V Centenario della nascita di Angelica Paola Antonia Negri (1508-2008)

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SUPPlEMENTO AL N. 2 " SICUT ANGELI" - 2008 \)0 Centenario della nascita di Jingdka paola Jintonia Negri (1508-2008) Ritratto di Paola Antonia Negri. Porta la dicitura: Virginia Nigra Medio[anensisJ dicta A,PA an[no] aet[atis} XLVIII. " .,' all'interno /lJOrISml desllnti dalle «Lettere dell'A.P.A.» da lei firmate

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V Centenario della nascita di Angelica Paola Antonia Negri (1508-2008). all'interno "Aforismi" desunti dalle "Lettere dell'A.P.A." da lei firmate

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SUPPlEMENTO AL N. 2 "SICUT ANGELI" - 2008

\)0 Centenario della nascita di

Jingdka paola Jintonia Negri (1508-2008)

Ritratto di Paola Antonia Negri. Porta la dicitura:

Virginia Nigra Medio[anensisJ dicta A,PA an[no] aet[atis} XLVIII.

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desllnti dalle «Lettere dell' A.P.A.» da lei firmate

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IN COPER71NA:

Frontespizio dell 'edizione del 1576. Esemplare nell'ASBR e nella biblioteca

di San Barnaba (Fondo Monza), Milano.

LETTERE

SPIRITV A LI DELLA DEVOT A

RELIGIOSA

ANGELIC A PAOLA ANTON IA o E' NEG RIM I LAN ESE.

V I TAD ELL A ~l E DES I M A raccolta da Gio.Battifla Fontana dc·Conti.

, ... ,ri,.;uui." Ji''' .. ;4 d,' Sup"..;ori.

J Ilom% in Ardib. Populi JlonwU ~L D. L X X Y 1.

Frantespizio della Vita della Negri premessa aile Lettere spiritua/i del 1576.

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L' ANGELICA PAOLA ANTONIA NEGR NEL QUINTO CENTENARIO DELLA SUA NASCITA

(1508 - 1555)

Ringraziamo vivamente S.Ecc.za Mons. Andrea M. Erba, Vescovo Bamabita, perla gentilezza e premura usata nei confront; delle consorelle Angeliche, donando aI/a nostra rivista alcune pagine di storia familiare e di crifica in occasione della ricorrenza del VO Centenario della nascita defl'Angelica PAOLA ANTONIA NEGRI; in esse riassume in breve la sua vita e la sua travolgente attivita di apostolato, attinta aile "sorgenti paoline", non sempre compresa, anzi aspramente combattuta.

Dalla semplice descrizione - con relative copiose note bibliografiche - anche il menD erudilo lettore potra cogliere I'importanza che questa donna, nonche Angelica, ha avuto neJ processo storico-eccJesiastico del Millecinquecento in Milano, Lombardia e Veneto, nonche /'ormai pieno riconoscimento dei Bamabiti sui ruolo che ella ebbe dopo la morte del comune Santo Fondatore, come guida spirituale forte e carismatica dei Ire Collegi Paolini: Chierici Regolari di San Paolo (Bamabiti) , Angeliche di San Paolo e Laici di San Paolo.

Insieme con il domenicano Fra Battista da Crema, ispiratore e padre spirituale del cenacolo "paolino" di Milano, vero "professore di energie spirituali" (Bremond); con s. Antonio Maria Zaccaria fondatore dei Barnabiti, delle Angeliche e dei coniugati di San Paolo, uomo ardente e "Spirito apostolieo" (8ugati); con la contessa di Guastalla Ludovica Torelli, grande collaboratrice nell'apostolato; l'Angelica Paola Antonia Negri forma un quartetto di anime generose, unite da una forte carica carismatica e riformatrice.

Non e'e dubbio che questa stra­ordinaria Angelica e "una delle piu caratteristiche e prestigiose figure femminili del movimento religioso pre-tridentino nella Lombardia e nel Veneto" (Colciago) ( 1).

Nelle cronache domestiehe (2), la sua persona spieea come un monu­mento su un alto piedistallo 0, per usare una bella immagine degli Atti Capitolari, viene considerata come "il fondamento sui quale e riposta tutta questa fabbrica di Paolo" (3).

La Negri, al battesimo Virginia, era nata a Castellanza in provincia di Milano, ora di Varese, nel 1508, se ne

* * *

VITA DELL A DEVOT A RELIGIOSA

ANGELICA PAOLA ANTO. NIA DB NBGRI.

IACCOLTA DAL DOTTORE Gio. Battifta Fontan3 de-Conti.

Fmntespizio della Vita della NegrI premessa aile Letfere SpmtualJ del 1576.

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ignora la data precisa. Aveva due sorelle: Angela, divenuta poi Angelica col nome di Battista e Partia vedova e dimorante nel monastero di San Paolo con Ie Angeliche, un fratello barnabita, P. Camillo, morto a soli 35 anni. Una famiglia, dunque, ricca di vocazioni religiose.

Virginia ricevette I'abito delle Angeliche il 26 febbraio 1536 dalle mani di S.Antonio M. Zaccaria, prese il nome di Paola Antonia in onore dell'Apostolo; con 10 Zaccaria emise la professione e da lui fu nominata maestra delle novizie. Benche giovanissima, negli anni '40 assunse un ruolo dominante e quasi una autorita assoluta non solo sulle Angeliche, rna anche sui Barnabiti e i Coniugati.

S. Antonio Maria Ie era cosi affezionato e "devoto" che non esit6 a definirla "spirituale guida" (4), firmava talora con lei Ie lettere col titolo di "Padre" e "Madre" (5).

Da tutti era chiarnata "nostra divina Madre et rnaestra santa" (6); a Venezia tu denominata "generalessa dell'una e dell'altra Congregazione" (7). Veniva consultata "come un oracolo" anche da uomini eminenti e da alti prelati come il vescovo Gian Matteo Giberti di Verona e il cardinal Nicolo Ridolfi di Vicenza (8).

Non solo la Negri e presente ai capitoli dei Religiosi, ma Ii presiede con tutta l'autorita(9). Per esempio, ha il potere di ammettere 0 no i postulanti alia vestizione e i novizi alia professione (10); decide di accogliere e di dimettere dalla Congregazione (11). Tutti accettano Ie sue decisioni (129); scrive lettere di direzione spirituale e manda ordini quando e fuori Milano (13); in comunita si prega per la sua salute e per il buon esito dei suoi viaggi (14). Arriva al punta di sospendere i sacerdoti dalla celebrazione della S.Messa (15). In una parola, la comunita si rimette "in tutto e per tutto alia nostra D.a M.e (=Divina Madre) (16).

Grazie al suo fascino spirituale conquista vocazioni per Ie Angeliche e per i Barnabiti. 11 28 gennaio 1545 rnanda a Milano tre postulanti veneti "i quali si erano abbandonati nelle mani sue, sotto il vessillo di Paolo santo". Altri cinque giovani patrizi - due veneziani, due veronesi e un vicentino - sono "venuti con la nostra divina madre, in Gesu Cristo e in lei per lui rilassati".

Sarebbe monotono riportare tutti i passi degli antichi Atti Capitolari che nominano la Negri, sempre chiamata "divina madre nostra" e sottolineano la sua preminenza in ogni circostanza . Noi ci siamo indugiati non solo perfarli conoscere, ma anche perche i nostri storici Ii hanno in gran parte ignorati 0 tralasciati 0 mutilati nel tentativo di eliminare ogni tracc;a riguardante la Negri. E non si puo dubitare del valore di queste testimonianze che hanno il timbre dell'autenticita, rivelando una ammirazione piu che sincera.

Come allora spiegare il capovolgimento e la caduta in disgrazia della Madre? La sua condanna? II Padre Premoli, con scarsa imparzialita e poco rispetto, parlando di lei usa termini negativi e offensivi: "prevaricatrice", "astuta donna", "infelice religiosa", "Ia disgraziata Negri", ecc. (17).

Non potendo in questa sede entrare nei dettagli, ci sembra dare per scontato diverse circostanze e nodi che si sono intrecdati fra di loro. Riicordiamo il famoso bando dalle terre venete avvenuto i121 febbraio 1551; la mancata rielezione del Padre Besozzi a Superiore Generale nel Capitolo del 9 aprile dello stesso anno; I'intervento e i prowedimenti disciplinari della Inquisizione Romana; Ie vicende dei cosiddetti

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"cavalieri erranti della Negri" (18); la morte prematura dell'Angelica; la polemica sulla paternita delle "Lettere spirituali".

Nel 1544 alcuni 8arnabiti e Angeliche erano stati chiamati a prestare la loro opera nell'ospedale dei santi Giovanni e Paolo a Venezia. Per un banale incidente, la Negri si sarebbe rifiutata di ricevere un patrizio veneziano, costui si vendico provocando un decreta di espulsione dal Veneto di tutti i "rnilanesi".

In verita, il motive era politico: si sospettava che i nostri fossero spie di Ferrante Gonzaga, governatore di Milano e amico della Contessa Torelli. Fu un colpo terribile! Fu gettata la colpa sulla Negri e su di lei la responsabilita della non rielezione del P. Besozzi. In realta venne sostituito dal P. Marta "per Ie molte occupazioni che aveva nel scrivere e altre cose ... " (19).

Una postilla di mana del P. Mazenta a questo punta: hinc origo. "di qui I'origine" di tutti i guai. Nel dicembre 1554 la Negri fu costretta a rinchiudersi nel monastero di S.Chiara a Milano per ordine del Visitatore Apostolico Mons. Marini. Per ragioni di salute ottenne dal Senato di ritirarsi in una casa dei signori Grassi. can la proibizione di "andarla a visitare 0 di scriverle", pena la scomunica! (20). Piu tardi si fece trasferire presso la signora Ippolita Rho, rna Ie fu ingiunto di rientrare in rnonastero. L'Angelica obbed;, rna Ie clarisse non I'accolsero a causa della gravita della sua salute.

Secondo il Premoli, la Negri recite "una commedia" (21). Fatto sta che pochi giorni dopa moriva a soli 47 anni (4 aprile 1555).

Fu una commedia anche la sua morte?! Venne sepolta nella chiesa del Crocifisso, presso Ie "Oimesse" (Milano), dove era priora la sua sorella Partia,

Tutto finito? Nient'affatto. I suoi fedeli discepoli, una decina, uscirono dalla Congregazione e lottarono a lungo per difenderne la memoria e rivendicarne I'innocenza. (22).

II P. Marco Antonio Pagani, ancora vivente la divina Madre, stampo Delle Rime (Venezia 1554) con il Trionfo Angelico e Sonetti in suo onore. II P. Gian Paolo Folperto nel1564 pubblic6 17 lettere spirituali sotto il nome della "devota religiosa Paola Antonia De Negri" (23). Altre pubblicazioni apologetiche vedranno in seguito la luce.

