Valona

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Regione Marche Unioncamere delle Marche Regione di Valona UNOPS-PASARP Cooperazione italiana VALONA Itinerari, servizi, spiagge, montagne, caverne, storie sconosciute, persone, ricette A cura di Renato Novelli Contributi di Fabio Daneri, Artan Alushi, Taulant Bino, Bardhosh Gaffe, Klodiana Corica, Genc Metohu, Novruz Bajrami, Mirela Bajrami Foto di Romano Martinis il lavoro editoriale

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Itinerari, servizi, spiagge, montagne, caverne, storie sconosciute, persone, ricette

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Regione Marche Unioncamere delle Marche

Regione di Valona

UNOPS-PASARP Cooperazione italiana

VALONA Itinerari , servizi , spiagge, montagne, caverne,

storie sconosciute, persone, r icette

A cura di Renato Novelli

Contributi di Fabio Daneri, Artan Alushi, Taulant Bino,

Bardhosh Gaffe, Klodiana Corica, Genc Metohu, Novruz Bajrami, Mirela Bajrami

Foto di Romano Martinis

il lavoro editoriale

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Ringraziamenti Il primo ringraziamento degli autori di questa guida va a Marina Maurizi dell'Ufficio Cooperazione della Regione Marche. Un ringraziamento particolare a Laura Annibali, che ha tradotto i testi scritti in Inglese (l'Albania in generale, il turismo in Albania, notizie ambientali) e a Marco Bellardi dirigente del Servizio Politiche Comunitarie e Cooperazione allo Sviluppo della Regione Marche. Un grazie va a Gilberto Principi e a Eralba Cela. Dobbiamo ringraziare il sindaco di Valona Niko Veizaj, il sindaco di Delvina Bukurie Mece e il Console d'Italia Marcello Fondi. Nell'UNoPs dobbiamo segnalare la gentile disponibilità di Saliko Mullaj, col suo lavoro sulle mappe, di Dashamir Begaj, che girando in auto qua là nella regione ci ha raccontato Valona e la sua storia e di Nevila Baboci, che è stata, come sempre, gentilissima. Dhurata Thanasi ha vegliato sulle fasi del nostro lavoro insieme a suo marito Fabio Daneri. Luigi Cafiero, CTA UNOPS per l'Albania. Un ringraziamento va anche a Diana Chuli, scrittrice e tanti altri, con i quali ci scusiamo per non poterli citare a uno a uno. Un particolare ringraziamento va al Presidente della Regione di Valona, Theodhori

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Presentazioni Sono lieto di presentare questo volume la cui lettura è stata un'esperienza di conoscenza di luoghi, itinerari e storia dell'Albania, della regione di Valona e del suo grande patrimonio ambientale e culturale. In particolare, credo sia opportuno evidenziare che questo volume rappresenta un concreto strumento per lo sviluppo di un sistema turistico locale nel quale vengono valorizzate tutte le risorse del territorio. Questa iniziativa si inquadra nell'ambito del proficuo e costante rapporto di cooperazione internazionale con la Regione di Valona, e nasce dall'esigenza, sentita da tutte le regioni adriatiche italiane, di sperimentare nuove forme di collaborazione con i Paesi del Sud-Est Europa finalizzate alla costruzione e allo sviluppo di una euroregione adriatica. Credo che l'Adriatico possa diventare un "lago europeo" su cui far navigare progetti di sviluppo economico e sociale basati su forti partenariati territoriali che diano il senso dell'appartenenza ad un'unica comunità impegnata nella costruzione di un sistema stabile ed omogeneo nel quale siano valorizzate tutte le opportunità e occasioni di crescita.

Vito D'Ambrosio

Presidente della Regione Marche

L'Unioncamere delle Marche è da tempo impegnata nella promozione dell'interarea dell'Adriatico-Jonio come nuova frontiera del turismo. Molti fattori possono contribuire allo sviluppo di un sistema turistico integrato nell'area dei due mari. Il ricco patrimonio culturale che caratterizza entrambe le sponde e i fondali sottomarini costieri, l'ecosistema mediterraneo con le peculiarità adriatiche, le popolazioni e la culture popolari, il patrimonio eno-gastronomico. La guida di Valona costituisce per l'Unioncamere un piccolo tassello della costruzione del sistema turistico adriatico-jonio; non è, cioè, un'iniziativa una tantum, ma un lavoro inserito nel percorso che molti soggetti privati e pubblici stanno percorrendo nella nostra regione. Noi speriamo che l'idea di colmare il vuoto informativo attorno alle iniziative turistiche che stanno crescendo lungo la costa della regione di Valona, possa far incontrare meglio la domanda e l'offerta turistica e cioè, possa produrre un rapporto più qualificato ed intenso tra i visitatori e i gestori dei servizi. Anche la presentazione e la conoscenza del territorio usciranno rafforzate. Stiamo studiando nel tavolo delle Camere di Commercio dell'Adriatico Jonio l'offerta di pacchetti misti tra le due sponde. Per conseguire questo obbiettivo sappiamo che sarà necessario un approccio integrato alle vacanze attraverso la costruzione di una rete nella quale siano coordinati e presentati tutti gli aspetti della possibile offerta turistica. Gli strumenti specifici come questa Guida aiutano a guardare la prospettiva lontana, avendo gli occhi ben fissi ai particolari offerti nel presente. Giuliano Bianchi Presidente Unioncamere Marche

Il turismo è oggi una delle più grandi industrie mondiali ed uno dei settori economici a più rapida crescita. Il turismo è un'attività che, come altri settori, utilizza risorse e genera costi e benefici ambientali, culturali e sociali. Questi elementi hanno fatto emergere la questione del turismo sostenibile, che è stata ufficialmente discussa dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999. L'obiettivo è quello di promuovere un'industria che cerchi di produrre un

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basso impatto sull'ambiente e sulla cultura locale, mentre aiuti a generare reddito, occupazione e a conservare gli ecosistemi locali. Questa guida, prodotta dalla Regione Marche in cooperazione con UNOPS, che si è avvalso del supporto finanziario del Governo Italiano, intende dare il suo contributo allo sviluppo di un turismo sostenibile nella regione di Valona. Durante il periodo comunista, l'Albania è stato un paese isolato dal resto del mondo per circa cinquant'anni. Questo fattore ha determinato l'impossibilità di integrarsi a livello internazionale, ma dall'altra parte ha permesso di sviluppare e preservare le proprie tradizioni ed il proprio patrimonio umano. Mentre il resto del mondo procedeva lungo il cammino della globalizzazione e dell'omologazione, l'Albania sviluppava il suo particolare patrimonio culturale. Questo fatto è particolarmente vero per la regione di Valona, probabilmente una delle regioni più belle e più ricche in tradizioni dell'Albania. Con la sua costa, le sue montagne, la sua laguna, Valona presenta un'incredibile varietà di paesaggi. Così sono i suoi abitanti, semplicemente ricchi in varietà e tradizioni. Ciascuno può scoprire questa varietà, visitando una moschea, una chiesa ortodossa o una cattolica. O riposando sulla spiaggia tra il mare Adriatico e lo Ionio. Questa guida intende rappresentare una risorsa per il visitatore che è interessato a scoprire il passato e visualizzare il futuro di un paese che in alcuni anni si spera diventi parte dell'Unione Europea. E una guida che vuole essere d'aiuto a chi desidera ancora esplorare le diverse sfaccettature della vita nel mondo moderno.

Luigi Cafiero Responsabile di Progetto UNOPS-PASARP

Ritengo mio dovere esprimere senza riserve la massima valutazione e la massima considerazione per il lavoro ed il livello di questo studio che farà da punto di partenza per lo sviluppo del turismo nella regione di Valona. I dati e i materiali presentati creano i pre-supposti necessari per la promozione e la sperimentazione della situazione esistente, delle risorse e delle potenzialità realizzate finora nella costa adriatica e fonica della regione. La cronologia delle strutture ricettive e dei servizi, dei siti e dei reperti archeologici e culturali, dei parchi nazionali e delle zone protette, della diversità del rilievo, dei paesaggi e delle spiagge, della storia dei villaggi e delle città della nostra regione, servirà da guida per la conoscenza di queste opportunità da parte dei turisti di tutti i livelli, ai quali manca, appunto, questo grado di informazione per il nostro paese, ma che hanno tutto il desiderio e la predisposizione di conoscere e toccare nuove realtà turistiche. A questo studio va tutto il nostro apprezzamento, rafforzato dal fatto che esso sarà di fondamentale aiuto per gli sviluppi turistici, infrastrutturali e agricoli della regione di Valona, influendo nella crescita del livello della vita della popolazione coinvolta in questi sviluppi. Valutando non solo lo studio presentato da parte vostra, ma anche la collaborazione triennale fra la Regione Marche e la Regione di Valona, penso che ormai esistono tutte le possibilità che tale collaborazione crei nuove opportunità nell'espletamento e nella realizzazione dei valori comuni da entrambe le parti. Mi auguro di continuare nella strada intrepresa della nostra già consolidata collaborazione.

Bashlcim Habili Prefetto della Regione di Valona

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1. Il turismo

Un promemoria per i lettori

L'economia turistica

Una volta nessuno avrebbe osato paragonare il turismo alle acciaierie. Chi avrebbe osato associare la famiglia Krupp o Henry Ford con Thomas Cook, inventore del viaggio di gruppo organizzato? Ma da qualche anno, l'output turistico è cresciuto fino a superare qualsiasi altro settore economico nel mondo. In altre parole, il fatturato annuo del turismo ammonta a tremilacinquecento bilioni di maledetti dollaroni ed è la voce principale di scambio commerciale nel globo. Va detto anche che è il settore in maggiore espansione e che in esso lavorano 127 milioni di persone registrate, ma che, pensando alle professioni informali, all'indotto ed a tutto ciò che ne deriva, il giro di affari e di persone che l'industria turistica muove va al di là di queste proiezioni, molto al di là. Per non citare i legami con la prostituzione, le scommesse clandestine o l'evasione fiscale. Secondo l'Organizzazione Mondiale del Turismo, ogni anno, circa 700 milioni di persone lasciano il proprio paese per un viaggio turistico in una nazione straniera. Se si sommano a quelli internazionali i movimenti interni, arriviamo ad una cifra approssimativa di circa due miliardi di individui che si trasferiscono almeno per una notte lontano dalla propria abitazione. Ai numeri va aggiunta la complicata organizzazione del turismo. Si raggiungono mète lontane e si programmano i viaggi con largo anticipo. Non c'è più, o quasi, una zona del mondo che non sia stata raggiunta dal turismo. L'Albania è il paese meno frequentato del Mediterraneo; una delle zone meno battute in assoluto. Sicuramente questo fatto rappresenta un handicap per la crescita dei servizi, ma ha una sua valenza positiva. A Valona il turismo si sta sviluppando, ma il turista ha ancora la sensazione di essere un viaggiatore che incontra una terra ed il suo popolo prima che l'industria delle vacanze ne abbia definitivamente alterato i connotati.

La sociologia del turismo

Come è noto la parola turismo, deriva da tour. La moda del "Gran Tour" nasce nel Seicento; sviluppatosi nel secolo successivo, come viaggio di formazione, che i nobili inglesi o tedeschi compivano in Francia e soprattutto in Italia, è l'antenato del viaggio di oggi. Anche la moda della villeggiatura, descritta da Goldoni in tre commedie (La trilogia della villeggiatura), cioè l'abitudine dei nobili veneziani e toscani di trasferirsi in campagna, ha avuto il suo peso nella costruzione del turismo come costume. Ma il fenomeno moderno delle vacanze è legato a due strutture sociali diverse e complementari: il tempo libero e il viaggio. Entrambe antiche come la società umana, esse hanno acquisito, nella civiltà industriale, una valenza nuova, che ha permesso lo sviluppo del turismo che noi conosciamo e pratichiamo. Da qualche tempo il turismo non è più semplicemente sinonimo di svago o di riposo. Piuttosto si adegua e si modifica in relazione all'identità individuale e alle relazioni sociali. Si sceglie una località per praticare attività, per conoscere, per sviluppare interessi complementari o alternativi all'organizzazione dell'esistenza quotidiana. Proponiamo ai lettori un piccolo gioco identificando varie tipologie di turisti e tentando tre classificazioni; provate a verificare se vi riconoscete in uno dei seguenti gruppi. A. turista per interesse esistenziale; B. turista per tipo di organizzazione nei confronti del viaggio; C. turismo praticato.

A. Il turista per interesse esistenziale Gli stanchi. I turisti tutto relax, ovvero coloro che nella vacanza vedono semplicemente una parentesi di riposo e non fanno programmi particolari. Questo gruppo è costituito da tipologie molto diverse tra di loro, che vanno dalla famiglia al mare col secchiello e la paletta per i bambini, fino ai single che praticano il turismo delle tre S (sand, sun, sex), che affollano le spiagge dell'Asia, del Sud e

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del centro America. Molti anni fa la maggior parte dei turisti cercava un relax generico, oggi, per soddisfare questo tipo di vacanzieri, è necessario costruire un vero e proprio vacanzificio, cioè molteplici attività di relax. I curiosi. I turisti con interessi specifici ovvero coloro che scelgono la propria mèta in base alle attività praticate nel tempo libero e agli interessi culturali che coltivano nella vita quotidiana, anche se queste attività non costituiscono la parte strutturale della propria identità sociale. Sono riconoscibili in questa categoria i viaggiatori che oltre al riposo chiedono informazioni sul cibo locale, sul patrimonio culturale o ambientale, sulle tradizioni, ecc. Non sono specialisti, ma non considerano una vera vacanza il soggiorno privo di questi elementi. Solo un approccio che integri i vari aspetti di un territorio può soddisfarli. I determinati. I turisti con prevalenti interessi specifici. Appartengono a questo gruppo coloro che, durante la vacanza, chiedono attività collegate ad elementi costitutivi della loro vita quotidiana e della loro identità. La distinzione tra questo gruppo e quello precedente è dato dal grado di intensità dell'interesse. Appartengono a questo gruppo coloro che fanno parte di associazioni specifiche (ad esempio quelle ambientaliste, per il turismo ambientale,) oppure che, nella vita di tutti i giorni, investono in un determinato interesse gran parte del loro tempo e costruiscono relazioni sociali o abitudini proprio nel campo che poi cercano di coltivare anche durante le vacanze. I progettuali. I turisti che nella vacanza non vedono solo una continuità con la loro vita quotidiana, ma vi cercano un modo per affermare la propria identità, usando il viaggio come un momento di progettualità possibile per il loro stesso futuro. La figura classica nella sociologia del turismo di questo gruppo è stata storicamente il giovane occidentale che, da lunghe e impegnative vacanze in Asia, in fuga dalla società avanzata o in accostamento alle filosofie orientali o per amore dei mari tropicali, ha poi sviluppato attività specifiche legate alle vacanze. Dal negozio orientalista all'albergo sulla spiaggia visitata, agli investimenti nei paesi scelti come mèta. Oggi appartengono a questo gruppo tutti coloro che scelgono le località di vacanza progettando un ritorno di qualificazione nel proprio lavoro o programmando attività economiche legate o in alternativa al proprio lavoro. Pensiamo a chi compra una casa e vi sviluppa un progetto, a chi cerca un'alternativa ai limiti della propria condizione sociale, a chi si muove sulla base di interessi scientifici. B. Il turista per tipo di organizzazione nei confronti del viaggio Il turista protetto dalla bolla. Questo tipo di turista organizza il proprio viaggio attraverso agenzie specializzate e tour operator; comprando un pacchetto, vuole sicurezza e tranquillità. La sistemazione e le attività devono essere definite e organizzate da altri. Anche l'incontro con la realtà del luogo dove si reca può spaventarlo, se non mediata da un'organizzazione. Vuole incontrare la cultura locale e fare escursioni, ma protetto da un sistema turistico ben definito. Il turista di massa. Questo tipo di turista si reca in luoghi noti e sperimentati, dove trova un certa rete di servizi. Può farlo in modo organizzato, come protetto all'interno di una bolla, ma potrebbe anche partire di propria iniziativa, pur scegliendo un paesaggio turistico definito. Vuole trovare iniziative organizzate nel territorio e Punti di riferimento pubblici. Il turista di massa aristocratico. Questo tipo di turista si muove verso mete già sperimentate, dove il turismo è già sviluppato, ma che non sono ancora divenute luoghi troppo usuali e frequentati. Questo gruppo comprende coloro che cercano località organizzate, con servizi efficienti ma che si presentino come novità relative e promettano esperienze "originali".

Il turista off-beat. Questo tipo di turista vuole fare da sé e ama andare in luoghi dove il turismo è poco sviluppato o ancora in fase embrionale. Cerca nella vacanza esperienze originali. Predilige un rapporto diretto con la cultura locale, con l'ambiente. Questi turisti amano sentire la propria vacanza come un'esperienza inedita da raccontare ai propri amici. Vogliono che il viaggio li porti in situazioni completamente diverse da quelle in cui vivono usualmente, ma chiede anche la possibilità di qualche piccolo consumo, che lo riporti per un istante nel mondo da cui proviene. Nei paesi lontani i turisti europei di questo genere cercano a volte un gelato o una serata di televisione o una pizza, o ancora del popcorn, se sono americani

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Il turista esperienziale. Questo tipo di turista sceglie la sua mèta in base alla ricchezza di proposte e di esperienze potenziali di vario genere. Può viaggiare in modo organizzato o progettando da solo la propria vacanza, ma ama avere possibilità singole e specifiche di girare. È un buon compratore, ma rifugge dai souvenir e dal prodotto pensato per un turismo di massa. Ovunque va, impara qualche parola della lingua locale, sperimenta la cucina, acquista libri o video. Il turista esploratore. Questo tipo di turista vuole raggiungere mète nuove, dove il turismo è agli inizi o non ancora troppo sviluppato. Vuole avere rapporti con i locali, conoscerne la cultura e l'ambiente. È disposto a spendere di più di quanto non facciano i turisti di massa. Può avere motivazioni scientifiche o culturali. Può anche usare la vacanza per progetti di vita non più vacanzieri come l'acquisto di una casa o l'avvio di un'attività economica nella zona visitata.

C. Il turismo praticato

Turismo di riposo. È la forma di turismo più tradizionale orientata al relax e alle attività connesse. Come abbiamo visto nelle tipologie di turisti, può essere una vacanza molto faticosa costretta tra l'obbligo del relax, del divertimento e le esigenze della vacanza. Turismo ambientale. È la forma di turismo in continua ascesa nel mercato europeo negli ultimi venti anni. Raccoglie diversi tipi di turisti. Anche nell'offerta di pacchetti per i turisti chiusi nella bolla delle comodità del tutto organizzato c'è un interesse per l'ambiente, che arriva fino alle proposte più avventurose.

Turismo storico culturale. È la forma di turismo più antica e ancora di grande importanza per il mercato. Raccoglie turisti con gusti molto diversi fra loro, dalle visite alle città d'arte fino a turisti esploratori che si recano in aree remote e impervie. Turismo etnico culturale. E una forma di turismo orientato alla conoscenza delle culture locali e delle culture etniche in aree remote. Comprende tutti i turisti che vogliono capire abitudini e costumi delle popolazioni e dei gruppi ospiti. Qualcuno comincia con l'imparare qualche parola della lingua, compra oggetti di artigianato, articoli folkloristici, legge, quando può, letteratura del paese in cui sta viaggiando. Turismo religioso. È la forma di turismo più diffusa tra anziani. Muove un giro di affari più ampio di quanto si creda. Ci sono grandi mète permanenti come Roma, La Mecca o Lasa nel Tibet, ma ci sono mète soggette alla moda come San Giovanni Rotondo in Italia e Mejugore in Croazia.

Turismo degli eventi. È una forma di turismo in espansione. Raduna grandi folle attorno ad una iniziativa organizzata, dai concerti di massa, alle visite papali, alle grandi mostre, ai raduni associativi, ai grandi avvenimenti sportivi (il campionato del mondo di calcio è il più importante evento turistico e mediatico nel mondo). Questa forma di turismo può lanciare una località. Turismo sanitario ed estetico. È una forma recente legata alla cura del corpo e all'attenzione data alla salute. Si svolge prevalentemente sotto forma di vacanze organizzate, ma ci sono anche le terme tradizionali dove molti si recano soli o con la famiglia.

Il turismo e lo sviluppo 11 rapporto tra sviluppo economico e turismo ha fatto molto discutere. Dalla Conferenza Mondiale sul Turismo (Roma) negli anni Settanta, si attribuisce al turismo un ruolo chiave nel riequilibrio dei conti esteri e nelle possibilità di innescare processi virtuosi di sviluppo nelle economie dei paesi poveri. Si pensava che un notevole sviluppo turistico avrebbe portato nel Paese valuta estera per riequilibrarne il debito estero e che i resort avrebbero favorito molte altre attività di scala minore, gestite dalla popolazione locale. Così non è stato, ma già nella successiva Conferenza Internazionale di Manila, al turismo si attribuiva il ruolo di settore guida in un processo di sviluppo virtuoso dell'ambiente. Insomma, il turismo ha avuto ed ha, nella considerazione generale, una funzione catalizzatrice per altre risorse. Oggi noi sappiamo, alla luce di tante esperienze, che l'impatto turistico può essere fatale per molte località storiche.

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Valona, le Marche e il sistema turistico locale Questa guida è stata prodotta nell'ambito del programma di cooperazione PASARP, una cooperazione, cioè, nata dalla collaborazione tra comunità. L'UNOPS, un'agenzia dell'oNu che lavora principalmente sul tema dello sviluppo locale partecipato, è il soggetto che entra nel rapporto tra la Regione Marche e Valona. La guida ha diversi obiettivi.

1) Informare i turisti e essere strumento per migliorare la qualità del tempo speso a Valona. 2) Illustrare, attraverso un'informazione articolata, le possibilità di svolgere a Valona un turismo che integri relax, cultura, storia, arte, ambiente ed enogastronomia. 3) Sviluppare una domanda più articolata di servizi turistici e un'offerta adeguata. 4) Produrre le condizioni per lo sviluppo di un sistema turistico locale nel quale tutte le risorse del territorio della regione di Valona, messe in rete all'interno di un circolo funzionale, possano sviluppare un turismo come espressione del territorio. In questo modo pensiamo che il rapporto turismo-sviluppo non sia più una affermazione, ma un dato reale del nuovo paesaggio sociale che si sta costruendo in Albania.

Questa introduzione, quasi una piccola proposta di autoanalisi per il lettore, come si connette con il turismo a Valona? In altre parole cosa può offrire oggi l'Albania, oppure, rovesciando la domanda, di quali turisti e di quali amici l'Albania ha bisogno oggi? Il Mediterraneo, la costa e la montagna albanese possono offrire qualche modesta esperienza unica: ecosistemi locali molto specifici e diversi da quelli europei, una assenza di turismo nei cinquanta anni passati. Per il turismo culturale, un rilevante patrimonio archeologico derivato dalla posizione particolare dell'Albania e di Valona: il crocevia dello scontro/incontro tra Oriente ed Occidente, che è stato, fino a un decennio fa, il problema dominante nei rapporti intereuropei e mediterranei. Nelle acque del mare di Valona ebbe inizio la guerra del Peloponneso: fu proprio tra Corfù ed Apollonia (oggi Fier) che le navi corinzie, spedite a dare man forte ai cittadini di Epidamno (oggi Durazzo), furono affrontate ed affondate dai Corciresi (oggi Corfù). La sconfitta dei Corinzi trascinò Atene e Sparta ad iniziare quel confronto trentennale che si chiuse con la decadenza di Atene, ma anche con la fine del sogno ellenico, che verrà ripreso meno di un secolo dopo da Alessandro il Macedone, ma in termini completamente diversi da come le democrazie cittadine greche lo avevano concepito e generato. A Valona si dice che Cesare abbia fatto affondare le navi che avevano portato la sua fedele decima legione per la battaglia decisiva contro Pompeo. La battaglia di Azio, che decretò la vittoria definitiva dell'Occidente sull'Oriente del mondo romano, si svolse in acque vicine e millecinquecento anni più tardi, non lontano dall'Albania meridionale si svolse lo scontro di Lepanto tra i Veneziani, coalizzati con altri cristiani, ed i Turchi. Anna Comnena, storica e studiosa delle Crociate, cita Valona come l'ultimo baluardo del mare Adriatico "al di là del quale vivono i barbari". Questo stesso mare per molti secoli ha funzionato come una koinè, è stato la mappa del-l'incontro-scontro di città stato, grandi imperi, piccoli commercianti e amanti. La struttura del libro L'obiettivo di questo libro è fornire una serie di informazioni utili a chi visiti la regione di Valona. Naturalmente UNOPS, la giunta della Regione di Valona e la Regione Marche si augurano che la diffusione di questa guida abbia l'effetto di incrementare il numero dei visitatori nell'area di Valona e di dare un contributo allo sviluppo dell'industria turistica.

Il testo contiene informazioni dedicate alla storia e alla cultura albanese e informazioni pratiche e utili alla "sopravvivenza" e al buon vivere del turista, con un riferimento alla situazione attuale dell'Albania e note specifiche su Valona. La parte centrale del libro è dedicata naturalmente alla regione di Valona, divisa per aree ambientali omogenee secondo la direttrice Nord-Sud (dal fiume Vlosa fino alla spiaggia "adriatica" di Valona, poi giù, lungo la costa ionica fino al confine greco) e per ecosistemi (costa, collina, montagna).

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Le mappe e gli itinerari Nelle proposte di gite abbiamo usato mappe approssimative, dato che non è affatto facile produrre carte precise su scala così ridotta. Il criterio che abbiamo usato è stato quello della leggibilità, della facilità di consultazione e della effettiva utilità per lettrici e lettori. Qualche distanza può risultare non esatta e qualche villaggio può, nella realtà, non corrispondere al disegno schematico. Si tratta sempre di errori marginali, che non creano problemi a chi consulta la guida.

Alberghi e ristoranti

I prezzi di alberghi e ristoranti sono indicati in Lek, e va tenuto in considerazione il cambio con l'Euro al momento della consultazione. Vanno anche considerate eventuali variazioni operate nel tempo dai singoli albergatori e ristoratori. Abbiamo diviso gli alberghi in tre categorie in base al costo e al livello del servizio offerto. Abbiamo segnalato case private in affitto perché questa formula turistica è già diffusa e fortemente redistributiva in quanto non richiede investimenti molto alti e può essere trasformata in attività di bed and breakfast con relativa facilità. Per i ristoranti abbiamo seguito la norma "troppa informazione, nessuna informazione". Dato il gran numero di esercizi esistenti, abbiamo segnalato dei locali tenendo conto della qualità delle ricette e della qualità del servizio.

Servizi I servizi segnalati, dai taxi alle barche per gite, ai trasporti di linea, sono passibili di variazioni che sfuggono al nostro controllo. Abbiamo cercato di privilegiare le informazioni sui punti e i metodi di contatto con le società o le persone che forniscono questi servizi, in modo che il rapporto diretto del turista con loro, sia facilitato.

Le notizie ambientali La parte generale sull'ambiente identifica gli ecosistemi chiave della regione (ce ne sono molti). Nelle pagine sulle località tornano in modo più specifico gli ambienti che il turista incontra quando percorre gli itinerari suggeriti nella guida. Il lettore troverà indicazioni concrete sui sistemi più opportuni e interessanti per conoscere direttamente le caratteristiche ambientali dei luoghi.

Le notizie culturali La parte generale comprende una presentazione dell'economia e della società del Paese e della regione di Valona, i cenni storici per l'intera Albania e per la regione. Gli argomenti della presentazione e della parte generale vengono poi ripresi nella sezione dedicata agli itinerari ed alle località.

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2. Informazioni pratiche Preparare il viaggio In Albania per recarsi a Valona ci si può rivolgere a qualsiasi agenzia di viaggi o telefonare alle agenzie di Valona e Saranda, i cui recapiti si possono trovare più avanti, all'interno di questo stesso capitolo. In Italia, "Avventure nel Mondo" organizza viaggi di gruppo, altre agenzie a Brindisi sono "specializzate" nell'organizzazione di viaggi in Albania.

Documenti di entrata Non servono documenti particolari, basta il normale passaporto. All'entrata si ottiene un visto che costa dieci euro o dieci dollari americani. Meglio se il viaggiatore si presenta con un biglietto cor-rispondente perché non è facile per i poliziotti di frontiera avere il resto giusto nella valuta corrispondente. Se arrivate in aereo a Rinas, le operazioni sono abbastanza veloci e iniziano dopo il controllo del passaporto sul lato destro della sala per il ritiro dei bagagli. Dovete ricordarvi di conservare una banconota uguale per il ritorno. Se arrivate in nave il pagamento si effettua con gli stessi poliziotti del controllo passaporti.

Dogana Non ci sono prescrizioni particolari. In Albania si può portare praticamente tutto (nei limiti della legalità, si intende), eccetto armi, munizioni e droghe. Non c'è un limite per la valuta estera, che potete portate con voi sia in entrata che in uscita. Per cifre superiori ai 10.000 euro o dollari americani è possibile che vi venga richiesta una documentazione, soprattutto in uscita.

Auto

Le automobili possono circolare liberamente. Bisogna esibire i documenti e l'assicurazione, come in ogni altro paese. Le patenti dei paesi membri dell'Unione Europea sono valide. Per circolare con veicoli stranieri si deve pagare una tassa di un dollaro al giorno. Attenzione alle strade che sono a volte mal ridotte. Da Tirana per Valona c'è la superstrada fino a Lushnje, poi con qualche difficoltà il fondo stradale resta buono, ma non dovete pensare agli standard autostradali europei. In Albania per recarsi a Valona ci si può rivolgere a qualsiasi agenzia di viaggi o telefonare alle agenzie di Valona e Saranda, i cui recapiti si possono trovare più avanti, all'interno di questo stesso capitolo. In Italia, "Avventure nel Mondo" organizza viaggi di gruppo, altre agenzie a Brindisi sono "specializzate" nell'organizzazione di viaggi in Albania.

Ambasciate Per eventuali evenienze, diamo qui di seguito una lista delle principali Ambasciate a Tirana, con recapiti e telefoni. A Valona opera un Consolato d'Italia.

Usa Rr. Elbasanit, n. 81 043/247285

Regno Unito Rr. Skenderbej, n. 12 247697

Germania Rr. Skenderbej, n. 8 228900

Canada Rr. Brigadave VIII P2 AP 1 257273

Svizzera Rr. Elbasanit, n. 81 234888

Egitto Rr. Skenderbej, n. 43 226565

F. Y R. O. M Rr. L. Dukagjini Vila 2 247241

Francia Rr. Skenderbej, n. 4 230850

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Grecia Rr. Skenderbej, n. 4 223959

Italia Rr. L. Dukagjjini 229922

Jugoslavia Rr. Durresit 223042

Moneta In entrata. Non ci sono limiti nell'introdurre valuta straniera. Nei servizi moderni e nelle città maggiori si può pagare anche in valuta straniera. A Valona e a Saranda i dollari americani e gli euro sono accettati nei principali ristoranti e alberghi. Nei villaggi le cose vanno diversamente. Già ad Himara è difficile sopravvivere senza moneta nazionale, nei villaggi è necessario girare con una buona scorta di valuta albanese. Può capitare, come a chi scrive, di lasciare una caparra in Lìre (qualche tempo prima dell'euro) perfino in un piccolo albergo di una spiaggia isolata come Yal, ma la cosa è limitata all'albergo. A Tirana, ma non a Valona, alcuni alberghi chiedono di essere pagati in euro. In questo caso il resto viene corrisposto nella stessa valuta. Moneta nazionale. La divisa nazionale albanese è il Lek, diviso in 100 quindarkas. Il valore del Lek è abbastanza stabile: circa 140 Lek per un Euro. Le variazioni riflettono quelle del cambio internazionale con le oscillazioni note tra euro e dollaro. Un avvertimento: il Lek attuale, detto anche "nuovo Lek", è una versione rivalutata della vecchia moneta, che ha attraversato tempi burrascosi negli anni della "grande trasformazione", successivi alla stabilità comunista. Come accadde in Francia alla fine degli anni Cinquanta per il franco, un Lek di oggi corrisponde a 1000 vecchi Lek. Se andate al ristorante e arriva un conto di 12.000 Lek, prima di fare rimostranze ricordatevi che state per pagare 12 lek. Come si è detto sopra, si può pagare con valuta straniera, ma è bene avere banconote da 100 o da 50. Il resto sarà naturalmente in Lek.

Cambio Più che nelle banche, il cambio avviene in luoghi deputati: piazze snodi stradali importanti. A Tirana si cambia sul lato di piazì Skanderbeg, in direzione Ministeri.

Cambio a Valona A Valona il luogo del cambio si trova oltre la Moschea e i Monumento, procedendo lungo la strada per Fier. Meglio cambiari banconote da cinquanta e da cento, ma si accetta tutto.

Banche a Tirana A Tirana è possibile cambiare traveller's cheques ed eurocheques presso la National Bank of Albania in Piazza Skanderbeg. Ci sono varie banche dove poter cambiare e compiere operazioni varie.

Banche a Valona American Bank of Albania con filiali a Tirana, Valona, Durazzo, aereoporto di Rinas e all'Ambasciata americana. La banca offre tassi di interesse competitivi e svariati servizi, come la possibilità di aprire un conto corrente, senza spese, in diverse valute e senza un ammontare minimo (la sola condizione è che si paghi una penale di 30 dollari se il conto viene chiuso prima di tre mesi); massima velocità nei trasferimenti di denaro da e verso conti esteri (due giorni); l'acquisto di certificati dì deposito; la formula "Futura", che permette di destinare un conto corrente a un bambino che ne entrerà in possesso al compimento dei diciotto anni e la totale disponibilità per depositi, prelievi e traveller's cheques. Inoltre, sono attivati il servizio carta di credito (American Express, utilizzabile solo al Rogner Hotel a Tirana) e Internet Banking (ABAFLEX), con cui il cliente può accedere al suo conto e effettuare operazioni da qualunque parte del mondo, con il solo requisito e costo del collegamento a internet. Lo staff parla correntemente inglese e italiano (orario: Lunedì - Venerdì 9.30 - 15.30 Sabato 10 - 12). Tirana Bank, con filiali in tutte le principali città

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dell'Albania, offre il servizo di cambio da tutte le valute e apertura di conti da euro, dollari e franco svizzero, oltre che Lek (è richiesto un deposito minimo di 500 euro). Fa parte del Gruppo Pireus. Si possono ricevere trasferimenti di denaro, senza pagare alcuna commissione. È l'unica banca dell'Albania dalla quale sia possibile prelevare denaro con carta di credito Visa.

Clima Gli esperti di turismo dicono che un grave handicap per il turismo in Albania è costituito dall'immagine negativa della malavita operante nel paese e nelle aree di emigrazione degli albanesi. C'è anche un'altro limite grave: l'Albania, paese delle aquile, ha l'immagine di un paese freddo, dove i pastori portano il giubbotto di lana di pecora. In realtà, pur essendo un'area di estensione non superiore a quella di una regione italiana, ha una grande diversità di aree climatiche e presenta una articolata varietà di microclimi. Il fatto non sorprende, se si pensa alla diversa conformazione orografica e geologica del paese. Valona presenta tre aree climatiche fondamentali: la zona costiera, con temperature mediterranee meridionali-orientali, cioè calde come nelle isole del basso Mediterraneo, e non battute dai venti freddi, come le coste dell'area occidentale; le zone di collina intermedie, con un clima fresco e piovoso, simile a quello delle miti aree interne del continente europeo e le montagne, come Logora, dove prevale un clima continentale secco, con inverni freddi, aria fresca durante l'estate e buona ventosità. Saranda è la città più calda dell'intera Albania con oltre tremila ore di sole all'anno; ma tutta la costa di Valona possiede un clima caldo, con brezze marine che mitigano il caldo in estate. Da ricordare che, al contrario dell'opinione corrente, non è la Spagna ad avere il record delle ore di sole in un anno nel Mediterraneo, ma proprio l'Albania e che Valona contribuisce notevolmente a questo record con la media di più di duemi la ore. Salute Non bisogna dimenticare che siamo in un paese difficile da un punto di vista sanitario: le strutture funzionanti nel periodo socialista non prevedevano la presenza di turisti o di stranieri né carichi stagionali più alti per gli ospedali ed i presidi sanitari. Negli anni successivi il rigido sistema pubblico ha subìto terremoti e scossoni continui. Si è sviluppata una sanità privata. Andiamo per ordine: Farmacie e medicinali. A Valona, e ancora di più a Tirana, nelle farmacie è possibile trovare le medicine di larga diffusione in Europa, necessarie per i piccoli malesseri occasionali. In altre parole non deve fare paura la solita influenza o eventuali malori anche più seri. Sono disponibili anche i medicinali per gli anziani, dalle pillole più diffuse per il diabete ad alcuni dei trattamenti per il cuore, come la Cardioaspirina. Meglio, comunque, portare con sé medicinali pet gastroenteriti o altri disturbi e avere un piccolo kit di pronto inter vento, se ci si reca nei villaggi. A Valona le farmacie sono dappertutto, anche se molte sfornite di medicinali che vanno oltre le prime necessità. È bene assicurarsi della provenienza dei farmaci e prefe rire quelli dei paesi CE. Diverso è il discorso per farmaci specifici, che si trovano, ovviamente, con maggiore difficoltà. Medici. A Valona ci sono molti studi dentistici e specialistici di altro genere, dai radiologi agli analisti, a Saranda la situazione è simile, Nei villaggi dove si va in vacanza, la situazione è naturalmente più difficile e complessa, anche se qualche medico si trova comunque. E’ necessaria la vaccinazione contro il tetano e bisogna fare attenzione all'epatite virale, come sempre quando si viaggia. In alcune situazioni, l'acqua, generalmente sicura, va evitata come bevanda. Gli stessi albanesi sono consumatori di acqua minerale, reperibile ovunque.

