VALUTAZIONE DEI RISCHI PER LA SICUREZZA E LA...

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1 Ai sensi del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive integrazioni ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI SAN DANIELE DEL FRIULI Scuola dell’Infanzia di Rive D’Arcano (UD) VALUTAZIONE DEI RISCHI PER LA SICUREZZA E LA SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO Data della presente valutazione 20/08/2019 3° AGGIORNAMENTO DOCUMENTO UNICO IL PRESENTE DOCUMENTO REDATTO IN DATA 20/08/2019 È COSTITUITO DA N. 69 PAGINE NUMERATE SENZA CONSIDERARE GLI ALLEGATI Il DATORE DI LAVORO: ELISABETTA ZANELLA (timbro e firma) SI RICHIEDE L’APPOSIZIONE DEL TIMBRO DI CONVALIDA PER LA DATA CERTA

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Ai sensi del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive integrazioni

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI SAN DANIELE DEL FRIULI

Scuola dell’Infanzia di Rive D’Arcano (UD)

VALUTAZIONE DEI RISCHI

PER LA SICUREZZA E LA SALUTE

NEI LUOGHI DI LAVORO

Data della presente valutazione 20/08/2019

3° AGGIORNAMENTO

DOCUMENTO UNICO

IL PRESENTE DOCUMENTO REDATTO IN DATA 20/08/2019 È COSTITUITO DA N. 69 PAGINE NUMERATE SENZA CONSIDERARE GLI ALLEGATI

Il DATORE DI LAVORO: ELISABETTA ZANELLA (timbro e firma)

SI RICHIEDE L’APPOSIZIONE DEL TIMBRO DI CONVALIDA PER LA DATA CERTA

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SOMMARIO

1. METODOLOGIA E CRITERI ADOTTATI PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI

1.1 Metodologia operativa 1.2 Criteri di valutazione dei rischi

2. DATI GENERALI DELLA SCUOLA

3. ORGANIZZAZIONE DELLA SICUREZZA

4. FORZA LAVORO

5. MATERIE PRIME E PRODOTTI AUSILIARI UTILIZZATI

6. MACCHINE E ATTREZZATURE DI LAVORO

7. ANALISI DEGLI INFORTUNI VERIFICATISI IN AZIENDA NEGLI ULTIMI 3 ANNI

8. VERIFICA REQUISITI DI CONFORMITÀ

8.1 Luoghi di lavoro (Titolo II Capo I D.Lgs. 81/08) 8.2 Attrezzature di lavoro (Titolo III Capo I D.Lgs. 81/08)

8.3 Uso dei dispositivi di protezione individuale (Titolo III Capo II D.Lgs. 81/08) 8.4 Impianti ed apparecchiature elettriche (Titolo III Capo III D.Lgs. 81/08)

8.5 Segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro (Titolo V Capo I D.Lgs. 81/08)

8.6 Prevenzione incendi (Art. 46 D.Lgs. 81/08)

9. IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI ESISTENTI SUL LUOGO DI LAVORO E VALUTAZIONE DEI RISCHI GENERALI

10. FATTORI DI RISCHIO RELATIVI ALLE MANSIONI LAVORATIVE

11. STRESS LAVORO – CORRELATO

11.1 Criteri di valutazione 11.2 Diagnosi preliminare 11.3 Descrizione sintetica dei provvedimenti da intraprendere per controllare e ridurre il rischio

stress lavoro - correlato

12. PROGRAMMA DELLE MISURE ADOTTATE PER GARANTIRE IL MANTENIMENTO E/O MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

13. OBBLIGHI CONNESSI AI CONTRATTI D’APPALTO O D’OPERA O DI SOMMINISTRAZIONE

D.U.V.R.I. (Documento Unico di Valutazione dei Rischi da Interferenze)

14. CONCLUSIONI

15. RIFERIMENTI NORMATIVI E BIBLIOGRAFICI

16. ALLEGATI

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1. METODOLOGIA E CRITERI ADOTTATI PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI

1.1 METODOLOGIA OPERATIVA

La presente valutazione dei rischi, redatta in conformità al contenuto specifico del D.Lgs. 9 Aprile 2008, n.81, si sviluppa con un percorso metodologico articolato nelle seguenti fasi:

A

B

C

D

E

Acquisizione preliminare delle informazioni relative a:

- Organizzazione dell’azienda in materia di sicurezza sul lavoro - Lavorazioni effettuate - Prodotti e materie prime impiegate - Attrezzature di lavoro utilizzate - Infortuni professionali avvenuti negli ultimi 3 anni

Verifica, mediante sopralluogo, dei requisiti di conformità di:

- Luoghi di lavoro - Attrezzature di lavoro - Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) - Impianti ed apparecchiature elettriche

Esame delle lavorazioni eseguite in azienda, individuazione dei pericoli e delle persone a rischio, nonché delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale; valutazione

dei rischi generali

Esame dei fattori di rischio per mansione lavorativa ed individuazione delle misure opportune per ridurli

Predisposizione del programma delle misure adottate per garantire il mantenimento e l’eventuale miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, e dei termini di aggiornamento del documento di valutazione dei rischi

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1.2 CRITERI DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

La valutazione dei rischi parte dall’individuazione di tutti i pericoli esistenti negli ambienti in cui operano i lavoratori. Si fa riferimento alle seguenti definizioni:

PERICOLO: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni

RISCHIO: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione

Il rischio è funzione della probabilità dell’evento incidentale per la gravità delle conseguenze possibili; ai fini della valutazione dei rischi detta funzione è il prodotto della Probabilità (p) per la Magnitudo (M).

MpR

I rischi per la sicurezza e la salute sono stati valutati adottando una scala a più livelli, sia per l’indice M che per l’indice p. Assumendo una scala a 4 livelli si avrà pertanto: MAGNITUDO (M)

PROBABILITÀ (p)

INDICE LIVELLO DEFINIZIONE

1 Lieve Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità temporanea rapidamente reversibile; esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili

2 Medio Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile; esposizione cronica con effetti reversibili

3 Grave Infortunio o episodio di esposizione con effetti di invalidità permanente parziale; esposizione cronica con effetti irreversibili e/o parzialmente invalidanti

4 Gravissimo Infortunio o episodio di esposizione acuta o cronica con effetti letali o di invalidità totale

INDICE LIVELLO DEFINIZIONE

1 Improbabile La carenza riscontrata può provocare un evento lesivo, sia pure solo per una

concomitanza del tutto fortuita di circostanze avverse

Non sono noti casi in cui la carenza riscontrata abbia determinato un danno

2 Poco probabile

La carenza riscontrata può provocare un evento lesivo, sia pure solo per una serie di circostanze avverse

E’ noto qualche raro caso in cui alla carenza riscontrata ha fatto seguito un danno

3 Probabile La carenza riscontrata può provocare un evento lesivo, sia pure in modo non diretto

E’ noto qualche caso in cui alla carenza riscontrata ha fatto seguito un danno

4 Altamente probabile

Può essere individuata una correlazione diretta tra la carenza riscontrata e la possibilità di un evento lesivo per i lavoratori

I dati storici disponibili (sia aziendali che in aziende similari) riportano casi di danni la cui causa (o concausa) è direttamente riconducibile alla stessa carenza

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Di conseguenza l’entità del rischio è misurabile in una matrice come quella qui di seguito rappresentata, con valori numerici compresi tra 1 e 16, rappresentativi di rischi tanto maggiori quanto più alto è il numero che li rappresenta:

4 8 12 16

3 6 9 12

2 4 6 8

1 2 3 4

Il numero 1 individua una situazione di minimo rischio (evento improbabile, e di magnitudo minima); al numero 16 corrisponde un’allarmante situazione di evento altamente probabile con conseguenze catastrofiche. I numeri permettono di definire le seguenti aree (o situazioni), a rischio decrescente: La valutazione numerica del rischio consente così di identificare un ordine di priorità secondo cui effettuare gli interventi migliorativi. Tale criterio viene pertanto adottato sia per la valutazione dei rischi generali presenti in azienda, sia per quanto riguarda i rischi relativi alla mansione.

fra 16 e 12 Area ad alto rischio: occorre individuare e programmare miglioramenti con interventi di protezione e prevenzione per ridurre sia la probabilità che il danno potenziale (interventi prioritari ed urgenti).

fra 9 e 6 Area a rischio medio: occorre individuare e programmare miglioramenti con interventi di protezione e prevenzione per ridurre o la probabilità p o il danno potenziale M

fra 4 e 3 Area a rischio moderato: occorre verificare che i pericoli potenziali siano sotto controllo e affinare eventualmente le misure già in atto

fra 2 e 1 Area a rischio basso: i pericoli potenziali sono soddisfacentemente sotto controllo

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2. DATI GENERALI DELLA SCUOLA

Tabella 2.1 – Anagrafica della scuola

Ragione sociale

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE

DI SAN DANIELE DEL FRIULI Scuola dell’Infanzia di Rive D’Arcano (UD)

Sede legale

Via J. F. Kennedy, 11 – 33038 San Daniele del Friuli (UD)

Unità locale

Via Divisioni Jiulia, 13/a - 33034 Rive d'Arcano (UD)

Addetti unità locale

Personale Docente/Sostegno e Collaboratori scolastici.

Descrizione attività

L'attività scolastica dei docenti e degli alunni consiste in lezioni teoriche svolte in aula e attività pratiche svolte nei diversi laboratori.

L’attività dal resto del personale è ripartita a seconda dei diversi ruoli (Vedere Piano delle attività del personale A.T.A.)

RECAPITI

Tel. 0432 809122

Fax 0432 809122

e- mail [email protected]

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2.1 DESCRIZIONE DEI LUOGHI DI LAVORO E ANALISI DEL CICLO DI LAVORO

LUOGHI DI LAVORO: Descrizione dell’edificio scolastico: L’edificio in oggetto è situato nel Comune di Rive D’Arcano (UD) in zona decentrata e tranquilla. La struttura è disposta su un piano con ingresso unico per personale e genitori/studenti. La struttura è in cemento armato con copertura a falde, dotato di un numero sufficiente di uscite di sicurezza; i locali sono ben illuminati dalla luce naturale, dotati di oscuramento a tende. Il comune provvede regolarmente alla manutenzione periodica di estintori/dispositivi antincendio e centrale termica. I pasti vengono confezionati nella cucina della scuola e prevedono un menù quadri settimanale ben bilanciato, con la possibilità di fornire pasti anche per studenti con particolari allergie alimentari. La struttura è dotata di area esterna recintata per i momenti di svago/ricreativi, l’edificio è conforme al D.P.R. 503 del 24 luglio 1996 per il superamento delle barriere architettoniche nelle istituzioni scolastiche. La scuola affronta il proprio compito istituzionale attraverso un'efficace metodologia formativa che viene rafforzata da un ambiente scolastico sereno capace di valorizzare al massimo le relazioni tra i docenti, i giovani e le loro famiglie. In allegato è riportata la planimetria della scuola, dalla quale si possono desumere le ubicazioni delle diverse aree, le strutture che ospitano le aule, i laboratori, la sala insegnanti ed in generale i diversi luoghi coperti o all’aperto.

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Ai fini del procedimento adottato per la Valutazione dei Rischi lavorativi, la scuola in esame è stata suddivisa nelle seguenti aree operative omogenee per rischio:

1 – Area didattica normale.

N° 3 aule : 2 – Area attività collettive.

N° 1 Mensa, N° 1 Dormitorio, N° 1 Locale per Attività Collettive.

3 – Area attività sportive. N° 1 Palestrina.

4 – Area Preparazione pasti. N° 1 Locale adibito a Cucina.

5 - Centrale Termica (esterna)

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CICLO DI LAVORO: L’attività degli addetti alla scuola si può dividere in:

• Assistenza e sorveglianza dei plessi scolastici

• Attività di insegnamento

L'attività prevalente all'interno dell’edificio che ospita l’istituto, è quella didattica. Lo svolgimento dell'attività didattica ha la seguente organizzazione: ­ lezioni “frontali” nelle aule normali, arredate con banchi e lavagne; ­ attività motoria in palestra; A fianco dell'attività didattica all'interno delle scuole si svolgono tutta una serie di altre attività connesse e parallele a quella didattica: le operazioni di pulizia, conferenze, ricevimenti dei genitori. Alcune di queste attività prevedono la partecipazione di persone esterne alla scuola, quali docenti supplenti genitori, esperti a vario titolo, operai che si occupano della manutenzione straordinaria e ordinaria.

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2.3. ORGANIZZAZIONE DELLA SICUREZZA

COMPONENTI DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE A.S. 2018/2019 Elisabetta Zanella - Datore di lavoro Ernesto Luri - Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione

Fabiola Chinellato - Rappresentante/i dei lavoratori per la sicurezza

Cecilia Alagni - Medico Competente Michela Buttazzoni - Referente per la Sicurezza di Plesso

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COMPONENTI DELLA SQUADRA DI PRIMO SOCCORSO A.S. 2018/2019

COMPONENTI UBICAZIONE DEL PIN Katia

Coordinatore della squadra di Primo Soccorso – TUTTO IL PLESSO

BUTTAZZONI Michela DI BIAGGIO Marilena

TUTTO IL PLESSO

DI STEFANO Sonia

TUTTO IL PLESSO

PIASENZOTTO Michela

TUTTO IL PLESSO

COMPONENTI DELLA SQUADRA ANTINCENDIO ED EVACUAZIONE A.S. . 2018/2019

COMPONENTI UBICAZIONE BUTTAZZONI Michela

Coordinatore della squadra Antincendio – TUTTO IL PLESSO

COLPI Silvia DEL PIN Katia

TUTTO IL PLESSO

DI BIAGGIO Marilena DI STEFANO Sonia

TUTTO IL PLESSO

PIASENZOTTO Michela

TUTTO IL PLESSO

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Tabella 3.2 – Compiti delle figure aziendali inerenti la sicurezza

Datore di Lavoro

- Nomina il Medico Competente nei casi previsti e gli addetti alla gestione delle emergenze;

- Fornisce ai lavoratori i necessari e idonei Dispositivi di Protezione Individuale; - Approva il documento di valutazione dei rischi, i piani operativi di sicurezza, i piani di

lavoro; - Decide le misure di prevenzione e protezione da adottare sulla base della valutazione

dei rischi effettuata; - Consegna tempestivamente al RLS copia del documento di valutazione dei rischi.

Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP)

- Elabora, il documento di valutazione dei rischi, e individua le misure per la sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro;

- Provvede all’elaborazione delle misure preventive e protettive, dei sistemi di controllo delle stesse, e delle procedure di sicurezza per le varie attività aziendali;

- Propone i programmi di informazione e formazione dei lavoratori; - Partecipa alle consultazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, nonché alla

riunione periodica.

Medico Competente (MC)

- Collabora con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione alla valutazione dei rischi;

- Programma ed effettua la sorveglianza sanitaria, effettuando le visite di medicina del lavoro preventive e periodiche ed emettendo i giudizi di idoneità;

- Comunica tempestivamente le eventuali limitazioni o inidoneità relative ai dipendenti; - Istituisce, aggiorna e custodisce, sotto la sua responsabilità, una cartella sanitaria e di

rischio per ogni lavoratore sottoposto a sorveglianza sanitaria; - Informa ogni lavoratore interessato dei risultati della sorveglianza sanitaria; - Comunica per iscritto al RSPP ed ai RLS, in occasioni delle riunioni periodiche, i

risultati anonimi collettivi della sorveglianza sanitaria effettuata.

Dirigente - Attua ogni misura di prevenzione e protezione di sicurezza e di igiene del lavoro

descritta nel documento di valutazione dei rischi, nei piani operativi di sicurezza e in ogni altra documentazione aziendale

Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione (ASPP)

- Collabora all’individuazione e alla valutazione dei rischi, all’elaborazione delle misure preventive e protettive, e alla proposta dei programmi di informazione e formazione, sotto la supervisione del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione.

Preposto

- Sovrintende e vigila sull’osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di legge e delle disposizioni aziendali in termini di salute e sicurezza sul lavoro e uso dei Dispositivi di Protezione Collettivi e Individuali messi a disposizione; in caso di persistenza dell’inosservanza informa i suoi diretti superiori;

- Impartisce ai lavoratori le istruzioni di sicurezza preliminarmente all’inizio dell’attività; - Verifica che le macchine, i sistemi e le attrezzature siano conformi alle normative di

sicurezza ed igiene del lavoro.

Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS)

- E’ consultato preventivamente in ordine alla valutazione dei rischi e sulla designazione del Responsabile e degli Addetti del Servizio di Prevenzione e Protezione;

- E’ consultato in merito all’organizzazione della formazione; - Riceve le informazioni e la documentazione aziendale inerente alla valutazione dei

rischi e le informazioni provenienti dai servizi di vigilanza; - Promuove l’elaborazione, l’individuazione e l’attuazione delle misure di prevenzione

idonee a tutelare la salute dei lavoratori; - Avverte il responsabile dell’azienda dei rischi individuati nel corso della sua attività.

Addetto al primo soccorso

- Si accerta delle condizioni di salute dell’infortunato in modo da fornire agli Enti di Soccorso tutte le informazioni utili possibili;

- Assiste l’infortunato fino all’arrivo dei soccorsi; - Presta le prime cure agli infortunati conformemente alla formazione ricevuta.

Addetto alla lotta antincendio ed evacuazione

- In caso di emergenza, attiva il dispositivo acustico di allarme e avvisa gli incaricati alla chiamata dei soccorsi;

- Chiude le porte di accesso per isolare l’incendio il più possibile ed intercetta le alimentazioni di gas ed elettriche;

- Si occupa di coloro che necessitano di assistenza, conducendoli al più presto nel luogo di raccolta più vicino;

- Verifica l’avvenuta evacuazione delle persone, ed in caso di persone mancanti, informa le squadre di soccorso esterne per iniziare le ricerche;

- Affianca i Vigili del Fuoco durante l’intervento fornendo tutte le informazioni del caso.

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4. FORZA LAVORO

I lavoratori in servizio presso la struttura scolastica, sono i seguenti:

b) personale insegnante/educativo/sostegno, svolge le attività didattiche ed educative utilizzando tutti i sussidi e le attrezzature messe a disposizione dalla scuola; d) collaboratore scolastico: provvede ai servizi generali della scuola;

L’elenco dei lavoratori in servizio è depositato nell’Ufficio Personale.

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5. MATERIE E PRODOTTI UTILIZZATI

In azienda vengono utilizzate le materie prime e i prodotti elencati nel seguente elenco 5.1.

Elenco 5.1 – Materie e/o prodotti utilizzati

PRODOTTI PER LA PULIZIA (Utilizzati dai Collaboratori scolastici)

L’elenco dei Prodotti Utilizzati e le relative Schede di Sicurezza sono consultabili previa autorizzazione del Dirigente Scolastico

PRODOTTI DI CANCELLERIA (Utilizzati dal personale che opera con le macchine per ufficio e presso i laboratori):

- Toner – per fotocopiatori e/o stampanti laser

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6. MACCHINE E ATTREZZATURE DI LAVORO

Le macchine e attrezzature di lavoro si possono così suddividere: MACCHINE E ATTREZZATURE PER LA PULIZIA - Carrelli per le pulizie completi di set lava pavimenti, più secchio completo di strizzo - Stracci per la pulizia dei pavimenti, degli arredi, dei vetri - Scope e pattumiere MACCHINE IN USO NELLA SALA INSEGNANTI/SEGRETERIA Personal computer completi di monitor LCD Stampanti laser B/N Fotocopiatore ATTREZZATURE DELLA PALESTRA (attrezzi tradizionali)

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7. ANALISI DEGLI INFORTUNI E/O MALATTIE PROFESSIONALI VERIFICATISI IN AZIENDA NEGLI ULTIMI 3 ANNI

Viene analizzato il Registro ed il Cruscotto Infortuni degli ultimi 3 anni scolastici, ai sensi del D.Lgs. 81/08 e sulla base delle indicazioni contenute nella norma UNI 7249.

Tabella 3.1 – Infortuni verificatisi negli ultimi 3 anni scolastici agli studenti ed ai dipendenti in servizio di tutto l’I.C. di San Daniele del Friuli:

Grafico rappresentativo dell’andamento degli infortuni negli ultimi 3 anni scolastici

35

30

25

20

15

10

5

0 2016/2017 2017/2018 2018/2019 2019/2020 I dati relativi agli infortuni degli ultimi 3 anni scolastici, evidenziano: ­ assenza di casi mortali e di infortuni con invalidità permanente; ­ n.° 68 infortuni con inabilità temporanea.

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8. VERIFICA REQUISITI DI CONFORMITÀ

La verifica della conformità è il presupposto per garantire un’equanime valutazione dei rischi residui. Consiste nel verificare la rispondenza di quanto è oggetto di valutazione al disposto delle norme cogenti [3]. 8.1 LUOGHI DI LAVORO Titolo II Capo I D.Lgs. 81/08

Condizioni di esercizio richieste I luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi devono presentare condizioni e requisiti conformi a quanto previsto dall’allegato IV al Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 [1], e pertanto i rischi devono essere ad un livello di rischio moderato e sotto controllo conformemente alle norme vigenti. Misure di Prevenzione e Protezione da adottare - I luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi devono essere sottoposti a regolare manutenzione tecnica; - Gli impianti e i dispositivi di sicurezza, destinati alla prevenzione o all’eliminazione dei pericoli devono

essere sottoposti a regolare manutenzione e al controllo del loro funzionamento; - I luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi devono essere sottoposti a regolare pulizia al fine di garantire

condizioni igieniche adeguate. Programmazione interventi Controllo del funzionamento dei dispositivi ed impianti di sicurezza: continuativo Manutenzione e pulizia dei luoghi di lavoro e degli impianti di sicurezza: periodica 8.2 ATTREZZATURE DI LAVORO Titolo III Capo I D.Lgs. 81/08

Condizioni di esercizio richieste In azienda vengono impiegate le macchine e le attrezzature di lavoro elencate al punto 6 del presente documento di valutazione dei rischi. Non essendo possibile eliminare il rischio alla fonte, vista la funzione insostituibile delle macchine e delle attrezzature manuali o a motore in uso, deve venire adottato il seguente criterio per minimizzare i rischi legati all’utilizzo delle suddette macchine ed attrezzature. Misure di Prevenzione e Protezione da adottare - Obbligo di utilizzo delle macchine ed attrezzature esclusivamente da parte di personale formato sul corretto

funzionamento e sulle modalità di utilizzo; - I lavoratori neo-assunti devono essere autorizzati ad utilizzare macchine e/o attrezzature di lavoro solo

previa formazione ed addestramento da parte del capo reparto e/o da parte di personale esperto; - Per l’utilizzo delle attrezzature di lavoro più complesse devono essere adottate procedure di lavoro a cui tutti

i lavoratori devono attenersi scrupolosamente; - Verranno impiegati i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) messi a disposizione dell’azienda, a seconda

delle specifiche necessità evidenziate nella valutazione dei rischi per mansione al punto 10 del presente documento;

- La vigilanza del rispetto dei criteri di lavoro sopramenzionati è affidata al Preposto e/o al Dirigente, i quali informeranno immediatamente il Datore di Lavoro in caso di eventuali inadempienze per l’applicazione delle misure necessarie.

Programmazione interventi Controlli per verificare il mantenimento delle condizioni di sicurezza nel tempo delle macchine ed attrezzature di lavoro: periodici […] vedere riferimenti normativi e bibliografici al punto 13 del documento

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8.3 USO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Titolo III Capo II D.Lgs. 81/08

Condizioni di esercizio richieste Ai fini della scelta dei Dispositivi di Protezione Individuale, in conformità del D.Lgs. 4 Dicembre 1992 n. 475 e successive modifiche ed integrazioni, devono essere individuate le caratteristiche necessarie affinché questi risultino adeguati ai rischi specifici per mansione individuati al punto 10 del presente documento; tali caratteristiche devono essere confrontate con quelle dei DPI disponibili sul mercato. La valutazione è stata effettuata in ottemperanza dell’Allegato VIII del D.Lgs. 81/08. Misure di Prevenzione e Protezione da adottare - I Dispositivi di Protezione individuale devono essere mantenuti in efficienza ed in condizioni igieniche

ottimali, mediante manutenzione ed eventuali riparazione o sostituzione; - Ogni DPI è destinato ad uso personale, e deve essere impiegato soltanto per gli usi previsti, salvo casi

eccezionali; - Al lavoratore devono essere assicurate informazione e formazione adeguate circa l’uso corretto dei DPI che

andrà ad utilizzare. Programmazione interventi Manutenzione e pulizia dei Dispositivi di Protezione Individuale: periodica Informazione e formazione ai lavoratori: all’assegnazione dell’attività da svolgere, e periodicamente durante le riunioni aventi come oggetto la sicurezza sul lavoro 8.4 IMPIANTI ED APPARECCHIATURE ELETTRICHE Titolo III Capo III D.Lgs. 81/08

Condizioni di esercizio richieste L’impianto elettrico deve essere realizzato in conformità della vigente normativa (Norme CEI 64-8, Legge 46/90, D.M. 37/08 e successive modifiche ed integrazioni). L’impianto di messa a terra deve essere conforme alle norme CEI. Misure di Prevenzione e Protezione da adottare - Gli impianti ed apparecchiature elettriche devono essere mantenute in buono stato secondo le disposizioni

legislative vigenti e controllate periodicamente; - L’impianto di messa a terra deve essere sottoposto a regolare manutenzione e controlli per accertarne

l’efficacia e l’efficienza e a verifica periodica biennale secondo quanto previsto dal D.P.R. 462/2001 Programmazione interventi Manutenzione degli impianti ed apparecchiature elettriche: periodica Verifica degli impianti di messa a terra: quinquennale

8.5 SEGNALETICA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO Titolo V Capo I D.Lgs. 81/08

Condizioni di esercizio richieste La segnaletica di salute e sicurezza presente sul luogo di lavoro deve essere conforme alle prescrizioni di cui agli allegati XXIV, XXV, XXVI, XXVII, XXVIII, XXIX e XXX del D.Lgs. 9 Aprile 2008 n.81.

Misure di Prevenzione e Protezione adottate - La cartellonistica predisposta deve essere adeguata a segnalare in modo efficace sia i rischi residui

connessi alle lavorazioni ed impianti, sia i mezzi di protezione; - I lavoratori devono avere ricevuto adeguata formazione sul significato della segnaletica di sicurezza e sui

comportamenti generali e specifici da seguire.

Programmazione interventi Controllo di visibilità e stabilità della cartellonistica installata: annuale

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8.6 PREVENZIONE INCENDI Art. 46 D.Lgs. 81/08

L’attività svolta dall’azienda rientra fra quelle elencate dal D.M. 16.02.1982 (Attività N. 85), per tale motivo è un’attività soggetta al controllo da parte dei Vigili del Fuoco e conseguente iter procedurale finalizzato al rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi (C.P.I.)

Tale iter procedurale prevede:

Richiesta di esame del progetto al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, finalizzata al rilascio del parere di conformità dello stesso alla vigente normativa antincendio; tale richiesta deve essere corredata di tutti gli elaborati tecnici indicati nel DM 4.58.1998;

Esecuzione dei lavori in conformità al progetto approvato, con particolare attenzione alla predisposizione dei sistemi di protezione passiva (vie di esodo, comportamento al fuoco di strutture e materiali, compartimentazione, riduzione del carico di incendio, distanze di sicurezza, aerazione dei locali) e attiva (impianti e mezzi di spegnimento, dispositivi di sicurezza, evacuatori di fumo);

Domanda di sopralluogo di verifica da parte dei Vigili del Fuoco per il rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi

Viene inoltre predisposto un servizio interno di vigilanza antincendio, la cui presenza è assicurata durante le ore di attività. Il numero e l’addestramento del personale addetto a tale servizio è idoneo a:

consentire operazioni di primo intervento;

guidare l’esodo di emergenza delle persone presenti;

svolgere ordinariamente compiti di prevenzione interna (fruibilità delle vie e delle uscite di emergenza, vigilanza del rispetto dei divieti di fumare ecc, mantenimento in efficienza dei sistemi, dispositivi e attrezzature finalizzati alla sicurezza antincendio)

Valutando le caratteristiche strutturali, i materiali impiegati, il sistema di rilevamento dei fumi, il sistema automatico di messa in pressione della rete idranti e lance antincendio,i dispositivi portatili e la loro ubicazione e numero, l’edificio si può considerare a

RISCHIO DI INCENDIO BASSO

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9. INDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI E VALUTAZIONE DEI RISCHI GENERALI

La presente valutazione di tutti i rischi presenti e non presenti in azienda, e le successive schede di valutazione, costituiscono un’analisi di 1° LIVELLO, e non comprendono misurazioni strumentali, analisi chimiche, algoritmi di calcolo o altri metodi di misurazione e/o dosaggio dello specifico rischio (valutazione di 2° LIVELLO).

VALUTAZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO.

Tabella 9.1 – in questa tabella di sintesi, per ciascun capitolo, viene riportato il rischio più alto rilevato dalla successiva analisi dettagliata:

CAPITOLO

DEI FATTORI DI RISCHIO ANALISI p M R

RISCHIO MASSIMO RILEVATO

1. Rischi territoriali, aree esterne e accessi

Rischio presente 1 3 3 Moderato

2. Aree di transito interne Rischio presente 1 2 2 Basso

3.Strutture, spazi di lavoro e arredi Rischio presente 2 2 4 Moderato

4.Porte, vie e uscite in caso di emergenza

Rischio presente 2 2 4 Moderato

5. Scale fisse e portatili Rischio presente 1 4 4 Moderato

6. Ponteggi fissi e mobili, sistemi di accesso e posizionamento a fune e altre attrezzature per lavori in quota

-

7. Macchine Rischio presente 1 2 2 Basso

8. Attrezzi manuali e portatili Rischio presente 1 2 2 Basso

9. Manipolazione diretta di oggetti Rischio presente 1 3 3 Moderato

10. Immagazzinamento di oggetti e materiali

Rischio presente 1 3 3 Moderato

11. Rischi elettrici Rischio presente 1 3 3 Moderato

12. Apparecchi a pressione -

13. Reti e apparecchi distribuzione gas e liquidi, impianti termici

Rischio presente 1 2 2 Basso

14. Mezzi di sollevamento -

15. Mezzi di trasporto -

16. Rischi di incendio ed esplosione Rischio presente 1 2 2 Basso

17. Rischi per la presenza di esplosivi -

18. Agenti chimici pericolosi per la sicurezza

Rischio presente 1 3 3 Moderato

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19. Agenti chimici pericolosi per la salute

20. Agenti cancerogeni e mutageni

21. Agenti biologici pericolosi

22. Ventilazione dei locali di lavoro e inquinamento indoor

Rischio presente 1 3 3 Moderato

23. Climatizzazione dei locali di lavoro e microclima termico

Rischio presente 1 3 3 Moderato

24. Illuminazione degli spazi e postazioni di lavoro

Rischio presente 1 2 2 Basso

25. Rumore Rischio presente 1 3 3 Moderato

26. Vibrazioni

27. Radiazioni ionizzanti -

28. Radiazioni non ionizzanti -

29. Altri agenti fisici -

30. Carico di lavoro fisico, movimentazione manuale dei carichi e movimenti ripetitivi

Rischio presente 1 4 4 Moderato

31. Lavoro ai videoterminali Rischio presente 1 2 2 Basso

32. Igiene degli ambienti, servizi igienici, locali di refezione riposo

Rischio presente 1 3 3 Moderato

33. Ergonomia dei sistemi del lavoro, degli ambienti, e delle postazioni, fattori oggettivi di stress

Rischio presente 1 3 3 Moderato

34. Ergonomia delle macchine ed altre attrezzature

-

35. Fattori di stress psicosociali Rischio presente 1 4 4 Moderato

36. Organizzazione del lavoro, compiti, funzioni e responsabilità

Rischio presente 1 2 2 Basso

37. pianificazione, gestione e controllo della sicurezza

Rischio presente 1 2 2 Basso

38. Informazioni dei lavoratori, preposti e dirigenti

Rischio presente 1 2 2 Basso

39. Formazione e addestramento dei lavoratori, preposti e dirigenti

Rischio presente 1 2 2 Basso

40. Partecipazione dei lavoratori, preposti e dirigenti

Rischio presente 1 2 2 Basso

41. Istruzioni, prassi e procedure di lavoro in sicurezza

-

42. Segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro

Rischio presente 1 2 2 Basso

43. Uso dei dispositivi di protezione individuale

Rischio presente 1 2 2 Basso

44. Sorveglianza sanitaria Rischio presente 1 3 3 Moderato

45. Gestione emergenze e primo soccorso

Rischio presente 1 3 3 Moderato

46. Controlli, verifiche e manutenzioni Rischio presente 1 3 3 Moderato

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ANALISI DETTAGLIATA DEI FATTORI DI

RISCHIO Scuola dell’Infanzia di Rive D’Arcano

(UD)

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1. Rischi territoriali, aree esterne e accessi

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Aree esterne alla scuola

ESPOSTI AL RISCHIO

Tutto il personale dell’Istituto e gli alunni della scuola, eventuali visitatori/genitori.