Quanto all'origine e alia attribuzione delle Lettere spirituali, rimandiamo allo studio ampio e approfondito di P. Giuseppe Cagni: Negri 0 Besozzi? (24), concluso can il seguente giudizio salomonico: <IE allora Ie lettere sono della Negri 0 del Besozzi? ... Dipende dal punto di vista che assumera il curatore (dell'edizione critica). Si tratta di riunire in sintesi la componente Negri con la componente Besozzi, essenziali ambedue aile lettere stesse. Per conto mio non sarei alieno ... di ristamparle sotto il nome della Negri, ma dicendo ben chiaro nell'introduzione da chi furono composte ... " (pag.216). Anche il P. Boffito, benche segua la storiografia barnabitica, sembra inclinare ad una valutazione aperta. (25).

Da parte mia, mi permetto aggiungere: Ie lettere erano dettate dalla Negri e affidate a diversi "scrittori". Fra loro Ie Angeliche Sfondrati e Isabella Guodi; fra i Barnabiti, i Padri Paolo Omodei, Baldassare Medici e soprattutto Gian Pietro Besozzi, il "principale" e "il piu assiduo". Nessuno di costoro si sogno di attribuirsi la paternita delle lettere, eccetto il Besozzi. Non dimentichiamo poi che il primo Uscrittore" fu S.Antonio M. Zaccaria che scrisse a Francesco Cappello a nome e con la firma A.P.A. (Angelica Paola Antonia): una siglia che dava autenticita e ufficialita alia lettera.

II

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II

" . -;;. .,.

"

Leftera s.d. dr!/ 1.538 a Francesco Cappelli (Capel/a), di mann del/v Zaccaria efirmata A.PA Al"chll'io delle Angelzche. Ramo.

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Quanto alia dura polemica che il P. Sesozzi (ormai quasi ottantenne) scatena con Ie due lettere al Folperto e al Rainoldi contro 1'Angelica da tempo defunta, e talmente violenta e offensiva che, pur essendo Ie lettere destinate alia pubblicazione, il Padre Generale Marta non volle che fossero stampate, e sono tuttora inedite (26).

" P. Premoli candidamente ammette: "Non sapremmo spiegare tanta ammfrazione per lei da parte di personaggi illustri per santita, come i tre Fondatori, per pratica di mondo come il marchese del Vasto, iI patrizio Gabrio Casati, Domenico Sauli (padre di S.Alessandro Sauli), iI patrizio Veronese Francesco Cappello, la contessa di Guastalla, mons. Crivelli, vescovo ausiliare ed inquisitore; ne ci spiegheremmo altrimenti \a persistenza di non pochi a venerarla come una santa, anche dopo che \'autorita ecclesiastica, awertita della sua prevaricazione, aveva prese per lei delle misure malto severe" (27).

Rimandando ad un profilo biografico della Negri, piu esteso e di prossima pubblicazione, vorrei concludere con due osservazioni: la prima e che sostenere la tesi condennatoria dell'Angelica Negri significa, mi sembra, rilasciare una patente di ingenuita e di credulita, per non dire peggio, ai personaggi appena citati e ad altri non menD insigni come iI P. Serafino da Fermo, canonico lateranense, la nobildonna Giulia Sfondrati, numerose Angeliche e piu di tutti Antonio M. Zaccaria (2B).

Secondo rilievo. A distanza di circa 5 secoli dagli avvenimenti, Ie vicende che hanno segnato il nome e la persona di Paola Antonia Negri non devono offuscare "immagine di una donna di eecezionale talento, di fervida spiritualita, di vibrante zelo apostolico.

Un volume, con la pubblicazione di una antologia delle lettere spirituali, mostrera presto il grande afflato mistico che animava la Negri, la sua straordinaria conoscenza della sacra Scrittura, il suo carisma nella guida spirituale delle anime. Leggendo finalmente que"e pagine non sara difficile scorgere in lei una autentica maestra di spirito, al pari di altre religiose e sante che popolano la storia della Chiesa.

AI di la dei contrasti e delle erisi che hanno travagliato i piu nobili spiriti, auspichiamo che i tre "collegi" paolini-zaccariani sappiano rivivere il carisma delle origini, in una superiore unita di ideali e di intenti.

+ Andrea Maria Erba Vescovo Barnabita

N.B.: per meglio comprendere II significato di alcuni test; citatJ, sarebbe bene leggere Ie note (pag, 7 ss)

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NOTE BIBLIOGRAFICHE:

Ritratto della contessa di Guastalla Ludovica (Paola) Torelli, «Regii Collegii Guastallae Fundatrto>.

1. V. Colciago in S.Antonio M. Zaccaria, Gli Scritti. Roma, 1975, p.392. 2. Atti Capitolari in gran parte inediti nell'archivio romano. 3. Atti S II, 5r 4. Lettera IX del 110 gennaio 1539 5. Lettera VI dell'8 ottobre 1538; addirittura la Lettera VII (dopo il 1537) e scritta dallo

Zaccaria al femminile a nome della Negri e da lei firmata. 6. Atti S II, 4r. A proposito del termine "divina" va chiarito che esso non ha il signifi­

cato letterale che gli diamo noi oggi, ma ha il sen so di un forte complimento misto di stima e di affetto, che il Fondatore usa distribuire ai suoi cari. COS! e chiamato il "nostro divin Padre" fra Battista da Crema; Ie Angeliche "mie divine figliuole in Cristo" (= amatissime); "Ia vostra e mia divina Paola" (contessa Torelli); "il mio divin prete Castellino" (=eccellente sacerdote). Per la Negri I'aggettivo e ripetuto conti­nuamente negli Ani ed e passato alia storia per antnomasia.

7. Questo titolo ha un sapore dispregiativo e fu copiato dalle autorita veneziane per cacciare la Negri dalla citta. Ma, senza ironia, si adatta bene al ruolo da lei eserci­tato nelle comunita de; Barnabiti e delle Angeliche.

8. Cfr. O. Premoli, Storia de; Barnabiti nel Cinquecento. Roma 1913, pp.79-80 9. Att; S 11,23 v; 44v; 53r;L 54v; 57r; 71 r; 73r.

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10. Atti S II, 23r; 24v; 30v; 36v; 38v; 46v; Sill, 5r. 11. Atti S II, 47v. 12. Atti S II, 39v; 41r; 43r; 44r: 50v; 57v. 13. Atti S II, 48r.v. Un giorno il Capitolo decide di tradurre in latino Ie lettere dell'Angeli­

ca, cfr, S III 133. 14. Atti S II, 30r; 31 r; 39r; 63v. 15. In comunita vigeva la prassi di sottoporre la eelebrazione eucaristica e la Comunione

ad un severo discernimento comunitario (cfr. Ani S II, 26v.). II Superiore aveva I'autorita di concedere 0 di negare di celebrare la Messa e di comunicarsi. Oi piLL ciascun membro della comunita poteva privare dell'Eucaristia un confratello che ritenesse difettoso 0 poco fervente (efr.ADI S 11,32r).

16. Att; S II, 42v. 17. PREMOLl, passim. 10 ho molta stima e gratitudine verso il P. Premoli per Ie sue

opere storiche, rna nel caso della Negri, a mio avviso, ha preso un abbaglio contri­buendo, sia pure involontariamente, a gettare il discredito sulla sua figura.

18. Conosciarno i nomi di quest; "cavalieri erranti della Negri", detti anche "Fuoriusciti", "fuggitivi", ecc. Vedi n. 22.

19. Sill, 7v; Cfr PREMOLl, p. 99, n.1. 20. PREMOLl, p. 193, n.2. 21. PREMOLl, p.144. 22. Molti di loro rimasero fedeli alia vita sacerdotale. II piu famoso fu il p. Marco Antonio

Pagani che divenne francescano, teologo al Concilio di Trento, fondatore di due Istituti, di lui e in corso il processo per la beatificazione. II P. Giuseppe Contarini fu riammesso in Congregazione divenendo benemerito barnabita, "soggetto prezioso per la piccola Congregazione". " P. Lorenzo Davidico, dopo una vita burrascosa, scrive lettere di elogio aile virtu de; suo; antichi contratelli, approdato parroco a Vercell; festeggia I'arrivo de; Barnabiti e muore nelle loro braccia. II P. Adriano Dolcetto divenne canonico della basilica di S.Maria Maggiore aRoma, si adopero per trovare una chiesa per i Barnabiti. "II primo di questi tuggitivi" fu il P. Gian Paolo Folperto; aveva ricevuto I'abito dal P. Morigia nel 1542 e aveva lavorato nelle mis­sion; venete. Lo seguirono altri religiosi: Baldassare Medici, Paolo Antonio Soriano, Gerolamo Rainoldi divenuto canonico di S. Maria della Scala a Milano; altri cfr. PREMOLl, p. 123).

23. Cfr. PREMOLl, p. 197, nota. 24. G:CAGNI, Negri 0 Besozzi? Come nacgue la "vexata quaestio" della maternita delle

Lettere spirituali dell'Angelica Paola Antonia Negri in "Barnabiti studi", 6 (1989) pp. 177-217).

25. G:BOFFITO, Biblioteca barnabitica, IV, pp. 260-61. 26. PREMOLl, p.94 n.1 27. PREMOLl, p.92-93. 28. Interessante notare che il P. Paolo Melso, incarcerato col p. Besozzi dalla

Inquisizione aRoma, nel 1552, incolpato di troppa deferenza verso la Negri, "era un Saulo a difenderla"! (cfr. PREMOLl, p 113). Aggiungiarno il nome del gentiluomo veronese Vincenzo Aigarotti: "Era un fanatico sostenitore della Negrin. (PREMOLl, p. 516, n. 5).

+ Andrea Maria Erba

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figura discussa e per certi versi decisiva nella comprensione delle origini della nostra famiglia paolina

II earissimo Padre Antonio Gentil; barnabita, amante e eritieo di storia della nostra comune origine pao/ina, dalle pagine della rivista "!,Eeo del Barnabifi" ((3/2005), presentava a grand; linee la figura della nostra consorella e madre, in occasione del 450 0 anniversario della sua morte, mentre gia si accingeva aI/a composizione di un'antoJogia con la racca/fa delle sue numerose Jettere, Ja cui edizione vedra la luce nel corso di quesf'anno.

A lui i/ nostro piiJ vivo ringraziamento per iI non indifferenfe lavora svolto, con fa preghiera di voler scusare la nosfra pochezza nellimitarei a riprodurre in sintesi if suo e/aborato, mentre avremmo dovufo collaborare maggiormente nello studio di questa poliedrica figura di donna e .. . di Angelica. Ma forse, come Angeliche, pur nella ricerca della verita, saremmo state troppo di parle nel mettere in risalto iI suo carisma, Ie sue virtu, indugiando torse piu in una eerta comprensione che nef sottolineare II conflitto 'ra luc; ed ombre che ha caratterizzato if suo cammino ascetico.