Ospedali. A Valona c'è un ospedale in centro, a poche centinaia di metri dal teatro. L'ospedale di Valona offre un servizio completamente gratuito e dispone anche di un pronto soccorso e day-hospital. Ci sono inoltre vari ambulatori pubblici nelle varie zone della città, oltre a cliniche specializzate private. Presidi sanitari nei villaggi.

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Sicurezza personale Un punto di cui si parla molto. L'Albania e in particolare Valona, più di ogni altra città, hanno subìto forti sommovimenti dagli anni '90. Oggi la situazione è abbastanza tranquilla; non ci sono grandi problemi. Si può passeggiare anche di sera. In città l'unica eredità lasciata dalle trascorse turbolenze sembra essere il fatto che le strade si svuotano molto presto, se si pensa che siamo al mare. Alcuni luoghi, come i mercati, vanno visitati con attenzione perché si può essere scippati. Meglio evitare i luoghi isolati a notte fonda. Ma non più che in ogni altro paese. Come arrivare Collegamenti aerei. L'unico aereoporto attualmente funzionante in Albania si trova a Rinas, vicino Tirana. Non ci sono mezzi pubblici che lo collegano con le principali città, perciò è necessario organizzarsi con mezzi propri o con un taxi. L'aereoporto garantisce i principali servizi utili (ufficio informazioni, agenzie turistiche, ufficio smarrimento bagagli, duty free e dogana, telefoni pubblici). All'esterno è presente uno sportello bancario che opera anche per il cambio (American Bank of Tirana), diversi bar e ristoranti, uri edicola dov'è possibile acquistare giornali stranieri, stand di vendita dei souvenirs. Il personale parla diverse lingue straniere (italiano, inglese, francese). Per le informazioni si può chiamare il numero telefonico 33369. Compagnie Le compagnie che operano nel Paese sono: Alitalia (effettua voli per/da Milano e Roma), Albanian Airlines (Bologna, Francoforte, Istanbul, Pristina e Roma), Malev (Budapest), Ada Air (Milano, Atene, Bari, Pristina e Rimini), Austrian Airlines (Vienna). Collegamenti navali Linea Ancona-Durazzo. La nave parte nei giorni di lunedì, giovedì,

Linea Corfù-Himara. Si effettua tre volte alla settimana durante la stagione estiva, solo con servizio passeggeri e due volte la settimana nel periodo settembre-aprile. Linea Corfù-Saranda. Nel periodo estivo un traghetto di piccol dimensioni parte da Corfù alle 8:30 circa, arriva alle ore 11. Riparte da Saranda alle 16:00 circa. Per gli orari esatti è meglio chi dere, perché sono soggetti a variazioni. In città ci sono varie agenzie, tra cui "Albania Ferries", "Xhalina

venerdi e domenica. L'orario di partenza è fissato alle ore 19:00, con l'eccezione del giovedì (h. 22:00). Il viaggio dura diciotto ore. Se si vuole prendere una cabina con bagno ed oblò, è bene prenotare, soprattutto nei fine settimana. Il ritorno, Durazzo-Ancona, si effettua nei giorni di venerdì, sabato e martedì con partenza alle ore 20:00, il venerdì alle ore 19:00. Per informazioni telefonare al numero 071/ 50211621 (prezzi: cabina esterna con servizi Euro 108; cabina interna con servizi Euro 92; passaggio ponte Euro 64). Linea Bari-Durazzo. La nave parte ogni giorno alle 23:00 e arriva a Durazzo alle 7:30 del giorno successivo. Stesso orario per il ritorno, (I prezzi sono i seguenti: Cabina con servizi esterna Euro 82; Cabina con servizi con altra persona Euro 72; Cabina con lavabo con altra persona Euro 67; passaggio ponte Euro 49). Informazioni e prenotazioni telefono 080/5928222. Una volta arrivati a Durazzo, per raggiungere Valona, si possono prendere bus di linea e minibus. Linea Brindisi-Valona. Le compagnie che operano sono la "Skan. derbeg Lines" con il traghetto Skanderbeg, 1-Italian Ferries" con il Santa Eleonora (catamarano), la "Prosperity Navigation",

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con i Gabrielle e la nuova nave della compagnia "Mediaset", che viaggia con gli stessi orari della "Skanderbeg Lines". Durante l'estate ope rano quattro traghetti. Gli orari sono i seguenti: partenza da Brindisi alle 23:00 e arrivo a Valona alle 08:00. Per il ritorno, partenza da Valona alle ore 11:00 e arrivo alle ore 20:00. Il tempo di percorrenza è normalmente di sette ore. Purtroppo dal 2003 il catamarano Santa Eleonora è fuori servizio. Prima dello sbarco è necessario il paga. mento di una tassa di importo variabile: per i bambini dai 2 ai l1 anni è di 2 euro, per gli adulti di 5 euro. Per le auto fino a 3 tonnel late sono richiesti 4 dollari, oltre le 3 tonnellate la tassa è di 9 dolla. ri (i prezzi dei biglietti: Cabina esterna con servizi Euro 75; Cabina con lavabo Euro 52; Passaggio per Albanesi Euro 26; Passaggio peg non albanesi Euro 42; Imbarco auto - Albanesi - Euro 45; Imbarco auto - stranieri - Euro 50).

"Marina Lines", dove si possono prenotare e acquistare i biglietti. All'interno del porto ci sono un ufficio informazioni (il personale parla anche italiano e inglese), il servizio telefonico pubblico, un ufficio cambio, presso la Cassa di Risparmio, un bar e un ristorante. Esiste un Masterplan, studiato dalla ditta GIBB, per il miglioramento delle infrastrutture del porto e delle banchine. E previsto un investimento di quattro milioni di euro.

Agenzia Colombo: l'agenzia offre svariati servizi, sia per i viaggi da e verso l'Albania, sia per i periodi di permanenza. Navi: è garantito il collegamento con il porto di Brindisi, con partenza alle 8:00 e arrivo alle 15:00, a partire dai 35 euro. Nei mesi di agosto, dicembre e aprile, è consigliabile prenotare in anticipo. Gite in barca: durante l'estate si effettuano, su prenotazione, gite in barca nella baia di Valona, a Saranda e a Butrinto, con guida turistica anche in italiano o in inglese, cibo e bevande. Per le gite più lunghe si richiede un gruppo omogeneo. L'agenzia offre anche il servizio di prenotazione albergo e/o ristorante, con possibilità di rientro il giorno successivo. I prezzi partono dai 1000 Leke per la Baia di Valona, ai 4000 per Saranda e 5000 per Butrinto; sono previsti sconti per studenti. Per le gite in pullman e i pacchetti turistici, da marzo a giugno, sono a disposizione mezzi da trenta, quaranta o cinquanta posti, con autista e guida. Il prezzo dipende dalla destinazione ed è trattabile per gli studenti. Tramite l'agenzia è possibile anche noleggiare l'auto. Il prezzo dipende dalla destinazione. Tutti i servizi sono illustrati sul sito internet: www.colomboal.com, dov'è possibile anche effettuare prenotazioni on-line. Altre due agenzie che lavorano da tempo nel settore sono la Hermes e la ATHS.

Distanze da considerare per gite e trasferimenti Valona - Tirana Durazzo

3 ore2

147 km strada in buone condizioni 118 km strada in buone condizioni

Saranda 4 133 km strada in buone condizioni Gjirokastro 3 152 km strada in cattive condizioni Berat 1 81 km strada in discrete condizioniScutari 5 Himara 3 strada per Saranda Occhio Blu 4 strada per Gjirokastro Dhermi 3 strada per Saranda Apollonia Tepelene

i 2

strada in cattive condizioni 88 km strada in cattive condizioni.

Taxi I tassisti sostano nei posteggi sulla via principale e vicino al Municipio. In genere lavorano dalle cinque del mattino alle sette di sera, ma se prenotati in anticipo sono disponibili con grande flessibilità. È consuetudine recarsi sul posto la sera prima e accordarsi. In alternativa, è possibile chiamare Radiotaxi al numero 28753. I prezzi si aggirano intorno ai 60 Leke per km Andare a Dhermi o a Llogorà costa circa 4000 Leke, arrivare a Tirana o a Gjirokastro costa 8.000 Leke, a Rinas o al confine con la Grecia tra gli 8.000 e i 10.000. Dal

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2003 avrebbe dovuto essere introdotto il tassametro, ma fino ad oggi (maggio 2003), non È accaduto nulla.

Autobus Esiste una rete di trasporti urbani con quattro linee, di cui tre colle gano il centro con diverse zone della città: la spiaggia, l'ospedaleE l'ex fabbrica chimica, dove arriva la circolare. Il biglietto si acquist sul bus per 15 Leke. Potrebbe accadere che il bigliettaio non vi dia i biglietto: non protestate.

Minibus e Pullman Nella via principale sostano i bus che collegano Valona con le prin cipali località dell'Albania. I viaggi per Tirana, a partire dalle 4:00, si ripetono fino alle ore 16:00 con intervalli di trenta minuti. Il biglietto, che si acquista sul bus costa 300 Leke. Per arrivare a Saranda si può percorrere la riviera o passare nell'in terno. Nel primo caso si parte alle 7:30; le fermate principali sont Llogarà, Dhermì e Himara, ma, a richiesta, ci si può fermare in alt villaggi. Nel secondo caso si parte alle 7:00 e la fermata previstai Gjirokastro. Il prezzo del biglietto per Saranda è di 600 Leke. Per Berat le partenze sono alle 8:00, alle 9:00 e alle 10:00; per Kore alle 7:00; per Durazzo alle 6:15 e alle 8:15. Per Fier ci sono corse ogni ora dalle 6:15 alle 10:15; si può inoltre raggiungere il confine con la Grecia passando per la dogana d Kakavije, partendo alle 5:15. Oltre a ciò, lungo strada principale si possono anche trovare numerosi minibus, con capienza massima di otto persone; una volta rag giunto questo numero di passeggeri, partono. Oltre che con le grafie di città, questi mezzi collegano Valona con i villaggi della regione. Il, prezzo del biglietto è leggermente più alto di quello dei pullman perché il servizio è più rapido, anche se un pò meno confortevole. E possibile accordarsi per un affitto giornaliero del minubus con conducente, il prezzo dipende dalle distanze che si devono percorrere. La stagione turistica solitamente inizia a giugno e termine a agosto. In realtà, viste le condizioni climatiche, vi suggeriamo di considerare la possibilità di arrivare già da fine aprile o di trattenervi fino a ottobre. Rifornimenti di benzina: i distributori non mancano nelle strade più trafficate, nelle altre sono più scarsi. Poste Gli uffici postali in città sono quattro. Le poste centrali garantiscono un servizio celere e sicuro (massimo due giorni) per i vaglia e i pacchi, con tariffe basse. Purtroppo qui le strade non si identificano con il loro nome, ma indicando un edificio o un ufficio noto nei pressi; il postino conosce questi edifici pubblici e trova l'indirizzo. È prevista entro l'anno l'attivazione del servizio di cambio. Per farsi spedire dei soldi uno dei metodi più sicuri è usufruire dei servizi della Western Union, associata alle poste, presso i cui uffici è possibile ritirare gratuitamente le somme spedite (la commissione è a carico del mittente). Le cassette delle lettere si trovano presso gli uffici postali. Telefoni Nella zona centrale della città sono presenti alcune postazioni di telefoni pubblici funzionanti a schede, che si possono acquistare negli uffici postali o della Telekom (strada principale). È possibile utilizzare il servizio di telefonia mobile, sia con schede locali che estere, ma è molto costoso. La copertura per la telefonia mobile è assicurata in tutta la regione, anche per i cellulari stranieri. I telefoni pubblici sono presenti in tutta la città e nelle zone di interesse turistico fuori dalla città. Funzionano con le schede acquistabili negli uffici postali o presso le edicole. Non esistono schede internazionali preferenziali: le tariffe cambiano a seconda della distanza del paese che viene chiamato. Internet Lungo la strada principale si trovano diversi internet-cafè, dotati di una buona connessione, con

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un elevato numero di postazioni. Sono, ovviamente molto frequentati. Il prezzo richiesto è di 200 Leke all'ora. Teatro A Butrinto, nel sito archeologico, si tiene ogni anno, alla fine dell'estate, un Festival di teatro contemporaneo, chiamato "Butrinto 2000", a cui partecipano compagnie provenienti da tutta Europa. Al teatro di Valona si può assistere prevalentemente a spettacoli in lingua albanese. Tv A Valona operano 2 tv locali, Atv e 6+1 Vlora. Si ricevono inoltre tutte le emittenti nazionali e alcuni canali italiani (Rai e Mediaset). Radio: si ricevono le frequenze delle due radio locali, di quelle nazionali e di alcune del Sud Italia.

Giornali A Valona sono reperibili solo i giornali locali, mentre a Tirana è possibile trovare giornali stranieri (italiani, inglesi, tedeschi, francesi) e anche il Daily News, che riporta in inglese i fatti della cronaca alba nese. Divertimenti A Valona ci sono tre disco-pub e vari pub. A Dhermi in estate funziona una discoteca all'aperto.

Eventi culturali Il 15 ottobre si ricorda la liberazione della città dai nazisti. Il 28 novembre si celebra, in tutta l'Albania, ma principalmente a Valona, la festa dell'Indipendenza dall'impero ottomano. Nella Piazza della Bandiera si tengono discorsi delle autorità, canti e balli che coinvolgono gran parte della popolazione. Un'altra festa molto sentita è quella del 1° maggio: tutti vanno fuori città a divertirsi e dimenticano per un giorno il lavoro. Capodanno: la sera le famiglie festeggiano a casa con una ricca cena in cui il piatto principale è il tacchino, e lanciano i fuochi d'artificio. Il giorno dopo si è soliti scambiare visite e regali con i parenti e gli amici più cari. Il 5 maggio è la festa dei martiri: visite ai cimiteri, canti di commemorazione. Essendo questo un paese in cui si trovano fedeli di tre religioni diverse, si celebrano varie feste religiose. Il 14 e 15 di agosto sono i giorni di S. Maria: per aspettare, con una veglia, la nascita della Vergine Maria, i fedeli ortodossi si recano nell'isola di Zvernec; li ci si ritrova per mangiare l'oca arrostita, cantare e ballare. Il giorno dopo si celebra la cerimonia religiosa con l'arrivo delle autorità e di altri fedeli. La Pasqua dei musulmani (Kurban Bajram), la cui data è variabile, è festa nazionale. Essa celebra il sacrificio da parte di Abramo, del figlio primogenito Ismaele. Le famiglie si riuniscono a pranzo per mangiare insieme un montone di circa un anno, ucciso in ricordo di� tale sacrificio. Gli ortodossi festeggiano la Piccola e la Grande Pasqua. La Piccola Pasqua commemora l'ultima settimana di vita terrena di Cristo: durante quei giorni di preghiere non si può mangiare carne, il giovedi si va in chiesa e si dipingono le uova di rosso per ricordare il sangue di Gesù. Il venerdì (detto venerdì nero) si ricorda la morte di Cristo e si fa visita ai cimiteri. La domenica invece è la Grande Pasqua, la Resurrezione del Signore; si celebra una Messa diversa

dal solito e molto partecipata; alla fine si dà ai fedeli un pane speciale e vino rosso, simboli del corpo e del sangue di Gesù. Il 25 dicembre si celebra il Natale. Acqua

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Generalmente l'acqua è potabile, ma i turisti potrebbero avere qualche problema: è quindi consigliabile acquistare l'acqua imbottigliata. Durante il giorno il servizio pubblico di erogazione di acqua ed eletpuò subire delle interruzioni: questi problemi sono stati per la maggior parte risolti con l'utilizzo di generatori e pompe per l'acqua. La tensione della corrente è di 220 V, le prese seguono gli standard internazionali.

Informazioni per gli acquisti Nel centro della città si svolge ogni giorno il mercatino della frutta, di vari generi alimentari, di sigarette e di ricariche telefoniche. Inoltre sono molto diffusi i piccoli negozi con merce varia, oltre ai negozi specializzati e a quelli di souvenir. Sempre lungo il corso si trovano due lavanderie. I negozi aprono solitamente alle 8:00 del mattino e chiudono alle 19:30. Non essendoci però una legge sugli orari, questi sono soggetti a variazioni in base alle esigenze del commerciante, che può decidere di chiudere per la pausa pranzo o fare orario continuato.

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Racconto di viaggio: dal porto di Durazzo al monte di Llogorà di Alessia Consorti

Sono circa le sette del mattino quando dalla nave, tra la densa foschia, si scorgono i primi profili arrotondati delle montagne della terra d'Albania.

Allo sbarco, il porto di Durazzo è già in pieno fermento; e sotto il sole rovente di fine agosto, tutti in fila con le auto tra la polvere di una strada non battuta e le urla concitate di poliziotti albanesi, aspettiamo di superare la dogana. Bambini dai grandi occhi vispi si aggirano furtivamente tra le macchine ferme, cercando di vendere sigarette greche di contrabbando fra i ripetuti e vani tentativi della polizia di allontanarli. All'uscita del porto si incontra il lungomare di Durazzo: lunga fila di alberghi, di cui alcuni in costruzione, spesso immersi in una verde pineta a due passi dal mare sabbioso, vivacizzato da mercati di strada con l'aria intrisa dei densi odori di piccoli ma frequentatissimi ristoranti. Sorpresi osserviamo sul ciglio della strada un curioso passeggio: due tipi, forse locali, con un grosso orso bruno al guinzaglio; mentre dall'altro lato, su una striscia di sterrato, carretti avanzano trainati da muli e cavalli.

È usanza religiosa del posto porre sui tetti delle case pupazzi di paglia (in alcuni casi addirittura di peluche) per allontanare l'invidia e gli spiriti maligni, ingrediente che conferisce al paesaggio urbano un aspetto del tutto singolare.

L'ingresso a Valona, animato da venditrici ambulanti di frutta ed ortaggi, avviene all'improvviso: vecchi edifici alternati a nuove ristrutturazioni e lavori su impianti di acque, fogne, elettricità, ci dividono dal centro storico; mentre volgendo lo sguardo, ci sorprende la veduta del golfo di Valona. Lo scenario è suggestivo, essenzialmente raccontato dal blu intenso del mare e dal cupo profilo della penisola di Karaburun, un lungo braccio di terra che si staglia quasi a voler proteggere il golfo.

Poco a nord di Valona si trova la laguna di Narta con l'isola di Svernec dove, nel mezzo di una vegetazione sempre verde, è immersa la chiesa bizantina di Santa Maria. In questo universo di religioso silenzio tutto sembra incantato. La chiesetta, restaurata, è costruita con grossi blocchi di pietra ed ha una unica navata. L'ingresso principale è posto lateralmente al di sotto di un loggiato, i cui elementi di sostegno consistono in sei colonne sulle quali poggiano sette archi a tutto sesto. L'esterno, in corrispondenza dell'abside, presenta lo stesso andamento semicircolare dell'interno e sul lato opposto si erge un campanile in muratura formato da una bifora, entro la quale sono poste due campane, sormontata da una monofora. All'interno si conservano iconostasi di grande interesse artistico e nella zona dell'abside tracce di affreschi, probabilmente bizantini, sono ancora ben visibili (di questi credo di ricordare unaUltima cena, un Santo Vescovo e un Cristo Pantocratore). Sopra l'entrata si alza un tamburo cilindrico, dal quale la luce filtra mediante quattro piccole feritoie rettangolari.

Procedendo verso sud, a 2 Km dal lungomare della città, fin qui caratterizzato da una spiaggia sabbiosa, si incontra un masso roccioso di grandi dimensioni. Superato il masso, grazie ad un tunnel scavato nella roccia, il panorama cambia. La costa muta totalmente la propria morfologia, diventando rocciosa e a picco sul mare. Una fresca ed umida pineta sale lungo i fianchi scoscesi e segue obbediente l'orlo naturale della sua terra. Piccole ed infinite sono infatti le insenature che si susseguono senza tregua, dove il forte odore della resina di pino sembra mescolarsi a quello intenso del mare. La trasparenza delle sue acque ci concede, durante una gita in gommone lungo le coste di Karaburun, di osservare un fondale essenzialmente roccioso che diventa visione spettacolare dentro la grotta dei Pirati. Qui tutto sembra un prezioso gioco di

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colori: alghe rosa e verde intenso ricoprono massi sottomarini, tinte che si rivedono anche sulle volte della grotta, lasciando pensare che i colori delle rocce abbiano modificato quello della vegetazione sommersa.

Proseguiamo la nostra gita lungo le pareti della penisola, dove è ben visibile la roccia sedimentata. In questi luoghi sembra che esista, incontaminata, solo la natura: verdi pascoli si estendono a perdita d'occhio (anche se spesso, purtroppo, disturbati dai bunker militari, emblema di una guerra mai combattuta), e deserte insenature ci regalano qualche ora di mare e relax.

Proseguendo il nostro viaggio verso sud, da Orikum la strada comincia a salire verso il passo di Llogarà (1027 mt.). Non sono molti i Km che dividono il mare dalla montagna ma la salita fino alla cima è faticosa. La condizione dei selciati è pessima e la strada, ricca di curve ritagliate nei fianchi dei monti e poco rassicurante perché priva di barriere, è piena di buche e parecchi sono gli strapiombi. A volte sembra proprio di volare: Llogarà è in capo al cielo! Il panorama tuttavia è favoloso con la sua lussureggiante e maestosa vegetazione; il verde dalle infinite sfumature quasi ci abbaglia. Il parco ha una vasta estensione, caratterizzato da boschi intricatissimi di conifere di alto fusto, tipici di un paesaggio di montagna, da pianure ed alte rocce. Raggiunto il passo, all'improvviso il mare. Lo spettacolo ci lascia senza fiato, quando da una balconata, con occhi stupefatti ed increduli, ammiriamo (e si mostra) in tutta la sua imponenza lo strapiombo che cade a precipizio sul mare. Volgendo poi lo sguardo verso sud, ci accorgiamo che all'improvviso la vegetazione svanisce, si fa brulla. La montagna, fatta di pura roccia, sembra arsa dal sole e battuta dai venti. Riprendiamo la strada che continua serpeggiando in una vorticosa discesa e la sua forte percentuale di pendenza ci provoca un'ebbra vertigine: si ha la decisa sensazione che allungando una mano si riesca a toccare l'acqua limpida del mare. Fortunatamente tutto il percorso è di recente ristrutturazione, progetto che a breve coinvolgerà anche il versante in salita. Scendendo verso la costa, raggiungiamo in poco tempo il primo villaggio: Palasa. La vegetazione cambia di nuovo, altra immersione nel colore. Ovunque si vedono ulivi, bassi e dal tronco contorto, e agrumeti. Di tanto in tanto si incontrano, sul ciglio della strada, venditori ambulanti di miele seduti all'ombra.

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3. La regione di Valona Caratteristiche socio-economiche La geografia di base La regione di Valona è la più meridionale delle regioni albanesi. Il porto della città è il più grande dell'Albania del sud, utilizzato per il trasporto delle merci e delle persone verso le altre città e gli altri paesi dei Balcani. È un porto aperto con due moli principali dove attraccano le navi da trasporto merci ed i traghetti di passeggeri. Il porto di Valona fa parte dell'ottavo corridoio ed è il nodo principale dell'oleodotto Burgas-Valona. Grazie alle difese naturali del golfo le navi possono ancorare anche fuori dal porto. Dentro il golfo mancano correnti forti, le alte e le basse maree, tali da influenzare la navigazione. La regione di Valona è composta da tre distretti (Valona, Saranda, Delvina), sette città e centonovantanove villaggi, raggruppati in diciannove comuni. La ferrovia collega le città sopra citate, con quelle di Fier, Tirana, Shkoder. I collegamenti marittimi con l'Italia (Brindisi) sono assicurati. Durante la stagione estiva, un piccolo ferry, con capienza di tre-quattro auto, collega il porto di Saranda con l'isola di Corfù. La superficie del territorio della regione è di 2.706 km quadrati, dei quali 1.609 appartengono al distretto di Valona, 749 a quello di Saranda e 348 a quello di Delvina. Il distretto di Valona, per superficie, occupa il terzo posto in Albania, dopo quelli di Scutari e di Korca. La densità media di popolazione nel distretto di Valona è di 91,5 ab/km2, alcuni distretti come Durazzo, Tirana e Kucova, arrivano a 400ab/km2 mentre altri, come Argirocastro e Saranda, scendono sensibilmente. La lunghezza dei confini del distretto di Valona è di 273 km, dei quali 129 km sono confini terrestri e 144 km sono marini. Il territorio del distretto di Valona è percorso dal fiume di Vjosa, lungo 272 chilometri e vi si trova una delle cime più alte del paese, il monte di Cika con un'altezza di 2.045 metri.

Dati demografici La popolazione della regione non presenta anomalie vistose rispetto alle tendenze nazionali. Come si deduce dalle tabelle illustrate di seguito, vi sono, però, variazioni significative rispetto alle medie nazionali nella composizione per genere. La tabella fornisce i dati dei residenti in base a quelli forniti dagli uffici anagrafe dei municipi.

Polazione residente

(ufficio dello stato civile )

Totale Uomini Donne

Valona 218.000 109.000 109.000

Saranda 81.000 41.000 40.000

Delvina 29.904 15.100 14.595

Prefettura 328.904 165.100 163.600 Meno donne A livello nazionale il numero degli uomini e delle donne esprime un rapporto di 995 su 1000. Nella prefettura di Valona il rapporto è di 982 su 1000; per abbassarsi ulteriormente nel distretto di Valona con 967 su 1000, mentre a Saranda passa a novantotto donne ogni cento uomini.

Più gente vive in città L'Albania è sempre stato un paese rurale. Nel 1979 la popolazione urbana rappresentava solo il

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33,5% del totale. Il resto viveva in villaggi. Nel 2001 il 42,1% degli albanesi vive in un contesto urbano. Nella regione di Valona, ben il 53,7% degli abitanti vive in una delle tre città. Nel Distretto di Valona, poi, ben il 57,8% vive nei quartieri della capitale regionale; Quindi lo spopolamento dei villaggi è stato superiore alla media nazionale. La forza attrattiva delle aree urbane maggiori è molto forte.

Le famiglie diventano meno numerose specialmente a Valona I movimenti dalla campagna verso la città hanno avuto i loro riflessi anche nella composizione delle famiglie. Nel 1979 il numero medio delle persone per famiglia era 5,6 (4,6 nelle città). Nel 1989 era di 4,7 (3.9), mentre oggi abbiamo 4,2 persone per famiglia (3,9 nelle città). Per la regione di Valona le cifre sono di 3,9 così distribuite nei singoli distretti : Valona 4,0; Saranda 3,58; Delvina 3,4.

Ambito Nr. Delle famiglie

Centri urbani

Persone famiglia

Centri urbani

Repubblica 728.641 331.886 4.24 3.92

Prefettura 49.507 27.006 3.91 3.85

Distretto di Valona 36.475 21.952 4.04 3.88 Saranda 8.937 3.928 3.58 3.7 Delvina 3.195 1.126 3.4 3.73

Novosela 2.553 4.14 Gli emigrati: presenti e invisibili Secondo una registrazione del 2001, la realtà della popolazione realmente residente è ben diversa dalle cifre fornite. Il fenomeno è dovuto all'emigrazione.

Popolazione residente (registrazione aprile 2001)

Totale Uomini Donne

Valona 147.267 72.387 74.880

Saranda 35.235 17.991 17.244

Pelvina 10.859 7.991 5.420

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Prefettura 193.361 95.817 97.544

La regione di Valona è il luogo più conosciuto per via delle partenze clandestine dall'Albania verso le coste italiane e greche, nonché per gli sconfinamenti terrestri verso la Grecia. Molti di coloro che passano di qui per emigrare non sono albanesi, ed anche quando lo sono, non è detto che siano di Valona. Non si può non pensare, però, che questo fatto non abbia influito sul numero di emigrati nell'area. Le tabelle illustrano chiaramente l'incidenza del fenomeno emigra zione nella regione di Valona. Nel 2001 non sono stati considerati nel numero complessivo degli emigrati, coloro che hanno lasciato il paese nel corso dell'anno. Il numero di questi emigrati può essere calcolato con approssimazione intorno alle quindicimila persone, fino a ventimila per la prefettura di Valona. Tenendo conto di questo dato, il numero ufficiale della popolazione in uscita dal Paese arriva a 500.000 persone, 155.000 solo nella prefettura di Valona e 86.000 nel distretto. Ma, in realtà, le persone residenti di fatto all'estero sono un 40% in più. In ogni caso, il tasso di emigrazione nella prefettura di Valona è pari al 31% del numero totale degli emigrati del paese mentre quello del distretto di Valona corrisponde al 17 % di questo totale. I dati sull'emigrazione nella regione sono stati raccolti seguendo le indicazioni delle istituzioni internazionali, non tenendo conto delle persone che risiedono all'estero da più di un anno, pur continuando ad avere interessi economici in Albania. Quota di emigrazione nella regione di Valona

Popolazione emigrata Totale Uomini Donne

Valona 70.733 36.613 34.120

Saranda 45.765 23.009 22.756 Pelvina 18.845 9.661 9.175 Prefettura 135.343 69.292 66.051

Giovani europei Rispetto all'età, i dati della regione di Valona coincidono con quelli nazionali: la Popolazione albanese viene considerata una popolazione giovane con un'età media di 28,6 anni. La durata media della vita è di 71,4 anni: di 68,5 per gli uomini e 74,3 per le donne. Circa il 33% della popolazione ha meno di quindici anni. La struttura produttiva La regione di Valona e in particolare la città ha una struttura produttiva diversa da quella delle città ad alto tasso di industrializzazinne recente, come Fier, o ad alto tasso di attività agricola, come Gjirokaster. L'identità commerciale di città portuale (per Valona) e di regione costiera e di confine, per il resto della regione, caratterizza la struttura produttiva del paese e la posizione di Valona hanno trasformato la zona in un incrocio di traffici anche illegali, che hanno generato problemi sociali nuovi. Il traffico degli scafi verso l'Italia è ora completamente cessato, ma per anni ha costituito l'immagine più conosciuta della città e della regione. Il mercato del lavoro è ancora poco strutturato. La maggior parte degli occupati lavora in attività di tipo commerciale, servizi, ecc. L'attività primaria per il mercato è ancora agli inizi sia per la produzione che per l'occupazione, dopo la grande mutazione rappresentata dalla caduta del socialismo. Le attività nel settore turistico sembrano essere improvvisate e limitate. La regione

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presenta, tuttavia, un forte dinamismo a livello di piccole imprese, ma la difficoltà maggiore rimane la non comprensione delle giuste iniziative da intraprendere e la scelta dei settori strategici, con la conseguente inefficienza degli investimenti e dei possibili ritorni economici. Per fare un esempio, l'occupazione femminile risente di problemi sociali enormi, del peso delle economie illegali e delle difficoltà di selezione degli investimenti. Nella città di Valona si contano 6.500 donne disoccupate che rappresentano il 65% del totale dei disoccupati. Ben 3.120 di loro usufruiscono dell'aiuto economico di disoccupazione o vengono occupate nei "lavori socialmente utili", come la raccolta della spazzatura nelle strade. Questa situazione espone le donne all'emigrazione e alle offerte del mercato del lavoro clandestino e delle attività illegali. I dati disponibili sulla struttura occupazionale, dvisi per settore pubblico e imprerse private, forniscono un quadro della situazione anche se con margini di approssimazione dovuti alla dimensione dell’economia sommersa e alla relativa incidenza della mancata registrazione del lavoro. Il settore statale è formato da 102 soggetti per un totale di 10300 occupati suddivisi come segue: L’attività economica del settore privato è composta da 464 imprese Bistrate alla fine del 2000, con 3.223 occupati e 1.460 imprese con un solo occupato, sempre registrate a fine 2000, che in realtà arriva, considerando gli aiutanti, fino a 1.711 occupati. La mancanza di corrispondenza tra questi dati e quelli della tabella sopra è dovuta al fatto che i dati presi a fine anno registrano solo le aziende già Bistrate nel corso dell'anno e non quelle che hanno iniziato un'at.tività durante il primo semestre dell'anno successivo. Come si può notare il 90 % delle attività sono costituite da servizi e altri settori non produttivi. Nella città esercitano la loro attività 14 imprese straniere con 799 occupati e 29 imprese di capitali comuni con 290 occupati. Dati sull'attività economica per settori e caratteristiche delle imprese Tel territorio della prefettura di Valona esercitano la loro attività circa tremila imprese. Prevale l'attività commerciale con circa il 53% delle aziende, un peso minore occupa il settore dell'edilizia con il 3,6%. La distribuzione delle imprese in altri settori dell'economia varia dall'11 al 18%. Va ricordato che il 23% delle imprese sono piccole, un fenomeno presente in quasi tutte le attività, ad eccezione dell'edilizia, dove la struttura delle imprese presenta dimensioni maggiori.

Vanno ricordate, in riferimento all'organizzazione delle aziende, due peculiarità dell'economia albanese, la prima è l'eredità del passato regime e la seconda il risultato dell'impetuosa costruzione di un'economia di mercato del periodo post-socialista. I settori strategici controllati dallo stato, come il settore dell'energia elettrica, del petrolio, degli acquedotti, della telefonia, delle poste e delle ferrovie, risentono, nell'organizzazione, dell'eredità del periodo socialista e affrontano difficoltà enormi. Anche a Valona, come nelle altre regioni, le interruzioni di corrente sono molto frequenti e i titolari di esercizi cercano di rimediare con l'acquisto di piccoli generatori, come è già stato accennato. Il turn-over delle attività, abbandonate frequentemente per altri business più redditizi nella particolare congiuntura, continua ad essere un fenomeno diffuso. Secondo le statistiche, nella regione di Valona il 13% delle imprese hanno cambiato la destinazione della loro attività. Le percentuali variano in base ai settori: il 10% nell'edilizia e il 22% nei trasporti e nella comunicazione. La destinazione principale delle imprese che hanno cambiato attività è quella del commercio, con il 60-70% dei trasferimenti nei settori dell'industria, del trasporto e dei servizi.

Il numero delle persone impegnate nel settore agricolo si aggiri intorno alle 21.000 unità, le coltivazioni si estendono su una superficie totale di 25.500 acri (12.200m2 per azienda). I consumi e le uscite a livello familiare

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Voci di spesa delle famiglie nella regione di Valona

Gruppo di spesa Famiglia

Persona Famiglia

Persona

Alimenti 218.700 54.800

18.225 4.567 Bevande, tabacco 17.596 44.09 1.466 367

Abbigliamento 23.721 59.44 1.977 495 Abitazione 30.547 76.55 2.546 638 Arredo, ellettrodomestici

27.873 69.85 2.323 582 Salute 11.386 28.53 949 238 Trasporti 27.753 69.55 2.313 580 Comunicazione 7.567 18.96 631 158 Cultura, tempo libero

12.966 32.49 1.081 271 Istruzione e scuola 11.037 27.66 920 230 Feste e gite 20.926 52.44 1.744 437 Altro 34.607 86.72 2.884 723 Totale 444.680 111.4

30 37.057 9.28

6 1 Euro=120 Leke Alcuni dati sull'istruzione In Albania il 58% delle persone di età compresa fra i tre e i ventidue anni usufruisce di un programma di istruzione. Il livello è basso se confrontato a quello degli altri paesi europei. Pur con la crescita del numero delle scuole nel territorio della prefettura, il problema principale rimane non solo la qualità dei programmi o le condizioni del percorso scolastico, ma sopratutto le misure per aumentare il numero degli abitanti con un'istruzione di base. L'Università, di recente istituzione, ha colmato un vuoto istituzionale, ma va detto che Valona ha una piccola Università con un numero limitato di corsi di laurea. Per le facoltà non aperte si deve andare a Tirana. Si sta diffondendo la tendenza di andare a studiare all'estero. Nel 2001, presso il Consolato italiano di Valona, sono state presentate ben settecento domande di visto per motivi di studio. Molti giovani cercano una qualificazione di alto livello che li candidi a divenire dirigenti, una volta tornati in patria oppure a rimanere nel paese dove studiano. Il Canada, secondo i pareri raccolti fra gli studenti di Valona e Tirana, sembra essere la mèta più popolare per questa élite di giovani.

