� La famiglia, ciclo di vita e sistemi in evoluzione;

� Modello teorico di riferimento: modello multivariato;

� La nascita di un figlio disabile: impatto sul sistema familiare, le sfide e i compiti;

� Stress familiare e disabilità infantile;

� Fattori di protezione (stili comunicativi, strategie dicoping, mindfulness, mentalizzazione, supporto sociale, attaccamento, ecc.),

� Reazioni adattive e non adattive;� Reazioni adattive e non adattive;

� Differenze di ruolo;

� Ruolo e impatto sui fratelli;

� L’assessment;

� Interventi, Enrichment familiare;

� Autobiografia di un padre;

� Esempio di valutazione in ambito sociale familiare: “stress e disabilità infantile:sostenere la famiglia”;

� Strumenti di valutazione.

La famigliaLa famiglia

La famiglia è un sistema emozionale plurigenerazionale, che

racchiude l’intero sistema emozionale di almeno tre

generazioni, legate da vincoli di parentela, di sangue o legali. La

famiglia nucleare rappresenta un sottosistema emozionale, che

risulta influenzato dalle relazioni passate, presenti e future

(McGoldrick, Heiman e Carter, 1993).

Due esigenze:- trasformarsi in relazione ai bisogni evolutivi dei singolicomponenti;- conservare il senso della propria identità e continuità neltempo.

Il gruppo famiglia deve poter conservare una propria “stabilità” pur adattandosi a continue trasformazioni.

Ogni famiglia affronta degli stadi comuni che la mettono difronte a svariati compiti evolutivi.

FAMIGLIA E’ UN SISTEMA IN EVOLUZIONEFAMIGLIA E’ UN SISTEMA IN EVOLUZIONE

Affronta perciò compiti che richiedono un più o meno vasto

La famigliaLa famiglia

Affronta perciò compiti che richiedono un più o meno vastoprocesso di riorganizzazione. Si parla infatti di CICLO DI VITAo FASI DI TRANSIZIONE (McGoldrick e Carter, 1982).

Le famiglie differiscono fra loro per le modalità con cuiaffrontano tali compiti evolutivi. Anche il singolo nucleo intale percorso non rimane uguale a se stesso.

Modello teorico di riferimentoModello teorico di riferimento

MODELLO MULTIVARIATO viene utilizzato per lo studio deiprocessi adattivi.

IL MODO IN CUI UNA FAMIGLIA REAGISCE A CIRCOSTANZE DIFFICILI RISULTA DALL’INTERAZIONE FRA DIVERSI FATTORI: LE

DINAMICHE FAMILIARI, LA CAPACITÀ DI EFFETTUARE UNA VALUTAZIONE CORRETTA DEL PROBLEMA, LE STRATEGIE VALUTAZIONE CORRETTA DEL PROBLEMA, LE STRATEGIE

DISPONIBILI PER AFFRONTARLO, LE RISORSE MATERIALI E I SUPPORTI SOCIALI FORNITI DALL’ESTERNO.

Per capire e incoraggiare meccanismi protettivi è importante fareattenzione alle dinamiche che intercorrono tra ciò che accadeall’interno della famiglia e il clima culturale, sociale, economico epolitico in cui gli individui vivono.

Famiglia con disabile: sistema in evoluzioneFamiglia con disabile: sistema in evoluzione

Considerare le famiglie con disabilità come sistemi inevoluzione. Questa assunzione è fondamentale per noncorrere il rischio di giudicare come permanente una reazionepoco adattiva al momento della diagnosi o viceversa diconsiderare il superamento di tale impatto come unicoostacolo cui la famiglia di un bambino disabile deve far fronte.

Considerare la famiglia come protagonista di un processo diadattamento, oltre che vittima di una situazione stressantesignifica immetterla a pieno titolo nel processo terapeutico, siaper quanto riguarda i supporti psicologici e materiali di cuinecessita, sia per quanto riguarda l’attivazione delle risorse dicui è portatrice.

RicercheRicerche

L’interesse scientifico per le famiglie dei disabili è relativamenterecente. Esso è nato a partire dagli anni cinquanta con gli studi sulritardo mentale. Le domande più comuni del periodo sono state:

� In che modo la presenza di un disabile mentale influenza lerelazioni familiari e le vite dei genitori e fratelli, nonché ilbenessere generale della famiglia?

