UpsideTown Turchia Anno 2 N°5 Maggio 2010

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Il Comitato Supremo per le Elezioni di Tur- chia ha ssato per il prossimo 12 settem- bre il referendum sul discusso pacchetto di riforma costituzionale promosso dal partito di governo. In assen- za di un’ampia inte- sa parlamentare, il pacchetto di riforme ha ottenuto infatti, in Assemblea, i soli i soli voti della maggioran- za. Insufcienti a de- terminarne la deniti- va approvazione, ma sufcienti a spingere il percorso di riforma verso le urne. Che sia il popolo turco a dire l’ultima parola su un pacchetto di ri- forma che ha polariz- zato lo spettro politico e quello istituzionale del Paese, appare la soluzione più logica e – qualunque dovesse essere l’esito nale del voto – la più legittima. Appare, d’altro canto, piuttosto signicativo che nella data scelta per il referendum ri- correrà il trentennale di quel colpo di sta- to che nel 1980 diede l’avvio ad un triennio di regime militare in Turchia. Un colpo di stato i cui protagoni- sti potrebbero essere chiamati a rispondere in giudizio delle pro- prie azioni proprio sulla base di uno degli emendamenti oggetto di voto. La parola all’elettora- to, dunque. • Il rilancio dei rapporti tra Turchia e Governo Regionale Curdo > pag. 2 La Turchia al centro degli sforzi internazio- nali per la Somalia > pag. 3 POLITICA Debolezza dell’euro ed esportazioni turche > pag. 4 ECONOMIA Yesilçam, la Hollywood turca > pag. 7 CULTURA • Un mese di spetta- coli per il XVII Festival Internazionale di Teatro di Istanbul > pag. 8 APPUNTAMENTI UPSIDETOWN PER RICHIESTE O SEGNALAZIONI: Via Vigevano, 39 20144 Milano - Italy [email protected] Tel: +39 028360642 Fax: +39 0258109661 Il 12 maggio, a margine della visita del Presidente russo Medvedev ad Anka- ra, i due Paesi hanno sigla- to uno storico accordo per la costruzione di una cen- trale nucleare in Turchia. Il 17 maggio a Teheran si sono riuniti i capi di governo di Iran, Turchia e Brasile assieme ai rispettivi Ministri degli Affari Esteri, per discutere le possibili soluzioni della controversia internazionale circa il programma di arricchimento dell’uranio della Repubblica Islamica dell’Iran. Il co- siddetto asse Turchia-Brasile, in effetti, costituiva una possibilità di mediazione già annunciata nelle settimane preceden- ti, a seguito di diversi contatti tra Ankara e Brasilia in merito. La Turchia dimostra Il 14 maggio, il giorno successivo alla visita in Turchia del neo-Presidente della Repubblica di Cipro Nord Eroglu, un’ampia delegazione turca capitanata dal premier Erdogan e composta da dieci ministri e un centinaio di uomini d’affari è stata accolta in Grecia dal presidente George Papandreou per la firma, storica, di 21 accordi bilaterali e un allegato d’intesa. Un’intervista con Alin Tasçıyan svela la faccia meno conosciuta del nuovo e quantomai vitale “Cine- ma di Turchia”, con i suoi protagonisti e le sue tema- tiche. Deniz Baykal, dal 1992 alla guida del maggior partito d’op- posizione turco, il Partito Repubblicano del Popolo (CHP), si è dimesso il 10 maggio a seguito della pubblicazione di una registrazione video che lo vede implicato in un rap- porto sessuale con la sua segretaria. Gli succede un ‘uomo nuovo’, Kemal Kılıçdaroglu. Sorge sulla sponda asiatica di Istanbul, nel cosmopoli- ta e variegato quartiere di Kadikoy, il più antico teatro dell’opera della parte ana- tolica della città. Si inaugura giovedì 29 apri- le presso lo spazio esposi- tivo dell’Ufficio Cultura e Informazioni dell’Amba- sciata di Turchia a Roma la mostra dal titolo “simboli e miti” della pittrice turca Irem Incedayi. ancora una volta di poter svolgere un ruo- lo di primaria importanza nella risoluzio- ne delle controversie regionali in Medio Oriente. > PAG.2 > PAG.4 > PAG.8 > PAG.5 > PAG.6 > PAG.3 > PAG.7 CULTURA POLITICA APPUNTAMENTI CULTURA Turchia e Brasile propongono un accordo per il nucleare iraniano La Rosatom per il nucleare in Turchia Grecia e Turchia: bilancio di una convergenza Il Cinema della Turchia:questo sconosciuto L’inattesa transizione del CHP Süreyya Operası “Vicino a noi BizeYakin” SOMMARIO ECONOMIA ECONOMIA POLITICA La parola al popolo, infine. Valerio Scafi 5 Maggio L’editoriale

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A new magazine about turkey politics, culture, economy, lifestyle.

