Valle del Belìce

2
Valle del Belìce Itinerario Archeologico Un itinerario archeologico nel Belice non può che partire dal Parco Archeologico di Selinunte e del- le Cave di Cusa, uno dei più importanti del Mediterraneo per la posizione, il perfetto inserimento nel paesaggio, la sua ampiezza (è uno dei parchi più grandi ed importanti al mondo), l’imponenza dei suoi templi. L’itinerario archeologico nel Belìce risulta significativo per tutte le epoche antiche: dalla preistoria a quella greca, dalla cultura Elima a quella medievale, quest’ultima riconoscibile nella rocca di Entella e nella necropoli Pignatelli a Menfi. Nel museo della preistoria del Belìce a Partanna, i vasi dello stile del campaniforme, i resti di faune ed i corredi funebri provenienti dalle necropoli dell’area archeologica dello Stretto, raccontano la civiltà dei fossati. A Castelvetrano il Museo Civico espone il famoso Efebo di Selinunte, statua in bronzo di pregevolissima fattura (480- 460 a.C.), insieme a vasi, lucerne e a una lamina in piombo (Lex sacra) con inscritta una legge del V sec. a. C. Anche l’antiquarium di Entella nel comune di Contessa Entellina e l’antiquarium di Monte Adranone a Sambuca di Sicilia raccolgono numerosi oggetti della storia antica di questo territo- rio. Segesta, dall’alto del Monte Barbaro, è uno dei centri indigeni tra i più importanti della Sicilia Occidentale, costituito dagli Elimi da un popolo di origine peninsulare. Questa città ebbe un ruolo preponderante negli avvenimenti storici che la portarono a ripetute lotte con Selinunte che sicura- mente tentava di conquistarsi uno sbocco nel Mar Tirreno. Nel corso della prima guerra punica, si alleò con i Romani. Nel 430-420 a.C. fu edificato il Tempio di tipo dorico-siceliota, all’interno delle mura urbiche. L’itinerario non si esaurisce con i musei; i siti ancora poco studiati di Castellazzo a Poggioreale e di Mokarta e Monte Polizo a Salemi, hanno già messo in luce importanti reperti della cultura Elima. Si tratta di aree archeologiche lungo la valle del Belìce, facilmente visitabili durante i periodi di scavo con missioni affidate a gruppi nazionali ed internazionali. Itinerario Naturalistico La natura del Belìce nei mesi primaverili assume una tale bellezza, una tavolozza di colori così ricca di essenze e profumi che difficilmente si cancella dai ricordi. A caratterizzare il particolare paesaggio belicino le riserve naturali di Grotta di Entella e Grotta di Santa Ninfa, che permettono di visitare e conoscere le peculiarità geologiche, vegetazionali e faunistiche attraverso un’escursione nel tipico paesaggio dell’entroterra gessoso della Sicilia occidentale che si sviluppa nella Rocca di Entella e nel territorio compreso tra Santa Ninfa e Gibellina. Luoghi in cui la valle del Belìce si riesce a cogliere nella sua interezza fino a giungere nella Riserva naturale della Foce del Fiume Belìce e dune limitrofe, dove sulla riva costiera una flora dunale fa cogliere ulteriori peculiarità naturalistiche. Lungo questo territorio altri posti conosciuti più per l’interesse archeologico legato al periodo preistorico come la contrada Stretto a Partanna e il Castello della Pietra a Castelvetra- no consentono di vedere una natura incontaminata conservata per secoli. Diverse aree forestali comprese tra Castelvetrano, Salemi, Santa Ninfa e Sambuca di Sicilia e in particolare la riserva Naturale di Monte Genuardo, offrono la possibilità di fruire e vistare vaste aree di rimboschimento attrezzate e sempre più naturalizzate. Di particolare fascino l’area dell’abbazia di Santa Maria del Bosco a ridosso di Sambuca di Sicilia nel territorio comunale di Contessa Entellina. La nidificazio- ne della Cicogna ai margini del Lago Arancio, completa la visita naturalistica del territorio sambu- cese. A Salemi, in occasione del 150 anniversario, nasce il Museo del paesaggio dove viene esposto per immagini e citazioni il paesaggio nazionale. Itinerario Contemporaneo Un viaggio nell’arte contemporanea non può che iniziare da Gibellina nuova e dal Baglio Di Ste- fano, sede della Fondazione Orestiadi, attraverso la visita del Museo delle Trame Mediterranee, del Museo Civico di Arte contemporanea e della città nuova, vero museo “en plein air” che ci dà la possibilità di godere di una delle collezioni d’arte contemporanea più importanti d’Europa frutto della solidarietà degli artisti di tutto il mondo per la ricostruzione della città. Da Gibellina verso Santa Ninfa, dove il Museo Nino Cordio offre la collezione che il grande maestro ha donato alla città, e proseguendo attraverso un paesaggio di particolare bellezza si arriva al grande Cretto di Alberto Burri realizzato come un grande sudario sulle rovine di Gibellina, distrutta dal terremoto. A Salaparuta l’Archivio della Ricostruzione conserva in originale i progetti redatti per la ricostruzione delle città del Belice, consentendo di comprendere i processi di pianificazione e i disegni delle architetture contemporanee realizzate. L’itinerario del contemporaneo si conclude a Sambuca di Sicilia con le opere tessili dell’artista francese Sylvie Clavel e quelle di Gianbecchina che raccontano le tradizioni agricole e il paesaggio. Itinerario Antropologico A Salemi il museo del Risorgimento documenta il ruolo di questo territorio nelle battaglie per l’unità d’Italia con gli abiti, le armi, e i documenti del periodo garibaldino, mentre il piccolo museo agroforestale di monte Finestrelle, in territorio di Gibellina, raccontano nelle sue sale le tradizioni del Belìce attraverso gli oggetti d’uso e gli attrezzi legati alla cultura contadina, ed inoltre dagli spazi esterni del museo, collocato in un piccolo edificio rurale all’interno dell’area forestale, è vi- sibile un ampio panorama di questo territorio. A Santa Ninfa il museo dell’Emigrazione, attraverso vecchie foto e materiali originali, racconta dell’esodi della gente del Belice verso i paesi del mondo nella prima metà del sec. XIX. A Santa Margherita di Belìce si rivivono le pagine e le storie del Gat- topardo attraverso il manoscritto del famoso testo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Museo del Gattopardo), mentre il Museo Etno-Antropologico della Terra di Zabut a Sambuca offre ai visitatori l’ambientazione didattica dei cicli di trasformazione del frumento e del latte. Itinerario della Memoria Il più giovane tra i musei della rete è Belìce/EpiCentro della Memoria Viva a Gibellina, che racconta delle lotte della gente di queste terre a partire dalla marcia condotta da Danilo Dolci nel 1967 per poi attraversare i dissensi popolari post-terremoto e ricostruzione. A Santa Margherita di Belìce, nel nuovo edificio che ingloba le rovine della chiesa Madre, distrutta dal terremoto del 1968, è sta- to allestito il Museo della Memoria, al suo interno immagini del terremoto, articoli di giornali del tempo e documenti raccontano il terremoto del Belìce. Due strutture che lasciano nel visitatore forti emozioni, i disagi e le vicende di un popolo che si