AZIONI DI PREVENZIONE

Negli spazi esterni si trovano le aree di ricreazione e gioco, i passaggi (marciapiedi). - Devono essere sgombri da materiali in deposito, puliti da vegetazione spontanea pericolosa, privi di buche o

dislivelli accentuati. - I percorsi pedonali devono essere adatti allo scopo, evitando la possibilità di formazione di pozzanghere e

comunque antisdrucciolevoli. - Gli eventuali pozzetti e/o bordure devono essere, per quanto possibile, livellati al terreno.

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

Mantenere pulite e sgombere la zone di passaggio Pulire e controllare le aree destinate alle attività ludiche (non devono presentarsi situazioni di rischio quali vegetazione non curata, presenza di spine, buche nel terreno, radici sporgenti ecc.). Organizzare gli spazi e definire le destinazioni delle varie aree in rapporto alle operazioni da svolgere (carico, scarico, manovra, movimentazione, passaggio, etc.). Utilizzare gli spazi conformemente a tali destinazioni. Pianificare ed organizzare il transito veicolare durante l’ingresso e l’uscita dei bambini nell’area adiacente all’ingresso pedonale. Quando per ragioni tecniche non si possono eliminare dalle zone di transito ostacoli fissi o mobili pericolosi, gli ostacoli devono essere adeguatamente segnalati. Posizionare apposita Tabella indicante il Punto di Raccolta Esterno.

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2. Aree di transito interne

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Tutti i locali all’interno dell’istituto

ESPOSTI AL RISCHIO

Tutto il personale dell’Istituto e gli studenti, eventuali ospiti esterni.

AZIONI DI PREVENZIONE

I passaggi: - devono essere privi di materiali in deposito e liberi al passaggio. I pavimenti: - devono essere integri in ogni loro parte; non devono notarsi piastrelle danneggiate, instabili; - devono essere privi di buche e sporgenze particolari, cavità e piani inclinati pericolosi; - la pavimentazione delle aree di passaggio e di uscita deve rimanere sempre sgombra da materiali al fine di

evitare intralci.

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

Il pavimento in tutte le zone di percorrenza e di transito va costantemente tenuto pulito al fine di evitare situazioni di rischio per il passaggio.

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3. Strutture, spazi di lavoro e arredi

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Tutti i locali facenti parte dell’istituto

ESPOSTI AL RISCHIO

Tutto il personale dell’Istituto e gli studenti

AZIONI DI PREVENZIONE

Strutture esterne - l’edificio deve presentarsi in buono stato di conservazione; la struttura muraria deve essere integra in ogni

sua parte. Strutture murarie - le strutture murarie devono essere prive di crepe, fessurazioni, scrostamenti; gli infissi ed i serramenti

devono essere integri di ogni parte prevista (es. vetri, sistemi di chiusura, sistemi di fermo in apertura etc.). - le pareti e i soffitti non devono presentare zone umide, bagnate o ammuffite. - le pareti e i soffitti devono essere opportunamente tinteggiati, privi di scrostamenti e, qualora necessario,

facilmente pulibili. Finestre - le dimensioni e la disposizione delle finestre deve essere tale da garantire una sufficiente illuminazione, e aerazione naturale. Arredi - devono essere ben ancorati alle pareti e protetti sui bordi/spigoli vivi quando presenti.

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

- Garantire una sufficiente illuminazione e aerazione naturale.

- Devono essere garantite in ogni zona interna: - Altezza non inferiore a 2m; - Cubatura non inferiore a 6mc (preferibilmente 10mc) per ogni persona; - Superficie di lavoro superiore a 2m2 per ogni persona.

- Si devono ancorare alle pareti tutti gli arredi già segnalati nei verbali di sopralluogo e protetti negli spigoli

vivi.

Le aree devono essere lasciate sufficientemente libere e vanno garantiti adeguati spazi per il lavoro da svolgere.

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4. Porte, vie e uscite in caso di emergenza

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Porte e uscite di emergenza

ESPOSTI AL RISCHIO

Tutte le persone coinvolte da evacuare in caso di emergenza

AZIONI DI PREVENZIONE

Caso in cui le porte si aprano verso l’interno: - è ammessa l’apertura in senso contrario all’esodo, a patto di adottare procedure e informative alle persone interessate (allievi e insegnanti ospitati in tali aule) che garantiscano condizioni di sicurezza equivalente.

Verificarne l’agevole apribilità delle porte eliminando qualsiasi tipo di impedimento (es. depositi) permanente o temporaneo. Le porte devono sempre poter essere aperte quando i luoghi di lavoro sono occupati. Caso in cui le uscite di emergenza non sono correttamente segnalate e mancano i piani di emergenza con la vie di fuga appesi alle pareti: - è necessario che in tutti i luoghi siano presenti idonei percorsi per permettere un’agevole evacuazione dei

lavoratori in caso di pericolo. - in caso di pericolo tutti i posti di lavoro e i locali devono essere evacuati rapidamente e in completa sicurezza

come previsto dal piano di gestione delle emergenze e dell’evacuazione. - le vie di fuga e le uscite di sicurezza vanno lasciate sempre sgombre, per consentire di raggiungere il più

rapidamente possibile il luogo sicuro predestinato.

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

IL PIANO DI EMERGENZA È STATO PREDISPOSTO ASSICURARSI INOLTRE CHE: I luoghi di lavoro ove il personale dipendente presta la propria opera, dispongono di idonee uscite di emergenza con misure regolamentari (1,20 x 2,20 Mt. ±5%), raggiungibile in completa sicurezza anche dal punto più lontano. Una verifica particolare è riservata alla presenza di cartellonistica indicante l’ubicazione delle uscite di emergenza, nonché l’indicazione del percorso più agevole per il raggiungimento delle stesse. Le porte destinate ad uscita d’emergenza, oltre ad essere segnalate in maniera idonea, dovranno aprirsi dall’interno con manovra a spinta. Le vie e le uscite d’emergenza devono essere evidenziate da apposita segnaletica conforme alle disposizioni vigenti, collocata in posizione ben visibile anche dal punto più lontano dal locale interessato. Le vie e le uscite d’emergenza devono essere dotate di un’illuminazione di sicurezza d’intensità sufficiente, che entra in funzione in caso di guasto dell’impianto elettrico.

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5. Scale portatili

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Tutti i locali facenti parte dell’istituto dove vengono usate le scale portatili

ESPOSTI AL RISCHIO

Collaboratori scolastici (gli unici autorizzati a salire sulle scale portatili con più di 3 gradini)

DESCRIZIONE ATTIVITÀ

Nelle attività di pulizia o semplici lavori di manutenzione può esserci la necessità di utilizzo delle scale portatili.

AZIONI DI PREVENZIONE

Verificare prima dell’uso la stabilità della scala che deve essere garantita da: 1) appoggi superiori; 2) appoggi inferiori (piedino antisdrucciolevole) 3) parete di appoggio sicura Il materiale della scala deve essere tale da conferire alla scala resistenza e questa ultima non deve presentare nessun tipo di rottura o segni di rovina e inadeguatezza. Nell’uso di scale doppie assicurarsi che: Non deve superare l’altezza di 5 m. e comunque il personale collaboratore scolastico è autorizzato a salire fino ad un’altezza dal calpestio di mt 2, deve essere provvista di catene di adeguata resistenza o di altro dispositivo che impedisca l’apertura oltre il limite prestabilito di sicurezza. Per garantire la stabilità della posizione di lavoro fin sugli ultimi gradini è opportuno che la scala termini con una piccola piattaforma e con montanti prolungati di almeno 60-70 cm.

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

Formare e informare il personale interessato sulle procedure da intraprendere nell’utilizzo delle scale portatili. Il personale comunque ha ricevuto l’ordine tassativo di non salire ad un’altezza superiore a mt. 2 dal piano/pavimento. IN ISTITUTO TUTTE LE SCALE PORTATILI NON CONFORMI O MALMESSE DEVONO ESSERE ELIMINATE.

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8 -9. Attrezzature manuali e portatili/manipolazione di oggetti

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Tutti i locali facenti parte dell’istituto

ESPOSTI AL RISCHIO

Tutto il personale

DESCRIZIONE ATTIVITÀ

I Collaboratori Scolastici utilizzano apparecchiature elettriche (aspirapolvere, ecc.) alimentate tramite un cavo a tensione di rete di 220 V e attrezzature manuali quali carrelli per le pulizie completi di set lava pavimenti, più secchio completo di strizzo, stracci, scope, spazzole.

Il rischio è condizionato dalle caratteristiche dell’ambiente in cui l’operatore svolge la pulizia dei pavimenti. Uno dei rischi più rilevanti è quello di scivolamento, di urto contro arredi vari e piani di lavoro.

AZIONI DI PREVENZIONE

Buona e costante manutenzione e sostituzione delle attrezzature utilizzate, utilizzo di Dispositivi di protezione individuale (calzature antiscivolo, guanti monouso).

Si ricorda che gli apparecchi elettrici di II classe a doppio isolamento sono da preferire mentre quelli di I classe devono avere assicurato il collegamento a terra coordinato da un interruttore differenziale. Un controllo accurato deve essere fatto periodicamente sulla idoneità degli accessori e sull'integrità del cavo e dell'eventuale prolunga. La macchina deve essere marcata CE

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

Formare e informare il personale interessato sulle procedure da intraprendere nell’utilizzo delle attrezzature manuali e portatili. Verifica sul buono stato e sulla congruità dei DPI (guanti da lavoro, calzature antiscivolo e mascherina solo nei momenti in cui si procede alla vuotatura del bidone, del sacchetto, e al cambio filtro).

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10. Immagazzinamento di oggetti e materiali

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Tutti i locali archivio facenti parte dell’istituto

ESPOSTI AL RISCHIO

Personale insegnante e Collaboratori scolastici

I rischi in analisi, da esaminare e valutare nel caso di immagazzinamento di materiali, riguardano maggiormente le condizioni degli spazi previsti per l’attività.

Al fine di contenere o ridurre tale pericoli, risulta necessario valutare e seguire attentamente le procedure per minimizzare i rischi, qui di seguito riportate.

AZIONI DI PREVENZIONE

Per quanto sopra detto, in ottemperanza a quanto previsto dal D.Lgs.81/08, onde evitare e prevenire i rischi di pericolo, si dovrà valutare e stabilire se: ­ gli spazi utilizzati per l’immagazzinamento sono chiaramente delimitati e segnalati (D.Lgs. 81/08 All. IV p.ti

1.4.6, 1.4.8; All. XXVI p.to 5); ­ l’immagazzinamento di oggetti e materiali pericolosi (infiammabili o nocivi) è specificatamente segnalato e

avviene evitandone l’accatastamento alla rinfusa (D.Lgs. 81/08 All. IV p.ti 1.4.6, 1.4.7, 1.4.8); ­ i locali destinati a deposito hanno ben visibile l’indicazione del carico massimo dei solai (pavimenti,

soppalchi, ecc.) (D.Lgs. 81/08 All. IV p.ti 1.1.3, 1.1.4); ­ l’immagazzinamento è effettuato evitando l’impilamento dei materiali uno sopra l’altro (D.Lgs. 81/08All. IV

p.ti 1.4.6); ­ la forma e le caratteristiche di resistenza dei materiali sono tali da permettere l’impilamento (D.Lgs. 81/08

All. IV p.ti 1.4.6); Nel caso in cui i materiali vengano immagazzinati su scaffalature verificare che: ­ le scaffalature siano stabilmente fissate agli elementi strutturali dell’edificio (D.Lgs. 81/08 All. IV p.ti 1.1.1,

1.4.6); ­ le scaffalature siano protette frontalmente contro possibili urti; ­ le scaffalature abbiano forma e caratteristiche di resistenza adeguate ai materiali che vi si immagazzinino; ­ le scaffalature per l’immagazzinamento degli oggetti riportano l’indicazione del carico massimo e

verificare che i lavoratori seguano tali indicazioni; ­ lo stato di conservazione strutturale degli scaffali (D.Lgs. 81/08 All. IV p.ti 1.1.1, 1.4.6);

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

Formare e informare il personale interessato sulle procedure da intraprendere secondo quanto su esposto. Dopo aver stabilito quali punti delle procedure sopra descritte non soddisfano le condizioni richieste, si provvederà alla loro identificazione e o sistemazione e adeguamento.

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11 Rischi elettrici

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Tutti i locali facenti parte dell’istituto

ESPOSTI AL RISCHIO

Tutto il personale dell’Istituto e gli studenti

DESCRIZIONE

L’impianto elettrico alimenta l’illuminazione e le prese di corrente da 220 V.

POSSIBILI RISCHI

- Contatti di natura elettrica

- Conformità e programma di manutenzione periodica impianti

AZIONI DI PREVENZIONE

Tutto il personale non espressamente addetto NON deve intervenire su impianti o parti di impianto sotto tensione. Il personale non deve compiere, di propria iniziativa, riparazioni o sostituzioni di parti di impianto elettrico. Il personale deve segnalare eventuali anomalie al Responsabile dell’attività, evitando di intervenire se non esperti o espressamente autorizzati. Verificare che l’impiantistica elettrica generale è conforme alle vigenti normative in materia. Tutte le attrezzature che necessitano per il loro funzionamento l’utilizzo dell’energia elettrica, devono venire sono collegate all’impianto generale con una presa d’idonea potenza, rispetto all’intensità di corrente necessaria per il suo funzionamento. Ove è necessario predisporre una cartellonistica che richiama il pericolo grave in caso di contatto con le parti in tensione dell’impianto, e l’invito a segnalare eventuali anomalie al Responsabile delle manutenzioni, evitando di intervenire. Esporre la cartellonistica indicante la misura degli interventi di primo soccorso da prestare all’infortunato in caso di folgorazione.

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

- Segnalare Tempestivamente ogni anomalia o malfunzionamento dell’impianto e delle apparecchiature elettriche.

- Programmare la manutenzione degli impianti sulla base di una manutenzione periodica programmata. - Controllare regolarmente controllata l’efficienza dell’impianto sussidiario di illuminazione che si attiva in caso

di emergenza. - Informare il personale sulle procedure da intraprendere in caso di riparazioni urgenti.