Università di Valona

Totale iscritti 1.300 Facoltà del commercio e del turismo 470 Facoltà di marina 140 Facoltà dell'infermieria 350 Facoltà di lingue 300

La salute pubblica e le condizioni sanitarie Per presentare la situazione della salute pubblica elenchiamo alcuni dati statistici che rispecchiano l'attività delle istituzioni ospedaliere, del servizio ambulatoriale, del servizio per la maternità e della pianificazione familiare nella prefettura di Valona.

Situazione dell'assistenza medica nella regione

Strutture Prefettura

Valona Saranda

Ospedali 6 3 2

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Posti letto 957 765 162 Centri di salute pub. 38 21 13 Centri ambulatoriali 148 115 31 Consultori donne 120 104 15 Consultori bambini 128 112 15 Bambini registrati 34.600 31.000 1.800 Totale medici 310 230 70 Totale infermieri 910 670 170

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4. Guida al patrimonio ambientale della Regione di Valona

Descrizione generale

L'area di Valona è situata geograficamente nella parte sud-occidentale dell'Albania, fra il confine meridionale dell'Adriatico e la parte settentrionale del mar Ionio. Essa deve il suo nome all'antica città di Aulonia (l'odierna Valona), che si trova nella sua parte centrale. Quest'area geografica comprende un mosaico di paesaggi culturali e storici, che ospitano un'ampia varietà di habitat e specie di flora ed offrono un valore paesaggistico di rilievo. L'area è caratterizzata da un'elevata diversità di habitat naturali, semi-naturali ed artificiali: i pascoli alpini del monte Cika, la foresta a foglia larga dominata dal faggio, la foresta di conifere dominata dai pini e dagli abeti, la foresta di querce mediterranee, le maquis mediterranee, i fiumi interni, i ruscelli e le fonti, i laghi di acqua dolce, le lagune di acqua salata, le paludi di acqua salata e dolce, le dune di sabbia e le coste rocciose. L'area offre ai numerosi visitatori la vista spettacolare di acque blu unitamente a spiagge incontaminate, fiumi dall'acqua cristallina e montagne scoscese. Tutti questi habitat costituiscono un rifugio ideale per un'elevata diversità di flora e fauna e rendono l'area una roccaforte della biodiversità in Albania. Recenti studi hanno mostrato che l'area ospita almeno trentatre specie meritevoli di tutela, di cui quattordici considerate in via di estinzione. Queste specie comprendono mammiferi, uccelli, anfibi e rettili, come ad esempio la foca monaca mediterranea (Monachus monachus), il lupo (Canis lupus), il pipistrello di Geoffrey (Myotis marginatus), il vespertilio di Capaccini (Myotis capaccini), la tartaruga (Caretta Caretta), quella che in Europa è chiamata la raganella comune (Hyla arborea), il tritone crestato (Triturus cristatus), il pellicano riccio (Pelecanus crispus), l'aquila macchiata più grande (Aquila clanga) e numerose altre. La regione di Valona offre inoltre habitat al 70% delle specie di anfibi e di rettili del Paese e a quasi 1'80% delle specie di uccelli. L'area rappresenta anche uno dei luoghi più diversificati dell'Albania, per quanto riguarda i mammiferi, con più del 60% delle specie esistenti. Il "Libro Rosso" albanese elenca molte specie che si trovano nell'area come aventi uno status di conservazione sfavorevole. La presenza di due specie endemiche (Stachys sericophylla, Leucojum valentinum) e di undici sub-endemiche conferisce alla regione di Valona un ruolo particolare per la conservazione delle piante in Albania. Un'analisi dettagliata dei principali gruppi tassonomici ha dimostra:o il manifestarsi di 296 specie che rientrano nel Piano Nazionale per la Conservazione delle Specie. L'area è di conseguenza particolarmente importante per la conservazione degli insetti, degli uccelli e dei molluschi minacciati di estinzione. La presenza di un numero così elevato di specie minacciate attribuisce alla regione di Valona un ruolo particolare nella conservazione della biodiversità in Albania. Inoltre, l'area ospita alcune specie molto rare in l'Albania, come la rana epeirotica, la tartaruga marginata (Testudo marginata), il boa delle sabbie (Eryx jaculus) e la lucertola muraiola balcanica (Podarcis taurica jonica). Altre rarità nazionali che vivono in questa area includono lo sciacallo (Canis aureus), la lontra (Lu tra lutra) e l'aquila detta Bianco-unita (Haliaetus albicilla). L'importanza ambientale della zona è espressa anche dalla presenza di cinque aree protette, tre aree per la protezione degli uccelli (IBAs) e altre tre aree particolarmente protette (SPAs). Tra questi luoghi vale la pena di menzionare il Parco Nazionale di Llogorà (1.010 ha), il Parco Nazionale di Butrinto (2.900 ha), le Riserve Naturali di Pishe-Poro (1.770 ha) e Karaburuni (20 ha), oltre al Monumento Naturale dell'Occhio Blu (200 ha). La storia del patrimonio ambientale di Valona Come tutti i sistemi ambientali, il paesaggio della regione di Valona è mutato in modo significativo nel passato e continuerà a mutare ancora nel futuro. All'inizio del Ventesimo secolo il paesaggio dell'intera regione era un insieme di compatti

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terreni boscosi nelle aree pianeggianti e montuose, con estese aree paludose (Narta, Orikumi e Butrinto) lungo la costa. L'intera area costiera era ricoperta da foreste e macchia mediterranea. La fauna e la flora di questo territorio erano ben conosciute e la baia di Valona, oltre a Butrinto, divenne un punto di ormeggio abituale per le navi provenienti da tutta Europa, desiderose di rifornire le loro stive con anatre, trampolieri e cinghiali selvatici. Dopo gli anni '50 il paesaggio cambia enormemente. Un programma di bonifica, studiato per valorizzare ed espandere le terre agricole nelle zone coinvolte dalla deviazione del corso dei fiumi (Vjosa, Districa e Pavllo), portò ad un cambiamento drammatico del paesaggio. Le zone paludose delle pianure furono prosciugate e mantenute asciutte attraverso un sistema artificiale di drenaggio. Altre opere idriche deteriorarono le condizioni idrografiche delle restanti zone paludose. I mutamenti nell'utilizzo della terra da parte degli uomini hanno sempre un impatto sull'ambiente. L'impatto del programma di bonifica fu in larga misura negativo, in termini di biodiversità, ma positivo per l'aumento della produzione agricola. Oggi le cooperative agricole non sono più attive e le comunità locali sono tornate ad un'agricoltura su piccola scala. Il risultato di ciò è il lento rigenerarsi degli habitat e una rinascita della diversità delle specie. Il clima L'area è sotto l'influsso di un mite e tipico clima mediterraneo. Ciò dipende dalla vicinanza al mare, dalla bassa altitudine e dalla protezione dai venti continentali. Il livello energetico è di circa 170 kWH per metro quadro e in un anno ci sono circa 170 giorni di sole. L'area è sotto l'influenza di un vento marino. La velocità del vento raggiunge i picchi massimi durante la stagione invernale, con una media di 3,2/3,3 metri al secondo. La stagione estiva è caratterizzata da una bassa velocità del vento con una media di 2,2/2,3 metri al secondo. La media annuale delle temperatura dell'aria è di 17,1 gradi. Le temperature variano dai 10 gradi di gennaio fino ai 25 del mese agosto. Il livello delle precipitazioni è alto, sopra i 1.500 mm annuali.

Idrologia e geomorfologia La zona costiera del nostro paese è rinomata per un ricco e diversificato network idrografico. Alcuni grandi fiumi come ad esempio il Vjosa, il Kalasa, il Districa, il Pavllo, ecc. attraversano l'area. Il fiume Vjosa sfocia sui lidi adriatici mentre gli altri sfociano nel Mar Ionio. Sedimenti trasportati dai fiumi danno vita alla formazione delle ampie aree acquitrinose di Nartha e Butrinto. La costa è molto frastagliata. Essa è divisa, dal punto di vista morfografico, in due gruppi principali:(i) le coste ad elevata erosione e (ii) le coste a bassa sedimentazione. Il processo di erosione è intensivo e dà vita a numerose falesie. Il processo di sedimentazione è minimo e sviluppato principalmente nei bassopiani come quelli di Nartha e Butrinto. Le acque marine Le acque marine sono estremamente limpide e di colore blu. Il loro livello di salinità va dal 30 al 34%. Esse sono relativamente profonde e presentano banchi di sabbia in prossimità dalle coste. Queste acque si distinguono per l'elevato livello di biodiversità faunistica, con zooplankton e zoobenthos estremamente sviluppati, favorita dalle ampie distese di Poseidonia oceanika e di prati di Halophilia stipulacela. La tartaruga Caretta caretta, specie in via di estinzione, rico-nosciuta a livello internazionale, è una visitatrice abituale di queste acque. Anche la foca monaca (Monachus monachus) e altre specie, in una situazione di conservazione critica, vi si trovava in passato. Le specie di delfini chiamate Delphinus delphis e Tursiops truncatus visitano le acque marine e costiere dell'Albania, come ad esempio quelle della baia di Valona, di Sazan, di Himara e di Porto Palermo sul Mar Ionio. Almeno duecentocinquanta specie di pesci utilizzano queste acque per nutrirsi, riposarsi e deporvi le uova.

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La coste di sedimentazione e di erosione La costa della regione di Valona è spettacolare ed estremamente variegata. È dominata dalla costa di erosione mentre quella di sedimentazione è limitata dal fiume Vjosa, a Valona e intorno al Lago di Butrinto. Nonostante la sua distribuzione limitata, la costa di sedimentazione è ancora intatta ed estremamente bella. Di particolare interesse per quanto riguarda la loro conservazione sono le dune di sabbia alla foce dei fiumi Vjosa e Pishe-Poro (che raggiungono anche i sette metri di altezza) e le spiagge di sabbia ricoperte da una florida vegetazione, composta dalla colonia di cinque piante e da settanta specie di piante diverse. La costa di erosione di Valona è di una bellezza notevole. Essa inizia appena a sud della città di Valona ed arriva fino all'estremo sud, comprende la Penisola di Karaburuni, la Riviera Albanese (da Palasa a Nivice-Bubar), la costa meridionale e settentrionale di, Saranda e la Penisola di Stillo fino al confine con la Grecia. È corn-1 posta principalmente da formazioni calcaree con notevoli inclinazioni, da pozzi carsici e da aree scoperte. La costa rocciosa sullo Ionio ospita la colonia endemica del Crithmum maritimum e vi s' incontra il Limonium anfractum. Nella costa dell'area di Jonufri, a sud della città di Valona, si trovano una sottospecie endemica, il Leucojum valentinum, ed alcune subendemiche (Brassica incana, Alkaanna corcyrensis). L'intera costa offre habitat preziosi per pesci ed altri animali marini. Località particolarmente importanti restano Karaburuni, Porto Palermo, la Baia di Ksamili e Stillo. Altre località come la Baia di Kakome, il canyon di Gjipe, oltre ad altre zone tra Palasa e Borghi, presentano grandi risorse per lo sviluppo dell'ecoturismo. Le lagune costiere La regione di Valona è circondata da tre tipiche lagune mediterranee: Narta, Orikumi e Butrinto. Le tre zone lagunari rientrano fra le aree per la protezione degli uccelli (IBAs) per la grande presenza di uccelli acquatici. Narta è un'area lagunare riconosciuta a livello nazionale ed inter-nazionale che si trova appena a nord della città di Valona. È circondata nella parte orientale ed in quella meridionale dalle alture di Panaja e Zverrneci. La parte settentrionale è utilizzata per la produzione del sale e per il pascolo. Il complesso di Narta ospita, durante l'inverno, quasi cinquantamila uccelli acquatici. Il complesso è la seconda più importante località dell'Albania per quanto riguarda la presenza di uccelli acquatici. Durante l'inverno più del 23% di tutti gli uccelli acquatici dell'Albania trovano riparo nell'area. Per più di trentacinque specie l'area ospita più del 6% del loro numero totale nel paese. Per altre sei specie di uccelli Narta rappresenta il luogo principale di ritrovo durante la stagione invernale. Narta è anche un sito di importanza internazionale. L'area risponde ai criteri di Ramsar (zone acquatiche di importanza internazionale), con un numero di uccelli acquatici maggiore di 48.700 unità (essendo stabilito come uno dei criteri di Ramsar la presenza di almeno 20.000 unità). Per tre specie l'area ospita l'1% della popolazione regionale. Questi elementi sono sufficienti per considerare Narta come uno dei siti più importanti per gli uccelli in Albania e nell'intera Regione Orientale del Mediterraneo. Nonostante le sue piccole dimensioni, la laguna di Orikumi ospita una parte importante degli uccelli acquatici invernali che migrano attraverso l'Albania. È particolarmente importante per le folaghe, i moriglioni ed i fischioni turchi. Butrinto è un altro complesso acquatico che si trova nella parte meridionale dell'Albania, famoso per i suoi monumenti archeologici, la sua storia e la ricchezza della natura. L'area centrale è composta da una laguna tettonica di 1.600 ha, conosciuta come Lago di Butrinto, la quale è circondata da alture e montagne ricoperte di foreste e da zone paludose di acqua salata e dolce. Butrinto è una delle località albanesi che risponde ai criteri Ramsar. La sua inclusione nella lista di Ramsar fu principalmente dovuta all'elevata diversità della fauna presente. Butrinto è particolarmente importante per il pesce, gli anfibi, i rettili e in special modo per gli uccelli. Le acque del Lago di Butrinto sono ricche di vegetazione acquatica che funge da cibo per numerose specie di pesci, inclusi i cefali, le anguille, le orate e le spigole. La laguna inoltre è

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luogo ideale per cibarsi e per riposarsi per migliaia di uccelli acquatici invernali e migratori. Le specie subacquee dominano la comunità di uccelli; tra esse troviamo lo svasso maggiore, lo svasso dal collo nero, lo svasso piccolo, il cormorano, il moriglione, il quattrocchi e le folaghe. I fiumi ed i laghi interni La regione di Valona è ricca di risorse idrografiche rappresentate principalmente dai fiumi Vjosa, Kalasa, Bistrica e Pavllo. Tutti questi fiumi inondavano le zone circostanti, creando delle estese aree acquitrinose. Dopo gli anni '50 furono soggetti ad opere idrologiche. Oggi i fiumi sono stati dotati di dighe in modo da prevenire gli allagamenti. I laghi interni rappresentano l'habitat ideale per un certo numero di animali di differenti gruppi tassonomici, inclusi alcuni tipi di pesci e di mammiferi rari ed in pericolo di estinzione, come la lontra (Lutra lutra). Il fiume Bistrica ha origine dalla sorgente carsica del passo Muzina. La principale sorgente di acqua dolce (il flusso è di sei metri al secondo) è chiamata l'Occhio Blu. È uno dei principali luoghi di! attrazione turistica dell'intera area di Valona. Le sorgenti d'acqua sono profonde, molto limpide e di colore blu. Esse scorrono verse un lago artificiale chiamato Bistrica. L'area è ricoperta da boscaglie di platano orientale, salice, carpino e sempreverdi. La macchia Mediterranea (Mediterranean Maquis) La macchia mediterranea si trova nell'intera regione. È caratterizzata dalla colonia della Quercetea illicis. La specie più comune è ili Quercus coccifera, che ricopre tra il 50 ed il 60% dell'area totale. Altre specie sono il Quercus ilex (ben preservato sulle isole Ksamili), il Fraxinus ornus, la Pistacia lentiscus, la Phlomis fruticosa, la Colutea arboreseens e la Phllyrea media. La tipica macchia mediterranea è rappresentata dalla vegetazione che riveste le isole Ksamili. La macchia sembra essere uno degli habitat di maggiore attrazione per i rettili, con quasi tutte le specie presenti. Da menzionare sono due specie ritenute in pericolo a livello internazionale ossia la tartaruga di Hermann e la tartaruga marginata. È inoltre l'unico ambiente in Albania ad ospitare il Boa delle sabbie e la lucertola muraiola. L'avifauna della macchia è quella tipica del Mediterraneo setten-trionale, dominata da differenti specie di cannaiole come la capinera, l'occhiocotto, la sterpazzolina, il canapino pallido. Piccoli stormi di migratori includono specie come l'upupa, il torcicollo, il merlo, il culbianco e la verla maggiore. Le foreste Il terreno boscoso è costituito da foreste di tipica quercia mediterranea, situate principalmente a Butrinto e Karaburuni oltre alla foresta di sempreverdi di Llogorà. La prima si trova vicino alla pianura di Vrina (Butrinto). Ci sono diverse densità di lecci e frassini che dominano il terreno boscoso. Una porzione consistente dell'area è coperta da una vasta e tranquilla area boschiva lungo la sponda occidentale del Lago Butrinto. I mammiferi che popolano l'habitat boschivo sono il balestruccio, la volpe rossa, il cinghiale selvatico, la lepre marrone ed il lupo, una specie riconosciuta in via di estinzione. L'area rappresenta un habitat particolarmente importante per specie adatte agli ambienti montuosi come l'aquila reale, il falco pellegrino, la coturnice appenninica, il passero solitario, la sitta neumayer e la monachella. Molte specie di passeri, inclusi la cincia dalmatica, il cardellino, la cinciallegra, il merlo, l'occhiocotto e il jay sono abitanti usuali della foresta di querce. I mammiferi sono un altro gruppo faunistico che abitualmente sosta nell'area in maniera permanente o durante le migrazioni. Il lupo visita l'area durante l'inverno. Altre specie (lo sciacallo comune, la donnola, la volpe rossa, il tasso, ecc.) vi risiedono in maniera permanente. La foresta di conifere sempreverdi si trova principalmente nel Parco Nazionale di Llogora. L'area è ricca di montagne scoscese, abissi e precipizi profondi un centinaio di metri. La vegetazione è dominata dal pino austriaco, dall'abete macedone e da altri tipi di pino. È presente anche la specie del Taxus baccata. Si tratta di un'area Protezione degli Uccelli. L'aquila reale, il falcone pellegrino, l'eagle owl e altri

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uccelli rapaci sono le specie più comuni. Numerosi picchi abitano gli alberi, tra i quali potremmo distinguere il picchio nero ed il picchio dal dorso bianco. Tra i grandi mammiferi presenti il lupo è la specie più comune. I pascoli sub-alpini I pascoli mediterranei sub-alpini si trovano tra i 700 e i 1.800 metri. Si trovano solamente a Llogora e sul monte Cika. Sono dominati da diversi tipi di erbe, oltreché da alcune caratteristiche macchie mediterranee, come ad esempio la Juniperus nana, la Juniperus communis e le rose selvatiche. Si può anche trovare la specie endemica del St. John Wort (Hypericum hapllophyllioides).

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Birdwatching nella regione di Valona La regione di Valona possiede molti siti ornitologici significativi, da Llogara a Karaburun, dalla laguna di Orikum alle montagne di Cika. In questa nota presentiamo la possibilità di osservazione per i siti più popolari: la laguna di Narta e la zona umida di Butrinto. Laguna di Narta La laguna è composta da diversi habitat: terreno agricolo, paludi sal. mastre, foreste di pini, dune di sabbia, stagni salmastri, la laguna vera e propria e le colline di Panaia. I siti di maggior interesse, come la laguna e gli stagni salmastri, sono divisi da una stretta lingua di terra. Gli uccel li sono sempre stati fra i segnalatori più significativi della biodiversità della laguna di Narta. Si contano almeno 195 specie. Gli uccelli acquatici costituiscono il gruppo più tipico di questo complesso di terre umide Narta è un sito di rilievo internazionale. Delle 195 specie di uccelli 92 (circa il 48%) sono note come specie di valore in Albania p.e. specie di importanza biogeografica, economica e culturale. A Narta si registrano, 38.700 esemplari di uccelli acquatici invernali (circa il 23% del numero totale degli uccelli acquatici invernali in Albania). Questo dato fa di Narta il secondo sito più importante per la presernza di uccelli acquatici in Albania. Narta ospita approssivamente 730 coppie di uccelli acquatici capaci di riproduzione, il 20% circa del numero totale degli uccelli acquatici capaci di riprodursi in Albania. L'area corrisponde ai citeri di Ramsar (terre umide di interesse interna zionale) per il numero totale degli uccelli acquatici invernali, con più d 38.500 esemplari (20.000 fra essi rientrano nei criteri di Ramsar). L'area ospita più del 1% del numero totale presente nella regione per le specie del fischione, della monachina e del trampoliere nero. Queste cifre sono sufficienti a considerare Narta come uno dei siti ornitologici più importanti di tutta l'Albania e del Mediterraneo Orientale. Dunque, il birdwatching si basa sulle grandi risorse ornitologiche. La laguna di Narta è interessante soprattutto durante l'inverno, per le migliaia di anatre (il fischione, l'alzavola, la grandula mediterranea, il mestolone e l'occhiodoro) e di gabbiani (beccomagro e caponero). La zona è popolata anche da pellicani, da flaminghi e da alcuni uccelli da preda come l'aquila reale, l'aquila dalla coda bianca, l'albanella reale, il falco pellegrino, il gheppio e lo smeriglio. Nelle saline di Narta si concentrano migliaia di trampolieri invernali (la monachina, il piviere di Kent, il piviere grigio, il piviere d'oro, il piova' nello piccolo, e il piovanello pancianera) i quali sfruttano le acque rio che e poco profonde in cerca di insetti acquatici e di altri vertebrati pic' coli. L'acqua salata risulta di particolare interesse durante il periodo d migrazione. Migliaia di trampolieri si fermano nel sito. Possiamo ricor' dare, fra i tanti, la pittima dalla coda near e quella dalla coda rossa, il chiurlo piccolo, il piovanello delle paludi, il piovanello verde, il piova' nello del bosco ed il piovanello comune. Gli argini e le isolette delle lagune di acqua salata sono importanti per la nidificazione di centinai, di rondini (la rondine piccola e quella rondine comune) e per le anatre (l'alzavola, la pernice con il collare ed i fischioni). Come si rileva dalle cifre sopra citate, Narta è un importante sito ornitologico, che vale la pena visitare in ogni periodo dell'anno. Il sito di Butrinto (sito Ramsar) Butrinto rappresenta un unsieme omogeneo di paesaggi storici e culturali, che ospita una grande varietà di habitat naturali e specie faunistiche ed offre un paesaggio di straordinario valore. L'area è ricoperta da una grande diversità di ambienti naturali, semi naturali ed artificiali, come le foreste di quercia, le macchie tipiche mediterranee, il lago salato di Bufi (Rreza), la laguna dalle acque salate del lago di Butrinto, le saline di Alinura, le coste rocciose, gli sbocchi di Bistrica e Pavllo, i terreni alofitici e le terre coltivate. Il lago stesso è diviso in due livelli distinti ed ha un'idrologia molto particolare. Tutti questi ambienti naturali ospitano una grande diversità di flora e fauna e fanno di Butrinto il sito più diversificato dell'Albania. Butrinto è particolarmente interessante per quanti vogliano osservare gli uccelli. Con le sue 247 specie, si impone come l'area più diversificata e adatta alla pratica del birdwat-chine in Albania. Il sito fornisce supporto a 33 specie "globalmente minacciate", 14 delle quali vengono riconosciute come particolarmente a rischio (2 seriamente a rischio, 2 a rischio e 10 vulnerabili). Fra gli uccelli le Specie Globalmente Minacciate sono 9. Alcune sono più conosciute come il Pellicano Dalmata, l'Aquila dalla coda bianca e il Gheppio più piccolo. Butrinto è molto attraente durante l'inverno. Le terre umide come il lago di Butrinto, il lago di Bufi, la pianura di Vrina, le terre melmose della baia di Butrinto, le saline della baia di Alinura ed il canale di Vivar, sono abitate da circa diecimila

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uccelli acquatici. Folaghe, anatre, pavoncelli e gabbiani dominano la comunità. Il lago di Bufi e la pianura irrigata di Vrina sono i siti dove si registrano le maggiori concetrazioni di uccelli. Alcune osservazioni sono di importanza internazionale. Le terre umide di Vrina hanno ospitato 360 esemplari di oche durante l'inverno del 2002, il più grande stormo mai registrato in Albania. Due esemplari appartengono all'oca dal petto rosso, una Specie Globalmente a Rischio, che si credeva estinta nel Paese. Quest'ultima osservazione ha contribuito, fra l'altro, ad incrementare il numero delle specie di uccelli registrate in Butrinto. Significativa è la presenza di uccelli predatori come l'aquila dalla coda bianca, il Falco pellegrino, lo Smeriglio, l'Albanella, il Falco e la Poiana comune. Butrinto è molto importante per altre specie di uccelli, presenti in habitat diversi dalle terre umide. Le zone rocciose di Mile ospitano l'Aquila Reale, il Falco Pellegrino, la Pernice delle Rocce, il Culbianco Caponero e il Picchio delle Rocce. Le zone asciutte della pianura di Vrina supportano stormi di specie passerine come l'allodola con la cresta, la pispola, la cutrettola macchiettata, lo storno, la viscaccia e il cardellino. La foresta di quercia è l'habitat giusto per il verdone, la cincia grande, il merlo, la ghiandaia. L'avifauna delle macchie è tipica del Mediterraneo settentrionale ed è dominata da diverse specie di capinera e da altri uccelli cantatori. Alcuni stormi di migratori comprendono specie come l'upupa, il torcicollo, il merlo, il culbianco e l'averla maggiore.

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5. L'Albania. Storia antica, Paese giovane Dalla preistoria alla civilizzazione illirica nella regione di Valona e in Albania In Albania si trovano siti preistorici risalenti al Paleolitico, a Neolitico (6000 a.C.) e all'età del bronzo (2000 a.C.). Le tracce pii antiche della vita sul suolo albanese appartengono al medio e tarde paleolitico. Siti preistorici sono ammirabili a Xara (Saranda), a Tren (Koma), a Vela (Valona), come in numerose altre località albanesi Nella zona interna della regione si trovano due antichi megaliti, "1 pietra della città" e "La pietra del cielo" (per visite o ulteriori detta gli vedi il capitolo "Patrimonio culturale") che indicano la presene di insediamenti sparsi e di comunità guerriere associate con le cul ture dell'età neolitica (prima fase dell'agricoltura) e con l'età de bronzo (caratterizzato dall'uso di strumenti più sofisticati nelle atti vità agricole e di guerra). Una decina si secoli prima di Cristo, il ter ritorio dell'odierna Albania è stato abitato da una popolazione agri cola e di pastori, conosciuta con il nome di Illiri, la cui civiltà domi riò per molti secoli tutta l'area balcanica. Il territorio da loro occupato era molto ampio: a Nord arrivava fino al Danubio e a Sud fine all'Epiro, mentre ad Est il confine era segnato dal fiume Moldavar ad Ovest dai mari Adriatico e Jonio. Qualche tribù come i Metapsi e gli Japy si insediarono nella dirimpettaia Magna Grecia. Sulle loro origini esistono due ipotesi diverse: secondo la primo (cara anche ai romantici di "Atheneum", 1801), gli Illiri sarebberi stati una popolazione autoctona, discendente diretta delle comuni tà sopra citate e avrebbero sviluppato un linguaggio e una cultur che hanno diffuso, durante l'età del bronzo, su tutto il territorio del l'odierna Albania, spostandosi, successivamente, su tutti i Balcani. Secondo l'altra ipotesi, le varie tribù illiriche sarebbero state costi-tuite da gruppi provenienti dalla diaspora conseguente alla cadute della civiltà micenea, che avrebbero invaso l'odierna Albania pe espandere poi la propria influenza in tutta la penisola. Gli Illiri erano dunque un popolo omogeneo, formato da varie tribù, seppe re con un comune senso di appartenenza al territorio, un comune mito delle origini, una cultura e una storia condivisa? La domand' non riguarda solo questo antico popolo balcanico, ma anche i Celti o altre popolazioni europee. Le conoscenze archeologiche e storieb' degli ultimi anni, porterebbero far pensare che in realtà l'immagine unitaria delle culture di questi popoli sia più una costruzione della etnografia storiografica del Settecento (del periodo in cui l'etnografia nasce come disciplina specifica), passata al Romanticismo europeo, che non una precisa connotazione delle civiltà europee antiche. jjii quadro più esatto, anche se sempre approssimativo, ci restituisce una realtà formata da un background comune, da miti condivisi, da culti analoghi, ma anche da una forte varietà di usi e costumi e di miti minori. Anche l'uso del termine tribù, per denotare le comunità o le entità territoriali amministrative (regni o città indipendenti che fossero), sembra poco preciso. Gli Illiri probabilmente non ebbero mai confini precisi o una netta e forte demarcazione dalle altre popolazioni. Non svilupparono un definito senso dell'identità per distinguersi dagli altri popoli e neppure una cultura generale attraverso la quale definire se stessi, almeno nel senso che la sociologia storica attribuisce all'identità politico-sociale. Essi, come molti altri popoli antichi, furono piuttosto federazioni culturali all'interno delle quali, su una base comune e su un patrimonio generale condiviso, si innestarono importanti e ricche culture locali organizzate in centri urbani, come Finiq, vicino a Saranda, o Amantia, nel territorio del distretto di Valona. I Liburni, ad esempio, un popolo illirico di cui si sa molto poco, lasciarono una delle rare eredità illiriche alla civiltà romana, la nave liburnia, che fu appunto adottata nella flotta romana come modello di efficienza per velocità e sicurezza di navigazione. Questo popolo fondò con originalità una civiltà o talassocrazia fondata sugli scambi e i commerci, che fiorì nell'Adriatico contemporaneamente a quelle dei Fenici del Mediterraneo meridionale. Riferimenti agli Illiri si trovano nella letteratura ellenica del primo periodo, in Omero ed Esiodo, per esempio. Erodoto li cita in tre occasioni, ma sempre in contesti differenti e senza mai riferirsi alla zona di Valona (nei libri I, 196 e IV, 49; VIII, 131 e IX, 43). Anche Strabone, Appiano e Plinio il Vecchio danno informazioni sulle popolazioni illiriche. L'area di Valona fu, nel mondo illirico sopra definito, una zona di confine con l'Epiro greco e con quello grecizzante, ma la distinzione tra gli Illiri della parte settentrionale della regione e gli epiroti in quella meridionale non era così netta come ci fa credere la letteratura romana da Strabone a Plinio, che tende ad identificare questo territorio, per quanto vasto, con la civiltà ellenica.

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Le colonie greche Dal VII secolo a.C. in poi, le città e i villaggi illirici si trovarono a convivere con molte colonie greche. In tutto il territorio dell'Albania odierna fiorirono città commerciali elleniche. Pochi ricordano che la Guerra del Peloponneso tra Atene e Sparta iniziò a causa del conflitto tra la colonia di Epidamno (Durazzo) e la città fondatrice di Corcira (Corfù), a sua volta colonia di Corinto. Ancora più piccolo è il gruppo di coloro che ricordano che il primo atto di questa guerra, fu l'occupazione da parte dei Corciresi della città di Apollonia, ci sorgeva alla foce del fiume Vjosa e che oggi segna il confine tr Valona e Fier. L'odierna Albania fu, come l'Italia meridionale, un, delle aree di maggiore espansione delle città elleniche. I Greci arrivarono fino a Trieste ed Ancona fu una colonia dorica. Qualche filo, logo sostiene che lo scenario dell'Odissea non sarebbe il Tirreno, ma, l'Adriatico e sono state formulate ipotesi sull'identità dei luoghi del poema omerico. Non è nostra intenzione ripercorrere qui gli avvenimenti più conosciuti di questa lunga colonizzazione. Da un punto di vista storico-antropologico la presenza delle città greche rende, compiuta una caratterizzazione del territorio albanese che, pur nel pieno delle bufere della storia, rimane una delle costanti dell'intero paese, particolarmente visibile nella regione di Valona: l'ambiguiti della cultura albanese, che è, contemporaneamente, una delle frontiere più importanti della civilizzazione mediterranea, dettata dagi eventi, e una sorprendente trincea dell'organizzazione sociale pri maria di una società agro-pastorale. Per fare un esempio, mentre Butrinto è il luogo dedicato ad Anchise da Enea, che vi transita ne suo viaggio verso Occidente, le montagne alle spalle sono il luogo delle leggi orali maturate all'ombra di una società organizzata sulle famiglia. Anche molti secoli dopo, in pieno regime ottomano, questo dualismo rimane valido e l'Albania è il paese che ha sperimentato tutti gli assolutismi dell'Oriente e dell'Occidente in un paesaggio dove le norme della vita sono regolate dalla legge non scritta de Kankun. Questo dualismo, in forma diversa, arriva fino agli anni del socialismo reale, innovativo fino alla devastazione delle relazioni sociali e votato ai valori tradizionali della società agro-pastorale Nel territorio di Valona, Apollonia fu la principale colonia greca (I, più importante di tutta l'Albania, con Durazzo), citata da Aristotele come esempio di ideale governo oligarchico. La tribù dei Bylis, che viveva nella zona vicina al fiume Vjosa, viene descritta come tra le più ellenizzate della regione balcanica e viene documentato il lore costume di consultare l'Oracolo di Delfi. Contemporaneamente anche a causa del territorio montuoso e delle valli profonde, la vita degli abitanti dei villaggi è organizzata in modo tradizionale: un’economia fondata sulla pastorizia semi-nomadica, dai monti al mare un'agricoltura prevalentemente di sussistenza, praticate da picco gruppi di famiglie, con città fortificate come centri di scambio. I centri illirici abbastanza ellenizzati sono numerosi a Valona, ma i più rilevanti furono Finiq, già ricordata, e Amantia, che sorgeva a km. Nella Baia di Valona, tra le città greche, va ricordata Orikun oltre a quelle già citate. La dominazione romana Dopo la sconfitta di Pirro, re d'Epiro, da parte dei Romani, le g;uei re successive con altri re e paesi dell'area mediterranea e la conquista dei regni illirici, iniziò il periodo (II secolo a.C.) della colonizzazione romana, caratterizzata in primo luogo dall'unificazione del territorio e dalla romanizzazione delle città. Le tribù persero la loro indipendenza e tutto il territorio oggi corrispondente andò a costituire una parte dell'Illiria, divisa in varie province. Nel 49 a.C. la costa albanese divenne il teatro della guerra civile tra Cesare e Pompeo; il confronto tra due diverse concezioni della "governance" della civiltà romana, molto più che uno scontro tra condottieri di due eserciti. Orikum e la Baia di Valona divennero uno degli approdi più importanti per le truppe di Cesare, che arrivavano da Brindisi. Qualcuno crede ancora che alcune navi di Cesare giacciano sul fondo. Nel De Bello Civili, lo stesso Cesare cita il porto dell'isola di Sasseto e racconta come al largo di questo mare, una flotta di navi vuote, partita per Brindisi per caricare legioni, fosse stata assalita dai Pompeiani, adirati per avere assistito allo sbarco di Cesare, più a sud, senza accorgersene in tempo per