deve riappropriare della propria identità e della bellezza dei luoghi che ha perso. L’itinerario prosegue visitando i luoghi del terremoto e quin- di il centro antico di Poggioreale, i ruderi dell’antica Salaparuta e la vecchia Gibellina sulla quale Alberto Burri ha realizzato il suo “Cretto” considerato oggi una delle più importanti opere d’arte contemporanea d’Europa. Parco Archeologico di Selinunte e Cave di Cusa Il Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa “Vincenzo Tusa” e delle aree archeologiche di Castelvetrano, Campobello di Mazara e dei Comuni limitrofi è stato istituito dalla Regione Siciliana l’1.9.2010, come Servizio periferico dell’As- sessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana. Si tratta di uno dei parchi archeologici più grandi e importanti del mondo, coi suoi 270 ettari a Selinunte, più i 60 delle Cave di Cusa. Al suo interno si trovano imponenti strut- ture templari: sulla collina orientale il tempio G (o di Zeus), uno dei più grandi templi realizzati dai Greci, ed i templi E (o di Hera), tra le più pure espressioni dell’arte dorica, ed F; sull’Acropoli (dove si può notare ancora il sistema viario di tipo ippodameo) i templi A, O, B, C (o di Apollo), D, Y. A nord, si trova l’abitato, con l’Agorà, recentemente portata alla luce, e la tomba dell’ecista. Ad ovest si trovano il battistero bizantino, il piccolo santuario di Hera Matronale, quello grande di Demetra Malophoros, con il tempietto di Zeus Meilichios, la fontana della Gaggera e l’Antiquarium, il cosiddetto “tempio” M e le necropoli. L’area archeologica delle Cave di Cusa si trova a 13 Km circa da Selinunte, S.P. Tre Fontane, nel territorio di Campobello di Mazara (TP). Si tratta delle cave di cal- carenite, estese per circa 2 km, dove venivano estratti i rocchi di colonna per le costruzioni templari di Selinunte. Località Marinella di Selinunte 91022 Castelvetrano (TP) Orario d’ingresso: Tutti i giorni Periodo invernale dalle 9.00 alle 17.00; Chiusura Biglietteria: ore 16.00 Periodo estivo dalle 9.00 alle 19.00; Chiusura Biglietteria: ore 18.00 Costo biglietto visita Selinunte: intero 6,00, ridotto 3,00, residenti 1,00 Note: il biglietto d’ingresso a Selinunte è comprensivo della visita alle Cave di Cusa Costo biglietto visita Cave di Cusa: singolo intero 2,00, ridotto e residenti 1,00 T/F 0924 46277 M [email protected] facebook: PARCO ARCHEOLOGICO DI SELINUNTE E CAVE DI CUSA Parco archeologico di Segesta Segesta, sul Monte Barbaro, è uno dei centri indigeni tra i più importanti della Sicilia Occi- dentale, costituito da un popolo di origine pe- ninsulare –gli Elimi- che stando alla tradizio- ne storica proveniva da Troia (Tucidide, VI, 2). Questa città, ellenizzata nel suo complesso, ebbe un ruolo preponderante negli avvenimen- ti storici che la portarono a ripetute lotte con Selinunte che sicuramente tentava di conqui- starsi uno sbocco nel Mar Tirreno. Nel corso della prima guerra punica, si alleò con i Roma- ni (Diodoro, XIII, 5) ed in virtù della leggendaria origine troiana, Roma concesse a Segesta lo stato di città libera ed immune (Cicerone, Ver- rine, III, 6, 13), dotandola di un vasto territorio. Nel 430-420 a.C. fu edificato il Tempio di tipo dorico-siceliota, all’interno delle mura urbi- che, infatti, la città, in epoca classica, era mu- nita di una cinta muraria con porte monumentali; in età primo imperiale, una nuova linea di difesa era impostata ad una quota più bassa. Inoltre, fuori dal contesto urbano, sono visibili il Santuario di Contrada Mango (sec. VI-V a.C.) ed una necropoli di epoca ellenistica nell’area prospiciente la porta urbica principale detta ‘Porta di Valle’. Orario d’ingresso: dalle 9 alle 17; uscita: entro le 18 Ora Solare (ultima domenica Ottobre - ultima domenica di Marzo): Apertura Biglietteria - Ore 9.00; Chiusura Biglietterie - Ore 16.00; Chiusura Parco - Ore 17.00. Ora Legale (ultima domenica di Marzo - ultima domenica di Ottobre): Apertura Biglietteria - Ore 9.00; Chiusura Biglietteria - Ore 18.00; Chiusura Parco - Ore 19.00. Biglietto: intero 6,00, ridotto 3,00, residenti 1,00. T 0924 952356 _ F 0924 951747 _ M [email protected] “Un museo: conserva, protegge e valorizza gli oggetti legati alla tradizione e alla me- moria storica, culturale o sociale di un po- polo, di una etnia o di una comunità …può raccogliere collezioni legate all’arte, storia, scienza, alle tradizioni popolari... In una ac- cezione più nuova del concetto di museo, questo può essere inteso come spazio aper- to, quando un territorio e’ fortemente carat- terizzato da un tessuto urbano di particolare interesse o da un sistema di emergenze ar- chitettoniche, unitario e di particolare inte- resse.” C’è consapevolezza che l’identità di ogni luogo o piccolo centro del Belìce, di cui i mu- sei sono espressione, abbia la possibilità di consolidarsi solo in un sistema integrato a scala territoriale. Per raccontare una storia, che non è solo quelle dei singoli luoghi, ma quella di tutti i paesi della Valle del Belìce, per riflettere sul concetto di appartenenza e di comunità nasce la rete dei musei. La storia delle arti antiche, del suo territorio e paesaggio, delle sue modificazioni geologi- che, dei grandi maestri del contemporaneo, è già documentata in alcuni musei già for- temente strutturati e storicizzati e in altri di recente formazione. Sorge oggi l’esigenza, a partire da croniche carenze strutturali, di tentare la formazione di un sistema di mu- sei, comprendendo in essi anche le emer- genze architettoniche e paesaggistiche del Belìce. Nasce dalla consapevolezza che solo attraverso la creazione di una rete si possa- no superare i limiti, per una significativa va- lorizzazione del ricchissimo ed inestimabile patrimonio di cui siamo testimoni. L’idea è quella di operare per un museo del territorio del Belìce, che a partire dalle singole isti- tuzioni dia una lettura continua della storia, dell’arte, della cultura materiale, dell’archi- tettura e del paesaggio e che ne consenta la conoscenza, conservazione e valorizzazione. Alla rete concorrono strutture con storie di- verse, alcuni musei sono già ben strutturati e inseriti negli itinerari turistici, altri in fase di definizione perché di recente formazione. L’identità di un territorio come nuova risorsa Comune di Contessa Entellina Comune di Gibellina Comune di Menfi Comune di Partanna Comune di Poggioreale Comune di Salaparuta Comune di Salemi Comune di Ssnta Margherita di Belìce Comune di Santa Ninfa Comune di Sambuca Comune di Castelvetrano Comune di Roccamena Servizio Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa “Vincenzo Tusa” e delle aree archeologiche di Castelvetrano, Campobello di Mazara e dei Comuni limitrofi Parco archeologico di Segesta e delle aree archeologiche di Calatafimi Segesta e dei Comuni limitrofi Polo museale del Val di Mazara Comune di Giuliana Provincia di Trapani Itinerario Culturale del Consiglio dÕEu ropa Comune di Vita CAI Sicilia onlus Comune di Camporeale foto © Gianni Polizzi