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16. Rischio di incendio

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Tutti i locali facenti parte dell’istituto

ESPOSTI AL RISCHIO

Tutto il personale dipendente dell’Istituto e gli studenti – eventuali ospiti esterni

DESCRIZIONE ATTIVITA’

Normale attività

POSSIBILI RISCHI

- Possibilità che le vie di fuga non siano sgombre

- Possibilità che le uscite di emergenza siano bloccate

- Possibilità che i presidi antincendio siano insufficienti

- Possibilità che i presidi antincendio siano deteriorati o non revisionati

AZIONI DI PREVENZIONE

- Lasciare libere le vie di fuga per l’evacuazione rapida

- Non bloccare l’apertura delle uscite di emergenza

- Tenere chiuse, se presenti le porte tagliafuoco se non dotate di dispositivi automatici di chiusura

- Corso antincendio (livello rischio medio) per il personale incaricato (figure sensibili)

- Controllare che l’accesso ai presidi antincendio sia sempre libero

- Controllare che i presidi antincendio siano stati regolarmente revisionati

- Controllare la perfetta funzionalità dei presidi antincendio

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

- Formare ciclicamente tutto il personale circa i comportamenti corretti da tenere in caso di incendio

- Formare tutto il personale incaricato (figure sensibili) sull’uso corretto dei presidi antincendio

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17. Caduta, inciampo, scivolamento

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Tutti i locali facenti parte dell’istituto

ESPOSTI AL RISCHIO

Tutto il personale dipendente dell’Istituto e gli studenti – eventuali ospiti esterni

DESCRIZIONE ATTIVITÀ

- normale attività

- pulizia locali scolastici

POSSIBILI RISCHI

­ caduta da scale, sedie, tavoli…

­ inciampo in oggetti vari lasciati incustoditi

­ scivolamento su pavimenti umidi

AZIONI DI PREVENZIONE

­ pulizia accurata per eliminare la scivolosità

­ indossare calzature antiscivolo

­ utilizzare attrezzature a norma

­ non abbandonare in giro materiale per le pulizie

Si veda la “Tabella di controllo dei rischi per caduta da scivolamento” nel successivo capitolo MISURE PREVENTIVE SPECIFICHE PER LA SCUOLA

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

Formare e informare periodicamente il personale al fine di adottare comportamenti corretti;

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18. Infortunio di vario genere

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

- Tutti i locali facenti parte dell’Istituto - Aree esterne (giardini e cortili)

ESPOSTI AL RISCHIO

Tutto il personale dipendente dell’Istituto e gli studenti – eventuali ospiti esterni

DESCRIZIONE ATTIVITA’

Normale attività

RISCHI INDIVIDUATI

- Possibile mancanza di alcuni prodotti facenti parte del pacchetto di medicazione

- Possibile presenza di medicinali e/o materiale sanitario scaduto

AZIONI DI PREVENZIONE

­ Controllo mensile del pacchetto di medicazione da parte degli addetti al Primo Soccorso

­ Comunicare all’addetto al Primo Soccorso la tipologia e la quantità del materiale sanitario utilizzato

­ Sostituzione tempestiva dei componenti utilizzati

­ Sostituzione dei prodotti scaduti

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

­ Frequenza di corsi di Pronto soccorsi nei tempi e nelle modalità previste della normativa

­ Formazione del personale incaricato (figure sensibili) circa i comportamenti da tenere in caso di infortuni

­ Sensibilizzazione di tutto il personale sul corretto uso del pacchetto di medicazione

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19. Agenti chimici pericolosi

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Tutti i locali facenti parte dell’Istituto

ESPOSTI AL RISCHIO

Collaboratori Scolastici

DESCRIZIONE ATTIVITA’

Pulizia dei locali scolastici

POSSIBILI RISCHI

- Irritazione pelle e/o occhi da contatto

- Intossicazione dovuta a inalazione e/o ingestione

AZIONI DI PREVENZIONE

- Utilizzo di prodotti ecologici ed a basso contenuto di frasi di rischio

- Istituire le procedure di corretto utilizzo dei prodotti

- Indossare sempre i guanti

- Indossare occhiali di protezione se consigliati dalle schede di sicurezza dei prodotti

- Attenersi alle indicazioni riguardanti la diluizione e/o l’uso dei prodotti segnalate sulle schede e sulle etichette dei prodotti

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

- Informazioni riguardo l’uso corretto dei prodotti di pulizia utilizzando le schede di sicurezza dei vari prodotti

- Sollecitazioni riguardo l’uso di sussidi di protezione nei casi richiesti

- Controllo continuo affinché vengano sempre utilizzati i sussidi di protezione

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21. Agenti biologici pericolosi

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Tutti i locali facenti parte dell’Istituto

ESPOSTI AL RISCHIO

Tutto il personale dell’Istituto e gli studenti

AZIONI DI PREVENZIONE

Igiene: per garantire la salubrità ambientale è necessario

­ che i pavimenti siano sistematicamente puliti e periodicamente disinfettati;

­ le pareti ed i soffitti non devono ravvisare la presenza di muffe e/o aloni indici di penetrazioni d’acqua;

­ l’arredamento (banchi, sedie, cattedre, lavagne) devono essere sistematicamente spolverati e puliti in quanto strumenti di lavoro su cui si deposita facilmente la polvere, acari, pollini che possono causare irritazioni alle vie respiratorie nonché reazioni allergiche;

­ particolare cura ed attenzione deve essere dedicata dai preposti alla pulizia e disinfezione dei sanitari tramite l’uso di guanti di gomma e camici in quanto si ravvisa il rischio di contrarre infezioni da Salmonella, virus epatite A e B, etc;

­ i telai delle finestre, i cornicioni, i davanzali non devono essere imbrattati da guano di volatili.

­ programmare interventi di sanificazione in caso si ravvisi la presenza di topi, scarafaggi, formiche, mosche, ragni rispettivamente responsabili della leptospirosi, tumefazioni, allergie ed infezioni.

Rischio nei luoghi esterni:

­ le vie di circolazione esterna, il parco, e ogni luogo esterno in cui si svolgano attività ludiche e motorie, devono essere sorvegliati; qualora siano presenti bottiglie, oggetti contundenti, siringhe, etc., deve essere previsto il divieto e attivate le misure di protezione.

Soccorso:

­ l’attività di primo soccorso agli studenti deve essere fatta dagli insegnanti o altro personale individuato a tale mansione secondo modalità opportune ed utilizzando guanti in lattice, onde evitare l’eventuale trasmissione di malattie.

­ assicurarsi che tutti gli strumenti metallici contundenti (forbici, compassi, taglierini, etc.) siano sottoposti a buona manutenzione e pulizia; possono essere veicolo di spore di Clostridium tetani.

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

Programmare o mantenere, se già in atto, le misure di protezione sopra descritte.

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22. Ventilazione dei locali di lavoro e inquinamento indoor

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Tutti i locali facenti parte dell’Istituto

ESPOSTI AL RISCHIO

Tutto il personale dell’Istituto e gli studenti

AZIONI DI PREVENZIONE

I locali di lavoro devono disporre di sistemi di aerazione e ventilazione, naturale o forzata, che garantiscano adeguate caratteristiche di qualità e movimento dell’aria per consentire un corretto processo di respirazione, facilitare la rimozione degli inquinanti indoor, controllare la temperatura. Fare in modo che le fotocopiatrici e le stampanti siano collocate in ambienti aerati e separati da quelli con permanenza di persone.

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

Garantire una corretta ventilazione dei locali di lavoro, in relazione ai metodi di lavoro e agli sforzi richiesti ai lavoratori, mediante l’apertura di porte e/o finestre, o, se necessario, l’installazione di idonei sistemi di ventilazione forzata. Per l’aerazione naturale i regolamenti di igiene locale di norma prescrivono superfici apribili minime pari almeno a 1/8 della superficie di pavimento calpestabile. Collocare le fotocopiatrici e le stampanti in un ambiente aerato e separato dagli ambienti con permanenza di persone, in particolare se oggetto di utilizzo intenso.

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23. Condizioni microclimatiche disagiate, sbalzi termici

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Tutti i locali facenti parte dell’Istituto

ESPOSTI AL RISCHIO

Tutto il personale dell’Istituto e gli studenti

DESCRIZIONE ATTIVITA’

Tutto il personale dell’Istituto Comprensivo e gli alunni della scuola possono essere esposti a rischi per la salute determinati dagli sbalzi termici dovuti all’irraggiamento solare eccessivo durante la stagione calda oppure al non completo raggiungimento della temperature confortevoli durante la stagione fredda a causa della impossibilità di ottenere una buona regolazione dell’impianto di riscaldamento.

POSSIBILI RISCHI

In conseguenza a sfavorevoli condizioni microclimatiche, nell’organismo di chi viene esposto, si possono instaurare condizioni di disequilibrio che possono comportare effetti negativi sull’organismo e patologie conseguenti.

AZIONI DI PREVENZIONE

a) la temperatura dei locali dovrà essere compresa tra i 18° e i 24°, l’umidità relativa tra il 40 ed il 60 % con un movimento d’aria non percepibile cioè inferiore a 0,3 m/s;

b) inoltre la temperatura dei locali sarà calibrata convenientemente con la destinazione specifica dei locali tenuto conto dei fattori di dispersione degli ambienti con l’esterno o dell’irraggiamento solare verso l’interno;

c) la superficie minima finestrata corrisponderà almeno a 1/10 della superficie del pavimento del vano abitabile.

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

Valgono le seguenti prescrizioni: ­ Utilizzare indumenti adatti alla stagione o alla situazione del luogo di intervento ­ Soprattutto, quando si effettuano attività che provocano forti sudorazioni, non usare indumenti sintetici, a

contatto con la pelle ma usare indumenti di cotone. ­ Informare il personale sui rischi connessi all’aspetto microclimatico.

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24. Illuminazione degli spazi e postazioni di lavoro

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Tutti i locali facenti parte dell’Istituto

ESPOSTI AL RISCHIO

Tutto il personale dell’Istituto e gli studenti

DESCRIZIONE ATTIVITA’

Tutte le attività devono essere illuminate naturalmente o artificialmente in maniera da assicurare una sufficiente visibilità

POSSIBILI RISCHI

L’affaticamento della vista si manifesta dapprima con il bruciore degli occhi, poi con disturbi alla vista.

A tali effetti possono associarsi quelli determinati sulla struttura ossea e muscolare delle persone che si vedono costrette ad assumere posture errate ma indispensabili per la corretta visione.

AZIONI DI PREVENZIONE

­ i locali dovranno disporre per quanto possibile di una illuminazione naturale sufficiente; ­ il livello di illuminazione delle zone di lavoro sarà pari a 500 lux; ­ sarà assicurata la protezione contro l’irraggiamento solare fastidioso; ­ saranno evitate tutte le posizioni dei posti di lavoro che si trovino in condizione di forte contrasto luminoso

fra il piano di lavoro e l’ambiente circostante; ­ sarà privilegiata l’illuminazione indiretta piuttosto che quella diretta, in ogni caso la posizione dei corpi

illuminanti sarà tale per cui gli addetti non siano abbagliati dai fasci di luce (a tale proposito è consigliabile 30° al di sopra della linea di visuale in condizioni di ordinaria attività lavorativa);

­ saranno evitate tutte le situazioni che possano dare origine a riflessi sui piani di lavoro.

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

Valutare attentamente l’adeguatezza dell’illuminazione naturale ed artificiale.

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25. Rumore

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Tutti i locali facenti parte dell’Istituto in particolare il locale mensa e palestrina

ESPOSTI AL RISCHIO

Tutto il personale dell’Istituto e gli studenti

DESCRIZIONE ATTIVITA’

Permanenza nel locale (in particolare in riferimento alla palestrina ed al locale mensa) di un elevato numero di persone (studenti e personale);

POSSIBILI RISCHI

Il Livello Equivalente LAeq di Rumore presente nel locale mensa non comporta la necessità di una valutazione strumentale visti i tempi di esposizione;

AZIONI DI PREVENZIONE

Sensibilizzazione nei confronti dei presenti perché adottino toni di voce più bassi (quando possibile);

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

- per migliorare il benessere generale si adotteranno comportamenti tali da diminuire le emissioni sonore;

- installazione di opportune attrezzature mirate all’insonorizzazione del locale dove maggiormente si rileva il problema.

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30. Carico di lavoro fisico, movimentazione dei carichi e movimenti

ripetitivi

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Luoghi in cui vi è la probabilità di movimentare i carichi

ESPOSTI AL RISCHIO

Personale insegnante e Collaboratori scolastici

DESCRIZIONE ATTIVITÀ

Movimentazione di bambini, sistemazione archivio

AZIONI DI PREVENZIONE

Ridurre la frequenza e/o durata delle azioni, e/o il peso del carico. Per indicazioni sui valori limite si può fare riferimento a norme tecniche o linee guida internazionali specifiche per la tipologia di movimentazione: sollevamento e deposizione (ISO 11228-1), trasporto (ISO 11228-1), spinta e traino (ISO 11228-2), movimentazione ad alta frequenza (ISO 11228-3) - A tale riguardo è stata fatta un’approfondita e dettagliata Valutazione del Rischio sulla Movimentazione Manuale dei Carichi dei Collaboratori Scolastici e del resto del personale (ripartita per qualifica di appartenenza), allegato al presente DVR.

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

Fornire ai lavoratori adeguate informazioni, formazione e addestramento in particolare in relazione a: peso e altre caratteristiche dei carichi movimentazione corretta dei carichi rischio in caso di movimentazione non corretta

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31. Lavoro ai videoterminali

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Sala Insegnanti.

ESPOSTI AL RISCHIO

- Personale insegnante

DESCRIZIONE ATTIVITA’

- videoscrittura

POSIBILI RISCHI

Rischio derivante dall’uso di VDT, pertanto sono presenti rischi per la vista e per gli occhi, e rischi legati alla postura e alle condizioni ergonomiche.

AZIONI DI PREVENZIONE

­ informazione e formazione sui rischi collegati alla permanenza prolungata ai videoterminali

­ verificare che tutte le postazioni di lavoro soddisfano i requisiti indicati, così come nelle figure seguenti le quali indicano la posizione corretta della persona rispetto al tavolo e del monitor rispetto alle finestre.

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

­ sensibilizzazione di tutto il personale ad un uso corretto dei videoterminali

­ controllo delle postazioni VDT (Ergonomia, luminosità, regolabilità, adattabilità…)

­ visita oculistica nei tempi e nelle modalità previste dalla normativa e per chi ne fa specifica richiesta

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35. Fattori di stress psicosociali

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Rischio stress lavoro - correlato

ESPOSTI AL RISCHIO

Tutto il personale dell’Istituto

DESCRIZIONE ATTIVITA’

Valutazione dei rischi di insorgenza di situazioni di stress nei lavoratori, derivanti da fattori di tipo psicosociale adottando specifiche misure di tipo organizzativo, comunicativo o procedurale.

AZIONI DI PREVENZIONE

Nella valutazione dei rischi sono stati presi in specifica considerazione anche gli aspetti riguardanti lo stress derivante da fattori psicosociali. Nel mese di ottobre 2019 verrà rifatta la Valutazione del Rischio per lo Stress Lavoro Correlato.

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

A cura del Gruppo di Valutazione, saranno analizzati gli indicatori relativi all’ambiente di lavoro, alle singoli mansioni ed alle direttive impartite dal DS e dal DSGA; entro la fine del mese di ottobre 2019. Se dagli indicatori di rischio non emergeranno situazioni con punteggio totale > del 50% del massimo previsto, l’indagine sarà ripetuta nell’a.s. 2022-23 o quando insorgeranno/segnaleranno situazioni che potrebbero indicare possibili situazioni di stress.

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38 - 39. Formazione e informazione dei lavoratori

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Formazione ed informazione sui rischi collegati all’attività svolta

ESPOSTI AL RISCHIO

Tutto il personale dell’Istituto

DESCRIZIONE ATTIVITA’

Le normative antinfortunistiche e l’Accordo Stato-Regioni, prescrivono che il personale debba essere particolarmente formato e informato circa tutti i rischi specifici collegati alle mansioni svolte. Per il personale incaricato (figure che si adoperano per compiti relativi alla sicurezza sui luoghi di lavoro, membri dell’organizzazione della sicurezza) è obbligatoria la formazione antincendio e la formazione per il primo soccorso.

RISCHI INDIVIDUATI

Rischio derivante la mancata o insufficiente formazione ed informazione per l’antincendio, per il primo soccorso; Rischi derivanti da mancata o insufficiente formazione specifica dei lavoratori e degli studenti, con particolare riferimento al reparto macchine utensili dove è necessario anche l’addestramento pre-operativo, secondo i principi generali espressi dal D. Lgs 81/08 ( Rischi specifici per mansioni)

AZIONI DI PREVENZIONE

Programmare l’informazione, la formazione e l’addestramento del personale e degli studenti, in particolare: ­ formare il rappresentante dei lavoratori sulle sue particolari attribuzioni e sui rischi presenti in azienda; ­ consultare i lavoratori su: valutazione dei rischi ed aggiornamenti, realizzazione e verifica degli interventi

di riduzione del rischio in azienda; ­ informare e mettere a disposizione dei lavoratori e degli studenti che frequentano i laboratori la

documentazione aziendale inerente la valutazione dei rischi, le misure di prevenzione, le cause di infortunio e di malattie professionali, le sostanze pericolose impiegate, l’organizzazione del lavoro;

­ informare adeguatamente ciascun lavoratore su: i rischi per la sicurezza e la salute per la sua mansione e l’attività dell’impresa in genere, le misure di prevenzione e protezione adottate, eventuali pericoli connessi all’uso delle sostanze pericolose (sulla base delle eventuali schede di sicurezza);

­ informare adeguatamente ciascun lavoratore su: l’impiego corretto dei dispositivi di protezione individuali quando il loro utilizzo viene previsto dal documento di valutazione del rischio, le procedure interne di primo soccorso e di lotta antincendio, il nominativo del Responsabile del servizio di prevenzione aziendale, il rappresentante dei lavoratori, il medico competente, il nominativo dei lavoratori incaricati della lotta antincendio e degli interventi di primo soccorso e di emergenza;

­ formare adeguatamente i lavoratori incaricati della lotta antincendio e degli interventi di pronto soccorso e di emergenza;

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

Ripetere ciclicamente la formazione e l’informazione del personale e degli studenti che frequentano i luoghi di studio/lavoro in ordine ai principi generali espressi dal D. Lgs 81/08 e dall’Accordo Stato-Regioni.