� Quali sono i risvolti psicologici oltre che organici della disabilità?� Quali sono i risvolti psicologici oltre che organici della disabilità?

� Quali sono i possibili rimedi che la società può offrire per ibambini e le loro famiglie?

A queste domande possiamo aggiungere oggi:

� Quali sono le variabili che possono mediare l’impatto negativodella disabilità sulla famiglia e coppia genitoriale?

� Quali conseguenze ha lo stress percepito dai genitori sulbenessere proprio, dei figli e sulla relazione genitori-figli?

La nascita di un figlioLa nascita di un figlio

La nascita di un figlio comporta sempre un certogrado di confusione e disorganizzazione, nonché uncambiamento nella vita dei genitori e un certolivello di stress per riuscire a far fronte allemolteplici esigenze del nuovo nato.

Accade spesso però che la gioia e la gratificazionelegate alla cura e alla crescita del bambinocompensino la fatica e sostengano naturalmente igenitori nei loro sforzi (Harris, Boyle, Fong, Gill,Stanger, 1987).

La nascita di un figlio con La nascita di un figlio con disabilita’disabilita’

La nascita di un bambino disabile o il momentodella scoperta del disturbo è un fenomenodirompente all’interno del ciclo di vita di unafamiglia, tale da produrre una crisi di ampiaportata.portata.

Quando nasce un bambino disabile l’evento siconnota come altamente stressante, ancheperché le fonti di gratificazione sono ridotte(Harris, Boyle, Fong, Gill, Stanger, 1987).

La nascita di un figlio con La nascita di un figlio con disabilita’disabilita’: il lutto: il lutto

Situazione di perdita e necessità di elaborare un lutto:i genitori avevano basato sogni e progetti sull’idea diun bambino sano e di uno sviluppo normale. Il luttorappresenta la perdita di una presenza perfetta e“normale”.

Elaborazione del lutto: dallo shock e dolore iniziali sigenererebbero sensi di colpa e rabbia, fino ad arrivaread una fase di trattativa che sfocerebbe inun’accettazione del problema e nell’elaborazione di unprogetto (Bicknell, 1983).

L’impatto di un bambino disabile su un nucleo famigliare variaa seconda di molte variabili, tra cui:

� La situazione del bambino (natura e la gravità delladisabilità);

� Le caratteristiche personali che gli individui coinvoltimettono in gioco di fronte all’evento stressante.

Impatto della disabilità sulla famigliaImpatto della disabilità sulla famiglia

mettono in gioco di fronte all’evento stressante.

� La rete di supporto intrafamiliare (cooperazione deigenitori, suddivisione dei compiti, qualità del rapportoconiugale, partecipazione dei componenti della famigliaallargata).

� Il supporto sociale e le risorse che la comunità riesce adattivare di fronte alla disabilità. Ciò crea nei genitori lapercezione di non essere isolati.

Le sfide e i compiti Le sfide e i compiti

Le sfide e i compiti che i genitori di un figlio con disabilità affrontanosono numerosi e particolarmente complessi:

1. IL MOMENTO DELLA DIAGNOSI

� Costituisce spesso il primo impatto con la disabilità, ritenuta finoad allora una situazione altamente improbabile.

� Lo stile con cui viene comunicata la diagnosi e gestiti i primicontatti con i genitori non sempre è adeguato alle circostanze.contatti con i genitori non sempre è adeguato alle circostanze.

� La maggior parte dei genitori che hanno ricevuto tale

comunicazione, avrebbero desiderato che la diagnosi fosse stata

comunicata loro con più professionalità e attenzione allo stato

emozionale che stavano sperimentando, con più calma e con un

approccio maggiormente personalizzato. Spesso i genitori

lamentano inoltre la scarsità di informazioni ottenute dai servizi,

indicazioni poco chiare, ambigue e superficiali.

2. PRIMI MESI E ANNI DI VITA

Necessità di rivedere i ruoli all’interno della famiglia, diriformulare i compiti, responsabilità e funzioni fra iconiugi, di ridistribuire le risorse economiche e di dover farfronte a tutta una serie di nuove routine per soddisfare leesigenze del nuovo venuto.