Transcript of Valle del Belìce

Page 1: Valle del Belìce

Valle del Belìce Itinerario Archeologico Un itinerario archeologico nel Belice non può che partire dal Parco Archeologico di Selinunte e del-le Cave di Cusa, uno dei più importanti del Mediterraneo per la posizione, il perfetto inserimento nel paesaggio, la sua ampiezza (è uno dei parchi più grandi ed importanti al mondo), l’imponenza dei suoi templi. L’itinerario archeologico nel Belìce risulta significativo per tutte le epoche antiche: dalla preistoria a quella greca, dalla cultura Elima a quella medievale, quest’ultima riconoscibile nella rocca di Entella e nella necropoli Pignatelli a Menfi. Nel museo della preistoria del Belìce a Partanna, i vasi dello stile del campaniforme, i resti di faune ed i corredi funebri provenienti dalle necropoli dell’area archeologica dello Stretto, raccontano la civiltà dei fossati. A Castelvetrano il Museo Civico espone il famoso Efebo di Selinunte, statua in bronzo di pregevolissima fattura (480-460 a.C.), insieme a vasi, lucerne e a una lamina in piombo (Lex sacra) con inscritta una legge del V sec. a. C. Anche l’antiquarium di Entella nel comune di Contessa Entellina e l’antiquarium di Monte Adranone a Sambuca di Sicilia raccolgono numerosi oggetti della storia antica di questo territo-rio. Segesta, dall’alto del Monte Barbaro, è uno dei centri indigeni tra i più importanti della Sicilia Occidentale, costituito dagli Elimi da un popolo di origine peninsulare. Questa città ebbe un ruolo preponderante negli avvenimenti storici che la portarono a ripetute lotte con Selinunte che sicura-mente tentava di conquistarsi uno sbocco nel Mar Tirreno. Nel corso della prima guerra punica, si alleò con i Romani. Nel 430-420 a.C. fu edificato il Tempio di tipo dorico-siceliota, all’interno delle mura urbiche. L’itinerario non si esaurisce con i musei; i siti ancora poco studiati di Castellazzo a Poggioreale e di Mokarta e Monte Polizo a Salemi, hanno già messo in luce importanti reperti della cultura Elima. Si tratta di aree archeologiche lungo la valle del Belìce, facilmente visitabili durante i periodi di scavo con missioni affidate a gruppi nazionali ed internazionali.

Itinerario Naturalistico La natura del Belìce nei mesi primaverili assume una tale bellezza, una tavolozza di colori così ricca di essenze e profumi che difficilmente si cancella dai ricordi. A caratterizzare il particolare paesaggio belicino le riserve naturali di Grotta di Entella e Grotta di Santa Ninfa, che permettono di visitare e conoscere le peculiarità geologiche, vegetazionali e faunistiche attraverso un’escursione nel tipico paesaggio dell’entroterra gessoso della Sicilia occidentale che si sviluppa nella Rocca di Entella e nel territorio compreso tra Santa Ninfa e Gibellina. Luoghi in cui la valle del Belìce si riesce a cogliere nella sua interezza fino a giungere nella Riserva naturale della Foce del Fiume Belìce e dune limitrofe, dove sulla riva costiera una flora dunale fa cogliere ulteriori peculiarità naturalistiche. Lungo questo territorio altri posti conosciuti più per l’interesse archeologico legato al periodo preistorico come la contrada Stretto a Partanna e il Castello della Pietra a Castelvetra-no consentono di vedere una natura incontaminata conservata per secoli. Diverse aree forestali comprese tra Castelvetrano, Salemi, Santa Ninfa e Sambuca di Sicilia e in particolare la riserva Naturale di Monte Genuardo, offrono la possibilità di fruire e vistare vaste aree di rimboschimento attrezzate e sempre più naturalizzate. Di particolare fascino l’area dell’abbazia di Santa Maria del Bosco a ridosso di Sambuca di Sicilia nel territorio comunale di Contessa Entellina. La nidificazio-ne della Cicogna ai margini del Lago Arancio, completa la visita naturalistica del territorio sambu-cese. A Salemi, in occasione del 150 anniversario, nasce il Museo del paesaggio dove viene esposto per immagini e citazioni il paesaggio nazionale.

Itinerario Contemporaneo Un viaggio nell’arte contemporanea non può che iniziare da Gibellina nuova e dal Baglio Di Ste-fano, sede della Fondazione Orestiadi, attraverso la visita del Museo delle Trame Mediterranee, del Museo Civico di Arte contemporanea e della città nuova, vero museo “en plein air” che ci dà la possibilità di godere di una delle collezioni d’arte contemporanea più importanti d’Europa frutto della solidarietà degli artisti di tutto il mondo per la ricostruzione della città. Da Gibellina verso Santa Ninfa, dove il Museo Nino Cordio offre la collezione che il grande maestro ha donato alla città, e proseguendo attraverso un paesaggio di particolare bellezza si arriva al grande Cretto di Alberto Burri realizzato come un grande sudario sulle rovine di Gibellina, distrutta dal terremoto. A Salaparuta l’Archivio della Ricostruzione conserva in originale i progetti redatti per la ricostruzione delle città del Belice, consentendo di comprendere i processi di pianificazione e i disegni delle architetture contemporanee realizzate. L’itinerario del contemporaneo si conclude a Sambuca di Sicilia con le opere tessili dell’artista francese Sylvie Clavel e quelle di Gianbecchina che raccontano le tradizioni agricole e il paesaggio.

Itinerario Antropologico A Salemi il museo del Risorgimento documenta il ruolo di questo territorio nelle battaglie per l’unità d’Italia con gli abiti, le armi, e i documenti del periodo garibaldino, mentre il piccolo museo agroforestale di monte Finestrelle, in territorio di Gibellina, raccontano nelle sue sale le tradizioni del Belìce attraverso gli oggetti d’uso e gli attrezzi legati alla cultura contadina, ed inoltre dagli spazi esterni del museo, collocato in un piccolo edificio rurale all’interno dell’area forestale, è vi-sibile un ampio panorama di questo territorio. A Santa Ninfa il museo dell’Emigrazione, attraverso vecchie foto e materiali originali, racconta dell’esodi della gente del Belice verso i paesi del mondo nella prima metà del sec. XIX. A Santa Margherita di Belìce si rivivono le pagine e le storie del Gat-topardo attraverso il manoscritto del famoso testo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Museo del Gattopardo), mentre il Museo Etno-Antropologico della Terra di Zabut a Sambuca offre ai visitatori l’ambientazione didattica dei cicli di trasformazione del frumento e del latte.

