Valcamonica

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Le incisioni rupestri in Valcamonica Di Roberta Filippi I.QUALITY • 17 I.QUALITY • 16

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Gennaio/Febbraio 2007: alla scoperta della Valcamonica

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Le incisioni rupestri in ValcamonicaDi Roberta Filippi

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politica e da contrasti, o che in altro periodo vi era calma e operosità economica. Vediamo ad esempio che nella fase iniziale dell’arte rupestre camuna la figura umana è assente. L’interesse del cacciatore è rivolto a figure animali, di grandi dimensioni. Sono il riflesso di ciò a cui ambisce. Nel periodo denominato Neolitico, la figura antropomorfa, l’uomo era il tema di maggiore interesse, mentre il periodo successivo, denominato Calcolitico o età del Rame, l’interesse si concentrava nella figurazione di strumenti in metallo e, in particolare, di armi. Nel Neolitico sono raffigurate, in quasi eguale misura, figure maschili e figure femminili, mentre in epoche successive le figure maschili sono quantitativamente ben superiori a quelle famminili.In Valcamonica sono state individuate oltre 50 località con arte rupestre, luoghi che hanno avuto un profondo significato religioso e sociale per le popolazioni preistoriche che, divenuti nei millenni punti di riferimento e di

La Valcamonica è una profonda valle che penetra nel cuore delle Alpi Centrali per oltre ottanta chilometri. Si snoda, con un orientamento Nord-Sud, tra il lago d’Iseo, che ne costituisce il confine meridionale, e le catene montuose dell’Adamello e delle Alpi Orobiche, a Nord. Il confine settentrionale è caratterizzato dalla presenza dei passi del Tonale, del Gavia e dell’Aprica, che mettono in comunicazione il territorio camuno con la Valtellina ed il Trentino. Sul fondovalle scorre il fiume Oglio, alimentato lungo il percorso da numerosi affluenti. Il fiume, che sfocia nel lago di Iseo per gettarsi infine nel Po, era in passato navigabile per lunghi tratti e rappresentava la più importante via di comunicazione con la pianura padana. Quando l’arte rupestre della Valcamonica fu inserita dall’UNESCO nella lista del “Patrimonio Culturale Mondiale”, molti si chiesero a quale titolo le incisioni apparentemente indecifrabili, lasciate sulle superfici rocciose da uno sparuto numero di abitanti preistorici di questa valle, avessero diritto. Tale riconoscimento fu successivamente

Chi siamo? Come siamo divenuti quelli che siamo? Sono i quesiti che ci riportano a quei lontani millenni in cui le bande di cacciatori nomadi si stabilirono nel territorio, in cui vi furono i primi tentativi verso la produzione del cibo. La società umana divenne via via più complessa e sviluppò quei caratteri di comunicazione, di cooperazione, d’identità di clan e tribù, quindi di popoli, che dette all’aggregazione sociale la struttura moderna. Attraverso i “fumetti” degli antichi camuni, sistemati per fasi e per periodi, vediamo così nascere la civiltà europea. Le incisioni rupestri ci rivelano anche l’evoluzione tecnologica e quella concettuale, attraverso immagini che ci forniscono informazioni sui costumi, le consuetudini e le credenze, sugli utensili e sugli oggetti, sulle attività economiche come su quelle sociali e religiose, sul nascere ed affermarsi dei pregi e dei difetti che da allora sono rimasti caratteristici dell’Europa. Dalle immagini lasciate impresse sulla roccia ed altri reperti archeologici, sappiamo che in una certa epoca vi era tal tipo di equilibrio sociale, che un determinato periodo era caratterizzato da instabilità

dato ad opere e luoghi che occupano spazi ben più importanti nei libri di testo italiani, quali Venezia e la sua laguna, l’Ultima Cena di Leonardo a S.Maria delle Grazie a Milano, i fori Romani e il Centro storico di Roma. La commissione giudicatrice aveva valutato che, mentre altri monumenti sono espressione di brevi momenti di gloria e di identità nazionale l’arte rupestre della Valcamonica era la testimonianza di 10.000 anni di storia d’Europa, di una storia ancora in gran parte inedita. E non si tratta di una semplice storia. Questo meraviglioso racconto, impresso sulla roccia dai diretti protagonisti succedutisi nel corso dei millenni, è rimasto in situ, là dove sta tornando alla luce, dove ancora possiamo riconoscere in quale posizione era chi eseguiva quelle millenarie testimonianze. Quindi, a giusto titolo, le incisioni rupestri della Valcamonica sono considerate patrimonio culturale dell’umanità.