3. INFANZIA E FANCIULLEZZA3. INFANZIA E FANCIULLEZZA

L’apprendimento di abilità funzionali alla vita quotidiana(come vestirsi, lavarsi o nutrirsi) non avvieneautomaticamente, ma sono necessari specifici interventigenitoriali ripetuti nel tempo, e attenzioni particolari alfine di garantire il mantenimento e la generalizzazione deirisultati.

4. ADOLESCENZA E PRIMA ETA’ ADULTA

� Desiderio di maggiore autonomia, amicizie con i pari e attivitàlavorative.

� Questi desideri non vengono quasi mai soddisfatti, la maggior parte diloro trascorre infatti il proprio tempo a casa o in servizi diurni, acontatto esclusivamente con altre persone disabili.

� Conseguenza: restrizione della rete sociale.

5. ETA’ ADULTA

� Spesso non riesce a condurre una vita indipendente.

� Vive con i genitori e continua a frequentare centri diurni occupazionalio laboratori e cooperative protette.

� I genitori si trovano a dover fare i conti con il proprio invecchiamento,la riduzione delle capacità fisiche e una maggior frequenza di malattie,rendendo più difficoltoso il compito di cura del figlio.

Stress familiare e Stress familiare e disabilita’disabilita’ infantileinfantile

� La diagnosi di disabilità di un bambinorichiede una riorganizzazione radicaledell’andamento familiare che, associato allivelli d gravità della menomazione, è fonte diconfusione, fatica e stress per tutto il sistemaconfusione, fatica e stress per tutto il sistemafamiliare.

� Uno dei fattori potenzialmente stressante èlo stravolgimento delle attività abituali deimembri della famiglia (le cosiddette routine).

� STRESS : fattore problematico solo qualora sottopongal’individuo per un certo periodo di tempo a un dispendiodi energie (intellettuali, fisiche, emozionali, ecc.)superiore al livello da lui considerato accettabile.superiore al livello da lui considerato accettabile.

� Gli eventi che si verificano nella persona o nell’ambiente eche richiedono una risposta di tipoemotivo/cognitivo/comportamentale sono definitiSTRESSOR.

La salute e lo sviluppo sociale, emotivo, cognitivo efisico del bambino sono generalmente ottimizzatiquando i genitori rivestono un ruolo supportivo esensibile ai suoi bisogni personali.

Situazioni stressanti per la famiglia possonocondurre i genitori a sperimentare distress circa illoro ruolo genitoriale, con conseguenze a medio elungo termine sulla relazione genitore-bambino esulla capacità di risposta costruttiva ai bisogni delminore (Kirby, 2005).

La disabilità di un membro della famiglia puògenerare un sovraccarico fisico ed emotivoper i vari membri familiari, primi fra tutti igenitori.

Per far sì che i genitori affrontinoefficacemente questa situazione sononecessarie competenze e abilità, che nonsempre risultano facilmente presenti edisponibili. � FATTORI DI PROTEZIONE

Fattori di protezioneFattori di protezione

� Stili comunicativi e i climi familiari;

� Strategie di coping;

� Senso di padronanza;

� La valutazione positiva della situazione;

� Mindfullness;� Mindfullness;

� Stile di attaccamento sicuro;

�Capacità di mentalizzazione;

� Locus of control interno;

� La capacità di resilienza;

� Supporto sociale ricevuto.

Stili comunicativi e climi familiari Stili comunicativi e climi familiari

Le famiglie coese e armoniose presentano un migliorfunzionamento socioemotivo, con ripercussioni positiveanche sull’adattamento psicologico di ogni membrofamiliare alla situazione di disabilità.

La soddisfazione e la coesione coniugale sono fattori cheinfluenzano l’adattamento e la capacità di riorganizzazioneinfluenzano l’adattamento e la capacità di riorganizzazionedella famiglia. I conflitti coniugali possono essere a lorovolta esacerbati dalla condivisione di emozioni negativeintense e dalla richiesta di riorganizzazione che un figliodisabile comporta.