Itinerario della Memoria Il più giovane tra i musei della rete è Belìce/EpiCentro della Memoria Viva a Gibellina, che racconta delle lotte della gente di queste terre a partire dalla marcia condotta da Danilo Dolci nel 1967 per poi attraversare i dissensi popolari post-terremoto e ricostruzione. A Santa Margherita di Belìce, nel nuovo edificio che ingloba le rovine della chiesa Madre, distrutta dal terremoto del 1968, è sta-to allestito il Museo della Memoria, al suo interno immagini del terremoto, articoli di giornali del tempo e documenti raccontano il terremoto del Belìce. Due strutture che lasciano nel visitatore forti emozioni, i disagi e le vicende di un popolo che si deve riappropriare della propria identità e della bellezza dei luoghi che ha perso. L’itinerario prosegue visitando i luoghi del terremoto e quin-di il centro antico di Poggioreale, i ruderi dell’antica Salaparuta e la vecchia Gibellina sulla quale Alberto Burri ha realizzato il suo “Cretto” considerato oggi una delle più importanti opere d’arte contemporanea d’Europa.

Parco Archeologico di Selinunte e Cave di Cusa

Il Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa “Vincenzo Tusa” e delle aree archeologiche di Castelvetrano, Campobello di Mazara e dei Comuni limitrofi è stato istituito dalla Regione Siciliana l’1.9.2010, come Servizio periferico dell’As-sessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana. Si tratta di uno dei parchi archeologici più grandi e importanti del mondo, coi suoi 270 ettari a Selinunte, più i 60 delle Cave di Cusa. Al suo interno si trovano imponenti strut-ture templari: sulla collina orientale il tempio G (o di Zeus), uno dei più grandi templi realizzati dai Greci, ed i templi E (o di Hera), tra le più pure espressioni dell’arte dorica, ed F; sull’Acropoli (dove si può notare ancora il sistema viario di tipo ippodameo) i templi A, O, B, C (o di Apollo), D, Y. A nord, si trova l’abitato, con l’Agorà, recentemente portata alla luce, e la tomba dell’ecista. Ad ovest si trovano il battistero bizantino, il piccolo santuario di Hera Matronale, quello grande di Demetra Malophoros, con il tempietto di Zeus Meilichios, la fontana della Gaggera e l’Antiquarium, il cosiddetto “tempio” M e le necropoli. L’area archeologica delle Cave di Cusa si trova a 13 Km circa da Selinunte, S.P. Tre Fontane, nel territorio di Campobello di Mazara (TP). Si tratta delle cave di cal-carenite, estese per circa 2 km, dove venivano estratti i rocchi di colonna per le costruzioni templari di Selinunte.

Località Marinella di Selinunte 91022 Castelvetrano (TP)Orario d’ingresso: Tutti i giorni Periodo invernale dalle 9.00 alle 17.00; Chiusura Biglietteria: ore 16.00Periodo estivo dalle 9.00 alle 19.00; Chiusura Biglietteria: ore 18.00

Costo biglietto visita Selinunte: intero € 6,00, ridotto € 3,00, residenti € 1,00 Note: il biglietto d’ingresso a Selinunte è comprensivo della visita alle Cave di CusaCosto biglietto visita Cave di Cusa: singolo intero € 2,00, ridotto e residenti € 1,00

T/F 0924 46277 M [email protected]: PARCO ARCHEOLOGICO DI SELINUNTE E CAVE DI CUSA

Parco archeologico di Segesta

Segesta, sul Monte Barbaro, è uno dei centri indigeni tra i più importanti della Sicilia Occi-dentale, costituito da un popolo di origine pe-ninsulare –gli Elimi- che stando alla tradizio-ne storica proveniva da Troia (Tucidide, VI, 2). Questa città, ellenizzata nel suo complesso, ebbe un ruolo preponderante negli avvenimen-ti storici che la portarono a ripetute lotte con Selinunte che sicuramente tentava di conqui-starsi uno sbocco nel Mar Tirreno. Nel corso della prima guerra punica, si alleò con i Roma-ni (Diodoro, XIII, 5) ed in virtù della leggendaria origine troiana, Roma concesse a Segesta lo stato di città libera ed immune (Cicerone, Ver-rine, III, 6, 13), dotandola di un vasto territorio.Nel 430-420 a.C. fu edificato il Tempio di tipo dorico-siceliota, all’interno delle mura urbi-che, infatti, la città, in epoca classica, era mu-nita di una cinta muraria con porte monumentali; in età primo imperiale, una nuova linea di difesa era impostata ad una quota più bassa. Inoltre, fuori dal contesto urbano, sono visibili il Santuario di Contrada Mango (sec. VI-V a.C.) ed una necropoli di epoca ellenistica nell’area prospiciente la porta urbica principale detta ‘Porta di Valle’.

Orario d’ingresso: dalle 9 alle 17; uscita: entro le 18Ora Solare(ultima domenica Ottobre - ultima domenica di Marzo):Apertura Biglietteria - Ore 9.00;Chiusura Biglietterie - Ore 16.00;Chiusura Parco - Ore 17.00.Ora Legale (ultima domenica di Marzo - ultima domenica di Ottobre):Apertura Biglietteria - Ore 9.00;Chiusura Biglietteria - Ore 18.00;Chiusura Parco - Ore 19.00.Biglietto: intero € 6,00, ridotto € 3,00, residenti € 1,00.

T 0924 952356 _ F 0924 951747 _ M [email protected]

“Un museo: conserva, protegge e valorizza gli oggetti legati alla tradizione e alla me-moria storica, culturale o sociale di un po-polo, di una etnia o di una comunità …può raccogliere collezioni legate all’arte, storia, scienza, alle tradizioni popolari... In una ac-cezione più nuova del concetto di museo, questo può essere inteso come spazio aper-to, quando un territorio e’ fortemente carat-terizzato da un tessuto urbano di particolare interesse o da un sistema di emergenze ar-chitettoniche, unitario e di particolare inte-resse.”C’è consapevolezza che l’identità di ogni luogo o piccolo centro del Belìce, di cui i mu-sei sono espressione, abbia la possibilità di consolidarsi solo in un sistema integrato a scala territoriale. Per raccontare una storia, che non è solo quelle dei singoli luoghi, ma quella di tutti i paesi della Valle del Belìce, per riflettere sul concetto di appartenenza e di comunità nasce la rete dei musei. La storia delle arti antiche, del suo territorio e paesaggio, delle sue modificazioni geologi-che, dei grandi maestri del contemporaneo, è già documentata in alcuni musei già for-temente strutturati e storicizzati e in altri di recente formazione. Sorge oggi l’esigenza, a partire da croniche carenze strutturali, di tentare la formazione di un sistema di mu-sei, comprendendo in essi anche le emer-genze architettoniche e paesaggistiche del Belìce. Nasce dalla consapevolezza che solo attraverso la creazione di una rete si possa-no superare i limiti, per una significativa va-lorizzazione del ricchissimo ed inestimabile patrimonio di cui siamo testimoni. L’idea è quella di operare per un museo del territorio del Belìce, che a partire dalle singole isti-tuzioni dia una lettura continua della storia, dell’arte, della cultura materiale, dell’archi-tettura e del paesaggio e che ne consenta la conoscenza, conservazione e valorizzazione.Alla rete concorrono strutture con storie di-verse, alcuni musei sono già ben strutturati e inseriti negli itinerari turistici, altri in fase di definizione perché di recente formazione.