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impedirlo. L'economia romana, globalizzata, diremmo oggi, dagli scambi su tutto il territorio dell'impero, si sviluppò prima sulla base di prodotti agricoli e in una fase successiva con i manufatti ed i prodotti minerari. Cicerone descrive Apollonia come una città importante, abitata da numerosi emigrati dalla penisola italica. Contemporaneamente, Apollonia conserva la sua identità greca ed è sede di una scuola di retorica, seconda solo a quelle di Atene e Rodi. Nel 44 a.C., quando Cesare cade sotto i colpi dei congiurati, Ottaviano è ad Apollonia. Virgilio cita Butrinto nell'Eneide come significativo luogo della mitologia e centro di rilievo. Nel I secolo a.C. venne costruita la Via Egnatia, che, attraverso due rami, uno con capo Durazzo e uno con capo Apollonia, collegava l'area all'Oriente per 395 Km. Il potere centrale nel tempo venne sempre più decentrato e le autonomie locali ebbero sempre più rilievo. Nel 395 d. C, la divisione tra Impero romano d'Occidente e Impero romano d'Oriente colloca Valona e l'Albania nel versante orientale. Così, in quell'anno, e ancora per molti secoli, la sponda orientale dell'Adriatico, da teatro del confronto tra Oriente ed Occidente, diventa parte di Bisanzio e dell'Oriente. Una frattura con la sponda occidentale che forse solo oggi e possibile superare. Il periodo bizantino Dal 395 d.C. fino al 1380 Valona fa parte di Bisanzio. Anna Comnena, figlia dell'imperatore Alessio, storica delle Crociate, cita Valona come ultimo baluardo della civiltà prima della regione occidentale dominata dai barbari. Ma il lungo periodo bizantino non fu affatto tranquillo ed omogeneo. I Visigoti, gli Ostrogoti e gli Unni invasero l'Albania e soprattutto arrivarono gli Slavi, che, al contr rio degli altri popoli del Nord, si fermarono e cambiarono la struttura demografica degli attuali Balcani. Butrinto fu per lungo periodo in mano veneziana, mercanti di Venezia, di Rimini, di Ancona, di Firenze e di Ragusa vi istaurarono stabili rapporti commerciale. Nel IX secolo appare per la prima volta il nome Arber e Arberia per indicare l'etnia albanese. I rapporti con l'Occidente non furono limitati a Venezia, anche se alla Repubblica della Serenissima va ricondotta la Koinè adriatica fondata su un continuo flusso di merci, persone, fiere e rapporti tra le due sponde. Dall'Europa gli Angioini, e nella fattispecie il re Carlo I di Napoli, contribuirono alla formazione di un regno di Arberia, ma la dinamica del secondo periodo bizantino fu dominata dal confronto con i Serbi e le altre popolazioni dell'area. Nel 1190 la nobiltà albanese formò, nell'ambito della sovranità di Bisanzio, un Principato di Arberia con diritti feudali riconosciuti. Per tutto questo periodo, l'area di Valona e tutta l'odierna Albania vivono il dualismo di cui abbiamo parlato prima: da una parte la governance bizantina, aperta e debole nella dinamica degli avvenimenti storici (rapporti tra le etnie locali, rapporti con l'Occidente) e dall'altra la continuità della società agro-pastorale tradizionale con le regole tramandate. Il confronto con gli Ottomani Le due società si incontrarono nel periodo che va dal 1380 al 1506, caratterizzato dalla resistenza albanese alla penetrazione e alla conquista da parte degli Ottomani. La figura più rappresentativa di questo periodo è senz'altro quella di Skanderberg. Allevato dagli Ottomani e arrivato ad un alto grado militare, nel 1443, alla vigilia di una battaglia tra i Turchi e gli Ungheresi; con centinaia di soldati albanesi, egli abbandonò il campo e raggiunse la madre patria per unirsi agli altri signori locali e rivendicare l'indipendenza dall'Impero, che stava conquistando Costantinopoli. Per circa vent'anni Skanderberg tenne in scacco le spedizioni ottomane inviate a sconfiggerlo e riuscì a mantenere l'Albania indipendente, suscitando in Occidente e a Roma (alla corte papale) grandi entusiasmi. Una sua statua equestre campeggia proprio a Roma, lungo il viale che da Porta san Paolo conduce al Colosseo e all'Arco di Costantino. Gli anni di guerra furono anche anni di costruzione dell'identità propria degli Arberesh, diversa da quella delle altre etnie dell'area. Il dominio feudale e militare ottomano

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Morto Skanderberg, i suoi tentativi di liberazione del paese non ebbero alcun seguito. Dal 1506 per quattrocento lunghissimi anni, il territorio dell'attuale Albania divenne parte dell'Impero turco. Come nel periodo bizantino si distinguono molte fasi diverse ed alcune costanti storiche. Periferia dell'Impero, terra selvaggia, mondo agro-pastorale, Valona e l'Albania fornirono decine e decine di Visir e di giudici supremi all'amministrazione di Istanbul. In patria, la classe feudale, discendente in parte delle famiglie che avevano avversato la conquista ottomana, continuarono ad esercitare il potere feudale, alternando periodi di minore o maggiore autonomia dal potere centrale. Nella seconda metà del Settecento, entità quasi separate dal governo di Istanbul, i Pashalik (distretti militari) furono governati direttamente da signori albanesi: nel sud Alì Pascià Tepelene riuscì a formare un ampio dominio con capitale Joannina (oggi Grecia). Discendente da una famiglia feudale di Tepelene, nel 1784 era stato promosso al rango di Pascià a Sofia, poi era riuscito a farsi nominare Sangiacco (governatore) di Delvina, nonché Pascià delle vie di collegamento. Impadronitosi di Joannina, nel 1788 la Sacra Porta riconobbe la sua giurisdizione sul territorio occupato, ma Alì, invece di fermarsi, perseguì una indipendenza totale all'interno di un riconoscimento formale del potere di Istanbul. Intrecciò relazioni internazionali con Napoleone e con l'Inghilterra, che promisero di riconoscerlo come sovrano indipendente, ma la promessa non fu mai mantenuta. Cercò anche di riunificate il suo Pashalik con quello di Scutari, anch'esso semiindipendente. La rinascita nazionale Nel 1831 i Pashalik furono eliminati. Qualche anno dopo, come in tutta Europa, iniziò il periodo delle lotte per l'indipendenza su base etnico-nazionale. Cultura e cospirazione percorsero il lungo sentiero di mobilitazione, di tentativi insurrezionali, di guerriglia e di pro-paganda, che avrebbe portato alla costituzione di un'Albania indipendente. L'agitazione nazionalistica produsse una vera e propria rinascita della cultura albanese, culminata negli anni Settanta con la Lega di Prizren, che pretese la piena indipendenza sotto un solo governo di tutti i territori albanesi. La nascita dell'Albania attuale non ebbe luogo fino al 1913 su un territorio, che non comprendeva il Kossovo né altri territori del Montenegro e della Macedonia, che gli albanesi giudicavano parte della loro patria. Ma l'accordo con le grandi potenze europee non permise di più e "l'integrità territoriale fu sacrificata alla piena sovranità". L'Italia e l'Austria-Ungheria furono in qualche modo garanti per l'Albania e imbarazzanti tutori del paese appena sorto. La proclamazione dello stato d'Albania avvenne a Valona, da parte di Ismail Temali, che fu anche il primo capo di governo. L'Albania indipendente e la conquista italiana Tra il 1913 e il 1939, la politica albanese e la pressione internazionale portarono all'incoronazione di un re tedesco, che si defilò in meno di un anno, all'annessione italiana di Valona, durante la Prima Guerra Mondiale, al governo di F.S. Noli, come risultato del movimento democratico, alla caduta di Noli e all'emergere del più moderato e autoritario Zogu alla presidenza della Repubblica. Ancora alla proclamazione della monarchia ereditaria, con Zogu che si dichiarò discendente di Skanderberg e si fece incoronare con il nome di Zog I ed infine all'invasione italiana, all'esilio di Zog e alla Seconda Guerra Mondiale. Zog era stato filo-italiano e quindi filofascista. Mussolini aveva esteso la sua protezione ed elargito finanziamenti italiani nel Paese, ma malgrado ciò, nel 1939 l'Albania divenne protettorato italiano. La corona venne offerta dai notabili locali a Vittorio Emanuele III di Savoia. Ma durò poco, perché la tempesta della guerra travolse l'Italia, Mussolini, il re e tutta la retorica delle illusioni nazionalistiche italiane. Il socialismo profondo e di lunga durata Dalla lotta di liberazione contro i tedeschi e gli italiani in Yugoslavia presero il potere i combattenti comunisti. L'Albania divenne un paese del blocco sovietico, ma non era destinato a

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rimanere disciplinato nelle file. Ad un breve periodo di intesa con la Yugoslavia di Tito, seguì il distacco dall'intesa con l'URSS. Da questo punto in poi l'ortodossia socialista e la continuità della linea di Marx, Lenin e Stalin divenne un fattore di forte identità del socialismo albanese. Fino agli anni Sessanta la protezione di Mosca giocò un ruolo importante anche nella formazione dei quadri tecnici, che studiavano nelle Università russe. Poi Hoxha si rifiutò di avallare il revisionismo e la condanna di Stalin. Gli albanesi si unirono ai cinesi e il distacco fu violento. Alla protezione sovietica si sostituì, ovviamente con minore peso ed impatto, quella cinese. Ancora oggi si vedono jeep e biciclette cinesi in giro per le strade di Valona. A metà degli anni Settanta fu rottura anche con la Cina. Se dietro la divisione dall'URSS qualche diplomatico occidentale aveva letto un interesse nazionalistico albanese rispetto allo slavismo balcanico, nella vicenda cinese è difficile leggere qualcosa dietro l'interruzione dei rapporti e dell'assistenza. Negli anni successivi, l'Albania divenne un paese sempre più isolato e le affermazioni di principio sempre più autoritarie. Nel 1975 il governo albanese non partecipò al meeting internazionale di Helsinki per la stesura della Nuova Carta Internazionale dei Diritti. Rimase in piedi qualche relazione sporadica con Cuba. Negli anni Ottanta Strass, il leader dei cristiano-socialisti della Baviera compì una storica visita in Albania: un tentativo di aprire relazioni tra Germania e Tirana fondato su massicci aiuti economici. All'interno , il socialismo albanese è stato estremamente autoritario. Chi fuggiva sapeva di esporre tutta la propria famiglia a persecuzioni accanite, gli spazi di discussione erano inesistenti, anche all'interno del gruppo dirigente. L'autorità era oggetto di culto. I varchi erano minimi: captare la radio italiana, poi la Tv, qualche scappatella durante le esercitazioni nei migliaia di bunker, che il regime aveva fatto costruire come baluardo difensivo contro un'invasione che non arrivò mai. La vita culturale era estremamente controllata dalle associazioni di stato. La redistribuzione autoritaria della ricchezza (pagamenti in natura, salari controllati) era solo una delle facce dell'onnipresente autorità. In ogni caso, però, il socialismo rappresentò un periodo di modernizzazione profonda del paese e, al tempo stesso, di conservazione della società tradizionale. L'industrializzazione fu parziale, maggiore fu l'esportazione dei prodotti agricoli; il paese fu elettrificato negli anni Sessanta, i servizi, come scuola e sanità, furono migliorati, anche se nei limiti di un paese povero. L'economia autoritaria non permise mai alla modernizzazione di superare i confini dettati dal regime. Nel 1989, alla vigilia della caduta del socialismo, circolavano un centinaio di automobili private, nessuno poteva viaggiare all'estero e non era permesso cambiare città senza approvazione. Al di là della diatriba sul capitalismo, è difficile che una società possa maturare in queste condizioni. La transizione, ma verso dove? Gli avvenimenti degli ultimi tredici anni sono noti. La prospettiva generale è esposta in questa guida nel capitolo sull'economia e l'emigrazione. Non ci ripeteremo. Nel 1985 Hoxha morì, gli succedette Ramiz Alia. I tentativi di riforma aprirono un dibattito sul pluralismo. Nel 1990 l'articolo di Ylli Popa Alla ricerca del tempo perduto aprì la strada ad una società politica multipartitica. Nelle prime elezioni libere (Marzo 1991), il Partito Democratico appena fondato, prese un terzo dei voti. Poi la vecchia dirigenza, di fronte ad una mobilitazione molto forte, indisse nuove elezioni nel 1992. Il PD vinse e salì Berisha al potere, con la promessa di riforme radicali. Seguì un periodo tumultuoso di mutamenti istituzionali. Nel 1997 la crisi delle piramidi sconvolse il paese e soprattutto il Sud. Valona e Saranda furono le città da cui partì la richiesta delle dimissioni di Berisha e la richiesta di nuove elezioni. Da allora governano i socialisti. Nel 2001 si sono avute le prime elezioni senza morti in campagna elettorale. Lo scontro politico, sempre duro, sembra avere ora una tendenza alla ricomposizione.

Valona e la guerra dell'Italia alla Grecia L'Italia fascista entrò in guerra nel giugno del 1940. Mussolini e i suoi gerarchi speravano in un

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conflitto breve chiuso con la capitolazione della Gran Bretagna, dopo quella della Francia. Questa speranza si tra. sformò ben presto in disperazione perché l'Italia era impreparata, corne racconta Giancarlo Fusco in La guerra d'Albania. Delle 73 divisioni dell'esercito, solo 19 erano complete di uomini, armi e materiali. Nei' magazzini il vestiario scarseggiava. Le dotazioni erano antiquate. Scarsi i mezzi della marina e dell'aereonautica. Anche dal punto di vista degli uomini e dei quadri l'esercito imperiale, logorato dalle guerre in Etiopia e Spagna, era in condizioni tutt'altro che soddisfacenti. A Roma si pensava che entro agosto il governo inglese avrebbe ceduto, Mussolini voleva solo qualche migliaio di morti per sedersi al tavolo della pace tra i vincitori. Ma le cose andarono diversamente. I14 ottobre del 1940, il dittatore italiano e Hitler si incontrarono al passo del Brennero per "un ordinario scambio di idee". Le incursioni dei bom. r bardieri tedeschi nei cieli britannici avevano perso mordente: la batta-' glia d'Inghilterra era perduta. Dopo pochi giorni, la Germania avrebbe invaso la Romania, ma Hitler non disse nulla a Mussolini, il quale si offese: "I sistemi di Berlino non mi piacciono" disse il Duce a Ciano; e ancora "Alleati sì, fessi no. Dobbiamo far sentire al mondo che ci siamo anche noi". 11 15 ottobre a Palazzo Venezia, Mussolini, fissando i suoi consiglieri con occhi magnetici, fu perentorio: bisognava occupare l'Epiro entrando in Grecia dall'Albania con un'azione travolgente, fulminea. Il generale Visconti Prasca, comandante delle truppe italiane dislocate lungo al confine greco, dichiarò che tutto era pronto per un balzo irresistibile. In Albania, da Agirokaster a Delvina, la situazione era rimasta tranquil la. Non si sapeva cosa fosse l'oscuramento. Gli alpini, equipaggiati per un'occupazione delle città albanesi, contenti di avere scampato i combattimenti in Africa, divennero ansiosi. I più furbi tra gli ufficiali dicevano che si trattava di una passeggiata: i Greci non avrebbero opposto nessuna resistenza. Conveniva anche agli ebrei di Atene mettersi sotto l'aquila di Roma per evitare la persecuzione del nibbio germanico, dicevano i furbi. Il 28 ottobre partì l'offensiva. Pioveva a dirotto da giorni. Durante la notte del primo giorno di azione, si alzò un vento turbinoso. All'alba il vento cadde e dal cielo caddero valanghe d'acqua. "S'è sfondà il cielo" esclamò l'alpino Angelo Claut, masticando una galletta con un po di zuppa. A Roma, nella stanza fatale di Palazzo Venezia, descritta sun• tuosamente da Louis De Bernières ne Il mandolino del capitano Corelli, la pioggia non era stata prevista e non fu presa in considerazione. Le truppe italiane si impantanarono negli acquitrini e nel fango delle strade dterra dell'Epiro. Pensavano che il vero nemico fosse il tempo atmosfer" co. L'esercito greco si faceva vedere di rado; gli scontri diretti eran,, scarsi. Eppure a Jannina un maestro elementare aveva avvisato c comandante italiano che si stava preparando un attacco massiccio. In ur italiano simpatico e approssimativo aveva detto: "ho visto molti soldati, moltissimi e più di troppi cannoni vanno di notte per strade. I Greci far 'no voi entrare, poi pam!". I greci presero la Julia e altre divisioni nel bel rnezzo delle difficoltà causate dal maltempo e il balzo inarrestabile del Generale Visconti Prasca si arrestò. Con l'auito degli inglesi, l'aviazione greca dal cielo martellava gli alpini. 1110 novembre a Londra moriva Chamberlain, il primo ministro inglese, che si era illuso di evitare la guerra con la Germania nazista. Le trupaliane in parte si attestarono a difendere una linea di fronte e in pie iniziarono la ritirata verso l'Albania. Ospedaletti da campo, posti di medicazione e centri chirurgici che, secondo i calcoli di Mussolini e dei suoi consiglieri militari, avrebbero dovuto assistere un numero irrisorio di ricoverati, si trovarono di colpo sommersi da feriti gravi. Il 20 novembre iniziò la ritirata generale. Tra il passo di Logorà e Saranda, ribattezzata Porto Edda, dal nome della figlia del Duce, moglie di Galeazzo Ciano, lungo tutta la costa descritta in questa guida, un reggimento di granatieri si lasciò massacrare da forze superiori per difendere la strada costiera che conduce a Valona, in uno scenario dominato da ulivi, aranci selvatici e cespugli di corbezzolo, che rendevano tutto così colorato. Fino a Natale ci fu calma, poi i Greci ripresero l'offensiva. 1 panettoni spediti dall'Italia sapevano di pioggia fangosa. Gennaio fu un mese drammatico. I porti di Durazzo e Valona, soprattutto quello di Valona, attrezzati per modesti traffici, furono sommersi di uomini, muli, cannoni, munizioni, viveri, ponti da montare, teleferiche, foraggi, carburanti, vestiario e attrezzi d'ogni genere. In febbraio la guerra si era

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cristallizzata, ma i soldati greci sul suolo d'Albania erano una novità per gli albanesi. L'8 marzo Mussolini giunse a Tirana pilotando personalmente un bimotore. Ufficialmente per un'ispezione. In realtà per dirigere direttamente un'offensiva risolutiva verso la Grecia: pur essendo tenuto all'oscuro dei piani tedeschi, il Duce aveva avuto sentore che Hitler stesse prepa-rando un blitz contro la Grecia dalla Macedonia, per liquidare in pochi giorni la "unangenehme Lage", cioè la spiacevole situazione nella quale gli alleati italiani si erano cacciati. Mussolini voleva un contrattacco che anticipasse l'azione tedesca, condito per di più con l'effetto della propria presenza, che i gerarchi e lui stesso consideravano elettrizzante sul morale delle truppe. Nelle prime ore pomeridiane del 9 marzo, ebbe inizio l'offensiva che durò fino al 14, esaurendosi senza esito alcuno. Il 15 marzo, mentre tornava mestamente e nervosamente a Tirana nella sua Lancia grigioverde, il Duce ricevette la notizia che nella notte aerosiluranti inglesi, apparsi all'improvviso nel cielo di Valona, dietro la groppa di Sazan, abbassandosi uno dietro l'altro per sfuggire il fuoco della contraerea, avevano silurato e affondato la nave ospedale Po, che ancora si trova sul fondo del golfo della città. Fra le crocerossine imbarcate c'era anche Edda Ciano Mussolini, quella del nuovo nome di Saranda. Rassicurato sulle condizioni della figlia, il Duce esclamò: "Cara Edda! Ha voluto essere in prima linea anche lei. Ma più conosco gli italiani, più ritengo che non valga la pena pagare di persona". L'Albania aveva provocato quel distacco schizofrenico di Mussolini dalle vicende da lui stesso promosse e provocate, che, negli anni successivi, divenne una vera e propria crisi, con dolori allo stomaco (un'ulcera che nell'autopsia del 1945 si rivelò inesistente) di origine nervosa.

Come il papa di Roma scrisse al sangiacco di Albania pregandolo di far venire i mercanti di Valona alle fiere pontificie del primo Cinquecento di Marco Moroni I Turchi si impadroniscono di Valona nel 1479 e in tal modo si affacciano nel mare Adriatico, che Venezia considerava il proprio "golfo". Da quel momento Valona diventa la base di partenza dei principali attacchi turchi in direzione della costa italiana; da Valona si muove la flotta che nell'agosto 1480 conquista Otranto; da Valona partono le fuste dei corsari che dagli ultimi decenni del Quattrocento diventano l'incubo delle opolazioni rivierasche della Penisola. in questo clima di paura e di scontro che riemerge l'idea di crociata e, dopo quella che nel 1464 doveva partire da Ancona, subito "abortita" per l'improvvisa morte del papa, molte altre crociate e leghe sante verranno organizzate o soltanto progettate per ricacciare i Turchi fuori dall'Europa. Lo scontro tra Cristianità e Islam è così aspro che qualche studioso è arrivato a parlare di inconciliabile conflitto di civiltà. Nel clima di montante (e reciproco) fondamentalismo degli anni più recenti queste posizioni sono divenute dominanti ed anche uno storico attento e certo non integralista come Alberto Tenenti è arrivato a descrivere l'Adriatico non solo come "zona di frontiera", ma anche come "forte catena montuosa" che per alcuni secoli divide le popolazioni delle due sponde adriatiche. La realtà storica è sempre più complessa e sfugge agli schemi interpretativi nei quali gli uomini vorrebbero ingabbiarla, soprattutto quando si tratta degli schemi binari oggi molto in voga: sviluppato/arretrato, civile/incivile, moderno/arcaico e soprattutto buono/cattivo. Lo dimostra una vicenda che si svolge proprio negli anni in cui, dopo la conquista di Siria ed Egitto completata dai Turchi nel 1517, si torna a parlare di una nuova crociata per liberare la Terrasanta e che si conclude con una sorprendente lettera scritta dal papa al sangiacco di Albania per chiedergli di far venire i mercanti di Valona alle fiere marchigiane. La vicenda alla quale ci si riferisce ha inizio nel giugno 1518, quando i corsari turchi sbarcano al porto di Recanati e lo saccheggiano, uccidendo parte degli abitanti; gli assalitori avrebbero voluto conquistare anche Loreto per impadronirsi del tesoro della Santa Casa, ma sono respinti dalle truppe poste a difesa del santuario. Le autorità di Recanati immediatamente provvedono a

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ricostruire le case bruciate e il fondaco distrutto, ma subito dopo si muovono per evitare che l'attacco dei corsari crei difficoltà alla grande fiera di settembre che nel corso del Quattrocento è divenuta il fulcro dell'economia cittadina; già il primo agosto, grazie alle pressioni del proprio rappresentante a Roma, ottengono dal papa l'assicurazione che, nonostante l'incursione dei "predoni infedeli", nessuno potrà permettersi di arrestare o anche soltanto di molestare i mercanti dell'altra sponda che si recheranno in fiera. La presenza dei mercanti "turcheschi" provenienti dall'Albania era abituale nelle principali città marchigiane del primo Cinquecento: esportavano pellami, lana grezza, cera, vallonea, panni robusti e poco costosi, talvolta anche cereali; importavano tessuti di maggior pregio e manufatti. Nel 1514 il Comune di Ancona aveva cercato di attirare nel proprio porto i "greci" e gli albanesi di Gianina, Arta e Valona concedendo loro una tariffa doganale di favore. Nel 1518, subito dopo l'incursione a sud del Conero, gli anconitani approfittano della paura dei mercanti levan-tini per farli convergere nella propria fiera. Di fronte alle durissime reazioni di recanatesi e fermani, e nel timore che da una parte le incursioni dei corsari e, dall'altra, i contrasti scoppiati tra i centri fieristici marchigiani potessero indurre i sudditi turchi a disertare le fiere pontificie, nel 1520 Leone X prende l'iniziativa: non solo ribadisce il tradizionale calendario dei raduni di Ancona, Fermo e Recanati, in modo da evitare dannose sovrapposizioni, ma arriva a scrivere direttamente al sangiacco di Valona; il papa sa bene che, con ogni probabilità, proprio da Valona sono partiti i corsari che due anni prima hanno saccheggiato il porto di Recanati, ma gli scambi commerciali tra le due coste non possono interrompersi: nella sua lettera del 19 aprile 1520, Leone X prega il sangiacco di adoperarsi perché anche in futuro i mercanti di Grecia e Albania partecipino alla fiera di Recanati. Ovviamente, il sangiacco di Valona accoglierà quelle richieste, ben sapendo, come si legge nella lettera di Leone X, di fare, oltre che cosa graditissima al papa, anche l'interesse dei propri mercanti. Bloccati dall'intervento di Leone X, a loro volta, gli anconitani non restano inoperosi. Poco dopo si rivolgono direttamente a Solimano il Magnifico che, rispondendo alla loro "supplica", nel 1525 invita i propri sudditi a privilegiare l'emporio di Ancona. I mercanti greci, albanesi e più genericamente "levantini" sempre più spesso si indirizzeranno verso il più sicuro porto di Ancona, ma continueranno anche a frequentare le principali città italiane, garantendo lo scambio di materie prime e manufatti necessari alle economie dei rispettivi Paesi. I momenti di scontro, che certo furono numerosi, non impediscono, come si vede, i momenti di incontro. E tutto questo avviene non solo a livello economico ma anche a livello artistico, tecnico e culturale. Molte altre, quindi, sono le vicende che meriterebbero di essere indagate e raccontate, ma spesso ciò non avviene perché anche gli storici sono chiusi nei loro schemi o perché si tratta di vicende minori che non li colpiscono in quanto non coinvolgono papi e sangiacchi.

Una giornata al mare di Alessia Consorti Partiamo dall'Hotel Palasa, posto su una collina, di fronte alla spiaggia omonima a solo venti minuti dal mare. Dalla sua posizione incantevole possiamo godere di una vista bellissima, sono attimi di sublime che ci regala la terra d'Albania. Qui la bellezza della natura sembra non esaurirsi mai, continuando a svelarci angoli di pace del tutto inaspettati, come la spiaggia bianca di Gjipea. È alquanto angusto il sentiero da percorrere per poterla raggiungere, tra uliveti, agrumeti e piante di fico; il fondo stradale infatti è del tutto inesistente. Ma superata l'ingarbugliata vegetazione, 1' infinito si apre dinanzi ai nostri occhi. Lo scenario è un cocktail di colori, il bianco spumoso delle onde che si infrangono a terra esalta il verde smeraldino del suo mare, che in sequenza si fa azzurro e poi blu a contrasto dell'azzurro del cielo. Alle nostre spalle il sotto-in-sù è favoloso, le distanze sembrano annullarsi; con un semplice colpo d'occhio si passa dalla bianca spiaggia

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sassosa al verde intenso della vegetazione, fino alla grigia pietra della montagna. A soli 20 km da Palasa si trova la conosciuta e frequentata marina di Dhermì, posta sotto il suo piccolo villaggio che, invece, è arroccato tra le montagne ricche di macchia mediterranea. In posizione isolata su di un promontorio, a circa 5 km, si trova il monastero di Shen Meri. È circondato da mura, che all'interno custodiscono una piccola chiesa, ancora consacrata, del XIII-XIV secolo. La strada per raggiungerlo, davvero tortuosa, è percorribile solo a piedi o muniti di fuoristrada. La marina, affollatissima, è un susseguirsi di hotel, posti l'uno accanto all'altro, con bar e ristoranti, che si affacciano direttamente sul mare. È solito infatti mangiare su pittoreschi terrazzini, ombreggiati spesso da una piante e colorati da fiori, con musica locale in sottofondo. Riprendiamo il nostro viaggio, dirigendoci verso Himara. Da Dhermì dista solo 18 km, ma le condizioni della strada sono pessime. E stretta e tortuosa, priva di barriere di protezione e con precipizi da vertigine; soprattutto, a detta dei locali, durante il tragitto compreso tra due grandi croci, poste agli orli della strada. Ma lo scenario è incantevole, quasi primordiale; ci sembra che la dimensione spaziotempo qui venga completamente annullata: da una parte la nuda montagna coi suoi ripidissimi burroni, dall'altra i fianchi scoscesi delle colline che si gettano nel mare, in mezzo noi! L'arrivo ad Himara è annunciato, oltre che da un cartello con la scritta sbiadita, da una piccola chiesetta tinta d'azzurro cielo, collocata ai limiti di uno strapiombo. Una gita in barca ci permette di ammirare meglio le bellezze naturali di questo litorale ionico. Il mare è limpido e cristallino, a tal punto che anche a largo è visibile il suo fondale roccioso e di tanto in tanto si vedono pesci saltar fuori dall'acqua. La costa è estremamente frastagliata e con rocce che cadono a picco. Infinite sono le insenature che costeggiamo, alcune ampie, altre invece piccole lingue di ghiaia e sabbia, raggiungibili solo via mare. Navigando a sud-est di Himara incontriamo Porto Palermo, una piccola penisola rocciosa, sulla quale ha sede uno dei monumenti storici più importanti: il castello di Ali Pascià. La fortezza, costruita alla fine del settecento, è immersa nel verde della sua vegetazione e vista dal basso risulta ancora più imponente. La solida pietra scura delle sue mura di cinta le conferisce austerità e rigore: si erge come un eroe immortale. Purtroppo avvolto nella silenziosa attesa del suo tragico destino. Infatti, oggi questo gioiello del mare è in totale abbandono, spesso affidato alla negligenza dei suoi visitatori. Risaliamo la costa, dirigendoci verso nord e dopo circa venti minuti raggiungiamo un'altra perla della Riviera Ionica: Jal Si tratta di uno deilidi più belli ed attrezzati; diversi sono i bar e i ristoranti dove potersi concedereattimi rilassanti.

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6. Il patrimonio culturale

Il patrimonio culturale della regione di Valona è sicuramente degli elementi più importanti di un turismo non di puro relax, anche di conoscenza. Come viene detto nella parte storica, la 4 che da Saranda sale fino al fiume Vjosa è stata un crocevia di co re, all'interno di una nazione più ampia. Dalle tracce degli antichi Illiri alle città greche, alla zona di influenza epirota, al periodo romano, nella lenta costruzione dell'identità occidentale universale; culminata con la romanizzazione del Mediterraneo, la regione, odierna di Valona conserva le tracce dei passaggi diversi, comunità locali e della società in evoluzione. Dopo la nuova disposizione di regni e civiltà, dovuta al terremoto portato da Alessa di Macedonia, il confronto tra Occidente ed Oriente, dalla guerra contro Pirro fino alla battaglia di Anzio tra Ottaviano ed Antonio spostò proprio in questo tratto di mare (che, non dimentichi è stato per millenni il confine sfumato tra il Sud e il Nordj Mediterraneo, tra l'Egitto millenario, l'antica mezzaluna fertile, una parte, e i popoli agricoltori dei Balcani e della penisola ital dall'altra). Dopo la divisione operata da Teodosio, Valona, ed tutta l'odierna Albania, entra ufficialmente nell'Oriente rom (detto Impero Bizantino), ma la presenza di Venezia a Butrinto insieme ad avvenimenti meno importanti, un nuovo fattore di n fronto. Nel mondo moderno, a parte l'effimera autonomia sperimentata da Alì Pascia a cavallo tra Settecento e Ottocento, Valona è stata uno dei centri più significativi per la nascita della coscienza nazionale albanese. Il Distretto di Valona Il Distretto di Valona, che con quello di Saranda e Delvina form regione, ha una superficie di 1609 km2 e comprende quattro 0 Valona, Himara, Selenica, Orikum e 96 villaggi. I dati storici e patrimonio culturale testimoniano che questo territorio è stato' delle zone più rilevanti della costa albanese. Nel territorio distretto, sin dall'antichità, fiorirono città come Amantia (Ploca), Olimpastan (Mavrova), Orico (Orikum), Himera (Himara), Kionina (Kanina) e Aulona (Valona). Il patrimonio medievale è rilevante e spiccano, per valori architettonici, la fortezza di Kanina (IV sec. a. C. ), la fortezza di Himat (sec. a.C.), le chiese bizantine di Santa Maria a Zvérnec (XIV sec) e quella di Marmirò, vicino ad Orikum. Nel territorio del distretto si possono visitare reperti architettonici significativi di tutti i periodi della storia albanese. Pietra con cielo. È un megalite risalente al periodo preistorico e si trova nei pressi del villaggio di Vranisht. E formato da due pietre verticali ed una orizzontale a copertura, a forma di pi greco. Serviva come altare per pregare gli dei. Pietra della città. Anche questo monumento naturale si trova vicino al villaggio di Vranisht. Sembra una fortezza naturale, le cui pareti si alzano fino a quindici metri. Nell'antichità, nella parte superiore di questo monumento, si rifugiavano gli abitanti del villaggio per scampare ai pericoli e ai disastri naturali. Fortezza di Gjon Boari. Si trova nel villaggio di Tragjas ed è stata costruita a cavallo dei secoli XVI-XVII. È a pianta rettangolare con mura spesse 1,25 mt e alte fino a 5,5 mt. Ci sono due torri negli angoli nord ed est. Fortezza di Alì Pascià. Si trova vicino a Himara, nell'insenatura di Porto-Palermo. Fu progettata da un ingegnere francese a pianta pentagonale. La porta di accesso si trova nella parte est. Le mura sono spesse più di un metro e mezzo. La torre di Dervsh Alí. È un'abitazione chiamata torre e si trova nel villaggio di Dukat, ai piedi del monte di Karaburun. È un edificio risalente al XVIII sec., di proprietà di Dervish Ali, noto guerriero dell'epoca. La casa di Odisé Kasneci. È un'abitazione nel villaggio di Vunò, caratteristica di quella zona, è costruita in pietra. È la casa più rappresentativa e più grande del villaggio. La chiesa di Santa Maria a Zvérnec. È una delle chiese bizantine del XV sec. meglio conservate nella regione di Valona. Si trova a ovest della città, su una isoletta dentro la laguna di Narta. All'interno si conservano delle iconostasi di un certo valore artistico. La chiesa di Marmirò. Per tecnica di costruzione è la "madre" della chiesa di Zvérnec; infatti il tamburo cilindrico nasce prima a Orikum poi a Zvérnec. Si trova a nordovest del villaggio di Orikum, vicno alla laguna, da dove

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si possono ammirare le vicine torri di Dervish Ali. La città di Valona La città di Valona - centro amministrativo del distretto - è il secondo porto dell'Albania. Per la prima volta viene citata da Tolomeo nel II sec. a.C. come città-porto, con il nome di Aulona. Nell'antichità la città fu un nodo terrestre e marittimo, noto per il commercio del sale, del vino e delle olive. Nel Duecento fece parte del Regno di Arbéria. Durante il Medioevo fu un centro commerciale sviluppato In questo periodo viene ricordata per la lavorazione del ferro, delle armi, della seta e per l'estrazione del bitume. Nel 1417 la città è occupata dai Turchi. Il 28 Novembre 1912 l'Assemblea Nazionale, ivi convocata con questo obbiettivo, dichiarò l'indipendenza del paese e Valona fu la prima capitale dell'Albania indipendente. La città è sede di una Università tecnologica, di due accademie (marina militare e aviazione), di tre musei (dell'indipendenza, etnografico e storico). Gli abitanti della città appartengono alle tre comunità religiose presenti nel paese: islamica, ortodossa e cattolica.