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Page 1: UpsideTown Turchia Anno 2 N°5 Maggio 2010

Il Comitato Supremo per le Elezioni di Tur-chia ha fi ssato per il prossimo 12 settem-bre il referendum sul discusso pacchetto di riforma costituzionale promosso dal partito di governo. In assen-za di un’ampia inte-sa parlamentare, il pacchetto di riforme ha ottenuto infatti, in Assemblea, i soli i soli voti della maggioran-za. Insuffi cienti a de-terminarne la defi niti-va approvazione, ma suffi cienti a spingere il percorso di riforma verso le urne.Che sia il popolo turco a dire l’ultima parola su un pacchetto di ri-forma che ha polariz-zato lo spettro politico e quello istituzionale del Paese, appare la soluzione più logica e – qualunque dovesse essere l’esito fi nale del voto – la più legittima. Appare, d’altro canto, piuttosto signifi cativo che nella data scelta per il referendum ri-correrà il trentennale di quel colpo di sta-to che nel 1980 diede l’avvio ad un triennio di regime militare in Turchia. Un colpo di stato i cui protagoni-sti potrebbero essere chiamati a rispondere in giudizio delle pro-prie azioni proprio sulla base di uno degli emendamenti oggetto di voto. La parola all’elettora-to, dunque.

• Il rilancio dei rapporti tra Turchia e Governo Regionale Curdo> pag. 2

• La Turchia al centro degli sforzi internazio-nali per la Somalia> pag. 3

POLITICA

• Debolezza dell’euro ed esportazioni turche > pag. 4

ECONOMIA

• Yesilçam, la Hollywood turca> pag. 7

CULTURA

• Un mese di spetta-coli per il XVII Festival Internazionale di Teatro di Istanbul > pag. 8

APPUNTAMENTI

UPSIDETOWNPER RICHIESTE O SEGNALAZIONI:

Via Vigevano, 3920144 Milano - [email protected] Tel: +39 028360642Fax: +39 0258109661

Il 12 maggio, a margine della visita del Presidente russo Medvedev ad Anka-ra, i due Paesi hanno sigla-to uno storico accordo per la costruzione di una cen-trale nucleare in Turchia.

Il 17 maggio a Teheran si sono riuniti i capi di governo di Iran, Turchia e Brasile assieme ai rispettivi Ministri degli Affari Esteri, per discutere le possibili soluzioni della controversia internazionale circa il programma di arricchimento dell’uranio della Repubblica Islamica dell’Iran. Il co-siddetto asse Turchia-Brasile, in effetti, costituiva una possibilità di mediazione già annunciata nelle settimane preceden-ti, a seguito di diversi contatti tra Ankara e Brasilia in merito. La Turchia dimostra

Il 14 maggio, il giorno successivo alla visita in Turchia del neo-Presidente della Repubblica di Cipro Nord Eroglu, un’ampia delegazione turca capitanata dal premier Erdogan e composta da dieci ministri e un centinaio di uomini d’affari è stata accolta in Grecia dal presidente George Papandreou per la firma, storica, di 21 accordi bilaterali e un allegato d’intesa.

Un’intervista con Alin Tasçıyan svela la faccia meno conosciuta del nuovo e quantomai vitale “Cine-ma di Turchia”, con i suoi protagonisti e le sue tema-tiche.

Deniz Baykal, dal 1992 alla guida del maggior partito d’op-posizione turco, il Partito Repubblicano del Popolo (CHP), si è dimesso il 10 maggio a seguito della pubblicazione di una registrazione video che lo vede implicato in un rap-porto sessuale con la sua segretaria. Gli succede un ‘uomo nuovo’, Kemal Kılıçdaroglu.

Sorge sulla sponda asiatica di Istanbul, nel cosmopoli-ta e variegato quartiere di Kadikoy, il più antico teatro dell’opera della parte ana-tolica della città.

Si inaugura giovedì 29 apri-le presso lo spazio esposi-tivo dell’Ufficio Cultura e Informazioni dell’Amba-sciata di Turchia a Roma la mostra dal titolo “simboli e miti” della pittrice turca Irem Incedayi.

ancora una volta di poter svolgere un ruo-lo di primaria importanza nella risoluzio-ne delle controversie regionali in Medio Oriente.

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CULTURA

POLITICA APPUNTAMENTI

CULTURA

Turchia e Brasile propongono un accordo per il nucleare iraniano

La Rosatom per il nucleare in

Turchia

Grecia e Turchia: bilancio di una convergenza

Il Cinema della Turchia: questo

sconosciuto

L’inattesa transizione del CHP

Süreyya Operası

“Vicino a noi Bize Yakin”

SOMMARIO

ECONOMIA

ECONOMIA

POLITICALa parola al

popolo, infi ne.