Le interazioni positive tra madri e figli sono stati associati amiglior abilità cognitive e di comunicazione, sia in figlidisabili che non.

Le strategie di copingLe strategie di coping

� Cognitive (riformulazione, individuazione degliaspetti positivi).

� Emozionali (esprimere le proprie emozioni esentimenti, bloccare la tendenza a stimolaresentimenti negativi, tener conto anche dei bisognidegli altri membri della famiglia).degli altri membri della famiglia).

� Relazionali (attenzione alla coesione familiare, allosviluppo di capacità adattive di ogni membro,cooperazione, tolleranza, sviluppo personale,autonomia e indipendenza, ritagliarsi del tempo perhobby e la vita comunitaria o spirituale).

HIGH COPING FAMILY : famiglie che ricorrono a tali strategiecon elevata frequenza.

LOW COPING FAMILY : famiglie che ricorrono a tali strategiesporadicamente.

Si differenziano per come affrontano le difficoltà e gliatteggiamenti che assumono, per i valori ai quali sembranoaderire, per le attività che svolgono, per la partecipazione allacura del figlio e per come vivono il supporto sociale chericevono.

Senso di padronanza (Senso di padronanza (MasteryMastery) )

Una modalità adattiva di far fronte ad una situazionepotenzialmente stressante è frequentemente legataal senso di padronanza (MASTERY) rispetto aiproblemi emergenti dalla situazione di disabilità eall’elevato livello di autostima.

La valutazione cognitiva della situazioneLa valutazione cognitiva della situazione

Per fronteggiare lo stress, di fondamentale importanzaè la valutazionevalutazione, ovvero il processo mentale durante ilquale un individuo dà a un evento un significatosoggettivo e personale.

Attraverso la valutazione cognitiva dell’evento – chederiva dalla combinazione di caratteristiche situazionalideriva dalla combinazione di caratteristiche situazionalioggettive e da caratteristiche disposizionali soggettivedi un individuo – si decide se un semplice evento è omeno uno stressor, incidendo fortemente sullemodalità di gestione del problema.

È il valutare l’evento come stressante che lo rendetale.

MindfulnessMindfulness

MindfulnessMindfulness è una modalità di prestareattenzione, momento per momento, al qui edora al fine di risolvere (o prevenire) lasofferenza interiore e raggiungeresofferenza interiore e raggiungereun’accettazione di sé attraverso una maggioreconsapevolezza della propria esperienza checomprende:sensazioni, percezioni, impulsi, emozioni, pensieri, parole, azioni e relazioni.

Stile di attaccamentoStile di attaccamento

Il modello teorizzato da Bowlby (1979) sostiene che illegame del bambino con la madre è determinante per losviluppo successivo e rimane relativamente stabile durantelo sviluppo.

Dalle interazioni con le proprie figure di riferimentoDalle interazioni con le proprie figure di riferimentodurante l’infanzia possono svilupparsi quattro diversetipologie di attaccamento: sicuro, evitante, ansioso-ambivalente, disorganizzato-disorientato.

Lo stile di attaccamento di ogni genitore avrà a sua voltadelle ripercussioni sui propri stili relazionali e di gestione diun figlio.

Capacità di mentalizzazioneCapacità di mentalizzazione

�La capacità di mentalizzazione permette diregolare il comportamento emotivo delsoggetto e implica la competenza adidentificare e interpretare i propri e gli altruistati interiori (Söderström & Skårderud,stati interiori (Söderström & Skårderud,2009).

� Essa è inoltre intimamente correlata allafunzione riflessiva e alla possibilità dirielaborazione emotiva e riorganizzazionecognitiva a fronte di eventi critici.

E’ la modalità con cui un individuo ritiene che gli eventi della sua vita siano prodotti dai suoi comportamenti o

azioni piuttosto che da cause esterne indipendenti dalla propria volontà.

Indicatori di Locus of control interno sono:

Locus Locus ofof controlcontrol internointerno

• ricerca attiva di strumenti, conoscenze e skills per affrontaresituazioni e problemi;

• ritenere che ciascun problema possa essere risolto o analizzato,che ciascun obiettivo sia raggiungibile (con le risorse adeguate);

• credere nei propri potenziali, attivarsi per svilupparli;

• “visione" delle possibili alternative di un azione finalizzata alraggiungimento di un obiettivo e tentativo di determinare leprobabilità di successo di ciascuna azione.