I luoghi da visitare in città sono: La via "monumentale" e "Justin Godard" È un complesso edilizio che conserva importanti valori storici ed architettonici. I lavori di apertura di questa strada risalgono alla fine del XVII sec. La via è formata da costruzioni del XVIII e XIX sec., tipiche dell'architettura "valonese", edificate in pietra bianca, percorse nelle facciate dalle linee leggermente grigie della calce usata come collante, costruite su due o tre piani, con finestre rettangolari incorniciate, dotate di per-siane di diversi colori e di un tetto spiovente formato da tegole di tipo "spagnolo". Il pianterreno in molti casi ha conservato questo uso ancora oggi, come negozio; mentre i piani superiori venivano adibiti ad abitazione delle famiglie dei commercianti titolari dell'attività. La moschea di Muradie. È in stile sultanesco, con la cupola costruita nella metà del XVI sec. È composta dalla sala delle preghiere e dal minareto costruito in pietra scolpita. Questo monumento si distingue per la distribuzione armonica delle finestre, l'alta tecnica della costruzione e gli effetti decorativi della muratura, in un'alternanza di pietra e mattoni. Il progetto e la realizzazione della moschea sono stati realizzati dall'architetto di origine albanese Sinani, che fu uno dei più importanti costruttori di moschee del primo periodo dell'Impero Ottomano. Gli vengono attribuiti più di trecento edifici; oltre alle moschee, egli realizzò palazzi, tombe, acquedotti e fontane. Come capo architetto dell'Impero fu responsabile della costruzione di moschee e della trasformazione delle chiese bizantine in moschee nella città di Costantinopoli, a cento anni circa dalla conquista turca. Nel suo lavoro si ispira sistematicamente alla Cattedrale di Santa Sofia. La sua opera di maggior rilievo rimane la grande moschea Sulimania ad Istambul. La tomba di Ismail Qemali. È il luogo di inumazione del primo premier albanese. Si trova nel giardino al centro della città. E stata costruita nel 1932 da Odisè Paskali. Il monumento all'indipendenza. È dedicato alla guerra del popolo albanese per l'indipendenza e la libertà ed è opera degli scultori Kristaq Rama, Shaban Hadéri e Muntaz Dhrami. È un monumento di bronzo alto, 17 metri. Venne inaugurato il 28 Novembre 1972. Il teatro Petro Marko. Si tratta di un edificio collocato sulla strada principale, con la facciata di un colore a metà tra il rosa e l'arancione; costituisce una piacevole eccezione in un paesaggio architettonico costituito da case moderne e di parallelepipedi del socialismo reale. Valona ha tre musei: Il Museo dell'Indipendenza. Si trova in un edificio costruito nel XIX sec. Fra il 1912 e il 1913 fu sede del Governo provvisorio di Valona. Vi si conservano oggetti originali del XIX sec., documenti e reperti della Rinascita albanese e dell'Indipendenza. Il Museo di Storia. Si trova nelcentro della città, di fronte all'area dove si cambiano le valute straniere. L'edificio che ospita il museo ha due piani; vi si conservano molti oggetti archeologici, storici e

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testimonianze del Medioevo, della Rinascita Albanese e dei tempi moderni. Il Museo Etnografico. Venne inaugurato il 27 Novembre 1982. Per i suoi valori architettonici e sto-rici è stato dichiarato monumento di rilievo culturale. Nel museo sono esposti oggetti etnografici, compresi fra i secoli XVI-XIX. Vi si trovano oggetti lavorati in metallo, legno, pietra, ma anche indumenti tipici, costumi e kilim (tappeti). La città di Orikum Di origine antiche, oggi Orikum ha perso lo splendore e la nobiltà di un tempo. Ha conosciuto molti signori e popoli bellicosi, di passaggio per queste terre e queste acque: romani, macedoni, turchi, sovietici sono arrivati come amici o nemici degli Albanesi, o perché in guerra fra di loro. Probabilmente la sua posizione strategica è stata la ragione di queste "visite", così frequenti nel tempo. Himara Una piacevole cittadina a metà strada fra Valona e Saranda. Roccaforte dei patrioti albanesi nei secoli, oggi può essere definita il simbolo della rinascita turistica della Riviera albanese, infatti, da Himara in poco tempo si può visitare tutta la riviera albanese. Notevole anche il patrimonio culturale dei villaggi della zona, con chiese, abitazioni storiche, fortezze e caverne. Il Distretto di Saranda Raccoglie la città di Saranda e i villaggi nei dintorni della città. Una zona con un patrimonio archeologico importante e disseminato nel territorio. Particolarmente importanti i siti di Butrinto, Finiq, Kalivò, Xarra, Ciuka e di Ajtoi. La città di Saranda. Dentro la città di Saranda i monumenti storici di maggior rilievo sono il castello di Onhezmi, il tempio di Venere, i mosaici (vedi il capitolo su Saranda), il castello di Lékures e il monastero di San Giorgio a Ksamil. Il Distretto di Delvina Nel distretto di Delvina si trovano alcuni monumenti storici in':eressanti come il monastero di Mesopotam, il monastero di Kakodir iq e la moschea di Gjinaleksi.

I canti polifonici della Laberia

di Luan Fico

Laberia è il nome delle zone rurali attorno a Valona, Gjirokastra e Tepelene. Di coseguenza l'uomo e la donna di queste parti vengono chiamati rispettivamente lab e labe. In queste zone, fin dall’antichità, la gente cantava in coro i canti polifonici. Si incontrano quattro o cinque lab e labe, questi si danno allo svago, cantando in coro. Prima della seconda guerra mondiale, quando non esistevano ancora moderni mezzi di comunicazione e la gente era quasi totalmente isolata, questi canti non erano conosciuti nel resto dell'Albania. Quando c ualche cittadino di Tirana o di Scutari capitava in un ambiente simile, che sucedeva di rado, sentendo questi canti si annoiava. Fu così che - proprio sentendo questi canti - nacque il detto: Domani pioverà. Voglio dire, questi canti non sono come quelli composti dai monaci scrupolosi e appasionati di musica, che vengono cantati da cori ecclesiastici o nei concerti di musica classica. I canti polifonici del sud dell'Albania sono antichi canti popolari non scritti, ereditati e tramandati di generazione in generazione, creazioni ispirate forse dalla musa che colpiva i montanari nei momenti di quiete, di gioia o di dolore, forse ispirati dalla natura, bella e selvaggia di queste zone, dal mormorio del bosco e delle sorbenti di aqua cristallina che scendono gorgogliando dalla cima dei

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monti sempre velati di bianco e che si mischiano con l'eco dei campanelli delle gregge di pecore. Il canto polifonico albanese è, nel suo genere, molto originale. La sua composizione, pur non essendo scritta su partizioni musicali, tecnicamente è basata sul contrappunto. Si canta generalmente a quattro voci, ben distinte l'una dall'altra. La prima voce, quella che guida la melodia, inizia il canto. Viene seguita dalla seconda, che si contrappone alla prima. La terza voce accentua la prima e la mette in risalto. La quarta voce è quella che funge da accompagnamento, ma senza parole. In que st'ultimo ruolo possono essere coinvolte più persone. Sono canti lirici ed epici, gioiosi o più spesso melancolici. Si canta ispirandosi all'amore o all'impresa gloriosa di un eroe che si è distinto in guerra, come ad esempio Skanderbeg, Ali Pascia Tepelena, Foto Giavella o altri ancora. Al primo ascolto, possono sembrare monotone e noiose; tuttavia, un amante del folklore, quando riesce a distinguere ogni voce del complesso, sentirà di godere di una vera, piccola sinfonia. lo sono cresciuto negli ambienti in cui si cantava il labe. Mia madre aveva una bella voce e si distingueva in questo genere di canti. Quando tentavo di inserirmi nel gruppo, mi diceva sempre: "figlio mio, stai da parte, perché ci rovini la canzone". Appassionato di questi canti e di musica in generale, malgrado i miei sforzi, non sono mai riuscito ad assimilare questa tecnica. Eppure, anche adesso che corro verso gli ottanta anni, sono in grado di riprodurre brani di musica classica, sinfonica e operistica di Bach, Mozart, Ciakovski, Verdi. In Laberia tutti cantano il labe, però rare volte accade di incontrare un gruppo che canti in piena sintonia ed armonia queste melodie così originali Il canto polifonico della Laberia esige non soltanto gente intonata, ma anche un certo virtuosismo, nonché una certa inspirazione originata dal luogo.

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7. La cucina albanese

La cucina albanese è tipica delle zone collinari e di montagna, che usa ingredienti genuini e freschi, coltivati biologicamente negli orti delle case, oppure cibi derivati dalla pastorizia. La lunga occupa-zione turca ha fornito alla cucina tradizionale albanese un largo uso di spezie orientali. L'influenza della cucina turca è presente anche nella varietà di zuppe e soprattutto nei dolci, che sono generalmente imbevuti di sciroppi. Negli ultimi dieci anni, dalla ripresa di rapporti con la sponda occidentale dell'Adriatico, la cucina italiana ha esercitato un'influenza forte in quella dei ristoranti così come nelle famiglie. Di seguito alcune informazioni generali sulla cucina albanese e un elenco di piatti molto comuni, seguiti da ricette tradizionali in uso nella zona di Valona e più elaborate, usate nelle famiglie o in porticolari ricorrenze. Ricette albanesi tipiche della regione di Valona Byrek. È un piatto tipico albanese ed esiste in un'infinità di variazioni. È fatto con sfoglie di pasta preparata in casa. Le sfoglie sano molto più sottili di quelle usate per le lasagne italiane. Si procede a strati, alternando la sfoglia alle verdure (la cicoria, il porro, il cavolo o altro), accompagnate spesso da carne trita, riso oppure formaggi. Il tutto va poi sistemato in una teglia rotonda e cotto al forno (meglio se a legna). Il byrek si consuma per strada o in casa. Nei locali si può scegliere il ripieno: di sola verdura, di solo formaggio o di sola carne. Una variante al byrek è l'ottimo quméshtor, con soltanto due sfoglie e con latte, burro, formaggio e ricotta. Certe volte si aggiunge anche lo zucchero e così diventa un dolce. A Valona quando si pensa al byrek si intende soprattutto il byrek con le verdure, che in valonese si chiama il lakror. I valonesi sono anche convinti di preparare e mangiare uno dei migliori quméshtor di tutta l'Albania. La preparazione è quella classica, ma viene rivendicata una maggiore attenzione alla qualità degli ingredienti base (latte, formaggio, yoghurt, verdure, carne). Zuppa di verdure. Praticamente si usano tutti i tipi di verdura: carote, patate, cavoli, cavolfiori, peperoni ecc, bollite in acqua con sale, olio d'oliva, cipolla e, a volte, con un po' di salsa di pomodoro, oppure con il brodo di carne (agnello, vitello) preparato precedentemente. Alla fine si aggiungono delle spezie come l'alloro, il pepe nero, il prezzemolo e viene servita e consumata calda. Zuppa di fagioli. È un piatto povero: i fagioli vengono bolliti con cipolla, salsa di pomodoro, un peperoncino e a volte con l'aggiunta di un po' di carne. Era un piatto veloce ed economico consumato da molte famiglie albanesi durante il comunismo. Carne arrostita. Era ed è il piatto forte albanese (dal punto di vista energetico e per il sapore). Vista l'ottima qualità della carne ovina e bovina di pascolo albanese, è molto apprezzata. Si fa allo spiedo (un agnello intero) girandolo sopra la brace, oppure al forno. Lna autentica prelibatezza è ritenuto l'agnello o il capretto bollito nel latte dentro un contenitore di alluminio. La carne arrostita di Valona è una delle migliori in assoluto dell'intero paese. La vici-nanza al mare e la qualità dei pascoli danno alla carne valonese un sapore molto particolare. Celebre è l'agnello di Karaburun e delle montagne nei dintorni della città, che non ha eguali nell'intero paese. Per sottolineare l'innegabile bontà delle carni della zona, i valonesi citano il fatto che i pastori albanesi scambino un vitello albanese contro tre vitelli macedoni nelle occasioni di baratto con i colleghi macedoni. Lo yoghurt. Uno fra i cibi più diffusi del Paese. Si consuma in grandi quantità per accompagnare i piatti di carne e altre pietanze A Valona si produce un'ottimo yoghurt magro, è diverso da quello conosciuto in Europa: è leggermente più acido e si consuma solo Tesco (massimo un giorno dopo la preparazione). Pasterma. Preparazione di carne conservata da usare nel periodo invernale. In uso nel nord del Paese. Nella regione di Valona è diffuso nei paesi freddi di montagna. Ecco il procedimento. Si disossa una pecora o (più raramente) una mucca, tirando via la parte del collo. La si batte; dopo averla ridotta in pezzi fino a farla diventare sottile come una pelle, si riempie di sale fino a ricoprirla. Si lascia riposare per quaranta giorni in un contenitore, poi la si scuote ben bene e

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la si lascia appesa per due giorni. Infine, fattala essiccare al sole per due o tre giorni, la si cucina facendola riposare in acqua calda per tre ore. A parte si preparano dei fagioli insaporiti con un pezzo di carne. Quando l'acqua di cottura dei fagioli si è asciugata, si mette tutta la carne e si porta a cottura. Bollgur. Grano macinato grosso. Si cuoce e si fa essiccare. Si usa come pane duro da cuocere di nuovo per consumarlo. Jahni. Si prepara mettendo al fuoco dei pezzi di carne con cipolla e salsa di pomodoro. Kime. Simile allo Jahni, ma la carne è macinata. Trahana. Si mescolano farina con yoghurt, sale, burro fino a far diventare il tutto amalgamato. Con una grattugia si riduce in piccoli pezzi. Si lascia riposare al sole. Quando si cucina si aggiungono pane, burro, formaggio. A parte si manteca la cipolla. Si mescola il tutto e si mangia. Brushtull. Farina di mais ripiena di spinaci, porri, cicoria, menta, formaggio bianco e olio di oliva. A Valona si chiama anche Pispilit. Piatti esclusivi della regione di Valona Pollo bollito. Si fa bollire il pollo con il brodo, si cucinano in una pentola diversa delle molliche fatte con farina, burro ed uova, fino ad ottenere una salsa con pezzi molto minuti di pane. Si serve il pollo con intorno la salsa e lo si mangia insaporendolo con la stessa. Harapash. È una specie di polenta fatta con farina di mais, coltivato prevalentemente nelle pianure del fiume Shushica, insieme al burro e alle interiora dell'agnello. Il tutto viene condito con il grasso che avvolge queste interiora. Si cucina solo ed esclusivamente nei villaggi della regione di Valona. Tacchino al kulac. Si fa bollire il tacchino e si usa la stessa acqua per fare una ciambella di farina (il kulac appunto). Poi si mette il tacchino al forno fino a farlo diventare croccante e si mangia insieme al kulak. È un piatto tipico del pranzo di Capodanno. Pesce fritto. E un piatto tradizionale della zona costiera di Valona. Durante il socialismo era l'unico modo di cucinare il pesce, di tutte le grandezze. Anche i pesci grandi, come tutti quelli della famiglia del pesce azzurro, venivano passati nella farina e nell'olio. Venivano accompagnati da patate fritte o, più frequentemente da verdure cotte, cicoria. Zuppa di cernia. Questa ricetta era ed è limitata ai pescatori di Valona e Saranda. Si prende una cernia marrone dai punti blu, la si disossa, la si fa a pezzi abbastanza grandi e la si mette a bollire con cipolla, una piccola quantità di riso e una patata, aggiungendo olio d'oliva e, alla fine, una spruzzata di limone. Denominazione di origine controllata dei pesci all'incontro dei due mari Tra le varie trasformazioni che hanno investito l'Albania e, di conseguenza, la regione di Valona, va annoverato un particolare mutamento epocale, anche se non si tratta di una questione di vita o di morte per nessuno. Fino alla caduta del regime socialista, per molti e molti anni, anche in una regione con una lunga linea di costa, come è l'area descritta in questa guida, il pesce è rimasto estraneo alle abitudini alimentari della gente, lontano sia dalle tavole delle famiglie che da quelle dei ristoranti. Si possono tentare varie spiegazioni storico-culturali. Si dice che l'influenza turca sia stata determinante: da Istanbul sono arrivate per quattro secoli, ricette di salse, verdure e carni, ma non è mai esistita una tradizione specifica di cucina di pesce. Oppure c'è chi pensa all'Albania della pastorizia e dell'agricoltura di sussistenza, alla coltivazione di prodotti di gran de qualità come i fichi piccoli e zuccherini del Sud, ideali per essere trasformati nei fichi secchi della raffinata tradizione imperiale o gli aranci, le pesche della costa, le ciliegie particolari delle zone interne (sempre per rimanere nella regione di Valona). Tutte motivazioni vere e parziali allo stesso tempo, che sono ragionevoli e plausibili, ma che da sole non bastano a spiegare l'assenza del mare dalla cucina valonese. Durante la modernizzazione socialista, a Valona come a Saranda, si pescava. In città operavano una quarantina di pescherecci. C'era una fabbrica di produzione e riparazione delle reti in teramente composta di manodopera femminile, c'erano magazzini di stoccaggio. La laguna di Butrinto era popolata da allevamenti di cozze, se ne esportavano verso i paesi socialisti decine di tonnellate. Qualcuno mangiava pesce, gli allevatori di cozze e pochi "amici della costa", ma non si può dire che ci fossero piatti locali (e riportiamo più avanti una delle

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ricette di barca più popolari, il brodo di cernia marrone). In linea di massima il pesce, di qualsiasi genere e dimensione, si cucinava solo fritto e accompagnato da verdure. Va ricordato anche che Valona (parliamo sempre della regione e non della sola città) è vicina a Corfù e ogni attività marittima diversa dalla pesca autorizzata o dalle vacanze aziendali, veniva vista con sospetto e vietata. Insomma non c'era quella diffusa abitudine ad immergersi per raccogliere frutti di mare o la pratica di uscire nell'Adriatico, poi la costa si inerpica e diventa alta e rocciosa; inizia il mare Ionio che prosegue con insenature fino al confine con la Grecia. Un caso quasi unico. Così il mercato del pesce di Valona piesenta, accanto alle aragoste o alle cernie del mare omerico, le cicale di mare, le sogliole, i saraghi del "Golfo di Venezia". Questa guida propone ai turisti in viaggio di gustare i prodotti dei due mari di Valona non in modo generico, ma partendo dalle caratteristiche delle zone. Un tempo i sommelier e gli intenditori di vini provavano disagio di fronte ad un cliente che chiedesse bianco o rosso riferendosi al vino senza specificare l'origine geografica, le caratteristiche organolettiche del prodotto, l'anno della vendemmia e il sistema di invecchiamento. In modo analogo qui si sostiene che a Valona è già possibile mangiare un pesce sapendo da dove viene, quali caratteristiche organolettiche abbia, quando sia stato pescato. Della Doc del pesce si parla in tutta Europa. Valona ha saltato molti passaggi ed è pronta ad attuarla. Ecco le informazioni che abbiamo raccolto da vecchi pescatori e nuovi ristoratori, partendo a Nord da Narta e arrivando a Butrinto. Naturalmente non facciamo qui una lista di tutti i pesci particolari che si pescano nelle acque della regione di Valona, ma solo di alcuni che ci sono stati segnalati. Per esempio l'orata viene pescata anche a Narta, ha un sapore eccellente, si trova a fine autunno fino a gennaio, ha una carne più grassa di quella di Karaburun e abbiamo preferito segnalare quest'ultima, che ha maggiori attributi. Il ruolo di queste pagine è di guidare il turista nel consumo responsabile e consapevole dei prodotti del mare.

Laguna di Narta Anguilla di Narta. Vive nella laguna. Ha proporzioni rilevanti meno grassa di quanto non siano le altre anguille, già dall'odore, ha carne pieno soda e grassa al sapore. La laguna è formata da acqua salata e questa anguilla non vive mai, come le altre, in acque dolci o nei tratti dove l'acqua salata si mescola con le acque provenienti dai fiumi. Spigola di Narta. In genere di proporzioni varibili intoro ai 4 kg, vive nella laguna. La carne è molto saporita per il particolare apporto di grassi dovuto all'alimentazione.

Area di Triporto Triglia di Triporto. Area a nord della costa della città. Già nota in Puglia (Brindisi) dove si vende con l'indicazione (generica) di triglia di Triporto di Valona. Di notevoli dimensioni, superiori alla media delle triglie vendute nei mercati dell'Adriatico occidentale ed orientale. All'esterno presenta un colore rossastro, più acceso di quello tipico della stessa specie che vive nel nostro mare. Non ha sapore di fango. I pescatori e i pescivendoli la aprono per far constatare che anche all'interno del corpo non si trovano quelle tracce di fango che si vedono in quelle dei mari poco profondi. La carne è soda e di sapore netto. L'assenza del fango al palato aumenta il carattere. Karaburun: la costa interna fino al golfo di Valona Dentice reale. Viene pescata lungo la costa della penisola. Presenta un colore oro con venature viola. La carne sapida e poco grassa è di un bianco latte non scremato tendente al giallo. Orata. Si trova nella parte più profonda della costa di Karaburun verso Orikum. Di discrete dimensioni, varia da 1 a 5 Kg. Presenta una carne dura e compatta molto saporita se cotta arrosto o alla brace. Si ciba anche di radici di canne e di erbe presenti in queste acque per la presenza di acqua dolce dei torrenti che scendono dai fianchi della penisola. Mormoro. Si trova nella baia, nell'area più vicina a Valona. La carne è abbastanza grassa e saporita. Viene paragonata, seppure vagamente, alle costolette d'agnello per il sapore pieno della carne.

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Karaburun. La costa esterna Pesce Spada. Si cattura in estate con la pesca con l'amo. Carne tenera e morbida. Nei fondi rocciosi si pesca spesso insieme a tonni. Spigola. Si trova da Karaburun fino alla foce del fiume Vjosa. Ha una carne molto soda. La costa da Dhermì fino all'estremo sud Cernia. Pesce molto apprezzato, tipico di questa zona ionica. Se ne trovano due diversi tipi: una specie di colore bianco e una specie con la pelle di colore marrone, punteggiata da puntini blu chiaro. Quest'ultima ha un sapore molto particolare e i pescatori ci preparavano il brodo per cucinare la minestra di carne. Rombo chiodato. Tipico di questa area. Saporito di carne fragrante. Viene cucinato arrosto, ricoperto di sale oppure bollito e in salsa. Aragoste. Si trovano lungo la costa. Sono molto pescate ad Himara. Non di grandi dimensioni, carne saporita e meno stopposa di quanto non siano in genere le aragoste di maggiori dimensioni in altri mari. Gamberi. Anche questi presenti in tutta la cosa ionica. Non di grandi dimensioni. Carne soda e compatta. Rana pescatrice. Si pesca al largo su fondali di circa 100 mt. di profondità, in particolare nelle acque di Himara. Ha accentuato il sa pore "selvatico" e spigoloso, tipico di questo pesce, ammorbidito, però, dalla rotondità particolare della carne. Cozze di Butrinto. Di sapore molto particolare. Se ne produceva i ma grande quantità durante il socialismo, ma la maggior parte del prodotto veniva esportato nei paesi dell'Europa orientale. Oggi l'allevamento è in ripresa. A Saranda vengono vendute già sgusciate.

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8. Immersioni

Il mare della regione di Valona, soprattutto la costa ionica, con insenature, calette e tratti rocciosi, presenta un ambiente costiero e sottomarino di grande interesse per gli appassionati delle passeggiate subacquee, sia per chi usa il boccaglio, sia per chi si avventura a maggiori profondità con le bombole. In certe zone potenti sorgenti sottomarine di acqua dolce fuoriescono dal fondo marino, mischiandosi con le acque del mare e creando un ambiente molto bello nei dintorni con i colori che si alternano, ma anche molto freddo, perché la temperatura dell'acqua dolce delle sorgenti è bassa. Alle caratteristiche dei fondali e degli ecotopi marini si aggiunge una variante culturale-archeologica: nella zona interna della baia di Valona e lungo la costa meridionale della regione si trovano reperti significativi, dalle costruzioni sommerse, alle navi affondate, ai materiali dei naufragi. Un patrimonio sparso e non ancora censito, o restaurato, che ha fatto nascere molte leggende su ritrovamenti favolosi. Si dice che, proprio nel golfo di Valona, Giulio Cesare fece affondare le navi che avevano trasportato le sue truppe durante la guerra contro Pompeo (De Bello Civili). Si dice che lungo la costa esistano relitti insabbiati di epoche diverse, si parla di città sommerse. Le voci sono ancor più amplificate dal fatto che per tutto il periodo del socialismo, il mare di Valona e soprattutto quello di Saranda erano vietati per motivi di sicurezza: a nessuno era consentito di esplorare i fondali, anche solo ad occhio nudo. La costa greca era troppo vicina e comunque il vagabondare sotto il pelo dell'acqua marina era, forse, una manifestazione di eccessiva libertà in un paese sottoposto alle rigide regole moralistiche del marxismo-leninismo. Nei prossimi anni, con l'utilizzo di adeguati programmi di monitoraggio e ricerca, sapremo cosa nasconde ancora questo tratto di mare. Oggi, senza nulla togliere al mondo degli esperti, veri appassionati valonesi, sappiamo che nella zona della baia si trovano le rovine di costruzioni greco-romane, che relitti di navi sono raramente visibili in molti punti del Golfo e che la nave ospedale italiana Po fu qui affondata nel 1941, durante la guerra italo-greca, da motosiluranti inglesi. Sappiamo anche che nella grotta di Gramma, nella parte esterna della penisola di Karaburun, ci sono iscrizioni di naufraghi e che nella stessa zona sono stati avvistati relitti sottomarini e resti di navi affondate. Tornando all'ecosistema marino, la flora e la fauna sono formate da esemplari tipici del Mediterraneo, con particolare ricchezza di alghe sul fondo, con la presenza qua e là della mitica Poseidonia (la Dea protettrice e seducente del Mediterraneo turistico, forse l'equivalente di Teti, madre di Achille, nella mitologia marina classica del Mediterraneo orientale) e tutte le specie conosciute nel nostro piccolo mare di mezzo. Che tipo di escursioni si possono fare a Valona? Da quello che è stato detto, consigliamo tre diversi modi per tuffarsi e nuotare sotto il pelo dell'acqua, validi sia per i sub con le bombole che per gli appassionati del boccaglio. Flanerie del mare, ovvero le passeggiare tra i fondali, con lo stesso atteggiamento di osservazione non finalizzata ad uno scopo che Benjamin e Baudelaire avevano teorizzato per la Parigi del XX secolo: guardare, stupirsi, riflettere in piena libertà e pigrizia. Il libro delle vacanze, ovvero visitare i fondali marini per conoscere, ma senza la tensione del lavoro o dell'interesse prevalente. Esattamente come leggere un librone che rivela nuove conoscenze, ma in clima di vacanza. Riconoscere le alghe ed i pesci, classificare i fondali, osservare i colori nelle diverse ore del giorno e in diverse condizioni atmosferiche; tutte attività finalizzate e non occasionali, come nel caso della flanerie. Sarà bene munirsi di qualche manuale sulle specie marine o sulla flora. Il ciclo della serendipità ovvero andare in acqua per conoscere, scoprire tesori, classificare fondali poco noti. Valona offre questa possibilità, quasi unica nel Mediterraneo. Perché scomodiamo la serendipità? Perché questa parola esprime un aspetto sofisticato della ricerca scientifica: il riuscire a scoprire qualcosa di molto importante, essendo partiti per cercare altro. Colombo, per esempio, trovo le Americhe convinto di avere aperto un via verso l'Oriente. Cercando le navi di Cesare o quelle dei naufragi narrati nella grotta di Gramma, o ancora tentando di seguire i polpi che si accoppiano o le cernie mentre pascolano sotto i rami dei coralli, forse si scopriranno altri interessanti reperti o altri interessanti aspetti della vita marina. All'interno della Baia di Valona sicuramente non mancano i posti da esplorare, sia per i valori naturalistici, che per quelli storici e

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archeologici, ma le immersioni sono consigliabili solo per i professionisti in possesso del permesso di immersioni dalla Federazione Internazionale delle Immersioni. Anche lungo la costa interna di Karaburun le immersioni sarebbero problematiche a causa della profondità del mare, subito vicino alla costa. Non è affatto semplice consigliare luoghi dove immergersi: ce ne sono decine, disseminati fra le calette della costa, anche e soprattutto quelle raggiungibili via mare. Forniamo una lista del tutto parziale e diciamo fin da subito che esistono a Valona persone che conoscono in modo dettagliato numerosi fondali. Questa guida, che si rivolge a tutti i turisti e presenta le varie attività turistiche passibili Valona, non può approfondire ogni singolo aspetto. Chi vuole, può richiedere agli esperti locali l'adeguata assistenza. Uji i Ftohté, di fronte all'Hotel New York. Siamo ancora alla periferia della città, ma questo fondale, vicino alle rocce del "tunnel" stradale che divide il lungomare di Valona e segna l'inizio del Mar Jonio, presenta luoghi di osservazione interessanti, con ricchezza di alghe, macchie di colore e un certo numero di pesci in visita un pò lontano dalla riva. Zhiron, sotto l'Hotel Ninfa, con il fondale tipico di Valona, sassi per un ventina di metri, poi, quando si raggiunge una profondi ta di quattro o cinque metri, inizia il fondale di sabbia con banchi di alghe nere e marroni a foglie verticali. Qua e là alghe verdi lattiginose. Pesci: saraghi orate, granchi, ricci. Jonufra, dove la costa scende a due chilometri. Da Zhiron, con l'hotel omonimo, comincia subito il fondale di sabbia, il mare è meno profondo e ci vogliono venti metri per arrivare a una profondità di tre o quattro metri. Poca vegetazione. Pesci: sogliole, granchi, cefali, meduse, dopo le mareggiate. Rhadima, dove la costa è bassa, nella parte interna della baia, alh cui estremità interna si trova Orikum. Il fondale procede per gra;li e permette una buona osservazione. Orikum, dove ci sono le antiche costruzioni sommerse, coperte di alghe. Bisogna fare grande attenzione per identificarle. Penisola di Karaburun, costa interna. Ci sono molte cale in successione e punti rocciosi. I fondali diversi, con rocce sottomarine, s mo vivaci nei colori. Il mare è generalmente calmo. Bisogna prendere una barca o un gommone e andare a cercare un posto dove tuffarsi. Attenzione ai ricci, molto numerosi. Attenzione ancora maggiore ad eventuali pescatori di frodo con dinamite. Non ci sono pericoli particolari, ma è più prudente che sulla barca o sulla spiaggetta rimanga qualcuno, per allontanare eventuali incontri poco ortodossi. Il pericolo è poco frequente. Costa esterna di Karaburun, comprendente numerose grotte incastonate in spiagge minime. Tra le altre, da non perdere, la grotta di Gramma, di cui non si dirà mai abbastanza, e la grotta di Haxhi Ali.. Spiaggia di Palas. La prima spiaggia di Dhermì, sulla strada proveniente da Llogorà. Lunga e ampia spiaggia con acqua color smeraldo, tipica di tutta la costa ionica, spia di un fondale ricco di vegetazione. Spiaggia di Dhermì. Si può praticare snorkeling anche sotto gli alberghi e in particolare nella zona dell'Hotel Dhermì. È consigliabile spostarsi alla fine della spiaggia, dalla parte del promontorio in direzione sud, verso fondali rocciosi e ricchezza di fauna. Gjipea. Una spiaggia molto esclusiva, che si raggiunge prendendo da Dherrnì la strada per l'antico convento ortodosso diroccato e deviando per un sentiero. C'è un cartello e un campeggio dietro la spiaggia. Un torrente si getta in mare sulla riva. Jal. Una spiaggia molto grande. Per arrivarci bisogna deviare, Venendo da Dhermì, prima di incontrare Himara. La deviazione è segnalata da un cartello, ma soprattutto da un deposito di acqua semivuoto. Si può entrare in mare nella spiaggia grande e costeggiare le lunghe pareti rocciose della baia. Oppure osservare, all'arrivo, una caletta molto piccola, a poche decine di metri sopra la spiaggia. Forse il posto migliore. Livad. Situata poco prima di Himara. Spiaggia molto esclusiva, quasi sempre deserta. Si consiglia di raggiungerla con un gommone, da Himara (prezzo 400 Leke a persona, circa). Himara. Le spiagge del paese sono incastonate fra due promontori. Le immersioni nella zona sono spettacolari. Il promontorio nord ospita la banchina per i pescherecci, il traghetto da Corfù e altre barche.

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Il Castello di Ali Pascià. Una doppia baia incantevole, con il castello sulla cima del promontorio, di fronte a Porto Palermo. Ci sono molti ricci. La striscia di terra che porta al castello può funzionare come punto di immersione. Il lato nord ha acque fredde per la presenza di una sorgente sottomarina. Il lato sud è formato da lastroni di roccia. Alla fine della baia c'è un promontorio molto bello che può essere raggiunto via mare. Qeparò. Spiaggia assolata. Prende il nome dal villaggio sulla collina. Le immersioni sono possibili direttamente dalla spiaggia. Borsh. Una spiaggia grandissima e quasi una fotocopia di quella di Palasa. Acque calde per la maggior parte dell'anno. Fondali di sabbia e probabilmente vegetazione simile a quella di Qeparò. Lukova. Spiaggia molto ampia. Nelle colline a ridosso del mare terrazzi di agrumi e ulivetti costruiti negli anni '70 del secolo scorso. Interessante la successione di spiagge di sabbia e di quelle rocciose. Krorez. Una delle più belle spiagge dove si può arrivare facilmente via mare dalla città di Saranda. Infatti, durante l'estate il posto è mèta molto frequentata dai turisti. La strada di Butrinto. Lungo la strada Saranda-Butrinto il paesaggio costiero è diverso dalla riviera jonica: basse colline coperte di agrumi e ulivi scendono gradualmente sul mare da una parte, e sulla laguna dall'altra offrendo due paesaggi diversi in uno spazio limitato: acque limpide color smeraldo, agrumi, ulivi e fiori a destra, palude, falaschi, cespugli e acque melmose a sinistra.

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9. Viaggiando nella regione di Valona

Vjosa Il fiume segna il confine fra la regione di Valona e quella di Fier. Nasce dalle montagne del nord della Grecia, attraversa zone montuose per poi scendere verso il mare con un vasto delta. Passato il ponte di Mifol si entra nella regione di Valona, che si estende fino al confine con la Grecia e comprende tre distretti, Valona, Saranda e Delvina, affini geograficamente, per tradizioni culturali e storiche. Il fiume di Vjosa segna il confine nord della regione e comprende la zona di Novosele e i suoi dintorni, la riserva di Pishe-Poro, la la ;una di Narta e l'isola di Zvernec, poi la zona della città di Valona fino a Orikum e una parte dei villaggi all'interno del distretto di Valona, chiamata anche zona del fiume di Valona. Novosele e Pishe-Poro Caratterizzata da ampie spiagge di sabbia, movimentata da suggestive dune. La mancanza di strutture ricettive e una diffusa sfiducia degli abitanti della zona circa le potenzialità del turismo sono le cause principali dello scarso afflusso turistico. Novosele è un villaggio che risale alla fine del XIV sec. Ha avuto il suo maggior sviluppo dopo gli anni '50 del secolo scorso, c m la creazione della cooperativa agricola dell'epoca. La cittadina negli ultimi dieci anni ha modificato il suo assetto urbanistico e, c mseguentemente a ciò, è cambiato il modo di vivere degli abitanti. Nel villaggio c'è un allevamento di rane, richiestissime dai migliori ristoranti di Tirana, ma anche all'estero.

Come arrivare. La zona è di facile accesso, trovandosi lungo la strada nazionale Fier-Valona, sostanzialmente unica via di collegamento tra Valona e l'Albania centrale e settentrionale. Appena lasciato il centro abitato, il paesaggio migliora alla vista della laguna di Narta e dell'isola di Zvernec. Cosa vedere. Si può godere delle ampie spiagge di sabbia bianca, poco affollate anche durante la stagione estiva. Per gli appassionati di caccia segnaliamo la Riserva di Pishe-Poro dove vive l'anatra grigia, tipica di questa zona e della vicina laguna di Narta. Dove dormire e mangiare. Pochissime le strutture ricettive situa{e fuori dalla città di Valona. Per chi voglia assaggiare le anguille e il pesce della laguna segnaliamo alcuni piccoli ristioranti a conduzione familiare lungo la strada per Valona e nel villaggio di Narta. Il pasto può essere accompagnato da un buon vino rosso locale, tradizionalmente riconosciuto come uno dei migliori prodotti della zona, corposo e robusto. Eccezionale la qualità della verdura, tutta biologica e freschissima. Buono l'olio d'oliva, prodotto artigianalmente e non raffinato. Narta e l'isola di Zvernec Sono due località vicinissime a Valona e attigue fra loro. La laguna di Narta rende umido il territorio della regione di Valona e delle città di Orikum e Butrinto. Le ampie spiagge di sabbia e la vegetazione tipica delle aree paludose caratterizzano questo litorale di basso profilo. L'isola di Zvernec si trova nella laguna di Narta. È una piccola isola sempre verde con un monastero del XIV sec. Il monastero non è solo importante da un punto di vista storico-artistico, ma anche mèta di un pellegrinaggio ogni 15 agosto. Gli abitanti del villaggio di Narta provengono da un villaggio greco che ha lo stesso nome. Gente laboriosa e vitale, sono stati duramente perseguitati durante il comunismo per il loro sentimento religioso e antiregime. Questo spiega il massiccio fenomeno di emigrazione che si è verificato in questa zona verso la Grecia, dal 1990. Caratteristiche le case con i sofa (una pietra grande posizionata all'entrata), dove gli anziani passano le giornate. Le attività principali dei nartioti sono la pesca, la viticoltura e la produzione del vino. Al centro del villaggio si trova la chiesa e la torre dell'orologio. Nei giorni della Pasqua ortodossa, in uri atmosfera di festa generale, si festeggia anche il carnevale. Come arrivare. Situate ad ovest della cittadina, possono considerarsi frazioni del Comune di Valona. Le strade che collegano i due villaggi con la città sono alquanto dissestate; si raccomanda perciò la massima prudenza nella guida e auto adatte a percorsi sterrati.