Valerio Scafi

5Maggio

L’editoriale

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TURKEY

Maggio 2010

arricchimento dell’uranio della Repubblica Islamica dell’Iran. Il cosiddetto asse Turchia-Brasile, in effetti, costituiva una possibilità di mediazione già annunciata nelle settimane precedenti, a seguito di diversi contat-ti tra Ankara e Brasilia in merito. Nei giorni imme-diatamente precedenti alla dichiarazione congiunta siglata a Teheran, però, le aspettative circa un even-

tuale accordo che coinvol-gesse l’Iran sembravano es-sersi ridotte, visto il nuovo braccio di ferro che aveva visto coinvolto il Presidente iraniano Ahmadi-Nejad e la Comunità Internaziona-le, in occasione del discorso del capo di governo irania-no all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Lo stes-so Segretario di Stato statu-nitense Hillary Clinton, nel corso di una telefonata con Erdogan venerdì 14 mag-gio, aveva espresso le pro-prie preoccupazioni circa l’atteggiamento iraniano, avvisando il Primo Mini-stro turco dell’imminenza di nuove azioni nei con-fronti di Teheran, qualora la controversia non avesse trovato esiti positivi.Per questo motivo Erdogan avrebbe deciso, in un primo momento, di non prendere parte alla riunione con il Presidente brasiliano e quello iraniano a Teheran, nel timore di non riuscire ad arrivare ad un accordo. All’ultimo momento, inve-ce, i tre hanno trovato un punto di incontro e sono riusciti a emanare un do-cumento congiunto, in 10 punti, firmato dai rispettivi

Il 17 maggio a Teheran si sono riuniti i capi di gover-no di Iran, Turchia e Bra-sile, rispettivamente Mah-moud Ahmadi-Nejad, Luiz Inacio Lula da Silva e Recep Tayyip Erdogan, insieme ai loro Ministri degli Affari Esteri Manoucher Mottaki, Ahmet Davutoglu e Cel-so Amorin, per discutere le possibili soluzioni della controversia internazio-nale circa il programma di

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Ministri degli Affari Este-ri, in cui si rendono noti i termini della proposta negoziale. L’Iran dovrebbe trasferire in territorio turco 1.200 chilogrammi di ura-nio a basso arricchimento (Low Enriched Uranium, LEU), al 3,5%, per poi ri-ceverne indietro 120 chilo-grammi di uranio arricchi-to al 20%, in modo tale che possa servire da combusti-bile per i reattori nucleari iraniani, ma esclusivamen-te a scopo civile. L’operazio-ne dovrebbe avvenire con la supervisione dell’Agenzia Internazionale per l’Ener-gia Atomica (AIEA) e tec-nici iraniani e, durante la permanenza dell’uranio in Turchia, quest’ultimo continuerà ad essere di proprietà esclusiva di Te-heran. Qualora gli accordi non venissero rispettati in alcuna fase dell’operazione, si provvederà alla sospen-sione del piano. Le reazioni della Comunità Internazio-nale sono state in un pri-mo momento abbastanza fredde, ma il documento congiunto e la mediazione di Turchia e Brasile potreb-bero costituire una buona base di partenza per un

eventuale accordo.Turchia e Brasile fanno entrambe parte del Consi-glio di Sicurezza dell’ONU, in qualità di membri non permanenti, e si sono dette contrarie ad un nuovo giro di sanzioni nei confronti di Teheran. Il documento fir-mato nella capitale iraniana potrebbe dare maggiore lu-stro all’azione diplomatica internazionale di Ankara, che altrimenti si sarebbe trovata nel dilemma di non volere applicare le sanzioni all’Iran (Paese con cui la Turchia è in ottimi rapporti economici e commerciali, oltre che diplomatici), ma nello stesso tempo di non riuscire a proporre alter-native valide. Ciò avrebbe rischiato di ledere in parte l’immagine di Ankara, so-prattutto agli occhi degli Stati Uniti e degli altri attori mediorientali. La Turchia dimostra invece di poter svolgere un ruolo di prima-ria importanza nella riso-luzione delle controversie regionali e, così facendo, continua a perseguire la sua politica di attivismo in Medio Oriente.

La politica governativa di apertura al dialogo diplomatico ed alla cooperazione economica con il Governo Regionale Curdo (GRC) stanziato in nord-Iraq compie un importante passo in avanti. Secondo quanto emerso dalla stampa tur-ca infatti, Massoud Barzani, presidente del GRC, effettuerà una visita ufficiale in Turchia il prossimo mese. La visita, dall’alto valore simbolico, segue l’altrettanto significativa apertura di un Consolato turco nella città di Ebril e potreb-be contribuire notevolmente al superamento delle tensioni che hanno a lungo caratterizzato le relazioni tra Ankara e i vicini curco-iracheni, sospettati di fornire copertura ai ter-roristi del PKK.

