificazioneLe autorità scolastiche
Cosa si valuta? (l’oggetto della valutazione)Gli studenti ( il profitto, le competenze)Le classi, le scuole (le prestazioni, i risultati) I docenti ( il rendimento) Il contesto scolastico; l’amministrazione della scuola Il sistema scolastico nel suo complessoL’efficacia di alcuni determinati progetto
Fattori inizialiLa valutazione: una procedura d’esame
razionale dei risultati e del funzionamento di un sistema scolastico per prendere una decisione
La qualità: uno stato del sistema per rapporto ad una soglia convenzionale
Gli indicatori: sono uno strumento di lavoro
Valutazione senza indicatoriStoricamente la valutazione ha anticipato il
ricorso agli indicatoriLa valutazione olistica e normativa
L’idea di scuola che proviene dalle deliberazioni
L’idea di scuola che è nella testa dell’ispettore
Il rischio del “pedagogese”Virtù della ricerca sperimentaleLa ricerca azione non esclude, anzi postula,
la ricerca sperimentale
Costruzione ed uso di un indicatoreLa spia dell’olio, il motore, la marca
(N.Bottani)Il punto critico: il livello a partire dal quale la
spia si accendeLa determinazione del punto di rischio o di
rotturaLa responsabilità tecnica e quella politica
Un esame ragionato dei risultatiUna valutazione diversa da quella del buon
sensoUna valutazione basata su prove affidabili,
certeUn giudizio fondato con argomenti che si
possono comprovare e/o confutare
11/04/2323
Un esempio di valore/ideologia
L’integrazione a tutti i costiPeeters critica l’Italia e l’abolizione delle
scuole specialiNon integrazione come ideologia, ma
ambiente meno limitante possibileIntegrazione: criteri vaghi e irraggiungibiliNegli ambienti cosiddetti integrati i problemi
comportamenti diventano il punto focale dell’intervento
Dai moralismi ad un approccio “scientifico”
11/04/2324
I rischi dell’ideologia Ideologia della
segregazione Ideologia
dell’integrazioneIn nome dell’idea
danneggio gli interessi del singolo
L’idea copre l’inadeguatezza organizzativa
La realtà è ben diversa dall’idea
11/04/2325
Qui riesco a lavorare; qui lavoro da solo; qui capisco da solo cosa fare e come
11/04/2326
La speciale normalità(cfr. Ianes, 2006)
Compresenza dialettica di due principiIl principio della “normalizzazione”Il principio della “specialità” dei bisogni e
degli interventiAttivare le risorse e gli interventi necessari
privilegiando quelli più vicini alla normalitàIncludere nella normalità, trasformandola,
quei principi attivi, tecnici e speciali che la rendono più efficace.
11/04/2327
La speciale normalitàE’ possibile che all’inizio del percorso si
debbano privilegiare obiettivi reali, anche a costo del valore dell’integrazione
Mantenere l’integrazione come sfondo unificanteInterventi via via meno “speciali” possibile
Prendere decisioni
La ricerca in sé e per sé non è sufficiente. Non si ricerca per ricercare, ma per sapere
se c’è qualcosa da cambiarePer correggere si deve sapere quel che
si vuole conseguire; avere un’idea in testa: cosa fare?
Per correggere, occorre anche avere voglia di cambiare
La regolazione attraverso i risultati
Può avvenire a due livelli:
a)A livello di sistema scolastico, considerato nel suo insieme e/o nelle sue articolazioni territoriali
b)A livello delle singole scuole
Nel primo caso vengono monitorati i livelli d’istruzione e d’apprendimento degli studenti nel quadro di una serie di variabili ritenute rilevanti – indicatori - con lo scopo di prendere decisioni sulle azioni da intraprendere e/o di verificare gli esiti delle riforme dell’istruzione e delle politiche della formazione messe in atto.
Nel secondo caso sono i risultati delle singole scuole ad esser oggetto di monitoraggio sistematico a scopo di rendicontazione (accountability) nei confronti dei “portatori d’interesse” (amministratori, utenti, società in generale).
Un esempio: le indagini internazionaliIl fenomeno PISA 2006 (OECD)Uscire dal fenomeno “horse-race” ed
entrare nel territorio delle domande autenticheLa disuguaglianza è “under the skin” o i
sistemi di istruzione vi contribuiscono?Come promuovere il successo e prevenire la
dispersione? Esempi:Meglio una didattica age_oriented o i gruppi di livello?Qual è la dimensione ideale di una classe??????
E noi (singole scuole)?
Un formato di progettazione comune e condiviso, che consentaTrasparenza su obiettivi e indicatori
Trasferibilità e continuità dei progetti
Valutare i progettiE’ sempre cosa saggia cominciare l’esame di un particolare intervento o di un intero programma educativo con una rassegna dei suoi obiettivi. E sarà tanto di guadagnato se si riusciranno a formulare tali obiettivi in modo preciso, concreto e senza retorica. Così, una formulazione come “educare i bambini ad una migliore consapevolezza di sè” o a “essere autonomi nella vita quotidiana” non è di alcun aiuto; molto più efficace, nella sua formulazione, è l’obiettivo di aiutarli ad imparare a stare seduti per il tempo necessario ad un’attività di gruppo, oppure ad individuare il proprio posto a tavola, oppure ancora a condividere un gioco durante il tempo non strutturato. Per questa ultima tipologia di obiettivi è possibile progettare criteri e modalità per valutare il successo (o i gradi di successo e insuccesso), mentre per la prima, più astratta, non si ha alcun metro di valutazione
H.Gardner, Formae Mentis