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incontro per la collettività, momento di ritrovo in occasione di feste e celebrazioni. Il rapporto ambiente-incisione fu molto importante in tutta la preistoria: la scelta di un luogo per incidere non fu sicuramente mai causale ma determinata da elementi legati alle forme naturali delle rocce, alla vegetazione, a fattori astrali e geografici. Nel 1983 è stata istituita la “Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo” allo scopo di proteggere una vasta area con arte rupestre, oltre ad una serie di importanti elementi etnografici ed ambientali. Antichi sentieri, muraglioni megalitici, resti di castellieri preistorici, cascinali e terrazzamenti agricoli preistorici e medievali testimoniano l’evoluzione dell’ambiente alpino nei millenni. Un antico sentiero acciottolato mi conduce all’interno della Riserva nel settore di Foppe di Nadro che si estende su circa 3.000.000 mq per lo più ricoperti da castagneto e betulleto. L’area presenta un leggero pianoro nella parte appena sotto la parete rocciosa che prosegue in moderata pendenza fino al fondovalle. Il percorso che percorro è delimitato da alti muraglioni che creano lateralmente terrazzamenti coltivati.

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culturale accumulatosi tramite le vicende travagliate che hanno fatto crescere la società umana e che ci fanno essere ciò che siamo. Quando le legioni romane raggiunsero in questa valle 2000 anni fa, il destino dell’Europa era già segnato. Già si riconoscevano le varie entità linguistiche ed etniche che hanno formato le nazioni di oggi. Per l’Europa di oggi la Valcamonica è lo scrigno che racchiude la vicende delle proprie origini. È un santuario di storia al quale gli europei vengono ad attingere la conoscenza del passato che ispira le prospettive del futuro. Ma l’arte rupestre della Valcamonica è anche, e soprattutto, una grandissima sorgente di ricerca, di studio di cultura e di istruzione, dove giovani di tutte le età possono vivere l’emozione di vedere e di studiare di prima mano testimonianze millenarie della storia d’Europa, incise sulla roccia dai diretti protagonisti.

Appena fuori dal paese, sulla destra, sulla sommità di una collinetta, noto resti ceramici in superficie e muraglioni megalitici che testimoniano la presenza di un antico fortilizio preistorico, non ancora scavato. Proseguo oltre per circa 500 metri. Lì inizia l’area con arte rupestre: un susseguirsi di superfici istoriate che conducono fin sotto la parete verticale, dove sono stati individuati i ripari preistorici. Seguo le indicazioni e visito in primis il settore sud, dove sono concentrate buona parte delle raffigurazioni neolitiche del VI millennio a.C. Due gli insiemi particolarmente importanti e noti: Orante con Idolo alato, aggraziata composizione in cui l’orante a bastoncino è accostato ad un idolo col le ali e le antenne. Il gruppo rimanda alla mitologia delle culture neolitiche danubiane in cui pure sono espresse entità alate di questo tipo, espresse con l’orante stilizzato. Poco più sopra riconosco una seconda importante scena che rimanda al mondo agricolo-pastorale del IV-V millennio a.C.: qui l’orante è posto accanto ad una serie di figure di canidi. Il cane è sicuramente una delle figure maggiormente ricorrenti dell’arte

Più a valle del settore istoriato, su un piano artificialmente modellato in epoca medievale, è stato ricostruito un villaggio dell’età del Ferro, comprendente un’abitazione, il granaio ed alcuni terrazzamenti agricoli.La struttura abitativa, con basamento in pietra seminterrato e sopralzo in legno edificato con tecnica Blockbau, fa riferimento ad analoghe strutture ritrovate, oltre in Valcamonica, nell’area retico-veneta: l’edificio è rettangolare Le rocce istrionate di Foppe di Nadro sono caratterizzate dalle incisioni di composizioni di armi e simboli attribuibili all’età del Bronzo e da numerose scene di età del Ferro con descrizioni di riti e cerimonie, alcune delle quali rimandano al altri contesti riferibili al mondo etrusco e retico. L’analisi storica porta a ricostruire i corsi del pensiero che hanno tracciato la strada dell’epoca umana. Fino ad ieri la storia ufficiale per la zona alpina cominciava, in pratica, dall’avvento di Roma, 2000 anni or sono. L’aggiunta di 8000 anni a questi ultimi, ci dà una nuova proporzione facendoci conoscere l’enorme bagaglio

rupestre della Valcamonica, presente in tutte le sue fasi quale co-protagonista in scene di caccia o quale simbolo di più ambi concetti. Anche in questo concetto immagino che abbia un valore simbolico, sia per la presenza dell’orante con le braccia levate in atto di adorazione, sia per la raffigurazione contrapposta di canidi con la coda riflessa, presente solo nel cane domestico, ed abbassata, presente anche nel lupo non ancora addomesticato. Il cane è un lupo addomesticato e la sua presenza all’interno della comunità umana è la testimonianza più arcaica di un rapporto di addomesticazione con scopi non alimentari. Poco più sopra, un nuovo insieme realizzato nel corso del I millennio a.C. e comprendente una grande struttura abitativa con decorazioni di asce, forse un tempio, con una serie minore di costruzioni in basso. Essendo questo un percorso ad anello, seguendo le indicazioni inverto la marcia e ridiscendo verso Nadro. Lungo il percorso incontro, sotto la parete rocciosa, testimonianze di sepolture, oggetti e focolari di varie epoche.