* .. *

114 aprile del 1555 moriva a Milano in casa di privati una monaca Angelica di 47 anni, Paola Antonia Negri, al secolo VIrginia. Venne tumulata nel Monastero del Crocifisso detto anche di S.Maria Egiziaca, di cui si prese cura Ludovica Torelli nel 1542 e del quale era priora la sorella di Paola Antonia, Porzia.

Nel 1673 certo Giovanni Battista Niger (lontano parente?), in considerazione della sepoltura dell'Angelica, stabili che una cappellania di famiglia provvedesse a ufficiature quotidiane nella dimora che ne raccoglieva Ie spoglie mortali, detlando questo epitaffio in suo onore:

"Can la penna il sesso, col disprezzo del mondo vinse iI cielo". L'epitaffio allude, in particolare, all'attivita scrittoria della Negri che firma con I'incon­

fondibile sigla A.P.A. (Angelica Paola Antonia) 133 lettere vergate nell'arco di 14 anni, dal 1538 al 1551, mostrando con questo come il "sesso debole" possa superare se stesso.

Le vicissitudini dei Tre Collegi paolini istituiti da S.Antonio Maria Zaccaria che segna­rona gli anni a partire dal 1551, gettarono un'ombra di discredito - citiamo il giudizio che ne diede Romana Guarnieri, peraltro ammiratrice dell'Angelica cui la lega "curiosita, rabbia e umana pieta" - su "una donna misteriosa, inafferrabile neJla sua umana verita", cosl che gli storici barnabiti considerarono materia Ie inaffidabile un epistolario del quale si contendeva la paternita, trasferendola allo scrittore che ne cure la stesura, quando iI richiamo alia Negri avrebbe ridestato vecchi e non sopiti sospetti da parte dell'autorita ecclesiastica .

Si sa che la Negri non scrisse mai di suo pugno e commetteva, dettando 0 ispirando, Ie sue missive a padre Gianpietro 8esozzi (rna la prima della serie e di mana dello stesso Zaccaria!). Eppure detto epistolario avrebbe consentito di documentare con straordinaria ricchezza di particolari e con abbondanza di riferimenti spirituali una stagione fervidissima della protostoria dei Tre Collegi paolini istituiti da Antonio Maria Zaccaria.

II

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BiglieTto all/ogra/o della j\/egri indinzzalo a padre Bartolomeo Ferran, sliccedlilo alia Zaccaria quale con­fessore delle Angelic-he ne/1540: «Rev.do in Cristo Padre, perche futle Ie Angeliche vi scrivano che VI \loyiano per confessore, Val Ii responderefi su /0 medema sao litlera, remandandola per il presente messe, che voi non vo/eli accellare questa impresa perc'he non vi cOf7senli sufficienle: e nhmo sa questa che la scritora del pyesenle boletino, qual se vi racomanda. Cosifaccio io ben ... Dj V[oslra] C[aruo.}, Afngeh]ca Pao/anloniG) . Archlvia Storico BarnahilJ, Ramo (ASBR) .

"* * *

L' epistolario siglato A.P.A. ci consente di misurare la temperie spirituale da cui prendevano Ie mosse Ie iniziative apostoliche dei Paolini, miranti a ridestare la vita cristiana cominciando dalla riforma dei monaster;, dall'assistenza agli ospedali, dalla frequentazione di ceti alt; e influenti nella vita pubblica.

Lusinghiero il fatto che a questo i Paolini venissero chiamati dalla gerarchia eccle­siastica 0 dai governanti, anche se, almeno alcuni di essi, dovettero presto ricredersi di fronte all'audacia de; nuovi missionari.

Sappiamo ad esempio che, appena messo piede in Venezia, la Torelli venne diffi­data dall'andare "per la citta dogmatizzando, non senza scrupolo e scandalo della religione", visto soprattutto che "come donna" era disdicevole che seguisse questa stra­da andando in giro per "citta e paest'. Basta questa valutazione trasmessa dalla Sede Apostolica al Nunzio Pontificio in Venezia per farci comprendere quale era la posta in gioeo di un'avventura apostolica intrapresa all'insegna della riforma non soltanto da parte di uomini, ma anche di donne di grande fascino e presa sulla gente.

Ed e su questa sfondo che si snodano Ie pagine di un epistolario che era gia pronto per la stampa nel marzo 1550 (inc\udeva 89 lettere ed era dedicato a papa Giulio III: si, proprio il Papa che due anni dopo avrebbe indetto la visita apostolica firmando un

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"breve" assai critico verso i Paolini, a sottolineare I'importanza che gli davano i seguaci della Zaccaria prima che la bufera si riversasse sui loro IstitutL

E' noto che detto epistolario vedra la Iuce a Milano nel 1563 in prima edizione, uscita peraltro mutila (contiene soltanto 17 lettere) e poi ritirata dal commercio per decisione dell'autorita ecclesiastica locale, su istanza dei Barnabiti, sempre preoccupati di un ritorno di fiamma che riabilitasse la Negri a loro scapito, e in seconda edizione uscita aRoma nel 1576, comprendente 70 missive, cui vanna agg;unte altre 63 rima­

ste inedite, Un primo dato ci sembra gia significativ~ , Su 133 risulta che 108 lettere hanno

come riferimento Ie missioni venete: 67 lettere furono spedite a Venezia, all'indirizzo dei Paolini, rna anche di laici e sacerdoti; 11 a Verona, 10 a Vicenza e 4 a Padova, mentre furono spedite 12 lettere da Vicenza, 3 da Verona e 1 da Venezia.

III

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Fronlespizio del codlce presenlalo oj revison durante" Conrdw di Trento e approvoto i/ j() giu;?no 1563 Blblioteca VaflicellJana, Romo

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una folia di nomi

Spigolando ora attraverso Ie pagine edite e inedite dell'epistolario, veniamo ad esempio a sapere che la Negri indicava al sacerdote veneziano Luca Della Mane quali vie dovesse percorrere per raggiungere la conoscenza di se stesso 0 come doves­se tollerare I'avversita, mentre con Gaspare De Franceschi disquisisce sulla dignita sacerdotale: "Compalendo a questa povera sposa di Cristo", scrive alludendo alia crisi che attraversava la Chiesa del tempo, "ben avete ragione di disporvi e decidervi a cominciare in vol stesso a riformarJa", Sempre a Luca Della Mano sottolineera I'impatto spirituale che I'eucaristia e destinata ad avere nella vita del sacerdote, raccomandan­dogl; di essere "fedel minislro di chi si da nelle vostre mani a ogni vostra richies/a sopra la mensa del/'a/tare per santificarvi".

Rivolgendo,si aile «Convertite}) del Monastero vicentino di S.Marta e sapendo con quanta cura venissero seguite dai Paolini, la Negri si rivolge a una delle ultime entrate dicendo: "Non vi paia cosa nuova /'essere accarezzata: se /0 stesso Creatore vi acca­rezza, perche non vi accarezzeranno Ie creature ?".

JIll bel Crocifisso", come ama dire paradossalmente (espressione che ricorre due volte nell'epistolario), irradia tume e fuoco sui suoi seguaci: Ne mancano raccoman­dazioni ai coniugi, come a Giacomo Paralioni, invitato a "'trovare i/ tesoro nef campo del proprio euore e a far in modo che la sua casa sia la casa di Dio", 0 a Gaspare Zancarolo, a cui rivolge un appassionato invito: "Non vi fate la via larga, perche siete giovane". A certa Giovan Pietro Lobia di Vicenza chiede, si noti, di "sopportare il Signore in tutti gli assaggi ~e prove) che fa di lui, perehe /0 vuole simile a se".

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Finne Olif()grafe di sanl 'Ant()nlo M, 7accaria e dell 'al1gelica Paola AnfOnllJ !Vegn , apposle alia feftera dell '8 ot/obre 1538: «( VOSTrl in Ch/rist}o patre et maIre, Ant{oni 70 lV/lana] p!re/e).

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Sallecitato a "carrere per la via delle vere e reali virtu" e Angelo Michiel, che diver­ra di Ii a poco barnabita insieme ad altri postulanti veneti approdati a Milano in una sola imbarcata ( e 10 ricordano Ie sei effigi tuttora visibili in S.Barnaba). Sara a lui che l'Angelica dettera Ie espressioni piu vibranti del suo epistolario in ordine all'azione missionaria espressa nei termini: "piantare la croce in Venezia". Per poi proseguire in riferimento a tutto il manipolo di riformatori: "Voi, che gustate if frufto della croce, che la conoscefe, se benche siete pochi vi impegnaste a predicarJa, a magnificarla can i (aft; e con parole a fronte scoperfa, affochereste (incendiereste) tutta Venezia e la fareste impazzire d'amore di quella (Ia croce)".

Le lettere indirizzate ai Paolini nel loro insieme hanno degli <dncipib> assai suggesti­vi. Sono definiti "generasi e magnifici figJi di san Paolo che nella citta di Venezia mili­tana a Gesu Cristo satta iI suo stendardo"; "Illuminati e mondi di cuore i figlie e Ie fig/ie di Paolo santo". Altre lettere vengono indirizzate "A quel/i che desiderano spogJiarsi di tenebre e vestirsi di vera luce"; "AgJi infuocati e generosi nella battaglia di Gesu Cristo, i fig/i e Ie figJie di san Paolo"; "A quel/i che in verita desiderano trasfigurare la faccia de/l'uomo vecchio nel nuovo .. . "

Quanta al Collegia dei Maritati (gli attuali Laici di san Paolo) , Ii chiama can espres­sione paolina "ferventissimi commilifoni". In una delle lettere ai missianari operanti in Verona, dopa un'ampia rassegna di persone cui invia i saluti, raccomanda: "Ricuperate la liberia che perdeste facendovi servi del mondo".

In una lettera indirizzata a Vicenza e a chi vi operava, non si fa scrupola di concludere: "Leggete questa a tutti i negligenti".

Per Ie Convertite di Vicenza, alia Negri sommamente care, riserva espressioni toccanti: sono dette "innamorate di Cristo n e "/acrimose e di dolore piene per la morfe del/'Amor loro" Gesu. Un dolore destinato a "schiantare" i loro cuori e aprirli a una sin­cera conversione, cosi che diventino "nemiche di ogni morbidezza".

La rassegna potrebbe continuare, rna questa ci basti per sentire quanta sia auspicabile colmare una vera e propria lacuna storiografica che non ha piu alcuna ragion d'essere. E la data pluricentenaria della nascita di Paola Antonia, piu che una riabilitazione postuma, sarebbe I'occasione preziosa per riappropriarci di un patrimonio di alto valare. Ne si dimentichi che Ie 133 lettere riflettona vicende sulle quali non si erano ancora concentrati i fulmini del biennio temporalesco del 1551-1552.