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La laguna di Narta Si trova nell'estremo sud dell'Adriatico, a nord del golfo di Valona. Originariamente era anch'essa un golfo. Col tempo i sedimenti portati dal fiume Vjosa lo hanno tagliato fuori dal mare. Ha una superficie di 45 km quadrati, un terzo della quale, a nord, è usata per l'estrazione del sale; è collegata al mare da due Piccoli canali. La costa, di basso profilo a nord, confina a sud con il villaggio di Narta e con le colline di Zvernec. La concentrazione del sale nelle acque della laguna è piuttosto alta (28/1000 in inverno e 75/1000 in estate). La temperatura media in inverno scende fino a 5'C, per rag giungere, d'estate, i 29'C circa. La quantità di ossigeno nell'acqua è di 5-10 mg/1. Nella laguna svolgono la loro attività i pescatori che vivono nel villaggio di Narta, i prodotti ittici vengono venduti lungo la strada nazionale insieme all'olio e al vino prodotti artigianalmente. Anche se poco igienico, il pesce, pulito e ben cotto, non comporta rischi per la salute. Bellissimi i tramonti estivi e autunnali sulla laguna e sull'isola di Zvernec. L'isola di Zvernec e la chiesa del monastero Il monumento principe dell'isola di Zvernec è certamente la Chiesa di Santa Maria, annessa al monastero, del XIII sec. È situata al centro dell'isola, circondata da alberi sempreverdi. È il monumento di maggior richiamo di questa zona, principale luogo di culto anche durante gli anni bui della repressione religiosa. Oggi vi si celebrano cerimonie religiose cristiano ortodosse e vi si festeggia, ogni 15 di agosto, la nascita della Vergine Maria. Gli abitanti della zona e della regione di Valona vi arrivano in pellegrinaggio la sera del 14 e trascorrono la notte davanti alla chiesa. La sera si accendono fuochi, si canta e si balla fino a tardi. Si mangiano cibi preparati dalle famiglie o dai gruppi arrivati. Il piatto tipico di questa festa è l'oca arrosto. Il giorno successivo, nell'isola, arriva anche gente appartenente ad altri credi religiosi. Cosa fare. Oltre alla visita dell'isola e del monastero, magari in occasione della festa del 15 agosto o del carnevale di Narta, contemporaneo alla Pasqua ortodossa, coloro che vogliano passare uno o più giorni al mare possono scegliere tra le numerose spiagge della zona; le migliori sono quelle del Triporto e di Nuovo Porto, ampie ma piuttosto sporche e ancora del tutto prive di strutture balneari d'accoglienza, se si escludono i pochi fast-food ambulanti che vendono hamburger e suflaki accompagnati da raki e bibite calde, solo durante la stagione turistica. Le acque del mare sono generalmente pulite. Valona e il Lungomare. Cenni storici La città e la sua identità. Al fascino che suscita la vista della città che si affaccia sul mare, raccolta in un'ampia baia fortificata e protetta a nord dalle colline, fa da contraltare la carenza di servizi e il degrado dei suoi monumenti architettonici. I valonesi vivono alla giornata, svolgendo attività commerciali improvvisate; l'offerta turistica, anemica e insufficiente, è costantemente minacciata dall'onnipresente corruzione, e dalla massiccia emigrazione degli abitanti, in cerca di fortuna all'estero. La vita sociale e culturale della città si inquadra in questo contesto: opaca e scolorita, non riesce ad animare le giornate e le serate di Valona. Comunque, qualcosa da fare si trova sempre, lasciando da parte la forma e calandosi nello "spirito" valonese. I tre musei della città conservano il patrimonio storico di tutto il distretto, cominciando dai reperti archeologici dei numerosi siti presenti sul territorio, fino alle testimonianze degli eventi più recenti. Concerti e manifestazioni vengono proposte senza alcuna programinazione, il teatro offre pochi spettacoli e rare sono le esposizioni d'arte, mentre la squadra cittadina di calcio tenta di onorare la gloria del passato. Quasi tutti i valonesi ascoltano le "rock-rap-hiphop radio", guardano telenovelas e film hollywoodiani, chiacchierano per lunghe ore nei bar e nei caffè del corso principale, leggono giornali, d'estate vanno al mare. Il turista può godere di un clima soleggiato e caldo da maggio a settembre. Appena fuori città ci sono

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piccole e bellissime spiagge; numerosi ristoranti e alberghi cercano di mettersi al passo con le richieste del mercato turistico. I turisti sportivi possono praticare il nuoto, il trekking o fare immersioni, si possono fare escursioni e passeggiate oppure gite in barca nella baia e fuori, per visitare le grotte marine della costa e dell'interno. Il patrimonio storico-artistico della zona è poco conosciuto ma molto interessante. Il turista può visitare, fra l'altro, anche i luoghisimbolo del regime comunista, come l'ex zona industriale, fatiscen-te, le abitazioni dei membri della Politburo e le ex basi militari del distretto. La città si estende su un territorio pianeggiante, che in certi punti scende sotto il livello del mare. Il suo aspetto urbanistico è piuttosto disordinato e senza un'impronta caratteristica. Tuttavia, le risorse e le potenzialità naturali e turistiche di Valona e dei suoi dintorni sono considerevoli: terre fertili e pascoli alpini caratterizzano il paesaggio, una flora e una fauna ricca popolano la zona, risorse idriche e una varietà di climi e microclimi arricchiscono il territorio. A ciò si aggiunge il patrimonio artistico della città, fulcro della vita del paese nell'ultimo secolo. Insieme a Fier, Valona è il centro più grande del sud del paese e uno dei più sviluppati dell'Albania. Come arrivare. Valona è facilmente raggiungibile dall'estero come da altri centri del paese. È collegata via mare con l'Italia dalla linea Brindisi-Valona. Le compagnie che operano sono la "Skanderbeg Lines" col traghetto Skanderbeg , l’-“Italian Ferries” col catamarano Santa Eleonora, la "Prosperity Navigation" col Gabrielle. Gli orari di partenza sono i seguenti: partenza da Brindisi alle ore 23:00 ed arrivo a Valona alle ore 8:00. Per il ritorno, partenza da Valona alle ore 11:00 ed arrivo a Brindisi alle ore 20:00. Il viaggio in traghetto dura circa sette ore, mentre il catamarano impiega due ore e mezza, ma viaggia solo col bel tempo. Gli orari sono soggetti a continui cambiamenti in base alle disposizioni delle autorità portuali. Prima dello sbarco è obbligatorio il pagamento di una tassa di importo variabile: 2 euro per i bambini dai 2 ai 12 anni; 5 euro per gli adulti. Per le auto fino a 3 t sono richiesti 4 euro, oltre le 3 t la tassa è di 9 euro. Il prezzo del biglietto va dai 26 euro per i cittadini albanesi (la metà per i bambini fino ai 12 anni) ai

42 euro per gli stranieri. L'imbarco della macchina costa 45 euro per gli albanesi e 50 euro per gli stra-nieri. La città è collegata via terra con la Grecia (passando per Gjirokstra) e con le principali città

dell'Albania. Il viaggio da Tirana dura circa tre ore, la strada è in buone condizioni. Lo stesso dicasi per la città di Durazzo. Il trasporto può essere effettuato sia con mezzi propri, sia con gli autobus della linea Tirana-Valona, con partenza dal piazzale di fronte allo stadio "Dinamo" a Tirana; oppure con i minibus. Lasciata Tirana la strada attraversa una zona rurale. Dopo circa 30 km si unisce a quella che esce dalla città di Durazzo, attraversa Plepa, per proseguire verso sud, lungo l'Albania "fertile" delle terre basse del distretto di Kavaja e della pianura di Myzeqeé, un tempo florido granaio del paese, che oggi soffre di una crisi non solo economica. Informazioni pratiche Trasporti e comunicazioni. La città si trova fuori dalle principali arterie stradali dell'Albania; infatti si passa per Valona solo per andare a Saranda, percorrendo la Riviera albanese. Diversi progetti prevedono il potenziamento della rete stradale. A breve la città verrà collegata con l'ottavo corridoio, la strada che conduce alla Macedonia, alla Bulgaria e arriva fino in Turchia. Il porto le permette il collegamento col sud Italia e le assicura una posizione chiave nei collegamenti coi Balcani. Lo stato attuale delle strade è precario. Esistono solo un paio di strade in buono stato, sulle quali, comunque, la manutenzione è scarsa e la segnaletica inesistente. In periferia le strade non sono asfaltate. I trasporti pubblici sono molto carenti. Quattro corse collegano il centro con la periferia, con partenze ogni trenta minuti, d'estate le corse sono più numerose, specialmente quelle che vanno verso il lungomare. I pullman sostano nel piazzale di fronte alla moschea. Il collegamento coi villaggi dell'interno è assicurato dai minibus (7-10 posti), che sostano davanti il Municipio. Il prezzo del biglietto varia in

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base ai chilometri, ma non supera mai i 100 leke. Il trasporto interurbano è assicurato dagli autobus, che partono dal piazzale vicino alla moschea. Valona è collegata con Tirana, Saranda, Gjirokastra, Korca e Berat. Se per un viaggio in autobus fino a Tirana si pagano 300 leke, col minibus ne occorrono 500. A Valona ci sono tre stazioni dei taxi: in centro, vicino al posto dei cambiasoldi, nel piazzale dei pullman e di fronte all'entrata del porto. Il prezzo generalmente è sui 90 leke/km (circa 0,7 euro/km). Le agenzie di autonoleggio non esistono; per affittare una macchina occorre conoscere la gente del luogo. L'auto si affitta insieme all'autista, che di solito è il proprietario della vettura.

Telefono e internet Il servizio di telefonia pubblica è carente a Valona; in città ci sono solo dieci cabine telefoniche, situate tutte lungo il corso principale, metà delle quali non funzionano. Gli abitanti si sono ingegnati a trovare soluzioni alternative: accanto ai venditori di banane, giornali e lecca-lecca si può trovare anche un telefono cellulare da utilizzare come un telefono pubblico, soltanto che i soldi non vanno alla Telecom ma al proprietario dell'apparecchio! Le tariffe, sia urbane che interurbane, sono contenute: per una telefonata all'estero di circa 10 minuti si spendono in media 10 euro. Il prefisso di Valona è 033. Se si utilizza il cellulare, qui come in tutto il resto dell'Albania, occorre tener presente che le tariffe sono due o tre volte superiori alla media europea. Le schede di ricarica, generalmente da 1000 leke, si vendono sia in negozi specializzati che in altri posti (basta individuare i logo di Alba Carta e Vodafone esposti nelle vetrine). In città ci sono quattro internet-cafe, tutti lungo il corso principale. Le tariffe sono oneste: per un'ora si pagano circa 1,50 euro e quando non manca la corrente il servizio funziona normalmente. Banche e servizi postali In città ci sono le filiali della Cassa di Risparmio (Banka e Kursimeve) e della Banca Nazionale Commerciale (Banka Kombetare Tregtare), entrambe con capitale misto (statale e privato) e di altre due banche private, American Bank e Tirana Bank. Si prevede l'apertura di altri due filiali di banche private: la Banca Italo-Albanese (gia operanti) e la Fefad Bank. Tutte le banche operanti nella città offrono una vasta gamma di servizi ai cittadini e ai turisti: trasferimento di denaro, pagamenti con travellers checks, apertura di conti correnti, uso di carte di credito (solo l'American Bank e la Tirana Bank) e ogni altra operazione ordinaria. Quasi tutte si trovano lungo il corso CentroSkele, che è anche l'arteria principale della vita finanziaria valonese. Sono aperte dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 18:00. L'ufficio delle Poste è in centro e offre una vasta gamma di servizi sia postali che finanziari: posta celere, servizio di vaglia e di cambio, trasferimento di denaro e apertura di un conto corrente. Le tariffe sono contenute, spedire una lettera all'estero costa soltanto 40 leke; lo stesso vale per il servizio di spedizione pacchi e per la posta celere. I servizi finanziari sono erogati solo dall'ufficio centrale. Se si ha urgenza di cambiare la moneta la soluzione migliore sono i cambiasoldi, che durante il giorno sostano vicino all'ufficio delle poste e hanno tassi di cambio più convenienti rispetto a quelli delle banche.

Sicurezza e servizio sanitario In città, come in tutto il resto del paese, la sicurezza e la tranquillità sono mantenuti ad un livello accettabile. Soprattutto grazie alle rigide misure di sicurezza adottate dal governo contro i traffici illeciti di clandestini. Lodevole anche il lavoro svolto dalla polizia e dalle forze armate. Comunque, se capitasse di trovarsi in situazioni spiacevoli, il numero del pronto intervento della polizia è il 129. Il servizio sanitario è organizzato attraverso una rete di ambulatori sul territorio della città, un Policlinico due ospedali (generale e psichiatrico) e alcune cliniche private sorte negli ultimi anni, specializzate nella diagnosi e nel controllo. Fino agli anni '90 il servizio era gratuito, adesso occorre pagare (sia il ticket che la "mancia"). Per fare un'esempio diciamo che, se fare un'iniezione non costa nulla, l'infermiera che la esegue si aspetta invece una "mancia" di qualche centinaia di leke. Facendo le debite proporzioni si può intuire il costo proibitivo di un intervento chirurgico (anche nelle strutture sanitarie statali, dove il servizio è gratuito). La carenza di adeguate attrezzature sanitarie esalta il lavoro eroico dei medici e del personale ospedaliero, che a volte si

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trova ad operare addiritura senza corrente elettrica. Le farmacie, efficienti e numerose, sono rifornite quasi esclusivamenti di medicinali generici.

Agenzie e servizi turistici Agenzia Colombo: si trova al primo piano dell'Hotel Sazani, lungo il corso principale, organizza viaggi (da e verso l'Albania) e soggiorni. Durante l'estate si organizzano, su prenotazione, gite in barca nella baia di Valona, a Saranda e a Butrinto, con servizio di guida turistica in italiano o in inglese, cibo e bevande. Per le gite più lunghe si richiede un gruppo omogeneo. L'agenzia offre anche il servizio di prenotazione albergo e/o ristorante, con possibilità di rientro il giorno successivo. I prezzi partono dai 1000 Leke per una gita nella baia di Valona, 4000 per Saranda e 5000 per Butrinto; sono previsti sconti per studenti. Tramite l'agenzia è possibile anche noleggiare un'auto, il prezzo dipende dalla destinazione. Tutti i servizi sono illustrati sul sito internet dell'agenzia: www.colomboal.com, dal quale è possibile prenotare on-line. Altre agenzie sono la Hermes (tel. 22220), e-mail: [email protected] e la ATHS. I servizi offerti sono simili a quelli dell'agenzia Colombo

Nella zona del porto ci sono dei chioschi che vendono i biglietti per il traghetto Valona-Brindisi. Biblioteche e librerie L'unica biblioteca pubblica della città si trova sulla strada fra il corso principale e la Transbalcanica. Conserva solo libri in lingua albanese, rari i titoli in lingua straniera. Le librerie sono poche e sfornite. Numerosi i chioschi che vendono prevalentemente giornali. Cosa vedere Il Museo Storico si trova nel centro della città, di fronte al posto dei "cambiasoldi". L'edificio che lo ospita è stato costruito nel 1918 con funzione di municipio. Vi sono conservati molti reperti archeologici dell'intera zona e del distretto di Valona, dall'età del bronzo fino alle testimonianze della storia più recente. Il museo ospita anche un laboratorio fotografico e l'Archivio. Il Museo Etnografico è situato alle spalle di via Justin Godard, in un edificio che nel 1908 fu sede della Fondazione del club patriottico "Laberia", il cui presidente onorario, Ismail Qemali, proclamò l'indipendenza albanese. Nel Museo sono esposti centinaia di oggetti di valore, che testimoniano le varie tecniche della lavorazione del metallo, del legno e una serie di costumi tradizionali della zona. Il Museo dell'Indipendenza si trova vicino al porto, in un edificio del XIX sec. che nel 1913 fu sede del primo Governo albanese. È costituito da otto sale con mobili del XIX sec. Il valore architettonico e storico è notevole; è stato recentemente restaurato. Da visitare il sito archeologico dell'antica città di Aulona, del VI sec. a.C., situato dietro il Monumento dell'Indipendenza, nella Piazza della Bandiera. In centro, all'interno del giardino costruito alle spalle del monumento, si trova la tomba di Ismail Qemali. Sulla collina di fronte alla Piazza della Bandiera c'è il Cimiterio dei Martiri della Seconda Guerra Mondiale dove, il 5 Maggio di ogni anno, ha luogo una commemorazione ufficiale in onore dei caduti. Proseguendo sulla strada verso Skele si arriva alla Moschea di Muradie, costruita da un grande architetto dell'Impero Ottomano di origine albanese nel XVI sec., durante il soggiorno di Solimano il Magnifico nella città. La struttura architettonica della moschea è dominata da linee rette e dall'alternarsi della pietra ai mattoni rossi, con motivi decorativi di gran moda negli anni '20 del Novecento. Sempre verso Skele, nella zona vicino allo stadio di calcio, si trovavano i resti di una fortezza ottomana del XVI sec.

Cosa fare

Durante l'estate Valona è movimentata e vivace e offre diverse possibilità di svago. Ci sono i bar, luoghi simbolo del passatempo dei valonesi. Il Palma, aperto 24 ore su 24, si trova di fronte al teatro; il Brothers Begaj, anch'esso di fronte al teatro, il Dy Palmat, lungo il corso, di fronte al Tozo Hotel,

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e l'Internet Cam, vicino allo stadio; poi c'è Pavaresia di fronte all'Università, e altri ancora nella zona del Porto. Le passeggiate lungo il corso principale e sul lungomare sono un'alternativa valida ai bar. Di solito si passeggia appena prima del tramonto fino a tarda sera, quando la città si rianima dopo una gior-nata al mare. Per coloro che desiderano diverstirsi "alla valonese" ci sono le scommesse sportive, i videopoker, i videogiochi, le sale del bingo, la tombola e, naturalmente, il biliardo. La vita notturna a Valona non offre granché: tre sono i pub più frequentati: il Vice Versa, vicino alla discoteca My Heart, l'Alpine pub, sotto la collina di Kuzum Babà e quello all'interno del Centro Commerciale "Riviera"; in alternativa tre piccole discoteche: My Heart, di fronte all'entrata della vecchia fabbrica del riso, sulla destra del corso principale, Delfini, a fianco del palazzo dello sport e Diplomati, vicino all'albergo omonimo, sulla collina. Un altro posto dove divertirsi è il disco-pub "Shpella", sempre aperto, scavato dentro la roccia sulla quale si trova l'ex Casa di Riposo. All'interno c'è anche il ristorante. Per lo shopping c'è il nuovo Centro Commerciale "Riviera", a Skele, una costruzione moderna con molti negozi all'interno. Lungo il corso si trovano piccoli negozi di souvenir e diverse boutiques, che vendono prodotti di artigianato locale e capi d'abbigliamento importati dall'Italia e dalla Grecia.

Dove dormire Hotel "Tozo" (tel. 3323819). Lungo la strada principale della città, si riconosce per la fontana di fronte l'entrata. Ha 36 posti letto. La qualità del servizio è di buon livello e si può pernottare per 2000 leke a persona. Il ristorante al pianterreno ha un'impronta italiana. Hotel "Martini" (tel. 3324017). Si trova vicino al parco della città; recentemente ricostruito, dista dalla strada principale solo 10 mt. Oltre alla cucina di buon livello, si può assaggiare un'ottima birra, prodotta dallo stesso proprietario dell'albergo. Con una capienza di 16 posti letto offre servizio in camera, Tv, bar, parcheggio. Il prezzo per una persona è di 2000 leke /notte. Hotel "Vlora International" (tel. 3324408). Con i suoi 120 posti letto e sicuramente il più grande della città, ma anche il più costoso (40 dollari/notte). Si trova vicino al porto, ottimo per gli stranieri che entrano a Valona con i traghetti provenienti da Brindisi. Ha ambienti moderni e comodi, al suo interno l'American Bank e una sala conferenze. A sud della città il lungomare di Valona presenta un primo tratto pianeggiate con un'ampia spiaggia e colline molto scoscese alle spalle. Hotel "Versilia" (tel. 3324853). È una costruzione interamente in legno e si trova lungo la strada che porta nella zona sud della città. Offre servizio in camera, Tv, telefono, bar-ristorante e parcheggio. Si può pernottare per 2000 leke/notte. La maggior parte delle camere sono con vista mare, che dista solo 50 mt. Hotel "Primavera" (tel. 29664). Vicino all'Accademia della Marina. Facilmente raggiungibile offre ambienti comodi, servizio in camera, aria condizionata, Tv e un bar-ristorante. Ha 30 posti letto. Durante la stagione turistica (1-20 agosto) è consigliata la prenotazione. Il prezzo, di 2000 leke/persona, può variare leggermente durante questo periodo. Hotel "Onorato" (tel. 3324479). Vicinissimo all'Hotel "Primavera", ha stanze con angolo cottura, aria condizionata, telefono e Tv. È una costruzione in legno e dista dal mare 70 mt. Il prezzo è di 2000 lake /notte a persona. Hotel "Flamingo" (tel. 33293922). Una costruzione in legno su uri unico piano. Durante l'estate organizza gite in barca nella baia di Valona. Con 25 posti letto, si può pernottare per 2000 leke /notte. Nel ristorante è possibile assaggiare cucina italiana e albanese. Si trova lungo la strada Skele-Uji i Ftohte, a 70 mt dal mare. C'è anche un campo da basket. Curioso il forno a legno; un tempo utilizzato come bunker. Hotel "Delfini" (tel. 3329176). È una costruzione recente, di colore azzurro. Ha 24 camere matrimoniali con aria condizionata, minibar telefono e Tv. Si può pernottare per 4000 leke /notte a camera. Ristorante con cucina italiana e nazionale. D'estate mette a disposizione anche ombrelloni e

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sedie a sdraio. Hotel "Europa". Si trova sulla collina sovrastante la località Uji i Ftohte. Dispone di 8 camere singole e 4 doppie. Offre aria condizionata, parcheggio, telefono, Tv, servizio in camera, bar e ristorante. Il costo è di 2000 leke /notte a persona. Ambienti comodi e moderni, dista dal mare 250 mt. Hotel "Kampi i pushimit" (cell. 0682263799). Situato sopra la collina di Uji i Ftohte, con una bellissima vista sul mare, durante la dittatura comunista veniva utilizzato come casa di riposo per gli operai; anche per questo i prezzi sono particolarmente contenuti (1000 leke/notte). Offre parcheggio, Wc, doccia, Tv, bar-ristorante e acqua durante tutto il giorno. Ha 44 posti letto. Hotel "Diplomati" (tel. 3322958). Con 20 posti letto, è situato anch'esso sulla collina di Uji i Ftohte. Le camere hanno una splendida vista sul mare. Servizio di bar-ristorante e pizzeria. Ambienti sportivi e discoteca. Il prezzo per una notte è di 1000 leke. Per arrivare al mare, che in linea d'aria dista solo 70 mt, occorre scendere la collina per circa 1 km. Hotel "Besa" (tel. 3329654). Si trova sulla collina di Uji i Ftohte con camere che danno sul mare. Offre parcheggio, bar-ristorante, Tv, ambienti verdi, una piscina e la sala biliardo. È raggiungibile in macchina e dista dalla strada 100 mt. Il prezzo è di 2000 leke /notte (a persona). Hotel "New York" (tel. 3324648 / 3324649). Costruito di fronte al mare, la maggior parte delle camere danno sulla baia. Offre parcheggio, aria condizionata, bar-ristorante, Tv, telefono, servizio in camera e una sala conferenze. Il prezzo è di 30 dollari (4200 leke) /notte. Dove mangiare in città Ristorante "Pavaresia" (tel. 3329318). Si trova nel piazzale omonimo, di fronte all'Università, vicino al porto. Recentemente rimodernato. La sala ristorante si trova al piano inferiore, al primo piano un bar attrezzatissimo. I piatti sono a base di pesce e ispirati alla cucina italiana. I prezzi variano da 300 a 600 leke per ogni portata. In entrainbi gli ambienti c'è l'aria condizionata. Ristorante Pizzeria "Kuzum Baba". Si trova sulla collina sovrastante la città, con vista panoramica. Ha una sala ristorante, una pizzeria e , in bar all'aperto. Cucina tipica albanese e diversi piatti di cucina i taliana. Molto frequentato durante la stagione estiva, vale la pena di consumarvi un pasto per godere del panorama. Ristorante "Holiday". Situato in centro, ha una sala con circa 30 coperti e un giardino esterno. Offre specialità tradizionali albanesi e un servizio accettabile. Utile a quanti non vogliano spostarsi dal centro della città.

Dove mangiare sul Lungomare Ristorante "Deljano" (cell. 0692295786). Si trova a Skele. Alterna la cucina albanese con quella italiana e greca. È facilmente raggiungibile e dista dal mare solo 70 mt. Prezzi medi. Ristorante "Arpet" (tel. 3329067). Si trova a Skele e serve piatti a base di pesce e primi piatti italiani. Il servizio è ottimo, la cucina altrettanto. Aria condizionata e ampio parcheggio. Per un pasto il prezzo medio è di 2000 leke. Ristorante "Kobolira" (tel. 3323162). Si trova lungo il litorale della città, vicino all'Accademia della Marina. Cucina albanese e italiana. Servizio buono. Aria condizionata, parcheggio e ambienti verdi. Si trova a 60 mt dal mare. Ristorante "Da Michele". Si trova lungo il litorale della città. È uno dei migliori ristoranti di pesce (se non il migliore), con un'ottimo rapporto qualità/prezzo. Oltre ad alcuni vini italiani, si può gustare u vino della casa. Da assaggiare la triglia di Tri porto. Per un pasto completo si spendono in media 2000 leke.

Itinerari e gite Kuzum Babà. È il nome della collina che domina la città, con una vista che va dall'estremo nord della laguna di Narta fino al tunnel di Uji i Ftohte. Si chiama così perché in cima alla collina è stata costruita una tyrbe (tomba e luogo di preghiera della setta dei bektashì) in memoria e onore di Babà Kasem (religioso di questa setta). Vi si arriva sia in auto che a piedi. Con l'auto occorre seguire la strada che porta all'ex cementificio, nella parte est della città. La strada è molto danneggiata. Se si vuol andare a piedi si deve salire la scalinata che inizia dalla stazione dei pullman interurbani. Si arriva in

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cima in circa 20 minuti (e salendo 250 gradini). D'estate la vista è stupenda: si ha l'impressione di tenere tutta la città sul palmo della mano. Straordinari i tramonti, col sole che scende sul mare, un po' meno nelle sere in cui manca la corrente elettrica e la città è immersa nel buio. Il corso principale. È il luogo più rappresentativo della città, infatti quasi tutta l'attività dei valonesi si svolge lungo il corso, dalla Piazza della Bandiera (Sheshi i Flamurit) fino al Porto. Su entrambi i lati della strada si vedono i palazzi dell'epoca socialista, recentemente ridipinti, i cui primi piani sono stati trasformati in negozi, bar, ristoranti, caffè, uffici e quant'altro. La "vita" lungo il corso è particolarmente vivace durante le serate estive, con la gente che passeggia, i bar pieni di persone e le macchine di grossa cilindrata che sfrecciano veloci. Nell'ultima parte della strada, dopo Kali i Trojes, le costruzioni più recenti contrastano con gli edifici del periodo comunista.

Le colline di Uji i Ftohté. Una serie di alture situate a ridosso del Lungomare dominate dal monte di Shashica. Sono luoghi piacevoli dove passeggiare dopo una giornata di mare. Ideali per coloro che praticano il trekking. Vi si trovano diversi alberghi, tutti con una splendida vista sulla baia di Valona; sebbene l'ambiente sia stato degradato da disboscamenti selvaggi e discariche abusive, il verde resiste ancora.

Le tracce del periodo socialista: l'ex zona industriale e il porto peschereccio Ormai distrutte e abbandonate sono una delle ferite ancora aperte per Valona. Durante gli anni del socialismo erano l'orgoglio della città e dell'intero paese: la fabbrica chimica, la fabbrica delle lampa-dine elettriche e l'officina meccanica davano prodotti di prima qualità e assicuravano occupazione ad un gran numero di operai. Si trova nella parte ovest della città, lungo la strada che porta a

Zvernec, in mezzo ad una pineta, anch'essa oggi irrimediabilmente danneggiata dalle costruzioni abusive, che ospitavano i clandestini in partenza per le coste italiane. Proseguendo verso ovest, dopo circa dieci minuti si arriva alla zona del porto nuovo, quello che avrebbe dovuto essere il più grande dei Balcani. Oggi è uno spettacolo penoso: pescherecci arrugginiti e abbandonati, cappanoni distrutti e sporcizia ovunque, in stridente contrasto con una natura ancora rigogliosa un mare limpidissimo.

Shtepia-e-Pushimit. È una delle rare case di riposo costruite in un posto turistico dal governo comunista per le vacanze programma te degli operai che lavoravano tutto l'anno e che venivano selezionati dai capi delle fabbriche, sulla base del loro rendimento produttivo. Erano anche le mète preferite dalle giovani coppie per la loro luna di miele. Quella di Valona è una delle migliori; situata su una coi lina sopra il mare, funziona ancor'oggi come albergo, con lo stesso nome e con prezzi molto modesti.

Arte e folclore. Sebbene Laberia non sia mai stata una regione ricca economicamente, i suoi abitanti hanno saputo dare il meglio n-21l'arte e nel folclore: gli abiti, essenziali ma accurati nelle finiture, l'arredo semplice delle loro case, prodotto artigianalmente, i balli e il sublime incanto del canto polifonico, "folgore tra le montagne", per dirla con un verso ricorrente nelle loro canzoni, manifestane, lo spirito poetico dei lab. I dintorni della città Kanina e il Forte. È un villaggio del distretto di Valona e si trova nella parte settentrionale del monte di Lungara, a ridosso della città. a circa un'ora dalla parte sudest. È situato su una collina dalla quale si scorge un paesaggio bellissimo, dall'Adriatico alla valle di Vjose, fino alla pianura di Myzeqe. Il forte di Kanina si trova proprio su questa collina di 395 mt e occupa una superfice di 3625 ettari. Gli scavi archeologici effettuati negli anni 1971-1977 mostrano che la zona era abitata sin dalla prima metà del I secolo a.C. Nel IV sec a.C. venne fortificata con un quadrato di mura, al cui interno si trova una fortezza con 18 torri. Dentro la fortezza sono state scoperti resti di abitazioni, strade di pietra e depositi d'acqua. Dopo la caduta di Apollonia e la crescita demografica di Valona, la fortezza è stata rafforzata e la cittadina medievale, costruita attorno ad essa, si è

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sviluppata. Assieme al forte di Orico, Kanina formava un ottimo sistema di difesa e di controllo sulle vie che portavano all'interno della valle di Shushica e di Vjosa. Il nome di Kanina lo si incontra per la prima volta nel XI sec, quando, a causa della sua posizione strategica, fu coinvolta in diversi eventi bellici. Passò dal dominio bizantino a quello normanno, poi dal Dispotato dell'Epiro agli Hohenschtauff tedeschi, agli Angiò, fino a Krajl Dushan. Dopo il matrimonio del Balsha Il con la principessa del Dispotato di Valona la città venne consegnata al principato dei Balshaj. Nel 1417 Kanina fu occupata dai Turchi. Durante questo lasso di tempo fece parte del sangiaccato di Albania. Nel 1460, seppure per poco tempo, fu liberata dai patrioti himarioti. Dal XII sec. è sede di un importante vescovato, al quale l'imperatore bizantino Andronico II concesse proprietà e privilegi consistenti. Dal XV sec. in avanti Kanina è nominata nei documenti assieme a Valona: probabilmente essa continuava ad essere un centro amministrativo, mentre Valona si distingueva come porto e centro commerciale. Fra le personalità storiche della città si possono ricordare: la principessa di Kanina (Rugjina dei Balshaj), Donika Kastrioti (figlia del principe Gjergj Araniti e moglie dell'eroe nazionale Skanderbeg) e Ismail Qemali, figura di spicco dell'indipendenza ed primo capo del governo albanese. Nel villaggio è possibile ammirare lo stile caratteristico delle case e si possono gustare i prodotti tipici della zona come l'olio di oliva, il miele, i fichi, l'uva e le mandorle. A Kanina vi sono 300 case divise in tre quartieri e una popolazione di circa 5000 abitanti. I kaninioti sono particolarmente ospitali. Le loro attività principali sono l'agricoltura e la pastorizia. I valori folcloristici si tramandano attraverso il canto polifonico e gli abiti tradizionali. Il villaggio, con la fortezza, la sua particolare architettura, con la bellissima piazza all'interno della fortezza e le sue radicate e vive tradizione, è un luogo di sicuro interesse per i turisti e di elevato prestigio culturale. La costa di Valona: dal tunnel sul lungomare a Radhime e Orikum È una zona di costa rocciosa e frammentata chiusa fra il mare, a destra e le colline, a sinistra, un tempo coperte da agrumeti e ulivi oggi distrutti dalle costruzioni abusive della gente arrivata dai villaggi limitrofi e da altre regioni del paese. Vi si trovano le ex ville dei membri del Politburo comunista, come quella di Enver Hoxha, una costruzione moderna a picco sul mare. Appena passate le ville, la strada prosegue con una ripida discesa verso un luogo chiamato Kalaja, una roccia di circa 30 metri a picco sul mare con una spiaggetta di ghiaia ai piedi. Prima di arrivare a Kalaja, su un promontorio, si incontra un reparto militare e un faro che serviva per orientare le navi dentro la baia di Valona. Per l'intero percorso si gode di un paesaggio unico e attraente: piccole spiagge strette fra le rocce, da un lato, e colline dall'altro. Bellissima e molto frequentata la spiaggia di Zhiron che, con l'albergo a cinque metri dal mare, è un posto incantevole. La costa si abbassa gradualmente verso una località chiamata Pika e Pare, con un'ampia spiaggia di sabbia, affollatissima durante l'estate. Radhime, un villaggio del distretto di Valona, dista soltanto cinque minuti di macchina da Pika e Pare, nella parte occidentale del mon te di Lungara. Conosciuta come antico nucleo abitativo fin dal III sec. a.C., oggi sì distingue per la produzione di un'ottimo vino, per gli allevamenti di suini e per la lavorazione della lana. Proseguendo, la strada scende al livello del mare e costeggia nurnerose spiagge di sabbia, mète preferite dei numerosi turisti. L'ultima fermata è la cittadina di Orikum, con edifici degli anni `50 in stile sovietico costruiti per gli ufficiali e i marinai dell'Armata Rossa, che stanziavano nella vicina base militare. Come arrivare. Tutte le località si trovano lungo la strada nazionale che collega Valona a Saranda. Per i turisti sprovvisti di auto, il servizio di pullman e minibus, che partono dal centro della città di Valona, è molto efficiente. Per 50 leke e con solo mezz'ora di viaggio si raggiunge Orikum. Le corse iniziano dalle sette del mattino. Da vedere. Una visita alle ville degli ex capi comunisti, permette di farsi un'idea sulle incongruenze del regime e sull'abissale disparità economica che esisteva fra il popolo e le alte gerarchie del potere. Più turistiche sono le spiaggette disseminate lungo la costa, strette fra le rocce e le colline. Di un certo fascino ciò che rimane delle piantagioni di agrumi. Dove dormire