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42. Segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Tutti i locali facenti parte dell’Istituto

ESPOSTI AL RISCHIO

Tutto il personale dell’Istituto e gli studenti della scuola

DESCRIZIONE ATTIVITA’

Nei luoghi di lavoro, quando risulti che i rischi non possono essere eliminati o sufficientemente ridotti con misure preventive, o di protezione collettiva, deve venire apposta una apposita segnaletica atta ad avvertire le persone esposte dei pericoli, dei rischi e a vietare o prescrivere determinati comportamenti.

POSSIBILI RISCHI

Rischio derivante la mancata o insufficiente segnalazione

AZIONI DI PREVENZIONE

Predisporre un adeguata segnaletica di salute e/o sicurezza al fine di: ­ avvertire di un pericolo o di un rischio le persone esposte; ­ vietare comportamenti pericolosi; ­ prescrivere i comportamenti necessari ai fini della salute e sicurezza; ­ fornire indicazioni relative alle uscite di sicurezza o ai mezzi di soccorso o di salvataggio; ­ fornire altre indicazioni in materia di salute e sicurezza. Distinguere i colori della segnaletica in relazione alla sua funzione secondo i seguenti criteri: ­ Rosso: Segnali di divieto; Atteggiamenti pericolosi; Pericolo – Allarme; Alt; Arresto, Dispositivi di

interruzione di emergenza; Sgombero; Materiali e attrezzature antincendio Identificazione e ubicazione; ­ Giallo o Giallo – Arancio: Segnali di avvertimento; Attenzione, Cautela; Verifica; ­ Azzurro: Segnali di prescrizione; Comportamento o azione specifica; Obbligo di portare un mezzo di

sicurezza personale; ­ Verde : Segnali di salvataggio o di soccorso; Porte, Uscite, Percorsi, Materiali, Postazioni, Locali;

Situazione di sicurezza; Ritorno alla normalità. Le caratteristiche dei cartelli vengono suddivise a seconda che questi siano: ­ Cartelli di divieto (forma tonda, pittogramma nero su fondo bianco, bordo e banda trasversale rossi; colore

rosso che copre almeno il 35% della superficie); ­ Cartelli di avvertimento (forma triangolare, pittogramma nero su fondo giallo, bordo nero; colore giallo che

copre almeno il 50%della superficie) ­ Cartelli di prescrizione (forma tonda, pittogramma nero su fondo azzurro (colore azzurro che copre

almeno il 50% della superficie); ­ Cartelli di salvataggio (forma quadrata o rettangolare, pittogramma bianco su fondo verde; colore verde

che copre almeno il 50% della superficie); ­ Cartelli per le attrezzature antincendio (forma quadrata o rettangolare, pittogramma nero su fondo rosso;

colore verde che copre almeno il 50% della superficie). Nell’adeguare la segnaletica scegliere dimensioni e proprietà colorimetriche e fotometriche dei cartelli tali da garantire una buona visibilità e comprensione, anche in conformità alle norme UNI. In caso di cattiva illuminazione naturale utilizzare colori fosforescenti, materiali riflettenti o illuminazione artificiale. Per le dimensioni dei segnali riferirsi alla seguente formula: A > L2/2000, ove A è la superficie del cartello in m2 ed L è la distanza, in metri, alla quale esso deve essere ancora riconoscibile (formula applicabile fino a una distanza di 50 m).

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

Si deve integrare la segnaletica di sicurezza esistente. I lavoratori devono essere a conoscenza dei messaggi espressi dai segnali in modo da adottare, in funzione di essi, il comportamento adeguato. Posizionare apposita Tabella indicante il Punto di Raccolta Esterno.

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43. Uso dei Dispositivi di Protezione Individuale

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Utilizzo corretto dei DPI

ESPOSTI AL RISCHIO

Collaboratori Scolastici, Insegnanti di Sostegno

DESCRIZIONE ATTIVITA’

- Durante l’attività di pulizia dei locali e dell’igiene della persona.

L’utilizzo di prodotti chimici per le operazioni di pulizia, obbliga il personale esposto a fare uso dei corretti DPI/igiene degli studenti

POSSIBILI RISCHI

Rischio di contatto accidentale con le sostanze, di esposizione a vapori in caso di utilizzo promiscuo (acido muriatico e candeggina)

AZIONI DI PREVENZIONE

Fornire al Personale gli appositi DPI previsti per il tipo di attività che si accingono a svolgere; Mettere a disposizione del personale esposto alle attività di pulizia adeguati DPI per la protezione delle mani ed eventualmente anche delle vie respiratorie.

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

Assicurare le condizioni d’igiene dei DPI, mediante le sostituzioni necessarie e secondo le eventuali indicazioni fornite dal fabbricante.

Informare preliminarmente il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge, e assicurare una formazione adeguata circa l’uso corretto e l’utilizzo pratico dei DPI.

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44. Sorveglianza sanitaria

LOCALIZZAZIONE DEL RISCHIO

Sorveglianza sanitaria

ESPOSTI AL RISCHIO

Il personale dell’Istituto individuato nel protocollo sanitario stilato dal Medico Competente.

DESCRIZIONE ATTIVITA’

La sorveglianza sanitaria comprende gli accertamenti periodici per il controllo delle stato di salute dei lavoratori e la conseguente espressione del giudizio di idoneità.

POSSIBILI RISCHI

I lavoratori non ricevono adeguate informazioni sul significato della sorveglianza sanitaria e sui suoi esiti.

AZIONI DI PREVENZIONE

Effettuare accertamenti periodici con cadenza di norma annuale, qualora non previsto diversamente dalla normativa, ed adottare il conseguente giudizio di idoneità

PROGRAMMI INTERVENTI PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

Il datore di lavoro o suo delegato dovrà nominare il medico competente. Il medico competente dovrà istituire e aggiornare sotto la propria responsabilità, per ogni lavoratore sottoposto a sorveglianza sanitaria, una cartella sanitaria e di rischio Assicurare che il medico competente: fornisca ai lavoratori, e su richiesta agli RLS, informazioni sul significato della sorveglianza sanitaria e,

nel caso di esposizione ad agenti con effetti a lungo termine, sulla necessità di sottoporsi ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione della attività che comporta l’esposizione.

informi ogni lavoratore interessato dei risultati della sorveglianza sanitaria e, a sua richiesta, gli rilasci copia della documentazione sanitaria.

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MISURE PREVENTIVE SPECIFICHE PER LA SCUOLA

Sorveglianza e vigilanza - Rischio comportamentale Gestione della SORVEGLIANZA E VIGILANZA, descrizione: Il personale docente, e in specifiche circostanze il personale ausiliario, è responsabile, oltre che della propria attività di insegnamento, anche della sorveglianza: il dovere di vigilanza dell’insegnante sorge al momento dell’entrata nella scuola dell’allievo e cessa con l’uscita di quest’ultimo al termine delle lezioni, permanendo anche durante il periodo destinato alla ricreazione. Inizio del servizio provvedimenti adottati: ­ Gli alunni sostano dentro la scuola prima dell’inizio e dopo il termine del servizio. ­ È stato assegnato un apposito locale o spazio per la sosta prima dell’inizio e dopo il termine del servizio. ­ È stato comunicato alle famiglie l’orario dell’inizio e del termine del servizio. Ingresso degli alunni:

Entrata studenti I docenti in servizio attendono gli alunni nell’atrio di ingresso all’’interno della scuola, cinque minuti prima dell’inizio delle lezioni. Nella fase di ingresso gli alunni saranno vigilati dal personale ATA e invitati da docenti e ATA a non correre, a sistemare i propri indumenti e il proprio corredo scolastico in modo ordinato, tale comunque da non costituire occasioni di rischio. Gli alunni che giungono a scuola in ritardo in modo occasionale devono essere accompagnati in classe da un collaboratore scolastico. Entrate posticipate e uscite anticipate che abbiano carattere di continuità nel tempo devono essere preventivamente autorizzata dalla Direzione. Provvedimenti adottati: ­ L’ingresso degli alunni nelle aule, all’inizio del servizio, è stato regolamentato; ­ Sono state impartite le relative disposizioni agli alunni; ­ Sono state impartite le relative disposizioni ai docenti; ­ Sono state impartite le relative disposizioni ai collaboratori scolastici. Provvedimenti ai fini della sicurezza durante svolgimento delle lezioni: ­ Durante lo svolgimento delle lezioni è assicura la vigilanza all’esterno delle aule; ­ È necessario assicurare costantemente la vigilanza nei corridoi; ­ È assicurata la vigilanza nei pressi delle uscite; ­ È necessario assicurare costantemente la vigilanza nei pressi dei bagni; ­ È assicurata la vigilanza all’ingresso della scuola; ­ Non è sempre garantita un’efficace vigilanza al cancello esterno; ­ È stato regolamentato lo spostamento degli alunni all’interno e all’esterno dell’edificio; ­ Lo spazio riservato all’attività ludica è separato da quello destinato alla sosta e al passaggio dei veicoli; ­ È stata organizzata la vigilanza sulle classi durante il trasferimento nelle aule speciali (laboratori, palestre). Attività ludica:

Intervalli la giornata scolastica risponde ad un bisogno di riposo mentale degli alunni e pertanto devono essere garantiti. L’insegnante presente in classe si trattiene all’ingresso dell’aula, controllando il corretto svolgimento della ricreazione e curando l’aerazione dell’aula stessa. Gli alunni si intrattengono nei corridoi o in altri spazi all’interno e, tempo permettendo, all’esterno dell’edificio. Questa pausa costituisce tempo educativo come tutto il tempo scuola, l’insegnante pertanto deve mantenere una positiva e vigile presenza. Poiché questa è una fascia oraria ad alto rischio di incidenti, è necessario intensificare la vigilanza e adottare ogni precauzione atta a prevenire infortuni. Docenti nella vigilanza sugli alunni e nell’uso corretto di spazi e strutture. Provvedimenti adottati: ­ È stata organizzata la presenza dei docenti ai fini della vigilanza; ­ È stato assegnato un compito specifico ai collaboratori scolastici; ­ È stato regolamentato lo spostamento dei gruppi di alunni all’interno della scuola; ­ Viene rispettato il divieto di fumare.

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Utilizzo dei servizi igienici. Durante lo svolgimento delle lezioni e delle attività, l’uscita degli alunni deve essere consentita solo in considerazione delle improrogabili necessità, dell’età degli alunni. In questo caso, poiché la vigilanza rimane a carico del docente in servizio nella classe, l’insegnante metterà in atto tutti i comportamenti idonei a garantire la vigilanza su tutti gli alunni, compreso il ricorso al personale ausiliario. Durante l’intervallo il docente esercita una puntuale vigilanza su tutti gli alunni, cura che l’accesso ai servizi avvenga con ordine, secondo criteri prestabiliti e partecipati agli alunni. I collaboratori scolastici, laddove possibile, vigileranno all’interno dei servizi. Avranno cura di asciugare i pavimenti cinque minuti prima e cinque minuti dopo la ricreazione, o comunque qualora se ne ravvisi la necessità dopo l’uso dei servizi da parte degli alunni, anche in orario non coincidente con quello della ricreazione. È vietato lasciare strofinacci, scope e spazzoloni in maniera che possano costituire occasione di infortunio.

Uscita alunni Terminata l’attività didattica i collaboratori scolastici, cinque minuti prima del termine delle lezioni, aprono i cancelli e si dispongono in modo da tenere sotto controllo tutto il percorso verso l’uscita. Le lezioni cessano al suono della campana. Vigilanza sulle classi: E’ sempre garantita in caso di assenza del titolare e in attesa di sostituzione. Vigilanza ai piani durante l’attività scolastica: Il personale impegnato nella vigilanza è tenuto a prestare una particolare attenzione nei confronti di quegli alunni che, per ragioni eccezionali, escono dalla classe, controllandone il comportamento e l’uso delle strutture. Provvedimenti adottati: ­ Sono state impartite le relative disposizioni agli alunni; ­ Sono state impartite le relative disposizioni ai docenti; ­ Sono state impartite le relative disposizioni ai collaboratori scolastici.

RISCHIO COMPORTAMENTALE: ­ Il trasferimento delle classi o gruppi di alunni deve avvenire attenendosi alle regole di comportamento e

vigilanza. ­ I giochi in cui si coinvolgono gli alunni devono essere tali da garantire la loro incolumità ed organizzati in

funzione degli spazi interni disponibili. ­ Gli alunni devono essere istruiti a non correre lungo i corridoi, a non aprire violentemente le porte, a

lavarsi le mani prima di mangiare, a non giocare in modo violento con i compagni.

Tabella di controllo dei rischi per caduta da scivolamento

Area Misure pratiche per ridurre di rischio di caduta Scale esterne, vialetti e parcheggio

Illuminazione adeguata-sostituire, riparare e pulire le lampade prima che l’intensità diventi insufficiente Assicurarsi che le scale e i vialetti siano adeguati a reggere il peso dei pedoni Assicurarsi che il marciapiede sia sicuro e che la pavimentazione sia in buone condizioni e presenti una superficie liscia e pianeggiante Mantenere l’area parcheggio libera Marcare il bordo dei gradini usando materiale anti-scivolo, poiché la superficie liscia con una patina di vernice la rende scivolosa quando è bagnata Applicare una ringhiera in un punto appropriato e mantenerla in buone condizioni Mantenere in ordine la zona verde, tagliando l’erba Pulire la strada dalle foglie e dall’erba Rimuovere le alghe cresciute Attuare un piano di sicurezza in caso di neve e ghiaccio

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Campo giochi /campo sintetico per lo sport

Assicurarsi che la superficie sia pianeggiante e che dreni l’acqua Rimuovere l’accumulo di erba/acqua Rimuovere le alghe cresciute Indossare appropriati indumenti per il campo Garantire la presenza di un controllore tutto il tempo

Entrate e uscite dell’edificio

Collocare all’entrata uno zerbino anti-scivolo, capace di assorbire l’acqua Mantenere lo zerbino in buone condizioni sostituirlo quando è inzuppato Disporre il segnale di pericolo dove i gradini non sono ben visibili e hanno altezze diverse Disporre il segnale di rischio di scivolamento quando necessario Tenere la porta chiusa e bloccata in modo sicuro

Area dedicata agli sports

Evitare di lucidare troppo il pavimento Assicurarsi che siano indossate calzature adatte Mantenere il pavimento opaco in buone condizioni e assicurarsi che rimanga piano Tenere i pavimenti piani puliti e completamente liberi dall’acqua e dalla polvere

Spogliatoi Evitare il ristagno di acqua dal pavimento vicino all’entrata dei ragazzi-provvedere alla pulizia delle scarpe Applicare piastrelle anti-scivolo sul pavimento. Assicurarsi che tali piastrelle siano adatte e sicure Applicare uno zerbino drenante o una griglia nell’area delle docce Applicare maniglie per le persone disabili

Scale interne e corridoi

Cercare di distribuire il passaggio degli studenti creando percorsi di traffico Applicare sul posto misure per gestire il flusso di traffico su e giù dalle scale Applicare misure per gestire il flusso di traffico attraverso i corridoi Marcare il bordo dei gradini usando materiale anti-scivolo, poiché la superficie liscia con una patina di vernice la rende scivolosa quando è bagnata. Applicare una ringhiera Garantire un’illuminazione adeguata-sostituire, riparare e pulire le lampade prima che l’intensità diventi insufficiente Applicare appropriati materiali antiscivolo sui pavimenti che potrebbero bagnarsi