P Antonio M. Gentili Bamabita fda "Eco de; Bamabiti" n. 312005)

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/1 d "" os/zlOni dell 'inquisitore, In ' d It mperare a e l.lp zo J555) con CUI la Negri du:hwra I 0 e ," ,tretta nlornare af manifeslo pen~o-

A tlo no I anle (22 mara San 10 Chiara: " ... son ceria che non m I havlI a ~~ a. 'olonla d 'ess i i l/uslriSSlm i signa n e / ordine ai suo rtentro d' eno per as.5icurarrni di non conTravenrre a

h a 1, bedz"to ho accettato et accetto dl d II te non 1m, db' d' on avere 0 , ~u ;r:"/::'~;e morire can obedienllO,~~:~;:e~:~::o ~:;n ~; propria mono mi .<ono sofloscritto.))

ritornare in detto monasteno" 10 Ang

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Rill'alto di san/'Antonio M. Zaccaria, «Cler[icorum) Reg[ularium] Cong/regatinnis} S[ane/i]

Pauli et A nge li carum fundaton) .

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A. P. A. ANGELICA PAOLA ANTONIA NEGRI

«AFORISMI»

Riprendiamo una serie di affermazioni pregnant; disseminate neJ/'epistolario a firma APA. e che ritroveremo in parte neIJe altre voci della prossima Antologia. Anche se if periodare della Negri puo sembrare aJ/e volte ridondante e ripetitivo, sorprendono non poco Ie espressioni di straordinaria acutezza, incisivita e provocazione che rivelano una singo/are capacita nell'esporre gli aspetti sa/ienti della vita spirituale. Chi ha tamiliare /a lettura degJi scritti di tra Baftista da Crema e di Antonio Maria Zaccaria, vi trovera non pochi paralleli, a riprova della comunanza di pensieri e di linguaggio dei loro dis cep oli. Una lettura non corsivB, ma meditata degli aforismi, suscitera senza dubbio il desidedo di conoscere piu a fondo un insieme di testi da trappa tempo neg/etti e, con i test;, di rendersi familiare una pagina della nostra storia in cui si cogJie la vivacita e /a sJancio che accompagnarano Ie origini dei tre collegi paolini.

«Seguite questa santa vocazione»

• Levate la maschera, most rate al mondo che volete essere cristiano (AI saeer­dote Luea dalla Mano 28.9.1544).

• [Non siate] carnali e fantastici cristiani (San Giovanni Battista 1547). • Seguite questa santa vocazione, rendendola certa can la sollecitudine, diligen­

za, industria, violenza e abnegazione della propria volonta (Ad Angelo Michiel 22.5.1543).

• Segregandovi dal volgare corso avete fatto questa bella scelta di lasciare il mondo e accostarvi aile virtu reali che vi possono fare e vi faranno compagni dei gloriosi santi (Tutti iSanti 1549).

• Dovremo rendere canto a Dio di tutte Ie virtu e azioni virtuose dei Santi a noi manifestate e ricordate dalla Chiesa e dallo Spirito santo dentro di noi (Santo Stefano 26 .12.1545).

• Chi non e nato nasca, e chi e gia nato rinasca (Awento 1549) . • Avete trovato il tesoro nel campo del vostro cuore: comperatelo e fatevene

nuovo possessore (A Giacomo Paralioni 24.8.1543). • Tornate al cuore, chi ha deviato (Vigi/a dei Santi Pietro e Paolo 1544). • Torniamo, torniamo al cuor nostro con vera cognizione dei primi desideri e affetti

santi (OeJ/'emendarsi 17.11.1550). • Vengo a ricondurvi al cuor vostro, alia custodia dell'interiore casa, all'esame di

voi stessi, alia rinnovazione dei primi desideri e degli infuocati e virtuosi affetti (Santi Pietro e Paolo 1548).

• Se siete figli di Paolo, fate Ie opere di Paolo, vivete e affaticatevi come Paolo, siate magnanimi come Paolo, generosi come Paolo (Santi Pietro e Paolo 1548).

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Prima pagma del codice L. hi 03 del 1551. conlenenle 85 lettere firmate A 0 P A 0

i:.' senzaJrontespizio e inizw con la lettera a Papa Giulio Ill. ASBRo

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• Desidero che per una via piu breve, piu sollecita, piu diligente, piu sicura, piu esposta al sole e per paesi piu caldi, ve ne torniate alia prima regione vostra, quando accesi i petti di cosi ferventi e casti desideri, non vedevate, non gusta­vate altro bene che il nostro Dio (Epifania 1549).

• Fatevi una santa concorrenza, emulate i doni piu perfetti I'uno dell'altro: turto pera a lode di Dio (Del/'emendarsi 17.11.1550).

• 0 misera cecita nastra! dove siama giunti! II servo si vergogna di riconoscere il Signore, il figlio il Padre, la creatura il Creatore, il redento il Redentore, il prigioniero il Liberatore, il povero e mendico il Benefattore (Ad Angelo Michiel 15.11.1543).

• Trasformatevi in lampade ardenti e luminose (San Giovanni Battista 1547). • Voi che cominciaste in spirito, non vogliate finire in carne (Conversione di san

Paolo 1549). • Chi gusta la carne, non gusta Dio (A Michele da Crema 1551) • Quando parlate, parlate in favore della giustizia e non per I'ingordigia del dena­

ro, fatta salva, pero, la vostra dovuta ricompensa; soprattutto non sostenete cause ingiuste (A Francesco Santonino 16.12.1545).

• Non offendete Dio ed evitate guadagni iIIeciti. Dio e fedele e non lascera la vostra opera infruttuosa (A Francesco Santonino 16.12.1545).

• La cognizione [di se stessi] produce I'emendazione, sprona I'anima, la sollecita, Ie da fiducia di ottenere misericordia. Vi fara tutto fuoco, tutto lume, turto pieno di desideri santi; vi rendera amabile I'orazione, facendovi correre spesso a irri­gare di calde lacrime i piedi di Cristo per I'amarezza del cuore (Della cognizione 5.12.1543).

• La sola cognizione di se stessi ci e nociva se non e accompagnata dalla cogni­zione della bonta di Dio e dell'abbondanza della sua misericordia (A Francesco Santonino 9.10.1546).

• La vera cognizione che proviene da Dio induce speranza e desiderio di virtu; la falsa cognizione [che proviene da noi stessi] confonde e induce tedio e rin­crescimento nell'operare il bene (A Luca dalla Mano 5.12.1543).

• Non vogliate giudicare secondo I'apparenza, e se il tuo occhio ti scandalizzera cavatelo, che meglio ti andra entrare in cielo con un occhio solo con il quale giudichi te stesso, che con due nel fuoco eterno (Conversione di san Paolo 1549).

• Parlo di quella verginita della quale si e vergini dopa la rinascita in Dio dalle tenebre dei primi errori e di tutti quei vizi che non consentono di stare al cospet­to dell'Agnello (Santi Innocenti 1546).

• La castita e quella singolare virtu che rende da terreni celesti, da uomini angeli. Si trova la castiffi ben anche nel matrimonio (A Giacomo Paralioni 18.9.1543).

• Dovete appartenere alia schiera dei santi: alcuni di vai mettendosi fra i gloriosi martiri; altri fra i confessori; chi fra Ie vergini con la candida e perpetua castita, compensando la persa verginita; chi fra i casti di matrimoniale castita (Tutti i Santi 1549).

• Fate in modo che la vostra casa sia casa di Dio (A Giacomo Paralioni 24.8.1543).

• Mostrate aile vostre famiglie la via della verita (A Francesco Santonino 15.12.1545).

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LeI/ere ad Angelo Michie! (J 4 e 21 gennalO 1544). d/ mono d/ padre Clan PIetro BeSOZZI.

A! terminefirma aUlOgrafa della Negri. ASBR

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«Affrettate i passi»

• Non potete salire se prima non discendete, come fece Cristo. Deve prima discendere I'uomo che vuol salire con lui, perche se non partecipa aile sue tribolazioni, non 10 sara nelle consolazioni; se non si soffre con lui. con lui non si regnera; se con lui non si discende, con lui non si ascendera (Ascensione 1549).

• Dio conduce i suoi servi attraverso Ie tribolazioni, purificandoli e provandoli, affinche portino piu frutti. Se siete provati, rallegratevi, perche tutto cia e com­piuto dal vero Agricoltore (A Francesco Santonino 16.12.1545).

• Insegnaci il discernimento, poiche subito convertiti dal mondo non vogliamo metterci neli'alto della perfezione, ma andare di grado in grado (Sant'Antonio abate 1549).

• I vostri travagli sana la scala con cui salite al vostro Cristo in croce (Luca dalla Mano 31.5.1546).

• [AII'Epifania Cristo] si e mostrato a noi [non piu neonata, ma] mentre cresceva, affinche crescessimo sempre anche noi, andando di virtu in virtu, di desiderio in desiderio, di lurne in lume, di cognizione in cognizione e di grazia in grazia. Si e mostrato a noi proficiente, perche ci vergognassimo di stare sempre nella stato degli incipienti (Epifania 1547).

• Intraprendete il vastro cammino con velocita, tendendo come Paolo a quello che vi resta da percorrere e dimenticando quello che avete fatto. Considerate quanta vi manca alia grande perfezione a cui siete chiamati e alia quale arriva­no i santi (San Bartolomeo 1547).

• Ci varra poco sapere che, allo splendore della stella, i Magi siano venuti [ad adorare il Signore], se noi, alia splendore delle sante ispirazioni, non cammine­remo per trovare cia che essi trovarono (Ottava de/l'Epifania 1549).

• Affrettate i passi nel vero e cristiano corso (De/l'emendarsi 17.11.1550). • Allungate i vostri passi. Non perdete tempo. Tendete sempre il vostro occhio in

avanti, vedendo quello che vi resta da fare (Ad Angelo Michie/15.11.1543). • Fatevi lunghi i passi e scaldatevi al fuoco delle violenze sante e discrete (Ad

Angelo Michie I 3.7.1544). • Non tardate, riconoscete I'abbondanza della grazia di Dio (Aile Convertite

10.12.1548). • Offriamo noi stessi come oro purificato nella fornace delle molte violenze

(Epifania 1547).

• Non vi fate la via larga perche siete giovane (A Gaspare Zancarolo 1.7.1544).

«Fate /a vostra parte»

• II Salvatore sara nato in noi se vorremo essere salvati, facendo queUo che ci spetta (Natale 1545).

• Le virtu verranno a confluire nella nostra anima per dono celeste e can il con­corso della nastra industria e sallecitudine (Santa Caterina 1548) .

• Viene meno la grazia ricevuta se la lasciamo oziosa (Conversione di san Paolo 1549).

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• Come la consuetudine del male non fu contratta in poco tempo ne con pochi atti, cosi non verra distrutta se non con lunghi esercizi e combattimento, can industria, con frequenti proponimenti, adirandosi contra se stessi can ostinazio­ne di voler vincere non can Ie proprie forze, ma con I'aiuto di Dio, che viene data e piu e meno secondo I'industria e sollecitudine dell'uomo (Ad Angelo Michiel 17.2.1544 ).