Valerio Scafi

Stefano Torelli

Turchia e Brasile propongono un accordo per il nucleare iraniano

POLITICA

Il rilancio dei rapporti tra Turchia e Governo Regionale Curdo

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TURKEY

Maggio 2010

La Turchia ha ospitato ad Istanbul una conferenza internazionale che aveva come tema la risoluzione del confl itto che da anni colpisce la Somalia e di tutte le questioni che ruotano intorno all’emergenza somala. La conferenza si è tenuta in tre giorni, dal 21 al 23 maggio, ed è stata organizzata insieme alle Nazioni Unite. Lo stesso Segretario Generale dell’ONU, il coreano Ban Ki Moon, ha preso parte ai lavori della conferenza, intervenendo nella giornata conclusiva, quella di domenica 23 maggio, insieme al Primo Ministro turco Recep Tayyip Erdogan ed al Presidente della Somalia Sheikh Sharif Sheikh Ahmed. Alla conferenza, una delle più importanti sull’argomento nel corso di quest’anno, hanno preso parte le delegazioni di ben 55 Paesi e di 12 organizzazioni internazionali.La Somalia è al centro di una crisi interna molto grave che, fi n dagli anni ’90, ha spinto il Paese in una vera e propria guera civile, che ancora oggi sembra andare avanti. Data la posizione strategica della Somalia, sulle rotte marittime del Corno d’Africa che risalgono verso il Mar Rosso ed il Canale di Suez, l’instabilità somala si ripercuote fortemente anche sugli attori vicini e sugli interessi di altri Paesi, come dimostrato dai frequenti casi di pirateria di cui sono vittime le navi delle più disparate nazionalità. Proprio le questioni della sovranità della Somalia e dell’emergenza legata alla pirateria sono, secondo il Ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu, le più importanti da affrontare. A margine della conferenza la Turchia ha inoltre siglato un accordo per l’addestramento di soldati somali e gli aiuti militari al Paese, confermando l’impegno di Ankara anche in teatri apparentemente a lei più lontani, come quello africano.

Deniz Baykal, dal 1992 alla guida del maggior partito d’opposizione turco, il Partito Re-pubblicano del Popolo (CHP), si è dimesso il 10 maggio a seguito della pubblicazione di una registrazione video che lo vede implicato in un rapporto sessuale con la sua se-gretaria: uno scandalo, dal momento che entrambi sono sposati. Baykal ha accusato il governo di aver diffuso il video e di averlo “voluto incastrare”, ma non ha smentito l’evidente ‘prova tv’.Il CHP, storico partito delle sei frecce fondato da Kemal Atatürk, sposa posizioni se-colari e – da un decennio – marcatamente socialiste. Alle ultime elezioni ha ottenuto il 20% dei consensi: un buon risultato rispetto al crollo che l’aveva escluso dalla rap-presentanza parlamentare nel 1999, ma comunque insufficiente a colmare il vuoto tra esso e l’AKP. Dalla sua fondazione (2001) ad oggi il partito di Erdogan ha sempre vinto e rafforzato la sua maggioranza, e ha condotto la Turchia attraverso un lustro di forte crescita economica e bassa disoccupazione, reclutando un enorme zoccolo duro di con-senso composto dagli strati più poveri della popolazione.Convocato il 17 maggio in sessione straordinaria, il Congresso del CHP ha eletto all’una-nimità un ‘uomo nuovo’, estraneo agli apparatchik di Baykal che per un ventennio ave-vano reso affare di pochi la gestione del partito: Kemal Kılıçdaroglu. Sebbene, sessanta-duenne, non sia certo espressione di quella nuova generazione politica la cui ascesa era auspicata da molti, Kılıçdaroglu rappresenta la novità per via della sua identità: è uno sciita alevi di origini curde, e riunisce così due tratti delle minoranze oppresse del sud-est del paese. Il nuovo leader muove oggi i suoi passi iniziali: è ancora troppo presto per stabilire se la sua originalità sarà sufficiente a scuotere un partito ingessato, che capita-lizza gli effetti della crisi economica in termini di consenso attuale, ma che resta carente di un programma organico e capace di far fronte al nuovo dinamismo turco.

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Matteo Villa

La Turchia al centro degli sforzi internazionali per la Somalia

L’inattesa transizione del CHP

POLITICA

Giulia Di Bernardini

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TURKEY

Maggio 2010

Il 12 maggio, a margine della visita ufficiale del Presiden-te russo Dimitri Medvedev nella capitale turca Ankara, i due Paesi hanno siglato uno storico accordo per la costruzione di una centra-le nucleare in Turchia. Più precisamente, si trattereb-be di 4 reattori nucleari per la generazione di energia elettrica, la cui costruzione dovrebbe partire il prossi-mo agosto. La società russa Rosatom aveva già vinto la gara per l’appalto di tali infrastrutture nel settem-

valore di 20 miliardi di dol-lari per la realizzazione di quattro reattori nel sito di Akkuyun, presso la città di Buyukecali, nella provincia meridionale mediterranea di Mersin. Il sito messo a disposizione per l’instal-lazione degli impianti è di proprietà della Compagnia di Generazione Elettrica della Turchia, la EUAS. Una sussidiaria di comple-ta proprietà della Rosatom inizierà i lavori in territorio turco, dopodiché la società russa metterà in vendita

bre del 2008, ma la firma definitiva si è avuta soltanto questo mese, dal momento che una Corte turca aveva ritardato il riconoscimento dell’affidamento del pro-getto all’azienda russa, es-sendo quest’ultima l’unica partecipante al bando. Il Presidente di Rosatom Ser-gei Kiriyenko era presente ad Ankara al momento della firma con il Primo Mi-nistro turco Recep Tayyip Erdogan.In termini finanziari, si tratterà di un progetto del