Aule (incluse aree adibite ai laboratori e aree pratiche)

Evitare di lasciare cavi elettrici degli strumenti in vista Applicare un guardaroba per gli zaini degli studenti Applicare degli appendini per gli indumenti bagnati e umidi-considerare di applicare uno speciale pavimento anti-scivolo nel maggior numero di aree possibili poich anche solo lo sgocciolamento dell’acqua piovana su una superficie liscia potrebbe risultare scivoloso Dotare di uno speciale pavimento anti-scivolo un’area che potenzialmente potrebbe bagnarsi Non posizionare materiale di magazzino o strumentazioni sotto ai tavoli/panchine Evitare di sovraffollare le aule Controllare le entrate e le uscite dalle classi Disporre in sicurezza i lavori artistici e pratici Pulire i giochi nelle classi dei primi anni

Preparazione delle aule, Aree adibite ad attività tecniche e le stanze di deposito

Creare un consono magazzino per le merci e gli strumenti Tenere i contenitori dei liquidi in aree protette Pulire la zona intorno alle macchine, forni e strumenti Usare un pavimento anti-scivolo resistente intorno alle macchine Rimuovere dal pavimento contaminato segatura, terra,oli

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50

10. FATTORI DI RISCHIO RELATIVI ALLE MANSIONI LAVORATIVE

valutazione dei rischi relativi alla mansione

MANSIONE Collaboratore Scolastico

IDENTIFICAZIONE E QUANTIFICAZIONE DEI RISCHI

DESCRIZIONE Magnitudo

M Probabilità

p R RISCHIO

Caduta di oggetti dall’alto- Utilizzo di Scale 2 2 4 Moderato

Contatto cutaneo con detergenti e prodotti per la pulizia 2 1 2 Basso

Schizzi agli occhi di prodotti per la pulizia e lo sgrassaggio 2 1 2 Basso

Elettrocuzione 4 1 4 Moderato

Polveri 2 1 2 Basso

Posture incongrue e movimenti ripetuti 2 1 2 Basso

Movimentazione manuale dei carichi 2 2 4 Moderato

LEGENDA

4 8 12 16

fra 12 e 16 Rischio Alto: individuare e programmare miglioramenti con interventi di protezione e prevenzione per ridurre sia la probabilità che il danno potenziale (interventi prioritari ed urgenti)

3 6 9 12 fra 6 e 9 Rischio Medio: occorre individuare e programmare miglioramenti con interventi di protezione e prevenzione per ridurre o la probabilità p o il danno potenziale M

2 4 6 8 fra 3 e 4 Rischio Moderato: occorre verificare che i pericoli potenziali siano sotto controllo e affinare eventualmente le misure già in atto

1 2 3 4 fra 1 e 2 Rischio Basso: i pericoli potenziali sono soddisfacentemente sotto controllo

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ADOTTATI

DPI DESCRIZIONE RIFERIMENTO

Guanti Guanti di protezione contro gli agenti chimici EN 388

Occhiali Occhiali di protezione contro gli agenti chimici EN 166 B

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE ADOTTATE

Per quanto sopra detto, in ottemperanza a quanto previsto dal D.Lgs.81/08, saranno adottate le seguenti misure di tutela: a) sarà previsto l’uso degli agenti chimici (prodotti per la pulizia), nelle concentrazioni previste dal fabbricante

ed indicate sulle schede di sicurezza del prodotto; saranno preferibilmente adottati prodotti ecologici e poco irritanti per manipolazione e/o inalazione;

b) i lavoratori addetti, saranno dotati di guanti protettivi (nitrile), e di occhiali di protezione da utilizzare durante l’eventuale diluizione dei prodotti concentrati, nonché formati sull’utilizzo corretto degli stessi;

c) sarà previsto, previa indicazione del medico competente, il protocollo delle visite mediche;

I lavoratori sono stati istruiti e formati in merito a:

- Rischi e prevenzione attiva sul lavoro

- Obbligo di non effettuare operazioni di manutenzione o pulizia su organi in movimento

- Obbligo di non effettuare pulizie con aria compressa ma con spazzole e/o pennelli

- Obbligo di non indossare indumenti che possano impigliarsi ne braccialetti o altro - raccogliere i capelli lunghi dietro la nuca o munirsi di una cuffia

- Obbligo di indossare calzature chiuse, ben legate al piede, con suola in gomma

- Uso dei dispositivi di protezione individuale a loro forniti (guanti in nitrile ed occhiali di protezione)

- Predisposizione di un sistema di controllo e verifica dell’organizzazione della prevenzione in ciascun posto di lavoro

- Rispetto del divieto di fumare

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valutazione dei rischi relativi alla mansione

MANSIONE Docente

IDENTIFICAZIONE E QUANTIFICAZIONE DEI RISCHI

DESCRIZIONE Magnitudo

M Probabilità

p R RISCHIO

Disturbi da Stress 2 2 4 Moderato

Posture incongrue 2 1 2 Basso

Illuminazione e aerazione locali di lavoro 2 1 2 Basso

Movimentazione manuale dei carichi (Insegnanti Scuola dell’Infanzia) 2 2 4 Moderato

LEGENDA

4 8 12 16

fra 12 e 16 Rischio Alto: individuare e programmare miglioramenti con interventi di protezione e prevenzione per ridurre sia la probabilità che il danno potenziale (interventi prioritari ed urgenti)

3 6 9 12 fra 6 e 9 Rischio Medio: occorre individuare e programmare miglioramenti con interventi di protezione e prevenzione per ridurre o la probabilità p o il danno potenziale M

2 4 6 8 fra 3 e 4 Rischio Moderato: occorre verificare che i pericoli potenziali siano sotto controllo e affinare eventualmente le misure già in atto

1 2 3 4 fra 1 e 2 Rischio Basso: i pericoli potenziali sono soddisfacentemente sotto controllo

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ADOTTATI

DPI DESCRIZIONE RIFERIMENTO

Guanti Guanti di protezione monouso (per il Personale impiegato nella Scuola dell’Infanzia) EN 420

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE ADOTTATE

Fonte di rischio Misure di prevenzione e riduzione del rischio

Disturbi da stress dovuti a: ­ carico di lavoro mentale ed alle responsabilità;

Prestazione d’aula di norma non superiore alle sei ore consecutive giornaliere.

Rischio posturale dovuto alla posizione eretta mantenuta per lungo tempo ovvero a posizioni non corrette (chinarsi sui banchi, …)

Alternare la posizione eretta con quella seduta. Evitare di mantenere la stessa posizione per tempi medio - lunghi.

Rischio microclimatico dovuto all’affollamento delle aule ed alla temperatura interna.

Effettuare periodica aerazione dei locali. Verificare periodicamente la temperatura interna.

Rischio legato ai trasporti nel caso in cui l’insegnante debba spostarsi durante le ore lavorative per questioni legate all’insegnamento in Sedi Coordinate/Associate.

Provvedere alla copertura assicurativa dei lavoratori per incidente in itinere e/o investimento.

Rischio Biologico per il personale impiegato nelle Scuole dell’Infanzia.

Informare il personale sui possibili rischi durante l’assistenza igienica ai bambini;

Dotare il personale di appositi D.P.I. guanti monouso.

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11. STRESS LAVORO – CORRELATO

I rischi da stress lavoro-correlato nella scuola

Metodo operativo completo di valutazione e gestione A. PREMESSA

Di seguito viene proposto un metodo completo per la valutazione e la gestione dei rischi da stress

lavoro-correlato (rischi SL-C) in ambito scolastico. Per gli opportuni approfondimenti del tema si

rimanda alla normativa di riferimento e alle diverse pubblicazioni reperibili, che tuttavia non trattano

esplicitamente il caso della scuola, se non nei lavori di Lodolo D’Oria. Per un inquadramento sintetico si può

invece consultare il pacchetto di diapositive proposto a corredo dell’intervento formativo rivolto al personale

scolastico e contenuto nel presente lavoro.

I rischi che originano dalle situazioni stressanti in ambito lavorativo fanno parte della più ampia

categoria dei rischi di natura ergonomica e, per il tipo di conseguenze cui possono portare, vengono

classificati all’interno dei rischi psicosociali. Nonostante sia possibile affermare che l’esperienza dello stress

ha senza dubbio una matrice individuale, in quanto dipende dalla capacità delle singole persone di far fronte

agli stimoli prodotti dal lavoro e alle eventuali forme di disagio che ne derivano, la letteratura e la normativa

(europea e nazionale) concordano nel dare un’importanza determinante all’ambiente di lavoro e, ancor più,

all’organizzazione del lavoro e al suo contenuto specifico. La valutazione dei rischi SL-C è obbligatoria

anche per le scuole, così come è obbligatorio, nei casi in cui si dimostri necessario, adottare specifiche ed

adeguate misure di prevenzione, cioè mettere in atto tutte quelle azioni che possono migliorare

l’organizzazione del lavoro e che afferiscono principalmente al ruolo del dirigente scolastico.

Il miglioramento dell’organizzazione del lavoro è un processo che deve nascere all’interno di ogni singola

istituzione scolastica, con l’obiettivo di armonizzare il potenziale rappresentato dalla popolazione lavorativa

con le esigenze espresse da questa, con le regole e le priorità che la scuola si è date, con le criticità o le

opportunità individuate, con i vincoli di natura contrattuale o normativo e con le istanze espresse dagli allievi e

dalle loro famiglie. Non esistono modelli di intervento rigidi e precostituiti, ogni scuola deve innescare il

proprio processo di crescita, partendo da un’analisi attenta della situazione e da una conoscenza completa delle

prassi e delle consuetudini interne. Il dirigente scolastico deve essere consapevole che un contesto

lavorativo caratterizzato da un’organizzazione carente o addirittura inadeguata, incapace di tutelare e

di valorizzare il capitale umano a disposizione, non può favorire la crescita dell’istituzione scolastica in

termini di qualità dell’offerta formativa, di coerenza dei messaggi educativi, di sviluppo e ricerca didattica, di

iniziative ed attività di ampliamento dell’offerta formativa, di apertura al territorio e alle scuole viciniore, ecc.,

con un danno complessivo d’immagine e di credibilità che può facilmente diventare irreparabile.

Il risultato di questo processo di crescita è il cosiddetto benessere organizzativo, al quale deve idealmente

tendere ogni organizzazione del lavoro complessa, come certamente è anche una scuola. Esso si basa su

diverse parole chiave, alcune delle quali, riferite alla scuola, vale la pena citare, perché costituiscono dei

riferimenti importanti anche per questo lavoro:

confort ambientale

chiarezza e condivisione degli obiettivi del lavoro

valorizzazione ed ascolto delle persone

attenzione ai flussi informativi

relazioni interpersonali e riduzione della conflittualità •operatività e chiarezza dei ruoli

equità nelle regole e nei giudizi

Tratto da materiali di:

-ISPESL 2007 -Coordinamento SPISAL della provincia di Verona -Rete di scuole per la sicurezza della

provincia di Treviso -Rete di scuole della provincia di Vicenza per la sicurezza

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Con la supervisione di:

G.d.L. regionale “SGS” del SiRVeSS (coordinato dalla dr.ssa Daniela Marcolina, SPISAL n. 1 di BL)

B. DESCRIZIONE GENERALE DEL METODO

Il metodo e i materiali proposti tengono conto di alcuni principi ed indirizzi desunti dalla letteratura

sull’argomento (ormai molto abbondante, seppure non specifica per la scuola) e di alcune esperienze condotte

dalla Rete di scuole per la sicurezza della provincia di Treviso tra il 2008 e il 2010 e dalla Rete di scuole della

provincia di Vicenza per la sicurezza tra il 2009 e il 2010. Di seguito le indicazioni generali vengono

brevemente descritte e commentate. 1) La valutazione dei rischi SL-C viene affidata ad un’apposita

commissione, chiamata Gruppo di

Valutazione (GV) e composta da:

il vicario del DS o comunque un suo collaboratore (si suggerisce che il DS non sia coinvolto

direttamente per evitare il rischio che possa essere mosso da pregiudizi nei confronti di questa

problematica)

il responsabile SPP (o un addetto SPP, se il responsabile è esterno)

il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (se nominato)

il responsabile della Qualità (se la scuola è certificata)

il coordinatore del CIC (per le scuole superiori)

5

• altre persone, fino a garantire la presenza nel GV di tutte le componenti interessate2) Per diversi motivi

si è considerato non obbligatorio l’inserimento del Medico Competente (MC) nel 6

GV, pur suggerendone senz’altro il coinvolgimento nelle realtà scolastiche in cui è presente:

non tutte le scuole hanno nominato il MC e la necessità di occuparsi dei rischi da SL-C non è motivo

sufficiente per nominarlo apposta

nella maggior parte delle scuole che hanno dovuto nominare il MC, questo si occupa del solo personale di

segreteria individuato come videoterminalista, cioè di un gruppo molto contenuto di persone, e rischia

pertanto di avere una visione abbastanza parziale la realtà scolastica complessiva

il contributo fattivo del MC potrebbe perciò essere confinato alla sola supervisione metodologica del lavoro

del GV, seppure comunque utile, senza poter entrare direttamente nel merito delle questioni

3) La gestione dei rischi SL-C è naturalmente competenza del dirigente scolastico, sulla base delle 7

proposte operative formulate dal GV4) Il metodo si basa sull’applicazione periodica dei seguenti tre

strumenti (vedi lo schema generale

riportato a pag. 5):

una griglia di raccolta di dati oggettivi, che, raccogliendo informazioni su fatti e situazioni “spia” (o

“sentinella”), fornisce una fotografia oggettiva della realtà scolastica rispetto al tema trattato

una check list, che indaga le possibili sorgenti di stress e alcune problematiche di tipo organizzativo,

permettendo nel contempo di individuare le possibili misure di prevenzione e miglioramento

uno specifico pacchetto formativo sul tema dei rischi SL-C cui si aggiunge, in via sperimentale e solo in

caso di rischio alto, un questionario soggettivo sulla percezione della problematica SL-C

applicati meccanicamente. Inoltre, anche l’individuazione delle misure preventive che scaturisce dall’uso

della check list non avviene in modo automatico, ma è frutto di discussione e di condivisione in seno al

GV. Sia la griglia che la check list conservano comunque la connotazione di strumenti oggettivi, anche se

non in senso assoluto; la loro relativa oggettività discende dal fatto di essere impiegati da un gruppo di

persone (in GV appunto) e non da un singolo individuo e di condurre ad un risultato che rappresenta

l’esito di una mediazione tra molteplici e diverse prospettive e punti di vista

6) Il terzo strumento è invece gestito dal responsabile SPP scolastico (o comunque da un

componente del Servizio), eventualmente in collaborazione con il MC

7) Il metodo proposto prevede la somministrazione di un questionario direttamente al personale scolastico

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(strumento d’indagine soggettiva sulla percezione della problematica SL-C) solo quando la valutazione

precedente identifica la presenza di un livello di rischio alto, come ulteriore livello d’approfondimento

dell’indagine (metodica peraltro suggerita dalla letteratura più autorevole sul tema). Il questionario

soggettivo viene proposto in via sperimentale e nell’attesa che un apposito progetto avviato dal

Dipartimento Regionale di Prevenzione ne realizzi uno di specifico per l’ambito scolastico. Il

questionario è stato studiato per incrociare la percezione delle persone coinvolte con le informazioni

raccolte attraverso l’analisi oggettiva, in modo da valutare il livello di coerenza tra i diversi dati raccolti e

da approfondire eventuali ambiti dove le risultanze negative sono concordi; inoltre è stato pensato per

poter essere utilizzato direttamente dal GV (senza una consulenza indispensabile da parte di esperti

esterni)

8) Il metodo proposto pone il principio che non sia il solo responsabile SPP ad occuparsi concretamente della

valutazione dei rischi SL-C; la sua posizione di consulente del DS lo espone al rischio di subire pressioni

rispetto al suo operato e, comunque, di non essere sereno nei giudizi; inoltre, se il responsabile è interno

all’istituzione scolastica, può trovarsi a dover gestire un faticoso conflitto d’interessi tra la sua posizione di

responsabile SPP e quella di lavoratore della scuola; per questi motivi la scelta di affidare la valutazione al