• Non puc operare frutto in altri, chi non opera frutto in se stesso (Ceneri 1548). • Attendete a voi stessi per pater attendere agli altri (Della cognizione

5.12.1543). • Dovete avere sempre in mana la falee dell'odio santo di voi stessi, per tagliare

tutti i rami dell'albero vecchio della carne che sempre pullula e germoglia pen­sieri, affetti, giudizi, sdegni, risentimenti. .. (Epifania 1547).

• Bisogna con ogni diligenza coltivare bene la vigna dell'anima nostra, e eosi col profumo delle sante virtu acquistate can I'aiuto del dolce Cristo amore nostro, eondurre dopo di noi dietro a lui il nostro prossimo (Ceneri 1548).

• Digiuni il corpo e I'anima si pasca di virtu sante (Ceneri, 1548). • Dilettiamoci ogni ora a dare qualche ferita a qualcuno dei nostri nemici spi­

rituali. Con frequenti vittorie indeboliremo la loro forza (A Giacomo Paralioni 15.10.1543).

• Di quanto consentite aile vostre passioni, di tanto vi allontanate da Dio (Aile Convertite 10.12.1548).

• Movete guerra aile vostre passioni , tanto quanto loro fanno guerra a voi (Aile Convertite 10.12.1548).

• Trovate il modo di combattere valorosamente, operando il contrario di cic che vogliono Ie vostre passioni (Ad Angelo Michiel2B .1 0.1543).

• Non rallentate mai il corso, rna siate sempre piu intento a dare morte in voi stesso a quella passione che piu vi molesta, perche poi piu faeilmente vincerete Ie altre (A Michele Contarini 27.7.1544).

• La virtu non si acquista se non per il suo contrario (A Bartolomeo Soriano 29.6.1544 ).

• L'uomo che sta sempre ripiegato su se stesso, riceve poco frutto di vita (Epifania 1549).

«State in continua battaglia»

• Desiderate Ie prove piu che non fa il cervo assetato della fonte di pure acque (A Luca dalla Mana 1546).

• Quando starete senza tentazioni, starete senza vittoria ; quando starete senza combattere, resterete senza corona. Dalla tentazione nasce il fuoco, nasce il lume, nasce la sollecitudine, nasce I'orazione, la compassione, la bassezza; nasce la cognizione certa e non fantastica delle proprie riuscite (Ad Angelo MichieI15.10.1543).

• Quando restiamo senza castigo, meravigliamoci della grande bonta di Dio che ci sopporta al suo cospetto e non ci da nelle mani dei suo; nemici (A Luca Dalla Mano 22.12.1543).

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Lege, -6-, Clui amftam (Iti, ) lege & med""': tare, & rumina & ckuora lilirum iftum. & ait in ore tuG taoquam md dulce: Licet amarican &cict 'YeJltma tuum •

Apoc.z.

P LAC E NT rAE Apucl V'mceatiam Comltim I S 10.

EdlZione jlaliana delle opere di Serafino da Fermo. Appartenenza Q Coslmo Dossena,

barnablta e vescovo di Torlona (Torthonensis). Esemplare nella bibllOteca dl San Barnaha

(fonda Mo nza) , Milano.

EdizlOne latma degli serilti di Serafino Acell de Porti do Fenno. Appartenenza a San Filzppo Neri. BlblfOteco Vall ice llian a, Roma.

OPERE S P I R I T V A L I.

ALLA CH.tITIANA

pcrfcttiont, vtiliC •• & . DCceairie.

D!.L R. P. nON SEllA FINO DA ,atMo CAN ••• G. LAT •

• Prcclicuorc fcnaCDtiWmo.

Nuouanaentc con COaun.a diliacntia riuille, li da in60iti (non purgate, at aD. (lia p~icra int~t.'. eon mo1tc 1.1'­

IJoQte,rdtituite : come ~ 1& {~CIItC Epitlola

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IN PIACENZA

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• Nel tempo della tempesta nascondetevi nelle piaghe di Gesu Cristo crocifisso (Ad Angelo Michie/15.1 0.1543).

• E giocotorza passare per il deserto, se volete entrare nella terra promessa (Ad Angelo Michie/1 0.3.1544).

• Vincete chi vi vuole vincere. Vi siano cari i contrasti, Ie tentazioni, Ie battaglie, gli assalti dei nemici. I buoni guerrieri nell'oziosa pace non guadagnano, bensi nei conflitti (Ad Angelo Michiel 29.4.1544).

• 0 felici travagli, a apprezzabili tentazioni, 0 desiderabili contrarieta. Chi non dovrebbe desiderarvi e abbracciare volentieri poiche recano all'anima che Ii sopporta fedelmente, tanto bene, tanto lume, tanta forza, tanti ardenti desideri di virtu (Ad Angelo Michiel 22.5.1544).

• 0 felice prova con cui toste tentato, vedendo e con esperienza comprenden­do chiaramente che dalle tenebre si cava la luce, dalle infedelta fedelta, dalla guerra pace, dal fuoco delle tentazioni fuoco di carita e ardore divino (Ad Angelo Michie/3.7.1544).

• II Signore venendo incontro ai nostri larghi desideri di croce, ci tiene sempre in continui esercizi e tentazioni, come avviene per coloro che non si accontentano di essere buoni di una mediocre bonta (Ad Angelo Michiel 21.8.1544).

• Non vi sgomentate per il risvegliarsi delle vostre passioni, perche questo e il principio della santita. Bramate di stare in continua battaglia, poiche spero e confido che sarete vittorioso e vi renderete con la vittoria di tali conflitti sacrifi­cio puro e accetto al Dio vivente. Esercitatevi, guadagnate, vincete (Ad Angelo Michie/3.7.1544).

• " desiderio della virtu nell'anima e il principio della virtu stessa. Ci si perfeziona nella virtu in due modi: 0 per grazia del Signore senza industria dell'uomo, e cia e raro; 0 per industria dell'uomo che coopera con la grazia, e questo e il modo consueto (A Bartolomeo Soriano 29.6.1544).

• Noi siamo sempre instabili in ogni nostro procedere (Ascensione 1549). • ~ in abominio a Dio un tiepido che non desidera battaglie, afflizioni, pene, car­

eeri, infamie, persecuzioni, biasimi e morte per Cristo (San Sebastiana 1549). • Nella citta celeste non entrano tiepidi, negligenti, amatori di se stessi, ambiziosi,

corrotti di mente, dispregiatori e giudici iniqui del prossimo, nemici della croce e colora ai quali parlare di croce e stoltezza (Del patire ... 12.4.1551).

• E tempo di non vivere piu in stato di tiepidita, ma di dare carne per carne, san­gue per sangue e vita per vita a chi tutto si e data non risparmiandosi fino alia morte e morte di croce (A Marcella Poiani 30.3.1551).

• "vostro fuoco bruci e consumi gli errori e la tiepidita degli altri. Se non e cosi grande come quello degli apostoli, aggiungete legna alia legna e calore della volonta al calore dei vostri spiriti (Ad Angelo MichieI24.3.1544).

• II sangue di Cristo prevalga e altro non sia nel cuore e nella bocca vostra che sangue, sangue, sangue, che vinca con voi ogni assalto e tentazione diabolica (San Bartolomeo 1549).

• Nessuna peste uccide piu I'anima di questa miserabile tiepidita cosl odiosa a Dio (Ad Angelo Michiel 5.10.543).

• Questa maledetta tiepidita vorrebbe farci trovare la via per essere spirituali e carnali, e questo non senza estrema rovina dell'anima (A Baldassarre Spinelli 1 O. 1 O. 1 546) .

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LETTERE SPIlllTVALI D I L A 01 VOT A RELIGIOSA

ANCILICA PAVLA ANTONIA DI N 1(;1.1, If Il.ANa.l.

~ Dclr Aduento de nollro Signore GieCu Chrillo.

aJli 6g1iuoli di Paulo fan to • CAsT! rpfnf,6 am; m~ beMclettc , c~ clarA aU"fnulJetto ado collcelto,aUI mta"u "soft,al

II UblUa m'. parole baftellOle =I . poter erprimur c& qUinto dtfide-rio 10 bra •• ta come mi.out COli

YDI Inlora fame di,eclft'. road CIlOrf non IDfno .rdrad., ddid~ rod, .nquteti,a 101kdd,a anS; eli dautrf, dl abbracdare, di 101

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FrontesplZlo dellE' LeI/ere splrlfuall del J 563. Esemplare nell 'ASBR.

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• Ci ritroviamo tanto pigri, tanto tiepidi e negligenti, con euore agghiaeciato, insi­pido e senza gusto effieaee delle eose di Dio (Ad Angelo Michie/11.8.1544).

• Chi vuole fare profitto nella via di Cristo non vive a stampa aecontentandosi di qualche buona azione, ma con desiderio infinito corre per la via delle vere e reali virtu (Ad Angelo Michie/15.1 0.1543).

• Chi vive a stampa resta sempre 10 stesso: impaziente, superbo, vanaglorio­so, curioso, vagabondo, distratto, loquace, detrattore, giudiee delle azioni del prossimo, avaro, invidioso, amatore delle propria comodita (Ad Angelo MichieJ 20.7.1543).

• I beni inestimabili dei doni divini non si danno ai negligenti, non si danno a tiepidi, oziosi e freddi, a quelli che vogliono servire due Signori (San Vincenzo 1551 ).

• In questo si eonosee la colpa originale, quando dovendo cercare cia che e di Dio, cerchiamo cia ehe e nostro (Concezione 1546).

• Mi piace che vi siate fatto donare dal Bambino Gesu la magnanimita, perehe e malta necessaria a ehi vual fare grande prafitto, come gli e malta dannoso il timore. Un vero magnanimo nan si lascia vincere ne da se stesso, ne da altri, ne da carne, ne da sangue (Ad Angelo Michie/14.1.1544).

• Chi muore all'accidia operando contro di essa, introduce in se Cristo vigilante, sollecito, infaticabile (Della mortificazione 5.8.1546).

«Date i1 tutta se volete il Tutta"

• Dandoci a Dio e impossibile che Egli, che e il Tutto, non si dia a noi (Settuagesima 1549).

• Date il tutto se volete il Tutto (Della cognizione 5.12.1543). • Che ti manca? Hai lasciato il tutto e hai il tutto in Oio, sei con Dio e in Dio e

partecipi di Dio (Santa Maddalena 1549). • Se il nostro cuore si svuotasse dei desideri e affetti terreni, sarebbe fatto capace

del Bene infinito (A Bernardino Bonfio 20.1.1547). • Chi non madera gli affetti terreni, chi non tende a purificarsi, come potra vedere

Dio? (A Giovanni Bascio 7.5.1546). • Chi puc pensare la quiete, la ricchezza, I'abbondanza, il bene, la pace e il gau­

dio di un'anima tutta trasformata e assorta in Dio e fatta una cosa stessa con lui, anzi nella quale egli abita e riposa e si diletta, parla e opera? (Sant'Antonio abate 1549).