ResilienzaResilienza

La resilienza è la capacità di superare le avversità, sopravvivere

allo stress, e riprendersi dopo un momento di difficoltà

(Valentine e Feinauer, 1992).

La resilienza familiare, rimanda a 4 tipi di atteggiamento:

� Porre un’enfasi positiva sui motivi che hanno originato lasituazione;situazione;

� Assenza di preoccupazione sul perché la situazione si èverificata;

� Spostamento del focus dal perché si sia verificata al comecomegestire le richieste prodotte dalla situazione stessa;

� Abilità a offrirsi una spiegazione relativa alle cause delproblema coerente con il loro sistema di credenze.

Supporto socialeSupporto sociale

� Il supporto sociale intra ed extrafamiliare ha effettidiretti e indiretti sul benessere del nucleo familiare.

� Occorre però valutare non solo l’ampiezza delle relazioni,ma anche la loro qualità.

� La mancanza di tali relazioni intime si associa ad un altorischio di effetti negativi a lungo termine sulla salute erischio di effetti negativi a lungo termine sulla salute esulla capacità genitoriale.

� Il supporto sociale ha il suo effetto maggiore sullo stile diattribuzione, ovvero sul modo in cui i genitori giudicanoe valutano l’evento disabilità e le situazioni ad esseconnesse (Jennings et al., 1995)

La crisi familiareLa crisi familiare

Una crisi emerge nel sistema familiare quando lerichieste superano le risorse esistenti e questosquilibrio persiste nel tempo.

Il termine CRISI deriva dalla radice greca che significa“decidere”, e descrive il momento nodale di una“decidere”, e descrive il momento nodale di unasituazione che può concludersi in maniera positiva oestremamente dannosa per la persona.

Il superamento positivo della crisi implica da parte delsoggetto la capacità di attivarsi e gestire le condizioni distress senza esserne travolto.

Adattamento alla disabilitàAdattamento alla disabilitàDurante la fase di adattamento le famiglie tentano di:

� Mantenere o ripristinare l’omeostasi acquisendo nuove risorsee attivando comportamenti utili allo scopo;

� Ridurre le richieste a cui si deve far fronte;

� Cambiare i significati circa la propria situazione, modificando ilsignificato di sé come famiglia e/o la propria prospettiva sulmondo.mondo.

� Individuare e utilizzare nuove risorse.

OMEOSTASI: Capacità degli esseri viventi di autoregolarsi, di mantenere relativamente costanti le condizioni

nonostante i cambiamenti che possono avvenire nell’ambiente

circostante.

3 Livelli di adattamento3 Livelli di adattamento

� I SIGNIFICATI SITUAZIONALI: modo in cui i membri dellafamiglia parlano tra loro delle condizioni stressanti, costruendosignificati.

� L’IDENTITA’ FAMILIARE: come le famiglie vedono se stesse.L’identità familiare è riflessa nella sua struttura (chi fa partedella famiglia) e nel suo funzionamento (i modelli di relazionidella famiglia) e nel suo funzionamento (i modelli di relazioniche legano i membri uno all’altro).

� IL PUNTO DI VISTA DELLA FAMIGLIA SUL MONDO:l’orientamento che i membri del nucleo hanno rispetto allarealtà esterna, come la interpretano, qual è il fondamentodelle loro assunzioni rispetto all’ambiente, quali sono lecredenze sull’esistenza, quali sono gli obiettivi della famiglianella vita.

Reazioni Reazioni disadattivedisadattive

Quando le fasi di elaborazione del lutto non vengonocorrettamente superate, possono essere attuate dellereazioni disadattive nella vita coniugale e nelle relazionicon i figli. Gli atteggiamenti che possono svilupparsi sono(Cigoli, 1993):

� RIFIUTO: si manifesta nell’atto di correre da uno� RIFIUTO: si manifesta nell’atto di correre da unospecialista all’altro per cercare una soluzione definitivaal problema;

� IPERPROTEZIONE: tale da impedire al figlio di crescere;

� NEGAZIONE DELLA DISABILITA’: fino ad un totalediniego della realtà/negazione della necessità di cure.