L’identità di un territorio come nuova risorsa

Comune di Contessa Entellina Comune di Gibellina Comune di Menfi Comune di Partanna

Comune di Poggioreale Comune di Salaparuta Comune di Salemi Comune di Ssnta Margherita di Belìce Comune di Santa NinfaComune di Sambuca

Comune di Castelvetrano

Comune di Roccamena

Servizio Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa “Vincenzo Tusa” e delle aree archeologiche di Castelvetrano, Campobello di Mazara e dei Comuni limitrofi

Parco archeologico di Segesta e delle aree archeologiche di Calatafimi Segesta e dei Comuni limitrofi

Polo museale del Val di Mazara

Comune di Giuliana

Provincia di Trapani

Itinerario Culturale del Consiglio dÕEuropa

Comune di Vita

CAI Sicilia onlus

Comune di Camporeale

foto

© G

iann

i Pol

izzi

Page 2: Valle del Belìce

Antiquarium di Monte AdranoneL’Antiquarium raccoglie reperti di Monte Adranone (periodo greco punico VI – IV secolo a. C. ), sito archeologico situato a circa 1.000 m. s. l. m., unico nel Mediterraneo. Quattro prezio-si suppellettili in bronzo dell’Antiquarium sono stati esposti al Museum di Pechino per la mostra “Cina 2006 – Continente Si-cilia: 5.000 anni di storia”

Le sculture tessili di Sylvie ClavelLe opere dell’artista francese, imperniate sul nodo e l’in-treccio di fibre vegetali, offrono la possibilità di esplorare la dimensione psicofisica dell’essere, con risultati unici nel pa-norama artistico europeo.

La stanza di Frà Felice da SambucaLe opere esposte sono rappresentative della proficua attività di Frà Felice da Sambuca (al secolo Gioacchino M. A. Viscosi 1736 – 1805) insigne maestro della cultura figurativa reli-giosa del settecento siciliano. Sue opere sono presenti nelle chiese e nei conventi della Sicilia, in Toscana e in Vaticano.

Ex Monastero S. Caterina Corso, Umberto, 119 92017 Sambuca di Sicilia (AG)Orari di apertura: tutti i giorni, 09.00/13.00 - 16.00/19.30T 0925 940239 / 940246M [email protected]

Camporeale

Museo di CamporealeInaugurato l’11 marzo 2011, è un complesso polifunzionale dedicato all’arte e alla cultura. Fiore all’occhiello del Museo è la pinacoteca de-dicata al pittore Anselmo con il suo genere, “la pietrificazione”, unico in Europa. Un interessante percorso espositivo conduce il visitatore in un ambiente fantastico, di tipo surreale e metafisico. Le vedute paesaggi-stiche sono concave aperture cavernose di rocce metamorfiche, pun-teggiate da stalattiti che prendono corpi femminili, specchianti su tratti di mare dal colore profondo e dalla cromaticità ammaliante. All’interno del museo trovano posto anche la biblioteca e l’enoteca.

Atrio Principe – 90043 Camporeale (PA)Orari di apertura: dal lunedì al venerdì _ 9.00 / 13.00 - 15.00 / 19.00T 0924 36977 _ M [email protected]

Castelvetrano

Museo Civico SelinuntinoIl museo raccoglie numerosi reperti archeologici di notevole valore sto-rico artistico, ritrovati nella zona di Selinunte, tra i quali spicca l’Efebo, una rara fusione bronzea, alta 85 cm, raffigurante un giovinetto ignudo recentemente identificato in Dioniso (480 - 460 a. C.).Altri pezzi di notevole valore sono: la “Lex sacra”, una lamina di piombo con incisa, su due sezioni capovolte, una legge del V sec. a.C. che rego-lava i riti di espiazione per chi aveva commesso un parricidio; un cra-tere attico a colonnette (470 a.C.) e una stadera bizantina (V sec. d. C.). All’interno del museo sono esposte anche numerose monete e cerami-che greche, di vario tipo e provenienza. Integra la visita al Museo, nella vicina ex chiesa degli Agostiniani, la mostra permanente “Selinunte im-maginata”, che raccoglie le riproduzioni di come viaggiatori ed archeo-logi (tra il XVIII ed il XX sec.) hanno rappresentato, sia in modo ideale, sia in forma sempre più scientifica, l’antica colonia greca.

Via Garibaldi 58- 91022 Castelvetrano (TP)Orari di apertura: lunedì/sabato: 9.00/13.00 - 15.00 /18.30 - Domenica: 9.00/13.00Biglietto: € 2,50 residenti: gratuitoT 0924-909605 _ M [email protected] www.comune.castelvetrano.tp.it

CAM Campus Archeologico Museale Il CAM nasce come CAMPUS, luogo aperto d’incontro per giovani ed adulti che vogliano partecipare alle nostre iniziative: eventi culturali di approfondimento per argomenti archeologici e storici, giochi sportivi delle specialità classiche, come gli “Agoni Selinuntini”, o come il Fe-stival Internazionale del Cinema Archeologico di Selinunte. Tra i servizi a cui ci dedichiamo, c’è l’archeologia, iniziando dell’archeologia speri-mentale, gli scavi archeologici scientificamente condotti, per fare dei nostri terreni “un museo aperto sulla necropoli”. All’archeologia sono legati servizi di studio e formazione, restauro in laboratori modernamente attrezzati, catalogazione dei reperti e muse-alizzazione.

Triscina di Selinunte – 91022 Castelvetrano (TP)Orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13M [email protected] _ www.camselinunte.com

Museo dell’Olio e dell’OlivoIl Museo dell’Olio e dell’Olivo, annesso allo stabilimento di trasformazione olive da mensa “nocellara del Belìce” e frantoio Agro Verde è dedicato alla memoria del Dottor Gaspare Murania, illustre divulgatore agricolo dei primi ‘900, esso offre ai visitatori i luoghi storici della molitura tradizionale “u Trappitu”. Gli an-tichi strumenti e le attrezzature per la spremitura delle olive impiegati nei cicli di trasformazione delle varie epoche, oltre ad evocare emozioni in uno scenario di tempi vissuti, spiegano i mille segreti della cultura dell’Olio. Visite didattiche guidate e degustazioni per gruppi turistici e scolaresche sia in museo che in frantoio.

Via Autonomia Siciliana (Area Artigianale) - 91022 Castelvetrano (TP)Orari di apertura: da lunedì. al venerdì. 9,30-12,30 / 15,30- 17,30.Sabato e domenica, su prenotazione _ T / F 0924 932039 _ C 333 17 28 490M [email protected] _ www.agroverdecult.com

Museo dell’olio e della civiltà contadinaProprietà della stessa famiglia da oltre 500 anni, Loconovo degli Amari a soli quattro chilometri da Selinunte, ospita un Museo privato dell’Olio e della Civiltà contadina, alla cui visita si abbina un percorso naturalistico guidato tra olivi centenari, rare piante grasse, esempi di flora mediterranea e palme autoctone di specie diverse. É possibile degustare e acquistare l’olio DOP Valle del Belìce prodotto dall’azienda, e prodotti tipici del territorio.

Strada Provinciale 13, Zangara Dei prefetti Amari, n.2 - 91022 Castelvetrano (TP)Aperto solo su prenotazione e per gruppi di minimo dieci personeT 0924 902245 _ C 349 4310632M [email protected] _ www.loconovodegliamari.it

Contessa Entellina

Antiquarium di EntellaIl Museo è concepito con un sistema di moduli didattici autonomi e allo stesso tempo interdipendenti, legati da un filo conduttore comune: lo scavo archeolo-gico inteso non come “asportazione” ma come mezzo di conoscenza storica, che in ogni momento collega l’immagine del reperto allo scavo stesso. L’espo-sizione conduce il visitatore alla comprensione della stratificazione storico ar-cheologica della città, attraverso un percorso che lo introduce dapprima nel contesto storico del Mediterraneo, per accompagnarlo successivamente lungo un viaggio ideale nella Sicilia antica, visto con gli occhi degli storici di ogni epoca e dei viaggiatori ottocenteschi.