GV è strategica e risponde al fine di stemperare nel lavoro di un gruppo di persone le eventuali tensioni

che possono accompagnare il ruolo del responsabile SPP

9) Il metodo tiene conto delle indicazioni presenti in letteratura sul coinvolgimento dei lavoratori nel

processo di valutazione e di gestione dei rischi SL-C:

attraverso la partecipazione del RLS e di altri lavoratori alle attività del GV

attraverso il coinvolgimento diretto di tutti i lavoratori nella revisione periodica degli strumenti d’indagine

proposti (vedi il punto sulla proposta di intervento formativo)

attraverso la somministrazione del questionario soggettivo a tutto il personale (nel caso in cui si sia giunti ad

una valutazione di rischio alto)

10) nei limiti del possibile si è tenuto conto delle differenze che caratterizzano i diversi ordini e gradi di

scuola, pur nella considerazione che le problematiche stress lavoro-correlate hanno una matrice comune

e trasversale alle singole realtà

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Schema generale per la valutazione e la gestione dei rischi da stress lavoro-correlato a scuola

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C. LA GRIGLIA DI RACCOLTA DEI DATI OGGETTIVI

Ad unanime parere di tutti gli studi sul tema, la raccolta di alcuni dati oggettivi costituisce la prima,

indispensabile fase da mettere in atto per la valutazione dei rischi SL-C. L’impiego della griglia,

necessita di alcune istruzioni: 1)i dati grezzi necessari alla compilazione della griglia possono essere raccolti dal personale di segreteria o da

qualsiasi altro soggetto interno alla scuola che abbia accesso alle informazioni necessarie; tuttavia spetta

poi solo al GV il compito di valutare le singole evidenze e di compilare la griglia, assumendo

all’occorrenza ulteriori e più dettagliate informazioni in merito ai casi dubbi;

2) è infatti evidente che ogni indicatore proposto, pur preciso nella sua definizione, si presta comunque ad

un’interpretazione collegiale da parte del GV e che tale interpretazione introduce inevitabilmente un

margine di soggettività nell’utilizzo dello strumento;

3) ad ogni tornata di utilizzo della griglia, i dati si riferiscono all’ultimo anno scolastico concluso; si

suggerisce pertanto di compilare la griglia tra settembre e dicembre;

4) a discrezione del DS, sentiti i componenti del GV, è possibile compilare un’unica griglia per

l’intera istituzione scolastica, oppure più griglie, riferite alle singole sedi o plessi; può essere

infatti che le sedi o i plessi in cui è suddivisa la scuola abbiano delle caratteristiche anche assai

diverse tra loro, per aggregazione di personale docente e/o ATA, per tipologia di utenza, per

distanza dalla sede centrale, ecc.; 5) per ogni indicatore della griglia si riporta nella colonna “PUNTI” il valore desunto da una delle tre colonne

colorate, in base al dato grezzo di partenza (numero assoluto di casi accettati dal GV); ad esempio: in una

scuola dove operano 75 insegnanti, 2 di questi hanno chiesto trasferimento = 2,7% = 3 punti; in una scuola

con 30 classi, 5 volte un gruppo di genitori ha inviato al DS un esposto scritto per problemi con un

insegnante = 16,7% = 4 punti;

6) una volta completato l’esame di tutti gli indicatori, si esegue la somma, ottenendo il “PUNTEGGIO

TOTALE GRIGLIA”;

7) il GV può decidere di aggiungere alcune note alla compilazione della griglia, con lo scopo di meglio

chiarire il processo di valutazione messo in atto; tra le note è bene precisare anche le basi numeriche

utilizzate per il calcolo delle percentuali (n. insegnanti della sede/plesso, n. personale ATA della

sede/plesso, ecc.);

8) convenzionalmente, i dati oggettivi raccolti si definiscono “non significativi” se il “punteggio totale

griglia” è inferiore o al più uguale a 20 punti, altrimenti si definiscono “significativi”; questa precisazione

può essere utile in sede di verbalizzazione oppure nelle comunicazioni sintetiche dei risultati ottenuti;

9) è necessario archiviare ogni griglia compilata, sia come documento comprovante l’assolvimento

dell’obbligo di valutazione dei rischi SL-C, sia soprattutto per il necessario confronto con le situazioni

pregresse; alle successive applicazioni della griglia è bene considerare almeno le seguenti due situazioni:

a. un “punteggio totale griglia” inferiore o uguale a quello della valutazione precedente

costituisce una situazione positiva (se sono stati realizzati degli interventi correttivi,

questi hanno dato il loro frutto, la strada di miglioramento intrapresa è buona; tuttavia vale

la pena analizzare anche i dati parziali, cioè le singole righe, per capre quali voci sono

eventualmente peggiorate)

b. un “punteggio totale griglia” superiore a quello della valutazione precedente rappresenta

una situazione d’allarme e richiede particolare attenzione (se sono stati realizzati degli

interventi correttivi, questi probabilmente non sono adeguati alla situazione e vanno rivisti)

Ad uso del GV, si aggiungono di seguito alcune informazioni supplementari, per meglio precisare il

significato dei singoli indicatori proposti:

1)invii commissione L. 300/70 – si considereranno le situazioni per le quali è stata avviata la pratica

nel corso dell’a.s. di riferimento per l’indagine, anche se l’iter non si è ancora concluso al

momento della compilazione della griglia;

2)richieste di trasferimento – il GV dovrà considerare solo le richieste (anche se non giunte a buon

fine) per le quali è di pubblico dominio il motivo dell’incompatibilità dell’interessato con

l’ambiente, l’organizzazione, la gestione o la direzione della scuola;

3)classi con più di 27 allievi – andranno conteggiate anche le eventuali classi articolate;

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4)esposti di classi e/o genitori – gli esposti, pervenuti al DS e debitamente documentati (cioè scritti

ed autentici, anche se non protocollati), dovranno riguardare esclusivamente i comportamenti

difformi dalla norma e/o dal ruolo che la persona cui si riferiscono ha messo in atto (insegnante o

ATA); non ha importanza se provengono tutti dalla stessa classe o dallo stesso genitore oppure

da classi diverse o genitori diversi (se ne terrà comunque conto come esposti diversi); il GV

valuterà con attenzione le evidenze raccolte, considerando che non tutte le segnalazioni giunte

alla presidenza debbono per forza sottintendere una situazione di SL-C;

5)procedimenti interni per sanzioni disciplinari – andranno considerati i procedimenti avviati nel

corso dell’a.s., di riferimento per l’indagine, anche se l’iter non si è ancora concluso al momento

della compilazione della griglia; il GV valuterà con attenzione i casi, considerando che non tutti i

procedimenti per sanzioni disciplinari avviati dalla presidenza debbono per forza sottintendere

una situazione di SL-C;

6)segnalazioni pervenute al DS, al DSGA o al RLS – il GV terrà conto solo ed esclusivamente

delle segnalazioni effettuate per iscritto, firmate (anche se non protocollate) e conservate agli atti,

fatte pervenire o consegnate a mano al DS, al DSGA o al Rappresentante dei Lavoratori per la

Sicurezza da qualsiasi soggetto interno alla scuola (insegnante, studente, collaboratore, ecc.) o

esterno (genitore, fornitore, ecc.); il GV valuterà con attenzione le segnalazioni raccolte,

concentrandosi poi su quelle che hanno attinenza con le relazioni interpersonali e con

problematiche organizzative o gestionali, considerando che non tutte debbono per forza

sottintendere situazioni che favoriscono lo SL-C e tenendo presente che segnalazioni “ad

personam”, tutte simili e riferite allo stesso soggetto, vanno considerate come un unico caso; per

le segnalazioni fatte direttamente al MC, il GV considererà solo quelle che il medico stesso avrà

ritenuto doveroso trasmettere al DS, per iscritto;

7)richieste di spostamenti interni – il GV dovrà considerare solo le richieste pervenute per iscritto

al DS (anche se non esaudite) per le quali è di pubblico dominio il motivo dell’incompatibilità

dell’interessato con il contesto organizzativo o gestionale in cui opera o con i colleghi diretti con

cui è chiamato a lavorare (C.d.C, team, ecc.);

8)classi con allievi certificati ma senza insegnanti di sostegno – le certificazioni di disabilità

motoria, intellettiva o psichica necessitano della figura dell’insegnante di sostegno per un numero

di ore generalmente proporzionale alle difficoltà dell’allievo; esistono però dei casi, come quello

dei soli disturbi specifici dell’apprendimento o dell’attenzione (non associati ad altre disabilità),

in cui non è prevista le presenza dell’insegnante di sostegno; il GV prenderà in considerazione

solo i casi di allievi accompagnati da adeguata certificazione dei suddetti disturbi.

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RIFERIMENTO: A.S. _2014-15_ SEDE/PLESSO: ___I.C. SAN DANILE (media esiti con riporto dei valori massimi)__

CHECK LIST (per la valutazione dello stress lavoro-correlato) Pag. 1/5

N. INDICATORE Situazione

buona Situazione

discreta Situazionemediocre

Situazionecattiva

PUNTI

A – AREA AMBIENTE DI LAVORO

1Il microclima (temperatura eumidità dell’aria) delle aule edegli altri ambienti è adeguato?

Si, ovunque e in ogni

stagione

0 punti

Si, ma non ovunque e non

sempre

1 punto

No, in diversi ambienti e

spesso

2 punti

No, in quasi tutti gli

ambienti e quasi sempre

3 punti

2L’illuminazione (naturale eartificiale) è adeguata alleattività da svolgere?

Si, sempre

0 punti

Si, ma di sera non

dappertutto

1 punto

In molti ambienti di

sera no

2 punti

Quasi ovunque no,

specie di sera

3 punti

3

Si avverte l’assenza di unriverbero fastidioso nelle aule enegli altri ambienti in cui si falezione?

Si, in tutti gli ambienti,

anche se vuoti

0 punti

Si, in tutti gli ambienti, ma solo se non sono vuoti

2 punti

No, ma solo negli ambienti

vuoti

4 punti

No, anche se gli ambienti sono pieni

6 punti

4

Durante le attività didattiche siavverte l’assenza di rumore taleda costringere l’insegnante adalzare il tono della voce perfarsi sentire?

Si, sempre e ovunque

0 punti

In generale si, ma non in

alcune circostanze

2 punti

In diversi momenti no

4 punti

Quasi sempre no, anche per

tempi prolungati

6 punti

5Le aule e gli altri ambienti sono puliti e in ordine?

Si, sempre

0 punti

Si, ma non sempre,

durante le lezioni

1 punto

Spesso no, durante le

lezioni

2 punti

Quasi sempre no, anche prima delle

lezioni

3 punti

6Si trova facilmente daparcheggiare l’auto o il mezzocon cui si viene a scuola?

Si, sempre

0 punti

Si, ma dipende

dall’ora in cui si arriva

1 punto

No, se non si arriva all’inizio delle lezioni

2 punti

No, è difficilissimo trovare posto

3 punti

AMBIENTE DI LAVORO - PUNTEGGIO PARZIALE - A /24

1

1

6

14

1

1

4

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Pag. 2/5

N. INDICATORE Situazione

buona Situazione

discreta Situazionemediocre

Situazionecattiva

PUNTI

B – AREA CONTESTO DEL LAVORO

1Il regolamento d’istituto vienerispettato da tutto il personalescolastico?

Si, viene tenuto sempre presente da

tutti

0 punti

Generalmente si, ma a volte qualcuno non

lo applica

2 punti

No, c’è chi lo applica e chi

no

4 punti

No, quasi nessuno se ne

ricorda

6 punti

2I criteri per l’assegnazione degliinsegnanti alle classi sonocondivisi e rispettati?

Si, sono stati condivisi e,

quando possibile, sono

sempre rispettati

0 punti

Si, sono stati condivisi, ma non sempre

sono rispettati

1 punto

No, sono stati condivisi ma spesso non

sono rispettati

2 punti

No, non sono stati condivisi, decide solo il

DS

3 punti

3I “desidrata” relativi all’orario diservizio sono rispettati?

Nei limiti del possibile, sempre

0 punti

Generalmente si, ma ogni anno

a qualcuno capita proprio il

contrario

2 punti

No, i “desiderata”

vengono chiesti ma poi spesso non rispettati

4 punti

No, spesso i “desiderata” non

vengono neanche chiesti

6 punti

4Le circolari emesse dal DSsono adeguate?

Si, sono chiare e puntuali

0 punti

Si, sono chiare, anche se a volte risultano troppo

numerose

1 punto

No, a volte sono poco chiare o carenti di

informazioni

2 punti

No, spesso mancano

informazioni o non sono

chiare

3 punti

5

I ruoli del personale confunzioni specifiche sono definiti attraverso un organigrammadelle competenze?

Si, e l’organigramma è molto chiaro e

preciso

0 punti

Si, anche se l’organigramma non è sempre

chiaro e preciso

1 punto

No, l’organigramma

è troppo sintetico e per nulla chiaro

2 punti

No, non c’è alcun

organigramma e i ruoli sono

confusi

3 punti

6

Le istruzioni e le indicazioni perlo svolgimento del propriolavoro sono ben realizzate,coerenti e precise?

Si, ognuno sa sempre cosa

deve fare

0 punti

Generalmente si, ma a volte

bisogna interpretarle

1 punto

No, diverse volte sono

poco precise e contraddittorie

2 punti

No, sono imprecise e

contraddittorie

3 punti

7Gli obiettivi e le priorità dellavoro vengono condivisi?

Si, sia all’inizio dell’anno sia

periodicamente

0 punti

Si, all’inizio dell’anno, poi però a volte

vengono modificati

1 punto

No, vengono condivisi all’inizio

dell’anno, ma poi spesso modificati

2 punti

No, il sistema è quello di dare solo istruzioni, man mano che

servono

3 punti

8Il DS ascolta il personale etiene conto di quello che dice?

Si, fa tutto il possibile

0 punti

Si, ascolta tutti, ma non sempre

decide di conseguenza

2 punti

No, ascolta ma poi spesso decide solo lui

4 punti

No, ascolta poco e con fatica e poi comunque

decide lui

6 punti

CONTESTO DEL LAVORO - PUNTEGGIO PARZIALE - B /33

2

1

0

1

0

1

1

8

1

2

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60

Pag. 3/5

N. INDICATORE Situazione

buona Situazione

discreta Situazionemediocre

Situazionecattiva

PUNTI

C1 – AREA CONTENUTO DEL LAVORO – PERSONALE INSEGNANTE

1

C’è coerenza all’interno deicc.d.c./team sui criteri divalutazione dell’apprendimentodegli allievi?

Si, c’è coerenza e

piena condivisione

0 punti

Generalmente si, ma qualche problema può nascere agli

scrutini

2 punti

No, non sempre e i problemi

emergono agli scrutini

4 punti

No, gli insegnanti si

trovano spesso in totale

disaccordo tra loro

6 punti

2I principi e i messaggi educativisono condivisi all’interno deicc.d.c./team?

Si, c’è coerenza e

piena condivisione

0 punti

Generalmente si, ma qualche problema può nascere per

alcune situazioni

1 punto

No, non sempre e i problemi emergono in

diverse situazioni

2 punti

No, gli insegnanti si

trovano spesso in totale

disaccordo tra loro

3 punti

3Il DS approva e sostiene il ruoloeducativo degli insegnanti?

Si, sempre e in modo convinto

0 punti

Si, lo approva ma a volte non

lo sostiene

2 punti

No, fatica a sostenerlo e tende a non

interessarsene

4 punti

No, spesso sembra remi addirittura

contro

6 punti

4

All’interno dei cc.d.c./team c’èsostegno reciproco rispetto asituazioni didatticamente oeducativamente difficili?

Si, c’è sempre grande

sintonia e aiuto reciproco

0 punti

Generalmente si, ma più

facilmente sul versante didattico

2 punti

No, solo tra i colleghi che

hanno simpatia reciproca

4 punti

No, ognuno tende a lavorare da solo e non si interessa degli

altri

6 punti

5Vengono organizzati incontri tra insegnanti a carattereinterdisciplinare?

Si, regolarmente

0 punti

Si, ma non tanto spesso

1 punto

No, quasi mai

2 punti

No, mai

3 punti

6Per la formazione delle classiiniziali, vengono applicati deicriteri condivisi?