• Non e data di possedere Dio a coloro che non si vogliono separare dalle cose almeno con I'affetto, non potendolo fare in effetti (Sant'Antonio abate 1549).

• Chi vuole possedere Dio non cerchi, non desideri da lui mercede, consalazioni, visitazioni, rivelazioni, doni non pertinenti alia salvezza (Circoncisione 1549).

• A Dio danno parole e fantasie e immaginazioni superficiali; ai suoi nemici che tengono in casa, volontariamente 0 almeno con una grossa e inescusabile igno­ranza, danno Ie midolla del cuore (Epifania 1549).

• Uno non e chi volendo tutto Dio, non da tutto se stesso a Dio (Settuagesima 1549).

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DEL RIVBRS N 0 0 M. MAkCO PAGANI

,.1.10"'0 AMGiLICO CAP. , •

II~~~~C~ 0 I ,be diuill1lMcC. til ttrll'frtgi,

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Dolle Rime di Marco Pagani del 1554 Esempiare al Hntlsh Museum, Londra

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Pagina del codice Vallicelliano che indica La data (13 gennalO 1564) in cui fa suddetta edizione venne so~pesa «per imposizione del R[reverendoJ P/adrel /nquisitore».

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• Ove non e unione non e Dio (Dell'emendarsi 17.11.1550). • II disunito deponga la disunione (Ascensione 1549). • Quando non sentiamo Dio e ci sembra di averlo perduto, ci resta pera il desi­

derio di trovarlo, di possederlo e onorarlo .... Si sottrae ai nostri occhi, perche vuole renderci piu solleeiti e piu forti. ... [Ma cia puc essere dovuto anehe alia] nube oscura dei nostri peecati, della volontaria e grossa negligenza, tiepidita, dappocaggine, ostinazione e superbia (Ascensione 1549).

• Finche I'anima cerca il gusto di Dio, non serve Dio, ma Dio serve lei. Quando questo gusto Ie viene sottratto, allora e lei che serve Dio e il suo servizio gli e grad ito (Ad Angelo Michiel 15.10.1543).

• Consegnate voi stesso e la vostra causa al nudo e puro volere di Dio, in modo che iI vincere e il perdere vi sia ugualmente piacevole (A Michele Contarini 11.10.1546).

• Tutte Ie azioni dei santi, tutte Ie lora opere e parole sono piene di sugo. E vero ehe sono doni di Dio, ma vuole forse distribuire questi doni solamente ai santi? Non desidera di eomunicare tutto se stesso con ogni grazia e dono a chi vuole rendersene eapace e degno? (Sant'Antonio abate 1549).

• Spogliatevi di voi stessi e di ogni altra dilettazione fuorche in Dio, cosi ehe eon i cuori tanto mondi possiate gustare e vedere [Dio], e stando in terra stare in cielo (Assunzione 1549).

• La vita in Dio 5i acquista solo con la morte di tutto noi stessi: senza questa morte non si vive, non si fa frutto, si resta sterili, aridi, infecondi, privi del gusto delle cose di Dio (Della mortificazione 5.8.1546).

• Fate presto e correte alia morte beata a cui siete invitati, per ricevere la vita e donarla agli altri (Sant'Andrea 1546).

• Perche ei dobbiamo contristare se Dio non vuole operare in noi quello che a noi sembra opportuno? Sappiamo meglio di lui quello ehe ci conviene? (Ad Angelo Michiel 3.7.1544).

• Non siamo piu tempio della Spirito santo se diventiamo abitazione dei demoni inearnati e senza carne (A Caterina Pagani 10.7.1543).

«Va/ate a Cristo»

• Cerehiamo solo Cristo in tutte Ie nostre azioni (Concezione1546). • Cristo e il vera padre e piu che padre, che vi ha generato e rigenerato con il suo

sangue. Egli e la madre vostra che vi ha concepito in se per eceesso di amore, dando se stesso per la vostra redenzione, allattandovi con iI latte spirituale, pascendovi di se con eibo incorruttibile, dandosi a voi per guida, per nutrice, per pedagogo, per condurvi al regno ehe vi ha preparato (Ad Angelo Michiel 15.11.1543).

• Cristo per voi si e fatto libro, nel quale potete imparare cia che vi e necessario per giungere a purezza di euore e innoeenza di vita. Si e fatto libro pratieando in se stesso quello che dovete fare voi; mettetevi a le9ger1o per imparare e operare imparando (Ad Angelo Michiel 22.5.1543).

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• E per nostro insegnamento non soltanto quello che Gesu ha detto, insegnato e operato, quando si e rivestito della nostra carne ed e venuto al rnondo a con­versare con I'uomo, rna anche cia che dagli altri e fatto verso di lui 0 contro di lui (Ottava de/l'Epifania 1549).

• Saremo fatti degni di gustare Cristo crocifisso, nella misura in cui ci sforzeremo di giungere a quella beata morte senza la quale non possiamo ben gustare la vera vita (Ad Angelo Michie/28.9.1544).

• Tralasciando di dire che tutta la vita [di Cristo] e la sua morte altro non fu se non [un insieme di] manifestazioni misteriose che ci conducono alia conoscenza del Dio incarnate, che diremo delle manifestazioni che tutto il giorno fa con i suoi fedeli? ... Ogni giorno e Epifania, ogni ora abbiamo la stella che ci manifesta il Signore nostro (Epifania 1547).

• Dobbiamo risvegliare quel Cristo che dorme in noi per colpa nostra (Epifania 1549).

• Giunti al cuore del dolce Cristo, entrate nel campo della sua dolce carita, e cominciate a gustare I'amore. Capirete quanta siarno amati e che ogni fatica si risolve in gioco e festa, ogni dolore in gaudio (A Giovanni Bascio 7.5.1546).

• Spiegate, spiegate Ie forze del desiderio. Non vi sia cosa che vi spaventi 0 vi atterrisca. Volate, volate a Cristo (Ad Angelo MichieI20.7.1543).

• Volete Cristo tutto? Perche non vi date tutto a lui? Consegnatevi a Cristo con un libero abbandono d'animo (Del convertirsi 23.1.1547).

• Cristo si da soltanto a chi si spoglia di tutto (Conversione di san Paolo 1549). • [Cristo] rendera il cuore piu molle della cera, per ricevere I'impronta della sua

voce (Ceneri 1548). • Ci diletteremo in fatiche, stenti, cruciati e infamie, in persecuzioni e biasimi, in

carcere e morte per lui (Natale 1544). • 0 anime create e ricreate da Dio, 0 anime comprate con il suo prezioso san­

gue ... che farete in questi giorni? (Domenica di Passione 1549). • Se Ie tue pene, dolori, tormenti, agonia e morte fossero da noi ben masticati,

non cercheremmo tante sensualita, tante soddisfazioni dei nostri sensi (Venerdi santo 1547).

• Manchino i nestri occhi per il pianto, ... si faccia un lago di lacrime sopra questa monte [il Calvario] dove Cristo e stato ucciso (Venerdi santo 1549).

• Se con occhio di gratitudine diamo qualche sguardo all'Agnelio che pende in croce per noi e per I'eccessivo amore che ci porta, non potremo non liquefarci d'amore? (Ad Angelo Michie/15.1 0.1543).

• Dilettatevi di dare qualche sguardo all'Agnelio immacolato arrostito in croce per voi (Ad Angelo Michiel 5.10.1543).

• Restiamo immobili, sull'esempio di Maria [ai piedi della croce], e con cuore gioioso sentiremo che ci verra detto che la nostra anima sara trapassata dal coltello del dolore (Assunzione 1544).

• La croce non terne il demonio (Conversione di san Paolo 1549). • Trasformiamo la nostra volonta in Quella di Gesu Cristo, desiderando di essere

crocifissi insieme al nostro Capo crocifisso (Santa Caterina 1548). • Quale cosa non e saporita e gustosa per chi ha trasformato il suo volere in

queUo di Dio? (A Valeria Alieri 29.7 .1549).

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Angelica Anonima {Agara $fondrall}, Memorie. Imzio del paragrafo relativo aj rapport" fra la Negri e la contessa Ludovica TorellL.

Archivio Storico Burnabitl, Milano. In calee: firma autografa dl Agata Sfndrati, che consente 1 'jdentijicazlOne con I 'Anunima.

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• c'e da ringraziare il Signore quando si vedono persone che il mondo onora e che possono essere onorate, disprezzare gli onori del mondo e condividere gli improperi di Cristo (A Giovanni Bascio 7.5.1546).

• Abbraeciate la croce can tutto il euore. Vedrete ehe questo solo e I'albero della vita e della conoscenza del bene e del male, il cui frutto non e vietato all'uomo ma comandato che ne mangi e ne gusti e che se ne diletti (Ad Angelo Michiel 14. 1. 1544 ).

• Se guarderete nella faccia del vostro Cristo, non stimerete piccola alcuna offesa ehe gli recate (A Luca dalla Mana 11.3.1544).

• La memoria del sangue del Figlio di Dio vi faccia forte e magnanimo; se com­batteremo can la sua virtu, non ci sara ostacolo che non venga infranto (Ad Angelo MichieI20.7.1543).

• Guardate a Colui che ha patito per voi e non vi sara difficile, con questo sguar­do, crocifiggere la carne con Ie sue concupiscenze. Cristo si farebbe crocifigge­re di nuovo per voi sola (A Caterina Pagani 10.7.1543).

• Diventate un altro Cristo di fatto e col desiderio di patire e di essere sempre crocifissa e morire can lui, cosi da vivere solo per lui (Alia N. 2.12.1542).

• Riempitevi di Gesu Cristo; tenetelo che non si allontani; costringetelo a eserci­tarvi in voi stessi, 0 in casa 0 fuori di casa. Doletevi quel giomo che non avete avuta occasione di patire per lui (Esortatoria 18.11.1550).

• Riconoscete Ie grazie che vi sono date da Cristo, il quale vuole che siate santi e non piccol i (Ad Angelo Michiel 14.1 .1544).

• Le croci dei ladroni sono due. La prima non giova a chi la porta e sono coloro che patiscono a causa dei propri peccati . L'altra croce giova, e sono coloro che sopportano in pace ogni tribolazione, riconoscono di essersele meritate e ricor­rona a Dio can fede (Invenzione della croce 1551).

• II modo piu perfetto di esaltare la croce, oltre a portare la propria e seguire Cristo carico della sua, consiste nell'avere sempre un desiderio vivo che siano rotte tutte Ie nostre volonta cattive a da Dio 0 dagli uomini (Esaltazione della croce 1551).

• Gesu Cristo dalla cattedra della croce vi insegna, vi ammaestra, vi esorta, vi sollecita e abbraccia nelle sue castissime viscere (Esaltazione della croce 1551 ).

• Non avremo occasione di cantare e far festa ... poiche [Cristo] e risuscitato in noi stessi? Non sentite in voi stessi un nuovo cambiamento, un nuovo essere; non vi sentite purificati da ogni vecchio fermento e divenuti pane azzimo, impa­state can I'acqua della vera sincerita? ... Cristo vi faccia degni di quella morte, che merita cosi degna risurrezione e rinnovazione (Pasqua 1549).