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Secondo quanto dichiarato dal presidente dell’Assemblea degli Esportatori Turchi, Mehmet Buyukeksi, la caduta dell’euro non dovrebbe infl uire negativamente sugli obiettivi di esportazione turchi fi ssati per l’anno in corso. L’obiettivo per le esportazioni nel 2010 – recentemente innalzato da 111 a 115 miliardi di dollari a seguito degli incoraggianti risultati del primo quadrimestre – potrebbe dunque essere raggiunto. Buyukeksi ha inoltre ribadito gli obiettivi di lungo periodo dell’Assemblea degli Esportatori, che mira a raggiungere, entro il 2023, un livello annuale di esportazioni pari a 500 miliardi di dollari.

fino al 49% degli impianti e della loro gestione, sia ad in-vestitori turchi, che stranieri. La Rosatom ha calcolato che, nei primi 15 anni di attività dei nuovi siti nucleari, avrà la possibilità di ammortizzare i costi del progetto, tramite la vendita di energia elettrica all’azienda statale turca Tetas ad un prezzo fisso e, per giunta, la vendita dell’elettricità rima-nente al mercato non controllato. Da quel momento in poi, il 20% dei guadagni verrà versato nelle casse del governo di Ankara.La Russia in questo modo apre un nuovo fronte della co-operazione nel campo nucleare con Paesi esteri, dopo i progetti già in via di realizzazione in Cina, India e Iran. Allo stesso tempo, risulta chiaro come Anakra e Mosca si trovino sempre più in sintonia nel settore delle politiche energetiche, dopo gli accordi raggiunti per ciò che con-cerne le infrastrutture che dovrebbero portare il gas russo verso l’Europa. La Turchia, in questo modo, tenta anche di ridurre la storica e naturale dipendenza da fonti energeti-che provenienti dall’esterno, che contraddistingue il Paese, soprattutto in prospettiva di una domanda di energia ad uso interno in costante crescita. Ankara non è l’unico Paese nella regione che si sta dotando di tecnologia nucleare per il futuro, se si pensa ai programmi posti in essere dai Paesi del Golfo e dal Regno di Giordania, solo per fare degli esem-pi. Accanto a tali iniziative, il governo turco ha già avviato da tempo dei programmi per lo sfruttamento delle risorse energetiche rinnovabili. L’importanza dell’investimento per i nuovi reattori nucleari dal punto di vista finanziario, fa comunque presupporre che il governo turco, insieme con la Russia, porterà tale progetto al suo compimento, dando dunque alla tecnologia nucleare una priorità nei program-mi energetici a medio-lungo termine.

Stefano Torelli

Valerio Scafi

La russa Rosatom firma un accordo per il nucleare in Turchia

ECONOMIA

Debolezza dell’euro ed esportazioni turche

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TURKEY

Maggio 2010

politico (Papandreou era Ministro degli Esteri), poté concretizzarsi sull’onda del terremoto gemello che colpì i due paesi, un nuovo momento di profonda crisi interna ha risospinto le parti al tavolo delle trattative, aprendo una finestra di opportunità diplomatica potenzialmente utile per formalizzare il riavvicinamento.Per questo può forse sorprendere che l’intesa sulla riduzione delle provvigioni militari, almeno di quelle destinate a finanziare gli armamenti e il distaccamento permanente di soldati al confine tra i due paesi, alla fine non sia arrivata, nonostante il governo greco avesse già promesso di ridurre del 25% la spesa per la difesa. Atene sostiene che gli interessi turchi su alcune isole dell’Egeo siano incompatibili con un accordo di disarmo, e che dal momento che i turchi mantengono un esercito di dimensioni triple

Il 14 maggio, il giorno successivo alla visita in Turchia del presidente della Repubblica di Cipro nord Dervis Eroglu, un’ampia delegazione turca capitanata dal premier Erdogan e composta da dieci ministri e un centinaio di uomini d’affari è stata accolta in Grecia dal presidente George Papandreou per la firma, storica, di 21 accordi bilaterali e un allegato d’intesa.Sebbene le reazioni della politica greca siano state al più tiepide, anche gli esponenti moderati del partito d’opposizione di centro-destra, Nuova Democrazia, hanno riconosciuto la necessità di rendere più aderente alla realtà della crisi il pingue bilancio della difesa nazionale (8 miliardi di euro), adeguandolo alle condizioni del piano di austerità prodotto dal governo in aprile. Insomma come la distensione del 1999, favorita dal clima

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rispetto alle forze greche, le riduzioni dovrebbero essere asimmetriche. Così, anche se non potrà aggirare gli impegni presi con l’Unione europea e il Fondo monetario internazionale, i tagli del governo greco non saranno frutto di un accordo.Insistendo troppo sull’occasione persa si rischia però di sottovalutare il contenuto degli accordi effettivamente siglati il 14 maggio. Tra i 22 memorandum d’intesa, almeno cinque influiscono direttamente sui rapporti commerciali tra i due paesi. Si passa dall’impegno a completare la costruzione e la messa in opera dell ’Interconnettore Turchia-Grecia-Italia – un gasdotto dalla portata modesta rispetto ai grandi progetti di Nabucco e South Stream ma che, se realizzato, sarà la prima infrastruttura energetica a creare un asse mediterraneo dell’energia – alla collaborazione tra le Camere di commercio dei