Si, condivisi e trasparenti

0 punti

Si, ma a volte poi ne vengono applicati anche

altri

1 punto

No, ci sono alcuni criteri ma spesso vengono

disattesi

2 punti

No, decide solo il DS,

sulla base di suoi parametri

3 punti

7

Sono previste attività curricolarie di recupero tese a migliorarela conoscenza della linguaitaliana per gli allievi stranieri?

Si, inserite nel POF e

coordinate da una FS

0 punti

Si, inserite nel POF e affidate agli insegnanti

più sensibili

1 punto

No, il POF non le prevede, ma ci sono diversi insegnanti che

lo fanno

2 punti

Il POF non le prevede e se ne occupano solo gli insegnanti che hanno il

problema

3 punti

8

I cc.d.c./team forniscono afamiglie e allievi tutte leinformazioni che possonorendere più trasparente ilprocesso insegnamento-apprendimento?

Si, le informazioni

sono numerose, dettagliate e distribuite nel

tempo

0 punti

Si, vengono date adeguate

informazioni, ma prevalentemente

all’inizio dell’anno

1 punto

No, se ne accenna solo

in alcune occasioni

2 punti

No, se ne accenna solo

all’inizio dell’anno e poi

basta

3 punti

9

Il DS promuove l’offertaformativa dell’istituto el’aggiornamento degliinsegnanti?

Si, con diverse iniziative sia

interne che di apertura al territorio

0 punti

Si, con alcune iniziative interne

all’istituto

1 punto

No, le azioni promozionali sono poche e discontinue

2 punti

No, non vi è alcun tipo di promozione

3 punti

CONTESTO DEL LAVORO – PERSONALE INSEGNANTE - PUNTEGGIO PARZIALE - C1 /36

0

1

2

2

1

2

13

1

1

3

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61

Pag. 4/5

N. INDICATORE Situazione

buona Situazione

discreta Situazionemediocre

Situazionecattiva

PUNTI

C2 – AREA CONTENUTO DEL LAVORO – PERSONALE AMMINISTRATIVO

1Le mansioni da svolgere sonoben definite e circoscritte?

Si, ognuno ha le sue e sa bene cosa deve fare

0 punti

Generalmente si, ma a volte capitano delle

cose che non si sa a chi spettano

1 punto

Spesso no, ci si deve mettere

d’accordo su chi le fa

2 punti

No, c’è parecchia

confusione e ognuno fa quel

che vuole

3 punti

2Il lavoro può procedere senzainterruzioni?

Si, salvo eccezioni veramente

rare

0 punti

Generalmente si, ma qualche volta capita che

si venga interrotti per fare

altro 2 punti

Generalmente no, spesso

capita che si venga interrotti per fare altro

4 punti

No, vi sono continue

interruzioni e distrazioni

6 punti

3Lo svolgimento del propriolavoro quotidiano permette dieseguire un compito alla volta?

Si, sempre

0 punti

Generalmente si, con

qualche eccezione

1 punto

Generalmente no, più volte

capita di dover fare due cose

contemporanea-mente

2 punti

No, capita spessissimo di dover fare più

cose contemporanea-

mente 3 punti

4La quantità quotidiana di lavoroda svolgere è prevedibile?

Si, all’inizio della giornata si sa

sempre cosa si dovrà fare

0 punti

Generalmente si, con

qualche eccezione

2 punti

No, ci sono spesso delle

emergenze che sovraccaricano

di lavoro

4 punti

No, è una continua

emergenza, inizi la giornata e può capitare di tutto

6 punti

5C’è coerenza tra le richieste delDS e quelle del DSGA?

Si, sempre

0 punti

Generalmente si, con

qualche eccezione

1 punto

No, spesso c’è contrasto,

specie sulle priorità da dare

a certe cose

2 punti

No, quasi mai sono coerenti,

specie sui tempi e sulle priorità

3 punti

6Il software a disposizione è difacile impiego?

Si, non si blocca e c’è sempre il

tempo per imparare ad

usarlo

0 punti

Si, ma a volte si blocca e quello

nuovo non arriva con largo anticipo

1 punto

No, spesso si blocca e

quello nuovo arriva tardi

2 punti

No, si blocca spessissimo e quello nuovo

arriva all’ultimo momento

3 punti

7

Il DSGA supporta il personalequando bisogna affrontarenuove procedure di lavoro oapplicare una nuovanormativa?

Si, sempre, con cura e

professionalità

0 punti

Si, anche se a volte un po’

frettolosamente

2 punti

Non sempre, a volte se ne disinteressa

4 punti

Quasi mai e solo se si

insiste

6 punti

CONTESTO DEL LAVORO – PERSONALE AMMINISTRATIVO – PUNTEGGIO PARZIALE - C2 /3012

0

1

2

2

4

1

2

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62

Pag. 5/5

N. INDICATORE Situazione

buona Situazione

discreta Situazionemediocre

Situazionecattiva

PUNTI

C3 – AREA CONTENUTO DEL LAVORO – PERSONALE AUSILIARIO

1Le mansioni da svolgere sonoben definite e circoscritte?

Si, ognuno ha le sue e sa bene cosa deve fare

0 punti

Generalmente si, ma a volte capitano delle

cose che non si sa a chi spettano

1 punto

Spesso no, ci si deve mettere

d’accordo su chi le fa

2 punti

No, c’è parecchia

confusione e ognuno fa quel

che vuole

3 punti

2Il lavoro può procedere senzainterruzioni?

Si, salvo eccezioni veramente

rare

0 punti

Generalmente si, ma qualche volta capita che

si venga interrotti per fare

altro

1 punto

Generalmente no, spesso

capita che si venga interrotti per fare altro

2 punti

No, vi sono continue

interruzioni e distrazioni

3 punti

3Lo svolgimento del propriolavoro quotidiano permette dieseguire un compito alla volta?

Si, sempre

0 punti

Generalmente si, con

qualche eccezione

1 punto

Generalmente no, più volte

capita di dover fare due cose

contemporanea-mente

2 punti

No, capita spessissimo di dover fare più

cose contemporanea-

mente

3 punti

4La quantità quotidiana di lavoroda svolgere è prevedibile?

Si, all’inizio della giornata si sa

sempre cosa si dovrà fare

0 punti

Generalmente si, con

qualche eccezione

1 punto

No, ci sono spesso delle

emergenze che sovraccaricano

di lavoro

2 punti

No, è una continua

emergenza, inizi la giornata e può capitare di tutto

3 punti

5C’è coerenza tra le richieste delDS e quelle del DSGA?

Si, sempre

0 punti

Generalmente si, con

qualche eccezione

1 punto

No, spesso c’è contrasto,

specie sulle priorità da dare

a certe cose

2 punti

No, quasi mai sono coerenti,

specie sui tempi e sulle priorità

3 punti

6Le macchine e le attrezzature adisposizione sono di facileimpiego?

Si, generalmente non ci sono

problemi

0 punti

Generalmente si, ma ci sono anche quelle

molto vecchie e faticose da

gestire

1 punto

Diverse volte no, alcune non hanno le

istruzioni e altre sono molto

vecchie

2 punti

Decisamente no, le macchine e le attrezzature

creano moltissimi problemi

3 punti

7Il carico di lavoro è ripartitoequamente tra tutto ilpersonale?

Si, c’è molta attenzione su

questo aspetto

0 punti

Generalmente si, con

qualche eccezione

2 punti

Non sempre, e quando succede non è ben chiaro

il motivo

4 punti

Spesso no, e senza motivo

plausibile

6 punti

CONTESTO DEL LAVORO – PERSONALE AUSILIARIO – PUNTEGGIO PARZIALE - C3 /24

PUNTEGGIO TOTALE CHECK LIST - A+B+C1+C2+C3(+C4)

DATA DI COMPILAZIONE: _________________ IL GRUPPO DI VALUTAZIONE (firme)

1

0

2

1

1

1

10

4

57/147

L’elenco dei Componenti il Gruppo di Valutazione è depositato presso l’ufficio del Dirigente Scolastico

8 settembre 2014

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63

E. VALUTAZIONECOMPLESSIVA E INDIVIDUAZIONE DEL LIVELLODIRISCHIO

Come evidenziato nello schema generale di pag. 5, l’impiego della griglia e della check list si conclude con l’individuazione dei due punteggi totali, che vanno sommati, ottenendo così il “PUNTEGGIOFINALE”. Come indicato nella tabella che segue, dal “punteggio finale” si ricava il livello di rischio della situazione analizzata. La tabella comprende anche una breve descrizione delle azioni che devono essere messe in atto conseguentemente al livello di rischio ottenuto.

Sottoarea C4Punteggio

finaleLivellodi

rischioAzioni da mettere inatto

Esclusa ≤55

Inclusa ≤65

Basso

Ripetere l’intera indagine (griglia + check list) e l’intervento formativo ogni 2-3 aa.ss. e, a discrezione del DS (sentito il GV), effettuare eventuali interventi migliorativi nelle aree che dovessero essere comunque risultate negative

Esclusa ≤110

Inclusa ≤125

Medio

Ripetere l’intera indagine (griglia + check list) ogni a.s., ripetere l’intervento formativo ogni 2-3 aa.ss. e realizzare interventi migliorativi nelle aree che hanno ottenuto un “punteggio parziale”≥50% del massimo

Esclusa > 110

Inclusa > 125

Alto

Ripetere l’intera indagine (griglia + check list) ogni a.s., somministrare il questionario soggettivo a tutto il personale (vedi il punto K), realizzare interventi migliorativi rispetto a tutti gli indicatori delle sezioni 2, 3 e 4 del questionario per cui è stato ottenuto un valore medio≥2.0, ripetere l’intervento formativo ogni a.s. e definire azioni specifiche nei confronti di casi singoli noti (colloqui con il DS, sportelli d’ascolto, supporto di colleghi, ecc.)

In coerenza con le indicazioni fornite da diverse fonti di letteratura in materia, si è stabilito che una situazione di “rischio basso” corrisponde ad un punteggio finale al più pari al 25% del punteggio massimo

(griglia + check list), una situazione di “rischio medio” ad un punteggio finale al più pari al 50% del

punteggio massimo e, infine, una situazione di “rischio alto” ad un punteggio finale maggiore del 50% del punteggio massimo

Per la prevenzione delle cause e degli effetti dello stress occorre assumere una prospettiva di lettura sistemica del rapporto tra lavoratore e ambiente, ovvero:

▪ Valutare le eventuali condizioni di lavoro che, per intensità e/o frequenza e/o qualità, rendono insufficienti le risorse individuali e sociali di gestione dello stress disponibili ai lavoratori;

▪ Orientare le eventuali necessità di modificare l’intensità e/o la frequenza e/o la qualità della “domanda lavorativa”; intervenire a sostegno delle risorse individuali e sociali di gestione dello stress.

La prima fase del processo è la diagnosi preliminare, effettuata sulla base di caratteristiche oggettive dell’organizzazione, ovvero gli indicatori di manifestazione, di rischio e di contrasto. Risultato di tale diagnosi preliminare è una stima del rischio stress lavoro-correlato. Quando la stima preliminare mette in evidenza un rischio medio o alto, è necessario procedere con una valutazione approfondita, che passa necessariamente attraverso l’accesso al giudizio soggettivo che le persone danno della propria esperienza lavorativa (questionari).

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64

12. PROGRAMMA DELLE MISURE ADOTTATE PER GARANTIRE IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA

Alla luce della valutazione dei rischi, e dei relativi interventi individuati, viene predisposto un programma cronologico, quindi in ordine di priorità, delle misure che saranno adottate al fine di garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza. Il cronoprogramma degli interventi migliorativi, che comprende: ­ il tipo di misura da adottare, ­ l’incaricato allo svolgimento, ­ la tempistica di attuazione è proposto a fianco della analisi di ogni singolo rischio, nel punto N°9 (IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI ESISTENTI SUL LUOGO DI LAVORO E VALUTAZIONE DEI RISCHI GENERALI) del seguente documento.

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65

13. OBBLIGHI CONNESSI AI CONTRATTI D’APPALTO O D’OPERA O DI SOMMINISTRAZIONE

D.U.V.R.I. (Documento Unico di Valutazione dei Rischi da Interferenza) AI SENSI DEL D.LGS. 81/08 ART. 26 Novità rilevante della recente normativa (D.Lgs. 81/08) è rappresentata dalla stesura del D.U.V.R.I.. Precedentemente, ex art. 7, tale adempimento riguardante la cooperazione-collaborazione tra le parti, veniva - di fatto - realizzato tramite un incontro e redazione del relativo verbale. Ora tale “momento” di cooperazione deve essere ricondotto ad un unico documento, definito D.U.V.R.I., appunto. Particolare importanza riveste il momento di coordinamento e cooperazione tra le parti nella fase di acquisizione commessa e/o primo ingresso in cantiere/azienda dove , attraverso procedura interna verranno analizzate ed organizzate le misure congiunte di sicurezza messe in atto e da prevedere per quel cantiere/attività di lavoro. La procedura prevede operativamente: ­ primo sopralluogo presso azienda; ­ presentazione ed analisi di quanto predisposto dalla committenza nel D.U.V.R.I.; ­ perfezionamento del D.U.V.R.I. con eventuali proposte migliorative evidenziate dalle parti; ­ riunione di coordinamento in attuazione del D.U.V.R.I. contestualmente alla stipula del contratto –

ingresso in cantiere/azienda. Punto rilevante risulta la fase operativa di coordinamento che si esplica nella riunione di coordinamento in attuazione del D.U.V.R.I. in cui datori di lavoro o delegati perfezionano e organizzano le misure organizzative e le procedure rappresentate nel D.U.V.R.I. stesso.

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66

14. CONCLUSIONI

Il presente documento di valutazione dei rischi è stato redatto dal Datore di Lavoro in collaborazione con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, ed il Medico Competente, in conformità alla normativa vigente [1]. Datore di Lavoro, Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, Medico Competente e Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, dichiarano congiuntamente che la data della valutazione dei rischi corrisponde alla data riportata sul frontespizio del presente documento.

Il Datore di Lavoro

Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione

Il Medico Competente Il Compilatore per consultazione

Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza […] vedere riferimenti normativi e bibliografici al punto 15 del documento

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67

15. RIFERIMENTI NORMATIVI E BIBLIOGRAFICI

[1] Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, Attuazione dell’art. 1 della Legge 3 agosto 2007 n. 123, in materia

di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e s.i. e/o m. [2] ISPESL, Linee Guida per la valutazione dei rischi” [3] OSHA EUROPA, Metodologia di valutazione dei rischi [4] Agenzia Regionale Sanità – FVG, Linee Guida interregionali sui rischi [5] CES, UNICE, UEAPME, CEEP, Accordo Europeo sullo Stress sul Lavoro, Bruxelles, 2004 [6] Decreto Legislativo 26 Marzo 2001, n. 151, Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e

sostegno della maternità e della paternità, a norma dell’articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53 [7] CONFINDUSTRIA, CONFAPI, CONFARTIGIANATO, CASARTIGIANI, CLAAI, CNA, CONFESERCENTI,

CONFCOOPERATIVE, LEGACOOPERATIVE, AGCI, CONFSERVIZI, CONFAGRICOLTURA, COLDIRETTU, CGIL, CISL, UIL, Accordo interconfederale per il recepimento dell’accordo quadro europeo sullo stress lavoro-correlato concluso l’8 ottobre 2004 tra UNICE / UEAPME, CEEP E CES, 2008

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68

16 ALLEGATI

RACCOLTA DELLA DOCUMENTAZIONE RELATIVA A:

­ Planimetrie luoghi di lavoro;

­ Valutazione dei Rischi Approfondita da Movimentazione Manuale dei Carichi;

­ Certificazioni di Agibilità ed Abitabilità;

­ Conformità Impianti Elettrici e Termici;

­ Contratto Manutenzione Estintori e Linee Antincendio;

­ Contratto Manutenzione Ascensori;

­ Contratto Manutenzione Impianti Termici;

­ Contratto Manutenzione Impianto Anti Intrusione;

­ Contratto Manutenzione Impianti Luci di emergenza;

­ Attestati personale;

­ Schede di Sicurezza dei Prodotti e/o Reagenti presenti nel Laboratorio di Chimica;

­ Varie ed Aggiornamenti.

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69

ISTITUTO COMPRENSIVO DI SAN DANIELE SCUOLA DELL’INFANZIA