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Hotel "Kalaja" (cell. 0682228289). Si trova sulla scogliera di Kalaja (la fortezza), appena fuori Valona. Ha 6 camere doppie con vista mare, parcheggio, Tv, bar-ristorante, piscina e una sala biliardo. Dista dalla strada solo 10 mt. Cucina nazionale ed italiana. Il prezzo per una camera è di 2500 leke/notte durante la stagione turistica. Hotel "Nimfa" (cell. 0692297988). Si trova sulla bellissima spiaggia di Zhiron, a 15 minuti dalla città. Ha 5 camere doppie e 8 singole. Offre parcheggio, aria condizionata, bar-ristorante e Tv. Il prezzo per una camera è di 3500 leke, prima colazione inclusa. Durante la stagione turistica il prezzo può salire a 4000 leke. Hotel "Jonufea" (cell. 0682372083). Si trova nella località di Jonufer, precisamente a Pika e Pare. Ha 11 camere doppie e 1 singola. Offre parcheggio, bar-ristorante, aria condizionata, Tv e ambienti verdi. Dista soltanto 25 mt dal mare. Cucina del posto e italiana. Il prezzo per una camera è di 2500 leke/notte prima colazione inclusa. Hotel "Elia" (cell. 0692520545). Si trova nella località di Jonufer, pre-cisamente a Pika e Dyte. Ha 2 camere doppie e 6 singole, tutte con vista mare e aria condizionata. Parcheggio, Tv, bar-ristorante. Cucina albanese e italiana. Hotel "Kaltersì" (cell. 0682216679). Si trova a Radhime. Ha 10 camere doppie, in 8 delle quali è possibile aggiungere un letto singolo. Alcune camere hanno la vista sul mare. Parcheggio, bar-ristorante, Tv, rninibar. Durante l'estate si organizzano gite in barca nella baia di Valona. Si trova a 80 mt dal mare. Cucina albanese e italiana. Il prezzo per una camera è di 3000 leke/notte. Hotel "Gjimara" (cell. 0682247404). Si trova a Radhime. Ha 7 camere, tutte con vista mare, munite di bagno, corridoio e balcone. Parcheggio, Tv, bar-ristorante. A soli 20 metri dalla strada ed a 50 dal mare. Cucina albanese. Il prezzo è di 1000 leke a notte per persona. Hotel "Horizonti" (cell. 0682031522). Si trova a Radhime. Ha 20 camere doppie, tutte con vista mare. Parcheggio, bar-ristorante, Tv. È a soli 30 mt dal mare. Cucina albanese e italiana. Il prezzo per una camera è di 3000 leke/notte, inclusa la prima colazione. Hotel "Tepelena" (tel. 3328225). Si trova a Radhime. Ha 8 bungalow, ciascuno con due camere e una cucina. Tutti hanno la vista sul mare. Parcheggio, Tv, bar. Dista dal mare 25 mt e 50 mt dalla strada. Il prezzo è di 50.000 leke per 15 giorni. Hotel " Ramosaco" (cell. 0682273070). Si trova a Radhime. Ha 6 camere con vista mare. Parcheggio, bar-ristorante, Tv. Dista dal mare 70 mt e 20 mt dalla stada. Cucina albanese e italiana. Il prezzo è di 1000 leke/notte, i bambini pagano la metà. Hotel "Dy Ujqerit" (cell. 0682372083). Si trova a Radhime. Ha 30 posti letto e alcune camere con vista mare. Aria condizionata, parcheggio, bar-ristorante, Tv. Dista dal mare 50 mt. La cucina offre soltanto piatti albanesi. Hotel "Grand Hotel" (cell. 0682130094). Si trova a Radhime. Ha 20 camere di cui 12 matrimoniali e 8 singole, tutte con vista mare e aria condizionata. Parcheggio, bar-ristorante, un campo sportivo, sala biliardo e possibilità di effettuare gite in barca. Ad appena una ventina di metri dal mare. Il prezzo per una camera è di 3000 leke/notte. Hotel "Grand Hotel Tragjasi" (cell. 0682372083). Si trova nel villaggio di Tragjas, a circa 3 km dal mare. Ha 22 posti letto. Offre servizio in camera, aria condizionata, parcheggio, un bar- ristorante, telefono, una sala conferenze e un servizio di trasporto con minibus. Di recente costruzione, si gode di ambienti comodi e moderni. Cucina e cuoco italiani. Dove mangiare Ristorante-Pizzeria "Il Fiore" (cell. 0692132053). Si trova a Uji i Ftohte, vicino alla villa che un tempo era di Hoxha. È uri ottimo ambiente, che durante l'estate mette a disposizione ombrelloni per la spiaggia di fronte. Oltre al ristorante e alla pizzeria c'è anche il fast-food. Piatti della cucina albanese e italiana. Ristorante "Pashai" (cell. 0682182354). Si trova a Radhime, vicinissimo alla strada principale. Il servizio e la cucina sono buoni. Si può godere di piacevoli momenti di riposo negli ambienti verdi che lo circondano. Curioso il gran numero di uccelli ospitati nelle sale del ristorante. Per la prossima stagione è prevista la costruzione dell'albergo che completerà l'offerta turistica. Dista dal mare solo 20 mt. Ristorante "Paradise Beach" (cell. 0692254579). Sul porticciolo di Radhime, vicino alla strada principale. La cucina è di ottima qualità e gli ambienti sono gradevoli. La vicinanza al mare, la

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spiaggetta, il parcheggio e un'angolo giochi per i bambini ne fanno un luogo piacevole per i turisti stranieri. È prevista la costruzione di un'albergo per il prossimo anno. Ristorante "Pulebardhat" (cell. 0692159883). Si trova a Radhime. Gli ambienti moderni, l'aria condizionata, la spiaggia e la possibilità di gite in barca ne fanno un posto frequentato durante la stagione estiva. Il ristorante è di ottima qualità e prepara piatti a base di pesce freschissimo. In inverno si possono assaggiare piatti di cacciaggione. Ristorante "Boio". Si trova a Radhime. La cucina è a base di pesce e prodotti di mare appena pescati. Indimenticabile la qualità e il sapore dei gamberi, delle seppie e dei calamari. Il servizio è scadente ma i prezzi sono contenuti. Il porto turistico Sulla spiaggia di Orikum, a poca distanza dall'incasato del paese, per iniziativa di una ditta italiana, sta sorgendo un porto turistico per imbarcazioni da diporto. Si trova nel punto più riparato della baia di Valona ed offre, di conseguenza, una sistemazione logistica di grande sicurezza ad eventuali imbarcazioni a vela e motore. A costruzione ultimata, il porto dovrebbe offrire un'ospitalità di un migliaio di posti barca. La costa di tutta la regione di Valona si presta particolarmente al diportismo, piena com'è di insenature, golfi, rilievi rocciosi e paesaggi spettacolari. Vanno aggiunti i fondali marini molto interessanti e luminosi (vedi cap. Le immersioni). Il progetto prevede due grandi strutture di ospitalità e assistenza a terra. Una di queste è già stata completata ed inaugurata il 2 giugno del 2003, la seconda è, al momento di stesura della guida (2003), in via di completamento. Orikum antica L'antica città di Orico sorgeva a sud del golfo di Valona, fondata dagli Eubei nel VI sec. a.C, proprio nelle terre della tribù illirica degli Amanti. La città è situata sulla collina di Paleokaster. Conosciuta nell'antichità come importante porto dell'Adriatico, è ricordata soprattutto perché vi ebbe luogo una famosa battaglia fra Cesare e pompeo. Fu utilizzata in seguito dai Romani per combattere contro gli Illiri e i Macedoni. La flotta di Alessandro Magno la occupò nel 214 a.C. Al II sec. a.C risale il primo conio della moneta. Fra i resti dell'antica città tracce di abitazioni, di strade scolpite nella roccia e di depositi d'acqua. Il monumento più importante è l'anfiteatro, del I sec. a.C., che poteva contenere fino a 500 spettatori. Nel II sec. d.C. la città venne distrutta da un forte terremoto e ricostruita fra il V-VI sec. Dall'Antichità e per tutto il Medioevo fu conosciuta col nome di Jeriko. Sotto l'occupazione turca il nome venne cambiato in Pashà Liman. La chiesa di Marmirò Non lontano da Orikum si trova la chiesa paleocristiana di Marmirò, datata XIII sec. Sopra l'entrata si alza il tamburo cilindrico, tipico delle costruzioni del tempo. L'edificio venne utilizzato come modello per la costruzione della chiesa del monastero di Zvernec (XIV sec.). Per arrivarvi occorre prendere la strada che conduce alla base militare di Pashà Liman; poco prima, svoltando a sinistra, si imbocca la strada che costeggia la laguna di Orikum. Su una piccola altura, a circa 2 km da Okinum, si trova la chiesa. Ai piedi del monte di Karaburun, vicino alla chiesa di Marmirò, sopra il torrente di Gjinara, si trova l'acquedotto di Feruni, costruito dai muratori del villaggio di Dukat nel 1888. Il canale del condotto è stato realizzato sopra tre archi a tutto sesto di lastre calcaree di pietra lavorata. La lunghezza complessiva del canale e di 2 km, la larghezza di 50 cm. Ai visitori che vi si recano nella zona del fiume di Valona si consiglia una sosta in uno dei numerosi ristorantini per assaggiare l'agnello allo spiedo, piatto tipico, accompagnato dalla grappa (chiamata raki).

Itinerari all'interno del Distretto di Valona Il fiume di Shushica (Elimia) scorre al centro di una valle lunga 60 km. Ai lati le colline arrivano ad altezze di 2000 mt. Su entrambi i versanti della vallata si incontrano decine di villaggi, che

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fanno parte della regione di Labéria ed i cui abitanti sono gente coraggiosa e ospitale. Vivono essenzialmente di pastorizia; da cui nasce la tradizione della lavorazione della lana, insieme a quella della pietra e del legno. Partendo dalla città di Valona, si incontra per primo il villaggio di Drashovica, la porta d'accesso di questa zona. Nei pressi del villaggio si trova il monumento dedicato alle guerre per la libertà e l'indipendenza, inaugurato nel 1980. Lasciando Drashovica e procedendo verso est, si arriva al villaggio di Plofé, dove si trovano i resti della antica città illirica di Amanti,, fondata nel V sec. a.C e divenuta, due secoli più tardi, il più importante centro economico, politico e culturale fra gli insediamenti illirici della zona. Con il potenziamento dello Stato dell'Epiro, Amantia fece parte della Lega Epirota fino al 230 a.C. Il conio della sua prima moneta risale al 268 d.C. Rivestì un ruolo strategico nelle guerre contro l'Impero Romano. Dopo l'invasione dei Romani assunse il ruolo di importante crocevia per l'Epiro e la Macedonia. Nel VI sec. divenne sede di un vescovato. I resti delle mura della città, della necropoli e dello stadio sono testimonianze importanti per conoscere le tecniche di costruzione degli Illiri. Dentro l'acropoli si trovano alcune grotte con tracce di vita preistorica. Nelle vicinanze di Amantia, a 284 mt di altezza, si trovano i resti dell'antica città di Olimpia. Il più antico reperto ivi recuperato è un a spada bronzea risalente ai secoli XI-X sec. a.C. Le prime testimonianze della città risalgono al VI-V sec. a.C. Nel P, 'III sec. a. C. la città si sviluppa ulteriormente e viene dotata un nuovo sistema di fortificazioni. Nello stesso periodo è coniata 'a moneta col nome della comunità. Testimonianze storiche importa, iti per la città sono le mura difensive, costruite con grosse pietre E i forma cubica o trapeziodale. La terza fermata di questo itinerario è il villaggio di Vele, a sud-est della città di Valona, a circa 420 mt di altezza. Il villaggio è noto per le numerose grotte di origine carsica, come quella di Skota, di Tezgjr u e di Ligace, con tutta probabilità abitate in epoca preistorica. Nelle grotte sono stati trovati frammenti di ceramica e decorazioni floreali sulle pareti. La strada prosegue verso l'interno della zona del fiume Valona, dove è possibile visitare la Grotta Scritta (Shpella e Shkruar), alla quale si arriva dopo tre lunghe ore di cammino, lungo un sentiero non molto agevole. All'entrata della grotta ci sono dei disegni geometrici e figure antropomorfiche risalenti all'età del bronzo. Nelle vicinanze del villaggio di Brataj si può ammirare un ponte d i pietra costruito in età medievale, sostenuto da tre archi e una cornice. Il ponte è pavimentato con le pietre del fiume. Non molto lontano una colonna dell'antico ponte di Bogdani e la fortezza di Cerje. Prima di lasciare la zona val la pena di fermarsi al villaggio di Vranisht, ai piedi del monte Cika, tipico villaggio di Labèria. Gli abitanti si esibiscono in canti polifonici e danze folcloristiche. Un sog-giorno di qualche giorno offre la possibilità di gustare la cucina tipica della zona con i suoi prodotti genuini. Con un'ora di marcia si arriva al monumento naturale La Pietra della Città (Guri i Qytetit), a forma di fortezza con pareti di 15 mt. La parte superiore del monumento veniva utilizzata dagli abitanti come luogo difensivo nei momenti di pericolo. La leggenda della "Pietra con il cielo" (Guri me Qiell) "La Pietra con il Cielo" è un monumento preistorico, un megalite dell'epoca del bronzo lungo più di 5,4 metri e largo 4; raggiunge un'altezza di quasi 2 metri e pesa 10 tonnellate circa. È appoggiato su due grosse rocce verticali. La leggenda narra che nell'antichità gli abitanti della zona, per prevenire o scampare ai disastri della natura, vi offrissero regali e sacrifici agli dei. La valle del fiume di Valona è nota per la grande varietà delle specie di uccelli e di animali selvatici come il gallo selvatico, il capretto, la lepre, il cinghiale e altri. L'attività carsica della zona ha dato luogo alla formazione di decine di grotte, caverne e cavità naturali di rara bellezza. Le pareti ripide delle montagne sono adatte per praticare l'alpinismo. La penisola di Karaburun e l'isola di Sazan Karaburun è la penisola più grande del paese e si trova a sudovest dell'Albania, fra il golfo di Valona, a est, e il mar Ionio ad ovest. A nord il Mesokanal divide la penisola dall'isola di Saseno, distante 4,8 km. A sud confina col golfo di Valona fino all'insenatura dell'Arusha (Orsa). L'estensione

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dal capo di Gallovec da nord a sud è di 16 km. All'estremità di nordovest si trova il capo di Gjuheze (Linguetta), il punto più occidentale dell'Albania. La costa occidentale di Karaburun è alta e frastagliata, con grotte e insenature alternate a piccole spiagge (la baia di Arusha, quella di Dafne e numerose altre). La costa orientale è più lineare; a nord si trova la grotta di Haxhì Alì. Dal punto di vista geologico Karaburun fa parte della zona di Saseno ed è composta interamente da rocce calcaree del paleogene, abbastanza corrose, sfruttate sin dai tempi antichi per la produzione del marmo. Geograficamente Karaburun forma un'unico massiccio, chiamato appunto monte di Karaburun. La sua cima, Koreta, raggiunge un'altezza di 826 metri ed è il punto più alto della penisola. A nordovest il monte di Ilge (733 m). Verso sudest il massiccio si abbassa fino a formare una pianura di origine carsica (la piana di Ravena), utilizzata come zona di pascolo durante l'inverno. A Karaburun abbondano le sorgenti sottomarine. La vegetazione è molto scarsa. L'isola di Sazan è la più grande dell'Albania (55,5 km quadrati). Conosciuta sin dall'antichità (VI sec. a.C) col nome di Sason; dopo un lungo periodo di dominio della Serenissima, nel XV sec. venne occupata dai Turchi. All'inizio del XIX sec., insieme alle isole ioniche della Grecia, fu conquistata dall'Inghilterra, che nel 1864 la cedette alla Grecia, la quale vi fece stazionare le truppe durante le guerre balcaniche, con lo scopo di vietare la fuga via mare al neo-governo dello stato indipendente albanese. L'isola è divisa da Karaburun dallo stretto di Mesokanal, dall'istmo del Triporto e dallo stretto settentrionale. Dista dal porto di Valona 16 km. Il profilo della costa è alto e roccioso, frastagliato nella parte occidentale. L'insenatura più importante e più difesa è quella di Shen Koll (a est), da dove è possibile l'attracco delle navi e dov'è situato il centro abitato. È una zona tettonica, formata da rocce calcaree fortemente erose. Il clima è mediterraneo, abbastanza mite in inverno e caldo durante l'estate. Le piogge sono scarse e la vegetazione è costituita prevalentemente da macchia mediterranea. Come arrivare. La penisola di Karaburun è raggiungibile sia via terra che via mare. La strada è sterrata, pertanto sono consigliati fuori strada o altri mezzi addatti. L'acceso alla penisola via terra è limitato anche a causa della presenza della base militare di Pashà Liman. La parte interna della penisola è facilmente raggiungibile via mare, partendo da Valona: in una ventina di minuti si arriva a Capo Linguetta (Kepi i Gjuhezes). Più difficoltoso è raggiungere la parte esterna della penisola, perché bisogna passare per lo stretto di Mesokanal, assolutamente sconsigliato quando il mare è agitato. Il percorso più agevole è quello verso la costa, dove si trova il v illaggio di Dhermi, in pochi minuti si arriva a Rreza e Kanalit, l'estremo sud della penisola. L'isola di Sazan si trova a 12 miglia dalla città di Valona, in direzione ovest. Al momento l'accesso all'isola è vietato perché vi stanzia un contigente della Guardia di Finanza italiana. Grotte marine Il golfo di Valona è il più profondo e il più grande della costa albanese. È difeso dalla penisola di Karaburun e dall'isola di Sazan. Karaburun divide il mare Adriatico dallo Ionio. La costa è ricca di insenature, grotte e sorgenti di acqua dolce. Partendo da Valona e procedendo verso nordovest, dopo circa otto chilometri si arriva alla grotta marina di Haxhì Ali, la più grande del paese. La grotta è di origine carsica, con i suoi 30 mt di profondità, raggiunge un'altezza di 18 mt. Le sue dimensioni permettono alle piccole imbarcazioni di visitarne l'interno. Le pareti laterali sono modellate dall'attività carsica. Il nome è quello del marinaio Haxhì Ali, vissuto nel XVII sec., originario di Ulqin, difensore dei commercianti e di quanti passavano per queste acque. Non lontano dalla Grama si trova la grotta degli Schiavi. La leggenda racconta che nella cava di Grama lavoravano più di mille schiavi nell'estrazione delle pietre per la costruzione delle città di Roma, Durrachium, Apollonia e Butrinto. Alla rivolta degli schiavi, i loro padroni risposero seppellendoli vivi nella grotta mentre dormivano.

Spiagge La bellezza della natura di questo posto è davvero sorprendente: pietre scolpite dall'erosione, bellissime spiagge e insenature. Quelle di Arusha, Dafina e di Grama, con la purezza delle loro

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acque, sono davvero irresistibili. La baia di Grama è uno dei rari monumenti naturali e storici dell'intera costa ionica. Sin dai tempi antichi luogo di riparo per le navi. Sulle pareti rocciose della baia si trovano molte incisioni dei viaggiatori: testamenti epigrafici che esprimono riconoscenza a Poseidon. Le prime incisioni risalgono al IV sec. a.C. Vi si possono leggere i nomi di Marco Antonio, Pompeo, dell'imperatore di Bisanzio e di molti altri protagonisti della storia antica.

Immersioni Il fondo marino della Baia di Valona, in special modo la zona attorno a Karaburun, è ricco di flora e fauna. Di grande fascino i tratti corallini nelle vicinanze della penisola. Anche la vegetazione è abbondante e si possono ammirare le praterie sottomarine di Poseidonia. La fauna marina raccoglie molte specie di pesci e molluschi fra cui le aragoste, numerose nelle profondità delle scogliere sottomarine di Karaburun. Nella Baia di Valona si trova la nave ospedale affondata dall'aviazione inglese con a bordo circa mille soldati. Il fondale è ricco di resti di navi e di anfore romane. Da non perdere una visita alla laguna di Orikum, con i resti dell'antica Orico e le navi romane bruciate e affondate da Cesare. Il Parco nazionale di Llogarà Il Parco di Llogarà si trova nel distretto di Valona, fra Rreza e Kanalit ed il monte Cika, a sud-est della baia di Orikum. Il parco occupa una superficie di 1.010 ettari ed è uno dei luoghi più pittoreschi della riviera albanese. Il passo di Llogarà (1.027 mt) è l'unico che collega il golfo di Valona e la valle di Dukat con la Riviera albanese. La regione di Llogarà, a nordovest della catena Cika-Lungara, è carat-terizzata da boschi di conifere, pianure e alte rocce. Nella zona attorno al parco di Llogarà vivono circa 9.000 abitanti. Essa si trova vicino a grandi centri urbani come Valona, Fier, Saranda, Himara, Bari, Brindisi, Lecce, Corfù e Creta, con i quali è collegata via terra e via mare. Dalla cima del passo di Llogarà, dal lato di nordovest, si può godere di una vista unica che comprende il mar Ionio, il canyon del Perroi i Thate (Torrente Secco), la montagna di Vetetime (Folgore) e tutta la costa ionica fino alla baia di Jali. Dal passo di Qezari (Cesare) si può ammirare la penisola di Karaburun, la campagna di Dukat e la baia di Orikum.

L'esistenza delle diverse esposizioni favorisce una varietà di microclimi, dove si sviluppa una ricca vegetazione e vivono numerose specie animali, ciò che fa del Parco un luogo interessante anche sotto il profilo scientifico. Il clima è quello tipico delle zone di montagna, con estati fresche ed inverni con nevicate consistenti. La temperatura media annuale oscilla tra i 16°C ed i 18°C. Come arrivare. Percorrendo la strada nazionale che collega Valona a Saranda, a circa 10 minuti da Orikum, in zona pianeggiante, si trova il villaggio di Dukat Nuovo o Dukat Fushe (Pianura). Le case del paese sono bianche e ad un solo piano, con il tetto marrone, il pergolato sulla facciata e l'orto attorno alla casa. Gli abitanti sono dediti alla pastorizia, e alla lavorazione della lana. Lasciato Dukat Nuovo la strada comincia a salire verso la cima di Llogarà. Il paesaggio è sorprendente: a soli 20 minuti dal mare e si trova già in montagna, la flora è scarsa, le rocce spuntano in supxerficie ed i torrenti, ormai asciutti, hanno lasciato il segno negli scoscesi. Proseguendo, l'orizzonte si stringe fra le gole e i pendii grigi; la strada avanza, fra piccole pianure e terreni coltivati, fino al \ il-laggio di Dukat Vecchio, sospeso fra le rocce, con le case in pietra costruite ai piedi della montagna. Salendo ancora il paesaggio ca mbia di nuovo: rocce e natura brulla lasciano il posto a boschi di pino nero e di abete e a piccole sorgenti. In cima, su un piano, si trova il centro del Parco di Llogarà, mèta turistica della regione, molto frequentata durante tutto l'anno. Cosa vedere. L'aria fresca e salutare, pervasa dall'aroma silvestre dei pini e degli abeti, caratterizza questo posto, dove è possibile trascorrere momenti di piacevole riposo, sia nella stagione estiva che in quella invernale. Grandi risorse idriche sono rappresentate dai torrenti Perroí í Shkalles (torrente di Scala) e Rruget e Bardha (le Vie Bianche), che sfociano al mare formando magnifiche spiagge. Le sorgenti sotterranee

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fuoriescono sul lato ovest, più scosceso. La massa d'acqua sgorga con una potenza di 100 litri al secondo. Flora e fauna. Nell'alta valle di Dukat, a 800 mt dal mare, si estende, su una superficie di 1.017 ettari, un grande bosco di conifere (pino nero e abete), dov'è presente il famoso Pino-bandiera. In questa zona, così ricca di vegetazione, vivono numerose specie di animali come il capretto, il cinghiale, la lepre, l'orso, l'aquila e il falco. Cosa fare. Si può passeggiare, seguendo i percorsi dei torrenti della zona, immersi in un'immacolata quiete; pini e abeti sempreverdi, acque che sgorgano fra le rocce, il canto degli uccelli e lo stormire delle foglie restano ricordi indelebili nella memoria di chi sceglie di trascorrere le vacanze in questi luoghi. Per gli appassionati di parapendio, segnaliamo l'importante manifestazione internazionale di volo col paracadute, che si svolge ogni anno nel mese di maggio.

Dove dormire Villaggio turistico "Llogarà". Si trova nel parco nazionale di Llogarà, lungo la strada nazionale Valona-Saranda. È un villaggio turistico composto da 16 casette di legno, ciascuna con due camere da letto e un salone. Offre parcheggio, Wc, doccia, Tv, bar-ristorante e minibar in camera. Dista 11 km dal mare. Il prezzo per una persona è di 2000 leke/notte. Dove mangiare Ristorante "Gezimi". Si trova a Llogarà, vicino alla strada nazionale. Il ristorante serve ottimi piatti di cucina albanese. Ideale come tappa per i turisti che proseguono verso la Riviera. Ristorante "Kuteli" (cell. 0682291265). A Llogarà. Propone piatti tipici della zona, come l'agnello arrosto. L'acqua, che sgorga da una sorgente vicina, è di un sapore impagabile. Per la prossima stagione è prevista la costruzione di alcune camere, a completamento dell'offerta turistica. Da Llogarà a Dhermì E il tratto di strada più bello dell'intero paese: si scende in una serpentina da 1.027 mt fino al livello del mare in venti minuti; alle spalle pendii grigi e senza vegetazione, sotto, spiagge bianche, pianta-gioni di agrumi e uri orizzonte che si espande fino alle isole greche di Paxos e Corfù. La strada è stata migliorata negli ultimi anni, ma raccomandiamo sempre la massima prudenza nella guida. Il primo villaggio della Riviera è Palasa, conosciuto nell'antichità col nome di Paleste. Qui, nel Il sec. a.C., sbarcarono le legioni di Cesare. Nel villaggio, infatti, molti sono i toponimi che ricordano quell'evento, come il Passo di Cesare o le Vie Bianche. Le case del villaggio, tutte in pietra, danno su una grande spiaggia formata dal torrente di Palasa, ormai secco. Proseguendo verso sud, fra uliveti, piantagioni di agrumi e di fichi, si arriva al villaggio di Dhermì, uno dei più belli della Riviera, mèta turistica conosciuta e frequentatissima. Cenni storici Il villaggio di Dhermì, fondato nel XIV sec., era circondato da colline ricoperte di ulivi e agrumeti. Sono state riscontrate tracce di insediamenti abitati del I sec. a.C. Il suo nome deriva dal greco Drymades. Nel corso dei secoli ha avuto rapporti commerciali con la costa ionica della Grecia, il che spiega il forte sentimento religioso dei suoi abitanti. Infatti, nonostante le ridotte dimensioni, ci sono circa trenta chiese, tutte riccamente affrescate al loro interno. Negli ultimi dieci anni del Novecento molti abitanti sono emigrati in Grecia. Il fenomeno dell'emigrazione è maggiore in questa zona che non nel resto del Paese, con punte che arrivano al 70% della popolazione. Il villaggio

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Le case costruite nell'epoca pre-socialista, solitamente a due piani, sono costruzioni in pietra. Totalmente diverse le costruzioni "moderne": edifici di cemento armato che abbruttiscono e svalutano il patrimonio architettonico dei secoli passati. Insieme all'aspetto architettonico sta cambiando anche la composizione della popolazione: numerosi gli albanesi che arrivano dalle zone del nord, per lavorare come braccianti o nel settore edilizio. D'estate i numerosi turisti e vacanzieri popolano la zona e cambiano la faccia a Dhermì. Cosa vedere. Fra i numerosi luoghi di culto ricordiamo le chiese di Shen Stefan e di Shen Mitri dove si conservano affreschi del XII-XI V sec. In un punto panoramico del villaggio di Dhermì è posta la chiesa del monastero di Shen Meri, una costruzione a pianta quadrata coperta da una cupola, probabilmente edificata fra i sec. XIII-XIV. Appena fuori Dhermì, vicino alla strada nazionale, si trova la grande grotta di Parashqevì. La leggenda narra che Parashqevì, arrivata sin qui dagli abissi del mare, dedicò la sua vita a Cristo. In onore di questa santa, gli abitanti della zona, costruirono una chiesa proprio all'entrata della grotta, dove ancor'oggi si celebrano le messe. All'interno della grotta si trovano molte forme geometriche dovute all'attività carsica. Cosa fare. D'estate il mare è il fulcro della vita di tutto il villaggio. Le passeggiate pomeridiane per le strade del villaggio costituiscono un piacevole passatempo e permettono di godere dello splendido paesaggio. Di grande interesse è il monastero costruito su un promontorio, a circa 5 km dal villaggio di Dhermì. La strada è molto tortuosa, percorribile a piedi o con un fuoristrada, ma lungo il tragitto il paesaggio è incantevole: ulivi selvatici, corbezzoli e agrumeti ovunque. Sono luoghi ideali per delle escursioni o per praticare il birdwatching, data la grande varietà di uccelli che vi vivono. Il monastero, in posizione completamente isolata, gode di una vista splendida. Circondato da mura e con una piccola chiesa all'interno, ancora consacrata, durante il comunismo fu trasformato in reparto militare e sulle sue mura si possono ancora leggere gli slogan del partito. Dal monastero scendendo per una stradina molto stretta si arriva alla spiaggia di Gjipea. Dove dormire Hotel "Palasa" (cell. 0692072555). Situato a poca distanza da Palasa, su una collina con un bellissimo panorama, si trova a soli 15 minuti dal mare. Ha otto camere doppie molto ampie con la possibilità di aggiungere un terzo letto. Due appartamenti con uso di cucina e camera separata per i bambini. Per la prossima stagione si prevede la costruzione di altre otto camere. Mette a disposizione anche un servizio di minibus per la spiaggia e per la discoteca. Il prezzo per una camera è di 5000 leke. Hotel "2000" (cell. 0682257164). Si trova sulla spiaggia di Dhermì. Offre camere con vista mare, minibar, Tv, Wc in camera e spiaggia privata con ombrelloni, sedie a sdraio. Possibilità di gite in barca e affitto biciclette. In alta stagione il prezzo è di 8000 leke/camera, prima colazione inclusa. E consigliata la prenotazione. Hotel "Drymades" (cell. 0692091221). Si trova nel quartiere di Kondraq. Ha 20 camere doppie con bagno. L'impianto di riscaldamento ad energia solare. Bella la piscina e bar all'aperto. Originale la pavimentazione degli ambienti attorno alla piscina. Costo 4000 leke/camera. Hotel "Dorian" (cell.0692331902). Si trova a Dhermì. Ha 14 camere doppie. Il prezzo per una camera è di 4000 leke. Hotel "Riviera", 15 camere doppie. Hotel "Luciano" (cell. 0682263617), 17 posti letto. Hotel "Dhermì" (cell. 0682246805), 14 stanze doppie. Dove mangiare Tutti gli alberghi sopra segnalati, tranne il "Drymades", hanno anche il ristorante e generalmente offrono cucina di pesce, vini albanesi e qualche vino italiano. Segnaliamo i migliori: Ristorante dell'Hotel "2000" (cell. 0682257164). Da 150 coperti. Ottima cucina e vini di qualità. Cuoco italiano durante la stagione. Cucina albanese, italiana e pizza. Servizio molto buono. Il prezzo medio è di 2500 leke a persona.

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Ristorante "Dhermì" (cell. 0682246805). Si trova sulla spiaggia di Dhermì. 35 coperti. Serve piatti albanesi, alcuni primi piatti italiani, frutti di mare, pesce e insalate. Vini italiani e albanesi. Prezzi medi (2500 leke/pasto). Ristorante "Luciano" (cell. 0682263617). 20 coperti. Cucina di pesce. Vini italiani e albanesi. Aperto da aprile-maggio fino a settembre. Il prezzo medio per un pasto è di 2500 leke a persona. Case in affitto A Dehrmì, durante la stagione estiva i turisti possono affittare più del 40% delle case del villaggio. Nella maggior parte dei casi sono costruzioni recenti, con accettabili condizioni di abitabilità. A differenza delle case tradizionali del villaggio, hanno la cucina e moderni servizi igienici, ma esteticamente sono di minor fascino. Sparse per tutto il villaggio, permettono un facile accesso alla spiaggia. Il prezzo varia in base alla distanza dal mare. Approssimativamente per una casa sulle colline si pagano 3000 leke/notte, mentre per una casa vicino al mare si pagano 3500 leke/ notte. Segnaliamo qualche numero utile: cell. 6946539358 (numero greco); cell. 6946262598 (numero greco). Spiagge La spiaggia più conosciuta e frequentata di Dhermì si trova sotto il villaggio. E ampia e ci sono diversi bar, ristoranti e alberghi. Durante l'estate è molto affollata. Vi si accede dal villaggio, sia a piedi che in auto. La grande spiaggia di Palasa, formatasi col prosciugamento del torrente omonimo, è un posto molto più tranquillo e poco affollato. Bellissima la spiaggia di Gjipea, formata dal torrente che scende dalle montagne con un percorso spettacolare: fra gole e pendii finisce al mare spaccando la roccia che si trova alle spalle della spiaggia e formando un piccolo canyon, le cui pareti si alzano fino a 70 mt Ai piedi, un ruscello divide in due la spiaggia.

Gite in barca Dhermì-Himare. Lasciando il villaggio di Dhermì la strada prosegue: dopo tre chilometri si arriva nel piccolo villaggio di Ilias. È un luogo di rara bellezza: ai colori della riviera si aggiunge d'improvviso il rosso delle rocce di argilla che si sostituisce al verde prevalente. Sembra uri arcipelago di terre rosse in mezzo alla macchia mediterranea e agli agrumi. Salendo si arriva a Vunò. Vunò. Il nome è di origine greca e significa collina, infatti il villaggio è situato su una delle colline della riviera. Le case sono le tipiche costruzioni in pietra su due piani col tetto in pietra, la parte interna del tetto è realizzata in legno. Le vie, lastricate di pietra, sono stret- f te. Nel villaggio sono state rinvenute tracce di insediamenti umani del Il sec a. C. Durante la seconda guerra mondiale Vunò partecipò attivamente al movimento di liberazione e fu bruciato dai nazisti nel 1944. Al centro del villaggio c'è un monumento dedicato ai caduti per la libertà. Segnaliamo la chiesa di Shen Spiridhon, con pitture murali del XVII sec. e la casa di Odise Kasneci. Altre spiagge A 6 km da Vunò si trova una delle più belle e più grandi spiagge dell'intera riviera, la spiaggia di fal. Vi si arriva deviando a destra subito dopo aver lasciato il villaggio. Sulla spiaggia si trovano diverse strutture ricettive e alcuni bar e ristoranti. Himara è il comune più grande della riviera albanese e si estende lungo il litorale ionico, ad una distanza di 18 km da Dhermì. È una zona tipica del litorale ionico, con la spiaggia nella parte più bassa della cittadina e le colline di agrumi e ulivi. Conosciuta con questo nome sin dal V sec. d.C, è stata una delle roccaforti dei patrioti albanesi contro le invasioni straniere. Per sfuggire ai ripetuti attacchi dell'esercito turco una parte degli abitanti di Himara si rifugiò sulle montagne di Kurvelesh o emigrò nel sud-Italia. Himara partecipò attivamente anche alla Lega Albanese di Prizren nel XIX sec. Pregevole il valore artistico della fortezza della città. Conosciuta dal XI sec. in poi come un'importante centro

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commerciale della riviera ionica, in contatto con la Grecia e l'Italia; è questa, forse, una delle cause della massiccia emigrazione degli abitanti verso quei paesi. Negli ultimi dieci anni il fenomeno ha assunto dimensioni notevoli, specialmente verso la Grecia. Ciò spiega il forte sentimento progreco della zona. I più estremisti vorrebbero l'annessione allo stato ellenico. Come arrivare Vi si arriva giocoforza viaggiando verso Saranda. Ricordiamo sempre la massima prudenza nella guida lungo il tratto DhermìHimara. La strada è disagevole e priva della necessaria segnaletica. Ad Himara si arriva anche col traghetto che parte da Corfù, ogni lunedì e sabato. Arriva al piccolo porto di Himara verso le 10 del mattino e trasporta pochi passeggeri. Dove dormire Hotel "Viktor Kolagj". Si trova nella località di Potam, a 50 mt. dal mare. Ha 12 camere arredate con frigo, armadio, letto portatile, angolo cottura e Wc. Nei mesi estivi i prezzi si aggirano intorno ai 30000-40000 leke per 15 gg. Hotel "Fotaq Gjicali" (tel. 0393 2657, cell. 0682446832). Sulla spiaggia di Spilea, a 5 mt dal mare. Ha 10 camere con frigo, Tv, armadio e Wc. Il servizio è di buona qualità e i prezzi variano in base alla stagione: in estate 45.000-50.000 leke per15 gg; in autunno-inverno 2000 leke/notte. Hotel "A.Goro" (tel. 03932611). Si trova nella località di Potam, lungo la strada che conduce alla spiaggia. Le camere hanno 3 posti letto, frigorifero e armadio. Il prezzo nel mese di giugno è di 25.000 leke /15 gg, mentre nei mesi di luglio ed agosto di 35000 leke/5gg. nei restanti mesi si pagano 1500-2000 leke/notte. Hotel "Manol Kolagji" (tel. 03932701, cell. 0682305107). Si trova nella località di Potam, a 50 mt dal mare. Ha 10 camere con il frigo, Tv, armadio, Wc e angolo cottura. Le prenotazioni si fanno tramite passapparola o contattando direttamente il proprietario. Il prezzo nel mese di giugno è di 20.000 leke/15gg, mentre nei mesi di luglio ed agosto di 30.000-40.000 leke/15gg. Hotel "Likoka" (tel. 03932745, cell. 0682263608). Ex casa di riposo, oggi gestita da privati, si trova a Potam, vicino alla strada, lungo la spiaggia. Le prenotazioni si fanno tramite passapparola o contattando direttamente il proprietario. Le camere hanno frigo, armadio, Tv e Wc. Ristorante con vista mare. Servizio e pulizia molto buoni. Prezzi: giugno-luglio 25.000-30.000 leke/15 gg; agosto 30.000-35.000 leke/15gg.