Via I° maggio,1 - 90030 Contessa Entellina (PA)Orari di apertura: lun/sab _ 09.00/12.00 - domenica su prenotazioneBiglietto: € 2,00.T 091 835 55 56 _ M comunecontessa.gennusa@virgilio.itwww.comunedicontessaentellina.it

Riserva Naturale Grotta di EntellaLa Riserva Naturale Grotta di Entella, con le sue pecu-liarità geologiche, vegetazionali e faunistiche, offre la possibilità di una gradevole escursione nel tipico pa-esaggio dell’entroterra siciliano, tra il luccichio della roccia gessosa che caratterizza la Rocca ed i resti del-la mitica città omonima, di origine elima (VI sec. a.C.). Dal pianoro sommitale è inoltre possibile godere, nelle giornate terse, di un magnifico panorama sulla valle del ramo sinistro del fiume Belìce.

Contessa Entellina (PA)Orari di apertura: Tutti i giorni, con prenotazione telefonicaT/F 091 8465770 _ C 347 4322207 M [email protected]

Gibellina

Museo agroforestale di Monte FinestrelleDal centro abitato di Santa Ninfa un apposita segnaletica ci condur-rà, dopo circa 6 Km, all’interno del demanio forestale dove si trova il museo agroforestale e un ampio parcheggio. Il museo, realizzato in tre stanze contigue e nell’area esterna adiacente al museo stesso, è ricco di strumenti della civiltà contadina.

Orari di apertura: tutti i giorni, dalle 9.00 alle 13.00.È consigliabile telefonare preventivamenteT 0923/828711 M [email protected]

Museo d’Arte contemporanea “Ludovico Corrao”Gibellina, meglio conosciuta come città di frontiera dell’arte e dell’architettura contemporanea ospita il Museo en plein air formato da circa 60 opere dissemi-nate in città, il “Cretto” di Alberto Burri sui Ruderi, 10 siti di rilevante interes-se architettonico, il Museo d’ Arte Contemporanea con una collezione di circa 2.000 opere d’arte formata attraverso il contributo di numerosi artisti italiani e stranieri, fra cui Schifano (con il suo grande ciclo della natura realizzato a Gibellina), Accardi, Afro, Beuys, Consagra, Corona, Corpora, Dorazio, Isgrò, Guttuso, Pirandello, Pomodoro, Rotella, Sanfilippo, Scialoja, Severini, Treccani, Turcato, grafiche di Romero e Soldano, giusto per citarne alcuni, oltre ai bozzet-ti e ai modelli delle architetture della nuova Gibellina.

Viale Segesta, 91024 Gibellina (TP)Orari di apertura: dal martedì al sabato _ 9.00/13.00 - 16.00/19.00Biglietto d’ingresso: intero € 6,00, ridotto € 3,00, solidarità € 1,50 T 0924 67428 _ M [email protected]

Belìce/EpiCentro della Memoria Viva Il museo racconta diversi segmenti della storia, della memoria e della coscien-za della Valle del Belìce. Caratterizzato da un percorso espositivo suggestivo ed esplorativo incuriosisce il fruitore che potrà scegliere di considerarlo come punto di partenza per tracciare il suo viaggio in questi luoghi e paesaggi attra-versati dal tempo, dai movimenti popolari e dagli eventi naturali. Il progetto di allestimento tiene in considerazione del come una determinata area territoriale possa riacquistare un diverso interesse turistico e culturale mediante una operazione di salvaguardia e di valorizzazione specie se messo in relazione con “la coscienza e la memoria” dell’intero popolo belicino.

presso CRESM, viale Empedocle 7/a - 91024 Gibellina (TP)Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 09.00/13.00-15.00/17.30Sabato e domenica su prenotazioneT 0924 69000 _ M [email protected] _ www.epicentrobelice.net

Fondazione Orestiadi Il Baglio Di Stefano, sede della Fondazione Orestiadi con il suo Museo delle Trame Mediterranee, costituisce un complesso architettonico di eccezionale interesse artistico e culturale. Nel cortile è collocata la “Montagna di Sale” di Mimmo Paladino realizzata per le Orestiadi del 1990 ed inoltre opere di Enzo Cucchi, Richard Long, Pietro Consagra, Alfredo Romano, Peter Briggs. Nella casa baronale, ceramiche, tessuti, gioielli, costituiscono il Museo delle Trame Mediterranee, importante esempio della ricerca delle matrici comuni delle culture di questo mare. Il Granaio conserva la collezione d’arte contem-poranea, che documenta il contributo degli artisti alla ricostruzione della città, attraverso le macchine spettacolari di Arnaldo Pomodoro per le Orestiadi, le opere degli artisti della Transavanguardia: Paladino, Cucchi, Germanà, di For-ma Uno: Consagra, Accardi, Dorazio, Turcato, Sanfilippo, e le presenze eclatanti tra i tanti di Beyus, Matta, Scialoja, Corpora, Isgrò, Schifano, Angeli, Boero, Ali-ghiero Boetti, Longobardi, Vigo, Nunzio, Bob Wilson, Rotella.

Baglio Di Stefano, contrada Salinella - 91024 GibellinaBiglietto: € 5 intero, € 3 ridotto _ Orari di apertura: mar/dom _ 9.00 /13.00 - 15.00/18.00 T 0924 67844 _ M [email protected] _ www.fondazioneorestiadi.it

Menfi

Poggioreale

Museo civico MenfiSculture, acquarelli, ceramiche e porcellane, donate alla città di Menfi dall’ar-tista Rita Gallè (1932 – 2009), poliedrica artista, famosa nel mondo per le sue singolari creazioni artistiche affiancano stampe originali, litografie, acqueforti, bulini, xilografie e libri d’artista, donate dal maestro stampatore Giorgio Upiglio. Così opere di artisti come Korompay, Giacometti, Pazzi, Fontana, Sesma, Buz-zati, Gunter Grass, Minguzzi, Fiume, Guttuso, Paladini, Chin, Vulcanescu, Lam, ecc. sono esposti in un allestimento che mette in risalto il clima gioioso e il con-tatto umano, instaurato dal maestro Upiglio con i più famosi artisti del mondo.

Palazzo Pignatelli, Piazza Vittorio Emanuele III - 92013 Menfi (AG)Orari di apertura: lunedì /venerdì - 8,30/13,30 _ lunedì e giovedì 16,00/18,00T 0925 70217 – 70246

Museo MalacologicoL’esposizione consta di una collezione, che raccoglie quasi 5.000 conchiglie, donate al comune di Menfi dalla studiosa Vanna Rotolo Lombardo, provenienti dal mare di Porto Palo e da tutti i mari del mondo. Della ricca collezione di conchiglie, catalogate secondo la malacologia ufficiale, circa 1.700 esemplari, scelte tra le più rappresentative, sono in esposizione all’interno di tre sale, dedicate ad altrettanti malacologi di fama mondiale, che costituiscono una delle più spettacolari esposizioni malacologiche d’Italia.