due paesi per aumentare gli investimenti nel settore privato. A questi si sommano l’accordo tra le associazioni bancarie dei due paesi e quello sulla cooperazione turistica, volto soprattutto ad attrarre il grande afflusso di visitatori cinesi.Il valore commerciale delle intese aumenta considerando che tra Turchia ed Unione europea è in vigore dal 1995 un accordo di unione doganale (anche se limitata ai prodotti manifatturieri) che ha consolidato la posizione dell’Unione come primo partner commerciale turco, e che la piccola economia greca è in forte deficit di bilancia dei pagamenti verso Ankara. Il governo turco ha quindi tutto l’interesse a che il sistema greco non collassi. Stando alle dichiarazioni di

Erdogan, infatti, l’impegno turco è quello di portare il valore del commercio tra i due paesi a 5 miliardi di euro, dai poco meno di 3 nel 2009. D’altronde la dottrina del ministro degli esteri turco, Ahmet Davutoglu, di progressiva eliminazione dei problemi con i paesi vicini va

Matteo Villa

applicata anche verso la Grecia, secondo le sue stesse parole, “sviluppando una forte interdipendenza economica”.Proprio per quest’ultimo motivo non si può non considerare che appena sotto il merito commerciale degli accordi emerge, in controluce, tutta la loro portata strategica. La scelta turca di riannodare le fila di un dialogo che pareva trascinarsi stancamente sembra calibrata al minuto: il 26 maggio, dodici giorni dopo lo storico accordo, sono ripresi quei negoziati di riconciliazione tra greco-ciprioti e turco-ciprioti che proprio l’elezione di Eroglu, favorevole alla secessione, aveva reso traballanti a fine aprile. Un segnale che questa convergenza, e m i n e n t e m e n t e economica, ha nelle intenzioni di Erdogan

e di Davutoglu un forte significato politico che l’Unione europea, se davvero vuole trovare una soluzione per il conflitto a Cipro, non dovrebbe sottovalutare.

Grecia e Turchia: bilancio di una convergenza

ECONOMIA

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Malgrado in questi giorni sia impegnatissima con il 29’ Festival Internazionale del Cinema di Istanbul, Alin è puntualissima ed arriva con un bellissimo sorriso. Per l’intervista decidiamo di sederci ad uno dei tavoli dell’Haci Baba: cosa c’è di meglio che combinare le delizie della cucina turca con una conversazione sulle nuove tendenze del cinema turco?Alin Tasçıyan è uno dei massimi critici cinematografi ci turchi ed è appena tornata da Parigi. Parla, tra l’altro, un ottimo italiano. Entra diretta nella tematica della mia intervista dicendo “bisogna parlare non più di cinema turco bensì di Cinema della Turchia. Il cinema di questi ultimi anni ha voluto infatti rappresentare tutte quelle realtà, sia sociali che culturali, che sono presenti nel territorio dell’odierna Repubblica. L’ispirazione è proprio la ricchezza culturale di questo Paese.” In Italia, purtroppo, quando si parla di cinema turco si fa un continuo

riferimento al classico Yilmaz Guney e più recentemente a Ferzan Ozpetek o a Fatith Akin. Solo qualcuno riesce a menzionare anche Nuri Bilge Ceyan e Zeki Demirkubuz. “Ma il cinema della Turchia è ben altra cosa” continua Alin “I tempi di ‘Yesilcam’ – il vicolo adiacente ad Istiklal Caddesi ove avevano sede negli anni ‘60 le case di produzione cinematografi che – è fi nito, così come i loro fi lm, anche se la loro formula di soap opera commerciale viene riproposta aggiornata per il nuovo pubblico. Oggi esistono però nuovi fi loni. Il punto di rottura con la vecchia tradizione e l’inizio di quello che viene defi nito come il periodo ‘post-Yesilcam’ è stato il fi lm ‘Eskıya’ (“Bandito”, del regista Yavuz Turgul, 1996). Questa pellicola, che ha inaugurato il nuovo cinema popolare turco, ha saputo combinare la formula Yesilcam con un sistema di produzione tipicamente hollywodiano. Questo nuovo tipo di cinema

popolare è stato capace di generare risorse economiche per nuove produzioni. Un merito che va ascritto al presente governo è, non solo aver per primo regolarizzato e fi nanziato fortemente la produzione cinematografi ca, ma anche aver permesso una grande libertà di espressione.” Se le tematiche che ricorrono sono quelle dell’identità, dell’appartenenza e della memoria, queste si collocano all’interno di una società che è notevolmente cambiata negli ultimi anni e che continua a farlo q u o t i d i a n a m e n t e . Secondo Alin “negli ultimi dieci anni il cinema della Turchia ha proiettato questi cambiamenti sociali in quattro fi loni principali: fi lm-ghetto, fi lone religioso, intellettuali-Istanbul, e fi lone delle prigioni. E molti sono Film con la F maiuscola, espressione artistica di una nuova generazione di registi e produttori interessati ad un pubblico anche,