In alcuni nuclei familiari ci può essere la tendenza aindirizzare una parte sproporzionata delle proprierisorse verso i bisogni della malattia, riducendo leenergie che normalmente sarebbero indirizzatealla vita quotidiana.

Ciò può produrre uno sbilanciamento verso“un’identità malata” in cui la famiglia si focalizzasul sintomo del paziente.

Differenze di ruoloDifferenze di ruolo

Ogni membro della coppia genitoriale contribuisce allavalutazione e gestione della situazione in modo diverso. Lavariabilità individuale è legata ai ruoli che ciascuno ricopreall’interno del sistema familiare e sociale.

� Le madri sono il cardine della presa in carico dei bambinidisabili. Rinunciano a diverse opportunità di sviluppopersonale, con conseguenti sentimenti di depressione e dipersonale, con conseguenti sentimenti di depressione e dirabbia e bassa autostima.

� Il ruolo del padre è più marginale e più orientato afronteggiare l’aspetto economico. È più a rischio di difficoltàdi sviluppo di solidi legami affettivi con il figlio.

I fratelli del disabileI fratelli del disabile

I fratelli di un disabile possono presentare problematichecomportamentali (aggressività, impulsività, ipercinesia, ecc.)o disturbi psichiatrici. Possibili cause:

� Deprivazione di cure parentali, legata alle maggioririchieste del fratello disabile.

� Precoci spinte alla crescita e all’autonomia. Rischio di unaprecoce genitorializzazione (Cigoli, 1993).precoce genitorializzazione (Cigoli, 1993).

� Frustrazione, colpa e vergogna collegate all’esperienza diun familiare disabile, a causa di stereotipi e pregiudizi.

Quando i genitori riescono ad adattarsi alla situazione eaccettare il figlio disabile, anche i fratelli risultanopositivamente influenzati dal clima generale.

VALUTAZIONI E VALUTAZIONI E INTERVENTIINTERVENTIINTERVENTIINTERVENTI

Comunicazione della diagnosiComunicazione della diagnosi

�Non sempre i professionisti che informano lefamiglie sono preparati ad aiutarle nel reggerel’impatto di una simile notizia. Diversi colloquisono importanti per cercare di capire i bisognispecifici di ciascuna famiglia e per tarare su questabase l’eventuale offerta di supporti e servizi.base l’eventuale offerta di supporti e servizi.

� Le modalità con cui la diagnosi viene comunicata èdi fondamentale importanza. Chiarezza egradualità sono essenziali.

Focus sulla famigliaFocus sulla famiglia

Da molti studi emerge che non è sufficientesoffermarsi solo sul bambino o adolescentein difficoltà, sulle menomazioni e restrizioni,ma dato l’importante ruolo che riveste lafamiglia nello sviluppo del minore,famiglia nello sviluppo del minore,un’assessment completo ed efficace dovràfocalizzarsi anche sulla le risorse parentali, leconoscenze e le abilità dei genitori e deifamiliari.

AssessmentAssessmentFattori significativi da valutare per poter attuare specifici interventi

personalizzati:

• Presenza di disturbi psicopatologici;

• Livello di stress percepito;

• Capacità di mentalizzazione;

• Capacità di mindfulness;

PER ASSESSMENTASSESSMENT SI INTENDE LA VALUTAZIONE INIZIALE CHE UNO PSICOLOGO CLINICO SVOLGE IN

RAPPORTO ALLA POSSIBILE PRESA IN CARICO DI UN • Capacità di mindfulness;

• Stile di attaccamento;

• Qualità della relazione di coppia;

• Qualità della relazione genitore-bambino;

• Sensi di colpa e/o vergogna;

• Capacità di ritagliarsi un proprio spazio personale;

• Supporto sociale intra ed extrafamiliare

PRESA IN CARICO DI UN PAZIENTE, AL FINE DI DECIDERE

IL PERCORSO PIU’ ADATTO.