Via Calogero Ognibene n.1 - 92013 Menfi (AG)Orari di apertura: lunedì/venerdì - 8,30 / 13,30, lunedì e giovedì -16,00/18,00,T 0925 70500 – 70501

Museo del Presepe in vetro di Murano di Pippo MadèCon sede in un edificio progettato da Franco Purini e Laura Thermes viene esposto un presepe in vetro di Murano, realizzato dall’artista palermitano Pippo Madè, singolare oggetto d’arte sacra. L’opera è particolare anche perché è la prima volta che il vetro di Murano viene lavorato per strutture in verticale con elementi in totale sospensione, quali le braccia e le gambe aperte di personaggi.

Via Principe Morso Naselli, 91020 Poggioreale (TP)Orari di apertura: lun/ven 9.00/13.00 - lune/mer dalle 15.00/18.00sabato, domenica e festivi, su prenotazione.T 0924 75642 / 75777 _ M [email protected] www.poggioreale.tp-net.it

Partanna

Museo civico della Preistoria del Basso BeliceCon sede nel castello “Grifeo”, espone reperti provenienti in gran parte, dalle campagne di scavo, condotte a partire dagli anni 80 nel sito di Contrada Stretto, noto per il ritrovamento di fossati neolitici e dalle necropoli del territorio belici-no, con tombe a grotticella e a camera, datate media e tarda età del Bronzo. Vi spiccano diverse tipologie di ceramica preistorica, vasi dello stile Naro–Partan-na e del Campaniforme. Il percorso espositivo è corredato da interessanti pan-nelli didattico-esplicativi, utile per comprendere le conoscenze e le frequenta-zioni delle popolazioni preistoriche nel Belice, prima dell’ arrivo dei Greci.

Piazza Graffeo -91028 Partanna (TP)Orari di apertura: da martedì a domenicadal 1 Ottobre al 30 Aprile _ 9:30/2:30 - 15:30/18:30dal 1 Maggio al 30 Settembre _ 9:30/12:30 - 16:30/19:30Biglietto: intero € 4 - ridotto € 2 _ T 0924 923571

Roccamena

L’Antiquarium di Monte MaranfusaIl Museo Civico di Roccamena custodisce i reperti provenienti dalla zona arche-ologica di Monte Maranfusa. Le ricerche archeologiche hanno evidenziato una fase di occupazione del sito a partire almeno dal IX-VIII sec. a.C., anche se il pe-riodo di massima espansione risale ad età arcaica (VII-VI sec. a.C.). Numeroso il vasellame, sia di tradizione indigena che d’importazione greca o coloniale. Alla trasformazione dei cereali sono legati gli utensili in pietra, mentre l’attività di tessitura è ben attestata dal rinvenimento di numerosi pesi da telaio.

Via Vittorio Emanuele snc - 90040 Roccamena (PA)Orari di apertura: su prenotazione presso il ComuneT 091 8469001 _ M [email protected]

Salaparuta

Archivio della ricostruzioneL’archivio custodisce i documenti di una stagione pianificatoria e progettua-le unica in Italia e nel Mondo. Tutti i progetti e i piani che hanno ridisegnato città e case per una popolazione di 70.000 abitanti. Tutti i piani per le urba-nizzazioni primarie e secondarie. Tutti i progetti degli edifici pubblici per i 14 comuni distrutti. Municipi, centri sociali, biblioteche, centri civici, teatri, chiese e scuole.

Via Venezia snc, 91020 Salaparuta (TP)Orari di apertura: dal lunedì al venerdì, 9.00 / 13.00T 0924 71263 _ C 389 1676973M [email protected] [email protected]

Salemi

Museo di Arte SacraAccoglie le opere d’arte di chiese distrutte o danneggiate dal terremoto del ‘68. Conserva alcune sculture di notevole pregio del Quattrocento e Cinquecento siciliano. Rilevamenti e nume-rose le opere di Domenico Gagini, e si può ammirare anche una Madonna con Bambino in marmo attribuita a Francesco Laura-na. Il museo racchiude la splendida cappella della Casa Santa realizzata nel 1705, copia fedele della Casa Santa di Loreto.

Museo del RisorgimentoE’ stato riaperto al pubblico in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Il Museo con le sue tele, ritratti, collezioni d’armi, e attraverso nu-merosi documenti dell’Archivio Storico Comunale, testimonia la partecipazione di Salemi al processo di unificazione e all’ingresso di Garibaldi e dei Mille in Sicilia.

Museo della MafiaRealizzato dall’artista siciliano Cesare Inzerillo, e de-dicato a Leonardo Sciascia, è sicuramente un simbo-lo dell’antimafia non retorica. Utilizza il linguaggio dell’arte per parlare di mafia in modo provocatorio e non convenzionale, attraverso un percorso multisen-soriale, congegnato per immergere il visitatore in uno straordinario processo emotivo.

Museo ArcheologicoOspita numerosi reperti provenienti da diverse campagne di scavi condotte da illustri studiosi, tra cui il più importante è certamente Antonio Salinas. La ricerca ha interes-sato il Centro Storico e le località di San Miceli, Mokarta e Monte Polizo. I Reperti si Collocano in diverse epoche , dall’età del rame all’età medievale.

Ex Collegio dei Gesuiti - via Francesco D’Aguirre - 91018 Salemi (TP)Orario di apertura: dal lunedì al sabato 10 - 13 / 16 - 19Biglietto: intero € 5,00, ridotto gruppo (min 20 persone) € 3,00, scolaresche e residente € 2,00T 0924 982376

Museo del PanePosto all’interno dell’ex chiesa di San Bartolomeo, si possono ammira-re le diverse forme di pane tradizionalmente realizzate, per fini votivi, dalle donne di Salemi. Le forme vengono lavorate in ragione delle di-verse Simbologie dettata dalle festività religiose, la più rilevante e po-polare delle quali è quella di San Giuseppe.

Largo IV Novembre - 91018 SalemiOrario di apertura: dal lunedì al sabato 10 - 13 / 16 - 19 _ Ingresso gratuito T 0924 982376

Museo della ceramica – Fornace Santangelo Appartenuta alla famiglia Santangelo, la struttura, in dialetto locale “Stazzuni “, fu utilizzata, per la produzione di laterizi (tegole, coppi, mattoni,grondaie etc.) e manu-fatti in argilla, come pentole, piatti ed i fiaschi, cosiddetti ciaschi, per i quali Salemi era rinomata in tutta la Valle del Belìce. La fornace conserva ancora la sua struttura originaria, procedendo dal basso verso l’alto, si trova: il vano interrato di alimenta-zione, arsu, che da accesso al focolare, vanufocu, a pianta circolare e tetto a volta, separato dalla camera di combustione, furnu, da un piano forato, ddammusu. Infi-ne, la cappa, cubbulina, terminante con la canna fumaria, ciminia. Attiguo alla fornace, vi è unmagazzino con il locale, pagliaia, dove il ceramista pla-smava la ceramica ed alimentava il forno. Oggi, la fornace, è gestita dal Gruppo archeologico Xaipe ed ospita all’interno i prodotti della fornace.