• Come dilateremo il cuore aile divine visite e alia fecondita della Spirito santo? Con il vincere noi stessi (Ad Angelo MichieI20 .7.1543).

• Nella gloriosa Vergine Maria troveranno tutto. In lei sono modestia, castita , cari­ta, fede, prudenza, annichilimento di se stessa, rinuncia a ogni volonta propria, intenzione pura, diligenza, prontezza, unione di mente, amore aile anime ... (Annunciazione 1549).

• Vi raccomando Maria, questa Madre di grazia, fonte di pieta, ineffabile protettri­ce dei peccatori (Assunzione 1544).

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Lettera inedita, del 24 dicembre J 546. Archivio Generalizio, dal codice L. b.4

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• Staremo sempre a combattere can Ie reputazioni del mondo e can la buona opinione che desideriamo si abbia di noi? 0 non, piuttosto, ci daremo can Maria all'umilta, all'abiezione, al disprezzo di noi stessi, al desiderio di essere tenuti e traUati per come siamo in effetti, cosi che Dio si degni di guardare la nostra umilta e can cia ci renda degni di poter concepire attraverso tant; santi desideri, e partorire attraverso Ie opere virtuose il suo Figlio unigenito? .. , Pratichiamo

insieme con Maria la beata poverta di spirito (Assunzione 1544).

«Cercate aiuto in Dio»)

• Pochi praticano il meditare, e contemplare, e considerare, e ruminare, e masti­care i divini misteri. ... La preghiera e un rallegrarsi, far festa, gioire, cantare, esultare, dare gloria a Oio. E stupirsi, meravigliarsi, conferire can il proprio cuore, liquefarsi, amare (Natale 1549) .

• Gran cosa che Cristo sia voluto nascere in una stalla; ma ancora piu grande che tante volte rinasca nella stalla delle nostre menti impure, discendendo in esse per ritrarle dalla confusione degli errori (Epifania 1547).

• [Gli oranti] si rendono familiare il ragionare con Oio (Oi non attristarsi 9.11.1546).

• Facendo resistenza a Dio, che 10 chiama ad altri pensieri, I'uomo resterebbe iI piu del tempo triste e confuso (Epifania 1549).

• Altro non vuole Oio che vi laseiate aiutare (Aile Convertite 10.12.1548). • Invano si eercano gli aiuti altrui, se manca queUo divino (Ad Angelo Michiel

15.11 .1543). • Attraverso la preghiera si pUG trovare forza, a patto ehe non consista in sole

parole .... Manifestate a Cristo Ie vostre piaghe e Ie vostre necessita, ehieden­dogli aiuto e medicina mentre conferite e consultate i vostri casi con lui, e fre­quentando la santa confessione e eomunione (Ad Angelo MichieI22.5.1543).

• La preghiera fa sedere I'anima alia mensa del suo Signore e la fa gioire can lui (Ad Angelo Michiel, 15.10.1543).

• Cereate di avere sempre nella memoria qualche eosa di cia che nostro Signore ha sostenuto e fatto (A Giacomo Paralioni 24.8.1543).

• Fatevi insegnare per mezzo dell'orazione quello ehe dovete dire e fare (Ad Angelo Michiel 15.10.1543).

• Prendiamo subito in mano Ie armi dell'orazione e difendiamo il Signore nostro dai suoi e nostri nemici (Della conversione 17.3.1546).

• Non smettete di gridare nelle orecchie della pieta divina, soprattutto quando il nemico, sempre pronto alia vostra perdizione, semina la zizzania delle false suggestioni nel profondo del euore per farei reeedere dalla nostra vocazione (A Caterina Pagani 10.7.1543).

• La preghiera non unisce a Dio i superbi 0 i presuntuosi, ma gli umili e bassi (A Giovanni Bascio 7.5.1546).

• II costato di Cristo sia il mio giardino e iI mio palazzo dove trovare Ie mie ricreazioni, Ie mie dilettazioni, Ie mie riflessioni (A Marina e Paola Malipiero 14.7.1546).

Page 36: V Centenario della nascita di Angelica Paola Antonia Negri (1508-2008)

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Tav. 9 - G.A. GABUZIO, Historia. Inizio del capitolo , rimasto inedito, sulla Negri e "Ie lettere pubblicate sotto il suo nome". Archivio Generalzio. Roma.

Di mano di Agota Sfondrali e ricopialo if capitolo, rimasto medllo, della His/oria dl padre GIOvanni Antonio Gabuzio. ASBR.

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• [Dobbiamo ricorrere con frequenza alia] santa, umile e dolente confessione (Epifania 1549).

• Vi sara molto utile scoprire tutti i pensieri che vi vengono. Ne senti rete mira­bile giovamento perche Ie insidie dei nemici, essendo scoperte, non possono nuocere. Quel rossore che proverete nel manifestarli sara una purificazione dell'anima e vi dara un cuore piu largo, piu forte a sostenere ogni offesa e vi portera un lume chiaro nell'anima (Ad Angelo Michie! 4.12.1543) .

• E frutto della maledetta superbia non voler manifestare I'astuzia che usa il nemi­co per farci precipitare nel baratro infernale (A Caterina Pagani 10.7.1543).

• Per frequentare questo cibo [I'eucaristia], si deve fare vita angelica (Corpus Domini 1547).

• Se e COS! grande e stupendo il mistero di un Dio fatto uomo, cosa sara del tran­sustanziarsi del pane nel corpo di colui che e Dio e uomo, a tal punto da poterlo mangiare? (Corpus Domini 1547).

• Venite alia Betlemme spirituale, alia casa del pane, per cibarvi e trasformarvi nel Verbo incarnato, pane disceso dal cielo per darci vita (Natale 1545).

• Cibatevi spes so delle carljli sante e immacolate di questa agnello, trasustan­ziandovi tutti in lui e facendo I'anima vostra divina, COS! come eglj si fece partecipe della nostra umanita, impastando la sua divinita con la nostra carne (Corpus Domini 1547).

• Nutritevi piu spesso della carni immacolate dell'Agnelio per voi arrostito in croce (A Giacomo Para/ioni 24.8.1543).

• Siate famelici delle carni stracciate dell'Agnelio (Quaresima 1546). • Facciamo in tutto una vita nuova, pascendoci delle carni immacolate dell'Agnel-

10 arrostito in croce, inebriandoci del suo sangue, non secondo il solita ma in novita di vita e purezza di cuore (A Luca dalla Mano 28.10.1545).

• Batlezzatevi spesso nel sangue per voi sparso, prendete il Gibo celeste con tale preparazione, disposizione, e spogliazione di voi stessi, con tale prontezza di operare in tutto per Cristo con il sostegno di questa cibo (Conversione di san Paolo 1549).

• Si getti nelle piaghe di Cristp crocifisso, si abbeveri di quel sangue prezioso (Ad Angelo Michie/4.12.1S43).

• Taccia la lingua che dubita, ammutolisca quel cuore rozzo e ingrato che pensa che Dio non voglia aiutare quelli a cui si da in cibo e che 10 ricevono can buona volonta e sincera coscienz~ (Aile Convertite 10.12.1548).

• Non soltanto Ie fibre [del mamtello di Cristo] non ci risanano, rna la stessa carne e sangue, la stessa umanita e divinita da noi ricevuta in Gibo non ci risana, a motivo della vilta e miseri~ nostra che si trova immersa nel peccato come il porco nel fango, senza odiarlo come nemico (Epifania 1549).

• Riceviamo Cristo attraverso Ie virtu che pratichiamo per amor suo (A Valeria AJieri 29.7.1549). I

• Ospitate iI Signore e vivete lin pace dal tumulto dei turbamenti interiori ed este­riori (A Valeria Alieri 29.7.1 q49).

• Slate degno ministro di colui che vi chiam6 e scelsea tanto ministero, COS!

da essere dispensatore non dico delle sue grazie e doni, ma di se stesso, nel quale si contengono Ie grazie e i beni che si possono desiderare (Della dignita sacerdotale 3.10.1544).

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37'! SPE!'C C H·I 0 INT£RIOltt

COM P I ~ D 10 's A M n NT E It A C .. colto,. aIle deuote perfone

vtilifsimo ..

PE:R IL R·EVERENDO PADRE Do.n Serafinoda'Fermo, Canonico Re­

goiare 'Laterarienfe , & predicato­referucntifsimo.

ALLE D,IVOTE, E·T SACR! 'Vergtiri del: Monafl:erio di S3~ Paolo di

Mffino., per Chrifio o(f.:ruandiffi Do'!) 'Serafino da Fermo in-

degno Pr'cdicatore.· s.- .

N ogni dottrina, f.1crati[c;imo col}t'g~o) [ogljono gli IltlOmi­ui ' feguitare' (on nmitatib.'1e qilelli effcmpij ,·Ii quaJi (0110

di m::tggior c:ccellemi:i • (he fiolu cora farebbe non propo

nerfi ad imitar in cia(cun~ arte Ii pit) perfetti maenri, eh'in quelb ft ritrouino. Er benche tutti no oofsino a£feguir la perfeuinn del .aP­poClo dr~mplare, almeno qucllo \.; e dj ~l1a.

da.3no ,

Interiore~ -3 8 S Compendlo dello Specchw intenore di

Fa Battis/a do Crema «precel1ore e padre» delle Angellche, CUI e ded/cato.

AI/a fine la sigla A.J> A.

1»itmo: sforuru eifer timili, &·equ-ali a-Di<>, c f«ondo l'clfempio di Pa.ulo, il ,qu~~~ era onni potentc,perche ogni coCi1potea,)tn'Dio>..era 'on nifapientc:, pcrche captiuaua,ogni:int-clIeuo ·ne! feruitio di ChriCb,&-breuemete er-a vn'al~ tro Chrifio,perche lion:viu.eua piu come Pau­lo; rna come Chrifto, &'inlui parbua, & opc­raua Chrifio, in lui patiua, & refufcitaua Chri­ilo,nel quaJ era .vnjto~·&:trasfo~r:n:ato· .

Godere adunque del vofrro P.1u.lo~&:con:n: fue.carifsime nglic.) sforzitcui .-a Iu]' parago­narui,& in quefto [pecchio .eont~mplir~uan­to di giornoin siotno nel.P!ofetto [pjrjtu~l¢ 'aumemate ;.con-Ia .virttrdii ehlifto((.flrtifilf~. Clu~ viuafcmprein voi.

A. P. A.

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• I sacerdoti amministrano e trattano la Parola di Dio inearnata (Santa Caterina 1548).

«Ruminate e afiaticatev;,>

• Come dopa I'azione Cristo si ritirava all'orazione, COS! dopo I'orazione ritornava all'azione (Natale 1546).

• Ci troviamo pronti aile fatiehe come I'asino, e al ruminare Ie cose buone e vir­tuose come iI bue. Siate infaticabili e eontemplativi come quegli animali (Natale 1545).