Compiti dei serviziCompiti dei servizi

Realizzare programmiprogrammi didi supportosupporto che riconoscanoparticolare importanza alle modalità di comunicazione delladiagnosi e della possibile prognosi, prevedendo:

� Descrizione accurata delle prime difficoltà che sitroveranno ad affrontare e dei possibili progressi delbambino;bambino;

� Ricorso a un linguaggio chiaro, operazionale, attento allivello di istruzione dei genitori e alla loro conoscenza deltema;

� Realizzazione di colloqui con professionisti, per avere lapossibilità di ottenere suggerimenti utili a gestire i primiperiodi di vita del bambino.

� Un intervento efficace richiede l’attenzione sia per ledomande specifiche poste dal bambino e dai limiticonnessi alla sua disabilità, sia per la fase evolutiva eper i bisogni della famiglia.

� La famiglia deve partecipare attivamente alle decisioniche riguardano il piano di trattamento per il proprio

InterventiInterventi

che riguardano il piano di trattamento per il propriofiglio.

� La famiglia è coinvolta nel trattamento del figlio anchese in misura diversa secondo i casi.

� Qualora le condizioni lo rendano necessario èipotizzabile un intervento di supporto psicologico e/omateriale alla famiglia.

Possibili interventi:

� Ridurre le fonti di stress (promozione della competenza);

� Affinare le capacità di valutazione e di coping (uso distrategie per far fronte allo stress);

� Interventi di gruppo volti a rinforzare la rete di supportisociali extrafamiliari (sostegno emotivo reciproco);sociali extrafamiliari (sostegno emotivo reciproco);

� Migliorare le relazioni all’interno della famiglia(insegnamento di competenze comunicative efficaci);

� Migliorare i rapporti fra genitori e professionisti (modificaregli atteggiamenti dei professionisti e migliorarne lecompetenze comunicative).

EnrichmentEnrichment familiarefamiliareForma di intervento familiare che ha l’obiettivo di potenziare le

competenze e le abilità specifiche delle coppie coniugali e genitoriali,

per migliorarne ulteriormente il funzionamento e prevenire eventuali

sviluppi problematici, che potrebbero comprometterne la qualità e la

stabilità delle relazioni familiari stesse.

� Esso ha natura preventivo-promozionale, centrata sulle risorse piùche sulle debolezze della famiglia.

� Ha un focus proattivo e concentra la sua attenzione sul potenzialeconiugale (Davis et al., 1982), ovvero sugli aspetti che la coppia giàpossiede e che non riesce a utilizzare per fronteggiare una certasituazione.

La RISORSA è una riservamateriale o spirituale checonsente di reagireadeguatamente alle difficoltà e diaffrontare le transizioni critiche.

AutobiografieAutobiografie

èNon ha senso chiederci ‘perché è

toccato a noi?’ se allo stesso tempo

non ci chiediamo ‘perché è toccato a

te?’. E se ci facciamo

contemporaneamente le due

domande, la risposta deve essere per

forza inutile ed è sostituita dalla

serena accettazione del caso della

vita. Il caso dunque ci ha uniti.

(Espinàsvita. Il caso dunque ci ha uniti.

(Espinàs, 1994, p.16).Avere un figlio subnormale non è

desiderabile, ma sarei io

l’indesiderabile se durante questi

anni non avessi capito che ci siamo

arricchiti entrambi, tu ed io, Olga,

con il mutuo amore e il mutuo

apprendimento, sì, anche da parte

mia (Espinàs, 1994, p.79-80).

Espinàs, J.M. (1994). Il tuo nome è Olga. Lettere a mia

figlia handicappata. Mondadori: Milano.

Ce l’ho ben chiaro ormai da molto tempo. Il primo diritto

dei figli non normali è quello di avere dei genitori

normali. Normali vuol dire genitori che accettano il loro

figlio minorato come un essere umano che si inserisce

nella loro vita, non che la distrugge (…) consapevoli che

il rapporto con il figlio deve essere compatibile con il rapporto con il figlio deve essere compatibile con

quello esistente con il resto della famiglia, con gli amici,

con tutti (…) che non godono ad autopunirsi per una

patologia della propria coscienza (…) che invece di

nutrire in modo malato la loro eccezionalità di genitori,

nutrono in modo costruttivo la loro normalità di persone.

(Espinàs, 1994, p.24-25).

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