Via è Largo Stovigliai n 1 - 91018 Salemi (TP) Orari apertura: Tutti i giorni, ore 09,00 - 13,00 / 16,00 - 19,30 Ingresso libero, con prenotazione T 3386432177 _ M [email protected]

Santa Ninfa

Sambuca di Sicilia

Santa Margherita di Belìce

Museo del GattopardoRealizzato all’interno del palazzo Filangeri di Cutò, residenza signorile appartenuta alla famiglia materna di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, dove lo scrittore trascorse estati felici dell’infanzia e della giovinezza. Vi sono custoditi il manoscritto ed il dattiloscritto de “Il Gattopardo” ed altri oggetti appartenenti allo scrittore. Postazioni multimediali fanno rivivere i saggi critici e i film dedicati all’opera.

Palazzo Filangeri di Cutò, Piazza Matteotti snc 92018 Santa Margherita di Belìce (AG)Orari di apertura: tutti i giorni 9.30/13.00 - 15.30/18.30chiusura mercoledì e domenica pomeriggioBiglietto: intero € 3,00T 09253150 M [email protected]

Museo della MemoriaUn museo legato alla ricerca dell’identità collettiva del Belìce, collocato all’interno della ex chiesa madre ristrutturata/ricostruita.. Al suo inter-no diversi fotogrammi, documenti, citazioni letterarie, dipinti e filmati guidano il visitatore in una affascinante scoperta dei paesi della Valle del Belìce prima e dopo quella tragica notte del 15 gennaio 1968. Dalle immagini di quei luoghi di straordinaria bellezza, che in pochi se-condi furono distrutti e rovinati dalla forza della natura, si evidenzia la fragilità delle cose umane, si racconta il dolore, l’emergenza, le opera-zioni di soccorso, la solidarietà, la rabbia, ma anche la protesta di chi vuole con forza una rinascita ed un futuro.

Palazzo Filangeri di Cutò, Piazza Matteotti snc 92018, Santa Margherita di Belìce (AG)Orari di apertura: tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 13.00Lunedì e Giovedì 15.30/18.30 _ Sabato e Festivi su prenotazioneBiglietto: intero € 2,00, ridotto € 1,20T 092530216/092530235 _ F 0925 30216 / 30235M [email protected]

Museo Nino CordioIl Museo “Nino Cordio” nasce dall’iniziativa del comune di Santa Ninfa, città natale di Nino Cordio, con la collaborazione della famiglia dell’ar-tista e accoglie la corposa donazione di acqueforti che Cordio fece qual-che anno prima della sua morte, avvenuta a Roma il 24 aprile del 2000. In esposizione più di 200 opere tra dipinti ad olio, affreschi, disegni e sculture. Il museo è dotato di una sala proiezioni video, una sala mul-timediale predisposta per la didattica con gli studenti delle scuole ele-mentari, medie e superiori, una sala-atelier in cui sono stati ricostruiti gli ambienti di lavoro dell’artista e una sala teatro in cui si allestiscono eventi culturali legati alle opere del museo.

Centro Sociale, Piazza A. Moro snc - 91029 Santa Ninfa (TP)Orari di apertura: Lun / Ven - 9,00-13,00/16,00-18,00 - Sab 9,00-13,00T 0924992202 – 092461563 _ M [email protected] _ www.cordio.net _ www.museocordio.net

Museo dell’EmigrazioneIl Museo dell’Emigrazione di Santa Ninfa nasce all’interno di un proget-to coordinato dalla Rete dei Musei Siciliani dell’Emigrazione, con il pre-ciso ruolo di rappresentare in particolare l’emigrazione dall’area trapa-nese e, in generale, dalla Sicilia per ragioni politiche. Il Museo descrive le ragioni che presiedettero al grande esodo della fine dell’Ottocento e dei primi anni del ‘900. Gli esiti dei moti rivoluzionari degli emigrati connessi ai fasci siciliani e le condizioni economiche delle zone d’esodo.

Centro Sociale, Piazza A. Moro snc - 91029 Santa Ninfa (TP)Orari di apertura: Mar / Sab - 9,00-13,00 / 15,30-18,00T 0924992202 - 092461563 C 3487986719 M [email protected] _ [email protected]

Riserva Naturale “Grotta di Santa Ninfa”La riserva naturale, ricadente in un vasto altopiano carsico di notevole interesse geologico e naturalistico, tutela gli ambienti ipogei della Grot-ta di Santa Ninfa e le emergenze geologiche e naturalistiche della Valle del Biviere. Nell’area è possibile osservare suggestive forme carsiche ed interessanti aspetti di vegetazione naturale. Attraverso pannelli di-dattici ed esplicativi e roccioteca tematica, il Centro Visitatori descrive l’importanza della riserva naturale “Grotta di Santa Ninfa” e dell’alto-piano carsico gessoso che si estende tra Santa Ninfa e Gibellina. È pos-sibile effettuare, dietro prenotazione, escursioni guidate ed attività di educazione ambientale.

Castello di Rampinzeri, C.P. 4264041- 91029 Santa Ninfa (TP)Orari di apertura: da aprile a novembremarartedì - giovedì _ 9.00/13.30 - 15.00/17.00sab-II e IV dom di ogni mese 9.30-13.30/15.30-17.30da dicembre a marzo su prenotazioneT 0924.62376 – 3298620475/73 _ M [email protected]

Museo Etno-Antropologico della Terra di ZabutL’ambientazione didattica del museo Etno-Antrpologico della Terra di Zabut “dott. Vito Gandolfo” privilegia i cicli produttivi della vita agro-pastorale del fru-mento e del latte, composti nella sequenza temporale dello svolgersi delle fasi lavorative, in cui si percepisce il momento iniziale e l’utilizzo nella vita quotidia-na del prodotto ottenuto.

Salotto Politico-Letterario Sambucese dell’800Nell’ambientazione storica sono presenti: Francesco Crispi, Emanuele Navar-ro della Miraglia, Vincenzo Navarro, George Sand, Oreste Baratieri e Vincenzo Giordano Orsini. La ricostruzione, tra l’altro, propone un episodio misconosciu-to dell’epopea garibaldina in Sicilia: l’inseguita colonna Orsini, che finse di ri-tirarsi verso l’interno della Sicilia, trovò ospitalità a Sambuca. Ad essa si unì Emanuele Navarro della Miraglia, riconosciuto da L. Sciascia, precursore del Verismo per l’opera letteraria “La Nana”.

Palazzo Panitteri, via Panitteri snc - 92017 Sambuca di Sicilia (AG)Orari apertura: Tutti i giorni, 09,00/13,00 - 16,00/19,30 Ingresso: libero, con prenotazioneT / F 0925 940239 / 940246 _ M [email protected]

Istituzione GiambecchinaLa pinacoteca espone parte delle opere (oli su tela, acquarelli, schizzi, acqueforti) donate dal maestro Gianbecchina alla sua città natale, che coprono un arco di tempo dal 1924 al 1996 e illustrano il prestigioso cammino dell’Artista: che evidenzia l’anima e le tinte cromatiche della Sicilia.

Chiesa S. Calogero, Corso Umberto I – 92017 Sambuca di Sicilia (AG)Orari apertura: settimanale e festivi ore 09,00/13,00 - 16,00/19,30 T 0925 940239 _ C 380 6823347M [email protected] _ www.gianbecchina.it

© RETE MUSEALE E NATURALE BELICINA