• Nel vostro euore dev'esserci un ruminare Ie Scritture sante che vi portino vita, e un desiderio e sollecitudine di affatiearsi per I'onore di Dio e I'aiuto delle anime (Natale 1546).

• Operando con Ie mani, il euore stia con Dio (Circoncisione 1549) • Quelli ehe hanno cura e governo d'altri, devono ritirarsi ogni tanto can Dio,

sequestrandosi da tale cura e sollecitudine, per prendere vigore, lume, forza e aiuto per la loro opera (Epifania 1549).

• Gli uccelli contemplativi fanno il nido sopra I'albero della croce (lnvenzione della croce 1551).

• Datevi con sollecitudine al guadagno delle anime: affaticatevi infaticabilmente in eosi santo esercizio (Ad Angelo MichieI20.7.1543).

• Se non giungete al colmo della perfezione, tante povere anime restano beffate (Ad Angelo Michie/20.7.1543).

• Operando in altri, Cristo operera in vai (A Giacomo Paralioni 15.10.1543). • Non cessate di attirare dei pesci nella rete di Cristo (Ad Angelo Michiel

15.11.1543). • Dilatate Ie viscere del cuore nel guadagnare anime (Ad Angelo Michiel

4.12.1543). • Cristo si forma nell'anima attraverso gli atti virtuosi e cosi 10 si partorisce

nel prossimo. Se fosse altrirnenti non partoriremrno Cristo rna noi stessi (Concezione 1546).

• Riscaldatevi al fuoco della carita santa e al fuoco della croce, cosi che vi sembri perso il tempo in cui non avete da combattere contro voi stesso 0 da esercitarvi nel prossi mo (Ad Angelo Michiel 21 .8.1544).

• Vi vorrei vedere piu vivo nei vostri desideri, piu cupido del guadagno delle anime e piu amico della croce, cosi che ogni vostro riposo e soddisfazione fosse in essa (Ad Angelo Michiel 21.8.1544).

• Dilettatevi di guadagnare anime, spiegate 10 stendardo della croce (Ad Angelo Michiel fine 1544).

• Voglio che ardiate tutto di questo santo desiderio di guadagnare anime e non vi sara difficile farlo, se considerate quanto siano care a Cristo e a quale prezzo Ie ha ricomprate (Ad Angelo Michie/15.11.1S43).

• Abbiate tanto eccesso d'affetto verso i vostri fratelli, da bramare di essere ana­tema da Cristo per il loro bene (Santi Pietro e Paolo 1548).

• Oh, felici voi se conosceste Ie promesse che vi sono fatte. Sono certa che tutti ne sareste confermati (Sant'Andrea 1546).

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,

I-ellera dedicatorw aile SLlveslrine dl Vicenza, con riJerzmento alia Negri.

DE L Ret: VE·R I!·N DO ;t!;r

P.AO'lll£ D ,0 N 5 E R- II. FIN 0 D A F 2 :,1l.1I4

Canonico RcgolareL4ter.&.Prc­dicatorc tcrucmif,imo,

TItA TT ATO B.R E.V1S S.IM () dc:Jh COlltJeriionc ,.indtolato ,aUc

Donne Conuenitc di Santa. Maddalena de Viceza •

ALLA REVERENDA ET D,I­uotifsima Angela P .. ub Antoni.t,

per. Chritl:o G.rucififfo M3dre~{ferua

dirsim~ •

Ii--- ELLI giorni p;affa,ti V~ .... .. ~ m'irnpofe, ch'i6 Ccri.ud'fcaJ,.

. . cun docum<nto fpirituali:;iI.. ' . Ie Donne conuenitcac Ysce

za,lc:quali gii per mn%O (110

. ' - fc tra m II Carono a migtior wi­ta. A1 cui yoter non he:, voluto cotradire,qai­tunque (ccondo la ragion comune giuf\al1lc" te h3urei potuto ricufar ul pefo t quat pi~ fa conuerrebbc a pcr(opc Junglment"r 'dferdu­Ie nel pianto dc:Ua pcnitcntia, che ndlo fludio

M ! de

tl~

INC. 0 M:l N C I A N 0 ALe V:. ni dubbi circa J'oratione , per modo

eli Problemi,al numcro di 100.

n'on meno ~tjli, ,he fuccinti.

AIle diuote reJigiofe di (anto.Silue!lro da Vicenzl, Don Seufino da Fcrmo

indegllo predicator S.

IIAVENDO vditodivoiHon.

. . Donne,. il nuouo deliderio, . qual gia conceptfii' per la pre

I fentia dc:l mio, &. vonro P. ; ' - Mdfer Antonio Maria, 1a cui

- '- . prefentia hora adorn:. it cie-lo,come adornaua Ia terra, &ancor pc'l com­mercio:deJ(a fcruentifsimil Vergine Ang. P. Ant.fono (tato co(heteo, fi per congratubrmi 31.profet~0 vollro,{i per aumentarqucllo) dc­filllarui qudb ~rcuc:: fatica dell'otatione, aIla­quat ho (oggi6to alquanti du~bij per modo di Problcmi,non menD vriIi, (he breui. Et quc­fioe nato mio debbito, r."pendo che dice Pau­l~)a~t;i e(fer pi amuori, altri rigatori , rna tutti dlfronere;td vn meddimo fine, cioe a riceuer il diuino creCcimento. Et quantunque di co­tcfro {aero Collegio fin' hora non mi fia {bto

conccf-

Lellera dedzcotoria a/Ie CunverlJle

dl Vlcenza, con rifer/menlo alia NegrI

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• In questa tempo di grazia dovremmo essere tanto ferventi, pieni di spirito e di rinnovamento (San Pietro in Vincoli 1551).

• C'e bisogno ai tempi nostri di uomini giusti, che non declinano dal vero per rispetto del governo della repubblica (A Lonardo Lombardi 14.11 1549).

• Non dobbiamo scandalizzarci mai, se ben vedessimo la navicella di Cristo andare fluttuando, ma sempre perseverare nella fede (Epifania 1549).

• Disponetev; e decidete di cominciare in voi stesso a riformare questa povera Sposa di Cristo (A Gaspare de Franceschi 3.10.1544).

Gli Aforismi sono la prima delle voci in cui e distribuita I'Anto/ogia delle Lettere spirituali dell'Anaelica Paola Antonia Negri (A.P.AJ di Drossima pubb/icazione ne/fanno centenario della sua nascita (1508~1555).

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Firme aUlOgrafe della NeJ;ri.

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10ft lnte-tprttis ad-Lea. aim his, vertcrc, cum quod'lon~~ ab his, & ftyli , & {piritus J quem admirabilcm po flea con(equutus ca, fcruotcatq; cfficacia funt diGantia ; ftOftdum (nim ilium coree­Ger3t perfeltioais apicem, quem poGremis c:i.s ztatis cribus annis, vel qu.uer,quan­do h%c ~didit ) (ummum ell: confcquuUls • ex feruentUsima przfertim illius , & 'nun­q~nl raw ro1Jaudatz Ang. P. Ant. Mcdio­la.nenlis CODu~rfationc J cui librum infcr~ tit de Ve.. Conuer. meminitq; de ca in prz­fatione in Probleln. & fere femper cztcris eti~m in Opufculis, ua fubfcribens finem il­lis imponit, A. P. A. 'aU nimin\m quicquid alf\!qulltU$ fuerat fummz pcrfe.&onis, ac­ceptum fcrebaa-;: dicercq;, vt certa foo, (0 lebat intimis [uis familiaribus , nonulla fe ex iIli'us roJloquutiooc profundi{sima atq; .-bditifsima (acrz f€ripfora: mrfieria,& prf­krti.m ex D. Apalloli Pauli epifiolis didicif f.e.ctU~nIlDqua. vci,exP. AugulliniJvel aliorum· DoCtorulll perccperat leCtioae. Ita tbt Deus.rratiam his qui k humlliant: prout k dcijcicbat jJlc mirabiliter vir fan aus & cruditifsiDlllS fub paupcllz, ac con _mptz Virginis _Q4I,,~,: 'tu.· elia.

qu. QI 'FS7A PA(j/iVA I:. SUCCJ:SSIVA:

Testa delle PraefatlOnes ("On il rifenmenro

alia Ne!;ri e all'mjtusso c.lercitato su Serafino da Fenno

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Przf3tjone~· . 2 r quod quicquid ibi habctur (o)idi , atq; per­fetti, id omne hie, & longe .,pfundiu!) atq: przccllcntius habetur : ita yt fupcrttM3Dca ctfen~ omnino, tzdiu mq; alfttrcRt fruilia re~tlta •

Sed & illud omnnao ts monendus,nos in hac verflOllc fequutos effc txcmpla­nJ, non omnia, fed emendata, & integra. neln pc ea qoz ipfomct yiuente (qui poflea fere-mortuus ell, immaturaheu nimis mor tc , annos nen 1 pC natus , vt audie , 1-4.) im prella furriir partim Mediolani, partim Bo noni:e, clnnis I 5 3 H. &. I ) ~ 9. & mox krc ;p{o mortuo, 3nno '5 4' . frmul colletta onlnia Venct. per Conlinu de 'fridino. Re li(lU~ omnes cJirioncs (lUX fuccctfcrunt , qU,2S er.0 v;dcrim ; vidi autcm, vt arbitror onlnes ; inhnitis ( llu:r tft huiukcmodi Ito­minum , in his prx(ertim (lllZ materna lin­gua confcript:t filnt irnprimcndis) incuria) fcatcnt ('rtorihll~, & ditninutx flint 3dmo­dum, atf',; difci([z, l!-= Ja(cr~ pcnitus: ideo nos cas dcuitauin\\ls , <1BlS & tu denita:·

1

prout mox lb horu m im prt[jone, .b hoc ~odcm typographo, fcd lange \'enufri~r'" ~$ ~ vtfpero·, typis int('~!"a, & em.al-

B 3 data'

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Facciala della chiesa di San Paolo converso. in MIlano. sede del Monaslera delia Angeliche dol 1535.

"Tutto induce a credere che ( .. .) anche la chiesa claustrale delle Angeliche risuonasse delle melodie che sbocciavano per incanto nelle nostre oppresse contrade, quasi a sol/ievo della tristezza dei tempi. Forse la "Salve-Regina ff del Castel Novate fu interpretata da; cori delle Angeliche, Forse la Messa di Papa Marcello che ai contemporanei parve iI "canto" che /'apostolo Gio­vanni, rapito in estasi senti nella celeste Gerusalemme, fu quivi eseguita.

/",1 Quando i voltoni di S. Paolo riecheggeranno della antiche armonie, sembrera che dalle stesse pareti sprigioni if canto che Ie AngeJiche in Fervore di preghiere innalzaro-no per quasi ire secoW

Paolo Mezzanotte da "rivista per I'arle sacra" - maggio agosto 1936 - XlV.