Hotel "Ion Impeks" (tel. 03932222, cell. 0682048298). Si trova nella località di Stefanel ed è uno dei migliori della zona, con camere molto pulite e attrezzate con wc, aria condizionata, Tv, specchio e telefono. Accoglienti anche gli altri ambienti dell'albergo come la sala lettura e la piscina. Ogni camera ha un ampio terrazzo con vista mare. Le prenotazioni si possono effettuare per fax (039392929) o per e-mail: [email protected]. Case in affitto Durante l'estate anche ad Himara, come a Dhermì, è possibile affittare delle case. La maggior parte sono costruzioni recenti e hanno tutti i servizi e le comodità moderne. Più che case sono delle piccole pensioni con un numero di camere che varia da tre a dodici. Generalmente le camere hanno un letto matrimoniale più uno singolo. Arredo minimo e uso cucina. Di solito si affittano per 15 giorni e i prezzi oscillano tra 25.000 e 40.000 leke. Segnialiamo alcuni numeri di riferimento: 03932366; 03932837; 03932205; 03932631; 03932624; 03932627; 03932695; 03932629; 03932610; 039327400; 3932766; 03932722; 03932633; 03932621; 03932419; 03932415; 03932410;03932405;03932406. Dove mangiare Ristorante "Manol Kolagji" (tel. 03932701, cell. 0682305107). Si trova a Potam, proprio sul mare ed è raggiungibile in macchina. Cucina tradizionale albanese, servizio veloce, ambienti piacevoli, puliti ed accoglienti. Ristorante "Thoma Goro" (tel. 03932740). Si trova a Potam, a 50 mt dal mare. Cucina tradizionale. Raggiungibile in macchina. Ambienti accoglienti, offre un'ottimo servizio. Ristorante "A. Goro" (tel. 03932611). Si trova a Potam, a 15 mt dal

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mare. Cucina tradizionale e italiana con prodotti freschissimi, servizio veloce. La qualità dei piatti è fra le migliori. Ristorante "Ion Impeks" (tel. 03932292, cell. 0682048282). Nella località di Stefanel. Cucina italiana, tradizionale e cinese. Servizio ottimo, come la qualità della cucina. La vista sul mare, da cui dista solo 150 mt, trasforma il pasto in un momento molto piacevole.

Spiagge Himara comprende alcune delle spiagge più grandi dell'intera zona. Ricordiamo quella di Spilea, nell'insenatura omonima; una delle più belle dell'intera costa. Si estende fra il capo di Mesun (Niqifor), a sudest, e il capo di Hakise, a nord. Entra nel mare per circa 600 mt a formare un ferro di cavallo; si è formata dagli abbassamenti tettonici e dall'erosione del mare. Le coste del sud-est e del nord-ovest sono rocciose e scendono a picco fino a 100 mt sul mare. In altri punti la costa è bassa e si apre su una grande spiaggia con un porticciolo per l'ancoraggio dei pescherecci. Nella punta sud-est della spiaggia di Spilea sgorga una potente sorgente di acqua dolce. La spiaggia di Potam è situata in un luogo meraviglioso: fra rocce che scendono oblique sul mare e altre che cadono a picco. La sabbia bianca contrasta con il blu profondo delle acque e il verde-grigio dei pendii. È raggiungibile in macchina. Riparata dai venti, permette di fare il bagno anche in inverno Poco prima di arrivare a Himara, si trova la spiaggia di Livadha. Porto Palermo Si trova nell'insenatura di Panormi, a sud-est di Himara, fra la penisola di Panorma e quella di Kavadon. Una piccola penisola rocciosa che entra in mare per circa 300 metri divide l'insenatura di Panorma in due parti: quella di Armeridha, a nord-ovest e quella di Shen Koll a sud-est. L'insenatura di Panorma è di origine tettonica, riconoscibile dal profilo frastagliato delle coste. Conosciuta sin dall'antichità, la troviamo indicata nelle vecchie mappe. Il castello di Alì Pascià È uno dei monumenti storici più importanti del distretto, realizzato da Alì Pascià Tepelena. Ha la forma di un pentagono regolare, con la porta principale sul lato est e le mura spesse più di un metro. L'interno è diviso in molte sale, illuminate dalla luce del corridoio centrale. L'intera terrazza della fortezza è circondata da mura che servivano per la difesa del territorio e dal mare. Purtroppo oggi è in stato di abbandono, ma è rimasto intatto nelle strutture portanti. Arricchito di cunicoli e passaggi segreti, lo si può visitare salendo fino alle mura superiori. Era una delle residenze di Alì Pascià, costruito alla fine del Settecento su un edificio precedente. L'esistenza di una fortezza a Porto Palermo è documentata già dal IV sec. a.C. Sopra la porta d'accesso della fortezza, una lastra di marmo riporta queste parole: "... girate le prue marinai e venite senza timore / del vento e delle onde io calmo il furore / dal cielo in eterno prendo gloria e ardore / di pietra le himariote armarono il mio cuore / dei nemici son la morte e degli ospiti quiete e onore / Ali, il coraggioso, è il mio signore." Qeparò Procedendo verso sud si incontrano ancora montagne che si affacciano al mare, colori dal grigio all'ocra al blu marino e si è colti da un senso di meraviglia e stupore per la bellezza selvaggia e immacolata di questi luoghi. Sulla strada si incontra il villaggio di Qeparò, con la grande spiaggia che precede il centro abitato, le case del vecchio villaggio, i limoni e gli aranci negli orti; si assorbe una sensazione di quiete e tranquillità. Purtroppo anche qui le costruzioni abusive stanno distruggendo il paesaggio: cemento armato e abusivismo edilizio si sostituiscono alle case tradizionali. Borsh Circa 23 km prima di Himara, sulla strada verso Saranda, si incontra il castello costruito sulla montagna di Borsh. La vicinanza al mare, le spiagge tranquille, le numerose sorgenti d'acqua fredda, l'aria pulita e l'ospitalità degli abitanti ne hanno favorito lo sviluppo turistico. Gli

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abitanti del villaggio sono impegnati nella coltivazione degli agrumi, ulivi e viti, nella produzione del miele e nella pesca. Non lontano dal villaggio, percorrendo una strada secondaria, si arriva all'antica fortezza di Borsh (IV sec. a.C.), dove si possono ammirare i resti delle mura, ciò che rimane delle abitazioni e una moschea del XVIII sec. Vi segnaliamo la grande spiaggia di Borsh, molto frequentata durante l'estate. Al centro del villaggio il bar ristorante sopra il torrente è uno dei più tipici della zona. Un caffè o una bevanda rinfrescante consumata in quell'ambiente è un'esperienza che non si dimentica. Molto cordiali i proprietari del bar, sono uri ottimo contatto anche per affittare una casa per la stagione estiva. Lasciata Borsh, dopo 8 km si arriva al villaggio di Piqeras, compreso nel distretto di Saranda. A poca distanza dal piccolo villaggio segnaliamo la spiaggia di Bunec, con due bar-ristoranti e la possibilità di affittare sedie a sdraio. Spostandosi verso l'interno si possono ammirare le terrazze di agrumeti di Perparim e Lukove. Imboccata la strada che conduce a Saranda, si attraversa la zona di Nivice-Bubar, dove si incontra una serie di piccoli villaggi con case bianche ad un piano, col tetto marrone e ulivi e fichi tutt'attorno. Saranda La più meridionale delle città albanesi, distesa sul golfo omonimo, situata sulla collina che si affaccia sul mare. Questa piccola città trae le sue origini dall'antica Onhezmi, le cui tracce risalgono al I sec. a.C. Importante centro per le popolazioni illiriche dei Kaoni, in seguito fece parte della più grande comunità dell'Epiro, conosciuta col nome attuale, Onhezmi, oppure con quello di Anchezmi. Durante i primi secoli del Medioevo fu sede del vescovato ed ebbe stretti contatti con Roma e col Papa. Nel VI sec. fu invasa e distrutta dagli ostrogoti. Durante i sec. X-XI la città si sposta prima verso Gjashta, con la costruzione della chiesa dei Quaranta Santi (da cui il nome di Saranda) poi sulla collina di Lekures, con la costruzione della fortezza, luogo più sicuro per la popolazione. Durante il Medioevo cadde in mano turca e perse la sua importanza, trasformandosi in un piccolissimo porto, base di una sparuta guarnigione militare. Divenne proprietà privata del sultano Abdyl Hamit e, dopo l'indipendenza, durante il regno di Zog, fu concessa in dono a quest'ultimo. Mussolini mutò il suo nome in Porto Edda, in omaggio a sua figlia. Durante il regime comunista Saranda ebbe uno sviluppo limitato, ma la popolazione aumentò fino a 15.000 abitanti. Dopo la caduta del regime, la popolazione è raddoppiata nel giro di dieci anni, per l'arrivo di immigrati da altre parti della regione e del Paese. Oggi Saranda è la città più turistica della regione, oltreché la più pulita. La vicinanza ai centri antichi di Butrint e Finiq, il suo stesso patrimonio archeologico, il clima caldo e soleggiato, le strutture alberghiere, la vicinanza con Corfù e le terre greche, ne fanno una mèta frequentata non solo dal turismo albanese, ma anche da quello straniero. Come arrivare Si può arrivare percorrendo la strada che costeggia la riviera albanese, partendo da Valona (124 km). Saranda è raggiungibile anche dalla città di Gjirokastra in 171 chilometri. Tenuto conto delle precarie condizioni delle strade si consiglia sempre la massima prudenza. 1 pullman che partono da Tirana (il mattino alle sei o alle sette e trenta) raggiungono Saranda dopo circa otto ore di viaggio. Anche Valona è collegata a Saranda con un servizio di pullman. In questo caso il viaggio dura 5 ore e, al costo di 600 leke, si gode di un paesaggio per lo più incontaminato. Informazioni pratiche Trasporti e comunicazioni. Saranda è collegata con le principali città dell'Albania. Due sono le strade principali: la prima in direzione Gjirokastra, continua per Fier e da qui per Tirana; l'altra in direzione Valona, costeggia la riviera, prosegue per Tirana e per altre città. Il trasporto viene effettuato essenzialmente con i pullman. Le corse iniziano dalle sei del mattino: il costo del biglietto per Tirana è di 1000 leke, appena 600 leke per Valona. Il trasporto urbano in città è assente ma le ridotte dimensioni del centro abitato permettono di

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visitarlo agevolmente a piedi in mezz'ora. Il collegamento con i villaggi dell'interno è assicurato dai minibus o dai taxi. Il prezzo di questi ultimi varia in base alla destinazione, ma si aggira intorno ai 70 leke al km. Si consiglia sempre di trattare prima il prezzo. Durante l'estate i collegamenti marittimi con l'isola di Corfù sono quotidiani, il traghetto trasporta sia passeggeri che autovetture.

Telefono e internet Anche a Saranda la telefonia pubblica rimane un problema a causa dell'esiguo numero di cabine telefoniche e della scarsa qualità del servizio. Il prefisso della città è 0852. In città c'è un internet-cafe vicino al Municipio, sulla strada che porta alla piazza principale. Banche e servizi postali Ci sono poche banche, che offrono servizi limitati. La Cassa d Risparmio (Banka e Kursimev) e la Banca Nazionale Commercial.; (Banka Kombetare Tregtare) sono ubicate in prossimità del centro. L'ufficio delle poste si trova in centro, vicino al Municipio. Anche qui i cambiavaluta si trovano vicino alle fermate dei taxi. Naturalmente per cambiare i soldi conviene sempre rivolgersi a loro. Sicurezza e servizio sanitario Saranda è in assoluto una delle città più tranquille e sicure dell'Albania, oltreché la più pulita. I sarandioti sono gente tranquilla e ospitale. Qualora fosse necessario il numero della stazione della polizia è 2205, quello dell'ospedale 2312. Agenzie e servizi turistici In città operano tre agenzie turistiche. Diversi alberghi offrono servizi turistici come organizzazione di gite in barca, trasporto alle spiagge più frequentate e visite ai luoghi d'arte della zona. Biblioteche e librerie Lungo una delle strade principali del centro ci sono due librerie coli pubblicazioni in lingua albanese, pochissimi i titoli stranieri. C'è anche una biblioteca pubblica. Cosa vedere La fortezza di Onhezmi è il monumento principale della città, costruita nel IV sec. a. C. I resti delle mura si trovano nel centro di Saranda. A pianta pentagonale, si affacciava sul mare. Delle venti torri difensive oggi ne sono rimaste otto. Sei sono i mosaici scoperti in punti diversi della città; uno di questi si trova all'interno della fortezza. Il mosaico più significativo e meglio conservato è stato rinvenuto all'interno del Museo Archeologico. Ha una superficie di circa 90 m2 e con tutta probabilità molto ancora rimane da scoprire sotto i pavimenti delle altre camere del Museo. Tutti i mosaici, datati 11-III sec. d. C., presentano motivi floreali e animali, mescolati a figure geometriche. Vicino al villaggio di Butrinto si trovano due siti archeologici che testimoniano tracce di vita dell'età preistorica: Xara e la grotta di Shen Meri. Da non mancare la visita al castello di Lekures; dalla sommità della collina dove si trova la fortezza, recentemente restaurata, si gode di un bellissimo paesaggio, che comprende la baia di Saranda e le zone dell'interno. Nel castello sono stati realizzati un ristorante e un bar all'aperto. Cosa fare Anche a Saranda, come a Valona, le passeggiate pomeridiane sul lungomare sono una piacevole abitudine per gli abitanti. Una sosta nei bar e nei caffè della città può rappresentare un piacevole diversivo. Segnaliamo i più caratteristici: Mangllara, Beqo, Butrinti. Durante l'estate funzionano tre discoteche: Paradise, Afrika e Mambo. Al molo si possono prenotare gite in barca per visitare le spiagge più lontane. Alla fine del mese di agosto si svolge la manifestazione teatrale internazionale "Butrinto 2000", a cui partecipano gruppi provenienti da vari paesi europei. Gli spettacoli artistici organizzati durante

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l'estate e rappresentati a Ksamil, nella fortezza di Lekures e a Butrinto sono numerosi. Interessanti le visite al Museo Storico, alla Casa della Cultura o al Centro per l'educazione dei bambini. Per lo shopping ci sono i piccoli negozi nei dintorni del centro e lungo le strade interne della città. Arte e folclore La zona del distretto di Saranda rappresenta uri intreccio molto interessante di arte e folclore, risultato della mescolanza delle diverse etnie che popolano l'Albania; infatti, il distretto comprende le zone di Laberia, Ciamuria, una parte della Riviera e le zone abitate dalle minoranze greche. Sorprendente la varietà degli abiti, da quelli dei lab e dei ciam, con la fustanella (sottana maschile bianca, a pieghe, che copre appena il ginocchio), il tirqe (pantaloni maschili larghi con la vita al ginocchio, che poi si stringono dal ginocchio alle caviglie), lo xhamadan (un gilet molto stretto, solitamente di colore nero) e il copricapo (caratteristico, di solito bianco, a forma di paraboloide che termina con la cosidetta "antenna") degli uomini, i quelli più colorati, indossati dalle donne delle minoranze greche. Il canto polifonico è presente in tutta la zona, anche se con differenze di stile da una etnia all'altra. Unica, invece, la canzone della zona di Delvina, col saze (una piccola orchestrina) che accompagna il gruppo o il singolo cantante. Questa zona si distingue anche per la lavorazione della lana, del legno, del ferro, del rame e per la produzione delle caratteristiche scarpe dei contadini. Dove dormire Saranda offre, con qualche eccezione, una serie di piccoli albergh, con prezzi medio bassi. Quasi tutti con camere doppie (con la possibilità di aggiungere un terzo letto), servizi di base e ristorante ai pianterreno. Tutti gli alberghi hanno il Wc in camera e assicurano il parcheggio auto. Ne segnaliamo alcuni: Hotel "Butrinto" (tel. 08525592). È il miglior albergo di Saranda e uno dei migliori di tutto il paese. Interamente ristrutturato, oggi offe camere con arredo moderno, aria condizionata, Wc in camera, Tv in camera, sala fitness, due piscine, campo da tennis, calcetto, pallavolo, un ristorante da 100 coperti, pizzeria, sala conferenze e parcheggio con 70 posti auto. A soli 20 mt dal mare. Prezzi 70-10,) euro/notte. Hotel "Dea". 32 posti letto, aria condizionata, Wc in camera, Tv in camera, piscina, bar e ristorante con 100 coperti. Il prezzo per una camera durante la stagione estiva è di 50-70 euro/notte. Hotel "Grand Hotel" (tel. 08525574). Si trova sul Lungomare della città, praticamente sul mare. Dotato di ambienti comodi e attrezzature moderne, ha anche la spiaggia privata a disposizione dei clienti. Il prezzo va da 50-70 euro/notte. Hotel "Kaonia" (tel. 08522600). Si trova sul lungomare della città a offre stanze con aria condizionata e Wc in camera. Ha 16 camere con 34 posti letto. Si può pernottare per 30-40 euro/notte, compresa la prima colazione durante la stagione estiva e a prezzi molto inferir ri fuori stagione (1500 leke/notte). . 0852765). Hotel “Ari” (tel. 0852765) Situato sul lungomare con aria condizionata, Wc in camera, Tv in camera e servizio ristorante con 100 co erti Cucina albanese e internazionale. Il prezzo per una camera è di 30-40 euro/notte, prima colazione inclusa. H t 1 "Tat ti" t 1. 08523517). Sempre sul lungomare della città, ha 35 camere comode,Tv, minibar e ristorante da 200 coperti. Cucina tradizionale della zona. Si può pernottare per 30-40 euro/notte, prima colazione inclusa. Hotel "Lindi" (tel. 08523756). Si trova vicino all'ex agenzia viaggi ed ha 20 posti letto, aria condizionata, servizio e telefono in camera. 11 bar ha una capienza di 50 posti. Il prezzo va da 20-30 euro/notte. Hotel "Palma" (tel. 08522929). Si trova sulla spiaggia nuova della città, con 17 camere e 34 posti letto. Le stanze hanno il frigorifero e Tv. Il prezzo va dagli 8 ai10 euro / notte. Hotel "Aulona" (tel. 08523155). Si trova nel quartiere nr. 1. Ha 12 camere con frigorifero e Tv. Al secondo piano ci sono gli appartamenti con uso cucina. Si può pernottare per 8-10 euro/notte.

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Dove mangiare Naturalmente tutti i ristoranti di Saranda offrono piatti a base di pesce e di prodotti ittici, oltreché piatti tradizionali della zona. Non mancano specialità della cucina internazionale, come quelle italiana e greca. Molto resta ancora da fare per elevare il livello della cucina e del servizio. Ne segnaliamo alcuni: Ristorante "Butrinto". È il ristorante dell'omonimo Hotel. Cucina albanese e internazionale, pizzeria all'aperto e ottimo servizio. Aperto tutto l'anno. I prezzi per un pasto completo vanno da 20003000 leke. Ristorante "Lekuresi". Situato nel castello di Lekures, ad una decina di minuti dalla città di Saranda, in direzione Butrinto. Ottima posizione e accurata ricostruzione degli ambienti. Cucina tradizionale albanese, cacciaggione e piatti internazionali. Bellissimo anche il bar all'aperto. Il prezzo medio per un pasto 2000-3000 leke. Ristorante "Zeino". Situato sulla collina all'entrata della città, serve piatti a base di pesce e di carne. Cucina casareccia. Prezzi molto contenuti (1000-2000 leke). Ristorante "Gjicali". Anche questo ristorante si trova sulla collina all'entrata della città, offre piatti tradizionali della zona. Prezzi molto contenuti. Ristorante "Ada". Nel centro di Saranda, raccomandato per i piatti a base di pesce fresco e di prodotti ittici, vanno assaggiati le cozze della laguna di Butrinto, i gamberi e i calamari. Prezzi medi. Ristorante "Tatzati". Nel centro di Saranda. Cucina tradizionale con piatti a base di carne, specialmente arrostita, e cucina casereccia. Ristorante "Pipo Evangjellos". Pizzeria con una grande varietà di proposte. Prezzi economici. Spiagge Il lungomare della città presenta spiagge piccole, ma nei dintorni di Saranda si trovano spiagge molto belle e grandi. Bellissime quelle di Krorez, nell'insenatura di Kakomè, lunghe circa 3 km e attigue fra loro. Sono spiagge di sabbia, larghe dai 2 ai 5 mt, raggiungibili sia da terra, attraversando una gola nelle vicinanze del villaggio di Nivica-Bubar, che via mare, attraversando il capo di Qefali, a circa 3 km da Kakomè. Nella prima spiaggia c'è una sorgente di acqua dolce e molto fredda. Un'altra spiaggia è quella di Ksamil, nell'insenatura di Tetransì, a sud di Saranda, le cui quattro isolette di fronte si possono raggiungere con imbarcazioni che partono sia da Ksamil che da Saranda. La spiaggia è pulita e vi si trovano due alberghi e alcuni ristoranti, con prezzi generalmente inferiori rispetto alla città. Anche Ksamil è una cittadina molto tranquilla. Si possono visitare le spiagge di Borsh, Pigeras e Lukove, che rimangono fuori città. La stagione calda inizia dai primi di maggio e dura fino a ottobre. Butrinto Considerato patrimonio dell'umanita dall'UNESCO. Situato a sud della città di Saranda, a soli 21 km, è uno dei siti archeologici più importanti e ricchi del paese. Butrinto esiste da più di 1500 anni e vi si conservano i resti di monumenti appartenuti a varie epoche storiche, dalla prima metà del primo millennio a. C., fino al periodo del dominio di Alì Pashà. Uno dei monumenti più significativi dell'età paleocristiana è il Battistero, costituito da una sala principale e da una secondaria, entrambe pavimentate con mosaici che rappresentano motivi della flora e della fauna della zona, da Vjosa fino a Nicopoli. Il pavimento è formato da 69 medaglioni raggruppati in sette cerchi concentrici. Il fonte battesimale è del VI sec. a.C. Altro luogo di grande valore artistico è la Basilica, costruita alla fine del VI sec. d.C. Le sue mura si conservano intatte ancora oggi, i' pavimento è costituito da lastre di pietra, mentre gli archi delle finestre sono di mattoni. Lo stile architettonico e le dimensioni delL basilica testimoniano l'alto livello delle costruzioni paleocristiane ir Albania. L'anfiteatro di Butrinto, situato al centro della cittadina, ai pied i della collina è una delle meraviglie dell'antichità. Per la realizzazio - ne delle gradinate (undici in tutto) è stata sfruttata la pendenza della collina. La parte sud del teatro è costituita da una piattaforma di pietra e dalle quinte scenografiche. Il teatro è ancor oggi utilizzato per le medesime finalità. A Butrinto si possono ammirare anche due fortezze costruite in età medievale, una delle quali, situata all'entrata della cittadina antica, è a pianta quadrata. Si caratterizza per la particolare

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realizzazione delle mura con pietre ben lavorate e per le numerose finestrelle. La costruzione fu terminata nel XIX sec. L'altra fortezza è quella di Vivar, costruita alla fine del XVIII sec. La peculiarità di questo edificio sono le alte torri rotonde poste sui quattro angoli. La cinta muraria è spessa un metro e mezzo. Per visitare la fortezza occorre guadare il fiume che la divide dalla città. Come arrivare Butrinto si trova a una ventina di minuti da Saranda, in direzione sud. La strada è stata migliorata negli ultimi anni ed il paesaggio è ancora molto bello. Di raro fascino la località di Ksamil, fronteggiata da quattro isolotti rocciosi e bagnata da acque ancora trasparenti. Le isole hanno avuto origine con il distacco della terra ferma, risultato dell'attività di erosione delle acque durante il jurassico. L'isola più grande, con una superfice circa 5 ettari, si trova a circa 600 mt dalla costa, un'altra a circa 500, con una superfice di 1,3 ettari. Le altre due isolette (1,1 ettari e 0,8 ettari) sembrano più delle rocce emerse che vere e proprie isole. Le loro coste sono frastagliate e sono ricoperte da una folta vegetazione di macchia mediterranea. Nell'isola più grande è stata portata acqua dolce per permettere la sopravvivenza degli animali selvatici. Lasciata Ksamil e procedendo verso sud, si arriva in pochi minuti al Parco Nazionale di Butrinto, che comprende un bosco di circa 25 ettari e la laguna di Butrinto. Il parco è ricco di vegetazione e di fauna. Nella laguna si trovano molte specie di pesci come l'orata, la spigola, l'anguilla e numerosi allevamenti di cozze.

Finiq antica Lasciata Saranda e viaggiando verso est per circa 15 minuti, si arriva nei pressi del villaggio di Finiq. Ad oggi non esiste una strada asfaltata che colleghi Finiq antica con il villaggio abitato, si è perciò costretti a percorrere un sentiero molto dissestato. 2400 anni fa, sulla collina attigua al paese, veniva fondata l'antica Fionica, una delle città più potenti dell'Epiro, che, nel III sec. a.C., divenne la capitale della Lega Epirota. Autori antichi come Polibio, Strabone, Tolomeo e molti altri hanno narrato le vicende della città. Grazie agli scavi archeologici, iniziati nel 1923 da una missione italiana guidata dal prof. Luigi M. Ugolini, si possono ammirare i resti delle mura che circondavano l'acropoli, costruite con blocchi quadrati di pietra; parte dell'edificio centrale che dominava la città e tracce di altri edifici minori. Importanti la necropoli e i depositi d'acqua. Interessante è la tecnica costruttiva usata dagli abitanti di Fionica per la realizzazione delle colonne: a differenza dei Romani, essi lavoravano un'unico blocco di pietra.

Delvina Delvina si trova a nordest di Saranda, lungo la strada che conduce a Gjirokastra. È conosciuta soprattutto per la produzione del vino rosso, molto aprrezzato nella zona. Di grande pregio sono i costumi delle donne e degli uomini di Delvina, colorati e finemente realizzati. Altrettanto apprezzata la canzone popolare, con una particolare vena melodica. Sebbene la canzone popolare albanese sia stata oggetto di contaminazioni greche e slave, quella di Delvina resiste, per le sue lontanissime origini e per la sua originalità. A Delvina si trova la famosa sorgente di Occhio Azzurro (Syri i Kalter), la più grande delle diciotto sorgenti, dove nasce il fiume di Bistrica. Le acque fuoriescono dai piedi del Monte Vasto (Mali i Gjere), nei pressi del villaggio di Muzina. La portata d'acqua di Occhio Azzurro è di 6 metri cubi al secondo, con una temperatura di 13°C. Il colore dell'acqua al centro della sorgente è blu intenso e va attenuandosi all'esterno; forse da ciò deriva il suo nome. Nella folta boscaglia, non lontano dalla sorgente, vivono la volpe e diverse specie di uccelli e rettili. Il posto è di grande richiamo turistico.

Mesopotam A 14 km di strada da Saranda, in direzione est, è situata la chiesa di Mesopotam. È uno dei rari luoghi di culto bizantino ben conservati dell'intero Paese e risale al XIII sec. L'edificio sembra un mosaico composto dall'alternarsi di file di mattoni, pietre e di mattonelle. Lungo le pareti esterne sono state disposte delle statue: la chimera, il cane, il leone, le palme. La meraviglia coglie ogni visitatore che entri all'interno della chiesa. Sulle due absidi e sull'altare si trovano pitture murali di

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rara bellezza. Il pavimento della chiesa è decorato con lastre di pietra e frammenti di mosaici. In questo edificio si celebrano a tutt'oggi cerimonie religiose.

Kusum Baba

La collina che sovrasta la Moschea di Valona, è dedicata alla venerazione di Kusum Baba, fra le figure più note nella comunità islamica dei Bektashi, uno degli ordini di Dervishi Sufi, che arrivarono in Albania dalla Turchia e vi stabilirono i loro monasteri o tekke. Secondo la tradizione Kusum Baba vagò fino a Valona e a Kanina nel primo periodo della dominazione turca. Arrivato nei pressi delle due città con altri compagni, fu attaccato nei pressi di un passo di montagna da un grup-po di ladri che gli staccarono la testa dal collo. Il sant'uomo raccolse da terra la testa tagliata e proseguì il viaggio fino alla collina che porta il suo nome. Qui giunto, proprio nel punto panoramico di osservazione della città, svenne e mori non senza aver raccomandato ai suoi compagni di costruire per lui una tomba. In realtà furono costruiti un mausoleo e un monastero, grazie ai finanziamenti delle famiglie nobili di Valona. Il viaggiatore turco Evliya Celebi, che visitò Valona nel 1670, così descrive il luogo: "ad est della Fortezza, si trovano alture. Le colline e i campi sono coltivati con alberi da frutto, vigne e orti di ulivi. Sulla cima è situata la tomba di Kusum Baba Pascià, con accanto un monastero abitato da pochi Dervisci". I Bektashi sono uno dei gruppi di Dervisci originato dalla cultura Sufi e caratterizzato, come gli altri, da una spiritualità interiore molto ricca, fondata sulla valorizzazione di esperienze mistiche. Gli Albanesi furono molto ricettivi alla propaganda di alcuni principi dei Bektashi, come la tolleranza per le altre religioni, la tendenza ad essere aperti in fatto di credenze e pratiche religiose. Secondo alcuni, sotto l'ombrello Baktashi alcune pratiche cristiane vengono inglobate nella nuova dottrina, come è accaduto con la cultura mistica dell'animismo nell'Islam Sufi, che si diffuse nell'Asia sud-orientale. Gran parte della regione meridionale dell'Albania si convertì, toccando il picco alla fine del Settecento, anche grazie alla spinta di Ali Pascià Tepelena, che era egli stesso un Bektashi. In Albania si calcola che il 15% della popolazione sia Bektashi, ma a Valona la comunità raccoglie ben il 70% della popolazione. Tutti i culti sufi furono aboliti durante il regime socialista. I Bektashi furono gli ultimi, nel 1967. Il mausoleo di Kusum Babà a Valona è stato riaperto nel 1998. Il luogo di culto è molto frequentato e accanto c'è un ristorante rinomato. Secondo una nota dei servizi segreti italiani, poi pubblicata da qualche giornale, qualche anno fa Bin Laden sarebbe stato a Kusum Babà e avrebbe più volte mangiato in quel ristorante. Alcuni turisti vi si recano proprio per questo, confusi tra i fedeli (che sono per la maggior parte donne), tra le famiglie locali che ammirano il panorama sulla città, il tramonto verso Sesan ed i clienti del ristorante.

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10. Gite

Ci sono almeno tre città vicino alla regione di Valona dove vale la pena assolutamente di andare: Berat, Gjirokastra e Tepelene. Più per finire un piccolo viaggio verso il sito archeologico di Apollonia che è nella regione confinante di Fier. Si tratta di gite di un giorno.

Berat La città ha circa duemilaquattrocento anni. Fu fondata, infatti nel IV -V secolo a.C. come insediamento della tribù illirica dei Desaratti. Dal III secolo, nota con il nome di Antipatrea, fu trasformata in città fortezza. Berat presenta tracce architettoniche di vari periodi, da quello romano (II secolo a.C.), a quello bizantino, a costruzioni dell'influenza bulgara, alla ricostruzione di Comneno nel XIII secolo, alla lunga dominazione ottomana. Lo sviluppo della città come centro commerciale dal XVII al XIX secolo ha dato a Berat l'impronta che tuttora la caratterizza. Raggiungibile da Valona in un paio d'ore al massimo. È una delle più importanti città d'arte dell'Albania, situata nella valle del fiume Osuri, ai piedi del monte Tomor e del monte Shpirag, con una parte dell'abitato in pianura e una parte su due colline. Colpisce subito per il colore bianco delle case tradizionali, le cui facciate sono ornate da grandi finestre. Tra gli albanesi tradizionalmente Berat era appunto chiamata "La città delle mille finestre". È in lista per entrare tra i luoghi protetti dall'UNESCO per il programma World Heritage.

Cosa vedere. Il quartiere di Mangalem, da cui la città prende il nome di "città delle mille finestre", con i vicoli e le strade, è da visitare. La Chiesa della Santa Trinità è un esempio di architettura bizantina del XIV secolo. La Cattedrale di Santa Maria, costruita nel 1797 sulle rovine di una chiesa precedente, è un esempio di chiesa post-bizantina. Qui si trovano le icone di Onufri. Il Museo delle Icone di Onu fri, aperto nel 1986, è il luogo più noto di Berat. Vi si possono ammirare molte icone dipinte da Onufri e dai continuatori del suo stile. Onufri, vissuto nel XVI secolo, è stato uno dei pittori di icone più originali non solo della storia dell'arte albanese, ma di tutti i Balcani. Le sue icone, ispirate allo stile bizantino, presentano, però, un carattere di maggiore espressività nei volti delle Madonne, tanto da far ritenere possibile un rapporto tra Onufri e la contemporanea pittura veneta. Il numero delle icone esposte è limitato, ma molte altre opere di pittura sono conservate nella città. Il Museo è ubicato all'interno della Cittadella, sul colle più alto della città, uno dei complessi architettonici più interessanti di tutto il paese. All'interno ci sono abitazioni storiche, le rovine di una Moschea, chiese bizantine, tra cui quella di Santa Maria, dove si trova anche il Museo La città vecchia merita una passeggiata, non solo per le case, ma anche per la Moschea piombata che risale al XVI secolo e quella detta degli scapoli, che è stata per un lungo periodo il centro di esposizione dell'arte materiale di Berat. Dove dormire. Se capita di dover passare la notte a Berat, l'Hotel Tomori, rinnovato recentemente, con 56 stanze, 107 letti, parcheggio, Tv ed aria condizionata è l'ideale. Tel. 062/34462 oppure 34062. Dove mangiare. Ci sono molti ristoranti. Si mangia nello stesso Hotel Tomori oppure al Piccolo Grande amore dove ci sono pietanza italiane. Gjirokastra Altra città storica detta dei Duemila scalini o La città di pietra, nota per le sue fortificazioni. Le tracce di urbanizzazione risalgono ad un insediamento illirico del I secolo a.C. Il castello che domina strategicamente l'area compresa tra il Mar Jonio, l'interno e il confine con la Grecia, risale al IV

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secolo a.C. La città, sviluppata lungo i fianchi delle colline, risale, invece, al XVIII-XIX secolo ed è uno degli esempi più significativi di architettura albanese. Lo stile delle case è simile a quello di Berat, ma conserva il carattere di fortezza collettiva sviluppando l'incasato lungo i fianchi delle colline in senso verticale. La parte superiore delle costruzioni è aperta con larghe finestre e il caratteristico "cardak" strutturato in legno. Le pareti sono decorate. Anche questa città è visitabile in un giorno da Valona. Nota anche perché ha dato i natali ad Enver Hoxha e con lui ad una parte rilevante del gruppo dirigente comunista. Si possono ammirare ville molto grandi sulle colline della città, estremamente piacevoli alla vista e decorative. Anche Gjirokastra è circondata dai monti. Cosa vedere. Il Castello è una delle mète turistiche più popolari dell'intero paese. Si tratta di un'enorme e panoramica fortezza che domina tutta la pianura sottostante, dove scorre il fiume Drino. Sulla sommità si trova il Museo delle Armi, dove sono conservati cannoni della Seconda Guerra Mondiale, armi tradizionali e armi convenzionali, che abbracciano un lungo periodo storico. Una passeggiata per il paese, tra le case caratteristiche, la chiesa bizantina di San Michele Arcangelo, la Moschea, il bazar ed i bellissimi cortili è consigliata.

Dove dormire. In caso di pernottamento l'Hotel Cajupi ha 45 stanze con 90 letti e un ristorante. Ci sono stanze fornite di Tv e frigo. Tel. 0726 2367/ 2409. Nuovi alberghi fuori città, sulla strada principale che viene da Tirana.

Dove mangiare. Ci sono molti piccoli ristoranti. Lo stesso Hotel Cajupi è un buon posto. Tepelene Piccola città, molto suggestiva collocata anch'essa in zona montana. Nota per essere la patria di Alì Pascià. È incastonata in una valle tra i monti. Sede di una diffusa acqua minerale. Ha un bel castello, colline alte e scoscese sulla valle. Apollonia Insieme a Butrinto e Durazzo antica, il luogo archeologico più rilevante dell'Albania. Ci si arriva lasciando la strada principale a Fier. Si può osservare l'intero impianto della città antica. All'esterno ci sono le mura di costruzione e origine illirica. All'interno da non perdere il Bouleteron, una costruzione del periodo ellenistico con sei colonne corinzie che da un'iscrizione risultano essere del II secolo a.C. Il complesso, detto Odeon, le rovine del tempio di Artemide, la Biblioteca, la Fontana, la Casa con Mosaico testimoniano una città ricca. Se si considerano anche le mura citate, il complesso autorizza a pensare che la città avesse almeno cinquantacinquemila abitanti. Un Museo sui ritrovamenti di Apollonia si trova nel Monastero del XIII secolo, accanto al quale si trova la chiesa Bizantina di Santa Maria, costruita nel XIV secolo, che potete facilmente trovare. Un altro luogo da visitare è il Monastero di Santa Maria nel villaggio di Ardenica. Nel periodo socialista fu trasformato in museo e poi in albergo. Vi si arriva girando a sinistra sulla strada per il villaggio di Kolonja, a metà strada tra Fier e Lushnje. All'interno ci sono icone del pittore Kostantin Shpataraku, vissuto nel XVIII secolo. Si può vedere anche un ritratto del principe Karl Topia, cognato di Skanderberg.