e principalmente, fuori dai confi ni turchi. Il distacco degli emigranti turchi che, lasciando i propri villaggi, approdano nella megalopoli istanbuliota è la tematica dei ‘fi lm-ghetto’ (es. “Baska Semtin Çocukları” di Aydın Bulut, “Kara Köpekler Havlarken” di Mehmet Bahadir Er), che ne raccontano la vita, nella loro lingua – spesso il curdo – e nelle loro usanze. Il ‘fi lone religione’ (es. “Takva” di Özer Kiziltan) affronta il tema della fede – come necessità umana di credere – arrivando a criticarne l’uso improprio. Non fa dunque riferimento ad una specifi ca religione, ma anzi il richiamo alla

preghiera del muezzin viene accostato a quello delle campane cristiane, sovrapponendo credi diversi senza creare gerarchie o tensioni. Il ‘fi lone Intellettuali-Istanbul’ è permeato dallo sguardo dei nuovi intellettuali turchi che

riscoprono, attraverso occhi diversi, una Istanbul in continuo movimento, con le sue miserie ed i suoi eccessi (es. “Anlat Istanbul” diretto dai cinque registi Umit Unal, Kudret Sabanci, Selim Demirdelen, Yucel Yolcu, e Omur Atay). Il ‘fi lone prigione’ (es. “Sonbahar” di Özcan Alper) indaga infi ne il microcosmo degli istituti penitenziari, in cui spesso si riproducono le gerarchie presenti nel mondo della malavita. In questo ambiente a p p a r e n t e m e n t e chiuso, dove il rapporto carcerati-secondini è un misto di violenza e comprensione, spesso si risolvono tra le sbarre regolamenti di conti

esterni al carcere.” Il tempo passa e non ce ne accorgiamo, concludiamo con il classico caffè alla turca – sade per lei, orta per me – poi Alin deve scappare per il Festival.

Giovanni Ercolani

Intervista con Alin Tasçıyan“Il Cinema della Turchia: questo sconosciuto”

CULTURA

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Maggio 2010

Simbolo di un sogno “americano”, in una continua tensione tra fi lm occidentali e tradizione turca, Yesilçam – una piccola traversa di Istiklal Caddesi nello storico quartiere di Beyoglu – è stato lo sfondo in cui attori, registi, tecnici e membri di studi cinematografi ci hanno lavorato per costruire una piccola Hollywood alla turca. Questo vicolo del centro di Istanbul ha infatti dato il nome alla fi orente industria cinematografi ca che, dall’inizio degli anni ’50 fi no alla metà degli anni ‘70, produsse oltre 250 fi lm all’anno in Turchia. Solo l’avvento della televisione ridusse i ritmi di produzione di Yesilçam, che rimase tuttavia una imponente industria cinematografi ca fi no agli anni ’90. In una sovrapposizione maldestra di intrecci hollywoodiani e di rappresentazione della realtà turca, la tecnologia dei mezzi americani, come importata in

Sorge sulla sponda asiatica di Istanbul, nel cosmopolita e variegato quartiere di Kadikoy, il più antico teatro dell’opera della parte anatolica della città. L’Opera, o Centro Culturale, Süreyya fu progettato e costruito dal politico Süreyya llmen Pasha per soddisfare la necessità di un luogo che ospitasse eventi sociali e culturali in questa zona di Istanbul. Il fascino dei

Turchia, fu sottoposta ad una turchizzazione a vari livelli. Attraverso rifacimenti, adattamenti e doppiaggi, Yesilçam tentò infatti di fotografare una realtà in fi eri, quella della società turca, e di unifi carla nonostante i suoi molteplici aspetti utilizzando il calco del modello di matrice occidentale-americana. Nel continuo desiderio di “farsi americano” e di rispecchiare contemporaneamente la tradizione locale, Yesilçam diede vita ad una vasta produzione cinematografi ca di massa. Una sintesi culturale popolare, la fusione cinematografi ca di occidente ed oriente, in un movimento costante da Est ad Ovest, che non permette a Yesilçam di essere né cinema occidentale né cinema orientale, ma la combinazione di entrambi in una perpetua trasformazione.

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prestigiosi teatri europei che impressionò Süreyya rivive in questo teatro. Il salone d’ingresso appare infatti come un esempio di Art Déco ispirato al teatro Champs-Elysées di Parigi, mentre gli interni richiamano gli stili dell’architettura tedesca. Inaugurato il 6 marzo del 1927, fu il primo teatro della parte asiatica di Istanbul ed il sesto dell’intera città. Nonostante fu concepito come un’opera, il palcoscenico e i camerini non furono tuttavia completati e nessuna opera fu messa in scena per oltre 80 anni. Nel 1930 venne infatti istallato l’equipaggiamento necessario per proiettare le pellicole ed il teatro fu adibito a cinema, prendendo dunque il nome Süreyya Sineması, il Cinema Süreyya, di cui il famoso poeta Nazim Hikmet ricoprì per primo la funzione di direttore. Al secondo piano,

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la sala da ballo, che è rimasta adibita per lungo tempo ad ambiente per feste nuziali, ha poi ospitato il gruppo teatrale Kadıköy Sahnesi, “il palcoscenico di Kadikoy” e, dal 1964, è stata la sede di un laboratorio di vestiario.Nel 2007, un progetto di restauro ha riportato l’imponente edifi cio art-nouveau alla sua funzione originaria, facendone la sede dell’opera e del balletto di Istanbul. In un’atmosfera informale e giovane, la Süreyya Operası mantiene però vivo lo spirito popolare che ne ha caratterizzato la quasi secolare evoluzione, restituendo al teatro una dimensione culturale aggregante, non-elitaria, diffi cile da ritrovare nei teatri dell’opera europeo-occidentali.

Yesilçam, la Hollywood turca

Süreyya Operası: vivere l’opera ad Istanbul

CULTURA

Page 8: UpsideTown Turchia Anno 2 N°5 Maggio 2010

UPSIDETOWN

TURKEY

Maggio 2010

È il tema della “vicinanza” il fi lo conduttore della collettiva di pittura dal titolo “Vicino a noi – Bize Yakin” che è stata inaugurata il 20 maggio presso lo spazio espositivo dell’Uffi cio Cultura e Informazioni dell’Ambasciata di Turchia a Roma. Il tema è stato riproposto a poco più di un anno di distanza dalla mostra realizzata dagli stessi curatori ad Istanbul, presso la Teksin Galery del quartiere di Göztepe. Le opere degli artisti Zeynep Akgün, Dino Cucinelli, Zulal Ü�enmez Ertürk, Halil Yavuz Ertürk, Massimo Franchi, Laura Migotto, Pasquale Nero Galante,

Claudio Orlandi, Günes Özmen, Sayat Usakligil saranno gli specchi che rifl etteranno il legame che unisce storicamente Turchia e Italia. Una vicinanza passata, presente e futura. Una vicinanza storica che ha unito inestricabilmente il passato della Turchia e dell’Italia, un’amicizia che continua a legare i due paesi e che proietta il suo alone nel futuro. Il mestiere dell’arte, una delle professioni più antiche, è ciò che, al grado più elevato e più limpido, rispecchia questo legame, attraverso un amalgama che, rielaborando ed esprimendo idee e mentalità, rende i popoli

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L’Italian Center for Turkish Studies è centro di ricerca esplicitamente rivolto all’approfondimento della realtà della Turchia contemporanea. Finalizzato a sostenere la ricerca e la cooperazione scientifi ca italo-turca, l’ICTS può fare affi damento su un’estesa rete di studiosi, analisti e diplomatici con una comprovata esperienza di attività riguardanti la Turchia. Le attività dell’ICTS sono indirizzate ad accademici, giornalisti, imprenditori e decisori che vogliano capire i complessi aspetti sociali, politici ed economici del paese.

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COORDINATORE SCIENTIFICO Carlo Frappi

GRAPHIC DESIGN Claudia Albano

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero:

Giulia Di Bernardini, Giovanni Ercolani,

Valerio Scafi , Stefano Torelli, Matteo Villa

più vicini. È innanzitutto l’arte, infatti, a rappresentare un codice semiotico universale, un linguaggio onnicomprensivo che abbatte le barriere linguistiche, travalica i confi ni e valorizza le differenze rendendole una ricchezza e non un ostacolo. L’esposizione, organizzata dall’Uffi cio Cultura e Informazioni dell’Ambasciata di Turchia di Roma e da NeoArtGallery, e curata da Angelo Andriuolo, Giorgio Bertozzi e Ferdan Yusufi , sarà aperta, ad ingresso gratuito, fi no all’11 giugno.

Durerà un mese, dal 10 maggio al 10 giugno, il Festival Internazionale di Teatro di Istanbul, quest’anno alla sua XVII edizione. Organizzato dalla Fondazione di Istanbul per la Cultura e le arti (Istanbul Kültür Sanat Vakfı, IKSV), il festival rappresenta uno dei più popolari eventi artistici della Turchia.

Esso coinvolgerà 9 compagnie teatrali e di ballo ed oltre 100 esibizioni tra cui spettacoli messi in scena da gruppi teatrali di fama mondiale , danze e spettacoli in anteprima assoluta. Tra gli ospiti stranieri John Malkovich che si esibirà in una delle produzioni più ambiziose del

festival: lo spettacolo/opera dal titolo “La Commedia Infernale”, che mette in scena il racconto della vita reale del serial killer austriaco Jack Unterweger.

Per maggiori informazioni e prenotazioni: http://www.iksv.org/tiyatro/program.asp

Un mese di spettacoli per il XVII Festival Internazionale di Teatro di

Istanbul

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Sede: Uffi cio di Cultura e Informazioni della Repubblica di Turchia. Piazza della Repubblica 55/56, Roma.Periodo: 20 maggio – 11 giugno 2010.Apertura: dal lunedì al venerdì ore 09.00 - 17.00.Info: tel. 064871190 – 064871393, email: [email protected], NeoArtGallery tel. 348 5103480 - 347 2264950, email: [email protected]

“Vicino a noi – Bize Yakin”: la mostra di pittori italiani e turchi a Roma

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